leccete e sugherete

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I tipi forestali della Liguria
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Importanza e localizzazione
La Categoria comprende i popolamenti forestali a prevalenza di latifoglie arboree
sempreverdi (sclerofille), quali leccio (Quercus ilex) e sughera (Quercus suber) che,
secondo i dati dell’Inventario forestale multirisorse, occupano circa 3.400 ha, di cui
la quasi totalità sono Leccete.
Il leccio, che rappresenta circa il 3% della composizione specifica a livello regionale, oltre che nella Categoria Leccete, spesso è presente anche in altri tipi di bosco
quali, querceti di roverella, arbusteti della macchia mediterranea, pinete di pino
marittimo e d’Aleppo. I boschi di leccio, un tempo diffusissimi su tutte le colline
immediatamente a ridosso del mare, ora sono molto ridotti come superficie a causa
dei disboscamenti per ottenere terre coltivabil. La distribuzione attuale, infatti, è
molto frammentaria, prevalentemente concentrata in due ambiti principali: il primo fra Chiavari e Le Cinque Terre, il secondo nell’imperiese; in quest’utimo settore
la specie risale nell’entroterra (Valle Arroscia) fin verso i 1000 metri, ove si rifugia
sulle rocce in esposizioni soleggiate. Questi due settori, infatti, corrispondono alle
parti della Regione con un clima mediterraneo più accentuano, mentre in buona
parte del genovese e della provincia di Savona l’elevata umidità, di contro, favorisce
la discesa di specie montane quasi fino al livello del mare.
La quercia da sughero (Quercus suber) invece è una specie estremamente relitta.
Le Sugherete, molto limitate per estensione e ridotte a poche decine di esemplari
ciascuna, si trovano nel Savonese (Celle Ligure e Vado Ligure) e nell’immediato
entroterra fra Deiva Marina e La Spezia.
In base a quanto suddetto, quindi, la descrizione che segue fa riferimento soprattutto alle Leccete.
Variabilità e Tipi forestali presenti
LECCETA XEROFILA (LE10X)
var con pino d’Aleppo e/o pino marittimo (LE10A)
st dei substrati silicatici (LC11X)
var con sughera (LE11A)
var con pino marittimo (LE11B)
LECCETA MESOXEROFILA (LE20X)
var con carpino nero (LE20A)
var con castagno (LE20B)
var con roverella (LE20C)
QUERCETO DI SUGHERA (LE30X)
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Caratteristiche dendrometriche – composizione e struttura
In base ai dati dell’inventario forestale multirisorse emerge che le leccete sono boschi a prevalenza di leccio (60% della composizione specifica e 50% della massa),
in mescolanza con altre latifoglie e pini mediterranei (pino d’Aleppo e marittimo),
che costituiscono il 7% della composizione specifica ed il 20% della massa. Fra le
latifoglie la specie più abbondante è l’orniello che, grazie alla sua rapidità di accrescimento, riesce a superare il denso strato del leccio e degli arbusti della macchia
con individui filati a chioma molto ridotta, ma talora in grado di limitare con
l’ombreggiamento gli arbusti. In generale si osserva la scarsa presenza di querce
caducifoglie, esse sono rappresentate unicamente dalla roverella, che costituisce
circa il 3% della composizione specifica ed il 2% del volume, ad indicare la presenza
di individui di piccole dimensioni che solo raramente entrano a caratterizzare la
struttura del bosco.
Mediamente sono presenti da 600 a oltre 1000 individui ad ettaro, a cui corrisponde
un area basametrica variabile fra 16 e 19 m2/ha ed un volume di 100-110 m3/ha.
La distribuzione diametrica vede la prevalenza delle classi diametriche inferiori a
15 cm, mentre i soggetti con diametro maggiore sono poco meno di 10 individui ad
ettaro, rappresentati soprattutto da conifere.
La tipologia dei boschi a prevalenza di leccio della Liguria, come nella maggior
parte delle altre Regioni italiane, è legata a differenze di gradiente idrico e termico,
anche se il limitato sviluppo dell’entroterra ligure riduce molto i diversi termini
di passaggio fra i due gradienti e, di conseguenza, i Tipi forestali; in funzione di
questi parametri le leccete si distinguono in xerofile, spesso rupestri, e mesoxero-
Grafico 1 - Ripartizione della composizione specifica per le Leccete e le Sugherete.
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Grafico 2 - Ripartizione della composizione volumetrica per le Leccete e le Sugherete.
file di versante o impluvi. Alle prime appartengono cenosi climaciche della fascia
mesomediterranea, spesso su suoli superficiali, con una abbondate presenza di specie sempreverdi tipiche della macchia mediterranea come corbezzolo, pistacchio,
scotano, mirto comune, ginestra di Spagna ed altre dell’associazione Viburno tiniQuercetum ilicis, la calicotone spinosa ed l’erica arborea sui substrati acidi. Fra le
altre specie arboree, sono presenti pino marittimo e d’Aleppo, che costituiscono lo
strato arboreo superiore, spesso di alcuni metri più alto rispetto al leccio; queste
specie rappresentano sia le riserve di cedui, ma più frequentemente hanno invaso
le radure lasciate libere dalla morte delle ceppaie di leccio. La diversa mescolanza
fra le specie arboree ed arbustive nella lecceta xerofila dipende, oltre che dal tipo
di substrato, anche dallo stadio evolutivo o di degradazione del bosco. La maggiore presenza di arbusti della macchia indica boschi molto giovani o degradati;
in questi casi, infatti, la maggiore luminosità permette alle specie sempreverdi della macchia mediterranea di raggiungere in altezza il leccio. Da un punto di vista
strutturale la maggior parte delle Leccete xerofile sono boschi senza gestione per
condizionamenti stazionali, più localmente cedui matricinati.
Nella Lecceta mesoxerofila la maggiore disponibilità idrica permette lo sviluppo di
latifoglie come roverella, carpino nero, orniello e castagno, mentre assi più limitata
è la partecipazione delle conifere; questo tipo, alquanto diversificato a seconda
delle condizioni stazionali locali, si manifesterebbe potenzialmente come una fustaia di leccio mista a diverse specie caducifoglie anche se attualmente il pregresso
sfruttamento ha eliminato o ridotto d’importanza alcune specie o ne ha favorito
altre. Da un punto di vista strutturale si tratta di cedui irregolarmente matricinati,
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localmente con aspetto di ceduo composto. Le riserve sono costituite soprattutto
da conifere e leccio, più raramente da roverella; carpino nero e castagno costituiscono la componente a ceduo.
Destinazioni ed indirizzi d’intervento selvicolturale
Destinazioni: le Leccete e le Sugherete sono habitat forestali d’interesse comunitario (cod. NATURA 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia e 9330:
Foreste di Quercus suber) il cui valore naturalistico è confermato non soltanto dalla elevata biodiversità, ma anche dalla loro relittualità; solo per i popolamenti a
prevalenza di leccio in stazioni con pendenze moderate e discreta fertilità per la
migliore disponibilità idrica (Lecceta mesoxerofila), è possibile anche evidenziare
una destinazione produttivo – protettiva.
La prevalente destinazione naturalistica, le difficili condizioni stazionali in cui
molti popolamenti si trovano, nonché la lenta dinamica evolutiva, spesso rallentata dagli incendi, non evidenziano generalmente la necessità di interventi selvicolturali attivi.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, gli obiettivi gestionali risultano la
conservazione e la valorizzazione della funzione naturalistica e paesaggistica, migliorando la stabilità e la funzionalità dei popolamenti, ovvero mantenendo determinati ecosistemi nelle fasi più mature, valorizzando la capacità di ospitare specie
rare, minacciate o endenismi.
Indirizzi d’intervento selvicolturali: l’elemento discriminante più significativo ai fini
selvicolturali fra i Tipi forestali individuati all’interno delle Leccete, si pone fra
le formazioni a sviluppo arboreo (cedui e fustaie) e quelle a sviluppo arbustivo,
che possono essere più comunemente denominate “macchie a leccio”, spesso non
soggette ad alcuna forma di gestione. Altra distinzione rilevante può essere evidenziata fra boschi di leccio con caratteri xerofili (Lecceta xerofila) e boschi con caratteri più mesofili (Lecceta mesoxerofila), soprattutto in merito alle diverse tendenze
evolutive.
Nel primo caso (Lecceta xerofila), tenuto conto della fragilità della cenosi e spesso
dell’inaccessibilità delle stazioni, non sono da prevedere interventi gestionali attivi;
solo nelle stazioni più accessibili e con maggiore fertilità si può valutare di volta in
volta l’opportunità di realizzare interventi di miglioramento, talora connessi con la
funzione di protezione diretta o per il mantenimento di fasce ecotonali. Anche per
le Sugherete non sono da prevedere interventi gestionali, ma occorre un costante
monitoraggio, valutando di volta in volta l’opportunità di realizzare azioni volte
a ricreare le condizioni per la ridiffusione della specie in macchie a corbezzoli ed
eriche o leccete.
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Gli interventi attivi proposti per i popolamenti con maggiore fertilità (Lecceta mesoxerofila) sono di due tipi:
1. Conversione a fustaia. La conversione a fustaia ha lo scopo di accelerare la successione nelle aree più fertili e ricche di biomassa (altezza media ≥ 8 m) ed in
grado di rispondere significativamente alla selezione dei polloni, migliorando le
funzioni naturalistiche, protettive ed estetiche. Il taglio di avviamento, eseguito
attraverso un diradamento libero dei polloni, ha il duplice obiettivo di reclutare
i soggetti migliori (più stabili e con chiome equilibrate) liberandoli dai concorrenti diretti e favorendone l’affrancamento, nonché di conservare le matricine di
più turni. Si tratta infatti di salvaguardare e valorizzare la componente di specie
caducifoglie (roverella, orniello, carpino nero, sorbi e altre specie sporadiche)
che tende ad essere aduggiata dal leccio; tale fenomeno si accentua in particolare nelle stazioni più aride, dove il leccio elimina progressivamente anche il piano
arbustivo ed erbaceo. La conversione a fustaia comporta il progressivo arretramento degli arbusti mediterranei che, con la chiusura del soprassuolo arboreo,
tendono ad essere relegati ai bordi: pertanto al fine di articolare maggiormente
la struttura delle Leccete in un mosaico di fasi differenziate, si può ipotizzare
di procedere a localizzate ceduazioni su piccole superfici, da eseguirsi lungo i
sentieri o le vecchie aie carbonili.
2. Mantenimento del governo a ceduo. La possibilità di mantenimento del governo
a ceduo deve essere inserita nell’ottica della gestione naturalistica di tali cenosi, con l’obiettivo di mantenere isole “ecotonali” in strutture che con il tempo
tendono a divenire chiuse e monoplane. La ceduazione può essere un’opportunità gestionale nei popolamenti misti con carpino nero, con roverella e con
castagno presenti su proprietà private e non incluse all’interno di Aree protette
o della Rete Natura 2000, adottando il criterio della matricinatura a gruppi
e provvedendo ad allungare i turni per favorire la rinnovazione del leccio. La
ceduazione, se eseguita con opportuni criteri spazio-temporali, non comporta
la degradazione del suolo, ma aumenta la biodiversità. La possibilità del mantenimento del governo a ceduo deve essere valutata in funzione della fertilità
stazionale edella composizione specifica, come l’abbondanza di carpino nero o
altre latifoglie tradizionalmente gestite come ceduo; all’interno delle Aree protette locali ceduazioni possono essere previste per mantenere elevato il livello di
biodiversita, tipica delle fasce di bordo dei boschi. In tutti i casi la ceduazione
non dovrà più essere praticata per le Leccete che hanno un’età superiore a 30-35
anni, in quanto oltre questi limiti il leccio perde buona parte della capacità pollonifera. Il numero di matricine da rilasciare e la loro distribuzione sulla superficie di taglio potrà variare in funzione della composizione specifica; in tutti i casi
è necessario aumentare il loro numero, in particolare di specie eliofile (roverella,
orniello ed arbusti) che hanno maggiori difficoltà a rinnovarsi in popolamenti
chiusi.
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Interventi da evitare: da evitare il ripristino o mantenimento del governo a ceduo
nel casi di popolamenti collassati e nei cedui con età superiore a 30-35 anni.
Raccomandazioni per la biodiversità
Tenendo presente che la tipologia d’intervento deve fare riferimento alla selvicoltura prossima alla natura, ovvero al rispetto delle dinamiche naturali e della diversità
degli ambienti e dei popolamenti, occorre evitare ogni tipo di taglio su estese superfici, indicativamente di dimensioni superiori a 2000 m2. In tal caso, si consiglia
di risparmiare da ogni intervento un certo numero di “isole”, per una superficie
pari al 30-40% del totale di ogni lotto d’intervento. Questo accorgimento si ritiene
particolarmente indicato per permettere alla piccola fauna, spesso estremamente
sensibile anche a piccole modificazioni ambientali, di ricolonizzare velocemente
l’area sottoposta a intervento non appena le condizioni ambientali ridivengono
idonee alla loro vita. Tali aree potranno essere individuate soprattutto in zone rocciose o particolarmente umide.
Fig. 7 - Le leccete xerofile (in alto a sinistra) risalgono sui versanti più aridi della riviera di Levante in mosaico con castagneti e pinete di pino marittimo (in primo piano la legaminosa arbustiva
Calicotome spinosa, tipica degli stadi post-incendio).
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Chiavi di riconoscimento
LECCETE E SUGHERETE (LE)
L’individuazione dei Tipi forestali presenti in questa Categoria è articolata su due
livelli. Il primo, fisionomico, permette di differenziare i popolamenti a prevalenza
di leccio dalle sugherete. Il secondo interessa esclusivamente i boschi di leccio,
differenziandoli funzione dei gradienti termico e idrico, correlati alla morfologia
delle stazioni occupate.
X Popolamenti a predominante leccio (Quercus ilex)
X versanti caldi; popolamenti con leccio generalmente in purezza, caratterizzati dall’assenza di carpino nero e dalla presenza importante di
specie termoxerofile, ivi compresi diversi arbusti della macchia mediterranea come mirto, filliree, lentisco o alaterno.
LECCETA XEROFILA (LE10X)
X popolamenti su substrati silicatici con maggior abbondanza di
corbezzzolo, eventualmente con pino marittimo (Pinus pinaster), talora sughera (Quercus suber) ed alcune differenziali acidofile come Asplenium onopteris ed Erica spp., Ulex europaeus,
Lavandula stoechas e Cistus salvifolius ai margini.
st. dei substrati silicatici (LE11X)
X versanti freschi, (bassi versanti o impluvi); popolamenti a prevalenza
di leccio, con presenza di carpino nero e di specie differenziali mesoxerofile e mesofile come alloro, dondolino, edera, eccetera.
LECCETA MESOXEROFILA (LE20X)
X Popolamenti a predominante sughera (Quercus suber).
QUERCETO DI SUGHERA (LE30X)
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LECCETA XEROFILA
Popolamenti a predominanza di leccio, in genere senza gestione, talora cedui matricinati, situati nella
fascia costiera su versanti caldi, anche rupestri; cenosi xerofile, da acidofile a calcifile.
TIPO FORESTALE
LE10X
CORINE Biotopes
45.31
Classificazione fitosociologica
NATURA 2000
9340
Diagramma Edafico
all.: Quercion ilicis Br. Bl. 1936.
ass.: Viburno tini - Quercetum ilicis (Br. Bl ex
Mol. 1934) Rivas-Martinez 1975, su substrati silicatici Asplenio onopteris- Quercetum ilicis Rivas
Martines 1974.
Distribuzione
Diffusa su tutto il territorio regionale, anche se
con distribuzione frammentaria.
Esposizione/Quota
Morfologia e substrati
Descrizione
Fondovalle
Terrazzi alluvionali antichi e recenti
Ambienti costieri
Pianori su versante
Impluvi ed incisioni in ambiente montano
Versanti montani
Forme in roccia e forme di accumulo di materiali detritici
Crinali montani
Forme di raccordo tra versante e fondovalle e/o pianura
Impluvi ed incisioni in ambiente collinare
Versanti collinari
Crinali collinari
z
Ambienti morfologici particolari
Il Tipo è presente sui versanti dei rilievi costieri,
spesso con rocciosità affiorante molto diffusa. I
substrati prevalenti sono calcarei, i suoli molto
superficiali, spesso assenti.
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- Esposizione prevalente: sud e ovest
- Quote: 0-600 m.
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Variabilità
Codice Nome
LE10A var. con pino d’Aleppo e/o pino
marittimo
LE11X st. dei substrati silicatici
LE11A var. con sughera
LE11B var. con pino marittimo
Possibili confusioni
Sono possibili confusioni con la Macchia alta
a corbezzolo ed eriche o con quella termomediterranea costiera con presenza significativa di
leccio, che si differenziano per la netta predominanza del leccio sulle specie arbustive; secondariamente è possibile la confusione con le forme
più aride della Lecceta mesoxerofila, da cui si
differenzia per l’assenza di specie mesofile.
Posizione nel ciclo dinamico
e tendenze evolutive
Si tratta di popolamenti climacici della fascia
mesomediterranea su suoli superficiali, che attualmente sono ancora poco maturi da un punto
di vista floristico e silvigenetico e con strutture
antropizzate (cedui e cedui invecchiati). Dalla
degradazione di queste leccete si originano diversi popolamenti afferibili alla macchia mediterranea o alla gariga, più o meno arborati con
pino d’Aleppo o pino marittimo.
SPECIE PRESENTI, INDICATRICI
E DIFFERENZIALI
Strato arboreo
Quercus ilex
3-5
Pinus halepensis
+-3
Strato arbustivo
Pistacia lentiscus
Cotinus coggygria
Myrtus communis
Erica arborea
Buxus sempervirens
Rhamnus alaternus
Pistacia terebinthus
Phillyrea angustifolia
Rosa sempervirens
Spartium junceum
Cytisus sessilifolius
+-3
+-2
+-2
+-2
+-2
+-1
+-1
+-1
+
+
+
Strato erbaceo
Smilax aspera
Lonicera implexa
Asparagus acutifolius
Rubia peregrina
Carex humilis
Osyris alba
Clematis flammula
Ampelodesmos mauritanicus
Cistus monspeliensis
Avenula bromoides
Teucrium chamaedrys
Helichrysum italicum
Scabiosa columbaria
Hedera helix
Psoralea bituminosa
Stachys recta
Sanguisorba minor
Dorycnium pentaphyllum
Anthyllis vulneraria
Seseli montanum
Galium corrudifolium
Dianthus sylvestris
+-3
+-2
+-2
+-2
+-2
+-2
+-1
+-1
+-1
+-1
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
Differenziali del St. dei substrati silicatici (LE11X)
Arbutus unedo
+-4
Pinus pinaster
+-3
Quercus suber
+-2
Calicotome spinosa
+-1
Asplenium onopteris
+
Ulex europaeus
+
Lavandula stoechas
+
Cytisus sessilifolius
+
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LECCETE E SUGHERETE (LE)
LECCETA MESOXEROFILA
Popolamenti a predominanza di leccio, sovente in mescolanza con caducifoglie come carpino nero,
acero minore, orniello, roverella e pini mediterranei, presenti su versanti freschi della fascia costiera.
Cedui semplici o matricinati. Cenosi mesoxerofile, da debolmente acidofile a calcifile.
TIPO FORESTALE
LE20X
CORINE
45.32
Classificazione fitosociologica
NATURA 2000
9340
Diagramma Edafico
all.: Quercion ilicis Br. Bl. 1936.
ass.: Orno-Quercetum ilicis Horvatic (1956)
1958.
Distribuzione
Presente in modo localizzato su tutto il territorio
regionale ad esempio nelle basse valli del Savonese e Genovese, promontorio di Portofino, Riviera Spezzina, eccetera.
Esposizione/Quota
Morfologia e substrati
Descrizione
Fondovalle
Terrazzi alluvionali antichi e recenti
Ambienti costieri
Pianori su versante
Impluvi ed incisioni in ambiente montano
Versanti montani
Forme in roccia e forme di accumulo di materiali detritici
Crinali montani
Forme di raccordo tra versante e fondovalle e/o pianura
Impluvi ed incisioni in ambiente collinare
Versanti collinari
Crinali collinari
Ambienti morfologici particolari
z
z
Il Tipo è presente su medi e bassi versanti dei rilievi costieri. I substrati prevalenti sono calcarei. con
suoli da superficiali a mediamente profondi, più o
meno evoluti, sempre con scheletro abbondante.
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- Esposizione prevalente: nord e intermedie
- Quote: 0-400 m.
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Variabilità
Codice
LE20A
LE20B
LE20C
Nome
var. con carpino nero
var. con castagno
var. con roverella
Possibili confusioni
Il Tipo può essere confuso con alcune forme più
evolute della Lecceta xerofila, da cui si differenzia per la presenza del carpino nero e altre specie
mesoxerofile, oltre per il diverso ambito morfologico di diffusione.
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quadricromiaGiallo quadricromiaNero
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SPECIE PRESENTI, INDICATRICI
E DIFFERENZIALI
Strato arboreo
Quercus ilex
Quercus pubescens
Ostrya carpinifolia
Castanea sativa
Pinus pinaster
Fraxinus ornus
Quercus crenata
3-5
+-3
+-3
+-2
+-1
+-1
+
Strato arbustivo
Cytisus sessilifolius
Erica arborea
Coronilla emerus
Rosa sempervirens
Ligustrum vulgare
Crataegus monogyna
Prunus spinosa
Cytisus villosus
+-3
+-3
+-2
+-1
+-1
+
+
+
Strato erbaceo
Sesleria autumnalis
Hedera helix
Brachypodium pinnatum
Festuca ovina
Smilax aspera
Ruscus aculeatus
Clematis vitalba
Geranium robertianum
Teucrium scorodonia
Rubus hirtus
Peucedanum cervaria
Rubia peregrina
Asplenium onopteris
Rubus ulmifolius
Stachys officinalis
Ranunculus bulbosus
Hieracium sylvaticum
Anemone trifolia
Pteridium aquilinum
Luzula forsteri
Asplenium trichomanes
Vincetoxicum hirundinaria
Teucrium chamaedrys
Ceterach officinarum
Osyris alba
+-3
+-3
+-2
+-2
+-2
+-2
+-1
+-1
+-1
+-1
+-1
+-1
+-1
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
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INDIRIZZI GESTIONALI
Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive
Si tratta dei popolamenti stabili, tipici della fascia mesomediterranea su suoli profondi con un bilancio
idrico più favorevole rispetto al tipo xerofilo. Attualmente la maggiore parte delle Leccete mesoxerofile
sono ancora poco mature da un punto di vista silvigenetico e con strutture tipiche di soprassuoli antropizzati. Con l’invecchiamento e l’avviamento a fustaia si dovrebbe avere un aumento della mescolanza
specifica, nella fattispecie un arricchimento in caducifoglie e una diversificazione strutturale.
Indirizzi di intervento
In funzione della fertilità e della composizione specifica si può scegliere fra due opportunità gestionali: il mantenimento del governo a ceduo o la conversione a fustaia.
La prima soluzione è idonea per tutti i cedui o fustaie sopra ceduo a regime (età inferiore a 35 anni)
ricchi di carpino nero (var. con carpino nero) e castagno (var. con castagno), soprattutto se di proprietà privata. In generale è opportuno un allungamento dei turni consuetudinari, con il contemporaneo rilascio di un congruo numero di riserve, adottando preferibilmente una matricinatura per
gruppi. Le riserve andranno scelte preferibilmente fra le querce e le latifoglie sporadiche.
La seconda soluzione invece, è l’obiettivo gestionale prevalente a breve e medio termine per i cedui
invecchiati, ovvero per i popolamenti presenti all’interno di Aree protette o di proprietà pubblica.
Nella maggior parte dei casi questo obiettivo può essere raggiunto attraverso interventi attivi, lasciando agire l’evoluzione naturale solo nelle aree di più difficile accesso. Operativamente è preferibile utilizzare la tecnica del diradamento libero dei polloni, prelevando non oltre il 30-35% della
massa presente. Al fine di salvaguardare la biodiversità ed evitare la scomparsa delle specie eliofile,
è opportuno risparmiare dalla conversione un certo numero di “isole”, da mantenere a ceduo, eventualmente sfruttando aperture già presenti: radure, sentieri, piste d’esbosco, ecc... ciò al fine di mantenere alcune specie tipiche della macchia mediterranea.
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quadricromiaNero quadricromia
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LECCETE E SUGHERETE (LE)
Fig. 8 - I popolamenti invecchiati di leccio presentano un elevato interesse paesaggistico.
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Cyan quadricromiaMagenta
quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo
quadricromiaGiallo quadricromiaNero
quadricromiaNero quadricromia
I tipi forestali della Liguria
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LECCETE E SUGHERETE (LE)
QUERCETO DI SUGHERA
Popolamenti con predominanza di quercia da sughero (Quercus suber) presenti nella fascia costiera
su substrati silicatici o ofiolitici, in genere ad alto fusto per la pregressa raccolta del sughero; cenosi
da xerofile a mesoxerofile, da mesoneutrofile ad acidofile.
TIPO FORESTALE
LE30X
CORINE
45.21
Classificazione fitosociologica
NATURA 2000
9330
Diagramma Edafico
all.: Quercion suberis Loisel 1971.
ass.: Simethido planifoliae – Quercetum suberis
Selvi 1997 p.p.
Distribuzione
Presente in modo molto localizzato fra Deiva Marina e le Cinque Terre e nel savonese (entroterra di
Albenga, Ciazze secche).
Morfologia e substrati
Esposizione/Quota
Descrizione
Fondovalle
Terrazzi alluvionali antichi e recenti
Ambienti costieri
Pianori su versante
Impluvi ed incisioni in ambiente montano
Versanti montani
Forme in roccia e forme di accumulo di materiali detritici
Crinali montani
Forme di raccordo tra versante e fondovalle e/o pianura
Impluvi ed incisioni in ambiente collinare
Versanti collinari
Crinali collinari
Ambienti morfologici particolari
z
Il Tipo è presente su terrazzamenti artificiali. I
substrati prevalenti sono silicei e ofiolitici, i suoli
sono superficiali, poco evoluti, con scarsa materia organica.
I tipi forestali della Liguria
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Cyan quadricromiaMagenta
quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo
quadricromiaGiallo quadricromiaNero
quadricromiaNero quadricromia
- Esposizione prevalente: sud e ovest.
- Quote: 0-200 m.
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LECCETE E SUGHERETE (LE)
Variabilità
Non sono presenti sottotipi e varianti.
Possibili confusioni
Il Tipo può essere confuso con la variante con
sughera della lecceta xerofila sottotipo dei substrati silicatici, con cui è spesso in contatto e da
cui si distingue per la prevalenza di quercia da
sughero sul leccio.
Posizione nel ciclo dinamico
e tendenze evolutive
Le strutture pure ad alto fusto si stanno gradualmente arricchendo in elementi della macchia
mediterranea e leccio. Fasi di degradazione della
sughereta sono solitamente macchie a corbezzolo ed eriche e, nel caso di gravi e ricorrenti incendi, gli arbusteti a Calicotome spinosa più o meno
arborati da pino marittimo.
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Cyan quadricromiaMagenta
quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo
quadricromiaGiallo quadricromiaNero
quadricromiaNero quadricromia
SPECIE PRESENTI, INDICATRICI
E DIFFERENZIALI
Strato arboreo
QUERCUS SUBER
Quercus ilex
Pinus pinaster
Fraxinus ornus
3-5
+-2
+-1
+
Strato arbustivo
Erica arborea
Arbutus unedo
Calicotome spinosa
Myrtus communis
Rosa sempervirens
+-4
+-2
+-2
+-1
+
Strato erbaceo
Rubia peregrina
Smilax aspera
Brachypodium rupestre
Allium triquetrum
Lonicera implexa
Asplenium onopteris
Ruscus aculeatus
Asparagus acutifolius
Lavandula stoechas
Cistus salvifolius
+-2
+-2
+-1
+-1
+
+
+
+
+
+
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