Capitolato 313 az.1_3
Transcript
Capitolato 313 az.1_3
CAPITOLATO TECNICO Linee guida per l’attuazione della misura 313 azione 1 e azione 3. PREMESSA. Il Gal Colline Joniche interessa una porzione del territorio pugliese, di superficie non molto estesa ma notevolmente diversificato da un punto di vista paesaggistico, caratterizzato dalla presenza di beni di notevole interesse storico e naturalistico, e comprende undici Comuni dell’entroterra dell’Arco JonicoTarantino (Carosino, Crispiano, Faggiano, Grottaglie, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, Statte) che, a partire dalle pendici della Murgia dei Trulli, si susseguono formando la configurazione paesaggistica di un anfiteatro che abbraccia il Golfo di Taranto a Nord-Est, digradando verso il mare cristallino del litorale del Comune di Pulsano.Il paesaggio offre scorci suggestivi passando dalla profondità dei solchi delle Gravine (Area SIC-ZPS), alle bellezze delle grotte carsiche, alle ricchezze della campagna verdeggiante che contrasta con il grigiore opaco dei calcari e, soprattutto, con il biancore assoluto e sfavillante delle masserie e dei paesi arroccati su pendici assolate. Il territorio è interessato dall’attuazione del programma Leader e nell’ambito della strategia di sviluppo definita dal GAL Colline Joniche, da attuare attraverso le diverse misure del PSR 20072013 della Regione Puglia, il tema unificante è l’idea della Green Road : una grande direttrice turistica su cui si snoda la rete delle masserie pugliesi. Il progetto Green Road prevede una nuova organizzazione del territorio rurale attraverso un itinerario innovativo e ricco di suggestioni, che si sviluppa in percorsi, attività e iniziative nel pieno rispetto dell’ambiente. Un progetto che intende, da un lato, incentivare lo sviluppo di un’economia ecosostenibile, e dall’altro valorizzare la cultura artistica, culturale ed enogastronomica della Terra Ionica. OBIETTIVI E FINALITÀ. L'obiettivo finale è la costruzione di proposte incentrate sul tema della valorizzazione ambientale e dell'enogastronomia locale affinchè si possano attirare turisti con diverse motivazioni di vacanza, contribuendo a destagionalizzare i flussi turistici e a diversificare il paniere dei prodotti. Le attività 1 previste dovranno quindi favorire lo sviluppo di forme di organizzazione e aggregazione delle imprese, attraverso la costituzione di una rete di cui fanno parte soggetti di settori diversi che però condividono gli stessi obiettivi, gli stessi target e mercati nelle attività di promozione e commercializzazione. La diversificazione delle attività rurali nel turismo rappresenta un importante motore di sviluppo socioeconomico delle aree rurali medesime. GREEN ROAD A – Statte B – Crispiano C – Innesto direttrice per Martina Franca D – Grottaglie E – innesto direttrice per Brindisi (Via Appia Via Francigena) F – San Giorgio Jonico G – Pulsano H – Monti D’Arena I – Leporano marina 2 Il GAL Colline Joniche, in attuazione del progetto della Green Road, coerentemente al Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013, Fondo F.E.A.S.R ASSE III Misura 313 – Azioni 1 e 3, intende realizzare itinerari naturalistici ed enogastronomici, di sentieristica compatibile con l’ambiente naturale. Pertanto lo stesso, con procedure di evidenza pubblica, intende affidare ad organizzazioni specializzate ed imprese particolarmente qualificate nella materia, la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi permanenti relativi ad itinerari eno-gastronomici e alla sentieristica tematica correlata alla Green Road. Coerentemente con la filosofia posta alla base della Green Road, le opere di progettazione e di realizzazione della sentieristica all’interno del territorio di riferimento devono essere eseguite nel rispetto degli obiettivi di protezione ambientale e di salvaguardia della natura. Tenuto conto delle finalità e degli obiettivi posti e della strategia attuativa del GAL Colline Joniche attraverso la logica della Green Road, la presente relazione disciplina i criteri e le modalità di attuazione della misura 313 del PSR 2007-2013, attraverso la formulazione degli obiettivi, dei criteri e delle considerazioni e delle specifiche di cui tenere conto, direttamente o indirettamente, al momento dell’avvio di opere relative a: sentieri natura, piste e percorsi ciclo-pedonali, ippovie, percorsi rurali, ecc., con riferimento alle specificità del contesto di intervento. A tal proposito si intende applicare il Green Public Procurement (GPP) al fine di adottare un metodo di progettazione e realizzazione degli interventi che devono essere eseguiti minimizzando gli impatti sull’ambiente. La pratica del Green Public Procurement consiste nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi finalizzata da un lato a diminuire il loro impatto ambientale dall'altro possono esercitare un “effetto traino” sul mercato dei prodotti ecologici. 3 MISURA 313 AZIONE 1 Creazione di itinerari naturalistici ed enogastronomici I “Percorsi enogastronomici” sono itinerari caratterizzati dalla presenza di produzioni enogastronomiche tipiche e tradizionali di qualità, inserite in una cornice di attrattive paesaggistiche, storiche ed artistiche di particolare interesse. Per tali caratteristiche essi possono costituire un sistema integrato ed innovativo di offerta turistica del territorio rurale e di valorizzazione del patrimonio enogastronomico locale. La lunghezza e le caratteristiche di ciascun percorso sono definite in relazione ai punti di accoglienza, ai luoghi di interesse storico, artistico, ambientale del territorio interessato. La strategia del progetto generale, finalizzato alla realizzazione degli itinerari naturalistici ed enogastronomici nel territorio del GAL, Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 20072013, Fondo F.E.A.S.R ASSE III Misura 313 – Azioni 1, deve rispondere a quattro priorità : 1. ideare e sperimentare la messa a sistema dei comuni, quelli già conosciuti e quelli meno conosciuti, attraverso itinerari culturali originali che attraggano in modo accattivante cittadini e turisti verso la scoperta di angoli suggestivi, con modalità di percorrenza differenziate; 2. organizzare e sviluppare un lavoro tecnico-scientifico attorno al tema dei beni culturali e naturali “nascosti”, che esercitano da sempre un fascino speciale; 3. garantire ed esaltare le peculiarità di ciascuno dei territori coinvolti a partire dal paesaggio, la storia fino a giungere ai dialetti, le tradizioni popolari e le specialità enogastronomiche; 4. creare e realizzare un circuito di promozione del turismo culturale dei comuni del Gal Colline Joniche, basato sulla reciproca sponsorizzazione attraverso diversi canali pubblicitari di cui non ultimo la messa in onda di video in cui ciascuna delle città partecipanti presenti le altre realtà culturali con le quali collabora. L’asse principale del percorso naturalistico ed enogastronomico, con l’intento di collegare tutti e 11 i Comuni - Carosino, Crispiano, Faggiano, Grottaglie, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, Statte - protagonisti del Gal Colline Joniche: • a nord percorre il vecchio Tratturo Regio Martinese collegando Crispiano a Grottaglie e 4 scendendo con diramazioni verso Statte e Montemesola; • al centro si propone di ripercorrere (per quanto possibile), la via dei Pellegrini o via Francigena, ossia l’antica via che metteva in comunicazione Canterbury con Gerusalemme, e collega con Grottaglie tutti i Comuni di Montedoro, • a sud percorre strade intercomunali a bassa e media percorrenza, collegando S.Giorgio Jonico con Pulsano, passando per Faggiano. CRITERI PROGETTUALI. I ”Percorsi enogastronomici“ sono identificati in modo omogeneo ed uniforme sul territorio mediante: • un logo identificativo ed una segnaletica informativa posta sia lungo il percorso e sia in prossimità dei soggetti aderenti al percorso; • messa a disposizione, da parte dei soggetti aderenti, in modo ben visibile ed in prossimità dell’ingresso o nel locale di accoglienza, di materiale informativo del percorso e dei prodotti caratterizzanti il percorso; • esposizione, da parte dei soggetti aderenti, della mappa del territorio specifico del percorso. • una segnaletica informativa, identificata ai sensi dell’art. 39, comma 1, lettera c) capoverso h) del decreto legislativo 30 aprile 1992, n°285 e smi (Codice della strada), posta sia lungo il percorso e sia in prossimità di ciascun soggetto aderente, contenente i loghi identificativi di cui alla precedente lettera c), che dovrà essere conforme alle direttive disposte dalla Regione in materia di segnaletica al fine di garantire un'immagine omogenea dei percorsi. • elementi identitari riconoscibili quali ad esempio : delimitazioni di aree di sosta con muri a secco; barriere stradali ecologiche (guard rail in legno) secondo la normativa vigente, esclusivamente lungo le curve pericolose; inserimento lungo il percorso, nelle aree di sosta e in corrispondenza degli innesti tra percorsi principali e secondari, di essenze arboree o arbustive tipiche della zona (vegetazione autoctona) quali elementi identitari del percorso enogastronomico e più in generale della Green Road. Inoltre il progetto di individuazione realizzazione dei “Percorsi enogastronomici”, dovrà prevedere 5 l’organizzazione di itinerari, da realizzarsi all’interno di comuni appartenenti al GAL Colline Joniche, che abbinino alla scoperta dei luoghi e dei beni storico-culturali, la scoperta delle risorse enogastronomiche locali, mediante: • l’allestimento di “punti ristoro e degustazione” di prodotti e piatti della tradizione locale; • l’attivazione di servizi volti a favorire la fruizione dei beni storico-culturali e ambientali locali. L’itinerario deve mirare a valorizzare gli aspetti storico culturali, gastronomici e agricoli del luogo in cui si svolge e deve prevedere il coinvolgimento di una pluralità di soggetti, fra cui operatori della ristorazione, operatori culturali locali, associazioni e, necessariamente operatori agricoli locali, in qualità di fornitori di prodotti agroalimentari locali e/o di gestori di punti ristoro e degustazione all’interno del percorso. INDICAZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEGLI ITINERARI . Gli itinerari devono essere realizzati attraverso : definizione del tracciato della rete stradale primaria e secondaria degli itinerari, assumendo come riferimento il tracciato che risulta dalla planimetria allegata (percorso principale) alla presente con mappatura delle aziende enogastronomiche, delle strutture ricettive e di ristorazione e dei beni di interesse storico/naturalistico, direttamente correlati alla rete della Green Road; cartografia generale e particolare della rete stradale dell'itinerario con indicazioni tematiche relative alle zone produttive dei prodotti locali (vino, olio, prodotti caseari, etc.), alle imprese produttrici singole ed associate; imprese singole ed associate produttrici di prodotti tipici della zona; ricettività agrituristica; delimitazione delle zone turistiche, imprese ed organismi turistici, località e valori turistici; infrastrutture tipiche della gastronomia e della ristorazione; ricettività alberghiera, artigianato tipico collegato all'enologia ed alla gastronomia; le industrie enologiche ed alimentari; i centri culturali le antichità collegate al circuito enogastronomico della zona; tradizioni popolari ed origini strade collegati alla gastronomia ed alla vitivinicoltura; beni culturali ed ambientali; studio e realizzazione della segnaletica stradale primaria e secondaria comprensoriale e zonale; studio e realizzazione della cartellonistica primaria e secondaria; 6 studio, realizzazione ed apposizione dei contrassegni della «Green Road»; studio, realizzazione ed apposizione dei contrassegni degli itinerari gastronomici garantiti; ricerca, definizione e adattamenti di aree di sosta attrezzate (chiamate nel progetto presentato ed approvato in Regione con il nome di “oasi”); PERCORSO PRINCIPALE A – Statte B – Crispiano C – innesto rete secondaria D – Innesto direttrice per Martina Franca E – innesto rete secondaria F – innesto rete secondaria G – Grottaglie La progettazione esecutiva dei percorsi e degli itinerari naturalistici ed enogastronomici, ovvero l'oggetto del bado di gara connesso al presente capitolato tecnico, deve essere necessariamente integrata con i contenuti della Misura 313 azione 3 ed ovvero la realizzazione di sentieristica compatibile con l’ambiente naturale per l’accesso alle aree naturali e alle piccole strutture ricettive. Ciò al fine di 7 integrare armonicamente le iniziative da intraprendersi sul territorio ed evitare inutili e dannose sovrapposizioni. MISURA 313 AZIONE 3 Realizzazione di sentieristica compatibile con l’ambiente naturale per l’accesso alle aree naturali e alle piccole strutture ricettive. CRITERI GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEI PERCORSI. Sul percorso principale già definito, si allaccia una fitta rete di percorsi secondari, atti alla fruizione del territorio. Questi percorsi secondari vengono individuati a seconda del mezzo utilizzato per la fruizione: • Bicicletta; • Cavalli/Carrozze; • A piedi. L’obiettivo è quello di elevare le opportunità di fruizione di patrimoni e risorse, attraverso una valorizzazione attiva del patrimonio ambientale e paesaggistico, coniugando identità di lunga durata e innovazione nel breve periodo, paesaggio e economia, valore di esistenza e valore d’uso in forme durevoli e auto sostenibili. Allo stesso tempo gli itinerari dovranno essere rispondenti al tema della promozione dell’enogastronomia locale, al fine di perseguire una delle principali finalità della Green Road, la Green Food, attraverso la scoperta delle Masserie, dei loro luoghi di produzione e dei loro prodotti agricoli. Pertanto nella definizione degli itinerari si dovrà tener conto della presenza di luoghi di produzione aventi caratteristiche identitarie tipiche del contesto, affinchè il percorso possa essere di supporto alla loro promozione secondo i criteri del turismo sostenibile. INDICAZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEI PERCORSI. I percorsi devono essere progettati con l’obiettivo di favorire un approccio multisensoriale che consenta a tutti di avvicinarsi alla natura in modo diversificato ed interattivo e devono essere concepiti e valorizzati anche come strumenti educativi. I turisti possono fruire del patrimonio ambientale e 8 culturale sulla base di una corretta gestione dei flussi turistici al fine di salvaguardare le aree naturalistiche più vulnerabili. In generale, per la progettazione e la realizzazione dei percorsi risulta di fondamentale utilità e importanza tenere conto innanzi tutto del contributo che questi devono dare ai fini della promozione dell’area di riferimento, in coerenza con i seguenti obiettivi: • far conoscere un territorio che spesso ha caratteristiche multifunzionali in virtù della presenza di beni naturalistici, geologici, culturali, archeologici, antropologici, ecc. ; • educare i giovani ad un rapporto più attivo col territorio, scoprendo direttamente la trama delle variabili fisiche e antropiche che lo compongono, anche con l’utilizzazione di specifica cartellonistica finalizzata all’interpretazione del paesaggio; • promuovere il turismo scolastico per la conoscenza delle articolazioni della realtà territoriale in un sistema di relazioni ambientali; • proporre tracciati ciclo-escursionistici, equituristici e di trekking che colgono la varietà dei paesaggi e degli ambienti dei parchi naturali della Puglia e dell'alto Salento in particolar modo o itinerari tematici capaci di valorizzare uno specifico circuito turistico; • salvaguardare e valorizzare la rete antica dei sentieri definita dalle percorrenze storiche, dai percorsi dei pellegrini, dagli scambi commerciali e dalla tradizionale attività agro-pastorale, conservando per il turismo le vie pedonali della fascia pedemontana e montana, ma anche quelle collinari e di pianura; • realizzare un'idonea e funzionale segnaletica finalizzata anche all’interpretazione naturalistica e per la frequentazione in sicurezza delle aree naturali (con riferimento soprattutto all'escursionista occasionale, ai gruppi e a chi non conosce a fondo il territorio). A tal proposito si evidenzia che per la realizzazione della sentieristica occorre fare riferimento alle “Linee Guida per la realizzazione dei sentieri della rete escursionistica pugliese” in attuazione di quanto disciplinato con LR 21/2003 e smi “Disciplina delle attività escursionistiche e reti escursionistiche della Puglia” Una volta definiti gli obiettivi della rete sentieristica, è necessario evidenziare gli impatti fondamentali connessi alla sua realizzazione: la rete sentieristica è una delle cause della frammentazione del territorio che può determinare, 9 anche se in maniera contenuta, un’alterazione della funzionalità degli ecosistemi; il taglio di manutenzione della vegetazione a lato dei percorsi è un fattore di minaccia per le formazioni vegetali, con particolare riferimento agli habitat di interesse comunitario elencati nell’allegato I della Direttiva 92/43/CEE; una fruizione turistica eccessivamente e capillare nelle aree maggiormente sensibili può arrecare disturbo alle specie animali e soprattutto all’avifauna presente. Sarebbe quindi auspicabile, in generale, che la rete dei sentieri di un’area protetta: non preveda ampliamenti e nuove realizzazioni (se non brevi tratti di collegamento), ma utilizzi prioritariamente i tracciati esistenti; gli adeguamenti dei sentieri mantengano inalterati tracciati, larghezze, sezioni e profili; i tagli di vegetazione si limitino a quelli strettamente indispensabili a consentire il passaggio; siano previsti regolamenti sulla fruizione turistica sostenibile. Una volta preso atto di quanto detto sopra, è opportuno operare affinché vengano messi in atto tutti gli interventi necessari alla minimizzazione degli impatti ambientali sia attraverso una corretta progettazione ed esecuzione del lavori di realizzazione dei sentieri che attraverso le scelte che riguardano l’utilizzo dei materiali e delle tecniche utilizzate. CRITERI GUIDA PER LA RIDUZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI NELLE DIVERSE FASI DELL’OPERA. Le fasi principali di un’opera di progettazione e realizzazione della sentieristica si possono suddividere in: progettazione; realizzazione; manutenzione. La fase di progettazione è la fase fondamentale in cui si devono prevedere le strategie e le misure idonee a migliorare l’inserimento ambientale e paesistico dell’intervento e a prevenire gli impatti ambientali che derivano dalla realizzazione di un sentiero o almeno a mitigarne l’entità. Le fasi di realizzazione e manutenzione sono le quelle in cui gli eventuali effetti ambientali si possono manifestare e nelle quali devono pertanto essere messe in atto le misure di mitigazione previste dal 10 progetto. Fase di progettazione. Per la definizione della rete sentieristica, gli itinerari devono essere individuati sulla base di precise valutazioni e scelte rispetto al sito, alla tipologia individuata, al tracciato da seguire, ecc.. I percorsi vanno definiti nell'intento di consentire al visitatore una maggiore conoscenza sui valori naturalistici, paesaggistici, storici e umani presenti sul territorio, minimizzando al contempo l’impatto sugli ambienti attraversati. Occorre fare particolare attenzione all'impatto ambientale determinato dalla realizzazione e dal tipo di fruizione del sentiero. Anche il sentiero, infatti, come altre vie di penetrazione nell’area, se ubicato senza attenzione alle caratteristiche ambientali o utilizzato in maniera impropria può indebolire l'equilibrio ambientale e, in zone molto frequentate, può anche causare danni agli ambienti naturali e seminaturali. I progetti devono essere accompagnati da un’analisi floristico – vegetazionale relativa alle aree interessate dal tracciato e da un’analisi faunistica per definire quali specie utilizzano l’area per i propri spostamenti e il grado di funzionalità dell’area per tali specie, e prevedere tutte le indicazioni atte a minimizzare l’impatto sulle formazioni vegetali e sulla fauna oggetto di conservazione dell’Area Protetta. Inoltre, fin dalla fase di progettazione va definita la capacità di carico degli ambiti naturalistici in cui è ubicato il sentiero, definendo nello specifico la regolamentazione di accesso e fruizione. Anche gli elementi di corredo dei sentieri possono avere un insieme di effetti ambientali di cui è indispensabile tenere conto già nella fase di progettazione della sentieristica al fine di garantire la salvaguardia degli elementi ambientali e faunistico-vegetazionali presenti nell’area. In sostanza, è necessario che fin dalla fase di progettazione si prevedano i possibili effetti sull’ambiente (diretti o indiretti) e che per ciascuno, se pertinente, siano individuate e descritte le misure di mitigazione previste in fase di realizzazione. In particolare si deve tenere conto di: A. Effetti principali (fase di gestione) • Creazione di barriere che potrebbero interferire con gli spostamenti di alcune specie 11 • Alterazione della componente vegetale e rischio di propagazione di specie vegetali invasive e relativa fauna associata • Aumento della pressione antropica e dei conseguenti fattori di impatto diretto e indiretto • Generazione di rumore • Produzione e abbandono di rifiuti • Alterazione della qualità delle risorse idriche e compromissione della falda , anche in relazione alle differenti categorie di utenza (pedonale, equestre, mountain bike, ecc.) • Incremento del traffico veicolare (fino ai punti di attestazione) • Impatti delle attività di manutenzione, quali: decespugliamento e sfalci periodico, • manutenzione fondo, manutenzione delle opere di contenimento terra e delle attrezzature di sicurezza, manutenzione segnaletica B. Effetti temporanei o secondari (fase di cantiere): • Alterazione fisica dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico; • Emissioni di polveri e gas di scarico; • Vibrazioni; • Rumore. Fase di realizzazione I lavori vanno eseguiti tenendo conto di tutte le misure di mitigazione previste nel progetto. Inoltre nell’esecuzione dei lavori: • devono essere scelti periodi differenti da quelli della riproduzione delle specie esistenti; • devono essere utilizzati macchinari e attrezzature a basso impatto ambientale; • devono essere adottate tutte le misure possibili atte a ridurre il prelievo di risorse naturali, i • consumi idrici, i consumi energetici; • devono essere adottate misure per la corretta gestione e il corretto smaltimento dei rifiuti; • non devono essere utilizzate sostanze tossiche o pericolose. Anche gli elementi di corredo dei sentieri possono avere un insieme di effetti ambientali che dovranno essere già stati individuati e valutati in fase di progettazione e per i quali dovranno essere state proposte 12 eventuali misure di mitigazione. Per elementi di corredo si intendono: • segnaletica principale: tabelle segnavia, tabelle località, tabelle sentiero tematico, tabelle d'itinerario per bici e/o cavalli, tabelle di adozione sentiero, tabelle per via ferrata, tabelle "Sentiero per escursionisti esperti", ecc.; • segnaletica secondaria: segnavia semplice, picchetto segnavia, ometto di pietre, segnavia a bandiera, frecce, ecc.; • pannelli informativi; • piattaforme di appoggio; • aree belvedere; • punti informativi; • aree attrezzate in corrispondenza dei punti di partenza/arrivo; • stazioni di sosta per l’osservazione di fenomeni o emergenze naturali, paesaggi e panorami; • capanni e strutture per l’osservazione della fauna; cartellonistica didattica e scientifica riportante le descrizioni delle principali emergenze naturalistiche, geologiche e storiche che si incontrano durante la passeggiata. Per quanto riguarda gli impatti ambientali e sul paesaggio degli elementi di corredo è opportuno tenere in particolare considerazione le seguenti disposizioni: • tutti i segnali e le tabelle di via devono essere posizionati in maniera tale da creare il minimo disturbo alla flora ed alla fauna, sulla base di disposizioni precise indicate nel progetto. • per le strutture in legno, il legname deve essere durevole e di provenienza locale. Nel caso in cui non ci fossero le condizioni per il rispetto di tali condizioni, il 70% del legname di cui sono costituiti cartelli, segnali e tabelle deve provenire da foreste gestite in maniera sostenibile (ovvero secondo i criteri di gestione previsti dagli schemi di certificazione FSC e PEFC). • qualsiasi parte del prodotto a contatto col terreno deve essere di legno robusto o deve essere protetta (impregnata, trattata o ricoperta) in modo che l’acqua non venga assorbita. Eventuali parti metalliche utilizzate a sostegno dei cartelli devono essere in materiale che non arrugginisca e che non deturpi il legno. 13 • nel caso le protezioni o parti di esse siano realizzate con metalli (escluse viti, cerniere, tasselli), i metalli utilizzati devono contenere almeno il 20% in peso di materiale riciclato o di recupero. I metalli non devono essere trattati con cadmio, cromo, nickel, stagno o composti di questi. In casi eccezionali, cromo e nickel sono consentiti per parti piccole ed esposte (viti, dadi, parti meccaniche, ecc.) dove queste siano soggette a usura o devo queste parti costituiscano un sigillo. • le vernici utilizzate per la segnaletica devono essere vernici a impatto ambientale ridotto, atossiche e prive di piombo e cadmio, e non devono essere apposte su manufatti dell'uomo di interesse storico- artistico o di testimonianza della vita pastorale. - le sostanze utilizzate per il trattamento superficiale del legno e i prodotti per la manutenzione del legno non devono essere classificati come ambientalmente pericolosi. • le strutture devono essere progettate e realizzate possibilmente con sistema antivandalico. Fase di manutenzione. Ogni progetto deve contenere un programma pluriennale di manutenzione dei sentieri previsti, in cui siano dettagliatamente riportati i lavori da eseguire e la loro turnazione negli anni, per mantenere i tracciati sempre efficienti. Le operazioni di manutenzione consistono principalmente nella pulizia dei sentieri da arbusti ed erbe infestanti, ma anche negli interventi di livellamento, di risagomatura ai bordi per impedire l'erosione provocata dall'acqua di scorrimento, ecc. Nelle opere di manutenzione deve essere richiesta la minimizzazione degli impatti ambientali, sia per quanto riguarda eventuali interventi sul verde, che per quanto riguarda l’utilizzo di materiali, risorse naturali ed attrezzature. In tal senso occorre richiedere alla ditta che esegue i lavori di manutenzione una relazione dettagliata sulle misure previste per la riduzione degli impatti ambientali degli interventi di manutenzione. PRESCRIZIONI. Le presenti linee guida forniscono le indicazioni che devono essere tradotte dalla stazione appaltante nella redazione dei capitolati d’appalto e dei bandi per l’affidamento dei lavori, pertanto dovrà essere cura delle singole stazioni appaltanti provvedere ad attuare le raccomandazioni generali sopra esposte e a redigere specifiche prescrizioni obbligatorie da calibrare sulla base delle caratteristiche del sito e del 14 manufatto oggetto di intervento. La stazione appaltante che opta per l’applicazione del GPP nelle opere di realizzazione della rete di itinerari/sentieri dovrà richiedere la Dichiarazione preliminare di Adeguamento alle Prescrizioni Ambientali (vedi Allegato) alla ditta già in fase di procedura di assegnazione dell’appalto, ai sensi dell’art.69 del Decreto Legislativo n.163/2006. Tali prescrizioni obbligatorie riguardano la realizzazione di qualsiasi tipologia di itinerario/sentiero e dovranno essere recepite dalle ditte concorrenti insieme alle raccomandazioni generali contenute nelle presenti linee guida e a eventuali prescrizioni di dettaglio per specifiche tipologie di sentiero. Nel cartello di cantiere, oltre ai dati previsti dalla normativa vigente, dovrà essere indicato che nel cantiere stesso sono rispettate le procedure del GPP previste in sede di progetto e che la relativa “Dichiarazione preliminare di Adeguamento alle Prescrizioni Ambientali” è disponibile a richiesta presso il cantiere, gli uffici dell’appaltatore e gli uffici della stazione appaltante. La Dichiarazione contiene la descrizione dell’ubicazione e l’organizzazione del cantiere rispetto al contesto territoriale di riferimento, l’indicazione delle misure adottate in fase di cantiere per ridurre gli impatti ambientali e la descrizione dei materiali utilizzati. Particolare rilievo dovrà essere dato alle attività di riutilizzo delle terra da scavo e riciclaggio dei rifiuti, mentre si dovrà assolutamente evitare l’attività di combustione dei rifiuti in loco e l’interro di scarti di lavorazione. La Dichiarazione deve anche contenere le azioni compensative e quelle necessarie alla riqualificazione ambientale delle aree di cantiere, una volta completati i lavori, fornendo chiare indicazioni sulle misure e sulle sistemazioni che saranno messe in atto dalla ditta. Le suddette misure adottate in fase di cantiere per ridurre gli impatti ambientali dovranno essere indicate dall’appaltatore sulla base delle caratteristiche dell’area di cantiere e delle modalità di lavorazione che saranno messe in atto. La stazione appaltante dovrà provvedere, in fase di gestione del cantiere e a fine lavori, almeno con cadenza trimestrale, ad effettuare attività di verifica delle misure adottate nella Dichiarazione effettuata dalla ditta, provvedendo a comunicare gli eventuali di scostamenti rispetto alla dichiarazione stessa che devono essere obbligatoriamente e tempestivamente messi in atto dalla ditta, pena 15 rescissione contrattuale. La ditta, durante le attività di cantiere, è tenuta a garantire l’accesso alla stazione appaltante o al soggetto incaricato ad effettuare il monitoraggio, e a fornire tutta la documentazione e i dati richiesti durante la verifica in loco. Ai fini dell’applicazione del GPP negli appalti relativi occorre, quindi, prevedere un impegno aggiuntivo delle imprese che è finalizzato a proporre un modello sostenibile di cantierizzazione dei lavori (anche in conformità con quanto previsto dalla legge finanziaria del 2007 che prevede la promozione dei sistemi di gestione ambientale nei lavori pubblici) che deve essere valutato prima della fase di aggiudicazione e monitorato nelle fase in e post operam, garantendo in questo modo una risposta qualitativa alle esigenze di tutela dell’ambiente e di salute dei lavoratori. Grottaglie in data 06/08/2013 Arch.Giovanni D'Amuri Area Tecnica Gal Colline Joniche Scarl 16