Fonologia e ortografia del dialetto di San

Transcript

Fonologia e ortografia del dialetto di San
3
Indice
DIALETTO
PARLATO, SCRITTO, TRASMESSO
a cura di
Gianna Marcato
4
Comitato di lettura
Giovanni Ruffino (Università di Palermo)
Salvatore Trovato (Università di Catania)
Antonietta Dettori (Università di Cagliari)
Mariselda Tessarolo (Università di Padova)
Gianna Marcato (Università di Padova)
Prima edizione: maggio 2015
ISBN 978 88 6787 383 8
© 2015 cleup sc
“Coop. Libraria Editrice Università di Padova”
via G. Belzoni 118/3 – Padova (tel. 049 8753496)
www.cleup.it
www.facebook.com/cleup
Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento,
totale o parziale, con qualsiasi mezzo (comprese
le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati.
Impaginazione e grafica di copertina: Patrizia Cecilian
In copertina: fotografia di Tommaso Politi
Indice
7
Indice
Indice
Presentazione
Dialetto, tra identità strutturali e testualità
Gianna Marcato
13
ambiti del comunicare, scelte di repertorio e dialetto
Colloquialità e dialetto nella Palermo d’oggi
23
Francesco Scaglione
Testualità, storicità della lingua, dialetto: il parlato nell’ambito 35
del lavoro in area trevigiana
Michele Donà
Grado di vitalità della varietà alloglotta di Guardia Piemontese (CS)43
Irene Micali
Il dialetto fra i giovani del Duemila. Usi, giudizi e dichiarazioni
51
Immacolata Tempesta
Perché gli adulti si rivolgono ai bambini in italiano?
59
Mariselda Tessarolo - Eleonora Bordon
Dalla Cripta dei Capuleti alla Cesa del Liram. 67
Analisi di una lettera d’amore in Piemontese, datata 1609
Tullio Telmon
Lettere bellunesi del primo Novecento
79
Loredana Corrà
Dialetto in versi: tra funzione poetica e funzione comunicativa
89
Elvira Assenza
Dialettalità e romanzo popolare: I Beati Paoli di Luigi Natoli
101
Mariella Giuliano
8
Il dialetto “a un soldo”. Identità popolare nella letteratura catanese di inizio Novecento
Daria Motta
La funzione del dialetto nella narrativa di Amara Lakhous
Marco Gargiulo
Dialetti e delitti. Scelte stilistiche e aperture dialettali nel poliziesco contemporaneo
Rosaria Sardo
Sul romanesco del teatro di Giggi Zanazzo (1860-1911)
Claudio Giovanardi
Lo schiavonesco a Venezia: tra parodia e realtà linguistica
Alberto Giudici
L’italiano regionalizzato de La grande guerra di Monicelli (1959)
Gabriella Alfieri
L’italiano fuori di Toscana nei film di Pieraccioni: «mi piaceva che si sentissero anche tutti i dialetti d’Italia»
Stefania Iannizzotto
Le Bellas mariposas volano al cinema: analisi linguistica del film di Salvatore Mereu
Myriam Mereu
Lingua e dialetto nel cinema comico contemporaneo: tra Checco Zalone e Ficarra e Picone
Milena Romano
Varietà di italiano e varietà di dialetto nel varietà televisivo
Giovanna Alfonzetti
Il dialetto nelle fiction televisive: un confronto tra la scrittura delle sceneggiature e il parlato degli attori
Ilaria Mingioni
Mastro-don Gesualdo: dal parlato scritto sdialettalizzato al parlato trasmesso iperveristico
Elisabetta Mantegna
I dialetti urbani tra nuovi usi e nuovi modelli di dialettalità: le parodie siciliane di Peppa Pig
Giuseppe Paternostro - Roberto Sottile
Dopo Faber. Usi e riusi del dialetto cantato a Genova e in Liguria
(1984- 2014)
Lorenzo Coveri
Indice
109
117
125
133
141
149
161
169
177
185
195
203
211
223
Indice
9
Tra scritto e cantato: le canzoni in occitano dei Lou Dalfin235
Paolo Benedetto Mas - Silvia Giordano
Il dialetto e i proverbi in area perugina
243
Antonio Batinti - Ornero Fillanti
Al post del dialetto. Posizione, funzioni, caratteristiche del dialetto 251
trasmesso attraverso il computer e altri media nella Svizzera italiana
Matteo Casoni - Giovanna Ceccarelli
Alias ma non troppo: Roma manifesta nei nicknames di una chatline267
Andrea Viviani
Fenomenologia di un fake. Riflessioni sull’uso del dialetto napoletano 275
per dare vita in rete a un personaggio di fantasia
Vera Gheno
Biglietti prego! In viaggio nella realtà dialettale attraverso
285
il Repertorio italiano-dialetti (RID) della Svizzera italiana
Nicola Arigoni
293
Il Repertorio Italiano-Dialetti (RID): genesi e struttura
Dafne Genasci
Uso e funzioni delle varietà linguistiche nel mondo linguistico arabo. 301
Impatto della Rete Sociale
Jihad Al-Shuaibi
sistematicità dei dialetti, permeabilità dei confini ed eteronomia
Riflessioni su fenomeni sintattici e fonetici in area campano-lucana
Patrizia Del Puente
Osservazioni morfologiche su una parlata lucana
Carminella Scarfiello
Parlare dall’alto: la deissi verticale in Val Germanasca Aline Pons
Storia di uno shibboleth in area pedemontana
Alberto Ghia
Né toscani né romani: per una caratterizzazione dei dialetti dell’area viterbese
Miriam Di Carlo
Cultismi nel siciliano
Salvatore C. Trovato
Aspetti dell’interferenza tra italiano e siciliano in epoca medievale
Iride Valenti
311
323
329
337
345
353
359
10
Indice
Il siciliano a contatto con il toscano/italiano. Un’analisi a margine del Vocabolario Siciliano
Angela Castiglione
Percezione dell’italiano regionale
Carlotta D’Addario
367
377
dialettalità, fonti scritte, trascrizioni e codifiche
La trasmissione scritta di oralità e dialettalità: il caso del latino
387
Elena Triantafillis
Di gergo e di paraletteratura: l’importanza delle fonti scritte 399
per la documentazione gergale
Antonietta Dettori
Il sonetto Paduanus del codice Colombino: riflessioni sul nome
407
Maleosse
Paola Barbierato
Antroponomastica popolare e geografia linguistica. 415
Un incontro possibile
Giovanni Ruffino
La toponomastica ufficiale scritta e la toponomastica nella tradizione 421
dialettale orale
Maria Teresa Vigolo
La città “nominata”: odonimi popolari e ufficiali a Salemi
429
Marina Castiglione - Marianna Trovato
Un caso tutto veneziano: il dialetto e la battaglia dei nizioleti439
Gianna Marcato
Lingua romana in scrittura italiana: problemi (orto)grafici 449
(e non solo) del romanesco dal parlato allo scritto
Paolo D’Achille
Dal parlato allo scritto: riflessioni sulla trascrizione dell’oralità 461
in area campana
Elda De Santis
Il vocalismo di Piazza Armerina nel parlato e nello scritto
469
Rita Pina Abbamonte
Fonologia e grafia del dialetto di San Valentino in Abruzzo citeriore
477
Diana Passino - Diego Pescarini
Riflessi della codifica del gallego sul parlato
483
Maria Montes
Fonologia e grafia del dialetto di San Valentino in Abruzzo citeriore
477
Fonologia e grafia del dialetto di San Valentino in Abruzzo
citeriore
Diana Passino - Diego Pescarini
1. Introduzione
In questo contributo intendiamo illustrare brevemente il sistema del
vocalismo tonico del dialetto parlato a San Valentino in Abruzzo citeriore,
un paese dell’entroterra pescarese abitato da circa duemila abitanti. San
Valentino è situato su un rilievo della pedemontana della Majella che si
affaccia sulla valle del fiume Pescara.
L’interesse per questo dialetto nasce da un’esigenza diretta della comunità sanvalentinese di sviluppare un sistema ortografico capace di rendere in modo accurato alcune peculiarità del dialetto e, allo stesso tempo,
consentire la lettura dei testi delle tradizioni folkloriche anche a lettori non
familiari con la pronuncia del luogo.
Il lavoro si sviluppa in tre sezioni: il § 2 introduce alcune caratteristiche
fonologiche proprie dell’area dialettale di interesse; il § 3 descrive brevemente il sistema delle vocali toniche di San Valentino; il § 4 discute alcune
questioni relative alla resa grafica di tali vocali.
2. Cenni sul vocalismo tonico in area pescarese
Per comprendere meglio alcune caratteristiche del dialetto di San Valentino è opportuno chiarire alcuni punti comuni alle varietà abruzzesi di
area orientale-adriatica. In questo paragrafo ci soffermeremo su tre aspetti:
i cd. frangimenti per posizione; l’opposizione fra cd. posizione aperta/chiusa;
il trattamento dei nessi di muta cum liquida.
478
Diana Passino - Diego Pescarini
I dialetti dell’area in esame sono (o erano) caratterizzati dal frangimento di vocali toniche in sillaba aperta, come esemplificato dagli esiti
riportati in (1). A San Valentino alcuni dittonghi hanno subito una monottongazione:
(1) VĪTAM >vojtə
SĬTIM, SĒTAM >sajtə
PĔDEM >pejtə
Secondo Giammarco (1979: 116) all’inizio secolo tutti i dialetti
abruzzesi presentavano le vocali toniche fratte, poi preservate nei dialetti
montani e in un’area triangolare con vertici a Ortona a mare, Vasto e
Agnone. Il fenomeno dei frangimenti è in realtà esteso ad un area ben più
vasta che comprende la parte adriatica dell’Abruzzo, parte del Molise,
della Puglia (non salentina), la Lucania centro-settentrionale e la Calabria
del nord.
I frangimenti vocalici in questa area si riscontrano quando la vocale
tonica ha l’accento di frase e dunque quando la parola è pronunciata in isolamento o si trova in posizione prepausale o enfatica. Alcuni esempi sono
mostrati in (2):
(2) a. Nu "fuilə < FĪLUM
Nu 'filə “nairə
Palmoli
(Rohlfs, 1966: 30)
b. A "foikə < FĪCUM
'fika "sekk
Vico del Gargano
(Rohlfs, 1966: 30)
c."sʊul< SŌLUM
'sʊlə "sʊul
Altamura
(Loporcaro, 1988: 27)
Nell’evoluzione del vocalismo tonico dell’area in oggetto, la distinzione tra sillabe aperte e chiuse non è immediatamente rilevante in quanto
le vocali toniche in sillaba aperta di proparossitono mostrano la stessa
evoluzione delle vocali in sillaba chiusa di parossitono. Esemplifichiamo
questa situazione in (3) attraverso l’evoluzione di Ĕ nel dialetto di San
Valentino:
(3) Evoluzione di Ĕ nel dialetto di San Valentino
Sillaba aperta
Sillaba chiusa
Sillaba aperta
di parossitono
di proparossitono
pejt < PĔDEMsɛtt < SĔPTEMpɛkurə >PĔCORAM
Fonologia e grafia del dialetto di San Valentino in Abruzzo citeriore
479
Lo schema evolutivo descritto in (4), secondo il quale le sillabe toniche
aperte di parossitono hanno un esito diverso da quelle chiuse e da quelle
aperte di proparossitono è conosciuto nella letteratura come opposizione
tra posizione aperta e posizione chiusa (Rohlfs, 1966; Savoia, 1990) dato
che non è possibile riferirvisi utilizzando unicamente la nozione di sillaba.
Un altro tratto caratterizzante quest’area è costituito dall’esito delle
vocali che precedono i nessi interni di muta cum liquida, comune a quello
in posizione chiusa, come esemplificato in (4) tramite dati provenienti dal
dialetto di Bisceglie:
(4) a. posizione aperta: 'kɔpə< CAPUT
b. posizione chiusa: 'varvə< BARBAM
'ratəkə< RADICAM
'latrə< LATRO
Loporcaro (1996) sostiene a tal proposito che alcuni dialetti meridionali come quello di Bisceglie etc. abbiano conservato la scansione eterosillabica latina. Nel dialetto di san Valentino le vocali che precedono i nessi di
muta cum liquida non hanno un comportamento uniforme. In generale mostrano esiti del tipo in sillaba chiusa, come mostrato in (5) ma esistono anche casi del tipo esemplificato in (6) nei quali hanno esito di sillaba aperta:
(5)magrə < MĂCRUM
(6)quɐtrə< QUĂDRUM
3. San Valentino
Illustriamo in questo paragrafo il sistema delle vocali di San Valentino.
Procederemo in modo schematico, riportando per ogni timbro una coppia
di esempi. Il sistema presenta tre vocali basse ([a], [ɐ], [ɑ], quest’ultima
alterna, nel parlato degli anziani, con il dittongo [ai]), tre vocali anteriori
([ɛ], [i], [e], quest’ultima può essere ‘fratta’: [ei]), tre vocali posteriori ([ɔ],
[o], [u]), e tre dittonghi ([ou], [ɐu] e [wo].
Nello stadio sincronico del dialetto c’è in generale una distribuzione
complementare delle vocali, che appaiono dittongate in posizione aperta
(ourə ‘ora’, peitə ‘piede’) e rilassate in posizione chiusa (vɔttə ‘botte’, trɛndə
‘trenta’). Nel caso di /a /, invece, l’allofono ridotto compare in posizione
aperta (kɐ:sə) e quella piena compare in posizione chiusa (passə). L’allofono
ridotto ɐ, tuttavia, secondo il nostro informatore, rappresenta un esito suc-
480
Diana Passino - Diego Pescarini
cessivo dell’evoluzione Ā, Ă > e in sillaba aperta1. Le vocali o, ɑ, provengono dalla monottongazione dei dittonghi oi, ai, percepiti ora come ‘arcaici’
(voinə > vo:nə, saitə > sɑ:tə)2. Abbiamo visto invece che i dittonghi ei < Ē,
Ĕ, e ou < Ō, Ŏ sopravvivono nello stadio attuale del dialetto.
[a][ ʃ tallə, pattə]
‘stalla, patto’
[ɐ][pɐpə, lɐnə]
‘papa, lana’
[ɑ][ ʃ tɑllə, mɑssə] ‘stella, messa’
[ɛ][lɛbbrə, cɛllə]
‘lepre, uccello’
[ej][lejbbrə, pejttsə] ‘libro, pizzo’
[i][pitə, ʃ :aŋkitə] ‘piedi, sciancati’
[ɔ][kɔllə, pɔzzə]
‘colle, pozzo’
[ow][nowə, rowtə]‘nuovo, ruota’
[o][vo:nə, fo:lə]
‘vino, filo’
[wo/ʊ] [wojə, fwojə]
‘voglio, foglio’
[ɐu][lɐut ʃ ə, patrɐunə] ‘luce, padroni’
[u][fusə, patrunə] ‘fuso, padrone’
Se confrontiamo il sistema delle toniche odierne con le condizioni etimologiche al netto dei condizionamenti descritti nel par. 2 (ovvero: frangimenti per posizione e opposizione fra posizione aperta e chiusa) e al netto
delle alternanze metafonetiche (su cui torneremo in un altro lavoro), il quadro che ne esce è quello illustrato in Figura 1. Schematicamente, dato un
sistema eptavocalico proto-romanzo sembra essersi verificata una rotazione
i
*e
*e
ɛ
*oi
u
ɐu
*ai
*o
*o
wo
ɐ
*ɔ
ou
a
*ɑ
*ei
Figura 1 – Evoluzione delle vocali toniche in posizione aperta
1 La palatalizzazione degli esiti di Ā, Ă è una caratteristica dei dialetti abruzzesi
orientali e che concerne inoltre una zona più vasta che si estende in particolare dall’EmiliaRomagna alla Puglia (Rohlfs, 1949 [1966: 39ff] tra gli altri).
2 Questi dittonghi riguardavano in particolare le vocali sotto accento di frase.
Fonologia e grafia del dialetto di San Valentino in Abruzzo citeriore
481
vocalica che ha portato all’innalzamento della vocale bassa centrale (a > ɐ)
e alla dittongazione in sillaba aperta (ma sarebbe meglio dire in posizione
aperta) delle rimanenti vocali. Tali dittonghi si sono ben conservati nella serie posteriore, mentre in quella anteriore hanno subito una successiva fase
di monottongazione (i > *oi > o; e > *ai > ɑ) di cui si può trovare ancora
traccia nel parlato dei più anziani.
4. Cenni sulla trascrizione
Ad oggi esiste già un tentativo di trascrizione del sistema vocalico che,
a nostro avviso, fa un uso un po’ troppo asistematico dei degni diacritici.
Ad esempio, in alcuni casi si usano dei diacritici per indicare una dittongazione, come nel caso di <ü> per [ɐu], rendendo così completamente opaca
la pronuncia ad un lettore poco familiare con la fonetica del luogo. Proponiamo quindi di sostituire l’attuale sistema di diacritici (che fa uso di
accenti circonflessi e dieresi) con uno semplificato formato da due accenti
(grave, acuto) per rendere solamente il diverso grado di apertura della vocale. Questo rende il sistema di trascrizione più coerente e perspicuo.
Riassumiamo la nostra proposta nella tabella seguente che, oltre alle
vocali toniche in posizione aperta (discusse nel paragrafo precedente), riproduce anche le vocali in posizione chiusa e alcuni esiti metafonetici che,
dati i limiti di spazio del presente contributo, non siamo stati in grado di
commentare. La Tabella 1 è organizzata in tre colonne: la prima riporta
la trascrizione fonetica, la seconda l’ortografia attualmente in uso, mentre
l’ultima colonna è una nostra proposta.
Tabella 1 – Confronto fra sistemi di trascrizione per il dialetto di San Valentino
Trascrizione
[a]
[ɐ]
[ɑ] (arcaico: [ai])
[ɛ]
[ej] (arcaico: [ei])
[jɪ]
[i]
[ɔ]
[ou]
[o]
[wo]
[ɐu]
[u]
Trascrizione attuale
à
ä
â
è
ê
î
í
ò
ô
ö
û
ü
ú
Nostra proposta
a
á
à
è
éj
jé
i
ò
ów
ó
w
ó
àu
u
482
Diana Passino - Diego Pescarini
5. Conclusioni
In questo breve contributo abbiamo decritto alcune proprietà del vocalismo tonico del dialetto di San Valentino in Abruzzo citeriore: abbiamo
tratteggiato alcune caratteristiche dei dialetti di area pescarese per poi introdurre alcune peculiarità del sistema sanvalentinese, con particolare riferimento all’evoluzione delle vocali toniche in sillaba aperta di parossitono.
Infine, abbiamo preso in esame il sistema ortografico utilizzato dalla comunità sanvalentinese, proponendone una revisione.
Bibliografia
Giammarco, E. (1979), Abruzzo. Pisa, Pacini.
Loporcaro, M. (1988), Grammatica storica del dialetto di Altamura. Pisa, Ist. Editoriali e Poligrafici.
Loporcaro, M. (1996), “On the analysis of geminates in Standard Italian and Italian dialects”. In Hurch, B. - Rhodes, R. (eds.), Natural Phonology: The State
of the art. New York-Amsterdam, Mouton de Gruyter: 153-187.
Rohlfs, G. (1966), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, vol. I,
Fonetica. Torino, Einaudi.
Savoia, L. (1990), “Proprietà vocaliche e struttura metrico-sillabica in alcune varietà abruzzesi”. In AA.VV., Studi in memoria di Ernesto Giammarco. Pisa,
Giardini: 331-380.