LONDRA: ENDO-FAP IN VISITA PRESSO LA LOGIC STUDIO
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LONDRA: ENDO-FAP IN VISITA PRESSO LA LOGIC STUDIO
LONDRA: ENDO-FAP IN VISITA PRESSO LA LOGIC STUDIO SCHOOL Dal 17 al 19 ottobre l’ENDO-FAP Nazionale ha organizzato una visita alla Logic Studio School di Feltham – Londra. Hanno aderito all’iniziativa tutti i CFP regionali, ossia l’ENDO-FAP Marche, l’ENDO-FAP Lazio, l’ENDO-FAP Veneto, l’ENDO-FAP Liguria, l’ENDO-FAP Emilia-Romagna e gli ENDO-FAP Sicilia di Palermo e Paternò (Ct). Hanno preso parte all'iniziativa anche Giampietro Brunelli e Luca Calligaro per l'ENAC e Rebecca Minghetti per Scuola Centrale Formazione. Ma cosa sono le Studio Schools? L’idea nasce nel 2006, grazie ad un’indagine elaborata dalla Young Foundation. L’obiettivo era quello di proporre un modello di scuola in grado di contrastare le problematiche sociali giovanili e le disuguaglianze sociali. Nel 2010 furono create le prime Studio Schools, con un crescendo costante che ad oggi ha portato ad un numero complessivo intorno ai 40 istituti scolastici. Caratteristiche base di questo nuovo modello educativo sono: le piccole dimensioni delle organizzazioni, l’apprendimento personalizzato, l’apprendimento basato su problemi/progetti, il profondo partenariato con il mondo delle imprese, il forte tutoraggio, la varietà delle figure di supporto, l’ancoraggio agli standard nazionali relativi alle qualifiche, la figura dello studente come lavoratore, le competenze per l’occupabilità. Lo scenario che ha condotto alle Studio Schools è costituito da problemi quali la dispersione scolastica, il fenomeno dei persistent truants (gli studenti con assenze ingiustificate persistenti), il non soddisfacente livello di apprendimenti nelle discipline del National Curriculum, la carenza dei giovani nelle employability skills (competenze necessarie per l’assunzione) riscontrata da parte delle imprese. Le Studio School possono definirsi Scuole per il Lavoro, come si evince dall’etimologia della parola Studio (traducibile con atelier o bottega o sede di un’attività imprenditoriale). Si tratta di istituzioni formative mirate a dare pieno valore educativo al lavoro, superando la dicotomia fra competenze di base e competenze professionali. I due tipi di competenze vengono collegati fra loro con le cosiddette employability skills, le quali non sono solo dei riferimenti trasversali ma rappresentano il centro del curricolo. Si tratta di vere e proprie competenze per la vita (soft skills) o competenze personali. Tali tipologie di scuole sono assimilabili ad una sorta di impresa giovanile, nella quale i ragazzi fra i 14 ai 19 anni danno spazio alla propria creatività nell’ambito di uno specifico percorso professionale, passando dai primi anni di “apprendistato” fino allo sviluppo di competenze che li rendono esperti ed in grado di aiutare gli allievi più giovani e di partecipare ai profitti dell’impresa. Ogni singola Studio School è legata alle altre da un Trust, che ha il compito di riunire le varie esperienze mediante la diffusione di riferimenti comuni, in termini di metodologia, curriculum, supporto esterno e rappresentanza unica nei rapporti con mondo lavorativo. Le strette relazioni con il settore imprenditoriale si rispecchiano nella particolare attenzione all’occupabilità degli studenti e, dunque, alle competenze direttamente richieste dalle imprese. Da alcuni panel di ricerca è emerso che, nel Regno Unito, le competenze più ambite dalle aziende sono: l’autonomia, la capacità di collaborazione e l’attitudine positiva verso il lavoro. Anche alla luce di questa consapevolezza, il cuore dei curricolo delle Studio Schools è costituito dall’acronimo CREATE: Communication (comunicazione) Relating to People (relazionarsi con gli altri) Enterprise (impresa e iniziativa) Apply (applicazione delle conoscenze) Thinking (pensiero) Emotional Intelligence (Intelligenza Emotiva). Ciò significa che, al termine del percorso formativo, gli allievi dovranno possedere le seguenti doti: capacità di comunicare e relazionarsi con gli altri in modi e contesti diversificati; creatività e spirito di iniziativa; capacità di applicare le loro conoscenze in varie circostanze, al di là del contesto tipicamente scolastico; abilità nell’elaborazione delle informazioni in modo flessibile, al fine di valutare al meglio le situazioni e risolvere i problemi; capacità di gestire positivamente le proprie e altrui emozioni, trovando la strada corretta per esprimerle in modo costruttivo. Pur nella loro peculiarità, le Studio Schools restano delle istituzioni scolastiche a tutti gli effetti, mantenendo i riferimenti agli standard nazionali previsti per gli studenti delle scuole secondarie superiori. Coniugando l’esperienza pratica con l’apprendimento delle discipline tradizionali, questa tipologie di scuole insegna il National Curriculum e offre il GCSE (General Certificate of Standard Education) in lingua inglese, matematica e scienze, oltre ad altri GCSE e qualifiche professionali che sono riconosciuti dai datori di lavoro e dalle università. L’obiettivo è quello di condurre gli allievi al conseguimento di almeno sei General Certificate of Standard Education (GCSE) nei primi due anni. Ciò che differenzia queste scuole dalle altre è la modalità didattica, basata sulla realizzazione di progetti condivisi coi datori di lavoro, modalità che consente di conseguire le certificazioni in inglese, scienze e matematica mediante un apprendimento fondato sulla ricerca, sulla soluzione di problemi e sulla messa in opera di prodotti “commerciabili”. Tre le modalità di apprendimento attuate: • il lavoro reale; • i progetti aziendali legati al lavoro e gli stage esterni; • il programma personalizzato (costituito da lezioni, sessioni di gruppo, attività di recupero e di arricchimento e colloqui personali). L’apprendimento personalizzato permette di costruire sui ragazzi un percorso su misura, sviluppandone i punti di forza, le aspirazioni e gli interessi. Questo approccio è realizzabile mediante una struttura organizzativa ad hoc, con figure professionali diversificate. Lo staff delle Studio School è articolato nel seguente modo: direttore leader didattico alcuni tutor per discipline dei GCSE tutor professionali “allenatori” (coach) In questa organizzazione il docente è tutor, nel senso di educatore in un contesto personalizzato e mirato alla responsabilizzazione, mentre il coach svolge un ruolo chiave per il supporto degli studenti come sviluppo delle competenze e come valorizzazione della loro identità e del loro benessere. Ogni allievo ha il proprio coach personale quale punto di riferimento educativo, per la realizzazione del programma individualizzato di apprendimento. Ogni coach segue 25 allievi, riservando un colloquio personale ad ogni studente circa una volta ogni due settimane. Il coach motiva il giovane, lo incoraggia a diventare indipendente, lo sostiene nella ricerca di nuove soluzioni, inoltre raccoglie le valutazioni intermedie dei propri studenti al fine di presentarle al consiglio di classe per concordare sviluppo di nuove competenze o azioni di recupero. La centralità dell’allievo si esplica nel sostegno alla sua capacità di autoregolazione ed autonomia. L’idea di base è quella del Problem Based Learning o Project Based Learning (PBL), una metodologia di apprendimento fondata sulla risoluzione di un problema o la realizzazione di un progetto. Tale approccio presuppone una modalità attiva e collaborativa di apprendimento, ispirata al concetto classico della formazione professionale, ossia l’imparare facendo. Le conoscenze e abilità non sono astratte e fini a sé stesse, ma apprese mediante lo studio di problemi reali e la realizzazione di prodotti culturali/professionali. Agli studenti vengono affidati problemi/progetti vicini a situazioni reali, ovvero ad eventuali esperienze umane e professionali future. Per rendere il compito più realistico possibile, la commessa prevede un confronto con il mondo esterno all’ambiente scolastico, ad esempio con inchieste, interviste o brevi tirocini. In ogni progetto l’allievo è messo in grado di apprendere quelle competenze (soft skills, competenze chiave di alfabetizzazione, di comunicazione, di calcolo e ICT) necessarie alla realizzazione dei proprio piani personalizzati. In particolare, le soft skills sono evidenziate nel singolo progetto, con la valutazione di aspetti quali la puntualità, la capacità di lavorare in team o di assumere il ruolo di leader, la gestione del tempo, la tenacia. I progetti possono essere affrontati individualmente o in gruppo. Nelle Studio Schools lo studente viene assimilato alla figura del lavoratore, a cominciare dall’esperienza delle stage per 4 ore settimanali già per i ragazzi più giovani (14 anni), fino ad arrivare ai due giorni a settimana (tutte le settimane e per tutto l’anno) dopo i 16 anni. L’esperienza lavorativa è più simile ad un apprendistato che ad uno stage, sia per il grado di coinvolgimento degli studenti nelle imprese che per la remunerazione percepita (dai 16 anni i ragazzi possono ricevere un salario). Anche all’interno della stessa scuola, i giovani vivono da vicino la realtà lavorativa, partecipando alla gestione del bar interno e del Centro di Supporto (Business Center, luogo di documentazione aperto sia agli studenti che alle comunità locali), oltre che all’amministrazione burocratica dell’istituzione scolastica. Ma l’impostazione a dimensione di studente e la personalizzazione del percorso formativo non sarebbe possibile senza un’organizzazione scolastica di mediepiccole dimensioni, assimilabile a quella aziendale. In tal senso, il Trust prevede: scuole con al massimo 300/400 studenti; orario scolastico pieno (9:00/17:00); obbligo di abito da lavoro; spazi diversificati (destinati a sessioni tematiche, progetti individuali, gruppi di cooperazione); possibilità di svolgere, nell’organizzazione scolastica, un ruolo lavorativo (come detto, gestione da parte degli allievi del Bar e del Business Center); massima autonomia ed autoregolazione da parte degli allievi (libera fruizione dello spazio scolastico legata alla responsabilizzazione sui risultati del progetto). Nel rispetto della civile convivenza, si vive in un’atmosfera di libertà e autoregolazione. Ciò non significa assenza di regole ma fissazione di disposizioni condivise in virtù della stessa autodeterminazione. In questo contesto, il tutor non si occupa di controllare i “processi” ma di verificare i risultati dei progetti. La Logic Studio School di Feltham (Londra) fa parte da settembre del Trust e offre corsi nei seguenti ambiti: Event Management; Entepreneurship; Creative Media – Games Design; Computer Programming & Web Design with Cisco; Business Management; International Logistics. Per la visita del 18 ottobre, la delegazione dell’ENDO-FAP è stata accolta dal Direttore Jay Lockwood, il quale ci ha illustrato l’impostazione didattica e organizzativa dell’istituto. La scuola, come le altre Studio Schools, è finanziata dal Governo e garantisce l’insegnamento delle materie classiche, in base al National Curriculum ed al GCSE. Come già accennato, la metodologia di insegnamento è fondata sul PBS, tramite il quale si apprendono non solo le competenze base e professionali ma anche quelle trasversali (soft skills). Ai ragazzi, dunque, non sono affidati compiti ma progetti da realizzare. Si tratta di progetti “aperti”, sulla base delle indicazioni dell’insegnante. Si lavora in gruppo o individualmente. I ragazzi che frequentano la scuola i primi due anni (dai 14 ai 16 anni) seguono un percorso condiviso, mentre dai 16 ai 18 anni svolgono due anni di specializzazione (scegliendo fra i suddetti percorsi formativi). In questa fase, gli studenti hanno 5 giorni a scuola ed un giorno di sperimentazione a lavoro. Sono previste 8 esperienze di lavoro all’anno. Sostanzialmente dai 14 ai 16 anni le aziende vengono a scuola, mentre dai 16 ai 18 anni gli studenti vanno a fare tirocinio in azienda. Come già detto, il curricolo è centrato sulle CREATE (Communication; Relating to People Enterprise; Apply; Thinking; Emotional Intelligence). Lo scorso anno, ha detto il Direttore della scuola, 40 imprenditori hanno intervistato gli studenti delle Studio Schools e sono rimasti impressionati dalle loro capacità. “Gli obiettivi perseguiti per i prossimi due anni – ha sottolineato Jay Lockwood – consistono nella realizzazione di un numero sufficiente di esperienze per il futuro degli studenti (per l’acquisizione delle giuste competenze) e l’assunzione degli stessi da parte delle imprese”. Per il Dir. Lockwood non conta se, al termine della scuola, si proseguano gli studi universitari o si scelga la carriera lavorativa. L’importante è che sia una libera e consapevole scelta. Il pericolo è che si sottovaluti il valore della Formazione Professionale svolta dalle Studio Schools, le quali invece si distinguono per la particolare attenzione data alle aspirazioni dei ragazzi. La Logic Studio School di Feltham è sita presso un complesso scolastico che include altre due istituti, in particolare la Springwest, che ospita ragazzi fra gli 11 ed i 18 anni e nella quale al compimento dei 14 anni si può scegliere di proseguire gli studi presso la Logic Studio School. Quest’ultima riceve dal Governo Britannico 250mila sterline per la gestione ed è completamente gratuita per gli studenti che la frequentano. Gli utenti sono giovani residenti nella zona. La scuola ha strette relazioni con le aziende, prediligendo rapporti di tipo personale, contatti via mail etc. Si tratta soprattutto di aziende medio-piccole locali. I 20 partner commerciali (in particolare DHL) con cui l’istituto collabora offrono agli studenti l’opportunità di conoscere in prima persona il tipo di carriera che possono svolgere in azienda. Questa come le altre Studio Schools rappresenta una sorta di impresa giovanile, dove gli allievi sono stimolati a sviluppare la propria creatività nell’ambito del settore professionale seguito, con margini di progressione che li portano dal primi anni di “apprendistato” fino al raggiungimento del livello di studente “esperto”, in grado di guidare i più giovani e di partecipare ai profitti dell’impresa. L’assimilazione all’azienda si riflette sull’orario scolastico, che si protrae dalle 9 alle 17. Scopo finale della Logic Studio School è quello di far crescere giovani imprenditori e che gli studenti non si chiedano mai il perché abbiano scelto quel percorso di studi ma, viceversa, siano fortemente motivati al perseguimento del proprio obiettivo formativo. L’impostazione Project Based Learning fa sì che la valutazione delle competenze si concentri sul progetto: si valuta la presentazione, il livello di partecipazione, le competenze sulle materie base espresse nel progetto stesso. Nelle Studio Schools non esistono classi, ma una divisione per aree. “Il mio sogno – ha concluso Jay Lockwood – è quello di realizzare alcuni computer games, app e software e venderli (n.d.r. tenendo presente che si tratta di una realtà no profit e che ogni eventuale ricavato viene reinvestito nella scuola). L’incontro è poi proseguito con la visita vera e propria della scuola, assistendo ad alcune lezioni, visitando le aule e gli ambienti di studio ed ascoltando la testimonianza diretta di una studentessa. In seguito alla visita, la delegazione ENDO-FAP ha svolto una breve riunione al fine di proporre considerazioni, scambi di opinione e valutazione delle best practices da applicare presso i CFP orionini. L’ENDO-FAP Sicilia della sede di Paternò ha particolarmente apprezzato la pratica di invitare gli imprenditori a scuola, in modo che possano vedere come lavorano gli studenti e scegliere quali portare in stage in azienda. L’ENDO-FAP Lazio, parlando della sperimentazione sul sistema duale di recente avviata nel CFP di Roma, ha evidenziato che secondo Italia Lavoro le imprese non sono sufficientemente incentivate nella realizzazione del duale, al contrario di ciò che sembra accadere per le Studio Schools. Per l’ENDO-FAP Liguria è lodevole il fatto che gli allievi vedano realmente cosa fanno le aziende, così da poter scegliere quella più adatta per l’attuazione del proprio percorso formativo. L’ENAC, che ha preso parte alla visita della Logic Studio School, ha evidenziato che spesso i nostri docenti non hanno tempo e che il Project Based Learning può aiutare a meglio programmare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. In tal senso il Presidente dell’ENDO-FAP Nazionale Roberto Franchini ha sottolineato la presenza di poche discipline e di pochi docenti nell’ambito delle Studio Schools. L’aspetto dell’innovazione didattica è quello che ha più colpito l’ENDO-FAP Marche, in particolar modo la capacità di motivare i ragazzi nella realizzazione dei propri obiettivi e dei propri sogni. Gli indicatori di qualità su cui valutare un metodo educativo valido devono vertere non solo sulle competenze base e professionali ma anche sulle soft skills (autostima, fiducia, capacità di relazionarsi etc.). Sul fronte dell’occupabilità emerge la tendenza a creare una rete di recruitment. Le rappresentanti dell’ENDO-FAP Emilia-Romagna hanno parlato della loro esperienza di “progetto lavoro”, nella quale sono state messe insieme varie materie nell’elaborazione di lavori concreti. In questa attività i docenti devono essere multitasking, ossia esperti in vari settori (informatica, materie di base, materie professionalizzanti etc.). Particolare stima ha riscosso la valutazione con portfolio delle competenze CREATE. Sempre a proposito di queste ultime, l’ENDO-FAP Lazio ritiene siano applicabili anche nella nostra realtà. E, a tal fine, si suggerisce di rivedere la parte organizzativa, oltre che le singole discipline, fornendo qualche elemento nuovo anche al personale. Forse, propone il Direttore Patrizia Morichelli, con l’impresa simulata (nell’ambito della sperimentazione sul duale) è possibile attuare le CREATE. La soluzione ideale potrebbe essere un mix fra modello italiano, tedesco ed inglese. Il Presidente Franchini ha rilanciato l’idea dell’impresa giovanile e lo sviluppo del coaching. “I coach – ha dichiarato – sono educatori che lavorano più sulla motivazione che sul contenuto disciplinare”. Il problema sollevato dall’ENDO-FAP Veneto riguarda l’attuabilità del modello Studio Schools nel nostro sistema, data la difficoltà delle risorse umane di “vecchia generazione”. A tal fine il CFP di Mestre consiglia un coordinamento sulle Linee Guida in materia di requisiti per il personale, focalizzando l’attenzione non solo sul possesso del titolo di laurea o sulla capacità di formare ma anche su altre caratteristiche. Il suggerimento è quello di vedere la classe come “casa del docente”, per motivare ed incentivare lo stesso. La necessità di docenti nuovi e di norme omogenee è ciò che sostiene l’ENDOFAP Sicilia di Palermo. Dove sta andando la Formazione Professionale? Secondo il Presidente Don Bruno Fiorini stiamo perdendo la peculiarità della FP e andando verso una progressiva scolarizzazione. La direzione suggerita è quella della valorizzazione della Formazione o di una strada verso norme uguali per tutti, sotto l’egida del Ministero del Lavoro. Nella conclusione dell’incontro il Presidente dell’ENDO-FAP Nazionale esorta l’attuazione di nuovi modelli secondo una nostra visione di scuola, dando eventualmente meno attenzione alle norme ed ai vincoli ora esistenti. Le prossime tappe dopo la visita dell’istituto londinese sono le seguenti: traduzione della Magna Charta delle Studio Schools ed elaborazione di un nostro documento; diffusione ed analisi delle Linee Guida CNOS-FAP sull’apprendimento mobile attivo; sviluppo di una leadership. “Le Studio Schools – ha affermato il Prof.Franchini – rappresentano la tesi, l’antitesi e la sintesi, dato che in loro c’è sia l’istruzione che il lavoro. L’aspirazione è quella di creare solo due settori come in Gran Bretagna, Accademic e Professional, puntando su l’istruzione per il lavoro, il lavoro formativo e dando maggior attenzione all’educazione piuttosto che alle norme, nell’ottica della formazione orionina”. A CURA DI ALEXIA AMARICCI - REDAZIONE ENDO-FAP NAZIONALE