In Trentino arriva la tassa di soggiorno

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In Trentino arriva la tassa di soggiorno
TRENTO
l'Adige
TURISMO
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martedì 17 giugno 2014
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Il portale dovrà vendere di più. Oggi convince solo l’1% dei visitatori
Per ora il portale visittrentino.it
convince solo l’1% dei circa 20.000
visitatori giornalieri medi a
prenotare le stanze on line. Ma,
spiegano dalla Provincia, si tratta di
uno strumento «nato inizialmente
con la missione soprattutto di
promuovere il turismo trentino» e
meno di vendere il prodotto on line.
Ma in prospettiva si vuole integrare
Pagata dai clienti su
ciascuna delle notti passate
nelle strutture ricettive
la competenza di Trento Rise sul
turismo via web con quella di
Trentino Marketing. Per arrivare a
migliorare la capacità di trovare i
clienti, ha spiegato l’assessore
Michele Dallapiccola, «il portale
dovrà diventare più social»
utilizzando cioè i social network per
riuscire ad avere un dialogo
biunivoco tra portale e turisti. Per
questo si utilizzerà quanto sta
studiando il consorzio guidato da
Engineering spa che ha vinto il
bando di Trento Rise.
C’è poi la volontà di modificare la
strategia del portale anche su un
altro aspetto, quello della capacità
di includere i portali impegnati nella
intermediazione di stanze di
albergo come Booking o Trivago.
In Trentino arriva la tassa di soggiorno
Rossi: operativa dal 2015
Potrebbe valere 30 milioni
ANGELO CONTE
«Dal 2015 la tassa di soggiorno ci sarà:
quanto varrà e come sarà applicata dipenderà dall’esito del confronto con
le categorie del settore». Così Ugo Rossi, presidente della Provincia, ha spiegato il senso della decisione presa ieri in giunta. L’esecutivo, infatti, ha approvato un disegno di legge che rivoluziona il comparto del turismo trentino, partendo dal riordino dei rapporti tra Trentino Marketing, operativa da
luglio, le Apt e le Pro loco. Le quali saranno incentivate a ridurre il loro numero e, soprattutto, a evitare di spendere le risorse in maniera non coordinata con la spa provinciale.
Dalla razionalizzazione (meno costi e
più chiarezza nei compiti tra Trentino
Marketing, Apt e Pro Loco) la Provincia, ha chiarito ieri l’assessore al turi-
L’entità e la modalità
di applicazione saranno
decise dopo un
confronto con le imprese
del comparto
smo Michele Dallapiccola, si attende
una riduzione dei costi. «Anche - ha aggiunto l’assessore - attraverso la realizzazione di centri di servizi comuni,
ad esempio sul fronte delle buste paga o dell’amministrazione, si può pensare a raggiungere minori spese».
Il disegno di legge che contiene la revisione del sistema di promozione turistica sarà depositato nei prossimi
giorni. Accanto alla riorganizzazione,
la giunta ha avviato il confronto con
albergatori e operatori turistici in genere, per arrivare «a definire con loro
- ha spiegato Rossi - l’entità e le modalità di applicazione della tassa di soggiorno, che dal 2015 in ogni caso ci sarà». Finisce sul binario morto la tassa
sul turismo, cioè quella che la vecchia
giunta voleva far pagare a tutte le imprese che ottengono un beneficio dal
turismo.
La tassa di soggiorno, invece, ci sarà
e verrà applicata imitando quanto accade a Bolzano dove è già stata introdotta e dove si prevede che i turisti paghino da 0,7 euro a 1,7 euro a seconda
dello standard degli alberghi. Sulla base delle presenze certificate, 16,5 milioni, gli introiti per il settore turistico
trentino si potrebbero aggirare tra gli
11 e i 30 milioni di euro annui. Secondo l’impostazione che la giunta intende dare alla tassazione, «gli introiti rimarrebbero sui territori per finanziare l’infrastrutturazione turistica o la
Il settore del turismo vale,
complessivamente, qualcosa come
il 15% del Pil trentino, ovvero
circa 2,5 miliardi di euro sui 16
miliardi di euro di ricchezza che
l’economia provinciale produce
ogni anno. I finanziamenti, pari a
circa 40 milioni di euro pubblici,
oltre ai 14 milioni privati,
rappresentano per la Provincia
uno 0,3% della ricchezza
complessiva e meno dell’1% del
bilancio pubblico. Anche per
questo gli Albergatori chiedono,
prima di tagliare il contributo
pubblico, «di verificare se ci siano
tagli della stessa entità per le altre
categorie economiche» come
chiarisce Luca Libardi, presidente
dell’Asat. La tassa di soggiorno, è
il timore degli operatori, potrebbe
sostituire parte dei soldi pubblici.
GLI OPERATORI
Il presidente provinciale Libardi: «Scorciatoia inadeguata»
E propone due alternative per evitare di applicare il balzello
Gli Albergatori contro l’imposta
Prima però partirà la
riforma della promozione:
meno costi per Apt e Pro
Loco e più coordinamento
degli investimenti
co. Che Trentino Marketing dovrà coinvolgere nella realizzazione di progetti
strategici di sistema e di favorire i processi di aggregazione e di integrazione.
«Sarà introdotto un sistema di finanziamento premiante - afferma Dallapiccola - per incentivare le Pro Loco e le
Apt che si fonderanno tra loro». Ovvero le Apt tra loro ma anche con le Pro
Loco. Attualmente vi sono 14 ambiti
turistici (Apt) e 6 ambiti presidiati da
Consorzi pro loco (cioè 20 soggetti indipendenti). Infine, sarà tolto l’obbligo per le Apt di commercializzare il
prodotto turistico: resta solo la facoltà.
Luca Libardi
presidente
degli
Albergatori
critica
pesantemente
l’idea della
giunta di
introdurre la
tassa di
soggiorno e
chiede di
ripensarci
«La tassa di soggiorno a nostro
parere va evitata, perché resta
una scorciatoia inadeguata». Luca Libardi, come sempre quando parla, ha i toni pacati, ma i
contenuti, anche in questo caso, sono taglienti e duri. Per il
presidente degli Albergatori
trentini l’imposta proposta dalla Provincia non si deve fare.
«L’imposta di soggiorno è di fatto una tassa e mettere una nuova tassa in un Paese come il nostro dove la pressione fiscale è
altissima non va bene - spiega
Libardi - Anche perché laddo-
ve è stata applicata non viene
pagata sempre dal turista, come accade nel caso di prezzi offerti su operatori on line che
hanno l’imposta inclusa».
Accanto al no all’imposta sul turismo, Libardi mette anche una
proposta per cercare di evitare
l’imposta sul turista. «Occorre
prima di tutto capire quanti soldi si riescono a risparmiare dalla riorganizzazione del settore
della promozione. Poi, a nostro
parere, si può lavorare su due
opzioni» dice ancora Libardi. La
prima: «Puntiamo a cambiare le
norme sul finanziamento volontario che premi chi partecipa e
dia svantaggi a chi non partecipa. I tagli sull’Irap non bastano». La seconda: «Sulla guest
card, sperimentata l’anno scorso, va esplorata di più la possibilità che sia strumento per ottenere dei ricavi, con risorse
che vengano in parte dalla nostra categoria e che in parte siano a carico del turista».
Rispetto al disegno di legge di
riforma della promozione turistica, invece, Libardi chiarisce
di valutare in maniera piuttosto
positiva alcuni degli aspetti annunciati dalla giunta.
«Alcune delle riflessioni che abbiamo poste nei mesi scorsi
vengono riprese dal progetto
della Provincia - spiega Libardi
- Ad esempio il fatto che venga
rimesso al centro Trentino Marketing e che torni ad avere una
propria autonomia, che ci sia
un coordinamento più spinto
sulle iniziative sui mercati e
un’attenzione all’analisi dei
mercati».
Su altri aspetti Libardi chiede,
invece, maggiore chiarezza. «Sul
fronte delle Apt la proposta mi
pare che resti ancora un po’ nel
vago, a partire dal tipo di ragione sociale che si intende assegnare. Oggi ci sono cinque tipi
di modalità con cui sono organizzate le Apt, se si vogliono
cambiare, occorre però garantire che l’operatività non cessi».
Rispetto alla prospettiva di una
riduzione del numero delle Apt,
Libardi chiarisce che non sarà
certo una misura risolutiva se
rimarrà isolata. «Diminuire il numero delle Apt non cambia la
situazione: se qualcuna di queste aziende trova opportuno
fondersi con qualcun’altr ok,
ma il nodo oggi è appunto il fatto che c’è un’ampia varietà di
modelli societari».
Per quanto riguarda la cancellazione dell’obbligo per le Apt
di vendere il prodotto, Libardi
spiega di essere d’accordo: «Nonostante ci fosse la norma sulla commercializzazione, solamente in due di fatto lo fanno,
le altre sono indietro». A. Con.
Cambiata la disciplina per la formazione dei volontari della protezione civile
Corsi sulla sicurezza dei lavoratori, ecco i risparmi
Un unico sistema formativo per quanto riguarda il primo soccorso prestato dai volontari della Protezione civile e quello della sicurezza sul lavoro: questo l’obiettivo
della nuova «Disciplina della formazione
del personale operante nel Sistema di emergenza-urgenza e nella Protezione civile e
per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico da parte di personale non sanitario», approvata ieri dalla giunta provinciale. «Aggiornando tale disciplina - spiegano
- si vogliono evitare “doppioni” nei percorsi di formazione destinati in particolare ai
volontari delle associazioni di Protezione
civile, consentendo risparmi nell’utilizzo
delle risorse e operando una semplificazione amministrativa per tutti i oggetti, siano essi pubblici o privati, libero professionisti e/o convenzionati coinvolti nell’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».
Da anni la Provincia è impegnata, tramite
soggetti accreditati, nella formazione degli operatori sanitari e non sanitari coinvolti nel Sistema di emergenza ed urgenza, ma anche con specifici percorsi di educazione, informazione e formazione destinati a gruppi prioritari di popolazione. Recentemente è intervenuta anche la normativa riguardante il volontariato di Prote-
zione civile, che obbliga a garantire analoga formazione di primo soccorso a tutti i
volontari; parallelamente, la stessa normativa sancisce l’obbligatorietà per i datori
di lavoro, siano essi pubblici, privati o liberi professionisti, di effettuare corsi di
primo soccorso per tutti i lavoratori.
Un effetto immediato della sinergia tra i diversi ambiti interessati operata dalla nuova disciplina approvata ieri dalla giunta
provinciale sarà quello di contenere l’impegno economico derivante sia dal costo
diretto della formazione ma anche dall’assenza del lavoratore quando impegnato a
seguire la formazione specifica.
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LA DECISIONE
promozione» ha detto Rossi. Che ha
chiarito come per infrastrutture turistiche non si intendono nuove strade
o impianti, bensì «servizi a supporto
dell’ambito turistico», come potrebbero essere i trasporti a servizio degli
ospiti o altro ancora.
In ogni caso, potrebbero rappresentare, le risorse in entrata dalla prossima
tassa di soggiorno, una quota sostitutiva rispetto ai circa 40 milioni di euro
che vengono assicurati annualmente
dalla Provincia sui 50 impegnati nel
comparto della promozione turistica
nel suo complesso. Una parte, circa 20
milioni vengono assicurati a Trentino
Marketing, 15 milioni di euro circa per
le Apt di ambito, 2 milioni alle Pro Loco, il resto (14 milioni di euro circa) arriva dal finanziamento raccolto attraverso i privati, ha spiegato Dallapiccola.
Per il futuro, grazie al riordino del sistema della promozione, «vogliamo
che vengano utilizzati in maniera più
coordinata» ha detto ancora Dallapiccola. E per questo il disegno di legge
di riforma prevede alcuni punti che mirano a definire meglio «chi fa che cosa» ha sostenuto ancora l’assessore.
Per questo Trentino Marketing, «sarà
il perno del sistema» e avrà i compiti
di «comunicare la marca, in tutte le sue
diverse forme, analizzare i mercati,
mettere in campo una strategia di marketing in ottica pluriennale, coordinare le iniziative sui mercati e i progetti
strategici su scala provinciale (come
ad esempio la guest card, la carte dell’ospite del Trentino)» ha detto l’assessore.
Ma non solo, la riforma riguarderà anche il futuro ruolo delle Apt e Pro Lo-
I finanziamenti