Capitolato 313 az.1_3

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Capitolato 313 az.1_3
CAPITOLATO TECNICO
Linee guida per l’attuazione della misura 313 azione 1 e azione 3.
PREMESSA.
Il Gal Colline Joniche interessa una porzione del territorio pugliese, di superficie non molto estesa ma
notevolmente diversificato da un punto di vista paesaggistico, caratterizzato dalla presenza di beni di
notevole interesse storico e naturalistico, e comprende undici Comuni dell’entroterra dell’Arco JonicoTarantino (Carosino, Crispiano, Faggiano, Grottaglie, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano,
Roccaforzata, San Giorgio Jonico, Statte) che, a partire dalle pendici della Murgia dei Trulli, si
susseguono formando la configurazione paesaggistica di un anfiteatro che abbraccia il Golfo di Taranto
a Nord-Est, digradando verso il mare cristallino del litorale del Comune di Pulsano.Il paesaggio offre
scorci suggestivi passando dalla profondità dei solchi delle Gravine (Area SIC-ZPS), alle bellezze delle
grotte carsiche, alle ricchezze della campagna verdeggiante che contrasta con il grigiore opaco dei
calcari e, soprattutto, con il biancore assoluto e sfavillante delle masserie e dei paesi arroccati su
pendici assolate.
Il territorio è interessato dall’attuazione del programma Leader e nell’ambito della strategia di
sviluppo definita dal GAL Colline Joniche, da attuare attraverso le diverse misure del PSR 20072013 della Regione Puglia, il tema unificante è l’idea della Green Road : una grande direttrice
turistica su cui si snoda la rete delle masserie pugliesi. Il progetto Green Road prevede una nuova
organizzazione del territorio rurale attraverso un itinerario innovativo e ricco di suggestioni, che si
sviluppa in percorsi, attività e iniziative nel pieno rispetto dell’ambiente. Un progetto che intende, da
un lato, incentivare lo sviluppo di un’economia ecosostenibile, e dall’altro valorizzare la cultura
artistica, culturale ed enogastronomica della Terra Ionica.
OBIETTIVI E FINALITÀ.
L'obiettivo finale è la costruzione di proposte incentrate sul tema della valorizzazione ambientale e
dell'enogastronomia locale affinchè si possano attirare turisti con diverse motivazioni di vacanza,
contribuendo a destagionalizzare i flussi turistici e a diversificare il paniere dei prodotti. Le attività
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previste dovranno quindi favorire lo sviluppo di forme di organizzazione e aggregazione delle imprese,
attraverso la costituzione di una rete di cui fanno parte soggetti di settori diversi che però condividono
gli stessi obiettivi, gli stessi target e mercati nelle attività di promozione e commercializzazione. La
diversificazione delle attività rurali nel turismo rappresenta un importante motore di sviluppo socioeconomico delle aree rurali medesime.
GREEN ROAD
A – Statte
B – Crispiano
C – Innesto direttrice per Martina Franca
D – Grottaglie
E – innesto direttrice per Brindisi
(Via Appia  Via Francigena)
F – San Giorgio Jonico
G – Pulsano
H – Monti D’Arena
I – Leporano marina
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Il GAL Colline Joniche, in attuazione del progetto della Green Road, coerentemente al Programma di
Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013, Fondo F.E.A.S.R ASSE III Misura 313 – Azioni 1 e
3, intende realizzare itinerari naturalistici ed enogastronomici, di sentieristica compatibile con
l’ambiente naturale. Pertanto lo stesso, con procedure di evidenza pubblica, intende affidare ad
organizzazioni specializzate ed imprese particolarmente qualificate nella materia, la realizzazione delle
infrastrutture e dei servizi permanenti relativi ad itinerari eno-gastronomici e alla sentieristica tematica
correlata alla Green Road.
Coerentemente con la filosofia posta alla base della Green Road, le opere di progettazione e di
realizzazione della sentieristica all’interno del territorio di riferimento devono essere eseguite nel
rispetto degli obiettivi di protezione ambientale e di salvaguardia della natura.
Tenuto conto delle finalità e degli obiettivi posti e della strategia attuativa del GAL Colline
Joniche attraverso la logica della Green Road, la presente relazione disciplina i criteri e le modalità di
attuazione della misura 313 del PSR 2007-2013, attraverso la formulazione degli obiettivi, dei criteri e
delle considerazioni e delle specifiche di cui tenere conto, direttamente o indirettamente, al momento
dell’avvio di opere relative a: sentieri natura, piste e percorsi ciclo-pedonali, ippovie, percorsi rurali,
ecc., con riferimento alle specificità del contesto di intervento. A tal proposito si intende applicare il
Green Public Procurement (GPP) al fine di adottare un metodo di progettazione e realizzazione degli
interventi che devono essere eseguiti minimizzando gli impatti sull’ambiente.
La pratica del Green Public Procurement consiste nella possibilità di inserire criteri di
qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di
acquisto di beni e servizi finalizzata da un lato a diminuire il loro impatto ambientale dall'altro possono
esercitare un “effetto traino” sul mercato dei prodotti ecologici.
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MISURA 313 AZIONE 1
Creazione di itinerari naturalistici ed enogastronomici
I
“Percorsi
enogastronomici”
sono
itinerari
caratterizzati
dalla
presenza
di
produzioni
enogastronomiche tipiche e tradizionali di qualità, inserite in una cornice di attrattive paesaggistiche,
storiche ed artistiche di particolare interesse. Per tali caratteristiche essi possono costituire un sistema
integrato ed innovativo di offerta turistica del territorio rurale e di valorizzazione del patrimonio
enogastronomico locale.
La lunghezza e le caratteristiche di ciascun percorso sono definite in relazione ai punti di
accoglienza, ai luoghi di interesse storico, artistico, ambientale del territorio interessato.
La strategia del progetto generale, finalizzato alla realizzazione degli itinerari naturalistici ed
enogastronomici nel territorio del GAL, Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 20072013, Fondo F.E.A.S.R ASSE III Misura 313 – Azioni 1, deve rispondere a quattro priorità :
1. ideare e sperimentare la messa a sistema dei comuni, quelli già conosciuti e quelli meno
conosciuti, attraverso itinerari culturali originali che attraggano in modo accattivante cittadini e
turisti verso la scoperta di angoli suggestivi, con modalità di percorrenza differenziate;
2. organizzare e sviluppare un lavoro tecnico-scientifico attorno al tema dei beni culturali e naturali
“nascosti”, che esercitano da sempre un fascino speciale;
3. garantire ed esaltare le peculiarità di ciascuno dei territori coinvolti a partire dal paesaggio, la
storia fino a giungere ai dialetti, le tradizioni popolari e le specialità enogastronomiche;
4. creare e realizzare un circuito di promozione del turismo culturale dei comuni del Gal Colline
Joniche, basato sulla reciproca sponsorizzazione attraverso diversi canali pubblicitari di cui non
ultimo la messa in onda di video in cui ciascuna delle città partecipanti presenti le altre realtà
culturali con le quali collabora.
L’asse principale del percorso naturalistico ed enogastronomico, con l’intento di collegare tutti e 11 i
Comuni - Carosino, Crispiano, Faggiano, Grottaglie, Monteiasi, Montemesola, Monteparano,
Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, Statte - protagonisti del Gal Colline Joniche:
•
a nord percorre il vecchio Tratturo Regio Martinese collegando Crispiano a Grottaglie e
4
scendendo con diramazioni verso Statte e Montemesola;
•
al centro si propone di ripercorrere (per quanto possibile), la via dei Pellegrini o via Francigena,
ossia l’antica via che metteva in comunicazione Canterbury con Gerusalemme, e collega con
Grottaglie tutti i Comuni di Montedoro,
•
a sud percorre strade intercomunali a bassa e media percorrenza, collegando S.Giorgio Jonico con
Pulsano, passando per Faggiano.
CRITERI PROGETTUALI.
I ”Percorsi enogastronomici“ sono identificati in modo omogeneo ed uniforme sul territorio mediante:
•
un logo identificativo ed una segnaletica informativa posta sia lungo il percorso e sia in
prossimità dei soggetti aderenti al percorso;
•
messa a disposizione, da parte dei soggetti aderenti, in modo ben visibile ed in prossimità
dell’ingresso o nel locale di accoglienza, di materiale informativo del percorso e dei prodotti
caratterizzanti il percorso;
•
esposizione, da parte dei soggetti aderenti, della mappa del territorio specifico del percorso.
•
una segnaletica informativa, identificata ai sensi dell’art. 39, comma 1, lettera c) capoverso h)
del decreto legislativo 30 aprile 1992, n°285 e smi (Codice della strada), posta sia lungo il
percorso e sia in prossimità di ciascun soggetto aderente, contenente i loghi identificativi di cui
alla precedente lettera c), che dovrà essere conforme alle direttive disposte dalla Regione in
materia di segnaletica al fine di garantire un'immagine omogenea dei percorsi.
•
elementi identitari riconoscibili quali ad esempio :
delimitazioni di aree di sosta con muri a secco;
barriere stradali ecologiche (guard rail in legno) secondo la normativa vigente, esclusivamente
lungo le curve pericolose;
inserimento lungo il percorso, nelle aree di sosta e in corrispondenza degli innesti tra percorsi
principali e secondari, di essenze arboree o arbustive tipiche della zona (vegetazione autoctona)
quali elementi identitari del percorso enogastronomico e più in generale della Green Road.
Inoltre il progetto di individuazione realizzazione dei “Percorsi enogastronomici”, dovrà prevedere
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l’organizzazione di itinerari, da realizzarsi all’interno di comuni appartenenti al GAL Colline Joniche,
che abbinino alla scoperta dei luoghi e dei beni storico-culturali, la scoperta delle risorse
enogastronomiche locali, mediante:
• l’allestimento di “punti ristoro e degustazione” di prodotti e piatti della tradizione locale;
• l’attivazione di servizi volti a favorire la fruizione dei beni storico-culturali e ambientali locali.
L’itinerario deve mirare a valorizzare gli aspetti storico culturali, gastronomici e agricoli del luogo in
cui si svolge e deve prevedere il coinvolgimento di una pluralità di soggetti, fra cui operatori della
ristorazione, operatori culturali locali, associazioni e, necessariamente operatori agricoli locali, in
qualità di fornitori di prodotti agroalimentari locali e/o di gestori di punti ristoro e degustazione
all’interno del percorso.
INDICAZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEGLI
ITINERARI .
Gli itinerari devono essere realizzati attraverso :

definizione del tracciato della rete stradale primaria e secondaria degli itinerari, assumendo come
riferimento il tracciato che risulta dalla planimetria allegata (percorso principale) alla presente con
mappatura delle aziende enogastronomiche, delle strutture ricettive e di ristorazione e dei beni di
interesse storico/naturalistico, direttamente correlati alla rete della Green Road;

cartografia generale e particolare della rete stradale dell'itinerario con indicazioni tematiche relative
alle zone produttive dei prodotti locali (vino, olio, prodotti caseari, etc.), alle imprese produttrici
singole ed associate; imprese singole ed associate produttrici di prodotti tipici della zona; ricettività
agrituristica; delimitazione delle zone turistiche, imprese ed organismi turistici, località e valori
turistici; infrastrutture tipiche della gastronomia e della ristorazione; ricettività alberghiera,
artigianato tipico collegato all'enologia ed alla gastronomia; le industrie enologiche ed alimentari; i
centri culturali le antichità collegate al circuito enogastronomico della zona; tradizioni popolari ed
origini strade collegati alla gastronomia ed alla vitivinicoltura; beni culturali ed ambientali;

studio e realizzazione della segnaletica stradale primaria e secondaria comprensoriale e zonale;

studio e realizzazione della cartellonistica primaria e secondaria;
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
studio, realizzazione ed apposizione dei contrassegni della «Green Road»;

studio, realizzazione ed apposizione dei contrassegni degli itinerari gastronomici garantiti;

ricerca, definizione e adattamenti di aree di sosta attrezzate (chiamate nel progetto presentato ed
approvato in Regione con il nome di “oasi”);
PERCORSO PRINCIPALE
A – Statte
B – Crispiano
C – innesto rete secondaria
D – Innesto direttrice per Martina Franca
E – innesto rete secondaria
F – innesto rete secondaria
G – Grottaglie
La progettazione esecutiva dei percorsi e degli itinerari naturalistici ed enogastronomici, ovvero
l'oggetto del bado di gara connesso al presente capitolato tecnico, deve essere necessariamente integrata
con i contenuti della Misura 313 azione 3 ed ovvero la realizzazione di sentieristica compatibile con
l’ambiente naturale per l’accesso alle aree naturali e alle piccole strutture ricettive. Ciò al fine di
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integrare armonicamente le iniziative da intraprendersi sul territorio ed evitare inutili e dannose
sovrapposizioni.
MISURA 313 AZIONE 3
Realizzazione di sentieristica compatibile con l’ambiente naturale per l’accesso alle aree naturali e
alle piccole strutture ricettive.
CRITERI GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEI PERCORSI.
Sul percorso principale già definito, si allaccia una fitta rete di percorsi secondari, atti alla fruizione del
territorio.
Questi percorsi secondari vengono individuati a seconda del mezzo utilizzato per la fruizione:
•
Bicicletta;
•
Cavalli/Carrozze;
•
A piedi.
L’obiettivo è quello di elevare le opportunità di fruizione di patrimoni e risorse, attraverso una
valorizzazione attiva del patrimonio ambientale e paesaggistico, coniugando identità di lunga durata e
innovazione nel breve periodo, paesaggio e economia, valore di esistenza e valore d’uso in forme
durevoli e auto sostenibili.
Allo stesso tempo gli itinerari dovranno essere rispondenti al tema della promozione
dell’enogastronomia locale, al fine di perseguire una delle principali finalità della Green Road, la Green
Food, attraverso la scoperta delle Masserie, dei loro luoghi di produzione e dei loro prodotti agricoli.
Pertanto nella definizione degli itinerari si dovrà tener conto della presenza di luoghi di produzione
aventi caratteristiche identitarie tipiche del contesto, affinchè il percorso possa essere di supporto alla
loro promozione secondo i criteri del turismo sostenibile.
INDICAZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEI PERCORSI.
I percorsi devono essere progettati con l’obiettivo di favorire un approccio multisensoriale che consenta
a tutti di avvicinarsi alla natura in modo diversificato ed interattivo e devono essere concepiti e
valorizzati anche come strumenti educativi. I turisti possono fruire del patrimonio ambientale e
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culturale sulla base di una corretta gestione dei flussi turistici al fine di salvaguardare le aree
naturalistiche più vulnerabili.
In generale, per la progettazione e la realizzazione dei percorsi risulta di fondamentale utilità e
importanza tenere conto innanzi tutto del contributo che questi devono dare ai fini della promozione
dell’area di riferimento, in coerenza con i seguenti obiettivi:
•
far conoscere un territorio che spesso ha caratteristiche multifunzionali in virtù della presenza di
beni naturalistici, geologici, culturali, archeologici, antropologici, ecc. ;
•
educare i giovani ad un rapporto più attivo col territorio, scoprendo direttamente la trama delle
variabili fisiche e antropiche che lo compongono, anche con l’utilizzazione di specifica cartellonistica
finalizzata all’interpretazione del paesaggio;
•
promuovere il turismo scolastico per la conoscenza delle articolazioni della realtà territoriale in
un sistema di relazioni ambientali;
•
proporre tracciati ciclo-escursionistici, equituristici e di trekking che colgono la varietà dei
paesaggi e degli ambienti dei parchi naturali della Puglia e dell'alto Salento in particolar modo o
itinerari tematici capaci di valorizzare uno specifico circuito turistico;
•
salvaguardare e valorizzare la rete antica dei sentieri definita dalle percorrenze storiche, dai
percorsi dei pellegrini, dagli scambi commerciali e dalla tradizionale attività agro-pastorale,
conservando per il turismo le vie pedonali della fascia pedemontana e montana, ma anche quelle
collinari e di pianura;
•
realizzare un'idonea e funzionale segnaletica finalizzata anche all’interpretazione naturalistica e
per la frequentazione in sicurezza delle aree naturali (con riferimento soprattutto all'escursionista
occasionale, ai gruppi e a chi non conosce a fondo il territorio).
A tal proposito si evidenzia che per la realizzazione della sentieristica occorre fare riferimento
alle “Linee Guida per la realizzazione dei sentieri della rete escursionistica pugliese” in attuazione
di quanto disciplinato con LR
21/2003 e smi “Disciplina delle attività escursionistiche e reti
escursionistiche della Puglia”
Una volta definiti gli obiettivi della rete sentieristica, è necessario evidenziare gli impatti
fondamentali connessi alla sua realizzazione:

la rete sentieristica è una delle cause della frammentazione del territorio che può determinare,
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anche se in maniera contenuta, un’alterazione della funzionalità degli ecosistemi;

il taglio di manutenzione della vegetazione a lato dei percorsi è un fattore di minaccia per le
formazioni vegetali, con particolare riferimento agli habitat di interesse comunitario elencati
nell’allegato I della Direttiva 92/43/CEE;

una fruizione turistica eccessivamente e capillare nelle aree maggiormente sensibili può
arrecare disturbo alle specie animali e soprattutto all’avifauna presente.
Sarebbe quindi auspicabile, in generale, che la rete dei sentieri di un’area protetta:

non preveda ampliamenti e nuove realizzazioni (se non brevi tratti di collegamento), ma utilizzi
prioritariamente i tracciati esistenti;

gli adeguamenti dei sentieri mantengano inalterati tracciati, larghezze, sezioni e profili;

i tagli di vegetazione si limitino a quelli strettamente indispensabili a consentire il passaggio;

siano previsti regolamenti sulla fruizione turistica sostenibile.
Una volta preso atto di quanto detto sopra, è opportuno operare affinché vengano messi in atto tutti gli
interventi necessari alla minimizzazione degli impatti ambientali sia attraverso una corretta
progettazione ed esecuzione del lavori di realizzazione dei sentieri che attraverso le scelte che
riguardano l’utilizzo dei materiali e delle tecniche utilizzate.
CRITERI GUIDA PER LA RIDUZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI NELLE DIVERSE
FASI DELL’OPERA.
Le fasi principali di un’opera di progettazione e realizzazione della sentieristica si possono suddividere
in:

progettazione;

realizzazione;

manutenzione.
La fase di progettazione è la fase fondamentale in cui si devono prevedere le strategie e le misure
idonee a migliorare l’inserimento ambientale e paesistico dell’intervento e a prevenire gli impatti
ambientali che derivano dalla realizzazione di un sentiero o almeno a mitigarne l’entità. Le fasi di
realizzazione e manutenzione sono le quelle in cui gli eventuali effetti ambientali si possono
manifestare e nelle quali devono pertanto essere messe in atto le misure di mitigazione previste dal
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progetto.
Fase di progettazione.
Per la definizione della rete sentieristica, gli itinerari devono essere individuati sulla base di precise
valutazioni e scelte rispetto al sito, alla tipologia individuata, al tracciato da seguire, ecc.. I percorsi
vanno definiti nell'intento di consentire al visitatore una maggiore conoscenza sui valori naturalistici,
paesaggistici, storici e umani presenti sul territorio, minimizzando al contempo l’impatto sugli ambienti
attraversati.
Occorre fare particolare attenzione all'impatto ambientale determinato dalla realizzazione e dal
tipo di fruizione del sentiero. Anche il sentiero, infatti, come altre vie di penetrazione nell’area, se
ubicato senza attenzione alle caratteristiche ambientali o utilizzato in maniera impropria può indebolire
l'equilibrio ambientale e, in zone molto frequentate, può anche causare danni agli ambienti naturali e
seminaturali.
I progetti devono essere accompagnati da un’analisi floristico – vegetazionale relativa alle aree
interessate dal tracciato e da un’analisi faunistica per definire quali specie utilizzano l’area per i propri
spostamenti e il grado di funzionalità dell’area per tali specie, e prevedere tutte le indicazioni atte a
minimizzare l’impatto sulle formazioni vegetali e sulla fauna oggetto di conservazione dell’Area
Protetta.
Inoltre, fin dalla fase di progettazione va definita la capacità di carico degli ambiti naturalistici in
cui è ubicato il sentiero, definendo nello specifico la regolamentazione di accesso e fruizione. Anche
gli elementi di corredo dei sentieri possono avere un insieme di effetti ambientali di cui è
indispensabile tenere conto già nella fase di progettazione della sentieristica al fine di garantire la
salvaguardia degli elementi ambientali e faunistico-vegetazionali presenti nell’area.
In sostanza, è necessario che fin dalla fase di progettazione si prevedano i possibili effetti
sull’ambiente (diretti o indiretti) e che per ciascuno, se pertinente, siano individuate e descritte le
misure di mitigazione previste in fase di realizzazione.
In particolare si deve tenere conto di:
A. Effetti principali (fase di gestione)
•
Creazione di barriere che potrebbero interferire con gli spostamenti di alcune specie
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•
Alterazione della componente vegetale e rischio di propagazione di specie vegetali invasive
e relativa fauna associata
•
Aumento della pressione antropica e dei conseguenti fattori di impatto diretto e indiretto
•
Generazione di rumore
•
Produzione e abbandono di rifiuti
•
Alterazione della qualità delle risorse idriche e compromissione della falda , anche in
relazione alle differenti categorie di utenza (pedonale, equestre, mountain bike, ecc.)
•
Incremento del traffico veicolare (fino ai punti di attestazione)
•
Impatti delle attività di manutenzione, quali: decespugliamento e sfalci periodico,
•
manutenzione fondo, manutenzione delle opere di contenimento terra e delle attrezzature di
sicurezza, manutenzione segnaletica
B. Effetti temporanei o secondari (fase di cantiere):
•
Alterazione fisica dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico;
•
Emissioni di polveri e gas di scarico;
•
Vibrazioni;
•
Rumore.
Fase di realizzazione
I lavori vanno eseguiti tenendo conto di tutte le misure di mitigazione previste nel progetto.
Inoltre nell’esecuzione dei lavori:
•
devono essere scelti periodi differenti da quelli della riproduzione delle specie esistenti;
•
devono essere utilizzati macchinari e attrezzature a basso impatto ambientale;
•
devono essere adottate tutte le misure possibili atte a ridurre il prelievo di risorse naturali, i
•
consumi idrici, i consumi energetici;
•
devono essere adottate misure per la corretta gestione e il corretto smaltimento dei rifiuti;
•
non devono essere utilizzate sostanze tossiche o pericolose.
Anche gli elementi di corredo dei sentieri possono avere un insieme di effetti ambientali che dovranno
essere già stati individuati e valutati in fase di progettazione e per i quali dovranno essere state proposte
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eventuali misure di mitigazione. Per elementi di corredo si intendono:
•
segnaletica principale: tabelle segnavia, tabelle località, tabelle sentiero tematico, tabelle
d'itinerario per bici e/o cavalli, tabelle di adozione sentiero, tabelle per via ferrata, tabelle
"Sentiero per escursionisti esperti", ecc.;
•
segnaletica secondaria: segnavia semplice, picchetto segnavia, ometto di pietre, segnavia a
bandiera, frecce, ecc.;
•
pannelli informativi;
•
piattaforme di appoggio;
•
aree belvedere;
•
punti informativi;
•
aree attrezzate in corrispondenza dei punti di partenza/arrivo;
•
stazioni di sosta per l’osservazione di fenomeni o emergenze naturali, paesaggi e panorami;
•
capanni e strutture per l’osservazione della fauna; cartellonistica didattica e scientifica
riportante le descrizioni delle principali emergenze naturalistiche, geologiche e storiche che
si incontrano durante la passeggiata.
Per quanto riguarda gli impatti ambientali e sul paesaggio degli elementi di corredo è opportuno tenere
in particolare considerazione le seguenti disposizioni:
•
tutti i segnali e le tabelle di via devono essere posizionati in maniera tale da creare il minimo
disturbo alla flora ed alla fauna, sulla base di disposizioni precise indicate nel progetto.
•
per le strutture in legno, il legname deve essere durevole e di provenienza locale. Nel caso in
cui non ci fossero le condizioni per il rispetto di tali condizioni, il 70% del legname di cui
sono costituiti cartelli, segnali e tabelle deve provenire da foreste gestite in maniera
sostenibile (ovvero secondo i criteri di gestione previsti dagli schemi di certificazione FSC e
PEFC).
•
qualsiasi parte del prodotto a contatto col terreno deve essere di legno robusto o deve essere
protetta (impregnata, trattata o ricoperta) in modo che l’acqua non venga assorbita.
Eventuali parti metalliche utilizzate a sostegno dei cartelli devono essere in materiale che
non arrugginisca e che non deturpi il legno.
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•
nel caso le protezioni o parti di esse siano realizzate con metalli (escluse viti, cerniere,
tasselli), i metalli utilizzati devono contenere almeno il 20% in peso di materiale riciclato o
di recupero. I metalli non devono essere trattati con cadmio, cromo, nickel, stagno o
composti di questi. In casi eccezionali, cromo e nickel sono consentiti per parti piccole ed
esposte (viti, dadi, parti meccaniche, ecc.) dove queste siano soggette a usura o devo queste
parti costituiscano un sigillo.
•
le vernici utilizzate per la segnaletica devono essere vernici a impatto ambientale ridotto,
atossiche e prive di piombo e cadmio, e non devono essere apposte su manufatti dell'uomo
di interesse storico- artistico o di testimonianza della vita pastorale. - le sostanze utilizzate
per il trattamento superficiale del legno e i prodotti per la manutenzione del legno non
devono essere classificati come ambientalmente pericolosi.
•
le strutture devono essere progettate e realizzate possibilmente con sistema antivandalico.
Fase di manutenzione.
Ogni progetto deve contenere un programma pluriennale di manutenzione dei sentieri previsti, in cui
siano dettagliatamente riportati i lavori da eseguire e la loro turnazione negli anni, per mantenere i
tracciati sempre efficienti.
Le operazioni di manutenzione consistono principalmente nella pulizia dei sentieri da arbusti ed
erbe infestanti, ma anche negli interventi di livellamento, di risagomatura ai bordi per impedire
l'erosione provocata dall'acqua di scorrimento, ecc. Nelle opere di manutenzione deve essere richiesta
la minimizzazione degli impatti ambientali, sia per quanto riguarda eventuali interventi sul verde, che
per quanto riguarda l’utilizzo di materiali, risorse naturali ed attrezzature. In tal senso occorre
richiedere alla ditta che esegue i lavori di manutenzione una relazione dettagliata sulle misure previste
per la riduzione degli impatti ambientali degli interventi di manutenzione.
PRESCRIZIONI.
Le presenti linee guida forniscono le indicazioni che devono essere tradotte dalla stazione appaltante
nella redazione dei capitolati d’appalto e dei bandi per l’affidamento dei lavori, pertanto dovrà essere
cura delle singole stazioni appaltanti provvedere ad attuare le raccomandazioni generali sopra esposte e
a redigere specifiche prescrizioni obbligatorie da calibrare sulla base delle caratteristiche del sito e del
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manufatto oggetto di intervento.
La stazione appaltante che opta per l’applicazione del GPP nelle opere di realizzazione della rete
di itinerari/sentieri dovrà richiedere la Dichiarazione preliminare di Adeguamento alle Prescrizioni
Ambientali (vedi Allegato) alla ditta già in fase di procedura di assegnazione dell’appalto, ai sensi
dell’art.69 del Decreto Legislativo n.163/2006.
Tali
prescrizioni
obbligatorie
riguardano
la
realizzazione
di
qualsiasi
tipologia
di
itinerario/sentiero e dovranno essere recepite dalle ditte concorrenti insieme alle raccomandazioni
generali contenute nelle presenti linee guida e a eventuali prescrizioni di dettaglio per specifiche
tipologie di sentiero.
Nel cartello di cantiere, oltre ai dati previsti dalla normativa vigente, dovrà essere indicato che nel
cantiere stesso sono rispettate le procedure del GPP previste in sede di progetto e che la relativa
“Dichiarazione preliminare di Adeguamento alle Prescrizioni Ambientali” è disponibile a richiesta
presso il cantiere, gli uffici dell’appaltatore e gli uffici della stazione appaltante.
La Dichiarazione contiene la descrizione dell’ubicazione e l’organizzazione del cantiere rispetto
al contesto territoriale di riferimento, l’indicazione delle misure adottate in fase di cantiere per ridurre
gli impatti ambientali e la descrizione dei materiali utilizzati.
Particolare rilievo dovrà essere dato alle attività di riutilizzo delle terra da scavo e riciclaggio dei
rifiuti, mentre si dovrà assolutamente evitare l’attività di combustione dei rifiuti in loco e l’interro di
scarti di lavorazione.
La Dichiarazione deve anche contenere le azioni compensative e quelle necessarie alla
riqualificazione ambientale delle aree di cantiere, una volta completati i lavori, fornendo chiare
indicazioni sulle misure e sulle sistemazioni che saranno messe in atto dalla ditta.
Le suddette misure adottate in fase di cantiere per ridurre gli impatti ambientali dovranno essere
indicate dall’appaltatore sulla base delle caratteristiche dell’area di cantiere e delle modalità di
lavorazione che saranno messe in atto.
La stazione appaltante dovrà provvedere, in fase di gestione del cantiere e a fine lavori, almeno
con cadenza trimestrale, ad effettuare attività di verifica delle misure adottate nella Dichiarazione
effettuata dalla ditta, provvedendo a comunicare gli eventuali di scostamenti rispetto alla dichiarazione
stessa che devono essere obbligatoriamente e tempestivamente messi in atto dalla ditta, pena
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rescissione contrattuale.
La ditta, durante le attività di cantiere, è tenuta a garantire l’accesso alla stazione appaltante o al
soggetto incaricato ad effettuare il monitoraggio, e a fornire tutta la documentazione e i dati richiesti
durante la verifica in loco.
Ai fini dell’applicazione del GPP negli appalti relativi occorre, quindi, prevedere un impegno
aggiuntivo delle imprese che è finalizzato a proporre un modello sostenibile di cantierizzazione dei
lavori (anche in conformità con quanto previsto dalla legge finanziaria del 2007 che prevede la
promozione dei sistemi di gestione ambientale nei lavori pubblici) che deve essere valutato prima della
fase di aggiudicazione e monitorato nelle fase in e post operam, garantendo in questo modo una
risposta qualitativa alle esigenze di tutela dell’ambiente e di salute dei lavoratori.
Grottaglie in data 06/08/2013
Arch.Giovanni D'Amuri
Area Tecnica Gal Colline Joniche Scarl
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