Comunicato stampa - Teatro Verdi

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Comunicato stampa - Teatro Verdi
TEATRO MUNICIPALE “GIUSEPPE VERDI” DI SALERNO
Venerdì 31 ottobre 2014 - ore 21
Chris Thile & Brad Mehldau
EVENTO INTERNAZIONALE
FUORI ABBONAMENTO
Associazione Teatro Pubblico Campano – C.T.R.C.
80143 Napoli - Centro Direzionale is.F/11-C.F. e P.IVA 04257780637
C.C.I.A.A. n°633565- Iscrizione Tribunale di Napoli n° 1355
Tel.0817345210-Fax 0817345215 www.teatropubblicocampano.com; e-mail: [email protected][email protected]
Atteso ritorno al Teatro Verdi di Salerno del mandolinista e cantante Chris
Thile, questa volta in duo con il pianista jazz Brad Mehldau.
Christopher Scott Thile, 33 anni, Californiano, exenfant prodige, ha ricevuto
numerosi premi e riconoscimenti artistici. Si è distinto per il suo approccio alla
musica fresco ed originale, totalmente “globale” nel suo essere trans-genere,
trans-storico e trans-culturale, completato da un virtuosismo che va oltre il
funambolico.
È salito ufficialmente alla ribalta musicale all’età di 12 anni, sia con la
pubblicazione dell’album Little Cowpoke del trio acustico Nickel Creek (insieme
a Sara Watkins al violino e suo fratello Sean alla chitarra), sia con la vittoria
del campionato nazionale di mandolino del Walnut Valley Festival in Kansas.
Ma aveva già scelto il suo strumento, o il mandolino aveva scelto lui, all’età di
due anni, dopo aver ascoltato dal vivo in una pizzeria John Moore, che poco
dopo sarebbe diventato il suo mentore. Ottenne il primo strumento all’età di 5
anni, dono di un amico di famiglia. Da quel momento in avanti nulla lo avrebbe
più fermato! Ai Nickel Creek hanno infatti fatto sèguito i Punch Brothers,
eclettica band “dall’estetica Bluegrass”, come la descrive lo stesso Thile, e
parallele collaborazioni: con musicisti d’eccezione come i mandolinisti “transBluegrass” Mike Marshall e Mark O’Connor, il banjoista progressive Béla Fleck,
il chitarrista e cantante Michael Daves.
Insieme al polistrumentista Stewart Duncan, al contrabbassista-virtuoso Edgar
Meyer - con il quale suona spesso anche in duo – e al violoncellista-mostro
sacro Yo-Yo Ma, Thile ha vinto nel 2013 il suo terzo Grammy Award per il
Miglior Album Folk. Altri prestigiosi riconoscimenti ottenuti: due premi
dell’IBMA (International Bluegrass Music Association) ed il MacArthur Genius
Award, premio attribuito a personaggi attivi nei campi delle scienze, dell’arte e
delle discipline umanistiche “che mostrino meriti eccezionali e una dedizione al
lavoro all’insegna della creatività e con l’obiettivo dell’eccellenza”.
Armato del suo Gibson “Loar” del ’24 – lo Stradivari dei mandolini americani –
e di una singolarissima voce, Chris Thile si esibirà con Brad Mehldau, classe
1970, originario della Florida, pianista jazz di estrazione classica tra i più
raffinati ed originali della sua generazione.
Inevitabili i confronti con altri giganti dello strumento. Primo, e probabilmente
più impegnativo tra tutti, quello con Bill Evans con il quale, più che la visione
musicale, Mehldau condivide una certa romantica “malinconia” di fondo,
l’amore per la melodia, un tocco impeccabile di matrice classica ed il culto del
trio come dialogo tra pari. Contrabbasso e batteria, infatti, non fungono più
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solo da supporto all’improvvisazione di un pianista-leader, ma hanno ruoli da
comprimari.
Influenze importanti per Mehldau, probabilmente quanto quella dell’adorato
Brahms, sono la musica Pop, il Rock (indipendente e non), il Folk tradizionale e
moderno. Di questi generi non soltanto esplora i repertori ma incamera nel
proprio linguaggio, in maniera del tutto personale, gli stilemi. Ciò è evidente, ad
esempio, nel recente Mehliana: Taming the Dragon - in duo con l’originalissimo
batterista Mark Guiliana - in cui, ormai libero da ogni pregiudizio, Mehldau si
apre alle tastiere elettroniche. Il richiamo è alla tradizione jazzistica “elettrica”
davisiana e post-davisiana ma anche a Rick Wright, tastierista dei Pink Floyd.
Tra le tante collaborazioni di Mehldau, meritano di essere ricordate quelle con
personaggi della sfera del Jazz come Lee Konitz, Charlie Haden, Wayne Shorter,
Michael Brecker, Joshua Redman, John Scofield, Pat Metheny, Larry
Grenadier, Jorge Rossy, Jeff Ballard. A queste si associano le collaborazioni
con artisti appartenenti ad altri generi musicali: Daniel Lanois, la mezzosoprano Anne Sofie von Otter, la star della Country Music Willie Nelson, Scott
Weiland (ex Stone Temple Pilots), Vinicius Cantuária, Allen Toussaint.
Il concerto del 31 ottobre di Chris Thile & Brad Mehldau diventa dunque la
promessa – avallata da numerose registrazioni live presenti sul web – di una
serata davvero speciale.
Protagonista: una musica universale che trascende le barriere dei generi
musicali, all’insegna di un’improvvisazione virtuosistica di rigore estremo
eppure understated, mai fine a se stessa ma che ha senso soltanto nella
misura in cui riesce a raggiungere l’essenza del brano.
Una scelta estetica ben precisa, che si riflette perfino nell’apparentemente
scarsa ma in realtà studiatissima attenzione al look, ultra-casual, post-urban,
romantico nella sua eleganza trasandata, con cui i due artisti si presentano in
scena.
Il repertorio proposto attinge alle fonti più disparate, da Bob Dylan ai The
Beatles o The Beach Boys fino a brani di autori pop più recenti (Nick Drake,
Radiohead, Elliot Smith e Gillian Welch). Non mancano interessantissime
composizioni proprie.
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