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noi&loro
storia del mese
Byron,
salvo
dall’inferno
delle corse
"mi sentivo tanto
stanco, sfinito,
mi obbligavano
a correre, sempre"
© Francois Loubser/Shutterstock
La sua “colpa”? Essere un cane
veloce. Sempre sul podio.
Finché un giorno ha smesso di vincere
ed è stato scartato. A salvarlo è stata
l’associazione Gaci che per questo
dolce Levriero Greyhound
ha trovato una famiglia speciale
di Maria Paola Gianni
foto di Matteo Indri www.ridni.com
34 quattro zampe
Q
uesta è la storia di Byron, un magnifico Levriero Greyhound usato dall’uomo nelle
maledette gare da corsa. Come per tutti
questi leggiadri campioni a quattro zampe, chi prima,
chi poi, arriva il giorno dell’addio alle scene. Messi da
parte perché non “funzionano” più, non vincono, non
servono. Scartati come sacchi della spazzatura, destinati a fini orrende. A far parte dello “scarto” sono
anche migliaia di cuccioli, frutto di nascite forzate
nella spasmodica ricerca del campione del secolo.
Un destino crudele che colpisce Greyhound, ma anche
Galgo spagnoli. Percorsi di fatica, stress, maltrattamen-
ti, sforzi estremi e vili “scarti” nei quali per fortuna
riescono ad inserirsi degli angeli provvidenziali.
Sono le associazioni animaliste di volontariato che
salvano questi poveri Levrieri da un destino crudele, li
curano, li accudiscono, li riempiono di coccole e carezze
e soprattutto trovano per loro adozioni del cuore.
Come è accaduto al nostro Byron, per il quale l’associazione Gaci (Greyhound adopt center Italy)
ha trovato una famiglia meravigliosa: Lorella
e Kristian Buziol, cosiddetti “mami” e “papi”.
“Giorno dopo giorno”, raccontano, “noi ci rendiamo
conto che Byron ha portato molte cose nella nostra vita.
Qui sopra
Una delle atroci corse
che costringono i Levrieri
a una vita orrenda e a
una fine ancor peggiore.
A salvarli, laddove arrivano, sono le instancabili
associazioni di volontariato come Gaci, Egn,
Sos Levrieri e tante altre.
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storia del mese
essere accarezzato. Mica lo fa per sé, lo fa perché noi
smettiamo di pensare alle cose complicate e ci offre un
momento di infinita dolcezza”.
ARRIVATO IN ITALIA Già MALATO
Byron e la sua famiglia abitano ad Asolo, in provincia di Treviso. “È nato il 26 settembre 2006, è
arrivato a casa nostra il 18 febbraio 2012”, continua
Lorella, “oggi ha circa sette anni, ogni giorno acquisisce forza e sicurezza nelle persone, nei luoghi, nei gesti.
Un miglioramento straordinario”. Byron è affetto da
linfoma multicentrico. Quasi sicuramente è arrivato
malato dall’Irlanda. Appena accolto in casa, Lorella e
Kristian hanno iniziato a fargli fare delle analisi, i suoi
linfonodi erano molto gonfi. L’esito non è mai stato
chiaro fino all’ultimo prelievo dello scorso ottobre, nel
quale la malattia si è rivelata in tutta la sua devastante verità. Otto-dodici mesi di vita con chemioterapia e
tre mesi di riposo dalle cure. Poi Lorella aggiunge:
“Poi abbiamo intrapreso il percorso dell’omeopatia. Contrari a procurargli altre sofferenze".
In queste pagine
Qui sopra Byron è con
"papi" e Prince, nell'altra
si gode la sua nuova
agognata comoda vita.
Delle quali ci eravamo scordati. Noi per lui facciamo
molto poco rispetto a quello che lui fa per noi.
Lo accudiamo, lo curiamo, lo riempiamo di baci, ma
è davvero poca cosa rispetto a quando nelle giornate
dure lui si avvicina e ti mette il muso fra le mani per
to ha inciso anche la nostra seconda adozione di settembre scorso. Prince è un grande compagno per lui”.
BYRON, REGALE NELL’ANIMO
Come si fa a descrivere l'immensità di un piccolo gesto?
È noto che i Levrieri quando si sentono tranquilli
e quando perdono ogni timore si mettono pancia all’aria. Eppure, come racconta Lorella, Byron è
diverso. “Noi abbiamo sempre visto gli altri in pose
assurde. Byron mai. Sempre posato, mai una zampa
Arriva prince, il suo amichetto
Byron è in cura da novembre scorso ed è vivace, allegro, felice, energico. Insomma, se non fosse per questi
linfonodi molto visibili (le susine), lui non ha alcun
sintomo della malattia ed è tanto migliorato. "Mol-
Parla Byron: “Prima campione, poi spazzatura”
‘‘
Sono sempre stato un guerriero, ma a un certo
punto non ho più vinto e dovevano farmi fuori.
Ero stanco e malato, credevo fosse arrivata
la mia ora. Poi la luce, l’incontro con mami
e papi: inizia così la mia nuova e vera vita”
di Lorella e Kristian Buziol - foto di Matteo Indri www.ridni.com
Il mio nome è Byron. Esattamente un anno e mezzo fa mi chiamavo Hero, ma quella è un’altra storia,
un’altra vita. Inevitabilmente incancellabile.
Il mio mestiere era correre. L’ho sempre fatto bene,
sono un campione, io. Sono nato per questo. Credevo. Sono primo di dieci fratelli, ma di loro non so
più nulla. Appena ho avuto l’età giusta mi hanno
insegnato a fare delle cose. Ho sempre obbedito
e le ho sempre fatte bene. Ho fatto 110 gare, 72
volte sono andato sul podio. Ho corso l’ultima volta quando avevo già compiuto cinque anni. Sono
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arrivato ultimo. Non è da me arrivare ultimo, ma
da un po’ di tempo mi sentivo proprio male. Non
riuscivo più a mangiare bene, avevo tanto dolore
in bocca, non riuscivo a masticare niente. Avevo
sempre la bocca amara e cattiva. Poi non so come
spiegarvelo, ma mi sentivo proprio stanco, un malessere che facevo fatica a identificare.
ARRIVA LA MIA ORA…
Quando ho finito quella brutta gara il mio allenatore è venuto nel box, mi ha fatto una carezza,
mi ha guardato in bocca, mi ha toccato la gola e
ha detto una parola che non avevo mai sentito
prima, non rivolta a me, almeno, era quella parola
che avevo sentito per altri miei colleghi. Ecco: era
arrivata la mia ora.
STANCO DA MORIRE
Ma mi sentivo davvero tanto stanco, faceva freddo,
avevo male ai denti, forse era meglio così. Dormivo
sempre, nevicava, mangiavo male. Dormivo per
non sentire niente.
Un giorno sentii voci strane, nuove. Arrivò una donna (ora vi dico che era una donna, al tempo non sapevo cosa fossero le donne) con i capelli rossi e con
una voce dolcissima. Mi accarezzò tanto. Le donne
sono così… accarezzano tanto. Ti accarezzano e ti
parlano tanto. Lei parlò con il mio allenatore e io capii che qualcosa stava accadendo di strano, perché
la loro voce era bella. Mi portarono fuori, vicino alla
strada, mi fecero una foto e lei mi baciò.
Poi tutto tornò come prima e io mi sentivo tanto
stanco, sempre di più. Scese tanta neve e nessuno
mi faceva più correre. Quanto dolore... Un giorno
arrivò il veterinario, mi addormentò e mi svegliai
diverso. Mi avevano tolto quattro denti e anche
dell’altro. Dolore ovunque, ma io non mi lamento
mai. È inutile lamentarsi, tanto conta poco quello
che sento io. In quella vita contava poco. Io ho sempre difeso con orgoglio la mia dignità.
Una mattina aprirono il box, mi misero il cappottino... Volevo morire! Un’altra gara??? No, vi
prego! Sono così stanco, non sto bene, vi prego,
non umiliatemi. Io voglio vincere, sono un campione, io, quando corro sono il migliore, ma ora
mi sento così stanco… Ma il camion era diverso,
le persone erano diverse, era tutto diverso. Allora pensai che fosse davvero arrivata la fine, ma
perché mettermi il cappottino? Anzi, me ne mi-
sero due. La gabbia era piccola, ma confortevole,
piena di coriandoli di carta. Mi misero dentro di
peso. Mi sentivo così stanco...
PARTENZA PER UNA META IGNOTA
Partimmo. Eravamo una ventina. Mal messi. Tutti
in silenzio. Nessuno sapeva la verità.
Provai a dormire. Faceva freddo. Io mi sentivo
così stanco e cercavo di capire perché. Pensavo
che doveva esserci dentro di me qualcosa di sbagliato, non poteva essere diversamente. Questo
viaggio proprio non finiva mai. Poi ci fermammo,
ci fecero scendere tutti, ci diedero da mangiare e
lì capimmo: non era la fine. Non ricevi da mangiare, alla fine. Per cui cominciammo a raccontarci delle storie che avevamo sentito. C’erano
delle favole dove si raccontava di divani, di letti,
di case, di carezze, di cibo prelibato, di passeggiate, ma soprattutto di niente più gare...
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storia del mese
In queste pagine Qui accanto
Byron è con "papi" e Prince. Nella
pagina accanto è "pancia all'aria",
segno che finalmente ha superato
tutte le sue paure.
fuori posto. Mai. Poi è arrivato Prince, che fin dal primo
giorno ha sempre dormito nelle pose più assurde. E
Byron lo guardava stranito. Senza mai perdere il controllo, mai”.
I BENEFICI DELL’OMEOPATIA
“Da quando abbiamo iniziato la cura omeopatica che lavora sul suo essere interiore, Byron ha
cominciato a ‘vivere’. Ha iniziato a cercare le carezze. Ripeto, è indescrivibile il magone che ti prende
quando un cane scostante e distante ti appoggia il muso
sulla mano per essere accarezzato. E lui lo sa bene. Sono
emozioni che fanno esplodere il cuore”, racconta ancora Lorella.
GIOCO E PANCIA ALL’ARIA
Poi Byron ha cominciato a giocare. Giocare? Byron
che gioca? Ma nelle ultime settimane il vero grande
miracolo: Byron pancia all’aria. “E quando sono
entrambi nella stessa posa, l’unica cosa che puoi
fare è piangere di gioia!”, esclama mami Lorella,
“sono gesti che sembrano normali, ma per Byron,
istruito alla disciplina, a non perdere mai la lucidità
e la rigidità, a non lasciarsi mai andare per oltre metà
della sua vita... per Byron questo gesto significa tutto.
Mi sento un Re.
Lei è Mami. Lei è una donna di sicuro, perché mi
accarezza tanto, sempre, a volte anche troppo, direi,
così io faccio la forfora e lei capisce che basta. Lei mi
capisce tanto, mi ascolta quando le parlo con gli
occhi. Credo che solo le Mami ascoltino gli occhi.
Il viaggio finì. C’era la neve anche in questo posto
nuovo, faceva tanto freddo e dicevano delle parole
che proprio non capivo. Io continuavo a sentirmi
tanto stanco. Poi sentivo tante voci, tanti suoni,
c’erano tante persone, però non era una pista e
le persone erano diverse. Una signora bionda (era
una donna di sicuro perché mi accarezzava tanto)
mi ha parlato nell’orecchio e mi ha messo un collare nuovo e profumato. Poi mi ha preso sotto la
pancia e mi ha messo a terra.
In quel momento avrei voluto fuggire. Volevano
che mangiassi una cosa, ma io avevo tanto male
in bocca, continuavano a toccarmi e avevo male
dappertutto. Tanto male e mi scappava tanta pipì.
E mi sentivo tanto stanco. Però queste persone
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sembravano buone, io non avevo molta esperienza di persone, ma queste sembravano... diverse.
Da quel momento io mi chiamo Byron.
FINALMENTE UNA VITA DIVERSA
E la mia vita ora è diversa. Ora la mia bocca è pulita
e profumata e non mi fa più male.
Lui è Papi, lui è il mio idolo, lui… quando sento che
arriva a casa la sua macchina, che io distinguo fra
un milione di macchine, io faccio dei salti… io non
ho mai saltato, correvo io, non saltavo. Ora salto,
alto salto. Ma non ditelo a nessuno, che magari mi
mettono in gara a saltare. Papi mi fa fare passeggiate tranquille, mi fa fare tanta strada in macchina
e io adoro la sua macchina calda, morbida, larga.
FINALMENTE QUALCUNO CHE MI CAPISCE
Loro hanno finalmente capito perché mi sentivo
tanto stanco. Non è stato facile, neanche per loro,
li ho visti piangere. Piangere è quando loro sono
tristi e preoccupati. Ma è stato così un giorno solo,
poi Papi e Mami hanno deciso di portarmi da un
medico nuovo, perché tutti quelli dove eravamo
andati, li facevano piangere.
Ora il mio medico ci fa ridere. E io non mi sento
più stanco. Io faccio delle cose, adesso…che delle
volte mi vergogno anche. Gioco. Ho due topi e un
coniglietto. Tutti miei. E io li prendo e li faccio volare. Io non mangio più quelle robe piccole, dure
e puzzolenti. La Mami mi prepara le cose come le
prepara per il Papi. Io ogni giorno mangio diverso,
“Mami”: “Quando scende da quel camion è tuo!”
Come ci si sente pensando di averlo salvato e di aver regalato la vita che
Byron merita? Non ci è mai capitato di pensarla in questo modo. Non
credo che nessun adottante la viva così. Nel senso che non viene naturale
pensare che noi siamo gli artefici della loro salvezza, è piuttosto vero il
contrario. Sono adozioni molto responsabili, grazie alle associazioni che
se ne occupano, pertanto si vivono in modo molto coscienzioso. È leggermente diverso dal meccanismo del canile. In canile si va, si guarda, si
sceglie, si cercano le condizioni più consone alla propria vita (età, sesso,
taglia, carattere, ecc). Il tuo Levriero ti sceglie da lontano. Arriva. Può essere
maschio, femmina, vecchio, giovane, allegro e spensierato o impaurito e
introverso. Può aver fatto una lunga carriera o essere stato scartato subito.
Può essere sanissimo o malandato. Grasso, gonfio o denutrito. Per cui
quando arriva inizia una vita nuova. A nessuno viene in mente di pensare
“lo avrei voluto diverso”. Quando scende da quel camion è tuo! Noi ne
abbiamo passate tante con lui, abbiamo passato i primi tempi a girare
veterinari ovunque. E comunque ogni volta che mi confrontavo con altri
adottanti che avevano esemplari sani, belli e allegri… io guardavo il mio
Byron e mi esplodeva il cuore. Non lo avrei cambiato con nessun altro,
mai al mondo. E la pensavo così già la prima settimana. Ovviamente ora
la faccenda è diversa… ora potrei uccidere chiunque me lo tocchi.
Lorella Buzion (Mami)
Byron è stato adottato tramite il Gaci www.adozionilevrieri.it
Prince è stato adottato tramite Egn www.levrieri.net
Significa che ora c’è, è qui con noi, si è ripreso la sua
vita, quella che gli avevano rubato e che ora è tutta
sua!”. Ora lui decide del suo tempo, dei suoi gesti.
Ora Byron è libero. Si gode la vita comoda e rilassata, odia il caldo, per cui vive sotto il getto dell’aria
condizionata. Anche se i suoi linfonodi sono molto
ingrossati, la sua qualità di vita è ottima. Nessun effetto collaterale in seguito alla cura omeopatica.
Byron è migliorato moltissimo sotto ogni punto di vista. Per lui Prince è la sua forza, mentre “mami”
e “papi”, i suoi genitori, sono la sua vita.
mangio tanta verdura e tante cose buonissime,
perché le hanno insegnato che così la mia bocca rimane rosa e profumata e quella cosa che mi faceva
sentire stanco sta buona al suo posto. Quella cosa,
che la Mami chiama “susine”, è lì, però io non sono
più stanco. Ora so che esiste anche una cosa che
si chiama vacanza, ed in vacanza mi sono anche
trovato la fidanzata. Lei si chiama Raissa. È molto
bella. Non che io abbia molta esperienza, però ho
visto poche Grey con un sedere così bello.
ARRIVA PRINCE, IL MIO FRATELLINO!
Poi è successa una cosa. Papi e Mami si sono messi a confabulare. Hanno comperato un altro letto.
Hanno cambiato le ciotole. Ora ne vedevo tre. Una
vuota, una con l’acqua, una mia. Un giorno, che
sembrava un giorno come tanti, abbiamo fatto un
viaggio lungo. Siamo andati in un bel posto dove
c’era tanta bella gente, di quella che ti parla bene.
E sapete cosa è successo? È arrivato Prince! Loro
dicono che è mio fratello, ma non può essere vero,
perché non mi somiglia per niente. Anzi è proprio
l’opposto. Lui ha tutti i denti e una bocca bellissima.
Lui non è stanco mai. Lui non ha le susine. Però
da quando c’è lui qui è tutto più bello. Lui fa tutto
quello che gli dico, io comando, io sono il capo e
lui obbedisce. Ma lui dorme appoggiato a me e mi
fa sentire bene...
Lui è ingenuo, ma sto facendo un buon lavoro con
lui. Diventerà bravo. Ad esempio non sa correre: è
un vero brocco, senza classe e senza metodo. Così
gli faccio sempre lezione ogni giorno. Sta migliorando, però ha le gambe corte e storte, sì insomma
più da calciatore che da corridore. Non credo che
riuscirò mai a farlo diventare un grande corridore.
GIOCHI E COCCOLE, CHE VITA
Lui mi sta insegnando dei giochi che io non sapevo. Ad esempio, a dare la zampa a Papi e Mami.
Se gli dai la zampa, loro ci riempiono di dolcetti… e
io non lo sapevo, me lo ha insegnato Prince, che
ora è davvero mio fratello, ora ho deciso che lo è.
È vero che io sono Blu e lui è Bianco, però chi ci ha
messi insieme la sapeva lunga. Io e Prince abbia-
In queste pagine
Oggi Bayron ha circa sette
anni, ogni giorno acquisisce forza e sicurezza nelle
persone, nei luoghi, nei
gesti. Un miglioramento
straordinario.
mo anche un cugino speciale: Tazio. Lui è piccolino, però è un vulcano. È bello, mi arriva alle caviglie
però è fatto come noi, ci capiamo al volo. Dicono
che è pericoloso farci stare con quelli che sono piccoli: non è vero! Noi stiamo benissimo assieme.
Ecco. Oggi è passato un anno e mezzo. E non sono
più stanco . La mia storia è uguale a tante altre, siamo in tanti, però io credo che la mia sia la migliore
di tutte, perché la mia Mami e il mio Papi sono i
migliori di tutti e io per loro sono il migliore di tutti,
anche se non sto vincendo niente. Ma credo che
tutti pensino le stesse cose che penso io...
Però io, la Mami, il Papi e Prince stiamo facendo
un gioco che forse altri non fanno: il Gioco di Vivere Ogni Giorno Alla Grande. Ed ogni mattina ci
contiamo e siamo tutti e allora facciamo tanti salti
e buttiamo per aria i letti dalla felicità!
E se qualche giorno mi sento stanco… non glielo
dico mica alla Mami: faccio finta di niente... La verità è che io da qui non voglio andarmene
più. E voglio che siamo per sempre così
come ora: felici. Byron
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