L`innovazione è una componente chiave per la crescita economica

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L`innovazione è una componente chiave per la crescita economica
L’innovazione è una componente chiave
per la crescita economica
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE e FMI, 2014
1
Oggi il modello di innovazione è collaborativo
Il premio competitivo
è legato alla capacità
di massimizzare
le connessioni
(qualità e quantità)
tra attori diversi all’interno
di ecosistemi
di innovazione
integrati, operanti
su scale e ambiti geografici
differenziati
2
Tutti i Paesi più dinamici stanno puntando a
costruire dei cluster innovativi di eccellenza
Fonte: The European House - Ambrosetti, 2014
3
Dallo scorso anno abbiamo analizzato
molti casi di successo
Canada e il cluster high-tech di Toronto
Cile e il programma Start Up Chile
Corea del Sud e piano cluster industrial “tematici”
Finlandia e il distretto innovativo di Tempere
Francia e il “campus” di Parigi-Saclay
Israele e area della Silicon Wadi (Tel Aviv)
Regno Unito e il cluster tecnologico di Cambridge
Singapore e l’Agenzia Astar per l’innovazione
Stati Uniti e la Silicon Valley
Svezia-Danimarca con la Medicon Valley di Malmo
Svizzera e le università EPFL Losanna e ETH Zurigo
4
Un caso di interesse:
la Francia 1/2
Dal 2004 la Francia ha lanciato il progetto pôles de compétitivité
•  Focus: progetti di R&S finalizzati allo sviluppo di nuovi prodotti e processi
con precisa connotazione territoriale e con coinvolgimento di grandi
imprese
e PMI, centri di ricerca e autorità locali
• 
Ad oggi creati 71 poli di competitività con 7.500 aziende coinvolte
(di cui l’86% PMI)
• 
Dal 2005 al 2013, finanziamento pubblico di 1.313 progetti di R&S
per 2,4 mld €, con una spesa totale attivata in R&S di oltre 6 mld €
e 15.000 ricercatori coinvolti
A dicembre 2013, lanciato concorso mondiale per generare innovazioni
strategiche per l’avvenire della Francia (focus su: stoccaggio energia, riciclo
materie, economia marina, chimica verde, sanità e ageing society, big data)
5
Un caso di interesse:
la Francia 2/2
Nel 2008 è stato avviato il cluster dell’innovazione di Paris-Saclay
• 
Investimento pubblico di 5 mld € all’interno del progetto di sviluppo
territoriale «Grand Paris» (investimento di 30 mld €)
• 
Obiettivo: riunire le Università e centri di ricerca della periferia di Parigi
in uno dei primi campus globali a schema pubblico-privato
• 
Ad oggi Parigi-Saclay ha: 2 Università, 10 grande écoles e 6 istituti di
ricerca con 60mila studenti e 20mila ricercatori; 7 dei 23 centri di tech
transfer (Carnot Institute); 3 incubatori d’impresa e 16.400 aziende
• 
Lo sviluppo del cluster è governato dalla Paris-Saclay Development
Authority (PDA), autorità pubblica sotto il controllo del Ministero
dell’Istruzione e della Ricerca che raccoglie tutti gli stakeholder
–  Il Presidente e CEO della PDA è deciso dal Presidente
della Repubblica Francese
6
Non esiste un modello di riferimento
per l’ecosistema dell’innovazione
7
Esistono però delle «invarianti»
per il successo dell’ecosistema
•  Governance chiara e coordinamento efficace delle
relazioni tra i diversi attori
(anche con Agenzie/organizzazioni preposte)
•  Policy pubbliche di indirizzo e supporto ad hoc
(spesso collegate a piani più ampi di sviluppo territoriale)
•  Centri di eccellenza e/o imprese leader presenti
(o attratte) sul territorio
•  Sistema finanziario e risorse adeguate
(spesso con schemi integrativi pubblico-privati per attivare risorse
con un effetto leva)
•  Ambiente innovativo e network relazionale
8
La Commissione Europea colloca anche per il 2014
l’Italia tra i Paesi «innovatori moderati»
European Innovation Scoreboard 2014
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2014
9
La Community TITT ha individuato
5 "cantieri di lavoro" prioritari per l’Italia
10
La Community TITT ha sviluppato
10 proposte operative
1.  Strategia nazionale dell’innovazione
2.  National Innovation Group
3.  Agevolazioni per la R&S e sblocco debiti non commerciali della PA
4.  Nuovi schemi di intervento pubblico-privati nel Venture Capital
5.  Università tematiche per l’Italia
6.  TransferLab nazionale e autonomia per gli uffici di tech transfer
7.  Cultura del trasferimento tecnologico e razionalizzazione dei processi
8.  Regime di proprietà intellettuale per la ricerca pubblica
9.  Crash Program per la valorizzazione dei giovani talenti della ricerca
10. Educazione per l’innovazione e l’imprenditorialità
11
1.
Strategia
nazionale
dell’innovazione
12
Nell’attuale scenario occorre una forte
capacità di gestione strategica dell’innovazione
1.
Occorrono 3 elementi chiave:
1.  Visione di medio-lungo periodo chiara, condivisa e comunicata
•  Dimensione temporale di riferimento
•  Intento strategico (il “sogno” da condividere)
•  Obiettivi di risultato associati all’intento strategico e con esso
coerenti
2.  Risorse, strumenti e politiche/normative coerenti e funzionali
agli obiettivi
3.  Orientamento culturale diffuso verso l’innovazione
13
1.
L’innovazione è sempre più vista
come un «programma d’azione nazionale»
Paese
Strategia
Anno
Austria
Austria Road to innovation leader strategy 2020
2009
Danimarca
Land of Solutions: the National Innovation Strategy
2012
Finlandia
Government Statement on Innovation Policy
2007
Francia
National Strategy for Research and Innovation
2012
Germania
High-tech strategy 2020
Giappone
4th science and technology plan (2011-2015) of Japan 2011
Spagna
Science, Technology and Innovation Strategy
2013
Svezia
The Swedish Innovation Strategy
2012
2006
(rev 2010)
Regno Unito Innovation and Research Strategy for Growth
2011
Stati Uniti
2009
(rev 2011)
Strategy for American Innovation
14
14
Strategia nazionale dell’innovazione per l’Italia
1.
Formulare una strategia nazionale dell’innovazione che:
1.  Definisca la visione del progetto di innovazione del Paese (almeno a
10 anni) e individui gli ambiti tecnologici e della ricerca prioritari, con
un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale (da
Survey TITT: tecnologie innovative per l'energia; nuovi materiali;
mobile Internet; nanotecnologie; tecnologie per le piattaforme
Smart City)
2.  Leghi in maniera organica, coerente e vincolante, le politiche della
ricerca, del lavoro, della formazione e dello sviluppo industriale
Rendere efficace la governance per l’implementazione della strategia con
un referente governativo univoco, con ruolo permanente e potere di
indirizzo, coordinamento e spesa (“Mr. Innovazione”)
15
L’Italia deve puntare ad aumentare le risorse
dedicate alla ricerca e allo sviluppo
1.
Spesa per la ricerca e sviluppo in % del PIL nei Paesi UE-28, 2012
Allinearsi all’attuale media EU
attiverebbe oltre 32 mld € di
spesa in R&S pubblica e privata,
contro gli attuali 20 mld
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2014
16
2.
National innovation
group
17
2.
National Innovation Group
Creare un organismo permanente consultivo-propositivo, non
burocratico, con regole di ingaggio molto chiare e meritocratiche,
composto da imprenditori, aziende innovative ed esperti (massimo
15/20 che operano senza compenso), con l’obiettivo di:
•  Stimolare le modalità più efficaci di valorizzare l’ecosistema
dell’innovazione italiano e formulare proposte di policy
•  Lanciare idee per progetti pilota
•  Proporre iniziative/strumenti per potenziare l'attrattività
dell'ecosistema Paese
18
2.
Smart London Board per la capitale
della “Digital Nation”
•  Visione Governo: Regno Unito come «digital nation» leader mondiale
•  Londra (sfruttando le Olimpiadi 2012) è al centro di questa visione
-  Modernizzazione del sistema dei servizi pubblici (“Smart city” a 360°)
-  Iniziative pubblico-private per creare cluster di industrie digitali
avanzate*
-  Open data pubblici (ad oggi 2.000 database disponibili sul sito della
città)
-  Creazione dell’Open Data Institute per studiare e proporre azioni di
policy per rafforzare il legame tra imprenditorialità e open data)
•  Il Sindaco Boris Johnson ha lanciato (marzo 2013) un board di esperti,
tra personalità accademiche, businessman e imprenditori per produrre
pensiero innovativo su come trasformare Londra nella città capofila
dell’economia digitale nel mondo
(*) Es. progetto I-city in East London con collaborazione tra settore industriale, immobiliare e Università per creare un
polo che attragga aziende della digital and information economy
19
3.
Agevolazioni
per la R&S e sblocco
debiti con commerciali
della PA
20
La leva degli incentivi fiscali in Italia è poco
utilizzata
Supporto pubblico alle attività di R&S delle aziende;
% sul PIL, 2013
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OECD, 2014
21
3.
Proposta 3. Agevolazioni per la ricerca privata e 3.
sblocco dei debiti non commerciali della PA
Introdurre misure strutturali per le imprese che fanno R&S; tra cui:
−  Regime fiscale agevolato (detassazione o riduzione della tassazione)
sui redditi che originano dallo sfruttamento della proprietà
intellettuale (cessione o trasferimento dei diritti)
−  Credito di imposta stabile ed automatico sugli investimenti di R&S
in house e in collaborazione con importi di detrazione significativi
(come le best practice internazionali) e senza tetti di spesa massima
−  Semplificazione delle procedure di finanziamento della R&S e
revisione del periodo di perenzione (attualmente di 3 anni, da
riportare a 7) per i fondi pubblici erogati per attività di ricerca
(inoltre) Sbloccare urgentemente i crediti non commerciali nei
confronti della PA per le attività di ricerca (circa 1 mld €*)
(*) Fonte: stime Confindustria
22
Credito d’imposta: Francia una best practice
internazionale
Francia
(periodo di applicazione 2013-18)
Criterio
d’accesso
Nessun vincolo
3.
Italia
(periodo di applicazione 2014-16)
Fatturato <500 mln di €
Tetti e
massimali
•  30% spese in R&S fino ad un
max annuale di 100 mln €;
oltre, il 5% delle spese in R&S
•  5 mld € di beneficio fiscale
2013
•  50% degli incrementi annuali
di spesa nelle attività R&S con
limite massimo annuale per
azienda di 2,5 mln €
•  600 mln € nel triennio come
stanziamento massimo
Spese
ammissibili
•  Personale impiegato in R&S
•  Quote di ammortamento
investimenti
•  Costi della ricerca svolta in
collaborazione con enti esterni
o internamente
•  Spese per la difesa proprietà
intellettuale
•  Personale impiegato nelle
attività di R&S
•  Quote di ammortamento
investimenti
•  Costi della ricerca svolta in
collaborazione con enti esterni
o internamente
23
Le raccomandazioni del Junior Chapter per il
credito d’imposta
3.
Oltre a stabilizzare la misura secondo quanto prima proposto:
•  Introdurre aliquote diversificate, più alte per le PMI (fra il 30 e il
40%), con un premio per costi del personale rispetto ad altri asset/
macchinari e una differenziazione in aumento nel caso di spese R&S
incrementali
•  Insieme a una definizione molto stringente delle spese in R&S,
ancorata a fattori osservabili, introdurre un’aliquota di detrazione
progressiva, rispetto all’incertezza dei ritorni del progetto (o al livello
di radicalità dell’innovazione), con un focus su pool specifici di
imprese in settori o cluster con priorità strategiche a livello nazionale
•  Rendere fruibile il credito anche per imprese con utili nulli o negativi,
purché si tratti di start-up o piccole imprese, e collegare lo sgravio
all’investimento sul territorio nazionale, per attrarre investimenti
esteri
24
4.
Nuovi schemi
di intervento
pubblico-privati
nel Venture Capital
25
Il mercato italiano del Venture Capital ha
volumi ridotti
Investimenti di Venture Capital
($ per milione di PIL; anno 2012)
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2014
26
4.
Nuovi schemi di intervento pubblico-privati
nel Venture Capital
4.
Promuovere schemi di pubblico-privato con le seguenti caratteristiche:
−  Quota pubblica non superiore al 60%
−  Soglia massima di rendimento per il soggetto pubblico (per generare
rendimenti superiori per gli investitori privati nel caso di buona
performance del fondo)
−  Assenza di clausole di down side protection (attraverso le quali il
soggetto pubblico si accolla una quota predefinita delle eventuali perdite
di capitale del fondo con il rischio di generare incentivi indesiderati nei
gestori del fondo stesso)
−  Presenza di buy-out options (possibilità per gli investitori privati di
comprare la quota detenuta dal soggetto pubblico prima della fine della
vita del fondo ad un prezzo predeterminato, ottenendo ritorni superiori e
consentendo al soggetto pubblico di reinvestire le risorse in altri fondi)
27
Si propone inoltre di rivalutare il modello
di “Banca per lo sviluppo industriale”
4.
•  Rilanciare il modello dell’istituto di credito speciale,
stimolando proattivamente il sistema bancario a dotarsi di apposite
divisioni e/o gemmare iniziative ad hoc, con focalizzazione su
innovazione e ricerca e sviluppo
•  L’offerta degli strumenti/canali di finanziamento all’innovazione
deve essere (condizione necessaria) accompagnata da
professionisti adeguatamente formati per fare una valutazione
competente del progetto innovativo
•  È possibile prevedere la collaborazione con il sistema
universitario per l’assessment delle tecnologie e per
accedere, sulla base di tali valutazioni “certificate”, al credito
agevolato
28
4.
Un esempio:
British Business Bank-BBB (UK)
•  Banca di proprietà statale costituita nel 2013 (piena operatività a fine
2014; a dicembre 2013 vi avevano fatto ricorso già 25.000 imprese)
•  Missione: offrire credito alle imprese inglesi (focus particolare sulle
PMI con fatturato fino a 25 milioni £)
•  Capitale sociale di 1,25 mld £ e gestione diretta di 2,9 mld £ di
finanziamenti già erogati alle imprese da altre istituzioni pubbliche
•  Tra i filoni di attività:
-  Finanziamento di start up
-  Matching di fondi di business angel (da 100mila a 1 mln £)
-  Investimenti in fondi di venture capital (530 mln £ in 16 fondi)
-  Gestione dello UK Innovation Investment Fund-UKIIF (159 mln
£) focalizzato su investimenti in imprese high-tech
29
5.
Università tematiche
per l’Italia
30
L’Italia ha molte Università sul territorio,
ma pochi «aggregatori di innovazione»
5.
•  Le Università italiane sono tipicamente generaliste, tranne pochi
esempi costituiti dai Politecnici e da alcune Università non statali
con vocazione economica e sociale
•  Le Università generaliste non definiscono una propria «vocazione»
identitaria e hanno obiettivi essenzialmente di erogazione di
formazione
•  Vi è il rischio di disallineamento tra le risorse e le
potenzialità presenti sul territorio (specialmente in presenza
di una specializzazione industriale specifica) e l’offerta
universitaria con ripercussioni sulla competitività
31
5.
Università tematiche per l’Italia
Lanciare un piano d’azione per studiare le migliori modalità (condizioni
e fattibilità) per stimolare la trasformazione di alcune Università
generaliste in Università territoriali tematiche, fortemente specializzate,
anche con modelli cross-regionali a rete con altri Atenei e condivisione
di laboratori di ricerca e strutture di trasferimento tecnologico
•  Task force congiunta MIUR e MiSE per studiare il progetto
•  Adesione volontaria delle Università, con fondi aggiuntivi per quelle
che raggiungano determinati obiettivi di sviluppo (pre-definiti)
•  Maggiore libertà per gli Atenei nella gestione delle risorse umane
e finanziarie (togliere il comparto della ricerca dai vincoli della PA)
32
6.
TransferLab nazionale
e autonomia per gli
uffici di tech transfer
33
In Italia il trasferimento tecnologico è critico
6.
•  In Italia 1.200 strutture di trasferimento tecnologico a vario
titolo (in Francia e Germania circa 200)
•  Sottodimensionamento di personale e risorse (in media gli Uffici
di Trasferimento Tecnologico in Italia hanno 3,8 addetti)
•  Frammentazione e difficoltà di coordinamento tra le
strutture (l’87% circa degli uffici di trasferimento tecnologico (UTT)
offrono i propri servizi ad una unica università)
•  Professionalità e competenze di tipo legale/amministrativo,
carenti dal punto di vista di conoscenze di tipo tecnologico e di
business
Fonte: The European House - Ambrosetti su fonti varie, 2014
34
TransferLab nazionale e modelli di governance
non tradizionali per il tech transfer
6.
1.  Realizzare (o attivare in strutture di eccellenza già presenti nel
Paese) un TransferLab nazionale che:
•  Operi senza duplicazione di attività e in logica di sussidiarietà
a supporto del sistema di trasferimento tecnologico locale
•  Abbia professionalità specifiche con profilo internazionale
(Technology Transfer Office manager) assunte con meccanismi
aperti e competitivi, anche dall’estero
2.  (Inoltre) Permettere l’organizzazione separata e autonoma degli
Uffici per il Trasferimento Tecnologico all’interno delle Università,
con la possibilità di dotarli di autonomia giuridica e amministrativa
35
Un esempio di transfer lab nazionale:
National Technology Transfer Center (USA)
6.
•  Istituito nel 1989 per volontà del Congresso per essere il
catalizzatore del tech transfer tra agenzie di ricerca, università e
mercato
•  3 ambiti di specializzazione: aerospazio, salute, energia
•  Tra i servizi del centro:
-  Technology/market assessment (oltre 4.000 tecnologie valutate)
-  Training (quasi 7.000 professionisti di tech transfer formati)
•  Il centro copre competenze interdisciplinari: proprietà intellettuale,
ingegneria, ICT, analisi di mercato, supporto alla partecipazione ai
bandi, messa a punto di contratti, consulenze di business/
industriali, formazione
36
Le considerazioni del Junior Chapter
sull’autonomia degli Uffici di Tech Transfer
6.
•  Il tema deve essere posto all’ordine del giorno degli organi centrali
di governo del sistema universitario nazionale (CRUI e MIUR)
•  Le opzioni di governance (da autonoma a semi-autonoma) devono
essere valutate in modo condiviso con gli Atenei secondo tre criteri
alternativi:
-  Fare “wholly owned subsidiary” (Università che detengono al
100%
la proprietà dell’UTT)
-  Agire in partnership con altri Atenei o con organizzazioni private
già esistenti
-  Costituire organizzazioni autonome, di proprietà condivisa
tra Università e altri investitori
37
Un esempio: Imperial Innovations PLC
il primo ufficio di tech transfer universitario quotato in UK
6.
•  Nato nel 1986 come ufficio per il tech transfer dell’Imperial College
•  Nel 1997 diviene una sussidiaria controllata dall’Università e nel 2006
è quotata al London Stock Exchange (31 mln € raccolti in IPO); oggi la
sua capitalizzazione è di oltre 420 milioni £
•  Imperial Innovations ha un accordo con Imperial College che ne
sancisce il ruolo di ufficio di trasferimento tecnologico fino al 2020
•  Dalla quotazione Imperial Innovations ha investito nelle aziende in
portfolio 195 mln € (focus su settori high tech come healthcare,
energia, ingegneria, biotech) e raccolto oltre 900 mln € di capitali
•  Tra le attività, Imperial Innovations, offre finanziamenti per lo
sviluppo commerciale di idee per un budget compreso tra i 30mila e 30
milioni €
-  I finanziamenti sono erogati dopo uno studio di fattibilità che
Imperial Innovation finanzia con investimenti fino a 60.000 €
38
7.
Cultura
del trasferimento
tecnologico
e razionalizzazione
dei processi
39
Cultura del trasferimento tecnologico
e razionalizzazione dei processi 1/2
7.
Adottare dei “quick fix” (1/2):
Breve periodo:
−  Bloccare la moltiplicazione degli enti di trasferimento tecnologico a
vario titolo e ridare centralità alle Università
−  Professionalizzare le figure dedicate al tech transfer e assumere gli
indicatori della ricerca come strumenti di segnalazione dell’efficienza
degli enti per la generazione, la gestione e il trasferimento della
conoscenza
−  Introdurre appositi strumenti (es. valutazione nel cv del ricercatore
delle attività di TT svolte) e spingere sui percorsi di dottorato
applicati alla ricerca industriale
−  Istituzionalizzare programmi di scambio ricerca-industria per PhD
con defiscalizzazione degli oneri per gli enti che li mandano e che li
ospitano oppure per chi li assume (se start up)
40
Cultura del trasferimento tecnologico
e razionalizzazione dei processi 2/2
Adottare dei “quick fix” (2/2):
Medio periodo:
Favorire le aggregazioni (di Università, strutture di TT, ecc.) secondo
tre principi:
−  “One in, one out” (per creare un nuovo ente di trasferimento
tecnologico deve eliminarsene uno esistente)
−  “Sussidiarietà invertita” (anche modificando il Titolo V della
Costituzione, prevedere politiche dell’innovazione decise a livello
statale e attuate a livello regionale, secondo una logica di
strumentalità; no a centri decisionali autonomi)
−  “Misurazione” (definizione della missione, degli obiettivi e dei
risultati dell’ente, preventiva rispetto alla sua creazione)
41
7.
7.
Alcune best practice internazionali
a cui ispirarsi
•  La Finlandia ha ridotto da 21 a 15 il numero delle Università,
decretandone autonomia, indipendenza dallo Stato e
responsabilità finanziaria (Riforma del 2010, Vision2020)
•  L’Austria ha realizzato il Science Park Graz, un incubatore
unico per i tre Atenei della città
•  Gli USA, dove il National Technology Transfer Center
è un modello di riferimento per il TransferLab nazionale
•  La Francia, che con la riforma del 2010 ha avviato una
politica di lungo periodo, creando 12 poli in tutto il Paese,
che gestiscono proof-of-concept funds e creano masse
critiche a partire dalle 80 Università territoriali
42
8.
Regime di proprietà
intellettuale
per la ricerca
pubblica
43
8.
Regime di proprietà intellettuale per la
ricerca pubblica
Recepire l’esperienza degli altri Paesi e attribuire la titolarità dei
brevetti all’Università e i diritti morali agli inventori con un equo
premio Incentivare le Università a trasferire i brevetti alle imprese
partecipando allo sviluppo delle invenzioni
Rivedere quindi il codice della proprietà industriale anche individuando
un diritto di ripresa del brevetto da parte dell’inventore nel caso in cui
l’Università non sia in grado di valorizzarlo
44
9.
Crash Program
per la valorizzazione
dei giovani talenti
della ricerca
45
L’Italia non è un Paese attrattivo per i talenti, in
genere nei settori dell’innovazione
Global Talent Competitiveness Index, 2013
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati INSEAD, 2013
46
9.
C’è anche un tema di salari offerti ai ricercatori
in Italia
Salario annuale lordo in ingresso (ricercatori) in € PPS, 2012
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2013
47
9.
C’è anche un tema di salari offerti ai ricercatori
in Italia
Produttività della ricerca* aggiustata per stipendio lordo
annuo (numero indice, 2012)
(*) Citazioni per ricercatore
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea,
OCSE e Scimago, 2013
48
9.
Crash Program per la valorizzazione dei giovani
talenti della ricerca in Italia
9.
Lanciare un “programma nazionale” con interventi integrati, tra cui :
−  Direct recruiting nel sistema della ricerca pubblica con bandi
internazionali (superando i concorsi a livello nazionale)
−  Visti/permessi di soggiorno per ricercatori extra-comunitari veloci
−  Salario base dei ricercatori allineato alle best practice internazionali
e bonus per risultati/incarichi con negoziazione salariale individuale
−  Finanziamenti con modalità a «burocrazia zero” per i progetti
proposti da giovani talenti (es. fino ai 35 anni) e selezionati con
bandi internazionali e criteri trasparenti meritocratici, coerenti con
gli ambiti e i settori strategici per l’Italia
−  Tax holiday (3-5 anni) per le imprese fondate da giovani ricercatori
49
10.
Educazione
per l’innovazione
e l’imprenditorialità
50
Sempre più Paesi inseriscono l’imprenditorialità 10.
e l’innovazione nei propri modelli educativi
Strategie educative
per l’imprenditorialità
nei Paesi europei
Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurydice e
Commissione Europea, 2012
51
10.
Educazione per l’innovazione
e l’imprenditorialità
1.  Inserire nei programmi scolastici, sin dalle elementari – con criteri
di modularità e gradualità – l'insegnamento di temi/materie
trasversali e funzionali all'innovazione e all’imprenditorialità,
anche integrandole, per le scuole superiori, nei programmi di
materie obbligatorie come economia e scienze sociali
•  Tra gli elementi di insegnamento: team working, creatività
(creative thinking), elementi di psicologia, leadership,
comunicazione (communication skills), problem solving, ecc.
2.  (inoltre) Prevedere, dalle scuole superiori, percorsi di alternanza
scuola-lavoro (crediti formativi e apprendistato), con progetti
sperimentali in imprese e centri di ricerca che ingaggino gli
studenti in attività collegate ai processi di ricerca e innovazione
52
«I tempi corrono
e se tu non corri con i tempi,
i tempi correranno senza di te»