L`avventura non finisce qui

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L`avventura non finisce qui
Periodico di informazione e attualità
Anno VII - n° 8 - 23 giugno 2010
FOCUS
Scuola Opere di Carità
IN CORSO D’OPERA
L’avventura non finisce qui
C
on l’assemblea del 5 giugno si è chiusa, solo
“formalmente”, l’edizione 2009/2010 della
Scuola per Opere di Carità con tema “Al
servizio della libertà”. Solo formalmente perché,
come ricordato in apertura, “Siamo giunti a una
tappa importante del nostro percorso e non mi
sento di dire «alla fine», perché quello che sta
accadendo ci impone di dire che ora più che mai
vale una definizione della scuola che ho sempre
detto in questi anni: un cantiere aperto, o, se vi
piace di più, una barca in mare aperto”.
Siamo stati aiutati in un percorso che, attraverso
testimoni (don Eugenio Nembrini, Bernhard
Scholz, padre Sergio Massalongo) ci ha condotti
ad approfondire l’esperienza delle opere come
quella di «un io all’opera».
Un’assemblea iniziata in modo inusuale: la
testimonianza video della rappresentazione della
Divina Commedia fatta al teatro Carcano di
Milano da tre opere lombarde; per poi entrare nel
vivo, con don Eugenio e Davide Perillo (direttore
di Tracce e amico attento alla vita delle opere) per
aiutare ad approfondire il lavoro di tutti.
“In fondo in fondo tutte le domande che avete
mandato – esordisce don Eugenio – hanno
dentro un tarlo: cercare di sistemare la questione.
Mentre la vera questione è mantenere aperta la
drammaticità, perché l’uomo non è realmente
capace di compiere, realizzare, finire il compito
della vita…”. Gli amici di Padova, hanno poi
messo a fuoco il tema della preferenza nell’opera
e nel lavoro; da Firenze hanno chiesto un
approfondimento sul tema dei collaboratori; da
Lisbona è nato l’invito di ritornare a chiarire l’unità
tra il proprio bisogno e quello degli altri a cui si
è chiamati a rispondere. “Più andremo avanti e
più il bisogno aumenterà” – reagisce don Eugenio
– “Cosa faremo? Ciò che cambia il mondo non
sarà un mondo fatto meglio, più preciso, ma gente
appassionata di sé”. Gli fa eco Perillo: “Se è vero
che anche i capelli del proprio capo sono contati,
non c’è nessun aspetto del proprio lavoro che sia
banale, non c’è nessun aspetto del lavoro che non
abbia una preziosità infinita. Tutto nasce da questo
io appassionato di sé”.
Una provocazione – quella di don Eugenio e
di Perillo - che non pone fine all’avventura.
Non finisce infatti il lavoro, il mettersi in gioco
personalmente, in gruppi nel paragone con quanto
abbiamo visto e sentito.
PADOVA
Giovedì 24 giugno alle ore 11.30
si terrà l’inaugurazione della nuova
area di ristorazione di Ca’ Edimar. Tra
gli ospiti d’onore che, grazie al loro
contributo, hanno reso possibile i
lavori di ristrutturazione ci saranno:
Enel Cuore ONLUS, Altana SpA e
Ikea. Per confermare la presenza:
[email protected]; tel.
049/8901176.
PESARO
Domenica 11 luglio si terrà il
ventennale della Comunità Terapeutica
Educativa “L’imprevisto”. Molto ricco
il programma della giornata: alle ore
17, alle testimonianze dei ragazzi e
dei genitori dell’Imprevisto, seguirà
la presentazione del libro “Torniamo
a casa. L’imprevisto: storia di un
pericolante e dei suoi ragazzi”di Silvio
Cattarina, Presidente della Cooperativa.
Parteciperanno Gianfranco Sabbatini,
Presidente Fondazione Cassa di
Risparmio, Giorgio Vittadini, Presidente
Fondazione per la Sussidiarietà e il
comico Paolo Cevoli. La giornata si
concluderà con una cena insieme e
la finale dei mondiali di calcio. Per
informazioni 0721/31802; imprevisto@
imprevisto.net
MILANO
Lunedì 28 giugno, dalle 9.30 alle
13, si terrà – presso l’Auditorium
“Giorgio Gaber”, P.zza Duca D’Aosta
3 – il convegno “Le sfide di una società
che cambia. Crisi economica e lotta
alla povertà in Lombardia”, durante il
quale verrà presentato al pubblico il
Rapporto 2009 dell’Ores, l’Osservatorio
Regionale sull’Esclusione Sociale.
Info e programma: Fondazione ESAEORES, P.zza Castello 3, Milano. Tel.
02/86460906; www.ores-lombardia.
org; [email protected].
Iscrizioni entro giovedì 24 giugno.
IMPRESE DAL VIVO
Il caso dell’Associazione
AQUA di Milano
Anziani
e modelli di assistenza
B
isognosi di tutto. È spesso questa la
condizione in cui si vengono a trovare
gli anziani e alla quale AQUA ha dato,
in soli quattro anni di attività, concreta ed
efficace risposta. L’associazione – che deve il
suo nome all’acronimo Assistenza QUotidiana
Anziani – ha infatti sviluppato in tutta la città
di Milano, Cologno Monzese e Sesto San
Giovanni una serie di servizi volti a migliorare
l’esistenza dell’anziano e della famiglia che se
ne prende cura, offrendo al primo la possibilità
di rimanere al proprio domicilio con tutte le
opportunità che l’avanzare dell’età riduce e alla
seconda il sostegno necessario per affrontare
situazioni di prolungato disagio. “L’input è
venuto da un banale sacchetto della spesa portato
gratuitamente per anni agli anziani della mia
zona – racconta Nicola, Presidente di AQUA
– A un certo punto quel gesto così semplice
ha fatto da detonatore a un desiderio che non
avevo preventivato: dare vita a un vero e proprio
progetto di assistenza multidisciplinare”. I servizi
forniti dall’associazione sono infatti di tre diverse
tipologie: si va dall’ambito domestico (fornitura
di falegnami, idraulici, fabbri per piccole
riparazioni domestiche, consegna della spesa a
domicilio, ecc.) all’ambito sociale (gestione di
pratiche amministrative, prenotazione di esami/
visite mediche; invio di badanti e consulenza
per la loro assunzione) fino a quello sanitario
(visite di medici specialisti, invio di fisioterapisti
e infermieri, esecuzione di esami diagnostici al
domicilio ecc).
“Siamo partiti in quattro – spiega Nicola – io,
mia madre, mio padre (che per primi mi hanno
educato al valore della carità verso il prossimo) e
Roberta, l’amica che mi ha aiutato a tradurre in
progetto l’idea che avevo e che oggi continua ad
affiancarmi come Vicepresidente. L’entusiasmo
era enorme e più mi addentravo poco alla volta
nella realtà di bisogno che avevo intravisto,
più tutto sembrava confermare la bontà della
strada intrapresa”. Partono così i primi servizi
(accompagnamento degli anziani per visite
ed esami, invio al loro domicilio di badanti,
fisioterapisti e medici specialisti) e siccome a
caratterizzarli è da subito una presa in carico
attenta ed accurata dell’utente, a costi contenuti
per la famiglia, il solo passaparola permette
all’Associazione di farsi conoscere rapidamente
sul territorio. “Trascorsi i primi due anni con il
bilancio in pareggio senza alcun finanziamento
– obiettivo che ci eravamo posti per proseguire
l’avventura – a quel punto abbiamo lavorato per
strutturarci meglio e fornire servizi ancora più
qualificati sempre però nell’ottica di mercato di
una ONLUS”.
A significare che se l’anziano ha bisogno ad es. di
un idraulico paga solo l’intervento, senza dover
provvedere al costo dell’uscita e senza che ci sia
alcun ricarico da parte dell’Associazione. “Sembra
incredibile, eppure questa scelta – sicuramente
poco ordinaria in termini di sostenibilità, ma
pienamente sposata da tutte le risorse di cui
disponiamo (medici, tecnici, infermieri, ecc.) – è
2
Associazione AQUA
Via Ponale, 66 20162 – Milano
Tel. 02/36552585 9-13; 14-18
www.assoaqua.it
ciò che nel tempo ha fatto la differenza. Se a ciò
si aggiunge, da parte di queste stesse risorse, una
modalità di approccio “affettiva” nei confronti
dell’anziano, cioè che lo fa prendere in carico
nella totalità dei suoi bisogni, ecco spiegato il
valore aggiunto di AQUA e la sua rapida
crescita”.
Oggi l’Associazione dispone di 3 mediatrici
familiari, 2 psicologhe, 6 fisioterapisti, 3
infermieri, una fitta rete di medici e un
folto gruppo di volontari con cui segue - in
accreditamento con la ASL e in piena sinergia
con i diversi punti CMA del Comune - più
di 400 famiglie. Organizza inoltre corsi di
perfezionamento per ASA e OSS e convegni di
carattere scientifico per promuovere la cultura
dell’essere anziani.
Negli anni, ai servizi si sono aggiunti anche
i progetti di umanizzazione degli stessi, che
hanno portato l’Associazione a sviluppare una
crescente attenzione alla sfera psico-affettiva
dell’anziano (con evidenti ricadute positive sul
piano sanitario) ma anche una sempre maggiore
sensibilità alle esigenze di sostegno di tante
famiglie in crisi. E che dire del futuro? Nelle
intenzioni di D’Aquaro c’è un progetto ancora
più ambizioso di quello che ha dato inizio
all’Associazione. “Mi piacerebbe arrivare a un
modello di assistenza a 360° che fornisca alle
famiglie un unico punto di riferimento, ovvero
un servizio di continuità terapeutica fra ospedale,
struttura protetta, assistenza domiciliare e
assistenza ambulatoriale”.
Sogno o realtà? È ancora presto per dirlo. Una
certezza fa tuttavia capolino e dà senso a tutto il
tragitto già percorso:“Lavorare quotidianamente
con gli anziani vuol dire per me vedere in atto
una esistenza pienamente realizzata e, sul loro
esempio, poter cambiare la mia”.
La scommessa continua.
ATTUALITÀ Presentata la XXXI edizione del Meeting di Rimini
Quasi 300 le persone presenti al lancio della nuova edizione del Meeting che ha avuto luogo lo scorso 10 giugno a Roma , all’Ambasciata d’Italia presso
la Santa Sede. Ospiti, insieme ad Emilia Guarnieri, il ministro Franco Frattini e Joseph Weiler, professore alla New York University. Mentre quest’ultimo
ha spiegato come, analogamente alla fede, anche il Meeting sia un fatto da sperimentare per coglierne pienamente “la straordinaria combinazione di
vitalitas e gravitas”, il ministro Frattini – dopo aver elogiato il Meeting come “carta pregiata del sistema Italia” – ha voluto sottolineare come il tema di
quest’anno – “quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” – consenta di aprire una riflessione sul ruolo chiave del fattore religioso
nelle relazioni internazionali. A Emilia Guarnieri è invece toccato il compito di spiegare il titolo della XXXI edizione che trae spunto dal Caligola di Camus.
“L’uomo desidera cose grandi – ha detto – non solo i grandi maestri, non solo le persone e le figure che il Meeting quest’anno darà la possibilità di
incontrare ma tutti gli uomini. Il Meeting sarà dunque una carrellata di come ogni uomo si muove, sospinto da questa sorta di presentimento di felicità
che è il desiderio di cose grandi”. Altrettanto grandi saranno perciò le occasioni che il Meeting metterà a disposizione del pubblico per aiutarlo a fare
esperienza del tema, a cominciare dallo spettacolo inaugurale – Caligola e la luna – per proseguire con un ricchissimo panel di 100 incontri, 8 mostre e
18 spettacoli di musica, teatro, danza accompagnate da eventi e manifestazioni sportive.
APPROFONDIMENTO
Le parole dei protagonisti
attraverso alcuni appunti
La visita dei portoghesi
ad alcune opere italiane
L
o scorso maggio sono arrivati in Italia 27
cittadini portoghesi.
Da qualche tempo alcuni di loro avevano
conosciuto CDO Opere Sociali attraverso la Scuola
per Opere di Carità fatta a Lisbona e così si sono
fatti promotori di una visita presso le opere italiane.
Nei giorni di preparazione al viaggio, ad un primo
gruppo composto da chi si occupa direttamente di
Organizzazioni Non Profit, si sono aggiunti man
mano anche studenti, professionisti, insegnanti,
volontari. Cittadini, appunto, interessati ad
incontrare una serie di realtà del non profit legate
a CDO.
Il programma, come i partecipanti, si è infittito
sempre più; nemmeno un po’ di spazio è stato
riservato a giri turistici; anche chi voleva concedersi
un poco di tempo libero, alla fine non ha voluto
rinunciare a nessuna delle tappe proposte.
Il primo giorno i portoghesi si sono recati presso la
sede del Gruppo La Strada di Milano che si occupa
di formazione e dell’accoglienza di ragazzi in
abbandono scolastico; nel pomeriggio si è svolta la
visita alla Comunità Pinocchio di Brescia che ospita
tossicodipendenti e malati psichici. Nei giorni
seguenti si sono fermati presso: l’Associazione
Il Circolino di Crescenzago a Milano (Centro
di Solidarietà – Banco di Solidarietà – Attività
culturali – Centro di aggregazione); il Carcere di
massima sicurezza di Padova (Cooperativa Giotto);
l’Associazione Cometa di Como; l’Associazione
Mater Vitae di Casatenovo.
Prima di concludere l’esperienza italiana assistendo
alla la S. Messa
presso la parrocchia
di Trivolzio e
compiendo l’ultima
visita – giusto per
non farsi mancare
nulla – alla Casa
di Accoglienza “La
Corte” sempre di
Trivolzio, si è svolta
un’assemblea di
bilancio conclusiva.
Sede dell’incontro
il Banco Alimentare
Lombardia di
Muggiò.
Ecco alcuni appunti
di chi era presente alla serata.
Il professore di matematica – Mi è adesso più
chiaro il bisogno di essere sostenuto in ciò che
faccio tutti i giorni. Capisco l’importanza di avere
dei volti da guardare, vedere come stanno davanti
all’altro. Vedere come stanno liberamente davanti
al proprio compito. In tutte le opere che abbiamo
visitato è visibilissimo che tutto nasce e va avanti
perché si vive una comunione. Questo mi rende
più tranquillo nel compito a me affidato perché se
è possibile per loro significa che è possibile anche
per me.
L’ingegnere – Sono venuto quasi per caso, giusto
per accompagnare nel viaggio mia moglie ma non
volevo neanche partecipare alle visite. Ho bisogno
di qualche giorno per valutare meglio ciò che ho
visto. Al momento posso dire che nonostante
la diversità di persone, la diversità di metodo
nell’affronto del bisogno, tutte queste opere
esprimono una cosa sola: la carità, attuano la carità
che ho capito essere la forma ideale per mostrare il
nostro amore a Dio.
Il fundraiser – Ho capito l’energia, l’utilità di CDO
OS. Si vive una compagnia operativa. Adesso ho la
certezza di non essere solo ad affrontare il nuovo
lavoro (cosa che all’inizio mi spaventava un po’).
L’educatore – Ho voglia di tornare a casa. C’è
dentro di me una grande voglia di vivere bene, di
usare bene le cose, il tempo che ho, di prendermi
cura anche dei piccoli dettagli come ho visto in
queste opere.
Periodico di informazione e attualità a cura di
CDO Opere Sociali
Redazione: Via Legnone, 4
20158 Milano Tel. 02.36723900
Mail: [email protected]
SCAFFALE
IL LICEO DEL LAVORO
“…ragazzi che spaccano, rompono,
urlano e ultimamente rinunciano al loro
innato desiderio di conoscere; ragazzi che
agiscono per l’incapacità di comunicare e
gridano “io” colpendo con un pugno. Con
loro, per arrivare alla conoscenza siamo
dovuti ripartire dall’esperienza”. In queste
parole, che aprono il volume “Il liceo
del lavoro”, è racchiuso il senso di una
innovazione pedagogica, quella inaugurata
dalla Scuola Oliver Twist, nata dalla
collaborazione fra Cometa e Fondazione
Oliver Twist. L’Istituto per l’Istruzione e la
Formazione professionale di Como ha infatti
introdotto nell’intero sistema scolastico un
nuovo modello che consente di sostenere
la persona – in questo caso ragazzi a
rischio di dispersione scolastica – partendo
dal valore educativo del lavoro. Il libro
presenta i contributi dei prestigiosi relatori
che hanno partecipato, nel novembre 2009,
ad un convegno internazionale
frutto della collaborazione
tra Cometa, Fondazione
Oliver Twist e Fondazione
per
la
Sussidiarietà.
Edizioni Guerini, 11 euro,
disponibile in tutte le
librerie.
FOCUS BANDI
La Commissione europea ha pubblicato un
bando a valere sul programma “Gioventù
in azione” Azione 4.5 dal titolo “Sostegno
ad attività di informazione per i giovani e
per le persone operanti nel settore della
gioventù e le organizzazioni giovanili”. I
progetti finanziabili devono implementare
azioni di informazione e comunicazione
aventi una dimensione europea, destinati
ai giovani e agli animatori giovanili.
Possono richiedere un finanziamento le
Organizzazioni Non Profit, gli enti pubblici
a livello locale e regionale e i consigli
giovanili regionali.
Lo stanziamento complessivo è di
1.000.000 €, per ogni singolo progetto sarà
destinata una cifra massima di 100.000 €
che non dovrà superare l’80% delle spese
ammissibili.
Scadenza: 10/09/10.
Per il testo completo del bando:
http://eacea.ec.europa.eu/youth/
funding/2010/call_action_4_5_en.php
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PROGETTO AD PERSONAM
Un passo fondamentale
Appunti di un workshop
di AD PERSONAM
Il 14 giugno i partner del progetto AD
PERSONAM hanno partecipato ad un momento
di confronto – workshop previsto all’inizio della
fase di sperimentazione – attraverso il quale
ognuno ha potuto offrire agli altri il proprio punto
di vista, le proprie modalità di lavoro. Nei mesi
precedenti erano stati raccolti, per lo più presso
le singole ONP, i dati relativi alle reti territoriali.
Nell’appuntamento di giugno – anche a partire
da tali dati – si è cercato di definire metodologie
e strumenti comuni. Non è il caso di dettagliarli,
ma risultano particolarmente interessanti alcuni
passaggi emersi dalla discussione comune.
Walter Sabattoli, che coordina il progetto, ha
ribadito che AD PERSONAM non promuove
un approccio di tipo clinico, ma una modalità
di accompagnamento delle persone attraverso
percorsi riabilitativi e socializzanti. Il vero
problema del disagio, anche quello conclamato e
patologico, è ultimamente una profonda solitudine
in cui è immerso e che emargina chi è in difficoltà.
A questa solitudine rispondono gli operatori, che
attraverso percorsi individualizzati, non cercano
tanto di far raggiungere un’autonomia – per alcuni
non possibile – ma un orizzonte di senso. Non
si tratta di una terapia “spiritualistica”, ridare un
senso significa ridonare la possibilità di avere un
lavoro, una casa, una socialità. La rete che si crea
tra realtà non profit mette a disposizione tutti gli
strumenti necessari e utili per questo.
Il Direttore Paolo Zambelli ha lanciato una
provocazione: quale contributo porterete a tutti
con questo progetto e come si incrementerà il
rapporto con i territori, con le sedi locali di CDO?
Laura di Domenico della Coop. La Dimora di
Padova (Ca’ Edimar) ha raccontato di come con la
CDO locale il legame spesso si esprime attraverso
un’azione comune legata alla comunicazione e
alla promozione di eventi. Aggiunge poi come la
formazione (Scuola Opere di Carità) sia diventato
uno strumento fondamentale per rafforzare la
consapevolezza della mission, ma anche occasione
di incremento di unità tra chi lavora nella stessa
organizzazione, ovvero di capacità di realizzare un
progetto insieme.
È necessario essere noi stessi aiutati per aiutare
altri, sostiene Cattarina Silvio de L’Imprevisto.
Da quando faccio questo lavoro ho imparato
sempre più che non sono io a risolvere i problemi
oppure la mia organizzazione ad essere in grado di
risolvere i problemi. In noi è importante che chi
ha bisogno veda persone che non lasciano nessuno
da solo. Da questa positività nasce poi anche una
capacità di affrontare i problemi stessi.
Stefano Giorgi di In-Presa è intervenuto per
suggerire di adottare indicatori comuni per
descrivere il lavoro che si fa con i propri utenti.
Paolo Larghi ha sostenuto che il progetto AD
PERSONAM ha avuto il merito di valorizzare il
lavoro che la propria cooperativa, La Strada, fa
da anni. In particolare è servito a guardare alla
rete, alla prassi utilizzata più che a linee guida: gli
operatori della cooperativa si sono spesso assunti la
responsabilità di rispondere ai bisogni del
L’ente finanziatore del progetto è il
Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali (lettera
f) bando l. 383/00 anno finanziario
2008). Il progetto AD PERSONAM
– Azioni Dirette, Percorsi e Reti
Sociali: Offrire Nuove Alternative e
Modelli – intende favorire strumenti
di sostegno a minori, famiglie,
tossicodipendenti e malati psichici
in 9 territori del Paese e alla rete
CDO OS nel suo complesso.
territorio, alle persone che bussavano alla porta,
e in un secondo momento hanno coinvolto la
rete senza addossare la responsabilità del caso ma
mantenendoselo in carico.
Sulla stessa linea Monica Margiotta del CDS di
Forlì: noi facciamo quello che faremmo per noi
stessi quando siamo senza lavoro, senza casa, in
difficoltà, per questo ci muoviamo senza chiedere
ad altri di sostituirsi alla
nostra responsabilità.
Alla fine è il turno di chi viene da più lontano,
da Foggia, Carla Calabrese. Anche lei da qualche
tempo si è accorta che il progetto ha colto nel
segno: siamo di fronte ad un passo nuovo, il
progetto ci spinge a fare ordine nel nostro lavoro,
cogliendone il metodo e valorizzandone la storia.
Aggiunge poi un racconto.
Da qualche mese la sua Associazione e il
Consorzio a cui appartiene – Icaro – si stanno
occupando di due persone segnalate dai
servizi sociali. L’assistente sociale di Foggia ha
semplicemente associato il simbolo di CDO che è
presente sulle carte intestate del Consorzio con lo
stesso simbolo comparso su un altro documento
che riguardava la Coop. Giotto di Padova attiva
nel carcere della città veneta. L’esperienza dei
padovani, ritenuta molto valida, ha fatto sì che
il dipendente pubblico chiedesse un aiuto ad
una cooperativa locale sempre di CDO anche se
il consorzio Icaro non ha esperienza di progetti
con carcerati ed ex-carcerati. Una risposta
imprevedibile anche a Zambelli.
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