le proposte della community titt per il paese
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le proposte della community titt per il paese
L’ECOSISTEMA PER L’INNOVAZIONE: QUALI STRADE PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE E DEL PAESE Il futuro oggi INDICE ATTORI, LOGICHE E OBIETTIVI DELLA COMMUNITY...................................................... 7 1. I MEMBRI DELLA COMMUNITY “TECNOLOGIA, INNOVAZIONE E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO” E GLI ALTRI ATTORI DEL PROGETTO............................................................ 8 2. LA COMMUNITY: MISSIONE E LOGICHE DI FUNZIONAMENTO........................... 12 3. UNA PANORAMICA SULLE MISURE PROMOSSE DALL’ITALIA A SUPPORTO DELL’INNOVAZIONE NELL’ULTIMO ANNO........... 16 4. LA STRUTTURA DI QUESTO RAPPORTO............................................. 27 1 LA SURVEY 2014 DELLA COMMUNITY TITT: LE TENDENZE DELL’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE IN ITALIA...............................29 1. LA SURVEY DELLA COMMUNITY TITT: STRUTTURA E METODOLOGIA............................... 30 1.1 L’anagrafica del campione delle imprese................................................ 31 2. I RISULTATI DELLA SURVEY 2014.......................... 34 2.1 L’orientamento all’investimento in innovazione..................................................34 2.2 Le modalità di realizzazione del processo innovativo.............................. 39 2.3 L’ecosistema dell’innovazione europeo ed italiano..................................... 42 2.4 Gli orientamenti tecnologici....................................................43 3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI................................. 48 Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 3 16/05/14 10:19 2 AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2014: LA PERFORMANCE DELL’ITALIA VERSO GLI ECOSISTEMI DELL’INNOVAZIONE NEL MONDO....................................................................51 1. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE PER LA COMPETITIVITÀ: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE................................................... 52 2. L’AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX: STRUTTURA E METODOLOGIA ...................................................... 56 3. I RISULTATI DELL’AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2014................................................................. 60 3.1 Corea del Sud.............................................. 64 3.2 Finlandia..................................................... 66 3.3 Svizzera....................................................... 68 3.4 Singapore.................................................... 70 3.5 Germania.................................................... 72 3.6 Stati Uniti.................................................... 74 3.7 Israele.......................................................... 76 3.8 Svezia........................................................... 78 3.9 Regno Unito................................................80 3.10 Francia........................................................ 82 3.11 Canada........................................................ 84 3.12 Italia............................................................ 86 3.13 Cile...............................................................88 4. CONSIDERAZIONI SULLA PERFORMANCE INNOVATIVA DELL’ITALIA...................................... 90 3 GLI ECOSISTEMI DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DELL’INNOVAZIONE: I CASI STUDIO INTERNAZIONALI......................................................... 97 1. IL PROCESSO DI PRODUZIONE DELL’INNOVAZIONE A LIVELLO SISTEMICO: CONDIZIONI ABILITANTI E ATTORI...................... 98 2. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE NEL MONDO: ALCUNI CASI STUDIO INTERNAZIONALI........... 103 2.1 Il cluster tecnologico di Cambridge (Regno Unito).............................................105 2.2 Il campus di Parigi-Saclay (Francia).......108 Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 4 16/05/14 10:19 2.3 La Medicon Valley di Malmö (Svezia-Danimarca).................................. 113 2.4 Svizzera: un ecosistema fortemente coordinato...................................................117 2.5 La Corea del Sud: un Paese improntato all’innovazione........................................... 121 2.6 Cile: un hub innovativo emergente ......... 125 3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI E RIFLESSIONI PER L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE ITALIANO................................................................... 129 4 INNOVARE PER CRESCERE: LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY TITT PER IL PAESE............135 1. CONSIDERAZIONI SULLE PRIORITÀ PER LA CRESCITA DELL’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE ITALIANO............................ 136 2. LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY TITT PER L’ITALIA..............................................................140 2.1 Organizzare l’ecosistema innovativo.............................143 proposta 1 Strategia nazionale dell’innovazione proposta 2 National Innovation ........143 Group........................ 147 2.2 Aumentare le risorse per l’innovazione........................................148 proposta 3 Agevolazioni per la ricerca privata e sblocco dei debiti non commerciali della PA............148 proposta 4 Nuovi schemi di intervento pubblico-privato nel venture capital. ......... 152 2.3 Ottimizzare il sistema del trasferimento tecnologico e le competenze della ricerca.................... 155 Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 5 16/05/14 10:19 proposta 5 Università tematiche................................... 155 proposta 6 TransferLab nazionale, modelli di governance e strumenti non tradizionali per il trasferimento tecnologico.......................... 156 proposta 7 Cultura e razionalizzazione dei processi di trasferimento tecnologico...................... 159 proposta 8 Regime di proprietà intellettuale per la ricerca pubblica. ...............................160 2.4 Migliorare l’attrattività dell’ecosistema-Paese................................ 161 proposta 9 Crash Program per la valorizzazione dei giovani talenti della ricerca in Italia. ...................................................... 161 proposta 10 Educazione per l’innovazione e l’imprenditorialità ...................................162 Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 6 16/05/14 10:19 ATTORI, LOGICHE E OBIETTIVI DELLA COMMUNITY Obiettivo del capitolo Presentare l’ambito di focalizzazione e gli obiettivi della Community “Tecnologia, Innovazione e Trasferimento Tecnologico”. Illustrare il percorso di lavoro 2014 e l’approccio adottato. Mappare le azioni intraprese, nell’ultimo anno, dal Governo italiano a sostegno dell’innovazione nel Paese. Fornire una panoramica della struttura del rapporto. Il futuro oggi 1. I MEMBRI DELLA COMMUNITY “TECNOLOGIA, INNOVAZIONE E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO” E GLI ALTRI ATTORI DEL PROGETTO “Oggi, nel mondo globale, la sfida si chiama innovazione, ricerca, competitività. È una sfida che riguarda tutti: il rinnovamento scientifico, tecnologico e industriale è la miglior risposta alla crisi economicofinanziaria”. Giorgio Napolitano 8 © The European House - Ambrosetti Questo rapporto riassume e sistematizza gli indirizzi, le riflessioni e le proposte della Community “Tecnologia, Innovazione e Trasferimento Tecnologico” (di seguito Community TITT) di Ambrosetti Club. Hanno partecipato ai lavori della Community TITT 2013/2014 i vertici di: ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ 3M Italia ACI Global ACM Amgen Dompé Angelini APTUIT ASAM Assobiomedica Assobiotec Associazione Nazionale Avvocati Italiani AXXAM AZ Investigazioni Azienda Veneziana della Mobilità Bertone Glass Bird & Bird Bitron Industrie Braccialini Brembo ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ Bruno Farmaceutici C.L.N. CA Technologies Caretti & Associati Carlsberg Italia Celgene Ceva Logistics Italia Chiesi Farmaceutici Cisco Systems City of Paris (France) Citrix Systems Italy Clinica La Fornaca CMC Capital Compugroup Medical Holding Comune di Pavia Comune di Torino Confindustria Consorzio Venezia Ricerche Corden Pharma CPL Concordia Crowe Horwath International CTNA Dassault Systemes Dedagroup DHL Global Forwarding Italy DHL Supply Chain Italy Directa Plus Dompé Farmaceutici Dow Italia Edenred Italia Electrolux ESSIM Erydel Eurofins Biolab Eustema Evolve Consorzio Stabile Exprivia Falck Renewables Ferring ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ Fersovere Fiat Powertrain Technologies Finanziaria Internazionale FININT Corporate Advisors FNM - Ferrovie Nord Milano Fondazione Banca del Monte di Lucca Fondazione Eli Lilly General Electric International General Motors Powertrain - Europe Gentium GESCO Goldmann & Partners Gruppo Banca Ifis Gruppo Bancario Credito Valtellinese Guala Closures Group Hewlett-Packard Italiana Human Lab I3P S.C.P.A. – Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino ID-A Indena Infocert ING Direct Italia IRB IREN ISS Istituto Superiore di Sanità Italcementi Ivalua Johnson Controls Automotive Kedrion Lechler Luiss Guido Carli M31 MA Madvisors Marketing Arena Mattel Italy Metropolitana Milanese © The European House - Ambrosetti 9 ▪▪ Microsoft Italia ▪▪ MIP Business School of Politecnico di Milano ▪▪ MIUR ▪▪ Molmed Molecular Medicine ▪▪ Moxoff ▪▪ MP Filtri ▪▪ Nardi Personal ▪▪ Neologistica ▪▪ Netval ▪▪ Novartis Farma ▪▪ Noxi ▪▪ NUVAP ▪▪ Oerlikon Graziano Group ▪▪ Olimpia Agency ▪▪ OMET ▪▪ Pfizer Italia ▪▪ Pcovery ▪▪ Politecnico di Bari ▪▪ Politecnico di Milano ▪▪ Politecnico di Torino ▪▪ Polo Tecnologico di Pordenone ▪▪ Quaternario Investimenti ▪▪ Raspini ▪▪ Regione Lombardia ▪▪ S.N.O.S - Spazi per Nuove Opportunità di Sviluppo ▪▪ Saet Società Applicazioni Elettro Termiche ▪▪ Salf Laboratorio Farmacologico ▪▪ Sanofi ▪▪ Sanofi Pasteur Msd ▪▪ Schroders Italy ▪▪ Scuola Superiore Sant’anna ▪▪ Sharazad ▪▪ Sharing - Gruppo Oltre ▪▪ Sifood ▪▪ Standard & Poor’s Credit Market Services Italy ▪▪ Stockholm School of Economics 10 © The European House - Ambrosetti ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ ▪▪ Syndial Talent Garden Techint Telecom Italia Telit Labs Telethon Teoresi Torino Strategica Transcom Worldwide Ttfactor Unione degli Industriali della Provincia di Pavia Uniqa Assicurazioni Università della California, Berkeley (USA) Università degli Studi di Brescia Università degli Studi di Foggia Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Udine Università di Bologna U Start Uvet American Express Valagro Vega Parco Scientifico Tecnologico Viasat Group Vitale & Associati Vodafone Italia Warburg Pincus International Warrant Group Webasto Whirlpool Zcube Il Prof. Riccardo Pietrabissa, ordinario di Bioingegneria al Politecnico di Milano e all’Università di Brescia, Presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria, Presidente di NETVAL1 dal 2007 al 2013, 1 Associazione delle Università ed enti pubblici di è il Coordinatore Scientifico della Community TITT. Il progetto è curato dal Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti composto da: Valerio De Molli, Federica Alberti, Lorenzo Tavazzi, Rossana Bubbico, Michelangelo Quaglia e Marcello Stefanelli. La Community TITT si è arricchita quest’anno dal contributo del Junior Chapter, un gruppo selezionato di ricercatori e giovani professori, la cui costituzione è stata auspicata dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, durante l’edizione 2013 del Technology Forum, momento annuale culminante dei lavori della Community. Il Junior Chapter ha concorso, sotto il coordinamento di Alberto Di Minin - Assistant Professor, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; già Consigliere per l’Innovazione, MIUR – con analisi e proposte incluse nel capitolo 4 del presente rapporto. I membri del Junior Chapter sono: –– –– –– –– –– –– –– –– –– Mattia Bianchi (Associate ProfessorStockholm School of Economics; Affiliated External Professor - Institute of Management, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa) –– ricerca italiani impegnati nella valorizzazione dei risultati della ricerca; raccoglie ad oggi 54 Università italiane, il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (CIRA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), l'ENEA e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), supportandone la valorizzazione dei risultati della ricerca attraverso attività formative e di networking con istituzioni, mondo delle imprese e della finanza. –– Alfredo De Massis (Direttore del Centre for Family Business - Lancaster University Management School) Riccardo Fini (Assistant Professor CIEG – Dipartimento di Management, Università di Bologna) Chiara Franzoni (Assistant Professor - School of Management, Politecnico di Milano) Federico Frattini (Assistant Professor - School of Management, Politecnico di Milano; Coordinatore Scientifico del Master in Open Innovation e Knowledge Transfer - MIP, Politecnico di Milano) Massimiliano Granieri (Associate Professor - Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Foggia) Antonio Messeni Petruzzelli (Lecturer in Innovation Management - Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management, Politecnico di Bari) Daniel Pittino (Assistant Professor Università di Udine) Francesco Rullani (Assistant Professor in Entrepreneurship and Management of Innovation, Department of Business and Management - LUISS Guido Carli) Giuseppe Scellato (Assistant Professor - Politecnico di Torino) Lorenzo Zirulia (Assistant Professor di Applied Economics-Diaprtimento di Economia, Università di Bologna). © The European House - Ambrosetti 11 2. LA COMMUNITY: MISSIONE E LOGICHE DI FUNZIONAMENTO La Community “Tecnologia, Innovazione e Trasferimento Tecnologico” nasce nel 2011 all’interno di Ambrosetti Club. Il Club, istituito nel 1999, riunisce i massimi responsabili di gruppi ed organizzazioni nazionali e multinazionali operanti in Italia (oggi oltre 350), con l’obiettivo di perseguire due scopi prioritari: 1. Contribuire concretamente al progresso civile ed economico del nostro Paese. 2. Contribuire all’eccellenza e all’ottimizzazione delle istituzioni e delle imprese in esso radicate. Ambrosetti Club da alcuni anni – sulla scorta dei segnali di debolezza competitiva dell’Italia – ha avviato un percorso di riflessione sul Sistema Paese finalizzato a: 1. Analizzare e interpretare secondo una prospettiva strategica i driver di cambiamento che caratterizzano il mondo contemporaneo. 2. Declinare tali elementi sulla realtà italiana per capire i nodi chiave che rallentano la crescita del Paese. 3. Proporre azioni e correttivi per accrescere il livello di attrattività e di sviluppo nazionale. 12 © The European House - Ambrosetti In questo contesto, la Community TITT è stata costituita per supportare l’azione dell’Italia in uno degli ambiti ad oggi più cruciali per la competitività: il sistema dell’innovazione. La promozione della capacità innovativa, quale attività di costruzione di un ecosistema di riferimento – regole, strumenti, meccanismi di funzionamento, cultura – all’interno del quale la messa a valore dell’attività di ricerca può trovare facilitazione (o meno), è oggi uno dei pilastri dell’attrattività, dell’efficienza e delle strategie di sviluppo dei sistemi economico-produttivi ed istituzionali più dinamici. La missione della Community TITT, in coerenza con le finalità di Ambrosetti Club e lo scenario di riferimento oggi in essere, è: “Rafforzare il dialogo e le relazioni tra la comunità industriale, scientificotecnologica, finanziaria e istituzionale per promuovere opportunità di crescita ed una cultura dell’innovazione diffusa”. –– zioni parziali destinate ad avere effetti marginali. L’apertura sul mondo, che privilegia l’osservazione della realtà internazionale per verificare percorsi eccellenti di sviluppo già intrapresi e buone pratiche in essere, definire politiche, interventi, programmi mutuabili e adattabili al contesto italiano e fornire stimoli e idee nuove al dibattito. La Community è un sistema aperto che raccoglie i contributi di molteplici attori pubblici e privati del Paese, dando voce ad esperienze concrete, mettendo in comune soluzioni e approcci, e condividendo ambiti e modalità di intervento La Community, nel percorso di lavoro 2013-2014 – che ha coinvolto imprendiin uno spirito positivo e costruttivo. tori, esperti e opinion leader nazionali e I capisaldi della sua attività sono: internazionali approfondendo, in pro1. Discutere in maniera pragmatica spettiva multidisciplinare, i temi dell’intutti gli aspetti rilevanti dell’innova- novazione e del trasferimento tecnologico – si è posta i seguenti obiettivi: zione come fattore di crescita. 2. Esplorare le opportunità per le imprese derivanti dall’innovazione e 1. Monitorare la performance innovadal suo trasferimento. tiva dell’Italia e delle sue Regioni, rispetto ad altri ecosistemi di innova3. Condividere le esperienze più signizione attraverso l’Ambrosetti ficative. Innosystem Index. 4. Approfondire la conoscenza delle più attuali innovazioni e tecnologie. 2. Mappare le caratteristiche, le dinamiche e i fattori-chiave che hanno 5. Comunicare le riflessioni al Paese favorito la costituzione di alcuni dei per stimolare il dibattito e l’azione. principali ecosistemi internazionali di imprenditorialità innovativa, al Il lavoro della Community si caratterizza fine di trarre lezioni utili per l’Italia. per: –– L’approccio pragmatico, analiz- 3. Comprendere gli orientamenti di un zando la realtà di riferimento, ma gruppo selezionato di aziende italiasoprattutto affrontando il “che cosa ne significative e multinazionali opefare” attraverso soluzioni impleranti nel nostro Paese, rispetto le mentabili nell’ambito del contesto tendenze in campo tecnologico e attuale del Paese. l’investimento in innovazione. –– La prospettiva di sistema, che tiene 4. Portare idee nuove e proposte conto di tutti gli aspetti e le interreall’attenzione dei policy maker nalazioni rilevanti, evitando così soluzionali, aggiornando il rapporto an© The European House - Ambrosetti 13 nuale «L’ecosistema per l’innovachint), Alberto Sangiovanni-Vincenzione: quali strade per la crescita telli (Professore di Electrical delle imprese e del Paese». Engineering and Computer Sciences presso l’Università di California 5. Rafforzare lo scambio di idee/espea Berkeley). rienze all’interno della Community e consolidare il Technology Forum 3. Approfondimenti analitici del come un appuntamento di riferiGruppo di Lavoro The European mento dell’Agenda dell’innovazione House - Ambrosetti e del Junior per l’Italia. Chapter su temi importanti per stimolare l’innovazione in Italia, con confronti con realtà estere di riferiLa metodologia adottata ha previsto: mento, carotaggi e riflessioni sulla situazione italiana. 1. Riunioni periodiche della Community su ruolo della ricerca e dell’innovazione per il rilancio del In tema di linee guida per migliorare la Paese, sull’innovazione nelle impre- capacità di innovare e mettere a valore la se e sugli investimenti in innovazio- ricerca in Italia, la Community ha deciso di concentrarsi sulle azioni trasversane2. 2. Incontri di approfondimento li che riguardano gli elementi base di un tematici con personalità di spicco sistema efficiente. Non si è voluto prividel panorama dell’innovazione e legiare un approccio “settoriale”, bensì delle Istituzioni; tra questi: Emma proporre orientamenti/interventi che si Bonino (Ministro degli Affari Esteri, collocano a “monte”. Coerentemente con Governo Letta), Carlo Calenda (Vice questo, la focalizzazione del lavoro è sui Ministro dello Sviluppo Economi- grandi ambiti in cui si creano i presupco), Maria Chiara Carrozza (Mini- posti per la promozione e il buon funziostro dell’Istruzione, dell’Università e namento dei meccanismi innovativi. della Ricerca, Governo Letta), Ro- La Community “Tecnologia, Innovaberto Maroni (Governatore della zione e Trasferimento Tecnologico”, Lombardia), Jean-Louis Missika intende dunque in ultima istanza dare (Vice Sindaco e Assessore all’Inno- un contributo fattivo e costruttivo vazione, Ricerca e Università del Co- al dibattito per il miglioramento della mune di Parigi), Fabrizio Oleari capacità innovativa e competitiva (Presidente dell’Istituto Superiore di dell’Italia. Sanità), Gianfelice Rocca (Presidente di Assolombarda e del Gruppo Te2 Inoltre, durante il Forum di Villa d’Este 2013, il tema innovazione è stato oggetto di due sessioni dedicate. 14 © The European House - Ambrosetti ■■ Figura 1 – Il percorso della Community TITT 2013- 2014 © The European House - Ambrosetti 15 3. UNA PANORAMICA SULLE MISURE PROMOSSE DALL’ITALIA A SUPPORTO DELL’INNOVAZIONE NELL’ULTIMO ANNO L’Italia ha registrato nel tempo – nonostante le eccellenze diffuse in campo industriale e della ricerca – una erosione progressiva della capacità innovativa sistemica rispetto agli altri ecosistemi internazionali più competitivi, con ridotti investimenti in R&S, bassa propensione al ricorso ai brevetti e limitato sviluppo del mercato dell’equity. Il riconoscimento del ruolo chiave ricoperto dall’innovazione nel processo di crescita delle economie ha spinto negli ultimi anni i Governi che si sono succeduti a varare delle azioni a favore dell’innovazione. Tra le più recenti, nel periodo 20122013, si ricordano per rilevanza ed impatto Horizon 2020 Italy3 e i Decreti Legge emanati nel 2012 “Misure urgenti per la crescita” e “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (cd. De3 Horizon 2020 Italy è il Programma Quadro nazionale settennale su ricerca e innovazione realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) con l’obiettivo di accedere con maggiore efficacia alle risorse finanziarie che la Commissione Europea mette a disposizione all’interno di Horizon 2020. 16 © The European House - Ambrosetti creto Crescita 2.0)4. Tale decreto mira a promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile, lo sviluppo di una nuova cultura imprenditoriale, la creazione di un ecosistema maggiormente incline all’innovazione, così come a favorire una maggiore mobilità sociale e ad attrarre in Italia talenti e capitali dall’estero. per una descrizione più approfondita di questi e di tutte le altre azioni varate dal Governo Italiano a favore dell’innovazione si rimanda al rapporto della Community TITT 20135. Anche nell’ultimo anno le policy e i programmi a favore dell’innovazione hanno continuato a proliferare. Le principali misure decretate dal Technology Forum 2013 (24-25 maggio 2013) a oggi (mag4 I Decreti Crescita emanati nel 2012 hanno introdotto, tra le altre, novità in tema di definizione delle start up innovative, modalità di investimento in capitale di rischio (es. equity-crowdfunding) e credito di imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato. 5 Il rapporto è scaricabile al link http://www.ambrosetti.eu/it/download/ricerche-e-presentazioni/2013/technology-forum-2013 gio 2014), sono di seguito presentate in relazione ai cinque “cantieri di lavoro” che la Community, nel suo primo anno di lavoro (2011-2012), ha identificato come prioritari per liberare il potenziale innovativo del Paese: STRATEGIA NAZIONALE DELL’INNOVAZIONE Strategia nazionale dell’innovazione Investimenti in innovazione Cooperazione ricerca-industria Sviluppo delle imprese innovative (e non solo start up) 8. 5. Cultura-Paese dell’innovazione Fissare le priorità di medio e lungo periodo legando le politiche della ricerca, dello sviluppo e del lavoro, per valorizzare le sinergie con le specializzazioni nazionali accademico-produttive e per ottimizzare il coordinamento tra gli attori INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE COOPERAZIONE RICERCA INDUSTRIA SVILUPPO DELLE IMPRESE INNOVATIVE CULTURA PAESE DELL’INNOVAZIONE 1. 4. 2. 5. 3. 6. 4. 7. Rilanciare l’attività innovativa delle imprese a partire da flussi di finanziamento chiari, certi e coerenti e per massimizzare l’impatto dei fondi pubblici per l’innovazione Colmare le distanze tra il mondo della ricerca e il tessuto produttivo e creare infrastrutture di raccordo capaci di avviare processi di interazione efficaci. Supportare la nascita e lo sviluppo di imprese dinamiche e capaci di competere sulla scena internazionale anche sui segmenti di produzione a più alto valore aggiunto. Creare un approccio positivo diffuso verso l’innovazione e rilanciare il valore dell’imprenditorialità. ■■ Figura 2 - I cinque cantieri di lavoro per l’ecosistema dell’innovazione italiano secondo la Community TITT © The European House - Ambrosetti Technology Report Ambrosetti-01-Intro.indd 17 17 16/05/14 10:25 STRATEGIA NAZIONALE DELL’INNOVAZIONE lia è il primo Paese al mondo ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa a questo tema. ▪▪ Piano Nazionale per la Ricerca ▪▪ Incentivo “Smart & Start” (17 luglio 2014-2020 (3 febbraio 2014). Il 2013). Smart & Start è un incentivo, MIUR ha stabilito investimenti per istituito dal Ministero dello Sviluppo un importo pari a 900 milioni di Economico (MiSE), per favorire la Euro fino al 2020 per rilanciare la ricreazione di nuove imprese nel Mezcerca in Italia, avviare grandi progetzogiorno che puntano su innovazioti di innovazione e favorire la crescita ne, utilizzo delle tecnologie digitali e e l’autonomia dei ricercatori. Il Provalorizzazione dei risultati della rigramma identifica undici “sfide della cerca. Il budget complessivo dell’ini6 società” attraverso le quali si delineziativa, pari a 190 milioni di Euro, è gestito da Invitalia8. A fine 2013 sono ano le diverse “traiettorie” di sviluppo del Paese. state presentate 890 domande per l’ammissione all’agevolazione e oltre 200 hanno già ottenuto un esito posiINVESTIMENTI tivo attivando 32 milioni di Euro di IN INNOVAZIONE nuovi investimenti. ▪▪ Regolamento Consob in materia di ▪▪ Decreto Ministeriale 29 luglio 2013 “Raccolta di capitali di rischio da recante termini, modalità e proceduparte di imprese start up innovative re per la concessione ed erogazione tramite portali on-line” - equity delle agevolazioni in favore di procrowdfunding (delibera n. 18592 del grammi di investimento finalizzati 26 giugno 2013). La norma primaria al perseguimento di specifici obiettidisciplina l’“equity crowdfunding”, vi di innovazione, miglioramento che dà alle start up innovative facoltà competitivo e tutela ambientale nelle di raccogliere capitali di rischio per il regioni Calabria, Campania, Puglia tramite di portali on-line adibiti a e Sicilia. Il Decreto Ministeriale 29 questa tipologia di operazione7. L’Italuglio 2013 di adozione dell’intervento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 236 dell’8 ottobre 2013, prevede 6 Le undici sfide individuate sono: Progresso culturale e scientifico; Salute, evoluzione demografica e beuna dotazione finanziaria di 150 minessere; Bioeconomia europea; Energia sicura, pulita ed efficiente; Trasporti intelligenti, ecologici e integrati; Azioni per il clima, efficienza delle risorse e materie prime; l’Europa in un mondo che cambia-società inclusive, innovative e riflessive; Spazio e astronomia; Società sicure; Recupero, tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale europeo e creatività; Agenda digitale. dinaria e una speciale. Nella prima sono iscritti i gestori di portali che sono autorizzati dalla Consob in seguito alla positiva verifica dei requisiti richiesti; nella seconda sono annotate le banche e le imprese di investimento che hanno comunicato alla Consob lo svolgimento della gestione di portali di equity crowdfunding. 7 Il Regolamento Consob distingue il registro dei portali per la raccolta di capitali in due sezioni, una or- 8 Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. 18 © The European House - Ambrosetti lioni di Euro, di cui il 60% è riservato Governo ha istituito un nuovo crealle piccole e medie imprese per readito d’imposta per le attività di rilizzare investimenti innovativi9. Concerca e sviluppo sugli investimenti effettuati nel triennio 2014-2016, nel siderato il forte interesse manifestato limite massimo complessivo di 600 dalle imprese nei confronti dello strumilioni di Euro, introducendo modimento agevolativo, con Decreto Mifiche quali-quantitative migliorative nisteriale del 26 febbraio 2014, in dello strumento10. corso di registrazione presso la Corte dei Conti, sono state incrementate le ▪▪ Legge 43 del 21 febbraio 2014 di conrisorse finanziarie disponibili per la versione del Decreto Legge 145 del concessione delle agevolazioni di ul23 dicembre 2013 (Destinazione Itateriori 100 milioni di Euro per le Relia) sulle “Misure per favorire la digioni della Convergenza. gitalizzazione e la connettività delle piccole e medie imprese, ed in mate▪▪ Banda ultralarga per le Regioni del ria di frequenze per il servizio televiSud (Campania: 24 giugno 2013; sivo digitale terrestre, comunicazioBasilicata e Molise: 5 agosto 2013; ni ed agenda digitale”. Al fine di Calabria: 18 dicembre 2013). Il MiSE favorire la digitalizzazione dei proha attivato diversi bandi per progetti cessi aziendali e l’ammodernamento di investimento per la realizzazione di infrastrutture per la banda ultralarga nelle Regioni del Sud. Le risorse Possono beneficiare del credito di imposta tutte previste dai bandi ammontano a 10 le imprese con fatturato annuo inferiore a 500 milioni 122,4 milioni di Euro per la Campa- di Euro, che investono in attività di ricerca e sviluppo, nia, a 53,5 per la Basilicata, a 3,9 per indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano, nonché dal regime contabile il Molise, a 65 per la Calabria. adottato a condizione che vengano sostenute spese per ▪▪ Decreto Legge del 23 dicembre 2013 attività di ricerca e sviluppo pari a 50.000 Euro. Sono ammesse le spese destinate al personale impiegato n. 145, convertito in Legge il 21 feb- nell’attività di ricerca e sviluppo, le quote di ammortabraio 2014, recante gli interventi ur- menti di strumenti e attrezzature di laboratorio ed i cosgenti di avvio del piano “Destinazio- ti delle ricerche svolte in collaborazione con Università e organismi di ricerca e di consulenze tecniche e brevetne Italia”, per il contenimento delle tuali. Sono destinatari del provvedimento anche i contariffe elettriche e del gas, per l’inter- sorzi e le reti di impresa che effettuano le attività di ricerca, sviluppo e innovazione: in questi casi, nazionalizzazione, lo sviluppo e la l'agevolazione è ripartita secondo criteri proporzionali, digitalizzazione delle imprese, non- che tengono conto della partecipazione di ciascuna imalle spese stesse. Sarà riconosciuto un credito ché misure per la realizzazione di presa d’imposta per il 50% degli incrementi annuali di spesa opere pubbliche ed EXPO 2015. Il nel settore ricerca e sviluppo, registrati in ciascuno dei 9 per investimento innovativo è intesa l’acquisizione di immobilizzazioni materiali e immateriali tecnologicamente avanzate in grado di aumentare il livello di efficienza o di flessibilità nello svolgimento dell’attività economica. periodi d'imposta a decorrere dal periodo determinato con futuro D.M. e fino alla chiusura del periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2016, con un limite minimo di spese iscritte a Bilancio di 50.000 Euro e con un limite di credito d’imposta annuale massimo di 2.500.000 Euro. Il beneficio tributario dovrebbe essere cumulabile con la detassazione IRAP e il cuneo fiscale. © The European House - Ambrosetti 19 tecnologico delle micro, piccole e meindustriale (140 grandi imprese e die imprese sono adottati interventi 204 piccole e medie imprese). La vaper il finanziamento a fondo perduto, lutazione dei progetti è stata svolta tramite voucher di importo non super la prima volta da esperti internaperiore a 10.000 Euro concessi ad zionali in base alle priorità individuaimprese per l’acquisto di software, te in vista del Programma Quadro per hardware o servizi che consentano il la Ricerca Europea Horizon 2020. miglioramento dell’efficienza azien- ▪▪ Bando per finanziare progetti transdale, la modernizzazione dell’organazionali di collaborazione nel settonizzazione del lavoro, tale da favorire re delle biotecnologie (15 novembre l’utilizzo di strumenti tecnologici e 2013). Il MiSE, attraverso il Fondo forme di flessibilità, tra cui il telelavoper la Crescita Sostenibile, ha reso diro, lo sviluppo di soluzioni di e-comsponibili 5 milioni di Euro per agevomerce, la connettività a banda larga e lare progetti di sviluppo sperimentale ultra-larga. I voucher potranno ane ricerca industriale realizzati da imche finanziare la formazione qualifiprese (anche affiancate da organismi cata, nel campo ICT, del personale di ricerca) o da centri di ricerca italiadelle PMI. ni, in collaborazione con altre imprese europee nel settore biotech. COOPERAZIONE ▪▪ Decreto 6 novembre 2013, “InterRICERCA-INDUSTRIA venti per lo sviluppo e l’accrescimento di competitività nelle industrie operanti nel settore aeronautico”. Il ▪▪ Cluster Tecnologici Nazionali (14 otMiSE ha stanziato 750 milioni di tobre 2013). Il MIUR ha emanato un Euro, a favore dei programmi di riprovvedimento che assegna 266 micerca e sviluppo nel settore aeronaulioni di Euro (170 milioni erogati sottico, sia per finanziare la conclusione to forma di contributo alle spese e 96 dei progetti già avviati, sia per procome credito agevolato), ai 30 promuovere nuovi progetti, privilegiangetti vincitori dell’avviso pubblico per do tra questi ultimi quelli riferiti ad lo sviluppo e potenziamento di otto 11 aree tecnologiche prioritarie per lo Cluster Tecnologici Nazionali . Sono sviluppo del settore aeronautico. coinvolti 112 soggetti del mondo della ricerca (Università, enti pubblici di ▪▪ Pacchetto “Ricerca e Innovazione ricerca, istituti di ricovero e cura a canelle imprese” (7 febbraio 2014). Il rattere scientifico) e 344 del mondo Consiglio dei Ministri ha stabilito un ammontare pari a 250 milioni di Euro per il 2014 volto a promuovere 11 Gli otto Cluster Tecnologici sono: Fabbrica Intelligente, Chimica verde, Scienze della Vita, Mezzi e sistel’occupazione qualificata e potenziare mi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Agril’innovazione e l’internazionalizzafood, Aerospazio, Tecnologie per le Smart Communities, zione delle imprese. Le misure preTecnologie per gli ambienti di vita. 20 © The European House - Ambrosetti sentate includono: –– Incentivi alle imprese per l’impiego di ricercatori con profili tecnico-scientifici e di laureati, per avvicinare la ricerca alle piccole e medie imprese. –– Oltre 1.000 dottorati industriali, per focalizzare i percorsi di specializzazione su temi rilevanti per le imprese, creando o rafforzando il collegamento tra aziende e Università soprattutto in Regioni dove questo è particolarmente carente. –– Reti per l’innovazione, per sostenere l’aggregazione di gruppi di ricerca competitivi intorno a grandi temi di ricerca e finanziare le attività nazionali ed internazionali di coordinamento e networking di gruppi di ricerca. –– “Ricerca in movimento”, per promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie a partecipare con successo ai bandi di Horizon 2020. –– Voucher per l’innovazione per le PMI, per rafforzare la capacità di innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale e per l’internazionalizzazione. SVILUPPO DELLE IMPRESE INNOVATIVE ▪▪ Decreto 18 ottobre 2012 convertito nella Legge 17 dicembre 2012 in materia di definizione di una politica per le start up innovative. La sezione IX del Decreto Crescita 2.0 ha delineato, in via del tutto inedita, un quadro normativo organico e di grande favore per sostenere la nascita e la crescita dimensionale delle start up innovative. I principali contenuti della legge riguardano: –– La definizione di start up innovativa, di start up innovativa a vocazione sociale e di incubatore certificato. –– L’abbattimento degli oneri per l’avvio d’impresa (start up innovative e incubatori certificati, a differenza delle altre aziende, non dovranno pagare gli oneri di costituzione e registrazione presso le Camere di Commercio). –– La disciplina in materia di lavoro applicabile alle start up12. –– La remunerazione dei collaboratori e dei fornitori della start up innovativa e degli incubatori certificati (cui è data facoltà di remunerare i propri collaboratori con stock option, e i fornitori di servizi esterni attraverso schemi di work for equity). –– L’introduzione di corposi incentivi fiscali per gli investimenti in start up innovative provenienti da 12 Le start up potranno assumere personale con contratti a tempo determinato della durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi. All’interno di questo arco temporale, i contratti potranno essere anche di breve durata e rinnovati più volte. Dopo 36 mesi, il contratto potrà essere ulteriormente rinnovato una sola volta, per un massimo di altri 12 mesi, e quindi fino ad arrivare complessivamente a 48 mesi. Dopo questo periodo, il collaboratore potrà continuare a lavorare in start up solo con un contratto a tempo indeterminato. © The European House - Ambrosetti 21 –– –– –– –– –– aziende e privati per gli anni 2013, 2014, 2015 e 2016. L’introduzione dell’equity crowdfunding (si veda anche quanto sopra detto in relazione al regolamento Consob). L’accesso semplificato, gratuito e diretto per le start up al Fondo Centrale di Garanzia13. Il sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione delle start up da parte dell’Agenzia ICE. L’introduzione di procedure volte a rendere più rapido e meno gravoso il processo che si mette in moto nel caso in cui la start up non decolli (fail fast). La creazione di un meccanismo di valutazione sistematica e di monitoraggio delle politiche attraverso la raccolta costante di dati e analisi dell’impatto della nuova normativa, con il supporto dell’ISTAT. Il Bando impegna complessivamente 30 milioni di Euro ed è ripartito in quattro linee di intervento: –– Big data: nuovi metodi e tecnologie per gestire e valorizzare basi di dati caratterizzate da grande volume, varietà e velocità. –– Cultura ad impatto aumentato: nuove modalità di produzione, distribuzione e fruizione del patrimonio culturale, anche attraverso la combinazione di tecnologie digitali. –– Social Innovation Cluster: aggregazioni di competenze interdisciplinari, capacità innovative e di imprenditorialità emergente per rispondere alla domanda di innovazione e al soddisfacimento di bisogni emergenti. –– Contamination Lab: creazione di luoghi che facilitino nuove modalità d’integrazione e collaborazione tra studenti, docenti, mondo imprenditoriale, territorio e istituzioni per promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione (CLab). ▪▪ Bando start up (13 marzo 2013). Il Bando start up finanziato dal MIUR si rivolge alle micro, piccole e medie imprese delle Regioni Convergenza attive da meno di sei anni invitandole a presentare progetti di ricerca e innovazione - anche in collaborazione ▪▪ Decreto interministeriale del 26 con Università, centri di ricerca, PA e aprile 2013 in materia di criteri e grandi imprese - per individuare somodalità semplificati di accesso luzioni innovative in campi di partiall’intervento del Fondo di Garanzia colare rilievo e attualità per lo svilupper le piccole e medie imprese (pubpo sociale ed economico dei territori. blicato sulla G.U. il 25 giugno 2014). Il Decreto stabilisce che la garanzia del Fondo di Garanzia sui finanzia13 La garanzia copre fino allo 80% del credito erogmenti bancari viene concessa a titolo ato dalla banca alla start up, fino a un massimo di 2,5 gratuito alle start up innovative e agli milioni di Euro. 22 © The European House - Ambrosetti incubatori certificati. L’intervento coeffettuati, per un importo non supre fino all’80% del credito ottenuto e periore a 1.800.000 Euro per ciafissa in 2,5 milioni di Euro l’importo scun periodo d’imposta. massimo garantito per ogni start up Gli incentivi, ancora più vantaggiosi o incubatore e assegna alle richieste per le start up a vocazione sociale, di garanzia riferite a queste due tipovalgono per gli investimenti effetlogie di impresa priorità nell’istruttotuati negli anni 2013, 2014 e 2015 a ria e nella presentazione al Fondo. patto che l’investimento sia mantenuto per due anni. ▪▪ Incentivi del Fondo Rete Incubatori (3 gennaio 2014). Il MiSE ha previsto agevolazioni che consistono in con- CULTURA-PAESE tributi a fondo perduto fino a 200.000 DELL’INNOVAZIONE Euro per ogni impresa, fino al 65% delle spese di investimento e cumula- ▪▪ Decreto 91 dell’8 agosto 2013 “Dispobili con altre agevolazioni finanziarie sizioni urgenti per la tutela, la valo14 pubbliche . rizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo”. Il ▪▪ Decreto interministeriale MiSEDecreto, convertito in Legge il 7 ottoMEF recante la disciplina di dettabre 2013, ha stabilito che le pubblicaglio sugli incentivi fiscali per gli inzioni dei risultati di ricerche finanziavestimenti in start up innovative (30 te almeno per il 50% con fondi gennaio 2014). Il decreto pubblicato pubblici siano depositate in archivi il 21 marzo 2014 sulla Gazzetta Uffielettronici ad accesso libero e gratuiciale prevede che: to. Parallelamente, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane –– Le persone fisiche che investono (CRUI) e diversi enti pubblici di riin start up possono detrarre cerca si sono impegnati nella sottodall’IRPEF il 19% dei versamenti scrizione di un Position statement in denaro, per un importo non suche promuove l’istituzione di archivi periore a 500.000 Euro per anno. liberamente consultabili e incoraggia –– Le persone giuridiche che investoi ricercatori a rendere disponibili i no in start up possono dedurre loro risultati. dall’IRES il 20% dei versamenti ▪▪ Progetto Innovazione e Proprietà industriale (1 ottobre 2013). Il MIUR e 14 Le agevolazioni interessano: le attività manifatil MiSE hanno sottoscritto un accorturiere; la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; la fornitura di acqua, reti fognarie, do per la realizzazione di un proattività di gestione dei rifiuti e risanamento; il trasporto gramma che mira a valorizzare i temi e magazzinaggio; i servizi di informazione e comunicazione; le attività professionali, scientifiche e tecniche; il della creatività, dell’innovazione e noleggio, servizi di supporto alle imprese; l’istruzione; della tutela dei diritti di proprietà inle attività artistiche, sportive e di intrattenimento; le atdustriale e intellettuale. Il programtività delle lavanderie industriali. © The European House - Ambrosetti 23 individuati dall’European Research ma prevede 100 ore di formazione e Council (Scienze della vita, Scienze fiinformazione su innovazione e strusiche e Ingegneria, Scienze umanistimenti di tutela della proprietà induche e sociali). striale per il corpo docente di centocinquanta scuole italiane di ogni ▪▪ Decreto “Visiting” (3 febbraio 2014). ordine e grado. Il MIUR ha firmato il Decreto “Visiting” per attrarre in Italia ricercatori ▪▪ Decreto MIUR per richiamare le ecstranieri. Il Decreto dà l’opportunità cellenze della ricerca (22 ottobre agli atenei di siglare accordi per con2013). Il MIUR ha firmato un Decresentire ai propri docenti e ricercatori to che consentirà agli Enti di Ricerca di svolgere attività didattica e di rivigilati dal MIUR di assumere per cerca presso altre Università e per chiamata diretta ricercatori e tecnoistituire, in collaborazione con Unilogi italiani e stranieri altamente quaversità straniere, corsi finalizzati al lificati. L’obiettivo del provvedimenrilascio di titoli congiunti o doppi. Le to è dare slancio alla ricerca italiana principali novità riguardano, in partirichiamando eccellenze professionali colare, i rapporti tra Università italiariconosciute anche all’estero e favone ed estere. rendo il rientro dei “cervelli”. La novità della misura sta nel prevedere ▪▪ Bandi per la cooperazione scientifica per la prima volta che una parte del e industriale (14 marzo 2014). La DiFondo Ordinario per il finanziamenrezione Generale per gli Affari Politici to degli Enti e istituzioni di ricerca, e di Sicurezza del Ministero degli Afpari a 1,6 milioni di Euro, sia dedicata fari Esteri ha pubblicato due bandi al rafforzamento del capitale umano volti a sostenere i progetti di ricerca destinato alla ricerca. congiunti tra Italia e Israele. I destinatari dei bandi sono gli enti di ricer▪▪ Bando SIR per l’indipendenza dei ca e le imprese italiane che abbiano giovani ricercatori (24 gennaio instaurato forme di collaborazione o 2014). Il MIUR ha pubblicato un banideato progetti di ricerca con le condo volto a sostenere i giovani ricercatroparti israeliane. Il bando Scientifitori nell’avvio della propria attività di co rivolto a gruppi di ricerca italiani e ricerca indipendente che finanzia israeliani che abbiano sviluppato progetti di alta qualità scientifica, reprogetti di ricerca nei settori del realizzati da gruppi di ricerca indipenstauro, conservazione, valorizzazione denti sotto il coordinamento scientie gestione del patrimonio culturale; fico di un giovane ricercatore che energie rinnovabili e sostenibilità. Il abbia conseguito il dottorato di ricerbando Industriale, invece, è indirizca o una specializzazione medica da zato alle imprese italiane che abbiano non oltre sei anni e che sia di età infesviluppato progetti di ricerca in collariore a 40 anni. Saranno finanziati borazione con imprese israeliane su progetti relativi ai tre macro-settori 24 © The European House - Ambrosetti qualunque settore scientifico di reci- ▪▪ Attrazione dei capitali e delle compeproco interesse, tra cui medicina, tenze per far crescere le start up atagricoltura, scienze dell’alimentaziotraverso la costituzione di un Fondo ne, informatica, ambiente, spazio e di Fondi dedicato al co-investimento nuove fonti energetiche. in fondi di venture capital a supporto delle operazioni di investimento realizzate da angel investor, incubatori e Accanto alle specifiche misure focalizzaacceleratori di impresa. te sul tema dell’innovazione, si ricorda anche l’ampio programma “Destina- ▪▪ Connessione del sistema della ricerca zione Italia”, presentato dal Governo di base con il tessuto produttivo, faLetta con l’obiettivo esplicito di attrarre vorendo lo sviluppo di spin-off di maggiori capitali esteri per investimento Università e ricerca e la loro capacità di medio-lungo periodo in Italia. All’indi attrarre capitali e incentivando terno del programma sono contenute tra una maggiore specializzazione degli le altre, anche misure riguardanti l’innouffici di trasferimento tecnologico e vazione dato il ruolo fondamentale che degli uffici per le relazioni internazioessa gioca per la competitività del Paese: nali di Università e centri di ricerca. alcune azioni sono già state attuate, altre ▪▪ Internazionalizzazione del sistema invece sono state definite, ma non ancodella formazione favorendo l’inserira implementate. mento di insegnanti stranieri per Tra le misure già attuate si segnalano: percorsi di visiting di breve e medio termine, sia nelle scuole che nelle Università e incentivando nelle Uni▪▪ Apertura ai giovani delle porte dell’Uversità l’attivazione di corsi di studio niversità e della ricerca: il Governo ha anche esclusivamente in lingua inelevato il turnover per il 2014 dal glese. 20% al 50% liberando posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori. ▪▪ Semplificazione dei permessi di sog- Accanto a queste, il programma ha defigiorno per gli studenti stranieri, con nito una serie di azioni che pur non esl’allineamento della durata del per- sendo focalizzate sullo specifico ambito messo di soggiorno degli studenti della ricerca e dell’innovazione, mirano stranieri a quella del loro corso di stu- a ricreare un business environment più favorevole per il Paese del quale anche le di o formazione. imprese innovative potranno avvantagTra le misure previste dal programma, giarsi; esempi possono essere l’ampliamento delle fonti di finanziamento o la ma ancora da attuare15: digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. 15 In riferimento al momento della stampa del presente rapporto (maggio 2014). All’interno di questo articolato quadro © The European House - Ambrosetti 25 di interventi, si segnalano anche le nuove linee programmatiche del MIUR (28 aprile 2014), presentate dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca alla VII Commissione del Senato; tali linee prevedono: –– semplificazione delle procedure nel quadro del Programma Nazionale della Ricerca (PNR) e delle sinergie tra l’impiego dei fondi strutturali e la competizione per i fondi di Horizon 2020; –– semplificazione finanziaria che faccia confluire le risorse in un unico piano finanziario della ricerca; –– semplificazione gestionale, razionalizzando i soggetti che operano attorno al mondo della ricerca; –– semplificazione normativa per regolamentare processi omogenei nell’emanazione dei bandi; –– incoraggiamento con appositi incentivi alla mobilità dei ricercatori all’interno degli enti e tra enti e Università. Gli interventi citati mostrano come nel Paese si stiano formando le condizioni di contesto per avviare riforme di più ampio respiro, soprattutto grazie al rafforzamento delle relazioni tra ricerca e industria. Tuttavia queste misure, pur apportando miglioramenti anche significativi, lasciano aperte alcune questioni di base che necessitano di essere affrontate con incisività. 26 © The European House - Ambrosetti È necessario che i Ministeri potenzino la loro collaborazione al fine di sviluppare una visione realmente trasversale sul tema dell’innovazione che aumenti l’efficacia degli interventi di policy ed eviti duplicazioni e sovrapposizioni. Va anche sottolineato come il livello di implementazione delle nuove normative, sia in termini temporali (i decreti attuativi sono spesso in ritardo di mesi), che in termini di attuazione (alcuni decreti attuativi per rendere operativi gli interventi risultano bloccati) resti ancora basso. Inoltre, parallelamente al rafforzamento degli interventi nelle aree svantaggiate del Paese, andrebbero premiati i centri di eccellenza già presenti in Italia utilizzando criteri meritocratici nell’attribuzione dei fondi pubblici. Infine, occorre affrontare con serietà la questione dell’aggiornamento del sistema educativo e formativo nazionale, riconoscendo la necessità di adeguare il bagaglio delle competenze (in particolare quelle tecnologiche e tecnico-scientifiche) e dei profili professionali alle esigenze e alle richieste dell’epoca contemporanea. Su questi punti si ritornerà più in dettaglio nel capitolo 4. 4. LA STRUTTURA DI QUESTO RAPPORTO Il presente rapporto raccoglie la conoscenza e le proposte che si sono sedimentate in seno alla Community TITT. Il documento, dopo questo capitolo introduttivo, è organizzato in quattro parti di seguito sinteticamente illustrate. CAPITOLO 1. La survey 2014 della Community TITT: le tendenze dell’ecosistema dell’innovazione in Italia Il capitolo presenta gli indirizzi di un campione selezionato della business community italiana rispetto alle tendenze in campo tecnologico e agli investimenti in innovazione. I risultati della survey offrono uno spaccato sullo stato dell’arte e sulle decisioni strategiche future in tema di innovazione, fornendo elementi di riflessione e conoscenza per orientare le politiche a livello nazionale. fattori abilitanti associati al successo degli ecosistemi selezionati; ––l’analisi delle performance di innovazione delle Regioni italiane. CAPITOLO 3. Gli ecosistemi dell’imprenditorialità e dell’innovazione: i casi studio internazionali Il capitolo offre una fotografia dettagliata delle caratteristiche e delle dinamiche che hanno portato alla costituzione di alcuni degli ecosistemi di imprenditorialità innovativa di riferimento nel mondo, al fine di metterne in evidenza le scelte strategiche, i modelli di governance e gli Ambrosetti InnosyCAPITOLO 2. strumenti e trarre spunti di riflessione stem Index 2014: la performance per il contesto italiano. dell’Italia verso gli ecosistemi dell’innovazione nel mondo Il capitolo illustra i risultati 2014 dell’Am- CAPITOLO 4. Innovare per crescere: brosetti Innosystem Index (AII) e propo- le proposte della Community TITT ne una lettura comparata delle dinami- per il Paese che di innovazione del nostro Paese Il capitolo declina il quadro strategico di rispetto ad alcuni competitori interna- riferimento per lo sviluppo della capacità zionali tradizionali ed emergenti, attra- innovativa dell’Italia, argomentando le aree critiche in relazione al contesto atverso: tuale del Sistema Paese, presentando le ––la mappatura dei principali ecosistemi- priorità d’azione individuate e illustranPaese di innovazione a livello interna- do le linee guida di intervento messe a zionale e del loro grado di competitivi- punto dalla Community. Il capitolo recepisce anche le proposte tà; ––l’individuazione e la discussione dei sviluppate dal Junior Chapter. © The European House - Ambrosetti 27 LA SURVEY 2014 DELLA COMMUNITY TITT: LE TENDENZE DELL’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE IN ITALIA 1 Obiettivo del capitolo Il capitolo presenta gli indirizzi di un campione selezionato della business community italiana rispetto alle tendenze in campo tecnologico e agli investimenti in innovazione. I risultati della survey offrono uno spaccato sullo stato dell’arte e sulle decisioni strategiche future in tema di innovazione, fornendo elementi di riflessione e conoscenza per orientare le politiche a livello nazionale. Il futuro oggi 1. LA SURVEY DELLA COMMUNITY TITT: STRUTTURA E METODOLOGIA Nel riconoscimento dell’importanza di disporre di una base informativa il più possibile strutturata ed aggiornata per supportare le decisioni strategiche in tema di innovazione, quest’anno la Community TITT ha deciso di lanciare un’indagine, sotto forma di un questionario (survey) articolato in 18 domande, sulle tendenze tecnologiche, sugli investimenti in ricerca e sviluppo e sulle aspettative di medio termine di un campione significativo di imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia. La survey andrà a completare ed arricchire il corredo di analisi fornite in questo rapporto in merito agli ecosistemi dell’innovazione, stabilendo un osservatorio permanente sulle aspettative e la soddisfazione dei business leader verso l’ecosistema dell’innovazione in Italia e mapparne l’evoluzione nel tempo. La survey è stata sottoposta ai membri di Ambrosetti Club, composto dai Vertici aziendali – oggi oltre 350 – dei più importanti gruppi ed organizzazioni attive nel nostro Paese. Il campione così costituito, per sua natura, non è da considerarsi come statisticamente rappresentativo della realtà industriale italiana (si veda paragrafo successivo relativo all’anagrafica delle imprese rispondenti); fornisce invece uno spaccato sulla perce30 zione e sul sentiment di aziende eccellenti nei loro campi di attività, che rappresentano, a livelli diversi, dei punti di riferimento, anche in relazione ai processi innovativi. La survey copre 4 diverse aree: 1. L’orientamento all’investimento in innovazione. La sezione è composta da 7 domande; agli intervistati viene chiesto quale sia stato e quale sarà l’orientamento all’innovazione nel breve periodo, sia in termini di investimenti diretti che di allargamento della base occupazionale dedicata alla ricerca e sviluppo (R&S). 2. Le modalità di realizzazione del processo innovativo. La sezione è composta da 5 domande che coprono le fasi principali del processo innovativo, dagli obiettivi iniziali dei progetti di R&S, alle eventuali partnership poste in essere, fino alle modalità di finanziamento. 3. L’ecosistema dell’innovazione europeo e italiano. L’area è composta da 5 domande sulla competitività dell’ecosistema dell’innovazione italiano, all’azione dei Governi a sostegno dell’innovazione e alle aree di miglioramento, in linea con © The European House - Ambrosetti Technology Report Ambrosetti-01-Survey.indd 30 16/05/14 10:32 le proposte della Community TITT. Oltre alla competitività dell’ecosistema nazionale è testato il parere in merito alle opportunità legate alla politiche per l’innovazione in Europa, con un riferimento specifico anche al nuovo programma di ricerca Horizon 2020. 4. Gli orientamenti tecnologici. L’ultima parte della survey è composta da due sezioni: la prima invita i rispondenti a indicare gli ambiti tecnologici sui quali la propria azienda dovrà investire per garantire adeguati livelli di competitività nel medio termine; la seconda sezione chiede di indicare in ordine di importanza per il sistema Paese, i diversi ambiti tecnologici in modo da fornire una linea di indirizzo per la strategia dell’innovazione a livello Paese. 1.1. L’ANAGRAFICA DEL CAMPIONE DELLE IMPRESE Di seguito è presentata una sintetica illustrazione delle caratteristiche delle aziende e dei manager che hanno partecipato alla survey. I settori di appartenenza delle aziende del campione, coprono le principali specializzazioni produttive nazionali, con una rilevante componente manifatturiera (41% del totale) – cfr. Fig. 1. Il profilo dei rispondenti, per la maggior parte CEO, è presentato nella figura sotto; tale percentuale di Vertici aziendali, garantisce una forte significatività degli orientamenti rilevati dalla survey. È interessante rilevare – alla luce dell’importanza che sta assumendo a livello globale (si veda anche Box sotto) – la quota di imprese che realizza fatturato attraverso canali on-line: il 45% del campione MANIFATTURIERO SERVIZI FINANZIARI ICT E TELECOMUNICAZIONI HEALTHCARE E CHIMICA TRASPORTO E LOGISTICA LARGO CONSUMO ENERGIA SERVIZI PROFESSIONALI AGRICOLTURA E AGROALIMENTARE 0% 20% 40% 60% ■■ Figura 1 – Settore di appartenenza delle aziende campione; % sul totale (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) © The European House - Ambrosetti 31 ne realizza una quota superiore al 5%. Tra le aziende che realizzano una quota di fatturato on-line superiore al 3%, il 46% è all’interno della classe di fatturato superiore ai 500 milioni di 7% 6% 4% Euro. Tra i settori che maggiormente si rivolgono al canale on-line per la vendita dei propri prodotti o servizi, spiccano il settore dei servizi finanziari e quello dell’ICT. Chief Executive Officer 56% Presidente Direttore Generale 9% Membro Consiglio di Amministrazione Chief Technology/ Information Officer Strategy & Business Development ■■ Figura 2 – La carica dei manager intervistati; % sul totale (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) 18% Superiore a 500 milioni di € Da 10 a 50 milioni di € 28% 28% ■■ Figura 3 – Classe di fatturato delle aziende campione; % sul totale (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Da 50 a 250 milioni di € 28% SÌ 37% Da 250 a 500 milioni di € 16% >5% <1% 45% 30% A B NO 63% 1%-3% 5% 3%-5% 20% 32 © The European House - Ambrosetti ■■ Figura 4 – Risposte % alla domanda “A) La sua azienda realizza quote di fatturato attraverso canali digitali? B) Se si, in quale quota?” (Fonte: The European House– Ambrosetti su dati 2014) Trasporto a Logistica 8% Servizi professionali Servizi Finanziari 8% 31% Largo consumo ■■ Figura 5 – I settori che realizzano più del 3% del fatturato attraverso il canale on-line (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) 8% Energia 7% Manifatturiero ICT e Telecomunicazioni 15% 23% Il commercio elettronico (e-commerce) L’e-commerce è in rapida espansione nel mondo, con un giro d’affari globale oggi di 1 trilione di Dollari e tassi di crescita del 20% annuo. Il mobile è il canale emergente con 50% di crescita media annua prevista al 2015. Il mercato e-commerce europeo ha raggiunto nel 2012 un valore complessivo di oltre 305 miliardi di Euro, con una crescita del 22% sul 2011. La vendita on line di prodotti e servizi registra un’impennata soprattutto nei mercati dell’Europa dell’Est, come Polonia e Repubblica Ceca, dove la crescita oscilla tra il 25 e il 30%. In Italia, il settore vale oltre 21 miliardi di Euro (valeva 1,6 miliardi nel 2004) – rif. Fig. sotto. Giro d’affari e-commerce in Italia; miliardi di Euro (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati Assocom e Mip 2014) 21,2 19,0 14,4 10,0 1,6 2,1 2004 2005 3,3 2006 4,9 2007 6,4 2008 2009 2010 2011 © The European House - Ambrosetti 2012 33 2. I RISULTATI DELLA SURVEY 2014 La survey, come sopra detto, vuole fornire una base informativa aggiornata e strutturata sul sentiment di un gruppo selezionato di business leader italiani in merito alle strategie e politiche di innovazione tecnologica in Italia. I dati di seguito presentati, sono suddivisi per le 4 macro-categorie e commentati nell’ottica di restituire indicazioni utili per favorire lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione nazionale. stimento andrà ad aumentare e sui prossimi tre anni tale valore sale al 70%. Dinamiche simili si hanno anche per le assunzioni di personale dedicato alla R&S: i rispondenti che prevedono di assumere personale dedicato passano dal 59% del 2014 all’85% nei prossimi tre anni. 2.1. L’ORIENTAMENTO ALL’INVESTIMENTO IN INNOVAZIONE Il primo dato riguarda la percentuale di fatturato investita in innovazione da parte delle aziende campione. Il dato rispecchia una realtà virtuosa: quasi il 60% dei manager intervistati dichiarano infatti che le loro aziende investono più del 3% del fatturato in innovazione (la media italiana è lo 0,68% - rif. Box sotto). L’85% dei rispondenti dichiara che il budget in R&S è aumentato negli ultimi tre anni. Per il 2014 il 50% del campione conferma che nel 2014 l’inve- 13% ■■ Figura 6 – Risposte % alla domanda “Quanto investe in media all’anno (in % del fatturato) la Sua azienda in innovazione e/o R&S?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) <1% 34 © The European House - Ambrosetti 35% 30% 22% 1%-3% 3%-5% >5% Nei prossimi tre anni Nel 2014 2% 28% 70% 2% 48% 50% DIMINUIRÀ RIMARRÀ COSTANTE AUMENTERÀ ■■ Figura 7 – Risposte % alla domanda “Come si modificherà il budget complessivo della Sua azienda, per l’innovazione e/o Ricerca e Sviluppo nell’anno corrente e nei prossimi tre anni?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) -63% +44% 85% 59% 41% 15% 2014 no Prossimi 3 anni si ■■ Figura 8 – Risposte % alla domanda “La Sua azienda prevede di assumere personale dedicato all’innovazione o alla R&S?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) © The European House - Ambrosetti 35 La spesa privata in R&S in Italia Secondo l’ISTAT, le imprese italiane, nel 2013, hanno investito mediamente lo 0,68% del proprio fatturato in R&S. Il dato posiziona le nostre imprese al 17° posto sui 27 Paesi europei. Con una media UE27 di 1,29%, solo Finlandia, Svezia e Danimarca superano il 2%. 3,0 2,5 2,0 Media UE27 = 1,29 1,5 1,0 0,5 Fin la nd Sv ia Da e ni zia m Ge arc rm a an Au ia st Sl ria ov en Es ia to n Fr ia an ci a Pa Be es lgio Re i B gn ass o i Un Re pu Ir ito bb la lic nd a a Po Cec r Lu to a ss ga em llo bu r Sp go ag n IT a A Un LIA gh e Lit ria ua n Po ia lo ni M a al Le ta Sl tto ov nia ac ch Gr ia ec Bu ia lg ar ia Ci Ro pro m an ia 0,0 Spesa R&S totale in % del fatturato sostenuta dalle imprese nei paesi UE (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014) 0,65% 0,69% 0,69% 0,68% 0,67% 0,68% 0,61% 0,54% 2002 0,52% 0,52% 2003 2004 0,55% 0,55% 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Evoluzione della spesa in R&S delle imprese italiane 2002-2013 (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014) 36 © The European House - Ambrosetti 2013 L’80% e oltre dei rispondenti appartenenti a 6 dei 9 settori considerati, prevedono che la loro azienda assumerà personale dedicato a R&S nei prossimi tre anni. Il 93% delle aziende con fatturato superiore ai 500 milioni di Euro assumerà personale dedicato alla R&S, dato che scende al calare della classe di fatturato, fino ad un livello minimo del 73% delle aziende con fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di Euro. A B Servizi professionali 100% Largo consumo 100% ICT e Telecomunicazioni 100% Energia 100% Manifatturiero 86% Servizi finanziari 83% Trasporto e logistica Healthcare e Chimica Agricoltura e agroalimentare 75% 67% 50% Superiore a 500 milioni di € 93% Da 250 a 500 milioni di € 89% Da 50 a 250 milioni di € 87% Da 10 a 50 milioni di € 73% ■■ Figura 9 – A) Intervistati per settore che hanno dichiarato che assumeranno personale dedicato alla R&S nei prossimi 3 anni; B) Scala di fatturato delle aziende che hanno dichiarato che assumeranno personale dedicato alla R&S nei prossimi 3 anni (The European House – Ambrosetti 2014) Gli occupati in R&S in Italia In Europa, nel 2013, gli addetti alla R&S (unità equivalenti a tempo pieno) sono mediamente 5 ogni mille abitanti. Il valore varia da 10,4 in Finlandia a 1,2 in Romania. I primi posti della graduatoria europea sono occupati da Paesi dell’UE15: l’Italia – con 3,7 addetti per mille abitanti – si colloca sotto la media europea e dietro a Portogallo (4,9), Spagna (4,8) e Estonia (3,9). Occupati in R&S nei Paesi UE27 ogni mille abitanti (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014) Media UE27 = 5,0 F Lu inla ss n em dia Da bur ni go m ar c Sv a ez Au ia Ge stri rm a a Sl nia ov en F ia Pa ran es cia iB as B si R Re eg elg pu no io bb U lic nit a o Po Cec rto a ga Sp llo ag Irl na an Es da to n IT ia A Lit LIA Sl ua ov nia ac ch Gr ia e Un cia gh er i M a a Le lta tto Bu nia lg a Po ria lo ni a Ci p Ro ro m an ia 11,0 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 © The European House - Ambrosetti 37 In valore assoluto, il numero di impiegati in R&S in Italia negli ultimi trent’anni, è passato da 95 mila unità nel 1980 a 250 mila nel 2013 e a partire dal 2008, il numero di occupati in R&S nelle imprese ha superato quello nelle Università. 260 240 220 200 180 160 140 120 100 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Personale addetto alla R&S in Italia; numero indice 1980 = 100 (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014) Nel 2013, il 45% degli addetti in R&S è impiegato nelle imprese con un tasso annuo medio di crescita, tra il 2008 e il 2013 dell’1%. Il manifatturiero assorbe circa il 72% degli occupati totali in R&S italiani. 147.615 148.055 140.573 140.874 138.696 135.710 146.492 150.193 153.355 151.546 153.269 154.308 10.804 10.489 8.954 7.998 7.235 6.393 48.356 45.776 45.333 46.587 46.012 46.091 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Istituzioni pubbliche Istituzioni private non profit Imprese Università Occupati in R&S nei vari settori istituzionali in Italia; 100% di ogni anno di riferimento. (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014) 38 © The European House - Ambrosetti 2.2. LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL PROCESSO INNOVATIVO 67% 24% In relazione al ritorno degli investimenti in R&S compiuti in Italia, circa il 75% dei rispondenti esprime un giudizio soddisfacente (in linea con le aspettative o superiore). Gli investimenti in R&S sono finalizzati principalmente sul lato dei prodotti/servizi (87% delle risposte) più che dei processi. Il dato sul lancio di nuovi prodotti o servizi radicalmente nuovi (45% del totale1) sembra smentire la percezione diffusa che l’innovazione fatta dalla aziende in Italia sia tipicamente incrementale e volta al miglioramento dell’esistente. Dal punto di vista delle modalità di sviluppo dei processi di innovazione, circa il 71% degli intervistati dichiara che la R&S viene principalmente condotta internamente (“in house”) e solo il 18% dichiara di aver svolto ricerca in collaborazione con l’Università. Il dato sembra suffragare l’ipotesi di un modello di innovazione “chiuso” che sconta alcuni problemi in tema di instaurazione di network collaborativi strutturati e di trasferimento tecnologico (cfr. capitolo 4). A fronte di questo dato, emerge che il grado di soddisfazione delle aziende che hanno collaborato con enti esterni è elevato (79% del totale) – rif. Fig. 13. 1 Tra i rispondenti, i settori ICT, Largo Consumo e Healthcare/Chimica sono quelli che hanno concentrato maggiormente i loro investimenti in R&S per lo sviluppo di prodotti o servizi radicalmente nuovi: il 67% delle aziende dei 3 settori ha infatti di chiarato di investire in R&S al fine di ottenere prodotti o servizi radicalmente nuovi. 7% 2% Per niente Parzialmente In linea con le aspettative Sopra le aspettative ■■ Figura 10 – Risposte % alla domanda “In riferimento agli ultimi 3 anni, in che misura è soddisfatto del ritorno degli investimenti in innovazione compiuti dalla Sua azienda?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) 45% 42% 13% Miglioramento dei processi produttivi Miglioramento di prodotti o servizi già esistenti Prodotti o servizi radicalmente nuovi ■■ Figura 11 – Risposte % alla domanda “In riferimento agli ultimi 3 anni, quali sono stati i principali risultati dell’innovazione per la Sua azienda?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) 71% 18% 6% 4% Con altre aziende Con altri centri di ricerca pubblici 2% Con Università In house Con altri centri di ricerca privati ■■ Figura 12 – Risposte % alla domanda “La R&S della Sua azienda è svolta prevalentemente (risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) © The European House - Ambrosetti 39 No 21% ■■ Figura 13 – Risposte % alla domanda “Nel caso in cui la Sua azienda ha collaborato con altri enti, si ritiene soddisfatto della collaborazione?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Sì 79% Le motivazioni a sostegno convergono in primis verso l’acquisizione di competenze e di know-how. Nel caso di insoddisfazione, i motivi attengono invece ad un disallineamento tra gli obiettivi, i tempi e le procedure delle aziende con quelli universitari e ad un deficit di project management nella gestione del rapporto tra pubblico e privato2. Dal punto di vista della protezione della proprietà dei risultati dell’attività di ricerca e/o dell’acquisizione di knowhow, emerge una situazione piuttosto 2 Secondo gli intervistati, una maggiore condivisione del rischio imprenditoriale, potrebbe spingere gli enti pubblici ad allineare i propri processi operativi e decisionali a quelli dei partner privati e li incentiverebbe a formalizzare un sistema di track-record delle esperienze passate per certificare e spendere il know-how specifico di settore. A fronte della condivisione del rischio dovrebbe corrispondere una maggiore presa di beneficio dai risultati emersi dai progetti di ricerca in termini di visibilità dell’ente e di sbocco professionale per i ricercatori e studenti. 40 © The European House - Ambrosetti diversificata e che sembra confermare alcune peculiarità del sistema dell’innovazione italiano: –– è bassa la % di aziende che hanno partecipato o costituito start up innovative; –– è bassa la % dei rispondenti che ha acquistato brevetti o licenze nell’ultimo triennio; –– a fronte di un 59% del campione che dichiara di avere brevettato, oltre il 30% afferma di non avere fatto, negli ultimi 3 anni, né brevetti, né acquisizioni degli stessi: questo sembra confermare la scarsa propensione alla protezione dei risultati della ricerca3. 3 L’Italia, secondo l’ultimo (2013) International Property Right Index è 47° su 131 Paesi analizzati per efficacia della protezione della proprietà intellettuale. 59% 31% 6% 4% Acquistato brevetti/ licenze di prodotti, servizi o processi Brevettato prodotti, servizi o processi Nessuna delle precedenti Costituito o partecipato a start up innovative ■■ Figura 14 – Risposte % alla domanda “Negli ultimi 3 anni la sua azienda ha prevalentemente: (risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Il dato sul finanziamento degli investimenti in R&S è in linea con le evidenze emerse in precedenza. Infatti, quasi la totalità dei rispondenti (90%) dichiara di ricorrere all’autofinanziamento delle attività di R&S. 90% 10% ■■ Figura 15 – Risposte % alla domanda “La Sua azienda finanzia l’innovazione prevalentemente con: (risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Autofinanziamento Fonti esterne Fondi regionali Tra coloro che dichiarano di rivolgersi a fonti esterne, quasi l’80% fa riferimento a fondi di natura pubblica o comunitaria. Venture Capital/ Private Equity 9% 9% Fondi europei 43% Istituti di credito 13% ■■ Figura 16 – Risposte % alla domanda “Se utilizza fonti esterne, si rivolge a: (risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Fondi statali 26% © The European House - Ambrosetti 41 2.3. L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE EUROPEO ED ITALIANO A conferma di ciò che è emerso in precedenza in materia di finanziamento alla R&S, la politica comunitaria sull’innovazione è ritenuta da oltre un terzo degli intervistati come un’opportunità per il reperimento di fondi. Dalle risposte del campione emerge an■■ Figura 17 – Risposte % alla domanda “Come definirebbe la politica europea a sostegno dell’innovazione (risposta)?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) 10% Box sotto); questo dato è però probabilmente da leggere in funzione della tipologia particolare di aziende che compongono il campione della survey. In riferimento alla qualità dell’ecosistema italiano dell’innovazione, oltre la metà degli intervistati esprime un giudizio da negativo a molto negativo, a fronte di un 14% che lo ritiene competitivo. Circa le priorità ritenute dagli intervistati necessarie per rilanciare l’ecosistema italiano emergono tre indicazioni principali: 35% 24% 16% 12% 2% Non so Irrilevante per Rilevante per il sistema industriale il sistema industriale italiano italiano Troppo burocratizzata e farraginosa Un’opportunità di finanziamento Un’opportunità per favorire accordi tra imprese di diversi Paesi europei 40% 42 © The European House - Ambrosetti 34% 12% 14% 0% ss im o co m P pe o tit co M ivo co edia m m pe en tit te Co ivo m pe tit ivo co m M pe o tit lto Ec ivo ce lle nt e 0% Pe che una chiara indicazione (un quarto dei rispondenti) delle difficoltà procedurali relative ai programmi comunitari, percepiti come molto complessi e burocratici. Emerge anche che – nonostante gli obiettivi dichiarati dall’EU – solo 1 rispondente su 10, consideri le politiche europee come un’opportunità per stringere relazioni con controparti di altri Paesi europei. In questo quadro, quasi l’80% del campione conosce le opportunità offerte dal nuovo programma europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 (cfr. ■■ Figura 18 – Risposte % alla domanda “Dal Suo punto di vista, quanto è competitivo l’ecosistema dell’innovazione italiano?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014) Il programma Horizon 2020 Horizon 2020 è il nuovo programma di finanziamento integrato delle attività di ricerca della Commissione europea. Horizon sarà attivo dal 1° gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2020 e supporterà l’UE nelle sfide globali fornendo a ricercatori e innovatori gli strumenti necessari alla realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee. Il budget stanziato (compreso il programma per la ricerca nucleare Euratom) è di circa 80 miliardi di Euro su sette anni. Horizon 2020 è strutturato in tre pilastri, intorno ai quali orientare e sviluppare le attività di ricerca e innovazione in Europa: 1. Eccellenza scientifica. Ha l’obiettivo di incrementare la qualità della base scientifica europea, sostenendo le migliori idee, sviluppando talenti e fornendo ai ricercatori l’accesso alle migliori infrastrutture. La strutturazione di incentivi fiscali chiari, stabili e significativi per l’attività di R&S (es. credito di imposta, defiscalizzazione investimenti, ecc.). 2. La formulazione di una strategia nazionale dell’innovazione per dare coerenza e priorità alle politiche sulla ricerca, sul lavoro, sulla formazione e lo sviluppo industriale. 3. Lo snellimento dei tempi e delle procedure burocratiche relative alle attività di R&S. 1. 2. Leadership industriale. Intende incrementare l’attrattività dell’Europa per gli investimenti in ricerca e innovazione. Funzionale a questa visione, vi sono gli obiettivi di portare grandi investimenti in tecnologie industriali essenziali, favorire la crescita delle aziende europee fornendo livelli adeguati di finanziamento e aiutare le PMI innovative a trasformarsi in imprese leader mondiali. 3. Sfide della società moderna. Rispecchia le priorità della strategia Europa 2020 con un approccio incentrato sulle soluzioni alle grandi sfide della sostenibilità per il futuro. Questo pilastro copre attività che spaziano dalla ricerca alla commercializzazione, agli appalti pubblici innovativi. 2.4. GLI ORIENTAMENTI TECNOLOGICI L’ultima parte della survey ha indagato l’opinione del campione circa le tecnologie o gli ambiti tecnologici che avranno il maggiore impatto sulla competitività del Paese, sia in termini di opportunità di business che di sviluppo nel medio termine. Dalle risposte sono emersi 15 campi come rappresentato in figura. In termini di importanza, sono emersi 5 ambiti tecnologici indicati come prioritari per lo sviluppo del Paese: Su questi punti si ritornerà nel capitolo 4 circa le proposte della Community 1. TITT per il Paese. 2. 3. 4. 5. Tecnologie innovative per l’energia Nuovi materiali Mobile Internet Nanotecnologie Piattaforme per Smart City © The European House - Ambrosetti 43 MICRO E NANO-ELETTRONICA NANOTECNOLOGIE NUOVI MATERIALI TECNOLOGIE INNOVATIVE PER L’ENERGIA FOTONICA INTELLIGENZA ARTIFICIALE INTERNET OF THINGS (INTERNET DELLE COSE) MOBILE INTERNET PIATTAFORME BIG DATA BIOTECNOLOGIE ROBOTICA INTELLIGENTE AUTOMAZIONE AVANZATA TECNOLOGIE CLOUD MEZZI DI TRASPORTO AUTONOMI (DRIVERLESS) PIATTAFORME SMART CITY ■■ Figura 19 – Tecnologie e ambiti tecnologici a maggiore potenziale e impatto nel medio-lungo periodo Di seguito una loro sintetica descrizione. Oltre alla produzione di energia, è di fondamentale importanza la capacità di stoccarla e preservarla per usi futuri: in 1. Tecnologie innovative questo senso, le nuove tecnologie come per l’energia le batterie a combustibile e gli accumuLe energie rinnovabili (energia solare, eo- latori agli ioni di litio, stanno sperimenlica, ecc.) e le nuove tecniche di estrazio- tando forti sviluppi con un significativo ne di gas e petrolio (shale gas e shale oil), aumento delle performance e una ridusono indicate come le soluzioni di medio zione nel prezzo unitario. I progressi termine per la sostenibilità energetica4. nelle tecnologie di stoccaggio di energia Secondo le previsioni, il giro d’affari a li- porteranno anche i veicoli ibridi o eletvello globale che si genererà nel prossimo trici ad essere competitivi con i veicoli a decennio sarà compreso tra i 200 e i 300 combustione interna. Oltre alle batterie miliardi di Dollari per le energie rinnova- per veicoli, i nuovi sistemi di immagazzibili e fino a 500 miliardi di Dollari per le namento e stoccaggio dell’energia serviranno per risolvere il problema della dinuove tecnologie estrattive. scontinuità di fornitura di energia legata 4 La questione energetica in Italia, come noto, è da alle energie rinnovabili. Il giro d’affari diversi anni un tema chiave per lo sviluppo dell’industria per queste tecnologie a livello mondiale e del Paese a causa degli extra-costi della bolletta enerè stimato fino a 600 miliardi di Dollari al getica rispetto ai principali competitori internazionali. 44 © The European House - Ambrosetti i nanomateriali avanzati, quali grafene5 e nanotubi di carbonio, potranno contribuire alla creazione di nuovi tipi di display, batterie super-efficienti e celle solari. Le aziende farmaceutiche stanno già procedendo nella ricerca per utilizzare nanoparticelle per trattamenti farmacologici mirati, in particolare per le cure oncologiche. 2. Nuovi materiali Il giro d’affari nel mondo associato a tali Negli ultimi decenni, sono stati scoperti scoperte per i prossimi 10 anni è commateriali con proprietà impensabili: preso tra i 200 e i 500 miliardi di Dollari. materiali intelligenti in grado di potersi autorigenerare o auto-pulire; materiali a 3. Mobile Internet memoria di forma che al termine del loro utilizzo possono recuperare la for- In pochi anni, gli strumenti portatili con ma esatta iniziale; ceramiche piezoelet- accesso ad internet (smartphone, tablet triche e cristalli che possono trasformare ecc.) sono passati da essere un bene di la pressione in energia e nanomateriali. lusso ad una commodity per quasi un Questi ultimi spiccano per le loro im- miliardo di persone nel mondo. Negli Stati Uniti, il 30% del traffico in rete e il 40% dell’utilizzo di social-media avviene attraverso device mobili ed entro il 2015 il traffico internet wireless supererà quello cablato. La connettività sempre più diffusa ha permesso la moltiplicazione esponenziale di applicazioni che accompagnano gli utilizzatori nelle proprie attività giornaliere con nuove possibilità di scambio e acquisizione di informazioni (si stima ■■ Figura 20 – Foglio di grafene che il giro d’affari attuale sia di oltre 15 mense potenzialità espresse dal loro miliardi di Dollari all’anno). continuo miglioramento e dai numerosi campi di applicazione. Alla scala nano- 5 Il grafene è il materiale più sottile ed è tra i più metrica (meno di 100 nanometri), le so- leggeri che esistono; è incredibilmente denso, trasparente, resistente allo stress (1.000 volte più dell’acciastanze ordinarie assumono nuove pro- io), efficiente come conduttore di calore ed elettricità, prietà come insolite proprietà elettriche, resistente alla temperatura e alle variazioni del pH. Le sue applicazioni vanno dall’elettrodinamica alla chimienorme forza per unità di peso e miglio- ca fisica e organica, ai semiconduttori e alla produzione re reattività. Grazie a ciò, si prevede che di schermi. 2025. Per molte di queste filiere industriali e della ricerca, l’Italia, ha un posizionamento competitivo importante (es. caldaie a biomassa, pompe di calore, mini e micro eolico, controllo solare, batterie di accumulo, ecc.) che può valorizzare per cogliere i trend di mercato. © The European House - Ambrosetti 45 La nanotecnologia consentirà la produzione e lo sviluppo di nuovi sistemi intelligenti e micro device che rivoluzioneranno radicalmente settori vitali per la società moderna come la salute, l’energia l’ambiente e in generale la manifattura. Le nanotecnologie sono trasversali a tutti gli altri ambiti individuati in precedenza, migliorano prodotti già sul mercato sia dal lato della performance che della durata, come nel caso della microelettronica e dei semiconduttori che hanno visto nell’utilizzo del silicio una svolta epocale. Nelle scienze della vita (life science) le applicazioni delle nanotecnologie rivoluzioneranno la fase di 4. Nanotecnologie diagnostica e di cura di molte patologie La nanotecnologia è l’applicazione del oltre a perfezionare il campo di applicasapere scientifico al controllo e allo zione dei farmaci personalizzati e dei sfruttamento di materia di dimensione biomarker. compresa tra 1 e 100 nanometri, dimensioni grazie alle quali le nuove proprietà 5. Piattaforme per smart cities fisiche e chimiche e i relativi fenomeni associati possono emergere. Spesso, la Le città sono da sempre al centro del risultante delle applicazioni delle nano- cambiamento e dello sviluppo economitecnologie consiste in nuove scoperte e co e sociale del pianeta (oltre il 70% del campi di applicazione di materiali im- PIL globale è oggi prodotto negli agglopensabili ed estremamente innovativi. merati urbani). A fronte di una tendenza verso uno sviluppo ancor più sostenuto dei processi di inurbamento, l’esigenza strategica è riuscire ad assicurare la sostenibilità al modello di sviluppo. L’integrazione fra nuove tecnologie energetiche e per la mobilità, ICT e infrastrutture tradizionali è un fattore abilitante per le cosiddette “città intelligenti”, ad indicare sistemi urbani che ottimizzano l’uso delle risorse e propon■■ Figura 21 – Microprocessori di ultima gono nuovi paradigmi di servizio e fungenerazione L’internet mobile presenta anche una serie di soluzioni che supportano e velocizzano i flussi di scambi e le opportunità di business. L’e-commerce (cfr. Box più sopra) dà la possibilità ai consumatori di poter acquistare prodotti in qualsiasi momento ovunque si trovino, massimizzando di fatto l’esposizione dei prodotti e l’efficacia delle campagne di promozione dei produttori. Il mobile internet, permetterà inoltre di portare nel “mondo connesso” miliardi di persone abitanti dei Paesi in via di sviluppo, che altrimenti non ne avrebbero avuto la possibilità. 46 © The European House - Ambrosetti 30% TREND 25% 15% in 5/13 20% % 10% in 5/12 del traffico 15% Internet 2.4% in 5/10 10% 5% 0.9% in 5/09 6% in 5/11 0% 12/08 12/09 12/10 12/11 12/12 12/13E 12/14E ■■ Figura 22 – Quota del traffico internet mondiale derivante da device mobili (Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti su dati Stats Counter Global Statistics) zionalità. Su questi temi nel mondo sono attivi tutti i principali Paesi, con ingenti stanziamenti ad hoc. L’Europa ha le smart city tra i propri obiettivi strategici6, con molteplici programmi7. A livello italiano il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato a febbraio 2014 gli esiti del bando di gara “Smart cities e Communities” con quasi 400 milioni di Euro di fondi erogati; il Piano Nazionale per le Città, messo a punto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad agosto 2012, con una dotazione di 2 miliardi di Euro, punta ad affrontare il tema della riqualificazione urbana. 6 Circa tre quarti della popolazione europea vive in aree urbane che consumano il 70% del bilancio energetico comunitario. I costi connessi alla congestione del traffico intra-cittadino valgono quasi l’1% del PIL europeo ogni anno. 7 A titolo non esaustivo si ricordano: la European Innovation Partnership on Smart Cities and Communities, la European Initiative on Smart Cities, le call di ricerca per la smart city nell’ambito di Horizon 2020. © The European House - Ambrosetti 47 3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI Dalle indicazioni del campione di aziende della survery 2014 della Community TITT emergono alcuni elementi che da un lato confermano dei fattori di solidità dell’ecosistema italiano dell’innovazione, dall’altro ne sottolineano le aree di miglioramento. Con le chiavi di lettura necessarie data la tipologia e composizione del campione, è certamente positivo l’orientamento a proseguire nell’investimento in ricerca e sviluppo e nell’assunzione di personale qualificato per la R&S anche nel prossimo triennio. Questo dato, collegato all’entità dell’investimento in % del fatturato e delle tendenze all’incremento anche nello scorso triennio, segnalano come l’innovazione sia percepita come un’area strategica per la crescita, questo anche nonostante i vincoli imposti dalla contingente crisi. A tal proposito è significativo rilevare come una quantità crescente di intervistati, dichiara che incrementerà il proprio budget per l’innovazione proprio nel biennio 2015-2016, probabilmente per sfruttare al meglio il miglioramento delle 48 © The European House - Ambrosetti condizioni macro-economiche. In questo quadro è però evidente come i problemi tradizionali del sistema italiano permangano come possibili fattori di rallentamento dello sviluppo innovativo; tra i principali: –– –– –– –– una forte propensione all’autofinanziamento della ricerca delle imprese, che si scontra con i vincoli imposti della dimensione media; la poca collaborazione con le Università e i centri di ricerca, che non permette di valorizzare in chiave di mercato la conoscenza di eccellenza che il sistema della ricerca produce; la limitata gestione della proprietà intellettuale, che rende più fragile la protezione dei risultati innovativi; la difficoltà alla relazione con le start up e all’interscambio con realtà di altri Paesi, che riduce la possibilità di innescare sinergie e circoli virtuosi di sviluppo. Più in generale, emerge una insoddi- sfazione circa la qualità e l’efficacia del sistema delle regole e delle opportunità che l’Italia offre per l’innovazione, anche al di là degli indubbi passi avanti fatti negli anni recenti. In particolare, anche a fronte delle priorità indicate dagli intervistati, è forte l’esigenza di migliorare il coordinamento degli attori e delle policy pubbliche, di snellire sostanzialmente la burocrazia e le procedure per le attività di R&S e di creare un quadro di incentivi semplici, efficaci e il più possibili automatici. Una ulteriore indicazione, utile per ragionare delle scelte strategiche di fondo per l’orientamento dell’ecosistema nazionale dell’innovazione, è quella relativa agli ambiti tecnologici a maggior impatto atteso. Le tecnologie innovative per l’energia (sia dal lato della produzione che dell’utilizzo), i nuovi materiali e le nanotecnologie (che per un Paese a forte vocazione manifatturiera come il nostro rappresentano una forte opportunità competitiva verso i Paesi che presentano strutture di costo di produzione più basse), l’internet mobile (che apre spazi per sviluppare anche in Italia imprese leader della nuova economia digitale, oltre che stimolare quelle tradizionali con nuovi strumenti di commercializzazione come l’e-commerce) e il modello delle smart city, con tutte le filiere tecnologico-industriali ad essa collegate, sono sicuramente ambiti che traguarderanno il futuro prossimo e su cui l’Italia dovrebbe investire con ancor maggior forza, all’interno di programmi d’azione nazionali che leghino ricerca e sviluppo industriale. Per questo la politica comunitaria, il programma Horizon 2020 come indicato dall’80% del campione, può essere un ulteriore volano strategico di risorse e competenze. L’Italia dovrebbe, come in parte ha iniziato a fare8, strutturarsi al meglio per ottimizzare la sua capacità di canalizzarne fondi. 8 Si ricorda ad esempio la strategia Horizon 2020 Italy, promossa dal MIUR (marzo 2013) per sintonizzare la programmazione nazionale della ricerca con quella europea. © The European House - Ambrosetti 49 AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2014: LA PERFORMANCE DELL’ITALIA VERSO GLI ECOSISTEMI DELL’INNOVAZIONE NEL MONDO 2 Obiettivo del capitolo Il capitolo illustra i risultati 2014 dell’Ambrosetti Innosystem Index (AII) e propone una lettura comparata delle dinamiche di innovazione del nostro Paese rispetto ad alcuni competitori internazionali, tradizionali ed emergenti, attraverso: –– la mappatura dei principali ecosistemi-Paese di innovazione a livello internazionale e del loro grado di competitività; –– l’individuazione e la discussione dei fattori abilitanti associati al successo degli ecosistemi selezionati; –– l’analisi delle performance di innovazione delle Regioni italiane. Il futuro oggi 1. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE PER LA COMPETITIVITÀ: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE “L’innovazione attiene all’implementazione di processi produttivi (di beni materiali o di servizi) o allo sviluppo di prodotti nuovi ad ampio margine di miglioramento sulla tecnologia esistente”. Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) La capacità di produrre innovazione è una determinante della competitività delle organizzazioni e dei sistemi territoriali per rispondere alle sfide globali imposte da un contesto in forte discontinuità e accelerazione. Ricerca e innovazione costituiscono anche una componente indiretta del benessere, dando un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile e durevole1. Ogni Sistema Paese produce dunque una performance di innovazione che impatta fortemente sull’outcome competitivo nazionale in termini di crescita, occupazione, miglioramento delle condizioni di vita. Negli ultimi 10 anni – in un contesto di competizione accresciuta e scarsità di risorse – l’emergere di centri produttivi in Asia, Africa e America Latina ha rivolu1 Il fino ultimo del processo innovativo è l’utilizzazione per finalità economiche di invenzioni tecniche o di un know-how tecnologico, creando dunque nuova ricchezza e benessere collettivo. 52 © The European House - Ambrosetti R2 = 0,6801 4,00% 3,50% PIL, TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA 2000-2012 3,00% ISRAELE 2,50% SVIZZERA SINGAPORE 2,00% AUSTRIA REGNO UNITO FINLANDIA 1,50% STATI UNITI PAESI BASSI 0,50% -0,50% 0,00% GERMANIA BELGIO GRECIA 0,00% SVEZIA PORTOGALLO 1,00% FRANCIA ITALIA 1,00% 2,00% 3,00% 4,00% 5,00% SPESA IN R&S, MEDIA 2000 - 2012 ■■ Figura 1 – Correlazione tra spesa in ricerca e sviluppo (R&S) e crescita del PIL, dati in US$ costanti al 2000 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE e IMF 2014) zionato l’orizzonte concorrenziale per i prodotti a bassa e media tecnologia e ha fortemente aumentato il premio competitivo dell’introduzione sul mercato di prodotti avanzati. Nei prossimi 10-20 anni il cambiamento si intensificherà: la “knoweldge economy” e la cosiddetta “terza rivoluzione industriale”2, rimescoleranno le carte 2 Rivoluzione nelle modalità di produzione che, al pari della meccanizzazione tessile nel 17° secolo e alla catena di montaggio fordista di inizio 20° secolo, è destinata, secondo gli esperti, a mutare profondamente gli equilibri economici e la catena di valore mondiale. Il processo è legato alla crescente digitalizzazione dei metodi produttivi e all’interazione di nuovi software, nuovi materiali, robotica avanzata, stampa in tre dimensioni e nuovi servizi via Internet. creando nuovi orizzonti di opportunità e vincoli per le aziende e i sistemi-Paese a livello mondiale. Oggi la sfida dell’innovazione non risiede più nell’implementazione di modelli di innovazione lineari che concepiscono l’output innovativo come risultato definito a partire da input quantitativi predeterminati (investimenti, capitale umano, strutture), ma avviene a partire da ecosistemi di innovazione integrati in cui i risultati di innovazione si determinano in funzione delle interazioni tra attori chiave (accademici, istituzionali e di business) e in cui la massimizzazione della velocità dei network e l’ottimizzazione dell’efficacia sono fattori © The European House - Ambrosetti 53 MODELLO LINEARE RICERCA SVILUPPO COMMERCIALIZZAZIONE ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE FINANZA/ CAPITALE di RISCHIO STRUTTURE DI TT ECOSISTEMA DI INNOVAZIONE SETTORE PUBBLICO UNIVERSITÀ e RICERCA BUSINESS ■■ Figura 2 – Modelli di innovazione lineari ed ecosistemi di innovazione (Fonte: The European House - Ambrosetti su Kao et. Al.) critici di successo. In questo contesto, la performance dei diversi Paesi è sempre più legata alla capacità di ogni ecosistema d’innovazione di massimizzare l’efficienza innovativa di tutti i livelli territoriali: i cluster tecnologici/ hub di innovazione – a loro volta ecosistemi di innovazione locali – stanno diventando nodi sempre più strategici e determinanti nei risultati innovativi nazionali. Tali cluster, concepiti come “concentrazioni geografiche di imprese, fornitori di input e di servizi, intermediari (an54 © The European House - Ambrosetti che finanziari) e istituzioni di ricerca3” hanno un ruolo crescente quali catalizzatori di innovazione e centri propulsori di crescita e competitività sia nei confronti dei Paesi di appartenenza, sia rispetto alle catene di produzione globali quali world class knowledge producer4. 3 Porter, M., (2009). “Clusters and Economic Policy: Aligning Public Policy with the New Economics of Competition.” White Paper. (Cambridge: Institute for Strategy and Competitiveness, 2009). Porter, Mills, K., Reynolds, E.B., Reamer, A. (2008) “Clusters and Competitiveness: A New Federal Role for Stimulating Regional Economies” (Washington: Brookings Institution, 2008). 4 L’impatto di uno dei cluster innovativi mondiali A fronte di queste considerazioni, la Community TITT nel percorso di lavoro 20122013 ha deciso di avviare una riflessione strutturale sul tema, proponendo una propria interpretazione “olistica” di ecosistema di innovazione come: “…un’area territoriale fortemente dinamica dal punto di vista economicoimprenditoriale, caratterizzata da alto fermento culturale, scientifico e tecnologico, attrattività e mobilità sociale, con efficaci meccanismi di premialità e garanzia di equità nell’accesso alle opportunità”. per eccellenza – la Silicon Valley – è indicativo di questo fenomeno. A fronte di una popolazione di circa 3 milioni di abitanti (lo 0,9% della popolazione statunitense; l’8% di quella californiana) l’area produce il 12,5% dei brevetti nazionali e il 48,5% di quelli dello Stato della California; attrae il 40% degli investimenti in venture capital di tutti gli Stati Uniti (il 70% di quelli californiani) e ha una ricchezza pro-capite superiore di oltre il 60% rispetto alla media americana. Fonte: Silicon Valley Index 2013 e Fortune 2013. A fronte di tale definizione, le “componenti” di un ecosistema di innovazione sono state individuate in: –– –– –– –– –– –– capacità di attrazione di nuove forze (intellettuali e finanziarie); capacità di valorizzazione delle competenze presenti; produzione di novità sostanziali e discontinuità; capacità di creare il mercato e/o anticiparlo sui trend più rilevanti e di generare imprenditorialità diffusa; propensione al “rischio” di innovare (cultura diffusa dell’innovazione); concentrazione di infrastrutture di ricerca e sviluppo (di livello internazionale). Questa modellizzazione concettuale ha permesso di costruire uno strumento di misurazione e confronto strutturato delle performance innovative degli ecosistemi di innovazione nel mondo: l’Ambrosetti Innosystem Index (AII). In questo nuovo anno di attività la Community ha deciso di proseguire nel lavoro aggiornando il monitoraggio dei principali ecosistemi di innovazione individuati l’anno precedente e ampliando il campo di rilevazione includendovi ulteriori ecosistemi innovativi di riferimento internazionale. I risultati – e una loro lettura qualiquantitativa – sono presentati nelle pagine seguenti. © The European House - Ambrosetti 55 2. L’AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX: STRUTTURA E METODOLOGIA L’Ambrosetti Innosystem Index (AII) è 2. Produzione di innovazione: sono uno strumento di informazione e orienstati fatti degli approfondimenti su tamento delle decisioni composto da un: ogni Paese per valutare la reale produzione di innovazione a livello mondiale (pubblicazioni scientifiche –– Indice sintetico che identifica la nel top 10% mondiale, brevetti, ecc.). performance complessiva di ogni ecosistema secondo valori uniformi 3. Check di comparabilità e copertura: e comparabili nel tempo. è stata effettuata una selezione a partire da una prima rosa di 30 Pa–– Tableau de Bord che misura i riesi comparabili con l’Italia in termisultati raggiunti da ogni ecosistema ni di dimensioni relative, condizioni d’innovazione sui fattori chiave che socio-economiche di partenza e redeterminano la performance di inperibilità dei dati sugli indicatori novazione. prescelti5. In sede di elaborazione, è stata portata avanti una scelta chiara nella selezione Sulla base di questi criteri, nell’edizione dei campione di riferimento: a una chia- precedente (2013) dell’AII, sono stati inve di lettura mondiale, è preferito un dividuati 9 Paesi ad alta performance approccio selettivo nell’identificazio- innovativa: Canada, Cile, Finlandia, ne degli ecosistemi di innovazione da Francia, Germania, Israele, Regno Unimappare. to, Singapore, Stati Uniti. Al fine di allarI criteri di composizione del campione gare la base di analisi a tutti gli ecosistesono ricondotti a tre ordini di variabili: mi di innovazione, quest’anno il 1. Letteratura internazionale sui centri di innovazione mondiale. 56 © The European House - Ambrosetti 5 Tali criteri di selezione hanno portato all’esclusione ad esempio di Cina e Brasile dal campione di riferimento. campione è stato esteso ad altri 3 Paesi riconosciuti per i brillanti risultati di innovazione: Corea del Sud, Svezia e Svizzera6. In aggiunta alla misurazione delle performance degli ecosistemi di innovazione individuati, sono stati monitorati in logica comparativa anche i risultati dell’Italia per quantificare eventuali divari esistenti e comprendere quali siano i fattori ostativi che determinano tale situazione. I risultati di ogni ecosistema sono stati quindi rappresentati a livello di due macro-set di indicatori. A. Variabili di output, volte a “catturare” al massimo livello di sintesi i risultati di efficacia innovativa in termini di produzione di nuove idee e di loro impatto economico: –– Numero di brevetti su popolazione attiva (15-64 anni). –– Esportazioni dei settori ad alta intensità di R&S7 in rapporto alle esportazioni totali. –– Personale occupato nelle funzioni R&S nelle imprese private per migliaia di occupati. –– Numero di citazioni scientifiche per ricercatore. B. Variabili di input, selezionate per rendere conto della dotazione di ogni Paese rispetto alle determi6 Si veda per una presentazione puntuale dei loro casi studio il capitolo 3. 7 É stata utilizzata in questo senso la definizione dell’OCSE per l’identificazione di questi settori (aerospazio, elettronica, computing, strumenti di precisione). nanti della performance complessiva di innovazione; sono stati considerati 4 sottogruppi: –– Capitale umano, per misurare la dotazione di risorse umane qualificate e predisposte all’innovazione in fasce chiave (livello universitario) e la predisposizione stessa delle classi di età più giovane allo studio e all’apprendimento delle materie scientifiche (istruzione secondaria). –– Risorse finanziarie a supporto dell’innovazione, per mappare la disponibilità di fondi a tutti i livelli di investimento / finanziamento rilevante (investimenti totali in R&S, componente di investimenti pubblici e di investimenti privati in R&S, disponibilità di capitale di rischio). –– Ambiente innovativo, considerato come insieme di indicatori volti a identificare la capacità di ogni ecosistema di garantire protezione agli attori dell’innovazione e trasformare l’innovazione in nuove idee di business. –– Attrattività di ecosistema, inteso come gruppo di variabili volte a misurare la capacità di ogni Paese di sviluppare un ambiente attrattivo per investimenti e nuovi talenti e capace di sviluppare sinergie collaborative tra Università e ricerca. Per ognuna delle variabili misurate è stato preso in considerazione l’orizzonte temporale 2010-2012, ricostruendo © The European House - Ambrosetti 57 una base dati omogenea e confrontabile, utilizzando le informazioni disponibili presso le principali fonti internazionali (OCSE, UNESCO, Banca Mondiale, Eurostat) e i siti delle Agenzie statistiche nazionali dei Paesi del campione. Per alcune variabili è stato utilizzato il valore puntuale rilevato, altre invece sono state ottenute componendo i dati raccolti; eventuali outlier presenti per alcune variabili non sono stati esclusi data la dimensione del campione analizzato. A partire da questo impianto, sono stati costruiti indicatori compositi utilizzando la media mobile sugli ultimi 3 anni considerati per ognuna delle aree tematiche in esame. É stato quindi messo a punto un indice complessivo che assegna a ciascuna area di riferimento lo stesso peso. La visualizzazione dei risultati prevede due tipologie grafiche: 1 cruscotto di posizionamento che segna la performance negli output di innovazione TABLEAU DE BORD AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX PUNTEGGIO AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2,35 ITALIA 2,98 CILE 2,35 4,98 4,54 FRANCIA 4,54 1 GERMANIA 5,64 INGHILTERRA 4,67 ISRAELE 4,98 SVEZIA 4,90 CANADA 4,44 6,59 5,66 STATI UNITI 5,37 SINGAPORE 5,66 KOREA del SUD 6,59 SVIZZERA 6,30 FINLANDIA 6,36 4,98 MEDIA DEL CAMPIONE DEBOLE IN LINEA FORTE 4 quadranti relativi ai 4 fattori di input identificati (capitale umano, risorse finanziarie, attrattività di sistema) PUNTEGGIO SOTTO-INDICATORI DI IMPUT CAPITALE UMANO 9,65 DE 9,65 8,58 SG 8,99 UK 8,63 CA 8,58 FR 8,58 RISORSE FINANZIARIE 9,38 8,38 SK 7,77 SE 6,73 IT 6,39 CL 5,10 58 5,78 5,97 UK 5,97 ISR 5,08 IT 4,56 CL 2,73 2 ATTRATTIVITÀ DEL PAESE US 9,86 5,51 UK 6,16 SG 5,85 SE 5,78 4,39 FI 5,39 CH 5,19 FR 5,04 FR 6,89 ISR 6,43 FI 7,19 7,02 9,86 DE 7,97 SG 7,40 CH 7,95 US 7,09 ISR 7,02 SK 9,34 FI 9,15 SE 8,55 US 8,38 CH 8,31 AMBIENTE INNOVATIVO ISR 4,66 IT 4,28 SK 4,23 CL 4,29 © The European House - Ambrosetti ISR 5,04 CH 5,01 DE 4,39 SG 3,83 CA 3,42 SK 3,06 FR 3,01 DE 4,91 CA 4,88 4,66 UK 5,51 2,44 SE 2,60 CL 2,44 FI 2,37 US 2,19 IT 1,21 ■■ Figura 3 – Posizionamento nello scoreboard delle variabili di input e di output; 1=output; 2=input (Fonte: The European House - Ambrosetti) DIMENSIONI PROXY RAZIONALE FONTE Efficienza ed efficacia ecosistema innovativo 1. Numero di brevetti sulla popolazione attiva (15-64 anni) 2. Export dei settori ad alta intensità di R&S/export totale 3. Numero di citazioni scientifiche per ricercatore 4. Personale di R&S per migliaia di occupati 1. Produzione nuove idee 2. Impatto dell’innovazione sulla struttura economica 3. Qualità della produzione scientifica 4. Impatto dell’innovazione sull’occupazione 1.WIPO e OCSE 2.OCSE 3.Scimago e OCSE 4.OCSE Capitale umano 1. Numero studenti universitari in 1. Capitale umano come materie tecnico-scientifiche su produttore potenziale di pop. 19-25 anni nuova conoscenza 2. Punteggio PISA* studenti in scientifica matematica e scienze 2. Qualità della preparazione di base Risorse finanziarie a supporto dell’innovazione 1. Venture Capital attractiveness Index** 2. Inv. privati in R&S (%PIL) 3. Inv. pubblici in R&S (% del PIL) 1. Capacità di attrarre investimenti VC 2. Propensione settore privato ad investire 3. Propensione settore pubblico ad investire 1.OCSE 2.OCSE 1.IESE 2.OCSE 3.OCSE Attrattività ecosistema 1. Intellectual Property Right Index 1. Capacità di proteggere le 1.International *** nuove idee Property 2. Registrazione di nuove imprese 2. Imprenditorialità e capacità Right index per migliaia di abitanti in età trasformativa della nuova Report attiva (15-64 anni) **** conoscenza 2.Banca Mondiale Ambiente innovativo 1. R&S nei programmi di dottorato finanziata dall’industria 2. R&S finanziata dall’estero 3. Mobilità netta studenti, (saldo degli studenti entranti-uscenti dal Paese su studenti totali) ■■ Figura 4 – Tabella sinottica, le variabili chiave (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE, UNESCO, Banca Mondiale e Agenzie di Statistica Nazionali) (*) 1. Proxy della vicinanza tra il mondo del business e il mondo accademico 2. Capacità di attrarre investimenti esteri R&S 3. Mobilità degli studenti terziari 1.OCSE 2.Banca Mondiale 3.UNESCO intellettuale10 nel Paese; (****) Registrazioni di nuove aziende in un Paese rapportato alla popolazione attiva in età compresa tra i 15 e i 64 anni. TEST internazionale sulle competenze degli adolescenti8, (**) Indice di attrattività per il VC9 (***) Indice che misura il rispetto dei diritti di proprietà 8 Il test effettuato ogni 3 anni; mappa le performance dei 15enni in materie letterarie, matematica, scienze e problem solving in oltre 40 Paesi nel mondo. 9 Sotto-componente dello IESE Venture Capital and Private Equity Attractiveness Index, costruito su 300 indicatori macroeconomici chiave per la capacità di ogni Sistema Paese di attrarre capitale di rischio in chiave internazionale. 10 Componente dell’International Property Right Index che misura la propensione al rispetto dei diritti di proprietà su 3 fronti: rispetto della legge e libertà politica, rispetto della proprietà fisica, rispetto della proprietà intellettuale (www.internationalpropertyrightsindex.org/). © The European House - Ambrosetti 59 3. I RISULTATI DELL’AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2014 La figura 5 riporta una visione d’insieme dei risultati raggiunti da ognuno degli ecosistemi mappati sull’indice complessivo: 1° COREA DEL SUD (6,59) 2° FINLANDIA (6,36) trainata in particolare da alte performance nella ottimizzazione del sistema di supporto al finanziamento dell’innovazione. 3° SVIZZERA (6,30) 60 © The European House - Ambrosetti Seguono Singapore (5,66), Germania (5,64), Stati Uniti (5,37), Israele (4,98), Svezia (4,90), Regno Unito (4,67), Francia (4,54), Canada (4,44) e – a distanza più significativa – Italia (2,98) e Cile (2,35). Analizzando il posizionamento assoluto, la classifica è sostanzialmente uguale a quella dell’anno precedente (2013) con le uniche eccezioni di Stati Uniti e Israele che si scambiano la posizione. TABLEAU DE BORD AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX PUNTEGGIO AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2,35 ITALIA 2,98 CILE 2,35 4,98 4,54 FRANCIA 4,54 6,59 5,66 GERMANIA 5,64 INGHILTERRA 4,67 SINGAPORE 5,66 KOREA del SUD 6,59 ISRAELE 4,98 SVEZIA 4,90 CANADA 4,44 STATI UNITI 5,37 SVIZZERA 6,30 FINLANDIA 6,36 4,98 MEDIA DEL CAMPIONE DEBOLE IN LINEA FORTE PUNTEGGIO SOTTO-INDICATORI DI IMPUT CAPITALE UMANO 9,65 DE 9,65 8,58 SG 8,99 UK 8,63 CA 8,58 FR 8,58 RISORSE FINANZIARIE 9,38 8,38 SK 7,77 SE 6,73 IT 6,39 CL 5,10 5,78 5,97 UK 5,97 ISR 5,08 IT 4,56 CL 2,73 US 9,86 UK 6,16 SG 5,85 SE 5,78 ATTRATTIVITÀ DEL PAESE 5,51 4,39 FI 5,39 CH 5,19 FR 5,04 FR 6,89 ISR 6,43 FI 7,19 US 7,09 ISR 7,02 9,86 DE 7,97 SG 7,40 CH 7,95 7,02 SK 9,34 FI 9,15 SE 8,55 US 8,38 CH 8,31 AMBIENTE INNOVATIVO ISR 4,66 IT 4,28 SK 4,23 CL 4,29 ISR 5,04 CH 5,01 DE 4,39 SG 3,83 CA 3,42 SK 3,06 FR 3,01 DE 4,91 CA 4,88 4,66 UK 5,51 2,44 SE 2,60 CL 2,44 FI 2,37 US 2,19 IT 1,21 ■■ Figura 5 – L’Ambrosetti Innosystem Index, una visione d’insieme (Fonte: The European House - Ambrosetti) © The European House - Ambrosetti 61 PAESE 2014 2013 Corea del Sud 6,59 6,59 Finlandia 6,36 6,49 Svizzera 6,30 6,30 Singapore 5,66 5,68 Germania 5,64 5,68 Stati Uniti 5,37 5,52 Istraele 4,98 5,53 Svezia 4,90 4,98 Regno Unito 4,67 4,69 Francia 4,54 4,53 Canada 4,44 4,49 Italia 2,98 2,95 Cile 2,35 2,28 2014 vs. 2013 ■■ Figura 6 - Confronto tra i punteggi dell’Ambrosetti Innosystem Index 2014 e quelli 2013 (Fonte: The European House - Ambrosetti) Confrontando invece i punteggi ottenuti quest’anno con quelli dell’anno precedente11 risulta che: tre Paesi (Francia, Italia e Cile) hanno migliorato le proprie performance; due Paesi 11 Nel confrontare i risultati ottenuti nella rilevazione 2014 con quella del 2013 si è tenuto conto per i dati 2013 anche delle rettifiche operate dalle varie banche dati sugli indicatori analizzati. 62 © The European House - Ambrosetti (Corea del Sud e Svizzera) non hanno visto cambiare il proprio risultato; otto Paesi hanno visto un peggioramento complessivo12. 12 Si ricorda che le variazioni assolute dell’indice attengono a dei sottostanti elementi di tipo strutturale. Cambiamenti quindi anche di entità modesta, sono in ogni caso indicativi di tendenze e percorsi di riposizionamento significativi. Le variazioni dell’AII registrate rispetto all’anno precedente sono frutto di variazioni registrate in ciascun macrocategoria di variabile, sia di output che di input. Rispetto alla rilevazione dell’anno precedente il campione di analisi ha visto migliorare le proprie performance in termini di “Ecosistema innovativo”, di “Risorse finanziarie” e “Ambiente inno- OUTPUT ECOSISTEMA INNOVATIVO 2013 2014 CAPITALE UMANO 2013 2014 RISORSE FINANZIARIE 2013 2014 AMBIENTE INNOVATIVO 2013 2014 ATTRATTIVITÀ PAESE 2013 2014 vativo”; i punteggi delle aree “Capitale Umano” e “Attrattività del Paese” registrano invece una leggera diminuzione. Di seguito si riportano per ogni ecosistema analizzato una breve descrizione e il relativo Tableau de Bord. L’ordine di presentazione è in funzione del posizionamento sull’indice AII, partendo dal best performer a scendere. 3,80 3,87 7,84 7,74 6,81 6,98 INPUT 5,39 5,41 3,39 3,34 ■■ Figura 7 – Confronto dei punteggi 2014 e 2013 della media del campione per ciascuna categoria di variabili di output e di input dell’Ambrosetti Innosystem Index (Fonte: The European House - Ambrosetti) © The European House - Ambrosetti 63 TABLEAU DE BORD 3.1 COREA DEL SUD 1 6,59 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 1.222 miliardi di Dollari ABITANTI: 50,22 milioni La Corea del Sud è uno dei 3 ecosistemi di innovazione introdotti nella rilevazione 2014 ed è il Paese che ha conseguito il punteggio più elevato dell’AII. L’ottima performance deriva soprattutto dalla grande propensione alla brevettazione (4,94 brevetti per migliaia di abitanti nel periodo 2010-2012), superiore rispetto a tutti gli altri ecosistemi e dalla struttura dei finanziamenti alla ricerca e sviluppo che vede la Corea del Sud primeggiare sia per gli investimenti pubblici sia per quelli privati (rispettivamente 1% e 2,7% del PIL nel periodo considerato). Gli elementi più critici ri- 64 © The European House - Ambrosetti guardano il numero di citazioni per ricercatore (il Paese registra un valore pari a 0,86, valore più basso tra i Paesi analizzati), la quota di Ricerca e Sviluppo finanziata dall’estero (solo lo 0,2% nel periodo di riferimento) e le performance conseguite nella categoria “Ambiente innovativo”, dove i punteggi risultano tra i più bassi sia sul fronte della protezione della proprietà intellettuale, sia quello della registrazione di nuove imprese. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 CILE 0,19 0,54 4,94 0,5% SINGAPORE 2,55 INGHILTERRA 0,54 FINLANDIA 0,51 ISRAELE 1,44 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% STATI UNITI 2,46 CANADA 1,48 IN LINEA 2,18 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 SVIZZERA 31,7% FRANCIA 19,7% 23,5% SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 FINLANDIA 45,5% ISRAELE 22,1% 4,94 SOTTO LA MEDIA 45,5% SINGAPORE 31,1% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% CANADA 7,0% 23,5% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SVIZZERA 13,7 0,86 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 FRANCIA 15,0 SVEZIA 17,3 15,0 SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 566,93 26,3% 15,5% PUNTEGGIO PISA 524,63 19,1% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 3,6% 92,60 2,4% 1,1% 434,13 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 6,43 7,20 2,09 1,07 2,8% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 1,0% 1.0% 0,9% 82,55 80,90 35,78 6,8 100 488,00 8,30 5,87 544 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 14,0% 9,0% 1,84 4,2% 1,1 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 15,2% 49,3% 11,2% 10,8% SOTTO LA MEDIA 5,1% 5,3% 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 1,8% 0,2% - 2,7% IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 65 TABLEAU DE BORD 3.2 FINLANDIA 2 6,36 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 257 miliardi di Dollari ABITANTI: 545 milioni La Finlandia – tradizionale hotspot dell’innovazione mondiale e secondo nell’indice AII – ha ottenuto risultati superiori rispetto agli altri Pasi analizzati sia sul fronte della quota di export dei prodotti ad alta intensità di Ricerca e Sviluppo (45,5% contro una media del campione pari a 17,2%), sia su quello de- 66 © The European House - Ambrosetti gli occupati in Ricerca e Sviluppo per migliaia di abitanti (21,87 contro una media del campione pari a 17,66). Altri elementi che contribuiscono al successo del Paese sono un’alta intensità della protezione della proprietà intellettuale e un buon sistema finanziario a supporto dell’innovazione. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 CILE 0,19 0,54 4,94 0,5% SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 INGHILTERRA 0,54 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE STATI UNITI 2,46 CANADA 1,48 45,5% SINGAPORE 31,1% ISRAELE COREA 22,1% del SUD 23,5% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% CANADA 7,0% 23,5% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% FRANCIA 19,7% SVIZZERA 31,7% 0,51 SOTTO LA MEDIA 45,5% IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA 2,18 COREA del SUD 0,86 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 IN LINEA 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SVIZZERA 13,7 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 2,15 SOTTO LA MEDIA 21,9 IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE PUNTEGGIO PISA INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 33,0% 566,93 100 3,6% 26,3% 539,65 524,63 92,60 2,4% 488,00 80,90 434,13 64,65 15,5% 15,5% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 8,30 8,6 81,25 1,1% 14,0% 49,3% 6,43 9,0% 10,8% 2,09 5,87 1,07 2,81 4,2% 1,1 5,9% 5,3% 0,2% 1.0% 0,9% 0,6% R&D FINANZIATA DA ESTERO 35,78 7,20 1,0% 0,1% 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 2,7% INV. R&S PUBBLICI/ PIL MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 6,7% SOTTO LA MEDIA 5,1% 1,8% - 2,7% 2,4% IN LINEA SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 67 TABLEAU DE BORD 3.3 SVIZZERA 3 6,30 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 651 miliardi di Dollari ABITANTI: 8,00 milioni La Svizzera è il terzo classificato secondo l’AII. Il Paese oltre ad aver ottenuto il punteggio più alto in riferimento al numero di citazioni per ricercatore (8,61), ha ottenuto una significativa performance complessiva anche grazie ai buoni risultati conseguiti su ciascuno degli indicatori analizzati. Il Paese è secondo solo alla Finlandia in base alla 68 © The European House - Ambrosetti quota di export totale dedicata ai prodotti ad alta intensità di ricerca (31,7% vs 45,5%) ed è terzo dopo Regno Unito e Singapore sul fronte della mobilità netta degli studenti. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 0,54 1,48 4,94 INGHILTERRA 0,54 GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 ITALIA 0,25 0,5% COREA del SUD 4,94 FINLANDIA 0,51 CILE 0,19 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE STATI UNITI 2,46 ISRAELE COREA 22,1% del SUD 23,5% 31,7% IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA 2,18 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 IN LINEA 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 11,99 CILE 5,33 ITALIA 9,3 IN LINEA 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SINGAPORE 12,0 8,61 SOTTO LA MEDIA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE COREA del SUD 0,86 FINLANDIA 45,5% FRANCIA 19,7% 0,45 SOTTO LA MEDIA 0,86 45,5% SINGAPORE 31,1% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% CANADA 7,0% CANADA 1,48 23,5% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 13,7 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% PUNTEGGIO PISA 566,93 26,3% 524,63 21,4% 15,5% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 100 524,25 488,00 80,90 1,1% 434,13 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 14,0% 8,30 6,43 9,0% 5,87 2,4% 87,45 35,78 7,20 3,6% 92,60 8,57 8,3 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 2,09 1,07 2,50 4,2% 1,1 1,0% 2,1% 0,9% 0,6% R&D FINANZIATA DA ESTERO 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 11,7% 10,8% 5,3% 0,9% 0,1% 49,3% 9,0% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 6,0% 5,1% SOTTO LA MEDIA IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 69 TABLEAU DE BORD 3.4 SINGAPORE 4 5,66 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 296 miliardi di Dollari ABITANTI: 5,40 milioni L’output innovativo del Paese – 4° nel ranking AII – deriva sia dalla buona gestione dei risultati della ricerca (2,55 brevetti depositati per migliaia di abitanti), sia dall’alta propensione all’export dei prodotti ad alta intensità di Ricerca e Sviluppo. Singapore si caratterizza anche per il valore più elevato del punteggio PISA in matematica e 70 © The European House - Ambrosetti scienze ottenuto dai suoi studenti (557) e da un valore secondo solo a quello del Regno Unito sulla mobilità degli studenti, indice di una forte capacità di attrattività e interscambio dei talenti. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 0,54 4,94 0,5% INGHILTERRA 0,54 ISRAELE 1,44 SVIZZERA 0,45 GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 FINLANDIA 0,51 CILE 0,19 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE STATI UNITI 2,46 CANADA 7,0% CANADA 1,48 23,5% ISRAELE COREA 22,1% del SUD 23,5% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% IN LINEA 2,18 COREA del SUD 0,86 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 2,63 SOTTO LA MEDIA GERMANIA 2,41 3,95 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 INGHILTERRA 11,3 SOPRA LA MEDIA 13,65 15,01 SVIZZERA 13,7 ITALIA 9,3 IN LINEA 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 2,63 SOTTO LA MEDIA IN LINEA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 STATI UNITI 2,55 31,1% SOPRA LA MEDIA CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 FINLANDIA 45,5% FRANCIA 19,7% 2,55 SOTTO LA MEDIA 45,5% SVIZZERA 31,7% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 12,0 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 566,93 26,3% 26,3% 15,5% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 5,87 524,63 92,60 3,6% 92,60 80,90 1,1% 434,13 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 2,09 1,07 7,74 49,3% 9,0% 10,8% 1,1 5,3% 3,1% 0,9% 0,2% 0,9% 1,3% 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 14,0% 4,2% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 1,0% 2,4% 488,00 6,43 8,2 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 100 556,93 35,78 8,30 7,20 PUNTEGGIO PISA MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 12,5% 5,1% 5,3% SOTTO LA MEDIA IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 71 TABLEAU DE BORD 3.5 GERMANIA 5 5,64 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 6.636 miliardi di Dollari ABITANTI: 80,80 milioni La Germania occupa la quinta posizione della classifica con un punteggio pari a 5,64. Si tratta del primo Paese europeo per propensione alla brevettazione e leader indiscusso per quanto riguarda il numero di studenti universitari iscritti a facoltà con indirizzo tecnico-scientifico (33% de- 72 © The European House - Ambrosetti gli studenti) e la percentuale di finanziamento dei percorsi PhD a carico dell’industria (14%), a riprova del forte legame tra industria e mondo accademico. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 0,54 1,48 ISRAELE 1,44 0,5% 11,4% STATI UNITI 11,4% IN LINEA ISRAELE COREA 22,1% del SUD 23,5% 2,18 COREA del SUD 0,86 14,7% SOPRA LA MEDIA 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 STATI UNITI 2,55 SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 15,01 21,87 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 FINLANDIA 2,15 SINGAPORE 12,0 FINLANDIA 21,9 SVIZZERA 13,7 2,41 SOTTO LA MEDIA FINLANDIA 45,5% SVIZZERA 31,7% CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 45,5% FRANCIA 19,7% 1,11 SOTTO LA MEDIA 23,5% SINGAPORE 31,1% SVEZIA 12,2% CANADA 7,0% CANADA 1,48 14,7% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% STATI UNITI 2,46 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 4,94 COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 INGHILTERRA 0,54 FINLANDIA 0,51 CILE 0,19 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 13,8 IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 33,0% 26,3% PUNTEGGIO PISA 566,93 524,63 15,5% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 100 517,80 488,00 80,90 1,1% 434,13 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 14,0% 8,30 6,43 9,0% 5,87 2,4% 87,25 35,78 8,1 3,6% 92,60 8,57 7,20 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 2,09 1,07 1,32 4,2% 1,1 14,0% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 1,0% 1,9% 0,9% 0,8% 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 15,2% 49,3% 10,8% 5,3% 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI SOTTO LA MEDIA 5,1% 4,0% 1,8% - 2,7% 3,6% IN LINEA SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 73 TABLEAU DE BORD 3.6 STATI UNITI 6 5,37 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 16.800 miliardi di Dollari ABITANTI: 316,73 milioni Gli Stati Uniti occupano la sesta posizione nella classifica stilata. È elevata, come noto, la propensione a brevettare (2,46 brevetti per migliaia di abitanti) ed è estremamente sviluppato il mercato del venture capital (il Paese ha ottenuto il punteggio massimo nel Venture Capital and Private Equity Attractiveness In- 74 © The European House - Ambrosetti dex). Ai massimi livelli è anche il tasso di imprenditorialità con 35,8 registrazioni di nuove imprese per migliaia di abitanti. Il Paese non sembra invece brillare, nonostante le istituzioni di ricerca superiore di eccellenza internazionale, per preparazione dei suoi studenti secondo il test PISA. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 0,54 4,94 GERMANIA 1,11 0,5% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 INGHILTERRA 0,54 FINLANDIA 0,51 CILE 0,19 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE 11,4% IN LINEA 2,18 COREA del SUD 0,86 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 GERMANIA 2,41 SOTTO LA MEDIA 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 SOPRA LA MEDIA 13,65 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 INGHILTERRA 11,3 ITALIA 9,3 IN LINEA IN LINEA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI SINGAPORE 12,0 2,55 SOTTO LA MEDIA FINLANDIA 45,5% 11,4% SOPRA LA MEDIA CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 ISRAELE COREA 22,1% del SUD 23,5% FRANCIA 19,7% SVIZZERA 31,7% 2,46 SOTTO LA MEDIA 45,5% SINGAPORE 31,1% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% CANADA 7,0% CANADA 1,48 23,5% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% SVIZZERA 13,7 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 13,2 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 566,93 26,3% 15,5% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 92,60 8,30 6,43 8,3 2,09 1,07 3,6% 35,78 INV. R&S PUBBLICI/ PIL 1,0% 2,4% 0,9% 1,9% 80,90 1,1% 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 100,00 491,85 434,13 7,9% 5,87 488,00 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 100 524,63 17,7% 7,20 PUNTEGGIO PISA 49,3% 9,0% 10,8% 4,2% 1,1 5,3% 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 14,0% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% SOTTO LA MEDIA 5,1% 5,3% 0,2% 0,9% 3,7% 1,8% - 2,7% 3,1% IN LINEA SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 75 TABLEAU DE BORD 3.7 ISRAELE 7 4,98 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 292 miliardi di Dollari ABITANTI: 7,87 milioni Il Paese, al settimo posto della classifica AII, è molto ben posizionato sulla maggior parte degli indicatori di output: quinto per brevetti depositati per migliaia di abitanti (1,44) e per export dei prodotti ad alta intensità di ricerca (22,1%) e secondo, dopo la Finlandia, per occupati in R&D per migliaia di occupati (20,5); guardando al numero di citazioni per ricercatore invece il Paese 76 © The European House - Ambrosetti ottiene il secondo peggiore punteggio, (1,05). Per quanto concerne le variabili di input invece il Paese registra risultati più modesti, seppur con una elevata percentuale della spesa R&D finanziata dall’estero (49,3%). OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 0,54 4,94 INGHILTERRA 0,54 SVIZZERA 0,45 0,5% FRANCIA 19,7% IN LINEA 2,18 COREA del SUD 0,86 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 COREA del SUD 23,5% FINLANDIA 45,5% 22,1% SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 45,5% SVIZZERA 31,7% 1,44 SOTTO LA MEDIA 23,5% SINGAPORE 31,1% SVEZIA GERMANIA 12,2% 14,7% CANADA 7,0% CANADA 1,48 14,7% INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% STATI UNITI 2,46 GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 FINLANDIA 0,51 CILE 0,19 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SVIZZERA 13,7 1,05 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 SVEZIA 17,3 20,5 SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE PUNTEGGIO PISA INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 33,0% 566,93 100 3,6% 26,3% 524,63 92,60 2,4% 15,5% 19,1% 488,00 PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 35,78 8,30 6,43 5,87 2,09 1,07 76,55 3,28 9,0% 4,2% 1,1 0,6% 0,1% 0,1% 14,0% R&D FINANZIATA DA ESTERO 49,3% 9,7% 1,0% 0,9% 1,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 8,57 7,2 80,90 64,65 434,13 7,9% 7,20 459,43 3,6% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 10,8% 5,3% 0,2% 49,3% 0,4% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% SOTTO LA MEDIA 5,1% IN LINEA 1,8% - 2,7% SOPRA LA MEDIA -2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 77 TABLEAU DE BORD 3.8 SVEZIA 8 4,90 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 558 miliardi di Dollari ABITANTI: 9,6 milioni Il Paese scandinavo, in ottava posizione con un punteggio di 4,90, spicca nettamente per il numero di addetti alla ricerca per migliaia di abitanti (terzo valore più alto dopo Finlandia e Israele) guardando alle variabili di output e per investimenti pubblici in R&D su PIL sul fronte di quelle di input. Le performance peggiori, in termini relativi, attengo- 78 © The European House - Ambrosetti no della categoria “Capitale umano” dove, sia per la percentuale di studenti universitari in materie tecnico-scientifiche, sia per i punteggi ottenuti dagli studenti nel PISA, il Paese è posizionato sul secondo quartile. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 INGHILTERRA 0,54 FRANCIA 0,40 CILE 0,19 0,54 4,94 GERMANIA 1,11 0,5% 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE STATI UNITI 2,46 SOPRA LA MEDIA 2,63 SINGAPORE 2,63 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 FINLANDIA 45,5% SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI 3,95 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 INGHILTERRA 3,44 CANADA 3,08 GERMANIA 2,41 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 SINGAPORE 12,0 15,01 IN LINEA 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SVIZZERA 13,7 3,95 SOTTO LA MEDIA COREA del SUD 23,5% FRANCIA 19,7% 12,2% IN LINEA 2,18 FRANCIA 2,18 45,5% SINGAPORE 31,1% SVIZZERA 31,7% CITAZIONI PER RICERCATORE COREA del SUD 0,86 23,5% ISRAELE 22,1% GERMANIA 14,7% CANADA 7,0% CANADA 1,48 0,40 SOTTO LA MEDIA 0,86 INGHILTERRA 14,0% ITALIA 8,4% CILE 0,5% 14,7% FINLANDIA 21,9 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 ISRAELE 20,5 17,3 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE PUNTEGGIO PISA INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 33,0% 566,93 100 3,6% 26,3% 524,63 92,60 2,4% 15,5% 15,5% 488,00 434,13 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 8,30 488,00 6,43 7,20 2,09 5,87 1,07 6,43 1,0% 2,4% 1,0% 0,9% 89,65 80,90 1,1% 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 8,4 INV. R&S PUBBLICI/ PIL 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 15,2% 14,0% 49,3% 9,0% 10,8% 10,8% 4,2% 1,1 4,3% 5,3% 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 5,1% SOTTO LA MEDIA 4,4% IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 79 TABLEAU DE BORD 3.9 REGNO UNITO 9 4,67 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 2.536 miliardi di Dollari ABITANTI: 64,09 milioni Il Paese, pur in nona posizione con uno score di 4,67, ha ottenuto ottimi risultati per alcuni indicatori all’interno di ciascuna categoria. Nella categoria “Capitale umano”, presenta infatti una percentuale elevata di studenti universitari iscritti a facoltà tecnico-scientifiche; all’interno della dimensione “Risorse finanziarie” il Paese è terzo per attrattività 80 © The European House - Ambrosetti del venture capital dopo Stati Uniti e Canada; nell’“Ambiente innovativo” la propensione all’imprenditorialità è molto elevata e massima è la mobilità degli studenti nell’”Attrattività del Paese”. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 CILE 0,19 0,54 4,94 0,5% ITALIA 8,4% CILE 0,5% STATI UNITI 2,46 GERMANIA 1,11 11,4% GERMANIA 14,7 SOPRA LA MEDIA FRANCIA 2,18 2,63 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 SOTTO LA MEDIA 3,95 CANADA 3,08 GERMANIA 2,41 8,61 SVEZIA 3,95 1,71 11,99 SOPRA LA MEDIA 13,65 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 ITALIA 9,3 IN LINEA IN LINEA SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 3,44 SOTTO LA MEDIA FINLANDIA 45,5% OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI SINGAPORE 2,63 ISRAELE 1,05 COREA del SUD 23,5 14,0% IN LINEA 2,18 COREA del SUD 0,86 FRANCIA 19,7% 45,5% SINGAPORE 31,1% SVIZZERA 31,7% CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 23,5% ISRAELE 22,1% SVEZIA 12,2% CANADA 7,0% CANADA 1,48 0,54 SOTTO LA MEDIA 14,7% STATI UNITI 11,4 COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE SVIZZERA 13,7 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 11,3 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 26,3% PUNTEGGIO PISA 566,93 27,1% 488,00 15,5% 100 92,60 524,63 PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 8,2 6,43 7,20 2,09 5,87 1,07 3,6% 1,0% 2,4% 0,9% 80,90 1,1% 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 8,30 94,35 INV. R&S PUBBLICI/ PIL 503,53 434,13 7,9% INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 14,0% 9,80 1,1 R&D FINANZIATA DA ESTERO 10,8% 4,2% 0,6% 5,3% 0,2% 0,6% 0,1% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 49,3% 9,0% 4,2% 1,1% 17,4% 5,1% 15,2% SOTTO LA MEDIA IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 81 TABLEAU DE BORD 3.10 FRANCIA 10 4,54 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 2.737 miliardi di Dollari ABITANTI: 63,66 milioni Il Paese transalpino è decimo in classifica con 4,54 punti. Tale posizionamento nel ranking complessivo deriva da risultati in linea nella maggior parte degli indicatori analizzati. In questo quadro per 5 indicatori la Francia ha però ottenuto 82 © The European House - Ambrosetti risultati inferiori alla media del campione e per altri due (Imprenditorialità e PhD finanziato dall’industria) la distanza dalla performance media è significativa. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 0,54 REGNO UNITO 0,54 SVEZIA 0,40 CILE 0,19 4,94 GERMANIA 1,11 0,5% 11,4% STATI UNITI 11,4 COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE ITALIA 8,4% CILE 0,5% STATI UNITI 2,46 14,7% REGNO UNITO 14,0 COREA del SUD 23,5 SVIZZERA 31,7% 19,7% IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA 2,18 2,63 SINGAPORE 2,63 STATI UNITI 2,55 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 GERMANIA 2,41 IN LINEA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE COREA del SUD 0,86 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CANADA 13,1 CILE 1,7 ITALIA 4,14 13,65 ITALIA 9,3 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 SVIZZERA 13,7 2,18 SOTTO LA MEDIA FINLANDIA 45,5% GERMANIA 14,7 0,40 SOTTO LA MEDIA 0,86 45,5% SINGAPORE 31,1% ISRAELE 22,1% SVEZIA 12,2% CANADA 7,0% CANADA 1,48 23,5% COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 15,0 IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 26,3% PUNTEGGIO PISA 566,93 27,2% 524,63 488,00 15,5% 497,25 PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 100 3,6% 92,60 2,4% 80,90 80,90 1,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 14,0% 49,3% 8,30 6,43 9,0% 10,8% 7,20 5,87 2,09 1,07 1,1 5,3% 2,1% 0,8% 0,6% 0,1% 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 9,2% 7,4% 3,07 4,2% 0,9% 1,4% R&D FINANZIATA DA ESTERO 8,57 7,90 INV. R&S PUBBLICI/ PIL 1,0% 0,1% 64,65 434,13 7,9% INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 5,1% SOTTO LA MEDIA IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 83 TABLEAU DE BORD 3.11 CANADA 11 4,44 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 1.825 miliardi di Dollari ABITANTI: 35,11 milioni Il Canada si posiziona all’undicesimo posto nel ranking AII. A pesare in maniera negativa sulla performance complessiva sono le risorse finanziarie: infatti, ad eccezione dell’indice di sviluppo del venture capital, il Paese registra risultati deboli su tutti gli altri indicatori (percentuale di investimenti pubblici e 84 © The European House - Ambrosetti privati in R&D sul PIL). Spicca in negativo anche la propensione all’imprenditorialità con sol0 1,1 nuove imprese per migliaia di abitante. OUTPUT EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 CILE 0,19 0,54 REGNO UNITO 0,54 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 4,94 0,5% ITALIA 8,4% CILE 0,5% STATI UNITI 2,46 GERMANIA 1,11 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 ITALIA 0,25 1,48 14,7% REGNO UNITO 14,0% 45,5% SINGAPORE 31,1% ISRAELE 22,1% SVEZIA 12,2% GERMANIA 14,7% 23,5% COREA del SUD 23,5 FRANCIA 19,7% FINLANDIA 45,5% SVIZZERA 31,7% 1,48 SOTTO LA MEDIA IN LINEA 7,0% SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA 2,18 COREA del SUD 0,86 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 GERMANIA 2,41 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 11,99 CILE 1,7 ITALIA 4,14 ITALIA 9,3 IN LINEA 13,65 15,01 SVIZZERA 13,7 SINGAPORE 12,0 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 3,08 SOTTO LA MEDIA SOPRA LA MEDIA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE 0,86 IN LINEA FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 13,1 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE 33,0% 566,93 26,3% 25,6% 15,5% 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 8,30 PUNTEGGIO PISA 8,1 524,63 100 524,63 INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 92,60 95,55 3,6% 1,0% 2,4% 0,9% 488,00 80,90 1,1% 434,13 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 14,0% 6,43 9,0% 7,20 2,09 5,87 1,07 4,2% 1,07 1,1 1,0% 0,6% R&D FINANZIATA DA ESTERO 0,2% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 10,8% 5,3% 0,6% 0,1% 49,3% 7,9% INV. R&S PUBBLICI/ PIL 6,5% 5,1% 5,0% SOTTO LA MEDIA IN LINEA 1,8% SOPRA LA MEDIA - 2,7% MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 85 TABLEAU DE BORD 3.12 ITALIA 12 2,98 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 2.072 miliardi di Dollari ABITANTI: 59,68 milioni Il Paese con il punteggio di 2,98 è penultimo nel ranking AII come nel 2013. I problemi si riscontrano sia sul fronte dell’output sia su quello dell’input. Ad essere più critici sono la scarsa propensione a proteggere la proprietà intellettuale attraverso brevetti, un sistema di risorse finanziarie poco pro-innovazione e una grande distanza tra il mondo 86 © The European House - Ambrosetti accademico e la business community. L’Italia registra invece il terzo miglior punteggio sul fronte del numero di citazioni per ricercatore (4,14). Per ulteriori analisi si rimanda al paragrafo successivo. OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 CILE 0,19 0,54 REGNO UNITO 0,54 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 1,48 GERMANIA 1,11 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE 4,94 0,5% CANADA 1,48 STATI UNITI 2,46 SOPRA LA MEDIA 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 FINLANDIA 2,15 23,5% 45,5% SINGAPORE 31,1% ISRAELE 22,1% COREA del SUD 23,5 FRANCIA 19,7% FINLANDIA 45,5% SVIZZERA 31,7% 8,4% IN LINEA 2,18 ISRAELE 1,05 GERMANIA 14,7% CANADA 1,48 SOTTO LA MEDIA STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 3,95 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 CILE 5,33 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 IN LINEA 11,99 SOPRA LA MEDIA 13,65 CANADA 13,1 CILE 1,7 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 4,14 SOTTO LA MEDIA IN LINEA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE COREA del SUD 0,86 14,7% REGNO UNITO 14,0% SVEZIA 12,2% CILE 0,5% 0,25 SOTTO LA MEDIA 0,86 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 SVIZZERA 13,7 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 9,3 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE PUNTEGGIO PISA INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX INV. R&S PUBBLICI/ PIL 33,0% 566,93 100 3,6% 1,0% 26,3% 524,63 92,60 2,4% 0,9% 15,5% 7,9% 488,00 14,6% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 487,68 80,90 64,65 434,13 1,1% 64,65 0,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 14,0% 49,3% 8,30 6,43 9,0% 10,8% 7,20 2,09 5,87 6,8 1,07 5,3% 4,2% 1,1 1,1% 0,6% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 8,57 2,09 0,7% 0,2% 0,5% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 9,4% SOTTO LA MEDIA 5,1% 1,8% - 2,7% IN LINEA 1,4% SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 87 TABLEAU DE BORD 3.13 CILE 13 2,35 RANKING AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX SCORE PIL: 277 miliardi di Dollari ABITANTI: 17,56 milioni Il Cile è indicato dagli osservatori tra gli “innovatori emergenti”. Proprio perché la formazione dell’ecosistema innovativo è in divenire, il Paese ricopre l’ultima posizione della classifica. Ad eccezione del numero di citazioni per ricercatore che vede il Cile secondo solo alla Svizzera e dello sviluppo del venture capital (in cui consegue una perfor- 88 © The European House - Ambrosetti mance superiore a quella italiana, 68,6 vs. 64,7), il Paese presenta i valori minimi sugli indicatori analizzati. A riprova però dell’efficacia del processo iniziato e fortemente sostenuto da policy pubbliche ad hoc (cfr. capitolo 3), l’indice AII ha segnato l’incremento percentuale più consistente rispetto alla rilevazione 2013 (cfr. fig. 6). OUTPUT BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI 0,19 0,40 ITALIA 0,25 0,54 REGNO UNITO 0,54 FRANCIA 0,40 SVEZIA 0,40 ISRAELE 1,44 FINLANDIA 0,51 SVIZZERA 0,45 1,48 GERMANIA 1,11 EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE 4,94 11,4% STATI UNITI 11,4% COREA del SUD 4,94 SINGAPORE 2,55 ITALIA 8,4% STATI UNITI 2,46 14,7% REGNO UNITO 14,0% GERMANIA 14,7% 23,5% 45,5% SINGAPORE 31,1% ISRAELE 22,1% SVEZIA 12,2% CANADA 1,48 0,19 COREA del SUD 23,5 FRANCIA 19,7% FINLANDIA 45,5% SVIZZERA 31,7% 0,5% SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA 0,86 2,18 2,63 SINGAPORE 2,63 FRANCIA 2,18 ISRAELE 1,05 FINLANDIA 2,15 STATI UNITI 2,55 GERMANIA 2,41 3,95 INGHILTERRA 3,44 SVEZIA 3,95 CANADA 3,08 8,61 1,71 SVIZZERA 8,61 11,99 CANADA 13,1 ITALIA 9,3 IN LINEA SOPRA LA MEDIA 13,65 SINGAPORE 12,0 15,01 21,87 GERMANIA 13,8 STATI UNITI 13,2 INGHILTERRA 11,3 ITALIA 4,14 5,33 SOTTO LA MEDIA IN LINEA OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI CITAZIONI PER RICERCATORE COREA del SUD 0,86 0,5% CANADA 1,48 SVIZZERA 13,7 FRANCIA 15,0 COREA del SUD 15,0 FINLANDIA 21,9 ISRAELE 20,5 SVEZIA 17,3 1,7 SOPRA LA MEDIA SOTTO LA MEDIA IN LINEA SOPRA LA MEDIA INPUT STUDENTI IN MATERIE SCIENTIFICHE PUNTEGGIO PISA INV. R&S PRIVATI/ PIL VC INDEX 33,0% 566,93 100 3,6% 26,3% 524,63 92,60 2,4% 15,5% 7,9% 488,00 7,9% PROTEZIONE PROPRIETÀ INTELLETTUALE 8,57 434,13 80,90 434,13 14,0% 6,43 4,80 2,09 7,20 5,87 5,9 1,07 0,9% 0,6% 0,1% 0,1% R&D FINANZIATA DA ESTERO 10,8% 6,0% 1,1 2,1% 5,3% 0,2% 0,1% MOBILITÀ NETTA STUDENTI 15,2% 49,3% 9,0% 4,2% 1,0% 1,1% PHD FINANZIATO DA BUSINESS IMPRENDITORIALITÀ 35,78 8,30 64,65 68,55 INV. R&S PUBBLICI/ PIL 15,8% SOTTO LA MEDIA 5,1% 1,8% - 2,7% IN LINEA -0,6% SOPRA LA MEDIA MEDIA CAMPIONE © The European House - Ambrosetti 89 4. CONSIDERAZIONI SULLA PERFORMANCE INNOVATIVA DELL’ITALIA All’interno del quadro di analisi sviluppato, l’Italia mostra risultati di innovazione al di sotto della media del campione considerato, occupando per il secondo anno consecutivo la penultima posizione nell’Ambrosetti Innosystem Index. In fatto di output i risultati ottenuti sono superiori solo a quelli del Cile; in termini di input, la performance italiana si attesta sempre sotto la media del campione. In confronto con la media del campione, si evince che i divari maggiori riguardano le dimensioni “Risorse Finanziarie” per l’innovazione e “Attrattività del Paese”. ITALIA MEDIA CAMPIONE ECOSISTEMA INNOVATIVO 8,0 6,0 ATTRATTIVITÀ PAESE 4,0 2,0 0,0 AMBIENTE INNOVATIVO CAPITALE UMANO RISORSE FINANZIARIE ■■ Figura 8 – Confronto tra le performance dell’Italia e quelle della media del campione su tutte le categorie che costituiscono l’AII (Fonte: The European House - Ambrosetti) 90 © The European House - Ambrosetti Nello specifico le principali criticità riguardano: –– –– –– –– La componente di studenti universitari in materie scientifiche (14,6% della popolazione tra i 18 e i 25 anni, vs una media del campione di 20,8%). Lo sviluppo del Venture Capital (attrattività inferiore del 20% rispetto al punteggio medio ottenuto dai Paesi del campione). L’imprenditorialità, con un tasso di densità di nuove aziende per migliaia di abitanti pari a 2,1 vs. una media di 6,35. L’attrattività del sistema-Paese, che OUTPUT INPUT risulta bassa in tutte le sue componenti: tasso netto di mobilità studentesca dell’1,4% (media campione=5,1%); % di PhD finanziati dall’industria dell’1,1% (media campione=6,5%); % di R&S finanziata dall’estero pari al 9,4% (media campione=11%). Rispetto alla rilevazione dell’anno precedente il Paese non registra variazioni sostanziali nella categoria “Capitale Umano”, mentre l’“Ambiente innovativo” e l’“Attrattività del Paese” subiscono una diminuzione. ECOSISTEMA INNOVATIVO 2013 2014 CAPITALE UMANO 2013 2014 RISORSE FINANZIARIE 2013 2014 AMBIENTE INNOVATIVO 2013 2014 ATTRATTIVITÀ PAESE 2013 2014 2,78 2,85 6,58 6,59 3,94 4,56 4,40 4,28 1,30 1,21 Considerando i singoli indicatori che co- ■■ Figura 9 – Confronto dei punteggi 2014 e stituiscono le diverse categorie e che 2013 dell’Italia per ciascuna categoria di variabili di output e di input dell’AII (Fonte: concorrono alla formazione dell’AII, The European House - Ambrosetti) emergono invece alcuni miglioramenti come sotto rappresentato, che danno il segnale di una possibile inversione di tendenza strutturale. © The European House - Ambrosetti 91 PAESE 2013 2014 Numero di brevetti su popolazione attiva (15-64 anni) 0,25 0,25 8,20% 8,40% Numero di citazioni per ricercatore 6,09 4,14 Addetti R&D per migliaia di occupati 9,20 9,30 14,40% 14,60% 485,87 487,68 53,55 64,65 R&D finanziata dal settore pubblico come percentuale del PIL 0,60% 0,60% R&D finanziata dalle imprese come percentuale del PIL 0,67% 0,68% 7,00 6,80 Export dei settori ad alta R&S/Export totale N. di studenti universitari in materie tecnico-scientifiche sulla popolazione 19-25 anni Punteggio PISA* in matematica e scienze Venture Capital Private Equity Country Attractiveness Index Intellectual Property Right Index Registrazioni di nuove aziende per migliaia di abitanti in età attiva (15-64 anni) Registrazioni di nuove aziende per migliaia di abitanti in età attiva (15-64 anni) Spesa in R&D finanziata dall’estero (% sul totale della spesa in R&D) 2,15 2,09 1,10% 1,10 9,10% 9,40% Mobilità degli studenti nell’ambito dell’educazione terziaria 1,30% 1,40% 2013 vs. 2014 * Per l'edizione 2013 sono stati analizzati i punteggi PISA 2006 e 2009; per l’edizione 2014 sono stati analizzati i punteggi 2009 e 2012. ■■ Figura 10 – Confronto 2013-2014 per l’Italia tra i valori degli indicatori che costituiscono l’AII (Fonte: The European House - Ambrosetti) A fronte dei risultati sopra esposti, un elemento di fondo e di forte criticità per l’Italia risiede, anche in tema di innovazione, nelle grandi differenze tra le diverse aree territoriali. A livello regionale si riscontrano infatti distanze marcate tra le aree più avanzate del Paese, come Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Lazio e quelle più svantaggiate riconducibili alla quasi totalità del Mezzogiorno. Storicamente, analizzando tutti gli in92 © The European House - Ambrosetti dicatori di innovazione indagati, il Nord – ad eccezione della specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza – primeggia rispetto alle altre aree territoriali del Paese. Il divario Nord-Sud tende a ridursi guardando alla propensione alla brevettazione; tende viceversa ad aumentare sostanzialmente se si analizzano le performance territoriali in termini di tasso di innovazione del prodotto/servizio del sistema produttivo nazionale. PROPENSIONE ALLA BREVETTAZIONE PER MILIONE DI ABITANTI TASSO DI INNOVAZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO 160 60 140 120 NORD 100 80 60 40 20 2004 2005 2006 2007 2008 50 NORD ITALIA 40 SUD CENTRO ITALIA 30 CENTRO 20 SUD TASSO DI INNOVAZIONE DEI PRODOTTI/ SERVIZIO DEL SISTEMA PRODUTTIVO 10 2004 2008 2010 SPECIALIZZAZIONE PRODUTTIVA NEI SETTORI AD ALTA INTENSITÀ DI CONOSCENZA 5 30 NORD 25 ITALIA 20 CENTRO SUD 15 10 CENTRO 4 NORD 3 ITALIA 2 SUD 1 5 2004 2008 2010 2004 2008 2010 ■■ Figura 11 – Indicatori di innovazione per ripartizione geografica in Italia (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Istat 2014) La “dualità” dell’Italia impone delle riflessioni più attente quando si considerano i valori aggregati dell’output innovativo a livello nazionale. A fronte di una performance sub-ottimale identificata dall’AII, esiste nel Paese una situazione a “macchia di leopardo”, con poli locali (alcuni anche nelle Regioni meno innovative) molto competitivi che, anche non posizionandosi ai vertici dei ranking europei, mostrano comunque performance compa- rative importanti rispetto ai principali innovatori comunitari. Analizzando a titolo di esempio la Lombardia, emerge come la Regione si collochi all’11° posto tra le regioni europee per spesa per la Ricerca e Sviluppo. La Lombardia registra un’ottima performance anche analizzando il livello della spesa in R&S sostenuto dalle imprese: in questo caso la Lombardia ha il 12° livello di spesa (3 miliardi di Euro vs. i 16 della Regione tedesca Baden-Württemberg). © The European House - Ambrosetti 93 BADEN-WÜRTTEMBERG (DE) 19,45 ÎLE DE FRANCE (FR) 18,39 BAYERN (DE) 14,38 NORDRHEIN-WESTFALEN (DE) 11,52 MANNER-SUOMI (FI) 7,16 HESSEN (DE) 6,82 NIEDERSACHSEN (DE) 6,46 RHÔNE-ALPES (FR) 5,55 VLAAMS GEWEST (BE) 5,04 HOVEDSTADEN (DK) 4,55 LOMBARDIA (IT) 4,47 STOCKHOLM (SE) 4,40 ■■ Figura 12 – Spesa in R&D (miliardi di Euro) delle Regioni dei Paesi UE-15; Top 12 spender (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014) Analizzando invece il rapporto tra spesa in Ricerca e Sviluppo in rapporto al PIL regionale, le Regioni italiane risultano molto distanti dal best performer - il Cheshire, UK; nello specifico, la prima Regione italiana è il Piemonte al 61° posto con un rapporto spesa R&S su PIL pari a 1,88% (vs. 6,28% del Cheshire). Guardando la cartina italiana la dicotomia Nord-Sud risulta essere evidente 94 © The European House - Ambrosetti (cfr. fig. 26). Dal punto di vista del numero di addetti impiegati nella Ricerca e Sviluppo (in Full Time Equivalent), la Lombardia è tra le prime regioni italiane con 48.034 addetti, anche se è da rilevare la significativa distanza della dotazione rispetto al best performer europeo – l’Ile de France – con 150.414 addetti (cfr. fig. 27). ■■ Figura 13 – Spesa in R&S su PIL nelle Regioni Italiane, 2012 (Fonte: ISTAT) Fino a 0,65% 0,66%–1,00% 1,01%–1,35% 1,36% e oltre ÎLE DE FRANCE (FR) 150.414 OBERBAYERN (DE) STUTTGART (DE) 64.933 60.310 MANNER-SUOMI (FI) 54.466 COMUNIDAD DE MADRID (ES) 51.109 RHÔNE-ALPES (FR) 49.297 LOMBARDIA (IT) 48.034 CATALUÑA (ES) 44.456 VLAAMS GEWEST (BE) 39.215 KÖLN (FR) 37.583 ■■ Figura 14 – Addetti in R&S in Full Time Equivalent Fonte:The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014) © The European House - Ambrosetti Technology Report Ambrosetti-02-Index.indd 95 95 16/05/14 10:29 Sul fronte dei brevetti, in particolare quelli high-tech che presentano le maggiori ricadute per un’area territoriale, di nuovo la Lombardia è la Regione ita- liana migliore, con 52,41 brevetti. A guidare la classifica è la regione tedesca Bayern con 557,4 brevetti. Alla luce di queste considerazioni, emerge come BAYERN (DE) 557,4 ÎLE DE FRANCE (FR) 464,4 NORDRHEIN-WESTFALEN (DE) 244,7 RHÔNE-ALPES (FR) 161,1 KARLSRUHE (DE) 158,5 PROVENCE (FR) 140,5 SÖDRA SVERIGE (SE) 130,2 NOORD-BRABANT (NL) 129,1 VLAAMS GEWEST (BE) 126,1 120,5 BRETAGNE (FR) LOMBARDIA (IT) 52,4 ■■ Figura 15 – Numero di brevetti high tech delle Regioni Europee (Fonte: The European House Ambrosetti su dati Eurostat 2014) l’Italia debba certamente migliorare le proprie performance innovative e incrementare la propria propensione all’innovazione, se non vuole perdere il passo rispetto alle realtà estere più dinamiche e competitive. Va però sempre specificato che alcune aree del Paese devono migliorare più di altre: è infatti la velocità del più lento a determinare la velocità complessiva del Paese. Questo vale in generale, ma an96 cora di più quando ci si riferisce alle dinamiche degli ecosistemi dell’innovazione. Occorre dunque un ulteriore salto quali-quantitativo delle politiche pubbliche rispetto a quanto messo in campo fino ad oggi ed una ancora maggiore prioritarizzazione degli interventi, che non possono prescindere da una forte focalizzazione sulle specificità locali. © The European House - Ambrosetti Technology Report Ambrosetti-02-Index.indd 96 16/05/14 10:29 GLI ECOSISTEMI DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DELL’INNOVAZIONE: I CASI STUDIO INTERNAZIONALI 3 Obiettivo del capitolo Il capitolo offre una fotografia delle caratteristiche e delle dinamiche che hanno portato alla costituzione di alcuni degli ecosistemi di imprenditorialità innovativa di riferimento nel mondo, al fine di metterne in evidenza le scelte strategiche, i modelli e gli strumenti di governance e trarre spunti di riflessione per il contesto italiano. Il futuro oggi 1. IL PROCESSO DI PRODUZIONE DELL’INNOVAZIONE A LIVELLO SISTEMICO: CONDIZIONI ABILITANTI E ATTORI L’innovazione è una conditio sine qua non del progresso economico e sociale. I Paesi che per primi hanno capito l’importanza del circolo virtuoso “innovazione-produttività-crescita”, sono quelli che si sono posizionati meglio in termini di competitività di sistema di lungo periodo e che hanno mostrato maggiore resilienza alla crisi. L’esempio degli Stati Uniti, in cui si stima1 che tra il 50% e il 75% della crescita dal dopoguerra ad oggi sia stata legata a processi innovativi; il successo di Singapore, trasformatasi in poco più di 20 anni da economia “labour intensive” a “hotspot” dell’innovazione mondiale; il caso della Germania, Paese ai vertici delle classifiche di innovazione e competitività, sono una dimostrazione concreta di questa relazione. A fronte di questo, la geografia dell’innovazione a livello mondiale è in continuo divenire, con una profonda tra1 Fonte: US Department of Commerce (2011), “Unleashing Innovation, Promoting Economic Growth & Producing High-Paying Jobs: A White Paper from the US Department of Commerce”, Washington DC. 98 © The European House - Ambrosetti sformazione quali-quantitativa che si sta oggi sviluppando a due livelli tra loro interrelati: – Geografico, con la nascita di nuove aree/poli innovativi, accanto a quelli tradizionali ed emergenti. – Funzionale, con l’affermarsi di nuovi modelli e paradigmi di produzione dell’innovazione, sempre più incentrati alla collaborazione sistemica (cfr. capitolo 2). Tradizionalmente, l’innovazione è stata considerata come il prodotto di un team particolarmente creativo di una società, o il risultato di una specifica area geografica particolarmente “dotata” come la Silicon Valley. Tali processi erano pressoché patrimonio unico delle economie sviluppate del Nord del mondo. Negli ultimi 15/20 anni, a seguito dell’intensificarsi delle dinamiche della globalizzazione e della digitalizzazione – e da queste abilitata – si è inaugurata un’era di innovazione a livello globale. Oggi l’innovazione è una “moneta di competizione” accettata e riconosciuta da una cultura di business – che avvicina la comunità imprenditoriale a tutte le latitudini e longitudini – fortemente influenzata dai valori di apertura, esplorazione e assunzione di rischio. Tale situazione è resa possibile anche dall’accresciuta mobilità dei fattori produttivi, in primis i talenti: scienziati, progettisti e imprenditori possono essere attratti ovunque nel mondo, grazie all’offerta strutturata di giusti in- di ritorni finanziari e sociali. L’innovazione è oggi vista dai Paesi più competitivi sempre più come un “programma d’azione nazionale”: decine di Stati abbracciano ora in modo esplicito l’innovazione come una priorità-Paese e sviluppano strategie di innovazione, infrastrutture, progetti-sistemici di ricerca e iniziative mirate di sviluppo del capitale umano. In questo quadro, se da un lato gli Stati Uniti sono tra i grandi hub del sistema DOMANDE DI BREVETTO BREVETTI CONCESSI 2007 2009 2012 2007 2009 2012 Totale 107.664 172.181 325.750 24.488 52.265 93.917 Università 23.001 37.965 68.294 8.214 14.391 28.326 Istituti di ricerca 9.748 14.332 26.254 3.173 5.299 9.073 Settore privato (aziende) 73.893 118.257 226.581 12.851 32.160 55.827 Altro 1.022 1.627 4.621 250 415 691 ■■ Figura 1 – Brevetti (domande e rilasci) in Cina (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati China Statistics e Ambasciata di Cina 2013) centivi, di opportunità professionali e di ambienti creativi. Oggi anche un piccolo territorio (nazione o regione che sia) con poche risorse naturali e che vuole investire in ricerca d’avanguardia, attraendo con politiche mirate i “cervelli” necessari e dando loro infrastrutture di ricerca avanzate, può diventare – in un tempo relativamente breve – un player strategico a livello mondiale, ottenendo gran- innovativo mondiale, l’Asia lavora per confermare le sua visione di potenza innovativa del futuro, con la Cina che scala le classifiche di output innovativo2 e Co2 La Cina ha l'innovazione tra le sue priorità strateghe, come anche ribadito dal 12° piano quinquennale (2012-2015) di sviluppo economico. Gli obiettivi al 2020 sono: intensità di R&S sul PIL al 2,5% (1,87% nel 2011); 60% del PIL da prodotti ad alta e media tecnologia; indice di dipendenza da tecnologia straniera inferiore al 30% (41% nel 2011); posizionarsi tra i primi cin- © The European House - Ambrosetti 99 0,800 0,700 0,600 0,500 0,400 0,300 0,200 0,100 0,000 BG LV RO PL LT HR MT SK HU EL PT ES CZ PAESI IN RITARDO PAESI INNOVATORI MODERATI IT CY EE SI EU FR AT IE PAESI CHE TENGONO IL PASSO UK BE NL LU FI DE DK SE PAESI LEADER DELL’INNOVAZIONE ■■ Figura 2 – European Innovation Scoreboard 2014: sintesi dei risultati (Fonte: Commissione Europea) rea del Sud e Singapore3 che si rafforzano come centri di riferimento nei settori ad alto valore aggiunto. I Paesi europei continuano a muoversi a macchia di leopardo con alcuni “leader di innovazione” – secondo l’ultimo (2014) European Innovation Scoreboard4, Svezia, Danimarca Germania e Finlandia– e altri a seguire a distanze crescenti, come l’Italia, collocata nel gruppo degli “innovatori moderati”. que Paesi a livello mondiale in termini di brevetti e citazioni internazionali di articoli scientifici. 3 L’approccio del Governo di Singapore è per un modello di innovazione con una forte apertura internazionale, come affermato dal Singapore Economic Development Board, che invita il mondo a innovare in Singapore e Singapore a innovare per il mondo. 4 L’ European Innovation Scoreboard (EIS) è il principale strumento dell'Unione Europea per misurare la capacità di innovazione dei Paesi membri; è un indice costruito su 29 indicatori a copertura di 9 dimensioni che suddivide gli Stati membri in 4 gruppi: “Paesi leader nell’innovazione”; Paesi che “tengono il passo”; “Innovatori moderati” e “Paesi in ritardo”. 100 © The European House - Ambrosetti Ma anche nel resto del mondo le dinamiche di innovazione si delineano, con il rafforzamento di baricentri già consolidati a livello regionale – è il caso di Israele, Canada, Australia – e l’emergere di nuovi poli come Cile, Brasile e Sudafrica. Vari approcci sono possibili e coesistono in modelli di innovazionePaese distinti. L’ecosistema dell’innovazione abbraccia infatti numerosi soggetti (istituti pubblici di ricerca, Università, imprese, Ministeri, enti di normazione tecnologici, banche e venture capitalyst, incubatori/ parchi/acceleratori tecnologici, ecc.) che, congiuntamente e individualmente – detenendo e presidiando una parte della catena del valore dell’innovazione – contribuiscono allo sviluppo e alla diffusione di nuove tecnologie e saperi, disegnando dunque il framework all’interno del quale i Governi e gli amministratori locali definiscono e at- tuano le politiche per stimolare la capacità di innovazione. Si tratta dunque di un sistema di istituzioni e attori, che sono tra loro interconnessi per creare e trasferire la conoscenza e le competenze da applicare per produrre manufatti e processi nuovi. In questi processi le “reti” (loro qualità ed efficienza) giocano evidentemente un ruolo centrale e accordano un posizione importante ai cosiddetti “mediatori”, individui, imprese o organizzazioni che sono in grado di collegare i talenti e le attività separate (da posizione geografica, La governance dell’innovazione di Singapore1 Singapore, con una popolazione di poco più di 5 milioni di abitanti di cui il 42% di provenienza dall’estero, è un centro finanziario con un reddito pro-capite tra i più alto al mondo e un hub innovativo con una forte capacità di attrazione di investimenti e insediamenti produttivi (ad oggi sono più di 3.000 le multinazionali internazionali con sede nel Paese). Il successo è fortemente legato ad un sistema di governance particolarmente efficiente, che si basa sulle interrelazioni sinergiche tra Ministeri competenti e Agenzie dalla forte vocazione specialistica; tra gli attori principali: Spring: Agenzia per lo sviluppo delle imprese locali. Astar*: Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca. EPTL: ramo di commercializzazione dei ritrovati di Astar*. Singapore Economic Development Board: organo strategico di sviluppo che definisce le strategie di lungo periodo. –– International Enterprise Singapore: organo che si occupa delle politiche di attrazione internazionale dell’ecosistema. –– –– –– –– Tali enti operano con un’ottica integrata sui settori di volta in volta identificati come strategici dal Governo. * Per un approfondimento di dettaglio si veda il rapporto della Community TITT 2013. fuso orario, lingua, cultura, ecc.) in mo- di riferimento: dalità che generano valore5. La sfida – orizzontale, massimizzando la cadell’innovazione risiede dunque nella pacità e l’output dei propri cluster capacità di un Paese di ottimizzare innovativi locali (si veda anche cail proprio ecosistema su due dimensioni pitolo 2); – verticale, rendendo ottimale l’integra5 Paesi come la Danimarca stanno ad esempio perzione degli stessi rispetto alle politiche seguendo attivamente un ruolo di mediatore in settori e alle strategie di sviluppo-Paese; emergenti quali la sostenibilità. © The European House - Ambrosetti 101 La Silicon Wadi La Silicon Wadi è una striscia di terra che unisce Tel Aviv alle cittadine di Ra’anana, Petah Tikva, Herzliya e al centro accademico di Rehovot ed è considerata la seconda area del mondo per innovazione dopo la Silicon Valley. Tra le innovazioni sviluppate nella Silicon Wadi, si annoverano la tecnologia dell’instant messaging, il wireless e le chiavette USB. Spinte dalle politiche di facilitazione messe a punto per gli investitori esteri, numerose multinazionali mondiali hanno aperto centri di ricerca nella zona; tra queste: Intel, IBM, Google, Hewlett-Packard, Philips, Cisco Systems, Oracle Corporation, SAP, BMC Software, Microsoft, Motorola. La Silicon Wadi ospita anche diverse primarie società tecnologiche israeliane (Zoran Corporation, CEVA, Aladdin Knowledge Systems, NICE Systems, Horizon Semiconductors, RAD Data Communications, Radware, Tadiran Telecom, Israel Aerospace Industries, ecc.). L’apertura verso l’estero è forte anche nei confronti di nuovi attori della scena innovativa globale. Nell’aprile 2013 il gruppo di automotive Tata ha siglato un accordo con l’Università di Tel Aviv, prevedendo un investimento di oltre 20 milioni di Dollari in un fondo per lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia. attraverso una governance efficace dei contributi dei diversi attori. Sulla scorta delle esperienze aggregative di maggiore successo a livello mondiale, tutti i principali Paesi innovatori – consolidati ed emergenti – si stanno dotando di politiche mirate alla costruzione e allo sviluppo di cluster innovativi di eccellenza: il distretto IT di Bangalore, la cosiddetta San Pedro Valley 102 © The European House - Ambrosetti Brasiliana (regno delle start up tecnologiche della regione di Belo Horizonte), il cluster delle bio-tecnologice di Biopolis, la Silicon Wadi di Israele (rif. Box sopra), le politiche di forte supporto al venture capital di Shanghai, testimoniano della volontà dei rispettivi ecosistemi-Paese di giocare una partita di prim’ordine tra gli hub di innovazione mondiali. 2. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE NEL MONDO: ALCUNI CASI STUDIO INTERNAZIONALI SVEZIA REGNO UNITO CANADA - LONDRA - OXFORD - BRIGHTON - CAMBRIDGE - TORONTO - WATERLOO - VANCOUVER STATI UNITI FRANCIA - SILICON VALLEY - LOS ANGELES - BOSTON - NEW YORK - STOCCOLMA - LINKÖPING - MALMÖ FINLANDIA - OSLO - TAMPERE GERMANIA - BERLINO - STOCCARDA - FRIBURGO - PARIGI - GRENOBLE - TOLOSA OLANDA CINA SVIZZERA ISRAELE INDIA - EINDHOVEN - TEL AVIV COREA del SUD - SEUL - DAEJEON - SHANGHAI - SHENZHEN GIAPPONE - TOKYO - FUKUOKA - BANGALORE BRASILE - SAN PAOLO CILE - SANTIAGO DEL CILE SINGAPORE AUSTRALIA - SIDNEY - MELBOURNE ■■ Figura 3 – Hotspot di innovazione mondiale (Fonte: The European House - Ambrosetti) A fronte delle considerazioni sopra espresse, la Community TITT, ha avviato nel 2013 una mappatura strutturata degli ecosistemi internazionali dell’innovazione di riferimento, analizzandone le dinamiche e i percorsi che hanno portato al loro successo. Tali ecosistemi, sulla base del riscontro delle molteplici esperienze esistenti, possono afferire a due tipologie diverse: –– Casi-Paesi. –– Specifici cluster locali, all’interno dei Paesi. Con questa logica sono stati indagati (rif. Rapporto Community TITT 2013) i casi di: –– Canada, con un approfondimento sul cluster high-tech di Toronto (si © The European House - Ambrosetti 103 Toronto: Canada’s High Tech Hub L’area metropolitana di Toronto, con una popolazione di 5,6 milioni di abitanti per un PIL di circa $330 miliardi, assimilabile a quello di Argentina, Sudafrica e Irlanda, è 11° al mondo per output di innovazione. Il settore ICT è particolarmente forte, rappresentando il terzo cluster in Nord America, con oltre 178.000 occupati, un fatturato aggregato di circa 60 miliardi di Dollari e un significativo orientamento all’esportazione (circa il 20% del totale prodotto). Di grande rilevanza e capacità innovativa è inoltre il settore dei media: anche su questo piano Toronto è il 3° hub nordamericano, con oltre 600 start up nate nel solo 2012. La città punta molto anche sulle biotecnologie. Nel 2008, a partire da un consorzio di 4 Università, 9 ospedali, 2 centri di ricerca specializzati è nato il MARS Technology District, che – oltre ad aggregare le realtà associate in un unico campus – investe circa 500 milioni di Dollari all’anno in ricerca e sviluppo e supporta la nascita di start up e lo sviluppo di aziende nel settore dell’e-health e del biotech. L’ecosistema è supportato dalla presenza della Toronto University, prima Università del Canada secondo la classifica del Times e con politiche di attrazione dei talenti stranieri molto competitive: dei 70.000 stranieri che si trasferiscono a Toronto ogni anno, circa 30.000 sono canalizzati verso questa Università. veda Box sopra). –– Finlandia e il suo distretto innovativo di riferimento Tampere6. –– Israele e l’area della Silicon Wadi. –– Singapore. –– Cile, ripreso e approfondito anche nelle pagine seguenti. Tenendo conto che non esiste a priori una “ricetta” che consenta di ottenere gli stessi risultati in contesti territoriali fortemente eterogenei, lo studio della genesi di ecosistemi fortemente innovativi è comunque un utile strumento per trarre degli spunti propositivi a livello Paese. Di seguito sono illustrati: 6 Tampere è considerato tra i motori dell’innovazione finlandese. L’area, con circa mezzo milione di abitanti, ha investimenti in R&S superiori al 6% del PIL locale e conta circa 40.000 studenti. Tra le oltre 30mila imprese presenti, si contano realtà come Nokia, Intel, Cargotec, Glaston, John Deere, Agco Sisu Power, Metso, UPM, Sandvik, Nokian Tyres, Santen. Sin dall’800 la città è stata sede di diverse innovazioni con impatti mondiali: è a Tampere infatti che sono stati inventati tra gli altri il sistema GSM, la telecamera per i cellulari, i sensori anti-nebbia. La specializzazione territoriale all’innovazione è stata attivata a partire da una serie di policy chiave che dal 1994 guidano lo sviluppo della città di cui l’ultima, Open Tampere è stata attivata nel 2012, con orizzonte temporale al 2020. 104 © The European House - Ambrosetti –– –– 3 casi di cluster innovativi che per massa critica e impatto sullo sviluppo dei territori di riferimento, rappresentano dei punti fermi a livello internazionale: il cluster di Cambridge, quello di Parigi-Saclay e la Medicon Valley di Malmö. 3 casi di Paesi, sulla base delle differenze in termini di posizionamento competitivo e status del sistema nazionale dell’innovazione, che offrono uno spaccato sulle possibili scelte strategiche di sviluppo da implementare: Svizzera, Corea del Sud e Cile. 2.1. IL CLUSTER TECNOLOGICO DI CAMBRIDGE (REGNO UNITO) Cambridge è uno dei più importanti cluster tecnologici a livello mondiale: ospita circa 1.580 imprese specializzate nei settori delle scienze della vita (life sciences) e salute (healthcare), scienze fisiche, ingegneria e ICT (Information and communication technologies). Cambridge è citato in letteratura come uno dei pochi esempi di cluster nato dal “basso” (processo bottom-up), attraverso iniziative di networking informale organizzate dalle stesse imprese. Il cluster si è sviluppato negli anni ’80 intorno all’Università di Cambridge, che comprende attualmente 31 college autonomi, 6 scuole e 150 dipartimenti7; l’Università vanta il terzo posto nella classifica delle Università per numero di professori affiliati insigniti del premio Nobel (90) e oltre il 70% dei ricercatori è considerato leader mondiale o eccellente nel suo campo secondo il Research Assessment Exercise - RAE8. 7 http://www.cam.ac.uk/about-the-university 8 Il Research Assessment Exercise è una valutazione, eseguita periodicamente e in maniera congiunta dalle quattro istituzioni per l’educazione superiore del Regno Unito (Higher Education Funding Council for England; Scottish Funding Council; Higher Education Funding Council for Wales; Department for Employment and Learning, Northern Ireland), per valutare la qualità della ricerca intrapresa dagli istituti e centri di ricerca britannici. Lo scopo del RAE è produrre profili di qualità per ogni presentazione di attività di ricerca da parte delle istituzioni, utilizzati per le borse di studio e i finanziamenti pubblici. I RAE precedenti hanno avuto luogo nel 1986, 1989, 1992, 1996 e 2001; l’ultimo nel 2008. Nel 1970 il Trinity College dell’Università di Cambridge fondò il Cambridge Science Park, da molti considerato l’infrastruttura necessaria per rilanciare l’innovazione nel Paese. Ad oggi il Cambridge Science Park è tra i più grandi parchi tecnologici in Gran Bretagna ed ospita oltre 100 imprese high-tech. Barclays PLC, una delle più importanti banche del Paese, contribuì attivamente allo sviluppo del parco quando verso la fine degli anni ’70, riconobbe il potenziale di un mini-cluster tecnologico e mise a disposizione un dipendente incaricato di dare assistenza alle start up attraverso consigli di business e aiuto nella ricerca dei finanziamenti. La banca giocò un ruolo di aggregatore fondamentale e contribuì ad attrarre oltre 360 imprese high-tech nei dintorni di Cambridge. Il cluster si affermò a livello internazionale (il “fenomeno di Cambridge”) nella metà degli anni ’80 e la massa critica di innovazione e fatturato generato, convinse altre aziende a spostarsi nell’area; parallelamente il rafforzamento della presenza di professionisti specializzati in venture capital, finanziamento e servizi di supporto al business, contribuì ulteriormente a stimolare l’innovazione e la nascita di imprese ideate direttamente dagli accademici dell’Università. Nel 1986 Barclays, ritenendo di aver portato a termine il proprio compito, decise di lasciare spazio al St. John’s Innovation Centre (cfr. Box), il primo incubatore tecnologico in Europa ad ospitare aziende ad alta intensità di conoscenza, fondato su iniziativa del St. John’s College dell’Università di Cambridge. © The European House - Ambrosetti 105 St. John’s Innovation Centre Il St. John’s Innovation Centre è divenuto particolarmente famoso per l’ampia gamma di servizi offerti alle imprese, tra cui training e seminari, ma anche eventi di networking, esperienze di altre imprese nel settore e assistenza di tipo legale e finanziario. Il centro comprende 100 unità in affitto, costruite per team composti dalle 2 alle 25 persone. Le start up innovative, principalmente operanti nei settori delle telecomunicazioni, elettronica e scienze della vita, dopo un periodo iniziale di circa un anno in cui frequentano il centro da “esterni”, decidono solitamente di trasferirsi all’interno dell’incubatore per sviluppare ulteriormente la propria attività. La durata media della permanenza varia dai 3 ai 4 anni, periodo in cui il numero di dipendenti può aumentare dalle 5 alle 20 unità. Il management del centro si occupa di mantenere aggiornati gli affittuari riguardo le diverse opportunità di finanziamento, inclusi i bandi di ricerca pubblici, offrendo consigli legali e un numero di servizi per l’allargamento del network delle imprese. Queste attività, congiuntamente alla flessibilità del contratto d’affitto e alla presenza di un ambente culturale e universitario altamente stimolante, sono da molti ritenuti i fattori di successo dell’incubatore. La membership all’European Business and Innovation Centre Network (EBN) ed il successivo accreditamento come Business Innovation Centre (BIC) hanno contribuito all’immagine e al forte branding di cui gode l’incubatore all’interno del cluster. Ad oggi il cluster di Cambridge comprende 19 parchi scientifici, numerosi enti di ricerca e tre Università, tra cui Anglia Ruskin University, The Open University e la University of Cambridge. Le 1.580 imprese high-tech presenti occupano più di 57.000 persone ed hanno una capitalizzazione sul mercato di oltre 60 miliardi di Euro. Tra le aziende nate direttamente nel cluster, due hanno oltre 12 miliardi di Euro di capitalizzazione (ARM e Autonomy) e dieci imprese superano il miliardo9 (Abcam, Aveva, Cat, Chiroscience, Csr, Domino, Ionica, Marshall, Solexa, Virata). La presenza di gruppi multinazionali e il livello della ricerca hanno facilitato lo spin-off di start up innovative e l’attrazione di talenti nell’area. Il settore delle telecomunicazioni ha tra i capofila ARM, azienda leader nella produzione di microprocessori e negli ultimi anni anche il settore biomedico ha registrato importanti evoluzioni: il 18 Marzo 2013 AstraZeneca ha annunciato di voler stabilire un centro di ricerca e sviluppo e gli headquarter nell’area di Cambridge entro il 2016, con un investimento previsto pari a 400 milioni di Euro. Benché alcuni non considerino determinante il ruolo dell’Università di Cambridge nello sviluppo del cluster, la maggior parte degli osservatori riconosce l’importante contributo fornito dalle diverse iniziative, non solo accademiche, 9 Università di Cambridge – “Innovation in Numbers”. 106 © The European House - Ambrosetti che hanno preso vita proprio dall’Università. Il suo ruolo è stato fondamentale, anche per contribuire a creare un ambiente culturalmente e socialmente attivo e dinamico. vorire uno scambio costante di informazioni ed esperienze. In questo quadro, la presenza di imprenditori e business angel attivi nel settore ha facilitato gli investimenti e la nascita di nuove imprese ed ha ulteriormente contribuito allo scambio di informazioni e best practice non L’attrattività del cluster è infatti rinfor- solo tra Università e industria, ma sozata dalla presenza dell’Università in prattutto tra imprese, start up e imprengrado di attirare studenti sia dal resto ditori. del Paese che dal resto del mondo. Il tasso di laureati a Cambridge è del 46%, Nell’esperienza di Cambridge, se la prequasi il doppio rispetto alle media del senza di multinazionali e piccole e medie Paese (26%)10. Questo a sua volta incide imprese, le eccellenze accademiche e le in modo significativo sulla scelta dell’oc- diverse strutture che hanno promosso cupazione: a Cambridge la percentuale attività di networking e scambio di indi lavoratori nei settori knowledge-in- formazioni tra gli attori del cluster hantensive è del 25,9%, contro una media no contribuito significativamente allo sviluppo dello stesso, il ruolo dello Stato nazionale (UK) del 12,3%. Dal 1996 lo sforzo delle strutture acca- centrale sembra essere più marginale. demiche si è rivolto alla commercializzazione e al trasferimento tecnologico e dal Il successo è piuttosto il risultato della 1998, con la creazione di Cambridge compresenza di cinque fattori chiave: Enterprise (si veda Box), è stato dato –– La presenza e il radicamento nel un chiaro framework di riferimento per territorio di istituzioni universitarie la strutturazione delle relazioni Univerche rappresentano delle eccellensità e industria. ze competitive riconosciute a livello internazionale. Un altro fattore cruciale di successo per –– La collaborazione, anche grazie a lo sviluppo del cluster è stato il grado incubatori efficienti e strumenti ad di connessione tra industria, enti hoc, tra industria e Università, cendi ricerca e finanza. Nello studio tri di ricerca e strutture di trasferidell’esperienza inglese molti parlano di mento tecnologico. “caos costruttivo”, ad indicare il fatto –– Un forte “humus” culturale che non esiste un ente preposto all’orgaorientato all’innovazione e un nizzazione del cluster e delle sue attività, condiviso senso di appartenenza ad bensì una molteplicità di attori interconuna comunità, rinforzato dalla prenessi e proattivi che contribuiscono a fasenza di studenti internazionali e dall’alto livello di fiducia tra i diversi attori del cluster. 10 Cambridge Network – The Cambridge Cluster. © The European House - Ambrosetti 107 Cambridge Enterprise Limited Cambridge Enterprise Limited è stata creata come una sussidiaria dell’Università di Cambridge con lo scopo di aiutare gli inventori ed i ricercatori dell’Università a commercializzare le proprie idee e contribuire al progresso e all’innovazione. Cambridge Enterprise gestisce per conto dell’Università oltre 1.000 licenze di proprietà intellettuale, contratti di equity e di consulenza. Oltre ai servizi di gestione delle licenze ed i consigli riguardanti i diritti di proprietà intellettuale, Cambridge Enterprise funziona da agente di business per gli accademici che cercano finanziamenti per start up innovative o prestano servizi di consulenza presso enti esterni. Il portafoglio dell’Università di Cambridge, attraverso Cambridge Enterprise, comprende circa 70 imprese che impiegano oltre 1.700 persone e generano un fatturato annuale di oltre 200 milioni di Euro. Cambridge Enterprise si occupa direttamente della commercializzazione delle scoperte e della suddivisione degli utili tra ricercatori, dipartimenti, Università ed altri eventuali sponsor. Detratte le spese legali, di registrazione ed i compensi per eventuali sponsor, la ripartizione degli utili è così distribuita: Utile (opt-in) Inventore/i Dipartimento Università Fino a € 120,000 90% 5% 5% Fino a € 240,000 60% 20% 20% Oltre € 240,000 34% 33% 33% Il ricercatore che non vuole servirsi dei servizi offerti da Cambridge Enterprise per la commercializzazione dell’invenzione fa invece riferimento al seguente schema di ripartizione: Utile (opt-out) Fino a € 60,000 Oltre € 60,000 –– –– Inventore/i 100% 85% La presenza di imprenditori e business angel visionari, aperti alla collaborazione e al mentoring. La costante interazione, con scambio di informazioni e best practice, tra imprese, start up e multinazionali, anche attraverso seminari, conferenze ed eventi di networking informale. 108 © The European House - Ambrosetti Dipartimento 0% 7.5% Università 0% 7.5% 2.2. IL CAMPUS DI PARIGI-SACLAY (FRANCIA) La Francia ha oggi 71 cluster innovativi all’interno del Paese con una rete di 6.500 aziende, 650 delle quali straniere. Un quarto degli stabilimenti di ricerca e sviluppo all’interno dei cluster innovativi appartengono ad aziende americane; tra i Paesi Europei Germania e Olanda sono i più presenti. L’ecosistema dell’innovazione francese è stato creato seguendo un disegno preciso di politica industriale stabilito a livello Paese. Le aziende che si insediano all’interno dei cluster beneficiano di servizi e vantaggi tra cui sussidi diretti alle attività di R&S, detassazione degli investimenti e crediti fiscali. Tra il 2006 e il 2010, 4.600 progetti di collaborazione tra imprese e Università hanno ottenuto 3,6 miliardi di Euro di finanziamenti pubblici. A livello fiscale, la Francia offre la possibilità di dedurre una larga parte delle somme investite in ricerca e sviluppo: –– il 40% dei costi connessi alla R&S sono deducibili il primo anno, il 35% il secondo e il 30% per gli anni successivi fino ad un massimale di 100 milioni di Euro, al di là del quale la deducibilità si ferma al 5%; –– il credito d’imposta è raddoppiato per gli spin-off derivanti da organizzazioni pubbliche; –– lo stipendio di un dottorando nell’ultimo anno è conteggiato nella quota destinata a credito d’imposta e valorizzato fino a quattro volte il suo valore nominale. Nel 2013, circa 15.000 aziende hanno beneficiato del credito di imposta per un totale di 4,7 miliardi di Euro. Oltre ad una serie di enti pubblici che supportano le varie fasi della R&S, come il fondo OSEO dedicato alle PMI (650 milioni di Euro solo nel 2012) o la National Research Agency (750 milioni di Euro erogati nel 2012 come finanziamento diretto alla ricerca), la Francia ha istituito il National Investment Program con un budget di 35 miliardi di Euro da investire in 3 aree strategiche per il Paese: –– 10 miliardi di Euro per progetti di istruzione superiore, di cui: –– 7,7 miliardi per lo sviluppo di 10 centri di eccellenza per la ricerca e l’istruzione superiore; –– 1,3 miliardi per l’ammodernamento dei Campus universitari già esistenti; –– 1 miliardo per la costruzione del più grande campus universitario Europeo a Saclay. –– 9 miliardi di Euro per la ricerca e il trasferimento tecnologico, suddivisi in: –– 2 miliardi per mettere a disposizione dei ricercatori le migliori tecnologie da laboratorio disponibili; –– 2 miliardi per creare fino a 9 centri nazionali di trasferimento tecnologico; –– 2,4 miliardi destinati a ospedali universitari; –– 1 miliardo di budget per il finanziamento di un ente promotore della commercializzazione di brevetti delle aziende francesi. –– 16 miliardi per lo sviluppo di nuovi settori industriali, per le PMI e per lo sviluppo sostenibile. I fondi vengono erogati in base alla partecipazione delle aziende a bandi di finanziamento per progetti di ricerca destinati allo sviluppo sostenibile e alle tecnologie “verdi”. Nel complesso, l’effetto leva atteso dall’erogazione dei 35 miliardi di Euro è di circa 60 miliardi di investimenti tra pubblico e privato. © The European House - Ambrosetti 109 In questo quadro di sviluppo, uno dei progetti più importanti che sta vedendo la sua realizzazione è quello del cluster Parigi-Saclay: nel 2008 il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato l’avvio del progetto del Campus ParigiSaclay attraverso la fusione di diverse Università e istituti di ricerca dislocati nella periferia meridionale della città di Parigi. Una delle missioni del progetto è assistere il processo di convergenza tra diversi campi della scienza già in atto e lavorare per la costituzione di nuovi settori industriali. Secondo le parole di Sarkozy, Parigi-Saclay vuole essere “il superamento del mosaico di istituzioni, ciascuna di grande prestigio, che se mal coordinate tra loro e separate da barriere artificiali rischiano di essere totalmente obsolete in un’era di competizione scientifica globale”. ■■ Figura 4 – L’area di Parigi-Saclay: principali aziende e realtà accademiche (Fonte: The European House - Ambrosetti) §§ Ecole Nationale superieure du paysage §§ Ecole Nationale superieure du architecture PARIS SACLAY §§ Università di Versailles St-Quentin §§ ESTACA §§ HEC §§ INRA §§ CEA §§ ENS CACHAN §§ SOLEIL §§ CENTRALE SUPELEC §§ eads §§ thales §§ segula §§ valeo §§ fiat §§ Agro Paris Tech Ecole §§ Ecole Polytechnique §§ Logs §§ IFSTTAR §§ egis §§ bouygues construction §§ areva §§ as system San-Quentin en - Yvelines §§ safra §§ technocenter renault §§ hilti Versailles §§ nexter §§ vedécom §§ renault truks défense Saclay §§ air liquide §§ ge healthcare §§ IHES BUSINESS CLUSTER REALTÀ ACCADEMICHE 110 La scelta della localizzazione è stata determinata in funzione del potenziale di sviluppo innovativo e industriale: la parte meridionale della città di Parigi, vede infatti una notevole concentrazione di attività di R&S di alcune tra le più importanti multinazionali francesi e straniere, oltre alla presenza di alcune prestigiose scuole come la Scuola di Ingegneria École Polytechnique o infrastrutture scientifiche come il grande acceleratore di particelle Syncontron Soleil. Ad oggi il Campus di Parigi-Saclay comprende 2 Università; 10 “grandi ecoles” e 6 istituti di ricerca con circa 60.000 studenti e 20.000 ricercatori; 7 dei 23 centri di trasferimento tecnologico francesi (Carnot Institute) divisi per aree tematiche; 3 incubatori d’impresa e 16.400 aziende attive nell’area. Le aree tematiche verso le quali tendono © The European House - Ambrosetti §§ INRIA §§ ENSTA §§ INRA §§ Mines Telecom §§ ENSAE §§ ONERA §§ alcatel §§ lucent §§ zodiac §§ telindus Massy §§ kraft food §§ danone §§ edf r&d et campus §§ thales §§ horiba §§ lfb §§ ipsen §§ gsk §§ hp §§ alstom §§ cgg veritas §§ ericsson §§ sanofi §§ safran §§ thales §§ ge §§ bull tutti i corsi di laurea e le attività di ricerca sono state individuate sulle base delle sfide principali del nostro tempo e sulle possibilità di risposta del sistema-Paese francese: clima, energia, salute, alimentazione, mobilità. Il modello di funzionamento del cluster si basa sulla compresenza fisica delle tre componenti fondamentali di un ecosistema innovativo: –– –– –– ster è stata largamente finanziata dal Governo con un piano di investimenti di circa 5 miliardi di Euro tra il 2008 e il 2013: –– –– grandi aziende; istituti universitari o di ricerca; business center o incubatori di –– start up. Per ogni area tematica presente nel cluster, la struttura si ripete: Parigi-Saclay può essere dunque visto anche come un insieme di sotto-cluster ognuno focalizzato su un settore specifico, sotto una governance unica. L’area di Parigi-Saclay oggi conta 675 mila abitanti, con 372 mila posti di lavoro, una concentrazione di occupazioni high-tech quattro volte superiore alla media francese e una quota sul totale dell’economia ad alta intensità di conoscenza (Knowledge Intensive Business Services - KIBS) del 27% contro il 28% della Silicon Valley. Attualmente il 15% dei fondi pubblici per la ricerca in Francia sono concentrati nella zona di Parigi-Saclay. Nell’area sono insediati i centri di ricerca di riferimento di diverse aziende francesi leader nei rispettivi settori, come Danone, Renalut, PSA, Air Liquide, Alcatel e Thalés. La realizzazione delle strutture del clu- 2,5 miliardi di Euro investiti per la realizzazione di strutture per la didattica, ricerca e trasferimento tecnologico; 1,3 miliardi di Euro per la costituzione di nuovi corsi di laurea, programmi scientifici e corsi di dottorato; 1,2 miliardi in infrastrutture di trasporto tra cui la linea 18 della metro parigina. Dai 5 miliardi di Euro di investimenti pubblici, è attesa l’attivazione di oltre 20 miliardi di Euro di capitali privati investiti in progetti di espansione immobiliare, abitazioni, residenze per gli studenti, business center e centri di ricerca privati. A livello di governance, esiste un organo centrale – la Parigi-Saclay Development Authority (PDA) – che ha la responsabilità di gestire la fase di sviluppo immobiliare, stabilire le linee strategiche future, coordinare le attività di insediamento delle realtà accademiche, rappresentare il cluster come persona giuridica e promuovere l’ingresso di nuove aziende o realtà accademiche. La Paris-Saclay Development Authority (PDA) è un’autorità pubblica sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca e dello Sviluppo Immobiliare con un budget annuale separato da quello dei Ministeri con le funzioni di fi© The European House - Ambrosetti 111 LA PARIS-SACLAY DEVELOPMENT AUTHORITY È UN’AUTORITÀ PUBBLICA SOTTO IL CONTROLLO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DELLA RICERCA E DELLO SVILUPPO IMMOBILIARE. IL BUDGET ANNUALE È SEPARATO DA QUELLO DEI MINISTERI E L’ATTIVITÀ DI FINANZA E CONTROLLO RIPORTA DIRETTAMENTE AL MINISTERO DELLE FINANZE.IL PRESIDENTE E CEO È DECISO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE. BOARD OF DIRECTORS STATO, ISTITUZIONI REGIONALI, FONDAZIONI PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA, STAKEHOLDER ACCADEMICI E FINANZIARI DETERMINA IL BUDGET ANNUALE, STABILISCE L’ORIENTAMENTO STRATEGICO E I PROGETTI DI SVILUPPO DIPARTIMENTO DI FINANZA PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO SVILUPPO IMMOBILIARE, DALL’ACQUISTO DELLA TERRA ALL’ASSEGNAMENTO DI APPALTI PER LA COSTRUZIONE DI EDIFICI ADIBITI AI SERVIZI DI BASE SVILUPPO DI PIANI STRATEGICI DI SVILUPPO IN CONCERTO CON LE AUTORITÀ LOCALI, GLI STAKEHOLDER ECONOMICI E SCIENTIFICI, LE ASSOCIAZIONI, ECC PARIS-SACLAY DEVELOPMENT AUTHORITY COORDINAMENTO GENERALE DELL’ISTALLAZIONE SUL TERRITORIO DELLE REALTÀ ACCADEMICHE IN CONCERTO CON LA FONDAZIONE CAMPUS PARIS-SACLAY ADVISORY COMMITTEE ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE E AMBIENTALISTI CHE, RAPPRESENTANTI DEL MONDO AGRICOLO, CAMERE DI COMMERCIO, AUTORITÀ LOCALI E NAZIONALI, SUPERVISIONA LE LINEE DI SVILUPPO STRATEGICO E SCIENTIFICO DIPARTIMENTO DI COMPLIANCE, CONTRATTI E ARMONIZZAZIONE CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RAPPRESENTANTE LEGALE DELLE PROPRIETÀ DEL POLO E DEI PROGETTI DI SVILUPPO ANCHE PER CONTO DELLE REALTÀ ACCADEMICHE PROMOTORE DEL PARISSACLAY CLUSTER E RESPONSABILE DELLA IMPLEMENTAZIONE DEI PROGETTI DI SVILUPPO ■■ Figura 5 – Struttura di governance del cluster di Parigi-Saclay (Fonte: The European House - Ambrosetti) nanza e controllo che riportano direttamente al Ministero delle Finanze. Il Presidente e CEO della PDA è deciso direttamente dal Presidente della Repubblica Francese. La restante parte del Consiglio di Amministrazione è composta da rappresentati delle Istituzioni pubbliche locali, accademiche e finanziarie ed è coadiuvato, nella sua attività da un Advisor Commitee composto da membri delle organizzazioni di categoria coinvolte nel progetto (sindacati, organizzazioni ambientalistiche, rappresentanti del mondo agricolo, camere di commercio, ecc.) La PDA si rapporta con la Fondazione Campus Parigi-Saclay che ha il compito più specifico di assistere alla fase di transizione universitaria verso un unico ente che comprenda tutte le anime diverse presenti sul territorio. La Francia attraverso una politica-Pa112 © The European House - Ambrosetti ese proattiva di sostegno pubblico all’innovazione in risposta alle sfide dello sviluppo, ha promosso la costituzione di 71 cluster tecnologici, capaci di attrarre circa 280.000 studenti stranieri e più di 1.000 multinazionali straniere. All’interno di questa strategia, ParigiSaclay ha l’ambizione di diventare il più grande cluster innovativo europeo e tra i primi 10 al mondo (l’MIT lo ha già censito come uno degli 8 “world innovation cluster”). Il suo modello di sviluppo, a differenza di quello del cluster di Cambridge, è improntato ad un processo fortemente dall’“alto” (top-down), con una serie di precise scelte programmatiche e azioni intraprese per raggiungere gli obiettivi prefissati in accordo con la visione di sviluppo del Paese. Coerentemente con questo il successo di Parigi-Saclay, si gioca sui seguenti fattori, tra loro forte- –– l’Università di Copenaghen e l’Unimente sinergici: versità di Lund; –– le Agenzie per la promozione regionale dei due Paesi, Copenaghen Ca–– Forte presenza della regia pubblipacity e Region Skåne rispettivaca, con obiettivi di riqualificazione mente; dell’area e creazione di nuovi posti di lavoro. –– le imprese farmaceutiche e biomediche (ad esempio Novo Nordisk, –– Schemi fiscali altamente compeLundbeck, Astra Zeneca) già insetitivi per le aziende che decidono di diate nell’area; investire in R&S nel cluster (e più in generale in Francia). –– il Fondo europeo per lo Sviluppo Regionale, in particolare per quan–– Vocazione tecnologica dell’ato riguarda gli investimenti del prorea, con Istituzioni universitarie e gramma INTERREG11. centri di ricerca (anche privati) all’avanguardia. –– Preciso orientamento dei filoni- Il cluster life-science è specializzato nelguida della ricerca su aree sele- le scienze farmaceutiche, biomedicali e 5 zionate di interesse, sulla base della delle 12 Università presenti nel territorio rispondenza con la tradizione indu- offrono corsi relativi alle scienze della striale francese e il potenziale con- vita, attirando 45.000 dei circa 150.000 tributo allo sviluppo. studenti dell’intera regione12. –– Un sostegno pubblico certo e consi- L’attrattività e la specializzazione nel stente, anche grazie ad un modello settore è spiegabile anche grazie alla di governance integrata ed efficien- presenza di 32 ospedali, di cui 11 univerte, in grado di essere un catalizzato- sitari. Le 15 organizzazioni per la ricerca re credibile per l’afflusso di capitali clinica hanno permesso una stretta collaborazione tra ricerca e industria, ulteriorprivati aggiuntivi. mente rafforzata dalle strutture create all’interno del cluster: 7 parchi scientifici, 2.3. LA MEDICON VALLEY 6 incubatori (3 dei quali specializzati nelDI MALMÖ le scienze della vita) e 13 organizzazioni (SVEZIA-DANIMARCA) di contract manufacturing. La Medicon Valley è il cluster di riferi- Il cluster ad oggi conta circa 200 imprese mento per le scienze della vita (life- attive nel campo delle tecnologie mediscience) sviluppatosi nella regione tran- che, 150 in quello delle biotecnologie e 25 sfrontaliera Öresund, a cavallo tra 11 INTERREG è una iniziativa che mira a stimolare Danimarca e Svezia. Il cluster nasce nel 1997 grazie all’intera- la cooperazione tra regioni dell'Unione europea. Il programma è iniziato nel 1989, ed è finanziato dal Fondo zione coordinata e al contributo di diver- Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). si attori: 12 Medicon Valley Alliance (MVA) © The European House - Ambrosetti 113 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 ■■ Figura 6 – Numero di nuove start up bio-tech in Danimarca (Fonte: The European House - Ambrosetti) aziende farmaceutiche. Il settore privato delle life sciences impiega oltre 44.000 persone (circa il 2,7% di tutta la forza lavoro della regione) e la Medicon Valley attira più Investimenti Diretti Esteri nel campo medicale, biomedico e farmaceutico di ogni altra regione in Europa13. In media, su 10.000 nuove linee di sviluppo per prodotti farmaceutici, solo 10 arrivano ad essere testate sull’uomo e solo una di queste, raggiunge la fase di commercializzazione. Per questo motivo, la presenza di venture capital e di fondi sia pubblici che privati è fondamentale per il finanziamento dell’innovazione. Nello specifico, le criticità sono legate alle start up in fase pre-clinica che spesso non ottengono la possibilità di avanzare con i test e contribuire alla scoperta di nuovi prodotti. Anche in risposta a questi problemi, i Governi dei due Paesi hanno previsto schemi di tassazione favorevoli per le imprese che La domanda crescente di laureati in discipline mediche e biomediche ha spinto a potenziare l’istruzione superiore, che in Danimarca vede oltre 450 dottorandi14 conseguire il titolo nei settori lifesciences ogni anno. Un fattore determinante nello sviluppo del cluster è stata la creazione della Medicon Valley Alliance (MVA), un’organizzazione non-profit che annovera tra i 250 membri tutti gli stakeholder territoriali coinvolti nel cluster: imprese, investitori, Università, enti pubblici e istituti di ricerca. Lo sviluppo del cluster è stato permesso anche grazie all’adeguamento delle infrastrutture per la mobilità e l’accessibilità, che ha visto, tra gli altri interventi, la costruzione del ponte di Öresund, un tratto di strada di 16 km che collega la Danimarca e la Svezia in prossimità di 13 Fonte: Unione Europea, rapporto “Medicon Valley: Where Biotech is Business”. 14 Denmark Statistics – Research education, Graduate – Doctorate Students, 2014. 114 © The European House - Ambrosetti prevedano investimenti in R&S. Copenaghen e Malmö. L’infrastruttura –– – finanziata anche grazie ai fondi europei per l’integrazione regionale – è stata aperta nel 2001 e oggi registra circa 20.000 passaggi giornalieri, di cui il –– 43% di traffico pendolare. Il modello collaborativo di sviluppo del cluster della Medicon Valley, rappresenta un’ulteriore variante, imperniata sulla interazione tra Istituzioni nazionali e sovranazionali. Tra i fattori critici di successo, hanno giocato un ruolo fonda- –– mentale: –– –– –– Una ricerca avanzata di livello internazionale focalizzata su un campo chiave per il futuro: le scienze della vita (Danimarca e Svezia si collocano rispettivamente al 2° e 6° posto nella classifica mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche nel settore delle lifesciences per milioni di abitanti15). La presenza di imprese multinazionali e aziende leader mondiali nel settore life sciences, con la possibilità e le risorse per contribuire alla creazione di spin-off e lo scambio di informazioni con le organizzazioni di ricerca clinica. Una massa critica di venture capital, alimentata anche attraverso schemi di intervento pubblico-privato attraverso i fondi pubblici gestiti da Vinnova, l’agenzia Svedese preposta agli investimenti per l’innovazione (cfr. Box). 15 Ministero Danese per la Scienza, la Tecnologia e l’Innovazione, 2010. L’implementazione di meccanismi strutturati ed efficaci di rappresentazione dei diversi attori/interessi (Medicon Valley Alliance). La creazione di un forte “brand” e riconoscibilità, anche grazie all’azione della Medicon Valley Alliance, che ha facilitato l’identificazione e la cooperazione tra diversi attori, soprattutto attirando player internazionali. Un ottimo livello di servizi infrastrutturali (come ad esempio il ponte Öresund) e sociali (Università, servizi, ecc.). ■■ Figura 7 – Il ponte Öresund che collega Danimarca e Svezia © The European House - Ambrosetti 115 L’Agenzia governativa svedese per l’innovazione (VINNOVA) Vinnova è l’agenzia nazionale per l’innovazione della Svezia, fondata nel gennaio 2001 e operante sotto il Ministero dell’Industria, dell’Energia e delle Comunicazioni. La sua missione è promuovere una crescita sostenibile del Paese migliorando le condizioni per l’innovazione e per il finanziamento della ricerca. Vinnova gestisce i finanziamenti statali per la ricerca e sviluppo ed è responsabile per il coordinamento dell’azione svedese rispetto ai programmi-quadro dell’UE per la ricerca e lo sviluppo. Vinnova impiega circa 250 professionisti dedicati dislocati presso gli uffici di Stoccolma e Bruxelles. Vinnova è uno degli strumenti di riferimento al servizio della visione della Svezia di essere un Paese leader a livello mondiale nella ricerca e nell’innovazione e un ecosistema attrattivo in cui investire e condurre affari. A tal fine le attività di Vinnova si concentrano sulla promozione delle collaborazioni tra aziende, Università, istituti di ricerca e il settore pubblico, sullo stimolo ad un maggior uso della ricerca agevolando gli investimenti a lungo termine in innovazione e sul rafforzamento delle cooperazioni internazionali. Per massimizzare l’impatto sul sistema produttivo e della ricerca svedese, Vinnova agisce in maniera integrata con gli altri finanziatori della ricerca e ogni anno investe circa 2,7 miliardi di Corone svedesi (circa 300 milioni di Euro) in varie iniziative, con logiche di matching dei fondi del settore privato e/o delle altre organizzazioni di finanziamento del sistema della ricerca. Le decisioni di finanziamento sono effettuate con l’assistenza di esperti nazionali e internazionali per la valutazione dei progetti e vi è un sistema di monitoraggio continuo di tutte le iniziative; vengono 116 © The European House - Ambrosetti inoltre sviluppate regolarmente analisi di impatto per valutare gli effetti a lungo termine delle attività dell’Agenzia. Medicon Valley Alliance (MVA) L’organizzazione è stata fondata nel 1997 su iniziativa delle Università di Copenaghen e di Lund, con lo scopo di favorire l’interazione tra i diversi attori presenti nel cluster, contribuire alla creazione di nuova ricerca e aumentare le opportunità di business per le imprese. L’MVA persegue la sua missione attraverso diverse attività: –– La creazione di una piattaforma per il networking per l’ambiente accademico e per il mondo imprenditoriale. –– L’organizzazione di eventi e seminari per diffondere la conoscenza sui temi delle life-science. –– La redazione di aggiornamenti e panoramiche sugli sviluppi della regione in modo da promuovere attività di lobby mirate. –– La promozione del cluster e della regione a fiere internazionali, anche rappresentando i membri dell’organizzazione. –– L’analisi di temi specifici e iniziative strategiche al fine di migliorare l’efficacia della collaborazione nel settore delle scienze della vita. L’organizzazione ha conseguito l’obiettivo di rappresentare la complessa natura del cluster attraverso la supervisione delle attività da parte di un Consiglio di Amministrazione e la cooperazione degli attori pubblici e privati, le multinazionali e le piccole e medie imprese operanti nel settore, gli istituti di ricerca, le Università e le aziende di servizi. A garanzia dell’imparzialità della governance del MVA, così come di altri organi del cluster, le cariche di presidente e CEO sono distribuite secondo un’alternanza delle due nazionalità. 2.4. SVIZZERA: UN ECOSISTEMA FORTEMENTE COORDINATO La Svizzera, come noto, ha un’economia solida ed un alto livello di competitività e innovazione. I fattori che contribuiscono a posizionare il Paese in cima alle classifiche internazionali sono molteplici e uno studio dell’organizzazione delle politiche e della gestione delle stesse all’interno della Confederazione Elvetica può offrire spunti interessanti per una riflessione sui fattori che contribuiscono a creare un ecosistema dell’innovazione. obbiettivi che i diversi attori del sistema per l’innovazione devono raggiungere nell’arco del quadriennio. L’implementazione dei piani segue un approccio bottom-up, dato che le risorse pubbliche sono assegnate attraverso grant o processi di valutazione peer-reviewed a loro volta monitorati da due Agenzie indipendenti: –– –– il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (SNSF), che si occupa di finanziare la ricerca di base; la Commissione per la Tecnologia e l’Innovazione (CTI), che promuove l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la creazione delle reti telematiche nazionali. Il processo bottom-up di assegnazione dei fondi normalmente prevede che i partner del progetto (imprese private consociate con enti di ricerca o Università) presentino una proposta agli enti governativi e contribuiscano a finanziare il Le responsabilità politiche per l’innova- progetto per la metà del totale. zione e l’educazione in Svizzera sono suddivise tra lo Stato Federale ed i 26 CTI segue anche un processo top-down Cantoni, dove il primo coordina i fondi e nel caso di programmi relativi ad argole attività per la ricerca mentre le politi- menti specifici, ad esempio i temi delle che per l’educazione sono suddivise tra i start up e l’imprenditorialità o settori due livelli governativi. specifici nel campo medicale o delle Degli organi federali, l’autorità preposta scienze della vita (life sciences). A diffealla pianificazione e l’implementazione renza di altri Paesi, tuttavia, CTI non dei progetti per l’innovazione è il Segre- stanzia un ammontare per settore, ma tariato per l’Educazione, la Ricerca e favorisce la promozione di progetti di ril’Innovazione (SERI), responsabile an- cerca applicata finanziando esclusiche per la redazione dei piani quadrien- vamente la cooperazione tra indunali. I piani definiscono la strategia e gli stria e organizzazioni di ricerca. © The European House - Ambrosetti 117 Il Paese investe quasi il 3%16 del proprio PIL in Ricerca & Sviluppo, posizionandosi al di sopra della media OCSE (2,4%). Il settore privato rappresenta quasi il 70% della spesa in R&S del Paese17, mentre il Governo finanzia la ricerca, principalmente attraverso le Università, per circa il 30% del totale. La spesa pubblica è finanziata per circa il 63% dagli organi federali e per il 37% dai vari cantoni. Il livello di investimenti privati ha registrato un costante incremento durante gli ultimi anni, principalmente grazie alla presenza nel Paese di gruppi multinazionali caratterizzati dalla disponibilità di ingenti capitali, forza lavoro estremamente qualificata e un’eccellente rete internazionale di contatti (con altri istituti di ricerca pubblici e/o privati)18. dalla scuola secondaria. La Svizzera si posiziona oltre la media OCSE per la maggior parte degli indicatori riguardanti l’educazione, tra questi il numero di laureati (40% della popolazione) e l’apertura internazionale (circa il 40% dei ricercatori sia nel settore privato che nel pubblico è straniero ed il 50% degli studenti di dottorato viene dall’estero19). Il Paese, accanto ad alcune delle migliori Università internazionali – come l’EPFL di Losanna e l’ETH di Zurigo (rif. Box), ospita anche altre eccellenze riconosciute a livello mondiale, come il CERN, il più grande laboratorio internazionale di fisica delle particelle ed uno dei centri di ricerca più rinomati al mondo. I fattori di successo della Svizzera in termini di innovazione, possono essere riI principali settori di spesa R&S del set- assunti in: tore privato sono l’industria farmaceutica (38,6%), l’industria meccanica –– Costruzione di un framework(11,5%) e il settore ICT (9,2%). Paese coordinato per l’innovaNel Paese, 10 dei 26 Cantoni hanno la zione con iniziative, incentivi e suppropria Università e sono inoltre preporto finanziario promossi secondo senti 7 Università regionali di scienze un approccio result-oriented. applicate e 2 Istituti Federali Tecnologi- –– Centri di ricerca e Università ci (ETH). eccellenti sia dal punto di vista Il sistema educativo garantisce ottimi ridella didattica, sia per l’impatto delsultati anche grazie alla stretta collale scoperte ed il livello di trasferiborazione tra scuola e settore primento tecnologico. vato, a supporto dei programmi di –– Elevata quota del PIL nazionale inapprendistato che si svolgono a partire vestito ogni anno in ricerca e sviluppo, soprattutto da parte del settore 16 Fonte: OECD Statistics. privato. 17 ERAWATCH – Platform on Research on Innovation Policies and Systems. 18 Bauer P. et al., (2013) Seven Principles of Success: The Story Behind Swiss Innovation. 118 © The European House - Ambrosetti 19 FSO, Science and Technology Indicators, S&T Inputs – R&D Personnel & FSO, University Students. 2,08% 2,09% 2,09% 2004 2005 2006 2,10% 2,11% 2,12% 2007 2008 2009 2,14% 2,15% 2010 2011 2,17% 2,01% 1,95% 1,88% 1,82% 2000 2001 2002 2003 2012 ■■ Figura 8 – Spesa in R&S in % del PIL da parte del settore privato in Svizzera (Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati OECD 2014) GIAPPONE Livello di Innovazione (indice) 6 STATI UNITI FINLANDIA GERMANIA SVEZIA OLANDA 5.5 ISRAELE FRANCIA 5 DANIMARCA CANADA 4.5 SVIZZERA NORVEGIA INGHILTERRA AUSTRALIA 4 RUSSIA 3.5 3 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Università Top 500 per miliardo di abitanti –– La presenza di gruppi multinazio- ■■ Figura 9 – Paesi con Università nella Top e livello d’innovazione nali che favoriscono la collaborazio- 500 (Fonte: The European House - Ambrosetti su ne e lo scambio di informazioni, dati Shanghai Ranking 2012) grazie ad un network di contatti estremamente esteso, sia per quanto riguarda la collaborazione con istituti di ricerca e Università internazionali, sia per le relazioni commerciali con altre imprese. © The European House - Ambrosetti 119 EPFL Losanna ETH Zurigo L’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) è, insieme con ETH Zurich, l’unico Istituto Federale Svizzero di Tecnologia del Paese. La scuola politecnica è riconosciuta a livello mondiale come centro d’eccellenza per l’insegnamento e la ricerca così come per l’alto livello di innovazione e trasferimento tecnologico. Il parco scientifico Innovation Park ospita infatti oltre 140 start up innovative ed i centri di ricerca di alcune delle multinazionali più prestigiose al mondo, tra cui Debiopharm, Nestlé, Logitech, Credit Suisse, Constellium e Cisco. La struttura comprende 13 edifici, di cui 3 con laboratori bio-chimici e 10 con uffici modulari e 1.700 impiegati, in un contesto che ospita 329 laboratori e oltre 10.000 studenti. ETH Zurigo è una delle migliori Università a livello internazionale per lo studio delle tecnologie e alle scienze naturali. L’Università nasce nel 1855 e, ad oggi, conta oltre 18.000 studenti da più di 110 Paesi, di cui 3.900 sono studenti di dottorato. Secondo l’Academic Ranking of World University 2013, ETH Zurigo si posiziona nella top 10 per le scienze naturali e matematiche e nella top 5 per le materie chimiche. L’altissimo livello di ricerca e innovazione è altresì testimoniato dal progetto Human Brain Project (HBP), finanziato dai partner e dall’Unione Europea con 1,2 miliardi di Euro e coordinato dall’EPFL di Losanna. HBP è il programma con il più alto budget di ricerca mai stanziato e si pone l’obbiettivo, nell’arco di 10 anni, di fornire nuovi strumenti per la comprensione del cervello umano e dei suoi meccanismi e applicare le nuove conoscenze alla medicina e all’informatica del futuro. All’implementazione del progetto, coordinato dal neuroscienziato Henry Markram, partecipano 87 istituti di ricerca europei e internazionali. L’eccellenza dell’Università e il costante sforzo dedicato al trasferimento tecnologico e all’innovazione è anche dimostrato dal numero di nuovi brevetti, tra i 60 e gli 80 ogni anno. Questo è possibile anche grazie alla stretta collaborazione tra l’Università e il sistema industriale e le invenzioni si convertono spesso in spin-off dell’Università. Dalla fine degli anni ’80 si contano infatti oltre 530 spin-off, a riprova del fatto che l’innovazione e il trasferimento tecnologico rappresentano dei temi prioritari nell’ambiente accademico. Nel 1993 L’Università ha contribuito a sviluppare il Technopark Zurich, parco di riferimento del Paese per le start up innovative e finanziato esclusivamente da capitali privati. Il parco favorisce ulteriormente la collaborazione tra i diversi stakeholder al fine di produrre innovazione e trasferimento tecnologico, anche grazie alla presenza di 230 imprese che impiegano oltre 1.750 persone. Un altro strumento creato dall’Università è la Pioneer Fellowship, un programma della durata di 18 mesi che mette a disposizione 120 mila Euro agli studenti vincitori. I partecipanti, scelti due volte all’anno, possono concorrere presentando idee che abbiamo come scopo la creazi- 120 © The European House - Ambrosetti one di un prodotto o servizio altamente innovativo e con potenziale commerciale. Nel 2012 l’Università ha fondato l’Innovation and Entreprenurship Lab (ieLab) con l’obbiettivo di migliorare e velocizzare il trasferimento della ricerca scientifica all’industria. All’interno del laboratorio i giovani ricercatori e imprenditori dell’Università possono usufruire dei sevizi di mentoring offerti da imprenditori esperti e stringere partnership con l’industria fin dai primi passi. Oltre alla partecipazione agli eventi di networking e di mentoring, il laboratorio offre agli imprenditori di ETH anche la possibilità di usufruire di uffici e spazi specializzati per il business e dei servizi di ETH Transfer, l’ente per il trasferimento tecnologico dell’Università. 2.5. LA COREA DEL SUD: UN PAESE IMPRONTATO ALL’INNOVAZIONE La Corea Sud è riconosciuta come uno dei Paesi più innovativi a livello globale e diversi player globali come Samsung, LG o Hyundai si sono sviluppati e hanno i propri centri mondiali per la ricerca e sviluppo proprio nella penisola asiatica. Il Paese offre incentivi, un clima favorevole all’innovazione e schemi di tassazione agevolata per le imprese che investono in R&S. In media la Corea del Sud investe oltre il 4% del PIL in Ricerca & Sviluppo. L’efficiente pianificazione da parte del Governo ha permesso di veicolare le risorse, contribuendo significativamente ad aumentare gli investimenti del settore privato, responsabile per oltre il 70%20 della spesa totale in R&S. A differenza delle imprese, che svolgono principalmente ricerca applicata, il Governo contribuisce per circa il 30% della spesa in R&S investendo in ricerca di base in un’ottica di lungo periodo. Il Paese gode di un eccellente sistema della formazione: la Corea è il primo Paese tra i membri OCSE per la percentuale di laureati (il 65% della popolazione under 35 ha conseguito un diploma di laurea21), con un’altissima la mobilità studentesca (oggi la Corea del Sud è il primo Paese al mondo per numero di studenti all’estero: 19,99 ogni 10.000 abitanti, con un incremento dal 2006 al 2013 del 38%). L’alto livello del sistema universitario è provato dalla qualità del personale accademico: ad esempio, oltre il 50% dei professori della Seoul National University ha conseguito un diploma di dottorato negli Stati Uniti e la percentuale sale al 90% per la maggioranza delle Business School del Paese. In questo quadro, uno dei principali problemi del Paese è il livello sub-ottimale di commercializzazione delle invenzioni e il limitato trasferimento tecnologico tra Università e industria. Gli 20 Gupta, H. et al. “Innovation Policies in South Korea”, Institute for Defense Analysis, 2013. 21 OCSE 2013, Better Life Index, Paris, France. © The European House - Ambrosetti 121 scarsi risultati ottenuti negli ultimi anni sono infatti ritenuti una minaccia per l’ecosistema dell’innovazione nazionale. A fronte di questo, il Governo ha messo in campo una strategia d’azione puntuale e alcune misure descritte più sotto, sono già operative. novazione, la Corea del Sud presenta ancora un’economia significativamente divisa dove le piccole e medie imprese faticano a crescere e affermarsi. Per risolvere questa criticità, il governo Sud Coreano ha lanciato il programma Industrial Complex Cluster Program (ICCP) e l’Industrial Cluster Policy, entrambi Un fattore determinante per la ricerca e basati sulla “Legge di sviluppo industrial’innovazione tecnologica nel Paese è rap- le” del 1999. presentato dalla presenza di importanti gruppi multinazionali e “cam- Il Ministero per l’economia della conopioni” nazionali. Secondo un recente scenza (“Knowledge Economy”) (oggi studio commissionato dall’Office of the Ministero per il Commercio, l’Industria e Director of National Intelligence degli l’Energia) ha lanciato il programma ICCP Stati Uniti22, i conglomerati di imprese – con lo scopo di stimolare una crescita soo chaebol23 – sudcoreani hanno ridefinito stenibile e bilanciata tra le regioni del Pal’approccio agli investimenti tecnologici, ese attraverso la competitività e lo sviluppassando da una strategia conservativa e po tecnologico. Nel 2005, il primo anno incrementale ad un modello di business del programma, sono stati creati 7 cluster orientato a stimolare strutturalmente industriali pilota per favorire la collaboscoperte scientifiche all’avanguardia. Il razione tra industria, Università e istituti processo ha richiesto l’utilizzo di ingenti di ricerca in aree tematiche di specializzacapitali e sempre maggiori investimenti zione definite. Quattro anni più tardi, ai 7 in R&S di nuovi prodotti: Samsung, ad esistenti ne sono stati aggiunti altri 5. esempio, ha raddoppiato gli investimenti in R&S negli ultimi 3 anni, passando da Dal 2010 il Governo ha cambiato stratecirca 4,3 miliardi di Euro nel 2009 a 8,6 gia d’implementazione in modo da facilitare lo sviluppo dei progetti esistenti e miliardi nel 201224. rafforzare l’autonomia regionale: attraSebbene la presenza di campioni nazio- verso il programma Pan Regional Clunali abbia favorito gli investimenti e l’in- ster Program, i cluster industrial “tematici” sono stati accorpati in sei macro-regioni (rif. Fig. 11) all’interno del22 Gupta, H. et al. (2013), “Innovation Policies in le quali collaborano i diversi stakeholder South Korea”, Institute for Defense Analysis. pubblici e privati. Alla base della strategia 23 In Sud Corea indica un “gruppo d’affari” ed è spesso utilizzata per indicare le imprese multinazionali c’è la volontà di trasformare i complessi come Samsung, Hyundai, Pohang Iron, Steel Company industriali, fino al 2010 aree prettamente e LG Eletronics. produttive, in centri d’innovazione tecno24 Gupta, H. et al. (2013), “Innovation Policies in South Korea”, Institute for Defense Analysis. 122 © The European House - Ambrosetti logica e collaborazione tra i diversi sta- congiunti e scambiano informazioni al keholder. fine di produrre innovazione. In questo senso, la spinta all’innovazione L’organizzazione regionale del sistema e le diverse strade percorse per risolvere i nazionale dell’innovazione sud coreana problemi vengono dal basso, con un apha perseguito un duplice approccio: da proccio che esalta il ruolo proattivo delle una parte incentivare la collaborazione imprese. tra i diversi attori, dall’altra rafforzare la competitività del Paese a livello globale. L’ente preposto al coordinamento delle In questo quadro, ogni cluster regionale attività per lo sviluppo industriale è il funziona da hub per la gestione, pianifi- Korea Industrial Complex Corpocazione, valutazione e controllo dei pro- ration (KICOX), un’Agenzia governatigetti implementati. Inoltre, ogni ente re- va che su mandato del Ministero dell’Ingionale coordina le singole unità dustria ha il compito di controllare, organizzate in mini-cluster dove vengono pianificare, valutare e gestire l’intero riunite imprese, centri di ricerca e acca- programma. demia al fine di collaborare a stretto con- KICOX collabora all’interno dei mini-clutatto per trovare soluzioni innovative. ster con le imprese, gli istituti di ricerca e le Università, sia nella definizione dei Ogni cluster è organizzato secondo le ti- progetti che nell’assegnazione dei fondi pologie di produzione strategiche e le ca- per l’attuazione delle proposte. ratteristiche tecnologiche degli attori pre- KICOX supporta 51 Core Industrial senti: il cluster di Changwon, ad esempio, Park, con un impatto significativo sull’eha sviluppato il settore dei macchinari25; conomia Sud Coreana: rappresentano il cluster di Gumi è invece specializzato infatti il 36% del PIL, il 45% dell’export nell’industria elettronica; Seoul in ICT e ed il 24% degli occupati di tutto il Paegreen technology; Daebul nell’industria se26. navale. In questo quadro emerge con chiarezza All’interno dei mini-cluster, le imprese che i fattori critici di successo per il caso rappresentano l’agente innovatore Sud Coreano sono da ricercare: che individua i problemi, di varia natura, da sottoporre agli istituti di ricerca e –– Nella gestione ottimale di un dualle Università. Sotto la supervisione ed il plice approccio del Paese all’innocoordinamento degli enti governativi lovazione: cali, le imprese, gli istituti di ricerca e le –– top-down, derivante sia dall’azioUniversità collaborano, svolgono studi ne del Governo centrale che ha organizzato e strutturato le policy 25 I mini-cluster presenti sono infatti specializzati in macchinari industriali, stampi, mezzi di trasporto, meccatronica e lavorazione dei metalli di base. 26 Hung Suck Park (Director of KICOX), Eco-industrial park Initiative in South Korea. © The European House - Ambrosetti 123 BUPYUNG JUAN IT MEDICAL EQUIPMENT NAMDONG PARTS & MATERIAL BANWOL-SIHWA IT MACHINERY MACHINERY WONJU CHUNGJU CHEONAN ASAN ELECTRIC AND ELECTRONICS ULSAN YANGSAN EGOK GWANGJU SACHEON DAEBUL BIO KYUNGSAN JINRYANG SEONGSEO CHANGWON GUNSAN MACHINERY AUTOMOBILE SHIPBUILDING AEROSPACE GUMI OCHANG CHEONJU IKSAN PHOTONICS SHIPBUILDING AUTOMOBILE DONGHAE SEOUL NOKSAN JEJU ■■ Figura 10 – Suddivisione in cluster industriali su base regionale dal 2010 (Fonte: KICOX 2014) MINI CLUSTER PLANNING THE PROJECT MC MEMBERS APPLYING FOR THE TECHNOLOGY DEVELOPMENT PROJECT THE RESULT NOTIFICATION (OFFICIAL DOCUMENTS SENT) REQUIRED DOCUMENTS RECEIPT YES NO CORRECTION NO SELECTING PROJECT YES FIGURING OUT SOLUTION PRESENT TO EVALUATION COMMITTEE PROVIDING GRANDS PROJECT EVALUATION KICOX SITE EVALUATION EVALUATION COMMITTEE SELECTING PROJECTS NO YES SIGNING THE AGREEMENT INTERMIDATE CHECK FINAL CHECKS FOLLOW UP THE RESULT NOTIFICATION (OFFICIAL DOCUMENTS SENT) ■■ Figura 11 – Il ruolo di KICOX all’interno dei mini-cluster nella gestione dei progetti R&S (Fonte: KICOX 2014) 124 © The European House - Ambrosetti –– –– –– di supporto al cluster, sia degli enti locali che pianificano, implementano e monitorano i diversi programmi operativi; –– bottom-up, nell’approccio alla risoluzione dei problemi individuati dalle imprese e nel coordinamento con i diversi attori presenti nel cluster. Nella presenza di campioni nazionali che hanno permesso la creazione di cluster tematici specializzati e capaci di investire ingenti capitali in R&S. Nel facile e rapido accesso ad input di produzione “superiori”, grazie alla presenza di imprese di servizi, forza lavoro e fornitori concentrati in un’area geografica (la vicinanza riduce i costi ed i tempi di comunicazione, facilitando anche lo scambio di informazioni e know-how). Nella collaborazione tra istituti di ricerca, Università e industria (fatta salva la performance ancora non ottimale di commercializzazione delle istituzioni pubbliche e l’efficacia dei fondi governativi). 2.6. CILE: UN HUB INNOVATIVO EMERGENTE Negli ultimi anni il Governo cileno ha intrapreso una politica attiva con il fine di stimolare la crescita economica di lungo periodo ed evitare così la trappola del reddito medio (middle income trap). Il Cile infatti rischia di soffrire una crescita stagnante a causa della concorrenza di economie emergenti, che presentano un’alta competitività ed alti livelli d’investimento nei settori manifatturieri. Per diversificare la produzione industriale e migliorare le condizioni di lavoro, il Cile ha intrapreso un percorso che guarda all’innovazione e alla competitività come strumenti preferenziali per la crescita economica. Il Paese, nel tempo, si è dotato di una cabina di regia istituzionale per sostenere la crescita e pianificare gli investimenti in innovazione. Il sistema è composto da 5 attori principali27. Il Ministero dell’Economia definisce le linee guida e le strategie necessarie per “creare innovazione”, supportato dal Consiglio Nazionale d’Innovazione per la Competitività – CNIC (si veda Box) e dal Comitato dei Ministeri per l’Innovazione, che si occupa di definire le politiche per l’innovazione e ne coordina l’implementazione tra i vari Ministeri monitorandone i progressi. Gli altri due enti preposti alla promozione dell’innovazione nel Paese sono: –– La Corporación de Fomento a la Producción (CORFO) – attraverso InnovaChile, l’area dedicata al supporto all’impreditorialità – promuove l’innovazione ed il trasferimento tecnologico secondo un’azione che si articola secondo 4 27 Sepulveda, J., et al. (2014), Management of innovation in Chile: a case study for enhancing innovation capability of SMEs, Journal of Innovation Economics & Management. © The European House - Ambrosetti 125 –– diverse linee: studi di fattibilità; progetti di R&S; valorizzazione della ricerca attraverso brevetti e licenze; commercializzazione e go-tomarket dei risultati di progetti R&S. La Comisión Nacional de Invesigación Científica y Tecnológica (CONICYT); negli anni ’90 viene creato FONDEF, il fondo attraverso il quale CONICYT promuove progetti di R&S in ambito scientifico e tecnologico. Secondo stime dell’OCSE28, la spesa totale per l’innovazione in Cile è passata da poco più di 200 milioni di Euro nel 2005, a oltre 700 milioni nel 2013, arrivando a circa l’1,4% del PIL nel 2014. Tali investimenti sono cresciuti più della crescita media annuale del PIL e il Governo ha stabilito l’obiettivo di raggiungere il 2% del PIL in R&S al 2020. Dal 2005 la spesa pubblica cilena è in forte aumento in tutte le principali aree connesse al grado di innovazione del Paese29: –– Scienza, tecnologia e innovazione, che riferisce principalmente ai finanziamenti per la ricerca scientifica, la ricerca precompetitiva e i sussidi per l’imprenditorialità innovativa: la spesa è passata dal 0,19% allo 0,34% del PIL. 28 OECD (2013), “Start up Latin America: Promoting Innovation in the Region”, Development Centre Studies, OECD Publishing 29 CNIC (2013), “Declaración del Conseco Nacional de Innovación sobre el Presupuesto Público del Sistema Nacional de Innovación”. 126 © The European House - Ambrosetti Consiglio Nazionale dell’Innovazione per la Competitività Il Consejo Nacional de Inovación para la Competitividad – CNIC è un organismo pubblico-privato fondato nel 2006 con il ruolo di advisor per il Presidente della Repubblica sui temi dell’innovazione e la competitività. Tra le aree di competenza vi sono le scienze, l’educazione e la formazione del capitale umano, il trasferimento tecnologico e la diffusione di tecnologie. Il CNIC stabilisce le linee d’azione e le strategie per incentivare l’innovazione nel Paese così come le attività finanziate dal budget nazionale. In questo quadro ha redatto l’“Agenda per l’Innovazione 20102020”, che ha l’obbiettivo di indirizzare il Paese verso una crescita economica sostenibile (target: +5% di PIL all’anno) attraverso la creazione di un sistema produttivo basato sull’innovazione tecnologica. Il CNIC ritiene fondamentale aumentare la produttività in tutti i settori, stimolare gli investimenti pubblici e privati in R&S e rafforzare la cosiddetta “terza missione” delle Università, cioè il trasferimento della conoscenza e il progresso tecnologico. Gli ambiti di intervento del CNIC comprendono anche agevolazioni per le imprese che investono in R&S, i fondi per l’educazione e lo sviluppo di capitale umano e la creazione di cluster e parchi scientifico-tecnologici. –– –– Educazione superiore e formazione, che include le risorse destinate alle borse di studio e ai fondi per lo sviluppo del sistema universitario: la spesa pubblica è raddoppiata, dallo 0,33% al 0,65% del PIL. Crediti e garanzie, che è costituita dalle risorse di CORFO per il credito alle PMI e i prestiti universitari: la spesa ha segnato un incremento del 68%, passando dal 0,22% allo 0,37% del PIL. Il crescente interesse del Paese per le start up e l’innovazione è provato da un programma di governo estremamente ampio e strutturato. Ad esempio dal 2010 il Cile ha: –– –– –– –– semplificato la definizione di start up, in modo da identificare e valutare più facilmente gli elementi innovativi nelle proposte di finanziamento; semplificato le procedure e la burocrazia per migliorare la capacità del settore pubblico di sostenere l’innovazione; investito nella creazione di una cultura imprenditoriale; rafforzato l’attrattività del Paese al fine di creare una massa critica di imprenditori innovativi. ingenti in un industria che oggi vale oltre 600 milioni di Euro. CORFO ha anche co-finanziato gli angel-investor, fino ad un massimo del 70% del costo delle operazioni attraverso grant non rimborsabili. Gli sforzi del Paese hanno permesso la creazione di un insieme di strumenti finanziari articolati per il supporto all’imprenditorialità e l’innovazione. Esistono infatti diversi programmi implementati dal Governo che coprono tutte le fasi di sviluppo: dal seed-funding (Subsidio Semilla de Asignación Flexible - SAAF), agli incubatori e acceleratori di start up (Contact-Chile), alle attività di business training, fino al trasferimento tecnologico (Programa gestión de la Innovacón). Il Governo attraverso CORFO ha anche finanziato 29 dei 61 fondi di venture capital presenti nel Paese. Con un investimento pari a 210 milioni di Euro, l’Agenzia pubblica ha iniettato capitali © The European House - Ambrosetti 127 FINANZIAMENTO SEED FUNDING SSAF START UP CHILE CORFO SERVIZI AL BUSINESS E TRAINING IMPRENDITORIALE FRAMEWORK REGOLATORIO BUSINESS TRAINING INNOVACHILE CORFO ANGEL INVESTORS/ NETWORKS CORFO GO TO MARKET PROGRAM INNOVACHILE CORFO TECHNOLOGY PACKAGING INNOVACHILE CORFO VENTURE CAPITAL MIX PRIVATI CORFO GLOBAL CONNECTION PROGRAM CORFO ACCELLERATORI CONTACT-CHILE CORFO LEGISLAZIONE (N° 20494 DEL 2011) CHE DIMINUISCE IL TEMPO PER LANCIARE UN BUSINESS (7 GIORNI) E DIVERSI INCENTIVI FISCALI E TASSAZIONE SPECIALE PER LE IMPRESE CHE SVOLGONO PROGETTI DI R&S SEED START UP CRESCITA ESPANSIONE ■■ Figura 12 – Le politiche del Governo per promuovere le start up e l’innovazione in Cile (Fonte: The European House - Ambrosetti su OECD 2013) Il Cile oggi non figura ancora tra i Paesi più innovativi al mondo, tuttavia è indicato dai principali osservatori come uno –– degli hotspot emergenti. La visione-Paese verso l’innovazione è infatti chiara: far diventare il Cile il vero hub per l’innovazione e l’imprenditoria in America Latina. Coerentemente con questa vision, il Paese ha adottato una serie di politiche e di strumenti per creare un ecosistema favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità. –– Le scelte e le azioni intraprese offrono i seguenti spunti: –– L’importanza di una chiara visione-Paese e la conseguente impostazione (ruoli, compiti, poteri, fondi) degli organi governativi preposti 128 © The European House - Ambrosetti alla gestione e alla proposizione di policy mirate per l’innovazione. L’importanza di un sistema efficace di valutazione dei risultati che ha contribuito ad aumentare l’efficacia degli strumenti e delle iniziative lanciate. Alcuni progetti sono infatti stati rivisti in fase d’implementazione per correggere le lacune/duplicazioni (ad esempio il flexible seed grant, i finanziamenti agli incubatori e le valutazioni dei venture capital). L’importanza della promozione di programmi che contribuiscono a creare una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità (anche se i risultati associati a questo genere di azioni non sono facilmente misurabili). Il Programma Start Up Chile Nel 2011 il governo Cileno ha stanziato 22 miliardi di Pesos (circa 40 milioni di Dollari), creando il programma Start Up Chile. La formula di finanziamento erogata è semplice e chiara: 40mila Dollari “a fondo perduto” per 1.000 progetti accolti in un programma della durata di 6 mesi senza obblighi successivi di aprire un’azienda in Cile o di assumere cileni. Accanto ai fondi,Start Up Chile offre possibilità di networking con centinaia di giovani imprenditori da tutto il mondo, l’accesso ad una rete di mentor locali e internazionali, la possibilità di testare il proprio prodotto in un mercato piccolo, ma molto ricettivo. Per strutturare e ottimizzare l’impatto di Start Up Chile (2011 al 2014) è stato inventato l’RVA (Return Value Agenda), ovvero un sistema a punti30 che stimola gli startupper invitati a trasferire conoscenza, competenze e cultura innovativa ai cileni; a partecipare (e organizzare possibilmente) a seminari, corsi e classi universitarie; a fare da mentor a giovani imprenditori cileni, soprattutto fuori da Santiago e a spingerli a pensare globalmente. 30 Ogni startupper riceve dei punti (da 50 a 400 a seconda del tipo di attività) ed è tenuto a raggiungere quota 4.000 entro la fine del programma. 3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI E RIFLESSIONI PER L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE ITALIANO Il panorama dell’innovazione a livello globale è di fronte ad una trasformazione “di sistema” legata ai profondi cam- –– biamenti nei ruoli e nelle relazioni tra i diversi attori e nella articolazione dei processi stessi (modalità e logiche) di innovazione tecnologica. Tra i principali cambiamenti oggi in atto: –– –– L’innovazione è un processo sempre meno lineare e la ricerca di base, quella applicata e lo sviluppo industriale vanno via via integrandosi. I processi di R&S diventano più complessi e gli output del processo innovativo sono sempre più legati all’interazione tra discipline e attori con competenze diversificate (“filiere lunghe” dell’innovazione). Le nuove tecnologie hanno un carattere sempre più pervasivo e ICT, tecnologie dei materiali avanzati, biotecnologie e nanotecnologie sono destinate a rivoluzionare il © The European House - Ambrosetti 129 –– –– modo in cui produciamo e a diventare il differenziale di produttività/ input competitivo chiave per le imprese (cfr. capitolo 1). L’innovazione è sempre più veloce: il tasso di cambiamento è in costante aumento e nuovi prodotti, processi e servizi si susseguono sempre più rapidamente. Anche i settori più tradizionali e le nicchie di mercato sono coinvolti in questa accelerazione; non esistono settori a priori protetti dalla competizione sull’innovazione. Le risorse necessarie per condurre R&S di eccellenza aumentano: l’introduzione di innovazioni dirompenti sul piano industriale e sociale richiedono sforzi sempre maggiori in termini di risorse umane e di investimenti. Tutto questo ha impatti operativi strutturali sugli ecosistemi nazionali di innovazione, determinando nuovi ruoli e nuove richieste: –– Le Università sono chiamate sempre più ad essere delle “entrepreneurial universities” che, accanto alle missioni tradizionali di eccellenza nella didattica e nella ricerca, devono puntare anche alla massimizzazione delle ricadute della conoscenza prodotta in chiave economica e di mercato31. 31 Questo passaggio implica una revisione profonda delle logiche che governano attualmente l’organizza- 130 © The European House - Ambrosetti –– –– –– –– Il settore pubblico ha un nuovo ruolo. Nei processi di innovazione moderni, caratterizzati da attori tra loro estremamente differenziati, le Amministrazioni pubbliche – a tutti i livelli – diventano centro di raccordo, stimolo e sostegno dei processi di integrazione fra gli attori. Le reti cooperative – e le strutture di raccordo preposte – diventano fondamentali per consentire l’interazione e l’integrazione tra agenti differenziati per competenze, capacità, obiettivi. Il sistema finanziario si configura come attore strategico nei processi di R&S per assicurare in modo efficiente le risorse economiche necessarie. L’orientamento delle imprese all’investimento in innovazione deve fare un salto quali-quantitativo per poter abbracciare con successo le sfide competitive. In questo quadro i sistemi-Paese competono a due livelli: –– nell’organizzazione dei migliori ecosistemi nazionali dell’innovazione; –– nella promozione dei più competitivi cluster innovativi locali. In riferimento a questi ultimi, come anche visto più sopra, le modalità della zione dell’accademia, puntando ad una maggiore autonomia e flessibilità gestionale degli Atenei, nonché ad una revisione ed adeguamento delle risorse dedicate, anche secondo logiche competitive e meritocratiche. CAMBRIDGE (REGNO UNITO) PARIGI SACLAY (FRANCIA) MEDICON VALLEY (SVEZIADANIMARCA) TORONTO (CANADA) TAMPERE (FINLANDIA) SILICON WADI (ISRAELE) Tipologia di cluster Focalizzato (High-tech, ICT, telecomunicazioni e scienze fisiche) Multidisciplinare (Health care, alimentazione, ambiente, mobilità) Focalizzato (Life sciences: medtech, biotech, farmaceutico) Focalizzato (ICT, telecomunicazioni, software) Focalizzato (High-tech, ICT, bioscienze e healtcare, automazione) Focalizzato (Life sciences, software e telecomunicazioni) Processo di creazione Bottom-up Top-Down Bottom-up Top-Down Top-Down Top-Down Estensione geografica Regionale Interregionale Transnazionale Regionale Regionale Nazionale Coordinamento Indiretto Saclay Development authority Medicon Valley Alliance Indiretto Technology Centre Hermia Office of the Chief Scientist (OCS) Soggetto catalizzatore Università Governo Imprese e enti regionali Imprese e municipalità di Toronto Hermia e municipalità di Tampere Governo ■■ Figura 13 – Profili e caratteristiche dei cluster innovativi analizzati dalla Community TITT negli anni 2013 e 2014 (Fonte: The European House - Ambrosetti) loro creazione possono essere le più diverse: non esiste infatti un modello univoco di successo, come non esiste una configurazione organizzativo-funzionale di riferimento: i cluster possono nascere dal basso secondo spinte spontanee di attori locali (come nel caso di Cambridge) oppure con processi topdown con un forte ruolo del Governo centrale. tori di successo che rappresentano – con pesi specifici differenti nei diversi casi – delle “invarianti”: –– Parimenti i cluster possono avere una specializzazione produttiva oppure essere trasversali a più discipline/industrie, così come avere un impatto sullo svilup- –– po a livello regionale o sovra-locale. A fronte di questo esistono però dei fat- Governance efficace delle relazioni tra i diversi attori del cluster; questa può essere realizzata secondo meccanismi strutturati con Agenzie/organizzazioni preposte, oppure secondo processi informali, ma comunque dotati degli strumenti di raccordo necessari (parchi tecnologici, enti per il trasferimento tecnologico, ecc.). Policy pubbliche mirate di supporto. Nel panorama internazionale, molti degli ecosistemi innovativi © The European House - Ambrosetti 131 –– –– –– più dinamici – in particolare quelli di recente affermazione – si sono costituiti grazie ad iniziative promosse e supportate da enti regionali/locali, se non direttamente dallo Stato. Il finanziamento pubblico, come nel caso dei cluster di ParigiSaclay o della Medicon Valley più sopra illustrati, non assume la sola finalità di gettare le fondamenta per la costituzione di un cluster di imprese, ma rientra in un disegno più ampio di sviluppo e riqualificazione territoriale. Centri di eccellenza e/o imprese leader presenti (o attratte) sul territorio. Questi sono delle condizioni necessarie per produrre output “superiori”, siano essi legati ai processi di trasferimento della conoscenza di avanguardia, o agli spin-off di catene di innovazione lunghe. Sistema finanziario (e risorse adeguate) di supporto, sia esso guidato dall’investimento pubblico, sia rappresentato dal settore privato; sempre più spesso l’orientamento è verso schemi integrativi pubblicoprivati in grado di attivare risorse con un effetto leva. Ambiente innovativo e network relazionale. L’innovazione è innanzitutto un approccio ed un metodo di lavoro che valorizza conoscenza, competenza, idee e merito e che ha nella “cultura” e nella dimensione delle relazioni interpersonali un elemento catalizzatore imprescindibile. 132 © The European House - Ambrosetti L’ecosistema dell’innovazione italiano ha in nuce tutti questi elementi. La sfida è potenziare il sistema d’innovazione nazionale e rafforzare i suoi rapporti e meccanismi di interazione con l’universo industriale-territoriale, all’interno di una strategia coerente e organica in grado di rifondare la competitività del sistema su basi solide e proiettate sul futuro. La multiforme realtà del Paese, con la compresenza di nicchie di eccellenza e risultati a bassa performance, una rete di interazione tra attori che faticano a parlare lo stesso linguaggio, una bassa densità ed efficienza degli strumenti (compresi quelli finanziari) per la propagazione dell’innovazione dal sistema della ricerca al mercato, disegnano infatti un quadro in cui l’architettura innovativa nazionale necessita di adattamenti strutturali. Di questi si dirà al capitolo 4. CAMBRIDGE (REGNO UNITO) PARIGI SACLAY (FRANCIA) MEDICON VALLEY (SVEZIADANIMARCA) TORONTO (CANADA) TAMPERE (FINLANDIA) SILICON WADI (ISRAELE) Tessuto industriale §§ PMI ma anche R&S delle multinazionali (Microsoft, Toshiba, Astrazeneza) §§ 1580 imprese, 57.000 occupati e € 50 miliardi di capitalizzazione §§ Multinazionali leader nel settore (Siemens, EADS, Danone, Renault) §§ 16.400 imprese, circa il 13% della forza lavoro in R&S in Francia §§ Leader industriali (Pfizer, Novo Nordisk, Coloplast) §§ Imprese: 200 medtech, 150 biotech e 25 farmaceutiche, circa 44.000 impiegati nel settore life sciences §§ Multinazionali (IBM, Rogers Telecoomunications, Celestica, General Electric) §§ 12.300 imprese high tech con 178.000 impiegati oltre 50 miliardi fatturato §§ Multinazionali (Nokia, Intel Cargotec) §§ 2000 imprese per un totale di 34.000 impiegati e € 7.7 miliardi di fatturato §§ Multinazionali (Google, HP, Philips, Cisco) §§ 4.800 start up e circa 100 imprese israeliane quotate §§ al NASDAQ Università §§ 3 Università, di cui l’Università di Cambridge (90 premi Nobel) §§ 20.000 studenti, 5.000 tra ricercatori e professori §§ 2 Università §§ 10 Grande Ecoles §§ 60.000 studenti e 20.000 ricercatori e ingegneri §§ 12 Università nella regione, di cui 5 per le life sciences §§ 150.000 studenti, di cui 45.000 nelle life sciences e 10.000 scienziati §§ 6 college e 4 Università che offrono rispettivamente oltre 40 e 21 programmi ICT §§ L’Università di Toronto ha 70.000 studenti §§ 2 Università e 2 Politecnici con orientamento ICT §§ 38.000 studenti §§ 10.000 professionisti nel settore ICT §§ 7 Università di ricerca, tra cui Technion (Technology University), Weizmann Institute (life sciences), Hebrew Uni, Haifa Uni. Strutture di trasferimento tecnologico §§ 19 science & business parks §§ Cambridge Enterprise, TTO dell’Università §§ Un unico science park e 6 istituti di ricerca §§ 7 dei 34 istituti per il TT della Francia §§ 7 science parks §§ 15 organizzazioni di ricerca clinica e 13 organizzazioni di contract manufacturing §§ Innovation & Partnership Office (IPO) dell’Università di Toronto §§ Diversi science parks (Life science cluster, Technology Hermia , New Factory) §§ Israel Technology Transfer Organization (ITTO) supervisiona il TT Finanza / capitale di rischio §§ Venture capital a Cambridge rappresenta il 7% di tutto il Regno Unito §§ Business angel importanti (investimenti tra 50mila e 1 mil €) §§ Limitato, problema strutturale §§ Massa critica di venture capital §§ Fondi di ricerca (pubblici e privati) §§ Investimenti per commercializzazione del prodotto §§ Buon livello di venture capital §§ Investimenti e fundraising dall’estero (USA) in ascesa §§ Seed funding e venture capital §§ Investimento pro capite oltre il 6% del PIL §§ Oltre 70 fondi di Venture capital che investono circa lo 0.5% del PIL Policy Pubbliche §§ Organizzazione informale (assenza di una framework di riferimento) §§ Fondamentale il contributo all’Università e le infrastrutture nell’area §§ Guidato dal governo §§ Sinergia con altri programmi di sviluppo territoriale §§ In linea con le politiche proinnovazione della Francia §§ Ruolo proattivo degli enti di sviluppo regionale §§ Fondi Europei per l’integrazione regionale §§ Infrastrutture fisiche: Ponte di Oresund §§ Policy strategiche del governo federale §§ Supporto alle Università da parte del Dipartimento di Difesa §§ Supporto pubblico principalmente attraverso il governo locale §§ Centre of Expertise Program (Ministero Economia) §§ Diversi programmi finanziati dll’Office of the Chief Scientist (OCS) §§ Fondi di finanziamento R&S alle Università ■■ Figura 14 – Quadro sinottico dei cluster innovativi analizzati dalla Community TITT negli anni 2013 e 2014 (Fonte: The European House - Ambrosetti) © The European House - Ambrosetti 133 INNOVARE PER CRESCERE: LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY TITT PER IL PAESE 4 Obiettivo del capitolo Il capitolo declina il quadro strategico di riferimento per lo sviluppo della capacità innovativa dell’Italia, argomentando le aree critiche in relazione al contesto attuale del Sistema Paese, presentando le priorità d’azione individuate, e illustrando le linee guida di intervento messe a punto dalla Community. Il capitolo recepisce anche le proposte sviluppate dal Junior Chapter nell’ambito dei lavori della Community TITT. Il futuro oggi 1. CONSIDERAZIONI SULLE PRIORITÀ PER LA CRESCITA DELL’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE ITALIANO L’innovazione è un elemento trasversale, funzionale alla competitività di un Sistema Paese, che interessa una molteplicità di attori (aziende, finanza, Istituzioni, accademica/ricerca) e si può manifestare con declinazioni e assetti, anche molto diversificati all’interno di uno stesso contesto (rif. capitolo 3). di spostare avanti la frontiera dell’innovazione, anticipando le trasformazioni tecnologiche e le tendenze di mercato e massimizzando l’efficacia del trasferimento della conoscenza – applicata a prodotti, servizi e processi – in chiave di mercato. Il premio competitivo per i Paesi non deriva più dal “semplice” investimento in ricerca e sviluppo, ma è legato alla capacità di massimizzare le connessioni (qualità e quantità) tra attori diversi all’interno di ecosistemi di innovazione integrati, operanti su scale e ambiti, anche geografici, differenziati. Nell’attuale scenario occorre dunque una forte capacità di gestione strategica dell’innovazione, che a livello Paese richiede: Non esiste “il” modello di innovazione per eccellenza: ogni sistema può essere organizzato più funzionalmente agli obiettivi specifici, alla tradizione/caratteristiche e alla cultura di riferimento. A fronte di ciò, esistono però delle “invarianti” (cfr. anche capitolo 2) la cui presenza determina il successo (o il declino relativo) della capacità innovativa di un Paese/sistema territoriale. Il panorama globale dell’innovazione ha subito nell’ultimo decennio una radicale 1. Una chiara visione di sviluppo metrasformazione: a cambiare non sono dio-lungo periodo ed una efficace stati solo i protagonisti e le sfide, ma anstrategia nazionale di innovazione, che le modalità di fare innovazione. con obiettivi tempificati e misurabili. Oggi le pressioni competitive 2. Un modello di governance efficace (a sono massime e la velocità del livello centrale e locale) con risorse, strumenti e politiche/normative coecambiamento è una chiave di volta renti e funzionali agli obiettivi. strategica. In un contesto di forte competizione glo- 3. Un orientamento culturale diffuso bale tra sistemi territoriali, la possibilità verso l’innovazione. di garantire percorsi di crescita sostenibili poggia indissolubilmente sulla capacità 136 © The European House - Ambrosetti GOVERNO (POLICY) MARKET PULL IMPRESE RICERCA DI BASE CONOSCENZA RICERCA APPLICATA TECNOLOGIA SVILUPPO INDUSTRIALE MERCATO RICERCA PRODUCT/TECHNOLOGY PULL FINANZA / INVESTITORI (CAPITALI E RISORSE) ■■ Figura 1 – Attori e relazioni funzionali in un ecosistema di innovazione (Fonte: The European House - Ambrosetti) L’obiettivo prioritario per l’Italia, per stare al passo con le realtà estere più dinamiche e competitive, è (ri)creare un ecoSistema Paese in grado di attivare processi di innovazione strutturale, valorizzando sistematicamente l’intelligenza e la ricerca disponibile presso i serbatoi di conoscenza e garantendo al sistema delle imprese le migliori condizioni per l’utilizzazione economica in chiave di mercato dei nuovi ritrovati. © The European House - Ambrosetti 137 Si tratta dunque di ottimizzare l’organizzazione dell’ecosistema dell’innovazione nazionale, che deve essere pensato per favorire i processi di produzione del “nuovo” su basi continuative; questo è l’elemento strategico che rileva nel contesto contemporaneo1. L’Italia si sta muovendo per recuperare le distanze rispetto ai competitori internazionali e negli ultimi anni sono state promosse azioni importanti in fatto di miglioramento del sistema alla ricerca, supporto alle imprese innovative, razionalizzazione delle norme e delle strutture (cfr. capitolo introduttivo). Tali processi devono continuare con l’obiettivo di: 1. Differenziare le funzioni dei vari attori – pubblici e privati – che devono contribuire per la parte di competenza e non sovrapporsi. 2. Connettere le funzioni, perché nei moderni ecosistemi di innovazione la qualità e l’intensità dei collegamenti è fondamentale. 3. Svilupparsi e crescere, aiutando i processi di innovazione delle imprese esistenti e al contempo stimolare la nascita di nuove imprese. 4. Adattarsi all’ambiente, perché un sistema rigido non può reggere alla velocità dei cambiamenti dell’epoca attuale. 1 L’innovazione occasionale, pur utile, è dovuta ad occasioni e opportunità non pianificabili (“l’occasione va colta al volo”) e, pur conducendo a risultati specifici anche significativi, a livello aggregato di Sistema Paese ha un valore marginale. 138 © The European House - Ambrosetti La Community TITT ha identificato, nel suo primo anno di lavoro (2011-2012) 5 “cantieri di lavoro” su cui – alla luce della situazione del Paese – dovrebbero essere orientati prioritariamente gli sforzi dei policy maker e degli attori coinvolti nella comunità dell’innovazione: 1. Strategia nazionale dell’innovazione. I principali Paesi avanzati hanno negli ultimi anni messo a punto strategie organiche miranti a una specializzazione e ottimizzazione dell’ecosistema innovativo nazionale. L’Italia non ha ancora finalizzato tale processo. 2. Investimenti in innovazione. Innovare è un investimento rischioso che necessità di fondi e risorse adeguate. In Italia i vincoli di bilanci pubblici, le limitate capacità di autofinanziamento delle PMI, le difficoltà di attivare canali finanziari integrativi, rappresentano un fattore di blocco rilevante. 3. La cooperazione ricerca-industria. Il trasferimento tecnologico è chiave per trasformare la conoscenza in utilità economica. L’Italia ha una performance ancora sub-ottimale2 in questo ambito per motivi organizzativi e culturali3. 2 In Italia nel 2011 la vendita di licenze dalle Università alle aziende ha ammontato a 1,3 milioni di Euro; negli USA a 3,4 miliardi di Dollari. Fonte: Netval 2011. 3 Limitata massa critica degli Uffici di Trasferimento Tecnologico (generalmente di piccole dimensioni, non sufficientemente professionalizzati e con risorse scarse), mancanza di risorse adeguate (o difficoltà di canalizzazione delle stesse) lungo le fasi del processo di technology transfer, “linguaggi” differenti e incentivi STRATEGIA NAZIONALE DELL’INNOVAZIONE CULTURA PAESE DELL’INNOVAZIONE INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE ECOSISTEMA PAESE SVILUPPO IMPRESE INNOVATIVE COOPERAZIONE RICERCA INDUSTRIA ■■ Figura 2 – I cantieri di lavoro per l’ecosistema innovativo dell’Italia (Fonte: The European House - Ambrosetti, Community TITT 2011) 4. Sviluppo delle imprese innovative. 5. Cultura-Paese dell’innovazione. Nei L’impresa è l’attore che trasforma la processi di innovazione la dimensioconoscenza (prodotta internamente ne umana è centrale. Un ambiente o generata in collaborazione con sogcreativo e una forma mentis pro-ingetti esterni) in nuovi prodotti o sernovazione e imprenditorialità sono vizi. Il suo ruolo è quindi fondamentre gli elementi che determinano il tale e deve essere supportato con un successo di un ecosistema territoriaquadro coerente di politiche pubblile (cfr. capitolo 3). In Italia, tale culche che agevolino – secondo canoni di tura è diffusa a macchia di leopardo, equità e sostenibilità – tali processi. anche tra gli stessi attori preposti all’innovazione. disallineati tra imprese e sistema della ricerca, ecc. © The European House - Ambrosetti 139 2. LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY TITT PER L’ITALIA A partire dai “cantieri di lavoro” sopra menzionati, la Community TITT ha –– identificato varie proposte per potenziare l’ecosistema nazionale dell’innovazione, presentandole ai decisori e agli stakeholder nazionali in occasione del Technology Forum. Tra le proposte presentate nel tempo si ricordano: –– –– –– –– –– La formulazione di una strategia nazionale dell’innovazione (questa –– proposta, data la sua importanza, è ripresa più sotto). La creazione di un “TransferLab” a supporto del sistema di trasferimento tecnologico italiano. La razionalizzazione degli incentivi –– pubblici (centrali e locali) alla ricerca e all’innovazione, favorendo pochi strumenti chiari, ad impatto diretto e il più possibile automatici4. La definizione puntuale di “impresa innovativa” (alla quale collegare –– agevolazioni ad hoc). La semplificazione e la riduzione, sulla base di oggettive valutazioni di merito, del numero di strutture pub b li ch e di r ice r ca e di 4 Tra questi: periodi di tax holiday per la costituzione di imprese, riduzione degli oneri fiscali e previdenziali per il personale di ricerca qualificato, riporto delle perdite fiscali. 140 © The European House - Ambrosetti trasferimento tecnologico 5 . La revisione dei processi di reclutamento nel sistema della ricerca pubblica, introducendo meccanismi di direct recruiting con bandi internazionali e uno snellimento sostanziale delle procedure per l’ottenimento del visto di ingresso e del permesso di soggiorno per ricercatori extra-comunitari interessati a lavorare in Italia. L’istituzionalizzazione della “3° missione” per le Università, prevedendo obiettivi espliciti di trasferimento tecnologico con sistemi premiali e maggiore autonomia per gli Atenei. La promozione di schemi di intervento misti pubblico-privato per il finanziamento delle imprese innovative (anche questa proposta è ripresa e ampliata nelle pagine successive). Stimolo al venture capital armonizzando il regime fiscale e normativo alle best practice internazionali. 5 Oltre 1.200 Centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico (Parchi, Incubatori, UTT, BIC e Agenzie per lo Sviluppo, centri servizi), oltre ad un sistema della ricerca, composto da Università, Centri di ricerca pubblica e centri privati che conta oltre 110 realtà scientifiche sul territorio. Tali proposte hanno visto, in alcuni casi, in tutto o in parte, applicazione (si veda quanto detto nel capitolo introduttivo). In quest’ultimo anno di lavoro la Community – con il contributo concreto dei membri del Junior Chapter – ha focalizzato 10 nuove proposte operative in relazione a quattro importanti obiettivi, coerenti con i cantieri di lavoro già illustrati: 1. Organizzare l’ecosistema innovativo; 2. Aumentare le risorse per l’innovazione; 3. Ottimizzare il sistema del trasferimento tecnologico e le competenze della ricerca; 4. Migliorare l’attrattività dell’ecosistema Paese e la valorizzazione dei talenti in Italia. LA METODOLOGIA SEGUITA DAL JUNIOR CHAPTER In quattro mesi di lavoro, dodici ricercatori e giovani professori di diverse Università italiane hanno lavorato coordinati da Alberto Di Minin - Assistant Professor, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; già Consigliere per l’Innovazione, MIUR - per mettere a confronto le raccomandazioni della Community TITT con best practice internazionali e conoscenze scientifiche sul tema del trasferimento tecnologico e management dell’innovazione. I componenti del gruppo di lavoro sono stati scelti sulla base delle loro attività di ricerca nel settore del trasferimento tecnologico: sono economisti, giuristi ed ingegneri gestionali. Obiettivo del lavoro è stato rafforzare le raccomandazioni della Community TITT, chiedendosi quali siano stati i risultati di decenni di lavoro scientifico su questi temi e quali ancora i punti che caratterizzano il dibattito accademico internazionale. L’approccio seguito ha raffrontato le raccomandazioni emerse dalla Community TITT con le policy implication dei lavori scientifici nel management del trasferimento tecnologico, per poter direzionare meglio le proposte di policy. Il Junior Chapter ha operato in quattro fasi. Il primo passaggio del lavoro è stato riprendere le raccomandazioni 2013 della Community TITT, riformulandole come ipotesi di ricerca da verificare nel confronto con la letteratura scientifica sul tema. In una seconda fase, sulle principali tematiche, è stato impostata una sistematica raccolta di materiali rilevanti. Collegialmente sono state evidenziate le più importanti complementarità. La terza fase ha portato ad una sintesi sui temi di trasferimento tecnologico, finanza per l’innovazione e valorizzazione risorse umane. Infine, l’ultima parte del lavoro è avvenuta in coordinamento con il gruppo di lavoro The European House - Ambrosetti, per mettere le raccomandazioni del Junior Chapter a sistema con le nuove proposte del 2014. © The European House - Ambrosetti 141 ■■ Figura 3 – Le proposte della community TITT 2013-2014 142 © The European House - Ambrosetti 2.1. ORGANIZZARE L’ECOSISTEMA INNOVATIVO STRATEGIA NAZIONALE DELL’INNOVAZIONE PROPOSTA 1 RAZIONALE L’innovazione oggi è un processo collaborativo che implica l’ottimizzazione delle relazioni tra molti attori centrali e locali. Tutti i principali Paesi gestiscono l’innovazione con un programma d’azione nazionale (vedi Figura 4) con obiettivi definiti e strumenti chiari di supporto e con un forte collegamento tra ricerca e sviluppo industriale. L’Italia, nonostante i passi fatti, ha ancora una significativa frammentazione delle politiche e delle responsabilità in tema di innovazione, con spesso più livelli di governo compresenti – talvolta sovrapposti - e con alti livelli di “competizione istituzionale” tra i vari soggetti. Questo porta ad una defocalizzazione delle priorità, una allocazione dei fondi sub-ottimale, una moltiplicazione dei processi e delle complessità. PROPOSTA6 Formulare e implementare una strategia nazionale dell’innovazione di medio-lungo periodo che: –– Definisca una visione (condivisa) del progetto di innovazione del Paese7, con un orizzonte temporale di almeno 10 anni, e individui gli ambiti tecnologici e della ricerca prioritari, con un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale. –– Leghi – in maniera organica, coerente e vincolante – le politiche della ricerca, del lavoro, della formazione e dello sviluppo industriale8. Tale strategia deve essere accompagnata da una governance efficace ai fini della sua implementazione e deve avere un referente governativo univoco, con ruolo permanente e con potere sostanziale di indirizzo, coordinamento e spesa (“Mr. Innovazione”). 6 Questa proposta è già stata avanzata dalla Community TITT nel 2012 e nel 2013. La formulazione attuale ne riprende lo spirito e ne aggiorna i contenuti. 7 È essenziale il sostegno bipartisan; è nota infatti in Italia la proliferazione di documenti di indirizzo strategico, la cui realizzazione si scontra con i vari decreti attuativi, i cambi di Governo, le resistenze e i veti trasversali, ecc. 8 In un contesto in cui la competizione si vince a livello di “sistemi”, parlare in maniera disgiunta della politica della ricerca, di quella del trasferimento tecnologico, di quella dell’industria, ecc., è un fattore di disefficienze. © The European House - Ambrosetti 143 PAESE Austria STRATEGIA Austria Road to innovation leader strategy 2020 ANNO 2009 Danimarca Land of Solutions: the National Innovation Strategy 2012 Finlandia Government Statement on Innovation Policy 2007 Francia National Strategy for Research and Innovation 2012 Germania High-tech strategy 2020 2006 (rivisitata 2010) Giappone 4th science and technology basic plan (2011-2015) of Japan 2011 Spagna Science, Technology and Innovation Strategy 2013 Svezia The Swedish Innovation Strategy 2012 Regno Unito Innovation and Research Strategy for Growth 2011 Stati Uniti Strategy for American Innovation 2009 (rivisitata 2011) ■■ Figura 4 – Strategie nazionali di innovazione in alcuni Paesi di riferimento (Fonte: The European House - Ambrosetti su informazioni Erawatch, US National Economic Council e Mission of Japan to the European Union) Per sostanziare credibilmente la visione del progetto di innovazione del Paese sono imprescindibili 3 elementi: –– La dimensione temporale di riferimento (medio e lungo termine). –– L’intento strategico (il “sogno” da condividere, in grado di catalizzare consenso e mobilitare le energie). –– Gli obiettivi quantitativi di risultato associati all’intento strategico e con esso coerenti. La visione è dunque la rappresentazione di sintesi di ciò che il Paese intende diventare nell’arco dei prossimi anni. Essa rappresenta il criterio per stabilire le priorità e fare le scelte conseguenti (e al contempo non farne delle altre con essa non coerenti). Dal punto di vista funzionale, la strategia nazionale dell’innovazione deve prevedere prioritariamente (almeno): –– La riorganizzazione e semplificazione degli strumenti pubblici per la ri144 © The European House - Ambrosetti –– cerca e l’innovazione, favorendo, per quanto possibile, meccanismi automatici e con criteri d’accesso chiari9. La messa a sistema dei fondi disponibili (centrali e locali) per la ricerca di base, allocandoli con logica pluriennale (almeno per una quota significativa) su pochi filoni prioritari e ad alto potenziale per il Paese in logica industriale10. Tra quelli possibili – come anche emerso dalla survey della Community (cfr. capitolo 1): tecnologie innovative per l’energia; nuovi materiali; mobile Internet; nanotecnologie; tecnolo- 9 La combinazione di strumenti automatici e a selezione è auspicata anche dalla nuova politica di Europa 2020 ed utilizzata in tutti i paesi OCSE. 10 “Gli strumenti di programmazione a disposizione del MIUR sono tendenzialmente deboli e mirano più al coordinamento che a una efficace politica d’indirizzo. In primo luogo occorre, quindi, che la programmazione per la Ricerca abbia un orizzonte pluriennale, in cui il budget, su cui sviluppare il sistema, sia coerente con le politiche, le strategie e le priorità che il Paese si impegna a perseguire”. Fonte: relazione Ministro Giannini, nuove linee programmatiche MIUR. 0,47 0,64 0,42 BULGARIA LETTONIA BULGARIA 0,69 0,66 GRECIA LETTONIA 0,82 0,75 SLOVACCHIA CROAZIA 0,90 0,84 MALTA 0,90 POLONIA ITALIA LITUANIA 1,30 1,27 UNGHERIA 1,50 1,98 CINA UE-28 STATI UNITI GIAPPONE 2,06 FINLANDIA PORTOGALLO 1,72 3,34 2,79 COREA DEL SUD 1,51 REGNO UNITO ■■ Figura 5 – Spesa per la ricerca e sviluppo in % del PIL nei Paesi UE-28; anno 2012 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014) 4,36 3,55 LUSSEMBURGO 1,72 IRLANDA 1,88 2,06 UE-28 OLANDA REP. CECA 2,18 2,16 ESTONIA 2,26 2,24 BELGIO SLOVENIA FRANCIA 2,84 2,80 AUSTRIA 2,99 2,92 GERMANIA DANIMARCA 3,55 SVEZIA 4,39 ISRAELE FINLANDIA 3,41 Un ulteriore elemento riguarda i fondi destinati alla ricerca e sviluppo. Riconoscendo l’importanza di fare “massa critica” e avendo l’innovazione come cardine della strategia dell’UE per favorire la 1,30 –– SPAGNA crescita e creare occupazione, l’Europa ha stabilito che gli Stati membri dovranno investire, da qui al 2020, il 3% del PIL in R&S (1% di finanziamenti pubblici, 2% di investimenti privati). A fronte di questo i vari Paesi hanno libertà di fissare i propri target nazionali: per l’Italia questo è l’1,53% del PIL (target fissato nel 2012), a fronte dell’attuale 1,27%. Pur con una dinamica crescente della gie per le piattaforme Smart City. Lo snellimento dei tempi e delle procedure burocratiche relativi alle attività di ricerca e sviluppo. ■■ Figura 6 – Spesa per la ricerca e sviluppo in % del PIL in UE-28 e alcuni Paesi esteri di riferimento; anno 2012 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014) © The European House - Ambrosetti 145 spesa del Paese in R&S11, questi valori sono significativamente al di sotto di quelli degli ecosistemi di innovazione di riferimento mondiale (rif. Fig. 6). Se l’innovazione è una reale priorità nazionale, l’Italia deve puntare ad aumentare nettamente le risorse (pubbliche e private) dedicate alla ricerca e allo sviluppo, puntando ad allinearsi alle best practice estere di riferimento. Solo allinearsi all’attuale media EU (2,06% del PIL), vorrebbe dire attivare oltre 32 miliardi di Euro di spesa in R&S pubblica e privata, contro gli attuali 20 miliardi. Il Ministero della Scienza, ICT e della Pianificazione del Futuro12 (Sud Corea) È il Ministero di riferimento sudcoreano per l’innovazione e la tecnologia. La sua missione è “disegnare un futuro luminoso per la Repubblica di Corea e aprire una nuova era di economia creativa”. Il Ministero ha il compito di “trasformare la fantasia e la creatività coreana in attività creative e d’innovazione che utilizzano la tecnologia e la scienza per creare nuovo valore aggiunto, nuovi posti di lavoro e nuovi motori di crescita necessari allo sviluppo sostenibile ed inclusiva del Paese”. 12 Ministry of Science, ICT and Future Planning. 11 Spesa in R&S in % del PIL dell’Italia: 1,04% (2000), 1,08% (2001), 1,12% (2002), 1,10% (2003), 1,09% (2004), 1,09% (2005), 1,13% (2006), 1,17% (2006), 1,21% (2008), 1,26% (2009), 1,26% (2010), 1,25% (2011). Fonte: ISTAT. 146 © The European House - Ambrosetti Il Ministero ha cinque linee d’azione prioritarie: 1. Creazione di un ecosistema di start up e nuove industrie innovative. 2. Rafforzare le capacità di R&S e innovazione del Paese. 3. Fare delle industrie del software, ICT e contenuti digitali il nucleo dell’economia coreana. 4. “Globalizzare” la scienza e la tecnologia della Corea e rafforzare i network internazionali. 5. Creare opportunità di sviluppo e crescita dei talenti e delle persone nell’economia creativa. Il Ministero è organizzato in 10 dipartimenti funzionali13 che sviluppano attività fortemente coordinate e finalizzate alla: –– definizione degli obiettivi e della direzione di medio-lungo termine per l’avanzamento della scienza e della tecnologia sudcoreane; –– definizione delle linee di ricerca collegate ai settori-guida del futuro e pianificazione degli investimenti di R&S per creare nuove industrie nel Paese; –– creazione delle infrastrutture e commercializzazione dei nuovi ritrovati ai fini del sostegno della comunità della ricerca; –– misurazione e valutazione dei risultati dei piani nazionali di sviluppo e ricerca ai fini dell’incremento dell’efficienza (e dell’eliminazione e/o ristrutturazione dei progetti). 13 Office of Planning and Coordination, Creative Economy Policy Bureau, Office of Future Leading R&D Policy, Science and Technology Policy Bureau, R&D Coordination Bureau, Performance Evaluation Bureau, Office of Broadcasting and Communications Convergence Policy, IT Strategy Bureau, ICT Industry Bureau, Telecommunications Policy Bureau. PROPOSTA 2 NATIONAL INNOVATION GROUP RAZIONALE Gestire efficacemente l’innovazione a livello di Sistema Paese è un processo complesso che richiede competenze trasversali e una convergenza di obiettivi e modalità d’azione. Diversi Paesi nel mondo si stanno dotando di organismi collegiali (sotto varie forme organizzative) con ruolo di “advisor” ai vertici del Governo (Primo Ministro/Presidente) sui temi dell’innovazione e della competitività: l’obiettivo è dare un presidio strutturato di pensiero strategico su come (modalità e strumenti) massimizzare la capacità di innovazione sistemica e le sue ricadute economiche e sociali sul Sistema Paese. PROPOSTA Creare un organismo permanente consultivo e propositivo, non burocratico, con regole di ingaggio molto chiare e meritocratiche, composto da imprenditori, aziende innovative ed esperti (massimo 15/20 persone, che operano senza compenso), con l’obiettivo di: –– stimolare le modalità più efficaci per valorizzare l’ecosistema dell’innovazione italiano e formulare proposte di policy; –– lanciare idee per progetti pilota; –– proporre iniziative/strumenti per potenziare l’attrattività dell’ecosistema Paese, cogliendo per tempo i trend emergenti. Un ambito di particolare focalizzazione dovrebbe essere l’economia digitale e dell’informazione14 e l’innovazione ad essa collegata. A livello globale si sta infatti entrando in un’ulteriore fase di innovazione, che darà impulso alla creazione di industrie completamente nuove, collegate soprattutto alle applicazioni dei dati e all’innovazione meccanica. Questi settori comprendono la genomica, i big data e la robotica. Rispetto a tali trend, l’Italia, dal punto di vista industriale, non è ben piazzata, a fronte di competenze nazionali che sempre più scelgono l’estero per sviluppare le proprie ricerche ed idee imprenditoriali. Paesi come il Regno Unito stanno invece puntando fortemente su tali settori per rilanciare la crescita e lo sviluppo. 14 L’era dell’informazione ha avuto inizio nel 1994, con il lancio del primo browser commerciale per Internet. Smart London Board per la capitale della “Digital Nation” Londra, a partire dalla preparazione delle Olimpiadi 2012, è la fucina della “Digital Nation” britannica (visione di sviluppo espressa recentemente dal Primo Ministro Cameron15), non solo in fatto di modernizzazione del sistema dei servizi, ma anche come centro di sperimentazione sui temi dell’economia digitale. Oggi considerata come una delle aree imprenditoriali 15 L’obiettivo è fare del Regno Unito “una nazione tecnologicamente avanzata e capofila del progresso digitale mondiale”. © The European House - Ambrosetti Technology Report Ambrosetti-04-Proposte.indd 147 147 16/05/14 10:34 europee più promettenti, la città promuove una visione di “Smart city” a 360° sostanziata da iniziative ad alto impatto in tema di: –– Creazione di un ecosistema di business e innovazione: dal 2010 sono nate diverse iniziative pubblico-private volte a creare cluster locali di industrie avanzate (ad esempio il progetto I-city in East London vede la collaborazione tra settore industriale, immobiliare e Università per creare un polo che attragga aziende della digital and information economy). –– Politiche pubbliche di open data a 360° della municipalità, che ha portato ad oggi ad oltre 2.000 database già disponibili sul sito della città; tale ope- razione sta avendo impatti significativi sullo sviluppo dell’imprenditorialità ed è supportata da un centro di ricerca unico nel suo genere – l’Open Data Institute – che studia e propone azioni di policy per rafforzare il legame tra imprenditorialità e open data. A marzo 2013, il Sindaco Boris Johnson ha lanciato un board di esperti per produrre pensiero innovativo su come trasformare Londra nella città capofila dell’economia digitale nel mondo. 2.2. AUMENTARE LE RISORSE PER L’INNOVAZIONE AGEVOLAZIONI PER LA RICERCA PRIVATA E SBLOCCO DEI DEBITI NON COMMERCIALI DELLA PA PROPOSTA 3 RAZIONALE L’innovazione è un investimento di rischio, dai ritorni incerti. Tutti i principali Paesi di riferimento hanno costruito un insieme di norme di supporto all’attività innovativa delle imprese, favorendone gli investimenti di R&S, con l’obiettivo di creare un framework normativo il più possibile chiaro, incentivante e stabile. In particolare gli incentivi fiscali per la R&S, che mirano a ridurre il costo marginale di queste attività, sono considerati strumenti migliori rispetto agli aiuti diretti (Fonte: OCSE, 2012). Questi dispositivi incoraggia- 148 © The European House - Ambrosetti no gli investimenti privati in R&S, stimolando la creazione di imprese e permettendo di attirare centri di ricerca di aziende straniere. Queste osservazioni si verificano in modo particolare per il credito d’imposta. In Italia tali elementi sono solo in parte presenti. Nel nostro Paese un’ulteriore criticità attiene ai crediti delle imprese nei confronti della PA relativi al finanziamento della ricerca (crediti non commerciali). I crediti commerciali delle imprese verso la Pubblica Amministrazione (si stima un totale di circa 100 miliardi di Euro) sono stati in parte liquidati nel 2013 (ad oggi 23 miliardi Euro) e il Governo ha annunciato a marzo 2014, che approverà un decreto legge per liquidare entro il 21 settembre 2014 tutti i rimanenti (circa 68 miliardi di Euro). Il settore dell’innovazione sconta però crediti non commerciali nei confronti del MIUR e MiSE relativi ad attività di ricerca, già concluse e rendicontate, i cui fondi certificati dal Ministero competente non sono stati ancora erogati: il valore ammonterebbe a circa 1 mi- liardo di Euro16. Questa situazione penalizza i processi innovativi e indebolisce le aziende, in particolare le PMI, in un periodo di generale difficoltà di finanziamento e accesso al credito, ingenerando circoli viziosi di indebitamento e mancanza di liquidità. 16 Fonte: Confindustria PROPOSTA Introdurre una serie di misure strutturali che agevolino le imprese che fanno R&S e innovazione, tra cui: –– Regime fiscale agevolato (detassazione o riduzione della tassazione) sui redditi che originano dallo sfruttamento della proprietà intellettuale (cessione o trasferimento dei diritti), allineandosi alle migliori pratiche estere; es. il Regno Unito ha adottato un “Patent Box” con aliquota del 10% (vs. il 24%) su tutti i redditi derivanti dallo sfruttamento della proprietà intellettuale. –– Credito di imposta stabile ed automatico sugli investimenti di R&S in house e in collaborazione con importi di detrazione significativi (allineati alle best practice internazionali – come la Francia) e senza tetti di spesa massima, anche includendo tra le spese eleggibili voci strettamente connesse all’attività di R&S (acquisto brevetti, investimenti in strumenti di laboratorio, ecc.)17. 17 Nella formulazione attuale il credito di imposta, seppur migliorato (cfr. capitolo introduttivo), ha ancora molte limitazioni (es. importi applicati agli incrementi di spesa, credito di imposta non strutturale, cap di detrazione, limiti all’accesso…). La legge 21 febbraio 2014, n. 9 ha convertito il DL 23 dicembre 2014, –– Semplificazione e velocitazione delle procedure di finanziamento della R&S, con revisione della norma relativa al periodo di perenzione – attualmente di 3 anni, da riportare a 7 – relativamente ai fondi pubblici erogati n. 145 (Destinazione Italia) e ha confermato il credito di imposta a favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo ed hanno un fatturato annuo inferiore a 500 milioni di Euro e per un limite massimo della misura per il triennio 2014-2016 di 600 milioni di Euro. Ogni beneficiario ha un limite massimo annuale di 2.500.000 Euro secondo un criterio di riconoscimento “nella misura del 50% degli incrementi annuali di spesa nelle attività di ricerca e sviluppo, registrati in ciascuno dei periodi d'imposta con decorrenza dal periodo di imposta determinato con il decreto di cui al comma 12 e fino alla chiusura del periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2016, a condizione che siano sostenute spese per attività di ricerca e sviluppo almeno pari a 50.000 Euro in ciascuno dei suddetti periodi di imposta”. Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione. Sono ammissibili le spese relative a: a) personale impiegato nelle attività di R&S; b) quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio, “nei limiti dell'importo risultante dall'applicazione dei coefficienti stabiliti con il DM Finanze 31 dicembre 1988 in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l'attività di ricerca e sviluppo e comunque con un costo unitario non inferiore a 2.000 Euro al netto di iva”; c) costi della ricerca svolta in collaborazione con Università e organismi di ricerca o presso gli stessi, quella contrattuale, le competenze tecniche e i brevetti, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne. © The European House - Ambrosetti 149 per attività di ricerca18. 18 Si parla di fondi perenti (perenzione amministrativa) quando le somme stanziate nel bilancio dello Stato ed impegnate, in seguito a gara pubblica, non vengono spese dalle amministrazioni pubbliche entro un certo periodo di tempo. Con la finanziaria per il 2008 è stato ridotto il termine della perenzione da 7 a 3 anni. La procedura per rendere attiva (cioè re-inscrivere) una certa somma caduta in perenzione comporta generalmente non meno di 4-6 mesi. Come anche indicato nelle nuove linee programmatiche MIUR, presentate ad aprile 2014 del Ministro Giannini, la perenzione è certamente un problema cogente: “Un altro grande problema dei finanziamenti destinati al pagamento di stati di avanzamento di progetti di ricerca, alla luce dell’attuale normativa, è la mancata disponibilità̀ in termini di cassa delle risorse. Una mancanza dovuta alle disposizioni contabili relative alla c.d. perenzione amministrativa, che non consente di assicurare il dovuto finanziamento a quei progetti di ricerca che, per loro natura pluriennali, ricadono inevitabilmente nel- In questo quadro sbloccare urgentemente i crediti non commerciali nei confronti della PA per le attività di ricerca, anche con soluzioni a “costo zero” o a basso impatto per lo Stato, come: –– compensazione con i debiti dell’impresa verso il fisco; –– compensazione con titolo di Stato; –– certificazione del credito maturato da parte dello Stato (MIUR o MiSE) per agevolare lo sconto dei crediti/la fattorizzazione / le anticipazioni bancarie/ecc. le regole contabili della perenzione.” Per quanto riguarda il credito di imposta, oltre a stabilizzare la misura secondo quanto sopra proposto, è ipotizzabile introdurre ulteriori miglioramenti dello schema, per renderlo ancora più incisivo; tra questi: –– –– Introdurre aliquote diversificate, più alte per le PMI (idealmente fra il 30 e il 40%), con un premio per costi del personale rispetto ad altri as- –– set/macchinari e una differenziazione – sempre in aumento – nel caso di spese R&S incrementali. Insieme a una definizione molto stringente delle spese in R&S, anco- rata a fattori osservabili, introdurre un’aliquota di detrazione progressiva, rispetto all’incertezza dei ritorni del progetto (o al livello di radicalità dell’innovazione), con un focus su pool specifici di imprese in settori o cluster con priorità strategiche a livello nazionale. Rendere fruibile il credito anche per imprese con utili nulli o negativi, purché si tratti di start up o piccole imprese, e collegare lo sgravio all’investimento sul territorio nazionale, per attrarre investimenti esteri. Il credito di imposta in Francia In Francia lo strumento del credito di imposta è fortemente utilizzato, con schemi significativamente incentivanti: credito d’imposta del 30% delle spese in R&S fino a 100 milioni di Euro e del 5% al di là di 150 © The European House - Ambrosetti questa somma. Questo credito è stato esteso alle spese di innovazione per le PMI dal 2013 (20% nel limite di 400.000 Euro). In totale, 17.700 imprese, fra cui 2.000 aziende straniere presenti in Francia, ricorrono al credito d’imposta per la ricerca: secondo il Ministero francese dell’Istruzione universitaria e della Ricerca, il vantaggio fiscale per le aziende è stato pari a 5 miliardi di Euro nel 2012 e altrettanto nel 2013. Secondo un recente sondaggio fatto dal Governo, il 64% delle imprese francesi intervistate (il 47% delle quali sono piccolissime imprese) hanno dichiarato di fare ricorso a tale schema di incentivo e oltre il 60% delle imprese francesi che lo hanno utilizzato 0,2 0,26 hanno lanciato un programma R&S in Francia. Il credito d’imposta per la ricerca è utilizzato anche da oltre 2.000 imprese straniere che operano in Francia. Secondo l’AFII, l’Agenzia Francese per l’Attrazione degli Investimenti, il credito di imposta rappresenta “una potente leva per la ricerca di partner, in quanto le spese subappaltate a enti pubblici sono considerate fino al 200% (a concorrenza di 12 milioni di Euro)”. 0,06 0,18 0,21 0,15 0,08 0,003 0,19 0,12 0,26 0,09 0,04 0,04 0,17 0,09 0,12 0,05 0,05 0,09 0,08 0,04 0,03 0,02 USA BELGIO CANADA PAESI BASSI ISRAELE REGNO UNITO SVEZIA CINA DANIMARCA GERMANIA FINLANDIA ITALIA SVIZZERA CILE 0,003 FRANCIA 0,05 COREA 0,05 FINANZIAMENTI DIRETTI ALLA R&S INCENTIVI FISCALI ALLA R&S Supporto pubblico alle attività di R&S delle aziende;% sul PIL, Paesi selezionati; anno 2013 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OECD 2014) © The European House - Ambrosetti 151 NUOVI SCHEMI DI INTERVENTO PUBBLICO-PRIVATO NEL VENTURE CAPITAL PROPOSTA 4 RAZIONALE Il mercato italiano del venture capital in anni recenti è stato caratterizzato da volumi particolarmente ridotti, anche rispetto ad altri paesi europei. Differenti fattori concorrono alla determinazione di tale contesto, tra cui la presenza di vincoli istituzionali che riducono le opportunità di fundraising, un bacino di start up tecnologiche non adeguato per attrarre operatori esteri del comparto del venture capital, la presenza di condizioni attese per il disinvestimento (attraverso la quotazione, la cessione ad altri soggetti industriali od operatori finanziari) non sufficientemente remunerative. A livello Europeo i dati più recenti dalla European Venture Capital Association indicano come circa il 30% delle risorse finanziarie complessivamente raccolte dai fondi europei di venture capital sia riconducibile a soggetti pubblici. La promozione di schemi di intervento pubblico-privato nel venture capital – secondo quanto raccomandato già nel Rapporto della Community 201319 – si configura quindi come un rilevante strumento di sostegno finanziario all’imprenditorialità innovativa, in particolar modo in periodi di crisi. L’evidenza internazionale indica la rilevanza di alcune caratteristiche contrattuali dei fondi misti pubblici-privati al fine di evitare effetti distorsivi nelle strategie di investimento e di massimizzare la capacità di tali fondi di attrarre risorse da investitori privati. 19 “Lanciare schemi di intervento pubblico-privati che integrino: 1) forti competenze professionali per la valutazione dei progetti; 2) la promozione di incubatori d'impresa con il coinvolgimento di attori di provata esperienza; 3) un modello di intervento pubblico addizionale (tipicamente il più efficace è il meccanismo del fondo dei fondi) con logiche di assegnazione ai privati secondo processi competitivi.” PROPOSTA Promuovere schemi di intervento pubblico-privato che rispettino le seguenti caratteristiche: –– Contenimento della quota pubblica dei fondi pubblico-privati (non superiore al 60%). –– Presenza di una soglia massima di rendimento per il soggetto pubblico con l’obiettivo di generare rendimenti superiori per gli investitori privati nel caso di buona performance del fondo20. 20 152 Tra i possibili modelli di riferimento: © The European House - Ambrosetti –– Assenza di clausole di down side protection attraverso le quali il soggetto pubblico si accolla una quota predefinita delle eventuali perdite di capitale del fondo, con il rischio però di generare incentivi indesiderati nei gestori del fondo stesso21. l’Australia, con l’Innovation Investment Funds (IIFs), il Cile, con il programma CORFU (si veda per dettagli il capitolo 3), la Gran Bretagna con UK Regional venture capital funds. 21 Valgono qui i modelli della Germania (WFG & KfW) e della Danimarca (The equity guarantee program). 3.596 –– Presenza di buy-out options, ovvero la possibilità per gli investitori privati del fondo di venture capital di comprare la quota detenuta dal soggetto pubblico prima della fine della vita del fondo stesso ad un prezzo predeterminato, in questo modo ottenendo ritorni superio- ri e consentendo al soggetto pubblico di reinvestire le risorse in altri fondi22. 22 Valgono qui i modelli di Israele (Yozma fund) e della Nuova Zelanda (New Zealand Venture Investment Fund). ITALIA 24 47 46 GRECIA 34 50 SLOVENIA POLONIA 83 ESTONIA REP. CECA 96 PORTOGALLO 110 208 GERMANIA 109 240 BELGIO 23 Per una analisi di dettaglio si veda Magliocco, A. e Ricotti G. (2013) “The new framework for the taxation of venture capital in Italy”. Questioni di Economia e Finanza num. 163, Banca d’Italia. AUSTRIA 249 LUSSEMBURGO Lo stimolo alla raccolta di risorse private per il comparto del venture capital passa anche attraverso la leva fiscale. In ambito italiano, nel corso del 2012 è stato introdotto un importante set di agevolazioni fiscali per investimenti in fondi di venture capital23. SPAGNA 294 272 IRLANDA 324 OLANDA FRANCIA 382 DANIMARCA 407 540 IRLANDA INGHILTERRA 543 SVEZIA GIAPPONE COREA DEL SUD STATI UNITI ISRAELE 263 537 1.709 ■■ Figura 7 – Investimenti di venture capital; Dollari per milione di PIL; anno 2012 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OECD 2014) Nel complesso tali norme vanno nella direzione già percorsa da tempo da altri Paesi europei (Gran Bretagna, Francia). È quindi rilevante sia la stabilizzazione temporale di tali incentivi fiscali (ad oggi tali agevolazioni sono estese sino al periodo di imposta 2016) sia l’estensione della detassazione anche ai capital gain derivanti dalla cessione delle quote dei fondi. © The European House - Ambrosetti 153 Venture capital pubblico-privato: Yozma Funda (Israele) Fondato nel 1993 per iniziativa del Ministero dell’Industria e il Ministero delle Finanze, Yozma Venture Capital Ltd, è stata la società incaricata di gestire un programma di investimento di oltre 120 milioni di Dollari finalizzato allo sviluppo di un mercato del VC in Israele e al finanziamento (20 milioni sul totale) dell’innovazione delle imprese. Il programma ha avuto grande successo nell’incentivare l’investimento privato nel mercato del VC: ha portato alla raccolta di 210 milioni di Dollari complessivi; per ogni Dollaro Inoltre una considerazione più generale, attinente al sistema bancario. L’innovazione richiede risorse. In Italia tipicamente l’investimento innovativo è auto-finanziato (cfr. anche survey Community TITT al capitolo 1); questo approccio si scontra con i limiti della dimensione aziendale. In aggiunta, come sopra detto, non esiste una filiera strutturata di canali di finanziamento alternativo (venture capital, ma anche business angels, ecc.) paragonabile a quella di altri Paesi significativi. L’alternativa prevalente è dunque il canale bancario che tipicamente investe con una logica finanziaria e/o ha difficoltà a capire l’essenza del progetto innovativo per mancanza di competenze specifiche. In questo quadro – anche sulla scorta di quello che stanno facendo altri Paesi significativi (cfr. Box sul Regno Unito), una raccomandazione da valutare è relativa all’opportunità di rilanciare in Italia il modello dell’istituto di 154 © The European House - Ambrosetti investito dal pubblico ciò corrisponde a 1,38 Dollari in provenienza dal settore privato. Alla chiusura del fondo erano 10 i fondi figli con sei fondi a registrare un IRR dell’80%. In merito agli impatti di sistema, da segnalare che l’attività di Yozma è direttamente riconducibile al consolidamento del mercato VC in Israele (il capitale investito è passato da 40 milioni a 2,7 miliardi di Dollari tra il 1990 e il 2000) e allo sviluppo di forti iniziative imprenditoriali (da 53 a 665 nello stesso arco temporale). credito speciale, stimolando proattivamente il sistema bancario nazionale a dotarsi di apposite divisioni e/o gemmare iniziative ad hoc, con focalizzazione su innovazione e ricerca e sviluppo24. L’offerta degli strumenti/canali di finanziamento all’innovazione dovrebbe essere (condizione necessaria) accompagnata da professionisti dell’Istituto bancario adeguatamente formati per fare una valutazione competente del progetto innovativo. Il modello potrebbe anche prevedere la collaborazione con il sistema universitario per l’assessment delle tecnologie e per accedere, sulla base di tali valutazioni “certificate”, al credito agevolato. 24 In tal senso si stanno sviluppando alcune iniziative come ad esempio “Nova+”, una linea di finanziamento di Mediocredito Italiano, società del Gruppo Intesa Sanpaolo, dedicata alle imprese che vogliono innovare, di qualsiasi settore e dimensione. L’offerta si articola in soluzioni differenziate a seconda della strategia di innovazione scelta dall’impresa, per migliorare il proprio livello tecnologico o la propria struttura aziendale. La British Business Bank BBB (Regno Unito) È una banca per lo sviluppo, di proprietà statale, istituita dal Department of Business, Industry and Skills per offrire credito alle imprese inglese (con un focus particolare sulle PMI con fatturato fino a 25 milioni di Sterline), oltre a servizi di consulenza e a supporto dell’innovazione. Il Vice Primo Ministro Nick Clegg ha recentemente annunciato che ulteriori 250 milioni di £ saranno resi disponibili alla British Business Bank in aggiunta al capitale sociale già esistente di 1 miliardo di Sterline; la BBB prenderà inoltre in gestione diretta altri 2,9 miliardi di £ di finanziamenti già erogati alle imprese da altre istituzioni pubbliche. La Banca è stata formalmente avviata nell’autunno 2013 e sarà pienamente operativa nella seconda metà del 2014; a fronte di ciò, già nel dicembre 2013 vi avevano fatto ricorso 25.000 imprese. La BBB è un elemento chiave della strategia industriale del Governo, per contribuire a rendere il Regno Unito il “miglior Paese in Europa per iniziare, far crescere e finanziare un business”. BBB eroga finanziamenti alle imprese e garanzie a queste ultime per agevolare i prestiti da parte del sistema privato. I finanziamenti vengono concessi sulla base di una valutazione accurata – fatto da personale altamente qualificato e competente – dello status aziendale e dei progetti specifici. Tra i filoni di attività la banca interviene con investimenti per finanziare le start up, matching di fondi di business angel (con somme che vanno dalle 100mila al milione di Sterline), investimenti commerciali in aziende miranti ad attivare uguali somme dal settore privato, investimenti in fondi di venture capital (ad oggi 530 milioni di Sterline investiti in 16 fondi). La BBB gestisce inoltre lo UK Innovation Investment Fund-UKIIF (159 milioni di Sterline) focalizzato per investimenti in imprese high-tech. UKIIFF ha anche investito in due fondi di fondi (UK Future Technology Fund e Hermes Environmental Impact Fund): ognuno di questi investe in fondi di venture capital che investono in settori di importanza strategica per il Regno Unito, come le tecnologie digitali, le scienze della vita, le tecnologie pulite e il manifatturiero avanzato. 2.3. OTTIMIZZARE IL SISTEMA DEL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO E LE COMPETENZE DELLA RICERCA PROPOSTA 5 UNIVERSITÀ TEMATICHE RAZIONALE La presenza di centri di eccellenza riconosciuti per determinate specializzazioni è una condizione abilitante alla nascita dei cluster innovativi (cfr. capitolo 1). Oggi nel mondo si punta alla creazione di tali eccellenze, fondendo istituzioni esistenti o creandole ex-novo con finanziamenti ad hoc. Inoltre la produzione del “nuovo” e le scoperte a più alto valore aggiunto, sono sempre più legate alla valorizzazione delle expertise trasversali, che mixano più discipline “tradizionali” su filoni/temi specifici (es. robotica, scienze delle vita, biotecnologie, ecc.). In Italia ci sono circa 80 Università, di cui molte di piccole dimensioni, poco competitive e attrattive, che erogano principalmente formazione e fanno fatica ad essere aggregatori di innovazione, ma che in compenso assorbono risorse con un basso ritorno sul territorio. © The European House - Ambrosetti 155 PROPOSTA Lanciare un piano d’azione per studiare le migliori modalità (condizioni e fattibilità) per stimolare la trasformazione di alcune Università generaliste in Università territoriali tematiche, fortemente specializzate, eventualmente dentro un modello a rete con altri Atenei in un raggio d’azione cross-regionale e con la condivisione di laboratori di ricerca e/o accesso ad asset specifici (Policlinici Universitari o centri di ricerca non replicabili) 25. Operativamente si può prevedere l’istituzione di una task force governativa (es. congiunta MIUR e MiSE) per l’analisi dei possibili progetti tematici, per poi promuovere – su base volontaria – l’adesione dei singoli Atenei al progetto proposto. È indispensabile la disponibilità certa di fondi aggiuntivi per le Università che aderiscono e che raggiungano determinati obiettivi di sviluppo (pre-definiti). Le aggregazioni potranno essere eventualmente monitorate e supportate da un Ufficio Centrale cross- regionale con il compito di promuoverle e razionalizzare le azioni di posizionamento esterno e partecipazione a concorsi/bandi comunitari. Per rendere efficace il sistema è necessaria una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse umane e finanziarie (si propone di togliere il comparto della ricerca dai vincoli della Pubblica Amministrazione) ed è indispensabile la totale condivisione di linee guida che regolino il rapporto con il settore privato e, in generale, con gli stakeholder esterni. 25 Una sperimentazione di questo tipo, i cui primi risultati sono molto incoraggianti, l’ha lanciata l’Università di Brescia che ha deliberato la sua trasformazione in Università tematica “Health&Wealth”. Questa transizione, la prima in Italia, determina nuovi criteri strategici per l’allocazione delle risorse, l’identificazione dei progetti di sviluppo e degli obiettivi di ruolo regionale, nazionale e europeo. Una Università tematica non è più caratterizzata dall’insieme delle sue parti (scuole e dipartimenti), che invece diventano strutture funzionali all’obiettivo tematico del sistema. TRANSFERLAB NAZIONALE, MODELLI DI GOVERNANCE E STRUMENTI NON TRADIZIONALI PER IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO PROPOSTA 6 RAZIONALE Esistono criticità diffuse nel sistema di trasferimento tecnologico26 italiano: la mancanza di connessione tra Università e azien26 Il trasferimento tecnologico (TT) è inteso come “l’insieme delle attività finalizzate a valorizzare, proteggere e commercializzare tecnologie sviluppate nell’ambito dei progetti di ricerca (Università, centri ricerca, ecc.)”; Fonte: Ministero Sviluppo Economico. 156 © The European House - Ambrosetti de, per problemi culturali e di incentivi incoerenti; la mancanza di risorse adeguate in tutte le fasi del processo; la limitata massa critica degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (in media 3,8 addetti27); la frammentazione e la difficoltà di coordinamento 27 Fonte: Netval, anno 2013. tra le strutture28. Questo acuisce la difficoltà 28 Le funzioni principali degli UTT in Italia sono la gestione della proprietà intellettuale (96,2%), il supporto alla creazione di imprese spin-off (90,6%), le attività di licensing (75,5%); minori sono le attività di gestione dei contratti di ricerca e collaborazione con l’industria (43,4%) e dei contratti di ricerca e consulenza (35,8%); di far arrivare al mercato i risultati della pur eccellente ricerca che viene svolta nel Paese. marginali sono invece le attività di sviluppo professionale continuo (30,2%), gestione dei fondi per la ricerca (20,8%), gestione dei fondi di seed capital (28,3%), fornitura di servizi tecnici (17%). Fonte: Netval, 2013. PROPOSTA Realizzare (o attivare in strutture di eccellenza già presenti nel Paese) un TransferLab nazionale che: –– operi senza duplicazione di attività e in logica di sussidiarietà a supporto del sistema di trasferimento tecnologico locale; –– abbia professionalità specifiche con profilo internazionale (Technology Transfer Office manager/manager della ricerca) assunte con meccanismi aperti e competitivi, anche dall’estero. Oltre alla realizzazione di un TransferLab nazionale, permettere l’organizzazione separata e autonoma degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (UTT) all’interno Per il TransferLab nazionale, per evitare sprechi di risorse e mettere a punto i meccanismi operativi si propone di: 1. Testare la bontà dell’iniziativa avviando un progetto pilota per un tempo limitato di 12/18 mesi (scalabile in una fase seguente se di successo) e focalizzato su un’area/settore dell’innovazione ad alto potenziale, rilevanti per il Sistema Paese (si veda anche quanto detto alla proposta “Strategia Nazionale dell’Innovazione) e in cui il trasferimento tecnologico è particolarmente critico. 2. Valutare se l’attività del TechLab nazionale può essere attivata, coerentemente con la specifica missione e posti gli delle Università, con la possibilità di dotarli di autonomia giuridica e amministrativa29. 29 I casi d’eccellenza – quali Imperial Innovations Group PLC, Cambridge Entrerprise LTD (University of Cambridge, 2006) e ISIS Innovation LTD (Oxford University, 1988) – sono accomunati da alcune caratteristiche specifiche: una struttura organizzativa chiara, una governance forte ed “accountable”, il reporting puntuale ed esaustivo al CdA dell’Università; la presenza di auditors dell’Università che si occupano anche della TT company; la rappresentanza adeguata e attiva dell’Università nel CdA della TT company. eventuali potenziamenti organizzativi, all’interno di strutture di eccellenza già presenti nel Paese (si pensi ad esempio all’Istituto Italiano di Tecnologia30). 3. Definire fin da subito chiari obiettivi misurabili e su dimensioni rilevanti (es. impatti sull’occupazione, sullo sviluppo industriale, ecc.) dell’attività, attivando un monitoraggio nel continuo dello stato di raggiungimento. Circa l’organizzazione e l’autonomia degli 30 È una Fondazione pensata sul modello del MIT e dedicato alla ricerca applicata in ambito tecnologico e inteso a facilitare l’interazione con il mondo dell’industria. Oggi l’IIT conta oltre 900 addetti tra staff, tecnico, dottorandi, provenienti da 38 Paesi. © The European House - Ambrosetti 157 Uffici di Trasferimento Tecnologico, il tema andrebbe posto all’ordine del giorno degli organi centrali di governo del sistema universitario nazionale (CRUI e MIUR), mentre le opzioni di governance, da autonoma a semi-autonoma, andrebbero valutate – in modo condiviso con gli Atenei – secondo alcuni criteri alternativi: Imperial Innovations (Regno Unito) L’Imperial Innovations Group PLC è nato nel 1986 come ufficio per il trasferimento tecnologico dell’Imperial College di Londra. Nel 1997 divenne una sussidiaria controllata dall’Università e dal 2006 è stata quotata al London Stock Exchange. Nell’offerta pubblica iniziale Imperial Innovations ha totalizzato oltre 31 milioni di Euro divenendo così il primo ufficio di trasferimento tecnologico universitario quotato in UK. Imperial Innovations ha un accordo con l’Imperial College di Londra che ne sancisce il ruolo di ufficio preposto al trasferimento tecnologico fino al 2020. La società crea e investe in aziende ad alto contenuto tecnologico nei settori healthcare, energia, ingegneria e ambiente. Tra i servizi offerti, Imperial Innovations supporta la commercializzazione delle idee attraverso una vasta gamma di attività: dai consigli legali, finanziari e di business alla creazione di aziende, mettendo a disposizione uffici e fornendo servizi ed investimenti per accelerare lo sviluppo delle attività. Dall’anno della quotazione Imperial Innovations ha investito un totale di 195 milioni di Euro nelle aziende del proprio portfolio, contribuendo a raccogliere oltre 900 milioni di Euro di capitali. Il portafoglio di Imperial Innovations è diversificato e presenta numerose eccellenze. Dei 30 maggiori investimenti, per un valore netto di oltre 274 milioni di Euro, il 52,6% è costituito 158 © The European House - Ambrosetti –– le Università potrebbero detenere al 100% la proprietà dell’UTT (“wholly owned subsidiary”); –– (oppure) agire in partnership con altri Atenei o con organizzazioni private già esistenti: –– (oppure) costituire organizzazioni autonome, di proprietà condivisa tra Università e altri investitori. da aziende operanti nel settore healthcare31, il 23,6% nel settore ingegneristico ed il 19.1% da aziende operanti nel settore biomedicale e delle apparecchiature mediche. Il settore ICT rappresenta solo il 4,7% dei 30 maggiori investimenti, pur offrendo un alto potenziale e promettenti prospettive di crescita. Tra le attività di consulenza e supporto, Imperial Innovations, offre finanziamenti per lo sviluppo commerciale di idee per un budget compreso tra i 30.000 Euro e 30 milioni di Euro. Spesso i finanziamenti sono erogati dopo un apposito studio di fattibilità che il centro di trasferimento tecnologico finanzia con investimenti fino a 60.000 Euro. Imperial Innovations ritiene infatti prioritario testare il potenziale commerciale delle scoperte universitarie e studiare l’impatto che la potenziale innovazione può avere sulle tecnologie e sul mercato. Il modello di business promosso da Imperial Innovations prevede infatti una stretta collaborazione tra industria e Università: le invenzioni con potenziale commerciale hanno una più alta probabilità di successo se un partner industriale già insediato si occupa dello sviluppo e del marketing del prodotto. 31 Nel settore healthcare, Circassia Pharmaceuticals PLC è il maggior investimento di Imperial Innovations che ne detiene circa il 14% del flottante. Circassea è una compagnia bio-farmaceutica con un focus su sviluppo e commercializzazione di prodotti per le allergie, quotata al London Stock Exchange da Marzo 2014 con una capitalizzazione di oltre 700 milioni di Euro (l’offerta pubblica iniziale ha attratto oltre 240 milioni di Euro). CULTURA E RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO PROPOSTA 7 RAZIONALE La filiera dell’innovazione in Italia, sul lato dell’offerta, è troppo complessa e lo scenario disorienta, piuttosto che favorire la competitività. Innumerevoli livelli – operativi e regolamentari – allungano la distanza tra innovazione e mercato, aumentano i costi di transazione, deresponsabilizzano gli attori. Inoltre il Trasferimento Tecnologico è un’attività in cui la professionalità e l’orienta- mento delle persone (il “fattore umano”) giocano un ruolo chiave. Oggi, in generale, il sistema-Italia non solo è carente di figure professionali dedicate (TTO manager), ma manca di un approccio pro-technology transfer da parte dei ricercatori, focalizzati principalmente sull’attività di ricerca e con poca sensibilità alla sua successiva valorizzazione in chiave di mercato. PROPOSTA Oltre alla citata proposta di creazione del TransferLab nazionale, implementare dei “quick fix” di breve e medio periodo. Breve periodo: –– Decongestionare la filiera, restituendo centralità a Università, enti di ricerca e imprese. –– Bloccare la moltiplicazione degli enti di trasferimento tecnologico a vario titolo. –– Professionalizzare le figure dedicate al trasferimento tecnologico e assunzione degli indicatori della ricerca come strumenti di segnalazione dell’efficienza degli enti per la generazione, la gestione e il trasferimento della conoscenza. –– Introdurre appositi strumenti (es. valutazione esplicitata nel curriculum del ricercatore delle attività di TT svolte) e spingere sui percorsi di dottorato applicati alla ricerca industriale con forte apertura internazionale e competitività32 per formare 32 Questo strumento è particolarmente utilizzato in Germania con efficaci risultati. La sua è ripresa nella strategia Horizon 2020 Italy e nelle nuove linee programmatiche del MIUR “Ritengo poi che anche nel campo della ricerca “apertura” significhi rafforzare il legame con il mondo dell’impre- la cultura del trasferimento tecnologico. –– Istituzionalizzare programmi di scambio ricerca-industria per PhD con defiscalizzazione degli oneri per gli enti che li mandano e che li ospitano oppure per chi li assume (se start up) e prevedere percorsi professionali interni alle Università/ istituzioni di ricerca in cui sia valorizzata strutturalmente la mobilità tra il mondo dell’industria e l’accademia. Medio periodo: Favorire le aggregazioni (di Università, centri di ricerca e di trasferimento tecnologico ecc.) secondo tre principi: –– “One in, one out” (per creare un nuovo ente di trasferimento tecnologico deve eliminarsene uno esistente). –– “Sussidiarietà invertita” (anche modificando il Titolo V della Costituzione, prevedere politiche dell’innovazione decise a sa. (…) Dobbiamo anche massimizzare il potenziale innovativo della ricerca attraverso l’immissione di capitale umano di eccellenza nelle imprese attraverso i dottorati industriali, ora favoriti dai 600mln di euro che il Governo intende varare per uno specifico credito d’imposta.” – Fonte: relazione Ministro Giannini, aprile 2014. © The European House - Ambrosetti 159 livello statale e attuate a livello regionale, secondo una logica di strumentalità; no a centri decisionali autonomi). –– “Misurazione” (definizione della missione, degli obiettivi e dei risultati dell’ente, preventiva rispetto alla sua creazione). Alcune best practice internazionali a cui –– ispirarsi sono: –– La Finlandia, che ha ridotto da 21 a 15 il numero delle Università, decretandone autonomia, indipendenza dallo –– Stato e responsabilità finanziaria (Riforma del 2010, Vision2020). –– L’Austria, con il Science Park Graz, un incubatore unico per i tre Atenei della città. Gli USA, dove il National Technology Transfer Center è certamente un modello di riferimento per il TransferLab nazionale. La Francia, che con la riforma del 2010 ha avviato una politica di lungo periodo, creando 12 poli di TT in tutto il Paese, che gestiscono proof-of-concept funds e creano masse critiche a partire dalle 80 Università territoriali. REGIME DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE PER LA RICERCA PUBBLICA PROPOSTA 8 RAZIONALE La titolarità delle invenzioni dei ricercatori universitari italiani, fotografato ora dalla versione vigente dell’art. 65 Codice proprietà industriale, è degli inventori stessi e si pone come un caso isolato nel contesto internazionale: tra i molti, Gran Bretagna, Francia e Germania attribuiscono la titolarità delle invenzioni alle Università. Le Università vengono così private di una possibile fonte di autofinanziamento (attraverso lo sfruttamento economico delle invenzioni) e disincentivate alla gestione dei processi di trasferimento tecnologico. È dimostrato dai dati Netval che questo modello non funziona e la quasi totalità dei ricercatori chiede all’Università di farsi carico della gestione dei brevetti. PROPOSTA Recepire l’esperienza degli altri Paesi e attribuire la titolarità dei brevetti all’Università e i diritti morali agli inventori con un equo premio. Incentivare le Università a trasferire i brevetti alle imprese partecipando allo sviluppo delle invenzioni. 160 © The European House - Ambrosetti Rivedere quindi il codice della proprietà industriale anche individuando un diritto di ripresa del brevetto da parte dell’inventore nel caso in cui l’Università non sia in grado di valorizzarlo. 2.4. MIGLIORARE L’ATTRATTIVITÀ DELL’ECOSISTEMA-PAESE CRASH PROGRAM PER LA VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI TALENTI DELLA RICERCA IN ITALIA PROPOSTA 9 RAZIONALE L’Italia non è un Paese attrattivo per i talenti, soprattutto nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia, in genere nei settori dell’innovazione. In un contesto in cui Università e centri di ricerca competono per “attrarre i migliori”33, l’Italia continua a presentare un sistema di selezione ed attrazione non al passo con le moderne pratiche (procedure, incentivi, ecc.) e che necessita di una revisione profonda. Inoltre l’attuale offerta professionale impedisce l’attrazione di stranieri e il rientro dall’estero, a causa di: salari bassi e non negoziabili; sistema di recruiting “insulare” ri33 Aubrey Douglass, J., Edelstein, R. (2009), “The Global Competition For Talent. The Rapidly Changing Market for International Students and the Need for a Strategic Approach in the US”, Research & Occasional Paper Series: CSHE.8.09, University of California, Berkeley. spetto al mercato del lavoro internazionale; insegnamento prevalentemente in lingua italiana; difficoltà a negoziare infrastrutture (lab space) e fondi. Secondo l’ultimo (2013) Global Talent Competitiveness Index, su 103 Paesi analizzati l’Italia è alla 36° posizione (dietro a Cipro, Estonia e Montenegro e staccata di 30 posizioni da Regno Unito o Svizzera); gli stranieri impegnati in programmi avanzati di ricerca sul totale dei ricercatori sono il 4,3% in Italia, contro il 34,4% della Francia, il 41,4% in UK e più del 50% negli Stati Uniti34. Occorre creare le condizioni per individuare i talenti, sia quelli che oggi studiano e lavorano in Italia, sia quelli all’estero, e proporre loro delle opportunità in Italia affinché chi è qui ci rimanga e chi è all’estero ci venga. 34 Fonte: Business Intelligence Unit, 2013 PROPOSTA Lanciare un “programma nazionale” per la valorizzazione dei talenti - italiani e stranieri – in Italia con una serie di interventi mirati e integrati, tra cui (elementi cardine): –– Introdurre il direct recruiting nel sistema della ricerca pubblica con bandi internazionali (superando i concorsi a livello nazionale). –– Snellire le procedure per l’ottenimento del visto e del permesso di soggiorno per ricercatori extra-comunitari. –– Allineare il salario base dei ricercatori alle best practice internazionali (specie delle posizioni in entrata) sulla base del principio di autonomia degli Atenei e promuovere l’incentivazione con bonus per risultati e per incarichi, introducendo la negoziazione salariale individuale35. 35 Si veda ad esempio il modello del sistema universitario tedesco, dove il salario è determinato sulla base di tre voci: una parte fissa, differenziata per area geografic; una parte incentivante a bonus, per risultati © The European House - Ambrosetti 161 –– Prevedere finanziamenti con modalità agevolate e accelerate (regole a “burocrazia zero”) per i progetti – proposti da giovani talenti (ad esempio fino ai 35 anni) eccellenti in ricerca, insegnamento ed incarichi amministrativi; infine una parte negoziabile al momento del recruiting (tuttavia ancora scarsamente attuata). e selezionati con bandi aperti internazionali e criteri trasparenti fortemente meritocratici – coerenti con gli ambiti e i settori strategici per l’Italia (vedi proposta “Strategia nazionale dell’innovazione”). –– Introdurre dei periodi di tax holiday significativi (3-5 anni) per le nuove imprese fondate da giovani ricercatori e talenti. A tendere, tra le azioni del programma di valorizzazione dei talenti, in riferimento ai –– ricercatori, dovrebbe essere previsto di: –– Sincronizzare le tempistiche del mer- –– cato del lavoro italiano con quello internazionale (“job market” in genna- io-marzo per assunzioni a settembre). Adottare una procedura di accreditamento comune fra più Paesi europei. Sbloccare il turn over, per ricavare un impatto significativo delle riforme in corso. EDUCAZIONE PER L’INNOVAZIONE E L’IMPRENDITORIALITÀ PROPOSTA 10 RAZIONALE La costruzione di un competitivo ecoSistema Paese dell’innovazione e dell’imprenditorialità è legato (condizione necessaria) alla presenza di un approccio mentale aperto, curioso, creativo. Queste caratteristiche, se da una parte sono insite nella natura delle singole persone, dall’altra possono essere coltivate e formate. La promozione di modelli educativi che includano esplicitamente la formazione all’imprenditorialità e alla creatività è in aumento nella maggior parte dei Paesi più dinamici nel mondo. Anche l’Europa ha recentemente riconosciuto la centralità di questi valori36. La necessità di 36 Secondo Androulla Vassiliou, Commissario responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, "L'educazione all'imprenditorialità è un motore di crescita futura e contribuirà a ispirare gli imprenditori di domani. Per continuare a essere competitiva, l'Europa deve investire sui suoi cittadini, sulle loro abilità e sulle loro capacità di adattamento e innovazione. Ciò significa che dobbiamo incoraggiare l'adozione di una nuova mentalità europea incentrata sull'attitudine all'imprenditorialità e il primo passo in 162 © The European House - Ambrosetti potenziare le capacità imprenditoriali e di innovazione dei cittadini emerge in tre delle iniziative faro inserite nella strategia Europa 2020 per l’occupazione e la crescita sostenibile: “L’Unione dell’innovazione”, “Youth on the move” e “Un’agenda per nuove competenze e per l’occupazione”. Inoltre potenziare la creatività e l’innovazione e includere l’imprenditorialità a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione professionale rientra tra gli obiettivi a lungo termine del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione “ET 2020”. Una recente relazione della Commissione Europea37 ha indicato che otto Paesi (Danimarca, Estonia, Lituania, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, questa direzione consiste nell'instillare uno spirito imprenditoriale fin dalle tappe iniziali del sistema scolastico”. Fonte: comunicato stampa Commissione Europea 13 aprile 2012. 37 Fonte: relazione,"Entrepreneurship Education at School in Europe", marzo 2012. Sulla base dei dati rilevati in 31 Paesi e 5 regioni europee. Galles e la parte fiamminga del Belgio) hanno messo in atto strategie specifiche per promuovere l’educazione all’imprenditorialità, mentre altri tredici (Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Turchia) l’hanno inserita nelle loro strategie nazionali per la formazione continua, la gioventù o la crescita. Più in generale la metà dei Paesi europei ha intrapreso un processo di riforma dei sistemi d’istruzione che prevede anche il potenziamento dell’educazione imprenditoriale. Con riferimento all’Italia, la stessa relazione evidenzia che “there is no specific national strategy for entrepreneurship education except for technical and vocational pathways”. PROPOSTA Inserire nei programmi e nei curricula scolastici, sin dalle elementari – con criteri di modularità e gradualità in funzione dell’avanzamento delle classi – l’insegnamento, con un tempo significativo, di temi/materie trasversali e funzionali all’innovazione e all’imprenditorialità e ad un approccio aperto all’apprendimento lungo il corso di tutta la vita (lifelong learn- Strategie di educazione all’innovazione e imprenditorialità in alcuni Paesi europei di riferimento –– In Danimarca, la strategia per la formazione all’imprenditorialità (2009) è stata sviluppata in partenariato tra il Ministero per la Scienza, la Tecnologia e l’Innovazione, il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Economia. Tale strategia indica la volontà del Governo di investire attivamente nella formazione in questo campo, con un piano d’azione che prevede interventi a livello normativo e operativo che coinvolgono le scuole, le istituzioni e le imprese. –– In Olanda, i ministeri degli Affari Economici, dell’Istruzione, della Cultura e della Scienza, insieme a quello ing), anche integrandole, per le scuole superiori, nei programmi di materie obbligatorie come economia e scienze sociali. Prevedere inoltre, dalle scuole superiori, percorsi di alternanza scuola-lavoro (crediti formativi e apprendistato), con progetti sperimentali in imprese e centri di ricerca che ingaggino gli studenti in attività collegate ai processi di ricerca e innovazione. dell’Agricoltura, hanno promosso l’imprenditorialità tra le materie di istruzione a partire dal 2000. Nel 2005, è stato lanciato il programma Partnership Leren Ondernemen, seguito nel 2007 dall’Education and Entrepreneurship Action Programme e dall’istituzione nel 2009 dell’Education Networks Enterprise, attraverso il quale i Paesi Bassi forniscono fondi e strumenti per aiutare le istituzioni educative ad integrare l’imprenditorialità e l’innovazione nelle loro politiche e programmi educativi. –– La Svezia nel 2009 ha dichiarato di voler introdurre l’insegnamento dell’imprenditorialità come un tema trasversale in tutto il sistema educativo nazionale e nel maggio 2009 il Governo ha presentato la Strategy for Entrepreneurship in the Field of Education. © The European House - Ambrosetti 163 Questa strategia è parte integrante del più ampio processo di riforma del sistema economico svedese. –– Il Regno Unito ha lanciato nel 2004 la Youth Entrepreneurship Strategy (YES), finalizzata a fornire il quadro di riferimento per l’educazione all’imprenditorialità e all’innovazione. L’iniziativa, focalizzata a partire dal Galles, è tutt’ora in corso e copre il quinquennio 2010-2015. –– La Norvegia ha lanciato nel 2004 il suo primo piano strategico per la formazione all’imprenditorialità “See the Opportunities and Make them Work!” per il periodo 2004-2008. Nel settembre 2009 il Governo ha lanciato un nuovo piano d’azione 2009-2014, con l’obiettivo di rafforzare la qualità e la portata della formazione imprenditoriale a tutti i livelli e in tutte le aree del sistema di istruzione. –– Il governo della Comunità fiamminga del Belgio ha lanciato alla fine del 2011 il piano d’azione Entrepreneurship Education 2011-2014. L’iniziativa è stata condivisa tra la Primo Ministro, il Ministro dell’Economia e dell’Agricoltura, il Ministro dell’Istruzione e il Ministro del Lavoro. L’obiettivo è preparare gli studenti al lavoro autonomo e fornire insegnanti con la formazione necessaria per aiutarli. Il piano d’azione è coordinato con la strategia di crescita economica Flanders in Action 2020. ■■ Figura 8 – Strategie educative per l’imprenditorialità: stato dei Paesi europei (Fonte: Eurydice* e Commissione Europea 2012) * La rete Eurydice fornisce informazioni e analisi in merito alle politiche e ai sistemi d’istruzione in Europa. È costituita da 37 unità nazionali con sede in tutti e 33 i paesi partecipanti al programma di apprendimento permanente UE (Stati membri dell’UE, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia). La rete è coordinata e gestita dall’Agenzia esecutiva dell’UE per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura, che ne elabora gli studi e mette a disposizione una serie di risorse online. STRATEGIE SPECIFICHE PARTE DI STRATEGIE PIÙ AMPIE INIZIATIVE IN FASE DI SVILUPPO ASSENZA DI STRATEGIE O INIZIATIVE IN CORSO Progetto grafico, illustrazioni e impaginazione: www.housatonic.eu