Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo
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Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo
26 SEBINO E FRANCIACORTA VENERDÌ 8 FEBBRAIO 2013 GIORNALE DI BRESCIA L’Autorità di bacino mandain pensione ilConsorzio LAGO D’ISEO L’Autorità di bacino dei laghi d’Iseo, Endine e Moro ha preso ufficialmente il posto del Consorzio per la gestione associata,continuando a svolgere la funzione di governo delle concessioni demaniali e di promozione e riqualificazione strutturale sui laghi. L’assemblea dell’Autoritàha rinnova- to i propri organismi con voto unanime, eleggendo nuovamente a presidente Giuseppe Faccanoni e confermando consiglieri Sergio Buelli, sindaco di Ranzanico, Emilio Agostini, assessore di Iseo e con funzioni di supplenza anche Anna Regosa, assessore di Iseo e Denise Longa, consigliere di Ranzanico. Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo Servono due milioni di euro di garanzia, ma in Consiglio comunale mancano i documenti. Marchina: solo problemi tecnici, la settimana prossima daremo l’ok GUSSAGO Due milioni di euro per sperare. O meglio, per dirla come Fausto Gardoni, presidente della FondazioneRichiedei, «per vedere la luce in fondo al tunnel». Una fideiussione che il Comune si appresta a sottoscrivere, ma che il Consiglio di ieri non ha potuto votare perché mancavano i documenti necessari. Per dirla con le parole del sindaco Bruno Marchina, «problemi tecnici». L’atto verrà votato la settimana prossima, il primo cittadino ne è certo. Per la prestigiosa istituzione socio sanitaria (nata a Gussago, ma operativa anche a Palazzolo) il tunnel ha l’angosciante aspetto di un mare di debiti. Non certo una novità, ma l’onda rischia ora di sommergere la Fondazione. Da qui la richiesta di aiuto al Comune di Gussago: una fideiussione, una garanzia con le banche, appunto, di due milioni di euro che consenta di proseguire con il risanamento. E invertire la tendenza verso il pareggio di bilancio. Quasi un sogno, visti i conti. Ventotto milioni il passivo «consolidato», tra il milione e mezzo e il milione e ottocentomila la perdita del 2012. Non uno scherzo, anche per una Fondazione che dà lavoro a 440 persone (tra dipendenti ed esterni) e che può contare su lunghe liste d’attesa per i propri servizi. Ma i posti letto dovrebbero essere di più, e le prestazioni maggiormente remunerate. Sul banco degli imputati in entrambi i casi la Regione: «Come può vivere un’azienda cheha il budget deciso da altri?», si è chiesto Gardoni. Intanto però la fideiussione è fondamentale. «Per questioni tecniche dobbiamo rinviare a martedì o mercoledì della prossima settimana - ha spiegato in apertura di seduta il sindaco Bruno Marchina -, per allora saranno pronti tutti i documenti e riporteremo quindi la que- stione in Consiglio. Nessuno pensi che il rinvio sia dettato da chissà quali motivi: solo questioni teniche». Marchina ha già preannunciato che riconvocherà l’aula con la procedura d’urgenza. Come dire: la fideiussione passerà quanto prima. Il presidente Gardoni nella sua appassionata relazione all’aula è stato chiarissimo: «Il nostro impegno è tutelare i posti di lavoro ed il livello dei servizi. Ma senza aiuto non ce la possiamo più fare». Non che la Fondazione non ce la stia mettendo tutta: un piano di investimenti di circa 6 milioni, la perdita di esercizio ridotta da 4 milioni a circa 1,5 con l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014. Nel risanamento ci hanno messo di tasca propria anche i dipendenti: hanno rinunciato all’integrazione in busta paga del Fondo di produttività e del premio di risultato. Sacrifici dolorosi volti a salvare l’azienda. Salvo che poi i tagli nazionali pesano per 500mila euro l’anno e di fatto azzerano la buona volontà dei lavoratori. Ma non tutti in Consiglio sono stati benevoli con la Fondazione. A fronte di un unanime riconoscimento dell’ottimo lavoro di Gardoni, l’ex sindaco leghista Lucia Lazzari ha chiesto un impegno diretto di Marchina in Regione. Mara Rolfi, del Movimento Cinque stelle, ha puntato il dito: «Le operazioni vengono fatte sotto forma di ricatto sociale. Non capiamo come due milioni siano utili. Il Piano industriale ci sembra un accanimento terapeutico. Chidoveva controllare in questi anni? Il presidente doveva portare i libri in Tribunale». Opzione quest’ultima che Gardoni ha ammesso di aver valutato. Poi ha ritenuto che la storia della Richiedei non potesse essere buttata alle ortiche. Ma ora serve aiuto. Francesco Alberti «La continuità organizzativa e del Consiglio d’amministrazione è la migliore garanzia della continuità del servizio offerto al territorio - ha commentato Faccanoni -; ringraziamo i sindaci e i componenti dell’assemblea per la fiducia che ci hanno riconfermato con voto unanime. v. m. Erbusco Alle Porte Franche il pattinaggio regala solidarietà ERBUSCO Un assegno coi fiocchi per sostenere la ricerca e la cura dei bambini nati prematuri. I due mesi di pista da pattinaggio sul ghiaccio del centro commerciale «Le Porte Franche» di Erbusco hanno fruttato ben 10.635 euro, consegnati ieri mattina in municipio dal direttore generale del centro, Michele Stillavato, a Flora di Flora, presidentessa dell’associazione «Nati per vivere onlus» di Brescia. A sancire il contributo anche il sindaco erbuschese, Isabella Nodari: il Comune ha infatti partecipato all’iniziativa benefica, abbonando a «Le Porte Franche» il contributo per l’occupazione del suolo. «Come Amministrazione - ha detto la Nodari - da tempo siamo vicini a questa tematica: per ben due anni il ricavato della manifestazione settembrina “Erbusco in tavola” è andato proprio in tal senso». L’ ingresso alla pista era gratuito: si poteva accedere coi propri pattini, oppure noleggiandoli presso l’area dedicata, effettuando una donazione libera a favore dell’associazione «Nati per vivere onlus», impegnata nel reparto di patologia neonatale degli Spedali Civili e attiva per lo sviluppo di iniziative a sostegno dei neonati prematuri o patologici e delle loro famiglie. Di un’iniziativa «pensata per portare gioia e divertimento ai clienti, ma pure per creare solidarietà» ha parlato il direttore Stillavato. «Il riscontro è stato enorme: non ci aspettavano di raccogliere, in due mesi, oltre 10mila euro. Contiamo quindi di proseguire su questa linea con altri appuntamenti». Flora di Flora ha spiegato che i soldi «serviranno per un assegno di ricerca semestrale a un medico specialista sulle difficoltà visive e neurologiche dei bambini prematuri». d. p. In attesa ■ Sopra, la sede della Fondazione Richiedei a Gussago, impegnata in un complesso percorso di risanamento; a lato, il Consiglio comunale di ieri sera LOVERE Scrittura e musica, l’appassionato connubio di Paola Zubani LAGO D’ISEO Pochi sanno coniugare due passioni all’apparenza tanto diverse tra loro come la scrittura e la musica. Eppure questo è ciò che fa Paola Zubani, 25enne di Lovere. «La mia passione per la scrittura è dipendente da quella per la letteratura; è un amore viscerale, come amo la musica. E se ami una forma d’arte, la cosa che desideri di più è cercare di riprodurla, di crearla o comunque di esprimere questo amore a modo tuo». Per questo Paola scrive e suona, in un binomio perfetto e di successo. Nel 2005 ha partecipato a un concorso che le è valso la pubblicazione, 2 anni più tardi, del libro «Timidi spettri e lacrime di vetro», silloge di poesie adolescenziali. Nel 2008 ha poi vinto il premio «Mazzitello» di Cariati Marina con tre poesie inedite e ora sta lavorando ad un romanzo che definisce storico-fantasy. In campo musicale, la passione nasce molto presto; Paola inizia a suonare a 9 anni, si diploma in flauto al Conservatorio e subito dopo il diploma insegna nelle scuole medie a indirizzo musicale. La svolta con la creazione del gruppo «Wyrd Wail», nato col fratello nel 2005; un legame forte, come s’è detto, con la scrittura, testimoniato anche dal fatto che due pezzi del loro primo album («Winter Rose»), sono la trasposizione musicale di due poesie di Paola. «Wyrd Wail significa canto del destino - spiega Paola - e si riferisce a un canto sommesso, quasi celato. Facciamo musica irlandese e il mio amore per quei luoghi, impregnati di nostalgica malinconia, è molto forte». a. duc. Iseo Festa per Lina Bonardi, decana del paese coi suoi 102 anni Oggi pomeriggio alla Fondazione Guerini Cacciamatta gli auguri di parenti, amici ed autorità Lina Bonardi, oggi 102 anni rTf6TfBUWFczNCc/2pqtIBKzAK72hCBTvjTXUXVdaGk= ISEO «Non so se ci sarò il giorno della mia festa per i 102 anni; magari vi invio un fax dove dico che sono partita per Parigi». Ironizza in questo modo Lina Bonardi che oggi, alle 15.30, viene festeggiata alla Fondazione Guerini Cacciamatta. Lucidissima e spiritosa Lina Bonardi, all’anagrafe Dosolina, è nata a Iseo l’8 febbraio del 1911 da Francesco e Luigia Ballini. È la penultima di sette figli, unica vivente oggi, ed è zia di venti fra nipoti e pronipoti. Fino all’età di 100 anni ha vissuto nella sua casa di via Mirolte insieme alla cognata ed ai nipoti; dall’aprile 2012 è ospite della Casa di riposo Fratelli Guerini e da ottobre di quest’anno della Fondazione don Ambrogio Cacciamatta. Qui si trova molto bene, come riferisce la stessa Lina, e si sente in famiglia, tutti gli operatori sono molto simpatici ma non ha perso l’abitudine di uscire; quando i suoi nipoti vengono a trovarla, infatti, cerca sempre di farsi accompagnare e fare un giretto nel centro di Iseo, com’era sua abitudine fare fino a qualche mese fa. «Quando ero a casa Panella, in via Duomo, uscivo tutti i giorni ma poi con il trasferi- mento nella nuova struttura di via per Rovato, ho scritto una lettera d’addio al lago, al giardino della casa ed ai monti che vedevo tutti i giorni». Lina ha frequentato la quinta elementare e poi ha proseguito i suoi studi alla scuola di avviamento delle Madri Canossiane dove ha imparato a cucire ed a lavorare a maglia. Ha sempre avuto la passione del ballo e delle poesie. A 13 anni ha iniziato ad andare all’oratorio insieme al suo primo e unico amore, Giovanni. A 15 anni, di nascosto dai suoi genitori, insieme a Giovanni e i suoi amici andava già a balla- re alla «Fenice» di Pilzone. «Giovanni è poi partito per la prima guerra mondiale - ricorda Lina Bonardi -. Era un bravo ragazzo, studiava molto ed in guerra è diventato anche generale». Giovanni è morto a trent’anni e Lina non si è mai sposata. Ha moltissimi ricordi della guerra, scriveva lettere per confortare i prigionieri, fra cui anche due suoi fratelli. «Vi svelo un segreto per arrivare a 102 anni - conclude la decana del paese -: andate a Messa tutte le mattine e fate la Comunione». Veronica Massussi