Testo B - Livello intermedio - Campus

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Testo B - Livello intermedio - Campus
 sECoNdA PARTE - anaLisi DeL TesTo
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IL KIT ANTIBUFALA
Sei strumenti per distinguere tra fatti e fandonie
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1. Occhio alle fonti!
Bisogna sempre verificare se chi fa un’asserzione è competente o almeno si appoggia a esperti. Non tutte le fonti tradizionali, infatti, sono ugualmente attendibili:
un articolo su una rivista tecnica specializzata è più credibile di uno su un giornale
generalista. Meglio poi risalire all’origine, senza distorsioni da passaparola.
Un caso classico di fonti mancanti è la leggenda del cellulare “cuociuova”: due telefonini messi in comunicazione emetterebbero microonde sufficienti a cuocere un
uovo. La fonte della notizia era un giornale russo che, a sua volta, l’aveva presa da
un giornale umoristico britannico.
2. Non fidarti di uno solo
Ci vuole poco a scegliere di proposito qualche dato statistico o qualche fatto per costruirvi sopra una tesi allo scopo di danneggiare qualcuno o per trarre qualche vantaggio personale. Ma ogni tesi deve adeguarsi a tutti i dati disponibili, non solo a una
piccola parte, ignorando i dati contrari: se lo fa, è un bufala oppure una frode. Non
basta neppure il nome di un singolo illustre scienziato: serve un consenso diffuso tra
gli esperti. Il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier sostenne che l’acqua conserva memoria di tutte le sostanze con cui è venuta in contatto. I suoi studi, dopo aver
suscitato molto scalpore, sono stati smentiti e oggi il concetto di memoria dell’acqua
è considerato pseudoscientifico e privo di fondamento.
3. Sani dubbi
Più una notizia è sensazionale, fa leva sulle emozioni o conferma i nostri pregiudizi,
più dobbiamo pretendere documentazione solida e conferme indipendenti. Insomma, affermazioni straordinarie esigono prove straordinarie. Non ci possiamo fidare
ciecamente di notizie inoltrate da parenti o amici, perché a loro volta le hanno ricevute da amici o parenti di cui si fidano, e così via: in questa catena di fiducia spesso
nessuno ha verificato i fatti di partenza. Succede anche con le notizie giornalistiche.
4. Non prestare fede all’improbabile
La spiegazione più semplice solitamente è quella giusta: non è una regola, ma un
criterio pratico, proposto già dai filosofi del Medioevo. Se leggiamo una notizia straordinaria che implica grandi cospirazioni o complesse catene di eventi improbabili,
chiediamoci: «Ma non c’è una spiegazione più banale?»
Prova I nvalsI 1 • l Ivello 2
5. In inglese la verità arriva prima
Immettendo in Google – o in un altro motore di ricerca – le parole chiave di una
notizia (nomi, luoghi, termini inconsueti) insieme alla parola inglese hoax (bufala),
spesso emergono le indagini già realizzate dai detective antibufala, che scrivono prevalentemente in inglese per raggiungere un pubblico più vasto. Inoltre la letteratura
tecnica consultabile su Google è in inglese e quasi tutti i media italiani attingono a
quelli anglofoni. L’inglese è dunque prezioso per risalire alle origini di una notizia,
per verificarla.
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6. Pensa alle conseguenze
Chediamoci sempre: «Se la notizia fosse vera, avrebbe qualche implicazione assurda?» Se leggiamo che i produttori di cosmetici hanno ammesso l’uso di additivi cancerogeni nello shampoo per fare una schiuma migliore o nel rossetto per renderlo più
brillante, perché dovrebbero essere così autolesionisti da ammetterlo? Se si sostiene
che le piramidi egizie furono realizzate da alieni, come mai non troviamo resti delle
loro tecnologie o la loro spazzatura? Se ci dicono che le “scie chimiche” degli aerei
sono irrorazioni segrete di veleni, i piloti di questi aerei starebbero avvelenando
anche le loro famiglie? La risposta svela la bufala.
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(adattato da P. Attivissimo, Per non abboccare, ecco il kit antibufala, in «Focus», dicembre 2013)
lE INfoRMAZIoNI foRNITE dAl TEsTo
B1. Il titolo del testo
A.vuoleincuriosireillettore.
B. anticipainbreveilcontenuto.
C.vuolesiaincuriosireillettoresiaanticipareinbreveilcontenuto.
D.nonvuoledirenulla.
B2. Il testo è suddiviso in 6 sezioni, scandite da altrettanti titoletti. Di seguito sono elencate 6 domande, ciascuna riferita a una sezione del testo. Numerale da 1 a 6 seguendo l'ordine delle sezioni.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
ChecosasidiceinGoogleinlinguainglese?
Chil’hadettoèunapersonacompetente?
Nonsaràunastoriatroppocomplicataperesserevera?
Sefossedavverocosì,checosaaccadrebbe?
Tisembrasaggiofidartidiunasolafonte?
Esistonodelleproveositrattadiunsemplicepassaparola?
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B3. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Nontuttelefontisonougualmenteattendibili.
Ognitesichesivogliasosteneredevetenerecontodituttiidati,anchediquellicontrari.
Unanotiziasensazionalenonhamaibisognodiessereverificata.
Lenotiziericevutedaamicioparentisonosempreaffidabili.
Nonbisognamaiprestarefedeallespiegazionipiùsempliciperchéovvie.
Sonostatesvoltefinoradiverseindaginiantibufala.
LamaggiorpartedelleindaginiantibufalachesitrovanoinInternetsonoinlinguainglese.
Secondol’autoredeltestole“sciechimiche”degliaereisonoirrorazionisegretediveleni.
Secondol’autoredeltestoiproduttoridicosmeticisonoresponsabilidell’uso
diadditivicancerogenineipropriprodotti.
V
V
V
V
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F
F
F
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V F
B4. Il testo si propone due scopi. Quali sono?
A.Indurreilettoriadiffidareditutto.
B. Mettereinguardiailettoridanotiziesenzafondamentodiffusedaimassmediaodalpassaparola.
C.Mostrarelafalsitàdialcuneteoriediffusenellasocietàscientifica.
D.Fornireailettoriqualchestrumentopervalutarecriticamentelenotizie.
B5. A chi si rivolge il testo?
A.Aunvastopubblicodilettoricomuni.
B. Aunpubblicodispecialisti,competentineivarisettoriconsideratineltesto.
Logica
e
grammatica
Individuare il destinatario di un testo
Per capire a chi è destinato un testo, uno degli indicatori più importanti è il linguaggio.
Termini settoriali, di uso infrequente e comprensibili solo agli addetti ai lavori, indicano un testo
destinato a un pubblico di specialisti. L’assenza, o la presenza molto limitata, di termini specialistici
e l’uso di espressioni colloquiali indicano invece un testo destinato a un pubblico di lettori comuni.
Nel testo che hai letto, considera ad esempio la parola bufala: a che tipo di linguaggio appartiene?
lA sTRUTTURA
B6. Quale delle seguenti affermazioni meglio descrive la struttura del testo?
A.Iltestoèorganizzatoin6sezioni,ciascunadellequaliècontraddistintadaunnumeroprogressivoed
èdotatadiuntitolochenesintetizzailcontenuto.
B. Iltestoèorganizzatoinbrevissimeslide.
C.Iltestoèorganizzatoinparagrafi,inciascundeiqualisonoevidenziateleparolechiave.
D.Iltestosisviluppainmododiscorsivo,senzaprecisearticolazioniinterne.
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Prova I nvalsI 1 • l Ivello 2
I vERbI
B7. In 3 dei titoli premessi alle 6 sezioni del testo troviamo lo stesso modo verbale. In due titoli, invece, il
verbo è sottinteso: Occhio alle fonti (= tenete d’occhio le fonti!) e Sani dubbi (= dubitate!). Rispondi alle
seguenti domande.
1.
2.
ual è il modo verbale che troviamo esplicitamente o implicitamente in 5 dei 6 titoli?
Q
Ilmodoverbaleè
.
Di quale tipo di testo è tipico questo modo verbale? Perché?
Questomodoverbaleètipicodeitesti
,perchéèilmodocheserveper
.
Il lEssICo
B8. Nel titolo, oltre alla parola bufala, è presente anche un suo sinònimo: individualo e trascrivilo qui sotto.
Sinònimo:
Ora rispondi alle seguenti domande.
1. Che significato esprime il prefisso anti- nella parola antibufala?
2. In quali delle seguenti parole il prefisso anti- esprime lo stesso significato di quello che ha nella parola
antibufala?
A. antinebbia
B. antipasto
C. antidiluviano
D. anticaduta
B9. Passaparola (riga 5) è una parola composta, formata da verbo + nome. Quali delle seguenti parole sono
costruite allo stesso modo?
A.cassapanca
B. pescespada
C.passaporto
D.aspirapolvere
E.lavapiatti
F.doposcuola
G.portacenere
H.saliscendi
I. sottostare
L.bianconero
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