vd. scheda - Compagnia dei Masnadieri

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vd. scheda - Compagnia dei Masnadieri
Codice Fiscale: 97447290582
P. IVA: 12148211001
Matricola E.N.P.A.L.S. n° 206693001
Presidente: Dr. Jacopo Bezzi
Direttore Artistico: Dr. Massimo Roberto Beato
Direttore Organizzativo: Dr. Nicoletta La Terra
Sede Legale
Via Luigi Gadola, 24 b/12
- 00155 – Roma
Telefoni 339/5933891 - 339/5770211
www.compagniadeimasnadieri.org
E-mail [email protected]
DRACULA. LA LEGGENDA
di Massimo Roberto Beato
con Jacopo Venturiero (Dracula), Massimo Roberto Beato (Jonathan), Nicoletta La
Terra (Mina), Maria Teresa Pintus (Lucy)
con le voci di Dario Penne, Eugenio Marinelli e Lorenzo Venturini
regia Jacopo Bezzi
Il mito dei vampiri e di Dracula è come quest'ultimo: eterno. Terrorizzava nel Medioevo, affascinava i
romantici, oggi seduce gli adolescenti. Ecco perché́ i vampiri piacciono ancora tanto. Scritto in forma di
stralci di diari e di lettere, Dracula di Bram Stoker è uno degli ultimi grandi romanzi gotici. Riprendendo
il mito del vampiro, Stoker scrive un romanzo dalle atmosfere cupe e oscure, in cui l'orrore e la minaccia,
sempre ben presenti, assillano i protagonisti, in un crescendo rossiniano di emozioni che conduce alla
scoperta dell'orrore rappresentato dal tetro vampiro.
La Compagnia dei Masnadieri, (Premio Giovani Vincenzo Cerami 2014 alla regia e ai costumi, con “Il
Castello di K.”), prodotta per l’occasione da Sicilia Teatro, ne realizza un adattamento teatrale elaborato
da Massimo Roberto Beato – Dracula. La Leggenda – che vede in scena quattro personaggi: Vladimir
Basarab conte Dracula, Jonathan Harker, Lucy Westenra e Mina Murray. Il racconto si snoda attraverso i
due scenari privilegiati già dallo stesso Stoker: il castello di Dracula, in Transilvania, e la regale dimora
londinese di Ms. Westenra. Attraverso un gioco di specchi e di rimandi, i due luoghi si contaminano
intrecciando indissolubilmente i destini dei quattro protagonisti. Particolari ed unici saranno i momenti
audio, interpretati dalle voci di doppiatori come Dario Penne ed Eugenio Marinelli.
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Lo spazio scenico è un ambiente claustrofobico che riproduce alcuni degli scenari tra i più significativi
della storia. Atmosfere noir e improvvisi colpi di scena, che coinvolgeranno direttamente anche lo
spettatore, saranno alcuni degli ingredienti che la regia di Jacopo Bezzi ha privilegiato.
La figura del vampiro e il suo rapporto con la carnalità consentono ancora oggi di evocare temi come il
sesso e di indugiare sul sogno della vita dopo la morte, rendendo la storia del conte Dracula
estremamente attuale anche dal punto di vista antropologico, facendone un cult intramontabile, una
rilettura in chiave moderna dell’immaginario gotico che travalica i tempi e che ancora oggi ci spinge a
riflettere su come e quanto siamo sempre circondati da novelli e redivivi conti Vlad, che sotto le mentite
spoglie di eleganti ed affabili signori, ci privano di quanto di più caro abbiamo, dalla cultura alla dignità,
dagli affetti alla nostra stessa vita.
DICONO DI NOI…
“Dracula”, cattura come in una tela di ragno, di Sam Stoner.
[…] Quattro attori, Jacopo Venturiero (Dracula), Massimo Roberto Beato (Jonathan), Nicoletta La Terra
(Mina), Maria Teresa Pintus (Lucy), che riescono a calarsi perfettamente nei personaggi disegnati da
Stoker, a restituire l’essenza della paura e dell’attesa del male che incombe come anche altri temi come il
sesso esplicitato nella carnalità della figura del Vampiro e il tema della vita eterna, agognato dalla società
moderna. Compito pienamente svolto dalla compagnia, facilitato dalle ottime scenografie divise tra il
castello di Dracula, in Transilvania, e la regale dimora londinese di Ms. Westenra e dalla regia di Jacopo
Bezzi. Perfettamente incastonati nella narrazione anche i momenti audio, interpretati dalle voci dei
doppiatori Dario Penne ed Eugenio Marinelli.
L’ambiente raccolto del Teatro Stanze Segrete amplifica la tensione offrendo un contatto con gli attori
molto più intimo. Si viene catturati dalla tensione come in una tela di ragno ottimamente tessuta
dall’ottima recitazione.
Penetrando in un salotto che si dilata ad altri ambienti in una continuità-discontinuità che induce a
dimenticare una visione realistica portando alla libera trasposizione fantastica, adatta allo spazio
diversamente configurabile a seconda delle esigenze sceniche, lo spettatore si trova di colpo dentro a
quella temperie carica di suggestioni inquietanti che fin dal titolo si aspetta.
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Ma la previsione, che induce alla difesa, viene superata dai marchingegni sonori, luministici e soprattutto
interpretativi che gli interpreti offrono di questa storia – firmata con perfida apparente ingenuità da
Massimo Roberto Beato – che vuole riportare alla luce, con intenti innovativi, il mito di Dracula atto a
smontare le sicurezze razionali di chi vi assiste. […] …gli attori sviluppano con disinvoltura la complessa
vicenda. Protagonista narrante è Jonathan Harker – lo stesso autore Massimo Roberto Beato, fattosi
stuporoso e attonito -, un tranquillo signore andato in Transilvania per trattare il trasferimento a Londra di
un certo conte Dracula – che Jacopo Venturiero impone con straordinaria autorevolezza portata a
morbosità di toni e di gesti, con una ben evidente punta di ironia.
Jonathan […] va facendosi sempre più terrorizzato e impotente a fuggire. Gli è di conforto scrivere all’amata
Mina, che lo attende a Londra – Nicoletta La Torre, apprensiva e sollecita quanto vuole la parte, di giovane
innamorata della buona borghesia -; ma le lettere non partiranno mai, piuttosto sarà un diario a descrivere
l’angosciante esperienza -, mentre la dolce ragazza in apprensione si confida con l’amica Lucy – una
maliziosa Maria Teresa Pintus, a cui va il compito di svelare segreti e mondane mode dell’epoca, legate allo
spiritismo -, a sua volta implicata nelle misteriose e complesse vicende di un paziente del suo fidanzato
psichiatra…
[…] Ciò che si fa apprezzare nello spettacolo è l’agile avvicendarsi degli interpreti nei momenti di tipo
realistico e nelle esaltazioni oniriche, a cui la regia di Jacopo Bezzi impone sorprese fiammeggianti,
appassionati amplessi in frenetiche danze, filtraggi infernali quando il povero Jonathan scopre in una cassa
da lui aperta l’immagine del tragico Dracula, oltre a una recitazione che si dedica palesemente al gusto del
gioco. […] Ma se si vuole provare qualche brivido genuino, e poi una ben meritata risata finale, “Dracula – la
leggenda” è da vedere.
Suoni sinistri e sussurri demoniaci accompagnano l’entrata in sala: la luce fioca di una candela illumina un
ambiente claustrofobicamente tetro di fine Ottocento. Accanto all’unica fonte di luce, disteso su un duro
giaciglio, un uomo dallo sguardo spento si agita con movimenti lenti e nervosi, ripetendo incomprensibili
litanie che accompagnano la visione di un mondo invisibile agli ignari spettatori, ma ancora per pochi
istanti. L’invito del misterioso individuo è di «credere a quello a cui solitamente non crediamo», perché la
storia che si stà per svolgere obbliga all’abbandono della scienza, per accettare ciò che questa non è in
grado di spiegare.
Questo è l’incipit dello spettacolo “Dracula La Leggenda”, una felice rielaborazione del classico di Bram
Stoker incentrata su quattro personaggi […] due storie che si sviluppano parallelamente […].
Massimo Roberto Beato, autore della rielaborazione nonché interprete nel ruolo di Jonathan, preferisce
gettare la luce tetra del racconto sui giorni che precedettero l’avvento londinese del Conte-vampiro,
sottolineando l’aspetto erotico della storia, attraverso una sensualità latente che si sviluppa nelle storie
parallele tra Mina e Lucy a Londra e Jonathan e il Conte Dracula in Transilvania. Una seduzione continua e
strisciante che nella seconda parte dello spettacolo invade gli altrui campi, rompendo la continuità di
spazio; l’ombra del Conte si allunga sulle due donne, mentre la vita di Jonathan sembra spegnersi giorno
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dopo giorno, lentamente e inesorabilmente. Un gioco di continuità e rimandi esaltati dalla regia creativa e
funzionale di Jacopo Bezzi.
Jacopo Venturiero è un Conte Dracula efficace e seducente, tanto nel timbro vocale quanto nella gestualità;
Nicoletta La Terra ci mostra una Mina moderna ed emancipata, mentre Maria Teresa Pintus sprizza
sensualità da ogni poro ed è (insieme alla figura di Dracula) il perno intorno al quale gira l’intera
rappresentazione.
Uno spettacolo che seduce e convince, come sottolineano gli applausi convinti del pubblico a fine
rappresentazione. […]
Compagnia coraggiosa ed intraprendente quella dei Masnadieri, […] giovane compagine di artisti si prefigge
di disegnare un proprio percorso di crescita riconoscibile e personale e di sperimentare molteplici linguaggi
espressivi e sentieri drammaturgici, spaziando dal giallo di Agatha Christie al simbolismo kafkiano, dal
teatro civile di commemorazione delle stragi di mafia all'avventurarsi tra i labirinti inconsci dell'animo
umano guidati da Marguerite Yourcenar. Un tragitto dunque sinora estremamente variegato per stile ed
intenzione artistica, ma costantemente perseguito con intelligenza e credibilità.
Nella perfetta cornice offerta dalle ultime propaggini di un piovoso autunno romano, questa volta l'ago
della bussola del loro viaggio è stato irresistibilmente attratto dalle torbide ed angoscianti atmosfere di
uno degli ultimi e più memorabili romanzi gotici, "Dracula" di Bram Stoker. […]
Massimo Roberto Beato nel suo adattamento teatrale si mantiene aderente alla struttura del romanzo,
composto da un'intricata matassa di stralci di diari e corrispondenze epistolari, alternando questi
strumenti comunicativi alla più classica interazione dialogica; il numero di personaggi viene ridotto
all'essenziale, quattro anime perdute che rappresenteranno i vertici di un quadrilatero di sofferenza senza
speranza né ritorno: il vampiro efferato celato sotto le sembianze centenarie del conturbante Dracula
(Jacopo Venturiero), il giovane indifeso avvocato Jonathan Harker approdato al suo castello per definire gli
ultimi dettagli della compravendita dell'immobile in cui il conte dovrebbe trasferirsi a Londra (Massimo
Roberto Beato), la sua promessa sposa Mina Murray in fremente attesa del suo ritorno in Inghilterra
(Nicoletta La Terra) e la frivola e prorompente Lucy Westenra, amica di quest'ultima che rappresenterà la
prima preda dello spietato carnefice nella terra d'Albione (Maria Teresa Pintus).
La narrazione, condensata in un atto unico piuttosto agile e dinamico, vede il focus concentrarsi
alternativamente sui due poli geografici rappresentati dal diroccato maniero in cui il malcapitato Jonathan
ha finito per rimanere imprigionato con il pretesto di portare a termine una trattativa apparentemente
infinita e dalla dimora londinese della devota Mina. Da un lato il vampiro dapprima con sottile astuzia, poi
con sempre maggior ferocia, si insinua nella psiche martoriata della sua vittima. Dall'altro le due donne si
interrogano incessantemente sull'inspiegabile protrarsi del soggiorno di lavoro in Transilvania; nel
frattempo ingannano l'attesa tra civettuoli pettegolezzi e la lettura di sottecchi dei diari del dottor Seward,
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fidanzato dell'inquieta Lucy e direttore del manicomio dove è in cura Renfield, degente in preda a
devastanti deliri dopo essere stato oggetto del morso sanguinario del vampiro. I due filoni narrativi si
intersecheranno nell'epilogo, annodandosi in un groviglio onirico affascinante, dai contorni sfumati e
sensualmente deliranti.
La regia di Jacopo Bezzi amministra con decisione ed intensità il magmatico sostrato letterario,
immaginifico e folcloristico confluito nell'accattivante testo di Massimo Roberto Beato. Fuorviante e
inappropriato sarebbe ricercare in una trasposizione teatrale un realismo di millimetrica precisione nel
presentare i connotati orrorifici del mostruoso protagonista, così come lo sarebbe aspettarsi un incedere di
matrice cinematografica con effetti speciali roboanti. A teatro, quando ci si accosta al genere horrorthriller, è più appropriato nutrirsi di suggestioni ed atmosfere, suscitare nello spettatore uno stato di
tensione e partecipazione emotiva instaurando un dialogo impalpabile affidato in gran parte
all'interpretazione attoriale, adeguatamente supportata da una sicura direzione registica, da paesaggi
sonori lugubri, da accorti chiaroscuri che enfatizzino il pathos delle vicende narrate. Tutti questi ingredienti
sono presenti e sapientemente miscelati nella trasposizione scenica orchestrata da Bezzi, impreziosita da
un allestimento scenografico costruito con squisito e certosino gusto del dettaglio, dalla capacità di
sfruttare accortamente la peculiare struttura del Teatro Stanze Segrete - rinunciando alla rassicurante
visione frontale e trascinando lo spettatore direttamente nel cuore dell'azione scenica - nonché da costumi
dal fascino Ottocentesco e dal trucco estremamente curato con cui è stata plasmata la maschera del
vampiro mortifero.
Lasciarsi sedurre dai quattro interpreti in scena è come abbandonarsi alla lettura di un romanzo d'altri
tempi che avvince in una spirale senza requie: Massimo Roberto Beato dipinge con nitidezza l'annegare di
Jonathan in un abisso di orrore senza ritorno; Nicoletta La Terra con sensibilità e forza tratteggia la
personalità volitiva della sua Mina, ignara del tragico destino incombente; Maria Teresa Pintus è un ciclone
di sensualità e ironia nel dar vita all'effervescente Lucy; infine, dulcis in fundo, la stentorea, muscolare,
potente prova attoriale di Jacopo Venturiero, carismatico Conte Dracula sia sotto un robusto manto di
trucco che nella parentesi finale con il ritorno al suo aspetto naturale.
Un'ennesima prova dunque assolutamente convincente per la Compagnia dei Masnadieri, pregevole
soprattutto per la capacità di recuperare un capolavoro letterario e porgerlo al pubblico ricercando un
linguaggio moderno ma senza sensazionalismi o sperimentazioni fuori luogo, restituendone a pieno i
panorami emotivi e le ineffabili suggestioni.
«Un posto in prima fila con Flaminio Boni»
http://musicaleteatro.blogspot.it/
Nel piccolo Teatro Stanze Segrete a Trastevere, ho assistito a questa bellissima rappresentazione di
“Dracula, la leggenda”.
Un testo ottimamente scritto da Massimo Roberto Beato, che la Compagnia dei Masnadieri porterà in
scena ancora fino al 21 dicembre 2014.
La piccola sala del Teatro è allestita nello stile di fine ‘800 e la scena è idealmente divisa tra l’appartamento
in cui vivono Mina e Lucy e il castello del conte Dracula in cui va ad abitare, per un periodo, l’avvocato
Jonathan.
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Le atmosfere sono cupe, rese ancora più claustrofobiche dalle musiche originali, dalle voci di sottofondo
delle donne di Dracula, dagli effetti audio degli elementi della natura (vento e pioggia) e dai versi degli
animali notturni.
I quattro protagonisti sono bravissimi e catturano il pubblico con le loro belle voci e interpretazioni
realistiche e coinvolgenti.
Tra racconti a cui è difficile credere, ma che lasciano suggestionati, visioni, sogni e superstizioni i
protagonisti scoprono mano a mano, a modo loro, il mondo del conte Vlad restandone segnati per sempre.
Grandissimo merito ai meravigliosi costumi e ad una scenografia attenta ai particolari; arredamento di
genere, suppellettili particolari molto curate: il taccuino di Jonathan, gli appunti di lavoro del dott. Seward,
il giornale che riporta l’articolo con la notizia dell’arrivo della nave fantasma.
Altra nota di merito il trucco, in particolare quello del “vecchio” Dracula.
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