Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo

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Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo
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SEBINO E FRANCIACORTA
VENERDÌ 8 FEBBRAIO 2013 GIORNALE DI BRESCIA
L’Autorità di bacino
mandain pensione
ilConsorzio
LAGO D’ISEO L’Autorità di bacino
dei laghi d’Iseo, Endine e Moro ha
preso ufficialmente il posto del Consorzio per la gestione associata,continuando a svolgere la funzione di governo delle concessioni demaniali e
di promozione e riqualificazione
strutturale sui laghi.
L’assemblea dell’Autoritàha rinnova-
to i propri organismi con voto unanime, eleggendo nuovamente a presidente Giuseppe Faccanoni e confermando consiglieri Sergio Buelli, sindaco di Ranzanico, Emilio Agostini,
assessore di Iseo e con funzioni di
supplenza anche Anna Regosa, assessore di Iseo e Denise Longa, consigliere di Ranzanico.
Gussago Richiedei, fideiussione in arrivo
Servono due milioni di euro di garanzia, ma in Consiglio comunale mancano
i documenti. Marchina: solo problemi tecnici, la settimana prossima daremo l’ok
GUSSAGO Due milioni di
euro per sperare. O meglio,
per dirla come Fausto Gardoni, presidente della FondazioneRichiedei, «per vedere la luce in fondo al tunnel». Una fideiussione che il Comune si
appresta a sottoscrivere, ma
che il Consiglio di ieri non ha
potuto votare perché mancavano i documenti necessari.
Per dirla con le parole del sindaco Bruno Marchina, «problemi tecnici». L’atto verrà votato la settimana prossima, il
primo cittadino ne è certo.
Per la prestigiosa istituzione
socio sanitaria (nata a Gussago, ma operativa anche a Palazzolo) il tunnel ha l’angosciante aspetto di un mare di
debiti. Non certo una novità,
ma l’onda rischia ora di sommergere la Fondazione. Da
qui la richiesta di aiuto al Comune di Gussago: una fideiussione, una garanzia con
le banche, appunto, di due
milioni di euro che consenta
di proseguire con il risanamento. E invertire la tendenza verso il pareggio di bilancio.
Quasi un sogno, visti i conti.
Ventotto milioni il passivo
«consolidato», tra il milione e
mezzo e il milione e ottocentomila la perdita del 2012.
Non uno scherzo, anche per
una Fondazione che dà lavoro a 440 persone (tra dipendenti ed esterni) e che può
contare su lunghe liste d’attesa per i propri servizi. Ma i posti letto dovrebbero essere di
più, e le prestazioni maggiormente remunerate. Sul banco degli imputati in entrambi
i casi la Regione: «Come può
vivere un’azienda cheha il budget deciso da altri?», si è chiesto Gardoni. Intanto però la fideiussione è fondamentale.
«Per questioni tecniche dobbiamo rinviare a martedì o
mercoledì della prossima settimana - ha spiegato in apertura di seduta il sindaco Bruno Marchina -, per allora saranno pronti tutti i documenti e riporteremo quindi la que-
stione in Consiglio. Nessuno
pensi che il rinvio sia dettato
da chissà quali motivi: solo
questioni teniche». Marchina ha già preannunciato che
riconvocherà l’aula con la
procedura d’urgenza. Come
dire: la fideiussione passerà
quanto prima.
Il presidente Gardoni nella
sua appassionata relazione all’aula è stato chiarissimo: «Il
nostro impegno è tutelare i
posti di lavoro ed il livello dei
servizi. Ma senza aiuto non
ce la possiamo più fare». Non
che la Fondazione non ce la
stia mettendo tutta: un piano
di investimenti di circa 6 milioni, la perdita di esercizio ridotta da 4 milioni a circa 1,5
con l’obiettivo del pareggio
di bilancio nel 2014. Nel risanamento ci hanno messo di
tasca propria anche i dipendenti: hanno rinunciato all’integrazione in busta paga
del Fondo di produttività e
del premio di risultato. Sacrifici dolorosi volti a salvare
l’azienda. Salvo che poi i tagli
nazionali pesano per 500mila euro l’anno e di fatto azzerano la buona volontà dei lavoratori.
Ma non tutti in Consiglio sono stati benevoli con la Fondazione. A fronte di un unanime riconoscimento dell’ottimo lavoro di Gardoni, l’ex sindaco leghista Lucia Lazzari
ha chiesto un impegno diretto di Marchina in Regione.
Mara Rolfi, del Movimento
Cinque stelle, ha puntato il dito: «Le operazioni vengono
fatte sotto forma di ricatto sociale. Non capiamo come
due milioni siano utili. Il Piano industriale ci sembra un
accanimento
terapeutico.
Chidoveva controllare in questi anni? Il presidente doveva
portare i libri in Tribunale».
Opzione quest’ultima che
Gardoni ha ammesso di aver
valutato. Poi ha ritenuto che
la storia della Richiedei non
potesse essere buttata alle ortiche. Ma ora serve aiuto.
Francesco Alberti
«La continuità organizzativa e del
Consiglio d’amministrazione è la migliore garanzia della continuità del
servizio offerto al territorio - ha commentato Faccanoni -; ringraziamo i
sindaci e i componenti dell’assemblea per la fiducia che ci hanno riconfermato con voto unanime.
v. m.
Erbusco
Alle Porte Franche
il pattinaggio
regala solidarietà
ERBUSCO Un assegno coi fiocchi per
sostenere la ricerca e la cura dei bambini
nati prematuri. I due mesi di pista da pattinaggio sul ghiaccio del centro commerciale «Le Porte Franche» di Erbusco hanno fruttato ben 10.635 euro, consegnati
ieri mattina in municipio dal direttore generale del centro, Michele Stillavato, a
Flora di Flora, presidentessa dell’associazione «Nati per vivere onlus» di Brescia.
A sancire il contributo anche il sindaco
erbuschese, Isabella Nodari: il Comune
ha infatti partecipato all’iniziativa benefica, abbonando a «Le Porte Franche» il
contributo per l’occupazione del suolo.
«Come Amministrazione - ha detto la Nodari - da tempo siamo vicini a questa tematica: per ben due anni il ricavato della
manifestazione settembrina “Erbusco
in tavola” è andato proprio in tal senso».
L’ ingresso alla pista era gratuito: si poteva accedere coi propri pattini, oppure noleggiandoli presso l’area dedicata, effettuando una donazione libera a favore
dell’associazione «Nati per vivere
onlus», impegnata nel reparto di patologia neonatale degli Spedali Civili e attiva
per lo sviluppo di iniziative a sostegno
dei neonati prematuri o patologici e delle loro famiglie.
Di un’iniziativa «pensata per portare gioia e divertimento ai clienti, ma pure per
creare solidarietà» ha parlato il direttore
Stillavato. «Il riscontro è stato enorme:
non ci aspettavano di raccogliere, in due
mesi, oltre 10mila euro. Contiamo quindi di proseguire su questa linea con altri
appuntamenti». Flora di Flora ha spiegato che i soldi «serviranno per un assegno
di ricerca semestrale a un medico specialista sulle difficoltà visive e neurologiche
dei bambini prematuri».
d. p.
In attesa
■ Sopra, la
sede della
Fondazione
Richiedei a
Gussago,
impegnata in un
complesso
percorso di
risanamento; a
lato, il Consiglio
comunale di ieri
sera
LOVERE
Scrittura e musica, l’appassionato connubio di Paola Zubani
LAGO D’ISEO Pochi sanno coniugare
due passioni all’apparenza tanto
diverse tra loro come la scrittura e la
musica. Eppure questo è ciò che fa
Paola Zubani, 25enne di Lovere. «La
mia passione per la scrittura è
dipendente da quella per la
letteratura; è un amore viscerale,
come amo la musica. E se ami una
forma d’arte, la cosa che desideri di
più è cercare di riprodurla, di crearla o
comunque di esprimere questo amore
a modo tuo». Per questo Paola scrive e
suona, in un binomio perfetto e di
successo. Nel 2005 ha partecipato a un
concorso che le è valso la
pubblicazione, 2 anni più tardi, del
libro «Timidi spettri e lacrime di
vetro», silloge di poesie adolescenziali.
Nel 2008 ha poi vinto il premio
«Mazzitello» di Cariati Marina con tre
poesie inedite e ora sta lavorando ad
un romanzo che definisce
storico-fantasy. In campo musicale, la
passione nasce molto presto; Paola
inizia a suonare a 9 anni, si diploma in
flauto al Conservatorio e subito dopo
il diploma insegna nelle scuole medie
a indirizzo musicale. La svolta con la
creazione del gruppo «Wyrd Wail»,
nato col fratello nel 2005; un legame
forte, come s’è detto, con la scrittura,
testimoniato anche dal fatto che due
pezzi del loro primo album («Winter
Rose»), sono la trasposizione musicale
di due poesie di Paola. «Wyrd Wail
significa canto del destino - spiega
Paola - e si riferisce a un canto
sommesso, quasi celato. Facciamo
musica irlandese e il mio amore per
quei luoghi, impregnati di nostalgica
malinconia, è molto forte».
a. duc.
Iseo Festa per Lina Bonardi, decana del paese coi suoi 102 anni
Oggi pomeriggio alla Fondazione Guerini Cacciamatta gli auguri di parenti, amici ed autorità
Lina Bonardi, oggi 102 anni
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ISEO «Non so se ci sarò il giorno della
mia festa per i 102 anni; magari vi invio un fax dove dico che sono partita
per Parigi». Ironizza in questo modo
Lina Bonardi che oggi, alle 15.30, viene festeggiata alla Fondazione Guerini Cacciamatta. Lucidissima e spiritosa Lina Bonardi, all’anagrafe Dosolina, è nata a Iseo l’8 febbraio del 1911
da Francesco e Luigia Ballini. È la penultima di sette figli, unica vivente oggi, ed è zia di venti fra nipoti e pronipoti. Fino all’età di 100 anni ha vissuto
nella sua casa di via Mirolte insieme
alla cognata ed ai nipoti; dall’aprile
2012 è ospite della Casa di riposo Fratelli Guerini e da ottobre di quest’anno della Fondazione don Ambrogio
Cacciamatta.
Qui si trova molto bene, come riferisce la stessa Lina, e si sente in famiglia, tutti gli operatori sono molto simpatici ma non ha perso l’abitudine di
uscire; quando i suoi nipoti vengono
a trovarla, infatti, cerca sempre di farsi accompagnare e fare un giretto nel
centro di Iseo, com’era sua abitudine
fare fino a qualche mese fa. «Quando
ero a casa Panella, in via Duomo, uscivo tutti i giorni ma poi con il trasferi-
mento nella nuova struttura di via per
Rovato, ho scritto una lettera d’addio
al lago, al giardino della casa ed ai
monti che vedevo tutti i giorni».
Lina ha frequentato la quinta elementare e poi ha proseguito i suoi studi alla scuola di avviamento delle Madri
Canossiane dove ha imparato a cucire ed a lavorare a maglia. Ha sempre
avuto la passione del ballo e delle poesie. A 13 anni ha iniziato ad andare all’oratorio insieme al suo primo e unico amore, Giovanni. A 15 anni, di nascosto dai suoi genitori, insieme a Giovanni e i suoi amici andava già a balla-
re alla «Fenice» di Pilzone. «Giovanni
è poi partito per la prima guerra mondiale - ricorda Lina Bonardi -. Era un
bravo ragazzo, studiava molto ed in
guerra è diventato anche generale».
Giovanni è morto a trent’anni e Lina
non si è mai sposata. Ha moltissimi ricordi della guerra, scriveva lettere per
confortare i prigionieri, fra cui anche
due suoi fratelli.
«Vi svelo un segreto per arrivare a 102
anni - conclude la decana del paese -:
andate a Messa tutte le mattine e fate
la Comunione».
Veronica Massussi