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Rassegna del 18/02/2017
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 18/02/2017
Trasporti e infrastrutture
Corriere Della Sera
18/02/2017
p. 21
Taxi, continua la protesta: «I sindacati non ci controllano»
Andrea Ducci
1
Italia Oggi
18/02/2017
p. 14
Lo stadio di Monaco, un esempio
Roberto Giardina
2
Milanofinanza
18/02/2017
p. 23
Se Moretti cala l'asso
Angela Zoppo
3
Secolo Xix
18/02/2017
p. 5
I bus low cost rischiano di fermarsi
Paolo Baroni
5
Sole 24 Ore
18/02/2017
p. 15
Per ora i sindacati frenano la base
Maurizio Caprino
6
Sole 24 Ore
18/02/2017
p. 15
Taxi e mercato, Autorità in campo
Giorgio Santilli
7
Sole 24 Ore
18/02/2017
p. 1-15 Liberalizzazioni a metà: una storia infinita
Carmine Fotina
8
Stampa
18/02/2017
p. 17
La guerra dei taxi
Fabio Poletti
10
Stampa
18/02/2017
p. 17
"Concorrenza sleale", bus economici a rischio
Paolo Baroni
12
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
protesta: «I sindacati non ci controllano»
Taxì, continua
Da Roma, a. Milano, nuova giornata di disagi. La solidarietà di Berlusconi ai manifestanti in stazione
ROMA Un venerdì difficile per
chi si è messo in cerca di un taxi. In molte città italiane la
protesta e le mobilitazioni da
parte dei tassisti sono proseguite per buona parte della
giornata di ieri. L'obiettivo dell'agitazione è il disegno di legge Milleproroghe, approvato
due giorni fa al Senato, un
provvedimento che rinvia alla
fine dell'anno il termine per
disciplinare l'esercizio abusivo
dei taxi e del noleggio con
conducente. Il timore dei tassisti è che l'intervento di riordino del settore si traduca, tra
l'altro, in un via libera ai servizi
di Uber e in una sanatoria all'abusivismo. Prospettiva irricevibile per i titolari di licenza
taxi, che vedrebbero aumenta-
re a dismisura la concorrenza
e l'offerta di servizi di trasporto nelle principali città italiane. Quanto basta per alimentare una seconda giornata, dopo quella di giovedì, di assemblee e presidi nelle piazze di
Roma e Milano, con inevitabile riduzione delle corse effettuate e disagi nelle stazioni e
negli aeroporti. Un contesto
complicato da dinamiche politiche e sindacali che contri-
governo
II ministro dei Trasporti
è pronto ad avviare
una mediazione: tavolo
convocato per martedì
Secondo
giorno di proteste ieri contro
le misure
sui servizi
di noleggio nel
maxiemendamento al
Milleproroghe,
definite una
«sanatoria in
favore di Uber»
Niente taxi
negli aeroporti,
assemblee
a Roma e sciopero a oltranza
a Milano
Trasporti e infrastrutture
buiscono ad alimentare nervosismi e proteste. «Rispetto alle
altre volte, in cui sono stati i
sindacati a indire lo sciopero,
questa volta sono i tassisti a
portare avanti la protesta in
piazza. I sindacati sono spaccati e alcuni facinorosi stanno
minacciando la categoria». A
raccontarlo è un gruppo di tassisti riuniti in assemblea spontanea in un posteggio della capitale, spiegando che si tratta
della «dimostrazione che i
sindacati hanno perso il controllo della situazione».
Il governo si dice pronto a
intervenire. Il ministro dei
Trasporti, Graziano Delrio, è
disponibile ad avviare già da
martedì prossimo una mediazione con i sindacati e il vice-
ministro, Riccardo Nencini,
conferma che «il governo sarà
al tavolo con la disponibilità a
trovare la soluzione che regolamenti la materia». I sindacati sono fermi nel chiedere che
le «innovazioni tecnologiche
(Uber, ndr) prima di andare
sul mercato devono essere certificate e normate, chiarendo
dove pagano le tasse». Sul versante politico i tassisti in agitazione, oltre al saluto di Silvio
Berlusconi di passaggio all'esterno della stazione Centrale di Milano, hanno incassato
la solidarietà di Roberto Maroni e Matteo Salvini. Mentre il
Codacons ha depositato contro di loro una serie di esposti
a Roma, Milano e Torino per
l'interruzione del servizio senza preavviso. A muoversi è anche l'Autorità di garanzia per
gli scioperi, che sta valutando
se sanzionare la categoria per i
danni e i disservizi causati all'utenza.
Andrea Ducci
A Milano
Silvio Berlusconi
si ferma
a parlare con i
tassisti milanesi
di fianco
alla Stazione
Centrale (Ansa)
Pagina 1
Si
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di Monaco un esempio
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C i si a rriva i n
da Berlino
ROBERTO G IARDINA
n Germania gli investimenti sono al 90% privati, miliardo più o meno. Lo Stato
lascia liberi gli imprendito-
ri, controllando ovviamente che
rispettino le norme, e i piani regolatori. Ed è scontato che chi
investe deve anche guadagnare,
cosa che, in Italia, viene invece
considerato un peccato. Sarà
grazie alla morale luterana
che non considera la ricchezza
in sé una cosa demoniaca, ma
anche la cattolicissima Baviera
si comporta alla stessa maniera. All'estero si ride sul nuovo
aeroporto di Berlino che doveva
entrare in funzione nel 2013 e
la cui inaugurazione continua
a essere rinviata. Ma, appunto, nella capitale il progetto e la
sua esecuzione sono controllati
dai politici, e il Flughafen Willy
Brandt è già costato il posto e
la carriera al sindaco socialdemocratico Wowereit.
Seguo le polemiche sul
nuovo stadio che da anni si
cerca di costruire a Roma. Farlo,
non farlo, come farlo? Lo stesso avviene nella mia Palermo,
dove tenta di costruirlo da almeno un decennio il presidente
dei rosanero Zamparini. Non
ci è riuscito quando la squadra
è quasi riuscita a partecipare
alla Champions League, difficile che ci riesca adesso che sta
precipitando in serie B.
Sia a Roma che sull'isola,
l'obiezione dei politici è: i privati ci vogliono guadagnare. E
perché mai dovrebbero investire allora i loro milioni? Bisognerebbe solo controllare che
non speculino illegalmente, ed
evitare la corruzione. Capisco
che a Roma sia quasi impossibile. A Palermo finora il nordico Zamparini, che è di Udine, è
riuscito ad evitare di rimanere
vittima, o diventare complice,
della mafia locale.
Sembra una nave spaziale,
è costruita con cellule di un
materiale plastico simile a un
alveare, che cambiano colore a
seconda delle squadre che vi
giocano. Diventa rossa quando ospita il Bayern, e azzurra quando gioca il Miinchen
1860.
Nel 2001 si discusse se
migliorare il vecchio stadio
olimpico dei giochi del 1972 o
costruire una nuova struttura.
Vinse la seconda ipotesi, nonostante il 33% di voti negativi.
Come dice il nome, è stato finanziato in parte dalla Allianz,
il gigante delle assicurazioni,
che si è comprato il diritto di
dare il suo nome allo stadio
fino al 2044. E costato circa
440 milioni, ma la spesa è stata
ammortizzata con anni d'anticipo sul previsto. I 78mila posti
sono quasi sempre esauriti, e il
complesso offre numerosi ristoranti e negozi.
Ci sono andato una sola
volta invitato dalla Bmw,
che come molte altre imprese
bavaresi ha affittato diversi
palchi (ad aria condizionata
e poltroncine comodissime).
L'Arena si trova a 9,8 chilometri dal centro, lungo l'autostrada per Norimberga e
Berlino, ha un parcheggio
di 9.800 posti, ed è collegata
anche con la metropolitana.
Per andarci basta comprare
il biglietto, senza acquistare
tessere del tifoso, per evitare
incidenti provocati a Roma e
altrove da teppisti conosciuti
uno ad uno dalla polizia e dai
club che li sopportano perché
ricattati. Anche gli stadi del
Dortmund o del Leverkusen,
che porta il nome della Bayer,
sono moderni, efficienti, coperti
e con manti erbosi perfetti. Al
sabato ci vanno le famiglie con
i bambini senza correre rischi
e senza affrontare un traffico
da incubo, come a Roma. E,
scontato, chi li ha costruiti ci
ha guadagnato, e non ha violato gli accordi stipulati con le
autorità locali o regionali.
Anni fa, per caso giunsi
a Palermo una domenica in
cui alla sera i miei rosanero
affrontavano il Milan. Chiesi
all'albergo se c'erano biglietti
disponibili. Glieli procuriamo
noi, mi assicurò il portiere, ma
sono rimasti solo quelli della
tribuna d'onore. Ma, aggiunse,
deve andare allo stadio entro le
17 per mostrare il suo passaporto, e farsi registrare, quasi 4
ore prima del calcio d'inizio. E,
il prezzo è di 250 giuro. A parte
la spesa, avrei rischiato il divorzio. In camera avete Sky?
chiesi. Mi godetti la vittoria dei
rosanero sui rossoneri comodamente disteso in poltrona. Anche Fernanda , mia moglie,
fece un tifo moderato per la
mia squadra. Gli spalti della
vecchia Favorita non erano al
completo.
cC Riproduzione riservata
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AllianzArena , Io stadio di Monaco di Baviera
In Germania gli stadi
sono dei gioielli. E sono sempre pieni. A Monaco, la Allianz
Arena è un piccolo capolavoro.
Trasporti e infrastrutture
Pagina 2
Indebolito dalla sentenza sulla strage di Viareggio,
l'ad può tentare la carta del ritorno al dividendo. Ma il Tesoro gia guarda
al successore: Caio e in pole position, seguito da Scaramella e Giulianinì
Se Moretti ca la l'asso
plice obiettivo: dare al mercato
un'implicita rassicurazione sulP rancesco Caio, Roberto la crescita futura dei conti del
Scaramella e Fabrizio gruppo e obbligare il Tesoro alGiulianini. Sono que- meno a un grazie, calcolando
sti i nomi sul tavolo che 17,5 milioni andrebbero
dell'azionista Tesoro all'azionista pubblico.
per la successione a Mauro Comunque vada, Moretti ha riMoretti, amministratore dele- spettato le regole d'ingaggio del
gato di Leonardo-Finmeccanica Tesoro. Con lui Finmeccanica
in scadenza, fermato a un passo è diventata Leonardo, la One
da una più che probabile ricon- Company che per riaccreditarferma dalla condanna in primo si sui mercati internazionali ha
grado a sette anni per la strage dovuto cambiare nome ma andi Viareggio, avvenuta nel 2009 che assetto, seguendo l'unico
quando era a capo del grup- percorso possibile: via i trapo Fs. Caio, ora alla guida di sporti, via altri rami di attività
Poste, è considerato in pole po- minori, via tutto ciò che non
sition. Giulianini è il candidato era funzionale alla scelta obinterno, uscito indenne dalla ri- bligata di concentrarsi sul core
voluzione apportata da Moretti business, concordata fin dall'ininella ex Finmeccanica e mes- zio con l'azionista pubblico e
so al capo dell'area Elettronica, tentata anche dal precedenDifesa e Sistemi di Sicurezza te management. In tre anni di
(la ex Selex Es). Scaramella è mandato l'ad ha concluso cessiol'outsider, ex amministratore ni finanziariamente importanti,
delegato di Meridiana e ora ceo come quelle di Ansaldo Sts e
di Ala, azienda che fornisce ser- AnsaldoBreda al gruppo giapvizi all'industria aerospaziale, ponese Hitachi. Ne ha ricavato
Leonardo compresa.
plusvalenze sufficienti per fare cassa, abbattere il debito e
di Angela Zoppo
Moretti però ha ancora una
carta da giocarsi prima dell'assemblea del 2 maggio (il 12 in
seconda convocazione). Che sia
per mettere sul tavolo un argomento tangibile a favore di
un mandato bis o solo per fare un'uscita in grande stile, sta
di fatto che il top manager potrebbe proporre di ridistribuire
il dividendo. In più occasioni
Moretti ha aperto alla possibilità di tornare a remunerare gli
azionisti già dall'esercizio 2016,
dopo un digiuno di cinque anni. Al proposito gli analisti di
Société Générale ipotizzano un
dividendo di 16 centesimi per
azione, che significherebbe per
il gruppo un esborso di circa 58
milioni, largamente coperto dal
flusso di cassa operativo. Per fine 2016 infatti la generazione
cash di Leonardo è stimata a
500-600 milioni. Con un payout
tutto sommato modesto, quindi,
Moretti raggiungerebbe un du-
Trasporti e infrastrutture
Questi numeri avrebbero dovuto garantire a Moretti un
secondo mandato. La sentenza
di Viareggio, per quanto attesa, è arrivata invece proprio
nell'imminenza delle nomine
pubbliche. Il board ha fatto subito quadrato attorno all'ad.
Nel documento appena pubblicato con le raccomandazioni
per la nomina del nuovo consiglio si suggerisce ovviamente
«di valutare attentamente le
opportunità di riconferma dei
membri del consiglio uscente,
con esperienze e competenze in
linea con quelle rilevanti per la
migliore composizione del nuovo
organo amministrativo, così da
assicurare adeguata continuità
all'azione del consiglio nelle sue
funzioni di indirizzo strategico
e, di gestione operativa». Codice
alla mano, Moretti stesso si era
portato avanti mesi prima che
uscisse la sentenza: «Il tipo di
reato non inibisce le mie funzioni», aveva detto.
Ma al Tesoro la pensano diversamente, anche se il mercato si è
schierato dalla parte del numero uno di Leonardo. Un report
di Jp Morgan ha riassunto i
momenti-chiave del triennio di
Moretti, dalla riorganizzazione
societaria al maxi-ordine da 8
miliardi di euro come capocommessa del consorzio Eurofighter
per la fornitura di 28 caccia al
Kuwait. Tra i punti deboli, riconosciuti dagli analisti ed
evidenti anche nei bilanci, c'è
la frenata del settore elicotteri
e dei ricavi, che a fine 2016 sono
stimati tra 12,2 e 12,7 miliardi
di euro, in calo rispetto all'anno
precedente. Anche per questo il
titolo ha rallentato il passo e ora
a Piazza Affari viene scambiato sotto i 12 euro. Nonostante
ciò il target price viene indicato in media a 15 euro, in quanto
le banche d'affari sono convinte
che Leonardo sul listino tratti
ancora a sconto rispetto agli
altri grandi gruppi del settore
Difesa. Va detto comunque, come ricorda anche il documento
riportare i conti in utile, mira-
colo che invece non è riuscito
sul fronte dei ricavi, rimasti
sotto le attese. Per fine 2016 (il
bilancio verrà approvato il 15
marzo) è previsto un risultato
netto ordinario positivo tra 500
e 600 milioni, contro la perdita di 649 milioni registrata nel
2013, prima dell'insediamento
di Moretti. I profitti previsti sono inoltre più che doppi rispetto
ai 253 milioni ottenuti nel 2015,
anno nel quale si è perfezionata la vendita di Ansaldo Sts con
una plusvalenza di circa 250
milioni. L'ebitda per fine 2016
è atteso tra 1,22 e 1,27 miliardi, in lieve aumento dagli 1,2
miliardi del 2015, mentre l'indebitamento potrebbe risultare
contenuto addirittura in 2,8 miliardi dai 3,3 di fine 2015.
Pagina 3
con gli orientamenti sulla nomina del prossimo board, che a
inizio mandato il titolo quotava
5,98 euro , mentre a fine 2016 ha
segnato 13 , 34 euro, con un aumento del 123,26%.
Il piano che ha guidato l'azione
di Moretti è stato presentato alla comunità finanziaria a
Londra , ormai due anni fa, il
28 gennaio 2015 . Poi è arrivata
l'evoluzione nella One Company,
con le controllate ricondotte a
divisioni della capogruppo, e il
modello è stato replicato di recente anche in Gran Bretagna.
La nuova organizzazione è diventata efficace a gennaio 2016,
segnando il passaggio da holding
finanziaria a realtà industriale
integrata , articolata nelle sette divisioni che hanno fatto
propri i business delle società
controllate al 100%: Elicotteri,
Velivoli, Aerostrutture , Sistemi
Avionici e Spazio, Elettronica
per la Difesa Terrestre e Navale,
Sistemi di Difesa, Sistemi per
la Sicurezza e le Informazioni.
Con la trasformazione del gruppo Moretti ha accentrato ancora
di più il controllo nelle sue mani. La governance infatti gli
conferisce «tutte le attribuzioni e tutti i poteri in coerenza
con le linee di indirizzo strategico da lui stesso individuate e
approvate dal consiglio d'amministrazione».
Trasporti e infrastrutture
Difficilmente invece a
Moretti riuscirà a concludere il mandato con l'operazione
che insegue da tempo: la cessione ad Airbus del 25% detenuto
nel consorzio missilistico Mbda
per poter salire al 100% di Atr
acquisendo il restante 50% proprio dal colosso aeronautico di
Tolosa. Secondo alcune fonti finanziarie, però, i negoziati
proseguono e anche Bae, l'altro azionista di Mbda, avrebbe
espresso interesse per la quota dell'ex Finmeccanica. Molto
si è discusso sull'opportunità di
una tale scelta, non gradita al
ministero della Difesa: abbandonare un settore strategico
come quello dei missili per concentrarsi sui turboelica, che non
macinano più ordini come una
volta. Tra i punti della gestione
Moretti vanno infine citate anche le sconfitte in alcune gare
che il gruppo contava di aggiudicarsi, fra tutte quella in
Canada da 2,3 miliardi di dollari per la nuova flotta di ricerca
e soccorso, vinta da Airbus. (riproduzione riservata)
LEONARDO DALL'INSEDIAMENTO DI MORETTI
Quotazioni in euro - Variazione % sul 2 maggio 2014
15
11
..................................................................... i' ,,
,,
2014
2015
2016
2017
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Pagina 4
L'EMENDAMENTO È CONTENUTO NEL MILLEPROROGHE
I bus low cost rischiano di fermarsi
PAOLO BARONI
giandosi a una rete di 50 part....................................................................................................
ner, finirebbe fuori legge.
ROMA. Venti righe inserite
nel Milleproroghe approvato
giovedì dal Senato, lo stesso
decreto che ha scatenato la rivolta dei tassisti, rischia di
bloccare i bus low cost verdearancio di Flixbus. L'Anav,
l'associazione nazionale delle
imprese di autotrasporto
viaggiatori associata a Confindustria, che accusava il
gruppo italo-tedesco di concorrenza sleale, incassa il risultato. Flixbus, che da metà
2015 a oggi ha trasportato circa 3 milioni di passeggeri su e
giù per l'Italia, invece protesta
lamentando un blitz al limite
della legge.
Tutto nasce da un emendamento presentato da 4 senatori pugliesi del gruppo Conservatori e riformisti (Tarquinio, Bruni, Perrone e D'Ambrosio Lettieri) che rinvia a
fine 2018 l'attuazione del Piano strategico nazionale della
mobilità sostenibile e quindi,
pena la decadenza delle autorizzazioni, precisa che a guidare un raggruppamento di
imprese che svolgono i servizi
bus su scala interregionale
debbano essere «operatori
economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada». Per cui Flixbus,
che in realtà opera attraverso
una piattaforma web appog-
Per l'Anav, quella approvata
dal Senato, è una norma «particolarmente rilevante per il
settore e finalmente definisce
in modo chiaro e inequivocabile i criteri necessari per
svolgere questi servizi». Soddisfatto il suo presidente Giuseppe Vinella da anni a guida
uno dei big del settore, la pugliese SitaSud. «Siamo lieti
che governo e Parlamento abbiano manifestato la giusta
sensibilità rispetto a un tema
così importante - sostiene soprattutto per la serenità degli utenti, con garanzia di una
sempre più ampia qualità, efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante
"mandatari" certi e visibili -,
che ormai si attesta a circa 20
milioni di passeggeri».
Di tutt'altro avviso Flixbus
che rivendica il fatto di avere
operato «da sempre nel pieno
rispetto dei principi e delle
norme, in Italia come in 20 paesi europei» e definisce «gravissimo che si cerchi di cambiare tali regole retroattivamente forzando ai limiti della
legittimità la natura del Milleproroghe. In tal modo si ledono i principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell'attività di impresa e
della libera concorrenza per
difendere microinteressi particolari, andando in aperta
contraddizione con le norme
Ue». Quindi, in vista dell'approvazione definitiva del decreto, Flixbus si appella al Parlamento: «Siamo fiduciosi che
l'istanza, che riguarda 3 milioni di passeggeri e una buona
parte delle aziende che lo
stesso Vinella dice di rappresentare, non resterà inascoltata e che il governo si farà garante della certezza del diritto».
© BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Flixbus a rischio
Trasporti e infrastrutture
Pagina 5
In attesa dell'incontro di martedì al ministero, proteste spontanee soprattutto a Roma e Milano, ma senza gravi disagi
Per ora i sindacati frenano la base
diMaurizio Caprino
Ila fine, l'emendamento al decreto
milleproroghe che consacrava lo
stallo potrebbe paradossalmente
avviare una riforma. Potrebbe avvenire martedì prossimo, all'incontro fra i
sindacati deitassisti eilministero delle Infrastrutture e trasporti, in seguito alle proteste
della categoria contro l'emendamento, proseguite anche ieri soprattutto a Roma e Milano ma senza disagi gravi (nella capitale il gestore aeroportuale ha offerto un servizio navetta con la città, nel capoluogo lombardo si
conta su mezzi pubblici piuttosto efficienti).
Per ora, di sicuro c'è che il ministro, Graziano Delrio, ha dato il via libera per preparare una mediazione. Cilavorasoprattutto il
viceministro Riccardo Nencini. C'è da capire se sarà una mediazione al ribasso(mirando solo a placare le proteste) o se avvieràuna
Trasporti e infrastrutture
nuovafase di confronto fra tassisti, autisti di
noleggio con conducente (Ncc). Aggiungendo, formalmente o no, le multinazionali
(My'I axi, che proprio ieri ha acquisitola app
greca Taxibeat, e Uber) ed eventualmente
le associazioni dei consumatori, che ieri si
sono fatte sentire.
Il profilo della mediazione che il ministero presenterà nell'incontro dipenderà anche dalle evoluzioni del quadro politico: le
turbolenze legate alla potenziale scissione
nel Pd non potranno non influire sulle pro-
Si lavora a una medi azione
che però sarebbe di basso profilo
se le turbolenze politiche
facessero avvicinare le elezioni.
La categoria è un serbatoio di voti
spettive di durata dei governo. Se queste
fossero limitate, sarebbe impensabile tentare di mettere mano aunariforma che nessuno riesce a fare perlomeno dal2oo8.Tanto più che quella dei tassisti è una categoria
tenuta molto in considerazione quando le
elezioni si avvicinano.
Una conferma si è avuta ieri dalle dichiarazioni di alcuni leader politici: dalla «totale
solidarietà» espressa agli «amici tassisti» da
Matteo Salvini (segretario della Lega) al riconoscimento che la protesta è «più che giustificata» da parte di Maurizio Gasparri (senatore di Forza Italia). Più sfumata la posizione dell'ex ministro Maurizio Lupi (ora
presidente dei deputati di Area Popolare),
che ha parlato della necessità di tener conto
delle «innovazioni tecnologiche e mimercato» vietando però «con rigore gli abusi e la
concorrenza sleale».
Sul fronte più a sinistra, Loredana De Petris, senatrice del gruppo Si-Sei, ha denunciato che, prima del voto in commissione sull'emendamento contestato dai tassisti, il relatorele aveva detto che esso non aveva a che
fare con Uber. Linda Lanzillotta (Pd), che
aveva presentato l'emendamento assieme al
collega dipartito Roberto Cociancich, dopo
aver chiarito che si trattavasolo diunanorma
di precisazione voluta dall'intera maggioranza,ha risposto cheilpuntovero èunaltro:
«Non si può pensare che fermando gli Ncc si
possa rinviare all'infinito una riforma».
Non è chiaro se all'incontro di martedì i
sindacati si presenteranno compatti: secondo alcuni tassisti in assemblea spontanea in
un posteggio di Roma, stavolta le organizzazioni sindacali avrebbero perso il controllo
della situazione, perché laprotestaè stata decisa e portataavanti daisingoliprimache «alcunifacinorosi» chiedessero conminacce di
tornare alavorare.Federiavoro,ServiziConfcooperative e la Fit-Cisi della Lombardia
hanno chiesto di sospendere i blocchi, Unica-Cgil aggiunge ilsospetto che dietroleproteste ci siano le multinazionali.
Pagina 6
Soluzionae. Una disintermediazione valorizzerebbe il ruolo
del tassista e ridurrebbe il costo dell'acquisizione della corsa
Taxi e mercato, Autorità in c
Istruttoria Antitrust sulle centrali radio - Ferma la proposta di legge del regolatore trasporti
di Giorgio Santilli
1 solito sono itassisti, e soprattutto le
radiocentrali di taxipiiiforti, come il
' 3570» a Roma (3.700 taxi sui 7.700
Iella Capitale), a prendere l'iniziativae locarein attacco quando si muove qualcosanel delicato e complesso assettonormativo e regolatorio che governa il settore della
mobilità collettiva urbana. Forti di una rappresentanza della categoria che arriva a toccare il
75Oonellegrandi città edella capacità dimobilitare gli iscritti con manifestazioni e scioperi,
come oggi, queste società/ associazioni tengono sotto schiaffo le autoritànazionali elocali. E
non sempre usano modi geni ili: restano storici
gli insulti e i cappi sventolati all'indirizzo di
Francesco Rutelli e Walter Tocci quando cercarono - dopo anni di inerzia amministrativa di aumentare le licenze, rivedere il sistema tariffario e imporre alcune innovazioni e alcuni
controlli al settore.
L una sostanziale paralisi istituzionale e politica quella che si traduce in una rincorsa alle
emergenze con l'approccio goffo di ridurre i
disagi per i cittadini ma non è capace di esprimere un disegno di riforma complessivo che
stiaalpasso coni tempi. Succede così che al Senato langue la delega che avrebbe dovuto affrontare una riorganizzazione organica del
settore in chiave almeno parzialmente concorrenziale mentre H «milleproroghe» siinca
ricadi sospendere ancora unavoltala legge del
2009 che mette limiti al «noleggio con conducente» (Ncc). Un delicato e precario equilibrio che ha per unico risultato un'incertezza
normativa generale e un sostanziale freno alle
innovazioni tecnologiche - come le piattaforme digitali per l'acquisizione del traffico tipo
Uber o Mytaxi- cheintuttoil mondo stannorivoluzionando la mobilità urbana.
Chi prova a intervenire in questa palude
stagnante per introdurre elementi di novità
sono Antitrust e Autorità di regolazione dei
trasporti. L'Antitrust ha appena ap erto, su segnalazione di Mytaxi (società controllata dal
gruppo tedesco Daimler), due istruttorie per
verificare se, a Roma e a Milano, siano restrittive della concorrenza le cl auosle di esclusiva
imposte dalle centrali radio ai tassisti che si
avvalgono del loro servizio. Queste clausole dice l'Antitrust - costituiscono infatti «la
principale espressione di condotte delle società menzionatevolte ad ostacolare, se non a
impedire, l'utilizzo simultaneo da parte dei
singoli tassisti di vari intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento
della domanda». Ove applicati a una percentuale maggioritaria di tassisti in undato ambito territoriale «questi obblighi di non concorrenza appaiono idonei a impedire oostacolare l'ingresso nel mercato rilevante di nuovi
operatori che offrono servizi innovativi di
raccolta e smistamento della domanda senza
alcuna previsione di esclusiva».
Il parere Antitrust mette in luce il puntochiave chegiàl'Aut oritàdiregolazionedeitrasporti guidata da Andrea Camanzi aveva evidenziato in una segnalazione al Parlamento e
al Governo delmaggio2015.Inquell'occasione
l'Art aveva trasmesso una vera e propria proposta di legge che puntava a «promuovere con
unaidonearegolazionelo sviluppo dell'offerta
di una pluralità di servizi di autotrasporto di
persone». Con tre fasce di servizi distinte per
risposta alle abitudini diconsumo degliutenti:
H servizio pubblico di taxi, liberando anche i
tassisti dai limiti all'esercizio diimpresae consentendo loro acquisire più licenze; i servizi
commerciali degli Ncc con prezzi più alti e
maggiore qualità; lo sviluppo di una sharing
econorny e di nuovi mercati a costi contenuti.
Su tuttie treifronti- che dovrebbero mirare ad
accrescere l'offerta di trasporto collettivo a
scapito del trasporto individuale-l'utilizzo,regolato, delle piattaforme digitali che avvicinanodomandaeofferta,disintermedianol'attuale servizio di radiotaxi, offrono servizi veloci e
diretti, a costi ridotti.
Torna il punto-chiave: affermare che il titolare della licenza taxi o della autorizzazione
Ncc possa acquisire liberamente corse offerte
da qualunque radio-taxi o piattaforma tecnologica o app. Una disintermediazione - sostienel'Art-che valorizzerebbeilruolo deltassista
e ridurrebbe il costo dell'acquisizione della
corsa per lui e per gli utenti.
La protesta dei taxi . E rimasto vuoto anche ieri il piazzale davanti alla Stazione Termini di Roma
Trasporti e infrastrutture
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Uberafizzazionia meta
una storia intinna
:
di Carmine Fotina
e tutte le buone intenzioni e
te stime sulle liberalizzazionï si fossero magicamente tramutate in realtà forse l'Italia
Trasporti e infrastrutture
avrebbe già risolto a colpi diPil
tutti i problemi di c' sezioni,
manovre e manovrine.
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Ridotti gli effetti sul Pii delle riforme parziali
\
L Deralizzazíon a meta
i
i
•
•
di Carmine Fotina
1 repertorio dei documenti di finanza pubblica è zeppo di proiezioni generose sugli effetti dei
provvedimenti pro concorrenza,
poi attuati solo parzialmente o, in alcuni casi, semplicemente evaporati.
Il governo Monti, nel preparare il decreto liberalizzazioni dell'inizio del
2012, ipotizzò una leva da 1,8% annuo di
incremento delPil. Più prudentemente,
sollecitando il varo da parte del governo di quello che sarebbe stato invece il
disegno di legge concorrenza, ancora
fermo in Parlamento dopo 22 mesi, la
Commissione europea parlò diun'incidenza sulPil italianodello 0,3°ibin 5 anni
e dello 0,7/<> in 1o anni.
In entrambi i casi siamo dinanzi a
provvedimenti poi ridimensionati rispetto alle ambizioni iniziali. E a stime
sulla crescita non raggiungibili. Il decreto Monti-Catricalà fece, tra l'altro,
un mezzo passo indietro suitaxi (sempre loro) e arretrò del tutto rispetto a
valutazioni iniziali sulla separazione
proprietaria dellarete ferroviaria dalla holding Fs. La legge concorrenza si
è tenuta alla larga dalla liberalizzazione completa dei farmaci di fascia C e
ha perso per strada diverse misure,
come la costituzione senza notaio per
le srl semplificate.
Frammenti di storia della concorrenza in Italia, materia puntualmente
complicata nel suo svolgimento dalle
pressioni di parte (tassisti, farmacisti,
professionisti non si sentano isoli chiamati in causa perché sono in buona
compagnia) e da ricorrenti ipocrisie
parlamentari che hanno perfino agevolato acrobatiche maggioranze trasversali su singoli emendamenti.
Ci sarebbe peraltro molto altro da
raccontare prima di arrivare al governo
Monti e alla legge concorrenza (si badi
bene, la prima da quando nel 2009 è stato istituito un obbligo annuale). L'era
delle liberalizzazioni si può simbolicamente far risalire alla prima gara per la
telefonia mobile nel 1995, da li sarebbe
partito un processo virtuoso proseguito
con le licenze Umts e completato nel
2007 con l'abolizione dei costi diricarica. Ma come non dimenticare le infinite
battaglie sulla rete fissa di Telecom Italia? Labattuta di una Telecom «privatizzata ma non privata» dopo la creazione
dei "nocciolo duro" durante ilprimo governo Prodi si sarebbe perpetuata per
anni, accompagnata dalle critiche per
l'uscita dello Stato prima che si completasse una liberalizzazione adeguata a
valere sul monopolio naturale della rete. Argomento attuale perfino oggi per
Trasporti e infrastrutture
:
•
una parte del Pd, vedi il cerchio renziano. Lo stesso Pd che si è storicamente
espresso in ordine sparso su altri temi,
come la separazione proprietaria della
rete ferroviaria, uscita dai radar dopo
che più di un anno fa, invista della privatizzazione, il ministro Delrio non aveva
escluso per Rfi un modello Terna.
L'energia elettrica è a suavolta un caso ambivalente di liberalizzazione. Il
decreto Bersani sull'elettricità del
1999 e il decreto Letta sul gas del 2000
hanno spianato la strada a una deregulation ordinata. Salvo poi scoprire che
le offerte non sono così allettanti, se in
dieci anni poco più di un terzo dei
clienti domestici è passato al mercato
elettrico libero. Ed eccoci di nuovo al
Ddl concorrenza che, per rompere definitivamente gli indugi, tra i dubbi degli stessi consumatori porterà al voto
I)alla prima gara del 1994
per la telefonia mobile
fino al decreto Bersani
sull'elettricità e agli interventi
del governo Monti
Il problema vero è
l'incompatibilità di infinite
«lenzuolate» con i tempi
e le caratteristiche del nostro
Parlamento
del Senato l'eliminazione d'ufficio del
mercato tutelato a partire dal 10 luglio
2018. L'ennesima norma dove il mercato da solo non ce la fa: basterà?
Il problema vero, suggeriscono gli
esperti che da almi lavorano con frustrazione a liberalizzazioni azzoppate o rinviate come una condanna da
mandare in prescrizione, è la incompatibilità di grandi lenzuolate con
tempie caratteristiche del nostro Parlamento. Con il paradosso di interventi normativi più lenti delle novità
di mercati sottoposti a cambiamenti
repentini come la digitalizzazione e la
sharing economy.
Concordano sul punto sia il ministro
dello Sviluppo economico che il presidente dell'Antitrust: piuttosto che avventurarsi in disegni di legge omnibus,
che spaziano dalle tic alle poste ai taxi,
sarebbe più efficace confezionare
provvedimenti per singoli settori o affidarsi allo strumento del decreto legge. Anche poco, ma bene e subito.
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"Devo guidare 10 ore al giorno
soltanto per sopravvivere"
L'autista di Milano: "Siamo contro Uber
perché non lavora con i nostri vincoli"
FABIO POLETTI
MILANO
Antonio Carroccia , 61 anni, ex
operaio Alfa Romeo , tassista
da 24 perla cooperativa 4040 è
Ecol 6 . Da dove si comincia per
fare il tassista a Milano?
«Dalla licenza. La mia, comperata da un collega, l'ho pagata
65 milioni di allora. Oggi ci vogliono almeno 140 mila euro.
Dieci anni fa più di 250 mila
ma poi è arrivata la crisi. E poi
dall'auto. Ho una Toyota Auris station wagon ibrida.
Quando l'Alfa mi mise in cassa
integrazione iniziai a fare il
moto pony express. Dopo
qualche anno capii che volevo
fare il tassista».
Quanto guadagna?
«Poco più di 30 mila euro lordi
l'anno. Ma ci sono le tasse da
pagare. Due anni fa 8 mila euro. L'anno scorso 6 mila e 500.
Lavoro dalle 5 del mattino alle
3 del pomeriggio 5 giorni la
settimana. Oggi non si fanno
più di 12 corse a turno per
molto meno di 10 euro».
Aiuti o agevolazioni?
«Sulla benzina c'è un risparmio fiscale di circa 3 euro al
giorno. Sull'auto lo sconto dei
produttori. La mia l'ho pagata
23 mila euro contro i 26 mila di
listino. Ogni 6 o 7 anni devo
cambiarla. Faccio circa 32 mila chilometri l'anno. Dieci anni
fa ne facevo 50 mila».
Car sharing , Uber, la concorrenza è forte...
«A Milano funzionano anche i
mezzi pubblici. Ma non mettiamo sullo stesso piano car
sharing o Uber. La prima è
un'offerta di servizio. L'altra è
concorrenza sleale».
Perchè sleale?
«Perchè dovrebbero partire
Trasporti e infrastrutture
«Ecol »
Antonio
Carroccia
ha 61 anni
II suo nome
in codice
per la
cooperativa
4040
è Eco16
Non costiamo troppo
Trasportiamo il ceto
medio, piccolo
borghese e anziani
chevanno in ospedale
Antonio Carroccia
Tassista
da una rimessa e non lo fanno.
Con la tecnologia di oggi è facile prendere una corsa. Per
farlo dicono che impiegano 3
minuti per caricare il cliente
ma chiaramente non possono
partire dal loro deposito.
Spesso li vediamo accanto ai
nostri posteggi».
A NewYork i taxi e Uber vanno di
pari passo senza problemi.
«New York è più grande. A Milano ci sono 6000 tassisti alla
guida di 5200 auto».
Non dipende anche dal fatto che
a Milano costate troppo?
«Nella media europea».
Ma 95 euro per andare a Malpensa sono spropositati.
«Il taxi per Malpensa non lo
prende più nessuno. Ma sei un
manager, vuoi l'auto sotto casa
e pigliare l'aereo all'ultimo minuto? Allora questo servizio
straordinario lo devi pagare».
Il taxi è per i ricchi?
«Ceto medio piccolo borghese.
Più la vecchina che deve andare al Policlinico e non ce la fa a
prendere il tram. Sono loro che
lasciano la mancia più generosa. E i disabili che trasportiamo gratis anche oggi che siamo
in sciopero. Uber invece è sempre in giro. Io posso prendere
clienti a Milano e a Varese perchè Malpensa è stata inglobata
nella città. Ma che ci faceva un
autista marchigiano di Uber
l'altro giorno a raccattare
clienti a Milano?».
La crisi, la concorrenza , 10 ore in
auto in città , chissà che stress...
«Basta non avere quello dietro
che suona o il cliente criticone. Sono un professionista.
Non baro sugli itinerari. Sono
cose che facevano i tassisti di
una volta. È peggiorato invece
il dialogo. Sanno solo parlare
del loro stress da lavoro, di
calcio e di donne».
Tassista per sempre?
«Quando le auto andranno da
sole, ci saranno i taxi e spariranno i tassisti».
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"Uber è favorevole alle regole
ma devono valere per tutti "
Il general manager per l'Europa: "Alle persone
bisogna garantire la sicurezza e la mobilità"
BRUNO RUFFILLI
TORINO
on siamo contro
ogni forma di regolamentazione, anzi», dice Thibaud Simphal, general manager di Uber per
l'Europa occidentale. Lavora
per l'azienda americana dal
2014, e in veste di responsabile
per la Francia è stato anche arrestato nel giugno del 2015
quando Uberpop fu dichiarata
illegale. E oggi? «Vedo un accordo generale su alcuni temi,
cambia la rapidità con cui i vari
Paesi reagiscono: Regno unito,
Portogallo, Francia, Svizzera
sono più veloci, altri meno».
Cosa chiederebbe al governo
italiano?
«Non andiamo da un governo
con delle richieste, siamo
un'azienda con una visione:
mobilità ovunque, per tutti, in
ogni momento, in modo sicuro, affidabile, ed economico.
Dalle istituzioni spero solo
che non arrivino troppe regole nuove, che non cambino
troppo spesso e non siano
troppo complicate, ma che garantiscano competizione, sicurezza, mobilità. Alla fine
queste sono le vere priorità
per le persone. Noi, come i nostri concorrenti, vogliamo essere una forza positiva».
Perché parla anche dei concorrenti?
«Siamo parte di un grande movimento, nato dieci anni fa con
l'arrivo degli smartphone, che
sono diventati una parte fondamentale della vita di tutti i giorni. Non solo per cercare informazioni, comunicare, scrivere
mail, come all'inizio: ora le app
hanno un impatto nel mondo fisico, permettono di muoversi,
Trasporti e infrastrutture
Manager
Thibaud
Simphal,
general
manager di
Uber per
Francia, Italia,
Spagna,
Portogallo,
Grecia, Austria, Germania e Svizzera
M IGUEL MEDINNAFP/oe II r
Dove il ride sharing ha
prezzi ragionevoli si
usano meno auto,
con vantaggi su costi
e inquinamento
Thibaud Simphal
Generai manager Uber
per l'Europa occidentale
orientarsi, spostare oggetti. La
tecnologia sta trasformando la
mobilità, e oltre a Uber, mi vengono in mente Lyft, Hitch a Ride,
Zego, Via e poi app di car sharing, come Car To Go. Anche i
concorrenti ci aiutano apromuovere questa visione della mobilità, e non siamo mai soli quando
incontriamo le istituzioni».
Talvolta collaborate.
«Per chi vive nelle periferie di
Parigi o Londra siamo un complemento ai trasporti pubblici.
Uno studio recente sulla mobilità on demand in Francia ha mostrato che dove sono attivi servizi di ride sharing a prezzo ragionevole si usano più i mezzi e
meno l'auto, con vantaggi su costi e inquinamento».
E le tasse?
«Chi guadagna in una certa nazione deve pagare le tasse locali.
Per gli utenti intanto bisogna distinguere se è un'attività professionale o un hobby, e anche qui
le regole non sono univoche, ma
in generale la tendenza in Francia è che un guadagno fino a un
certo limite, poniamo 5000 euro
l'anno, non viene tassato, e questo vale ad esempio anche per i
proventi da Airbnb. Anche noi
come azienda paghiamo le tasse
ovunque operiamo».
E se un driver si ammala?
«Se fa il driver per vivere e non
per arrotondare e ha un incidente, chi paga? Che succede se
deve smettere di lavorare? E le
ferie? In Paesi dove siamo molto
presenti, come in Francia, stiamo studiando con governo, sindacati e altre aziende forme di
assistenza sanitaria dedicate a
queste categorie di lavoratori,
che comprendono ad esempio
anche il food delivery. Uber potrà operare in Europa in modo
sostenibile solo se troverà risposte concrete alla questione
della protezione sociale dei lavoratori indipendenti. Altrimenti
il nostro futuro sarà a rischio».
0 BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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L'EMENDAMENTO E' CONTENUTO NEL MILLEPROROGHE . INTANTO PROSEGUONO LE PROTESTE DEI TASSISTI
"Concorrenza sleale", bus economici a ri0111 schio
H Senato boccia Flixbus. Il gruppo italo-tedesco: un blitz. Le imprese: è giusto tutelare i passeggeri
PAOLO BARONI
ROMA
Venti righe nel Milleproroghe
approvato giovedì dal Senato,
lo stesso decreto che ha scatenato la rivolta dei tassisti, rischia di bloccare i bus low
cost verde-arancio di Flixbus.
L'Anav, l'associazione nazionale delle imprese di autotrasporto viaggiatori associata a
Confindustria, che accusava il
gruppo italo-tedesco di concorrenza sleale, incassa il risultato. Flixbus, che da metà
2015 a oggi ha trasportato circa 3 milioni di passeggeri su e
giù per l'Italia, parla di un blitz al limite della legge.
Tutto nasce da un emendamento presentato da 4 senatori pugliesi del gruppo Conservatori e riformisti (Tarqui-
nio, Bruni, Perrone e D'Ambrosio Lettieri) che rinvia a fine
2018 l'attuazione del Piano strategico nazionale della mobilità
sostenibile e quindi, pena la decadenza delle autorizzazioni,
precisa che a guidare un raggruppamento di imprese che
svolgono i servizi bus su scala
interregionale debbano essere
«operatori economici la cui attività principale è il trasporto di
passeggeri su strada». Per cui
Flixbus, che in realtà opera attraverso una piattaforma web
finirebbe fuori legge.
Per l'Anav il SEnato ha approvato una norma «rilevante:
definisce i criteri necessari per
svolgere questi servizi». Soddisfatto il suo presidente Giuseppe Vinella da anni a guida uno
dei big del settore, la pugliese
SitaSud. «Governo e Parlamento hanno manifestato la
giusta sensibilità rispetto a un
tema così importante, con garanzia di una più ampia qualità,
efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante
"mandatari" certi e visibili». Di
tutt'altro avviso Flixbus che rivendica di avere operato «da
sempre nel pieno rispetto delle
norme» e definisce «gravissimo che si cerchi di cambiare tali regole retroattivamente forzando ai limiti della legittimità
la natura del Milleproroghe.
Così si ledono i principi cardine
del nostro ordinamento, posti a
presidio dell'attività di impresa
e della libera concorrenza per
difendere microinteressi particolari, in aperta contraddizione
con le norme Ue». E in vista
dell'approvazione definitiva del
decreto, Flixbus si appella al
Parlamento: «Siamo fiduciosi
che l'istanza, che riguarda 3
milioni di passeggeri e una buona parte delle aziende che lo
stesso Vinella dice di rappresentare, non resterà inascoltata e che il governo si farà garante della certezza del diritto».
Tutto questo mentre la vicenda
dei taxi tiene in scacco molte le
città: a Milano un centinaio si
sono radunati davanti alla stazione centrale, a Torino le corse sono state prese ma per lunedì è prevista un'assemblea e
a Roma sono filate lisce solo le
urgenze mentre negli aeroporti
di Fiumicino e Ciampino le società di gestione hanno messo a
disposizione delle navette.
O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Dal 2015 Flixbus ha trasportato in Italia 3 milioni di passeggeri
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Trasporti e infrastrutture
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