Steal This Film Part 1 - 2009

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Steal This Film Part 1 - 2009
Steal This Film
Steal This Film (in italiano: Ruba questo film) è un
film,rilasciato nell'agosto del 2006 via BitTorrent, che
documenta il movimento contro la proprietà intellettuale e fu
un punto del dibattito nel British Documentary Festival.
La prima parte è stata prodotta in Svezia e rilasciata nel 2006
Il film include un'analisi critica di una presunta Regulatory
capture (Regolamentazione di cattura) effettuata dall'industria
cinematografica Hollywoodiana per far leva sulle sanzioni
economiche del governo degli Stati Uniti sulla Svezia
attraverso il WTO (World Trade Organization - Organizzazione
Mondiale del Commercio).
Steal This Film
Presunti obiettivi erano caratterizzati dall'applicazione di
pressioni alla polizia svedese in modo che conducesse
ricerche e attacchi, contro la legge svedese, con lo scopo di
bloccare l'attività del tracker BitTorrent di The Pirate Bay.
Una versione del film, rimontata ed ampliata in occasione del
Processo a The Pirate Bay, è stata presentata in competizione
nella sezione Factual dell'edizione 2009 del Roma Fiction
Fest.
Steal This Film
La seconda parte è uscita il 27 dicembre 2007. È stata
rilasciata nelle reti p2p.
Le tematiche che affronta riguardano gli aspetti tecnologici e
culturali delle guerre sul diritto d'autore e le implicazioni di
internet nella copia.
La serie Steal This Film, è prodotta dalla Lega dei Pari Nobili
(in inglese: League of Noble Peers), e ha un fondo di
donazioni tramite il sito Stealthisfilm.com, usando un conto
Paypal.
P2P – un'ondata di cambiamenti
Il peer to peer ha scatenato una grande ondata di
cambiamenti nel mondo.
Oggi, decine di milioni di persone usano internet per
scambiarsi materiale.
L'industria dell'intrattenimento dice che sta affondando e
chiama pirati coloro che scambiano i materiali multimediali
coperti da copyright.
2003 – Avviamento di Pirate Bay
Cominciò su un server condiviso in Messico dove lavorava
Gottfrid e si sviluppò talmente tanto che per garantire una
connessione ai dati fu spostato tutto in Svezia.
The Pirate Bay è il tracker bittorrent più grande del mondo.
Nel 2006 più di 10 milioni di persone usavano il sistema di
bittorrent per condividere materiali in rete.
Con buona approssimazione, su Pirate Bay nel 2006 c'erano
circa due milioni di visitatori al giorno che accedevano a
150.000 titoli protetti da copyright.
Indicizzazione bittorrent
Gestire un sito di indicizzazione bittorrent come Pirate Bay
non era, o non è proprio illegale, secondo la legge svedese o
la maggior parte delle leggi sul copyright, perché non si tratta
di essere direttamente coinvolti nelle transazioni di materiale
protetto, ma di semplici metadati, collegamenti, nomi di files ...
Quale rischio per l'industria cinematografica?
“Beh, penso che alla fine il nostro futuro...”
Peter Chernin, amministratore dell 20th Century Fox, uno degli studi più grandi di Hollywood.
“Qualcuno può mettere su internet una copia digitale perfetta,
una copia perfetta, OK? E basta un clic per spedire un milione
di copie in tutto il mondo - in un attimo.
Ed è tutto gratis - e se continua così, dite addio a Hollywood.”
Hollywood è un business.
La "guerra ai pirati" è una guerra per proteggere il profitto.
31 maggio 2006, Stoccolma: il raid
Il raid fu il risultato di un'azione politica ai livelli più alti tra il
governo svedese a Rosenbad e la Casa Bianca.
Le lobby americane hanno detto alla polizia svedese di fare un
raid e di chiudere tutto.
Ecco cos'è successo: l'industria cinematografica di Hollywood
ha mandato la sua lobby, la MPAA (Motion Picture Association
of America - Organizzazione americana dei produttori
cinematografici), alla Casa Bianca.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha poi contattato il
Ministro degli Esteri svedese chiedendo di risolvere il
problema di Pirate Bay.
Prima del raid
Prima di Pasqua dei delegati dalla Polizia svedese e dal
Ministro della Giustizia andarono negli USA per ascoltare le
loro richieste.
Quando i delegati ritornarono, la questione fu portata al più
alto livello politico dal Ministro della Giustizia Thomas
Bodstroem, che segnalò che andava fatto qualcosa.
La polizia e il procuratore risposero al gabinetto che la
questione legale non era chiara.
In sostanza non avevano un caso contro Pirate Bay e tra
l'altro un procuratore era già arrivato a questa conclusione
dopo una prima investigazione.
La risposta non soddisfò il gabinetto.
L'azione del gabinetto
Il Ministro della Giustizia contattò il Procuratore Capo e l'ufficio
del Capo nazionale della Polizia che in seguito ordinarono alla
polizia e al procuratore di agire comunque.
Quando il procuratore responsabile fu richiamato al
dipartimento a Stoccolma, nella primavera del 2006, ha
parlato di questo alla televisione svedese e poi del fatto che
circolavano voci secondo le quali minacciavano sanzioni WTO
contro la Svezia e che aveva saputo che forse gli Stati Uniti
avrebbero inserito la Svezia in una cosa chiamata "Lista di
controllo prioritario".
Missione compiuta
Dan Glickman, Presidente e Direttore Generale della Motion
Picture Association of America, subito dopo il raid fece una
conferenza stampa per dire "missione compiuta".
Ciò dimostra che la missione aveva come scopo precipuo il
sabotaggio.
Dopo tre giorni, i server erano di nuovo attivi, la maggior parte
del backup ripristinata, quindi il sito funzionava alla perfezione.
Circa una settimana dopo, era tutto ripristinato, al 100%.
Il rimbalzo nei media
Quando ci fu il raid, Pirate Bay ottenne grande attenzione da
parte dei media, e questo fu di aiuto.
Nei giorni successivi, il numero dei visitatori raddoppiò.
E ricominciò anche il dibattito sul file sharing in Svezia.
Molti gruppi di giovani, affiliati ai partiti politici, si attivarono in
dimostrazioni per sostenere il file sharing in Svezia.
Parteciparono quattro partiti diversi.
E anche nel neonato Partito Pirata, in due giorni, raddoppiò il
numero dei membri.
Oggi, in Svezia, in qualche modo tutti sanno di Pirate Bay.
Ora c'è un contrappunto
“Ovviamente si son dati la zappa sui piedi, perché adesso
sarà politicamente impossibile, per loro, agire di nuovo contro
Pirate Bay o cose simili in Svezia.
C'è una grande base di supporto popolare per il file sharing e
la questione generale sul copyright.
Ciò che è accaduto ha stimolare il dibattito e ha dato
all'opinione pubblica un contrappunto.
Dove prima c'era solo il punto di vista delle industrie del
copyright, ora c'era un contrappunto.
Il modello del picchetto
Molto di ciò che le majors fanno oggi è basato sul modello del
copyright; negli Stati Uniti si parla di "modello del picchetto".
Trovi uno spazio libero di proprietà intellettuale, metti il tuo
picchetto e ci costruisci sopra una tenda; per esempio, se fai
un film vendi anche giocattoli e gadgets che costituiscono
questa tenda.
Ed è ovvio che questo comportamento sarebbe impossibile
con un diverso clima sulla proprietà intellettuale.
Adattamento camaleontico
Quando uscirono i primi registratori a cassetta dicevano: "Oh, no! La gente
copierà la nostra musica!"
E quando uscirono i primi videoregistratori, successe lo stesso: "Oh, no! La
gente copierà la nostra roba! E non faremo soldi!" Ma ovviamente furono
capaci di adattarsi anche a questo.
“Il videoregistratore è per il produttore ed il pubblico americano ciò che lo
strangolatore di Boston è per le donne sole a casa.”
Jack Valenti, deposizione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti,
1982
La videoregistrazione, contrariamente a quanto paventato, creò altre entrate
e le industrie furono capaci di vendere videocassette mentre la gente
registrava dalla TV.
Alla fine gli studios si rivelarono in errore davanti alla Corte, che decise
contro di loro.
Ma 30 anni fa, le Corti erano molto più pro-consumatore.
L'opportunità del file sharing
Non è più una questione di giusto o sbagliato, la gente farà
ciò che vuole per avere ciò che vuole.
Come dice il proverbio?
"Ogni grande fortuna nasconde un grande crimine"?
Forse, tutti quelli che iniziarono questo business hanno
imbrogliato qualcuno per essere lì e ora vengono
imbrogliati.
Il file sharing non è un problema, è un'opportunità.
Matrix: il sistema nemico
“Matrix è un sistema, Neo.
Quel sistema è nostro nemico.
Quando sei dentro e ti guardi attorno, cosa vedi? Uomini
d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami … le menti della gente
che provi a salvare, ma finché non agiamo questa gente è
ancora parte di quel sistema che ce la rende nemica.
Devi capire che molte di queste persone non sono pronte per
essere staccate. E molte sono così inerti, così disperatamente
dipendenti dal sistema, che combatteranno per proteggerlo.”
Se non sei uno di noi, sei uno di loro.
Cosa sono?
Sono a guardia di tutte le porte. Hanno tutte le chiavi, ma non
saranno mai forti o veloci come tu puoi essere.
Film: “The Matrix” – USA/Australia, 1999
Il file sharing non è un crimine!
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La rete è troppo grande, non puoi combatterla.
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Sarà sempre possibile condividere e scaricare.
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Non penso che qualcuno fermerà tutto.
È una nuova tecnica e penso che la gente troverà un modo
per usarla comunque.
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La tecnologia è in continua evoluzione, quindi sarà difficile
per i lobbisti catturare chi scarica files; saranno sempre un
passo indietro.
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Il centro non tiene. La forza dei pari si scatena sul mondo.
Non siamo interessati nei compromessi
Non siamo interessati nei compromessi...
Ci interessano le cose nuove, non le vecchie soluzioni, quelli
sono i compromessi.
Per molto tempo, sono stato coinvolto in questioni sulla libertà
di parola e questa è una sua diretta estensione.
Personalmente, vedo Pirate Bay come una sorta di
disobbedienza civile organizzata perché ci sia un
cambiamento delle correnti leggi sul copyright e del clima
generale sul copyright.