ottobre 2009 - Stampa Reggiana
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STAMPA REGGIANA AutoGepy AutoGepy periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport www.autogepy-chrysleritalia.it Editoriale Teletricolore srl - Direttore Responsabile: Ivano Davoli - Direzione,Redazione e Amministrazione: Via Pasteur, 2 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/337665 - Fax 0522/397794 E-mail: [email protected] sito web: www.stampareggiana.it - Pubblicità: PUBBLI7 Via Pasteur,2 Reggio Emilia Tel.0522/331299 - Fax 0522/392702 Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr.10590 anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 www.autogepy-chrysleritalia.it Euro 3, 00 SCUOLA MULTIETNICA, I DATI: SIAMO TRA I PRIMI IN ITALIA POLITICA LA SFIDA SUI BANCHI PD, E L’AFFARE IRIDE-ENIA di Giulio Serri La scuola reggiana, che ha cominciato meno di un mese fa le sue attività, è sempre più una realtà multietnica. In pochi anni gli alunni stranieri sono passati da una quota del 10 al 15%, che è la più alta in Emilia-Romagna e tra le più elevate in Italia. Quest'anno complessivamente risultano iscritti 9.896 alunni immigrati da altre nazioni, a cui andavano aggiunti 1.208 bambini che frequentavano i nidi d'infanzia e le scuole non statali e comunali. La quota degli stranieri resta del 15,5% nella scuola primaria elementare, del 14,8% nella media inferiore e del 10,1% alle superiori. Le concentrazioni più rilevanti si registrano a Luzzara (33,3%), Rolo (24,9%), Boretto (22,9%), Novellara (22,8%), di Simone Russo Gli alunni stanieri hanno raggiunto a Reggio il 15%, è la quota più elevata in Emilia Romagna segue a pagina 8 > TURISMO Un bilancio positivo: più presenze in montagna e nella bassa di Donatella Dall’Argine da pagina 11 a 13 > RICORDI Il congresso nazionale del Pd si avvicina (il 25 ottobre le primarie per la segreteria) e anche le diverse sezioni sparse sul territorio reggiano si sono ormai espresse. Il dato che si sta affermando è che queste consultazioni, legate teoricamente a scelte di livello nazionale e regionale, in realtà hanno anche un significato tutto locale. Indipendentemente dal risultato finale, che dovrebbe arridere a Franceschini, il dato del tutto peculiare della disfida alle nostre latitudini è quello di uno scontro tra le gerarchie del partito (orientate a Franceschini), additate come "il vecchio" e le cosiddette "forze nuove del partito", segue a pagina 3 LE “NOTTI” DI ATERBALLETTO SARA’ L’EVENTO DELL’ANNO Quando Bruno Bertacchini trionfava in sella alla Guzzi di Sergio Masini da pagina 23 a 25 Lo spettacolo porta la firma della rockstar Luciano Ligabue, del coreografo Mauro Bigonzetti e il visual artist Angelo Davoli da pagina 19 a 21 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Politica > IL TRAVAGLIATO CAMMINO DEL PD: DALLO SCONTRO FRANCESCHINI-BERSANI ALLA VICENDA IRIDE-ENIA segue dalla prima Simone Russo che hanno trovato il loro habitat nelle schiere di Bersani: il tutto con una perfetta inversione delle connotazioni rispetto al livello nazionale, dove Bersani passa quasi per un nostalgico del Pci, mentre Franceschini sarebbe il fautore di una svolta innovatrice. Siamo quindi prossimi ad un ricambio generazionale nel Pd reggiano? Qualcuno lo teme e qualcuno lo sogna, anche perchè ci sono diversi segnali del fatto che un ciclo sia giunto ad esaurimento. Dal 6 - 7 giugno si sono susseguiti nell'ordine: la vittoria con esiguo margine al primo turno dei due candidati Delrio e Masini, il travagliato pasticcio della formazione delle due giunte, la clamorosa sconfitta degli enti locali nella vicenda Manodori e ora il rischio di una mancata fusione tra le multiservizi Enìa e Iride. Sarebbero tutti segnali del declino della classe dirigente del Partito Democratico, secondo osservatori interessati e non. E' esercizio assai complesso valutare in ciascuna di queste vicende il peso, o l'assenza di peso, della dirigenza provinciale. In ogni caso, lo spirito del tempo pare indicare la prospettiva del cambiamento. Ed è un fatto che le parti giovani del partito, preso atto del fatto che il team formato da Fantuzzi, Delrio, Masini e Castagnetti era sul vascello di Franceschini, abbiano preferito saltare sulle nutrite piroghe di Bersani, per scoprire poi che si trattava di imbarchi solidi e ben muniti: in città il candidato piacentino ha surclassato Franceschini, nonostante quest'ultimo sia stato (diciamolo: con scelte anche discutibili ai congressi di circolo) sostenuto con forza dall'estabilishment locale. Niente da fare, in città la grande maggioranza è con Bersani. Ma attenzione, perchè se si scava dentro questa cornice narrativa del vecchio contro il nuovo si scopre come in realtà il quadro sia un pò più complesso: a sostenere Bersani ci sono tra gli altri Elena Montecchi, Marco Barbieri, Lino Zanichelli, Giovanni Catellani. Insomma, se la dinamica generazionale è sicuramente presente nelle votazioni per il congresso, è anche vero che dietro alle giovani facce bersaniane dei sindaci boom (Alessio Mammi e Andrea Rossi), dei consiglieri targa Bersani si fa largo tra i possibili candidati Mirko Tutino. Nome della mozione Franceschini e spendibile trasversalmente sarebbe quello dell'assessore provinciale Roberto Ferrari. Ma mancando certezza sulla data è chiaro che i nomi di peso stiano ad aspettare prima di esporsi, mentre uno dei più papabili dell'area Bersani, il sindaco accolto le richieste dell'Europa sulle cifre che le multiservizi dovrebbero restituire in quanto ottenute sotto forma di aiuti di Stato illeciti. E qui per Iride è una vera e propria stangata: 130 milioni, invece dei 30 prospettati. A questo punto il rapporto di concambio tra le azioni Enìa dovrebbe essere rivisto: si tratta però di un elemento centra- Pierluigi Bersani Dario Franceschini comunali del capoluogo con ampia messe di preferenze raccolte (Andrea Capelli, Valeria Montanari) si muovono navigatissimi professionisti della politica che un pò ridimensionano questo alone scintillante di operazione novità. Intanto il segretario provinciale Giulio Fantuzzi ha già inziato, con la sponda di molti dell'area Franceschini, a cercare di imporre la sua road map. La sua indicazione, basata su una interpretazione del Pd nazionale, è quella di celebrare il congresso a primavera prossima, mentre gran parte della mozione Bersani e quelli della Marino lo vorrebbero in autunno. Ricordiamo che l'anno prossimo ci saranno le elezioni regionali e molti vedono Fantuzzi diretto a Bologna. Da parte sua il segretario si è detto disposto a farsi da parte, quindi ci attende una lunga cavalcata di trattative per la poltrona più importante di via della Costituzione. Il rischio logoramento è realistico per tutti, e infatti un congresso autunnale viene vista da molti come la soluzione ottimale. I nomi che circolano indicano la ricerca di una mediazione: nell'ala Franceschini è piuttosto gettonato come possibile segretario Simone Montermini, il giovane sindaco di Castelnovo Sotto, mentre in area under 30 di restituire allo stato avrebbe costituito un elemento tale da incidere sul concambio e sulla fusione. L'elemento era ben noto all'amministrazione, tanto che Città Attiva aveva promosso un convegno per divulgare alla città il potenziale rischio di questi elementi. Il Municipio replicò dimostrando poco interesse per le argomentazioni di di Casalgrande Andrea Rossi, ha recentemente detto di non essere interessato. Molti elementi lasciano presagire ampia trattativa per la ricerca di un candidato di mediazione che non scontenti nessuno. Enìa: nozze tribolate tra sviste e ripensamenti Dicevamo che i segnali di uno scricchiolio a livello provinciale della tenuta del Pd è la vicenda Iride - Enìa. Pur trattandosi di un fatto amministrativo, è chiaro che dietro all'unanime favore accordato dai sindaci all'operazione ci fu a suo tempo altrettanto accordo in via della Costituzione. E la figuraccia di queste ore, con l'operazione che rischia di saltare, coinvolge responsabilità di partito, un partito che sembra aver deficitato in spirito critico di fronte all'operazione. Cosa sta succedendo? Per quel che riguarda l'indebitamento complessivo delle multiservizi aviiate a nozze, a metà settembre si è scoperto che la cifra complessiva era aumentata di 700 milioni di euro in 9 mesi raggiungendo i 2,2 miliardi di euro. Un fatto che avrebbe messo in pericolo il dividendo straordinario atteso dai Comuni, specie Torino. Ma il vero problema è scoppiato quando il Governo ha le della fusione, che potrebbe far saltare l'intero "matrimonio". Venuta a galla la notizia, l'amministratore delegato di Enìa Viero e il sindaco Delrio si sono precipitati a dichiarare alla stampa che questo tipo di problema era assolutamente imprevedibile a priori. Una dife- chi chiedeva attenzione, e d'altra parte era troppo tardi: infatti, probabilmente con eccesso di zelo, il consiglio comunale aveva votato favorevolmente alla fusione già a partire dal dicembre precedente. Insomma un bel pasticcio. Un fatto è certo: viste le difficoltà riprende- sa d'ufficio piuttosto prevedibile che si scontra però con i dati della cronaca. Nella scorsa primavera, infatti, il parere sul rapporto di concambio depositato dall'advisor Deloitte aveva messo in guardia i Comuni, affermando che un eventuale aumento dell'importo da ranno sicuramente fiato i sostenitori di una fusione su base regionale con Hera. Una prospettiva interrotta bruscamente e tra notevoli polemiche l'anno scorso, che attualmente pare quasi del tutto impraticabile. Per ora. STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Proprietario Editore Editoriale Tricolore srl - Direttore Responsabile Ivano Davoli - Art Director Roberta Castagnetti Servizi fotografici Stefano Rossi Marco Moratti - Sede e Redazione: Via Pasteur 2 - Reggio Emilia - Tel. O522.337665 Fax O522.397794 Pubblicità: PUBBLI7 Uff. Commerciali: Via Pasteur 2 42100 Reggio Emilia Stampa: Società Editrice Lombarda S.R.L. Via Dè Berenzani 6-26100 Cremona - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1093 del 17/03/2003 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 3 > Opinioni COMUNE, ATTENZIONE AI PROGETTI di Sebastiano Simonini Al rientro in città, ad inizio settembre, ho trovato un centro storico in discreta forma. Complessivamente ordinato, nuove distese e bei negozi, un clima complessivamente positivo. Non che sia tutto a posto, perché leggendo i giornali troviamo molti motivi di preoccupazione fra crisi, cosche, armi e droga, ma l'impressione è che la città e i cittadini sappiano e vogliano comunque reagire a quel torpore depressivo che nei mesi scorsi l'ha fatta da padrone. E credo che anche il dibattito continuo e serrato fra cittadini e Amministrazione stia contribuendo a creare questo clima di nuova consapevolezza. Per cui ricomincio con le mie lamentazioni… dov'eravamo rimasti? Un buon progetto e un'accurata manutenzione. Queste le condizioni essenziali perché un bene pubblico possa essere apprezzato dal momento della sua realizzazione e resistere negli anni a beneficio della comunità. Purtroppo non è sempre così. Qualche esempio? Guardiamo alla nostra città, e iniziamo dal rifacimento dell'accesso ovest, da Parma: molti dissuasori sono stati divelti perché evidentemente troppo deboli e inadeguati all'uso, i lastroni di cemento posti rasoterra hanno molti spigoli già sbrecciati, la statua di Gerra è incro- stata di calcare, la pavimentazione posta all'ingresso della Via Emilia incomincia a muoversi, tutto a distanza di poco più di un anno dalla sua inaugurazione. Un progetto sbagliato. Il Parco Tocci; abbiamo letto delle piastre in metallo che si arroventano al sole e dei ciottoli che scivolano fuori dalle reti di contenimento, materiali sbagliati per un altro progetto evidentemente sbagliato. Della fontana del Valli si è già funzionare. Un altro progetto sbagliato? E non è solo affare di questi ultimi anni, chi non ricorda il primo rifacimento di Piazza Fontanesi, superato dopo pochi anni perché la pavimentazione, rapidamente danneggiatasi, era scivolosa e le protezioni degli alberi pericolose? E l'impianto di irrigazione delle aiuole di Corso Garibaldi, che non ha mai funzionato? Mi fermo, era solo per fare qualche esempio, ma sono convinto che ognuno di noi ne potrebbe raccontare a decine. E la manutenzione? Pensiamo semplicemente all'asfaltatura delle strade. Qualcuno mi sa spiegare perché si danneggiano con tale rapidità? Non solo le rotonde ipertrafficate da mezzi pesanti, ma anche le piccole vie del centro storico sono soggette ad un deterioramento estremamente veloce. Perché le "pezze" che vengono poste a ricoprire buche e scavi resistono di norma solo pochi mesi? Evidentemente vengono fatte male; ma l'impresa esecutrice non dovrebbe fare lavori "a regola d'arte", garantendone una certa tenuta? Leggo della progettata "esportazione del tema della fontana in periferia; luoghi d'incontro per fare comunità" ed ancora del desiderio di "investire sugli spazi pubblici come antidoto alla tristezza della vita passata davanti al piccolo schermo". Spero che tutto questo venga sviluppato facendo tesoro delle esperienze passate, dei molti errori commessi e ricordando che un progetto non è solo un bel disegno con sagome di alberi e di persone che si muovono immerse nell'ideale beatitudine di ambienti irreali e asettici. Buon lavoro! scritto di tutto, così come della "desertificazione" dell'intera area, al punto che si è dovuto correre ai ripari con fioriere posticce. Progetto sbagliato. Via Emilia San Pietro: costruzione di enormi marciapiedi e conseguente restringimento della carreggiata, ristretta a tal punto che il bus non passa se dal lato opposto sopraggiunge una bicicletta… progetto sbagliato. La doppia rotonda di Baragalla, aperta, richiusa e transennata, allo stato attuale non si capisce come, se e quando potrà Mobili Pettenati NON SARA’ UN’ECONOMIA AL GALOPPO di Dario Caselli Dopo il crollo di fine 2008, inizio 2009, l'economia globale sta mostrando segnali di crescita generalizzata, la prima a partire è stata l'Asia, ora tocca ad America ed Europa, secondo alcune stime la crescita globale dovrebbe essere del 3,4% nel 2010, contro una contrazione dello 0,8 di quest' anno. Si tratta tuttavia di un rimbalzo moderato rispetto alla caduta: ad esempio il commercio mondiale tra ottobre 2008 e marzo 2009 è sceso del 20% e da allora si è stabilizzato, grazie ad un rimbalzo del 10% delle importazioni dell'Asia, mentre nelle economie avanzate la domanda è ancora tendente al ribasso. Perché la ripresa sia sostenibile, occorre che crescano anche Usa ed Europa mentre ciò non è ancora avvenuto. Anche il rimbalzo della correzione delle scorte, potrebbe avere come sottostante, anziché la forza della ripresa economica, il fatto che le aziende abbiano reagito al crollo, tagliando più del necessario. Questi segnali non vanno trascurati, ma per una ripresa durevole serve una ripartenza della domanda finale: aziende che incrementano la spesa per gli investimenti e famiglie che aumentano i consumi. Ora le percentuali di utilizzo delle capacità delle aziende sono ai minimi e le difficoltà di accesso al credito per esse, come per i consumatori, rimarranno difficili anche nel 2010. Un altro elemento importante è che le famiglie in molti paesi industrializzati, in partico- APER LA DOM TO E POMER NICA IGGIO il mobile in campagna • Trasporto e montaggio • Personalizzazioni • Ritiro Usato • Iniziative sposi • Studio e progetto arredo • Convenzioni con Aziende e Associazioni OFFERTISSIME IN SALA MOSTRA Pagamento rateale fino a 24 mesi a interessi zero Via G. Ferraroni, 19 - P. Modolena (Re) Tel. 0522.303552 - Fax 0522.793357 www.mobilipettenati.it • e-mail: [email protected] 4 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 V.le Umberto 1°, 53 REGGIO EMILIA ( Ponte di S. Pellegrino di fronte Ospedale Spallanzani) NUOVO OUTLET in V.le Piave 7 REGGIO EMILIA Le scarpe più belle di Reggio ai prezzi più bassi d’Italia lare Usa, GB e Spagna, devono ripagare i loro debiti e ricostruire i loro risparmi, ciò, abbinato all'alto tasso di disoccupazione, lascia poco spazio per un aumento della spesa al consumo. Inoltre, in seguito alla grave crisi finanziaria, i governi e le banche centrali hanno somministrato enormi pacchetti di stimoli all'economia e si trovano oggi a gestire debiti molto grandi. Per stabilizzare le loro finanze, dovranno inevitabilmente aumentare le tasse e ridurre le spese, il passaggio da una politica espansiva ad una restrittiva non potrà che essere un ulteriore freno allo sviluppo economico. Ci piacerebbe che la ripresa fosse forte e repentina, come è stata la caduta, ma gli alti deficit statali e la grande disoccupazione sono fenomeni difficili da riassorbire nel breve, soprattutto se l'economia aumenterà a ritmi moderati ed essi stessi sono, come abbiamo visto, un freno allo sviluppo, impedendo politiche di stimolo, deprimendo i consumi ed aumentando la spesa sociale. Il fatto stesso che l'inflazione dei prezzi al consumo, che non include i componenti più volatiti, quali l'energia ed i prodotti alimentari, stia scendendo sotto l'1% negli Usa ed in Europa è un' ulteriore prova che non ci si attende un' economia al galoppo. Successivamente potremmo avere un quadro di bassa crescita, abbinata a pressioni inflazionistiche, conseguenza delle politiche fiscali e monetarie straordinariamente espansive, fatte fino ad oggi. D'altra parte se la crescita non supera almeno il 2%, è difficile che si verifichi un solido aumento dell'occupazione, che è il vero driver per l'aumento dei consumi. Economia > di Massimo Crotti (*) Da troppo tempo si va consolidando una fuorviante informazione sull'evasione fiscale. Prendo lo spunto da notizie dei media quali, ad esempio: <Scoperti dalla Guardia di Finanza evasori totali per un totale di 12.000 miliardi>. Ebbene, i lettori (meglio ancora, i giornalisti) dovrebbero sapere e conoscere poche, ma assai elementari regole del gioco. L'iter onde pervenire alla individuazione dell'evasore fiscale, totale o parziale esso sia, può, in maniera sintetica, essere cosi' descritto. 1) La Guardia di finanza, braccio armato e operativo dell'amministrazione finanziaria, ha il compito, nella sua funzione di polizia tributaria, di constatare (o contestare) <meglio ancora, di verificare> la situazione complessiva delle imprese. Dopo di che, conclusa la verifica, il comando di zona invia le risultanze (il classico verbale di contestazione) agli Uffici interessati (Agenzia delle Entrate di zona, direzione regionale, Prucure (se vi sono presunzioni di reati), ecc.eccetera. 2) Gli Uffici una volta letto il verbale, hanno un potere discrezionale assoluto, enorme; financo (in estrema ipotesi ancorchè teorico) cestinare il verbale se ritengono che gli elementi in esso contenuti non abbiano nessun rilievo o fondamento sostanziale. Nella prassi, ciò non avviene. Mai. Solitamente, anzi, sempre, accade esattamente l'opposto: gli uffici COME LEGGERE ED INTERPRETARE LE STATISTICHE SUGLI EVASORI per mancanza di mezzi, uomini e tempo procedono ad accertare proprio sulla scorta di quanto emerge dalle contestazioni mosse dai militari. 3) Una volta notificatogli l'avviso, il contribuente (vogliamo chiamarlo evasore? No, non ancora! aspettiamo) ha sessanta giorni di tempo per ricorrere al Giudice Tributario competente, ossia alla Commissione Tributaria Provinciale, instaurando la cosiddetta fase contenziosa. Il Giudice, visti gli atti e sentite le parti, dichiarerà o meno <evasore> quel contribuente <in nome del popolo italiano>. Solo allora (tralascio il fatto che si possa appellare, per semplicita' e per esigenze di spazio) quel soggetto potra' essere definito o no evasore, totale o meno, a seconda della pronuncia. Solo allora potrebbero iniziare le statistiche nelle quali inserire gli evasori, ma solo quelli dichiarati tali dal Giudice. Da quel momento le statistiche sarebbero vere, avrebbero un sostanziale significato; varrebbero, insomma, per potere procedere con logica e serieta'. Sarebbero, di fatto e per legge, statistiche di veri evasori, totali o parziali; e non piu' di potenziali evasori, evasori sulla carta. Purtroppo se le statistiche fossero redatte ed elaborate in siffatto modo vedremmo che su quei 1.000 contribuenti definiti, giornalisticamente <evasori scoperti dalla Guardia di finanza> alla fine solo 10 o 20 sarebbero dichiarati evasori veri dai Giudici. La Guardia di finanza, in definitiva, non scopre e non può scoprire l'evasore: può solo verbalizzare una situazione che solo gli Uffici prima ed i Giudici dopo dovranno vagliare. E ciò in quanto, bene o male, siamo pur sempre uno Stato di diritto, dove che lo si voglia o no, esistono norme di altissima valenza giuridica e sociale. Che poi le norme siano eccessive, o scritte in un cattivo italiano e che diano la possibilita' di essere artificiosamente interpretate, o aggirate, questo è un altro paio di maniche, un aspetto assai piu' complesso. A questo punto sorge una domanda non tanto retorica, quanto cattiva: una statistica basata solo sulle risultanze delle sentenze dei Giudici avrebbe gli stessi effetti sull'opinione pubblica? (*) Vicepresidente Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia Centro Capelli di Marino Lazzarini & C. s.n.c LA GRANDE NOVITÀ BREVETTATA NEL CAMPO DELLA TRICOLOGIA Progetto TRICOLIGHT Trapianto di capelli veri mobile con integrazione graduale, che garantisce MASSIMA TRASPARENZA E NATURALEZZA PER UOMO E DONNA PRIMA DOPO Per informazioni e dimostrazioni pratiche tel. 0522.322122 Via Gandhi, 26 - 42123 Reggio Emilia - Tel. 0522.322122 - Fax 0522.794320 e-mail: [email protected] - www.centrocapelli.it • Sezione Estetica tel. 348 4780291 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 5 l’ora della qualità lunedì - sabato 8.00 - 20.30 martedì 8.00 - 14.00 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Primo Piano > LA SCOMPARSA DI OSCAR ZANNONI PIASTRELLE E FINANZA ERA UN GRANDE CAPITANO D’IMPRESA di Stefano Catellani E' stato il primo a intuire che la finanza, la quotazione in Borsa, poteva essere una 'leva virtuosa' per far crescere le aziende ceramiche che erano nate nel distretto sassolese ma che, anno dopo anno, dovevano fare i conti con la globalizzazione. La visione "internazionalizzata" del settore ceramico Oscar Zannoni l'aveva da molti anni e con le sue aziende in giro per il mondo: dalla Svezia al Portogallo aveva saputo dare una dimensione bilanciata a un gruppo che si posiziona tra quelli di standing internazionale è per questo che 'la lezione' di Oscar Zannoni è importante. Chi ha lavorato con lui non ha bisogno di molte altre parole. E' nei piccoli gesti che Zannoni dimostrava di essere una grande capitano d'impresa. Amava anche la finanza ma senza infatuazioni. Era da molti anni nei 'salotti che contano', quelli milanesi (era socio, con lo 0,30% del capitale, del pat- to di sindacato di Mediobanca aveva legami forti in Fondiaria Sai) ma con un profilo personalissimo. Nel 1997 è stato presidente di CET (Associazione Europea Produttori di Piastrelle). Nello stesso anno è stato anche presidente di Banca Akros e di Azimut. Ora Piastrella Valley ha perso un protagonista e al suo esempio molti nell'area ceramica reggiano modenese conti- in Assopiastrelle prima e in Confindustria Ceramica poi (vice presidente in carica al fianco del presidente Franco Manfredini). C'erano tanti operai e impiegati che lo hanno visto giorno dopo giorno nelle sue aziende, che crescevano. C'era tanta gente che lo ha conosciuto e apprezzato. Ora lascia un vuoto. Improvviso e difficile da accettare ma nel suo I sette presidenti di Assopiastrelle-Confindustria ceramica al cersaie 2008 nueranno a fare riferimento. All'ultimo addio nella chiesa di Casalgrande Alto c'erano tutti. Davvero. C'era il mondo Confindustria che lo ha visto protagonista modo di essere imprenditore di successo c'è una lezione che servirà anche per il futuro per questa crisi che come diceva Zannoni: "Passerà come quelle che abbiamo superato Oscar Zannoni in passato. Passerà se sapremo lavorare tutti con coscienza e impegno". Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica ricorda Oscar Zannoni, vice Presidente dell'Associazione: "Con Oscar Zannoni scompare uno degli imprenditori di riferimento dell'industria ceramica italiana, alla guida di un gruppo multinazionale presente in diversi paesi del mondo con proprie fabbriche. Imprenditore e uomo dalle grandi capacità e dalle importanti e lungimiranti vedute, come dimostrò - tra le altre cose quando nel 1995 riportò sotto proprietà italiana l'unico gruppo ceramico finito in mani estere, oltre che ad essere stato il primo gruppo ceramico ad essere quotato alla Borsa Valori di Milano. Assieme a lui, agli albori della nascita del distretto di Sassuolo - Scandiano, condividemmo l'avvio della nostre rispettive aziende. Un collega, del quale negli anni ho avuto modo di apprezzare le doti umane e professionali, che lascia un grande vuoto negli organi associativi di Confindustria Ceramica". Zannoni con la moglia Loredana Oscar Zannoni lascia due figli Anna e Andrea. A loro e alla moglie Loredana Panzani il cordoglio del gruppo editoriale E' TV L'Informazione e Stampa Reggiana. MONTANARI & GRUZZA S.p.A. VILLA GAIDA (RE) - VIA NEWTON, 38 - TEL. 0522/944251 - FAX 0522/944129 W W W . M O N T A N A R I - G R STAMPA REGGIANA U Z Z A . > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 I T 7 > Scuola multietnica segue dalla prima di Giulio Serri Campagnola (21,4%) e Gualtieri (20,9%). In città spiccavano le elementari del terzo circolo (25,5%), dell'istituto comprensivo Galilei (23%) e del decimo circolo (19,7%). Alle superiori la maggiore presenza si riscontrava all'Ipsia Lombardini (29%), al Filippo Re (29,2%) e al Don Jodi (22,8%). Problema "lingua" Il primo problema, soprattutto per i più piccoli che frequentano la scuola reggiana, resta quello della lingua. Anche quest'anno i piccoli stranieri arrivati da poco tempo a Reggio potranno avere un primo contatto con l'italiano e con i linguaggi dell'ambiente scolastico grazie al progetto "Un ponte per la scuola". L'iniziativa, della durata di due settimane, è rivolta agli studenti dai 6 ai 14 anni, dunque a coloro che frequenteranno qui la scuola dell'obbligo. Non si tratta però di semplici lezioni di italiano, bensì di un approccio attivo e creativo alla lingua, fatto di giochi e parole, all'insegna dello stare insieme e della comunicazione. Ieri era il primo giorno. Fino a fine mese si troveranno di fronte alle attività più diverse per imparare i primi strumenti della lingua italiana: addolciranno così l'impatto provocato dall'entrata in un mondo per loro totalmente nuovo, quello della scuola reggiana. "Il progetto è nato nove anni fa - raccontano da 8 STAMPA REGGIANA Reggio scuola - dopo aver acquisito la consapevolezza, insieme agli insegnanti delle scuole, che occorrevano delle nuove strategie di accoglienza per i bimbi stranieri che andavano a inserirsi nelle scuole reggiane". L'intento principale dell'iniziativa è infatti costruire un dialogo continuo, fatto di ricerca, scambio e collaborazione, tra questa realtà, le scuole e il territorio. L'attenzione in questo caso è rivolta soprattutto alle strategie educative. "Nell'insegnamento dell'italiano non partiamo dalla grammatica, ma ci concentriamo innanzitutto sul bambino - fanno sapere - nel senso che prima di tutto lo ascoltiamo, partiamo dalle sue esperienze che poi risultano utili a tutto il gruppo, in modo da creare anche uno scambio tra culture diverse. Questo rende più coinvol- > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 gente l'apprendimento di una nuova lingua". Le difficoltà maggiori in genere si hanno con i bambini cinesi: "Il loro alfabeto è diversissimo dal nostro, più di quello arabo, ed è differente persino l'intonazione della lingua". I tempi sono quindi diversi per ognuno ma le docenti assicurano che alla fine i risultati arrivano. Gli strumenti usati sono principalmente il gioco, la fiaba e l'espressione, con un approccio attivo da parte del bambino. Essenziale quindi il ruolo dell'adulto-educatore. Asili multietnici Una scuola dell'infanzia, quella reggiana, forte della pedagogia malaguzziana che la rende famosa in tutto il mondo ma che deve altresì fare i conti con i fenomeni della globalizzazione e della multiculturalità ormai delle costanti in una città come la nostra dove la densità di immigrati è altissima. Le scuole dell'infanzia comunali della città sono ventuno. Dei 1.881 bimbi che le frequentano 215 sono extracomunitari, l'11,5% del totale. Sono soprattutto famiglie che vengono dalla Nigeria, Marocco, Albania, Ghana e Tunisia anche se sono in notevole aumento i bambini che provengono dalla Russia e dalla Romania. La frequenza, obbligatoria dalle 8 alle 16 è basata su una retta strutturata in sette fasce che va dai 61 (la più bassa) ai 199 euro (la più cara). "Dallo scorso invernocommenta la Presidente dei Nidi e delle scuole dell'infanzia di Reggio Sandra Piccinini- stiamo facendo fronte ad alcune agevolazioni per le famiglie dove almeno uno dei due genitori ha perso il lavoro o è cassintegrato. In più ricordo gli aiuti per le famiglie numerose o con fratelli e sorelle nello stesso asilo".Alle statali i numeri cambiano: dei 945 bimbi frequentanti circa trecento sono di origine extracomunitaria e rappresentano il 35% totale. Il dato va spiegato su due fronti, da un lato la scuola dell'infanzia statale offre la possibilità di frequenza gratuita part time senza il pasto agevolando così i genitori, dall'altro qui le iscrizioni sono sempre aperte anche in pieno anno scolastico. Dunque per una famiglia straniera, magari appena arrivata in città, trovare nell'offerta statale la possibilità di inserire prima il proprio bimbo. Anche le rette qui sono meno care: da un minimo sempre di sessanta euro ad un massimo di 148. Ma la vera novità per le scuole statali è determinata dall'apertura di una nuova struttura che sarà operativa a fine settembre in via Caravaggio e che ospiterà quattro sezioni per cento piccoli che potranno frequentarla. A completare il quadro delle scuole dell'infanzia presenti sul territorio sono le scuole cattoliche appartenenti alla Fism. Dei 145 bimbi che frequentano gli asili di ispirazione cristiana sul territorio comunale di Reggio, l'8,8% è immigrato. "Un dato in crescita- fa sapere la presidente Mariannina Sciotti- anche perchè noi siamo aperti a qualsiasi appartenenza religiosa della famiglia, basti pensare che l'imam di Santa Croce manda i suoi figli da noi". Si chiama, dunque, multiculturalità, la sfida più importante per la scuola reggiana. Scuola multietnica > Intervento GARANTIRE A TUTTI IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE di Morena Conti psicologa Il 21 settembre presso il centro internazionale Malaguzzi di Reggio Emilia si è tenuto il convegno intitolato: "Bambini, ragazzi e giovani, uguali e diversi, ieri e oggi a scuola", al quale hanno partecipato l'assessore all'educazione di Reggio Emilia (I. Sassi), la direttrice del USL (M. Martini), Don Mazzi e altre figure di riferimento nell'ambito scolastico. Ciò che è emerso subito evidente è il clima politico e sociale che si vive in questi ultimi tempi; questo desta forti preoccupazioni, in particolar misura se si parla del tanto discusso e acceso problema della scuola. Le questioni legate a tale argomento sono assai complesse e ancora ignote, molto spesso lasciate alla buona volontà dei singoli. La riflessione ha toccato diverse argomentazioni tra le quali il come oggi la scuola deve interrogarsi per rispondere alle problematiche ed alle esigenze di una società diversa, più allargata, in cui le uguaglianze e le differenze dei bambini e dei giovani d'oggi sono cambiate rispetto al passato: non si tratta più solo dei figli di operai o di contadini, ma anche dei figli delle famiglie immigrate, giunte in Italia per trovare la speranza di una vita migliore. Pertanto, ci troviamo difronte alla delicata questione dell'integrazione degli immigrati: non si parla unicamente di alfabetizzazione, ma anche di un progetto di vita oltre la scuola. Si è parlato inoltre di garantire accoglienza e integrazione, e non per dovere di paternità, ma per costruire un progetto che permetta un orizzonte migliore, con una società più integrata non solo tra i cittadini autoctoni e gli immigrati, ma per tutti i cittadini che assieme devono vivere e condividere le medesime difficoltà. Sembra esserci però un arretramento della scuola ed anche in tanti altri campi. Tutto ciò che fino ad ora è stato costruito, sembra venga rimangiato in modo involutivo dalla società odierna. Si parla di "frammentazione", di "isolamento" delle parti, incapaci di trovare una via di uscita. Il contributo sul piano nazionale lascia perplessi. L'abolizione della scuola a tempo pieno, le restrizioni economiche, l'imposizione del maestro unico, della mancanza del materiale didattico, ed altri, sono argomenti trattati durante l'incontro. Tra i presenti mi ha colpito l'intervento di un'insegnante di supporto che descrive la realtà scolastica paragonandola a quella del terzo mondo, ove manca addirittura il gesso, oppure dove l'insegnante deve contribuire per ri- Mariella Martini spondere alle esigenze contingenti, assistendo, oltre che i bimbi diversamente abili, anche quelli immigrati (nonostante non rientri nel proprio ruolo). Fino a che punto la volontà e la motivazione individuale potranno sostenere l'operato che spetterebbe alle parti sociali? E soprattutto, se pensiamo all'inevitabile situazione di incertezza e di paura, come troveremo le nuove competenze che devono ancora essere pensate? Sia ben chiaro, non certamente per demerito degli insegnanti, ma solo per i cambiamenti contingenti della società e per i provvedimenti degli organi preposti che sono lontani dalla realtà. Nonostante il pessimismo che si respira, entusiasma la solidarietà dimostrata tra le parti presenti. Il messaggio da riportare e trasmettere è che occorre attaccarsi alle piccole cose, alle microstorie, dove ognuno di noi parla della propria esperienza perché solo questo è consentito al momento, sperando che una nuova spinta innovatrice possa cambiare sogni concreti delle famiglie (vedi anni 70 quando le donne cominciavano ad occuparsi di attività lavorative extrafamiliari retribuite, per adempiere e risolvere il problema dello svolgimento del programma didattico educativo e formativo, oltre che tenere i bambini as- Assessore Iuna Sassi qualcosa a livello più generale. "Occorre valorizzare le briciole e comunicarle". "Occorre trovare dei varchi e comunicarli ad altri". In tal senso l'impegno della città di Reggio Emilia ha sempre dimostrato ed ottenuto risultati eccellenti, in vari ambiti del sociale, in particolar modo nel mondo della scuola e della salute mentale, offrendosi come modello per tante altre città. Oggi la scuola è la scuola della realtà, è "la scuola di tutti per tutti" che deve garantire il diritto all'istruzione e all'integrazione; se non sarà in grado di fare questo non avrà più futuro. Occorre interrogarsi sul problema del tempo pieno piuttosto che del modulo o del dopo-scuola, perché se il tempo pieno è nato per rispondere ai bi- sieme), rimuoverlo significherebbe ritornare ad una discriminazione classista, nella quale solo i più agiati avrebbero la possibilità di garantire un futuro migliore ai propri figli. Occorre garantire il diritto all'istruzione, alla salute e al benessere di tutti! La scuola, in questa nuova prospettiva, dovrebbe rappresentare un nodo fondamentale all'interno di una rete molto più ampia. Credo che l'incontro abbia portato nuovi germogli, nuove idee su cui riflettere e tanta disponibilità delle parti presenti. Si è parlato infatti della possibilità di integrare le potenzialità del personale statale con quello comunale onde garantire il percorso oltre il tempo scolastico, nel quale anche le famiglie e gli stessi STAMPA REGGIANA ragazzi più "fortunati" avrebbero l'opportunità di aiutare quelli in situazioni più disagiate, agendo secondo la logica della "comunità oltre i confini", in cui la differenza non solo rappresenta un problema aggiunto, ma anche e soprattutto un valore ed una ricchezza. Ritengo sia stato molto interessante l'intervento di don Mazzi, sulla questione dell'insegnamento della religione: si potrebbe iniziare a proporre il testo del Vangelo alla stessa stregua della Divina Commedia. Mi rendo conto che tutto questo sia ancora in uno stato embrionale ma occorrono tante idee nuove per rispondere ai bisogni di ognuno, mettendo in gioco le potenzialità di tutti i partecipanti. Ora sembra proprio che non si possa fare diversamente! Il convegno è terminato riportando la frase di una femminista che nel luglio scorso (rivolgendosi alle giovani donne che oggi sorgono all'impegno e si avvicinano ai grandi temi che la questione femminile pone sul tappeto), ha voluto evidenziare e ripensare un aspetto di estrema importanza per il ritrovamento di una nuova strada che occorrerà percorrere assieme: "ricordate che le nostre conquiste sono state da voi ereditate, ma non sono ereditarie" e così anche i nostri giovani hanno ereditato un bottino, basato sulle lotte e conquiste precedenti, ma che non è da considerarsi ereditario. Ai diritti ottenuti, alle conquiste, va fatta manutenzione. Occorre narrare che la storia, anche la propria, va in questo senso. [email protected] > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 9 DONNA UOMO BIMBO INTIMO CASA BLAUER JOHN BARRIT LUISA VIOLA MELTIN’POT REFRIGIWEAR INGRAM LATTEMENTA GAS MUSEUM LINEAEMME B.YOUNG MISS SIXTY WOOLRICH I BLUES CLUB DIESEL TOKIDOKI CARLO PIGNATELLI DIVINA PEPE JEANS LONDON ENERGIE LOSAN OUTSIDE KARTIKA CALVIN KLEIN PHARD MRK LEBOLE DENNY ROSE MARLBORO CLASSIC WRANGLER LUBIAM U.S. POLO ASSN. MARINA YACHTING GREASE L.B.M. DEGRADÈ NAPAPIJRI CATBALOU SARABANDA PETIT BATEAU SCOTCH & SODA PLAYLIFE ADIDAS Via Matilde di Canossa 2, Quattro Castella (sulla tangenziale) (RE) Tel. 0522.887159 Chiuso lunedì mattina Sabato orario continuato STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Attualità > DALL’APPENNINO ALLA BASSA E’ AUMENTATO IL TURISMO SPORTIVO E NATURALISTICO di Donatella Dall’Argine Primi bilanci per gli operatori turistici reggiani sull'andamento della stagione estiva appena trascorsa. Dall'Appennino alla Bassa hanno vinto la sfida soprattutto le strutture che hanno contenuto i prezzi e le località che hanno saputo dare vita a manifestazioni e iniziative nuove. Nel panorama dell'offerta turistica provinciale accanto alle forme classiche di turismo, sono emerse nuove tipologie e modalità di fare vacanza e di intendere il turismo. Il mercato dell'offerta, nonché quello della domanda, si sono presentati sempre più articolati e segmentati e si è notato un evidente orientamento verso una diversificazione dei bisogni e delle esigenze. Si è confermata la tendenza, già emersa da alcuni anni, di soggiorni più brevi, spesso concentrati nei week-end e una richiesta maggiore di servizi rispetto al passato, anche da parte delle categorie a reddito medio-basso. Gli utenti hanno chiesto servizi segue a pagina 12 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 11 > Attualità segue da pagina 11 sanitari anche nelle piccole località, maggiori collegamenti pubblici, manifestazioni e negozi aperti anche la sera e animazione negli alberghi. La villeggiatura tradizionale si è rivelata nettamente in calo , mentre è aumentato il grande interesse da parte dei più giovani verso strutture extralberghiere come rifugi, agriturismi, campeggi e B&B che consentono, a prezzi accessibili, un maggior contatto con l'ambiente circostante. Le strutture più all'avanguardia e attive, le più concorrenziali sono state quelle che hanno offerto maggiori servizi, che hanno stipulano convenzioni con associazioni e federazioni sportive e che hanno curato l'aspetto promozionale. E' stato registrato un notevole aumento di turisti stranieri, il gran numero di guide e cartine di sentieri vendute sono indicative di un interesse senza precedenti verso l'attività escursionistica a piedi, in mountain bike o a cavallo. Valorizzazione della natura e pratica sportiva si sono combinate perfettamente: l'offerta degli itinerari è stata completa e diversificata e ha permesso di apprezzare molti degli ambienti e dei paesaggi più tipici dell'Appennino. Altrettanto si può dire per le gite in motonave lungo il Grande Fiume, occasione per tappe golose, culturali e musicali. Il turismo delle motivazioni ha superato notevolmente quello delle destinazioni, con il risultato che non è più determinante solo il luogo di vacanza ma, e soprattutto, le attività che in quella determinata località possono svolgersi. Il consuntivo del mercato turistico reggiano indica ad oggi che tra i diversi interessi della clientela sono cresciuti nell'estate 2009 quelli legati alla vacanza attiva, al divertirsi e al fare sport. VACANZE IN BICICLETTA : TENDENZA VINCENTE PER L'ESTATE 2009 Il cicloturismo è stata la tendenza vincente per l'estate 2009. Un trend in crescita e particolarmente adatto ai tempi, uno dei modi migliori per gustare e scoprire il nostro territorio. L'Appennino reggiano, in particolare, propone tutto l'anno interessanti opportunità a chi sceglie di trascorrere la propria vacanza sulle due ruote: enti pubblici e imprenditori privati offrono pacchetti tutto compreso per i cicloturisti, che possono scegliere splendidi itinerari segnalati, con vari gradi di difficoltà, attraverso i quali andare alla scoperta di rocche, castelli, eremi, conventi e altri luoghi di storia, arte e cultura. Senza dimenticare la possibilità di effettuare ritempranti soste enogastronomiche tra una pedalata e CAMPAGNA RECLUTAMENTO VOLONTARI l'altra. Percorrere l'Appennino in bicicletta è una delle esperienze più rasserenanti e piacevoli che ci possano essere per il turista e l'escursionista. Lo "slow tourism" sulle due ruote è sempre più seguito e praticato sia in estate che in inverno, lungo i fiumi e tra i monti. La vacanza in bicicletta è salutare ed entusiasmante, fa bene a mente e fisico, permette di associare ad un momento di relax la cura della propria persona e di ritrovare un contatto davvero unico con la natura e con sé stessi. I percorsi in bicicletta consentono anche di andare alla scoperta delle bellezze di parchi e riserve naturali che rendono la provincia di Reggio Emilia una grande oasi verde. ,VWLWXWR3URIHVVLRQDOHGL6WDWRSHUL6HUYL]L6RFLDOL&RPPHUFLDOLH7XULVWLFL www.crocearancione.re.it • [email protected] VHGLGL5HJJLR(PLOLD1RYHOODUD &RUVLGLXUQLSHULOFRQVHJXLPHQWRGHOGLSORPDGL6WDWR FRQDFFHVVRDTXDOVLDVLIDFROWjXQLYHUVLWDULDLQ MONTECCHIO EMILIA CAVRIAGO, SAN POLO BIBBIANO 7(&1,&2'(//$*(67,21($=,(1'$/( 7(&1,&2'(,6(59,=,785,67,&, 7(&1,&2'(,6(59,=,62&,$/, “Pensa ad un modo di verso di stare in sieme” Corsi serali per Operatore e Tecnico dei Servizi Sociali /·,VWLWXWR´'RQ,RGLµqWHVWFHQWHUSHUODSURYLQFLDGL5HJJLR(PLOLD ULFRQRVFLXWRGD$,&$$VVRFLD]LRQH,WDOLDQDSHUO·,QIRUPDWLFDHGLO&DOFROR$XWRPDWLFRSHULOFRQVHJXLPHQWRGHOOD 3DWHQWHHXURSHDGHOFRPSXWHU (XURSHDQ&RPSXWHU'ULYLQJ/LFHQFH &RQVHVVLRQLG·HVDPHPHQVLOL VHGHGL5HJJLR(PLOLD SERVIZIO AMBULANZA 118 • Amministrazione Tel. 0522.861226 • Fax 0522 865270 12 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 9LDGHOOD&DQDOLQD 7HO (PDLO MRGL#UHQHWWXQRLW (&'/ 3HULQIRUPD]LRQLZZZLRGLUHLW VHGHGL1RYHOODUD ,RGLGRYHLOODYRUR LQFRQWUDODVFXROD 9LDGHOOD&RVWLWX]LRQH 7HO (PDLO MRGLQRYHOODUD#WLQLW Attualità > INTERVENTO DI PIERLUIGI SACCARDI Il Vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, è anche Presidente dell'Unione di Prodotto Appennino e Verde, importante organismo pubblico-privato delegato dalla Regione alla promozione turistica della montagna e delle aree verdi. "La stagione turistica è stata fiacca in giugno-luglio ma si è ripresa bene in agosto -spiega Pierluigi Saccardi- Il motivo di queste oscillazioni è il solito: l'andamento climatico che in montagna, sia in estate che in inverno, fa la differenza. Agosto è stato caldo e sereno e ha favorito la ripresa. Per quanto riguarda la montagna c'è da dire che nella stagione estiva, sia nelle Alpi che negli Appennini, c'è una generale perdita di competitività da cui si salvano gli operatori che hanno puntato sull'innovazione e sulla qualità. Buoni risultati si sono visti per le proposte di turismo sportivo, dai grandi raduni nazionali, come quello di settembre a Castelnovo nè Monti, agli itinerari in mountain bike o a cavallo". LA MODA IN TUTTE LE TAGLIE L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa. Valentino 7JB.BJFMMB3FHHJP&NJMJBDP$FOUSP$PNNFSDJBMF3FHHJP4VE 5FM 03"3*0F$IJVTP.BSUFEÑQPNFSJHHJP STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 13 > Cinema di Paolo Ferraroni Si è conclusa con un bilancio più che positivo l'ottava edizione del Reggio Film Festival, dedicata alla follia e inserita in un contesto culturale in perfetto collegamento con la Settimana della Salute Mentale. Tra le conferme di questa edizione, il gran numero di opere straniere (più di tre quarti dei cortometraggi proiettati non erano italiani) . Tra le note positive il sempre maggior coinvolgimento degli altri comuni della provincia, col comune di Gualtieri che si è aggiunto alla ormai consolidata collaborazione col Cinema Eden di Puianello e col cineclub Peyote, oltre all' aumento di pubblico rispetto alla passata edizione. Ormai tra i reggiani si contano moltissimi appassionati di questo genere. Alcuni di questi si spostavano dal Gerra alla Cavallerizza cercando di vedere più opere possibili, rinunciando a qualunque incontro o spettacolo presente in programma pur di non perdere una proiezione. Per non parlare di quelli che si sono lamentati poichè, con le due sedi che proiettavano in contemporanea opere diverse, non era possibile vedere tutto. Dei veri appassionati del genere! Durante le quattro giornate del Festival sono stati proiettati anche alcuni corti di filmaker reggiani, alcuni dei quali sono entrati nella lista delle opere valutate dalla giuria per il Primo Premio, ma purtroppo nessuno di questi ha avuto riconoscimenti. Ma già il fatto che siano riusciti a proporre i loro corti in un concorso che è il risultato di una selezione tra diverse centinaia di opere arrivate da tutto il mondo deve essere visto come un ottimo risultato e fa ben sperare. Molto spazio è stato dato all'interazione fra arte, follia e cinema. In questo contesto, a vent'anni dalla scomparsa di Cesare Zavattini, a Gualtieri è stata proposta la proiezione integrale dello sceneggiato Ligabue di Salvatore Nocita, alla presenza di Flavio Bucci che ha raccontato alcuni aneddoti molto belli. All'epoca non esistevano i trucchi di oggi, quindi il trucco che è stato utilizzato per trasformare il suo volto in quello del pittore ha veramente danneggiato il suo volto... ha anche detto che deve molto a quel ruolo, al punto che probabilmente sulla sua tomba scriveranno qui giace Flavio Bucci - Antonio Ligabue. L'attore ha ricordato che inizial- 14 STAMPA REGGIANA SUCCESSO DELL’OTTAVA EDIZIONE DELLA RASSEGNA REGGIO FILM BILANCIO DI UN FESTIVAL TRA ARTE E FOLLIA mente per il ruolo di Ligabue era stato indicato Lucio Dalla, che se ne rammaricava perchè non capiva come mai lo avessero chiesto a lui, che non era attore. Ligabue è anche l'unico sceneggiato in cui hanno recitato insieme Bucci e Alessandro Haber. Ciononostante, i due attori sono molto amici, e si sono reciprocamente salutati grazie al festival. Alessandro Haber, ospite della prima serata del festival, ha portato il suo film Scacco Pazzo. Un film che non ha avuto una distribuzione, per sfortunati incidenti di percorso. Incontrando questi artisti italiani e parlando del loro lavoro e del mondo dello spettacolo in genere, non si è potuto fare a meno di parlare della crisi economica, e dei tagli alla cultura. Bucci ha detto che ormai non c'è alcun futuro per chi vuole fare cinema o teatro. Haber invece trova nel cortometraggio un ottimo strumento per farsi notare con pochi mezzi, e intravede nelle nuove tecnologie digitali la possibilità di sognare e di realizzarsi. Molto interessanti anche gli incontri in programma nella giornata conclusiva di sabato che, come tradizione del Festival, hanno regalato al pubblico dichiarazioni e riflessioni di particolare interesse. A cominciare da Maurizio Scaparro che nella giornata conclusiva ha presentato il suo "L'ultimo Pulcinella" con Massimo Ranieri, pellicola che sta godendo di una serie di esperimenti distributivi di particolare interesse, a cominciare dall'au- > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 todistribuzione del film, per finire alla circuitazione presso la rete dei teatri. Un tentativo di contaminazione e di dialogo fra generi e ambienti che è solo proficuo per la ovviamente sono il cuore di questa manifestazione, la serata finale si è conclusa con la premiazione dei vincitori delle varie sezioni. una persona che effettivamente affronta quotidianamente e con sofferenza la propria malattia mentale, che nel suo caso si manifesta col sentire voci (soprattutto la not- Livia Bianchi (assessore alla Cultura di Gualtieri), Alessandro Scillitani e Flavio Bucci cultura. Scaparro ha sottolineato l'esigenza per il nostro Paese di cultura, linfa vitale per la crescita di un popolo. Il nostro Paese, peraltro, non ha perso certo l'esigenza di aggregazione, che è comunque uno dei fattori che sta regalando un successo insperato al teatro. Il secondo incontro del Sabato è stato con Stefano Bessoni, a cui il Festival ha dedicato una personale e che è anche stato membro della giuria. Tornando quindi ai corti, che Ha vinto il Primo Premio del Reggio Film Festival, assegnato dalla giuria composta da Stefano Bessoni (regista), Tullio Masoni (critico cinematografico), Cesare Secchi (autore del catalogo Cinema e follia per il Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria), Maria Teresa Caburosso (FEDIC, Federazione Italiana dei Cineclub), Rossella Ardenti (psicoterapeuta) l'opera prima Listening to the silences del portoghese Pedro Flores. Un cortometraggio veramente a tema, visto che è interpretato da te, nel sonno) che lui fatica a distinguere dalla realtà. Una testimonianza molto lucida della sofferenza di chi si trova davanti alla malattia, ne è consapevole, ma fatica a gestirla. A controllarla. Le due menzioni speciali, assegnate dallo staff del Reggio Film Festival, sono state assegnate a Desert Wedding di Alexandra Fisher (USA), già vincitrice di qualche edizione fa, per la sezione Spazio Libero; a Welgünzer di Bradford Schmidt (opera prima, USA) per la sezione Follia. Cinema > INTERVISTA AL DIRETTORE ARTISTICO ALESSANDRO SCILLITANI La Targa Zavattini è stato vinto da Buonanotte di Riccardo Banfi. Un opera meno matura, meno "professionale" di altre viste in concorso, ma dal tocco indubbiamente zavattiniano. Narra infatti la storia di un padre che la notte gira per la campagna padana alla ricerca di suoni da registrare. Questi saranno il giorno successivo la base per favole sempre nuove da narrare ai due figli. Il Premio Fedic è andato al già premiatissimo Il mio ultimo giorno di guerra di Matteo Tondini. Questo corto di grande maturità (interprete principale Ivano Marescotti) è opera di un regista ventenne che, nonostante la giovane età, sta già raccogliendo riconoscimenti e sviluppando collaborazioni importanti. Sicuramente nei prossimi anni sentiremo parlare di lui, probabilmente non solo per la regia di cortometraggi. Scillitani, il festival cresce di anno in anno in qualità artistica e in riscontro del pubblico. Cosa c'è dietro il successo di questa manifestazione? Uno staff numeroso e appassionato che di anno in anno perfeziona la propria capacità di progettare e promuove cultura. Naturalmente sono molto importanti gli sponsor che hanno sostenuto il festival, alcuni dei quali da molto tempo sono compagni di viaggio. Assai importante è anche la presenza delle istituzioni. Nicola Cavallari in "Van Gogh, il segno dell'anima" Il Premio giuria popolare, assegnato tramite le votazioni del pubblico, è stato vinto per il tema follia da The attack of the robots from Nebula - 5 dello spagnolo Chema Garcia Ibarra, mentre per lo spazio libero da Olimpiadas di Magali Bayon (Argentina). Alla fine della serata finale, si è voluto giocare col pubblico chiedendo a tutti i presenti al Teatro Cavallerizza di giudicare loro quale fosse il preferito tra i 7 cortometraggi premiati. A sorpresa non è uscito un solo vincitore, ma un exequo tra Olimpiadas e Il mio ultimo giorno di guerra. Ma questo era solo un gioco… Alessandro Haber intervistato prima dell'incontro col pubblico Molte iniziative, dall'incontro con Bucci alla serata con Alessandro Haber, hanno avuto un grosso successo di pubblico. Da un punto di vista artistico, qual è stato il maggior successo di questa 8° edizione? Per prima cosa, i cortometraggi. Ormai giungono da ogni parte del mondo, e la qualità è davvero alta. Non solo sono la colonna portante del festival, ma diventano una risorsa per la città, spendibile per varie occasioni come convegni, incontri e approfondimenti, come del resto già più volte è accaduto in questi anni. Poi mi preme sottolineare il legame che si è instaurato con il Dipartimento di Salute Mentale. E' molto importante approfondire le tematiche lavorando in squadra, allargando le reti e consolidando un rapporto teso a coinvolgere tutta la città. E invece cosa non ha funzionato, o che non ha avuto il successo sperato da voi organizzatori L'incontro con Maurizio Scapar- STAMPA REGGIANA ro è stato molto interessante ed è un vero peccato che una città così legata al teatro abbia risposto con meno pubblico di quanto ci si aspettava. Ma forse con tutti i festival che ci sono nelle città limitrofe in settembre, alcuni dei quali con budget molto superiori e quindi in grado di occupare intere pagine di giornale, non è sempre facile far conoscere ai reggiani tutto quello che la loro città può offrire. E ora? State già pensando a cosa portare a Reggio per la 9° edizione? Quali sono le cose che vorreste assolutamente mantenere? Ci piacerebbe affrontare un tema di attualità, che sia di interesse per la nostra città ma anche per l'intero panorama nazionale e internazionale. Certo, vorremmo cominciare da subito a lavorare alla prossima edizione. L'idea è quella di mantenere la struttura di questi ultimi due anni della "cittadella del cortometraggio", affinando i rapporti con i teatri e con le istituzioni. > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 15 MERCATO RIO A N I D R O A R T S o i g g e Corr milia) E (Reggio 04 a c i n e Dom ottobre 8.00 dalle 0 .00 alle 19 in collaborazione con &RPXQHGL&RUUHJJLR STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 OLTRE 100 BANCHI DI QUALITÀ NEGOZI APERTI IL PIACERE DELLO SHOPPING COL MIGLIOR RAPPORTO QUALITÀ PREZZO Ambiente > PIU’ CURE E AMORE PER LA PIETRA DI DANTE foto Giuseppe Carfagna di Gabriele Arlotti Le Pievi dell'Appennino, borghi antichi, spesso disabitati, il fortino della Sparavalle, la Pietra di Bismantova. Sono tutti gioielli cuore della nostra montagna, incastonati nel verde dei pendii, che rischiano però proprio di essere sommersi dalla vegetazione e sparire dalla visuale dei turisti e degli abitanti dell'Appennino. Come la pieve di Toano e quella di San Biagio di Carpineti, diventate ormai invisibili. Per non parlare degli "Schiocchi", il cui orrido è coperto dal bosco incolto che ne ha occluso la visuale. O il Fortino della Sparavalle, poco distante dalla Statale 63, prima quasi invisibile tra la vegetazione, poi "ritrovato" grazie a un intervento forestale e di ristrutturazione e ora di nuovo nascosto tra gli alberi. Risorse preziose per il nostro Appennino, che non solo non sono valorizzate in modo adeguato, ma che addirittura rischiano di perdersi. Come la Pietra di Bismantova, simbolo da milleni della montagna reggiana e, non a caso, cantata anche da Dante Alighieri. Gli alberi e gli arbusti stanno sovrastando la sua sagoma inconfondibile, inghiottendola nel verde circostante. Il motivo? L'abbandono dell'attività boschiva sui suoi scomodi pendii. "Gli equilibri del paesaggio sono legati agli usi. Il passaggio dalla stufa a legna al riscaldamento e la diminuzione dell'attività agricola hanno provocato l'abbandono dei terreni più scomodi, dove ormai non si fa più legna, né fieno. Per questo la roccia scompare sotto il verde e la Pietra non svetta più, perdendo di identità e appeal turistico" spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell'Appennino tosco-emiliano. Proprio il Parco si è occupato recentemente di intervenire per "far respirare" la Pietra, compresa nel suo territorio, grazie a opere di disboscamento che hanno fatto fronte alle emergenze più immediate. Ma l'attività del Parco da sola non basta a contrastare il vigore della vegetazione. "Abbiamo ripulito e sfoltito la vegetazione lungo la strada di accesso per restituire ai visitatori del masso dantesco finestre di paesaggio sull'Ap- pennino - interviene Giuseppe Vignali, direttore - Abbiamo riportato in vista anche alcuni grandi massi che sono emblematici del paesaggio di Bismantova. Ora volgiamo riportare bene in vista il Sassolungo che, come una sentinella, sovrasta Castelnovo Monti". Prima dell'intervento, eseguito grazie a fondi stanziati dal Parco Nazionale, i visitatori che decidevano di passare una giornata di relax sulla Pietra, trovavano alcune aree dove i cespugli crescevano con vigore, dando la sensazione di incuria e abbandono. "Ma la cosa più problematica è la crescita di alberi sul pianoro - precisa Vignali - Dove prima c'erano prati e macchia, ora si sta sviluppando il bosco". C'è chi ha lamentato che è più importante la strada statale 63 o i sentieri… "La strada, in questo caso non c'entra, è fuori tema se si parla di forestazione sulla Pietra. I sentieri, Foto James Bragazzi Gessi Triassici e Bismantova -Foto James Bragazzi invece, sì: devono essere parte di un convinto percorso di valorizzazione di questo emblema che, appunto, non può essere lasciato a se stesso". Una situazione intollerabile per una location unica, con un alto valore turistico, i cui sentieri, nei fine settimana estivi, sono letteralmente invasi da visitatori, grazie alla possibilità di accontentare un pubblico molto vasto: gli sportivi per le arrampicate, le famiglie che cercano una passeggiata nel verde o turisti che cercano un po' di storia, ripercorrendo i passi di Dante o visitando la chiesa incastonata nella roccia. Per richiamare l'attenzione sulle condizioni dell'Appennino e, in STAMPA REGGIANA particolare, della Pietra di Bismantova, l'ente Parco ha avviato, nei giorni scorsi, pure una discussione pubblica, fissata per venerdì 25 settembre alle 21 nel foyer del Teatro Bismantova. "Che cosa possiamo fare? La Pietra non può rimanere in questo stato e il problema della vegetazione si ripresenta ogni anno - conclude Giovanelli - Il Parco da solo non può fronteggiare questa situazione. Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso di condivisione degli obiettivi e delle strategie, anche per rendere i castelnovesi, e i montanari in generale, partecipi in questo progetto". > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 17 16 Ottobre 16 Novembre 2009 Reggio Emilia e Provincia 'RSRLVXFFHVVLGHOOHSDVVDWHHGL]LRQLGDO2W WREUH DO 1RYHPEUH ULWRUQD ´/H9LH GHO &LRFFRODWRµ /D PDQLIHVWD]LRQH UHDOL]]DWD LQ FROODERUD]LRQH FRQL&RPXQLGL5HJJLR(PLOLD6FDQGLDQR1R YHOODUD *XDOWLHUL H &RUUHJJLR SUHYHGH TXDWWUR VHWWLPDQH DOO·LQVHJQD GHO FLRFFRODWR H GHOOD VXD VWRULD GRYH VSHWWDFROL PXVLFD HYHQWL VL IRQGH UDQQRqSURSULRLOFDVRGLGLUORLQXQWXWW·XQR&RQFHUWLVHUDWH GDQ]DQWLHVSRVL]LRQLFRQFRUVLOHWWHUDULHJDVWURQRPLFLHJLRFKL OHWWXUHHPHUHQGHSHUEDPELQLFKHYHGUDQQRSURWDJRQLVWD5HJJLR (PLOLDHGLOVXR´FXRUHµPLOOHQDULRLO&HQWUR6WRULFRLQVLHPHDG DOWULOXRJKLFRPHOD5RFFDGHL%RLDUGRD6FDQGLDQROD5RFFDGL 1RYHOODUDLO3DOD]]RGHL3ULQFLSLGL&RUUHJLRHLOVXJJHVWLYRFHQ WURVWRULFRGL*XDOWLHUL PROGRAMMA EVENTI 2009 t$PODPSTPWFUSJOFBMDJPDDPMBUP t$PODPSTPEJEJTFHOJiJ$PMPSJEFMDJPDDPMBUPi t-FUUVSFDJPDDPMBUPTFJODPMMBCPSB[JPOFDPO i/BUJQFSMFHHFSFwF i#JCMJPUFDIFEJ3FHHJPFQSPWJDJBi t-BCPSBUPSJDSFBUJWJ$JPDDP,JET t$FOFBUFNBi$JPDDPMBUPOFMQJBUUPw t%FHVTUB[JPOJEJDJPDDPMBUP t'FTUBTFSBMF$JPDDPMBUFOJHIUQBSUZ t$JPDDPMBUPBMMBNPEB t.POHPmFSBJO1JB[[B1SBNQPMJOJ QFSVOBWFEVUBTQFDJBMFEFMMBDJUUB Siete pronti a scartare il vostro cioccolatino preferito? STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Primo Piano > di Regina Gatti Il magazine Style del Corriere della Sera l'ha già segnalato tra gli spettacoli da non perdere nella stagione che comincia. Uno di quegli spettacoli capaci di far dialogare tra loro diverse espressioni artistiche e offrire inattese occasioni di scoperta e di fascinazione. A firmarlo tre artisti della stessa generazione, all'apice della creatività e della forza di comunicazione. Tre artisti dai diversi linguaggi espressivi, che puntano però tutti a raccontare il loro mondo attraverso la forza dell'emozione e la capacità di trattenere e sintetizzare - in un movimento,in un motivo musicale,in un frammento materico - le proprie sensazioni,le proprie visioni. Luciano Ligabue,musicista. Mauro Bigonzetti, coreografo. Angelo Davoli, visual artist. Sullo sfondo, le asprezze schiette e le morbidezze pudiche dello spirito della 'bassa reggiana', terra fertile di un'umanità ruvida e tenera, dove sono fioriti -in maniera del tutto personale- i tre talenti qui riuniti. Una terra raccontata dalle ballate del Liga, dalla sua voce graffiante e malinconica; dai corpi tesi,nervosi e insieme sensuali di Bigonzetti; dalle visioni eteree, virtuali eppure concrete di Angelo Davoli. Una terra fatta di sole, ma anche di nebbie e di notti interminabili, dove tutto può accadere. Certe Notti, come recita una ballata cult di Ligabue e come racconta ora lo spettacolo che nasce, appunto, da questo incontro creativo inatteso quanto inevitabile, viste le assonanze umorali e intellettuali tra i tre. Un viaggio nella notte, metaforico, onirico, poetico incarnato nei danzatori di Aterballetto, quarto elemento fondante di questo progetto innovativo: una Com- “CERTE NOTTI” IL GRANDE EVENTO PER I 30 ANNI DI ATERBALLETTO Dopo l’anteprima di Verona lo spettacolo più atteso dell’anno debutterà al Teatro degli Arcimboldi a Milano venerdì 9 ottobre con replica sabato 10 agnia di danza tra le più imporpagnia tanti d'Europa, ormai storica (quest'anno celebra i trent'anni) eppure costantemente nuova, giovane. In attesa del debutto ufficiale al Teatro degli Arcimboldi di Milano il 9 e 10 ottobre prossimi, Certe Notti è stato presentato in anteprima assoluta al Teatro Filarmonico di Verona venerdi 25 settembre in occasione dei concerti di Ligabue in Arena. Culmine delle manifestazioni collaterali che hanno segnato l'evento musicale dell'anno dell'anno, lo spettacolo di Aterballetto conferma la versatilità e la curiosità intellettuale del più sperimentale dei nostri cantautori e la dimensione spregiudicatamente rock di un coreografo abile a toccare le vette più alte del classicismo STAMPA REGGIANA e riconoscersi nelle più audaci espressioni rock dell'anima. E si propone, come ha scritto Style, di diventare un evento da non mancare. Nelle foto alcune immagini del backstage > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 19 > Primo Piano Luciano Ligabue, Angelo Davoli e Mauro Bigonzetti LA POETICA DEI 3 ARTISTI NELLO SPETTACOLO di Mauro Bigonzetti (coreografo) La musica che esce da una radio e rompe il silenzio provocato dal rumore sordo e monotono del motore, i raggi dei fari che tagliano l'oscurità e concedono un passaggio attraverso il paesaggio che si nasconde dietro il velo della notte, un paesaggio che esiste da sempre, che è li già da molto prima di noi, che forse conosciamo bene, che vive dei suoi infiniti volti e respiri, ma che, immerso nel silenzio della notte diviene il luogo della nostra immaginazione, delle nostre inquietudini e dei nostri sogni, un paesaggio che si ridisegna totalmente. Questa, semplicemente questa è l'idea di questo lavoro, un cammino attraverso la notte intesa non come un'oscurità reale e mentale, ma assaporata come rigeneratrice di una realtà intima, personale, come il buio che precede l'apertura di un sipario, momento magico che ci sospende e ci spinge entro il luogo in cui il reale ed il consueto 20 STAMPA REGGIANA si trasformano, dove tutto, le nostre ansie, le nostre passioni, le nostre gioie si materializzano, dove tutto il reale si ripresenta con valori diversi. Questa notte dovrà essere come un treno preso al volo senza conoscere la fermata in cui scenderà dovrà essere il luogo delle nostre possibilità ed insieme delle nostre sconfitte, il luogo delle nostre solitudini e contemporaneamente delle nostre condivisioni dovrà, insomma, rivelarsi come grande metafora di un palcoscenico o, forse, sarà il palcoscenico ad offrirsi metafora a questa notte? le essere un punto di incontro simbolico fra gli elementi aria (cielo) e terra (silos). Lo schema che ho utilizzato per dipingere i cieli sui silos evoca la di Luciano Ligabue (autore delle musiche) di Angelo Davoli (scene e videoinstallazioni) Il sito di una cava in un cantiere in attività, ovvero un ipotetico "non luogo" si trasforma attraverso più azioni artistiche in un luogo di incontro di più linguaggi in armonia fra loro con l'ambiente e con la materia del luogo stesso. L'azione performativa sui silos vuo- > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 lo ricompongo in scena come video installazione attraverso il posizionamento dei monitor e dello schermo. La performance al Cantiere Morini è il punto di partenza ed il fulcro della video installazione. Come artista visivo e non scenografo in senso stretto, ritengo il mio intervento di installazione come un'opera site-specific pensata e progettata per lo spazio del palcoscenico in armonia con la musica e con la danza. forma di un ideogramma che ha il significato di "armonia". Il cielo riprende possesso dello spazio, si integra e compenetra il manufatto armonicamente. Lo stesso schema Bisogna mettersi il cuore in pace. Non esiste un essere umano a cui piaccia esattamente tutta la stessa musica che emoziona qualcun altro. Nei casi più estremi ci può essere parecchia musica che piace ad entrambi. Di sicuro mai tutta. Certo, uno dice, questo vale per qualsiasi espressione artistica. Ma se la maggior parte delle opere d'arte viene assimilata attraverso gli occhi (letta, contemplata ecc.), nel caso della musica bisogna fare i conti anche con una variante in più: la fisica. Perché, come è risaputo, si tratta di vibrazione. E in quanto tale, la risposta di ognuno ai suoi richiami non è soltanto del cervello e dell'anima, ma è una risposta di tutto il corpo. E’ per questo che gli effetti della musica (e, se possibile, ancora di più quelli delle canzoni) sulle persone sono così soggettivi, vari, ed eventuali. Perché le si risponde ognuno con la propria interezza. Ecco allora la risposta intera (fisica, mentale e dello spirito) di un grande coreografo e di una prestigiosa compagnia di danza ad alcune delle mie canzoni. Dove il corpo non deve soccombere a testa e anima ma viene trattato alla loro stregua. Dove, anzi, si serve di loro. Dove si fa meravigliosamente impudente con la propria bellezza e armonia. Slancio, spregiudicatezza, sfide alla gravità. Estensione, battito, respiro, sensualità. Dove, insomma, il corpo dimostra di avere tanti segreti da svelare. Soprattutto quelli che conosce della musica. Primo Piano > ATERBALLETTO E I SUOI 30 ANNI Fondata nel 1979, in quasi 30 anni di direzione artistica di Amedeo Amodio (fino al 1996) Aterballetto ha realizzato un vasto repertorio che, oltre alle coreografie di Amedeo Amodio, comprendeva quelle dei più importanti artisti della coreografia internazionale quali Glen Tetley, Alvin Ailey, Lucinda Childs, oltre a vantare i diritti di rappresentazione su molte altre produzioni che fanno parte del patrimonio della danza del Novecento, firmate da George Balanchine, Antony Tudor, Kenneth Mc Millan, Josè Limon, Hans Van Manen, Leonide Massine, David Parsons e Maurice Béjart. Nel 1991 Aterballetto è diventata la compagnia del Centro Regionale della Danza, Associazione riconosciuta fondata dal Comune di Reggio Emilia, dalla Regione Emilia Romagna e dall'A.T.E.R. Essa ha svolto la sua attività produttiva con il marchio ATERBALLETTO e ha concentrato su di sé una serie di funzioni e prerogative nate da un'ottica d'impegno globale sul balletto: produzione, promozione, diffusione, formazione, studio e ricerca. Il Centro Regionale della Danza, dopo essere diventato nel 2001, Centro della Danza, dall'aprile 2003 si è trasformato in FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA. L'attività della Fondazione Nazionale della Danza Compagnia Aterballetto è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Italiano, dagli Istituti Italiani di Cultura e dalle Ambasciate Italiane del Ministero degli Affari Esteri. .... oggi Aterballetto è la principale Compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza in Italia e la prima realtà stabile di balletto al di fuori delle Fondazioni liriche. Una serie di collaborazioni con coreografi prestigiosi, compositori, scenografi, pittori, attori, hanno consolidato nel tempo le qualità di Aterballetto. Formata prevalentemente da danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili, Aterballetto gode di ampi riconoscimenti anche in campo internazionale: i suoi spettacoli hanno percorso Europa, Americhe, Medio ed Estremo Oriente. Dal 1997 e per 10 anni la direzione artistica è stata affidata a Mauro Bigonzetti, che proprio con Aterballetto, dal 1982 al 1993, aveva iniziato e sviluppato la sua carriera e che ha ricostituito la Compagnia con danzatori provenienti da tutto il mondo. Dal febbraio 2008 Bigonzetti diventa coreografo principale e la direzione artistica è affidata a Cristina Bozzolini. Attualmente il repertorio comprende coreografie di Mauro Bigonzetti e di importanti artisti della coreografia internazionale quali William Forsythe, Jiri Kyliàn e Ohad Naharin. Nella Fondazione Nazionale della Danza confluiscono attualmente alcune fra le più significative esperienze maturate nell'ambito della Regione e dell'intero Paese. Un'esperienza unica sul territorio nazionale che dà vita al corso di perfezionamento per giovani danzatori, promuove e stimola l'interesse del pubblico verso i linguaggi coreografici. CRISTINA BOZZOLINI Direttore Artistico Nata a Firenze nel 1943, inizia giovanissima lo studio della danza e all'età di sedici anni entra nel Corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino, dove fin dall'inizio interpreta ruoli di solista e dal 1971 ne diviene prima ballerina danzando, tra gli altri, con Nureyev, Baryshnikov e Amedeo Amodio. Contemporaneamente fonda, con qualificati operatori culturali fiorentini, il Centro Studi Danza, oggi Scuola del Balletto di Toscana, operante per un rinnovamento della didattica della danza. Nello stesso periodo costituisce il Collettivo Danza Contemporanea di Firenze e poco tempo dopo fonda il Balletto di Toscana costruendo un repertorio di alto profilo internazionale, con coreografie di Hans Van Manen, Nils Christe, Ed Wubbe, Cristopher Bruce, Angelin Preljocaj, Fabrizio Monteverde, Mauro Bigonzetti, Virgilio Sieni, Eugenio Scigliano. Conclusasi l'esperienza del Balletto di Toscana ed attivata una procedura di fusione con la storica Compagnia STAMPA REGGIANA romana, dalla primavera del 2002 assume la co-direzione artistica del Balletto di Roma. Mantiene comunque sempre la direzione della Scuola del Balletto di Toscana a Firenze, prestigioso centro di formazione professionale, dotandolo anche di una qualificata attività di produzione e di tirocinio professionale con la Compagnia giovanile "Junior BDT". Nel febbraio 2008 assume la direzione artistica della Compagnia Aterballetto. > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 21 NUOVA ALUPRES s.r.l. VIA MASACCIO, 1 0 -42100 REGGIO EMILIA - Tel. 0522 /517760 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Personaggi > RICORDI DEL PASSATO Collezione famiglia Cimurri - fototeca Biblioteca Panizzi QUANDO BRUNO BERTACCHINI TRIONFAVA CON LA MOTO GUZZI nali e i primi africani). Più che di politico si appassionavano dello sport. Perché avevano da seguire dei veri "assi" e campioni. Le loro star erano queste: Renato Scorticati (campione ciclista), William Poli (pugilato), Pirina, Ciro, Ficarelli e Prandi (gioco delle bocce), Rustichelli e Bertacchini (motociclismo), Loris Malaguzzi (atletica, salto con l'asta e tennis). Però Bruno Bertacchini era il numero uno, nel cuore di tutti, per la sua storia, tutta particolare, da raccontare. Fin da ragazzo faceva rumore e polverone sulle strade non asfaltate del quartiere. Lungo il Zappello di Sergio Masini Al tempo del Fascio (anni 30/40) c'era "il rione Santa Croce", di là dal sottopassaggio della Porta Romana. Al Follo c'era il confine verso Mancasale. Lì c'era la casa del Fascio, dove i fascisti davano l'olio di ricino e picchiavano i contrari. E lì, un giorno, da un potentissimo altoparlante Mussolini domandò stentoreo alla folla: "Volete burro o cannoni?". Gli applausi alla guerra furono pochi e fiacchi. Al burro niente. La folla, era quasi tutta di operai poveri, reclutati dai "capicaseggiato" fascisti. Poveri, delle Reggiane, non inclini alle divise nere. Erano quelli del "Popol giost" (case popolari) e del "Cairo" (coi meridio- Ex casa del Fascio al Follo del rione Santa Croce Santa Croce il Casermone del follo (dal dialetto "sapèl", che è confusione di gente che si contrasta, grida e fa rumore) lui sfrecciava con Frera e Indian, tra le maledizioni di donne che dalle finestre urlavano "Basta lazaroun!" e uomini anziani che mostravano i pugni dicendo "Férmet che la moto at la dòm nueter!". I bambini e i ragazzi, invece correvano a sentire "il rombo" della moto e a vedere il loro compagno di scuola e amico, già magro e spilungone, che "cavalcava" come un cowboy dei film in bianco e nero dell'oratorio dopo il catechismo. Affascinanti e seducenti quei bolidi! Persino i professori, a scuola, raccomandavano agli scolari di "stare lontani" e, preoccupati, facevano macabre predizioni: "Si ammazzerà, se va avanti così spericolato!". E noi, chinati sulla ribaltella del banco di legno, si ridacchiava chiudendo un occhio come segno di intesa: "Ma lò l'è un campiòun, al bat tòtt, al casca mai!" segue a pagina 24 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 23 > Personaggi segue da pagina 23 Bruno era un bravo ragazzo del 1916, che a quattro anni arrivava a Reggio con la famiglia dalla Svizzera, dove il padre, di Novellara, trovava la moglie e faceva il meccanico. Quando tornò a Reggio, col bambino di 4 anni, aprì una sua officina straordinaria fatta con le sue mani: tre carri ferroviari dismessi e messi assieme come si doveva tecnicamente. E così, a 12 anni, a Reggio, Bruno sapeva le tabelline, faceva di tutto intorno alla moto e guidava con una vecchia e rumorosa GD: l'alfabeto motociclistico c'era tutto. E la GD la mostrava con una disinvoltura sfacciata per le strade di Santa Croce, intorno a casa. Si alzava sulla sella e traversava anche "il confino" al passaggio a livello verso Mancasale. "Un birichino" ripeteva la gente sorridendo per simpatia, quando si abituarono alle sue corse. Avevano già capito tutti: "Bruno l'è un nòmer, as farà streda!". E la fece davvero, quella strada, che finì solo nel 1948, quando diventò Campione d'Italia a Monza. Però c'è tanta strada, sì, ma con tanti sacrifici di mezzo. E li raccontiamo qui, in breve, ma tutti. A Santa Croce, allora (anni 30/40) la gente in maggioranza lavorava alle Reggiane, contenta del posto, ma di paga poco. Sfilavano per Via Ramazzini, Veneri, Bligny e Redipuglia quattro volte al giorno, in divisa (tuta blu) chiamati dalla Sirena (al scifloun, dal caminoun). A mezzogiorno quelli che abitavano lontano avevano la gavetta e la borraccia: due pani (fatti in casa) con la mortadella e la borraccia col lambrusco o il vino sottile (seconda spremitura, con ta tutta cromata, splendente come tutta la pagella di scuola, piena di voti belli. Tutti quelli di via Veneri vennero a vederla e anche qualcuno di via Bligny. Persino il barbiere di via Ramazzini raccontava la mia bicicletta ai clienti, come si trattasse, oggi, di una Ferrari. Poche moto. Ma una, fra tutte, era conosciuta e applaudita: quella di B.B., Bruno Bertacchini. La prima "uscita eroica" dal quartiere fu quando Bruno, ragazzo, rubò la benzina al padre e con le braghe alla zuava andò a Correggio a tutta velocità, con un rendimento massimo. Ma tornò a casa, da Budrio, a piedi, spingendo la sua GD, di sera, per non farsi vedere. Poi vennero la Frera e l'Indian della Davidson. E lo scompiglio sulla strada, dal Follo al Campo Volo. Era "la pista di Monza" del popol giost, che in fondo era contenta del suo "bolide" B.B.. Partenza circuito in città 1946 acqua). Quelli vicino alla fabbrica tornavano a casa e mangiavano la pastasciutta di sicuro, la pietanza di meno. Alle 14 dovevano rientrare, ma prima facevano un "riposino", seduti a tavola, con la testa chinata sui due pugni delle mani, uno sopra l'altro. Alle 18 tutti fuori dalla fabbrica, fine "catena" nei reparti di meccanica. E quindi la cena. Spesso uova cotte con radicchi e riccioni raccolti dalle donne al Campo Polisportivo (allora; oggi Campo Volo), tutte a culo in su, a raccontarsi storie e a levare in tondo, col coltello, le radici. Pochi soldi e poche moto. Tante bici, che invecchiavano con tante "pezze" nelle camere d'aria. Venivano chiamate "la rusneinta" o "al ronzino". Io, invece, ebbi in regalo, da mio padre, una biciclet- Prima moto usata da Bertacchini quando era ragazzo - Fototeca Biblioteca Panizzi di RE • VENDITA E ASSISTENZA BARCHE, GOMMONI E RIMORCHI • PATENTI NAUTICHE • TRASPORTO IMBARCAZIONI Riparazioni tubolari e resine Rimessaggio invernale imbarcazioni Vendita accessori NUOVA SEDE Riparazioni, assistenza ed allestimenti per caravan Vendita accessori STRADA BARCO 1/C, MONTECCHIO EMILIA - REGGIO EMILIA - Tel./Fax 0522 865849 - [email protected] - www.nauticris.it 24 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Personaggi > Ma il gran casino ci fu quando cominciarono "le sfide", sulla strada di Sesso, con Maramotti, Ronzieri, Cecco e Vòia. "Tu devi correre adesso" intimò Ronzieri a B.B.. E Bruno, stordito, prese in prestito una New Hudson e partecipò. Ruppe il motore, fu rimorchiato sul traguardo trascinato con un filo di ferro. Ma a San Pellegrino, in gara di regolarità, arrivò primo, per la prima volta. E il padre, per la prima volta, lo baciò. Poi ci fu la guerra. Il motociclismo continuò nei caffè, con le liti fra i sostenitori di: Benelli, Gilera, Guzzi, Norton, Taurus. Un "sapello" che non finiva mai, fino a notte inoltrata. C'erano B.B, William Soncini, Romei, Rabitti, Mordini, Lasagni, Rompianesi. Questo motociclismo "solo parlato" durò cinque anni. Le moto erano continuamente lucidate. Le passioni no. Il 1945 seguì questi avvenimenti per B.B.. Battesimo nelle gare vere e proprie con la Taurus di Romei a Cortemaggiore: in testa per 3 giri, poi cade, arriva sesto. A Lugo fa 17 giri sempre davanti però sul traguardo Baraldi lo sorpassa. BB fa una lagrima. Con la Taurus di Alcide Lasagni fa il secondo posto nei Campionati Sociali di Reggio. Ma poi William Soncini mette le sue preziose mani di supermeccanico sulla Taurus e porta la moto a massima velocità: da 145 a 160 km l'ora. Nel 1946, Bertacchini, col "bolide maggiorato" a Garzato di Parma tallona la Gilera/Saturno di Villani e poi la supera a poche centinaia di metri dal traguardo. E dopo, tutti in fila, primi e secondi posti. Anche "eroicamente", quando batte il reggiano Rabitti, tenendo sempre le gambe pazzamente strette su una piccola falla del serbatoio, per non fare uscire benzina, evitando un sicuro incendio. La Taurus finì e arrivò la Guzzi Condor, che vinse a Ferrara, Imola e Crema, secondo a Lugo. Ma intanto correvano contro BB un nugolo di altre Guzzi e Gilera. Arrivò terzo a Voghera, Arona, Riccione, Giulianova e Ravenna. Il 1946 finisce così: 17 gare, 10 vittorie, 7 fra i secondi e terzi posti. Nel 1947 la Guzzi concede a B.B. la Gondolino. Sono altri trionfi e c'è la promozione alla 1° categoria. Poi una disastrosa caduta a 170 km l'ora a Bari. Grande pausa e poi una grande ripresa. Nel 1948 la Guzzi affida la nuova potente Bicilindrica a B.B., che vince ancora tanto. Fino al 24 aprile 1948 a Monza, dove vince la gara decisiva per il Campionato Italiano, alla presenza di centinaia di reggiani, esaltati dalla vittoria. Il magro e lungo Bruno si leva il casco, s'asciuga il sudore, saluta con la mano e va a casa, come Campione d'Italia. Nel 1949, il 23 gennaio, riceve, dal Prefetto di Reggio, Dott. Di Giovanni, la Coppa dell'Amicizia e ascolta il Presidente del Moto Club d'Italia, Dott. Emanuele Bianchi, che dice: "B.B. è il vero continuatore di Tenni". Così B.B. è iscritto nella storia della moto come il più grande asso d'Italia, ma soprattutto del Popol Giost. Con la sua moto e il valigione a tracolla, legato sulle spalle con una grossa corda. Per anni i bambini portarono nella loro bici, sulla forcella davanti, stretto con un fermaglio da bucato, il n° 56: quello da corsa di Bruno Bertacchini. GUERRA E PACE TRA GUZZISTI E GILERISTI Con Bertacchini c'erano schiere di fans che adoravano la Guzzi. Sapevano tutto di lei, pezzo per pezzo, storia e vita e vittorie. E amavano la bicilindrica, numero 56, come si ama una ragazza adolescente. Una marea di innamorati. E in tanti si incontravano in raduni esaltatori, erano i guzzisti, la cui sede era al caffè dell'Unione a Porta Santo Stefano. Ma la Guzzi, a Reggio, aveva di fronte anche centinaia di gileristi, con sede nel Caffè Dall'Ara di Porta Castello. Guai per gli uni a farsi trovare vicino al caffè degli altri: il minimo, dopo tanti sberleffi, erano pernacchie in coro. Certo Longoni, gran guzzista, quando la radio comunicò, di domenica, una grande vittoria della Gilera, si trovava proprio davanti al Caffè Dall'Ara dei gileristi. Fu spernacchiato, invitato a mettersi in fila coi gileristi che improvvisarono un funerale della Guzzi. <<Uzzi, uzzi, requiem eternam - lughev… iv finì ed magner la polvra che v'à de la Gilera? Era…. Era… era…>> Erano scontri continui, però. Rabitti Enzo, gran centauro vittorioso per la Gilera, era il “capobanda” dei gileristi. La domenica era il giorno della esaltazione o della delusione, o per gli uni, o per gli altri, a seconda degli esiti delle corse. Se ne mandavano a dire di ogni colore. E le liti diventavano anche cattive, come risse. Giorni di passione, tutti in moto e tutti pronti a seguire dappertutto i loro campioni con Guzzi o Gilera. E a ritornare con le bandierine sventolanti sui manubri o con la coda fra le gambe. Ma quando la Guzzi trionfò a Monza, nel '48, e Bertacchini fu Campione d'Italia, fu proprio Rabitti, il gilerista a promuovere la Grande Cena Della Pace. E fu un trionfo di abbracci, da Ermete, la grande trattoria di Santo Stefano. Ma anche un trionfo di tagliatelle col ragù, di arrosti di vitello e di lambruschi di marca. A un certo punto, in un silenzio assoluto, dopo un discorso del dott. Tosi, Presidente del Moto Club, si alzò il capo, èquipe dei gileristi Enzo Rabitti, abbracciò Bertacchini e gli consegnò una magnifica catenella d'oro con la medaglia della Madonna del Centauro. La commozione dilagò nella sala e Bertacchini volle dire due parole, cominciò in italiano, continuò in dialetto e finì in lacrime. Lo abbracciò, commosso il signor Valli, concessionario della Guzzi, e lo caricò di doni, degli amici e dei soci del Moto Club. Gli abbracci e gli urrà dei gileristi e guzzisti assieme, continuarono nella notte. A Santa Croce le strade si popolarono di gente inneggianti a Bertacchini: <<Bruno, Bruno, come te non c'è nessuno!">>. Erano guzzisti e gileristi insieme. Nella foto: Enzo Rabitti su Gilera Saturno circuito “S.Pellegrino “ RE 1946. Nuova e unica concessionaria per Reggio Emilia e Provincia Via F.lli Cervi 81/C Reggio Emilia Tel. 0522 930055 Fax 0522 381290 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 25 > Sport CON LA FORMULA VINCENTE TORNA IL MEMORIAL CIMURRI La presentazione del 5° Memorial Cimurri con le bici di Merkcx e Gimondi Le testimonianze dell’opera di Giannetto e il ricordo di Chiarino di Romano Pezzi Il Memorial Cimurri, una corsa nuova, col sapore di leggenda. Nuova per il suo aspetto tecnico, dal percorso di tre circuiti diversi, atta a non trascurare lo spettacolo sportivo. Una corsa da leggenda perché ricorda un personaggio entrato nel cuore di tutti i campioni del passato, quegli assi dello sport che hanno costruito le loro 26 STAMPA REGGIANA imprese vicini prima a Giannetto poi a Chiarino Cimurri. Ma non sono soltanto i campioni dell'epopea del gran ciclismo a ricordare l'opera del massaggiatore Giannetto, ma sono soprattutto i ciclisti reggiani, coloro che col suo aiuto hanno potuto continuare la loro carriera e passati poi al professionismo. E non era facile un tempo spiccare il salto, senza trovare la porta aperta. Le testimonianze dell'opera di Giannetto tra l'altro, che rappresenta anche la storia del ciclismo, è nel proprio archivio fotografico, custodito alla Biblioteca Panizzi, composto da oltre 3000 immagini, le quali documentano la sua atti- > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 vità fin dal 1928, quando fondò una società ciclistica, La Rumorosa, antagonista del Pedale Reggiano. Dopo un paio d'anni sorse il Velo Club Reggio nel quale Giannetto, restò presidente onorario fino alla sua morte, avvenuta il giorno di Natale del 2002. Bertagnolli davanti a Mazzanti nel 2007 Va in scena ora il quinto Memorial Cimurri. Pochi i mutamenti tecnici, dalle scorse edizioni, apportate dagli organizzatori del GS Emilia sul teatro di gara. La corsa è perfetta nel suo allestimento, quindi inutile e dannoso cambiarne la formula. I protagonisti sono sempre tra i migliori corridori del momento, molti dei quali reduci dal mondiale di Mendrisio. Si tratta, infatti, di una corsa dove tecnica e spettacolo vanno a braccetto e che gli sportivi amano perché hanno modo di essere a contatto ravvicinato con i loro campioni, impegnati nella lotta per imporsi in un traguardo importante. Dopo il via da Cavriago, presso Sport > La volata dello scorso anno di Khalilov la Bioera di Giovanni Burani, il folto gruppo composto da 130 corridori, percorre un circuito di 6,7 chilometri. Quindi la lunga fila entra in città, per attraversare i tre ponti di Calatrava. Si fiancheggia poi l'aeroporto e puntare per la collina, da Scandiano. A Viano il gruppo affronta la difficile salita per Regnano, che accolse per la prima volta i big del pedale in occasione del giro d'Italia del 2001, laddove gli sportivi sono assiepati ai bordi della strada a tornanti, per godersi lo spettacolo di vero ciclismo. Dove avviene la selezione dei migliori. Quindi discesa su Albinea, seguita dalla rapida e breve rampa su Montericco, e di nuovo a Scandiano. Questo circuito, che rappresenta la fase centrale e più importante del Memorial Cimurri, è ripetuta ancora tre volte. Su queste strade, si può già intravedere il vincitore della corsa, tra i battistrada. Sarà poi il circuito cittadino, attraverso le vie del centro storico di Reggio, da ripetere tre volte e la volata conclusiva sul rettilineo di Corso Garibaldi, ad imporgli un nome e consacrarlo campione a tutti gli effetti. Tutti i vincitori del Memorial Cimurri, degli anni precedenti, sono, infatti, dei campioni. Ernrico Gasparotto tra l'altro, primo nel 2006, è stato tricolore tra i professionisti. Gasparotto tra l'altro ha chiuso l'ultima Vuelta con l'ottavo posto nella volata di Madrid. L'anno precedente, nella prima edizione, Murilo Fischer, brasiliano, campione nazionale del suo immenso paese, ha vinto la prima edizione. In quell'occasione tra l'altro, Fischer era reduce dai mondiali di Madrid, ottenendo il quinto posto. Il brasiliano, che milita nella Liquigas con Ivan Basso, è considerato uno dei favoriti anche questa volta, pronto a fare il bis in virtù del suo attuale stato di forma eccezionale. Ripetere la vittoria al Cimurri è anche nei pensieri dell'ucraino Mikhaylo Khalilov della Ceramica Flaminia, primo lo scorso anno a Giannetto, mosiere di lusso ad una gara del suo Velo Club Reggio seguito di uno scatto all'ingresso di Viale Allegri dove era posto il traguardo. Un occhio particolare va dato ai corridori della Csf Navigare condotta da Bruno e Roberto Reverberi- perchè la vittoria di un corridore di questa squadra, totalmente reggiana per quel che concerne gli sponsor, i dirigenti e il personale, darebbe un tocco magico al Memorial Cimurri. Anche nell'albo dei ricordi di Bruno Reverberi, d'altro canto, esiste la presenza, importante, di Giannetto Cimurri. L'attuale manager della Csf Navigare infatti, da corridore dilettante nel G.S Giglio, nei primi anni Sessanta, frequentava assiduamente i corsi di ginnastica preciclistica invernale promossi e condotti direttamente, nella palestra di Via Berta, dal mitico massaggiatore. "Poter mandare un mio corridore - confessa infatti Reveberi - sul palco del vincitore sarebbe anche una profonda commozione" Reverberi però, per ben due Cimurri con Coppi al Parco dei Principi 1952 volte ha sfiorato la vittoria al Cimurri, una prima occasione con Paride Grillo nel 2005, battuto proprio da Fischer ed una seconda volta nel 2007 con Luca Mazzanti preceduto solo dal vincitore Bertagnolli. La seconda piazza ottenuta in quest'ultima occasione è stata però la più amara, perché Mazzanti quella volta è stato il vero protagonista della corsa, scatenando l'inferno sulla salita. Promotore della fuga decisiva, il bolognese in seguito, ha trascinato i compagni verso il traguardo, ma Bertagnolli per ordini di scuderia (attendeva Pozzato che stava rinvenendo) non ha collaborato alla fuga, restando a rimorchio e nella volata conclusiva è stato il più fresco di tutti. Mazzanti non ha approvato questo gesto ed ha disertato poi la conferenza stampa per protesta. Ma la storia del ciclismo, del gran ciclismo, è ricca di questi episodi, quindi inevitabilmente accadono anche in un'importante corsa come il Memorial Cimurri. Chi è salito sul STAMPA REGGIANA podio due volte invece è stato Manuele Mori, giunto terzo nel 2005 e nel 2007. L'appuntamento col Memorial Cimurri diventa importante anche perché vale come terza prova della challenge Unicredit, indetta sempre dal GS Emilia, la società di Adriano Amici, direttore tecnico dell'organizzazione. Comanda la classifica provvisoria Damiano Cunego davanti a Giovanni Visconti e Cadel Evans. Nomi importanti, tutti protagonisti delle ultime gare, quindi per loro, il Cimurri diventa un'occasione per consolidare o modificare la classifica. Nella graduatoria per squadre invece, comanda la Miche Selle Italia davanti al Team Columbia e alla Lampre, mentre la Csf Navigare figura al quarto posto, con ancora qualche chances per primeggiare. Dopo il Memorial Cimurri sono in programma altre due gare, il Giro dell'Emilia di sabato 10 ottobre ed il Gp Beghelli del giorno successivo. > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 27 Diagnosi scocca computerizzata Disbrigo pratiche assicurative e assistenza legale Auto sostitutiva gratuita AUTO OCARROZZ ZER RIA A DALL LARI s.a a.s s. di Dalllari Nan ndo e C. AUTORIZZATO TOYOTA SPECIALIZZATO Scotchtint™ 42100 Reggio Emilia - Via U. Degola 8 Zona Villaggio Crostolo Tel: 0522.921188 - Fax: 0522.924407 e-mail: [email protected] www.autocarrozzeriadallari.it per Auto Pellicole per il controllo Solare e la Sicurezza del Vetro AKZO NOBEL SIKKENS PRODOTTI VERNICIANTI STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Libri > Riccardo Caselli Esce il primo libro del nostro giovane collaboratore. La quarta di copertina porta la firma di Pier Luigi Celli In occasione dell'uscita del libro "L'Italia in vacca" (editore Aliberti), prevista per il 15 ottobre, abbiamo incontrato l'autore Riccardo Caselli, da anni nostro collaboratore, per un'intervista in anteprima a Stampa Reggiana. Caselli, per il suo libro di debutto ha scelto un titolo forte: provocazione o premonizione? In parte entrambe. L'idea del libro è che la crisi di cui ora si parla tanto non sia che un sintomo. Essa cela infatti un decadimento più profondo che si esprime nella cultura delle "veline" e dei "tronisti", nello scadimento dell'istruzione, nell'assenza di meritocrazia, valori e innovazione. Etica ed innovazione sono due termini chiave del suo libro, nel quale tocca tantissimi argomenti: da riflessioni sulle dinamiche aziendali o sulla new economy, fino alla televisione e persino il gioco del calcio. Come si lega tutto questo? L'idea è proprio quella che i valori e la cultura di una nazione siano la guida dell'agire sociale ad ogni livello, dall'azienda, allo sport, alle relazioni sociali. Per questo ho voluto proporre ai lettori un'analisi del costume e del cambiamento che raccontasse tanti aspetti in cui possano ritrovare il loro vivere quotidiano. La quarta di copertina porta una firma importante come quella di Pier Luigi Celli, un nome non da tutti… E' un motivo d'orgoglio avere un contributo di Celli, che oltretutto nel suo ultimo libro dialoga proprio con i giovani. Per i ruoli che ha ricoperto in passato ed oggi come direttore della Luiss, è sicuramente una figura in grado di comprendere la mia generazione e per questo il suo apprezzamento è ancor più significativo. Come è nata l'idea del libro? Principalmente dal bisogno di esprimere la mia creatività. Per anni ho infatti suonato musica rock, scrivendo melodie e testi. Da quando ho ridotto questo tipo di attività…deve essermi rimasto un vuoto. Così mi sono messo al lavoro su un'idea che da qualche tempo mi girava per la testa: tante A proposito di Stampa Reggiana, il libro si apre con una dedica al direttore Ivano Davoli… Sì, è stato lui a darmi per primo la possibilità di esprimermi sul suo mensile, credendo nelle mie capacità. Devo dire che senza questa esperienza, probabilmente non sarei arrivato né a pubblicare un libro, né a scoprire quanto poteva essere divertente scrivere. Perciò mi ha fatto piacere rivolgergli una dedica, come ge- Non mi aspetto niente, sono già contento di vedere i miei sforzi concretizzati. Del resto ho sempre fatto le cose per il piacere di farle. Perciò tutto quello che verrà, sarà un di più. Io sono sereno e soddisfatto così, perché è stata un'esperienza nuova e divertente. Vuole lanciare un ultimo invito ai lettori di Stampa Reggiana perchè acquistino il suo libro? Intanto li saluto con grande simpatia, e sono sicuro che sto d'affetto, stima e riconoscenza. Che effetto fa, a 25 anni, vedere il proprio libro pubblicato, e che aspettative ha dopo l'uscita? quello stesso buon gusto che li spinge a leggere Stampa Reggiana, li porterà nelle librerie ad acquistare "L'Italia in Vacca"! Pier Luigi Celli delle riflessioni che negli anni avevo scritto su Stampa Reggiana potevano essere validi spunti per un progetto più organico come un piccolo saggio. STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 29 > Spettacoli Il Rec e il Red confluiscono in un'unica grande manifestazione, che porterà a Reggio il meglio della musica e della danza contemporanea mondiale di Paolo Borgognone La novità di questo autunno, per il pubblico dei teatri, è “Aperto Festival”. Per la prima volta, infatti, il Rec - rassegna di musica contemporanea - e il Red - una delle più importanti manifestazioni europee dedicate alla coreografia d'oggi confluiscono in una sola, grande kermesse, che per un mese e mezzo offrirà al pubblico un ampio panorama delle nuove proposte provenienti da tutto il mondo. Il tutto fa parte a sua volta del ReggioParmaFestival: il fitto programma di concerti, spettacoli di danza, di teatro musicale, happenings, installazioni e mostre, intreccia alcuni fili tematici. Un'ampia finestra su alcuni dei maggiori artisti americani contemporanei (coreografi, scrittori, compositori); un ciclo di appuntamenti con altri rock, di ricerca, d'autore, e in relazione con altre forme di espressione; un bordone comune, infine, a tutto il programma all'insegna del dialogo fra culture, dal folklore emiliano all'avanguardia nipponica, dai raga indiani alle fusioni multietniche alle speri- mentazioni avveniristiche. Scendendo nel dettaglio, ecco fra gli americani la presenza di un'icona della danza post moderna quale Trisha Brown, di cui Aperto, in collaborazione con Max Mara e Collezione Maramotti, proporrà in prima ed esclusiva italiana gli Early Works il 28, 29 e 31 ottobre 2009, proprio negli spazi della Collezione stessa. La creatività di Trisha Brown ha frequentato sperimentazione e avanguardia e, fin dai suoi inizi, "luoghi alternativi" rispetto al palcoscenico; tra gli anni Sessanta e Settanta sono note le sue ambientazioni in parcheggi, strade, facciate di edifici, tetti di Soho, gallerie d'arte. Le sei coreografie presentate alla Collezione Maramotti, di pratica spoglia ed essenziale e di durata variabile (tra i due e DOPPIO FESTIVAL PER L'AUT i quindici minuti), sono state composte tra il 1970 e il 1973 dalla Brown, appartenente al gruppo dei "liberatori della danza", che, col suo lavoro antinarrativo e contrario alla spettacolarità, ha rotto i tradizionali codici della rappresentazione creando un nuovo linguaggio coreografico. La Trisha Brown Dance Company sarà anche al Teatro Valli il 30 e 31 ottobre con un programma che prevede due prime italiane (L'Amour au Théâtre, sua ultima creazione Aterballetto N U O V E C O L L E Z I O N I 30 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Spettacoli > di Mauro Bigonzetti, scenografia e videoinstallazioni di Angelo Davoli. Il "dialogo tra culture" permea tutti gli eventi del festival, giungendo a focalizzazioni più esplicite con Fatima Miranda, che sa far convivere nella propria straordinaria voce l'oriente e l'occidente; con Amelia Cuni, straordinaria artista italiana, naturalizzata tedesca, che interpreterà i raga indiani ricomposti dell'americano Cage; con la danza di Saburo Teshigawara (prima ed esclusiva nazionale di Miroku), che sembra coniugare miracolosamente remote tradizioni e la ricerca avveniristica più ardita. Billy Collins TUNNO DEI TEATRI e You Can See Us) oltre al capolavoro Set and Reset. Tra gli scrittori americani, spazio aperto a Billy Collins, fra i massimi poeti viventi d'America, e a Herman Melville, con la lettura/messinscena di Moby Dick in un modo nuovo e sorprendente: in 15 minuti per quindici spettatori. Tra i compositori americani, ritratti di John Cage, Christian Wolff, George Crumb, e un recital tutto americano del pianista Emanuele Arciuli, che comprende anche autori nativi d'America (navajo e cherokee). Nel filone Altri Rock rientra il concerto di Ryuichi Sakamoto, prima italiana del nuovo tour europeo (in collaborazione con Arci), quelli di Massimo Zamboni con Nada e de Le Luci della Centrale Elettrica, entrambi con progetti speciali concepiti appositamente per il festival. Infine una prova di dialogo fra rock e danza, con Certe notti, nuova produzione di Aterballetto sulle canzoni di Luciano Ligabue, coreografia Nada Malanima Diversi appuntamenti sono dedicati al meglio della danza contemporanea italiana di ricerca, con Aterballetto, Virgilio Sieni, Abbondanza-Bertoni, Cristina Rizzo, e al teatro musicale contemporaneo con South/North, nuova produzione di Fanny & Alexander libe- Ryuichi Sakamoto ramente ispirata al Mago di Oz. Per le attività espositive, prosegue con nuovo impulso l'Installazione Democratica Verticale che accompagna per il terzo anno il visitatore, alla ricerca di nuovi e inesplorati luoghi del Teatro Municipale Valli ("dalle cantine ai solai"), con installazioni immersive, performance dal vivo allestite lungo il percorso e attività didattiche; infine Il Gesto del Suono 2.0 mostra videofotografica sulla sperimentazione vocale da Demetrio Stratos a Saynkho Namtchylak. REGGIO EMILIA C. Comm. Le Querce Via M. Clementi, 20/B Tel. 0522 930121 REGGIO EMILIA C. Comm. Le Vele Viale Regina Margherita 29/D Tel. 0522 927199 REGGIO EMILIA C. Comm. Il Quinzio Via Ferioli, 2 Tel. 0522 332288 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 31 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Arte e Cultura > Gianni Ruspaggiari - Pittura 59 Angela Bergomi - Ortensie Nino Squarza - Frammenti Emilio Parisi - Struttura 59 MEZZOUn evento SECOLO FA, LA CONTROMOSTRA che condizionò l’arte contemporanea reggiana. "omuncoli litigiosi e politicamente indottrinati" della commissione giudicatrice? Come si permettevano di stroncare l'unico faro riconosciuto dell'avanguardia pittorica reggiana? Ancorché appartenente alla loro stessa area politica. di Emanuele Filini Era la primavera del 1959, a Reggio si stavano facendo le selezioni degli autori e dei quadri da esporre nella terza edizione del Premio Città del Tricolore. Una notizia corse tra gli addetti ai lavori : due quadri di Vivaldo Poli, su tre presentati al concorso, furono scartati dalla commissione. Cosa stava succedendo? Vivaldo Poli era l'unico esponente dell'avanguardia reggiana ad essere stato accettato per ben due volte, nel 1948 e nel 1952, alla Biennale di Venezia, il che equivaleva ad una promozione ad artista di rilevanza internazionale. Cosa stavano combinando quegli Due antefatti. Primo. Il Partito Comunista Italiano già da diversi anni stava coltivando il terreno della Cultura e dell'Arte, che gli altri partiti avevano lasciato, più o meno colpevolmente (anche se liberalmente) alle iniziative individuali. Secondo. Nel 1948, in seguito alla mostra di Bologna che raccoglieva gli artisti di avanguardia di maggior successo, reduci dalla Biennale di Venezia, apparve su Rinascita , a firma Roderigo di Castiglia, un articolo che definiva "orrori e scemenze" i contenuti delle opere esposte. Ora se consideriamo che dietro lo pseudonimo di cui sopra, si nascondeva Palmiro Togliatti in persona, e che in quegli anni le direttive del 'Partito' arrivavano direttamente da Mosca, è automatico comprendere la sponsorizzazione da parte del PCI del neorealismo sociale-politico-resistenziale, contro i movimenti delle avanguardie di ricerca. Chi non si adeguava, era fuori. Marco Gerra, Nino Squarza, Gianni Ruspaggiari, Angela Bergomi, Mario Pini ed Emilio Parisi, giovani artisti tra i venti e i trent'anni, per reazione contro il comitato organizzatore e prevenuti (con ragione) contro l'imparzialità della commissione giudicante, non inviarono o ritirarono le loro opere da quella che, in quegli anni, era la più importante manifestazione artistica della provincia di Reggio E. Con l'interessamento diretto ma non palese, del prof. Alcide Spaggiari, il gruppo ottenne a disposizione per 15 giorni, un grande negozio sfitto, sotto la galleria S. Rocco, a pochi metri dall'ingresso della mo- Marco Gerra - Struttura 58 Mario Pini - Composizione con neri stra "Premio Città del Tricolore", e qui ebbe luogo quella che venne definita per brevità, dagli stessi interessati "la Contromostra". Un evento , apparentemente marginale, a forte valenza provocatoria ed anche un po' goliardica, divenne col tempo, il momento di riferimento storico che diede la stura ad una nuova e duratura ondata di libertà creative, nel XX secolo a Reggio. Non fu solo mostra, ma soprattutto palestra di pensiero per critici, artisti, appassionati e intellettuali che apprezzavano non tanto il merito e i contenuti delle opere esposte, STAMPA REGGIANA quanto il coraggio di una attiva e visibile opposizione al sistema. Chi era neorealista per convinzione, continuò ad esserlo, gli altri furono liberati da un forte condizionamento politico paralizzante. Ora vorrei parlare dei singoli, che erano, e sono (i sopravissuti) miei cari amici, vorrei altresì raccontare le cronache di quei giorni, nei quali ero testimone fisso e partecipe, ma di tutto ciò ho già scritto su diverse mie pubblicazioni e soprattutto nei numeri 115 e 116 di Reggio Storia 2008, ai quali rimando i lettori interessati. > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 33 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 Arte e Cultura > BROMMO, L’ABBECEDARIO DI PINOCCHIO pagine a cura di Gaetano Montanari E' uno degli omaggi piu' interessanti che un sacerdote pittore, conosciutissimo come don Brommo, poteva rendere a Pinocchio; il burattino piu' famoso in tutti i paesi del mondo. Don Brommo, per compilare il suo libro, ha fatto ricorso alle ventuno lettere del nostro alfabeto, realizzando ventuno bozzetti di eccezionale fantasia e magnificenza. Le illustrazioni ci dicono, deliziosamente, cio'che don Brommo, ha creato di grande per la gioia di piccole grandi. E si sa che quello appreso con gioia da bimbi rimane indelebilmente nell'occhio, nella mente e nel cuore. I suoi colori sono osi' fiammanti su cui un poeta potrebbe scrivere le sue pagine piu' liriche. Come c'e' un musicista, un colore, un sapore, il quale piace piu' di tutti gli altri, cosi' don Brommo è la nostra poesia. Devo, anzi, aggiungere, "la nostra sola poesia". ch'io ripassi, oggi come ieri, "L'abbecedario" o ch'io ripensi, ora come una volta, a quel miracolo che fu "San Francesco", la mia anima è ancor piena di stelle. Il linguaggio di don Brommo viene espresso sulla tela con una materia corposa e quasi sempre alternata e rafforzata da uno spessore a lieve sbalzo sulla superficie. Don Brommo sta procedendo sicuro, sta portando avanti con precisione e impegno la sua favola seguendo una direzione che gli è cara, con una voce personalissima. Domani nei suoi cieli come in terra, ci potra' essere piu' luce e questi suoi dipinti inanimati si apriranno forse all'uomo. Giuseppe Amadei, Enzo Paterlini e Roberto Bellani, hanno riconosciuto al sacerdote pittore, un testo frizzante come acqua sorgiva e limpida come purissima acqua di fonte. GIOSETTA FIORONI FABRIZIO FONTANA I NOSTRI PITTORI Fabrizio Fontana, con la vastita' e completezza della sua esperienza umana e pittorica, riscoperta attraverso i dipinti esposti presso il salone del ristorante "IL PORTO", a Caprara di Campegine, dal 13 giugno 2009, crede fermamente che l'arte segua un cammino infinito e che non possa quindi avere limiti o confini di sorta. Sua caratteristica fondamentale è una trasposizione in chiave fantastica dell'elemento naturalistico. La sua arte ci immette nel regno della fantasia, attraverso colori frementi e lucenti. I dipinti ad olio di Fabrizio Fontana sono semplici registrazioni di un rapporto con la realta' naturale e la condizione umana eseguite con mezzi pittorici perfettamente adeguati. Gli elementi del suo linguaggio pittorico, sono, da lui, elaborati, con una meditata aderenza proprio al sentimento, alla propria visione, al proprio temperamen- to. Adesso comprendo perchè c'è tanto vuoto in questa vita che fa si gran rumore: ed allora tutto ride, tutto brilla, tutto splende, allorchè si puo' chiudere il mondo infinito in un dipinto. Cosi' come ci insegnano i magici pennelli di Fabrizio Fontana! E' piu' che naturale che, quindi, penne piu' autorevoli della nostra, abbiano sottolineato i suoi grandi meriti. Tangibile sempre la presenza dei vigneti della sua generazione terra. Realismo ed informalità sono i binari della sua arte fondamentale. Ma anche in Fontana doveva far capolino la necessita' di stabilire un rapporto fra figurativo ed informale nel groviglio di illuminazioni interiori e di pensieri. Percorrendo le due strade, ha raggiunto lo stesso risultato, con grande senso morale della pittura. LA LUNA NERA Giosetta Fioroni, di cui la RADIUM ARTIS, GALLERIA D'ARTE, ha presentato nei mesi di aprile maggio 2009, "LA LUNA NERA", una mostra di filastrocche, sogni e poesie, carte e ceramiche. La manifestazione ha avuto un ottimo successo di pubblico. Giosetta è un bel gentile nome, limpido come uno specchio balenante come una rondinella. Pure operando in un tempo di evasioni sperimentalistiche e di novita' (che lei del resto non rifiuta a priori, ma serenamente valuta in tutti i loro propositi), la Fioroni è rimasta dunque fra coloro che conoscono "la gioia di dipingere". Si può sostenere che l'astratto, l'informale e compagnia restano e le tecniche passano. Ma è il contrario. Le vecchie e fluttuanti seduzioni tornano di moda: mentre una filosofia, quand'è sorpassata, non serve nemmeno piu' ai commissionari del Monte di Pietà. Ciò spiega perchè, consapevole di una responabilita' tutta personale, Giosetta Fioroni sappia tradurre in filastrocche, sogni e poesia, i sentimenti e le emozioni del nostro itinerario quotidiano. Le opere esposte in questa mostra testimoniano il suo interesse per gli impulsi genuini dell'uomo. Tutto nella vita è un'irrisione, un gioco; ed il dovere, la volonta', STAMPA REGGIANA l'amore, si mescolano necessariamente insieme, come nell'intreccio di una commedia imprevedibile. Nel turbinoso girare a vuoto di troppa pittura odierna, non si può non essere grati a questa brava artista rimasta sensibile a quelli che non sono i valori fondamentali dell'esistenza umana. I critici d'arte sono i geni dell'umanita' inutile. Si dice che essi ci abbiano regalato il lume della ragione; ma non è vero. Sono riusciti semplicemente a chiudere in formule speciose alcune verita' che il comune buon senso permette a chiunque d'intendere o d'intuire. > anno VII numero 9 > OTTOBRE 2009 35 Le visite del Govern ...al Rotary Club Val di Secchia 1 3 2 4 6 5 7 9 8 La festa per la dott.ssa Eleonora Gelmini 10 2 1 4 3 Foto 1: da sx Barbara e Pier Paolo Veroni, Eleonora Gelmini, Daniele Carboni (presidente Rotary Val di Secchia) e Rita Carboni. Foto 2 : la Dottoressa Eleonora Gelmini. Foto 3: da sx di spalle in primo piano Luca Reggiani, Cristina Cataliotti. Dietro Manlio Martilli, Gianandrea Degola, Enrico Degli Incerti Tocci. Foto 4: In primo piano a destra Pellegrino Alboni, di fronte Maria Rosa Ferraroni, Paolo Orsini, Antonio Magnani, Romana Prati Alboni. Dietro la signora Bertani e Alessandro Cabassi. Foto 5: A destra di spalle Ermanno Ruozzi e Francesco Guidetti. Di fronte la signora Ruozzi, Grazia e Alessandro Lasagni. In secondo piano Pellegrino Alboni, Antonio Magnani e signora. A sinistra Paolo Orsini e Romana Prati Alboni. 5 11 L’incontro al Rotary Club Reggio Emilia-Val di Secchia, la visita annuale del governatore Mario Baraldi, accompagnato dalla moglie, signora Maria Luisa Zeneroli, ai Rotary Club reggiani. Il Distretto 2070, di cui il prof. Baraldi è governatore per l’anno 2009-2010, è uno dei più importanti dell’intero Rotary International, poiché riunisce oltre 6300 soci suddivisi in 97 club sul territorio di Emilia Romagna, Toscana e Repubblica di San Marino. Foto 1: prof. Mario Baraldi, Governatore del Distretto 2070, Daniele Carboni presidente Rotary Club Reggio Emilia-Val di Secchia, dott.ssa Maria Luisa Zeneroli, moglie del Governatore, dott. Giuseppe Albertini, assistente del Governatore. Foto 2: prof. Pier Paolo Veroni, prof. Mario Baraldi, Governatore del Distretto 2070, Daniele Carboni presidente Rotary Club Reggio EmiliaVal di Secchia, dott.ssa Maria Luisa Zeneroli, moglie del Governatore, signora Barbara Veroni. Foto 3: Marilena e Gianandrea Degola, Antonio Magnani. Foto 4: Giulio Tagliavini, Stefano e Corinna Papa, Emanuele Filini, Bruno Claire Pioppi, Enrico Degli Incerti Tocci. Foto 5: Carla Denti, Maura e Tiziano Scalabrini. Dietro: Maria Rosa Ferraroni, Paolo Orsini. Foto 6: Alessandro Lasagni, Silvia Manenti. Foto 7: Maria Grazia e Alessandro Lasagni. Foto 8 Evelyne e Antonio Magnani. Foto 9: Marilena e Gianandrea Degola. Foto 10: Francesco e Marianna Guidetti. Foto 11: Avv. Liborio Cataliotti. natore Mario Baraldi... > Arte e Cultura Primo Piano > ...e allo storico Rotary Club Reggio Emilia 1 3 2 4 6 5 7 9 8 11 14 17 1 10 12 15 18 13 16 Foto 1: Giuseppe Albertini ed il Governatore. Foto 2: il gov.Mario Baraldi e il pres.Marco Masini. Foto 3: Franco Mazza ed il governatore Mario Baraldi. Foto 4: Bruno Ghigi e Marco Bonezzi. Foto 5: Camillo Galaveri e Silvestro Nocco. Foto 6: Carlo Palazzi Trivelli, Corrado Francia e Pierluigi Reggiani. Foto 7: Carlo Dazzi e signora. Foto 8: Francesca Lombardini e Vittorio Corradi. Foto 9: Giovanni Baldi e Daniela Spallanzani. Foto 10:Gianni Boeri e signora Mazza. Foto 11: Luigi Zarotti, Ennio Pastorino e Emilio Sambarino. Foto 12: Luciano Delrio, Luciano Fantuzzi e consorte. Foto 13: Mario Motti, Lauro Sacchetti con moglie. Foto 14: Paolo Ampollini, Alberto Lasagni e consorti. Foto 15: Ferdinando De Sante con i giovani del Rotaract. Foto 16: Romeo Galaverni, Marco Bonezzi con consorti. Foto 17: Leopoldo Barbieri Manodori e Cesare Bellentani. Foto 18: Stefano Ovi, Enrico Zini e Enrico Peri. Foto Stefano Rossi 2 1 2 3 Festa con alloro per Alessandro & Alessandro 4 5 6 7 9 8 10 12 11 13 14 17 16 15 18 A Villa Giorgia festeggiati da 100 amici i neolaureati Alessandro Ferrari e Alessandro Crescenzo. Foto 1: Alessandro ed Alessandro, insieme a Federico ed Angelone di Radio Bruno, alla console per le presentazioni rituali. Foto 2: I due laureati Alessandro Ferrari ed Alessandro Crescenzo in divisa accademica! Foto 3: La “ Task Force“ di volontarie incaricata di rintracciare nel bosco i due laureati. Da sx : Francesca Orsi, Laura Ferretti, Alice Razzoli, Eleonora Torelli, Federico ed Angelone di Radio Bruno, Maria Codeluppi, Valeria Pioli, Giulia Muzzioli, Ylenia Gualtieri,Laura Ferretti. Foto 4: I sorrisi maliziosi di Sara e Laura. Foto 5: Confidenze segrete: da sx, Lucy, Alle F.. Foto 6: Solitaria fra due lauree: da sx, Alle C. , Greta, Alle F. Foto 7: Moderno ratto delle sabine: da sx, Alle C., Silvia, Arianna, Alle F. Foto 8: Pensieri lontani: da sx, Manu, Ele, Bigi. Foto 9: Da sx. Laura, Sara, Fre, Laura, Follo, Alice. Foto 10: Taglio della torta. Foto 11: Da sx : Stefano, Ylenia, Laurent, Lidia. Foto 12: Sorrisi d’intesa: da sx, Rossy,Luca. Foto 13:In un altro mondo : da sx, Dino, Marta. Foto 14: Cosa stavano facendo? da sx, Vally, Puglia. Foto 15: Avvinghiata al cuore: da sx, Kappa, Lara. Foto 16: Trattenuta stretta stretta: da sx, Linda, Follo. Foto 17: Ci siamo anche noi!: da sx, Pilla, Mary. Foto 18: Teneramente soli : da sx, Francesco, Ceci. Foto di Studio Nova Foto G. Bucaria Nicola e Matteo, 40 anni per due Per consolidare la loro amicizia Nicola Fontanesi (Hotel Morandi) e Matteo Ferretti (Rossi Timbri), hanno festeggiato i primi quarant’anni con amici in una grande festa al Circolo CERE Foto di Studio Nova Foto G. Bucaria Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per tutte le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi a disposizione della clientela presso ogni filiale della Banca o sul sito web www.bper.it - maggio 2008 Conto ZeroNet il conto corrente on-line di BPER il tuo conto è ovunque gratuito, veloce, semplice www.bper.it