band: cocorosie
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::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 3 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 4 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 5 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 6 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 7 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 8 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 9 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 10 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 11 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 12 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 13 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 14 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 15 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 16 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 17 ROCKSHOCK (7,5/10) http://www.rockshock.it/news.asp?id=2558 Alex Gopher è uno dei più importanti artisti della scena elettronica francese. Molti ricordano la sua hit del 1999 The Child, costruita su un campionamento dell’affascinante voce di Billie Holliday, e molti sono ancora incantati dal suono del suo primo album You, My Baby And I. Il nuovo lavoro, che è semplicemente intitolato Alex Ghoper, segna un ritorno alla musica degli inizi, quando suonava con la sua prima band, gli Orange. Nel disco collaborano Jean Benoit Dunkel e Nicolas Godin (attualmente i due Air, ma ex Orange), la cantante francese Elena Noguerra, il chitarrista Olivier Libaux, in prestito dai Nouvelle Vague e il suo amico Etienne De Crecy, alias Saint German, in veste di produttore. Alex Gopher ha un modo geniale di fare elettronica. Nonostante abbandoni il tradizionale vocoder per impugnare gli strumenti veri, nonostante sia orientato più al pop che all’house, nonostante si circondi di una vera e propria crew dai nomi altisonanti, il suo tocco si sente. Questo album risulta essere un mix perfetto di pop, funk, house, rock, con radici nella black e nella dance music. Tutto il disco è un’interpretazione personale della musica del passato, un omaggio a band come Devo, Talking Heads, New Order, un tuffo nell’immaginario infantile e adolescenziale di Alex Gopher, che non a caso prende scherzosamente il suo nome di battaglia dal celebre e goffo personaggio omonimo di “Loveboat”, una fortunata serie televisiva di qualche anno fa. La voglia di sperimentazione elettronica naturalmente non è morta. I beat elettronici ci sono e si fanno sentire all’occorrenza. È solo che l’album si muove da un estremo all’altro, da pezzi lenti (molti) si passa a pezzi più movimentati (pochi). Brain Leech è il primo singolo e si capisce subito perché. È grintosa, ballabile, ti entra subito nella testa. Da sola vale tutto il disco. Out Of The Inside parte ipnotica, ma le manca qualcosa per esserlo completamente. Carmilla è un altro bel pezzo: diretta, travolgente, vagamente eighties. The White Lane potrebbe essere un pezzo degli Air: rock-pop astratto e spirituale. Poi spazio alle ballate romantiche. Le migliori sono Boulder Colorado e Song For Paul, delicate, astrali, ispirate. In ogni modo, Alex Gopher rimane fedele al suo credo. Fare musica elettronica non vuol dire sempre fare musica dance e lui non ha mai voluto fare musica da ballare a tutti i costi. Ascoltando il suo ultimo disco non si può non dargli ragione. Anche se i pezzi migliori rimangono proprio quelli che ci fanno ballare. Grazie al suo incredibile e inconfondibile french touch. Da ascoltare e da ballare. COOLCLUB http://www.coolclub.it/recensioni/dettaglio_dischi.asp?menu=6a&submenu=1&Id_Recensione=1383 Uno dei guru dell’elettronica made in France torna con un nuovo lavoro in dodici tracce, lavoro intitolato Alex Gopher appunto. Brani di indubbia bellezza, del resto non ci si poteva aspettare altro da uno dei personaggi che negli ultimi dieci anni ha impresso una pesante impronta nel panorama elettronico europeo. Sin dai tempo degli Orange infatti, insieme ai due futuri Air, Gopher è stato tra i personaggi più rappresentativi di queste sonorità. In queste dodici tracce che vanno dal synth-pop alle sonorità più Air, Gopher ci da lezioni di stile. Meno belle le tracce synthpop più ballabili, semplicemente stupende quelle più lente ed evocative. Una rivincita verso chi ha considerato Air e Daft Punk i punti di partenza e di arrivo dell’elettronica francese? Di sicuro Gopher fa sapere di esserci anche lui, come del resto c’è sempre stato in questi ultimi dieci anni. Sembra proprio essere il disco della maturità. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 18 INDIE-EYE http://www.indie-eye.it/recensore/2007/03/19/alex-gopher-il-pop-dal-tocco-francese Affermato dj e produttore, nonché nome di punta del French Touch, Alex Gopher devia momentaneamente dal fortunato percorso dance intrapreso più di dieci anni fa e imbocca con convinzione il sentiero del pop. Niente rivoluzioni intendiamoci: il groove c’è, Etienne De Crecy anche (produce l’album) e in diversi brani si respira ancora una familiare aria Superdiscount; resta il fatto che con questo nuovo album che porta il suo nome Alex Gopher scopre una nuova sensibilità melodica, ispirata e leggera, che svela apertamente l’antica passione per i Talking Heads (”Out Of The Inside”), per i Devo (”Carmilla”) e per i New Order (da cui mutua le chitarre piuttosto che non i sintetizzatori). La voce di Alex in particolare, abbandonati filtri ed effetti, si scopre inaspettatamente duttile, espressiva e capace di reggere bene anche nei momenti più intimisti come le ballate “Boulder Colorado” e “Song For Paul”, brani pacati e d’atmosfera dove si percepisce forte la presenza di Nicolas Godin e Jean Benoit Dunkel meglio noti come Air. Alex Gopher pare stia ottenendo ottimi riscontri in patria dove sta raggiungendo interessanti posizioni di classifica e in effetti nel complesso si può dire un album molto ben confezionato, gradevole e il cui ascolto scorre via senza intoppi dalla prima all’ultima canzone anche se, devo riconoscere, senza lasciare grandi tracce dietro di se. Da questa parte un’interessante videografia; distribuisce V2 TECHNODISCO http://www.technodisco.it/2007/02/alexgopher/ Bisogna catapultarsi nel passato e raggiungere il 1985 per fare riferimento agli Orange, la pop-band formata da Alex Gopher (all’anagrafe Alexis Latrobe), Jean-Benoît Dunckel, Nicolas Godin e Xavier Jamaux. Qualche anno più tardi Nicolas e Jean-Benoît creano gli Air, Xavier forgia i progetti Bang Bang ed A Bigger Splash mentre Alex fonda la Solid assieme all’amico Etienne De Crecy. Da questo momento il francese diviene icona di un nuovo e promettente movimento che trova modo di espandersi grazie all’esplosione del cosiddetto ‘french touch’ alla fine degli anni novanta. Avventure parallele vissute in progetti come WUZ e Superdiscount fanno di lui un vero e proprio fenomeno che la Francia sfoggia con furore per anni. Il nuovo lavoro, intitolato semplicemente “Alex Gopher”, prende le distanze da “You, My Baby & I” edito nel 1999 ed abbandona il tradizionale vocoder per impugnare gli strumenti veri che però suonano ancora su beats elettronici. Un ritorno alla musica degli inizi insomma, un’ispirazione germogliata dall’ascolto di bands come Devo, Talking Heads e New Order, una rielaborazione del funk proiettato nel pop moderno in cui si registra il contributo da parte dei già citati Dunckel e Godin, della cantante Helena Noguerra (sorella di Lio) e del chitarrista Olivier Libaux ‘prelevato’ dalla formazione dei Nouvelle Vague. Presto disponibile su cd e vinile pubblicati dalla Go 4 Music, il disco porge un’interpretazione personale della musica del passato che diviene grintosa in tracce come “Out Of The Inside”, “Camilla”, “Nasty Wish” e “Brain Leech” (uscita già come singolo con l’abbinamento di alcuni remix) che pare seguire la strada degli Scissor Sisters ma meno scanzonata ed ubicata nello spirito del recente “Motorcycle”. Spazio a ballate romantiche grazie a “Boulder Colorado”, “Song For Paul” e “5000 Moons” (in cui si riscoprono affinità con gli inglesi Macondo), al rock spirituale (”The White Lane”) e ad una incredibile sintesi tra rock, funk e dance elettronica (”The Game”) che oggi pare rappresentare il futuro della musica prodotta nel Paese della Torre Eiffel. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 19 ROCKLINE http://www.rockline.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=1806 Elettronica di stile è quasi diventato il sinonimo del progetto Alex Gopher che con questo omonimo nuovo lavoro vuole ributtarci nelle sonorità degli esordi con gli Orange, datato piena metà degli eighties. Se ci si cimentasse infatti a scartabellare tra biografie e informazioni, ci troveremmo fra le mani un curriculum davvero impressionante, prova del calibro dell’artista francese. Da un inizio pop, che però vede molto presto lo scioglimento della band – da cui prenderanno forma gli Air – Alex decide di incamminarsi su una strada solista, più incentrata sul songwriting e sulla produzione. Apre dunque l’etichetta Solid, sotto il cui marchio realizza i suoi primi lavori, con la collaborazione di Etienne De Crecy (Superdiscount). Da quel periodo prende forma un filone dell’elettronica denominato “French Touch” che contraddistinguerà da lì in poi anche le produzioni firmate Gopher. All’alba del 2007 il pioniere francese torna con dodici tracce fortemente “eightieseggianti”, portando in auge la connotazione pop, suo background naturale. Il risultato è un album che mantiene toni emotivi brillanti per tutta la sua durata; brani come Out Of The Inside, Carmilla o la seconda Brain Leech – brano scelto per l’appena precedente singolo – testimoniano un uso anacronistico, ma ancora vitale ed energico, di tastiere e sintetizzatori. Il tessuto sonoro si concilia perfettamente poi alle linee vocali del songwriter che, con alle spalle collaborazioni di altissimo livello (Mozesli, Bob Sinclair, Nightmares on Wax, Teri Moise, Jean Louis Aubert, Bootsy Collins, Jamiroquai, Vanessa Paradis e Sly and Robbie), sa perfettamente giostrarsi tra i meandri del synth pop più moderno (The Game, dalle tinte suburbane e vorticanti) e i loop di matrice classica. Lascia poi spazio anche a soluzioni acustiche di chitarra (Song For Paul e 5000 Moons, con sprazzi di cantato francese femminile), più rilassate, dal ritmo blando, che risultano dolci tanto quanto avvolgenti. Ottima prova dunque per Alex Gopher, artista dai grandi numeri che probabilmente ha ricevuto fin ora meno di quanto non meriti. DELROCK http://www.delrock.it/album/2007/alex_gopher.php Alex Gopher è uno dei più importanti produttori d’oltralpe. Parigino, artista di solida capacità tecnica e brillantezza sonora, iniziò a farsi conoscere oltre dieci anni orsono, emergendo dalla corrente house della dance. Era il periodo in cui dalla Francia iniziavano a distinguersi una serie di artisti (Daft Punk, i due Motorbass, Philippe Zdar ed Etienne De Crecy e altri ancora) in seguito classificati sotto la comoda etichetta French Touch. Tra questi produttori, Gopher si segnalò per il suono colorato e profondo, ben bilanciato tra forza ritmica e precisi disegni melodici, come in seguito confermato dalla sua vasta discografia e in particolar modo dalla sua duratura collaborazione con altri apprezzati produttori come Demon e lo stesso Etienne De Crecy e Demon. Il suo nuovo album, invece di proseguire sui binari dance/elettronici, compie un vero e proprio ritorno alle origini, al periodo post 1985 in cui Alex era membro degli Orange, una band sconosciuta ai più di cui facevano parte anche Jean Benoit Dunkel e Nicolas Godin, i futuri Air (appena usciti con un nuovo album). Mosso dal desiderio di mettere in mostra il suo background musicale e ripercorrere i sentieri della sua formazione sonora, Gopher è tornato a cantare, suonare, comporre, unendo questi elementi a un influsso elettronico molto posato e per nulla invadente. I quaranta minuti di questo disco viaggiano tra gli influssi del pop e della new wave, con l’evidente influenza di artisti come Devo, New Order e Talking Heads, interpretati con tocco personale. Un album dai buoni spunti anche se il Gopher più scintillante è ancora quello lanciato nelle traiettorie dance. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 20 KDCOBAIN http://www.kdcobain.it/pagine/recensioni/alexgopher.htm Forse ai più è un nome che dice poco e niente, ma ALEX GOPHER era uno dei quattro componenti degli Orange. E chi sarebbero questi Orange? Gli Orange sono la band che vide esordire alla fine degli anni 80 due dei musicisti di punta della scena electro-pop francese, Jean Benoit Dunkel e Nicolas Godin, meglio noti come Air. E nel terzo lavoro del dj-producer, noto anche per aver collaborato con Vanessa Paradise, Bob Sinclair e Jamiroquai, ricompaiono non a caso proprio i due illustri soci insieme al chitarrista dei Nouvelle Vague, Olivieri Libaux. Suona come un ritorno alle radici questo nuovo lavoro di Gopher che rinuncia al caratteristico vocoder alla Daft Punk che caratterizzava i suoi brani e, in parte, alle venature house dei suoi infiniti remix (tra i quali si ricorda l'eccellente Gordini remix di "Brakes on" degli Air) per un suono levigato, figlio dell'esperienza con gli Orange. Non mancano gli episodi synth-pop, spigolosi quanto ballabili, da "Out of the inside" a "Carmilla" o la sfrenata "The game" che piacerebbe ai Re Mida del remix come Tiga, ma prevalgono atmosfere meno movimentate pur melodiche e catchy al punto giusto. Su tutte spicca l'ottima "Brain leech", elegante bozzetto dance tra Colder e Junior Boys, che avrebbe tutte le potenzialità del tormentone estivo intelligente. Atmosfere rilassate che nei momenti più frenetici possono dare l'idea dei Depeche Mode più recenti ("Nasty wish") o di quelli degli albori delle intuizioni sintetiche tra Devo e Kraftwerk (di cui Alex è un orgoglioso estimatore),"Go!". Sorprende la voce di Gopher, purificata e spogliata di filtri e effetti, che si esalta nei momenti più inevitabilmente Air della raccolta, in cui è la chitarra acustica più che le tastiere a indicare la strada. Dall'evanescente sussurrata "The white lane" a la moon-safariana "Boulder colorado" che inizia come uno di quei stralunati brani di Syd Barrett (che è rievocato in una sorta di tributo indiretto anche nella pregevole ballata chitarra/voce "Song for paul") per poi perdersi in un soffice tappeto di tastiere e chitarre. Sorprende per vena compositiva il raffinato pop francese altamente vintage di "Isn't it nice" in cui però l'accompagnamento non disdegna una propensione tra Talking Heads e Stereolab. Il tocco dei due-Air si sente eccome dunque. Arrangiamenti eterei e lunari, cura del suono maniacale, brani immediati che non superano mai i quattro minuti. Tuttavia, cosa più importante, non è solo il contorno a fare il disco, ma sorprendentemente un pugno di melodie ad effetto, fresche e immediate. E, parrebbe un controsenso ma non lo è, le chitarre indirizzano il sound del disco quanto le tastiere. Ciò che stupisce, poi, è che le perle dell'album non siano i brani tipicamente electro-dance (il travolgente remix ai limiti dell'electroclash di "Brain leech" prodotto dal fido chitarrista 25 Hours A Day) incluso in coda all'album che hanno reso famoso Gopher quanto piuttosto le ballad, inconsuete e decisive. Dare tutto il merito agli Air sarebbe un'ingiustizia insomma. Forse… ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 21 STORIA DELLA MUSICA http://www.storiadellamusica.it/Alex_Gopher_–_Alex_Gopher_(V2,_2007).p0-r494 Un serpente che si morde la coda. Essenzialmente potrebbe bastare quest’immagine, svuotata dei suoi risvolti negativi, ad illustrare l’essenza di questa rentrée di Alex Gopher. Che arriva a circa un decennio di distanza dai fasti del french touch ma anche vent’anni dopo le prime sortite negli Orange, misconosciuto gruppo francese dedito al new wave pop in cui militavano anche J ean-Benoît Dunckel e Nicolas Godin, alias i futuri Air. E in un momento in cui i reduci della leftfield francese di fine anni ’90 proseguono tra alti e bassi, reinventandosi e reiterandosi negli anni del punk funk e del revival ‘80s (che essi stessi hanno contribuito a riportare in auge), Gopher dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, ricongiungendo presente, passato prossimo e remoto: chiama in causa i due Air e si fa aiutare da Etienne De Crecy, dando alle stampe un disco più organico, che non rinuncia alle ritmiche dance, ma dove si canta e si suona di più. L’effetto è quello di una sorta di trompe l’oeil sonoro, paradigmatico del paradosso temporale su cui si avvolge la storia della musica: se Out Of The Inside riaggiorna il french touch agli anni del punk funk citando garbatamente i Talking Heads, Brain Leech pare un brillante inedito dei migliori New Order, Nasty Wish e Isn’t Is Nice intrecciano sapientemente arpeggi di acustica e tastiere vintage di scuola Air con suggestioni pop wave. E, non fosse per la voce di Gopher, pure Song For Paul e The White Line potrebbero essere tranquillamente estratti da un disco del duo. Pezzi piacevoli ma nati un po’ stanchi, questi ultimi: risulta evidente come Gopher prenda coraggio e cuore negli episodi più dance del disco: le già citate Out Of The Inside e Brain Leech, ma anche l’acceso synth pop di Carmilla e la gradevolmente tamarra (se ci passate l’ossimoro) The Game, vicina alle peripezie degli ultimi Rinocerose. I cicli e le sovrapposizione temporali che gravitano intorno a questo disco possono indurre forti emicranie: si consiglia quindi all’ascoltatore di spegnere il cervello e rimettere in moto cuore e gambe: alla fine di tutto resta la musica, e, alla fine del gioco delle discendenze e dei rimandi, resta un signore, di nome Alex Gopher, che si riconferma, per l’ennesima volta, produttore di (gran) razza. KRONIC http://www.kronic.it/artGet.aspx?aID=2&sID=14812 Gopher, proprio lui. Dopo i lavori nel secondo Superdiscount, tutto ci aspettavamo dall’uomo che diede così tanto al french touch fuorché un album del genere. Eppure le premesse c’erano tutte. Un anno fa, compilation Kitsuné, il nostro tesseva violenze uditive in “Motorcycle” 12”, una cosa che faceva presagire il ritorno a quella vitalità quasi abbrutente nel suo essere così piena e così intensa, mentre il presente è solo maniera e poco più. Apertura “Out of the Inside”, stupidi arpeggi, chitarrine stanche e vocetta buona per un nu-rave mediocre, “Brain Leech” è una piccola vergogna formato famiglia con chitarrone interessante quando non scade nel rapture-ismo, poi lentamente si degenera in un lavoro che sembra versione fiacca dei Bloc Party più stanchi, poi se avete la forza arrivate a “Boulder Colorado” e piangete. Non tanto perché la canzone (provi ad essere) triste, quanto per il glorioso passato dell’uomo che si sfascia lentamente sugli scogli. “Carmilla” prova a risalire, “The Game” azzarda furori, ma è troppo tardi, tempo di una “song for Paul” e poi potrebbe pure esserci qualcosa della potenza del Metal Box dei P.I.L, non possiamo andare avanti. Il dovere di cronaca ci fa arrivare svogliati all’alternate version di “Brain Leech” e un vaffanculo attraversa la stanza. Perché il nostro non ha perso il tocco, e chissà che vuole fare. Smanettoni di internet, fate in modo di ascoltare solo la chiosa di questa piccola schifezza male assortita, perché è nell’innocenza di un uomo che non sa cantare eppure ci prova, mentre salgono chitarre marziali e la ranza aumenta, che si può vedere un bagliore nel buio. Speriamo. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 22 FREAKOUT http://www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1178 Questo disco è stato una sorpresa. Conoscendo solo il lato “elettronico/dance” di Alex Gopher (da solo o nel progetto Superdiscount), tra i produttori-dj più apprezzati e famosi al mondo, ignoravo fosse capace di scrivere pop songs così interessanti. Poi leggo nella sua biografia dei trascorsi in una band chiamata Orange, di cui facevano parte anche Jean Benoit Dunkel e Nicolas Godin (oggi con gli Air), che ritroviamo come ospiti nel disco, e tutto torna. Sono proprio gli Air che vengono in mente negli episodi più languidi e dilatati (“Isn’t it nice”; la sussurrata “The white lane”), mentre altrove troviamo splendidamente rielaborati influssi new wave-post punk (Talking Heads, XTC) interpretati con attitudine dance-rock, come in “Carmilla”, nell’ottima “Brain leech” (pezzo forte del disco – non a caso proposta in due versioni - dalla melodia memorabile…) o nel pezzo d’apertura, “Out of the inside”, dove chitarre, beat e suoni elettronici sono intrecciati con straordinaria fluidità. Alex Gopher non teme neanche di confrontarsi con ballad acustiche “nude e crude” come “Song for paul”, in cui mette in evidenza la sua vena da songwriter di classe. A dargli una mano, oltre gli ospiti già citati, ci sono anche Olivieri Libaux (Nouvelle Vague) e la cantante Elena Noguerra. La produzione è affidata al suo “compagno di viaggio” Etienne de Crecy, non proprio l’ultimo arrivato. Da applausi. DISC-JOCKEY http://www.discjockey.it/2/index.php?m=single&id=540&PHPSESSID=18c16c19939e683db37c1c7064cfa18b Bisogna catapultarsi nel passato e raggiungere il 1985 per fare riferimento agli Orange, la pop-band formata da Alex Gopher (all'anagrafe Alexis Latrobe), Jean-Benoît Dunckel, Nicolas Godin e Xavier Jamaux. Qualche anno più tardi Nicolas e Jean-Benoît creano gli Air, Xavier forgia i progetti Bang Bang ed A Bigger Splash mentre Alex fonda la Solid assieme all'amico Etienne De Crecy. Da questo momento il francese diviene icona di un nuovo e promettente movimento che trova modo di espandersi grazie all'esplosione del cosiddetto 'french touch' alla fine degli anni novanta. Avventure parallele vissute in progetti come WUZ e Superdiscount fanno di lui un vero e proprio fenomeno che la Francia sfoggia con furore per anni. Il nuovo lavoro, intitolato semplicemente "Alex Gopher", prende le distanze da "You, My Baby & I" edito nel 1999 ed abbandona il tradizionale vocoder per impugnare gli strumenti veri che però suonano ancora su beats elettronici. Un ritorno alla musica degli inizi insomma, un'ispirazione germogliata dall'ascolto di bands come Devo, Talking Heads e New Order, una rielaborazione del funk proiettato nel pop moderno in cui si registra il contributo da parte dei già citati Dunckel e Godin, della cantante Helena Noguerra (sorella di Lio) e del chitarrista Olivier Libaux 'prelevato' dalla formazione dei Nouvelle Vague. Presto disponibile su cd e vinile pubblicati dalla Go 4 Music, il disco porge un'interpretazione personale della musica del passato che diviene grintosa in tracce come "Out Of The Inside", "Camilla", "Nasty Wish" e "Brain Leech" (uscita già come singolo con l'abbinamento di alcuni remix) che pare seguire la strada degli Scissor Sisters ma meno scanzonata ed ubicata nello spirito del recente "Motorcycle". Spazio a ballate romantiche grazie a "Boulder Colorado", "Song For Paul" e "5000 Moons" (in cui si riscoprono affinità con gli inglesi Macondo), al rock spirituale ("The White Lane") e ad una incredibile sintesi tra rock, funk e dance elettronica ("The Game") che oggi pare rappresentare il futuro della musica prodotta nel Paese della Torre Eiffel. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: ALEX GOPHER TITLE: S/T LABEL: GO 4 MUSIC PAG. 22 EXTRAMUSIC http://www.extramusic.it/disco/novitadiscografiche411.htm Alex Gopher riparte da zero. Dopo aver girato il mondo in compagnia di Etienne De Crecy con il progetto Superdiscount, Alex è tornato al suo primo amore, l'elettro pop. Quello che suonava tanti anni fa negli Orange, il gruppo dei futuri Air Benoit Dunkel e Nicolas Godin, che aiutano l'amico occhialuto anche in questa nuova impresa. Come se gli ultimi vent'anni non fossero mai passati. Gopher piazza immediatamente in apertura di disco gli omaggi a Talking Heads e New Order, rispettivamente "Out Of The Inside" e "Brain Leech", due pezzi da novanta che dimostrano tutta l'abilità e il gusto nel costruire l'atmosfera giusta per una serata di divertimento. Il disco poi rallenta e quando la mano degli Air si sente in modo più evidente ("Isn't Nice", "Boulder Colorado") la voce acerba e squillante di Alex sembra un po' fuori luogo. A fine corsa una versione alternativa di "Brain Leech" ricorda dove risieda l'abilità di uno dei dj francesi più vezzeggiati al mondo. SENTIREASCOLTARE http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2007/recensioni/AlexGopher.htm A cinque anni di distanza dall'ultimo album Wuz, Alex Gopher esce con un disco omonimo che segna un deciso ritorno alle origini, sia a livello sonoro, per la forte ispirazione eighties, sia dal punto di vista tecnico, per l'abbandono del vocoder e l'ampio utilizzo di strumentazione rock. Non dimentichiamo che Alex a metà degli anni '80 suonava negli Orange insieme ai futuri Air e a Xavier Jamaux. L'incipit Out Of The Inside punta decisamente al dancefloor, house contagiosa caratterizzata da synth striscianti e tastiere travolgenti, uno di quei pezzi che magnetizzano i neuroni e mandano in loop i movimenti, forte di un refrain elettro-pop alla Ultravox che non dà scampo. La chicca è il pezzo che segue, Brain Leech. Già uscito come doppio maxi-single, ha numeri per ripetere l'exploit di Toop Toop dei Cassius. Parte morbosa, inalza rampe sintetiche ed esplode nel cantato disco-epic, potrebbe essere un finto mash-up tra Pet Shop Boys e Daft Punk e intitolarsi One More Chance, On More Time. Nasty Wish ci riporta con i piedi per terra, Alex sfodera la chitarra acustica e la butta sulla ballatona, scivolando clamorosamente nelle paludi del tedio, Isn't It Nice non risolleva le sorti, sembra un outtake (scartato) di Pocket Symphony degli excompagni Dunkel e Godin e con Boulder Colorado si tocca il fondo, facendo affiorare, tra un mmh mmh imbarazzante e un armonica stucchevole, il fantasma di Simon Le Bon. Alla fine ci si trova di fronte a dei pastrocchi indie-elettro-pop che più che a un piacevole decompressione in sala chill-out fanno pensare al conoscente sfigato che attacca bottone quando si è in fila per i bagni. Meglio premere in fretta il tasto skip per ributtarsi in pista con la caussiana Carmilla, fresca e avvolgente, tra protesi robotiche, giostre italo-disco, percussioni cristalline e ranze spasmodiche. Come nella successiva Game, ellittica e mutante, Gopher gioca in casa e porta a casa il risultato. La conturbante 5000 Moons si salva grazie il contributo prezioso di Helena Noguerra dei Nouvelle Vague. Una versione Brain Leech chiude un disco altalenante, che oscilla tra intuizioni brillanti e sabbie mobili creative, tra déja-vu intriganti ed ennui diffuso. (6.0/10)