le proposte della community titt per il paese

Transcript

le proposte della community titt per il paese
L’ECOSISTEMA
PER L’INNOVAZIONE:
QUALI STRADE
PER LA CRESCITA
DELLE IMPRESE
E DEL PAESE
Il futuro oggi
INDICE
ATTORI, LOGICHE E OBIETTIVI
DELLA COMMUNITY...................................................... 7
1.
I MEMBRI DELLA COMMUNITY “TECNOLOGIA,
INNOVAZIONE E TRASFERIMENTO
TECNOLOGICO” E GLI ALTRI ATTORI
DEL PROGETTO............................................................ 8
2. LA COMMUNITY: MISSIONE
E LOGICHE DI FUNZIONAMENTO........................... 12
3. UNA PANORAMICA SULLE
MISURE PROMOSSE DALL’ITALIA A SUPPORTO
DELL’INNOVAZIONE NELL’ULTIMO ANNO........... 16
4. LA STRUTTURA
DI QUESTO RAPPORTO............................................. 27
1
LA SURVEY 2014 DELLA COMMUNITY
TITT: LE TENDENZE DELL’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE IN ITALIA...............................29
1.
LA SURVEY DELLA COMMUNITY TITT:
STRUTTURA E METODOLOGIA............................... 30
1.1 L’anagrafica del campione
delle imprese................................................ 31
2. I RISULTATI DELLA SURVEY 2014.......................... 34
2.1 L’orientamento all’investimento in
innovazione..................................................34
2.2 Le modalità di realizzazione
del processo innovativo.............................. 39
2.3 L’ecosistema dell’innovazione
europeo ed italiano..................................... 42
2.4 Gli orientamenti
tecnologici....................................................43
3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI................................. 48
Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 3
16/05/14 10:19
2
AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX 2014:
LA PERFORMANCE DELL’ITALIA
VERSO GLI ECOSISTEMI DELL’INNOVAZIONE
NEL MONDO....................................................................51
1.
GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE PER
LA COMPETITIVITÀ: DEFINIZIONE E
CARATTERISTICHE................................................... 52
2. L’AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX: STRUTTURA
E METODOLOGIA ...................................................... 56
3. I RISULTATI DELL’AMBROSETTI INNOSYSTEM
INDEX 2014................................................................. 60
3.1 Corea del Sud.............................................. 64
3.2 Finlandia..................................................... 66
3.3 Svizzera....................................................... 68
3.4 Singapore.................................................... 70
3.5 Germania.................................................... 72
3.6 Stati Uniti.................................................... 74
3.7 Israele.......................................................... 76
3.8 Svezia........................................................... 78
3.9 Regno Unito................................................80
3.10 Francia........................................................ 82
3.11 Canada........................................................ 84
3.12 Italia............................................................ 86
3.13 Cile...............................................................88
4. CONSIDERAZIONI SULLA PERFORMANCE
INNOVATIVA DELL’ITALIA...................................... 90
3
GLI ECOSISTEMI DELL’IMPRENDITORIALITÀ
E DELL’INNOVAZIONE: I CASI STUDIO
INTERNAZIONALI......................................................... 97
1.
IL PROCESSO DI PRODUZIONE
DELL’INNOVAZIONE A LIVELLO SISTEMICO:
CONDIZIONI ABILITANTI E ATTORI...................... 98
2. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE NEL MONDO:
ALCUNI CASI STUDIO INTERNAZIONALI........... 103
2.1 Il cluster tecnologico di Cambridge
(Regno Unito).............................................105
2.2 Il campus di Parigi-Saclay (Francia).......108
Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 4
16/05/14 10:19
2.3 La Medicon Valley di Malmö
(Svezia-Danimarca).................................. 113
2.4 Svizzera: un ecosistema fortemente
coordinato...................................................117
2.5 La Corea del Sud: un Paese improntato
all’innovazione........................................... 121
2.6 Cile: un hub innovativo emergente ......... 125
3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI E RIFLESSIONI
PER L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE
ITALIANO................................................................... 129
4
INNOVARE PER CRESCERE: LE PROPOSTE
DELLA COMMUNITY TITT PER IL PAESE............135
1.
CONSIDERAZIONI SULLE PRIORITÀ
PER LA CRESCITA DELL’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE ITALIANO............................ 136
2. LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY TITT
PER L’ITALIA..............................................................140
2.1 Organizzare
l’ecosistema innovativo.............................143
proposta 1
Strategia nazionale dell’innovazione
proposta 2
National Innovation
........143
Group........................ 147
2.2 Aumentare le risorse
per l’innovazione........................................148
proposta 3
Agevolazioni per la ricerca privata e sblocco
dei debiti non commerciali della PA............148
proposta 4
Nuovi schemi di intervento
pubblico-privato nel venture capital. ......... 152
2.3 Ottimizzare il sistema
del trasferimento tecnologico
e le competenze della ricerca.................... 155
Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 5
16/05/14 10:19
proposta 5
Università tematiche................................... 155
proposta 6
TransferLab nazionale, modelli di governance
e strumenti non tradizionali per il
trasferimento tecnologico.......................... 156
proposta 7
Cultura e razionalizzazione dei processi
di trasferimento tecnologico...................... 159
proposta 8
Regime di proprietà intellettuale
per la ricerca pubblica. ...............................160
2.4 Migliorare l’attrattività
dell’ecosistema-Paese................................ 161
proposta 9
Crash Program per la valorizzazione
dei giovani talenti della ricerca
in Italia. ......................................................
161
proposta 10
Educazione per l’innovazione
e l’imprenditorialità ...................................162
Technology Report Ambrosetti-00-TOC.indd 6
16/05/14 10:19
ATTORI, LOGICHE E OBIETTIVI
DELLA COMMUNITY
Obiettivo del capitolo
Presentare l’ambito di focalizzazione e gli obiettivi della Community “Tecnologia,
Innovazione e Trasferimento Tecnologico”.
Illustrare il percorso di lavoro 2014 e l’approccio adottato.
Mappare le azioni intraprese, nell’ultimo anno, dal Governo italiano a sostegno
dell’innovazione nel Paese.
Fornire una panoramica della struttura del rapporto.
Il futuro oggi
1. I MEMBRI DELLA COMMUNITY
“TECNOLOGIA, INNOVAZIONE E
TRASFERIMENTO TECNOLOGICO”
E GLI ALTRI ATTORI DEL PROGETTO
“Oggi, nel mondo
globale, la sfida si
chiama
innovazione,
ricerca,
competitività. È una
sfida che riguarda
tutti: il
rinnovamento
scientifico,
tecnologico e
industriale è la
miglior risposta alla
crisi economicofinanziaria”.
Giorgio Napolitano
8
© The European House - Ambrosetti
Questo rapporto riassume e sistematizza
gli indirizzi, le riflessioni e le proposte
della Community “Tecnologia, Innovazione e Trasferimento Tecnologico” (di
seguito Community TITT) di Ambrosetti
Club. Hanno partecipato ai lavori della
Community TITT 2013/2014 i vertici di:
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
3M Italia
ACI Global
ACM
Amgen Dompé
Angelini
APTUIT
ASAM
Assobiomedica
Assobiotec
Associazione Nazionale Avvocati
Italiani
AXXAM
AZ Investigazioni
Azienda Veneziana della Mobilità
Bertone Glass
Bird & Bird
Bitron Industrie
Braccialini
Brembo
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
Bruno Farmaceutici
C.L.N.
CA Technologies
Caretti & Associati
Carlsberg Italia
Celgene
Ceva Logistics Italia
Chiesi Farmaceutici
Cisco Systems
City of Paris (France)
Citrix Systems Italy
Clinica La Fornaca
CMC Capital
Compugroup Medical Holding
Comune di Pavia
Comune di Torino
Confindustria
Consorzio Venezia Ricerche
Corden Pharma
CPL Concordia
Crowe Horwath International
CTNA
Dassault Systemes
Dedagroup
DHL Global Forwarding Italy
DHL Supply Chain Italy
Directa Plus
Dompé Farmaceutici
Dow Italia
Edenred Italia
Electrolux
ESSIM
Erydel
Eurofins Biolab
Eustema
Evolve Consorzio Stabile
Exprivia
Falck Renewables
Ferring
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
Fersovere
Fiat Powertrain Technologies
Finanziaria Internazionale
FININT Corporate Advisors
FNM - Ferrovie Nord Milano
Fondazione Banca del Monte di
Lucca
Fondazione Eli Lilly
General Electric International
General Motors Powertrain - Europe
Gentium
GESCO
Goldmann & Partners
Gruppo Banca Ifis
Gruppo Bancario Credito Valtellinese
Guala Closures Group
Hewlett-Packard Italiana
Human Lab
I3P S.C.P.A. – Incubatore di Imprese
Innovative del Politecnico di Torino
ID-A
Indena
Infocert
ING Direct Italia
IRB
IREN
ISS Istituto Superiore di Sanità
Italcementi
Ivalua
Johnson Controls Automotive
Kedrion
Lechler
Luiss Guido Carli
M31
MA
Madvisors
Marketing Arena
Mattel Italy
Metropolitana Milanese
© The European House - Ambrosetti
9
▪▪ Microsoft Italia
▪▪ MIP Business School of Politecnico
di Milano
▪▪ MIUR
▪▪ Molmed Molecular Medicine
▪▪ Moxoff
▪▪ MP Filtri
▪▪ Nardi Personal
▪▪ Neologistica
▪▪ Netval
▪▪ Novartis Farma
▪▪ Noxi
▪▪ NUVAP
▪▪ Oerlikon Graziano Group
▪▪ Olimpia Agency
▪▪ OMET
▪▪ Pfizer Italia
▪▪ Pcovery
▪▪ Politecnico di Bari
▪▪ Politecnico di Milano
▪▪ Politecnico di Torino
▪▪ Polo Tecnologico di Pordenone
▪▪ Quaternario Investimenti
▪▪ Raspini
▪▪ Regione Lombardia
▪▪ S.N.O.S - Spazi per Nuove Opportunità di Sviluppo
▪▪ Saet Società Applicazioni Elettro
Termiche
▪▪ Salf Laboratorio Farmacologico
▪▪ Sanofi
▪▪ Sanofi Pasteur Msd
▪▪ Schroders Italy
▪▪ Scuola Superiore Sant’anna
▪▪ Sharazad
▪▪ Sharing - Gruppo Oltre
▪▪ Sifood
▪▪ Standard & Poor’s Credit Market
Services Italy
▪▪ Stockholm School of Economics
10
© The European House - Ambrosetti
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
▪▪
Syndial
Talent Garden
Techint
Telecom Italia
Telit Labs
Telethon
Teoresi
Torino Strategica
Transcom Worldwide
Ttfactor
Unione degli Industriali della Provincia di Pavia
Uniqa Assicurazioni
Università della California, Berkeley
(USA)
Università degli Studi di Brescia
Università degli Studi di Foggia
Università degli Studi di Pavia
Università degli Studi di Udine
Università di Bologna
U Start
Uvet American Express
Valagro
Vega Parco Scientifico Tecnologico
Viasat Group
Vitale & Associati
Vodafone Italia
Warburg Pincus International
Warrant Group
Webasto
Whirlpool
Zcube
Il Prof. Riccardo Pietrabissa, ordinario di Bioingegneria al Politecnico di Milano e all’Università di Brescia, Presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria,
Presidente di NETVAL1 dal 2007 al 2013,
1
Associazione delle Università ed enti pubblici di
è il Coordinatore Scientifico della Community TITT.
Il progetto è curato dal Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti
composto da: Valerio De Molli, Federica
Alberti, Lorenzo Tavazzi, Rossana Bubbico, Michelangelo Quaglia e Marcello
Stefanelli.
La Community TITT si è arricchita
quest’anno dal contributo del Junior
Chapter, un gruppo selezionato di ricercatori e giovani professori, la cui costituzione è stata auspicata dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
Maria Chiara Carrozza, durante l’edizione 2013 del Technology Forum, momento annuale culminante dei lavori della
Community. Il Junior Chapter ha concorso, sotto il coordinamento di Alberto
Di Minin - Assistant Professor, Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa; già Consigliere per l’Innovazione, MIUR – con
analisi e proposte incluse nel capitolo 4
del presente rapporto.
I membri del Junior Chapter sono:
––
––
––
––
––
––
––
––
––
Mattia Bianchi (Associate ProfessorStockholm School of Economics; Affiliated External Professor - Institute
of Management, Scuola Superiore
Sant’Anna, Pisa)
––
ricerca italiani impegnati nella valorizzazione dei risultati della ricerca; raccoglie ad oggi 54 Università italiane,
il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (CIRA), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Consiglio per la
Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), l'ENEA e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN),
supportandone la valorizzazione dei risultati della ricerca attraverso attività formative e di networking con istituzioni, mondo delle imprese e della finanza.
––
Alfredo De Massis (Direttore del Centre for Family Business - Lancaster
University Management School)
Riccardo Fini (Assistant Professor
CIEG – Dipartimento di Management, Università di Bologna)
Chiara Franzoni (Assistant Professor - School of Management, Politecnico di Milano)
Federico Frattini (Assistant Professor - School of Management, Politecnico di Milano; Coordinatore
Scientifico del Master in Open Innovation e Knowledge Transfer - MIP,
Politecnico di Milano)
Massimiliano Granieri (Associate
Professor - Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di
Foggia)
Antonio Messeni Petruzzelli (Lecturer in Innovation Management - Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management, Politecnico di
Bari)
Daniel Pittino (Assistant Professor Università di Udine)
Francesco Rullani (Assistant Professor in Entrepreneurship and Management of Innovation, Department
of
Business
and
Management - LUISS Guido Carli)
Giuseppe Scellato (Assistant Professor - Politecnico di Torino)
Lorenzo Zirulia (Assistant Professor di Applied Economics-Diaprtimento di Economia, Università
di Bologna).
© The European House - Ambrosetti
11
2. LA COMMUNITY: MISSIONE
E LOGICHE DI FUNZIONAMENTO
La Community “Tecnologia, Innovazione
e Trasferimento Tecnologico” nasce nel
2011 all’interno di Ambrosetti Club.
Il Club, istituito nel 1999, riunisce i massimi responsabili di gruppi ed organizzazioni nazionali e multinazionali operanti in Italia (oggi oltre 350), con
l’obiettivo di perseguire due scopi prioritari:
1. Contribuire concretamente al progresso civile ed economico del nostro Paese.
2. Contribuire all’eccellenza e all’ottimizzazione delle istituzioni e delle
imprese in esso radicate.
Ambrosetti Club da alcuni anni – sulla
scorta dei segnali di debolezza competitiva dell’Italia – ha avviato un percorso
di riflessione sul Sistema Paese finalizzato a:
1. Analizzare e interpretare secondo
una prospettiva strategica i driver di
cambiamento che caratterizzano il
mondo contemporaneo.
2. Declinare tali elementi sulla realtà
italiana per capire i nodi chiave che
rallentano la crescita del Paese.
3. Proporre azioni e correttivi per accrescere il livello di attrattività e di
sviluppo nazionale.
12
© The European House - Ambrosetti
In questo contesto, la Community TITT
è stata costituita per supportare l’azione
dell’Italia in uno degli ambiti ad oggi più
cruciali per la competitività: il sistema
dell’innovazione.
La promozione della capacità innovativa, quale attività di costruzione di un
ecosistema di riferimento – regole, strumenti, meccanismi di funzionamento,
cultura – all’interno del quale la messa a
valore dell’attività di ricerca può trovare
facilitazione (o meno), è oggi uno dei pilastri dell’attrattività, dell’efficienza e
delle strategie di sviluppo dei sistemi
economico-produttivi ed istituzionali
più dinamici.
La missione della Community TITT, in
coerenza con le finalità di Ambrosetti
Club e lo scenario di riferimento oggi in
essere, è:
“Rafforzare il
dialogo e le
relazioni tra la
comunità
industriale,
scientificotecnologica,
finanziaria e
istituzionale per
promuovere
opportunità di
crescita ed una
cultura
dell’innovazione
diffusa”.
––
zioni parziali destinate ad avere effetti marginali.
L’apertura sul mondo, che privilegia l’osservazione della realtà internazionale per verificare percorsi eccellenti di sviluppo già intrapresi e
buone pratiche in essere, definire
politiche, interventi, programmi
mutuabili e adattabili al contesto
italiano e fornire stimoli e idee nuove al dibattito.
La Community è un sistema aperto
che raccoglie i contributi di molteplici
attori pubblici e privati del Paese, dando
voce ad esperienze concrete, mettendo
in comune soluzioni e approcci, e condividendo ambiti e modalità di intervento La Community, nel percorso di lavoro
2013-2014 – che ha coinvolto imprendiin uno spirito positivo e costruttivo.
tori, esperti e opinion leader nazionali e
I capisaldi della sua attività sono:
internazionali approfondendo, in pro1. Discutere in maniera pragmatica spettiva multidisciplinare, i temi dell’intutti gli aspetti rilevanti dell’innova- novazione e del trasferimento tecnologico – si è posta i seguenti obiettivi:
zione come fattore di crescita.
2. Esplorare le opportunità per le imprese derivanti dall’innovazione e 1. Monitorare la performance innovadal suo trasferimento.
tiva dell’Italia e delle sue Regioni, rispetto ad altri ecosistemi di innova3. Condividere le esperienze più signizione attraverso l’Ambrosetti
ficative.
Innosystem Index.
4. Approfondire la conoscenza delle
più attuali innovazioni e tecnologie. 2. Mappare le caratteristiche, le dinamiche e i fattori-chiave che hanno
5. Comunicare le riflessioni al Paese
favorito la costituzione di alcuni dei
per stimolare il dibattito e l’azione.
principali ecosistemi internazionali
di imprenditorialità innovativa, al
Il lavoro della Community si caratterizza
fine di trarre lezioni utili per l’Italia.
per:
–– L’approccio pragmatico, analiz- 3. Comprendere gli orientamenti di un
zando la realtà di riferimento, ma
gruppo selezionato di aziende italiasoprattutto affrontando il “che cosa
ne significative e multinazionali opefare” attraverso soluzioni impleranti nel nostro Paese, rispetto le
mentabili nell’ambito del contesto
tendenze in campo tecnologico e
attuale del Paese.
l’investimento in innovazione.
–– La prospettiva di sistema, che tiene 4. Portare idee nuove e proposte
conto di tutti gli aspetti e le interreall’attenzione dei policy maker nalazioni rilevanti, evitando così soluzionali, aggiornando il rapporto an© The European House - Ambrosetti
13
nuale «L’ecosistema per l’innovachint), Alberto Sangiovanni-Vincenzione: quali strade per la crescita
telli (Professore di Electrical
delle imprese e del Paese».
Engineering and Computer Sciences presso l’Università di California
5. Rafforzare lo scambio di idee/espea Berkeley).
rienze all’interno della Community e
consolidare il Technology Forum 3. Approfondimenti analitici del
come un appuntamento di riferiGruppo di Lavoro The European
mento dell’Agenda dell’innovazione
House - Ambrosetti e del Junior
per l’Italia.
Chapter su temi importanti per stimolare l’innovazione in Italia, con
confronti con realtà estere di riferiLa metodologia adottata ha previsto:
mento, carotaggi e riflessioni sulla
situazione italiana.
1. Riunioni periodiche della Community su ruolo della ricerca e
dell’innovazione per il rilancio del In tema di linee guida per migliorare la
Paese, sull’innovazione nelle impre- capacità di innovare e mettere a valore la
se e sugli investimenti in innovazio- ricerca in Italia, la Community ha deciso
di concentrarsi sulle azioni trasversane2.
2. Incontri di approfondimento li che riguardano gli elementi base di un
tematici con personalità di spicco sistema efficiente. Non si è voluto prividel panorama dell’innovazione e legiare un approccio “settoriale”, bensì
delle Istituzioni; tra questi: Emma proporre orientamenti/interventi che si
Bonino (Ministro degli Affari Esteri, collocano a “monte”. Coerentemente con
Governo Letta), Carlo Calenda (Vice questo, la focalizzazione del lavoro è sui
Ministro dello Sviluppo Economi- grandi ambiti in cui si creano i presupco), Maria Chiara Carrozza (Mini- posti per la promozione e il buon funziostro dell’Istruzione, dell’Università e namento dei meccanismi innovativi.
della Ricerca, Governo Letta), Ro- La Community “Tecnologia, Innovaberto Maroni (Governatore della zione e Trasferimento Tecnologico”,
Lombardia), Jean-Louis Missika intende dunque in ultima istanza dare
(Vice Sindaco e Assessore all’Inno- un contributo fattivo e costruttivo
vazione, Ricerca e Università del Co- al dibattito per il miglioramento della
mune di Parigi), Fabrizio Oleari capacità innovativa e competitiva
(Presidente dell’Istituto Superiore di dell’Italia.
Sanità), Gianfelice Rocca (Presidente di Assolombarda e del Gruppo Te2 Inoltre, durante il Forum di Villa d’Este 2013, il
tema innovazione è stato oggetto di due sessioni dedicate.
14
© The European House - Ambrosetti
■■ Figura 1 – Il percorso della Community TITT 2013- 2014
© The European House - Ambrosetti
15
3. UNA PANORAMICA SULLE
MISURE PROMOSSE DALL’ITALIA
A SUPPORTO DELL’INNOVAZIONE
NELL’ULTIMO ANNO
L’Italia ha registrato nel tempo – nonostante le eccellenze diffuse in campo industriale e della ricerca – una erosione
progressiva della capacità innovativa sistemica rispetto agli altri ecosistemi internazionali più competitivi, con ridotti
investimenti in R&S, bassa propensione
al ricorso ai brevetti e limitato sviluppo
del mercato dell’equity.
Il riconoscimento del ruolo chiave ricoperto dall’innovazione nel processo di
crescita delle economie ha spinto negli
ultimi anni i Governi che si sono succeduti a varare delle azioni a favore
dell’innovazione.
Tra le più recenti, nel periodo 20122013, si ricordano per rilevanza ed impatto Horizon 2020 Italy3 e i Decreti
Legge emanati nel 2012 “Misure urgenti per la crescita” e “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (cd. De3
Horizon 2020 Italy è il Programma Quadro nazionale settennale su ricerca e innovazione realizzato
dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) con l’obiettivo di accedere con maggiore
efficacia alle risorse finanziarie che la Commissione Europea mette a disposizione all’interno di Horizon 2020.
16
© The European House - Ambrosetti
creto Crescita 2.0)4. Tale decreto mira a
promuovere la crescita sostenibile, lo
sviluppo tecnologico e l’occupazione, in
particolare giovanile, lo sviluppo di una
nuova cultura imprenditoriale, la creazione di un ecosistema maggiormente
incline all’innovazione, così come a favorire una maggiore mobilità sociale e
ad attrarre in Italia talenti e capitali
dall’estero. per una descrizione più approfondita di questi e di tutte le altre
azioni varate dal Governo Italiano a favore dell’innovazione si rimanda al rapporto della Community TITT 20135.
Anche nell’ultimo anno le policy e i programmi a favore dell’innovazione hanno
continuato a proliferare. Le principali
misure decretate dal Technology Forum
2013 (24-25 maggio 2013) a oggi (mag4
I Decreti Crescita emanati nel 2012 hanno introdotto, tra le altre, novità in tema di definizione delle
start up innovative, modalità di investimento in capitale di rischio (es. equity-crowdfunding) e credito di imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato.
5 Il rapporto è scaricabile al link http://www.ambrosetti.eu/it/download/ricerche-e-presentazioni/2013/technology-forum-2013
gio 2014), sono di seguito presentate in
relazione ai cinque “cantieri di lavoro”
che la Community, nel suo primo anno
di lavoro (2011-2012), ha identificato
come prioritari per liberare il potenziale
innovativo del Paese:
STRATEGIA
NAZIONALE
DELL’INNOVAZIONE
Strategia nazionale dell’innovazione
Investimenti in innovazione
Cooperazione ricerca-industria
Sviluppo delle imprese innovative
(e non solo start up)
8.
5. Cultura-Paese dell’innovazione
Fissare le priorità di medio e lungo periodo
legando le politiche della ricerca, dello sviluppo
e del lavoro, per valorizzare le sinergie con le
specializzazioni nazionali accademico-produttive
e per ottimizzare il coordinamento tra gli attori
INVESTIMENTI
IN INNOVAZIONE
COOPERAZIONE
RICERCA INDUSTRIA
SVILUPPO
DELLE IMPRESE
INNOVATIVE
CULTURA
PAESE
DELL’INNOVAZIONE
1.
4.
2.
5.
3.
6.
4.
7.
Rilanciare l’attività innovativa delle imprese a
partire da flussi di finanziamento chiari, certi e
coerenti e per massimizzare l’impatto dei fondi
pubblici per l’innovazione
Colmare le distanze tra il mondo della ricerca
e il tessuto produttivo e creare infrastrutture di
raccordo
capaci di avviare processi di interazione
efficaci.
Supportare la nascita e lo sviluppo di imprese
dinamiche e capaci di competere sulla scena
internazionale anche sui segmenti di produzione
a più alto valore aggiunto.
Creare un approccio positivo diffuso verso
l’innovazione e rilanciare il valore
dell’imprenditorialità.
■■ Figura 2 - I cinque cantieri di lavoro per l’ecosistema dell’innovazione italiano secondo la
Community TITT
© The European House - Ambrosetti
Technology Report Ambrosetti-01-Intro.indd 17
17
16/05/14 10:25
STRATEGIA NAZIONALE
DELL’INNOVAZIONE
lia è il primo Paese al mondo ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa a questo tema.
▪▪ Piano Nazionale per la Ricerca ▪▪ Incentivo “Smart & Start” (17 luglio
2014-2020 (3 febbraio 2014). Il
2013). Smart & Start è un incentivo,
MIUR ha stabilito investimenti per
istituito dal Ministero dello Sviluppo
un importo pari a 900 milioni di
Economico (MiSE), per favorire la
Euro fino al 2020 per rilanciare la ricreazione di nuove imprese nel Mezcerca in Italia, avviare grandi progetzogiorno che puntano su innovazioti di innovazione e favorire la crescita
ne, utilizzo delle tecnologie digitali e
e l’autonomia dei ricercatori. Il Provalorizzazione dei risultati della rigramma identifica undici “sfide della
cerca. Il budget complessivo dell’ini6
società” attraverso le quali si delineziativa, pari a 190 milioni di Euro, è
gestito da Invitalia8. A fine 2013 sono
ano le diverse “traiettorie” di sviluppo del Paese.
state presentate 890 domande per
l’ammissione all’agevolazione e oltre
200 hanno già ottenuto un esito posiINVESTIMENTI
tivo attivando 32 milioni di Euro di
IN INNOVAZIONE
nuovi investimenti.
▪▪ Regolamento Consob in materia di ▪▪ Decreto Ministeriale 29 luglio 2013
“Raccolta di capitali di rischio da
recante termini, modalità e proceduparte di imprese start up innovative
re per la concessione ed erogazione
tramite portali on-line” - equity
delle agevolazioni in favore di procrowdfunding (delibera n. 18592 del
grammi di investimento finalizzati
26 giugno 2013). La norma primaria
al perseguimento di specifici obiettidisciplina l’“equity crowdfunding”,
vi di innovazione, miglioramento
che dà alle start up innovative facoltà
competitivo e tutela ambientale nelle
di raccogliere capitali di rischio per il
regioni Calabria, Campania, Puglia
tramite di portali on-line adibiti a
e Sicilia. Il Decreto Ministeriale 29
questa tipologia di operazione7. L’Italuglio 2013 di adozione dell’intervento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 236 dell’8 ottobre 2013, prevede
6
Le undici sfide individuate sono: Progresso culturale e scientifico; Salute, evoluzione demografica e beuna dotazione finanziaria di 150 minessere; Bioeconomia europea; Energia sicura, pulita
ed efficiente; Trasporti intelligenti, ecologici e integrati;
Azioni per il clima, efficienza delle risorse e materie
prime; l’Europa in un mondo che cambia-società inclusive, innovative e riflessive; Spazio e astronomia; Società sicure; Recupero, tutela, valorizzazione e gestione
del patrimonio culturale europeo e creatività; Agenda
digitale.
dinaria e una speciale. Nella prima sono iscritti i gestori
di portali che sono autorizzati dalla Consob in seguito
alla positiva verifica dei requisiti richiesti; nella seconda
sono annotate le banche e le imprese di investimento
che hanno comunicato alla Consob lo svolgimento della
gestione di portali di equity crowdfunding.
7
Il Regolamento Consob distingue il registro dei
portali per la raccolta di capitali in due sezioni, una or-
8
Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
18
© The European House - Ambrosetti
lioni di Euro, di cui il 60% è riservato
Governo ha istituito un nuovo crealle piccole e medie imprese per readito d’imposta per le attività di rilizzare investimenti innovativi9. Concerca e sviluppo sugli investimenti effettuati nel triennio 2014-2016, nel
siderato il forte interesse manifestato
limite massimo complessivo di 600
dalle imprese nei confronti dello strumilioni di Euro, introducendo modimento agevolativo, con Decreto Mifiche quali-quantitative migliorative
nisteriale del 26 febbraio 2014, in
dello strumento10.
corso di registrazione presso la Corte
dei Conti, sono state incrementate le ▪▪ Legge 43 del 21 febbraio 2014 di conrisorse finanziarie disponibili per la
versione del Decreto Legge 145 del
concessione delle agevolazioni di ul23 dicembre 2013 (Destinazione Itateriori 100 milioni di Euro per le Relia) sulle “Misure per favorire la digioni della Convergenza.
gitalizzazione e la connettività delle
piccole e medie imprese, ed in mate▪▪ Banda ultralarga per le Regioni del
ria di frequenze per il servizio televiSud (Campania: 24 giugno 2013;
sivo digitale terrestre, comunicazioBasilicata e Molise: 5 agosto 2013;
ni ed agenda digitale”. Al fine di
Calabria: 18 dicembre 2013). Il MiSE
favorire la digitalizzazione dei proha attivato diversi bandi per progetti
cessi aziendali e l’ammodernamento
di investimento per la realizzazione
di infrastrutture per la banda ultralarga nelle Regioni del Sud. Le risorse
Possono beneficiare del credito di imposta tutte
previste dai bandi ammontano a 10
le imprese con fatturato annuo inferiore a 500 milioni
122,4 milioni di Euro per la Campa- di Euro, che investono in attività di ricerca e sviluppo,
nia, a 53,5 per la Basilicata, a 3,9 per indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore
economico in cui operano, nonché dal regime contabile
il Molise, a 65 per la Calabria.
adottato a condizione che vengano sostenute spese per
▪▪ Decreto Legge del 23 dicembre 2013 attività di ricerca e sviluppo pari a 50.000 Euro. Sono
ammesse le spese destinate al personale impiegato
n. 145, convertito in Legge il 21 feb- nell’attività di ricerca e sviluppo, le quote di ammortabraio 2014, recante gli interventi ur- menti di strumenti e attrezzature di laboratorio ed i cosgenti di avvio del piano “Destinazio- ti delle ricerche svolte in collaborazione con Università
e organismi di ricerca e di consulenze tecniche e brevetne Italia”, per il contenimento delle tuali. Sono destinatari del provvedimento anche i contariffe elettriche e del gas, per l’inter- sorzi e le reti di impresa che effettuano le attività di ricerca, sviluppo e innovazione: in questi casi,
nazionalizzazione, lo sviluppo e la l'agevolazione è ripartita secondo criteri proporzionali,
digitalizzazione delle imprese, non- che tengono conto della partecipazione di ciascuna imalle spese stesse. Sarà riconosciuto un credito
ché misure per la realizzazione di presa
d’imposta per il 50% degli incrementi annuali di spesa
opere pubbliche ed EXPO 2015. Il nel settore ricerca e sviluppo, registrati in ciascuno dei
9 per investimento innovativo è intesa
l’acquisizione di immobilizzazioni materiali e immateriali tecnologicamente avanzate in grado di aumentare
il livello di efficienza o di flessibilità nello svolgimento
dell’attività economica.
periodi d'imposta a decorrere dal periodo determinato
con futuro D.M. e fino alla chiusura del periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2016, con un limite
minimo di spese iscritte a Bilancio di 50.000 Euro e con
un limite di credito d’imposta annuale massimo di
2.500.000 Euro. Il beneficio tributario dovrebbe essere
cumulabile con la detassazione IRAP e il cuneo fiscale.
© The European House - Ambrosetti
19
tecnologico delle micro, piccole e meindustriale (140 grandi imprese e
die imprese sono adottati interventi
204 piccole e medie imprese). La vaper il finanziamento a fondo perduto,
lutazione dei progetti è stata svolta
tramite voucher di importo non super la prima volta da esperti internaperiore a 10.000 Euro concessi ad
zionali in base alle priorità individuaimprese per l’acquisto di software,
te in vista del Programma Quadro per
hardware o servizi che consentano il
la Ricerca Europea Horizon 2020.
miglioramento dell’efficienza azien- ▪▪ Bando per finanziare progetti transdale, la modernizzazione dell’organazionali di collaborazione nel settonizzazione del lavoro, tale da favorire
re delle biotecnologie (15 novembre
l’utilizzo di strumenti tecnologici e
2013). Il MiSE, attraverso il Fondo
forme di flessibilità, tra cui il telelavoper la Crescita Sostenibile, ha reso diro, lo sviluppo di soluzioni di e-comsponibili 5 milioni di Euro per agevomerce, la connettività a banda larga e
lare progetti di sviluppo sperimentale
ultra-larga. I voucher potranno ane ricerca industriale realizzati da imche finanziare la formazione qualifiprese (anche affiancate da organismi
cata, nel campo ICT, del personale
di ricerca) o da centri di ricerca italiadelle PMI.
ni, in collaborazione con altre imprese europee nel settore biotech.
COOPERAZIONE
▪▪ Decreto 6 novembre 2013, “InterRICERCA-INDUSTRIA
venti per lo sviluppo e l’accrescimento di competitività nelle industrie
operanti nel settore aeronautico”. Il
▪▪ Cluster Tecnologici Nazionali (14 otMiSE ha stanziato 750 milioni di
tobre 2013). Il MIUR ha emanato un
Euro, a favore dei programmi di riprovvedimento che assegna 266 micerca e sviluppo nel settore aeronaulioni di Euro (170 milioni erogati sottico, sia per finanziare la conclusione
to forma di contributo alle spese e 96
dei progetti già avviati, sia per procome credito agevolato), ai 30 promuovere nuovi progetti, privilegiangetti vincitori dell’avviso pubblico per
do tra questi ultimi quelli riferiti ad
lo sviluppo e potenziamento di otto
11
aree tecnologiche prioritarie per lo
Cluster Tecnologici Nazionali . Sono
sviluppo del settore aeronautico.
coinvolti 112 soggetti del mondo della
ricerca (Università, enti pubblici di ▪▪ Pacchetto “Ricerca e Innovazione
ricerca, istituti di ricovero e cura a canelle imprese” (7 febbraio 2014). Il
rattere scientifico) e 344 del mondo
Consiglio dei Ministri ha stabilito un
ammontare pari a 250 milioni di
Euro per il 2014 volto a promuovere
11 Gli otto Cluster Tecnologici sono: Fabbrica Intelligente, Chimica verde, Scienze della Vita, Mezzi e sistel’occupazione qualificata e potenziare
mi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Agril’innovazione e l’internazionalizzafood, Aerospazio, Tecnologie per le Smart Communities,
zione delle imprese. Le misure preTecnologie per gli ambienti di vita.
20
© The European House - Ambrosetti
sentate includono:
–– Incentivi alle imprese per l’impiego di ricercatori con profili tecnico-scientifici e di laureati, per avvicinare la ricerca alle piccole e medie imprese.
–– Oltre 1.000 dottorati industriali,
per focalizzare i percorsi di specializzazione su temi rilevanti per le
imprese, creando o rafforzando il
collegamento tra aziende e Università soprattutto in Regioni dove
questo è particolarmente carente.
–– Reti per l’innovazione, per sostenere l’aggregazione di gruppi di ricerca competitivi intorno a grandi
temi di ricerca e finanziare le attività nazionali ed internazionali di coordinamento e networking di
gruppi di ricerca.
–– “Ricerca in movimento”, per promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie a partecipare con
successo ai bandi di Horizon
2020.
–– Voucher per l’innovazione per le
PMI, per rafforzare la capacità di
innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale e
per l’internazionalizzazione.
SVILUPPO DELLE
IMPRESE INNOVATIVE
▪▪ Decreto 18 ottobre 2012 convertito
nella Legge 17 dicembre 2012 in materia di definizione di una politica
per le start up innovative. La sezione
IX del Decreto Crescita 2.0 ha delineato, in via del tutto inedita, un quadro
normativo organico e di grande favore per sostenere la nascita e la crescita dimensionale delle start up innovative.
I principali contenuti della legge riguardano:
–– La definizione di start up innovativa, di start up innovativa a vocazione sociale e di incubatore certificato.
–– L’abbattimento degli oneri per
l’avvio d’impresa (start up innovative e incubatori certificati, a
differenza delle altre aziende, non
dovranno pagare gli oneri di costituzione e registrazione presso le
Camere di Commercio).
–– La disciplina in materia di lavoro
applicabile alle start up12.
–– La remunerazione dei collaboratori e dei fornitori della start up innovativa e degli incubatori certificati (cui è data facoltà di
remunerare i propri collaboratori
con stock option, e i fornitori di
servizi esterni attraverso schemi di
work for equity).
–– L’introduzione di corposi incentivi
fiscali per gli investimenti in start
up innovative provenienti da
12 Le start up potranno assumere personale con
contratti a tempo determinato della durata minima di 6
mesi e massima di 36 mesi. All’interno di questo arco
temporale, i contratti potranno essere anche di breve
durata e rinnovati più volte. Dopo 36 mesi, il contratto
potrà essere ulteriormente rinnovato una sola volta, per
un massimo di altri 12 mesi, e quindi fino ad arrivare
complessivamente a 48 mesi. Dopo questo periodo, il
collaboratore potrà continuare a lavorare in start up
solo con un contratto a tempo indeterminato.
© The European House - Ambrosetti
21
––
––
––
––
––
aziende e privati per gli anni 2013,
2014, 2015 e 2016.
L’introduzione dell’equity crowdfunding (si veda anche quanto sopra detto in relazione al regolamento Consob).
L’accesso semplificato, gratuito e
diretto per le start up al Fondo
Centrale di Garanzia13.
Il sostegno ad hoc nel processo di
internazionalizzazione delle start
up da parte dell’Agenzia ICE.
L’introduzione di procedure volte
a rendere più rapido e meno gravoso il processo che si mette in
moto nel caso in cui la start up
non decolli (fail fast).
La creazione di un meccanismo di
valutazione sistematica e di monitoraggio delle politiche attraverso
la raccolta costante di dati e analisi dell’impatto della nuova normativa, con il supporto dell’ISTAT.
Il Bando impegna complessivamente
30 milioni di Euro ed è ripartito in
quattro linee di intervento:
–– Big data: nuovi metodi e tecnologie per gestire e valorizzare basi di
dati caratterizzate da grande volume, varietà e velocità.
–– Cultura ad impatto aumentato:
nuove modalità di produzione, distribuzione e fruizione del patrimonio culturale, anche attraverso
la combinazione di tecnologie digitali.
–– Social Innovation Cluster: aggregazioni di competenze interdisciplinari, capacità innovative e di
imprenditorialità emergente per
rispondere alla domanda di innovazione e al soddisfacimento di bisogni emergenti.
–– Contamination Lab: creazione di
luoghi che facilitino nuove modalità d’integrazione e collaborazione
tra studenti, docenti, mondo imprenditoriale, territorio e istituzioni per promuovere la cultura
dell’imprenditorialità e dell’innovazione (CLab).
▪▪ Bando start up (13 marzo 2013). Il
Bando start up finanziato dal MIUR
si rivolge alle micro, piccole e medie
imprese delle Regioni Convergenza
attive da meno di sei anni invitandole
a presentare progetti di ricerca e innovazione - anche in collaborazione ▪▪ Decreto interministeriale del 26
con Università, centri di ricerca, PA e
aprile 2013 in materia di criteri e
grandi imprese - per individuare somodalità semplificati di accesso
luzioni innovative in campi di partiall’intervento del Fondo di Garanzia
colare rilievo e attualità per lo svilupper le piccole e medie imprese (pubpo sociale ed economico dei territori.
blicato sulla G.U. il 25 giugno 2014).
Il Decreto stabilisce che la garanzia
del Fondo di Garanzia sui finanzia13 La garanzia copre fino allo 80% del credito erogmenti bancari viene concessa a titolo
ato dalla banca alla start up, fino a un massimo di 2,5
gratuito alle start up innovative e agli
milioni di Euro.
22
© The European House - Ambrosetti
incubatori certificati. L’intervento coeffettuati, per un importo non supre fino all’80% del credito ottenuto e
periore a 1.800.000 Euro per ciafissa in 2,5 milioni di Euro l’importo
scun periodo d’imposta.
massimo garantito per ogni start up
Gli incentivi, ancora più vantaggiosi
o incubatore e assegna alle richieste
per le start up a vocazione sociale,
di garanzia riferite a queste due tipovalgono per gli investimenti effetlogie di impresa priorità nell’istruttotuati negli anni 2013, 2014 e 2015 a
ria e nella presentazione al Fondo.
patto che l’investimento sia mantenuto per due anni.
▪▪ Incentivi del Fondo Rete Incubatori
(3 gennaio 2014). Il MiSE ha previsto
agevolazioni che consistono in con- CULTURA-PAESE
tributi a fondo perduto fino a 200.000 DELL’INNOVAZIONE
Euro per ogni impresa, fino al 65%
delle spese di investimento e cumula- ▪▪ Decreto 91 dell’8 agosto 2013 “Dispobili con altre agevolazioni finanziarie
sizioni urgenti per la tutela, la valo14
pubbliche .
rizzazione e il rilancio dei beni e delle
attività culturali e del turismo”. Il
▪▪ Decreto interministeriale MiSEDecreto, convertito in Legge il 7 ottoMEF recante la disciplina di dettabre 2013, ha stabilito che le pubblicaglio sugli incentivi fiscali per gli inzioni dei risultati di ricerche finanziavestimenti in start up innovative (30
te almeno per il 50% con fondi
gennaio 2014). Il decreto pubblicato
pubblici siano depositate in archivi
il 21 marzo 2014 sulla Gazzetta Uffielettronici ad accesso libero e gratuiciale prevede che:
to. Parallelamente, la Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane
–– Le persone fisiche che investono
(CRUI) e diversi enti pubblici di riin start up possono detrarre
cerca si sono impegnati nella sottodall’IRPEF il 19% dei versamenti
scrizione di un Position statement
in denaro, per un importo non suche promuove l’istituzione di archivi
periore a 500.000 Euro per anno.
liberamente consultabili e incoraggia
–– Le persone giuridiche che investoi ricercatori a rendere disponibili i
no in start up possono dedurre
loro risultati.
dall’IRES il 20% dei versamenti
▪▪ Progetto Innovazione e Proprietà industriale (1 ottobre 2013). Il MIUR e
14
Le agevolazioni interessano: le attività manifatil MiSE hanno sottoscritto un accorturiere; la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e
aria condizionata; la fornitura di acqua, reti fognarie,
do per la realizzazione di un proattività di gestione dei rifiuti e risanamento; il trasporto
gramma che mira a valorizzare i temi
e magazzinaggio; i servizi di informazione e comunicazione; le attività professionali, scientifiche e tecniche; il
della creatività, dell’innovazione e
noleggio, servizi di supporto alle imprese; l’istruzione;
della tutela dei diritti di proprietà inle attività artistiche, sportive e di intrattenimento; le atdustriale e intellettuale. Il programtività delle lavanderie industriali.
© The European House - Ambrosetti
23
individuati dall’European Research
ma prevede 100 ore di formazione e
Council (Scienze della vita, Scienze fiinformazione su innovazione e strusiche e Ingegneria, Scienze umanistimenti di tutela della proprietà induche e sociali).
striale per il corpo docente di centocinquanta scuole italiane di ogni ▪▪ Decreto “Visiting” (3 febbraio 2014).
ordine e grado.
Il MIUR ha firmato il Decreto “Visiting” per attrarre in Italia ricercatori
▪▪ Decreto MIUR per richiamare le ecstranieri. Il Decreto dà l’opportunità
cellenze della ricerca (22 ottobre
agli atenei di siglare accordi per con2013). Il MIUR ha firmato un Decresentire ai propri docenti e ricercatori
to che consentirà agli Enti di Ricerca
di svolgere attività didattica e di rivigilati dal MIUR di assumere per
cerca presso altre Università e per
chiamata diretta ricercatori e tecnoistituire, in collaborazione con Unilogi italiani e stranieri altamente quaversità straniere, corsi finalizzati al
lificati. L’obiettivo del provvedimenrilascio di titoli congiunti o doppi. Le
to è dare slancio alla ricerca italiana
principali novità riguardano, in partirichiamando eccellenze professionali
colare, i rapporti tra Università italiariconosciute anche all’estero e favone ed estere.
rendo il rientro dei “cervelli”. La novità della misura sta nel prevedere ▪▪ Bandi per la cooperazione scientifica
per la prima volta che una parte del
e industriale (14 marzo 2014). La DiFondo Ordinario per il finanziamenrezione Generale per gli Affari Politici
to degli Enti e istituzioni di ricerca,
e di Sicurezza del Ministero degli Afpari a 1,6 milioni di Euro, sia dedicata
fari Esteri ha pubblicato due bandi
al rafforzamento del capitale umano
volti a sostenere i progetti di ricerca
destinato alla ricerca.
congiunti tra Italia e Israele. I destinatari dei bandi sono gli enti di ricer▪▪ Bando SIR per l’indipendenza dei
ca e le imprese italiane che abbiano
giovani ricercatori (24 gennaio
instaurato forme di collaborazione o
2014). Il MIUR ha pubblicato un banideato progetti di ricerca con le condo volto a sostenere i giovani ricercatroparti israeliane. Il bando Scientifitori nell’avvio della propria attività di
co rivolto a gruppi di ricerca italiani e
ricerca indipendente che finanzia
israeliani che abbiano sviluppato
progetti di alta qualità scientifica, reprogetti di ricerca nei settori del realizzati da gruppi di ricerca indipenstauro, conservazione, valorizzazione
denti sotto il coordinamento scientie gestione del patrimonio culturale;
fico di un giovane ricercatore che
energie rinnovabili e sostenibilità. Il
abbia conseguito il dottorato di ricerbando Industriale, invece, è indirizca o una specializzazione medica da
zato alle imprese italiane che abbiano
non oltre sei anni e che sia di età infesviluppato progetti di ricerca in collariore a 40 anni. Saranno finanziati
borazione con imprese israeliane su
progetti relativi ai tre macro-settori
24
© The European House - Ambrosetti
qualunque settore scientifico di reci- ▪▪ Attrazione dei capitali e delle compeproco interesse, tra cui medicina,
tenze per far crescere le start up atagricoltura, scienze dell’alimentaziotraverso la costituzione di un Fondo
ne, informatica, ambiente, spazio e
di Fondi dedicato al co-investimento
nuove fonti energetiche.
in fondi di venture capital a supporto
delle operazioni di investimento realizzate da angel investor, incubatori e
Accanto alle specifiche misure focalizzaacceleratori di impresa.
te sul tema dell’innovazione, si ricorda
anche l’ampio programma “Destina- ▪▪ Connessione del sistema della ricerca
zione Italia”, presentato dal Governo
di base con il tessuto produttivo, faLetta con l’obiettivo esplicito di attrarre
vorendo lo sviluppo di spin-off di
maggiori capitali esteri per investimento
Università e ricerca e la loro capacità
di medio-lungo periodo in Italia. All’indi attrarre capitali e incentivando
terno del programma sono contenute tra
una maggiore specializzazione degli
le altre, anche misure riguardanti l’innouffici di trasferimento tecnologico e
vazione dato il ruolo fondamentale che
degli uffici per le relazioni internazioessa gioca per la competitività del Paese:
nali di Università e centri di ricerca.
alcune azioni sono già state attuate, altre ▪▪ Internazionalizzazione del sistema
invece sono state definite, ma non ancodella formazione favorendo l’inserira implementate.
mento di insegnanti stranieri per
Tra le misure già attuate si segnalano:
percorsi di visiting di breve e medio
termine, sia nelle scuole che nelle
Università e incentivando nelle Uni▪▪ Apertura ai giovani delle porte dell’Uversità l’attivazione di corsi di studio
niversità e della ricerca: il Governo ha
anche esclusivamente in lingua inelevato il turnover per il 2014 dal
glese.
20% al 50% liberando posti per 1.500
ordinari e 1.500 nuovi ricercatori.
▪▪ Semplificazione dei permessi di sog- Accanto a queste, il programma ha defigiorno per gli studenti stranieri, con nito una serie di azioni che pur non esl’allineamento della durata del per- sendo focalizzate sullo specifico ambito
messo di soggiorno degli studenti della ricerca e dell’innovazione, mirano
stranieri a quella del loro corso di stu- a ricreare un business environment più
favorevole per il Paese del quale anche le
di o formazione.
imprese innovative potranno avvantagTra le misure previste dal programma, giarsi; esempi possono essere l’ampliamento delle fonti di finanziamento o la
ma ancora da attuare15:
digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
15 In riferimento al momento della stampa del presente rapporto (maggio 2014).
All’interno di questo articolato quadro
© The European House - Ambrosetti
25
di interventi, si segnalano anche le nuove linee programmatiche del
MIUR (28 aprile 2014), presentate dal
Ministro dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca alla VII Commissione del
Senato; tali linee prevedono:
–– semplificazione delle procedure nel
quadro del Programma Nazionale
della Ricerca (PNR) e delle sinergie
tra l’impiego dei fondi strutturali e
la competizione per i fondi di Horizon 2020;
–– semplificazione finanziaria che faccia confluire le risorse in un unico
piano finanziario della ricerca;
–– semplificazione gestionale, razionalizzando i soggetti che operano attorno al mondo della ricerca;
–– semplificazione normativa per regolamentare processi omogenei
nell’emanazione dei bandi;
–– incoraggiamento con appositi incentivi alla mobilità dei ricercatori
all’interno degli enti e tra enti e Università.
Gli interventi citati mostrano come nel
Paese si stiano formando le condizioni
di contesto per avviare riforme di più
ampio respiro, soprattutto grazie al rafforzamento delle relazioni tra ricerca e
industria. Tuttavia queste misure, pur
apportando miglioramenti anche significativi, lasciano aperte alcune questioni
di base che necessitano di essere affrontate con incisività.
26
© The European House - Ambrosetti
È necessario che i Ministeri potenzino
la loro collaborazione al fine di sviluppare una visione realmente trasversale sul tema dell’innovazione che aumenti l’efficacia degli interventi di policy
ed eviti duplicazioni e sovrapposizioni.
Va anche sottolineato come il livello di
implementazione delle nuove normative, sia in termini temporali (i decreti attuativi sono spesso in ritardo di mesi),
che in termini di attuazione (alcuni decreti attuativi per rendere operativi gli
interventi risultano bloccati) resti ancora basso.
Inoltre, parallelamente al rafforzamento
degli interventi nelle aree svantaggiate
del Paese, andrebbero premiati i centri
di eccellenza già presenti in Italia utilizzando criteri meritocratici nell’attribuzione dei fondi pubblici.
Infine, occorre affrontare con serietà la
questione dell’aggiornamento del sistema educativo e formativo nazionale, riconoscendo la necessità di adeguare il
bagaglio delle competenze (in particolare quelle tecnologiche e tecnico-scientifiche) e dei profili professionali alle esigenze e alle richieste dell’epoca
contemporanea.
Su questi punti si ritornerà più in dettaglio nel capitolo 4.
4. LA STRUTTURA
DI QUESTO RAPPORTO
Il presente rapporto raccoglie la conoscenza e le proposte che si sono sedimentate in seno alla Community TITT. Il documento, dopo questo capitolo introduttivo, è organizzato in quattro parti di seguito sinteticamente illustrate.
CAPITOLO 1. La survey 2014 della
Community TITT: le tendenze
dell’ecosistema dell’innovazione
in Italia
Il capitolo presenta gli indirizzi di un
campione selezionato della business
community italiana rispetto alle tendenze in campo tecnologico e agli investimenti in innovazione. I risultati della
survey offrono uno spaccato sullo stato
dell’arte e sulle decisioni strategiche future in tema di innovazione, fornendo
elementi di riflessione e conoscenza per
orientare le politiche a livello nazionale.
fattori abilitanti associati al successo
degli ecosistemi selezionati;
––l’analisi delle performance di innovazione delle Regioni italiane.
CAPITOLO 3. Gli ecosistemi dell’imprenditorialità e dell’innovazione:
i casi studio internazionali
Il capitolo offre una fotografia dettagliata
delle caratteristiche e delle dinamiche
che hanno portato alla costituzione di alcuni degli ecosistemi di imprenditorialità innovativa di riferimento nel mondo,
al fine di metterne in evidenza le scelte
strategiche, i modelli di governance e gli
Ambrosetti
InnosyCAPITOLO 2.
strumenti e trarre spunti di riflessione
stem Index 2014: la performance per il contesto italiano.
dell’Italia verso gli ecosistemi
dell’innovazione nel mondo
Il capitolo illustra i risultati 2014 dell’Am- CAPITOLO 4. Innovare per crescere:
brosetti Innosystem Index (AII) e propo- le proposte della Community TITT
ne una lettura comparata delle dinami- per il Paese
che di innovazione del nostro Paese Il capitolo declina il quadro strategico di
rispetto ad alcuni competitori interna- riferimento per lo sviluppo della capacità
zionali tradizionali ed emergenti, attra- innovativa dell’Italia, argomentando le
aree critiche in relazione al contesto atverso:
tuale del Sistema Paese, presentando le
––la mappatura dei principali ecosistemi- priorità d’azione individuate e illustranPaese di innovazione a livello interna- do le linee guida di intervento messe a
zionale e del loro grado di competitivi- punto dalla Community.
Il capitolo recepisce anche le proposte
tà;
––l’individuazione e la discussione dei sviluppate dal Junior Chapter.
© The European House - Ambrosetti
27
LA SURVEY 2014
DELLA COMMUNITY
TITT: LE TENDENZE
DELL’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE
IN ITALIA
1
Obiettivo del capitolo
Il capitolo presenta gli indirizzi di un campione selezionato della business
community italiana rispetto alle tendenze in campo tecnologico e agli
investimenti in innovazione. I risultati della survey offrono uno spaccato sullo
stato dell’arte e sulle decisioni strategiche future in tema di innovazione,
fornendo elementi di riflessione e conoscenza per orientare le politiche a livello
nazionale.
Il futuro oggi
1. LA SURVEY
DELLA COMMUNITY TITT:
STRUTTURA E METODOLOGIA
Nel riconoscimento dell’importanza di
disporre di una base informativa il più
possibile strutturata ed aggiornata per
supportare le decisioni strategiche in
tema di innovazione, quest’anno la Community TITT ha deciso di lanciare un’indagine, sotto forma di un questionario
(survey) articolato in 18 domande, sulle
tendenze tecnologiche, sugli investimenti in ricerca e sviluppo e sulle aspettative di medio termine di un campione
significativo di imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia.
La survey andrà a completare ed arricchire il corredo di analisi fornite in questo rapporto in merito agli ecosistemi
dell’innovazione, stabilendo un osservatorio permanente sulle aspettative
e la soddisfazione dei business leader
verso l’ecosistema dell’innovazione
in Italia e mapparne l’evoluzione nel
tempo.
La survey è stata sottoposta ai membri
di Ambrosetti Club, composto dai Vertici aziendali – oggi oltre 350 – dei più importanti gruppi ed organizzazioni attive
nel nostro Paese. Il campione così costituito, per sua natura, non è da considerarsi come statisticamente rappresentativo della realtà industriale italiana (si
veda paragrafo successivo relativo all’anagrafica delle imprese rispondenti);
fornisce invece uno spaccato sulla perce30
zione e sul sentiment di aziende eccellenti nei loro campi di attività, che rappresentano, a livelli diversi, dei punti di
riferimento, anche in relazione ai processi innovativi.
La survey copre 4 diverse aree:
1.
L’orientamento all’investimento in innovazione. La sezione è
composta da 7 domande; agli intervistati viene chiesto quale sia stato e
quale sarà l’orientamento all’innovazione nel breve periodo, sia in termini di investimenti diretti che
di allargamento della base occupazionale dedicata alla ricerca e sviluppo (R&S).
2. Le modalità di realizzazione
del processo innovativo. La sezione è composta da 5 domande che
coprono le fasi principali del processo innovativo, dagli obiettivi iniziali dei progetti di R&S, alle eventuali partnership poste in essere,
fino alle modalità di finanziamento.
3. L’ecosistema dell’innovazione
europeo e italiano. L’area è composta da 5 domande sulla competitività dell’ecosistema dell’innovazione italiano, all’azione dei Governi
a sostegno dell’innovazione e alle
aree di miglioramento, in linea con
© The European House - Ambrosetti
Technology Report Ambrosetti-01-Survey.indd 30
16/05/14 10:32
le proposte della Community TITT.
Oltre alla competitività dell’ecosistema nazionale è testato il parere
in merito alle opportunità legate
alla politiche per l’innovazione in
Europa, con un riferimento specifico anche al nuovo programma di ricerca Horizon 2020.
4. Gli orientamenti tecnologici.
L’ultima parte della survey è composta da due sezioni: la prima invita
i rispondenti a indicare gli ambiti
tecnologici sui quali la propria
azienda dovrà investire per garantire adeguati livelli di competitività
nel medio termine; la seconda sezione chiede di indicare in ordine di
importanza per il sistema Paese, i
diversi ambiti tecnologici in modo
da fornire una linea di indirizzo per
la strategia dell’innovazione a livello Paese.
1.1. L’ANAGRAFICA DEL CAMPIONE DELLE IMPRESE
Di seguito è presentata una sintetica illustrazione delle caratteristiche delle
aziende e dei manager che hanno partecipato alla survey. I settori di appartenenza delle aziende del campione, coprono le principali specializzazioni
produttive nazionali, con una rilevante
componente manifatturiera (41% del totale) – cfr. Fig. 1.
Il profilo dei rispondenti, per la maggior
parte CEO, è presentato nella figura sotto; tale percentuale di Vertici aziendali,
garantisce una forte significatività
degli orientamenti rilevati dalla survey.
È interessante rilevare – alla luce dell’importanza che sta assumendo a livello globale (si veda anche Box sotto) – la quota
di imprese che realizza fatturato attraverso canali on-line: il 45% del campione
MANIFATTURIERO
SERVIZI FINANZIARI
ICT E TELECOMUNICAZIONI
HEALTHCARE E CHIMICA
TRASPORTO E LOGISTICA
LARGO CONSUMO
ENERGIA
SERVIZI PROFESSIONALI
AGRICOLTURA E AGROALIMENTARE
0%
20%
40%
60%
■■ Figura 1 – Settore di appartenenza delle aziende campione; % sul totale
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
© The European House - Ambrosetti
31
ne realizza una quota superiore al 5%.
Tra le aziende che realizzano una quota di fatturato on-line superiore al 3%,
il 46% è all’interno della classe di fatturato superiore ai 500 milioni di
7%
6% 4%
Euro. Tra i settori che maggiormente
si rivolgono al canale on-line per la
vendita dei propri prodotti o servizi,
spiccano il settore dei servizi finanziari
e quello dell’ICT.
Chief Executive Officer
56%
Presidente
Direttore Generale
9%
Membro Consiglio
di Amministrazione
Chief Technology/
Information Officer
Strategy & Business
Development
■■ Figura 2 – La carica dei manager intervistati; %
sul totale (Fonte: The European House – Ambrosetti
su dati 2014)
18%
Superiore a
500 milioni di €
Da 10 a 50
milioni di €
28%
28%
■■ Figura 3 – Classe di fatturato delle
aziende campione; % sul totale (Fonte:
The European House – Ambrosetti
su dati 2014)
Da 50 a
250 milioni di €
28%
SÌ
37%
Da 250 a
500 milioni di €
16%
>5%
<1%
45%
30%
A
B
NO
63%
1%-3%
5%
3%-5%
20%
32
© The European House - Ambrosetti
■■ Figura 4 – Risposte % alla
domanda “A) La sua azienda
realizza quote di fatturato
attraverso canali digitali? B)
Se si, in quale quota?” (Fonte:
The European House– Ambrosetti su dati 2014)
Trasporto
a Logistica
8%
Servizi
professionali
Servizi
Finanziari
8%
31%
Largo
consumo
■■ Figura 5 – I settori che realizzano
più del 3% del fatturato attraverso il
canale on-line (Fonte: The European
House – Ambrosetti su dati 2014)
8%
Energia
7%
Manifatturiero
ICT e
Telecomunicazioni
15%
23%
Il commercio elettronico (e-commerce)
L’e-commerce è in rapida espansione nel mondo, con un giro d’affari globale oggi di 1
trilione di Dollari e tassi di crescita del 20% annuo. Il mobile è il canale emergente con
50% di crescita media annua prevista al 2015.
Il mercato e-commerce europeo ha raggiunto nel 2012 un valore complessivo di oltre
305 miliardi di Euro, con una crescita del 22% sul 2011. La vendita on line di prodotti e
servizi registra un’impennata soprattutto nei mercati dell’Europa dell’Est, come Polonia
e Repubblica Ceca, dove la crescita oscilla tra il 25 e il 30%. In Italia, il settore vale oltre
21 miliardi di Euro (valeva 1,6 miliardi nel 2004) – rif. Fig. sotto.
Giro d’affari e-commerce in Italia;
miliardi di Euro (Fonte: The European
House – Ambrosetti su dati Assocom e
Mip 2014)
21,2
19,0
14,4
10,0
1,6
2,1
2004
2005
3,3
2006
4,9
2007
6,4
2008
2009
2010
2011
© The European House - Ambrosetti
2012
33
2. I RISULTATI DELLA SURVEY 2014
La survey, come sopra detto, vuole fornire una base informativa aggiornata e
strutturata sul sentiment di un gruppo
selezionato di business leader italiani in
merito alle strategie e politiche di innovazione tecnologica in Italia. I dati di seguito presentati, sono suddivisi per le 4
macro-categorie e commentati nell’ottica di restituire indicazioni utili per favorire lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione nazionale.
stimento andrà ad aumentare e sui prossimi tre anni tale valore sale al 70%.
Dinamiche simili si hanno anche per le
assunzioni di personale dedicato alla
R&S: i rispondenti che prevedono di assumere personale dedicato passano dal
59% del 2014 all’85% nei prossimi tre
anni.
2.1. L’ORIENTAMENTO ALL’INVESTIMENTO IN INNOVAZIONE
Il primo dato riguarda la percentuale di
fatturato investita in innovazione da
parte delle aziende campione.
Il dato rispecchia una realtà virtuosa:
quasi il 60% dei manager intervistati dichiarano infatti che le loro aziende investono più del 3% del fatturato in innovazione (la media italiana è lo 0,68% - rif.
Box sotto).
L’85% dei rispondenti dichiara che il
budget in R&S è aumentato negli
ultimi tre anni. Per il 2014 il 50% del
campione conferma che nel 2014 l’inve-
13%
■■ Figura 6 – Risposte % alla domanda “Quanto
investe in media all’anno (in % del fatturato) la
Sua azienda in innovazione e/o R&S?” (Fonte:
The European House – Ambrosetti su dati 2014)
<1%
34
© The European House - Ambrosetti
35%
30%
22%
1%-3%
3%-5%
>5%
Nei prossimi
tre anni
Nel 2014
2%
28%
70%
2%
48%
50%
DIMINUIRÀ
RIMARRÀ COSTANTE
AUMENTERÀ
■■ Figura 7 – Risposte % alla domanda “Come si modificherà il budget complessivo della Sua
azienda, per l’innovazione e/o Ricerca e Sviluppo nell’anno corrente e nei prossimi tre anni?”
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
-63%
+44%
85%
59%
41%
15%
2014
no
Prossimi 3 anni
si
■■ Figura 8 – Risposte % alla domanda “La Sua azienda prevede di assumere personale dedicato
all’innovazione o alla R&S?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
© The European House - Ambrosetti
35
La spesa privata in R&S in Italia
Secondo l’ISTAT, le imprese italiane, nel 2013, hanno investito mediamente lo 0,68% del
proprio fatturato in R&S.
Il dato posiziona le nostre imprese al 17° posto sui 27 Paesi europei. Con una media UE27
di 1,29%, solo Finlandia, Svezia e Danimarca superano il 2%.
3,0
2,5
2,0
Media UE27 = 1,29
1,5
1,0
0,5
Fin
la
nd
Sv ia
Da e
ni zia
m
Ge arc
rm a
an
Au ia
st
Sl ria
ov
en
Es ia
to
n
Fr ia
an
ci
a
Pa Be
es lgio
Re i B
gn ass
o i
Un
Re
pu Ir ito
bb la
lic nd
a a
Po Cec
r
Lu to a
ss ga
em llo
bu
r
Sp go
ag
n
IT a
A
Un LIA
gh
e
Lit ria
ua
n
Po ia
lo
ni
M a
al
Le ta
Sl tto
ov nia
ac
ch
Gr ia
ec
Bu ia
lg
ar
ia
Ci
Ro pro
m
an
ia
0,0
Spesa R&S totale in % del fatturato sostenuta dalle imprese nei paesi UE
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014)
0,65%
0,69% 0,69% 0,68%
0,67% 0,68%
0,61%
0,54%
2002
0,52% 0,52%
2003
2004
0,55% 0,55%
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Evoluzione della spesa in R&S delle imprese italiane 2002-2013
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014)
36
© The European House - Ambrosetti
2013
L’80% e oltre dei rispondenti appartenenti a 6 dei 9 settori considerati, prevedono che la loro azienda assumerà personale dedicato a R&S nei prossimi tre anni.
Il 93% delle aziende con fatturato superiore ai 500 milioni di Euro assumerà
personale dedicato alla R&S, dato che
scende al calare della classe di fatturato,
fino ad un livello minimo del 73% delle
aziende con fatturato compreso tra 10 e 50
milioni di Euro.
A
B
Servizi professionali
100%
Largo consumo
100%
ICT e Telecomunicazioni
100%
Energia
100%
Manifatturiero
86%
Servizi finanziari
83%
Trasporto e logistica
Healthcare e Chimica
Agricoltura e agroalimentare
75%
67%
50%
Superiore
a 500 milioni di €
93%
Da 250 a 500
milioni di €
89%
Da 50 a 250
milioni di €
87%
Da 10 a 50
milioni di €
73%
■■ Figura 9 – A) Intervistati per settore che hanno dichiarato che assumeranno personale dedicato alla
R&S nei prossimi 3 anni; B) Scala di fatturato delle aziende che hanno dichiarato che assumeranno personale dedicato alla R&S nei prossimi 3 anni (The European House – Ambrosetti 2014)
Gli occupati in R&S in Italia
In Europa, nel 2013, gli addetti alla R&S (unità equivalenti a tempo pieno) sono mediamente 5 ogni mille abitanti. Il valore varia da 10,4 in Finlandia a 1,2 in Romania. I primi
posti della graduatoria europea sono occupati da Paesi dell’UE15: l’Italia – con 3,7 addetti
per mille abitanti – si colloca sotto la media europea e dietro a Portogallo (4,9), Spagna
(4,8) e Estonia (3,9).
Occupati in R&S nei Paesi UE27 ogni mille abitanti
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati
ISTAT 2014)
Media UE27 = 5,0
F
Lu inla
ss n
em dia
Da bur
ni go
m
ar
c
Sv a
ez
Au ia
Ge stri
rm a
a
Sl nia
ov
en
F ia
Pa ran
es cia
iB
as
B si
R
Re eg elg
pu no io
bb U
lic nit
a o
Po Cec
rto a
ga
Sp llo
ag
Irl na
an
Es da
to
n
IT ia
A
Lit LIA
Sl ua
ov nia
ac
ch
Gr ia
e
Un cia
gh
er
i
M a
a
Le lta
tto
Bu nia
lg
a
Po ria
lo
ni
a
Ci
p
Ro ro
m
an
ia
11,0
10,0
9,0
8,0
7,0
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
© The European House - Ambrosetti
37
In valore assoluto, il numero di impiegati in R&S in Italia negli ultimi trent’anni, è passato da 95 mila unità nel 1980 a 250 mila nel 2013 e a partire dal 2008, il numero di
occupati in R&S nelle imprese ha superato quello nelle Università.
260
240
220
200
180
160
140
120
100
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Personale addetto alla R&S in Italia; numero indice 1980 = 100
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014)
Nel 2013, il 45% degli addetti in R&S è impiegato nelle imprese con un tasso annuo medio
di crescita, tra il 2008 e il 2013 dell’1%. Il manifatturiero assorbe circa il 72% degli occupati totali in R&S italiani.
147.615
148.055
140.573
140.874
138.696
135.710
146.492
150.193
153.355
151.546
153.269
154.308
10.804
10.489
8.954
7.998
7.235
6.393
48.356
45.776
45.333
46.587
46.012
46.091
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Istituzioni pubbliche
Istituzioni private non profit
Imprese
Università
Occupati in R&S nei vari settori istituzionali in Italia; 100% di ogni anno di riferimento.
(Fonte: The European House – Ambrosetti su dati ISTAT 2014)
38
© The European House - Ambrosetti
2.2. LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL PROCESSO
INNOVATIVO
67%
24%
In relazione al ritorno degli investimenti
in R&S compiuti in Italia, circa il 75% dei
rispondenti esprime un giudizio soddisfacente (in linea con le aspettative o superiore).
Gli investimenti in R&S sono finalizzati
principalmente sul lato dei prodotti/servizi (87% delle risposte) più che dei processi. Il dato sul lancio di nuovi prodotti
o servizi radicalmente nuovi (45% del totale1) sembra smentire la percezione diffusa che l’innovazione fatta dalla aziende
in Italia sia tipicamente incrementale e
volta al miglioramento dell’esistente.
Dal punto di vista delle modalità di sviluppo dei processi di innovazione, circa il
71% degli intervistati dichiara che la
R&S viene principalmente condotta internamente (“in house”) e solo il
18% dichiara di aver svolto ricerca in collaborazione con l’Università. Il dato sembra suffragare l’ipotesi di un modello di
innovazione “chiuso” che sconta alcuni
problemi in tema di instaurazione di network collaborativi strutturati e di trasferimento tecnologico (cfr. capitolo 4).
A fronte di questo dato, emerge che il
grado di soddisfazione delle aziende che
hanno collaborato con enti esterni è elevato (79% del totale) – rif. Fig. 13.
1 Tra i rispondenti, i settori ICT, Largo Consumo e
Healthcare/Chimica sono quelli che hanno concentrato
maggiormente i loro investimenti in R&S per lo sviluppo di prodotti o servizi radicalmente nuovi: il 67% delle
aziende dei 3 settori ha infatti di chiarato di investire in
R&S al fine di ottenere prodotti o servizi radicalmente
nuovi.
7%
2%
Per niente
Parzialmente
In linea
con
le aspettative
Sopra le
aspettative
■■ Figura 10 – Risposte % alla domanda “In
riferimento agli ultimi 3 anni, in che misura è
soddisfatto del ritorno degli investimenti in
innovazione compiuti dalla Sua azienda?”
(Fonte: The European House – Ambrosetti su
dati 2014)
45%
42%
13%
Miglioramento dei
processi produttivi
Miglioramento di
prodotti o servizi
già esistenti
Prodotti o servizi
radicalmente nuovi
■■ Figura 11 – Risposte % alla domanda “In
riferimento agli ultimi 3 anni, quali sono stati i
principali risultati dell’innovazione per la Sua
azienda?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
71%
18%
6%
4%
Con altre
aziende
Con altri
centri di
ricerca
pubblici
2%
Con
Università
In house
Con altri
centri di
ricerca
privati
■■ Figura 12 – Risposte % alla domanda “La
R&S della Sua azienda è svolta prevalentemente
(risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
© The European House - Ambrosetti
39
No
21%
■■ Figura 13 – Risposte % alla domanda “Nel
caso in cui la Sua azienda ha collaborato con
altri enti, si ritiene soddisfatto della collaborazione?” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
Sì
79%
Le motivazioni a sostegno convergono in
primis verso l’acquisizione di competenze e di know-how. Nel caso di insoddisfazione, i motivi attengono invece ad un
disallineamento tra gli obiettivi, i tempi e
le procedure delle aziende con quelli universitari e ad un deficit di project management nella gestione del rapporto tra
pubblico e privato2.
Dal punto di vista della protezione della
proprietà dei risultati dell’attività di ricerca e/o dell’acquisizione di knowhow, emerge una situazione piuttosto
2
Secondo gli intervistati, una maggiore condivisione del rischio imprenditoriale, potrebbe spingere gli
enti pubblici ad allineare i propri processi operativi e
decisionali a quelli dei partner privati e li incentiverebbe a formalizzare un sistema di track-record delle esperienze passate per certificare e spendere il know-how
specifico di settore. A fronte della condivisione del
rischio dovrebbe corrispondere una maggiore presa di
beneficio dai risultati emersi dai progetti di ricerca in
termini di visibilità dell’ente e di sbocco professionale
per i ricercatori e studenti.
40
© The European House - Ambrosetti
diversificata e che sembra confermare
alcune peculiarità del sistema dell’innovazione italiano:
–– è bassa la % di aziende che hanno
partecipato o costituito start up innovative;
–– è bassa la % dei rispondenti che ha
acquistato brevetti o licenze nell’ultimo triennio;
–– a fronte di un 59% del campione che
dichiara di avere brevettato, oltre il
30% afferma di non avere fatto,
negli ultimi 3 anni, né brevetti, né
acquisizioni degli stessi: questo
sembra confermare la scarsa
propensione alla protezione dei
risultati della ricerca3.
3 L’Italia, secondo l’ultimo (2013) International
Property Right Index è 47° su 131 Paesi analizzati per efficacia della protezione della proprietà intellettuale.
59%
31%
6%
4%
Acquistato brevetti/
licenze di prodotti,
servizi o processi
Brevettato prodotti,
servizi o processi
Nessuna delle
precedenti
Costituito o
partecipato
a start up innovative
■■ Figura 14 – Risposte % alla domanda “Negli ultimi 3 anni la sua azienda ha prevalentemente:
(risposta)” (Fonte: The European House – Ambrosetti su dati 2014)
Il dato sul finanziamento degli investimenti in R&S è in linea con le evidenze
emerse in precedenza. Infatti, quasi la
totalità dei rispondenti (90%) dichiara
di ricorrere all’autofinanziamento delle
attività di R&S.
90%
10%
■■ Figura 15 – Risposte % alla domanda “La
Sua azienda finanzia l’innovazione prevalentemente con: (risposta)” (Fonte: The European
House – Ambrosetti su dati 2014)
Autofinanziamento
Fonti esterne
Fondi regionali
Tra coloro che dichiarano di rivolgersi a
fonti esterne, quasi l’80% fa riferimento a
fondi di natura pubblica o comunitaria.
Venture Capital/
Private Equity
9%
9%
Fondi
europei
43%
Istituti
di credito
13%
■■ Figura 16 – Risposte % alla domanda “Se
utilizza fonti esterne, si rivolge a: (risposta)”
(Fonte: The European House – Ambrosetti su
dati 2014)
Fondi statali
26%
© The European House - Ambrosetti
41
2.3. L’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE
EUROPEO ED ITALIANO
A conferma di ciò che è emerso in precedenza in materia di finanziamento alla
R&S, la politica comunitaria sull’innovazione è ritenuta da oltre un terzo degli
intervistati come un’opportunità per il
reperimento di fondi.
Dalle risposte del campione emerge an■■ Figura 17 – Risposte % alla domanda “Come
definirebbe la politica europea a sostegno
dell’innovazione (risposta)?” (Fonte: The
European House – Ambrosetti su dati 2014)
10%
Box sotto); questo dato è però probabilmente da leggere in funzione della tipologia particolare di aziende che compongono il campione della survey.
In riferimento alla qualità dell’ecosistema
italiano dell’innovazione, oltre la metà
degli intervistati esprime un giudizio
da negativo a molto negativo, a fronte di
un 14% che lo ritiene competitivo.
Circa le priorità ritenute dagli intervistati necessarie per rilanciare l’ecosistema italiano emergono tre indicazioni
principali:
35%
24%
16%
12%
2%
Non so
Irrilevante per
Rilevante per
il sistema industriale il sistema industriale
italiano
italiano
Troppo
burocratizzata
e farraginosa
Un’opportunità
di finanziamento
Un’opportunità per
favorire accordi tra
imprese di diversi
Paesi europei
40%
42
© The European House - Ambrosetti
34%
12%
14%
0%
ss
im
o
co
m P
pe o
tit co
M ivo
co edia
m m
pe en
tit te
Co ivo
m
pe
tit
ivo
co
m M
pe o
tit lto
Ec ivo
ce
lle
nt
e
0%
Pe
che una chiara indicazione (un quarto
dei rispondenti) delle difficoltà procedurali relative ai programmi comunitari, percepiti come molto complessi e burocratici.
Emerge anche che – nonostante gli
obiettivi dichiarati dall’EU – solo 1 rispondente su 10, consideri le politiche
europee come un’opportunità per stringere relazioni con controparti di altri Paesi europei.
In questo quadro, quasi l’80% del campione conosce le opportunità offerte
dal nuovo programma europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 (cfr.
■■ Figura 18 – Risposte % alla domanda “Dal
Suo punto di vista, quanto è competitivo
l’ecosistema dell’innovazione italiano?”
(Fonte: The European House – Ambrosetti su
dati 2014)
Il programma Horizon 2020
Horizon 2020 è il nuovo programma di finanziamento integrato delle attività di ricerca della Commissione europea. Horizon
sarà attivo dal 1° gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2020 e supporterà l’UE nelle sfide
globali fornendo a ricercatori e innovatori
gli strumenti necessari alla realizzazione dei
propri progetti e delle proprie idee. Il budget stanziato (compreso il programma per
la ricerca nucleare Euratom) è di circa 80
miliardi di Euro su sette anni.
Horizon 2020 è strutturato in tre pilastri,
intorno ai quali orientare e sviluppare le attività di ricerca e innovazione in Europa:
1. Eccellenza scientifica. Ha l’obiettivo di
incrementare la qualità della base scientifica europea, sostenendo le migliori idee,
sviluppando talenti e fornendo ai ricercatori l’accesso alle migliori infrastrutture.
La strutturazione di incentivi fiscali chiari, stabili e significativi per l’attività di R&S (es. credito
di imposta, defiscalizzazione investimenti, ecc.).
2. La formulazione di una strategia
nazionale dell’innovazione per
dare coerenza e priorità alle politiche sulla ricerca, sul lavoro, sulla
formazione e lo sviluppo industriale.
3. Lo snellimento dei tempi e delle procedure burocratiche relative alle attività di R&S.
1.
2. Leadership industriale. Intende incrementare l’attrattività dell’Europa per
gli investimenti in ricerca e innovazione.
Funzionale a questa visione, vi sono gli
obiettivi di portare grandi investimenti
in tecnologie industriali essenziali, favorire la crescita delle aziende europee
fornendo livelli adeguati di finanziamento e aiutare le PMI innovative a
trasformarsi in imprese leader mondiali.
3. Sfide della società moderna.
Rispecchia le priorità della strategia
Europa 2020 con un approccio incentrato sulle soluzioni alle grandi sfide
della sostenibilità per il futuro. Questo
pilastro copre attività che spaziano dalla
ricerca alla commercializzazione, agli
appalti pubblici innovativi.
2.4. GLI ORIENTAMENTI
TECNOLOGICI
L’ultima parte della survey ha indagato l’opinione del campione circa le tecnologie
o gli ambiti tecnologici che avranno
il maggiore impatto sulla competitività del Paese, sia in termini di opportunità di business che di sviluppo nel medio
termine. Dalle risposte sono emersi 15
campi come rappresentato in figura.
In termini di importanza, sono emersi 5
ambiti tecnologici indicati come prioritari per lo sviluppo del Paese:
Su questi punti si ritornerà nel capitolo
4 circa le proposte della Community 1.
TITT per il Paese.
2.
3.
4.
5.
Tecnologie innovative per l’energia
Nuovi materiali
Mobile Internet
Nanotecnologie
Piattaforme per Smart City
© The European House - Ambrosetti
43
MICRO E
NANO-ELETTRONICA
NANOTECNOLOGIE
NUOVI
MATERIALI
TECNOLOGIE
INNOVATIVE
PER L’ENERGIA
FOTONICA
INTELLIGENZA
ARTIFICIALE
INTERNET OF THINGS
(INTERNET
DELLE COSE)
MOBILE
INTERNET
PIATTAFORME
BIG DATA
BIOTECNOLOGIE
ROBOTICA
INTELLIGENTE
AUTOMAZIONE
AVANZATA
TECNOLOGIE
CLOUD
MEZZI DI TRASPORTO
AUTONOMI
(DRIVERLESS)
PIATTAFORME
SMART CITY
■■ Figura 19 – Tecnologie e ambiti tecnologici a maggiore potenziale e impatto
nel medio-lungo periodo
Di seguito una loro sintetica descrizione. Oltre alla produzione di energia, è di
fondamentale importanza la capacità di
stoccarla e preservarla per usi futuri: in
1. Tecnologie innovative
questo senso, le nuove tecnologie come
per l’energia
le batterie a combustibile e gli accumuLe energie rinnovabili (energia solare, eo- latori agli ioni di litio, stanno sperimenlica, ecc.) e le nuove tecniche di estrazio- tando forti sviluppi con un significativo
ne di gas e petrolio (shale gas e shale oil), aumento delle performance e una ridusono indicate come le soluzioni di medio zione nel prezzo unitario. I progressi
termine per la sostenibilità energetica4. nelle tecnologie di stoccaggio di energia
Secondo le previsioni, il giro d’affari a li- porteranno anche i veicoli ibridi o eletvello globale che si genererà nel prossimo trici ad essere competitivi con i veicoli a
decennio sarà compreso tra i 200 e i 300 combustione interna. Oltre alle batterie
miliardi di Dollari per le energie rinnova- per veicoli, i nuovi sistemi di immagazzibili e fino a 500 miliardi di Dollari per le namento e stoccaggio dell’energia serviranno per risolvere il problema della dinuove tecnologie estrattive.
scontinuità di fornitura di energia legata
4
La questione energetica in Italia, come noto, è da alle energie rinnovabili. Il giro d’affari
diversi anni un tema chiave per lo sviluppo dell’industria
per queste tecnologie a livello mondiale
e del Paese a causa degli extra-costi della bolletta enerè stimato fino a 600 miliardi di Dollari al
getica rispetto ai principali competitori internazionali.
44
© The European House - Ambrosetti
i nanomateriali avanzati, quali grafene5
e nanotubi di carbonio, potranno contribuire alla creazione di nuovi tipi di display, batterie super-efficienti e celle solari. Le aziende farmaceutiche stanno
già procedendo nella ricerca per utilizzare nanoparticelle per trattamenti farmacologici mirati, in particolare per le cure
oncologiche.
2. Nuovi materiali
Il giro d’affari nel mondo associato a tali
Negli ultimi decenni, sono stati scoperti scoperte per i prossimi 10 anni è commateriali con proprietà impensabili: preso tra i 200 e i 500 miliardi di Dollari.
materiali intelligenti in grado di potersi
autorigenerare o auto-pulire; materiali a 3. Mobile Internet
memoria di forma che al termine del
loro utilizzo possono recuperare la for- In pochi anni, gli strumenti portatili con
ma esatta iniziale; ceramiche piezoelet- accesso ad internet (smartphone, tablet
triche e cristalli che possono trasformare ecc.) sono passati da essere un bene di
la pressione in energia e nanomateriali. lusso ad una commodity per quasi un
Questi ultimi spiccano per le loro im- miliardo di persone nel mondo.
Negli Stati Uniti, il 30% del traffico in
rete e il 40% dell’utilizzo di social-media
avviene attraverso device mobili ed entro il 2015 il traffico internet wireless supererà quello cablato.
La connettività sempre più diffusa ha
permesso la moltiplicazione esponenziale di applicazioni che accompagnano
gli utilizzatori nelle proprie attività giornaliere con nuove possibilità di scambio
e acquisizione di informazioni (si stima
■■ Figura 20 – Foglio di grafene
che il giro d’affari attuale sia di oltre 15
mense potenzialità espresse dal loro miliardi di Dollari all’anno).
continuo miglioramento e dai numerosi
campi di applicazione. Alla scala nano- 5
Il grafene è il materiale più sottile ed è tra i più
metrica (meno di 100 nanometri), le so- leggeri che esistono; è incredibilmente denso, trasparente, resistente allo stress (1.000 volte più dell’acciastanze ordinarie assumono nuove pro- io), efficiente come conduttore di calore ed elettricità,
prietà come insolite proprietà elettriche, resistente alla temperatura e alle variazioni del pH. Le
sue applicazioni vanno dall’elettrodinamica alla chimienorme forza per unità di peso e miglio- ca fisica e organica, ai semiconduttori e alla produzione
re reattività. Grazie a ciò, si prevede che di schermi.
2025. Per molte di queste filiere industriali e della ricerca, l’Italia, ha un posizionamento competitivo importante (es.
caldaie a biomassa, pompe di calore,
mini e micro eolico, controllo solare,
batterie di accumulo, ecc.) che può valorizzare per cogliere i trend di mercato.
© The European House - Ambrosetti
45
La nanotecnologia consentirà la produzione e lo sviluppo di nuovi sistemi intelligenti e micro device che rivoluzioneranno radicalmente settori vitali per
la società moderna come la salute, l’energia l’ambiente e in generale la manifattura.
Le nanotecnologie sono trasversali a tutti gli altri ambiti individuati in precedenza, migliorano prodotti già sul mercato sia dal lato della performance che
della durata, come nel caso della microelettronica e dei semiconduttori che
hanno visto nell’utilizzo del silicio una
svolta epocale. Nelle scienze della vita
(life science) le applicazioni delle nanotecnologie rivoluzioneranno la fase di
4. Nanotecnologie
diagnostica e di cura di molte patologie
La nanotecnologia è l’applicazione del oltre a perfezionare il campo di applicasapere scientifico al controllo e allo zione dei farmaci personalizzati e dei
sfruttamento di materia di dimensione biomarker.
compresa tra 1 e 100 nanometri, dimensioni grazie alle quali le nuove proprietà 5. Piattaforme per smart cities
fisiche e chimiche e i relativi fenomeni
associati possono emergere. Spesso, la Le città sono da sempre al centro del
risultante delle applicazioni delle nano- cambiamento e dello sviluppo economitecnologie consiste in nuove scoperte e co e sociale del pianeta (oltre il 70% del
campi di applicazione di materiali im- PIL globale è oggi prodotto negli agglopensabili ed estremamente innovativi.
merati urbani). A fronte di una tendenza
verso uno sviluppo ancor più sostenuto
dei processi di inurbamento, l’esigenza
strategica è riuscire ad assicurare la sostenibilità al modello di sviluppo.
L’integrazione fra nuove tecnologie
energetiche e per la mobilità, ICT e infrastrutture tradizionali è un fattore abilitante per le cosiddette “città intelligenti”, ad indicare sistemi urbani che
ottimizzano l’uso delle risorse e propon■■ Figura 21 – Microprocessori di ultima
gono nuovi paradigmi di servizio e fungenerazione
L’internet mobile presenta anche una
serie di soluzioni che supportano e velocizzano i flussi di scambi e le opportunità di business. L’e-commerce (cfr. Box
più sopra) dà la possibilità ai consumatori di poter acquistare prodotti in qualsiasi momento ovunque si trovino, massimizzando di fatto l’esposizione dei
prodotti e l’efficacia delle campagne di
promozione dei produttori.
Il mobile internet, permetterà inoltre di
portare nel “mondo connesso” miliardi
di persone abitanti dei Paesi in via di sviluppo, che altrimenti non ne avrebbero
avuto la possibilità.
46
© The European House - Ambrosetti
30%
TREND
25%
15%
in 5/13
20%
%
10%
in 5/12
del traffico 15%
Internet
2.4%
in 5/10
10%
5%
0.9%
in 5/09
6%
in 5/11
0%
12/08
12/09
12/10
12/11
12/12
12/13E
12/14E
■■ Figura 22 – Quota del traffico internet mondiale derivante da device mobili (Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti su dati Stats Counter Global Statistics)
zionalità. Su questi temi nel mondo sono
attivi tutti i principali Paesi, con ingenti
stanziamenti ad hoc. L’Europa ha le
smart city tra i propri obiettivi strategici6, con molteplici programmi7. A livello
italiano il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato a febbraio 2014 gli esiti del bando di gara
“Smart cities e Communities” con quasi
400 milioni di Euro di fondi erogati; il
Piano Nazionale per le Città, messo a
punto dal Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti ad agosto 2012, con una
dotazione di 2 miliardi di Euro, punta ad
affrontare il tema della riqualificazione
urbana.
6
Circa tre quarti della popolazione europea vive in
aree urbane che consumano il 70% del bilancio energetico comunitario. I costi connessi alla congestione del
traffico intra-cittadino valgono quasi l’1% del PIL europeo ogni anno.
7 A titolo non esaustivo si ricordano: la European
Innovation Partnership on Smart Cities and Communities, la European Initiative on Smart Cities, le call di ricerca per la smart city nell’ambito di Horizon 2020.
© The European House - Ambrosetti
47
3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI
Dalle indicazioni del campione di aziende
della survery 2014 della Community
TITT emergono alcuni elementi che da
un lato confermano dei fattori di solidità
dell’ecosistema italiano dell’innovazione,
dall’altro ne sottolineano le aree di miglioramento.
Con le chiavi di lettura necessarie data la
tipologia e composizione del campione, è
certamente positivo l’orientamento a
proseguire nell’investimento in ricerca e
sviluppo e nell’assunzione di personale
qualificato per la R&S anche nel prossimo triennio. Questo dato, collegato all’entità dell’investimento in % del fatturato e
delle tendenze all’incremento anche nello
scorso triennio, segnalano come l’innovazione sia percepita come un’area strategica per la crescita, questo anche nonostante i vincoli imposti dalla contingente crisi.
A tal proposito è significativo rilevare
come una quantità crescente di intervistati, dichiara che incrementerà il proprio
budget per l’innovazione proprio nel
biennio 2015-2016, probabilmente per
sfruttare al meglio il miglioramento delle
48
© The European House - Ambrosetti
condizioni macro-economiche. In questo quadro è però evidente come i problemi tradizionali del sistema italiano permangano come possibili fattori di
rallentamento dello sviluppo innovativo;
tra i principali:
––
––
––
––
una forte propensione all’autofinanziamento della ricerca delle imprese, che si scontra con i vincoli
imposti della dimensione media;
la poca collaborazione con le Università e i centri di ricerca, che non
permette di valorizzare in chiave di
mercato la conoscenza di eccellenza
che il sistema della ricerca produce;
la limitata gestione della proprietà
intellettuale, che rende più fragile la
protezione dei risultati innovativi;
la difficoltà alla relazione con le
start up e all’interscambio con realtà di altri Paesi, che riduce la possibilità di innescare sinergie e circoli
virtuosi di sviluppo.
Più in generale, emerge una insoddi-
sfazione circa la qualità e l’efficacia del sistema delle regole e delle
opportunità che l’Italia offre per l’innovazione, anche al di là degli indubbi passi avanti fatti negli anni recenti. In particolare, anche a fronte delle priorità
indicate dagli intervistati, è forte l’esigenza di migliorare il coordinamento
degli attori e delle policy pubbliche, di
snellire sostanzialmente la burocrazia e
le procedure per le attività di R&S e di
creare un quadro di incentivi semplici,
efficaci e il più possibili automatici.
Una ulteriore indicazione, utile per ragionare delle scelte strategiche di fondo
per l’orientamento dell’ecosistema nazionale dell’innovazione, è quella relativa agli ambiti tecnologici a maggior
impatto atteso. Le tecnologie innovative per l’energia (sia dal lato della produzione che dell’utilizzo), i nuovi materiali e le nanotecnologie (che per un
Paese a forte vocazione manifatturiera
come il nostro rappresentano una forte
opportunità competitiva verso i Paesi
che presentano strutture di costo di produzione più basse), l’internet mobile
(che apre spazi per sviluppare anche in
Italia imprese leader della nuova economia digitale, oltre che stimolare quelle
tradizionali con nuovi strumenti
di commercializzazione come l’e-commerce) e il modello delle smart city, con
tutte le filiere tecnologico-industriali ad
essa collegate, sono sicuramente ambiti
che traguarderanno il futuro prossimo e
su cui l’Italia dovrebbe investire con ancor maggior forza, all’interno di programmi d’azione nazionali che leghino
ricerca e sviluppo industriale.
Per questo la politica comunitaria, il
programma Horizon 2020 come indicato dall’80% del campione, può essere un
ulteriore volano strategico di risorse e
competenze. L’Italia dovrebbe, come in
parte ha iniziato a fare8, strutturarsi
al meglio per ottimizzare la sua capacità di canalizzarne fondi.
8 Si ricorda ad esempio la strategia Horizon 2020
Italy, promossa dal MIUR (marzo 2013) per sintonizzare la programmazione nazionale della ricerca con quella
europea.
© The European House - Ambrosetti
49
AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX
2014: LA PERFORMANCE
DELL’ITALIA VERSO
GLI ECOSISTEMI
DELL’INNOVAZIONE
NEL MONDO
2
Obiettivo del capitolo
Il capitolo illustra i risultati 2014 dell’Ambrosetti Innosystem Index (AII) e propone
una lettura comparata delle dinamiche di innovazione del nostro Paese rispetto
ad alcuni competitori internazionali, tradizionali ed emergenti, attraverso:
–– la mappatura dei principali ecosistemi-Paese di innovazione a livello
internazionale e del loro grado di competitività;
–– l’individuazione e la discussione dei fattori abilitanti associati al successo
degli ecosistemi selezionati;
–– l’analisi delle performance di innovazione delle Regioni italiane.
Il futuro oggi
1. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE
PER LA COMPETITIVITÀ: DEFINIZIONE
E CARATTERISTICHE
“L’innovazione attiene
all’implementazione di
processi produttivi (di
beni materiali o di
servizi) o allo sviluppo
di prodotti nuovi ad
ampio margine di
miglioramento sulla
tecnologia esistente”.
Organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico (OCSE)
La capacità di produrre innovazione è
una determinante della competitività delle organizzazioni e dei sistemi
territoriali per rispondere alle sfide globali imposte da un contesto in forte discontinuità e accelerazione.
Ricerca e innovazione costituiscono anche una componente indiretta del benessere, dando un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile e
durevole1.
Ogni Sistema Paese produce dunque
una performance di innovazione che
impatta fortemente sull’outcome competitivo nazionale in termini di crescita,
occupazione, miglioramento delle condizioni di vita.
Negli ultimi 10 anni – in un contesto di
competizione accresciuta e scarsità di risorse – l’emergere di centri produttivi in
Asia, Africa e America Latina ha rivolu1
Il fino ultimo del processo innovativo è l’utilizzazione per finalità economiche di invenzioni tecniche o
di un know-how tecnologico, creando dunque nuova
ricchezza e benessere collettivo.
52
© The European House - Ambrosetti
R2 = 0,6801
4,00%
3,50%
PIL, TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA 2000-2012
3,00%
ISRAELE
2,50%
SVIZZERA
SINGAPORE
2,00%
AUSTRIA
REGNO
UNITO
FINLANDIA
1,50%
STATI
UNITI
PAESI
BASSI
0,50%
-0,50%
0,00%
GERMANIA
BELGIO
GRECIA
0,00%
SVEZIA
PORTOGALLO
1,00%
FRANCIA
ITALIA
1,00%
2,00%
3,00%
4,00%
5,00%
SPESA IN R&S, MEDIA 2000 - 2012
■■ Figura 1 – Correlazione tra spesa in ricerca e sviluppo (R&S) e crescita del PIL, dati in US$
costanti al 2000 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE e IMF 2014)
zionato l’orizzonte concorrenziale per i
prodotti a bassa e media tecnologia e ha
fortemente aumentato il premio
competitivo dell’introduzione sul
mercato di prodotti avanzati. Nei
prossimi 10-20 anni il cambiamento si
intensificherà: la “knoweldge economy”
e la cosiddetta “terza rivoluzione
industriale”2, rimescoleranno le carte
2
Rivoluzione nelle modalità di produzione che, al
pari della meccanizzazione tessile nel 17° secolo e alla
catena di montaggio fordista di inizio 20° secolo, è destinata, secondo gli esperti, a mutare profondamente gli
equilibri economici e la catena di valore mondiale. Il
processo è legato alla crescente digitalizzazione dei metodi produttivi e all’interazione di nuovi software, nuovi materiali, robotica avanzata, stampa in tre dimensioni e nuovi servizi via Internet.
creando nuovi orizzonti di opportunità e
vincoli per le aziende e i sistemi-Paese a
livello mondiale.
Oggi la sfida dell’innovazione non risiede più nell’implementazione di modelli
di innovazione lineari che concepiscono
l’output innovativo come risultato definito a partire da input quantitativi predeterminati (investimenti, capitale umano, strutture), ma avviene a partire da
ecosistemi di innovazione integrati in cui i risultati di innovazione si determinano in funzione delle interazioni
tra attori chiave (accademici, istituzionali e di business) e in cui la massimizzazione della velocità dei network e l’ottimizzazione dell’efficacia sono fattori
© The European House - Ambrosetti
53
MODELLO LINEARE
RICERCA
SVILUPPO
COMMERCIALIZZAZIONE
ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE
FINANZA/
CAPITALE
di RISCHIO
STRUTTURE
DI TT
ECOSISTEMA
DI INNOVAZIONE
SETTORE
PUBBLICO
UNIVERSITÀ
e RICERCA
BUSINESS
■■ Figura 2 – Modelli di innovazione lineari ed ecosistemi di innovazione (Fonte: The European
House - Ambrosetti su Kao et. Al.)
critici di successo. In questo contesto, la
performance dei diversi Paesi è sempre
più legata alla capacità di ogni ecosistema d’innovazione di massimizzare
l’efficienza innovativa di tutti i livelli territoriali: i cluster tecnologici/
hub di innovazione – a loro volta ecosistemi di innovazione locali – stanno diventando nodi sempre più strategici
e determinanti nei risultati innovativi
nazionali.
Tali cluster, concepiti come “concentrazioni geografiche di imprese, fornitori
di input e di servizi, intermediari (an54
© The European House - Ambrosetti
che finanziari) e istituzioni di ricerca3”
hanno un ruolo crescente quali catalizzatori di innovazione e centri propulsori
di crescita e competitività sia nei confronti dei Paesi di appartenenza, sia rispetto alle catene di produzione globali
quali world class knowledge producer4.
3
Porter, M., (2009). “Clusters and Economic Policy: Aligning Public Policy with the New Economics of
Competition.” White Paper. (Cambridge: Institute for
Strategy and Competitiveness, 2009). Porter, Mills, K.,
Reynolds, E.B., Reamer, A. (2008) “Clusters and Competitiveness: A New Federal Role for Stimulating Regional Economies” (Washington: Brookings Institution, 2008).
4
L’impatto di uno dei cluster innovativi mondiali
A fronte di queste considerazioni, la Community TITT nel percorso di lavoro 20122013 ha deciso di avviare una riflessione
strutturale sul tema, proponendo una
propria interpretazione “olistica” di ecosistema di innovazione come:
“…un’area
territoriale
fortemente
dinamica dal punto
di vista economicoimprenditoriale,
caratterizzata da
alto fermento
culturale, scientifico
e tecnologico,
attrattività e
mobilità sociale, con
efficaci meccanismi
di premialità e
garanzia di equità
nell’accesso alle
opportunità”.
per eccellenza – la Silicon Valley – è indicativo di questo
fenomeno. A fronte di una popolazione di circa 3 milioni di abitanti (lo 0,9% della popolazione statunitense;
l’8% di quella californiana) l’area produce il 12,5% dei
brevetti nazionali e il 48,5% di quelli dello Stato della
California; attrae il 40% degli investimenti in venture
capital di tutti gli Stati Uniti (il 70% di quelli californiani) e ha una ricchezza pro-capite superiore di oltre il
60% rispetto alla media americana. Fonte: Silicon Valley Index 2013 e Fortune 2013.
A fronte di tale definizione, le “componenti” di un ecosistema di innovazione
sono state individuate in:
––
––
––
––
––
––
capacità di attrazione di nuove
forze (intellettuali e finanziarie);
capacità di valorizzazione delle
competenze presenti;
produzione di novità sostanziali e
discontinuità;
capacità di creare il mercato e/o
anticiparlo sui trend più rilevanti e
di generare imprenditorialità diffusa;
propensione al “rischio” di innovare (cultura diffusa dell’innovazione);
concentrazione di infrastrutture
di ricerca e sviluppo (di livello internazionale).
Questa modellizzazione concettuale ha
permesso di costruire uno strumento di
misurazione e confronto strutturato delle performance innovative degli ecosistemi di innovazione nel mondo: l’Ambrosetti Innosystem Index (AII).
In questo nuovo anno di attività la Community ha deciso di proseguire nel lavoro aggiornando il monitoraggio dei principali ecosistemi di innovazione
individuati l’anno precedente e ampliando il campo di rilevazione includendovi
ulteriori ecosistemi innovativi di riferimento internazionale.
I risultati – e una loro lettura qualiquantitativa – sono presentati nelle pagine seguenti.
© The European House - Ambrosetti
55
2. L’AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX: STRUTTURA
E METODOLOGIA
L’Ambrosetti Innosystem Index (AII) è 2. Produzione di innovazione: sono
uno strumento di informazione e orienstati fatti degli approfondimenti su
tamento delle decisioni composto da un:
ogni Paese per valutare la reale produzione di innovazione a livello
mondiale (pubblicazioni scientifiche
–– Indice sintetico che identifica la
nel top 10% mondiale, brevetti, ecc.).
performance complessiva di ogni
ecosistema secondo valori uniformi 3. Check di comparabilità e copertura:
e comparabili nel tempo.
è stata effettuata una selezione a
partire da una prima rosa di 30 Pa–– Tableau de Bord che misura i riesi comparabili con l’Italia in termisultati raggiunti da ogni ecosistema
ni di dimensioni relative, condizioni
d’innovazione sui fattori chiave che
socio-economiche di partenza e redeterminano la performance di inperibilità dei dati sugli indicatori
novazione.
prescelti5.
In sede di elaborazione, è stata portata
avanti una scelta chiara nella selezione Sulla base di questi criteri, nell’edizione
dei campione di riferimento: a una chia- precedente (2013) dell’AII, sono stati inve di lettura mondiale, è preferito un dividuati 9 Paesi ad alta performance
approccio selettivo nell’identificazio- innovativa: Canada, Cile, Finlandia,
ne degli ecosistemi di innovazione da Francia, Germania, Israele, Regno Unimappare.
to, Singapore, Stati Uniti. Al fine di allarI criteri di composizione del campione gare la base di analisi a tutti gli ecosistesono ricondotti a tre ordini di variabili: mi di innovazione, quest’anno il
1.
Letteratura internazionale sui centri di innovazione mondiale.
56
© The European House - Ambrosetti
5
Tali criteri di selezione hanno portato all’esclusione ad esempio di Cina e Brasile dal campione di riferimento.
campione è stato esteso ad altri 3 Paesi
riconosciuti per i brillanti risultati di innovazione: Corea del Sud, Svezia e Svizzera6.
In aggiunta alla misurazione delle performance degli ecosistemi di innovazione individuati, sono stati monitorati in
logica comparativa anche i risultati
dell’Italia per quantificare eventuali divari esistenti e comprendere quali siano
i fattori ostativi che determinano tale situazione.
I risultati di ogni ecosistema sono stati
quindi rappresentati a livello di due macro-set di indicatori.
A. Variabili di output, volte a “catturare” al massimo livello di sintesi
i risultati di efficacia innovativa in
termini di produzione di nuove idee
e di loro impatto economico:
–– Numero di brevetti su popolazione attiva (15-64 anni).
–– Esportazioni dei settori ad alta
intensità di R&S7 in rapporto alle
esportazioni totali.
–– Personale occupato nelle funzioni R&S nelle imprese private per
migliaia di occupati.
–– Numero di citazioni scientifiche
per ricercatore.
B. Variabili di input, selezionate
per rendere conto della dotazione di
ogni Paese rispetto alle determi6
Si veda per una presentazione puntuale dei loro
casi studio il capitolo 3.
7
É stata utilizzata in questo senso la definizione
dell’OCSE per l’identificazione di questi settori (aerospazio, elettronica, computing, strumenti di precisione).
nanti della performance complessiva di innovazione; sono stati considerati 4 sottogruppi:
–– Capitale umano, per misurare la
dotazione di risorse umane qualificate e predisposte all’innovazione in fasce chiave (livello universitario) e la predisposizione stessa
delle classi di età più giovane allo
studio e all’apprendimento delle
materie scientifiche (istruzione
secondaria).
–– Risorse finanziarie a supporto
dell’innovazione, per mappare la
disponibilità di fondi a tutti i livelli di investimento / finanziamento rilevante (investimenti totali in R&S, componente di
investimenti pubblici e di investimenti privati in R&S, disponibilità di capitale di rischio).
–– Ambiente innovativo, considerato come insieme di indicatori volti
a identificare la capacità di ogni
ecosistema di garantire protezione agli attori dell’innovazione e
trasformare l’innovazione in nuove idee di business.
–– Attrattività di ecosistema, inteso
come gruppo di variabili volte a
misurare la capacità di ogni Paese
di sviluppare un ambiente attrattivo per investimenti e nuovi talenti e capace di sviluppare sinergie collaborative tra Università e
ricerca.
Per ognuna delle variabili misurate è
stato preso in considerazione l’orizzonte
temporale 2010-2012, ricostruendo
© The European House - Ambrosetti
57
una base dati omogenea e confrontabile, utilizzando le informazioni disponibili presso le principali fonti internazionali (OCSE, UNESCO, Banca
Mondiale, Eurostat) e i siti delle Agenzie
statistiche nazionali dei Paesi del
campione.
Per alcune variabili è stato utilizzato il
valore puntuale rilevato, altre invece
sono state ottenute componendo i dati
raccolti; eventuali outlier presenti per
alcune variabili non sono stati esclusi
data la dimensione del campione
analizzato. A partire da questo impianto,
sono stati costruiti indicatori compositi
utilizzando la media mobile sugli ultimi
3 anni considerati per ognuna delle aree
tematiche in esame. É stato quindi messo a punto un indice complessivo che assegna a ciascuna area di riferimento lo
stesso peso.
La visualizzazione dei risultati prevede
due tipologie grafiche:
1 cruscotto di posizionamento che segna la
performance negli output
di innovazione
TABLEAU DE BORD
AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX
PUNTEGGIO AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX
2,35
ITALIA
2,98
CILE
2,35
4,98
4,54
FRANCIA
4,54
1
GERMANIA
5,64
INGHILTERRA 4,67
ISRAELE
4,98
SVEZIA
4,90
CANADA
4,44
6,59
5,66
STATI UNITI
5,37
SINGAPORE
5,66
KOREA del SUD
6,59
SVIZZERA
6,30
FINLANDIA
6,36
4,98
MEDIA DEL CAMPIONE
DEBOLE
IN LINEA
FORTE
4 quadranti relativi ai
4 fattori di input
identificati (capitale
umano, risorse finanziarie, attrattività di sistema)
PUNTEGGIO SOTTO-INDICATORI DI IMPUT
CAPITALE
UMANO
9,65
DE 9,65
8,58
SG 8,99
UK 8,63
CA 8,58
FR 8,58
RISORSE
FINANZIARIE
9,38
8,38
SK 7,77
SE 6,73
IT 6,39
CL 5,10
58
5,78
5,97
UK 5,97
ISR 5,08
IT 4,56
CL 2,73
2
ATTRATTIVITÀ
DEL PAESE
US 9,86
5,51
UK 6,16
SG 5,85
SE 5,78
4,39
FI 5,39
CH 5,19
FR 5,04
FR 6,89
ISR 6,43
FI 7,19
7,02
9,86
DE 7,97
SG 7,40
CH 7,95
US 7,09
ISR 7,02
SK 9,34
FI 9,15
SE 8,55
US 8,38
CH 8,31
AMBIENTE
INNOVATIVO
ISR 4,66
IT 4,28
SK 4,23
CL 4,29
© The European House - Ambrosetti
ISR 5,04
CH 5,01
DE 4,39
SG 3,83
CA 3,42
SK 3,06
FR 3,01
DE 4,91
CA 4,88
4,66
UK 5,51
2,44
SE 2,60
CL 2,44
FI 2,37
US 2,19
IT 1,21
■■ Figura 3 – Posizionamento
nello scoreboard delle variabili
di input e di output; 1=output;
2=input (Fonte: The European
House - Ambrosetti)
DIMENSIONI
PROXY
RAZIONALE
FONTE
Efficienza
ed efficacia
ecosistema
innovativo
1. Numero di brevetti sulla
popolazione attiva (15-64 anni)
2. Export dei settori ad alta
intensità di R&S/export totale
3. Numero di citazioni scientifiche
per ricercatore
4. Personale di R&S per migliaia di
occupati
1. Produzione nuove idee
2. Impatto dell’innovazione
sulla struttura economica
3. Qualità della produzione
scientifica
4. Impatto dell’innovazione
sull’occupazione
1.WIPO
e OCSE
2.OCSE
3.Scimago
e OCSE
4.OCSE
Capitale umano
1. Numero studenti universitari in 1. Capitale umano come
materie tecnico-scientifiche su
produttore potenziale di
pop. 19-25 anni
nuova conoscenza
2. Punteggio PISA* studenti in
scientifica
matematica e scienze
2. Qualità della preparazione
di base
Risorse finanziarie
a supporto
dell’innovazione
1. Venture Capital attractiveness
Index**
2. Inv. privati in R&S (%PIL)
3. Inv. pubblici in R&S (% del PIL)
1. Capacità di attrarre
investimenti VC
2. Propensione settore
privato ad investire
3. Propensione settore
pubblico ad investire
1.OCSE
2.OCSE
1.IESE
2.OCSE
3.OCSE
Attrattività
ecosistema
1. Intellectual Property Right Index 1. Capacità di proteggere le
1.International
***
nuove idee
Property
2. Registrazione di nuove imprese 2. Imprenditorialità e capacità
Right index
per migliaia di abitanti in età
trasformativa della nuova
Report
attiva (15-64 anni) ****
conoscenza
2.Banca
Mondiale
Ambiente
innovativo
1. R&S nei programmi di dottorato finanziata
dall’industria
2. R&S finanziata dall’estero
3. Mobilità netta studenti, (saldo
degli studenti entranti-uscenti
dal Paese su studenti totali)
■■ Figura 4 – Tabella sinottica, le variabili chiave (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OCSE, UNESCO, Banca Mondiale e Agenzie di Statistica Nazionali) (*)
1. Proxy della vicinanza tra il
mondo del business e il
mondo accademico
2. Capacità di attrarre
investimenti esteri R&S
3. Mobilità degli studenti
terziari
1.OCSE
2.Banca
Mondiale
3.UNESCO
intellettuale10 nel Paese; (****) Registrazioni di nuove
aziende in un Paese rapportato alla popolazione attiva in età compresa tra i 15 e i 64 anni.
TEST internazionale sulle competenze degli adolescenti8, (**) Indice di attrattività per il VC9 (***) Indice che misura il rispetto dei diritti di proprietà
8
Il test effettuato ogni 3 anni; mappa le performance dei 15enni in materie letterarie, matematica,
scienze e problem solving in oltre 40 Paesi nel mondo.
9
Sotto-componente dello IESE Venture Capital
and Private Equity Attractiveness Index, costruito su
300 indicatori macroeconomici chiave per la capacità di
ogni Sistema Paese di attrarre capitale di rischio in
chiave internazionale.
10
Componente dell’International Property Right
Index che misura la propensione al rispetto dei diritti di
proprietà su 3 fronti: rispetto della legge e libertà politica,
rispetto della proprietà fisica, rispetto della proprietà intellettuale (www.internationalpropertyrightsindex.org/).
© The European House - Ambrosetti
59
3. I RISULTATI DELL’AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX 2014
La figura 5 riporta una visione d’insieme dei risultati raggiunti da ognuno degli ecosistemi mappati sull’indice complessivo:
1°
COREA DEL SUD (6,59)
2°
FINLANDIA (6,36)
trainata in particolare da alte performance
nella ottimizzazione del sistema di supporto al finanziamento dell’innovazione.
3°
SVIZZERA (6,30)
60
© The European House - Ambrosetti
Seguono Singapore (5,66), Germania
(5,64), Stati Uniti (5,37), Israele (4,98),
Svezia (4,90), Regno Unito (4,67), Francia (4,54), Canada (4,44) e – a distanza
più significativa – Italia (2,98) e Cile
(2,35).
Analizzando il posizionamento assoluto,
la classifica è sostanzialmente uguale a
quella dell’anno precedente (2013) con le
uniche eccezioni di Stati Uniti e Israele
che si scambiano la posizione.
TABLEAU DE BORD
AMBROSETTI
INNOSYSTEM INDEX
PUNTEGGIO AMBROSETTI INNOSYSTEM INDEX
2,35
ITALIA
2,98
CILE
2,35
4,98
4,54
FRANCIA
4,54
6,59
5,66
GERMANIA
5,64
INGHILTERRA
4,67
SINGAPORE
5,66
KOREA del SUD
6,59
ISRAELE
4,98
SVEZIA
4,90
CANADA
4,44
STATI UNITI
5,37
SVIZZERA
6,30
FINLANDIA
6,36
4,98
MEDIA DEL CAMPIONE
DEBOLE
IN LINEA
FORTE
PUNTEGGIO SOTTO-INDICATORI DI IMPUT
CAPITALE
UMANO
9,65
DE 9,65
8,58
SG 8,99
UK 8,63
CA 8,58
FR 8,58
RISORSE
FINANZIARIE
9,38
8,38
SK 7,77
SE 6,73
IT 6,39
CL 5,10
5,78
5,97
UK 5,97
ISR 5,08
IT 4,56
CL 2,73
US 9,86
UK 6,16
SG 5,85
SE 5,78
ATTRATTIVITÀ
DEL PAESE
5,51
4,39
FI 5,39
CH 5,19
FR 5,04
FR 6,89
ISR 6,43
FI 7,19
US 7,09
ISR 7,02
9,86
DE 7,97
SG 7,40
CH 7,95
7,02
SK 9,34
FI 9,15
SE 8,55
US 8,38
CH 8,31
AMBIENTE
INNOVATIVO
ISR 4,66
IT 4,28
SK 4,23
CL 4,29
ISR 5,04
CH 5,01
DE 4,39
SG 3,83
CA 3,42
SK 3,06
FR 3,01
DE 4,91
CA 4,88
4,66
UK 5,51
2,44
SE 2,60
CL 2,44
FI 2,37
US 2,19
IT 1,21
■■ Figura 5 – L’Ambrosetti Innosystem Index, una visione d’insieme
(Fonte: The European House - Ambrosetti)
© The European House - Ambrosetti
61
PAESE
2014
2013
Corea del Sud
6,59
6,59
Finlandia
6,36
6,49
Svizzera
6,30
6,30
Singapore
5,66
5,68
Germania
5,64
5,68
Stati Uniti
5,37
5,52
Istraele
4,98
5,53
Svezia
4,90
4,98
Regno Unito
4,67
4,69
Francia
4,54
4,53
Canada
4,44
4,49
Italia
2,98
2,95
Cile
2,35
2,28
2014 vs. 2013
■■ Figura 6 - Confronto tra i punteggi dell’Ambrosetti Innosystem Index 2014 e quelli 2013 (Fonte:
The European House - Ambrosetti)
Confrontando invece i punteggi ottenuti
quest’anno con quelli dell’anno precedente11 risulta che: tre Paesi (Francia,
Italia e Cile) hanno migliorato le
proprie performance; due Paesi
11
Nel confrontare i risultati ottenuti nella rilevazione 2014 con quella del 2013 si è tenuto conto per i
dati 2013 anche delle rettifiche operate dalle varie banche dati sugli indicatori analizzati.
62
© The European House - Ambrosetti
(Corea del Sud e Svizzera) non hanno visto cambiare il proprio risultato; otto
Paesi hanno visto un peggioramento
complessivo12.
12
Si ricorda che le variazioni assolute dell’indice attengono a dei sottostanti elementi di tipo strutturale.
Cambiamenti quindi anche di entità modesta, sono in
ogni caso indicativi di tendenze e percorsi di riposizionamento significativi.
Le variazioni dell’AII registrate rispetto
all’anno precedente sono frutto di
variazioni registrate in ciascun macrocategoria di variabile, sia di output che
di input.
Rispetto alla rilevazione dell’anno precedente il campione di analisi ha visto
migliorare le proprie performance in
termini di “Ecosistema innovativo”, di
“Risorse finanziarie” e “Ambiente inno-
OUTPUT
ECOSISTEMA
INNOVATIVO
2013
2014
CAPITALE
UMANO
2013
2014
RISORSE
FINANZIARIE
2013
2014
AMBIENTE
INNOVATIVO
2013
2014
ATTRATTIVITÀ
PAESE
2013
2014
vativo”; i punteggi delle aree “Capitale
Umano” e “Attrattività del Paese” registrano invece una leggera diminuzione.
Di seguito si riportano per ogni ecosistema analizzato una breve descrizione e il
relativo Tableau de Bord.
L’ordine di presentazione è in funzione
del posizionamento sull’indice AII, partendo dal best performer a scendere.
3,80
3,87
7,84
7,74
6,81
6,98
INPUT
5,39
5,41
3,39
3,34
■■ Figura 7 – Confronto dei punteggi 2014 e 2013 della media del campione per ciascuna categoria di
variabili di output e di input dell’Ambrosetti Innosystem Index (Fonte: The European House - Ambrosetti)
© The European House - Ambrosetti
63
TABLEAU DE BORD
3.1 COREA DEL SUD
1
6,59
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 1.222 miliardi di Dollari
ABITANTI: 50,22 milioni
La Corea del Sud è uno dei 3 ecosistemi
di innovazione introdotti nella rilevazione 2014 ed è il Paese che ha conseguito il
punteggio più elevato dell’AII.
L’ottima performance deriva soprattutto dalla grande propensione alla brevettazione (4,94 brevetti per migliaia di
abitanti nel periodo 2010-2012), superiore rispetto a tutti gli altri ecosistemi e
dalla struttura dei finanziamenti alla ricerca e sviluppo che vede la Corea del
Sud primeggiare sia per gli investimenti
pubblici sia per quelli privati (rispettivamente 1% e 2,7% del PIL nel periodo
considerato). Gli elementi più critici ri-
64
© The European House - Ambrosetti
guardano il numero di citazioni per ricercatore (il Paese registra un valore
pari a 0,86, valore più basso tra i Paesi
analizzati), la quota di Ricerca e Sviluppo finanziata dall’estero (solo lo 0,2%
nel periodo di riferimento) e le performance conseguite nella categoria “Ambiente innovativo”, dove i punteggi risultano tra i più bassi sia sul fronte della
protezione della proprietà intellettuale,
sia quello della registrazione di nuove
imprese.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
CILE
0,19
0,54
4,94
0,5%
SINGAPORE
2,55
INGHILTERRA
0,54
FINLANDIA
0,51
ISRAELE
1,44
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
STATI UNITI
2,46
CANADA
1,48
IN LINEA
2,18
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
SVIZZERA
31,7%
FRANCIA
19,7%
23,5%
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
FINLANDIA
45,5%
ISRAELE
22,1%
4,94
SOTTO LA MEDIA
45,5%
SINGAPORE
31,1%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
CANADA
7,0%
23,5%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SVIZZERA
13,7
0,86
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
FRANCIA
15,0
SVEZIA
17,3
15,0
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
566,93
26,3%
15,5%
PUNTEGGIO
PISA
524,63
19,1%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
3,6%
92,60
2,4%
1,1%
434,13
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
6,43
7,20
2,09
1,07
2,8%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
1,0%
1.0%
0,9%
82,55
80,90
35,78
6,8
100
488,00
8,30
5,87
544
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
14,0%
9,0%
1,84
4,2%
1,1
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
15,2%
49,3%
11,2%
10,8%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
5,3%
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
1,8%
0,2%
- 2,7%
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
65
TABLEAU DE BORD
3.2 FINLANDIA
2
6,36
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 257 miliardi di Dollari
ABITANTI: 545 milioni
La Finlandia – tradizionale hotspot
dell’innovazione mondiale e secondo
nell’indice AII – ha ottenuto risultati superiori rispetto agli altri Pasi analizzati
sia sul fronte della quota di export dei
prodotti ad alta intensità di Ricerca e
Sviluppo (45,5% contro una media del
campione pari a 17,2%), sia su quello de-
66
© The European House - Ambrosetti
gli occupati in Ricerca e Sviluppo per
migliaia di abitanti (21,87 contro una
media del campione pari a 17,66).
Altri elementi che contribuiscono al successo del Paese sono un’alta intensità
della protezione della proprietà intellettuale e un buon sistema finanziario a
supporto dell’innovazione.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
CILE
0,19
0,54
4,94
0,5%
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
INGHILTERRA
0,54
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
STATI UNITI
2,46
CANADA
1,48
45,5%
SINGAPORE
31,1%
ISRAELE COREA
22,1% del SUD
23,5%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
CANADA
7,0%
23,5%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
FRANCIA
19,7%
SVIZZERA
31,7%
0,51
SOTTO LA MEDIA
45,5%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
2,18
COREA
del SUD
0,86
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
IN LINEA
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SVIZZERA
13,7
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
2,15
SOTTO LA MEDIA
21,9
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
PUNTEGGIO
PISA
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
33,0%
566,93
100
3,6%
26,3%
539,65
524,63
92,60
2,4%
488,00
80,90
434,13
64,65
15,5% 15,5%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
8,30
8,6
81,25
1,1%
14,0%
49,3%
6,43
9,0%
10,8%
2,09
5,87
1,07
2,81
4,2%
1,1
5,9%
5,3%
0,2%
1.0%
0,9%
0,6%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
35,78
7,20
1,0%
0,1%
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
2,7%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
6,7%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
1,8%
- 2,7%
2,4%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
67
TABLEAU DE BORD
3.3 SVIZZERA
3
6,30
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 651 miliardi di Dollari
ABITANTI: 8,00 milioni
La Svizzera è il terzo classificato secondo
l’AII. Il Paese oltre ad aver ottenuto il
punteggio più alto in riferimento al numero di citazioni per ricercatore (8,61),
ha ottenuto una significativa performance complessiva anche grazie ai buoni risultati conseguiti su ciascuno
degli indicatori analizzati. Il Paese è
secondo solo alla Finlandia in base alla
68
© The European House - Ambrosetti
quota di export totale dedicata ai prodotti ad alta intensità di ricerca (31,7%
vs 45,5%) ed è terzo dopo Regno Unito e
Singapore sul fronte della mobilità netta
degli studenti.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
0,54
1,48
4,94
INGHILTERRA
0,54
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
ITALIA
0,25
0,5%
COREA
del SUD
4,94
FINLANDIA
0,51
CILE
0,19
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
STATI UNITI
2,46
ISRAELE COREA
22,1% del SUD
23,5%
31,7%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
2,18
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
IN LINEA
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
11,99
CILE
5,33
ITALIA
9,3
IN LINEA
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SINGAPORE
12,0
8,61
SOTTO LA MEDIA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
COREA
del SUD
0,86
FINLANDIA
45,5%
FRANCIA
19,7%
0,45
SOTTO LA MEDIA
0,86
45,5%
SINGAPORE
31,1%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
23,5%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
13,7
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
PUNTEGGIO
PISA
566,93
26,3%
524,63
21,4%
15,5%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
100
524,25
488,00
80,90
1,1%
434,13
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
14,0%
8,30
6,43
9,0%
5,87
2,4%
87,45
35,78
7,20
3,6%
92,60
8,57
8,3
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
2,09
1,07
2,50
4,2%
1,1
1,0%
2,1%
0,9%
0,6%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
11,7%
10,8%
5,3%
0,9%
0,1%
49,3%
9,0%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
6,0%
5,1%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
69
TABLEAU DE BORD
3.4 SINGAPORE
4
5,66
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 296 miliardi di Dollari
ABITANTI: 5,40 milioni
L’output innovativo del Paese – 4° nel
ranking AII – deriva sia dalla buona gestione dei risultati della ricerca (2,55
brevetti depositati per migliaia di abitanti), sia dall’alta propensione all’export dei prodotti ad alta intensità di Ricerca e Sviluppo. Singapore si
caratterizza anche per il valore più elevato del punteggio PISA in matematica e
70
© The European House - Ambrosetti
scienze ottenuto dai suoi studenti (557)
e da un valore secondo solo a quello del
Regno Unito sulla mobilità degli studenti, indice di una forte capacità di attrattività e interscambio dei talenti.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
0,54
4,94
0,5%
INGHILTERRA
0,54
ISRAELE
1,44
SVIZZERA
0,45
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
FINLANDIA
0,51
CILE
0,19
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
STATI UNITI
2,46
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
23,5%
ISRAELE COREA
22,1% del SUD
23,5%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
IN LINEA
2,18
COREA
del SUD
0,86
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
2,63
SOTTO LA MEDIA
GERMANIA
2,41
3,95
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
INGHILTERRA
11,3
SOPRA LA MEDIA
13,65
15,01
SVIZZERA
13,7
ITALIA
9,3
IN LINEA
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
2,63
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
STATI UNITI
2,55
31,1%
SOPRA LA MEDIA
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
FINLANDIA
45,5%
FRANCIA
19,7%
2,55
SOTTO LA MEDIA
45,5%
SVIZZERA
31,7%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
12,0
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
566,93
26,3% 26,3%
15,5%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
5,87
524,63
92,60
3,6%
92,60
80,90
1,1%
434,13
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
2,09
1,07
7,74
49,3%
9,0%
10,8%
1,1
5,3%
3,1%
0,9%
0,2%
0,9%
1,3%
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
14,0%
4,2%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
1,0%
2,4%
488,00
6,43
8,2
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
100
556,93
35,78
8,30
7,20
PUNTEGGIO
PISA
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
12,5%
5,1%
5,3%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
71
TABLEAU DE BORD
3.5 GERMANIA
5
5,64
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 6.636 miliardi di Dollari
ABITANTI: 80,80 milioni
La Germania occupa la quinta posizione
della classifica con un punteggio pari a
5,64. Si tratta del primo Paese europeo per
propensione alla brevettazione e leader
indiscusso per quanto riguarda il numero
di studenti universitari iscritti a facoltà
con indirizzo tecnico-scientifico (33% de-
72
© The European House - Ambrosetti
gli studenti) e la percentuale di finanziamento dei percorsi PhD a carico dell’industria (14%), a riprova del forte legame tra
industria e mondo accademico.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
0,54
1,48
ISRAELE
1,44
0,5%
11,4%
STATI UNITI
11,4%
IN LINEA
ISRAELE COREA
22,1% del SUD
23,5%
2,18
COREA
del SUD
0,86
14,7%
SOPRA LA MEDIA
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
STATI UNITI
2,55
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
15,01
21,87
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
FINLANDIA
2,15
SINGAPORE
12,0
FINLANDIA
21,9
SVIZZERA
13,7
2,41
SOTTO LA MEDIA
FINLANDIA
45,5%
SVIZZERA
31,7%
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
45,5%
FRANCIA
19,7%
1,11
SOTTO LA MEDIA
23,5%
SINGAPORE
31,1%
SVEZIA
12,2%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
14,7%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
STATI UNITI
2,46
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
4,94
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
INGHILTERRA
0,54
FINLANDIA
0,51
CILE
0,19
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
13,8
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
33,0%
26,3%
PUNTEGGIO
PISA
566,93
524,63
15,5%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
100
517,80
488,00
80,90
1,1%
434,13
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
14,0%
8,30
6,43
9,0%
5,87
2,4%
87,25
35,78
8,1
3,6%
92,60
8,57
7,20
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
2,09
1,07
1,32
4,2%
1,1
14,0%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
1,0%
1,9%
0,9%
0,8%
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
15,2%
49,3%
10,8%
5,3%
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
SOTTO LA MEDIA
5,1%
4,0%
1,8%
- 2,7%
3,6%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
73
TABLEAU DE BORD
3.6 STATI UNITI
6
5,37
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 16.800 miliardi di Dollari
ABITANTI: 316,73 milioni
Gli Stati Uniti occupano la sesta posizione nella classifica stilata. È elevata, come
noto, la propensione a brevettare (2,46
brevetti per migliaia di abitanti) ed è
estremamente sviluppato il mercato del
venture capital (il Paese ha ottenuto il
punteggio massimo nel Venture Capital
and Private Equity Attractiveness In-
74
© The European House - Ambrosetti
dex). Ai massimi livelli è anche il tasso di
imprenditorialità con 35,8 registrazioni
di nuove imprese per migliaia di abitanti. Il Paese non sembra invece brillare,
nonostante le istituzioni di ricerca superiore di eccellenza internazionale, per
preparazione dei suoi studenti secondo
il test PISA.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
0,54
4,94
GERMANIA
1,11
0,5%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
INGHILTERRA
0,54
FINLANDIA
0,51
CILE
0,19
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
11,4%
IN LINEA
2,18
COREA
del SUD
0,86
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
GERMANIA
2,41
SOTTO LA MEDIA
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
SOPRA LA MEDIA
13,65
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
INGHILTERRA
11,3
ITALIA
9,3
IN LINEA
IN LINEA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
SINGAPORE
12,0
2,55
SOTTO LA MEDIA
FINLANDIA
45,5%
11,4%
SOPRA LA MEDIA
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
ISRAELE COREA
22,1% del SUD
23,5%
FRANCIA
19,7%
SVIZZERA
31,7%
2,46
SOTTO LA MEDIA
45,5%
SINGAPORE
31,1%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
23,5%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
SVIZZERA
13,7
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
13,2
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
566,93
26,3%
15,5%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
92,60
8,30
6,43
8,3
2,09
1,07
3,6%
35,78
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
1,0%
2,4%
0,9%
1,9%
80,90
1,1%
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
100,00
491,85
434,13
7,9%
5,87
488,00
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
100
524,63
17,7%
7,20
PUNTEGGIO
PISA
49,3%
9,0%
10,8%
4,2%
1,1
5,3%
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
14,0%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
5,3%
0,2%
0,9%
3,7%
1,8%
- 2,7%
3,1%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
75
TABLEAU DE BORD
3.7 ISRAELE
7
4,98
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 292 miliardi di Dollari
ABITANTI: 7,87 milioni
Il Paese, al settimo posto della classifica
AII, è molto ben posizionato sulla maggior parte degli indicatori di output:
quinto per brevetti depositati per migliaia di abitanti (1,44) e per export dei
prodotti ad alta intensità di ricerca
(22,1%) e secondo, dopo la Finlandia,
per occupati in R&D per migliaia di occupati (20,5); guardando al numero di
citazioni per ricercatore invece il Paese
76
© The European House - Ambrosetti
ottiene il secondo peggiore punteggio,
(1,05). Per quanto concerne le variabili
di input invece il Paese registra risultati
più modesti, seppur con una elevata percentuale della spesa R&D finanziata
dall’estero (49,3%).
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
0,54
4,94
INGHILTERRA
0,54
SVIZZERA
0,45
0,5%
FRANCIA
19,7%
IN LINEA
2,18
COREA
del SUD
0,86
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
COREA
del SUD
23,5%
FINLANDIA
45,5%
22,1%
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
45,5%
SVIZZERA
31,7%
1,44
SOTTO LA MEDIA
23,5%
SINGAPORE
31,1%
SVEZIA
GERMANIA
12,2%
14,7%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
14,7%
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
STATI UNITI
2,46
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
FINLANDIA
0,51
CILE
0,19
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SVIZZERA
13,7
1,05
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
SVEZIA
17,3
20,5
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
PUNTEGGIO
PISA
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
33,0%
566,93
100
3,6%
26,3%
524,63
92,60
2,4%
15,5%
19,1%
488,00
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
35,78
8,30
6,43
5,87
2,09
1,07
76,55
3,28
9,0%
4,2%
1,1
0,6%
0,1%
0,1%
14,0%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
49,3%
9,7%
1,0%
0,9%
1,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
8,57
7,2
80,90
64,65
434,13
7,9%
7,20
459,43
3,6%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
10,8%
5,3%
0,2%
49,3%
0,4%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
IN LINEA
1,8%
- 2,7%
SOPRA LA MEDIA
-2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
77
TABLEAU DE BORD
3.8 SVEZIA
8
4,90
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 558 miliardi di Dollari
ABITANTI: 9,6 milioni
Il Paese scandinavo, in ottava posizione
con un punteggio di 4,90, spicca nettamente per il numero di addetti alla ricerca per migliaia di abitanti (terzo valore
più alto dopo Finlandia e Israele) guardando alle variabili di output e per investimenti pubblici in R&D su PIL sul
fronte di quelle di input. Le performance peggiori, in termini relativi, attengo-
78
© The European House - Ambrosetti
no della categoria “Capitale umano”
dove, sia per la percentuale di studenti
universitari in materie tecnico-scientifiche, sia per i punteggi ottenuti dagli studenti nel PISA, il Paese è posizionato sul
secondo quartile.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
INGHILTERRA
0,54
FRANCIA
0,40
CILE
0,19
0,54
4,94
GERMANIA
1,11
0,5%
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
STATI UNITI
2,46
SOPRA LA MEDIA
2,63
SINGAPORE
2,63
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
FINLANDIA
45,5%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
3,95
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
INGHILTERRA
3,44
CANADA
3,08
GERMANIA
2,41
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
SINGAPORE
12,0
15,01
IN LINEA
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SVIZZERA
13,7
3,95
SOTTO LA MEDIA
COREA
del SUD
23,5%
FRANCIA
19,7%
12,2%
IN LINEA
2,18
FRANCIA
2,18
45,5%
SINGAPORE
31,1%
SVIZZERA
31,7%
CITAZIONI PER RICERCATORE
COREA
del SUD
0,86
23,5%
ISRAELE
22,1%
GERMANIA
14,7%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
0,40
SOTTO LA MEDIA
0,86
INGHILTERRA
14,0%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
14,7%
FINLANDIA
21,9
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
ISRAELE
20,5
17,3
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
PUNTEGGIO
PISA
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
33,0%
566,93
100
3,6%
26,3%
524,63
92,60
2,4%
15,5% 15,5%
488,00
434,13
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
8,30
488,00
6,43
7,20
2,09
5,87
1,07
6,43
1,0%
2,4%
1,0%
0,9%
89,65
80,90
1,1%
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
8,4
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
15,2%
14,0%
49,3%
9,0%
10,8% 10,8%
4,2%
1,1
4,3%
5,3%
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
5,1%
SOTTO LA MEDIA
4,4%
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
79
TABLEAU DE BORD
3.9 REGNO UNITO
9
4,67
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 2.536 miliardi di Dollari
ABITANTI: 64,09 milioni
Il Paese, pur in nona posizione con uno
score di 4,67, ha ottenuto ottimi risultati
per alcuni indicatori all’interno di ciascuna categoria. Nella categoria “Capitale umano”, presenta infatti una percentuale elevata di studenti universitari
iscritti a facoltà tecnico-scientifiche;
all’interno della dimensione “Risorse finanziarie” il Paese è terzo per attrattività
80
© The European House - Ambrosetti
del venture capital dopo Stati Uniti e
Canada; nell’“Ambiente innovativo” la
propensione all’imprenditorialità è molto elevata e massima è la mobilità degli
studenti nell’”Attrattività del Paese”.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
CILE
0,19
0,54
4,94
0,5%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
STATI UNITI
2,46
GERMANIA
1,11
11,4%
GERMANIA
14,7
SOPRA LA MEDIA
FRANCIA
2,18
2,63
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
SOTTO LA MEDIA
3,95
CANADA
3,08
GERMANIA
2,41
8,61
SVEZIA
3,95
1,71
11,99
SOPRA LA MEDIA
13,65
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
ITALIA
9,3
IN LINEA
IN LINEA
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
3,44
SOTTO LA MEDIA
FINLANDIA
45,5%
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
SINGAPORE
2,63
ISRAELE
1,05
COREA
del SUD
23,5
14,0%
IN LINEA
2,18
COREA
del SUD
0,86
FRANCIA
19,7%
45,5%
SINGAPORE
31,1%
SVIZZERA
31,7%
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
23,5%
ISRAELE
22,1%
SVEZIA
12,2%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
0,54
SOTTO LA MEDIA
14,7%
STATI UNITI
11,4
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
SVIZZERA
13,7
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
11,3
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
26,3%
PUNTEGGIO
PISA
566,93
27,1%
488,00
15,5%
100
92,60
524,63
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
8,2
6,43
7,20
2,09
5,87
1,07
3,6%
1,0%
2,4%
0,9%
80,90
1,1%
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
8,30
94,35
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
503,53
434,13
7,9%
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
14,0%
9,80
1,1
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
10,8%
4,2%
0,6%
5,3%
0,2%
0,6%
0,1%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
49,3%
9,0%
4,2%
1,1%
17,4%
5,1%
15,2%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
81
TABLEAU DE BORD
3.10 FRANCIA
10
4,54
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 2.737 miliardi di Dollari
ABITANTI: 63,66 milioni
Il Paese transalpino è decimo in classifica con 4,54 punti. Tale posizionamento
nel ranking complessivo deriva da risultati in linea nella maggior parte degli indicatori analizzati. In questo quadro per
5 indicatori la Francia ha però ottenuto
82
© The European House - Ambrosetti
risultati inferiori alla media del campione e per altri due (Imprenditorialità e
PhD finanziato dall’industria) la distanza dalla performance media è significativa.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
0,54
REGNO UNITO
0,54
SVEZIA
0,40
CILE
0,19
4,94
GERMANIA
1,11
0,5%
11,4%
STATI UNITI
11,4
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
STATI UNITI
2,46
14,7%
REGNO UNITO
14,0
COREA
del SUD
23,5
SVIZZERA
31,7%
19,7%
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
2,18
2,63
SINGAPORE
2,63
STATI UNITI
2,55
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
GERMANIA
2,41
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
COREA
del SUD
0,86
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CANADA
13,1
CILE
1,7
ITALIA
4,14
13,65
ITALIA
9,3
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
SVIZZERA
13,7
2,18
SOTTO LA MEDIA
FINLANDIA
45,5%
GERMANIA
14,7
0,40
SOTTO LA MEDIA
0,86
45,5%
SINGAPORE
31,1%
ISRAELE
22,1%
SVEZIA
12,2%
CANADA
7,0%
CANADA
1,48
23,5%
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
15,0
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
26,3%
PUNTEGGIO
PISA
566,93
27,2%
524,63
488,00
15,5%
497,25
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
100
3,6%
92,60
2,4%
80,90
80,90
1,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
14,0%
49,3%
8,30
6,43
9,0%
10,8%
7,20
5,87
2,09
1,07
1,1
5,3%
2,1%
0,8%
0,6%
0,1%
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
9,2%
7,4%
3,07
4,2%
0,9%
1,4%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
8,57
7,90
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
1,0%
0,1%
64,65
434,13
7,9%
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
5,1%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
83
TABLEAU DE BORD
3.11 CANADA
11
4,44
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 1.825 miliardi di Dollari
ABITANTI: 35,11 milioni
Il Canada si posiziona all’undicesimo
posto nel ranking AII. A pesare in maniera negativa sulla performance complessiva sono le risorse finanziarie: infatti, ad eccezione dell’indice di sviluppo
del venture capital, il Paese registra risultati deboli su tutti gli altri indicatori
(percentuale di investimenti pubblici e
84
© The European House - Ambrosetti
privati in R&D sul PIL). Spicca in negativo anche la propensione all’imprenditorialità con sol0 1,1 nuove imprese per
migliaia di abitante.
OUTPUT
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
CILE
0,19
0,54
REGNO UNITO
0,54
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
4,94
0,5%
ITALIA
8,4%
CILE
0,5%
STATI UNITI
2,46
GERMANIA
1,11
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
ITALIA
0,25
1,48
14,7%
REGNO UNITO
14,0%
45,5%
SINGAPORE
31,1%
ISRAELE
22,1%
SVEZIA
12,2%
GERMANIA
14,7%
23,5%
COREA
del SUD
23,5
FRANCIA
19,7%
FINLANDIA
45,5%
SVIZZERA
31,7%
1,48
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
7,0%
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
2,18
COREA
del SUD
0,86
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
GERMANIA
2,41
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
11,99
CILE
1,7
ITALIA
4,14
ITALIA
9,3
IN LINEA
13,65
15,01
SVIZZERA
13,7
SINGAPORE
12,0
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
3,08
SOTTO LA MEDIA
SOPRA LA MEDIA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
0,86
IN LINEA
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
13,1
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
33,0%
566,93
26,3%
25,6%
15,5%
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
8,30
PUNTEGGIO
PISA
8,1
524,63
100
524,63
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
92,60
95,55
3,6%
1,0%
2,4%
0,9%
488,00
80,90
1,1%
434,13
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
14,0%
6,43
9,0%
7,20
2,09
5,87
1,07
4,2%
1,07
1,1
1,0%
0,6%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
0,2%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
10,8%
5,3%
0,6%
0,1%
49,3%
7,9%
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
6,5%
5,1%
5,0%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
1,8%
SOPRA LA MEDIA
- 2,7%
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
85
TABLEAU DE BORD
3.12 ITALIA
12
2,98
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 2.072 miliardi di Dollari
ABITANTI: 59,68 milioni
Il Paese con il punteggio di 2,98 è penultimo nel ranking AII come nel 2013. I
problemi si riscontrano sia sul fronte
dell’output sia su quello dell’input. Ad
essere più critici sono la scarsa propensione a proteggere la proprietà intellettuale attraverso brevetti, un sistema di
risorse finanziarie poco pro-innovazione e una grande distanza tra il mondo
86
© The European House - Ambrosetti
accademico e la business community.
L’Italia registra invece il terzo miglior
punteggio sul fronte del numero di
citazioni per ricercatore (4,14). Per ulteriori analisi si rimanda al paragrafo successivo.
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
CILE
0,19
0,54
REGNO UNITO
0,54
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
1,48
GERMANIA
1,11
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
4,94
0,5%
CANADA
1,48
STATI UNITI
2,46
SOPRA LA MEDIA
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
FINLANDIA
2,15
23,5%
45,5%
SINGAPORE
31,1%
ISRAELE
22,1%
COREA
del SUD
23,5
FRANCIA
19,7%
FINLANDIA
45,5%
SVIZZERA
31,7%
8,4%
IN LINEA
2,18
ISRAELE
1,05
GERMANIA
14,7%
CANADA
1,48
SOTTO LA MEDIA
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
3,95
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
CILE
5,33
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
IN LINEA
11,99
SOPRA LA MEDIA
13,65
CANADA
13,1
CILE
1,7
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
4,14
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
COREA
del SUD
0,86
14,7%
REGNO UNITO
14,0%
SVEZIA
12,2%
CILE
0,5%
0,25
SOTTO LA MEDIA
0,86
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
SVIZZERA
13,7
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
9,3
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
PUNTEGGIO
PISA
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
33,0%
566,93
100
3,6%
1,0%
26,3%
524,63
92,60
2,4%
0,9%
15,5%
7,9%
488,00
14,6%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
487,68
80,90
64,65
434,13
1,1%
64,65
0,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
14,0%
49,3%
8,30
6,43
9,0%
10,8%
7,20
2,09
5,87
6,8
1,07
5,3%
4,2%
1,1
1,1%
0,6%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
8,57
2,09
0,7%
0,2%
0,5%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
9,4%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
1,8%
- 2,7%
IN LINEA
1,4%
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
87
TABLEAU DE BORD
3.13 CILE
13
2,35
RANKING
AMBROSETTI
INNOSYSTEM
INDEX SCORE
PIL: 277 miliardi di Dollari
ABITANTI: 17,56 milioni
Il Cile è indicato dagli osservatori tra gli
“innovatori emergenti”. Proprio perché
la formazione dell’ecosistema innovativo è in divenire, il Paese ricopre l’ultima posizione della classifica. Ad eccezione del numero di citazioni per
ricercatore che vede il Cile secondo solo
alla Svizzera e dello sviluppo del venture capital (in cui consegue una perfor-
88
© The European House - Ambrosetti
mance superiore a quella italiana, 68,6
vs. 64,7), il Paese presenta i valori minimi sugli indicatori analizzati. A riprova
però dell’efficacia del processo iniziato
e fortemente sostenuto da policy pubbliche ad hoc (cfr. capitolo 3), l’indice
AII ha segnato l’incremento percentuale più consistente rispetto alla rilevazione 2013 (cfr. fig. 6).
OUTPUT
BREVETTI PER MIGLIAIA DI ABITANTI
0,19
0,40
ITALIA
0,25
0,54
REGNO UNITO
0,54
FRANCIA
0,40
SVEZIA
0,40
ISRAELE
1,44
FINLANDIA
0,51
SVIZZERA
0,45
1,48
GERMANIA
1,11
EXPORT HIGH TECH / EXPORT TOTALE
4,94
11,4%
STATI UNITI
11,4%
COREA
del SUD
4,94
SINGAPORE
2,55
ITALIA
8,4%
STATI UNITI
2,46
14,7%
REGNO UNITO
14,0%
GERMANIA
14,7%
23,5%
45,5%
SINGAPORE
31,1%
ISRAELE
22,1%
SVEZIA
12,2%
CANADA
1,48
0,19
COREA
del SUD
23,5
FRANCIA
19,7%
FINLANDIA
45,5%
SVIZZERA
31,7%
0,5%
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
0,86
2,18
2,63
SINGAPORE
2,63
FRANCIA
2,18
ISRAELE
1,05
FINLANDIA
2,15
STATI UNITI
2,55
GERMANIA
2,41
3,95
INGHILTERRA
3,44
SVEZIA
3,95
CANADA
3,08
8,61
1,71
SVIZZERA
8,61
11,99
CANADA
13,1
ITALIA
9,3
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
13,65
SINGAPORE
12,0
15,01
21,87
GERMANIA
13,8
STATI UNITI
13,2
INGHILTERRA
11,3
ITALIA
4,14
5,33
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
OCCUPATI R&S PER MIGLIAIA DI OCCUPATI
CITAZIONI PER RICERCATORE
COREA
del SUD
0,86
0,5%
CANADA
1,48
SVIZZERA
13,7
FRANCIA
15,0
COREA
del SUD
15,0
FINLANDIA
21,9
ISRAELE
20,5
SVEZIA
17,3
1,7
SOPRA LA MEDIA
SOTTO LA MEDIA
IN LINEA
SOPRA LA MEDIA
INPUT
STUDENTI
IN MATERIE
SCIENTIFICHE
PUNTEGGIO
PISA
INV. R&S
PRIVATI/
PIL
VC INDEX
33,0%
566,93
100
3,6%
26,3%
524,63
92,60
2,4%
15,5%
7,9%
488,00
7,9%
PROTEZIONE
PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
8,57
434,13
80,90
434,13
14,0%
6,43
4,80
2,09
7,20
5,87
5,9
1,07
0,9%
0,6%
0,1%
0,1%
R&D
FINANZIATA
DA ESTERO
10,8%
6,0%
1,1
2,1%
5,3%
0,2%
0,1%
MOBILITÀ
NETTA
STUDENTI
15,2%
49,3%
9,0%
4,2%
1,0%
1,1%
PHD
FINANZIATO
DA BUSINESS
IMPRENDITORIALITÀ
35,78
8,30
64,65
68,55
INV. R&S
PUBBLICI/
PIL
15,8%
SOTTO LA MEDIA
5,1%
1,8%
- 2,7%
IN LINEA
-0,6%
SOPRA LA MEDIA
MEDIA CAMPIONE
© The European House - Ambrosetti
89
4. CONSIDERAZIONI SULLA
PERFORMANCE INNOVATIVA
DELL’ITALIA
All’interno del quadro di analisi sviluppato, l’Italia mostra risultati di innovazione al di sotto della media
del campione considerato, occupando
per il secondo anno consecutivo la penultima posizione nell’Ambrosetti Innosystem Index.
In fatto di output i risultati ottenuti sono
superiori solo a quelli del Cile; in termini
di input, la performance italiana si attesta sempre sotto la media del campione.
In confronto con la media del campione, si evince che i divari maggiori riguardano le dimensioni “Risorse Finanziarie” per l’innovazione e “Attrattività
del Paese”.
ITALIA
MEDIA CAMPIONE
ECOSISTEMA
INNOVATIVO
8,0
6,0
ATTRATTIVITÀ
PAESE
4,0
2,0
0,0
AMBIENTE
INNOVATIVO
CAPITALE
UMANO
RISORSE
FINANZIARIE
■■ Figura 8 – Confronto tra le performance dell’Italia e quelle della media del campione su tutte
le categorie che costituiscono l’AII (Fonte: The European House - Ambrosetti)
90
© The European House - Ambrosetti
Nello specifico le principali criticità
riguardano:
––
––
––
––
La componente di studenti universitari in materie scientifiche (14,6%
della popolazione tra i 18 e i 25 anni,
vs una media del campione di 20,8%).
Lo sviluppo del Venture Capital
(attrattività inferiore del 20% rispetto al punteggio medio ottenuto
dai Paesi del campione).
L’imprenditorialità, con un tasso di
densità di nuove aziende per migliaia di abitanti pari a 2,1 vs. una
media di 6,35.
L’attrattività del sistema-Paese, che
OUTPUT
INPUT
risulta bassa in tutte le sue componenti: tasso netto di mobilità studentesca dell’1,4% (media campione=5,1%); % di PhD finanziati
dall’industria dell’1,1% (media campione=6,5%); % di R&S finanziata
dall’estero pari al 9,4% (media campione=11%).
Rispetto alla rilevazione dell’anno precedente il Paese non registra variazioni
sostanziali nella categoria “Capitale
Umano”, mentre l’“Ambiente innovativo” e l’“Attrattività del Paese” subiscono
una diminuzione.
ECOSISTEMA
INNOVATIVO
2013
2014
CAPITALE
UMANO
2013
2014
RISORSE
FINANZIARIE
2013
2014
AMBIENTE
INNOVATIVO
2013
2014
ATTRATTIVITÀ
PAESE
2013
2014
2,78
2,85
6,58
6,59
3,94
4,56
4,40
4,28
1,30
1,21
Considerando i singoli indicatori che co- ■■ Figura 9 – Confronto dei punteggi 2014 e
stituiscono le diverse categorie e che 2013 dell’Italia per ciascuna categoria di
variabili di output e di input dell’AII (Fonte:
concorrono alla formazione dell’AII, The European House - Ambrosetti)
emergono invece alcuni miglioramenti
come sotto rappresentato, che danno il
segnale di una possibile inversione
di tendenza strutturale.
© The European House - Ambrosetti
91
PAESE
2013
2014
Numero di brevetti su popolazione attiva (15-64 anni)
0,25
0,25
8,20%
8,40%
Numero di citazioni per ricercatore
6,09
4,14
Addetti R&D per migliaia di occupati
9,20
9,30
14,40%
14,60%
485,87
487,68
53,55
64,65
R&D finanziata dal settore pubblico come percentuale
del PIL
0,60%
0,60%
R&D finanziata dalle imprese come percentuale del PIL
0,67%
0,68%
7,00
6,80
Export dei settori ad alta R&S/Export totale
N. di studenti universitari in materie tecnico-scientifiche
sulla popolazione 19-25 anni
Punteggio PISA* in matematica e scienze
Venture Capital Private Equity Country Attractiveness Index
Intellectual Property Right Index
Registrazioni di nuove aziende per migliaia di abitanti in età
attiva (15-64 anni)
Registrazioni di nuove aziende per migliaia di abitanti in età
attiva (15-64 anni)
Spesa in R&D finanziata dall’estero
(% sul totale della spesa in R&D)
2,15
2,09
1,10%
1,10
9,10%
9,40%
Mobilità degli studenti nell’ambito dell’educazione terziaria
1,30%
1,40%
2013 vs. 2014
* Per l'edizione 2013 sono stati analizzati i punteggi PISA 2006 e 2009; per l’edizione 2014 sono
stati analizzati i punteggi 2009 e 2012.
■■ Figura 10 – Confronto 2013-2014 per l’Italia tra i valori degli indicatori che costituiscono l’AII
(Fonte: The European House - Ambrosetti)
A fronte dei risultati sopra esposti, un
elemento di fondo e di forte criticità per
l’Italia risiede, anche in tema di innovazione, nelle grandi differenze tra le
diverse aree territoriali.
A livello regionale si riscontrano infatti
distanze marcate tra le aree più avanzate del Paese, come Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Lazio e
quelle più svantaggiate riconducibili
alla quasi totalità del Mezzogiorno.
Storicamente, analizzando tutti gli in92
© The European House - Ambrosetti
dicatori di innovazione indagati, il Nord
– ad eccezione della specializzazione
produttiva nei settori ad alta intensità
di conoscenza – primeggia rispetto alle
altre aree territoriali del Paese.
Il divario Nord-Sud tende a ridursi
guardando alla propensione alla
brevettazione; tende viceversa ad aumentare sostanzialmente se si analizzano le performance territoriali in
termini di tasso di innovazione del prodotto/servizio del sistema produttivo
nazionale.
PROPENSIONE ALLA BREVETTAZIONE
PER MILIONE DI ABITANTI
TASSO DI INNOVAZIONE
DEL SISTEMA PRODUTTIVO
160
60
140
120
NORD
100
80
60
40
20
2004
2005
2006
2007
2008
50
NORD
ITALIA
40
SUD
CENTRO
ITALIA
30
CENTRO
20
SUD
TASSO DI INNOVAZIONE DEI PRODOTTI/
SERVIZIO DEL SISTEMA PRODUTTIVO
10
2004
2008
2010
SPECIALIZZAZIONE PRODUTTIVA NEI
SETTORI AD ALTA INTENSITÀ DI CONOSCENZA
5
30
NORD
25
ITALIA
20
CENTRO
SUD
15
10
CENTRO
4
NORD
3
ITALIA
2
SUD
1
5
2004
2008
2010
2004
2008
2010
■■ Figura 11 – Indicatori di innovazione per ripartizione geografica in Italia (Fonte: The European
House - Ambrosetti su dati Istat 2014)
La “dualità” dell’Italia impone delle riflessioni più attente quando si considerano i valori aggregati dell’output innovativo a livello nazionale.
A fronte di una performance sub-ottimale identificata dall’AII, esiste nel Paese una situazione a “macchia di leopardo”, con poli locali (alcuni anche
nelle Regioni meno innovative) molto
competitivi che, anche non posizionandosi ai vertici dei ranking europei, mostrano comunque performance compa-
rative importanti rispetto ai principali
innovatori comunitari.
Analizzando a titolo di esempio la Lombardia, emerge come la Regione si collochi all’11° posto tra le regioni europee
per spesa per la Ricerca e Sviluppo.
La Lombardia registra un’ottima performance anche analizzando il livello della
spesa in R&S sostenuto dalle imprese: in
questo caso la Lombardia ha il 12° livello
di spesa (3 miliardi di Euro vs. i 16 della
Regione tedesca Baden-Württemberg).
© The European House - Ambrosetti
93
BADEN-WÜRTTEMBERG (DE)
19,45
ÎLE DE FRANCE (FR)
18,39
BAYERN (DE)
14,38
NORDRHEIN-WESTFALEN (DE)
11,52
MANNER-SUOMI (FI)
7,16
HESSEN (DE)
6,82
NIEDERSACHSEN (DE)
6,46
RHÔNE-ALPES (FR)
5,55
VLAAMS GEWEST (BE)
5,04
HOVEDSTADEN (DK)
4,55
LOMBARDIA (IT)
4,47
STOCKHOLM (SE)
4,40
■■ Figura 12 – Spesa in R&D (miliardi di Euro) delle Regioni dei Paesi UE-15; Top 12 spender
(Fonte: The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014)
Analizzando invece il rapporto tra spesa
in Ricerca e Sviluppo in rapporto al PIL
regionale, le Regioni italiane risultano
molto distanti dal best performer - il
Cheshire, UK; nello specifico, la prima
Regione italiana è il Piemonte al 61° posto con un rapporto spesa R&S su PIL
pari a 1,88% (vs. 6,28% del Cheshire).
Guardando la cartina italiana la dicotomia Nord-Sud risulta essere evidente
94
© The European House - Ambrosetti
(cfr. fig. 26). Dal punto di vista
del numero di addetti impiegati nella Ricerca e Sviluppo (in Full Time
Equivalent), la Lombardia è tra le prime
regioni
italiane
con
48.034
addetti, anche se è da rilevare la
significativa distanza della dotazione
rispetto al best performer europeo – l’Ile de France – con 150.414 addetti (cfr.
fig. 27).
■■ Figura 13 – Spesa in R&S su PIL nelle
Regioni Italiane, 2012 (Fonte: ISTAT)
Fino a 0,65%
0,66%–1,00%
1,01%–1,35%
1,36% e oltre
ÎLE DE FRANCE (FR)
150.414
OBERBAYERN (DE)
STUTTGART (DE)
64.933
60.310
MANNER-SUOMI (FI)
54.466
COMUNIDAD DE MADRID (ES)
51.109
RHÔNE-ALPES (FR)
49.297
LOMBARDIA (IT)
48.034
CATALUÑA (ES)
44.456
VLAAMS GEWEST (BE)
39.215
KÖLN (FR)
37.583
■■ Figura 14 – Addetti in R&S in Full Time
Equivalent Fonte:The European House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014)
© The European House - Ambrosetti
Technology Report Ambrosetti-02-Index.indd 95
95
16/05/14 10:29
Sul fronte dei brevetti, in particolare
quelli high-tech che presentano le maggiori ricadute per un’area territoriale,
di nuovo la Lombardia è la Regione ita-
liana migliore, con 52,41 brevetti.
A guidare la classifica è la regione tedesca Bayern con 557,4 brevetti. Alla luce
di queste considerazioni, emerge come
BAYERN (DE)
557,4
ÎLE DE FRANCE (FR)
464,4
NORDRHEIN-WESTFALEN (DE)
244,7
RHÔNE-ALPES (FR)
161,1
KARLSRUHE (DE)
158,5
PROVENCE (FR)
140,5
SÖDRA SVERIGE (SE)
130,2
NOORD-BRABANT (NL)
129,1
VLAAMS GEWEST (BE)
126,1
120,5
BRETAGNE (FR)
LOMBARDIA (IT)
52,4
■■ Figura 15 – Numero di brevetti high tech delle Regioni Europee (Fonte: The European House Ambrosetti su dati Eurostat 2014)
l’Italia debba certamente migliorare le
proprie performance innovative e incrementare la propria propensione
all’innovazione, se non vuole perdere il
passo rispetto alle realtà estere più dinamiche e competitive.
Va però sempre specificato che alcune
aree del Paese devono migliorare più di
altre: è infatti la velocità del più lento a
determinare la velocità complessiva del
Paese. Questo vale in generale, ma an96
cora di più quando ci si riferisce
alle dinamiche degli ecosistemi dell’innovazione.
Occorre dunque un ulteriore salto
quali-quantitativo delle politiche
pubbliche rispetto a quanto messo in
campo fino ad oggi ed una ancora maggiore prioritarizzazione degli interventi, che non possono prescindere da una
forte focalizzazione sulle specificità locali.
© The European House - Ambrosetti
Technology Report Ambrosetti-02-Index.indd 96
16/05/14 10:29
GLI ECOSISTEMI
DELL’IMPRENDITORIALITÀ
E DELL’INNOVAZIONE:
I CASI STUDIO
INTERNAZIONALI
3
Obiettivo del capitolo
Il capitolo offre una fotografia delle caratteristiche e delle dinamiche che hanno
portato alla costituzione di alcuni degli ecosistemi di imprenditorialità innovativa
di riferimento nel mondo, al fine di metterne in evidenza le scelte strategiche, i
modelli e gli strumenti di governance e trarre spunti di riflessione per il contesto
italiano.
Il futuro oggi
1. IL PROCESSO DI PRODUZIONE
DELL’INNOVAZIONE A LIVELLO
SISTEMICO: CONDIZIONI ABILITANTI E
ATTORI
L’innovazione è una conditio sine qua
non del progresso economico e sociale. I
Paesi che per primi hanno capito l’importanza del circolo virtuoso “innovazione-produttività-crescita”, sono quelli
che si sono posizionati meglio in termini
di competitività di sistema di lungo periodo e che hanno mostrato maggiore
resilienza alla crisi.
L’esempio degli Stati Uniti, in cui si stima1 che tra il 50% e il 75% della crescita
dal dopoguerra ad oggi sia stata legata a
processi innovativi; il successo di Singapore, trasformatasi in poco più di 20
anni da economia “labour intensive” a
“hotspot” dell’innovazione mondiale; il
caso della Germania, Paese ai vertici delle classifiche di innovazione e competitività, sono una dimostrazione concreta di
questa relazione.
A fronte di questo, la geografia dell’innovazione a livello mondiale è in continuo divenire, con una profonda tra1
Fonte: US Department of Commerce (2011),
“Unleashing Innovation, Promoting Economic Growth
& Producing High-Paying Jobs: A White Paper from
the US Department of Commerce”, Washington DC.
98
© The European House - Ambrosetti
sformazione quali-quantitativa che si sta
oggi sviluppando a due livelli tra loro interrelati:
– Geografico, con la nascita di nuove
aree/poli innovativi, accanto a quelli
tradizionali ed emergenti.
– Funzionale, con l’affermarsi di nuovi modelli e paradigmi di produzione
dell’innovazione, sempre più incentrati alla collaborazione sistemica
(cfr. capitolo 2).
Tradizionalmente, l’innovazione è stata
considerata come il prodotto di un team
particolarmente creativo di una società,
o il risultato di una specifica area geografica particolarmente “dotata” come la
Silicon Valley. Tali processi erano pressoché patrimonio unico delle economie
sviluppate del Nord del mondo.
Negli ultimi 15/20 anni, a seguito dell’intensificarsi delle dinamiche della globalizzazione e della digitalizzazione – e da
queste abilitata – si è inaugurata un’era
di innovazione a livello globale.
Oggi l’innovazione è una “moneta di
competizione” accettata e riconosciuta
da una cultura di business – che avvicina
la comunità imprenditoriale a tutte le latitudini e longitudini – fortemente influenzata dai valori di apertura, esplorazione e assunzione di rischio.
Tale situazione è resa possibile anche
dall’accresciuta mobilità dei fattori produttivi, in primis i talenti: scienziati,
progettisti e imprenditori possono essere attratti ovunque nel mondo,
grazie all’offerta strutturata di giusti in-
di ritorni finanziari e sociali.
L’innovazione è oggi vista dai Paesi più
competitivi sempre più come un “programma d’azione nazionale”: decine di Stati abbracciano ora in modo
esplicito l’innovazione come una priorità-Paese e sviluppano strategie di innovazione, infrastrutture, progetti-sistemici di ricerca e iniziative mirate di
sviluppo del capitale umano.
In questo quadro, se da un lato gli Stati
Uniti sono tra i grandi hub del sistema
DOMANDE DI BREVETTO
BREVETTI CONCESSI
2007
2009
2012
2007
2009
2012
Totale
107.664
172.181
325.750
24.488
52.265
93.917
Università
23.001
37.965
68.294
8.214
14.391
28.326
Istituti
di ricerca
9.748
14.332
26.254
3.173
5.299
9.073
Settore
privato
(aziende)
73.893
118.257
226.581
12.851
32.160
55.827
Altro
1.022
1.627
4.621
250
415
691
■■ Figura 1 – Brevetti (domande e rilasci) in Cina (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati
China Statistics e Ambasciata di Cina 2013)
centivi, di opportunità professionali e di
ambienti creativi. Oggi anche un piccolo
territorio (nazione o regione che sia) con
poche risorse naturali e che vuole investire in ricerca d’avanguardia, attraendo
con politiche mirate i “cervelli” necessari
e dando loro infrastrutture di ricerca
avanzate, può diventare – in un tempo
relativamente breve – un player strategico a livello mondiale, ottenendo gran-
innovativo mondiale, l’Asia lavora per
confermare le sua visione di potenza innovativa del futuro, con la Cina che scala
le classifiche di output innovativo2 e Co2
La Cina ha l'innovazione tra le sue priorità strateghe, come anche ribadito dal 12° piano quinquennale
(2012-2015) di sviluppo economico. Gli obiettivi al
2020 sono: intensità di R&S sul PIL al 2,5% (1,87% nel
2011); 60% del PIL da prodotti ad alta e media tecnologia; indice di dipendenza da tecnologia straniera inferiore al 30% (41% nel 2011); posizionarsi tra i primi cin-
© The European House - Ambrosetti
99
0,800
0,700
0,600
0,500
0,400
0,300
0,200
0,100
0,000
BG LV RO PL
LT HR MT SK HU EL PT ES CZ
PAESI IN RITARDO
PAESI INNOVATORI MODERATI
IT
CY EE
SI
EU FR AT
IE
PAESI CHE TENGONO IL PASSO
UK BE NL
LU
FI
DE DK SE
PAESI LEADER DELL’INNOVAZIONE
■■ Figura 2 – European Innovation Scoreboard 2014: sintesi dei risultati
(Fonte: Commissione Europea)
rea del Sud e Singapore3 che si rafforzano come centri di riferimento nei settori
ad alto valore aggiunto.
I Paesi europei continuano a muoversi a macchia di leopardo con alcuni “leader di innovazione” – secondo l’ultimo
(2014) European Innovation Scoreboard4, Svezia, Danimarca Germania e
Finlandia– e altri a seguire a distanze
crescenti, come l’Italia, collocata nel
gruppo degli “innovatori moderati”.
que Paesi a livello mondiale in termini di brevetti e
citazioni internazionali di articoli scientifici.
3
L’approccio del Governo di Singapore è per un
modello di innovazione con una forte apertura internazionale, come affermato dal Singapore Economic Development Board, che invita il mondo a innovare in Singapore e Singapore a innovare per il mondo.
4 L’ European Innovation Scoreboard (EIS) è il
principale strumento dell'Unione Europea per misurare la capacità di innovazione dei Paesi membri; è un indice costruito su 29 indicatori a copertura di 9 dimensioni che suddivide gli Stati membri in 4 gruppi: “Paesi
leader nell’innovazione”; Paesi che “tengono il passo”;
“Innovatori moderati” e “Paesi in ritardo”.
100
© The European House - Ambrosetti
Ma anche nel resto del mondo le dinamiche di innovazione si delineano, con il
rafforzamento di baricentri già consolidati a livello regionale – è il caso di Israele, Canada, Australia – e l’emergere di
nuovi poli come Cile, Brasile e Sudafrica.
Vari approcci sono possibili e coesistono in modelli di innovazionePaese distinti.
L’ecosistema dell’innovazione abbraccia
infatti numerosi soggetti (istituti pubblici di ricerca, Università, imprese, Ministeri, enti di normazione tecnologici,
banche e venture capitalyst, incubatori/
parchi/acceleratori tecnologici, ecc.)
che, congiuntamente e individualmente
– detenendo e presidiando una parte
della catena del valore dell’innovazione
– contribuiscono allo sviluppo e alla diffusione di nuove tecnologie e saperi, disegnando dunque il framework all’interno del quale i Governi e gli
amministratori locali definiscono e at-
tuano le politiche per stimolare la capacità di innovazione.
Si tratta dunque di un sistema di istituzioni e attori, che sono tra loro interconnessi per creare e trasferire la conoscenza e le competenze da applicare per
produrre manufatti e processi nuovi. In
questi processi le “reti” (loro qualità ed
efficienza) giocano evidentemente un
ruolo centrale e accordano un posizione
importante ai cosiddetti “mediatori”, individui, imprese o organizzazioni che
sono in grado di collegare i talenti e le attività separate (da posizione geografica,
La governance dell’innovazione di Singapore1
Singapore, con una popolazione di poco più di 5 milioni di abitanti di cui il 42% di provenienza dall’estero, è un centro finanziario con un reddito pro-capite tra i più alto al mondo e un hub innovativo con una forte capacità di attrazione di investimenti e insediamenti
produttivi (ad oggi sono più di 3.000 le multinazionali internazionali con sede nel Paese).
Il successo è fortemente legato ad un sistema di governance particolarmente efficiente,
che si basa sulle interrelazioni sinergiche tra Ministeri competenti e Agenzie dalla forte
vocazione specialistica; tra gli attori principali:
Spring: Agenzia per lo sviluppo delle imprese locali.
Astar*: Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca.
EPTL: ramo di commercializzazione dei ritrovati di Astar*.
Singapore Economic Development Board: organo strategico di sviluppo che definisce
le strategie di lungo periodo.
–– International Enterprise Singapore: organo che si occupa delle politiche di attrazione
internazionale dell’ecosistema.
––
––
––
––
Tali enti operano con un’ottica integrata sui settori di volta in volta identificati come strategici dal Governo.
* Per un approfondimento di dettaglio si veda il rapporto della Community TITT 2013.
fuso orario, lingua, cultura, ecc.) in mo- di riferimento:
dalità che generano valore5. La sfida – orizzontale, massimizzando la cadell’innovazione risiede dunque nella
pacità e l’output dei propri cluster
capacità di un Paese di ottimizzare
innovativi locali (si veda anche cail proprio ecosistema su due dimensioni
pitolo 2);
– verticale, rendendo ottimale l’integra5
Paesi come la Danimarca stanno ad esempio perzione degli stessi rispetto alle politiche
seguendo attivamente un ruolo di mediatore in settori
e alle strategie di sviluppo-Paese;
emergenti quali la sostenibilità.
© The European House - Ambrosetti
101
La Silicon Wadi
La Silicon Wadi è una striscia di terra che unisce Tel Aviv alle cittadine di Ra’anana, Petah
Tikva, Herzliya e al centro accademico di Rehovot ed è considerata la seconda area del
mondo per innovazione dopo la Silicon Valley. Tra le innovazioni sviluppate nella Silicon
Wadi, si annoverano la tecnologia dell’instant messaging, il wireless e le chiavette USB.
Spinte dalle politiche di facilitazione messe a punto per gli investitori esteri, numerose
multinazionali mondiali hanno aperto centri di ricerca nella zona; tra queste: Intel, IBM,
Google, Hewlett-Packard, Philips, Cisco Systems, Oracle Corporation, SAP, BMC Software, Microsoft, Motorola. La Silicon Wadi ospita anche diverse primarie società tecnologiche israeliane (Zoran Corporation, CEVA, Aladdin Knowledge Systems, NICE Systems, Horizon Semiconductors, RAD Data Communications, Radware, Tadiran Telecom,
Israel Aerospace Industries, ecc.).
L’apertura verso l’estero è forte anche nei confronti di nuovi attori della scena innovativa globale. Nell’aprile 2013 il gruppo di automotive Tata ha siglato un accordo con
l’Università di Tel Aviv, prevedendo un investimento di oltre 20 milioni di Dollari in un
fondo per lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.
attraverso una governance efficace
dei contributi dei diversi attori.
Sulla scorta delle esperienze aggregative di maggiore successo a livello mondiale, tutti i principali Paesi innovatori
– consolidati ed emergenti – si stanno
dotando di politiche mirate alla costruzione e allo sviluppo di cluster innovativi di eccellenza: il distretto IT di Bangalore, la cosiddetta San Pedro Valley
102
© The European House - Ambrosetti
Brasiliana (regno delle start up tecnologiche della regione di Belo Horizonte), il cluster delle bio-tecnologice di
Biopolis, la Silicon Wadi di Israele (rif.
Box sopra), le politiche di forte supporto al venture capital di Shanghai, testimoniano della volontà dei rispettivi
ecosistemi-Paese di giocare una partita
di prim’ordine tra gli hub di innovazione mondiali.
2. GLI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE
NEL MONDO: ALCUNI CASI STUDIO
INTERNAZIONALI
SVEZIA
REGNO UNITO
CANADA
- LONDRA
- OXFORD
- BRIGHTON
- CAMBRIDGE
- TORONTO
- WATERLOO
- VANCOUVER
STATI UNITI
FRANCIA
- SILICON VALLEY
- LOS ANGELES
- BOSTON
- NEW YORK
- STOCCOLMA
- LINKÖPING
- MALMÖ
FINLANDIA
- OSLO
- TAMPERE
GERMANIA
- BERLINO
- STOCCARDA
- FRIBURGO
- PARIGI
- GRENOBLE
- TOLOSA
OLANDA
CINA
SVIZZERA
ISRAELE
INDIA
- EINDHOVEN
- TEL AVIV
COREA del SUD
- SEUL
- DAEJEON
- SHANGHAI
- SHENZHEN
GIAPPONE
- TOKYO
- FUKUOKA
- BANGALORE
BRASILE
- SAN PAOLO
CILE
- SANTIAGO DEL CILE
SINGAPORE
AUSTRALIA
- SIDNEY
- MELBOURNE
■■ Figura 3 – Hotspot di innovazione mondiale (Fonte: The European House - Ambrosetti)
A fronte delle considerazioni sopra
espresse, la Community TITT, ha avviato nel 2013 una mappatura strutturata
degli ecosistemi internazionali dell’innovazione di riferimento, analizzandone
le dinamiche e i percorsi che hanno portato al loro successo.
Tali ecosistemi, sulla base del riscontro
delle molteplici esperienze esistenti,
possono afferire a due tipologie diverse:
–– Casi-Paesi.
–– Specifici cluster locali, all’interno
dei Paesi.
Con questa logica sono stati indagati
(rif. Rapporto Community TITT 2013) i
casi di:
–– Canada, con un approfondimento
sul cluster high-tech di Toronto (si
© The European House - Ambrosetti
103
Toronto: Canada’s High Tech Hub
L’area metropolitana di Toronto, con una
popolazione di 5,6 milioni di abitanti per
un PIL di circa $330 miliardi, assimilabile
a quello di Argentina, Sudafrica e Irlanda,
è 11° al mondo per output di innovazione.
Il settore ICT è particolarmente forte, rappresentando il terzo cluster in Nord America, con oltre 178.000 occupati, un fatturato
aggregato di circa 60 miliardi di Dollari e un
significativo orientamento all’esportazione
(circa il 20% del totale prodotto). Di grande
rilevanza e capacità innovativa è inoltre il
settore dei media: anche su questo piano
Toronto è il 3° hub nordamericano, con oltre 600 start up nate nel solo 2012. La città
punta molto anche sulle biotecnologie.
Nel 2008, a partire da un consorzio di 4
Università, 9 ospedali, 2 centri di ricerca
specializzati è nato il MARS Technology
District, che – oltre ad aggregare le realtà
associate in un unico campus – investe
circa 500 milioni di Dollari all’anno in
ricerca e sviluppo e supporta la nascita di
start up e lo sviluppo di aziende nel settore
dell’e-health e del biotech. L’ecosistema è
supportato dalla presenza della Toronto
University, prima Università del Canada secondo la classifica del Times e con
politiche di attrazione dei talenti stranieri molto competitive: dei 70.000 stranieri
che si trasferiscono a Toronto ogni anno,
circa 30.000 sono canalizzati verso questa
Università.
veda Box sopra).
–– Finlandia e il suo distretto innovativo di riferimento Tampere6.
–– Israele e l’area della Silicon Wadi.
–– Singapore.
–– Cile, ripreso e approfondito anche
nelle pagine seguenti.
Tenendo conto che non esiste a priori
una “ricetta” che consenta di ottenere gli
stessi risultati in contesti territoriali fortemente eterogenei, lo studio della genesi di ecosistemi fortemente innovativi è
comunque un utile strumento per trarre
degli spunti propositivi a livello Paese.
Di seguito sono illustrati:
6
Tampere è considerato tra i motori
dell’innovazione finlandese. L’area, con circa mezzo milione di abitanti, ha investimenti in R&S superiori al 6%
del PIL locale e conta circa 40.000 studenti. Tra le oltre
30mila imprese presenti, si contano realtà come Nokia,
Intel, Cargotec, Glaston, John Deere, Agco Sisu Power,
Metso, UPM, Sandvik, Nokian Tyres, Santen. Sin
dall’800 la città è stata sede di diverse innovazioni con
impatti mondiali: è a Tampere infatti che sono stati inventati tra gli altri il sistema GSM, la telecamera per i
cellulari, i sensori anti-nebbia. La specializzazione territoriale all’innovazione è stata attivata a partire da una
serie di policy chiave che dal 1994 guidano lo sviluppo
della città di cui l’ultima, Open Tampere è stata attivata
nel 2012, con orizzonte temporale al 2020.
104
© The European House - Ambrosetti
––
––
3 casi di cluster innovativi che per
massa critica e impatto sullo sviluppo dei territori di riferimento, rappresentano dei punti fermi a livello
internazionale: il cluster di Cambridge, quello di Parigi-Saclay e la
Medicon Valley di Malmö.
3 casi di Paesi, sulla base delle differenze in termini di posizionamento
competitivo e status del sistema nazionale dell’innovazione, che offrono uno spaccato sulle possibili scelte strategiche di sviluppo da
implementare: Svizzera, Corea del
Sud e Cile.
2.1. IL CLUSTER TECNOLOGICO
DI CAMBRIDGE
(REGNO UNITO)
Cambridge è uno dei più importanti cluster tecnologici a livello mondiale: ospita
circa 1.580 imprese specializzate nei settori delle scienze della vita (life sciences)
e salute (healthcare), scienze fisiche, ingegneria e ICT (Information and communication technologies). Cambridge è
citato in letteratura come uno dei pochi
esempi di cluster nato dal “basso”
(processo bottom-up), attraverso iniziative di networking informale organizzate
dalle stesse imprese.
Il cluster si è sviluppato negli anni ’80 intorno all’Università di Cambridge, che
comprende attualmente 31 college autonomi, 6 scuole e 150 dipartimenti7; l’Università vanta il terzo posto nella classifica
delle Università per numero di professori
affiliati insigniti del premio Nobel (90) e
oltre il 70% dei ricercatori è considerato
leader mondiale o eccellente nel suo campo secondo il Research Assessment Exercise - RAE8.
7 http://www.cam.ac.uk/about-the-university
8 Il Research Assessment Exercise è una valutazione, eseguita periodicamente e in maniera congiunta dalle
quattro istituzioni per l’educazione superiore del Regno
Unito (Higher Education Funding Council for England;
Scottish Funding Council; Higher Education Funding
Council for Wales; Department for Employment and
Learning, Northern Ireland), per valutare la qualità della
ricerca intrapresa dagli istituti e centri di ricerca britannici. Lo scopo del RAE è produrre profili di qualità per
ogni presentazione di attività di ricerca da parte delle istituzioni, utilizzati per le borse di studio e i finanziamenti
pubblici. I RAE precedenti hanno avuto luogo nel 1986,
1989, 1992, 1996 e 2001; l’ultimo nel 2008.
Nel 1970 il Trinity College dell’Università
di Cambridge fondò il Cambridge
Science Park, da molti considerato l’infrastruttura necessaria per rilanciare l’innovazione nel Paese. Ad oggi il Cambridge Science Park è tra i più grandi parchi
tecnologici in Gran Bretagna ed ospita oltre 100 imprese high-tech.
Barclays PLC, una delle più importanti
banche del Paese, contribuì attivamente
allo sviluppo del parco quando verso la
fine degli anni ’70, riconobbe il potenziale
di un mini-cluster tecnologico e mise a
disposizione un dipendente incaricato di
dare assistenza alle start up attraverso
consigli di business e aiuto nella ricerca
dei finanziamenti. La banca giocò un
ruolo di aggregatore fondamentale e
contribuì ad attrarre oltre 360 imprese
high-tech nei dintorni di Cambridge.
Il cluster si affermò a livello internazionale (il “fenomeno di Cambridge”) nella
metà degli anni ’80 e la massa critica di
innovazione e fatturato generato, convinse altre aziende a spostarsi nell’area; parallelamente il rafforzamento della presenza di professionisti specializzati in
venture capital, finanziamento e servizi
di supporto al business, contribuì ulteriormente a stimolare l’innovazione e la
nascita di imprese ideate direttamente
dagli accademici dell’Università.
Nel 1986 Barclays, ritenendo di aver portato a termine il proprio compito, decise
di lasciare spazio al St. John’s Innovation Centre (cfr. Box), il primo incubatore tecnologico in Europa ad ospitare
aziende ad alta intensità di conoscenza,
fondato su iniziativa del St. John’s College
dell’Università di Cambridge.
© The European House - Ambrosetti
105
St. John’s Innovation Centre
Il St. John’s Innovation Centre è divenuto
particolarmente famoso per l’ampia gamma di servizi offerti alle imprese, tra cui
training e seminari, ma anche eventi di
networking, esperienze di altre imprese
nel settore e assistenza di tipo legale e finanziario.
Il centro comprende 100 unità in affitto,
costruite per team composti dalle 2 alle
25 persone. Le start up innovative, principalmente operanti nei settori delle telecomunicazioni, elettronica e scienze della
vita, dopo un periodo iniziale di circa un
anno in cui frequentano il centro da “esterni”, decidono solitamente di trasferirsi
all’interno dell’incubatore per sviluppare
ulteriormente la propria attività. La durata media della permanenza varia dai
3 ai 4 anni, periodo in cui il numero di
dipendenti può aumentare dalle 5 alle 20
unità.
Il management del centro si occupa
di mantenere aggiornati gli affittuari
riguardo le diverse opportunità di finanziamento, inclusi i bandi di ricerca pubblici, offrendo consigli legali e un numero
di servizi per l’allargamento del network
delle imprese. Queste attività, congiuntamente alla flessibilità del contratto
d’affitto e alla presenza di un ambente
culturale e universitario altamente stimolante, sono da molti ritenuti i fattori di
successo dell’incubatore. La membership
all’European Business and Innovation
Centre Network (EBN) ed il successivo
accreditamento come Business Innovation Centre (BIC) hanno contribuito
all’immagine e al forte branding di cui
gode l’incubatore all’interno del cluster.
Ad oggi il cluster di Cambridge comprende 19 parchi scientifici, numerosi
enti di ricerca e tre Università, tra cui
Anglia Ruskin University, The Open
University e la University of Cambridge.
Le 1.580 imprese high-tech presenti occupano più di 57.000 persone ed hanno
una capitalizzazione sul mercato di oltre
60 miliardi di Euro. Tra le aziende nate
direttamente nel cluster, due hanno oltre 12 miliardi di Euro di capitalizzazione (ARM e Autonomy) e dieci imprese
superano il miliardo9 (Abcam, Aveva,
Cat, Chiroscience, Csr, Domino, Ionica,
Marshall, Solexa, Virata).
La presenza di gruppi multinazionali e il
livello della ricerca hanno facilitato lo
spin-off di start up innovative e l’attrazione di talenti nell’area. Il settore delle
telecomunicazioni ha tra i capofila ARM,
azienda leader nella produzione di microprocessori e negli ultimi anni anche il
settore biomedico ha registrato importanti evoluzioni: il 18 Marzo 2013 AstraZeneca ha annunciato di voler stabilire
un centro di ricerca e sviluppo e gli headquarter nell’area di Cambridge entro
il 2016, con un investimento previsto
pari a 400 milioni di Euro.
Benché alcuni non considerino determinante il ruolo dell’Università di Cambridge nello sviluppo del cluster, la maggior parte degli osservatori riconosce
l’importante contributo fornito dalle diverse iniziative, non solo accademiche,
9 Università di Cambridge – “Innovation in Numbers”.
106
© The European House - Ambrosetti
che hanno preso vita proprio dall’Università.
Il suo ruolo è stato fondamentale, anche
per contribuire a creare un ambiente
culturalmente e socialmente attivo e dinamico.
vorire uno scambio costante di informazioni ed esperienze. In questo quadro, la
presenza di imprenditori e business angel attivi nel settore ha facilitato gli investimenti e la nascita di nuove imprese ed
ha ulteriormente contribuito allo scambio di informazioni e best practice non
L’attrattività del cluster è infatti rinfor- solo tra Università e industria, ma sozata dalla presenza dell’Università in prattutto tra imprese, start up e imprengrado di attirare studenti sia dal resto ditori.
del Paese che dal resto del mondo. Il tasso di laureati a Cambridge è del 46%, Nell’esperienza di Cambridge, se la prequasi il doppio rispetto alle media del senza di multinazionali e piccole e medie
Paese (26%)10. Questo a sua volta incide imprese, le eccellenze accademiche e le
in modo significativo sulla scelta dell’oc- diverse strutture che hanno promosso
cupazione: a Cambridge la percentuale attività di networking e scambio di indi lavoratori nei settori knowledge-in- formazioni tra gli attori del cluster hantensive è del 25,9%, contro una media no contribuito significativamente allo
sviluppo dello stesso, il ruolo dello Stato
nazionale (UK) del 12,3%.
Dal 1996 lo sforzo delle strutture acca- centrale sembra essere più marginale.
demiche si è rivolto alla commercializzazione e al trasferimento tecnologico e dal Il successo è piuttosto il risultato della
1998, con la creazione di Cambridge compresenza di cinque fattori chiave:
Enterprise (si veda Box), è stato dato –– La presenza e il radicamento nel
un chiaro framework di riferimento per
territorio di istituzioni universitarie
la strutturazione delle relazioni Univerche rappresentano delle eccellensità e industria.
ze competitive riconosciute a
livello internazionale.
Un altro fattore cruciale di successo per –– La collaborazione, anche grazie a
lo sviluppo del cluster è stato il grado
incubatori efficienti e strumenti ad
di connessione tra industria, enti
hoc, tra industria e Università, cendi ricerca e finanza. Nello studio
tri di ricerca e strutture di trasferidell’esperienza inglese molti parlano di
mento tecnologico.
“caos costruttivo”, ad indicare il fatto –– Un forte “humus” culturale
che non esiste un ente preposto all’orgaorientato all’innovazione e un
nizzazione del cluster e delle sue attività,
condiviso senso di appartenenza ad
bensì una molteplicità di attori interconuna comunità, rinforzato dalla prenessi e proattivi che contribuiscono a fasenza di studenti internazionali e
dall’alto livello di fiducia tra i diversi attori del cluster.
10
Cambridge Network – The Cambridge Cluster.
© The European House - Ambrosetti
107
Cambridge Enterprise Limited
Cambridge Enterprise Limited è stata creata come una sussidiaria dell’Università di
Cambridge con lo scopo di aiutare gli inventori ed i ricercatori dell’Università a commercializzare le proprie idee e contribuire al progresso e all’innovazione. Cambridge Enterprise gestisce per conto dell’Università oltre 1.000 licenze di proprietà intellettuale, contratti di equity e di consulenza.
Oltre ai servizi di gestione delle licenze ed i consigli riguardanti i diritti di proprietà intellettuale, Cambridge Enterprise funziona da agente di business per gli accademici che
cercano finanziamenti per start up innovative o prestano servizi di consulenza presso
enti esterni.
Il portafoglio dell’Università di Cambridge, attraverso Cambridge Enterprise, comprende
circa 70 imprese che impiegano oltre 1.700 persone e generano un fatturato annuale di oltre 200 milioni di Euro.
Cambridge Enterprise si occupa direttamente della commercializzazione delle scoperte
e della suddivisione degli utili tra ricercatori, dipartimenti, Università ed altri eventuali
sponsor. Detratte le spese legali, di registrazione ed i compensi per eventuali sponsor, la
ripartizione degli utili è così distribuita:
Utile (opt-in)
Inventore/i
Dipartimento
Università
Fino a € 120,000
90%
5%
5%
Fino a € 240,000
60%
20%
20%
Oltre € 240,000
34%
33%
33%
Il ricercatore che non vuole servirsi dei servizi offerti da Cambridge Enterprise per la
commercializzazione dell’invenzione fa invece riferimento al seguente schema di ripartizione:
Utile (opt-out)
Fino a € 60,000
Oltre € 60,000
––
––
Inventore/i
100%
85%
La presenza di imprenditori e business angel visionari, aperti alla collaborazione e al mentoring.
La costante interazione, con
scambio di informazioni e best
practice, tra imprese, start up e
multinazionali, anche attraverso seminari, conferenze ed eventi di networking informale.
108
© The European House - Ambrosetti
Dipartimento
0%
7.5%
Università
0%
7.5%
2.2. IL CAMPUS DI PARIGI-SACLAY (FRANCIA)
La Francia ha oggi 71 cluster innovativi
all’interno del Paese con una rete di
6.500 aziende, 650 delle quali straniere.
Un quarto degli stabilimenti di ricerca e
sviluppo all’interno dei cluster innovativi appartengono ad aziende americane;
tra i Paesi Europei Germania e Olanda
sono i più presenti.
L’ecosistema dell’innovazione francese è
stato creato seguendo un disegno preciso di politica industriale stabilito
a livello Paese. Le aziende che si insediano all’interno dei cluster beneficiano
di servizi e vantaggi tra cui sussidi diretti alle attività di R&S, detassazione degli
investimenti e crediti fiscali.
Tra il 2006 e il 2010, 4.600 progetti di
collaborazione tra imprese e Università
hanno ottenuto 3,6 miliardi di Euro di
finanziamenti pubblici.
A livello fiscale, la Francia offre la possibilità di dedurre una larga parte delle
somme investite in ricerca e sviluppo:
–– il 40% dei costi connessi alla R&S
sono deducibili il primo anno, il
35% il secondo e il 30% per gli anni
successivi fino ad un massimale di
100 milioni di Euro, al di là del quale la deducibilità si ferma al 5%;
–– il credito d’imposta è raddoppiato
per gli spin-off derivanti da organizzazioni pubbliche;
–– lo stipendio di un dottorando
nell’ultimo anno è conteggiato nella
quota destinata a credito d’imposta
e valorizzato fino a quattro volte il
suo valore nominale.
Nel 2013, circa 15.000 aziende hanno
beneficiato del credito di imposta per un
totale di 4,7 miliardi di Euro.
Oltre ad una serie di enti pubblici che
supportano le varie fasi della R&S, come
il fondo OSEO dedicato alle PMI (650
milioni di Euro solo nel 2012) o la National Research Agency (750 milioni di
Euro erogati nel 2012 come finanziamento diretto alla ricerca), la Francia ha
istituito il National Investment Program con un budget di 35 miliardi di
Euro da investire in 3 aree strategiche
per il Paese:
–– 10 miliardi di Euro per progetti di
istruzione superiore, di cui:
–– 7,7 miliardi per lo sviluppo di 10
centri di eccellenza per la ricerca e
l’istruzione superiore;
–– 1,3 miliardi per l’ammodernamento dei Campus universitari
già esistenti;
–– 1 miliardo per la costruzione del
più grande campus universitario
Europeo a Saclay.
–– 9 miliardi di Euro per la ricerca e il
trasferimento tecnologico, suddivisi in:
–– 2 miliardi per mettere a disposizione dei ricercatori le migliori
tecnologie da laboratorio disponibili;
–– 2 miliardi per creare fino a 9 centri nazionali di trasferimento tecnologico;
–– 2,4 miliardi destinati a ospedali
universitari;
–– 1 miliardo di budget per il finanziamento di un ente promotore
della commercializzazione di brevetti delle aziende francesi.
–– 16 miliardi per lo sviluppo di nuovi
settori industriali, per le PMI e per
lo sviluppo sostenibile.
I fondi vengono erogati in base alla partecipazione delle aziende a bandi di finanziamento per progetti di ricerca destinati allo sviluppo sostenibile e alle
tecnologie “verdi”. Nel complesso, l’effetto leva atteso dall’erogazione dei 35
miliardi di Euro è di circa 60 miliardi di
investimenti tra pubblico e privato.
© The European House - Ambrosetti
109
In questo quadro di sviluppo, uno dei
progetti più importanti che sta vedendo
la sua realizzazione è quello del cluster
Parigi-Saclay: nel 2008 il Presidente
francese Nicolas Sarkozy ha annunciato
l’avvio del progetto del Campus ParigiSaclay attraverso la fusione di diverse
Università e istituti di ricerca dislocati
nella periferia meridionale della città di
Parigi.
Una delle missioni del progetto è assistere il processo di convergenza tra diversi campi della scienza già in atto e lavorare per la costituzione di nuovi
settori industriali. Secondo le parole di
Sarkozy, Parigi-Saclay vuole essere “il
superamento del mosaico di istituzioni,
ciascuna di grande prestigio, che se mal
coordinate tra loro e separate da barriere artificiali rischiano di essere totalmente obsolete in un’era di competizione scientifica globale”.
■■ Figura 4 –
L’area di Parigi-Saclay:
principali aziende e realtà
accademiche (Fonte: The
European House - Ambrosetti)
§§ Ecole Nationale superieure
du paysage
§§ Ecole Nationale superieure
du architecture
PARIS SACLAY
§§ Università di Versailles
St-Quentin
§§ ESTACA
§§ HEC
§§ INRA
§§ CEA
§§ ENS CACHAN
§§ SOLEIL
§§ CENTRALE
SUPELEC
§§ eads
§§ thales
§§ segula
§§ valeo
§§ fiat
§§ Agro Paris Tech Ecole
§§ Ecole Polytechnique
§§ Logs
§§ IFSTTAR
§§ egis
§§ bouygues
construction
§§ areva
§§ as system
San-Quentin
en - Yvelines
§§ safra
§§ technocenter
renault
§§ hilti
Versailles
§§ nexter
§§ vedécom
§§ renault truks
défense
Saclay
§§ air liquide
§§ ge healthcare
§§ IHES
BUSINESS CLUSTER
REALTÀ ACCADEMICHE
110
La scelta della localizzazione è stata determinata in funzione del potenziale di
sviluppo innovativo e industriale: la parte meridionale della città di Parigi, vede
infatti una notevole concentrazione di
attività di R&S di alcune tra le più importanti multinazionali francesi e straniere, oltre alla presenza di alcune prestigiose scuole come la Scuola di
Ingegneria École Polytechnique o infrastrutture scientifiche come il grande acceleratore di particelle Syncontron Soleil.
Ad oggi il Campus di Parigi-Saclay comprende 2 Università; 10 “grandi ecoles” e
6 istituti di ricerca con circa 60.000 studenti e 20.000 ricercatori; 7 dei 23 centri di trasferimento tecnologico francesi
(Carnot Institute) divisi per aree tematiche; 3 incubatori d’impresa e 16.400
aziende attive nell’area.
Le aree tematiche verso le quali tendono
© The European House - Ambrosetti
§§ INRIA
§§ ENSTA
§§ INRA
§§ Mines Telecom
§§ ENSAE
§§ ONERA
§§ alcatel
§§ lucent
§§ zodiac
§§ telindus
Massy
§§ kraft food
§§ danone
§§ edf r&d et
campus
§§ thales
§§ horiba
§§ lfb
§§ ipsen
§§ gsk
§§ hp
§§ alstom
§§ cgg veritas
§§ ericsson
§§ sanofi
§§ safran
§§ thales
§§ ge
§§ bull
tutti i corsi di laurea e le attività di ricerca sono state individuate sulle base delle
sfide principali del nostro tempo e sulle
possibilità di risposta del sistema-Paese
francese: clima, energia, salute, alimentazione, mobilità.
Il modello di funzionamento del cluster
si basa sulla compresenza fisica delle tre componenti fondamentali di
un ecosistema innovativo:
––
––
––
ster è stata largamente finanziata dal
Governo con un piano di investimenti di
circa 5 miliardi di Euro tra il 2008 e il
2013:
––
––
grandi aziende;
istituti universitari o di ricerca;
business center o incubatori di ––
start up.
Per ogni area tematica presente nel cluster, la struttura si ripete: Parigi-Saclay
può essere dunque visto anche come un
insieme di sotto-cluster ognuno focalizzato su un settore specifico, sotto una
governance unica.
L’area di Parigi-Saclay oggi conta 675
mila abitanti, con 372 mila posti di lavoro, una concentrazione di occupazioni
high-tech quattro volte superiore alla
media francese e una quota sul totale
dell’economia ad alta intensità di conoscenza (Knowledge Intensive Business
Services - KIBS) del 27% contro il 28%
della Silicon Valley.
Attualmente il 15% dei fondi pubblici
per la ricerca in Francia sono concentrati nella zona di Parigi-Saclay.
Nell’area sono insediati i centri di ricerca di riferimento di diverse aziende francesi leader nei rispettivi settori, come
Danone, Renalut, PSA, Air Liquide, Alcatel e Thalés.
La realizzazione delle strutture del clu-
2,5 miliardi di Euro investiti per la
realizzazione di strutture per la didattica, ricerca e trasferimento tecnologico;
1,3 miliardi di Euro per la costituzione di nuovi corsi di laurea, programmi scientifici e corsi di dottorato;
1,2 miliardi in infrastrutture di trasporto tra cui la linea 18 della metro
parigina.
Dai 5 miliardi di Euro di investimenti
pubblici, è attesa l’attivazione di oltre 20
miliardi di Euro di capitali privati investiti in progetti di espansione immobiliare, abitazioni, residenze per gli studenti, business center e centri di ricerca
privati.
A livello di governance, esiste un organo
centrale – la Parigi-Saclay Development Authority (PDA) – che ha
la responsabilità di gestire la fase di sviluppo immobiliare, stabilire le linee
strategiche future, coordinare le attività
di insediamento delle realtà accademiche, rappresentare il cluster come persona giuridica e promuovere l’ingresso
di nuove aziende o realtà accademiche.
La Paris-Saclay Development Authority
(PDA) è un’autorità pubblica sotto il
controllo del Ministero dell’Istruzione e
della Ricerca e dello Sviluppo Immobiliare con un budget annuale separato da
quello dei Ministeri con le funzioni di fi© The European House - Ambrosetti
111
LA PARIS-SACLAY DEVELOPMENT AUTHORITY È UN’AUTORITÀ PUBBLICA SOTTO IL CONTROLLO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DELLA
RICERCA E DELLO SVILUPPO IMMOBILIARE. IL BUDGET ANNUALE È SEPARATO DA QUELLO DEI MINISTERI E L’ATTIVITÀ DI FINANZA E CONTROLLO
RIPORTA DIRETTAMENTE AL MINISTERO DELLE FINANZE.IL PRESIDENTE E CEO È DECISO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE.
BOARD OF DIRECTORS
STATO, ISTITUZIONI REGIONALI, FONDAZIONI PER LA COOPERAZIONE
SCIENTIFICA, STAKEHOLDER ACCADEMICI E FINANZIARI
DETERMINA IL BUDGET ANNUALE, STABILISCE L’ORIENTAMENTO
STRATEGICO E I PROGETTI DI SVILUPPO
DIPARTIMENTO DI FINANZA
PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO
SVILUPPO IMMOBILIARE,
DALL’ACQUISTO DELLA
TERRA ALL’ASSEGNAMENTO DI APPALTI
PER LA COSTRUZIONE
DI EDIFICI ADIBITI AI
SERVIZI DI BASE
SVILUPPO DI PIANI
STRATEGICI DI SVILUPPO
IN CONCERTO CON LE
AUTORITÀ LOCALI, GLI
STAKEHOLDER ECONOMICI E SCIENTIFICI, LE
ASSOCIAZIONI, ECC
PARIS-SACLAY
DEVELOPMENT
AUTHORITY
COORDINAMENTO GENERALE DELL’ISTALLAZIONE
SUL TERRITORIO DELLE
REALTÀ ACCADEMICHE
IN CONCERTO CON LA
FONDAZIONE CAMPUS
PARIS-SACLAY
ADVISORY COMMITTEE
ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE E AMBIENTALISTI
CHE, RAPPRESENTANTI DEL MONDO AGRICOLO,
CAMERE DI COMMERCIO, AUTORITÀ LOCALI
E NAZIONALI, SUPERVISIONA LE LINEE
DI SVILUPPO STRATEGICO E SCIENTIFICO
DIPARTIMENTO DI COMPLIANCE,
CONTRATTI E ARMONIZZAZIONE CON
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
RAPPRESENTANTE
LEGALE DELLE PROPRIETÀ
DEL POLO E DEI PROGETTI
DI SVILUPPO ANCHE PER
CONTO DELLE REALTÀ
ACCADEMICHE
PROMOTORE DEL PARISSACLAY CLUSTER E
RESPONSABILE DELLA
IMPLEMENTAZIONE DEI
PROGETTI DI SVILUPPO
■■ Figura 5 – Struttura di governance del cluster di Parigi-Saclay
(Fonte: The European House - Ambrosetti)
nanza e controllo che riportano direttamente al Ministero delle Finanze.
Il Presidente e CEO della PDA è deciso direttamente dal Presidente
della Repubblica Francese. La restante parte del Consiglio di Amministrazione è composta da rappresentati
delle Istituzioni pubbliche locali, accademiche e finanziarie ed è coadiuvato,
nella sua attività da un Advisor Commitee composto da membri delle organizzazioni di categoria coinvolte nel progetto
(sindacati,
organizzazioni
ambientalistiche, rappresentanti del
mondo agricolo, camere di commercio,
ecc.)
La PDA si rapporta con la Fondazione
Campus Parigi-Saclay che ha il compito
più specifico di assistere alla fase di transizione universitaria verso un unico ente
che comprenda tutte le anime diverse
presenti sul territorio.
La Francia attraverso una politica-Pa112
© The European House - Ambrosetti
ese proattiva di sostegno pubblico
all’innovazione in risposta alle sfide dello sviluppo, ha promosso la costituzione di 71 cluster tecnologici, capaci di attrarre circa 280.000 studenti
stranieri e più di 1.000 multinazionali
straniere.
All’interno di questa strategia, ParigiSaclay ha l’ambizione di diventare il più
grande cluster innovativo europeo e tra i
primi 10 al mondo (l’MIT lo ha già censito come uno degli 8 “world innovation
cluster”).
Il suo modello di sviluppo, a differenza
di quello del cluster di Cambridge, è improntato ad un processo fortemente dall’“alto” (top-down), con una serie di precise scelte programmatiche e azioni
intraprese per raggiungere gli obiettivi
prefissati in accordo con la visione di
sviluppo del Paese. Coerentemente con
questo il successo di Parigi-Saclay, si
gioca sui seguenti fattori, tra loro forte- –– l’Università di Copenaghen e l’Unimente sinergici:
versità di Lund;
–– le Agenzie per la promozione regionale dei due Paesi, Copenaghen Ca–– Forte presenza della regia pubblipacity e Region Skåne rispettivaca, con obiettivi di riqualificazione
mente;
dell’area e creazione di nuovi posti
di lavoro.
–– le imprese farmaceutiche e biomediche (ad esempio Novo Nordisk,
–– Schemi fiscali altamente compeLundbeck, Astra Zeneca) già insetitivi per le aziende che decidono di
diate nell’area;
investire in R&S nel cluster (e più in
generale in Francia).
–– il Fondo europeo per lo Sviluppo
Regionale, in particolare per quan–– Vocazione tecnologica dell’ato riguarda gli investimenti del prorea, con Istituzioni universitarie e
gramma INTERREG11.
centri di ricerca (anche privati)
all’avanguardia.
–– Preciso orientamento dei filoni- Il cluster life-science è specializzato nelguida della ricerca su aree sele- le scienze farmaceutiche, biomedicali e 5
zionate di interesse, sulla base della delle 12 Università presenti nel territorio
rispondenza con la tradizione indu- offrono corsi relativi alle scienze della
striale francese e il potenziale con- vita, attirando 45.000 dei circa 150.000
tributo allo sviluppo.
studenti dell’intera regione12.
–– Un sostegno pubblico certo e consi- L’attrattività e la specializzazione nel
stente, anche grazie ad un modello settore è spiegabile anche grazie alla
di governance integrata ed efficien- presenza di 32 ospedali, di cui 11 univerte, in grado di essere un catalizzato- sitari. Le 15 organizzazioni per la ricerca
re credibile per l’afflusso di capitali clinica hanno permesso una stretta collaborazione tra ricerca e industria, ulteriorprivati aggiuntivi.
mente rafforzata dalle strutture create
all’interno del cluster: 7 parchi scientifici,
2.3. LA MEDICON VALLEY
6 incubatori (3 dei quali specializzati nelDI MALMÖ
le scienze della vita) e 13 organizzazioni
(SVEZIA-DANIMARCA)
di contract manufacturing.
La Medicon Valley è il cluster di riferi- Il cluster ad oggi conta circa 200 imprese
mento per le scienze della vita (life- attive nel campo delle tecnologie mediscience) sviluppatosi nella regione tran- che, 150 in quello delle biotecnologie e 25
sfrontaliera Öresund, a cavallo tra
11
INTERREG è una iniziativa che mira a stimolare
Danimarca e Svezia.
Il cluster nasce nel 1997 grazie all’intera- la cooperazione tra regioni dell'Unione europea. Il programma è iniziato nel 1989, ed è finanziato dal Fondo
zione coordinata e al contributo di diver- Europeo di Sviluppo Regionale (FESR).
si attori:
12 Medicon Valley Alliance (MVA)
© The European House - Ambrosetti
113
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
■■ Figura 6 – Numero di nuove start up bio-tech in Danimarca
(Fonte: The European House - Ambrosetti)
aziende farmaceutiche. Il settore privato
delle life sciences impiega oltre 44.000
persone (circa il 2,7% di tutta la forza lavoro della regione) e la Medicon Valley
attira più Investimenti Diretti Esteri nel
campo medicale, biomedico e farmaceutico di ogni altra regione in Europa13.
In media, su 10.000 nuove linee di sviluppo per prodotti farmaceutici, solo 10
arrivano ad essere testate sull’uomo e
solo una di queste, raggiunge la fase di
commercializzazione. Per questo motivo, la presenza di venture capital e di
fondi sia pubblici che privati è fondamentale per il finanziamento dell’innovazione. Nello specifico, le criticità sono
legate alle start up in fase pre-clinica che
spesso non ottengono la possibilità di
avanzare con i test e contribuire alla scoperta di nuovi prodotti. Anche in risposta a questi problemi, i Governi dei due
Paesi hanno previsto schemi di tassazione favorevoli per le imprese che
La domanda crescente di laureati in discipline mediche e biomediche ha spinto
a potenziare l’istruzione superiore, che
in Danimarca vede oltre 450 dottorandi14 conseguire il titolo nei settori lifesciences ogni anno.
Un fattore determinante nello sviluppo
del cluster è stata la creazione della Medicon Valley Alliance (MVA), un’organizzazione non-profit che annovera
tra i 250 membri tutti gli stakeholder
territoriali coinvolti nel cluster: imprese, investitori, Università, enti pubblici e
istituti di ricerca.
Lo sviluppo del cluster è stato permesso
anche grazie all’adeguamento delle infrastrutture per la mobilità e l’accessibilità, che ha visto, tra gli altri interventi,
la costruzione del ponte di Öresund, un
tratto di strada di 16 km che collega la
Danimarca e la Svezia in prossimità di
13
Fonte: Unione Europea, rapporto “Medicon Valley: Where Biotech is Business”.
14
Denmark Statistics – Research education, Graduate – Doctorate Students, 2014.
114
© The European House - Ambrosetti
prevedano investimenti in R&S.
Copenaghen e Malmö. L’infrastruttura ––
– finanziata anche grazie ai fondi europei per l’integrazione regionale – è stata
aperta nel 2001 e oggi registra circa
20.000 passaggi giornalieri, di cui il ––
43% di traffico pendolare.
Il modello collaborativo di sviluppo del
cluster della Medicon Valley, rappresenta un’ulteriore variante, imperniata sulla
interazione tra Istituzioni nazionali e sovranazionali. Tra i fattori critici di successo, hanno giocato un ruolo fonda- ––
mentale:
––
––
––
Una ricerca avanzata di livello internazionale focalizzata su un
campo chiave per il futuro: le
scienze della vita (Danimarca e Svezia si collocano rispettivamente al
2° e 6° posto nella classifica mondiale per numero di pubblicazioni
scientifiche nel settore delle lifesciences per milioni di abitanti15).
La presenza di imprese multinazionali e aziende leader mondiali nel settore life sciences, con la
possibilità e le risorse per contribuire alla creazione di spin-off e lo
scambio di informazioni con le organizzazioni di ricerca clinica.
Una massa critica di venture capital, alimentata anche attraverso
schemi di intervento pubblico-privato attraverso i fondi pubblici gestiti da Vinnova, l’agenzia Svedese
preposta agli investimenti per l’innovazione (cfr. Box).
15 Ministero Danese per la Scienza, la Tecnologia e
l’Innovazione, 2010.
L’implementazione di meccanismi
strutturati ed efficaci di rappresentazione dei diversi attori/interessi
(Medicon Valley Alliance).
La creazione di un forte “brand” e
riconoscibilità, anche grazie all’azione della Medicon Valley Alliance, che ha facilitato l’identificazione
e la cooperazione tra diversi attori,
soprattutto attirando player internazionali.
Un ottimo livello di servizi infrastrutturali (come ad esempio il ponte Öresund) e sociali (Università,
servizi, ecc.).
■■ Figura 7 – Il ponte Öresund
che collega Danimarca e Svezia
© The European House - Ambrosetti
115
L’Agenzia governativa svedese
per l’innovazione (VINNOVA)
Vinnova è l’agenzia nazionale per
l’innovazione della Svezia, fondata nel
gennaio 2001 e operante sotto il Ministero
dell’Industria, dell’Energia e delle Comunicazioni. La sua missione è promuovere
una crescita sostenibile del Paese migliorando le condizioni per l’innovazione e
per il finanziamento della ricerca.
Vinnova gestisce i finanziamenti statali
per la ricerca e sviluppo ed è responsabile
per il coordinamento dell’azione svedese
rispetto ai programmi-quadro dell’UE per
la ricerca e lo sviluppo. Vinnova impiega
circa 250 professionisti dedicati dislocati
presso gli uffici di Stoccolma e Bruxelles.
Vinnova è uno degli strumenti di riferimento al servizio della visione della
Svezia di essere un Paese leader a livello
mondiale nella ricerca e nell’innovazione
e un ecosistema attrattivo in cui investire
e condurre affari. A tal fine le attività di
Vinnova si concentrano sulla promozione
delle collaborazioni tra aziende, Università, istituti di ricerca e il settore pubblico, sullo stimolo ad un maggior uso della
ricerca agevolando gli investimenti a lungo termine in innovazione e sul rafforzamento delle cooperazioni internazionali.
Per massimizzare l’impatto sul sistema
produttivo e della ricerca svedese, Vinnova agisce in maniera integrata con gli
altri finanziatori della ricerca e ogni anno
investe circa 2,7 miliardi di Corone svedesi (circa 300 milioni di Euro) in varie
iniziative, con logiche di matching dei
fondi del settore privato e/o delle altre organizzazioni di finanziamento del sistema
della ricerca.
Le decisioni di finanziamento sono effettuate con l’assistenza di esperti nazionali
e internazionali per la valutazione dei
progetti e vi è un sistema di monitoraggio continuo di tutte le iniziative; vengono
116
© The European House - Ambrosetti
inoltre sviluppate regolarmente analisi di
impatto per valutare gli effetti a lungo termine delle attività dell’Agenzia.
Medicon Valley Alliance (MVA)
L’organizzazione è stata fondata nel
1997 su iniziativa delle Università di
Copenaghen e di Lund, con lo scopo di
favorire l’interazione tra i diversi attori presenti nel cluster, contribuire alla
creazione di nuova ricerca e aumentare
le opportunità di business per le imprese.
L’MVA persegue la sua missione attraverso diverse attività:
–– La creazione di una piattaforma per il
networking per l’ambiente accademico
e per il mondo imprenditoriale.
–– L’organizzazione di eventi e seminari
per diffondere la conoscenza sui temi
delle life-science.
–– La redazione di aggiornamenti e panoramiche sugli sviluppi della regione in
modo da promuovere attività di lobby
mirate.
–– La promozione del cluster e della regione a fiere internazionali,
anche rappresentando i membri
dell’organizzazione.
–– L’analisi di temi specifici e iniziative strategiche al fine di migliorare
l’efficacia della collaborazione nel settore delle scienze della vita.
L’organizzazione ha conseguito l’obiettivo
di rappresentare la complessa natura del
cluster attraverso la supervisione delle
attività da parte di un Consiglio di Amministrazione e la cooperazione degli attori pubblici e privati, le multinazionali
e le piccole e medie imprese operanti nel
settore, gli istituti di ricerca, le Università e le aziende di servizi. A garanzia
dell’imparzialità della governance del
MVA, così come di altri organi del cluster,
le cariche di presidente e CEO sono distribuite secondo un’alternanza delle due
nazionalità.
2.4. SVIZZERA: UN ECOSISTEMA
FORTEMENTE COORDINATO
La Svizzera, come noto, ha un’economia
solida ed un alto livello di competitività
e innovazione.
I fattori che contribuiscono a posizionare il Paese in cima alle classifiche internazionali sono molteplici e uno studio
dell’organizzazione delle politiche e della gestione delle stesse all’interno della
Confederazione Elvetica può offrire
spunti interessanti per una riflessione
sui fattori che contribuiscono a creare
un ecosistema dell’innovazione.
obbiettivi che i diversi attori del sistema
per l’innovazione devono raggiungere
nell’arco del quadriennio.
L’implementazione dei piani segue un
approccio bottom-up, dato che le risorse
pubbliche sono assegnate attraverso
grant o processi di valutazione peer-reviewed a loro volta monitorati da due
Agenzie indipendenti:
––
––
il Fondo Nazionale Svizzero per la
Ricerca Scientifica (SNSF), che si
occupa di finanziare la ricerca di
base;
la Commissione per la Tecnologia e
l’Innovazione (CTI), che promuove
l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la creazione delle reti telematiche nazionali.
Il processo bottom-up di assegnazione
dei fondi normalmente prevede che i
partner del progetto (imprese private
consociate con enti di ricerca o Università) presentino una proposta agli enti governativi e contribuiscano a finanziare il
Le responsabilità politiche per l’innova- progetto per la metà del totale.
zione e l’educazione in Svizzera sono
suddivise tra lo Stato Federale ed i 26 CTI segue anche un processo top-down
Cantoni, dove il primo coordina i fondi e nel caso di programmi relativi ad argole attività per la ricerca mentre le politi- menti specifici, ad esempio i temi delle
che per l’educazione sono suddivise tra i start up e l’imprenditorialità o settori
due livelli governativi.
specifici nel campo medicale o delle
Degli organi federali, l’autorità preposta scienze della vita (life sciences). A diffealla pianificazione e l’implementazione renza di altri Paesi, tuttavia, CTI non
dei progetti per l’innovazione è il Segre- stanzia un ammontare per settore, ma
tariato per l’Educazione, la Ricerca e favorisce la promozione di progetti di ril’Innovazione (SERI), responsabile an- cerca applicata finanziando esclusiche per la redazione dei piani quadrien- vamente la cooperazione tra indunali. I piani definiscono la strategia e gli stria e organizzazioni di ricerca.
© The European House - Ambrosetti
117
Il Paese investe quasi il 3%16 del proprio
PIL in Ricerca & Sviluppo, posizionandosi al di sopra della media OCSE
(2,4%). Il settore privato rappresenta
quasi il 70% della spesa in R&S del Paese17, mentre il Governo finanzia la ricerca, principalmente attraverso le Università, per circa il 30% del totale. La spesa
pubblica è finanziata per circa il 63% dagli organi federali e per il 37% dai vari
cantoni.
Il livello di investimenti privati ha registrato un costante incremento durante
gli ultimi anni, principalmente grazie
alla presenza nel Paese di gruppi multinazionali caratterizzati dalla disponibilità di ingenti capitali, forza lavoro estremamente qualificata e un’eccellente rete
internazionale di contatti (con altri istituti di ricerca pubblici e/o privati)18.
dalla scuola secondaria.
La Svizzera si posiziona oltre la media
OCSE per la maggior parte degli indicatori riguardanti l’educazione, tra questi
il numero di laureati (40% della popolazione) e l’apertura internazionale
(circa il 40% dei ricercatori sia nel settore privato che nel pubblico è straniero ed
il 50% degli studenti di dottorato viene
dall’estero19).
Il Paese, accanto ad alcune delle migliori
Università internazionali – come l’EPFL
di Losanna e l’ETH di Zurigo (rif. Box),
ospita anche altre eccellenze riconosciute
a livello mondiale, come il CERN, il più
grande laboratorio internazionale di fisica delle particelle ed uno dei centri di ricerca più rinomati al mondo.
I fattori di successo della Svizzera in termini di innovazione, possono essere riI principali settori di spesa R&S del set- assunti in:
tore privato sono l’industria farmaceutica (38,6%), l’industria meccanica –– Costruzione di un framework(11,5%) e il settore ICT (9,2%).
Paese coordinato per l’innovaNel Paese, 10 dei 26 Cantoni hanno la
zione con iniziative, incentivi e suppropria Università e sono inoltre preporto finanziario promossi secondo
senti 7 Università regionali di scienze
un approccio result-oriented.
applicate e 2 Istituti Federali Tecnologi- –– Centri di ricerca e Università
ci (ETH).
eccellenti sia dal punto di vista
Il sistema educativo garantisce ottimi ridella didattica, sia per l’impatto delsultati anche grazie alla stretta collale scoperte ed il livello di trasferiborazione tra scuola e settore primento tecnologico.
vato, a supporto dei programmi di –– Elevata quota del PIL nazionale inapprendistato che si svolgono a partire
vestito ogni anno in ricerca e sviluppo, soprattutto da parte del settore
16
Fonte: OECD Statistics.
privato.
17
ERAWATCH – Platform on Research on Innovation Policies and Systems.
18 Bauer P. et al., (2013) Seven Principles of Success: The Story Behind Swiss Innovation.
118
© The European House - Ambrosetti
19
FSO, Science and Technology Indicators, S&T
Inputs – R&D Personnel & FSO, University Students.
2,08%
2,09%
2,09%
2004
2005
2006
2,10%
2,11%
2,12%
2007
2008
2009
2,14%
2,15%
2010
2011
2,17%
2,01%
1,95%
1,88%
1,82%
2000
2001
2002
2003
2012
■■ Figura 8 – Spesa in R&S in % del PIL da parte del settore privato in Svizzera (Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati OECD 2014)
GIAPPONE
Livello di Innovazione (indice)
6
STATI UNITI
FINLANDIA
GERMANIA
SVEZIA
OLANDA
5.5
ISRAELE
FRANCIA
5
DANIMARCA
CANADA
4.5
SVIZZERA
NORVEGIA
INGHILTERRA
AUSTRALIA
4
RUSSIA
3.5
3
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Università Top 500 per miliardo di abitanti
––
La presenza di gruppi multinazio- ■■ Figura 9 – Paesi con Università nella Top
e livello d’innovazione
nali che favoriscono la collaborazio- 500
(Fonte: The European House - Ambrosetti su
ne e lo scambio di informazioni, dati Shanghai Ranking 2012)
grazie ad un network di contatti
estremamente esteso, sia per quanto riguarda la collaborazione con
istituti di ricerca e Università internazionali, sia per le relazioni commerciali con altre imprese.
© The European House - Ambrosetti
119
EPFL Losanna
ETH Zurigo
L’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) è, insieme con ETH Zurich,
l’unico Istituto Federale Svizzero di Tecnologia del Paese. La scuola politecnica
è riconosciuta a livello mondiale come
centro d’eccellenza per l’insegnamento e
la ricerca così come per l’alto livello di innovazione e trasferimento tecnologico.
Il parco scientifico Innovation Park ospita infatti oltre 140 start up innovative
ed i centri di ricerca di alcune delle multinazionali più prestigiose al mondo, tra
cui Debiopharm, Nestlé, Logitech, Credit
Suisse, Constellium e Cisco. La struttura
comprende 13 edifici, di cui 3 con laboratori bio-chimici e 10 con uffici modulari e
1.700 impiegati, in un contesto che ospita
329 laboratori e oltre 10.000 studenti.
ETH Zurigo è una delle migliori Università a livello internazionale per lo studio
delle tecnologie e alle scienze naturali.
L’Università nasce nel 1855 e, ad oggi,
conta oltre 18.000 studenti da più di 110
Paesi, di cui 3.900 sono studenti di dottorato. Secondo l’Academic Ranking of
World University 2013, ETH Zurigo si posiziona nella top 10 per le scienze naturali
e matematiche e nella top 5 per le materie
chimiche.
L’altissimo livello di ricerca e innovazione
è altresì testimoniato dal progetto Human Brain Project (HBP), finanziato dai
partner e dall’Unione Europea con 1,2
miliardi di Euro e coordinato dall’EPFL di
Losanna. HBP è il programma con il più
alto budget di ricerca mai stanziato e si
pone l’obbiettivo, nell’arco di 10 anni, di
fornire nuovi strumenti per la comprensione del cervello umano e dei suoi meccanismi e applicare le nuove conoscenze
alla medicina e all’informatica del futuro.
All’implementazione del progetto, coordinato dal neuroscienziato Henry Markram,
partecipano 87 istituti di ricerca europei e
internazionali.
L’eccellenza dell’Università e il costante
sforzo dedicato al trasferimento tecnologico e all’innovazione è anche dimostrato
dal numero di nuovi brevetti, tra i 60 e gli
80 ogni anno. Questo è possibile anche
grazie alla stretta collaborazione tra
l’Università e il sistema industriale e le invenzioni si convertono spesso in spin-off
dell’Università. Dalla fine degli anni ’80 si
contano infatti oltre 530 spin-off, a riprova del fatto che l’innovazione e il trasferimento tecnologico rappresentano dei
temi prioritari nell’ambiente accademico.
Nel 1993 L’Università ha contribuito a
sviluppare il Technopark Zurich, parco
di riferimento del Paese per le start up
innovative e finanziato esclusivamente
da capitali privati. Il parco favorisce ulteriormente la collaborazione tra i diversi
stakeholder al fine di produrre innovazione e trasferimento tecnologico, anche
grazie alla presenza di 230 imprese che
impiegano oltre 1.750 persone.
Un altro strumento creato dall’Università
è la Pioneer Fellowship, un programma
della durata di 18 mesi che mette a disposizione 120 mila Euro agli studenti
vincitori. I partecipanti, scelti due volte
all’anno, possono concorrere presentando
idee che abbiamo come scopo la creazi-
120
© The European House - Ambrosetti
one di un prodotto o servizio altamente
innovativo e con potenziale commerciale.
Nel 2012 l’Università ha fondato
l’Innovation and Entreprenurship Lab
(ieLab) con l’obbiettivo di migliorare e
velocizzare il trasferimento della ricerca
scientifica all’industria. All’interno del
laboratorio i giovani ricercatori e imprenditori dell’Università possono usufruire
dei sevizi di mentoring offerti da imprenditori esperti e stringere partnership con
l’industria fin dai primi passi. Oltre alla
partecipazione agli eventi di networking
e di mentoring, il laboratorio offre agli
imprenditori di ETH anche la possibilità
di usufruire di uffici e spazi specializzati
per il business e dei servizi di ETH Transfer, l’ente per il trasferimento tecnologico
dell’Università.
2.5. LA COREA DEL SUD:
UN PAESE IMPRONTATO
ALL’INNOVAZIONE
La Corea Sud è riconosciuta come uno
dei Paesi più innovativi a livello globale
e diversi player globali come Samsung,
LG o Hyundai si sono sviluppati e hanno
i propri centri mondiali per la ricerca e
sviluppo proprio nella penisola asiatica.
Il Paese offre incentivi, un clima favorevole all’innovazione e schemi di tassazione agevolata per le imprese che investono in R&S.
In media la Corea del Sud investe oltre il
4% del PIL in Ricerca & Sviluppo. L’efficiente pianificazione da parte del
Governo ha permesso di veicolare le risorse, contribuendo significativamente
ad aumentare gli investimenti del settore privato, responsabile per oltre il 70%20
della spesa totale in R&S. A differenza
delle imprese, che svolgono principalmente ricerca applicata, il Governo contribuisce per circa il 30% della spesa in
R&S investendo in ricerca di base in
un’ottica di lungo periodo.
Il Paese gode di un eccellente sistema
della formazione: la Corea è il primo Paese tra i membri OCSE per la percentuale di laureati (il 65% della popolazione
under 35 ha conseguito un diploma di
laurea21), con un’altissima la mobilità
studentesca (oggi la Corea del Sud è il
primo Paese al mondo per numero di
studenti all’estero: 19,99 ogni 10.000
abitanti, con un incremento dal 2006 al
2013 del 38%).
L’alto livello del sistema universitario è
provato dalla qualità del personale
accademico: ad esempio, oltre il 50%
dei professori della Seoul National University ha conseguito un diploma di dottorato negli Stati Uniti e la percentuale
sale al 90% per la maggioranza delle Business School del Paese.
In questo quadro, uno dei principali
problemi del Paese è il livello sub-ottimale di commercializzazione delle invenzioni e il limitato trasferimento tecnologico tra Università e industria. Gli
20 Gupta, H. et al. “Innovation Policies in South Korea”, Institute for Defense Analysis, 2013.
21 OCSE 2013, Better Life Index, Paris, France.
© The European House - Ambrosetti
121
scarsi risultati ottenuti negli ultimi anni
sono infatti ritenuti una minaccia per
l’ecosistema dell’innovazione nazionale.
A fronte di questo, il Governo ha messo
in campo una strategia d’azione puntuale e alcune misure descritte più sotto,
sono già operative.
novazione, la Corea del Sud presenta ancora un’economia significativamente
divisa dove le piccole e medie imprese faticano a crescere e affermarsi. Per risolvere questa criticità, il governo Sud Coreano ha lanciato il programma Industrial
Complex Cluster Program (ICCP) e
l’Industrial Cluster Policy, entrambi
Un fattore determinante per la ricerca e basati sulla “Legge di sviluppo industrial’innovazione tecnologica nel Paese è rap- le” del 1999.
presentato dalla presenza di importanti gruppi multinazionali e “cam- Il Ministero per l’economia della conopioni” nazionali. Secondo un recente scenza (“Knowledge Economy”) (oggi
studio commissionato dall’Office of the Ministero per il Commercio, l’Industria e
Director of National Intelligence degli l’Energia) ha lanciato il programma ICCP
Stati Uniti22, i conglomerati di imprese – con lo scopo di stimolare una crescita soo chaebol23 – sudcoreani hanno ridefinito stenibile e bilanciata tra le regioni del Pal’approccio agli investimenti tecnologici, ese attraverso la competitività e lo sviluppassando da una strategia conservativa e po tecnologico. Nel 2005, il primo anno
incrementale ad un modello di business del programma, sono stati creati 7 cluster
orientato a stimolare strutturalmente industriali pilota per favorire la collaboscoperte scientifiche all’avanguardia. Il razione tra industria, Università e istituti
processo ha richiesto l’utilizzo di ingenti di ricerca in aree tematiche di specializzacapitali e sempre maggiori investimenti zione definite. Quattro anni più tardi, ai 7
in R&S di nuovi prodotti: Samsung, ad esistenti ne sono stati aggiunti altri 5.
esempio, ha raddoppiato gli investimenti
in R&S negli ultimi 3 anni, passando da Dal 2010 il Governo ha cambiato stratecirca 4,3 miliardi di Euro nel 2009 a 8,6 gia d’implementazione in modo da facilitare lo sviluppo dei progetti esistenti e
miliardi nel 201224.
rafforzare l’autonomia regionale: attraSebbene la presenza di campioni nazio- verso il programma Pan Regional Clunali abbia favorito gli investimenti e l’in- ster Program, i cluster industrial “tematici” sono stati accorpati in sei
macro-regioni (rif. Fig. 11) all’interno del22
Gupta, H. et al. (2013), “Innovation Policies in
le quali collaborano i diversi stakeholder
South Korea”, Institute for Defense Analysis.
pubblici e privati. Alla base della strategia
23 In Sud Corea indica un “gruppo d’affari” ed è
spesso utilizzata per indicare le imprese multinazionali c’è la volontà di trasformare i complessi
come Samsung, Hyundai, Pohang Iron, Steel Company
industriali, fino al 2010 aree prettamente
e LG Eletronics.
produttive, in centri d’innovazione tecno24
Gupta, H. et al. (2013), “Innovation Policies in
South Korea”, Institute for Defense Analysis.
122
© The European House - Ambrosetti
logica e collaborazione tra i diversi sta- congiunti e scambiano informazioni al
keholder.
fine di produrre innovazione.
In questo senso, la spinta all’innovazione
L’organizzazione regionale del sistema e le diverse strade percorse per risolvere i
nazionale dell’innovazione sud coreana problemi vengono dal basso, con un apha perseguito un duplice approccio: da proccio che esalta il ruolo proattivo delle
una parte incentivare la collaborazione imprese.
tra i diversi attori, dall’altra rafforzare la
competitività del Paese a livello globale.
L’ente preposto al coordinamento delle
In questo quadro, ogni cluster regionale attività per lo sviluppo industriale è il
funziona da hub per la gestione, pianifi- Korea Industrial Complex Corpocazione, valutazione e controllo dei pro- ration (KICOX), un’Agenzia governatigetti implementati. Inoltre, ogni ente re- va che su mandato del Ministero dell’Ingionale coordina le singole unità dustria ha il compito di controllare,
organizzate in mini-cluster dove vengono pianificare, valutare e gestire l’intero
riunite imprese, centri di ricerca e acca- programma.
demia al fine di collaborare a stretto con- KICOX collabora all’interno dei mini-clutatto per trovare soluzioni innovative.
ster con le imprese, gli istituti di ricerca e
le Università, sia nella definizione dei
Ogni cluster è organizzato secondo le ti- progetti che nell’assegnazione dei fondi
pologie di produzione strategiche e le ca- per l’attuazione delle proposte.
ratteristiche tecnologiche degli attori pre- KICOX supporta 51 Core Industrial
senti: il cluster di Changwon, ad esempio, Park, con un impatto significativo sull’eha sviluppato il settore dei macchinari25; conomia Sud Coreana: rappresentano
il cluster di Gumi è invece specializzato infatti il 36% del PIL, il 45% dell’export
nell’industria elettronica; Seoul in ICT e ed il 24% degli occupati di tutto il Paegreen technology; Daebul nell’industria se26.
navale.
In questo quadro emerge con chiarezza
All’interno dei mini-cluster, le imprese che i fattori critici di successo per il caso
rappresentano l’agente innovatore Sud Coreano sono da ricercare:
che individua i problemi, di varia natura, da sottoporre agli istituti di ricerca e –– Nella gestione ottimale di un dualle Università. Sotto la supervisione ed il
plice approccio del Paese all’innocoordinamento degli enti governativi lovazione:
cali, le imprese, gli istituti di ricerca e le
–– top-down, derivante sia dall’azioUniversità collaborano, svolgono studi
ne del Governo centrale che ha
organizzato e strutturato le policy
25
I mini-cluster presenti sono infatti specializzati
in macchinari industriali, stampi, mezzi di trasporto,
meccatronica e lavorazione dei metalli di base.
26
Hung Suck Park (Director of KICOX), Eco-industrial park Initiative in South Korea.
© The European House - Ambrosetti
123
BUPYUNG JUAN
IT MEDICAL EQUIPMENT
NAMDONG
PARTS & MATERIAL
BANWOL-SIHWA
IT
MACHINERY MACHINERY
WONJU
CHUNGJU
CHEONAN ASAN
ELECTRIC AND ELECTRONICS
ULSAN
YANGSAN EGOK
GWANGJU
SACHEON
DAEBUL
BIO
KYUNGSAN JINRYANG
SEONGSEO
CHANGWON
GUNSAN
MACHINERY
AUTOMOBILE
SHIPBUILDING
AEROSPACE
GUMI
OCHANG CHEONJU
IKSAN
PHOTONICS
SHIPBUILDING
AUTOMOBILE
DONGHAE
SEOUL
NOKSAN
JEJU
■■ Figura 10 – Suddivisione in cluster industriali su base regionale dal 2010 (Fonte: KICOX 2014)
MINI CLUSTER
PLANNING THE PROJECT
MC MEMBERS
APPLYING FOR THE
TECHNOLOGY DEVELOPMENT
PROJECT
THE RESULT NOTIFICATION
(OFFICIAL DOCUMENTS
SENT)
REQUIRED DOCUMENTS
RECEIPT
YES
NO
CORRECTION
NO
SELECTING PROJECT
YES
FIGURING OUT SOLUTION
PRESENT
TO EVALUATION
COMMITTEE
PROVIDING GRANDS
PROJECT EVALUATION
KICOX
SITE EVALUATION
EVALUATION COMMITTEE
SELECTING PROJECTS
NO
YES
SIGNING
THE AGREEMENT
INTERMIDATE
CHECK
FINAL
CHECKS
FOLLOW
UP
THE RESULT NOTIFICATION
(OFFICIAL DOCUMENTS
SENT)
■■ Figura 11 – Il ruolo di KICOX all’interno dei mini-cluster nella gestione dei progetti R&S (Fonte:
KICOX 2014)
124
© The European House - Ambrosetti
––
––
––
di supporto al cluster, sia degli
enti locali che pianificano, implementano e monitorano i diversi
programmi operativi;
–– bottom-up, nell’approccio alla risoluzione dei problemi individuati dalle imprese e nel coordinamento con i diversi attori presenti
nel cluster.
Nella presenza di campioni nazionali che hanno permesso la creazione di cluster tematici specializzati e
capaci di investire ingenti capitali
in R&S.
Nel facile e rapido accesso ad input di produzione “superiori”,
grazie alla presenza di imprese di
servizi, forza lavoro e fornitori concentrati in un’area geografica (la vicinanza riduce i costi ed i tempi
di comunicazione, facilitando anche lo scambio di informazioni e
know-how).
Nella collaborazione tra istituti di
ricerca, Università e industria (fatta
salva la performance ancora non
ottimale di commercializzazione
delle istituzioni pubbliche e l’efficacia dei fondi governativi).
2.6. CILE: UN HUB INNOVATIVO
EMERGENTE
Negli ultimi anni il Governo cileno ha intrapreso una politica attiva con il fine di
stimolare la crescita economica di lungo
periodo ed evitare così la trappola del
reddito medio (middle income trap). Il
Cile infatti rischia di soffrire una crescita
stagnante a causa della concorrenza di
economie emergenti, che presentano
un’alta competitività ed alti livelli d’investimento nei settori manifatturieri.
Per diversificare la produzione industriale e migliorare le condizioni di lavoro, il
Cile ha intrapreso un percorso che guarda all’innovazione e alla competitività
come strumenti preferenziali per la crescita economica.
Il Paese, nel tempo, si è dotato di una cabina di regia istituzionale per sostenere la crescita e pianificare gli
investimenti in innovazione. Il sistema è composto da 5 attori principali27.
Il Ministero dell’Economia definisce le
linee guida e le strategie necessarie per
“creare innovazione”, supportato dal
Consiglio Nazionale d’Innovazione per
la Competitività – CNIC (si veda Box) e
dal Comitato dei Ministeri per l’Innovazione, che si occupa di definire le politiche per l’innovazione e ne coordina l’implementazione tra i vari Ministeri
monitorandone i progressi.
Gli altri due enti preposti alla promozione dell’innovazione nel Paese sono:
––
La Corporación de Fomento a la
Producción (CORFO) – attraverso
InnovaChile, l’area dedicata al supporto all’impreditorialità – promuove l’innovazione ed il trasferimento
tecnologico
secondo
un’azione che si articola secondo 4
27 Sepulveda, J., et al. (2014), Management of innovation in Chile: a case study for enhancing innovation capability of SMEs, Journal of Innovation Economics & Management.
© The European House - Ambrosetti
125
––
diverse linee: studi di fattibilità;
progetti di R&S; valorizzazione della ricerca attraverso brevetti e licenze; commercializzazione e go-tomarket dei risultati di progetti R&S.
La Comisión Nacional de Invesigación Científica y Tecnológica (CONICYT); negli anni ’90 viene creato
FONDEF, il fondo attraverso il quale CONICYT promuove progetti di
R&S in ambito scientifico e tecnologico.
Secondo stime dell’OCSE28, la spesa totale per l’innovazione in Cile è passata
da poco più di 200 milioni di Euro nel
2005, a oltre 700 milioni nel 2013, arrivando a circa l’1,4% del PIL nel 2014.
Tali investimenti sono cresciuti più della
crescita media annuale del PIL e il Governo ha stabilito l’obiettivo di raggiungere il 2% del PIL in R&S al 2020.
Dal 2005 la spesa pubblica cilena è in
forte aumento in tutte le principali aree
connesse al grado di innovazione del Paese29:
––
Scienza, tecnologia e innovazione,
che riferisce principalmente ai finanziamenti per la ricerca scientifica, la ricerca precompetitiva e i sussidi
per
l’imprenditorialità
innovativa: la spesa è passata dal
0,19% allo 0,34% del PIL.
28
OECD (2013), “Start up Latin America: Promoting Innovation in the Region”, Development Centre
Studies, OECD Publishing
29 CNIC (2013), “Declaración del Conseco Nacional de Innovación sobre el Presupuesto Público del Sistema Nacional de Innovación”.
126
© The European House - Ambrosetti
Consiglio Nazionale
dell’Innovazione
per la Competitività
Il Consejo Nacional de Inovación para la
Competitividad – CNIC è un organismo
pubblico-privato fondato nel 2006 con il
ruolo di advisor per il Presidente
della Repubblica sui temi dell’innovazione e la competitività. Tra le aree
di competenza vi sono le scienze, l’educazione e la formazione del capitale umano,
il trasferimento tecnologico e la diffusione di tecnologie.
Il CNIC stabilisce le linee d’azione e le
strategie per incentivare l’innovazione nel
Paese così come le attività finanziate dal
budget nazionale. In questo quadro ha redatto l’“Agenda per l’Innovazione 20102020”, che ha l’obbiettivo di indirizzare il
Paese verso una crescita economica sostenibile (target: +5% di PIL all’anno) attraverso la creazione di un sistema produttivo basato sull’innovazione tecnologica.
Il CNIC ritiene fondamentale aumentare
la produttività in tutti i settori, stimolare
gli investimenti pubblici e privati in R&S
e rafforzare la cosiddetta “terza missione”
delle Università, cioè il trasferimento della conoscenza e il progresso tecnologico.
Gli ambiti di intervento del CNIC comprendono anche agevolazioni per le imprese che investono in R&S, i fondi per
l’educazione e lo sviluppo di capitale
umano e la creazione di cluster e parchi
scientifico-tecnologici.
––
––
Educazione superiore e formazione, che include le risorse destinate
alle borse di studio e ai fondi per lo
sviluppo del sistema universitario:
la spesa pubblica è raddoppiata,
dallo 0,33% al 0,65% del PIL.
Crediti e garanzie, che è costituita
dalle risorse di CORFO per il credito alle PMI e i prestiti universitari:
la spesa ha segnato un incremento
del 68%, passando dal 0,22% allo
0,37% del PIL.
Il crescente interesse del Paese per le
start up e l’innovazione è provato da un
programma di governo estremamente
ampio e strutturato. Ad esempio dal
2010 il Cile ha:
––
––
––
––
semplificato la definizione di start
up, in modo da identificare e valutare più facilmente gli elementi innovativi nelle proposte di finanziamento;
semplificato le procedure e la burocrazia per migliorare la capacità del
settore pubblico di sostenere l’innovazione;
investito nella creazione di una cultura imprenditoriale;
rafforzato l’attrattività del Paese al
fine di creare una massa critica di
imprenditori innovativi.
ingenti in un industria che oggi vale oltre 600 milioni di Euro. CORFO ha anche co-finanziato gli angel-investor, fino
ad un massimo del 70% del costo delle
operazioni attraverso grant non rimborsabili.
Gli sforzi del Paese hanno permesso la
creazione di un insieme di strumenti
finanziari articolati per il supporto all’imprenditorialità e l’innovazione. Esistono infatti diversi programmi implementati dal Governo che
coprono tutte le fasi di sviluppo: dal
seed-funding (Subsidio Semilla de Asignación Flexible - SAAF), agli incubatori
e acceleratori di start up (Contact-Chile), alle attività di business training, fino
al trasferimento tecnologico (Programa
gestión de la Innovacón).
Il Governo attraverso CORFO ha anche
finanziato 29 dei 61 fondi di venture capital presenti nel Paese. Con un investimento pari a 210 milioni di Euro, l’Agenzia pubblica ha iniettato capitali
© The European House - Ambrosetti
127
FINANZIAMENTO
SEED FUNDING
SSAF
START UP CHILE
CORFO
SERVIZI
AL BUSINESS
E TRAINING
IMPRENDITORIALE
FRAMEWORK
REGOLATORIO
BUSINESS TRAINING
INNOVACHILE CORFO
ANGEL INVESTORS/
NETWORKS CORFO
GO TO MARKET PROGRAM
INNOVACHILE CORFO
TECHNOLOGY PACKAGING
INNOVACHILE CORFO
VENTURE CAPITAL
MIX PRIVATI CORFO
GLOBAL CONNECTION
PROGRAM CORFO
ACCELLERATORI
CONTACT-CHILE CORFO
LEGISLAZIONE (N° 20494 DEL 2011) CHE DIMINUISCE IL TEMPO PER LANCIARE UN BUSINESS
(7 GIORNI) E DIVERSI INCENTIVI FISCALI E TASSAZIONE SPECIALE PER LE IMPRESE CHE SVOLGONO
PROGETTI DI R&S
SEED
START UP
CRESCITA
ESPANSIONE
■■ Figura 12 – Le politiche del Governo per promuovere le start up e l’innovazione in Cile
(Fonte: The European House - Ambrosetti su OECD 2013)
Il Cile oggi non figura ancora tra i Paesi
più innovativi al mondo, tuttavia è indicato dai principali osservatori come uno ––
degli hotspot emergenti. La visione-Paese verso l’innovazione è infatti chiara:
far diventare il Cile il vero hub per l’innovazione e l’imprenditoria in America
Latina.
Coerentemente con questa vision, il Paese ha adottato una serie di politiche e di
strumenti per creare un ecosistema favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità.
––
Le scelte e le azioni intraprese offrono i
seguenti spunti:
–– L’importanza di una chiara visione-Paese e la conseguente impostazione (ruoli, compiti, poteri, fondi) degli organi governativi preposti
128
© The European House - Ambrosetti
alla gestione e alla proposizione di
policy mirate per l’innovazione.
L’importanza di un sistema efficace di valutazione dei risultati che ha contribuito ad aumentare
l’efficacia degli strumenti e delle
iniziative lanciate. Alcuni progetti
sono infatti stati rivisti in fase d’implementazione per correggere le lacune/duplicazioni (ad esempio il
flexible seed grant, i finanziamenti
agli incubatori e le valutazioni dei
venture capital).
L’importanza della promozione di
programmi che contribuiscono a
creare una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità
(anche se i risultati associati a questo genere di azioni non sono facilmente misurabili).
Il Programma Start Up Chile
Nel 2011 il governo Cileno ha stanziato 22
miliardi di Pesos (circa 40 milioni di Dollari), creando il programma Start Up Chile.
La formula di finanziamento erogata
è semplice e chiara: 40mila Dollari “a
fondo perduto” per 1.000 progetti accolti
in un programma della durata di 6 mesi
senza obblighi successivi di aprire un’azienda in Cile o di assumere cileni.
Accanto ai fondi,Start Up Chile offre possibilità di networking con centinaia di giovani imprenditori da tutto il mondo, l’accesso
ad una rete di mentor locali e internazionali, la possibilità di testare il proprio prodotto in un mercato piccolo, ma molto ricettivo.
Per strutturare e ottimizzare l’impatto di
Start Up Chile (2011 al 2014) è stato inventato l’RVA (Return Value Agenda), ovvero un sistema a punti30 che stimola gli
startupper invitati a trasferire conoscenza,
competenze e cultura innovativa ai cileni; a
partecipare (e organizzare possibilmente) a
seminari, corsi e classi universitarie; a fare
da mentor a giovani imprenditori cileni,
soprattutto fuori da Santiago e a spingerli
a pensare globalmente.
30
Ogni startupper riceve dei punti (da 50 a 400 a
seconda del tipo di attività) ed è tenuto a raggiungere
quota 4.000 entro la fine del programma.
3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI
E RIFLESSIONI PER L’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE ITALIANO
Il panorama dell’innovazione a livello
globale è di fronte ad una trasformazione “di sistema” legata ai profondi cam- ––
biamenti nei ruoli e nelle relazioni tra i
diversi attori e nella articolazione dei
processi stessi (modalità e logiche) di innovazione tecnologica.
Tra i principali cambiamenti oggi in
atto:
––
––
L’innovazione è un processo sempre meno lineare e la ricerca di
base, quella applicata e lo sviluppo
industriale vanno via via integrandosi.
I processi di R&S diventano più
complessi e gli output del processo
innovativo sono sempre più legati
all’interazione tra discipline e attori
con competenze diversificate (“filiere lunghe” dell’innovazione).
Le nuove tecnologie hanno un carattere sempre più pervasivo e ICT,
tecnologie dei materiali avanzati,
biotecnologie e nanotecnologie
sono destinate a rivoluzionare il
© The European House - Ambrosetti
129
––
––
modo in cui produciamo e a diventare il differenziale di produttività/
input competitivo chiave per le imprese (cfr. capitolo 1).
L’innovazione è sempre più
veloce: il tasso di cambiamento è
in costante aumento e nuovi prodotti, processi e servizi si susseguono sempre più rapidamente. Anche
i settori più tradizionali e le nicchie
di mercato sono coinvolti in questa
accelerazione; non esistono settori
a priori protetti dalla competizione
sull’innovazione.
Le risorse necessarie per condurre
R&S di eccellenza aumentano: l’introduzione di innovazioni dirompenti sul piano industriale e sociale
richiedono sforzi sempre maggiori
in termini di risorse umane e di investimenti.
Tutto questo ha impatti operativi strutturali sugli ecosistemi nazionali di innovazione, determinando nuovi ruoli e
nuove richieste:
––
Le Università sono chiamate sempre più ad essere delle “entrepreneurial universities” che, accanto
alle missioni tradizionali di eccellenza nella didattica e nella ricerca,
devono puntare anche alla massimizzazione delle ricadute della conoscenza prodotta in
chiave economica e di mercato31.
31 Questo passaggio implica una revisione profonda delle logiche che governano attualmente l’organizza-
130
© The European House - Ambrosetti
––
––
––
––
Il settore pubblico ha un nuovo ruolo. Nei processi di innovazione moderni, caratterizzati da attori
tra
loro
estremamente
differenziati, le Amministrazioni
pubbliche – a tutti i livelli – diventano centro di raccordo, stimolo e
sostegno dei processi di integrazione fra gli attori.
Le reti cooperative – e le strutture
di raccordo preposte – diventano
fondamentali per consentire l’interazione e l’integrazione tra agenti
differenziati per competenze, capacità, obiettivi.
Il sistema finanziario si configura
come attore strategico nei processi
di R&S per assicurare in modo efficiente le risorse economiche necessarie.
L’orientamento delle imprese all’investimento in innovazione deve
fare un salto quali-quantitativo per
poter abbracciare con successo le
sfide competitive.
In questo quadro i sistemi-Paese competono a due livelli:
–– nell’organizzazione dei migliori
ecosistemi nazionali dell’innovazione;
–– nella promozione dei più competitivi cluster innovativi locali.
In riferimento a questi ultimi, come anche visto più sopra, le modalità della
zione dell’accademia, puntando ad una maggiore autonomia e flessibilità gestionale degli Atenei, nonché ad
una revisione ed adeguamento delle risorse dedicate,
anche secondo logiche competitive e meritocratiche.
CAMBRIDGE
(REGNO UNITO)
PARIGI SACLAY
(FRANCIA)
MEDICON
VALLEY
(SVEZIADANIMARCA)
TORONTO
(CANADA)
TAMPERE
(FINLANDIA)
SILICON WADI
(ISRAELE)
Tipologia
di cluster
Focalizzato
(High-tech, ICT,
telecomunicazioni e scienze
fisiche)
Multidisciplinare (Health care,
alimentazione,
ambiente,
mobilità)
Focalizzato
(Life sciences:
medtech,
biotech, farmaceutico)
Focalizzato
(ICT, telecomunicazioni,
software)
Focalizzato
(High-tech, ICT,
bioscienze e
healtcare,
automazione)
Focalizzato
(Life sciences,
software e
telecomunicazioni)
Processo di
creazione
Bottom-up
Top-Down
Bottom-up
Top-Down
Top-Down
Top-Down
Estensione
geografica
Regionale
Interregionale
Transnazionale
Regionale
Regionale
Nazionale
Coordinamento
Indiretto
Saclay
Development
authority
Medicon Valley
Alliance
Indiretto
Technology
Centre Hermia
Office of the
Chief Scientist
(OCS)
Soggetto
catalizzatore
Università
Governo
Imprese e enti
regionali
Imprese e
municipalità
di Toronto
Hermia e
municipalità
di Tampere
Governo
■■ Figura 13 – Profili e caratteristiche dei cluster innovativi analizzati dalla Community TITT negli
anni 2013 e 2014 (Fonte: The European House - Ambrosetti)
loro creazione possono essere le più diverse: non esiste infatti un modello
univoco di successo, come non esiste
una configurazione organizzativo-funzionale di riferimento: i cluster possono
nascere dal basso secondo spinte spontanee di attori locali (come nel caso di
Cambridge) oppure con processi topdown con un forte ruolo del Governo
centrale.
tori di successo che rappresentano – con
pesi specifici differenti nei diversi casi –
delle “invarianti”:
––
Parimenti i cluster possono avere una
specializzazione produttiva oppure essere trasversali a più discipline/industrie,
così come avere un impatto sullo svilup- ––
po a livello regionale o sovra-locale.
A fronte di questo esistono però dei fat-
Governance efficace delle relazioni
tra i diversi attori del cluster; questa può essere realizzata secondo
meccanismi strutturati con Agenzie/organizzazioni preposte, oppure secondo processi informali, ma
comunque dotati degli strumenti di
raccordo necessari (parchi tecnologici, enti per il trasferimento tecnologico, ecc.).
Policy pubbliche mirate di supporto. Nel panorama internazionale,
molti degli ecosistemi innovativi
© The European House - Ambrosetti
131
––
––
––
più dinamici – in particolare quelli
di recente affermazione – si sono
costituiti grazie ad iniziative promosse e supportate da enti regionali/locali, se non direttamente dallo
Stato. Il finanziamento pubblico,
come nel caso dei cluster di ParigiSaclay o della Medicon Valley più
sopra illustrati, non assume la sola
finalità di gettare le fondamenta per
la costituzione di un cluster di imprese, ma rientra in un disegno più
ampio di sviluppo e riqualificazione
territoriale.
Centri di eccellenza e/o imprese leader presenti (o attratte) sul territorio. Questi sono delle condizioni
necessarie per produrre output “superiori”, siano essi legati ai processi
di trasferimento della conoscenza
di avanguardia, o agli spin-off di catene di innovazione lunghe.
Sistema finanziario (e risorse adeguate) di supporto, sia esso guidato
dall’investimento pubblico, sia
rappresentato dal settore privato;
sempre più spesso l’orientamento è
verso schemi integrativi pubblicoprivati in grado di attivare risorse
con un effetto leva.
Ambiente innovativo e network relazionale. L’innovazione è innanzitutto un approccio ed un metodo di
lavoro che valorizza conoscenza,
competenza, idee e merito e che ha
nella “cultura” e nella dimensione
delle relazioni interpersonali un
elemento catalizzatore imprescindibile.
132
© The European House - Ambrosetti
L’ecosistema dell’innovazione italiano
ha in nuce tutti questi elementi. La sfida
è potenziare il sistema d’innovazione nazionale e rafforzare i suoi rapporti e
meccanismi di interazione con l’universo industriale-territoriale, all’interno di
una strategia coerente e organica
in grado di rifondare la competitività del sistema su basi solide e proiettate sul futuro.
La multiforme realtà del Paese, con la
compresenza di nicchie di eccellenza e
risultati a bassa performance, una rete
di interazione tra attori che faticano a
parlare lo stesso linguaggio, una bassa
densità ed efficienza degli strumenti
(compresi quelli finanziari) per la propagazione dell’innovazione dal sistema
della ricerca al mercato, disegnano infatti un quadro in cui l’architettura innovativa nazionale necessita di adattamenti strutturali.
Di questi si dirà al capitolo 4.
CAMBRIDGE
(REGNO UNITO)
PARIGI SACLAY
(FRANCIA)
MEDICON
VALLEY
(SVEZIADANIMARCA)
TORONTO
(CANADA)
TAMPERE
(FINLANDIA)
SILICON WADI
(ISRAELE)
Tessuto
industriale
§§ PMI ma anche
R&S delle
multinazionali
(Microsoft,
Toshiba,
Astrazeneza)
§§ 1580 imprese,
57.000 occupati e €
50 miliardi di
capitalizzazione
§§ Multinazionali
leader nel settore (Siemens,
EADS,
Danone,
Renault)
§§ 16.400
imprese,
circa il 13%
della forza
lavoro in R&S
in Francia
§§ Leader industriali (Pfizer,
Novo Nordisk,
Coloplast)
§§ Imprese: 200
medtech,
150 biotech e
25 farmaceutiche,
circa 44.000
impiegati nel
settore life
sciences
§§ Multinazionali
(IBM, Rogers
Telecoomunications,
Celestica,
General
Electric)
§§ 12.300 imprese
high tech
con 178.000
impiegati oltre
50 miliardi
fatturato
§§ Multinazionali
(Nokia, Intel
Cargotec)
§§ 2000 imprese
per un
totale di 34.000
impiegati e €
7.7 miliardi di
fatturato
§§ Multinazionali
(Google, HP,
Philips, Cisco)
§§ 4.800 start
up e circa
100 imprese
israeliane
quotate
§§ al NASDAQ
Università
§§ 3 Università, di cui
l’Università di
Cambridge (90
premi Nobel)
§§ 20.000 studenti, 5.000 tra
ricercatori e
professori
§§ 2 Università
§§ 10 Grande
Ecoles
§§ 60.000 studenti e 20.000
ricercatori e
ingegneri
§§ 12 Università
nella regione,
di cui 5 per le
life sciences
§§ 150.000
studenti, di cui
45.000 nelle
life sciences
e 10.000 scienziati
§§ 6 college e 4
Università che
offrono rispettivamente
oltre 40 e 21
programmi
ICT
§§ L’Università
di Toronto ha
70.000 studenti
§§ 2 Università e
2 Politecnici
con orientamento ICT
§§ 38.000 studenti
§§ 10.000 professionisti nel
settore ICT
§§ 7 Università
di ricerca, tra
cui Technion
(Technology
University),
Weizmann
Institute (life
sciences),
Hebrew Uni,
Haifa Uni.
Strutture di
trasferimento tecnologico
§§ 19 science
& business
parks
§§ Cambridge Enterprise, TTO
dell’Università
§§ Un unico
science park
e 6 istituti di
ricerca
§§ 7 dei 34 istituti
per il TT della
Francia
§§ 7 science
parks
§§ 15 organizzazioni di ricerca
clinica e 13
organizzazioni
di contract
manufacturing
§§ Innovation &
Partnership
Office (IPO)
dell’Università
di Toronto
§§ Diversi science parks
(Life science
cluster,
Technology
Hermia , New
Factory)
§§ Israel
Technology Transfer
Organization
(ITTO) supervisiona il TT
Finanza /
capitale
di rischio
§§ Venture
capital a
Cambridge
rappresenta
il 7% di tutto il
Regno Unito
§§ Business angel importanti
(investimenti
tra 50mila e 1
mil €)
§§ Limitato,
problema
strutturale
§§ Massa critica
di venture
capital
§§ Fondi di
ricerca (pubblici e privati)
§§ Investimenti
per commercializzazione
del prodotto
§§ Buon livello di
venture capital
§§ Investimenti
e fundraising
dall’estero
(USA) in
ascesa
§§ Seed funding
e venture
capital
§§ Investimento
pro capite
oltre il 6% del
PIL
§§ Oltre 70 fondi
di Venture
capital che
investono
circa lo 0.5%
del PIL
Policy
Pubbliche
§§ Organizzazione
informale (assenza di una
framework di
riferimento)
§§ Fondamentale
il contributo
all’Università
e le infrastrutture nell’area
§§ Guidato dal
governo
§§ Sinergia con
altri programmi di sviluppo
territoriale
§§ In linea con le
politiche proinnovazione
della Francia
§§ Ruolo proattivo degli enti
di sviluppo
regionale
§§ Fondi
Europei per
l’integrazione
regionale
§§ Infrastrutture
fisiche: Ponte
di Oresund
§§ Policy
strategiche
del governo
federale
§§ Supporto alle
Università
da parte del
Dipartimento
di Difesa
§§ Supporto
pubblico principalmente
attraverso
il governo
locale
§§ Centre of
Expertise
Program
(Ministero
Economia)
§§ Diversi
programmi
finanziati
dll’Office of
the Chief Scientist (OCS)
§§ Fondi di finanziamento R&S
alle Università
■■ Figura 14 – Quadro sinottico dei cluster innovativi analizzati dalla Community TITT negli anni
2013 e 2014 (Fonte: The European House - Ambrosetti)
© The European House - Ambrosetti
133
INNOVARE
PER CRESCERE:
LE PROPOSTE DELLA
COMMUNITY TITT
PER IL PAESE
4
Obiettivo del capitolo
Il capitolo declina il quadro strategico di riferimento per lo sviluppo della capacità
innovativa dell’Italia, argomentando le aree critiche in relazione al contesto
attuale del Sistema Paese, presentando le priorità d’azione individuate, e
illustrando le linee guida di intervento messe a punto dalla Community. Il capitolo
recepisce anche le proposte sviluppate dal Junior Chapter nell’ambito dei lavori
della Community TITT.
Il futuro oggi
1. CONSIDERAZIONI SULLE PRIORITÀ
PER LA CRESCITA DELL’ECOSISTEMA
DELL’INNOVAZIONE ITALIANO
L’innovazione è un elemento trasversale, funzionale alla competitività di un Sistema Paese, che interessa una molteplicità di attori (aziende, finanza,
Istituzioni, accademica/ricerca) e si può
manifestare con declinazioni e assetti,
anche molto diversificati all’interno di
uno stesso contesto (rif. capitolo 3).
di spostare avanti la frontiera dell’innovazione, anticipando le trasformazioni
tecnologiche e le tendenze di mercato e
massimizzando l’efficacia del trasferimento della conoscenza – applicata a
prodotti, servizi e processi – in chiave di
mercato.
Il premio competitivo per i Paesi non deriva più dal “semplice” investimento in ricerca e sviluppo, ma è legato alla capacità
di massimizzare le connessioni (qualità e
quantità) tra attori diversi all’interno di
ecosistemi di innovazione integrati, operanti su scale e ambiti, anche geografici,
differenziati.
Nell’attuale scenario occorre dunque una
forte capacità di gestione strategica
dell’innovazione, che a livello Paese richiede:
Non esiste “il” modello di innovazione per eccellenza: ogni sistema
può essere organizzato più funzionalmente agli obiettivi specifici, alla tradizione/caratteristiche e alla cultura di riferimento. A fronte di ciò, esistono però
delle “invarianti” (cfr. anche capitolo 2)
la cui presenza determina il successo (o
il declino relativo) della capacità innovativa di un Paese/sistema territoriale.
Il panorama globale dell’innovazione ha
subito nell’ultimo decennio una radicale 1. Una chiara visione di sviluppo metrasformazione: a cambiare non sono
dio-lungo periodo ed una efficace
stati solo i protagonisti e le sfide, ma anstrategia nazionale di innovazione,
che le modalità di fare innovazione.
con obiettivi tempificati e misurabili.
Oggi le pressioni competitive 2. Un modello di governance efficace (a
sono massime e la velocità del
livello centrale e locale) con risorse,
strumenti e politiche/normative coecambiamento è una chiave di volta
renti e funzionali agli obiettivi.
strategica.
In un contesto di forte competizione glo- 3. Un orientamento culturale diffuso
bale tra sistemi territoriali, la possibilità
verso l’innovazione.
di garantire percorsi di crescita sostenibili poggia indissolubilmente sulla capacità
136
© The European House - Ambrosetti
GOVERNO (POLICY)
MARKET PULL
IMPRESE
RICERCA
DI BASE
CONOSCENZA
RICERCA
APPLICATA
TECNOLOGIA
SVILUPPO
INDUSTRIALE
MERCATO
RICERCA
PRODUCT/TECHNOLOGY PULL
FINANZA / INVESTITORI (CAPITALI E RISORSE)
■■ Figura 1 – Attori e relazioni funzionali in un ecosistema di innovazione (Fonte: The European
House - Ambrosetti)
L’obiettivo
prioritario per
l’Italia, per stare al
passo con le realtà
estere più
dinamiche e
competitive,
è (ri)creare un
ecoSistema Paese
in grado di attivare
processi di
innovazione
strutturale,
valorizzando
sistematicamente
l’intelligenza e la
ricerca disponibile
presso i serbatoi di
conoscenza e
garantendo al
sistema delle
imprese le migliori
condizioni per
l’utilizzazione
economica in chiave
di mercato dei nuovi
ritrovati.
© The European House - Ambrosetti
137
Si tratta dunque di ottimizzare l’organizzazione dell’ecosistema dell’innovazione nazionale, che deve essere
pensato per favorire i processi di produzione del “nuovo” su basi continuative;
questo è l’elemento strategico che rileva
nel contesto contemporaneo1.
L’Italia si sta muovendo per recuperare
le distanze rispetto ai competitori internazionali e negli ultimi anni sono state
promosse azioni importanti in fatto di
miglioramento del sistema alla ricerca,
supporto alle imprese innovative, razionalizzazione delle norme e delle strutture (cfr. capitolo introduttivo).
Tali processi devono continuare con l’obiettivo di:
1. Differenziare le funzioni dei vari attori – pubblici e privati – che devono
contribuire per la parte di competenza e non sovrapporsi.
2. Connettere le funzioni, perché nei
moderni ecosistemi di innovazione
la qualità e l’intensità dei collegamenti è fondamentale.
3. Svilupparsi e crescere, aiutando i
processi di innovazione delle imprese esistenti e al contempo stimolare
la nascita di nuove imprese.
4. Adattarsi all’ambiente, perché un sistema rigido non può reggere alla
velocità dei cambiamenti dell’epoca
attuale.
1
L’innovazione occasionale, pur utile, è dovuta ad
occasioni e opportunità non pianificabili (“l’occasione
va colta al volo”) e, pur conducendo a risultati specifici
anche significativi, a livello aggregato di Sistema Paese
ha un valore marginale.
138
© The European House - Ambrosetti
La Community TITT ha identificato, nel
suo primo anno di lavoro (2011-2012) 5
“cantieri di lavoro” su cui – alla luce
della situazione del Paese – dovrebbero
essere orientati prioritariamente gli sforzi dei policy maker e degli attori coinvolti nella comunità dell’innovazione:
1. Strategia nazionale dell’innovazione. I principali Paesi avanzati hanno
negli ultimi anni messo a punto strategie organiche miranti a una specializzazione e ottimizzazione dell’ecosistema innovativo nazionale.
L’Italia non ha ancora finalizzato
tale processo.
2. Investimenti in innovazione. Innovare è un investimento rischioso che
necessità di fondi e risorse adeguate.
In Italia i vincoli di bilanci pubblici,
le limitate capacità di autofinanziamento delle PMI, le difficoltà di attivare canali finanziari integrativi,
rappresentano un fattore di blocco
rilevante.
3. La cooperazione ricerca-industria.
Il trasferimento tecnologico è chiave
per trasformare la conoscenza in utilità economica. L’Italia ha una performance ancora sub-ottimale2 in
questo ambito per motivi organizzativi e culturali3.
2
In Italia nel 2011 la vendita di licenze dalle Università alle aziende ha ammontato a 1,3 milioni di Euro;
negli USA a 3,4 miliardi di Dollari. Fonte: Netval 2011.
3
Limitata massa critica degli Uffici di Trasferimento Tecnologico (generalmente di piccole dimensioni, non sufficientemente professionalizzati e con risorse
scarse), mancanza di risorse adeguate (o difficoltà di canalizzazione delle stesse) lungo le fasi del processo di
technology transfer, “linguaggi” differenti e incentivi
STRATEGIA
NAZIONALE
DELL’INNOVAZIONE
CULTURA PAESE
DELL’INNOVAZIONE
INVESTIMENTI
IN INNOVAZIONE
ECOSISTEMA
PAESE
SVILUPPO
IMPRESE
INNOVATIVE
COOPERAZIONE
RICERCA INDUSTRIA
■■ Figura 2 – I cantieri di lavoro per l’ecosistema innovativo dell’Italia
(Fonte: The European House - Ambrosetti, Community TITT 2011)
4. Sviluppo delle imprese innovative. 5. Cultura-Paese dell’innovazione. Nei
L’impresa è l’attore che trasforma la
processi di innovazione la dimensioconoscenza (prodotta internamente
ne umana è centrale. Un ambiente
o generata in collaborazione con sogcreativo e una forma mentis pro-ingetti esterni) in nuovi prodotti o sernovazione e imprenditorialità sono
vizi. Il suo ruolo è quindi fondamentre gli elementi che determinano il
tale e deve essere supportato con un
successo di un ecosistema territoriaquadro coerente di politiche pubblile (cfr. capitolo 3). In Italia, tale culche che agevolino – secondo canoni di
tura è diffusa a macchia di leopardo,
equità e sostenibilità – tali processi.
anche tra gli stessi attori preposti
all’innovazione.
disallineati tra imprese e sistema della ricerca, ecc.
© The European House - Ambrosetti
139
2. LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY
TITT PER L’ITALIA
A partire dai “cantieri di lavoro” sopra
menzionati, la Community TITT ha ––
identificato varie proposte per potenziare l’ecosistema nazionale dell’innovazione, presentandole ai decisori e agli stakeholder nazionali in occasione del
Technology Forum.
Tra le proposte presentate nel tempo si
ricordano:
––
––
––
––
––
La formulazione di una strategia
nazionale dell’innovazione (questa ––
proposta, data la sua importanza, è
ripresa più sotto).
La creazione di un “TransferLab” a
supporto del sistema di trasferimento tecnologico italiano.
La razionalizzazione degli incentivi ––
pubblici (centrali e locali) alla ricerca e all’innovazione, favorendo pochi strumenti chiari, ad impatto diretto e il più possibile automatici4.
La definizione puntuale di “impresa
innovativa” (alla quale collegare ––
agevolazioni ad hoc).
La semplificazione e la riduzione,
sulla base di oggettive valutazioni di
merito, del numero di strutture
pub b li ch e di r ice r ca e di
4
Tra questi: periodi di tax holiday per la costituzione di imprese, riduzione degli oneri fiscali e previdenziali per il personale di ricerca qualificato, riporto
delle perdite fiscali.
140
© The European House - Ambrosetti
trasferimento
tecnologico 5 .
La revisione dei processi di reclutamento nel sistema della ricerca
pubblica, introducendo meccanismi di direct recruiting con bandi
internazionali e uno snellimento
sostanziale delle procedure per l’ottenimento del visto di ingresso e del
permesso di soggiorno per ricercatori extra-comunitari interessati a
lavorare in Italia.
L’istituzionalizzazione della “3°
missione” per le Università, prevedendo obiettivi espliciti di trasferimento tecnologico con sistemi premiali e maggiore autonomia per gli
Atenei.
La promozione di schemi di intervento misti pubblico-privato per il
finanziamento delle imprese innovative (anche questa proposta è ripresa e ampliata nelle pagine successive).
Stimolo al venture capital armonizzando il regime fiscale e normativo
alle best practice internazionali.
5
Oltre 1.200 Centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico (Parchi, Incubatori, UTT, BIC e
Agenzie per lo Sviluppo, centri servizi), oltre ad un sistema della ricerca, composto da Università, Centri di
ricerca pubblica e centri privati che conta oltre 110 realtà scientifiche sul territorio.
Tali proposte hanno visto, in alcuni casi, in
tutto o in parte, applicazione (si veda
quanto detto nel capitolo introduttivo).
In quest’ultimo anno di lavoro la Community – con il contributo concreto dei membri del Junior Chapter – ha focalizzato 10
nuove proposte operative in relazione
a quattro importanti obiettivi, coerenti
con i cantieri di lavoro già illustrati:
1. Organizzare l’ecosistema innovativo;
2. Aumentare le risorse per l’innovazione;
3. Ottimizzare il sistema del trasferimento tecnologico e le competenze
della ricerca;
4. Migliorare l’attrattività dell’ecosistema Paese e la valorizzazione dei talenti in Italia.
LA METODOLOGIA SEGUITA
DAL JUNIOR CHAPTER
In quattro mesi di lavoro, dodici ricercatori e giovani professori di diverse Università italiane hanno lavorato coordinati da
Alberto Di Minin - Assistant Professor,
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; già
Consigliere per l’Innovazione, MIUR - per
mettere a confronto le raccomandazioni
della Community TITT con best practice
internazionali e conoscenze scientifiche
sul tema del trasferimento tecnologico e
management dell’innovazione.
I componenti del gruppo di lavoro sono
stati scelti sulla base delle loro attività di
ricerca nel settore del trasferimento tecnologico: sono economisti, giuristi ed ingegneri gestionali.
Obiettivo del lavoro è stato rafforzare le
raccomandazioni della Community TITT,
chiedendosi quali siano stati i risultati di
decenni di lavoro scientifico su questi temi
e quali ancora i punti che caratterizzano il
dibattito accademico internazionale. L’approccio seguito ha raffrontato le raccomandazioni emerse dalla Community
TITT con le policy implication dei lavori
scientifici nel management del trasferimento tecnologico, per poter direzionare
meglio le proposte di policy.
Il Junior Chapter ha operato in quattro fasi.
Il primo passaggio del lavoro è stato riprendere le raccomandazioni 2013 della
Community TITT, riformulandole come
ipotesi di ricerca da verificare nel confronto con la letteratura scientifica sul tema.
In una seconda fase, sulle principali tematiche, è stato impostata una sistematica
raccolta di materiali rilevanti. Collegialmente sono state evidenziate le più importanti complementarità.
La terza fase ha portato ad una sintesi sui
temi di trasferimento tecnologico, finanza
per l’innovazione e valorizzazione risorse
umane.
Infine, l’ultima parte del lavoro è avvenuta
in coordinamento con il gruppo di lavoro
The European House - Ambrosetti, per
mettere le raccomandazioni del Junior
Chapter a sistema con le nuove proposte
del 2014.
© The European House - Ambrosetti
141
■■ Figura 3 – Le proposte della community TITT 2013-2014
142
© The European House - Ambrosetti
2.1. ORGANIZZARE L’ECOSISTEMA INNOVATIVO
STRATEGIA NAZIONALE
DELL’INNOVAZIONE
PROPOSTA 1
RAZIONALE
L’innovazione oggi è un processo collaborativo che implica l’ottimizzazione delle relazioni tra molti attori centrali e locali. Tutti
i principali Paesi gestiscono l’innovazione
con un programma d’azione nazionale (vedi
Figura 4) con obiettivi definiti e strumenti
chiari di supporto e con un forte collegamento tra ricerca e sviluppo industriale.
L’Italia, nonostante i passi fatti, ha ancora
una significativa frammentazione delle politiche e delle responsabilità in tema di innovazione, con spesso più livelli di governo
compresenti – talvolta sovrapposti - e con
alti livelli di “competizione istituzionale” tra
i vari soggetti. Questo porta ad una defocalizzazione delle priorità, una allocazione dei
fondi sub-ottimale, una moltiplicazione dei
processi e delle complessità.
PROPOSTA6
Formulare e implementare una strategia
nazionale dell’innovazione di medio-lungo
periodo che:
–– Definisca una visione (condivisa) del
progetto di innovazione del Paese7, con
un orizzonte temporale di almeno 10
anni, e individui gli ambiti tecnologici e
della ricerca prioritari, con un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale.
–– Leghi – in maniera organica, coerente
e vincolante – le politiche della ricerca,
del lavoro, della formazione e dello sviluppo industriale8.
Tale strategia deve essere accompagnata da una governance efficace ai fini della sua implementazione e deve avere un
referente governativo univoco, con ruolo
permanente e con potere sostanziale di indirizzo, coordinamento e spesa (“Mr. Innovazione”).
6
Questa proposta è già stata avanzata dalla Community TITT nel 2012 e nel 2013. La formulazione attuale ne riprende lo spirito e ne aggiorna i contenuti.
7 È essenziale il sostegno bipartisan; è nota infatti
in Italia la proliferazione di documenti di indirizzo strategico, la cui realizzazione si scontra con i vari decreti attuativi, i cambi di Governo, le resistenze e i veti trasversali, ecc.
8
In un contesto in cui la competizione si vince a
livello di “sistemi”, parlare in maniera disgiunta della
politica della ricerca, di quella del trasferimento tecnologico, di quella dell’industria, ecc., è un fattore di disefficienze.
© The European House - Ambrosetti
143
PAESE
Austria
STRATEGIA
Austria Road to innovation leader strategy 2020
ANNO
2009
Danimarca
Land of Solutions: the National Innovation Strategy
2012
Finlandia
Government Statement on Innovation Policy
2007
Francia
National Strategy for Research and Innovation
2012
Germania
High-tech strategy 2020
2006 (rivisitata 2010)
Giappone
4th science and technology basic plan (2011-2015) of Japan 2011
Spagna
Science, Technology and Innovation Strategy
2013
Svezia
The Swedish Innovation Strategy
2012
Regno Unito
Innovation and Research Strategy for Growth
2011
Stati Uniti
Strategy for American Innovation
2009 (rivisitata 2011)
■■ Figura 4 – Strategie nazionali di innovazione in alcuni Paesi di riferimento (Fonte: The European House - Ambrosetti su informazioni Erawatch, US National Economic Council e Mission of
Japan to the European Union)
Per sostanziare credibilmente la visione
del progetto di innovazione del Paese
sono imprescindibili 3 elementi:
––
La dimensione temporale di riferimento (medio e lungo termine).
–– L’intento strategico (il “sogno” da
condividere, in grado di catalizzare
consenso e mobilitare le energie).
–– Gli obiettivi quantitativi di risultato
associati all’intento strategico e con
esso coerenti.
La visione è dunque la rappresentazione
di sintesi di ciò che il Paese intende diventare nell’arco dei prossimi anni. Essa
rappresenta il criterio per stabilire le
priorità e fare le scelte conseguenti (e al
contempo non farne delle altre con essa
non coerenti).
Dal punto di vista funzionale, la strategia nazionale dell’innovazione deve prevedere prioritariamente (almeno):
–– La riorganizzazione e semplificazione degli strumenti pubblici per la ri144
© The European House - Ambrosetti
––
cerca e l’innovazione, favorendo, per
quanto possibile, meccanismi automatici e con criteri d’accesso chiari9.
La messa a sistema dei fondi disponibili (centrali e locali) per la ricerca di base, allocandoli con logica
pluriennale (almeno per una quota
significativa) su pochi filoni prioritari e ad alto potenziale per il Paese
in logica industriale10. Tra quelli
possibili – come anche emerso dalla survey della Community (cfr. capitolo 1): tecnologie innovative per
l’energia; nuovi materiali; mobile
Internet; nanotecnologie; tecnolo-
9
La combinazione di strumenti automatici e a
selezione è auspicata anche dalla nuova politica di Europa 2020 ed utilizzata in tutti i paesi OCSE.
10 “Gli strumenti di programmazione a disposizione del MIUR sono tendenzialmente deboli e mirano più al coordinamento che a una efficace politica
d’indirizzo. In primo luogo occorre, quindi, che la programmazione per la Ricerca abbia un orizzonte pluriennale, in cui il budget, su cui sviluppare il sistema, sia
coerente con le politiche, le strategie e le priorità che il
Paese si impegna a perseguire”. Fonte: relazione Ministro Giannini, nuove linee programmatiche MIUR.
0,47
0,64
0,42
BULGARIA
LETTONIA
BULGARIA
0,69
0,66
GRECIA
LETTONIA
0,82
0,75
SLOVACCHIA
CROAZIA
0,90
0,84
MALTA
0,90
POLONIA
ITALIA
LITUANIA
1,30
1,27
UNGHERIA
1,50
1,98
CINA
UE-28
STATI UNITI
GIAPPONE
2,06
FINLANDIA
PORTOGALLO
1,72
3,34
2,79
COREA DEL SUD
1,51
REGNO UNITO
■■ Figura 5 – Spesa per la ricerca e sviluppo in
% del PIL nei Paesi UE-28; anno 2012
(Fonte: The European House - Ambrosetti su
dati Eurostat 2014)
4,36
3,55
LUSSEMBURGO
1,72
IRLANDA
1,88
2,06
UE-28
OLANDA
REP. CECA
2,18
2,16
ESTONIA
2,26
2,24
BELGIO
SLOVENIA
FRANCIA
2,84
2,80
AUSTRIA
2,99
2,92
GERMANIA
DANIMARCA
3,55
SVEZIA
4,39
ISRAELE
FINLANDIA
3,41
Un ulteriore elemento riguarda i fondi
destinati alla ricerca e sviluppo. Riconoscendo l’importanza di fare “massa critica” e avendo l’innovazione come cardine
della strategia dell’UE per favorire la
1,30
––
SPAGNA
crescita e creare occupazione, l’Europa
ha stabilito che gli Stati membri dovranno investire, da qui al 2020, il 3% del
PIL in R&S (1% di finanziamenti pubblici, 2% di investimenti privati). A fronte
di questo i vari Paesi hanno libertà di fissare i propri target nazionali: per l’Italia
questo è l’1,53% del PIL (target fissato
nel 2012), a fronte dell’attuale 1,27%.
Pur con una dinamica crescente della
gie per le piattaforme Smart City.
Lo snellimento dei tempi e delle
procedure burocratiche relativi alle
attività di ricerca e sviluppo.
■■ Figura 6 – Spesa per la ricerca e sviluppo in
% del PIL in UE-28 e alcuni Paesi esteri di
riferimento; anno 2012 (Fonte: The European
House - Ambrosetti su dati Eurostat 2014)
© The European House - Ambrosetti
145
spesa del Paese in R&S11, questi valori
sono significativamente al di sotto di
quelli degli ecosistemi di innovazione di
riferimento mondiale (rif. Fig. 6). Se
l’innovazione è una reale priorità nazionale, l’Italia deve puntare ad aumentare
nettamente le risorse (pubbliche e private) dedicate alla ricerca e allo sviluppo,
puntando ad allinearsi alle best practice
estere di riferimento. Solo allinearsi
all’attuale media EU (2,06% del PIL),
vorrebbe dire attivare oltre 32 miliardi
di Euro di spesa in R&S pubblica e privata, contro gli attuali 20 miliardi.
Il Ministero della Scienza, ICT
e della Pianificazione del Futuro12
(Sud Corea)
È il Ministero di riferimento sudcoreano
per l’innovazione e la tecnologia. La sua
missione è “disegnare un futuro luminoso per la Repubblica di Corea e aprire
una nuova era di economia creativa”.
Il Ministero ha il compito di “trasformare
la fantasia e la creatività coreana in attività creative e d’innovazione che utilizzano
la tecnologia e la scienza per creare nuovo
valore aggiunto, nuovi posti di lavoro e
nuovi motori di crescita necessari allo sviluppo sostenibile ed inclusiva del Paese”.
12
Ministry of Science, ICT and Future Planning.
11 Spesa in R&S in % del PIL dell’Italia: 1,04%
(2000), 1,08% (2001), 1,12% (2002), 1,10% (2003),
1,09% (2004), 1,09% (2005), 1,13% (2006), 1,17%
(2006), 1,21% (2008), 1,26% (2009), 1,26% (2010),
1,25% (2011). Fonte: ISTAT.
146
© The European House - Ambrosetti
Il Ministero ha cinque linee d’azione prioritarie:
1. Creazione di un ecosistema di start
up e nuove industrie innovative.
2. Rafforzare le capacità di R&S e innovazione del Paese.
3. Fare delle industrie del software, ICT
e contenuti digitali il nucleo dell’economia coreana.
4. “Globalizzare” la scienza e la tecnologia della Corea e rafforzare i network
internazionali.
5. Creare opportunità di sviluppo e crescita dei talenti e delle persone nell’economia creativa.
Il Ministero è organizzato in 10 dipartimenti funzionali13 che sviluppano attività
fortemente coordinate e finalizzate alla:
–– definizione degli obiettivi e della direzione di medio-lungo termine per l’avanzamento della scienza e della tecnologia sudcoreane;
–– definizione delle linee di ricerca collegate ai settori-guida del futuro e pianificazione degli investimenti di R&S per
creare nuove industrie nel Paese;
–– creazione delle infrastrutture e commercializzazione dei nuovi ritrovati ai
fini del sostegno della comunità della
ricerca;
–– misurazione e valutazione dei risultati
dei piani nazionali di sviluppo e ricerca
ai fini dell’incremento dell’efficienza (e
dell’eliminazione e/o ristrutturazione
dei progetti).
13
Office of Planning and Coordination, Creative
Economy Policy Bureau, Office of Future Leading
R&D Policy, Science and Technology Policy Bureau,
R&D Coordination Bureau, Performance Evaluation
Bureau, Office of Broadcasting and Communications
Convergence Policy, IT Strategy Bureau, ICT Industry Bureau, Telecommunications Policy Bureau.
PROPOSTA 2
NATIONAL INNOVATION GROUP
RAZIONALE
Gestire efficacemente l’innovazione a livello
di Sistema Paese è un processo complesso
che richiede competenze trasversali e una
convergenza di obiettivi e modalità d’azione.
Diversi Paesi nel mondo si stanno dotando
di organismi collegiali (sotto varie forme organizzative) con ruolo di “advisor” ai vertici
del Governo (Primo Ministro/Presidente)
sui temi dell’innovazione e della competitività: l’obiettivo è dare un presidio strutturato di pensiero strategico su come (modalità e
strumenti) massimizzare la capacità di innovazione sistemica e le sue ricadute economiche e sociali sul Sistema Paese.
PROPOSTA
Creare un organismo permanente consultivo e propositivo, non burocratico, con regole di ingaggio molto chiare e meritocratiche, composto da imprenditori, aziende
innovative ed esperti (massimo 15/20 persone, che operano senza compenso),
con l’obiettivo di:
–– stimolare le modalità più efficaci per valorizzare l’ecosistema dell’innovazione
italiano e formulare proposte di policy;
–– lanciare idee per progetti pilota;
–– proporre iniziative/strumenti per potenziare l’attrattività dell’ecosistema Paese,
cogliendo per tempo i trend emergenti.
Un ambito di particolare focalizzazione dovrebbe essere l’economia digitale e dell’informazione14 e l’innovazione ad essa collegata. A livello globale si sta infatti entrando
in un’ulteriore fase di innovazione, che darà
impulso alla creazione di industrie completamente nuove, collegate soprattutto alle
applicazioni dei dati e all’innovazione meccanica. Questi settori comprendono la genomica, i big data e la robotica. Rispetto a tali
trend, l’Italia, dal punto di vista industriale,
non è ben piazzata, a fronte di competenze
nazionali che sempre più scelgono l’estero
per sviluppare le proprie ricerche ed idee
imprenditoriali. Paesi come il Regno Unito
stanno invece puntando fortemente su tali
settori per rilanciare la crescita e lo sviluppo.
14
L’era dell’informazione ha avuto inizio nel 1994,
con il lancio del primo browser commerciale per Internet.
Smart London Board per la capitale della “Digital Nation”
Londra, a partire dalla preparazione delle
Olimpiadi 2012, è la fucina della “Digital
Nation” britannica (visione di sviluppo
espressa recentemente dal Primo Ministro Cameron15), non solo in fatto di modernizzazione del sistema dei servizi, ma
anche come centro di sperimentazione sui
temi dell’economia digitale. Oggi considerata come una delle aree imprenditoriali
15 L’obiettivo è fare del Regno Unito “una nazione tecnologicamente avanzata e capofila del progresso digitale mondiale”.
© The European House - Ambrosetti
Technology Report Ambrosetti-04-Proposte.indd 147
147
16/05/14 10:34
europee più promettenti, la città promuove una visione di “Smart city” a 360° sostanziata da iniziative ad alto impatto in
tema di:
–– Creazione di un ecosistema di business
e innovazione: dal 2010 sono nate diverse iniziative pubblico-private volte a
creare cluster locali di industrie avanzate (ad esempio il progetto I-city in
East London vede la collaborazione tra
settore industriale, immobiliare e Università per creare un polo che attragga
aziende della digital and information
economy).
–– Politiche pubbliche di open data a
360° della municipalità, che ha portato ad oggi ad oltre 2.000 database già
disponibili sul sito della città; tale ope-
razione sta avendo impatti significativi
sullo sviluppo dell’imprenditorialità
ed è supportata da un centro di ricerca
unico nel suo genere – l’Open Data
Institute – che studia e propone azioni di policy per rafforzare il legame tra
imprenditorialità e open data.
A marzo 2013, il Sindaco Boris Johnson ha
lanciato un board di esperti per produrre
pensiero innovativo su come trasformare
Londra nella città capofila dell’economia
digitale nel mondo.
2.2. AUMENTARE LE RISORSE PER L’INNOVAZIONE
AGEVOLAZIONI PER LA RICERCA
PRIVATA E SBLOCCO DEI DEBITI NON
COMMERCIALI DELLA PA
PROPOSTA 3
RAZIONALE
L’innovazione è un investimento di rischio,
dai ritorni incerti. Tutti i principali Paesi
di riferimento hanno costruito un insieme
di norme di supporto all’attività innovativa
delle imprese, favorendone gli investimenti di R&S, con l’obiettivo di creare un framework normativo il più possibile chiaro,
incentivante e stabile.
In particolare gli incentivi fiscali per la R&S,
che mirano a ridurre il costo marginale di
queste attività, sono considerati strumenti migliori rispetto agli aiuti diretti (Fonte:
OCSE, 2012). Questi dispositivi incoraggia-
148
© The European House - Ambrosetti
no gli investimenti privati in R&S, stimolando la creazione di imprese e permettendo di
attirare centri di ricerca di aziende straniere.
Queste osservazioni si verificano in modo
particolare per il credito d’imposta. In Italia
tali elementi sono solo in parte presenti.
Nel nostro Paese un’ulteriore criticità attiene ai crediti delle imprese nei confronti della PA relativi al finanziamento della ricerca
(crediti non commerciali). I crediti commerciali delle imprese verso la Pubblica Amministrazione (si stima un totale di circa 100
miliardi di Euro) sono stati in parte liquidati
nel 2013 (ad oggi 23 miliardi Euro) e il Governo ha annunciato a marzo 2014, che approverà un decreto legge per liquidare entro
il 21 settembre 2014 tutti i rimanenti (circa
68 miliardi di Euro).
Il settore dell’innovazione sconta però crediti non commerciali nei confronti del MIUR
e MiSE relativi ad attività di ricerca, già concluse e rendicontate, i cui fondi certificati dal
Ministero competente non sono stati ancora
erogati: il valore ammonterebbe a circa 1 mi-
liardo di Euro16. Questa situazione penalizza
i processi innovativi e indebolisce le aziende,
in particolare le PMI, in un periodo di generale difficoltà di finanziamento e accesso al
credito, ingenerando circoli viziosi di indebitamento e mancanza di liquidità.
16 Fonte: Confindustria
PROPOSTA
Introdurre una serie di misure strutturali che agevolino le imprese che fanno
R&S e innovazione, tra cui:
–– Regime fiscale agevolato (detassazione
o riduzione della tassazione) sui redditi
che originano dallo sfruttamento della
proprietà intellettuale (cessione o trasferimento dei diritti), allineandosi alle migliori pratiche estere; es. il Regno Unito
ha adottato un “Patent Box” con aliquota
del 10% (vs. il 24%) su tutti i redditi derivanti dallo sfruttamento della proprietà
intellettuale.
–– Credito di imposta stabile ed automatico
sugli investimenti di R&S in house e in
collaborazione con importi di detrazione significativi (allineati alle best practice internazionali – come la Francia)
e senza tetti di spesa massima, anche
includendo tra le spese eleggibili voci
strettamente connesse all’attività di R&S
(acquisto brevetti, investimenti in strumenti di laboratorio, ecc.)17.
17 Nella formulazione attuale il credito di imposta, seppur migliorato (cfr. capitolo introduttivo), ha
ancora molte limitazioni (es. importi applicati agli incrementi di spesa, credito di imposta non strutturale,
cap di detrazione, limiti all’accesso…). La legge 21 febbraio 2014, n. 9 ha convertito il DL 23 dicembre 2014,
–– Semplificazione e velocitazione delle procedure di finanziamento della
R&S, con revisione della norma relativa al periodo di perenzione – attualmente di 3 anni, da riportare a 7 –
relativamente ai fondi pubblici erogati
n. 145 (Destinazione Italia) e ha confermato il credito
di imposta a favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo ed hanno un fatturato annuo inferiore a 500 milioni di Euro e per un limite
massimo della misura per il triennio 2014-2016 di
600 milioni di Euro. Ogni beneficiario ha un limite
massimo annuale di 2.500.000 Euro secondo un criterio di riconoscimento “nella misura del 50% degli
incrementi annuali di spesa nelle attività di ricerca e
sviluppo, registrati in ciascuno dei periodi d'imposta
con decorrenza dal periodo di imposta determinato
con il decreto di cui al comma 12 e fino alla chiusura
del periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2016,
a condizione che siano sostenute spese per attività di
ricerca e sviluppo almeno pari a 50.000 Euro in ciascuno dei suddetti periodi di imposta”. Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione.
Sono ammissibili le spese relative a: a) personale impiegato nelle attività di R&S; b) quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di
strumenti e attrezzature di laboratorio, “nei limiti
dell'importo risultante dall'applicazione dei coefficienti stabiliti con il DM Finanze 31 dicembre 1988 in
relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l'attività di ricerca e sviluppo e comunque con un costo
unitario non inferiore a 2.000 Euro al netto di iva”;
c) costi della ricerca svolta in collaborazione con Università e organismi di ricerca o presso gli stessi, quella
contrattuale, le competenze tecniche e i brevetti, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne.
© The European House - Ambrosetti
149
per attività di ricerca18.
18
Si parla di fondi perenti (perenzione amministrativa) quando le somme stanziate nel bilancio dello
Stato ed impegnate, in seguito a gara pubblica, non
vengono spese dalle amministrazioni pubbliche entro
un certo periodo di tempo. Con la finanziaria per il
2008 è stato ridotto il termine della perenzione da 7 a 3
anni. La procedura per rendere attiva (cioè re-inscrivere) una certa somma caduta in perenzione comporta
generalmente non meno di 4-6 mesi. Come anche indicato nelle nuove linee programmatiche MIUR, presentate ad aprile 2014 del Ministro Giannini, la perenzione
è certamente un problema cogente: “Un altro grande
problema dei finanziamenti destinati al pagamento di
stati di avanzamento di progetti di ricerca, alla luce
dell’attuale normativa, è la mancata disponibilità̀ in
termini di cassa delle risorse. Una mancanza dovuta
alle disposizioni contabili relative alla c.d. perenzione
amministrativa, che non consente di assicurare il dovuto finanziamento a quei progetti di ricerca che, per
loro natura pluriennali, ricadono inevitabilmente nel-
In questo quadro sbloccare urgentemente i
crediti non commerciali nei confronti della
PA per le attività di ricerca, anche con soluzioni a “costo zero” o a basso impatto per lo
Stato, come:
–– compensazione con i debiti dell’impresa
verso il fisco;
–– compensazione con titolo di Stato;
–– certificazione del credito maturato da
parte dello Stato (MIUR o MiSE) per agevolare lo sconto dei crediti/la fattorizzazione / le anticipazioni bancarie/ecc.
le regole contabili della perenzione.”
Per quanto riguarda il credito di imposta, oltre a stabilizzare la misura secondo quanto
sopra proposto, è ipotizzabile introdurre ulteriori miglioramenti dello schema, per renderlo ancora più incisivo; tra questi:
––
––
Introdurre aliquote diversificate,
più alte per le PMI (idealmente fra il
30 e il 40%), con un premio per costi del personale rispetto ad altri as- ––
set/macchinari e una differenziazione – sempre in aumento – nel caso
di spese R&S incrementali.
Insieme a una definizione molto
stringente delle spese in R&S, anco-
rata a fattori osservabili, introdurre
un’aliquota di detrazione progressiva, rispetto all’incertezza dei ritorni
del progetto (o al livello di radicalità
dell’innovazione), con un focus su
pool specifici di imprese in settori o
cluster con priorità strategiche a livello nazionale.
Rendere fruibile il credito anche per
imprese con utili nulli o negativi,
purché si tratti di start up o piccole
imprese, e collegare lo sgravio all’investimento sul territorio nazionale,
per attrarre investimenti esteri.
Il credito di imposta in Francia
In Francia lo strumento del credito di imposta è fortemente utilizzato, con schemi
significativamente incentivanti: credito
d’imposta del 30% delle spese in R&S fino
a 100 milioni di Euro e del 5% al di là di
150
© The European House - Ambrosetti
questa somma. Questo credito è stato esteso alle spese di innovazione per le PMI dal
2013 (20% nel limite di 400.000 Euro). In
totale, 17.700 imprese, fra cui 2.000 aziende straniere presenti in Francia, ricorrono al
credito d’imposta per la ricerca: secondo il
Ministero francese dell’Istruzione universitaria e della Ricerca, il vantaggio fiscale per
le aziende è stato pari a 5 miliardi di Euro
nel 2012 e altrettanto nel 2013.
Secondo un recente sondaggio fatto dal Governo, il 64% delle imprese francesi intervistate (il 47% delle quali sono piccolissime
imprese) hanno dichiarato di fare ricorso a
tale schema di incentivo e oltre il 60% delle imprese francesi che lo hanno utilizzato
0,2
0,26
hanno lanciato un programma R&S in Francia.
Il credito d’imposta per la ricerca è utilizzato anche da oltre 2.000 imprese straniere
che operano in Francia. Secondo l’AFII, l’Agenzia Francese per l’Attrazione degli Investimenti, il credito di imposta rappresenta
“una potente leva per la ricerca di partner,
in quanto le spese subappaltate a enti pubblici sono considerate fino al 200% (a concorrenza di 12 milioni di Euro)”.
0,06
0,18
0,21
0,15
0,08
0,003
0,19
0,12
0,26
0,09
0,04
0,04
0,17
0,09
0,12
0,05
0,05
0,09
0,08
0,04
0,03
0,02
USA
BELGIO
CANADA
PAESI BASSI
ISRAELE
REGNO UNITO
SVEZIA
CINA
DANIMARCA
GERMANIA
FINLANDIA
ITALIA
SVIZZERA
CILE
0,003
FRANCIA
0,05
COREA
0,05
FINANZIAMENTI DIRETTI ALLA R&S
INCENTIVI FISCALI ALLA R&S
Supporto pubblico alle attività di R&S delle aziende;% sul PIL, Paesi selezionati; anno
2013 (Fonte: The European House - Ambrosetti su dati OECD 2014)
© The European House - Ambrosetti
151
NUOVI SCHEMI DI INTERVENTO
PUBBLICO-PRIVATO NEL VENTURE CAPITAL
PROPOSTA 4
RAZIONALE
Il mercato italiano del venture capital in
anni recenti è stato caratterizzato da volumi
particolarmente ridotti, anche rispetto ad
altri paesi europei. Differenti fattori concorrono alla determinazione di tale contesto,
tra cui la presenza di vincoli istituzionali che
riducono le opportunità di fundraising, un
bacino di start up tecnologiche non adeguato per attrarre operatori esteri del comparto
del venture capital, la presenza di condizioni attese per il disinvestimento (attraverso
la quotazione, la cessione ad altri soggetti
industriali od operatori finanziari) non sufficientemente remunerative.
A livello Europeo i dati più recenti dalla European Venture Capital Association indicano come circa il 30% delle risorse finanziarie
complessivamente raccolte dai fondi europei di venture capital sia riconducibile a
soggetti pubblici. La promozione di schemi
di intervento pubblico-privato nel venture
capital – secondo quanto raccomandato già
nel Rapporto della Community 201319 – si
configura quindi come un rilevante strumento di sostegno finanziario all’imprenditorialità innovativa, in particolar modo in
periodi di crisi.
L’evidenza internazionale indica la rilevanza
di alcune caratteristiche contrattuali dei fondi misti pubblici-privati al fine di evitare effetti distorsivi nelle strategie di investimento
e di massimizzare la capacità di tali fondi di
attrarre risorse da investitori privati.
19 “Lanciare schemi di intervento pubblico-privati
che integrino: 1) forti competenze professionali per la
valutazione dei progetti; 2) la promozione di incubatori
d'impresa con il coinvolgimento di attori di provata esperienza; 3) un modello di intervento pubblico addizionale (tipicamente il più efficace è il meccanismo del fondo dei fondi) con logiche di assegnazione ai privati
secondo processi competitivi.”
PROPOSTA
Promuovere schemi di intervento pubblico-privato che rispettino le seguenti caratteristiche:
–– Contenimento della quota pubblica dei
fondi pubblico-privati (non superiore al
60%).
–– Presenza di una soglia massima di rendimento per il soggetto pubblico con
l’obiettivo di generare rendimenti superiori per gli investitori privati nel caso di
buona performance del fondo20.
20
152
Tra i possibili modelli di riferimento:
© The European House - Ambrosetti
–– Assenza di clausole di down side protection attraverso le quali il soggetto
pubblico si accolla una quota predefinita delle eventuali perdite di capitale del
fondo, con il rischio però di generare incentivi indesiderati nei gestori del fondo
stesso21.
l’Australia, con l’Innovation Investment Funds (IIFs),
il Cile, con il programma CORFU (si veda per dettagli
il capitolo 3), la Gran Bretagna con UK Regional venture capital funds.
21
Valgono qui i modelli della Germania (WFG &
KfW) e della Danimarca (The equity guarantee program).
3.596
–– Presenza di buy-out options, ovvero la
possibilità per gli investitori privati del
fondo di venture capital di comprare
la quota detenuta dal soggetto pubblico prima della fine della vita del fondo
stesso ad un prezzo predeterminato, in
questo modo ottenendo ritorni superio-
ri e consentendo al soggetto pubblico di
reinvestire le risorse in altri fondi22.
22
Valgono qui i modelli di Israele (Yozma fund) e
della Nuova Zelanda (New Zealand Venture Investment Fund).
ITALIA
24
47
46
GRECIA
34
50
SLOVENIA
POLONIA
83
ESTONIA
REP. CECA
96
PORTOGALLO
110
208
GERMANIA
109
240
BELGIO
23
Per una analisi di dettaglio si veda Magliocco, A.
e Ricotti G. (2013) “The new framework for the taxation
of venture capital in Italy”. Questioni di Economia e Finanza num. 163, Banca d’Italia.
AUSTRIA
249
LUSSEMBURGO
Lo stimolo alla raccolta di risorse private per il comparto del venture capital
passa anche attraverso la leva fiscale. In
ambito italiano, nel corso del 2012 è
stato introdotto un importante set di
agevolazioni fiscali per investimenti in
fondi di venture capital23.
SPAGNA
294
272
IRLANDA
324
OLANDA
FRANCIA
382
DANIMARCA
407
540
IRLANDA
INGHILTERRA
543
SVEZIA
GIAPPONE
COREA DEL SUD
STATI UNITI
ISRAELE
263
537
1.709
■■ Figura 7 – Investimenti di venture capital;
Dollari per milione di PIL; anno 2012
(Fonte: The European House - Ambrosetti su
dati OECD 2014)
Nel complesso tali norme vanno nella
direzione già percorsa da tempo da altri Paesi europei (Gran Bretagna,
Francia).
È quindi rilevante sia la stabilizzazione
temporale di tali incentivi fiscali (ad
oggi tali agevolazioni sono estese sino
al periodo di imposta 2016) sia l’estensione della detassazione anche ai capital gain derivanti dalla cessione delle
quote dei fondi.
© The European House - Ambrosetti
153
Venture capital pubblico-privato:
Yozma Funda (Israele)
Fondato nel 1993 per iniziativa del Ministero dell’Industria e il Ministero delle Finanze, Yozma Venture Capital Ltd,
è stata la società incaricata di gestire un
programma di investimento di oltre 120
milioni di Dollari finalizzato allo sviluppo
di un mercato del VC in Israele e al finanziamento (20 milioni sul totale) dell’innovazione delle imprese. Il programma
ha avuto grande successo nell’incentivare l’investimento privato nel mercato del
VC: ha portato alla raccolta di 210 milioni
di Dollari complessivi; per ogni Dollaro
Inoltre una considerazione più generale, attinente al sistema bancario. L’innovazione richiede risorse. In Italia tipicamente l’investimento innovativo è
auto-finanziato (cfr. anche survey Community TITT al capitolo 1); questo approccio si scontra con i limiti della dimensione aziendale. In aggiunta, come
sopra detto, non esiste una filiera strutturata di canali di finanziamento alternativo (venture capital, ma anche business angels, ecc.) paragonabile a quella
di altri Paesi significativi. L’alternativa
prevalente è dunque il canale bancario che
tipicamente investe con una logica finanziaria e/o ha difficoltà a capire l’essenza
del progetto innovativo per mancanza di
competenze specifiche. In questo quadro
– anche sulla scorta di quello che stanno
facendo altri Paesi significativi (cfr. Box
sul Regno Unito), una raccomandazione
da valutare è relativa all’opportunità di rilanciare in Italia il modello dell’istituto di
154
© The European House - Ambrosetti
investito dal pubblico ciò corrisponde a
1,38 Dollari in provenienza dal settore
privato. Alla chiusura del fondo erano
10 i fondi figli con sei fondi a registrare
un IRR dell’80%. In merito agli impatti
di sistema, da segnalare che l’attività di
Yozma è direttamente riconducibile al
consolidamento del mercato VC in Israele
(il capitale investito è passato da 40 milioni a 2,7 miliardi di Dollari tra il 1990 e
il 2000) e allo sviluppo di forti iniziative
imprenditoriali (da 53 a 665 nello stesso
arco temporale).
credito speciale, stimolando proattivamente il sistema bancario nazionale a dotarsi di apposite divisioni e/o gemmare
iniziative ad hoc, con focalizzazione su innovazione e ricerca e sviluppo24. L’offerta
degli strumenti/canali di finanziamento
all’innovazione dovrebbe essere (condizione necessaria) accompagnata da professionisti dell’Istituto bancario adeguatamente formati per fare una valutazione
competente del progetto innovativo.
Il modello potrebbe anche prevedere la
collaborazione con il sistema universitario
per l’assessment delle tecnologie e per accedere, sulla base di tali valutazioni “certificate”, al credito agevolato.
24 In tal senso si stanno sviluppando alcune iniziative
come ad esempio “Nova+”, una linea di finanziamento di
Mediocredito Italiano, società del Gruppo Intesa Sanpaolo, dedicata alle imprese che vogliono innovare, di qualsiasi settore e dimensione. L’offerta si articola in soluzioni differenziate a seconda della strategia di innovazione
scelta dall’impresa, per migliorare il proprio livello tecnologico o la propria struttura aziendale.
La British Business Bank
BBB (Regno Unito)
È una banca per lo sviluppo, di proprietà
statale, istituita dal Department of Business, Industry and Skills per offrire credito alle imprese inglese (con un focus
particolare sulle PMI con fatturato fino
a 25 milioni di Sterline), oltre a servizi di
consulenza e a supporto dell’innovazione.
Il Vice Primo Ministro Nick Clegg ha recentemente annunciato che ulteriori 250
milioni di £ saranno resi disponibili alla
British Business Bank in aggiunta al capitale sociale già esistente di 1 miliardo
di Sterline; la BBB prenderà inoltre in
gestione diretta altri 2,9 miliardi di £ di
finanziamenti già erogati alle imprese da
altre istituzioni pubbliche.
La Banca è stata formalmente avviata
nell’autunno 2013 e sarà pienamente
operativa nella seconda metà del 2014;
a fronte di ciò, già nel dicembre 2013 vi
avevano fatto ricorso 25.000 imprese. La
BBB è un elemento chiave della strategia
industriale del Governo, per contribuire a
rendere il Regno Unito il “miglior Paese
in Europa per iniziare, far crescere e finanziare un business”.
BBB eroga finanziamenti alle imprese e
garanzie a queste ultime per agevolare i
prestiti da parte del sistema privato. I finanziamenti vengono concessi sulla base
di una valutazione accurata – fatto da
personale altamente qualificato e competente – dello status aziendale e dei progetti specifici.
Tra i filoni di attività la banca interviene
con investimenti per finanziare le start
up, matching di fondi di business angel
(con somme che vanno dalle 100mila al
milione di Sterline), investimenti commerciali in aziende miranti ad attivare
uguali somme dal settore privato, investimenti in fondi di venture capital (ad oggi
530 milioni di Sterline investiti in 16 fondi). La BBB gestisce inoltre lo UK Innovation Investment Fund-UKIIF (159 milioni
di Sterline) focalizzato per investimenti in
imprese high-tech. UKIIFF ha anche investito in due fondi di fondi (UK Future
Technology Fund e Hermes Environmental Impact Fund): ognuno di questi investe in fondi di venture capital che investono in settori di importanza strategica
per il Regno Unito, come le tecnologie
digitali, le scienze della vita, le tecnologie
pulite e il manifatturiero avanzato.
2.3. OTTIMIZZARE IL SISTEMA DEL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
E LE COMPETENZE DELLA RICERCA
PROPOSTA 5
UNIVERSITÀ TEMATICHE
RAZIONALE
La presenza di centri di eccellenza riconosciuti
per determinate specializzazioni è una condizione abilitante alla nascita dei cluster innovativi (cfr. capitolo 1). Oggi nel mondo si punta
alla creazione di tali eccellenze, fondendo istituzioni esistenti o creandole ex-novo con finanziamenti ad hoc. Inoltre la produzione del
“nuovo” e le scoperte a più alto valore aggiunto, sono sempre più legate alla valorizzazione
delle expertise trasversali, che mixano più discipline “tradizionali” su filoni/temi specifici
(es. robotica, scienze delle vita, biotecnologie,
ecc.). In Italia ci sono circa 80 Università, di
cui molte di piccole dimensioni, poco competitive e attrattive, che erogano principalmente
formazione e fanno fatica ad essere aggregatori
di innovazione, ma che in compenso assorbono risorse con un basso ritorno sul territorio.
© The European House - Ambrosetti
155
PROPOSTA
Lanciare un piano d’azione per studiare le
migliori modalità (condizioni e fattibilità)
per stimolare la trasformazione di alcune
Università generaliste in Università territoriali tematiche, fortemente specializzate, eventualmente dentro un modello a
rete con altri Atenei in un raggio d’azione
cross-regionale e con la condivisione di
laboratori di ricerca e/o accesso ad asset specifici (Policlinici Universitari o centri di ricerca non replicabili) 25.
Operativamente si può prevedere l’istituzione di una task force governativa (es.
congiunta MIUR e MiSE) per l’analisi dei
possibili progetti tematici, per poi promuovere – su base volontaria – l’adesione
dei singoli Atenei al progetto proposto. È
indispensabile la disponibilità certa di fondi aggiuntivi per le Università che aderiscono e che raggiungano determinati obiettivi
di sviluppo (pre-definiti). Le aggregazioni
potranno essere eventualmente monitorate e supportate da un Ufficio Centrale cross-
regionale con il compito di promuoverle e
razionalizzare le azioni di posizionamento
esterno e partecipazione a concorsi/bandi
comunitari. Per rendere efficace il sistema
è necessaria una maggiore flessibilità nella
gestione delle risorse umane e finanziarie
(si propone di togliere il comparto della ricerca dai vincoli della Pubblica Amministrazione) ed è indispensabile la totale condivisione di linee guida che regolino il
rapporto con il settore privato e, in generale, con gli stakeholder esterni.
25
Una sperimentazione di questo tipo, i cui primi
risultati sono molto incoraggianti, l’ha lanciata l’Università di Brescia che ha deliberato la sua trasformazione in Università tematica “Health&Wealth”. Questa
transizione, la prima in Italia, determina nuovi criteri
strategici per l’allocazione delle risorse, l’identificazione dei progetti di sviluppo e degli obiettivi di ruolo regionale, nazionale e europeo. Una Università tematica
non è più caratterizzata dall’insieme delle sue parti
(scuole e dipartimenti), che invece diventano strutture
funzionali all’obiettivo tematico del sistema.
TRANSFERLAB NAZIONALE, MODELLI DI
GOVERNANCE E STRUMENTI NON TRADIZIONALI
PER IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
PROPOSTA 6
RAZIONALE
Esistono criticità diffuse nel sistema di trasferimento tecnologico26 italiano: la mancanza di connessione tra Università e azien26
Il trasferimento tecnologico (TT) è inteso come
“l’insieme delle attività finalizzate a valorizzare, proteggere e commercializzare tecnologie sviluppate
nell’ambito dei progetti di ricerca (Università, centri
ricerca, ecc.)”; Fonte: Ministero Sviluppo Economico.
156
© The European House - Ambrosetti
de, per problemi culturali e di incentivi
incoerenti; la mancanza di risorse adeguate
in tutte le fasi del processo; la limitata massa
critica degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (in media 3,8 addetti27); la frammentazione e la difficoltà di coordinamento
27
Fonte: Netval, anno 2013.
tra le strutture28. Questo acuisce la difficoltà
28 Le funzioni principali degli UTT in Italia sono la
gestione della proprietà intellettuale (96,2%), il supporto alla creazione di imprese spin-off (90,6%), le attività
di licensing (75,5%); minori sono le attività di gestione
dei contratti di ricerca e collaborazione con l’industria
(43,4%) e dei contratti di ricerca e consulenza (35,8%);
di far arrivare al mercato i risultati della pur
eccellente ricerca che viene svolta nel Paese.
marginali sono invece le attività di sviluppo professionale continuo (30,2%), gestione dei fondi per la ricerca
(20,8%), gestione dei fondi di seed capital (28,3%), fornitura di servizi tecnici (17%). Fonte: Netval, 2013.
PROPOSTA
Realizzare (o attivare in strutture di eccellenza già presenti nel Paese) un TransferLab nazionale che:
–– operi senza duplicazione di attività e in
logica di sussidiarietà a supporto del sistema di trasferimento tecnologico locale;
–– abbia professionalità specifiche con profilo internazionale (Technology Transfer
Office manager/manager della ricerca)
assunte con meccanismi aperti e competitivi, anche dall’estero.
Oltre alla realizzazione di un TransferLab
nazionale, permettere l’organizzazione separata e autonoma degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (UTT) all’interno
Per il TransferLab nazionale, per evitare
sprechi di risorse e mettere a punto i meccanismi operativi si propone di:
1. Testare la bontà dell’iniziativa avviando
un progetto pilota per un tempo limitato
di 12/18 mesi (scalabile in una fase seguente se di successo) e focalizzato su
un’area/settore dell’innovazione ad alto
potenziale, rilevanti per il Sistema Paese
(si veda anche quanto detto alla proposta “Strategia Nazionale dell’Innovazione) e in cui il trasferimento tecnologico è
particolarmente critico.
2. Valutare se l’attività del TechLab nazionale può essere attivata, coerentemente con la specifica missione e posti gli
delle Università, con la possibilità di dotarli
di autonomia giuridica e amministrativa29.
29
I casi d’eccellenza – quali Imperial Innovations
Group PLC, Cambridge Entrerprise LTD (University of
Cambridge, 2006) e ISIS Innovation LTD (Oxford University, 1988) – sono accomunati da alcune caratteristiche specifiche: una struttura organizzativa chiara, una
governance forte ed “accountable”, il reporting puntuale ed esaustivo al CdA dell’Università; la presenza di
auditors dell’Università che si occupano anche della TT
company; la rappresentanza adeguata e attiva
dell’Università nel CdA della TT company.
eventuali potenziamenti organizzativi,
all’interno di strutture di eccellenza già
presenti nel Paese (si pensi ad esempio
all’Istituto Italiano di Tecnologia30).
3. Definire fin da subito chiari obiettivi
misurabili e su dimensioni rilevanti (es.
impatti sull’occupazione, sullo sviluppo
industriale, ecc.) dell’attività, attivando
un monitoraggio nel continuo dello stato
di raggiungimento.
Circa l’organizzazione e l’autonomia degli
30 È una Fondazione pensata sul modello del MIT e
dedicato alla ricerca applicata in ambito tecnologico e
inteso a facilitare l’interazione con il mondo dell’industria. Oggi l’IIT conta oltre 900 addetti tra staff, tecnico,
dottorandi, provenienti da 38 Paesi.
© The European House - Ambrosetti
157
Uffici di Trasferimento Tecnologico, il tema
andrebbe posto all’ordine del giorno degli
organi centrali di governo del sistema universitario nazionale (CRUI e MIUR), mentre le opzioni di governance, da autonoma
a semi-autonoma, andrebbero valutate – in
modo condiviso con gli Atenei – secondo alcuni criteri alternativi:
Imperial Innovations
(Regno Unito)
L’Imperial Innovations Group PLC è nato
nel 1986 come ufficio per il trasferimento
tecnologico dell’Imperial College di Londra. Nel 1997 divenne una sussidiaria
controllata dall’Università e dal 2006 è
stata quotata al London Stock Exchange.
Nell’offerta pubblica iniziale Imperial Innovations ha totalizzato oltre 31 milioni di
Euro divenendo così il primo ufficio di
trasferimento tecnologico universitario quotato in UK.
Imperial Innovations ha un accordo con
l’Imperial College di Londra che ne sancisce il ruolo di ufficio preposto al trasferimento tecnologico fino al 2020. La società
crea e investe in aziende ad alto contenuto
tecnologico nei settori healthcare, energia,
ingegneria e ambiente. Tra i servizi offerti, Imperial Innovations supporta la commercializzazione delle idee attraverso una
vasta gamma di attività: dai consigli legali,
finanziari e di business alla creazione di
aziende, mettendo a disposizione uffici e
fornendo servizi ed investimenti per accelerare lo sviluppo delle attività.
Dall’anno della quotazione Imperial Innovations ha investito un totale di 195 milioni
di Euro nelle aziende del proprio portfolio,
contribuendo a raccogliere oltre 900 milioni di Euro di capitali. Il portafoglio di
Imperial Innovations è diversificato e presenta numerose eccellenze. Dei 30 maggiori investimenti, per un valore netto di oltre
274 milioni di Euro, il 52,6% è costituito
158
© The European House - Ambrosetti
–– le Università potrebbero detenere al
100% la proprietà dell’UTT (“wholly owned subsidiary”);
–– (oppure) agire in partnership con altri Atenei o con organizzazioni private già esistenti:
–– (oppure) costituire organizzazioni autonome, di proprietà condivisa tra Università e altri investitori.
da aziende operanti nel settore healthcare31, il 23,6% nel settore ingegneristico ed
il 19.1% da aziende operanti nel settore biomedicale e delle apparecchiature mediche.
Il settore ICT rappresenta solo il 4,7% dei
30 maggiori investimenti, pur offrendo un
alto potenziale e promettenti prospettive di
crescita. Tra le attività di consulenza e supporto, Imperial Innovations, offre finanziamenti per lo sviluppo commerciale di idee
per un budget compreso tra i 30.000 Euro
e 30 milioni di Euro. Spesso i finanziamenti sono erogati dopo un apposito studio di
fattibilità che il centro di trasferimento tecnologico finanzia con investimenti fino a
60.000 Euro. Imperial Innovations ritiene
infatti prioritario testare il potenziale
commerciale delle scoperte universitarie
e studiare l’impatto che la potenziale innovazione può avere sulle tecnologie e sul
mercato. Il modello di business promosso
da Imperial Innovations prevede infatti
una stretta collaborazione tra industria e
Università: le invenzioni con potenziale
commerciale hanno una più alta probabilità di successo se un partner industriale
già insediato si occupa dello sviluppo e del
marketing del prodotto.
31 Nel settore healthcare, Circassia Pharmaceuticals PLC è il maggior investimento di Imperial Innovations che ne detiene circa il 14% del flottante.
Circassea è una compagnia bio-farmaceutica con un
focus su sviluppo e commercializzazione di prodotti
per le allergie, quotata al London Stock Exchange
da Marzo 2014 con una capitalizzazione di oltre 700
milioni di Euro (l’offerta pubblica iniziale ha attratto
oltre 240 milioni di Euro).
CULTURA E RAZIONALIZZAZIONE
DEI PROCESSI DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
PROPOSTA 7
RAZIONALE
La filiera dell’innovazione in Italia, sul lato
dell’offerta, è troppo complessa e lo scenario disorienta, piuttosto che favorire la competitività. Innumerevoli livelli – operativi e
regolamentari – allungano la distanza tra
innovazione e mercato, aumentano i costi di
transazione, deresponsabilizzano gli attori.
Inoltre il Trasferimento Tecnologico è un’attività in cui la professionalità e l’orienta-
mento delle persone (il “fattore umano”)
giocano un ruolo chiave. Oggi, in generale,
il sistema-Italia non solo è carente di figure professionali dedicate (TTO manager),
ma manca di un approccio pro-technology
transfer da parte dei ricercatori, focalizzati
principalmente sull’attività di ricerca e con
poca sensibilità alla sua successiva valorizzazione in chiave di mercato.
PROPOSTA
Oltre alla citata proposta di creazione del
TransferLab nazionale, implementare dei
“quick fix” di breve e medio periodo.
Breve periodo:
–– Decongestionare la filiera, restituendo
centralità a Università, enti di ricerca e
imprese.
–– Bloccare la moltiplicazione degli enti di
trasferimento tecnologico a vario titolo.
–– Professionalizzare le figure dedicate al trasferimento tecnologico e assunzione degli
indicatori della ricerca come strumenti di
segnalazione dell’efficienza degli enti per
la generazione, la gestione e il trasferimento della conoscenza.
–– Introdurre appositi strumenti (es. valutazione esplicitata nel curriculum del ricercatore delle attività di TT svolte) e spingere sui percorsi di dottorato applicati alla
ricerca industriale con forte apertura internazionale e competitività32 per formare
32 Questo strumento è particolarmente utilizzato in Germania con efficaci risultati. La sua è ripresa nella strategia
Horizon 2020 Italy e nelle nuove linee programmatiche del
MIUR “Ritengo poi che anche nel campo della ricerca “apertura” significhi rafforzare il legame con il mondo dell’impre-
la cultura del trasferimento tecnologico.
–– Istituzionalizzare programmi di scambio
ricerca-industria per PhD con defiscalizzazione degli oneri per gli enti che li
mandano e che li ospitano oppure per chi
li assume (se start up) e prevedere percorsi professionali interni alle Università/
istituzioni di ricerca in cui sia valorizzata
strutturalmente la mobilità tra il mondo
dell’industria e l’accademia.
Medio periodo:
Favorire le aggregazioni (di Università,
centri di ricerca e di trasferimento tecnologico ecc.) secondo tre principi:
–– “One in, one out” (per creare un nuovo
ente di trasferimento tecnologico deve eliminarsene uno esistente).
–– “Sussidiarietà invertita” (anche modificando il Titolo V della Costituzione, prevedere politiche dell’innovazione decise a
sa. (…) Dobbiamo anche massimizzare il potenziale innovativo della ricerca attraverso l’immissione di capitale umano
di eccellenza nelle imprese attraverso i dottorati industriali,
ora favoriti dai 600mln di euro che il Governo intende varare per uno specifico credito d’imposta.” – Fonte: relazione
Ministro Giannini, aprile 2014.
© The European House - Ambrosetti
159
livello statale e attuate a livello regionale,
secondo una logica di strumentalità; no a
centri decisionali autonomi).
–– “Misurazione” (definizione della missione,
degli obiettivi e dei risultati dell’ente, preventiva rispetto alla sua creazione).
Alcune best practice internazionali a cui ––
ispirarsi sono:
–– La Finlandia, che ha ridotto da 21 a 15
il numero delle Università, decretandone autonomia, indipendenza dallo ––
Stato e responsabilità finanziaria (Riforma del 2010, Vision2020).
–– L’Austria, con il Science Park Graz,
un incubatore unico per i tre Atenei
della città.
Gli USA, dove il National Technology
Transfer Center è certamente un modello di riferimento per il TransferLab nazionale.
La Francia, che con la riforma del
2010 ha avviato una politica di lungo
periodo, creando 12 poli di TT in tutto
il Paese, che gestiscono proof-of-concept funds e creano masse critiche a
partire dalle 80 Università territoriali.
REGIME DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE
PER LA RICERCA PUBBLICA
PROPOSTA 8
RAZIONALE
La titolarità delle invenzioni dei ricercatori universitari italiani, fotografato ora dalla
versione vigente dell’art. 65 Codice proprietà industriale, è degli inventori stessi e
si pone come un caso isolato nel contesto
internazionale: tra i molti, Gran Bretagna,
Francia e Germania attribuiscono la titolarità delle invenzioni alle Università. Le Università vengono così private di una possibile
fonte di autofinanziamento (attraverso lo
sfruttamento economico delle invenzioni) e
disincentivate alla gestione dei processi di
trasferimento tecnologico. È dimostrato dai
dati Netval che questo modello non funziona e la quasi totalità dei ricercatori chiede
all’Università di farsi carico della gestione
dei brevetti.
PROPOSTA
Recepire l’esperienza degli altri Paesi e
attribuire la titolarità dei brevetti all’Università e i diritti morali agli inventori con
un equo premio. Incentivare le Università
a trasferire i brevetti alle imprese partecipando allo sviluppo delle invenzioni.
160
© The European House - Ambrosetti
Rivedere quindi il codice della proprietà industriale anche individuando un diritto di
ripresa del brevetto da parte dell’inventore
nel caso in cui l’Università non sia in grado
di valorizzarlo.
2.4. MIGLIORARE L’ATTRATTIVITÀ DELL’ECOSISTEMA-PAESE
CRASH PROGRAM PER LA
VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI TALENTI DELLA
RICERCA IN ITALIA
PROPOSTA 9
RAZIONALE
L’Italia non è un Paese attrattivo per i talenti, soprattutto nella ricerca, nella scienza e
nella tecnologia, in genere nei settori dell’innovazione. In un contesto in cui Università
e centri di ricerca competono per “attrarre
i migliori”33, l’Italia continua a presentare
un sistema di selezione ed attrazione non al
passo con le moderne pratiche (procedure,
incentivi, ecc.) e che necessita di una revisione profonda.
Inoltre l’attuale offerta professionale impedisce l’attrazione di stranieri e il rientro
dall’estero, a causa di: salari bassi e non negoziabili; sistema di recruiting “insulare” ri33
Aubrey Douglass, J., Edelstein, R. (2009), “The
Global Competition For Talent. The Rapidly Changing
Market for International Students and the Need for a
Strategic Approach in the US”, Research & Occasional
Paper Series: CSHE.8.09, University of California, Berkeley.
spetto al mercato del lavoro internazionale;
insegnamento prevalentemente in lingua
italiana; difficoltà a negoziare infrastrutture
(lab space) e fondi.
Secondo l’ultimo (2013) Global Talent Competitiveness Index, su 103 Paesi analizzati
l’Italia è alla 36° posizione (dietro a Cipro,
Estonia e Montenegro e staccata di 30 posizioni da Regno Unito o Svizzera); gli stranieri impegnati in programmi avanzati di ricerca sul totale dei ricercatori sono il 4,3% in
Italia, contro il 34,4% della Francia, il 41,4%
in UK e più del 50% negli Stati Uniti34.
Occorre creare le condizioni per individuare
i talenti, sia quelli che oggi studiano e lavorano in Italia, sia quelli all’estero, e proporre
loro delle opportunità in Italia affinché chi è
qui ci rimanga e chi è all’estero ci venga.
34 Fonte: Business Intelligence Unit, 2013
PROPOSTA
Lanciare un “programma nazionale” per la
valorizzazione dei talenti - italiani e stranieri
– in Italia con una serie di interventi mirati e
integrati, tra cui (elementi cardine):
–– Introdurre il direct recruiting nel sistema
della ricerca pubblica con bandi internazionali (superando i concorsi a livello nazionale).
–– Snellire le procedure per l’ottenimento
del visto e del permesso di soggiorno per
ricercatori extra-comunitari.
–– Allineare il salario base dei ricercatori alle
best practice internazionali (specie delle
posizioni in entrata) sulla base del principio di autonomia degli Atenei e promuovere l’incentivazione con bonus per
risultati e per incarichi, introducendo la
negoziazione salariale individuale35.
35
Si veda ad esempio il modello del sistema universitario tedesco, dove il salario è determinato sulla
base di tre voci: una parte fissa, differenziata per area
geografic; una parte incentivante a bonus, per risultati
© The European House - Ambrosetti
161
–– Prevedere finanziamenti con modalità
agevolate e accelerate (regole a “burocrazia zero”) per i progetti – proposti da giovani talenti (ad esempio fino ai 35 anni)
eccellenti in ricerca, insegnamento ed incarichi amministrativi; infine una parte negoziabile al momento del
recruiting (tuttavia ancora scarsamente attuata).
e selezionati con bandi aperti internazionali e criteri trasparenti fortemente meritocratici – coerenti con gli ambiti e i settori strategici per l’Italia (vedi proposta
“Strategia nazionale dell’innovazione”).
–– Introdurre dei periodi di tax holiday significativi (3-5 anni) per le nuove imprese fondate da giovani ricercatori e talenti.
A tendere, tra le azioni del programma di
valorizzazione dei talenti, in riferimento ai ––
ricercatori, dovrebbe essere previsto di:
–– Sincronizzare le tempistiche del mer- ––
cato del lavoro italiano con quello internazionale (“job market” in genna-
io-marzo per assunzioni a settembre).
Adottare una procedura di accreditamento comune fra più Paesi europei.
Sbloccare il turn over, per ricavare
un impatto significativo delle riforme
in corso.
EDUCAZIONE PER L’INNOVAZIONE
E L’IMPRENDITORIALITÀ
PROPOSTA 10
RAZIONALE
La costruzione di un competitivo ecoSistema
Paese dell’innovazione e dell’imprenditorialità
è legato (condizione necessaria) alla presenza
di un approccio mentale aperto, curioso, creativo. Queste caratteristiche, se da una parte
sono insite nella natura delle singole persone,
dall’altra possono essere coltivate e formate.
La promozione di modelli educativi che
includano esplicitamente la formazione
all’imprenditorialità e alla creatività è in aumento nella maggior parte dei Paesi più dinamici nel mondo.
Anche l’Europa ha recentemente riconosciuto
la centralità di questi valori36. La necessità di
36
Secondo Androulla Vassiliou, Commissario responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo
e la gioventù, "L'educazione all'imprenditorialità è un
motore di crescita futura e contribuirà a ispirare gli
imprenditori di domani. Per continuare a essere competitiva, l'Europa deve investire sui suoi cittadini, sulle
loro abilità e sulle loro capacità di adattamento e innovazione. Ciò significa che dobbiamo incoraggiare
l'adozione di una nuova mentalità europea incentrata
sull'attitudine all'imprenditorialità e il primo passo in
162
© The European House - Ambrosetti
potenziare le capacità imprenditoriali e di innovazione dei cittadini emerge in tre delle
iniziative faro inserite nella strategia Europa
2020 per l’occupazione e la crescita sostenibile: “L’Unione dell’innovazione”, “Youth on
the move” e “Un’agenda per nuove competenze e per l’occupazione”. Inoltre potenziare la creatività e l’innovazione e includere
l’imprenditorialità a tutti i livelli dell’istruzione
e della formazione professionale rientra tra
gli obiettivi a lungo termine del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore
dell’istruzione e della formazione “ET 2020”.
Una recente relazione della Commissione Europea37 ha indicato che otto Paesi (Danimarca,
Estonia, Lituania, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia,
questa direzione consiste nell'instillare uno spirito imprenditoriale fin dalle tappe iniziali del sistema scolastico”. Fonte: comunicato stampa Commissione Europea 13 aprile 2012.
37
Fonte: relazione,"Entrepreneurship Education
at School in Europe", marzo 2012. Sulla base dei dati rilevati in 31 Paesi e 5 regioni europee.
Galles e la parte fiamminga del Belgio) hanno
messo in atto strategie specifiche per promuovere l’educazione all’imprenditorialità, mentre altri tredici (Austria, Bulgaria, Repubblica
Ceca, Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda,
Liechtenstein, Polonia, Slovacchia, Slovenia,
Spagna e Turchia) l’hanno inserita nelle loro
strategie nazionali per la formazione continua,
la gioventù o la crescita. Più in generale la metà
dei Paesi europei ha intrapreso un processo di
riforma dei sistemi d’istruzione che prevede
anche il potenziamento dell’educazione imprenditoriale.
Con riferimento all’Italia, la stessa relazione
evidenzia che “there is no specific national
strategy for entrepreneurship education except for technical and vocational pathways”.
PROPOSTA
Inserire nei programmi e nei curricula
scolastici, sin dalle elementari – con criteri di modularità e gradualità in funzione dell’avanzamento delle classi
– l’insegnamento, con un tempo significativo, di temi/materie trasversali e funzionali all’innovazione e all’imprenditorialità e
ad un approccio aperto all’apprendimento
lungo il corso di tutta la vita (lifelong learn-
Strategie di educazione
all’innovazione e imprenditorialità in alcuni Paesi europei di
riferimento
–– In Danimarca, la strategia per la
formazione
all’imprenditorialità
(2009) è stata sviluppata in partenariato tra il Ministero per la Scienza, la Tecnologia e l’Innovazione,
il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Istruzione e il Ministero
dell’Economia. Tale strategia indica
la volontà del Governo di investire attivamente nella formazione in questo
campo, con un piano d’azione che prevede interventi a livello normativo e
operativo che coinvolgono le scuole, le
istituzioni e le imprese.
–– In Olanda, i ministeri degli Affari
Economici, dell’Istruzione, della Cultura e della Scienza, insieme a quello
ing), anche integrandole, per le scuole superiori, nei programmi di materie obbligatorie come economia e scienze sociali.
Prevedere inoltre, dalle scuole superiori,
percorsi di alternanza scuola-lavoro (crediti formativi e apprendistato), con progetti
sperimentali in imprese e centri di ricerca
che ingaggino gli studenti in attività collegate ai processi di ricerca e innovazione.
dell’Agricoltura, hanno promosso
l’imprenditorialità tra le materie di istruzione a partire dal 2000. Nel 2005,
è stato lanciato il programma Partnership Leren Ondernemen, seguito
nel 2007 dall’Education and Entrepreneurship Action Programme e
dall’istituzione nel 2009 dell’Education
Networks Enterprise, attraverso il
quale i Paesi Bassi forniscono fondi e
strumenti per aiutare le istituzioni educative ad integrare l’imprenditorialità e
l’innovazione nelle loro politiche e programmi educativi.
–– La Svezia nel 2009 ha dichiarato
di voler introdurre l’insegnamento
dell’imprenditorialità come un tema
trasversale in tutto il sistema educativo
nazionale e nel maggio 2009 il Governo ha presentato la Strategy for Entrepreneurship in the Field of Education.
© The European House - Ambrosetti
163
Questa strategia è parte integrante del
più ampio processo di riforma del sistema economico svedese.
–– Il Regno Unito ha lanciato nel 2004
la Youth Entrepreneurship Strategy
(YES), finalizzata a fornire il quadro di riferimento per l’educazione
all’imprenditorialità e all’innovazione.
L’iniziativa, focalizzata a partire dal
Galles, è tutt’ora in corso e copre il
quinquennio 2010-2015.
–– La Norvegia ha lanciato nel 2004
il suo primo piano strategico per la
formazione all’imprenditorialità “See
the Opportunities and Make them
Work!” per il periodo 2004-2008. Nel
settembre 2009 il Governo ha lanciato
un nuovo piano d’azione 2009-2014,
con l’obiettivo di rafforzare la qualità e
la portata della formazione imprenditoriale a tutti i livelli e in tutte le aree
del sistema di istruzione.
–– Il governo della Comunità fiamminga
del Belgio ha lanciato alla fine del 2011
il piano d’azione Entrepreneurship Education 2011-2014. L’iniziativa è stata
condivisa tra la Primo Ministro, il Ministro dell’Economia e dell’Agricoltura,
il Ministro dell’Istruzione e il Ministro
del Lavoro. L’obiettivo è preparare gli
studenti al lavoro autonomo e fornire
insegnanti con la formazione necessaria per aiutarli. Il piano d’azione è
coordinato con la strategia di crescita
economica Flanders in Action 2020.
■■ Figura 8 – Strategie educative per l’imprenditorialità: stato dei Paesi europei (Fonte: Eurydice*
e Commissione Europea 2012)
* La rete Eurydice fornisce informazioni e analisi in merito alle politiche e ai sistemi d’istruzione in Europa. È
costituita da 37 unità nazionali con sede in tutti e 33 i paesi partecipanti al programma di apprendimento
permanente UE (Stati membri dell’UE, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia). La rete è
coordinata e gestita dall’Agenzia esecutiva dell’UE per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura, che ne elabora
gli studi e mette a disposizione una serie di risorse online.
STRATEGIE SPECIFICHE
PARTE DI STRATEGIE PIÙ AMPIE
INIZIATIVE IN FASE DI SVILUPPO
ASSENZA DI STRATEGIE O INIZIATIVE IN CORSO
Progetto grafico, illustrazioni e impaginazione: www.housatonic.eu