scuola o ufficio?
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SCUOLA O UFFICIO? I modi migliori per affinare le proprie competenze ed aumentare le probabilità di trovare lavoro QUANTA FORMAZIONE È SUFFICIENTE? Il possesso di una laurea non garantisce di poter lavorare in un determinato settore, e il “costo” da sostenere per trovarne uno sta aumentando. Tuttavia, i dati diffusi recentemente dall’OCSE mostrano che avere una laurea aumenta globalmente le possibilità di trovare un lavoro: Circa l’85% della popolazione con una formazione universitaria ha un lavoro, contro il 76% delle persone con un diploma e il 56% di quelli che non hanno alcun titolo di studio di livello superiore. Ma, in termini di crescita del proprio potenziale, due gradi sono meglio di uno? Un dottorato è meglio di un master? Fa differenza l’ateneo che si frequenta? La domanda che si pongono molti lavoratori dipendenti è: “Qual è il valore massimo in termini di costi/benefici quando si tratta di formazione?”. Quando sarebbe giusto accantonare l’idea di un’ulteriore formazione e concentrarsi sull’acquisizione di esperienza sul campo? O sarebbe meglio entrare nell’ottica secondo la quale sarà sempre necessario fare entrambe le cose? In questo documento, prenderemo in considerazione i pro e i contro della formazione sul campo rispetto a quella istituzionale, illustrando le strategie più efficaci per migliorare le proprie prospettive di carriera. 2 Un diplomato su quattro a 21 anni è disoccupato. Fonte: Ufficio Nazionale di Statistica, UK 3 LA FORMAZIONE E LA CURVA DELLA DOMANDA Tra i laureati di età compresa tra i 25 e i 29 anni dell’Unione Europea, la disoccupazione è salita dal 7% al 9.2% tra il 2008 e il 2011. Nonostante si tratti di un incremento considerevole, le previsioni erano anche peggiori per i giovani con la sola educazione di base, per i quali la disoccupazione è passata dal 16.1% al 24.3%. Queste statistiche ci ricordano che un più alto livello di scolarizzazione: 1. Aumenta le probabilità di trovare un lavoro 2. Diminuisce le probabilità di essere licenziati in caso di crisi o instabilità del mercato. D’altro canto, l’innalzamento dei costi legati all’istruzione nella maggior parte dei Paesi occidentali rendere difficili da sostenere i benefici economici derivanti dal conseguimento di una laurea nei classici 3anni d’impegno a tempo pieno, in particolar modo dato che una laurea triennale non garantisce un lavoro (ed è stato così per parecchio tempo, anche in passato). Il primo passo nella giusta direzione è esaminare i dati relativi alle prospettive occupazionali di ciascun percorso di studi. Acquisire le competenze giuste - ovvero, quelle più richieste- è importante tanto quanto conseguire il giusto livello di qualifica presso l’istituzione giusta. Lauree diverse, diverse prospettive occupazionali: I dati di Unistats mostrano le seguenti percentuali di laureti occupati entro sei mesi dalla laurea: il 51% dei laureati in business administration, il 78% di quelli con laurea in ingegneria civile e il 73% di quelli con laurea in informatica. 4 Le 10 lauree che garantiscono maggiori possibilità di lavoro (% di laureati nel periodo 2010-11 che hanno trovato un lavoro o intrapreso un ulteriore percorso formativo nell’arco di 6 mesi dal conseguimento della laurea) 99.4% 94.8% 94% e ti ia en a on atr ia i i n z i o a tt in nt ar e a edic e orm do terin n F i o l , m gia ) e ip ina e v isc alla rolo iche c i D u ed d ne Me s., biom e (ad enze sci 91.9% 91.3% 90.9% li) she mi uri a i i gic s G nz o l e ( bio de ria ze pru Agra n ie Sc 90.3% di 89.9% i fic ue g Lin Stu 90.1% ci ri sto o los fi e ie Sc ate m nze i ral e ch ti ma 89.9% nze ie Sc tu na 5 QUANTO BISOGNEREBBE ESSERE QUALIFICATI? Come mostra l’elenco della pagina precedente, le lauree con i più alti livelli occupazionali tendono a richiedere anche una maggiore quantità di studi post-laurea. Il livello di qualifica necessario per ottenere un buon lavoro dipenderà da: Età e livello di carriera: più si è giovani ed inesperti, più porte saranno aperte da un’ulteriore formazione. Ambito di studi/ esperienza: in particolare, in ambiti quali quello scientifico, quello tecnologico, quello ingegneristico o quello matematico, una buona laurea con un ulteriore corso di studi post-titolo garantirà migliori prospettive occupazionali. Ambizioni manageriali/ di leardership: ancora, a seconda dell’ambito e delle dimensioni dell’azienda in cui si lavora, l’esperienza professionale può avere più valore rispetto ad ulteriori qualifiche. Tuttavia, se si ambisce a ruoli da leader quando si è ancora relativamente inesperti, o se si vuole cambiare settore senza fare passi indietro, potrebbe essere necessario dare prova di possedere almeno le competenze teoriche, per prima cosa. In ogni caso, il trend più consolidato è quello relativo al maggiore controllo da parte dei lavoratori sul proprio percorso di carriera. Secondo il Kelly Global Workforce Index 2013, più del 60% dei lavoratori sta cercando attivamente percorsi formativi che consentano di accedere a nuovi ambiti (23%) o sta prendendo in considerazione quest’idea (38%). In genere, ad una età più avanzata corrisponde una maggiore propensione a cercare opportunità di formazione e sviluppo nell’esperienza sul campo. 6 Quale dei seguenti metodi è il più auspicabile per affinare le proprie competenze?* 70% pe Es za n rie sul 58% po m ca rm Fo ne o azi c a nu ti on 31% 26% 19% 19% 18% 16% / o g ar ne ad iali rin rat c bin u za ali zio le e e t ha e a n t n s p c a e w u n s o i b str ri/ rtifi ion ten essio oli otaz Jo r g u a na i Ce fess n f R p ri m ar Ap i pro pro Se nto ali/ e s r o M i n sve zaz z i tra an org 2% ro Alt Il modo in cui i manager possano accrescere i livelli di soddisfazione dei propri dipendenti è: fornire opportunità formative (53%). 7 L’ASCESA DEGLI MBA A livello europeo, esistono dagli anni ‘50, e negli USA da un po’ più di tempo, ma i titolari di un Master in Business Administration sono aumentati in misura considerevole negli ultimi decenni. Per alcune aziende, il possesso di un MBA è oggi il pre-requisito fondamentale per un colloquio. Per quanto riguarda questa qualifica, si riscontrano due tendenze: 1 I detentori di un MBA sono più giovani: l’età media degli studenti iscritti ad un MBA full-time alla Harvard Business School è di soli 27 anni, e molti istituti americani hanno anche studenti ben più giovani iscritti a questi corsi. In generale, più dell’80% degli studenti iscritti a tali percorsi ha meno di 30 anni. Le statistiche relative agli MBA della London Business School indicano che, in media, gli studenti hanno appena 5.5 anni d’esperienza lavorativa. 2 Aumenta la propensione ad assumere detentori di MBA nei settori in crescita Un recente articolo del Wall Street Journal sulla percentuale di crescita degli MBA sembra indicare una certa variabilità tra i settori, per quanto riguarda la propensione all’assunzione. Settori quali tecnologia ed energia superano di gran lunga i servizi finanziari (e perfino la consulenza) quanto a propensione ad assumere titolari di un MBA. Infatti, il numero di aziende tecnologiche che hanno intenzione di assumere detentori di un MBA è salito al 22% tra il 2011 e il 2012 e, in particolare, cresce costantemente la richiesta di studenti con competenze quantitative, in grado di analizzare i dati relativi all’utente ed applicarli ai progetti di espansione strategica e al marketing. Invece, la domanda sembra virtualmente ferma per quanto riguarda il settore dei servizi finanziari. 8 L’ASCESA DEGLI MBA Percentuale d aziende che hanno assunto/ intendono assumere dipendenti titolari di un MBA 2008: 59% 2009: 50% 2010: 62% 2011: 72% 2012: 79%* * assunzioni pianificate Fonte: Graduate Management Admission Council (indagine su più di 800 aziende a livello mondiale) & Wall Street Journal Queste statistiche indicano che: I settori in crescita possono guardare agli MBA come un modo per determinare le capacità di leadership in un pool di talenti inesperti: può essere più vantaggioso conseguire un MBA se si ha in mente di lavorare in settori quali tecnologia e scienze. Ciò perché i datori di lavoro saranno più propensi ad assumere in un mercato di talenti ristretto, e cercheranno manager qualificati (anche se non necessariamente esperti) che guidino i loro percorsi di crescita. Talvolta, un MBA può essere l’unico modo per determinare chi siano tali candidati. Il costo degli MBA equivale a studenti più giovani che ottengono il ROI più alto: posto che gli MBA possono arrivare a costare fino a 75.000 €, conseguirli più tardi lascia un minor numero di anni di lavoro per rientrare dell’investimento. In conclusione, è difficile stabilire se un MBA migliori o meno retribuzione e possibilità lavorative di persone già esperte. Le ricerche riguardanti le retribuzioni dei titolari di un MBA mostrano che, in media, tali percorsi formativi portano a retribuzioni più alte. Inoltre, è difficile che lavoratori più anziani ed esperti intraprendano tali percorsi. Se il tuo obiettivo professionale è avere una promozione in fretta e all’inizio della carriera e hai tempo, risorse finanziarie ed attitudine a studiare in istituti di alto livello, un MBA potrebbe essere una buona scelta. 9 DAI PROVA DELLE TUE SOFT SKILL Non saranno solo i trend economici nell’ambito dei confini di un singolo Stato a determinare le carriere del futuro, ma anche quelle di altri Paesi e, in generale, del mondo. Questo mutamento economico è piuttosto difficile da comprendere per potenziali lavoratori dipendenti perché le barriere nei confronti del lavoro virtuale diminuiscono ogni giorno, il che significa che tanto il dipendente quanto il datore di lavoro possono gettare la rete per acquisire competenze sempre più estese. Nello scenario occupazionale globalizzato, la differenziazione è la chiave. Se il tuo set di competenze è facile da reperire all’esterno o percepito come comune, le tue prospettive occupazionali diminuiranno. Perciò, per essere “spendibile” ed appetibile agli occhi di aziende e società di outsourcing che ti aiutino ad accedere ai loro network, devi sapere che stai offrendo ciò che i datori di lavoro desiderano. La nostra indagine mostra che queste sono le “soft skill” maggiormente presenti nel bagaglio dei lavoratori: 77% 72%69%70% Collaborazione/ Ascolto attivo Comunicazione Organizzazione/ lavoro di squadraverbaleattenzione al dettaglio Il modo in cui dai prova di saper applicare tali competenze nel settore che hai scelto è importante. Cerca di dimostrare le tue soft skill in modo da emergere rispetto alla massa, per esempio: Guidare gruppi di lavoro e think-tank online come Gruppi LinkedIn dedicati al tuo settore può dimostrare praticamente le tue competenze in materia di collaborazione/ lavoro di squadra. Se il Gruppo ha successo ed autorevolezza, sarà la dimostrazione che sei in grado di mettere in connessione tra loro le persone giuste, stimolare la discussione e condividere conoscenza. Ospita webcast o presenzia come speaker ad eventi dedicati al tuo settore per dimostrare le tue competenze in materia di comunicazione verbale e presentazione. La nostra indagine mostra anche che le competenze che i lavoratori sono più propensi ad ammettere di dover affinare ulteriormente sono: 64% 41%37% BilinguismoLeadership/Creatività/ skillsspirito d’iniziativa innovazione Se sei in grado di dimostrare di possederle sia online che offline, sei sulla buona strada per distinguerti dagli altri con qualifiche simili alle tue. 10 CONCLUSIONE Una maggiore formazione migliora le prospettive occupazionali - questo è vero nella maggior parte dei casi. Tuttavia, valutare il ritorno sull’investimento per ogni qualifica ottenuta diventa sempre più importante, man mano che le persone cambiano percorso professionale, le opportunità lavorative diminuiscono e la necessità di acquisire nuove competenze non viene mai meno. Più i lavoratori avanzano nel proprio percorso professionale, più diventa difficile acquisire competenze specifiche in contesti formali e con un occhio ai costi. Per questo motivo, sia le aziende che le persone che vi lavorano debbono prendere decisioni consapevoli riguardo al modo di acquisire competenze che possano accrescere le loro possibilità occupazionali e la loro produttività. Debbono conoscere le dinamiche che regolano la domanda di personale nel settore in cui operano, e debbono cercare modalità creative ma rilevanti per distinguersi dagli altri candidati. Essere consapevoli dei propri obiettivi professionali, di ciò che ci si aspetta di ottenere da qualsiasi nuova competenza e pianificare in anticipo tali risultati garantirà di prendere la decisione giusta per se stessi. 11 FARE CROWDSOURCING TRAMITE GLI ESPERTI KELLY: Stefan Renzewitz Sally Hunter Bence Bak Stefano Giorgetti Lauren Clovis Astrid Akse Stefan è l’Operations Lead per il Talent Sourcing nell’area DACH. Ha una solida esperienza nelle soluzioni per Career Event, Employer Branding e Talent Relationship, incluse la pianificazione e l’esecuzione di campagne incentrate su laureati e giovani professionisti (Business, Ingegneri e IT). Come RPO Practice Lead EMEA per Kelly Outsourcing & Consulting Group, Sally è responsabile della proposta di RPO per le relazioni coi clienti, dall’account management alla consulenza HR. Sally ha una consolidata esperienza nel settore del capitale umano, comprese posizioni di leadership presso account strategici, dalla gestione del cliente per quanto riguarda lo staffing all’aspetto operativo. Bence Bak è EMEA Sourcing Manager. Bence ha 4 anni d’esperienza nella ricerca e nel sourcing di candidati di vari livelli nel settore IT. Attualmente è responsabile della formazione e della conservazione della base di conoscenze per vari stakeholder, della creazione nuovi standard e processi nell’ambito della ricerca proattiva e dell’implementazione di un nuovo sistema IT di carattere internazionale. Stefano è il Managing Director & Vice President di Kelly Services Italia. Ha un’esperienza consolidata nel settore del recruitment e, attualmente, è un promotore dell’innovazione di Kelly, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza del candidato e del cliente. Lauren è EMEA Marketing Manager, con focus particolare su employer branding, comunicazioni verso i candidati e organizzazione di eventi. Con un solido background nella selezione di profili finance e nell’ambito dell’erogazione di soluzioni per la gestione dei lavoratori occasionali, l’esperienza di Lauren spazia dal B2B al B2C. Astrid è HR Manager EMEA in Kelly Services. Dopo aver ricoperto per vari anni posizioni di rilievo nel recruitment, Astrid è ora responsabile dell’HR per tutta la regione EMEA. Astrid ha un profilo internazionale e il suo attuale ruolo, tra le altre cose, è incentrato sulla selezione interna. La promessa di Kelly Siete unici e siete diversi: questo è ciò che vi rende ciò che siete. In Kelly, siamo consapevoli che non tutti vogliono le stesse cose dal proprio lavoro. Che abbiate appena iniziato la vostra carriera o vantiate anni d’esperienza, il nostro impegno è volto ad aiutarvi a trovare il ruolo giusto per voi. Il percorso di ciascuno ha un andamento variegato e nel nuovo scenario lavorativo può essere difficile farsi strada. Su www.kellyservices.it potete trovare utili consigli di carriera e, se volete contattarci direttamente, saremo lieti di esaminare con voi le vostre passioni e la vostra esperienza per guidarvi verso la prossima sfida. Che si tratti di contratti flessibili o in somministrazione o a tempo indeterminato, Kelly è pronta a dare supporto in ogni fase del percorso. Kelly Kelly Services, Inc. (NASDAQ: KELYA, KELYB) è un workforce solutions provider leader a livello mondiale. Kelly offre una vasta gamma di servizi di outsourcing e consulenza, oltre a selezione di personale in somministrazione o per l’assunzione diretta da parte dell’azienda cliente. Con clienti in tutto il mondo, Kelly dà lavoro a più di 550.000 persone ogni anno. Il fatturato 2011 è stato di 5.6 milioni di $. 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