Scarica il portfolio di g. olmo stuppia

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Indice/Index
Statement................................................................pag. 9
Works
AMMUCCIO............................................................................pag. 8
NASCONDINO......................................................................pag. 18
UNTITLED....................................................................................pag. 24
DARKECOLOGY SIGNAL KOMMT.................................pag. 28
DRONE LIMITROFO...............................................................pag. 34
Atomic Blondie: FESTIVAL Della Divina Casa...............pag. 38
RADIOBORCIA.........................................................................pag. 52
TRE.................................................................................................pag. 54
Curriculum................................................pag. 60
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g. olmo stuppia: no, non si tratta d’errore. Il mio nome d’arte che Vi propongo è proprio g. olmo stuppia,
tutto minuscolo. Il “Pensiero debole” ci forza, interrogandoci sullo statuto delle arti, del cogitum dopo
la morte dell’autore, a ripensare il mondo posizionadosi coscientemente alla luce del Post-Human, della
Dark-Ecologia e si, anche dei fulmini che sibilano dal cielo sparati a spese dei contribuenti occidentali verso
“nemici”
asimmetrici (missili Hellfire su droni Reaper). dOCUMENTA già identificava l’importanza della parola tutta, del
suo dispiegarsi nello spazio e non della potenza rarefatta/pesante della firma o della forma di contenimento
dell’eterotopia.
Ho deciso di selezionare alcune mie ricerche che seguano il filo conduttore di due materie:
Architettura e scultura. Architettonicamente il “paesaggio antropizzato” e, per via tattile il
“potere dell’occultamento” tanto citato dal mio maestro Francesco Galluzzi.
Il medium è quindi poliedrico, sebbene l’azione performàtica, il video e la scultura
processuale siano preminenti. Per potenza dell’occultamento si intende una riflessione sullo statuto
dell’immagine: oggi si vede troppo, la metastasi e lo “stupro” delle retine nell’era della sofisticata narrazione
pubblicitaria ha raggiunto livelli inaspettati: si plasmano gli esseri viventi...
I corpi igienizzati non si toccano più. La zona grigia scompare.
Propongo perciò di escavare le zone non viste, la corteccia profonda di parole ed immagini, nell’ordine di
dissolvere la banalizzazione generalizzata. L’arte non deve più essere vista bensì esperita, schermata, rubata
allo sguardo del “razionale” per poter davvero svolgersi.
L’arte è un coacervo culturale. Il media “tattile” digitale è il principale propulsore della nostra (in)capacità
metabolica di “realtà aumentata”. La digitalità va emendata e non lasciata a briglia sciolta. Analizzare, ad
esempio, il Drone (robot) come elemento di cambio antropologico e le reti sociali del controllo rimane un
mio pallino da sempre. Per un dato spazio (galleria, museo, casa, campagna, montagna, isola, barca, treno,
corpo, aria...) una proposta è sempre specifica e mai riproducibile nella sua stessa forma in altro luogo. Tento
di vivere penetrando gli spazi prima di coabitarli con la mia proposta (opera o progetto). Coabitante
linguistico, in attrito con leggerezza.
AMMUCCIO
Ho identificato nella contrada Mastra SS57, a Mazzarino, un rudere di una Fiat Bianchina abbandonato in mezzo a
cespugli di Timo: una sorta di scultura campestre. Poco tempo dopo questa carcassa di
metallo è stata “rubata” lasciando un’ orma nella macchia di Timo. Ho deciso di raccogliere e disporre i resti dell’auto
Fiat e di “sudarizzarli” con un rituale notturno mediante una stoffa adeguatamente
sagomata. Un telone di cotone è stato calato sull’orma, dopo aver effettuato una deriva di
avvicinamento e aver letto cinque testi inerenti. Indicando la prima persona che dovesse leggere e
fischiando in una lumaca di terracotta ho creato un concatenamento di questa azione tra le persone e, seppure i diversi soggetti si sentissero estremamente estraniati, hanno iniziato a camminare, prendere parte e leggere, indicando
“casualmente” chi dovesse fischiare e prendere in mano i testi, oltrechè scegliere la direzione nel buio della campagna.
Il pubblico ha partecipato attivamente. Francesco Paolo Catalano ha realizzato di concerto e appena prima della mia
azione rituale una “rinominazione” di un olivo nei pressi dell’orma giocando così sul sottile limite che veste o sveste di
parole la sessualità, terreno ambiguo da problematizzare. Il video è girato volutamente con una Sony DC-115 in mini
DV e modalità Night Shot.
Un formato familiare e quadrato, per dirla con Diego Marcon
Night: a walk in the countryside, with readings, re-naming and re-clothing of an olive tree, a space long-occupied by the
remains of a Fiat, covered by a clothing structure.
Documentazione
Cassetta MiniDV reversed on mp4, durata 10, 46 min. audio stereo wav.
11 fotografie 18x15 carta opaca
kodak 250 gr, cor nici in legno.
https://vimeo.com/75578085 password: senzaprimordio9
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Muso, telaio e carrozzeria della
Bianchina
Prima del Furto
Mazzarino, SS57, Mastra, 2012
Fiancata destra, con buchi di
proeittile, telaio e carrozzeria della
Bianchina
Prima del Furto
Mazzarino, SS57, Mastra, 2012
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pagine superiori a sx (pag. 10)
Localizzazione da Bing.com mappe della Contrada Mastra SS57,
la freccia è l’ingresso dalla strada, il punto il luogo dell’orma della
Fiat Bianchina.
pagina superiora a dx (pag. 11) vista della campagna della Mastra.
a sx: frame del video “Ammuccio” lettura alla deriva nella
campagna. Il pubblico, dopo aver acceso il fuoco, ha preso una
direzione scelta “a caso” sotto il cielo buio e stellato.
Subitaneamente, a mia scelta ho fischiato in una lumaca di terracotta, leggendo chi avrebbe letto il primo brano; a chi leggeva
spettava la scelta di indicare la nuova persona che avrebbe poi
fischiato e indicato la persona che avrebbe letto.
a dx: lo studente di giurisprudenza G. Anzaldi legge un brano di
Pasolini, siamo direttamente sulla strada, la sua voce tremula per
non essere allenato a leggere in pubblico, buio,
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a sx Francesco Paol Catalano durante la deriva che ha
precesso la vestizione dell’albero e, seguentemente la
“sudarizzazione” dell’orma lasciata dalla Fiat Bianchina.
In questo frame si distingue chiaramente la veste da Matrimonio
che l’artista utilizzerà poi nella vestizione dell’ulivo limitrofo
all’orma. In questo fermo immagine gli artisti ed il pubblico
percorrono al buio la SS57, Contrada Mastra, una strada
dissestata quasi mai trafficata da automobili e più spesso da
greggi di pecorari rumeni.
a dx Rocco Tardio e la madre leggono uno stralcio di testo
dell’artista Natalia Magdalena.
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appena sopra (tre immagini, visibile la
lampada sul mio capo e il telo sagomato)
Subito dopo la vestizione dell’ulivo prende atto
la “Sudarizzazione” dell’orma dell’automobile.
Ancelle di questo processo saranno Costanza
Aliverti Piuri e Pietro Calogero, i quattro punti
saranno fissati con lance di bambù con punta
di ossidiana costruite appositamente.
a sx me che infilzo il terreno e il telo sagomato
a forma di Fiat Bianchina nel terreno.
Francesco Paolo Catalano veste con abito da
sposa un ulivo.
Rocco Tardio (bimbo appena sopra)
Conclusasi l’azione il più piccolo del gruppo (Rocco Tardio) ha chiesto spiegazioni molto infastidito (per poi ricredersi sul senso dell’atto). Insieme ne
abbiamo discusso: i presupposti di una narrazione fantastica hanno potuto
dispiegarsi da questo territorio dimenticato attorno ad un fuoco e al buon
cibo del centro-Sicilia.
Rivitalizzare, anche solo per un attimo, le zone limitrofe ai canali del sapere e
dell’economicismo, velate e ancora autentiche.
NASCONDINO
Dopo due anni con lo scalpello in mano a cercare l’oloide (forma geometrica) perfetto ho deciso di mollare e invertire la rotta: tumulare questa scultura da 300kg da me realizzata e crearne un’opera processuale che facesse del
suo “seppellirsi”, nascondersi, un principio e un florilegio di “effetti collaterali”. Attraverso l’aiuto di un equipè
composta anche da immigrati senegalesi ho trasportato circa 5 metri cubi di terra all’interno dell’Accademia di
Bologna (reperita sui colli) e, con essa,
ho costruito una cassa nel quale riversarla assieme all’Oloide non finito.
Una volta ultimato il processo la cassa è stata smontata e la terra ha riempito una grande aiula vuota dell’Accademia, il masso a forma di Oloide, fuoriuscito e rinato, ha viaggiato prima a Milano e in seconda battuta è stato
tumulato con pietre di arenaria, in Sicilia. Durante il Viaggio da Nord a Sud dello Stivale il viaggio dell’Oloide è
stato circondato da incontri e riti propiziatori di vario genere, tra i quali spicca quello con l’artista Vito Maiullaro
nei pressi di Altamura.
Nascondine (Hide and Seek)
I have created a sculpture made of Carrara marbe
Subsequently I decided to bury it inside a box 2 x 2 meters. I
filled the box with earth from the hills surrunding the city of Bologna.
Documentazione
video digitale mp4 durata 3.32, 11 fotografie digitali, C Print, 18x15cm cornici variabili
https://vimeo.com/88819322/ - password: senzaprimordio9
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Predisposizione della cassa per accogliere
l’oloide a cura di Estaban Ayala che ha supportato
tutto il progetto come capo mastro dei lavori.
foto. Esteban Ayala
George e Gregor che raccolgono terra umida e
piena di vita dai colli di Bologna, l’introdursi
continuo all’interno dell’Accademia da parte di
questi simpatici “non iscritti” ha causato non
poche lamentele da parte della direzione.
a dx Esteban Ayala che documenta il lavoro e me
intento a spalare terra all’interno della cassa di
Nascondino.
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a sx momento saliente
della posa di Oloide: da destra:
George, Riccardo Margiotta, g.
olmo stuppia
Ben visibile è la gru utilizzata
per il trasporto.
foto still da video: Riccardo
Margiotta.
a dx George riempie con
la terra, una volta smontato
Nascondino, un’aiula vuota
dell’Accademia di Bologna, lato
Sud-ovest.
UNTITLED
Decostituire l’idea abitativa borghese. In questa civiltà molto è cambiato dalla prima rivoluzione industriale ma
non il malessere, prima concreto, poi psicotico, che i cittadini vivono autoinfliggendosi.
Parafrasando J.Beuys: “non v’è era in cui le persone vivano e arredino le loro abitazioni peggio di questa”.(cit.
Flash Art, speciale sull’abitare n°359, 2012). L’abitatività e la coabitazione divengono norma tabù e puro ornamento, tema nascosto da molti dei costruttori, merita oggi di essere riprogrammato a partire dalla radice: non
bisogna più costruire, ma soprattutto risanare con occhio
lungimirante l’esistente. Come dice Rodari: “non perchè tutti siano artisti ma perchè nessuno sia schiavo”.
pag. 26, Grammatica della Fantasia, Torino, Einaudi, 1976
Untitled
The project duplicates Western aseptic features. A little
mouse is placed inside two geometric structures. The work stresses how the process of ethnographic
individualization and specialization become the reason for the absence of strong social bonds.
Installazione in plexiglass, tegola, cemento, terra, cibo per roditori acqua e topo da laboratorio vivo.
Dimensioni solido 1: 70x25x15; solido 2: 23x50x15; cilindro circonferenza diametro 5 cm,
lunghezza 12 cm
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Pagina sopra
installazione con topo bianco da laboratorio/negozio di
serpenti,
vivo. L’installazione si compone di due parallelepipedi di
Plexiglass all’interno dei quali è, da una parta installata
terra, cemento, spazio vuoto e una tegola, mentre, nell’altro un “deposito” di cibo e acqua.
L’installazione è studiata per mantenere il topo in vita ma
tenerlo ben rinchiuso al suo interno. Ad una scadenza
di cinque/dieci giorni bisogna cambiare acqua e cibo al
roditore.
a sx
particolare con topolino da laboratorio vivo
DARKECOLGY SIGNAL KOMMT
Mostra realizzata presso l’h28kunstarchiv di Berlino, ove lo spazio-casa-archivio è stato rimodellato
utilizzando i suoi stessi oggetti: miriadi di futili oggetti da collezzionismo kitsch utilizzati dai berlinesi
per ricucire lo strappo della città divisa in due: un’intera stanza di questo archivio straripa di tale materiale: profumi economici, ciabatte ancora impacchettate e argentate, mappe del mondo, libri su ogni
sorta di sciocchezza sottoculturale, amuleti di plastica, placche di Gengin Kan e così via. Misti ai ricordi
di famiglia della signora che prima abitava lo spazio. L’unica aggiunta, da parte mia, è stata quella della
carta stagnola e di un telefono con un video in loop visualizzabile anche dalle finestre - al piano terra dello spazio.
La tematica è la l’ecologia ai confini di un mondo senza più natura vergine, in una parola Darkecology.
Come possiamo pensare ad un mondo ove l’impronta entropica ha superato di gran lunga il “selvaggio”
e ha trasformato in un giardino inquinato tutto l’ecosistema? Bene, a partire da una narrazione kitsch,
dall’oggettistica d’archivio, la mostra si propone di coabitare lo spazio riempiendolo di gesti “darkecologisti” e apparentemente privi di senso: la volta della sala principale è tappezzata di fotocopie del cielo
finto posto sul soppalco, ad esempio. L’archivio di immagini è riproposto nella forma di “assemblage”
e rotture, di modo da far precipitare il senso proprio sul mondo “pattumiera” che abbiamo edificato. A
partire dalle tanto osannate culture del Nord Europa, che, se a livello intellettuale vantano un enorme
scarto, a livello del “Volks” certamente non si nutrono del meglio che esista.
Darkecology Signal Kommt
The project presents in a different light some objects from a suburban Berlin House, in order to stress through
them a new
approach to ecology in a global landscape where virgin nature is non-existant.
Kitsch aesthetic, a German grocery video, and some references to Berlin’s history feature in the exhibition
space, that thus become
a contemporary art archive.
Documentazione
Presso h28kunstarchiv, Huttenstrasse 28, 11015, Berlino
11 fotografie 18x15cm c-print, 2 video hd in elaborazione 7min. circa, piantine, schizzi, materiale di proprietà
h28 dell’archivio. www.h28kunstarchiv.com
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DRONE LIMITROFO
Costruendo una estetica kitsch da funerale cyberpunk e bestialmente ironico, su invito di Andrea Pagnes, ho presentato questa performance in cui celebro la morte di un Drone in un ipotetico conflitto per “la nostra” sicurezza.
L’azione è costellata di referenze ove i Tuc sono le Ostie, il vino e sangue di Cristo è servito in una coppa di plasticaccia ed è acido.
Una serie di riferimenti all’estetica Pop ed il mio cranio rasato a lametta intromettono un’atmosfera monacale-nazista. Il Drone Limitrofo, non più macchina nè uomo ma animale svolge la sua funzione di Feticcio per la funzione
Cattolico-Funeraria. Il rito si è svolto muto, con dei cartelli di volta in volta esposti, il motivo clericale è da me
cantato con voce sinusoidale. Gli incensi saranno degli spray profumati del LIDL che intossicheranno i presenti.
Già pianificata per il Plaga Festival di Barcellona nel 2014, l’opera qui prodotta differisce per la collocazione più
che mai autorevole e dissacrante: la stanza dedicata a Joseph Beuys...
Inoltre, il vestiario, l’assenza di parole e la scelta del canto sinusoidale hanno conferito ai gesti una diversa impostazione e caratura.
Le immagini sono tutte cortesia di Giulio Alessandri e del Performance WEEK di Venezia.
Drone Limitrofo
I celebrate the funeral of a drone killed in a fight agains terror, echoing a fashionable Nazi-kitsch aesthetic.
Documentazione
6 fotografie C-print cornici in plastica, foto digitali di Giulio Alessandri e Monika Sobczak
a dx e sotto
momenti di
celebrazione del
“rito-performance
Drone Limitrofo,
foto M. Sobczak
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Atomic Blondie: Festival della DIVINA Casa (happening-sculpture)
Aprile 2015
All’invito di Questa Cantina di produrre una mostra nella casa di Via M.Musolesi 7 ho reagito anzitutto mettendo in affitto una delle stanze di questo appartamento. Ho filmato di
nascosto le visite degli ingnari potenziali affittuari. E’ stato creato così un profilo: atomicblondie89atgmail.com dal quale è scaturito questo accadimento. Mettere insieme l’esplosiva
necessità
abitativa di Bologna assieme all’estetica New Wave che ha dominato la città “rossa” negli anni ‘80 con Skiantos e Noia. Una volta disseminato lo spazio
espositivo di azioni “esplosivamente calme” . Una modello artigianale di Drone Predator penzolava nella tromba delle scale sollevando una maquette di casa. Forchette, spezie e
quant’altro creavano una traccia lungo tutte e cinque le rampe di scale. Si penetrava nell’opera a partire dalla fascistissima ed elegante architettura.
23 giugno 2015
Entrati in corridoio una ruspetta telecomandata e due sculture di plastilina accoglievano il visitatore: l’una poteva essere
radiocomandata e portare via il sudicio accumulato appositamente dalla pulizia della casa e dello spazio espositivo dove si tenne la precedente mostra di QC. Due sculture in plastilina erano direttamente plasmate una a terra e l’altra sul muro prospicente il corridoio. Entrambe le sculture erano “farcite” con stracci anni ‘50 e fiori di plastica.
Sulla destra un’immagine di un lavoratore della Biennale stremato veniva usata come
display di proiezione per il video di tutti gli ignari potenziali “affittuari” che hanno visitato la stanza credendo di poterla prendere in fitto.
In cucina Anna Dissabo ha continuamente e in silenzio spennellto di azzurro un mobile già azzurro. Un Ipad ancorato ai fornelli chiusi riproduceva in loop il
video degli Atomic. Nel bagno, giacevo io, che, in tempo reale scaricavo un enorme file torrent “zeppo” di video e files uutilizzati per creare la mostra. I video scaricati ma non completi venivanoproiettati in tempo diretta sull’ultima delle tre sculture di plastilina e fiori. Lo schermo luminoso sfocava ad angolo sulle piastrelle del bagno creando bagliori inaspettati. La terza e più bella scultura di plastilina si frapponeva - sulla vaschetta del water - nel cono dello spazio luminoso. Il fiore conficcato nella plastilina giocava con con le ombre.
Non mi sono mai mosso dal bagno ne mai ho interloquito. In tempo reale producevo situazioni kitch-new wave (con suono) e rivendicazioni artistiche all’indirizzo del Mambo e di altri amici artisti. Ultimo momento installativo è stato il mio telefonino, con un video in cui “navigavo” una proiezione di google maps e spiegavo la storia del quartiere, costruito dalle
Popolarissime del fascista Mussolini. Una serie di sette disegni, tratti dal video stesso erano incorniciati e appesi giusto nella stanza ove tutto quel che serviva alla casa era
stato ammonticchiato.
24 giugno 2015
Con alcuni artisti e gli organizzatori abbiamo sondato il quartiere della Cirenaica in conseguenza della mostra-happening de giorno prima: Il Terzo Paesaggio del limitrofo quartiere della Cirenaica si è aperto ai nostri occhi. Ho inoltre utilizzato i petardi che avevo il giorno prima stipato nel frigo, per costruire delle rudimentali bombe carta mai esplose. Esse
volevano essere detonate in un’area abbandonata e piena di sterpaglie, ma, al posto di esplodere hanno prodotto una fiammata iniziando bruciacchiare le sterpaglie. Solo il gesto
violento ed illegale accomuna il ladro e l’artista alla stregua di percettori “altri” del mondo.
Atomic Blondie: Festival della DIVINA Casa (happening-sculpture)
The project starts from the housing necessity in Bologna. An area of the exhibition space has been rented, thus
creating a liminal border between new wave aesthetic and the daily events happening in an apartment of Cirenaica, a popular Bologna neighborhood.
Documentazione
8 libri d’artista firmati / 23 copie Catalogo Postfazione numerato e firmato / Sito internet in costruzione
https://vimeo.com/136499934 passoword: senzaprimordio9
[email protected]
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a sx schermata dell’evento facebook utilizzato in
tempo reale durante la mostra per caricare contenuti
(usata come una sorta di superficie pittorica cangiante
e mutevole).
a dx le tracce della cucina svuotate nell’androne delle
scale, il drone che, nella tromba delle scale, ruba la
maquette della casa.
appena sotto, (pag 44-45) a sx immagine
prodotta
dalla riproduzione di un file torrent video non
ancora del tutto scaricato. A sx me in performance. water.
sotto (pag. 46-47) a sx scultura in corridoio con
Plastilina, fiore rubato al cimitero, straccetti, viti.
dx Anna Dissabo intenta a ridipingere più volte
l’armadio azzurro di azzurro.
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a lato l’artista Marco Casella, che si è
occupato di disegnare tutta la mostra.
sulla dx dell’immagine è visibile l’iphone
suddetto e alcuni disegni. Sono visibili
ruspa e scultura su radiatore in plastilina.
sotto a fianco: performance con file
torrent in dowload che ricreassero effetti
Glitch. Scultura in plastilina frapposta
sullo schermo
a sx: installazione nella camera messa in
affitto: video su stampa a colori c-print
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a sx scultura su radiatore, plastilina, chiavi di
casa Delouge (Graziano Meneghin,
Bevilacqua La Masa ultima mostra atelieristi
2014-2015 Palazzetto Tito), straccetti anni ‘50.
dimensioni variabili, spazi adattabili.
a dx installazione nel frigorifero di bombe
carta, petardi Vampiro, candele a scintilla.
Nessuno ne ha vietato l’utilizzo al pubblico.
appena sotto
workshop del 24 giugno
RADIOBORCIA
è una piattaforma indipendente di streaming audio web, ideata e alimentata in forma
nomadica e acronologica. Il progetto è stato avviato a settembre 2015, quando l’artista ha
effettuato il suo primo periodo di Residenza presso l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore,
all’interno di Progettoborca, la piattaforma di rigenerazione qui attivata da Dolomiti
Contemporanee (DC) nel 2014.
Radioborcia si configura come un’opera d’arte comportamentale e sonora. La sua
“onda” trasmette principalmente il Paesaggio sonoro contemporaneo. A Borca, la stazione radio viene ospitata nella palazzina gellneriana che accoglie gli uffici/boorshop di
DC (ex portineria alla Colonia, Via Mattei n. 5). La radio opera alla costruzione di una
narrazione Utopica e Distopica, nutrendola con le voci degli ospiti esterni (artisti, intellettuali), degli abitanti di Borca di Cadore, e delle persone che ora giungono ad esplorare il
Villaggio, attratte dal lavoro di catalizzazione culturale che DC viene svolgendo qui.
La radio è un dispositivo per l’ascolto collettivo e individuale: essa si genera tra caso,
incontro, studio ed elementi della Natura circostante. I fruscii di alberi, gli scricchiolii, i
suoni prodotti dentro ai grandi spazi silenziosi della Colonia, divengono materia grezza
di elaborazione sonora. A settembre 2015, per una settimana, olmo ha trasmesso senza
soluzione di continuità da Borca, raccogliendo suoni, testimonianze, interviste, frammenti
della vita e del lavoro in Progettoborca.
Nei mesi successivi, Radioborcia si è mossa, diventando mobile: l’attività è proseguita da
Milano, e poi da Parigi. Nell’ultima sessione di gennaio 2016 si è dedicata alle sonorità di
architetture contrastanti in collaborazione con il programma Proliferation of Postpornography in a future failed architecture a cura di Alexander Darkish. WINTERSESSIONVinyl sarà presto fuori con sonorità dall’Ex Villaggio di Darkish ed una speciale
contribuzione da Chicago: Virgo Four.
http://radioborcia.tumblr.com/post/136528429046/radioborcia-wintersession-4-10-gen2016-on-air
Radioborcia is an independent platform of audio web streaming, basede in
Ex Villaggio Eni, Borca di Cadore. The project was lunched in September 2015, when
the artist carried out his first Residency stay at the former Eni VIllage of Borca di
Cadore, in the context of Progettoborca, the regenerative platform activated here by
Dolomiti Contemporanee (DC) in 2014.
Radioborcia presents itself as a behavioural and auditory artwork. Its “wave” mainly
broadcasts the Contemporary Auditory Landscape. In Borca, the radio station is housed
in the former reception building of the Colonia (Via Mattei n. 5), now the location of
DC‘s bookshop and offices – another one of Gellner’s creations. The radio works for
the development of a Utopic and Dystopic narration, nourishing it with voices of guests
(artists, intellectuals), of inhabitants of Borca di Cadore, and of the people that now
come to the Village with the intent of exploring it, attracted by the work of cultural
catalyst that DC keeps conducting here. Soon out with WINTERSESSIONVinyl sound
by Alexander Darkish and specially contribution from Chicago: Virgo Four.
http://radioborcia.tumblr.com/post/136528429046/radioborcia-wintersession-4-10-gen2016-on-air
pagina a dx “suonare” i bangi della
Colonia, pendice del monte Antelao:
https://www.youtube.com/watch?v=o1DOSmlxbfI
foto Lucia Coco
di lato una conversazione con
Gianluca D’Incà Levis (direttore DC)foto Lucia
Coco presso la base radio installata in ambiente.
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di lato il drone Lamark utilizzato per i video
della WINTERSESSION 2016, i suoni prodotti in
precedenti sessioni e in situ sono stati utilizzati
come colonna sonora: https://www.youtube.com/
watch?v=NsyQhW1ctt8
sotto Alexander Darkish durante la sessione di
gennaio 2016, WINTERSSION, Darkish giovane
dj e direttore cinematografico, lavora da Berlino
ed in forma nomade: http://www.juno.co.uk/products/darkish-no-self/597655-01/
a dx Mattia Pajè, intento nella “sonorizzazione
dei cessi” in Colonia, settembre 2015
l’amico e collega ha prodotto, sempre in situ ant.
wordpress.com
foto Lucia Coco
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Tre
film site specific in Vespa e Drone: 1257km da Milano a Parigi,
Color, 41 min. IIC, Paris
Apple Pro Res, 1920x1080, audio WAV stereo
Soundtrack and live soundperformance Filippo Marzocchi
www.filippomarzocchi.com
Production: observatorylandscape, no budget
Partendo da luoghi simbolici di Milano (la popolare via Arqua’ e
passando subito dopo per l’Istituto Francese) si vuole traversare la
«fabbrica diffusa» che collega il Nord Italia e il Sud della Francia
per riconnettersi ad una narrazione sul Paesaggio Contemporaneo
ed arrivare a Parigi all’Istituto Italiano di Cultura. Una Vespa e tre
formati video (un drone, una camera hd e una Mini Dv) per riconfigurare il contesto della Visione dell’oggi. La forma finale ed espositiva consta di un Film Site Specific che verrà montato nei messi
successivi al tragitto autunnale. Un Film Site Specific che analizzi la
traversata socio-architettonica Milano-Parigi su strade secondarie.
Un pezzettino di geografie nel “detournament”, una piccola cartina
delle geografie di tante piccole vite e un giovane segno artistico.
Leaving from some symbolic places in Milan ( from the popular Via Arquà to the French Institute) I want to pass through the “extended factory” that links
the Northern Italy to the Southern France. Through this trip I want to reconnect with the narration of the Contemporary Landscape and , finally, arrive at the
French Institute in Paris. A Vespa and three shooting devices ( a drone, a hd camera and a Mini Dv ) are used to re-describe the contemporary concept of Vision. The final product will be a Site Specific Movie, that will be edited after the trip; this Site Specific Movie will analyse the socio-architectonic route from
Milan to Paris driving on country roads. A little piece of the geographies in the “detournament” small map of many little lives and a young artistic sign.
“...Décentré, renversé, minimisé par trois caméras dont un drone qui ne fait que s’en éloigner ou le déformer par la vitesse, le paysage
constitue alors le support de la quête de traces, d’une nature qui désormais n’existe plus”
Maud Marron Wojewodzki, Ecole du Louvre
http://observatorylandscape.org/2016/02/11/8-mars-premiere-tre-iic-paris/
sopra quattro still dal film TRE, trailer
https://vimeo.com/154796581
a dx IIC, Paris ingradimento di un still del film: il
drone usato per le riprese riflesso nello specchio
della Vespa PX125 1986 utilizzata per il viaggio
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a sx still dal film TRE, ripreso con GoPro hd e
drone nella popolare Via Arquà a Milano, luogo
di partenza del viaggio dal 13 al 20 ottobre che
ha legato Milano a Parigi per 1257km.
SHORT CURRICULUM
Solo
2015 Atomic Blondie: Festival della DIVINA Casa curato da Questa Cantina II, prodotto da
Ubiquity, Bologna
2014 Untitled (Drone limitrofo), solo performance, Frige Session, Venice Performance Week, Palazzo Mora, Venezia
2014 Darkecology Signal Kommt, Berlino, h28kunstarchiv curatela Jessica Keller, Catalogo
monografico ed. H28Comitè, Berlino
2014 Drone Limitrofo, solo performance Plaga festival, Barcellona
2013 Abbraccio l’infinito, Astillero, con i contributi teorici di Morir de Frio e Cristina Nuñez, Barcellona
Talking
2015, Rivitalizzare il dibattito critico, Forum dell’Arte Contemporanea Italiana, Prato
On going project
2015 - Radioborcia, Ex Villagio Eni di Borca di Cadore
2015 - observatorylandscape - Geofilosofia e produzione di cinema site specificm, Non luogo
Workshop
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