L`innovazione è una componente chiave per la crescita economica
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L`innovazione è una componente chiave per la crescita economica
L’innovazione è una componente chiave per la crescita economica Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE e FMI, 2014 1 Oggi il modello di innovazione è collaborativo Il premio competitivo è legato alla capacità di massimizzare le connessioni (qualità e quantità) tra attori diversi all’interno di ecosistemi di innovazione integrati, operanti su scale e ambiti geografici differenziati 2 Tutti i Paesi più dinamici stanno puntando a costruire dei cluster innovativi di eccellenza Fonte: The European House - Ambrosetti, 2014 3 Dallo scorso anno abbiamo analizzato molti casi di successo Canada e il cluster high-tech di Toronto Cile e il programma Start Up Chile Corea del Sud e piano cluster industrial “tematici” Finlandia e il distretto innovativo di Tempere Francia e il “campus” di Parigi-Saclay Israele e area della Silicon Wadi (Tel Aviv) Regno Unito e il cluster tecnologico di Cambridge Singapore e l’Agenzia Astar per l’innovazione Stati Uniti e la Silicon Valley Svezia-Danimarca con la Medicon Valley di Malmo Svizzera e le università EPFL Losanna e ETH Zurigo 4 Un caso di interesse: la Francia 1/2 Dal 2004 la Francia ha lanciato il progetto pôles de compétitivité • Focus: progetti di R&S finalizzati allo sviluppo di nuovi prodotti e processi con precisa connotazione territoriale e con coinvolgimento di grandi imprese e PMI, centri di ricerca e autorità locali • Ad oggi creati 71 poli di competitività con 7.500 aziende coinvolte (di cui l’86% PMI) • Dal 2005 al 2013, finanziamento pubblico di 1.313 progetti di R&S per 2,4 mld €, con una spesa totale attivata in R&S di oltre 6 mld € e 15.000 ricercatori coinvolti A dicembre 2013, lanciato concorso mondiale per generare innovazioni strategiche per l’avvenire della Francia (focus su: stoccaggio energia, riciclo materie, economia marina, chimica verde, sanità e ageing society, big data) 5 Un caso di interesse: la Francia 2/2 Nel 2008 è stato avviato il cluster dell’innovazione di Paris-Saclay • Investimento pubblico di 5 mld € all’interno del progetto di sviluppo territoriale «Grand Paris» (investimento di 30 mld €) • Obiettivo: riunire le Università e centri di ricerca della periferia di Parigi in uno dei primi campus globali a schema pubblico-privato • Ad oggi Parigi-Saclay ha: 2 Università, 10 grande écoles e 6 istituti di ricerca con 60mila studenti e 20mila ricercatori; 7 dei 23 centri di tech transfer (Carnot Institute); 3 incubatori d’impresa e 16.400 aziende • Lo sviluppo del cluster è governato dalla Paris-Saclay Development Authority (PDA), autorità pubblica sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca che raccoglie tutti gli stakeholder – Il Presidente e CEO della PDA è deciso dal Presidente della Repubblica Francese 6 Non esiste un modello di riferimento per l’ecosistema dell’innovazione 7 Esistono però delle «invarianti» per il successo dell’ecosistema • Governance chiara e coordinamento efficace delle relazioni tra i diversi attori (anche con Agenzie/organizzazioni preposte) • Policy pubbliche di indirizzo e supporto ad hoc (spesso collegate a piani più ampi di sviluppo territoriale) • Centri di eccellenza e/o imprese leader presenti (o attratte) sul territorio • Sistema finanziario e risorse adeguate (spesso con schemi integrativi pubblico-privati per attivare risorse con un effetto leva) • Ambiente innovativo e network relazionale 8 La Commissione Europea colloca anche per il 2014 l’Italia tra i Paesi «innovatori moderati» European Innovation Scoreboard 2014 Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2014 9 La Community TITT ha individuato 5 "cantieri di lavoro" prioritari per l’Italia 10 La Community TITT ha sviluppato 10 proposte operative 1. Strategia nazionale dell’innovazione 2. National Innovation Group 3. Agevolazioni per la R&S e sblocco debiti non commerciali della PA 4. Nuovi schemi di intervento pubblico-privati nel Venture Capital 5. Università tematiche per l’Italia 6. TransferLab nazionale e autonomia per gli uffici di tech transfer 7. Cultura del trasferimento tecnologico e razionalizzazione dei processi 8. Regime di proprietà intellettuale per la ricerca pubblica 9. Crash Program per la valorizzazione dei giovani talenti della ricerca 10. Educazione per l’innovazione e l’imprenditorialità 11 1. Strategia nazionale dell’innovazione 12 Nell’attuale scenario occorre una forte capacità di gestione strategica dell’innovazione 1. Occorrono 3 elementi chiave: 1. Visione di medio-lungo periodo chiara, condivisa e comunicata • Dimensione temporale di riferimento • Intento strategico (il “sogno” da condividere) • Obiettivi di risultato associati all’intento strategico e con esso coerenti 2. Risorse, strumenti e politiche/normative coerenti e funzionali agli obiettivi 3. Orientamento culturale diffuso verso l’innovazione 13 1. L’innovazione è sempre più vista come un «programma d’azione nazionale» Paese Strategia Anno Austria Austria Road to innovation leader strategy 2020 2009 Danimarca Land of Solutions: the National Innovation Strategy 2012 Finlandia Government Statement on Innovation Policy 2007 Francia National Strategy for Research and Innovation 2012 Germania High-tech strategy 2020 Giappone 4th science and technology plan (2011-2015) of Japan 2011 Spagna Science, Technology and Innovation Strategy 2013 Svezia The Swedish Innovation Strategy 2012 2006 (rev 2010) Regno Unito Innovation and Research Strategy for Growth 2011 Stati Uniti 2009 (rev 2011) Strategy for American Innovation 14 14 Strategia nazionale dell’innovazione per l’Italia 1. Formulare una strategia nazionale dell’innovazione che: 1. Definisca la visione del progetto di innovazione del Paese (almeno a 10 anni) e individui gli ambiti tecnologici e della ricerca prioritari, con un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale (da Survey TITT: tecnologie innovative per l'energia; nuovi materiali; mobile Internet; nanotecnologie; tecnologie per le piattaforme Smart City) 2. Leghi in maniera organica, coerente e vincolante, le politiche della ricerca, del lavoro, della formazione e dello sviluppo industriale Rendere efficace la governance per l’implementazione della strategia con un referente governativo univoco, con ruolo permanente e potere di indirizzo, coordinamento e spesa (“Mr. Innovazione”) 15 L’Italia deve puntare ad aumentare le risorse dedicate alla ricerca e allo sviluppo 1. Spesa per la ricerca e sviluppo in % del PIL nei Paesi UE-28, 2012 Allinearsi all’attuale media EU attiverebbe oltre 32 mld € di spesa in R&S pubblica e privata, contro gli attuali 20 mld Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2014 16 2. National innovation group 17 2. National Innovation Group Creare un organismo permanente consultivo-propositivo, non burocratico, con regole di ingaggio molto chiare e meritocratiche, composto da imprenditori, aziende innovative ed esperti (massimo 15/20 che operano senza compenso), con l’obiettivo di: • Stimolare le modalità più efficaci di valorizzare l’ecosistema dell’innovazione italiano e formulare proposte di policy • Lanciare idee per progetti pilota • Proporre iniziative/strumenti per potenziare l'attrattività dell'ecosistema Paese 18 2. Smart London Board per la capitale della “Digital Nation” • Visione Governo: Regno Unito come «digital nation» leader mondiale • Londra (sfruttando le Olimpiadi 2012) è al centro di questa visione - Modernizzazione del sistema dei servizi pubblici (“Smart city” a 360°) - Iniziative pubblico-private per creare cluster di industrie digitali avanzate* - Open data pubblici (ad oggi 2.000 database disponibili sul sito della città) - Creazione dell’Open Data Institute per studiare e proporre azioni di policy per rafforzare il legame tra imprenditorialità e open data) • Il Sindaco Boris Johnson ha lanciato (marzo 2013) un board di esperti, tra personalità accademiche, businessman e imprenditori per produrre pensiero innovativo su come trasformare Londra nella città capofila dell’economia digitale nel mondo (*) Es. progetto I-city in East London con collaborazione tra settore industriale, immobiliare e Università per creare un polo che attragga aziende della digital and information economy 19 3. Agevolazioni per la R&S e sblocco debiti con commerciali della PA 20 La leva degli incentivi fiscali in Italia è poco utilizzata Supporto pubblico alle attività di R&S delle aziende; % sul PIL, 2013 Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OECD, 2014 21 3. Proposta 3. Agevolazioni per la ricerca privata e 3. sblocco dei debiti non commerciali della PA Introdurre misure strutturali per le imprese che fanno R&S; tra cui: − Regime fiscale agevolato (detassazione o riduzione della tassazione) sui redditi che originano dallo sfruttamento della proprietà intellettuale (cessione o trasferimento dei diritti) − Credito di imposta stabile ed automatico sugli investimenti di R&S in house e in collaborazione con importi di detrazione significativi (come le best practice internazionali) e senza tetti di spesa massima − Semplificazione delle procedure di finanziamento della R&S e revisione del periodo di perenzione (attualmente di 3 anni, da riportare a 7) per i fondi pubblici erogati per attività di ricerca (inoltre) Sbloccare urgentemente i crediti non commerciali nei confronti della PA per le attività di ricerca (circa 1 mld €*) (*) Fonte: stime Confindustria 22 Credito d’imposta: Francia una best practice internazionale Francia (periodo di applicazione 2013-18) Criterio d’accesso Nessun vincolo 3. Italia (periodo di applicazione 2014-16) Fatturato <500 mln di € Tetti e massimali • 30% spese in R&S fino ad un max annuale di 100 mln €; oltre, il 5% delle spese in R&S • 5 mld € di beneficio fiscale 2013 • 50% degli incrementi annuali di spesa nelle attività R&S con limite massimo annuale per azienda di 2,5 mln € • 600 mln € nel triennio come stanziamento massimo Spese ammissibili • Personale impiegato in R&S • Quote di ammortamento investimenti • Costi della ricerca svolta in collaborazione con enti esterni o internamente • Spese per la difesa proprietà intellettuale • Personale impiegato nelle attività di R&S • Quote di ammortamento investimenti • Costi della ricerca svolta in collaborazione con enti esterni o internamente 23 Le raccomandazioni del Junior Chapter per il credito d’imposta 3. Oltre a stabilizzare la misura secondo quanto prima proposto: • Introdurre aliquote diversificate, più alte per le PMI (fra il 30 e il 40%), con un premio per costi del personale rispetto ad altri asset/ macchinari e una differenziazione in aumento nel caso di spese R&S incrementali • Insieme a una definizione molto stringente delle spese in R&S, ancorata a fattori osservabili, introdurre un’aliquota di detrazione progressiva, rispetto all’incertezza dei ritorni del progetto (o al livello di radicalità dell’innovazione), con un focus su pool specifici di imprese in settori o cluster con priorità strategiche a livello nazionale • Rendere fruibile il credito anche per imprese con utili nulli o negativi, purché si tratti di start-up o piccole imprese, e collegare lo sgravio all’investimento sul territorio nazionale, per attrarre investimenti esteri 24 4. Nuovi schemi di intervento pubblico-privati nel Venture Capital 25 Il mercato italiano del Venture Capital ha volumi ridotti Investimenti di Venture Capital ($ per milione di PIL; anno 2012) Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2014 26 4. Nuovi schemi di intervento pubblico-privati nel Venture Capital 4. Promuovere schemi di pubblico-privato con le seguenti caratteristiche: − Quota pubblica non superiore al 60% − Soglia massima di rendimento per il soggetto pubblico (per generare rendimenti superiori per gli investitori privati nel caso di buona performance del fondo) − Assenza di clausole di down side protection (attraverso le quali il soggetto pubblico si accolla una quota predefinita delle eventuali perdite di capitale del fondo con il rischio di generare incentivi indesiderati nei gestori del fondo stesso) − Presenza di buy-out options (possibilità per gli investitori privati di comprare la quota detenuta dal soggetto pubblico prima della fine della vita del fondo ad un prezzo predeterminato, ottenendo ritorni superiori e consentendo al soggetto pubblico di reinvestire le risorse in altri fondi) 27 Si propone inoltre di rivalutare il modello di “Banca per lo sviluppo industriale” 4. • Rilanciare il modello dell’istituto di credito speciale, stimolando proattivamente il sistema bancario a dotarsi di apposite divisioni e/o gemmare iniziative ad hoc, con focalizzazione su innovazione e ricerca e sviluppo • L’offerta degli strumenti/canali di finanziamento all’innovazione deve essere (condizione necessaria) accompagnata da professionisti adeguatamente formati per fare una valutazione competente del progetto innovativo • È possibile prevedere la collaborazione con il sistema universitario per l’assessment delle tecnologie e per accedere, sulla base di tali valutazioni “certificate”, al credito agevolato 28 4. Un esempio: British Business Bank-BBB (UK) • Banca di proprietà statale costituita nel 2013 (piena operatività a fine 2014; a dicembre 2013 vi avevano fatto ricorso già 25.000 imprese) • Missione: offrire credito alle imprese inglesi (focus particolare sulle PMI con fatturato fino a 25 milioni £) • Capitale sociale di 1,25 mld £ e gestione diretta di 2,9 mld £ di finanziamenti già erogati alle imprese da altre istituzioni pubbliche • Tra i filoni di attività: - Finanziamento di start up - Matching di fondi di business angel (da 100mila a 1 mln £) - Investimenti in fondi di venture capital (530 mln £ in 16 fondi) - Gestione dello UK Innovation Investment Fund-UKIIF (159 mln £) focalizzato su investimenti in imprese high-tech 29 5. Università tematiche per l’Italia 30 L’Italia ha molte Università sul territorio, ma pochi «aggregatori di innovazione» 5. • Le Università italiane sono tipicamente generaliste, tranne pochi esempi costituiti dai Politecnici e da alcune Università non statali con vocazione economica e sociale • Le Università generaliste non definiscono una propria «vocazione» identitaria e hanno obiettivi essenzialmente di erogazione di formazione • Vi è il rischio di disallineamento tra le risorse e le potenzialità presenti sul territorio (specialmente in presenza di una specializzazione industriale specifica) e l’offerta universitaria con ripercussioni sulla competitività 31 5. Università tematiche per l’Italia Lanciare un piano d’azione per studiare le migliori modalità (condizioni e fattibilità) per stimolare la trasformazione di alcune Università generaliste in Università territoriali tematiche, fortemente specializzate, anche con modelli cross-regionali a rete con altri Atenei e condivisione di laboratori di ricerca e strutture di trasferimento tecnologico • Task force congiunta MIUR e MiSE per studiare il progetto • Adesione volontaria delle Università, con fondi aggiuntivi per quelle che raggiungano determinati obiettivi di sviluppo (pre-definiti) • Maggiore libertà per gli Atenei nella gestione delle risorse umane e finanziarie (togliere il comparto della ricerca dai vincoli della PA) 32 6. TransferLab nazionale e autonomia per gli uffici di tech transfer 33 In Italia il trasferimento tecnologico è critico 6. • In Italia 1.200 strutture di trasferimento tecnologico a vario titolo (in Francia e Germania circa 200) • Sottodimensionamento di personale e risorse (in media gli Uffici di Trasferimento Tecnologico in Italia hanno 3,8 addetti) • Frammentazione e difficoltà di coordinamento tra le strutture (l’87% circa degli uffici di trasferimento tecnologico (UTT) offrono i propri servizi ad una unica università) • Professionalità e competenze di tipo legale/amministrativo, carenti dal punto di vista di conoscenze di tipo tecnologico e di business Fonte: The European House - Ambrosetti su fonti varie, 2014 34 TransferLab nazionale e modelli di governance non tradizionali per il tech transfer 6. 1. Realizzare (o attivare in strutture di eccellenza già presenti nel Paese) un TransferLab nazionale che: • Operi senza duplicazione di attività e in logica di sussidiarietà a supporto del sistema di trasferimento tecnologico locale • Abbia professionalità specifiche con profilo internazionale (Technology Transfer Office manager) assunte con meccanismi aperti e competitivi, anche dall’estero 2. (Inoltre) Permettere l’organizzazione separata e autonoma degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico all’interno delle Università, con la possibilità di dotarli di autonomia giuridica e amministrativa 35 Un esempio di transfer lab nazionale: National Technology Transfer Center (USA) 6. • Istituito nel 1989 per volontà del Congresso per essere il catalizzatore del tech transfer tra agenzie di ricerca, università e mercato • 3 ambiti di specializzazione: aerospazio, salute, energia • Tra i servizi del centro: - Technology/market assessment (oltre 4.000 tecnologie valutate) - Training (quasi 7.000 professionisti di tech transfer formati) • Il centro copre competenze interdisciplinari: proprietà intellettuale, ingegneria, ICT, analisi di mercato, supporto alla partecipazione ai bandi, messa a punto di contratti, consulenze di business/ industriali, formazione 36 Le considerazioni del Junior Chapter sull’autonomia degli Uffici di Tech Transfer 6. • Il tema deve essere posto all’ordine del giorno degli organi centrali di governo del sistema universitario nazionale (CRUI e MIUR) • Le opzioni di governance (da autonoma a semi-autonoma) devono essere valutate in modo condiviso con gli Atenei secondo tre criteri alternativi: - Fare “wholly owned subsidiary” (Università che detengono al 100% la proprietà dell’UTT) - Agire in partnership con altri Atenei o con organizzazioni private già esistenti - Costituire organizzazioni autonome, di proprietà condivisa tra Università e altri investitori 37 Un esempio: Imperial Innovations PLC il primo ufficio di tech transfer universitario quotato in UK 6. • Nato nel 1986 come ufficio per il tech transfer dell’Imperial College • Nel 1997 diviene una sussidiaria controllata dall’Università e nel 2006 è quotata al London Stock Exchange (31 mln € raccolti in IPO); oggi la sua capitalizzazione è di oltre 420 milioni £ • Imperial Innovations ha un accordo con Imperial College che ne sancisce il ruolo di ufficio di trasferimento tecnologico fino al 2020 • Dalla quotazione Imperial Innovations ha investito nelle aziende in portfolio 195 mln € (focus su settori high tech come healthcare, energia, ingegneria, biotech) e raccolto oltre 900 mln € di capitali • Tra le attività, Imperial Innovations, offre finanziamenti per lo sviluppo commerciale di idee per un budget compreso tra i 30mila e 30 milioni € - I finanziamenti sono erogati dopo uno studio di fattibilità che Imperial Innovation finanzia con investimenti fino a 60.000 € 38 7. Cultura del trasferimento tecnologico e razionalizzazione dei processi 39 Cultura del trasferimento tecnologico e razionalizzazione dei processi 1/2 7. Adottare dei “quick fix” (1/2): Breve periodo: − Bloccare la moltiplicazione degli enti di trasferimento tecnologico a vario titolo e ridare centralità alle Università − Professionalizzare le figure dedicate al tech transfer e assumere gli indicatori della ricerca come strumenti di segnalazione dell’efficienza degli enti per la generazione, la gestione e il trasferimento della conoscenza − Introdurre appositi strumenti (es. valutazione nel cv del ricercatore delle attività di TT svolte) e spingere sui percorsi di dottorato applicati alla ricerca industriale − Istituzionalizzare programmi di scambio ricerca-industria per PhD con defiscalizzazione degli oneri per gli enti che li mandano e che li ospitano oppure per chi li assume (se start up) 40 Cultura del trasferimento tecnologico e razionalizzazione dei processi 2/2 Adottare dei “quick fix” (2/2): Medio periodo: Favorire le aggregazioni (di Università, strutture di TT, ecc.) secondo tre principi: − “One in, one out” (per creare un nuovo ente di trasferimento tecnologico deve eliminarsene uno esistente) − “Sussidiarietà invertita” (anche modificando il Titolo V della Costituzione, prevedere politiche dell’innovazione decise a livello statale e attuate a livello regionale, secondo una logica di strumentalità; no a centri decisionali autonomi) − “Misurazione” (definizione della missione, degli obiettivi e dei risultati dell’ente, preventiva rispetto alla sua creazione) 41 7. 7. Alcune best practice internazionali a cui ispirarsi • La Finlandia ha ridotto da 21 a 15 il numero delle Università, decretandone autonomia, indipendenza dallo Stato e responsabilità finanziaria (Riforma del 2010, Vision2020) • L’Austria ha realizzato il Science Park Graz, un incubatore unico per i tre Atenei della città • Gli USA, dove il National Technology Transfer Center è un modello di riferimento per il TransferLab nazionale • La Francia, che con la riforma del 2010 ha avviato una politica di lungo periodo, creando 12 poli in tutto il Paese, che gestiscono proof-of-concept funds e creano masse critiche a partire dalle 80 Università territoriali 42 8. Regime di proprietà intellettuale per la ricerca pubblica 43 8. Regime di proprietà intellettuale per la ricerca pubblica Recepire l’esperienza degli altri Paesi e attribuire la titolarità dei brevetti all’Università e i diritti morali agli inventori con un equo premio Incentivare le Università a trasferire i brevetti alle imprese partecipando allo sviluppo delle invenzioni Rivedere quindi il codice della proprietà industriale anche individuando un diritto di ripresa del brevetto da parte dell’inventore nel caso in cui l’Università non sia in grado di valorizzarlo 44 9. Crash Program per la valorizzazione dei giovani talenti della ricerca 45 L’Italia non è un Paese attrattivo per i talenti, in genere nei settori dell’innovazione Global Talent Competitiveness Index, 2013 Fonte: The European House - Ambrosetti su dati INSEAD, 2013 46 9. C’è anche un tema di salari offerti ai ricercatori in Italia Salario annuale lordo in ingresso (ricercatori) in € PPS, 2012 Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2013 47 9. C’è anche un tema di salari offerti ai ricercatori in Italia Produttività della ricerca* aggiustata per stipendio lordo annuo (numero indice, 2012) (*) Citazioni per ricercatore Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, OCSE e Scimago, 2013 48 9. Crash Program per la valorizzazione dei giovani talenti della ricerca in Italia 9. Lanciare un “programma nazionale” con interventi integrati, tra cui : − Direct recruiting nel sistema della ricerca pubblica con bandi internazionali (superando i concorsi a livello nazionale) − Visti/permessi di soggiorno per ricercatori extra-comunitari veloci − Salario base dei ricercatori allineato alle best practice internazionali e bonus per risultati/incarichi con negoziazione salariale individuale − Finanziamenti con modalità a «burocrazia zero” per i progetti proposti da giovani talenti (es. fino ai 35 anni) e selezionati con bandi internazionali e criteri trasparenti meritocratici, coerenti con gli ambiti e i settori strategici per l’Italia − Tax holiday (3-5 anni) per le imprese fondate da giovani ricercatori 49 10. Educazione per l’innovazione e l’imprenditorialità 50 Sempre più Paesi inseriscono l’imprenditorialità 10. e l’innovazione nei propri modelli educativi Strategie educative per l’imprenditorialità nei Paesi europei Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurydice e Commissione Europea, 2012 51 10. Educazione per l’innovazione e l’imprenditorialità 1. Inserire nei programmi scolastici, sin dalle elementari – con criteri di modularità e gradualità – l'insegnamento di temi/materie trasversali e funzionali all'innovazione e all’imprenditorialità, anche integrandole, per le scuole superiori, nei programmi di materie obbligatorie come economia e scienze sociali • Tra gli elementi di insegnamento: team working, creatività (creative thinking), elementi di psicologia, leadership, comunicazione (communication skills), problem solving, ecc. 2. (inoltre) Prevedere, dalle scuole superiori, percorsi di alternanza scuola-lavoro (crediti formativi e apprendistato), con progetti sperimentali in imprese e centri di ricerca che ingaggino gli studenti in attività collegate ai processi di ricerca e innovazione 52 «I tempi corrono e se tu non corri con i tempi, i tempi correranno senza di te»