SEI STATO “GOOGLATO”!

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SEI STATO “GOOGLATO”!
SEI STATO
“GOOGLATO”!
INTRODUZIONE
È un’azienda, ma è anche un verbo: “googlare” significa
cercare, investigare e trovare.
Tutti noi googliamo persone famose, aziende, ricette, video
tutorial, ma googliamo anche persone che conosciamo ed
incontriamo di persona. Nella maggior parte dei casi, lo
facciamo per verificare la reputazione e l’esperienza di una
determinata persona, o semplicemente per conoscerla un po’
meglio e scoprire qualcosa in più sulla sua personalità e sui
suoi interessi.
Per queste ragioni e per altre ancora, è probabile che
selezionatori e hiring manager vi googlino.
Che cosa scopriranno facendolo? Lo sapete? V’interessa?
In questa nostra guida, vogliamo aiutarvi a capire come
selezionatori e datori di lavoro valutano le informazioni che
reperiscono online e a superare con successo questo
colloquio indiretto.
2
Il 56% delle aziende si è detto “propenso
a controllare la presenza dei propri
potenziali dipendenti sui social media”*
*Fonte
3
OSSERVATEVI DAL LORO PUNTO DI VISTA
Se avete sostenuto recentemente un colloquio di lavoro, è
probabile che la prima cosa che il selezionatore o il rappresentante dell’azienda ha fatto appena siete andati via (o magari
prima che arrivaste) sia stato cercare il vostro nome su Internet.
Ciò che hanno scoperto in questo modo ha, probabilmente,
influenzato la loro decisione sul fatto di assumervi o meno e ancor più probabilmente- anche il fatto stesso di chiamarvi a
colloquio.
I documenti che inviate al potenziale datore di lavoro (lettera di
presentazione, curriculum, referenze) non sono più le sole cose
che guardano. Infatti, più della metà delle aziende andrà a dare
un’occhiata anche ai vostri profili sui social network.
è un network professionale, per cui lì comportatevi come
se foste al lavoro.
Prendete in considerazione l’eventualità di utilizzare
pseudonimi o anche account distinti per uso professionale
e privato: qui troverete informazioni utili.
Tenete traccia di ciò che postate online: potreste avere
l’esigenza di cancellare vecchi post o profili, quindi è consigliabile avere sempre presente ciò che fate, in modo da
sapere come e dove loggarvi per cancellare qualcosa in
futuro: troverete qui maggiori informazioni.
Ecco perché è importante:
Essere visibili: immagini del profilo nitide e professionali
aiuteranno le persone a riconoscervi immediatamente,
così come la vostra carica, la città in cui vivete, il percorso
formativo e qualsiasi altra cosa che sia strettamente associata a voi.
Controllate regolarmente le impostazioni sulla privacy
sui vostri profili social, per esempio su Facebook. LinkedIn
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Il 35% dei selezionatori ha ammesso di aver
scartato un candidato in base a ciò che ha
scoperto online*
Solo il 33% dei candidati ha dichiarato di
cercare informazioni su di sé per scoprire cosa
potrebbero vedere potenziali datori di lavoro*
*Ricerca di ExecuNet
5
IL SELF-PUBLISHING FUNZIONA
Cosa vede un potenziale datore di lavoro quando vi cerca
su Internet? Avere un profilo LinkedIn chiaro, accessibile e
professionale è il primo passo nella giusta direzione. Ma c’è
molto altro che potete fare se avete tempo e voglia di fare la
miglior impressione possibile (online).
Pubblicando informazioni positive su di voi nei luoghi giusti
sul web, sarete sicuri che le informazioni alle quali tenete di
più risultino ai primi posti in una ricerca online. Inoltre, questo
farà scendere verso il basso nei risultati di ricerca i contenuti
che non siete in grado di controllare, come per esempio
informazioni negative legate al vostro nome e pubblicate da
altri. Assicuratevi di aggiungere al vostro profilo professionale
o sito (se ne avete uno) il maggior numero possibile di dettagli.
Ricordate di mantenerli sempre aggiornati, come se fossero il
vostro curriculum.
Prendete in considerazione modi per costruirvi una presenza
online positiva, per esempio:
Create un profilo LinkedIn e utilizzate lo strumento gruppi
per stabilire connessioni e dare valore alla vostra presenza
agli occhi di persone che operano nel settore o nell’area
geografica alla quale puntate.
Create un portfolio digitale, un blog o una pagina web
che mostrino i vostri risultati e le vostre competenze.
Prendete confidenza con siti di condivisione di
conoscenza come SlideShare e contribuite alle discussioni
o ai blog di settore.
Seguite i webcast organizzati da aziende per le quali
v’interesserebbe lavorare, seguitele sui social media e
partecipate alle discussioni da loro lanciate ogni volta che
lo ritenete opportuno.
6
Potete essere più trasparenti di quanto pensate
Il 37% delle persone dichiara di alterare le proprie
caratteristiche online, tuttavia un recente studio*
mostra che il vostro comportamento online dice
molto dei principali tratti della vostra personalità,
quelli che gli psicologi chiamano “Big Five”
(apertura mentale, scrupolosità, comunicativa,
gradevolezza e nevrosi).
*Fonte: Dipartimento di Psicologia dell’Università del Texas
7
COSA CERCANO LE AZIENDE ONLINE?
Sappiamo che circa la metà di selezionatori e hiring manager
cercano candidati online. Ma cosa cercano esattamente?
SÌ
Tra le altre cose, i recruiter cercano:
Assicuratevi che ciò che pubblicate online sia ben scritto e non
presenti errori banali.
Prove del percorso professionale e dei progetti speciali
realizzati (spesso per verificare il contenuto del curriculum);
Attività nella vostra comunità locale, quali volontariato
o altro di extra-lavorativo, che possa dimostrare il vostro
carattere e i vostri interessi;
Esempi di progetti creativi o di altre competenze che avete;
Prove del fatto che siete effettivamente chi dite di essere.
Mostrate i vostri aspetti positivi, il modo in cui date il vostro
contributo alla comunità in cui vivete e il fatto che mettete
passione in ciò che fate (non limitatevi al solo lavoro!).
NO
Non postate commenti troppo negativi o dispregiativi su altre
persone o precedenti datori di lavoro.
La critica costruttiva va bene, ma inseritela sempre in un
contesto positivo e siate pronti ad argomentare le vostre
affermazioni, se vi viene richiesto.
Non ingigantite le vostre competenze, esperienze o
caratteristiche (fornite sempre le prove di ciò che dichiarate,
se ne avete la possibilità).
8
Un terzo degli intervistati afferma di aver parlato
negativamente del proprio luogo di lavoro sui social
network.*
Il 70% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato
di non sapere se il proprio datore di lavoro ha una
policy HR o generale sull’utilizzo dei social media.**
*ndagine My Job Group 2010 (“I social media sul luogo di lavoro”)
**Fonte
9
I SOCIAL MEDIA E LA LEGGE
Le controversie tra gli individui e i loro datori di lavoro riguardo
all’uso appropriato dei social media stanno diventando sempre
più comuni. I dipendenti ritenuti colpevoli di “abuso” dei social
media sono oggetto di azioni disciplinari e, a volte, perdono il
lavoro. Comunque, ci sono rischi anche da parte del datore di
lavoro.
Dato che anche profili social bloccati possono svelare razza,
religione, età, sesso e situazione familiare di un candidato,
le aziende debbono evitare che si possa pensare che uno
qualsiasi di questi fattori possa aver influenzato negativamente
la decisione di assumere o meno qualcuno. Se così fosse,
l’azienda potrebbe essere accusata di discriminazione e del
mancato rispetto della normativa sulle pari opportunità in
vigore nella maggior parte dei paesi dell’Eurozona.
GERMANIA: la recente discussione di una bozza di legge che
propone di vietare ai selezionatori di visionare i profili social dei
candidati potrebbe stabilire un precedente legale e tracciare la
strada per leggi analoghe altrove.
lavoro ha scoperto il suo blog, nel quale la donna parlava dei
colleghi e dell’azienda. Lei ha portato l’azienda in tribunale in
Francia ed è stata risarcita per licenziamento ingiusto.
RUSSIA: Ci sono stati parecchi casi di dipendenti licenziati a
causa dei commenti postati sui social media. A metà 2012,
una hostess di una compagnia aerea è stata licenziata dopo
un tweet molto controverso riguardo ad un incidente aereo in
Indonesia, che metteva in dubbio la reputazione del proprio
datore di lavoro.
UK: un blogger britannico è stato il primo
dipendente licenziato per aver postato sul
web commenti legati al lavoro, mentre
lavorava per la libreria Waterstone’s. Il suo
cosiddetto blog “umoristico” conteneva
commenti negativi sull’azienda e sul suo
datore di lavoro, che ne hanno provocato
il licenziamento. In seguito, l’uomo ha
presentato ricorso in appello.
FRANCIA: una donna britannica che lavorava in Francia per uno
studio legale inglese è stata licenziata dopo che il suo datore di
10
Più della metà di quanti cercano lavoro in UK
usa i social media a questo scopo*
*Indagine di Simply Hired
11
IL SOCIAL RECRUITMENT PAGA
Per molte valide ragioni, le aziende stanno diventando sempre
più presenti su tutti i tipi di social media. Non stanno spiando,
ma entrando in contatto con i nostri interessi professionali. Le
avete seguite, ora sono loro a seguirvi. In molti modi, abbiamo
invitato l’ambito professionale ad entrare in questi spazi e ora
dobbiamo stabilire insieme le regole di questa relazione.
Inoltre, è evidente che i social media pagano per entrambe le
parti del processo di reclutamento: consentono alle aziende di
stabilire connessioni più a lungo termine con i candidati e possono ridurre i tempi del processo di assunzione, a vantaggio
tanto del candidato quanto dell’azienda.
PERCHÉ I SOCIAL MEDIA FUNZIONANO
PER SELEZIONARE IL PERSONALE:
1.Hard Rock Café: ha individuato tra i propri fan su Facebook
i supporter di determinate rock band, tra i quali ha poi
selezionato lo staff per il nuovo ristorante aperto a Firenze. La
campagna promozionale ha generato 4000 candidature in 4
settimane.
2. Mitchells & Butlers (brand inglese dell’hospitality): ha pagine
Facebook dedicate ai propri brand per generare interesse
verso marchi quali Harvester e Toby Carvery. “I social media e
la condivisione online hanno un ruolo sempre più importante
nella nostra strategia di marketing,” ha dichiarato il recruitment
policy manager James Marriott. “Su ciascuna pagina dedicata
alle offerte di lavoro esiste la possibilità di condividerne il
contenuto su social media quali LinkedIn, Facebook e Twitter,
per consentirci di partecipare alla più ampia conversazione
in atto sul lavoro e stimolare, a nostra volta, conversazioni
riguardanti il lavoro presso la nostra azienda, i nostri brand e il
nostro settore.”
12
Facebook ha 200 milioni di iscritti in Europa,
LinkedIn ne ha 23 milioni*
*Fonte
13
CONCLUSIONI
L’ambito pubblico e quello privato oggi convergono come
mai prima. I social media li fanno incontrare e stiamo tutti
imparando ad avvicinare tali spazi in modo nuovo.
I vantaggi dell’entrare in relazione sui social media con le
aziende per le quali si desidera lavorare sono evidenti. Non c’è
solo la possibilità di stabilire un rapporto a lungo termine e di
capire di più di ciò che piace veramente alle aziende prima di
andarci a lavorare: si ha la possibilità di dimostrare le proprie
competenze ed il proprio expertise ai selezionatori, in un modo
che prima era semplicemente impossibile.
Noi “googliamo” perché vogliamo sapere qualcosa, scoprire,
capire. E le aziende vogliono conoscere te.
Quindi, se vuoi trovare un lavoro più adatto a te, inizia a
stabilire un contatto più stretto con le aziende sui social
network e a capire come queste vogliono entrare in contatto
con te. Non si sa mai a cosa può portare tutto questo e quali
sono le nuove posizioni disponibili ed in linea col tuo profilo.
14
FARE CROWDSOURCING TRAMITE GLI ESPERTI KELLY:
Stefan Renzewitz
Sally Hunter
Bence Bak
Stefano Giorgetti
Lauren Clovis
Astrid Akse
Stefan è l’Operations
Lead per il Talent Sourcing
nell’area DACH. Ha una
solida esperienza nelle
soluzioni per Career
Event, Employer Branding
e Talent Relationship,
incluse la pianificazione e
l’esecuzione di campagne
incentrate su laureati e
giovani professionisti
(Business, Ingegneri e IT).
Come RPO Practice
Lead EMEA per Kelly
Outsourcing & Consulting
Group, Sally è responsabile
della proposta di RPO
per le relazioni coi clienti,
dall’account management
alla consulenza HR.
Sally ha una consolidata
esperienza nel settore del
capitale umano, comprese
posizioni di leadership
presso account strategici,
dalla gestione del cliente
per quanto riguarda
lo staffing all’aspetto
operativo.
Bence Bak è EMEA
Sourcing Manager. Bence
ha 4 anni d’esperienza
nella ricerca e nel sourcing
di candidati di vari livelli
nel settore IT. Attualmente
è responsabile della
formazione e della
conservazione della
base di conoscenze per
vari stakeholder, della
creazione nuovi standard
e processi nell’ambito
della ricerca proattiva e
dell’implementazione di
un nuovo sistema IT di
carattere internazionale.
Stefano è il Managing
Director & Vice President
di Kelly Services Italia. Ha
un’esperienza consolidata
nel settore del recruitment
e, attualmente, è un
promotore dell’innovazione
di Kelly, con l’obiettivo di
migliorare l’esperienza del
candidato e del cliente.
Lauren è EMEA Marketing
Manager, con focus
particolare su employer
branding, comunicazioni
verso i candidati e
organizzazione di eventi.
Con un solido background
nella selezione di profili
finance e nell’ambito
dell’erogazione di
soluzioni per la gestione
dei lavoratori occasionali,
l’esperienza di Lauren
spazia dal B2B al B2C.
Astrid è HR Manager
EMEA in Kelly Services.
Dopo aver ricoperto per
vari anni posizioni di
rilievo nel recruitment,
Astrid è ora responsabile
dell’HR per tutta la regione
EMEA. Astrid ha un profilo
internazionale e il suo
attuale ruolo, tra le altre
cose, è incentrato sulla
selezione interna.
La promessa di Kelly
Siete unici e siete diversi: questo è ciò che vi rende ciò che siete. In Kelly, siamo consapevoli che non tutti vogliono le stesse cose dal proprio lavoro. Che abbiate appena iniziato la vostra carriera o vantiate
anni d’esperienza, il nostro impegno è volto ad aiutarvi a trovare il ruolo giusto per voi. Il percorso di ciascuno ha un andamento variegato e nel nuovo scenario lavorativo può essere difficile farsi strada. Su
www.kellyservices.it potete trovare utili consigli di carriera e, se volete contattarci direttamente, saremo lieti di esaminare con voi le vostre passioni e la vostra esperienza per guidarvi verso la prossima sfida.
Che si tratti di contratti flessibili o in somministrazione o a tempo indeterminato, Kelly è pronta a dare supporto in ogni fase del percorso.
Kelly
Kelly Services, Inc. (NASDAQ: KELYA, KELYB) è un workforce solutions provider leader a livello mondiale. Kelly offre una vasta gamma di servizi di outsourcing e consulenza, oltre a selezione di personale in
somministrazione o per l’assunzione diretta da parte dell’azienda cliente. Con clienti in tutto il mondo, Kelly dà lavoro a più di 550.000 persone ogni anno. Il fatturato 2011 è stato di 5.6 milioni di $. Visita il
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Tutti i marchi appartengono ai rispettivi proprietari. Azienda attenta alle pari opportunità.
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