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I MANUALI DI C LINICAL PRACTICE Il management del paziente con Angioedema Ereditario Definizione e classificazione Manifestazioni cliniche e criteri diagnostici Patogenesi dell’angioedema ereditario Trattamento farmacologico Messaggi per la pratica clinica 2 © 2011 Effetti Srl via Gallarate 106 - 20151 Milano Tutti i diritti di riproduzione, traduzione e adattamento parziale o totale, con qualunque mezzo sono riservati Fotografa il QR Code con il tuo telefonino. Scaricherai automaticamente la Pubblicazione in formato pdf 3 SOMMARIO Sommario Introduzione Pagina 5 Definizione e classificazione Pagina 7 Manifestazioni cliniche e criteri diagnostici Pagina 14 Patogenesi dell’angioedema ereditario Pagina 22 Trattamento farmacologico Pagina 27 Messaggi per la pratica clinica Pagina 35 4 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE FACULTY Mauro Cancian Clinica Medica I, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Padova Marco Cicardi Medicina Interna, Ospedale Luigi Sacco, Università degli Studi di Milano Enrico Cillari Immunologia Clinica, Unità Operativa di Patologia Clinica, Azienda Ospedaliera “Cervello” di Palermo Vincenzo Montinaro Divisione di Nefrologia, Trapianti e Dialisi, Azienda Ospedaliera Universitaria “Consorziale Policlinico” di Bari Roberto Perricone Allergologia e Immunologia Clinica, Università Tor Vergata di Roma Massimo Triggiani Allergologia e Immunologia Clinica, Università Federico II di Napoli Andrea Zanichelli Dipartimento di Scienze Cliniche, Ospedale Luigi Sacco, Università degli Studi di Milano 5 INTRODUZIONE Introduzione angioedema ereditario (AEE) è una malattia genetica che colpisce presumibilmente un numero di persone compreso tra 1:10.000 e 1:50.000. Rientra, quindi, nella categoria delle malattie rare. Queste sono oltre cinquemila, e complessivamente rappresentano circa il 10% delle patologie umane. Si tratta di affezioni ad andamento cronico, invalidante o con decorso fatale: è stimato che solamente 1/3 dei pazienti potrà essere curato e avere una vita accettabile. Infatti, a causa della loro rarità sono malattie difficili da diagnosticare e da curare, e la loro limitata conoscenza comporta - per coloro che ne sono affetti e per i loro familiari - notevoli difficoltà nell’individuare i Centri specializzati nella diagnosi e nella cura e, quindi, nell’accesso agli eventuali trattamenti disponibili, con il risultato di ritardi inutili nella diagnosi, con visite mediche multiple e prescrizione di farmaci e trattamenti che spesso risultano inappropriati e persino dannosi (Figura 1). Altra criticità è la carenza di informazioni e di strumenti che aiutino il medico nella formazione e nella pratica clinica: l’identificazione di queste malattie e il L’ progresso nella ricerca di nuove procedure per la loro diagnosi e terapia si fondano - né potrebbe essere diversamente - proprio sulla diffusione delle conoscenze scientifiche già acquisite. Eppure, si stima che mediamente ci vogliano dai 3 ai 5 anni per arrivare a una diagnosi di malattia rara e non è raro raggiungere i 7; nel caso specifico dell’angioedema ereditario, la diagnosi può arrivare anche dopo 15 anni dall’esordio dei sintomi (Figura 2). Appare evidente che, dalla diagnosi all’impostazione della terapia farmacologica - classificata come orfana, al pari della scarsa assistenza e della gestione delle complicanze invalidanti o della disabilità residua - si I PAZIENTI CON MALATTIE RARE PAGANO RITARDI E ANCHE ERRORI DI DIAGNOSI CON LA CONSEGUENZA DI RICEVERE SPESSO TRATTAMENTI INAPPROPRIATI SE NON DANNOSI Figura 1 Stato dell’arte malattie rare: EURORDIS survey Il 25% dei pazienti aspetta tra i 5 e i 30 anni per una diagnosi Il 40% dei pazienti ha una diagnosi errata, con conseguenti interventi medico-chirurgici inappropriati Al 33% dei pazienti la diagnosi è stata comunicata in termini “non soddisfacenti”; nel 12.5% dei casi in modo “inaccettabile” Nel 25% dei casi, la natura genetica della malattie non è stata comunicata al paziente o alle famiglie. Nel 50% soltanto, è stato fornito un counselling genetico Nel 25% dei casi, la diagnosi è stata posta in regioni territoriali diverse dalla propria e il 2% in altro paese Tratto da: The Voice of 12,000 Patients”, EURORDIS, www. Eurordis. org I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE 6 Da qui emerge la necessità di: 2 Tempo trascorso tra inizio dei sintomi e diagnosi • diffondere la conoscenza della malattia per favorirne 18 la diagnosi; 16 14 • realizzare la disponibilità 12 piena, e ai più alti livelli 10 qualitativi, dei farmaci e dei 8 presidi terapeutici, anche a 6 fini di prevenzione; 4 • sostenere e favorire l’ac2 cesso di tutti i pazienti alle 0 terapie; Germania Francia UK Italia Spagna • sostenere e individuare EurordisCare2. Survey of the delay in diagnosis un’organizzazione capillare for 8 rare diseases in Europe. http://www.eurordis.org dell’attività di assistenza. Pertanto, è importante fornire al medico specialista NEL CASO SPECIFICO DELL’ANGIOEDEMA EREDITARIO, indicazioni di best clinical practice, tratte dalle conoLA DIAGNOSI PUÒ ARRIVARE ANCHE DOPO 15 ANNI scenze disponibili in letteratura e che riportino le opinioni condivise dagli Esperti, anche sulla base delle DALL’ESORDIO DEI SINTOMI esperienze dirette. Questo numero di Clinical Practice riporta le informazioni più importanti raccolte nelle varie fasi del percorso che ha coinvolto numerosi Esperti in una devono affrontare problemi complessi, diversi per età serie di incontri di approfondimento, con particolare ma comunque coinvolgenti ogni sfera nella vita del pariferimento agli aspetti clinici e gestionali legati a: ziente: familiare, sociale, psicologica. • patogenesi dell’angioedema ereditario/acquisito e Nell’angioedema ereditario, ritroviamo, appunto, tutte ruolo della bradichinina; le criticità fin qui riportate. • patologia e diagnosi differenziale; Infatti la malattia - caratterizzata da crisi spontanee e • terapia dell’angioedema ereditario. ricorrenti di gonfiore della pelle o delle mucose, quindi L’obiettivo finale è aumentare le conoscenze sulle peda possibili disturbi addominali o della respirazione, culiarità della patologia e definire un percorso diacon pericolo di vita in caso di crisi laringee - spesso gnostico-terapeutico standard, approfondendo i temi non viene riconosciuta, oppure viene scambiata con anche attraverso casi clinici di angioedema come sinmalattie più comuni, come allergie, coliche o appentomo isolato. dicite. Anni Figura Bibliografia essenziale Agostoni A, Aygoren-Pursun E, Binkley KE et al. Hereditary and acquired angioedema: problems and prognosis. Proceedings of the Third C1 esterase inhibitory deficiency Workshop and beyond. J Allerg Clin Immunol 2004; 114: S51-131. Nzeako UC. Diagnosis and management of angioedema with abdominal involvement: a gastroenterology perspective. World J Gastroeneterol 2010; 16 (39): 4913-21. SIMEU Journal. Angioedema ereditario in pronto soccorso: il ruolo dell’inibitore della C1-esterasi. Vol. 3 Settembre 2010. 7 DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE Definizione e classificazione angioedema ereditario (HAE) è una malattia rara che nella maggior parte dei casi è trasmessa come carattere autosomico dominante ed è dovuta a una mutazione del gene che codifica per l’inibitore del C1 (C1-INH) sul cromosoma 11. Ad oggi sono state identificate oltre 180 mutazioni del gene; tuttavia circa un quarto dei pazienti non presenta ascendenti affetti, avendo acquisito una mutazione de novo. La mutazione provoca un deficit dell’inibitore funzionale del C1, che si estrinseca in un ridotto livello sierico per diminuita sintesi o in una ridotta attività dell'inibitore dell'esterasi C1; entrambi le circostanze determinano l’attivazione della via classica del complemento. L'attivazione incontrollata del complemento genera mediatori vasosattivi che inducono edema: il quadro clinico dell'angioedema ereditario è L' caratterizzato da edema ricorrente del tessuto sottocutaneo - al viso e alle estremità - e delle mucose - più di frequente della laringe e dell'intestino (Figura 1). Esistono due tipi principali di angioedema ereditario da carenza di C1 inibitore: • il tipo I - riscontrato nell’85% dei casi - caratterizzato da concentrazioni marcatamente ridotte dell’inibitore (dal 5 al 30% del normale); • il tipo II - colpisce il 15% dei casi - caratterizzato L'ANGIOEDEMA EREDITARIO COMPARE IN PERSONE PRIVE DELLA CAPACITÀ DI SINTETIZZARE C1 INIBITORE NORMALMENTE FUNZIONANTE Figura 1 Classificazione dell’angioedema senza orticaria secondo le caratteristiche cliniche o eziopatogenetiche (n=776) Pazienti Numero % Rapporto Età all’esordio, anni maschi/femmine Mediana Range Correlato ad un fattore specifico* 124 16 0.51 39 13-76 Malattia/infezione autoimmune 55 7 0.62 49 3-78 ACE-inibitore correlato 85 11 0.93 61 32-84 Da deficit di C1-inibitore Ereditario Acquisito 197 183 14 25 0.88 1.8 8 56.5 1-34 42-76 Eziologia non nota (idiopatica) 294 38 Istaminergico 254 0.56 40 7-86 Non-istaminergico 40 1.35 36 8-75 Edema periferico/generalizzato 21 0.17 - 3 *Correlato al cibo, ad un farmaco, a puntura di insetto, ad un allergene ambientale o ad altro stimolo fisico Zingale LC, et al. CMAJ 2006 8 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura Ruolo dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) nella regolazione 2 dei sistemi renina-angiotensina e callicreina-chinina Recettore AT2 HMWK Callicreina plasmatica Angiotensina I Bradichinina Arg Arg Val Tyr Ile His Pro Phe His Leu Arg Pro Pro Gly Phe Ser Pro Phe Arg ACE Arg Arg Val Tyr Ile His Pro Phe Arg Pro Pro Gly Phe Ser Pro Phe Arg Angiotensina II Recettore AT1 HMWK: Chininogeno ad alto peso molecolare Bas M. et al. Allergy 2007 ESISTONO DUE TIPI DI ANGIOEDEMA EREDITARIO, DETERMINATI DA DIFFERENTI MUTAZIONI DEL GENE CHE CODIFICA PER L’INIBITORE C1 da quantità normali o elevate di una proteina immunologicamente cross-reagente, ma funzionalmente inattiva. Essi sono indistinguibili dal punto di vista clinico, ma determinati da mutazioni con effetti differenti. Nel tipo I, la mutazione impedisce la sintesi di un prodotto proteico ritrovabile nel palsma, per cui è caratterizzato da un basso livello sia antigenico che funzionale dell’inibitore del C1. La mutazione che provoca il tipo II, quasi sempre localizzata nell’esone 8 a livello o in vicinanza del sito attivo, consente la produzione di una proteina misurabile nel plasma ma alterata nella sua funzione: i livelli del C1 inibitore antigenico sono normali o talvolta aumentati, ma i livelli di quello funzionale sono ridotti. E’ stato descritto, inoltre, un terzo tipo di angioedema familiare (HAE di tipo III), nel quale tuttavia risultano normali sia i livelli dell’inibitore antigenico che quelli funzionali. Nei primi casi descritti, la patologia era presente solo nelle donne e correlava con variazioni fisiologiche o farmacologicamente indotte dei livelli di estrogeni. Successivamente sono state comunque riconosciute famiglie in cui la malattia era presente anche in soggetti maschi. In alcune famiglie la malattia segrega con mutazioni del gene per il fattore XII sul cromosoma 5. Pertanto, ad oggi si distinguono due categorie principali di angioedema ereditario: • HAE da deficit genetico del C1 inibitore, che include il tipo I e II; • HAE con livelli normali di C1 inibitore, tipo III, che include: - variante con mutazioni del gene che codifica per il fattore XII, - variante idiopatica. Oltre all’angioedema ereditario, sono state descritte due forme acquisite, sintomatologicamente indistinguibili dalla forma ereditaria: una caratterizzata da carenza di C1 inibitore, l’altra da alterato catabolismo di peptidi vasoattivi. ANGIOEDEMA DA CARENZA ACQUISITA DI C1 INIBITORE (AAE) L’angioedema da carenza acquisita di C1 inibitore, spesso identificato semplicemente con angioedema acquisito, è una condizione ancora più rara dell’angioedema ereditario ed è associata frequentemente a 9 malattie linfoproliferative e/o anticorpi anti-C1 inibitore, piu raramente è stata descritta nel contesto di malattie autoimmuni, infezioni, neoplasie. In questi casi la carenza di C1 inibitore è dovuta ad aumentato consumo come ben documentato in presenza di anticorpi diretti contro il C1 inibitore. La presentazione clinica è simile a quella dell’angioedema ereditario, ma per la trasmissione manca la familiarità, e generalmente si manifesta dopo la quarta decade di vita. ANGIOEDEMA ACQUISITO FARMACO-INDOTTO Aumentate concentrazioni di bradichinina possono derivare anche da alterazioni del metabolismo della bradichinina stessa. E’ il caso dell’angioedema da ACE-inibitori (ACE-i). Infatti, l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) svolge due funzioni: a) converte l’angiotensina I in angiotensina II, b) inattiva la bradichinina (Figura 2). Pertanto, l’inibizione farmacologica dell’ACE riduce il catabolismo della bradichinina. L’incidenza di angioedema da ACE-i è piuttosto bassa: 0.1-1% in pazienti trattati con ACE-i. La popolazione africana e il sesso femminile sono i più col- DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE OLTRE ALLE FORME DI ANGIOEDEMA EREDITARIO, SONO STATE DESCRITTE ANCHE FORME ACQUISITE COME QUELLA INDOTTA DA ACE-INIBITORI piti. L’insorgenza della sintomatologia non ha un andamento costante: è più frequente dopo il primo mese di trattamento, ma sono descritti casi anche dopo 10 anni di trattamento. Negli ultimi anni si è comunque riscontrato un aumento di angioedema da utilizzo di ACE-i: circa il 30% dei pazienti visitati al Pronto Soccorso per angioedema ha sviluppato sintomi legati all’utilizzo di ACE-i. Di eziologia diversa è, invece, l’angioedema associato all’utilizzo di anti-infiammatori non steroidei (FANS) o di salicilati, dovuto all’eccessiva produzione di prostaglandine, e spesso associato a orticaria. Infine, esistono alcune forme di angioedema indistinguibili sintomatologicamente dall’AAE, tuttavia senza deficit di C1-INH o pregresso utilizzo di farmaci, e non responsivi agli anti-istaminici; per questi motivi vengono indicati con il termine di angioedema idiopatico non istaminergico (AEI). C1- inibitore e l’attivazione del complemento Come accade per altri sistemi operanti nell'organismo, quali quello della coagulazione e quello delle chinine, l’attivazione del complemento avviene con un meccanismo detto a cascata, per attivazione sequenziale dei vari componenti complementari che circolano in forma inattiva. L’attivazione della via classica dipende dalla interazione di tre proteine del complemento, C1, C4 e C2, con il complesso antigene-anticorpo. La reazione inizia con il legame del C1 alle immunoglobuline di tipo IgG1, IgG3 e IgM fissate a un antigene multivalente. Il primo componente del complemento (C1) è costituito da tre sub componenti, C1q, C1r e C1s. Il C1q è composto da sei catene disposte radialmente a ombrello e svolge un'azione di ricognizione legandosi specificamente alla regione Fc delle immunoglobuline. Il C1r e il C1s svolgono, invece, un’azione enzimatica: il legame di due o più catene di C1q alle immunoglobuline attiva il C1r, che a sua volta attiva il C1s. C1r e C1s scindono enzimaticamente le componenti C4 e C2 della cascata complementare - il C4 in due frazioni: il C4a e C2b che rimangono in circolo e il C4b e C2a che si legano covalentemente alla membrana cellulare. C1s attiva il C2 in due frazioni: la C2a e la C2b. La C2b rimane in fase fluida mentre la C2a si lega al C4b, dando luogo al complesso C4b-C2a. 10 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura 1 Ruolo del C1 inibitore Via classica del complemento C1q C1r C1r C1sC1s Via d’attivazione del contatto Fattore XII Chininogeno ad alto peso molecolare C1INH e ecallantide Fattore XI Proteasi C1 del complemento C1INH Attivazione C1q C1r C1r C1sC1s C1INH C4C 2 Assemblaggio C3 convertasi + C1q C1r C1r C1sC1s C4b C2a Fattore + XIIa + + Chininogeno ad alto Via fibrinolitica peso molecolare Plasminogeno + + Fattore XIa + C1INH Chininogeno ad alto peso molecolare Callicreina + Plasmina Fibrina + C1INH Degradazione della fibrina Chininogeno ad alto peso molecolare Precallicreina C1INH e ecallantide C1INH C1INH + Chininogeno ad alto Bradichinina peso molecolare Callicreina Recettore B2 Icatibant della bradichinina Membrana cellulare BL Zuraw. N Engl J Med 2008 Questo complesso costituisce l'enzima C3 convertasi della via classica, capace di legarsi al C3 e di scindere C3 in C3a (anafilotossina) e in C3b, che si lega alla membrana cellulare, formando la C5 convertasi. Tale cascata è regolata da molecole inibitrici della via classica: il C1 inibitore (C1-INH), il C4 binding protein (C4bp), e la serina-proteasi, detta fattore I. Il C1-INH è una SERPINa - acronimo di SERine Protease INhibitor, ossia un inibitore delle proteasi seriniche, e agisce bloccando le attività enzimatiche del complesso C1s e C1r; inoltre, è il più importante inibitore fisiologico del sistema di contatto della coagulazione. Il C4bp inibisce la via classica del complemento provocando la dissociazione del dimero C4b,2a e facilitando l’azione inibitrice del fattore I sul C4b, da cui deriva il C4bi (inattivato). Le restanti componenti della cascata complementare (C5, C6, C7, C8, C9) si legano in successione alla membrana cellulare, inserendosi nel contesto dello strato lipidico della parete cellulare. L'ultimo componente della cascata, il C9, ha la capacità di polimerizzare nel punto in cui si è inserito, formando dei pori nella membrana cellulare, attraverso i quali acqua e ioni hanno libero accesso all'interno della cellula, determinandone dapprima il rigonfiamento osmotico e, poi, la lisi. Ancora, la proteolisi dei componenti C3, C4 e C5 genera i relativi frammenti, che si assemblano tra loro nelle varie fasi di attivazione del complemento e i frammenti C3a, C4a e C5a, ad attività anafilotossininica, che inducono una risposta infiammatoria fissandosi ai relativi recettori di membrana presenti prevalentemente sui mastociti, sui neutrofili, sulle cellule endoteliali. Il C1 inibitore regola tre sistemi a cascata: la via clas- 11 sica del complemento; il sistema callicreina-chinina del sistema di contatto; la via fibrinolitica. Nell’attivazione della via classica del complemento, la proteasi C1 è attivata e, quindi, assembla la C3 convertasi. Il C1 inibitore svolge un ruolo primario nell'attivazione della via classica del complemento, nella formazione di chinina del sistema di contatto e nella fibrinolisi (figura 1); la disfunzione causa perdita dell'omeostasi con disegolazione del complemento e conseguente attivazione del sistema di contatto. In assenza della funzionalità di C1-INH, l'attivazione di C1 porta a un'incontrollata attività C1, con esaurimento di C4 e C2 e rilascio di un peptide vasoattivo la bradichinina - da C2. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE L'edema episodico, localizzato, che non conserva l'impronta, deriva infatti dagli effetti vasodilatatori della bradichinina sulle venule postcapillari. Nella via di attivazione da contatto, tracce di fattore XIIa attivano altro fattore XII e la precallicreina. Il fattore XIIa attivato a sua volta attiva il fattore XI in fattore XIa, portando ad aumento della formazione di fibrina. Il fattore XIIa attivato e la callicreina si attivano reciprocamente e, quindi, la callicreina plasmatica cliva il chininogeno ad alto peso molecolare con rilascio di bradichinina. Lungo la via fibrinolitica, infine, il plasminogeno attivato a plasmina (una serina-proteasi) dal fattore XII, determina la lisi della fibrina. CASO CLINICO Qualità della vita e patologie associate ad angioedema ereditario • • Donna di 37 anni affetta da crisi di angioedema cutaneo e delle mucose del volto, scarsamente responsive a steroidi e anti-istaminici, e scatenate da microtraumi cutanei: il lavarsi il viso o i capelli o lo struccarsi comportano la comparsa di angioedemi dolorosi e urenti. Familiarità per angioedema assente. La sintomatologia è tale da compromettere severamente le capacità relazionali: la paziente non si lava per timore di angioedemi, non esce di casa, ha fotofobia con conseguente incupimento del tono dell’umore. • Gli esami di laboratorio rivelano valori anticorpali alterati [IgG1mg/dl = 261 (vn.580-700); IgG2=258 (vn.290-350); IgG3 = 13 (vn.68-82); IgG4 = 9 (vn.29-35); sIgA = 1.82 (5-20)], con alterato rapporto CD4/CD8 e, a sorpresa, valori dell’angiotensin converting enzyme (ACE) aumentati [(ACE = 29.8 (vn.<20)]. Tuttavia la paziente, che è, inoltre, intollerante al glutine e ai derivati del latte, mostra valori di C1 inibitore funzionale e quantitativo normali, eccetto un modesto consumo del complemento nelle fasi acute dell’attacco. Figura 1 Ruolo dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) Induce la conversione di angiotensinogeno in angiotensina I e II Induce la degradazione della bradichinina in peptidi inattivi Gli ACE-inibitori riducono chemotassi neutrofila polmonare in evidenze sperimentali (di stress respiratorio acuto, fibrosi polmonare) Gli ACE-inibitori riducono l’infiltrazione delle cellule T helper CD4+ esprimenti IL-17 (Th17) nelle malattie autoimmuni, come l’encefalomielite autoimmune (EAE) e la gastrite autoimmune I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Commento Le orticarie fisiche costituiscono il 15-20% di tutte le forme di orticarie/angioedema ricorrenti. Hanno in comune la caratteristica di essere scatenate da una causa fisica nota: comparsa dopo esercizio fisico; o sfregamento cutaneo (dermografismo sintomatico); o dopo esposizione della cute al caldo, al freddo, alla luce solare, a vibrazioni o pressioni; o dopo applicazioni di acqua sulla pelle. Si ritiene che alla base delle manifestazioni suddette siano coinvolte le mastcellule con liberazione di istamina (Figura 1). A riguardo, le citochine sembrano svolgere un ruolo chiave: l’espressione di interleuchina 17 (IL-17) è stata associata a molte malattie autoimmuni. 12 Essa è stata riscontrata nel siero e negli organi bersaglio di pazienti affetti da artrite reumatoide, sclerosi multipla, malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) e lupus eritematoso sistemico (LES), oltre che nel liquido sinoviale di pazienti affetti da artrite di Lyme. Nel morbo di Crohn, cellule producenti solo IL-17 o IL-17 e IFN-a, sono state identificate nel sangue periferico e nella mucosa intestinale. Anche nella granulomatosi di Wegener è presente una risposta TH17 aumentata. Infine sono state registrate alte concentrazioni di IL-17 e IL-23 nel siero, nella saliva e nelle ghiandole salivari dei pazienti affetti da sindrome di Sjogren. Bibliografia essenziale Abbas AK, Lichtman AH, Pober JS. Immunologia cellulare e molecolare. Padova, Piccin, 2002. Agostoni A, Aygoren-Pursun E, Binkley KE et al. Hereditary and acquired angioedema: problems and prognosis: proceedings of the third C1 esterase inhibitory deficiency workshop and beyond. J Allerg Clin Immunol 2004; 114: S51-131. Banerji A, Clark S, Blanda M et al. Multicenter study of patients with angiotensin-converting enzyme inhibitor-induced angioedema who present to the emergency department. Ann Allergy Asthma Immunol. 2008; 100(4): 327-32. Bas M, Adams V, Suvorava T et al. Nonallergic angioedema: role of bradykinin. Allergy 2007; 62: 842-856. Binkley KE, Davis A. Clinical, biochemical, and genetic characterization of a novel estrogen-dependent inherited form of angioedema. J Allergy Clin Immunol. 2000; 106/3: 546-550. Brickman CM, Tsokos GC, Balow JE et al. Immunoregulatory disorders associated with hereditary angioedema. I. Clinical manifestations of autoimmune disease. J Allergy Clin Immunol 1986; 77(5): 749-57. 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I pazienti non trattati hanno in media un attacco ogni 7-14 giorni, ma la frequenza è molto variabile nei diversi casi. La forma cutanea ha tipicamente un andamento lento: la deformazione del distretto colpito aumenta progressivamente fino a raggiungere l’estensione massima in 12-36 ore, per poi regredire completamente in un tempo che varia tra 2 e 4 giorni. ttualmente in Italia circa 1500 persone sono affette da angioedema ereditario, ma meno del 50% di queste sa di essere malata, e spesso la diagnosi viene effettuata a distanza, anche di 15 anni, dall’esordio della sintomatologia. Le sedi maggiormente colpite sono la cute del viso o delle estremità, la mucosa gastroenterica e le prime vie aeree (Figura 1). L’angioedema è provocato da un edema profondo del tessuto sottocutaneo o della mucosa dovuto a un au- A L’ANGIOEDEMA INTERESSA SOPRATTUTTO LA CUTE DEL VISO E DELLE ESTREMITÀ, LA MUCOSA GASTROENTERICA E LE PRIME VIE AEREE Figura 1 Sede e percentuale di frequenza di angioedema nei vari organi e distretti % pazienti (n=201) 100 Analisi per paziente 100% 97% 80 54% 60 40 22% 20 9% 8% ua ng i L lo fa 5% 0 te Cu G o ge ic in er r t La en ro t as U l go a ce En i sc Ve ca 5% 4% 4% 4% 2% i e ni ce go ol en ra fa sc z io R o o u a T M ol Es ic rt A Bork K, et al. Am J Med 2006 15 Più spesso viene interessato un singolo distretto, ma non è infrequente una localizzazione multipla o un andamento migrante. L'edema cutaneo (Figura 3) non è accompagnato da prurito, discromia, arrossamento o orticaria - malgrado fugaci rash eritematosi, di solito con aspetto a carta geografica (eritema marginato) possano precedere la comparsa del vero angioedema - e spesso è senza grave dolore. L’edema della parete intestinale (Figura 4) può causare forti crampi addominali, talvolta associati a vomito e/o diarrea. Il quadro clinico, in assenza di edema del sottocutaneo, è difficilmente distinguibile da un attacco di addome acuto, e può accompagnarsi a leucocitosi e a versamento peritoneale visibile all’esame ecografico, tale da esporre il paziente a inutili interventi chirurgici. L’evento più temuto è, tuttavia, l'edema della glottide (Figura 5), spesso indistinguibile da un attacco anafilattico e, peraltro, non responder alla comune terapia farmacologica antiallergica. Tutte le localizzazioni orali e faringee, nonché quelle esterne del collo, devono essere considerate ad alto rischio per evoluzione in edema della glottide e, quindi, in insufficienza respiratoria acuta. Queste localizzazioni hanno, come tutte le altre, una progressione lenta nell’arco di alcune ore, ma il passaggio dai sintomi generici di edema di faringe/cavo orale (disfagia, senso di corpo estraneo, alterazioni nel timbro della voce) all’insufficienza respiratoria acuta può essere difficilmente prevedibile ed estremamente repentino. Si stima che più della metà dei soggetti abbia sviluppato un episodio di edema la- MANIFESTAZIONI CLINICHE E CRITERI DIAGNOSTICI Figura 2 Struttura della cute Orticaria Angioedema Figura 3 Differenza tra angioedema e orticaria Figura della mucosa 4 Angioedema intestinale L’EDEMA CUTANEO È DISTINGUIBILE DALL’ORTICARIA, MENTRE L’EDEMA DELLA PARETE INTESTINALE PUÒ MIMARE UN ATTACCO DI ADDOME ACUTO ED ESPORRE IL PAZIENTE A INUTILI INTERVENTI CHIRURGICI Wong RC et al. Gastroenterology 1999 16 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE L’EDEMA DELLA GLOTTIDE, SPESSO INDISTINGUIBILE DA UN ATTACCO ANAFILATTICO, È NON RESPONDER ALLA TERAPIA ANTIALLERGICA Figura durante e dopo 5 Laringoscopia angioedema dell’epiglottide ringeo, e in circa il 30% dei casi non diagnosticati è stato causa di morte per asfissia. Infine, nell’1-2% dei casi, possono essere presenti sintomi neurologici o essere coinvolte altre sedi: l’apparato urinario, l’apparato muscolo scheletrico, le sierose toraciche o l’apparato genitale. Spesso gli attacchi presentano un decorso prevedibile: sono preceduti da prodromi sensazione di formicolio - e l’edema si aggrava lentamente ma inesorabilmente nel corso delle prime 24 ore per poi gradualmente ridursi e scomparire nelle 48-72 ore seguenti; inoltre, possono verificarsi in seguito a traumi o piccoli interventi chirurgici, dopo un esercizio fisico intenso, durante le mestruazioni o per uno stress emotivo. Pertanto, sulla base della sola sintomatologia edemigena possono essere incluse condizioni eterogenee e TUTTE LE LOCALIZZAZIONI ORALI E FARINGEE DEVONO ESSERE CONSIDERATE AD ALTO RISCHIO PER EVOLUZIONE IN EDEMA DELLA GLOTTIDE E, QUINDI, Tsunoda K et al. Laryngoscope 2000 IN INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA Figura 6 Angioedema Angioedema Con orticaria Risoluzione dopo profilassi con antistaminico Senza orticaria Dovuto a cause specifiche (farmaci, cibi, ecc) Non risoluzione dopo profilassi con antistaminico Deficit di C1 inibitore Dovuto ad ACE-inibitori Angioedema idiopatico istaminergico Dovuto a parassiti, infezioni, malattie autoimmuni Idiopatico non-istaminergico Cicardi M, Zanichelli A. Intern Emerg Med Published online 22 May 2010, DOI: 10.1007/s11739-010-0408-3 17 MANIFESTAZIONI CLINICHE E CRITERI DIAGNOSTICI Figura biochimica di angioedema dovuto a deficit ereditario (HAE) 7 Diagnosi o acquisito (AAE) di C1 inibitore Tipo di angioedema HAE di tipo I HAE di tipo II AAE C1-INH quantitativo C1-INH C4 funzionale quantitativo C1q quantitativo Anticorpi anti C1-INH Negativi Basso Basso Basso Normale >50% Basso Basso Normale Negativi Basso/normale Basso Basso Basso nel 70% dei pazienti Alto titolo nel 70% dei pazienti Livelli bassi= al di sotto del 50% dei valori normali Cicardi M, Zanichelli A. Intern Emerg Med Published online 22 May 2010, DOI: 10.1007/s11739-010-0408-3 con patogenesi molto diversa. Tuttavia alcune semplici caratteristiche saranno utili a orientare la diagnosi differenziale (Figura 6): • insorgenza acuta/cronica • con/senza orticaria • con/senza fattori scatenanti. L’angioedema con orticaria è una condizione acuta di frequente riscontro nella popolazione generale, talvolta recrudescente, e sempre direttamente correlata a un evento scatenante. Il mediatore principale delle manifestazioni è l’istamina, in grado di determinare angioedema con orticaria, e nei casi più gravi anafilassi. L’angioedema senza orticaria è più frequentemente una condizione cronica, e raccoglie un gruppo eterogeneo di malattie, nelle quali tuttavia la patogenesi non è istaminergica, ma ricollegabile all’azione della bradichinina. L’eterogeneità clinica e la facile sovrapposizione della sintomatologia con fenomeni più propriamente allergici, fa sì che in Italia la condizione non abbia uno specialista medico di riferimento, venendo gestita prevalentemente dai medici del Pronto Soccorso, e solo in piccola percentuale da dermatologi, allergologi e internisti. Questo si discosta da quanto avviene nel resto d’Europa, in particolare al Nord, dove sono maggiormente coinvolti i dermatologi. Nel contempo, la scarsa specificità dei sintomi fa sì che la condizione possa a lungo non essere inquadrata come entità nosologica specifica, e rimanere LA DIAGNOSI DI ANGIOEDEMA EREDITARIO SI AVVALE DI UNA ACCURATA ANAMNESI FAMILIARE, DI CRITERI CLINICI E DI CRITERI DI LABORATORIO come interrogativo diagnostico-terapeutico, ovviamente a rischio di gravi conseguenze, soprattutto in condizioni di emergenza. Da qui l’importanza di una diagnosi tempestiva e corretta di angioedema ereditario (Figura 6). CRITERI DIAGNOSTICI La diagnosi di angioedema ereditario si avvale di una accurata anamnesi familiare, di criteri clinici e di criteri di laboratorio: • storia familiare conclamata di angioedema da carenza di C1 inibitore; • angioedema sottocutaneo, non pruriginoso, non eritematoso, autolimitante, solitamente ricorrente e di lunga durata (più di 12 ore), con nessuna o scarsa orticaria, talvolta preceduto da eruzione cutanea a tipo eritema marginato; • dolori addominali ricorrenti (spesso con vomito e/o diarrea), senza altra causa, a risoluzione spontanea in 12-72 ore; • edemi ricorrenti laringei; • livelli antigenici di C1 inibitore <50% del nor- 18 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE LA DIAGNOSI DI ANGIOEDEMA EREDITARIO È STABILITA IN PRESENZA DI ALMENO UN CRITERIO CLINICO E DI ALMENO UN CRITERIO DI LABORATORIO male in 2 determinazioni separate e dopo il primo anno di vita; • livelli di attività funzionale di C1 inibitore <50% del normale in 2 determinazioni separate e dopo il primo anno di vita; • mutazione del gene di C1 inibitore che altera la sintesi e/o la funzionalità della proteina. Quest’ultima metodica va riservata solo ai casi di assenza di familiarità: lo screening genetico è piuttosto complesso, infatti in mancanza di regioni specifiche o di mutazioni specifiche responsabili del deficit di C1-INH l’intero gene deve essere sequenziato per arrivare alla diagnosi. La diagnosi viene stabilita in presenza di almeno un criterio clinico e di almeno un criterio di laboratorio, mentre la presenza di storia familiare conclamata di angioedema da carenza di C1 inibitore associata a un criterio di laboratorio permette di definire il paziente portatore asintomatico. Inoltre, va ricordato che, in assenza della funzionalità di C1-INH, l'attivazione di C1 porta a un'incontrollata attività C1, con esaurimento delle frazioni C4 e C2. Pertanto il dosaggio del C4 è un utile parametro indiretto di carenza di C1-INH (Figura 7). Per contro, nel caso di episodi di anafilassi istaminomediata, i valori della triptasi sierica rimangono elevati per circa 6 ore dopo l’episodio acuto e testimoniano l’attivazione (degranulazione) dei mastociti tissutali, le cellule effettrici primarie delle reazioni allergiche. Infine, l’analisi genetica per l’individuazione di mutazioni nel gene che codifica per FXII può essere d’ausilio per la diagnosi e nel definire la trasmissibilità dell’angioedema di tipo III con C1-INH normale. Anafilassi: patogenesi e sintomatologia L’anafilassi sistemica rappresenta l’evento più drammatico e potenzialmente letale delle manifestazioni allergiche; è una reazione immunologica di tipo I mediata dall’interazione tra anticorpi specifici della classe IgE e un antigene. L’interazione tra le IgE - presenti sui recettori (FceRI) delle cellule effettrici primarie delle reazioni allergiche (mastociti tissutali e basofili circolanti) - e l’antigene (allergene) determina una serie complessa di eventi biochimici che inducono il rilascio di mediatori chimici vasoattivi, principalmente istamina, triptasi, leucotrieni, prostaglandine, platelet activating factor. Anche meccanismi non IgE-mediati possono indurre l’anafilassi: i meccanismi alla base di queste reazioni includono l’attivazione diretta di mastociti e basofili non mediata da anticorpi di classe E, l’attivazione del complemento o di proteine plasmatiche della coagulazione, o del sistema callicreina-chinina e meccanismi neuro-psicogeni. L’effetto del rilascio di istamina e di altri mediatori vasoattivi liberati dai mastociti tessutali e dai basofili circolanti determina un rapido passaggio di liquidi - fino al 50% del volume circolante in 10 minuti - dallo spazio intravascolare a quello extravascolare, tale da indurre grave ipotensione e collasso, associato a possibili aritmie e ischemia miocardica, oppure compromissione della funzione ventilatoria per broncocostrizione delle vie aeree inferiori o edema a carico di quelle superiori. Clinicamente si distingue: • una sintomatologia cutanea caratterizzata da prurito, eritema, orticaria e angioedema, con coinvolgimento delle mucose adiacenti: prurito del palato, prurito e parestesia del faringe, prurito ed edema delle mucose genitali; • una sintomatologia a carico dell’apparato respiratorio: rinorrea, disfonia, raucedine, edema la- 19 • ringeo, tosse, ostruzione laringea, broncospasmo, fino all’arresto respiratorio; un interessamento dell’apparato gastrointestinale: crampi addominali, nausea, vomito, incontinenza fecale, diarrea, con o senza incontinenza MANIFESTAZIONI CLINICHE E CRITERI DIAGNOSTICI • urinaria e crampi uterini; un coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare con sintomi e segni di diversa gravità: tachicardia, alterazioni pressorie, aritmia, shock, fino all’arresto cardiaco. CASI CLINICI 1. Valutazione del paziente affetto da angioedema: dalla sintomatologia all’emergenza • • • Una donna di 46 anni viene visitata in Pronto Soccorso per un episodio di edema del volto, con coinvolgimento delle palpebre e della lingua, insorto da più di 24 ore e refrattario al trattamento domiciliare con corticosteroidi per via parenterale. In passato la paziente era stata più volte ricoverata per episodi dolorosi addominali, e in una circostanza aveva effettuato una laparotomia esplorativa per sospetta endometriosi, peraltro non riscontrata. L’anamnesi familiare viene ritenuta non significativa. Al Pronto Soccorso i valori dell’emogasanalisi risultano nella norma. Viene instaurata una terapia a base di cortisonici e prometazina. A distanza di circa un’ora la sintomatologia appare leggermente migliorata, tuttavia si procede a un ricovero presso il reparto di medicina/dermatologia. Poco dopo il ricovero la donna comincia e manifestare segni di stress respiratorio che diventano presto chiaramente indicativi di edema della glottide; viene subito somministrata adrenalina, ma senza alcun beneficio. La paziente entra in coma che rimane irreversibile. Commento Questo caso è esemplificativo dell’andamento della sintomatologia e della necessità di un tempestivo inquadramento diagnostico, tanto più in presenza di una sintomatologia subdola, che può tuttavia rapidamente evolvere verso situazioni di emergenza - nei soggetti con angioedema ereditario l’edema della glottide, per quanto in genere molto meno repentino che nell’anafilassi, può essere rapidamente progressivo soprattutto nel caso siano interessate regioni adiacenti (la paziente aveva una edema della lingua). Viene evidenziato l’iter diagnostico classico dell’angioedema, dove spesso tra l’esordio della malattia e la diagnosi intercorre diverso tempo, con il rischio di interventi chirurgici inutili. Va rimarcato, che, qualora in corso di angioedema periferico dovesse insorgere l’edema della laringe, bisogna mettersi immediatamente nelle condizioni di intervenire anche in modo invasivo con intubazione o tracheotomia. Nel caso citato, la sintomatologia non è dipesa dal rilascio di istamina, per cui la terapia antianafilattica non ha alcun effetto (vedi box anafilassi). Da qui l’imperativo della diagnosi corretta e della disponibilità di farmaci salva-vita. 2. Urgenza chirurgica o angioedema addominale? • • Il caso tratta di un soggetto di sesso maschile di 38 anni, affetto da angioedema ereditario e con familiarità per la condizione, trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso in preda a nausea, vomito, dolori addominali trafittivi e refrattari a terapia sintomatica. Gli esami di laboratorio effettuati all’ingresso • mostrano: emoconcentrazione, leucocitosi neutrofila, proteina C-reattiva (PCR) aumentata, funzionalità epato-pancreatica nella norma. Durante il ricovero al Pronto Soccorso la sintomatologia edematosa peggiora con la comparsa di edema della glottide. 20 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura 1 Ecografia addominale in corso di angioedema dell’intestino Agostoni A, et al. J Allergy Clin Immunol 2004 Commento Le coliche addominali acute rappresentano una causa frequente di accesso al Pronto Soccorso, in tutte le fasce d’età, ognuna con la propria prevalenza eziologica. La sintomatologia può essere più o meno intensa, e associata a segni e sintomi variabili in relazione alla patogenesi e agli organi coinvolti: nausea, vomito, diarrea, febbre, disuria, ematuria, ipovolemia. Ciò non toglie che le caratteristiche cliniche, la localizzazione e irradiazione del dolore spontaneo o evocato, alcuni esami bioumorali - emocromo, formula leucocitaria, PCR, funzionalità epatica e pancreatica, esame urine - eventuali indagini strumentali - ecografia (figura 1), radiografia, TAC - consentono in genere di indirizzarsi verso alcune possibili cause tralasciandone altre, con particolare riferimento all’individuazione/esclusione di un addome acuto di pertinenza chirurgica. Nel caso descritto il paziente giunge al Pronto Soccorso nella infrequente ma felice situazione di conoscenza della propria condizione di portatore di deficit genetico per il C1 inibitore, dunque dando al medico una prima probabile ipotesi diagnostica da confermare con l’impiego della terapia appropriata. Una sintomatologia addominale grave in un portatore di HAE ha alta probabilità di essere legata ad una localizzazione della malattia alla mucosa gastroenterica. Questo, però, non può essere confermato in maniera certa e pertanto, non potendosi escludere a priori altre patologie, il paziente va immediatamente trattato con i presidi terapeutici che si sono dimostrati efficaci per interrompere l’attacco acuto. La favorevole risposta al trattamento conferma, con criterio ex iuvantibus, l’ipotesi diagnostica di angioedema della mucosa gastrointestinale. L’altra cosa che colpisce, tuttavia, è l’inatteso e difficilmente prevedibile interessamento di altre sedi: l’HAE perlopiù interessa un singolo distretto, ma non di rado può avere localizzazioni multiple o andamento migrante; da qui l’importanza di non sottovalutare la sintomatologia di esordio e trattarla prontamente, perché le condizioni cliniche possono aggravarsi rapidamente. 21 MANIFESTAZIONI CLINICHE E CRITERI DIAGNOSTICI Bibliografia essenziale Agostoni A, Aygoren-Pursun E, Binkley KE et al. Hereditary and acquired angioedema: problems and prognosis. Proceedings of the Third C1 esterase inhibitory deficiency Workshop and beyond. J Allerg Clin Immunol 2004; 114: S51-131. Bowen, T, Cicardi M, Farkas H et al. 2010 international consensus algorithm for the diagnosis, therapy and management of hereditary angioedema. Allergy Asthma Clin Immunol. 2010; 6(1): 24. Cicardi M, Zingale LC, Zanichelli A et al. Angioedema ereditario da carenza di C1 inibitore. Consensus Document italiano per la diagnosi e la terapia. Giornale It di Allergologia ed Immunol Clin 2008; 18(4): 114-122. Cugno M, Zanichelli A, Foieni F et al. C1-inhibitor deficiency and angioedema: molecular mechanisms and clinical progress. Trends Mol Med 2009; 15(2): 69-78. de Crescenzo G. Trattamento farmacologico delle reazioni anafilattiche ed anafilattoidi in Reazioni anafilattiche ed anafilattoidi. G. Marone. Eds Springer 1997: 115-131. Farkas H. Pediatric hereditary angioedema due to C1-inhibitor deficiency. Allergy Asthma Clin Immunol 2010; 6: 2-10. Kaplan AP, Greaves MW. Angioedema. J Am Acad Dermatol 2005; 53: 373-88. Marone G. “Epidemiologia e rilevanza delle reazioni anafilattiche” in “Reazioni anafilattiche ed anafilattoidi. Patogenesi, prevenzione, diagnosi e terapia” Eds Springer 1997: 1-12. Marone G. Human Basophils and Mast Cells: Biological Aspects. Karger, Basel 1995: 28. Nzeako UC. Diagnosis and management of angioedema with abdominal involvement: a gastroenterology perspective. World J Gastroeneterol 2010; 16(39): 4913-21. Rook A, Wilkinson DS, Ebling FJB, Champion RH, Burton JL. Textbook of Dermatology. Blackwell Scientific Publications. Fourth edition. Temiño VM, Stokes Peebles R. The Spectrum and Treatment of Angioedema. The American Journal of Medicine 2008; 121: 282286. Tsunoda K, Hozaki F, Aikawa J. Angioedema for the epiglottis associated with enalapril. Laryngoscope 2000; 110(12): 2147-8. Wong RC, Phan TG, Adelstein S et al. Image of the month. Gastroenterology 1999; 514: 77. Zingale LC, Castelli R, Zanichelli A et al. Acquired deficiency of the inhibitor of the first complement component: presentation, diagnosis, course, and conventional management. Immunol Allergy Clin North Am 2006; 26: 669-690. 22 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Patogenesi dell’angioedema ereditario l medico tedesco Heinrich Irenaeus Quincke fu il primo a descrivere, nel 1882, un quadro clinico che egli indicò con il proprio nome, e che a distanza di pochi anni il dott William Osler chiamerà edema angioneurotico ereditario. Da allora numerosi progressi sono stati compiuti nella comprensione dei meccanismi patogenetici dell’angioedema bradichinina-mediato, in particolare del ruolo del C1 inibitore (C1-INH). La carenza di C1-INH provoca instabilità nei diversi sistemi controllati da questa proteina: complemento, fase di contatto, coagulazione e fibrinolisi (Figura 1), svolgendo un ruolo primario nell’omeostasi dei di- I LA CARENZA DI C1-INH PROVOCA INSTABILITÀ NEI DIVERSI SISTEMI CONTROLLATI DALLA BRADICHININA: COMPLEMENTO, FASE DI CONTATTO, COAGULAZIONE E FIBRINOLISI versi sistemi proteolitici; tuttavia, il mediatore dell’aumento della permeabilità vascolare è la bradichinina, che svolge questa funzione legandosi al recettore B2 localizzato sulle cellule dell’endotelio vascolare. Infatti, l’aumentata attività della bradichinina è centrale nella patogenesi di tre delle cinque forme di angioedema non allergico: angioedema ereditario (HAE), angioedema acquisito (AAE) da carenza di C1 inibitore, e angioedema indotto dagli inibitori del sistema renina-angiotensina. La bradichinina è un nanopeptide (Figura 2) prodotto a partire dal chininogeno ad alto peso molecolare, grazie all’azione proteolitica della calleicreina. Il peptide, fisiologicamente attivo, appartiene al gruppo delle proteine dette chinine. I suoi effetti comprendono vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, contrazione delle cellule muscolari lisce non vascolari e dolore. Finora sono stati identificati due tipi di recettori della bradichinina, distinti in B1 e B2; nella patogenesi dell’angioedema è di rilievo solo il recettore B2. Figura 1 Ruolo del C1 inibitore nell’inibizione proteasica nel plasma Via Proteasi Via del contatto Callicreina Fattore XIIa Fattore XI Via del complemento C1r C1s MASP2 Via fibrinolitica Attivatore del plasminogeno Plasmina % capacità inibitoria del C1 inibitore 42-48% 47% 90% 100% 100% n.d. Davis AE. Ann Allergy Asthma Immunol 2008 23 PATOGENESI DELL’ANGIOEDEMA EREDITARIO La bradichinina si lega ai recettori B2, costitutivamente espressi sulla superficie delle cellule endoteliali, stimolando la produzione di ossido nitrico; questo fa contrarre l’actina intracellulare con apertura delle giunzioni interendoteliali, facilitando il passaggio di fluidi dall’interno all’esterno dei vasi, e la formazione dell’edema (Figura 3). A questo proposito, Massimo Cugno e coll. hanno valutato con il metodo radioimmunologico dopo separazione con cromotografia liquida ad alta prestazione i dosaggi di bradichinina durante e dopo la remissione dell’attacco acuto di angioedema: • nei pazienti con deficit genetico di C1-INH i dosaggi di bradichinia sono risultati molto aumentati durante l’attacco, tra 18.0 e 90.0 pM (valori normali 0.2-7.1 pM); • nei pazienti con storia di angioedema acquisito da ACE-i, i valori di bradichinina sono risultati particolarmente alti durante la somministrazione del farmaco, mentre in un paziente i valori sono diminuiti del 93% con la sospensione dell’ACE-i; • in un paziente con angioedema idiopatico, il dosaggio di bradichinina nel sangue refluo dal braccio edematoso presentava alti valori di bradichina (20.0 pM) rispetto al braccio controlaterale non edematoso (6.6 pM); • 4 pazienti con angioedema istamino-mediato mostravano valori normali/bassi di bradichinina malgrado l’attacco acuto. Precedentemente risultati analoghi erano stati ottenuti da Nussberger e coll, con una sperimentazione simile Figura 2 Bradichinina Peso molecolare: 1060.21 Dalton Formula: C50H73N15O11 su 6 pazienti affetti da forme diverse di angioedema (Figura 4). Le conoscenze sull’eziopatogenesi dell’HAE di tipo III con C1-INH normale sono, invece, più limitate. Venne descritto per la prima volta dieci anni fa e nei primi casi le caratteristiche distintive, oltre alla mancanza del difetto biochimico, erano costituite dalla presenza di sintomi nel solo sesso femminile, e quasi NELL’ANGIOEDEMA EREDITARIO SONO COINVOLTI I RECETTORI B2 DELLA BRADICHININA, ESPRESSI SULLA SUPERFICIE DELLE CELLULE ENDOTELIALI Figura del vaso in condizioni normali (a) e in seguito al legame 3 Struttura della bradichinina al recettore B2 (b) A Bradichinina B Recettore B2 della bradichinina Cellula endoteliale Giunzioni interendoteliali serrate Bradichinina Recettore B2 della bradichinina Giunzioni interendoteliali aperte 24 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura plasmatica di 4 Concentrazione bradichinina in 6 pazienti affetti da angioedema L’AUMENTO DELLE CONCENTRAZIONI DI BRADICHININA SIA IN PAZIENTI 90 Concentrazione plasmatica bradichinina (fmol/mL) DIVERSI STUDI HANNO DIMOSTRATO HAE tipo I HAE tipo II AAE AE da ACE-i 50 CON ANGIOEDEMA EREDITARIO CHE FARMACO INDOTTO 40 30 20 10 0 Range di normalità Attacco Remissione Nussberger J, et al. Lancet 1998 sempre solo in relazione con l’incremento fisiologico o farmacologico dei livelli di estrogeni. Attualmente viene considerata una malattia eterogenea con forme clinicamente, e forse anche eziopatogeneticamente, diverse: in particolare in un certo numero di famiglie la patologia segrega con due specifiche mutazioni nel FXII che potrebbe condurre a un’aumentata attivazione della fase di contatto con liberazione di bradichinina come nel deficit di C1INH. Origine, metabolismo e funzioni della bradichinina La bradichinina viene sintetizzata localmente in grandi quantità durante i processi flogistici. Ad esempio, l'infiammazione che segue un trauma o la puntura di un insetto porta all'attivazione della callicreina, un enzima proteolitico che agisce immediatamente sulle proteine plasmatiche -2 globuline, liberando callidina. A sua volta, questa chinina viene prontamente convertita in bradichinina dagli enzimi tissutali. La bradichinina può essere sintetizzata a partire dal suo precursore (chininogeno o bradichininogeno) anche in seguito all'attivazione del fattore di Hageman (XII) della coagulazione, e per opera di varie sostanze di origine endogena o esogena - tra cui gli enzimi proteolitici presenti nel veleno delle vespe e di vari serpenti. La massima sintesi di bradichinina si apprezza durante fenomeni anafilattici e shock di origine traumatica. Le azioni della bradichinina (figura 1) sono in parte dirette, tramite interazione con specifici recettori 1 e 2, e in parte indirette, mediante rilascio di ossido nitrico, di prostacicline e di fattore iperpolarizzante di derivazione endoteliale (ED- HF). La bradichinina viene inattivata entro pochi minuti dalla sua formazione, per intervento di enzimi, quali l'aminopeptidasi P, la carbossipeptidasi e l’ACE (enzima di conversione dell'angiotensina). Pertanto, i farmaci ACE-inibitori utilizzati nel trattamento dell'ipertensione devono la loro preziosa attività ipotensiva anche all'effetto inibitorio sulla degradazione della bradichinina. Allo stesso tempo, quest'attività terapeutica è responsabile di alcuni effetti collaterali potenzialmente riconducibili alla terapia con ACE-inibitori, come la tosse secca stizzosa e l'angioedema. 25 PATOGENESI DELL’ANGIOEDEMA EREDITARIO Figura 1 Funzioni farmacologiche e fisiologiche della bradichinina Apparato Risposta farmacologica/fisiologica Stato patofisiologico SNC Stimolazione neuroni sensoriali primari Algesia acuta Rilascio sostanza P, neurochinina A Dolore cronico infiammatorio Immune Produzione IL-1, TNF Aumentata permeabilità vascolare Infiammazione, edema, rinite Anafilassi cutanea Respiratorio Broncospasmo, broncocostrizione Asma, rinite Vascolare Rilascio prostaglandine, NO, Ipotensione transitoria, Fattore iperpolarizzante di derivazione tachicardia compensatoria endoteliale (EDHF) Vasodilatazione, permeabilità vascolare Urinario/renale Inibizione del riassorbimento del NA+ dai dotti collettori corticali Altro Aumentata contrattilità uterina Alterazione barriera emato-encefalica Iponatremia (?) Skidgel RA, Erdös EG. The Pharmacological Basis of Therapeutics 10th ed. 2005 CASO CLINICO Ruolo della bradichinina nella patogenesi dell’angioedema • Si tratta di una giovane donna di 27 anni, che sin dall’infanzia presenta una sintomatologia (colica dolorosa addominale) associata a edemi delle mani, della durata media di 5 giorni. La paziente riferisce anche un episodio di edema laringeo. La storia clinica, pur in assenza di familiarità, orienta la diagnosi verso un angioedema da deficit di C1-INH probabilmente ereditario con mutazione de novo, visto l’esordio della sintomatologia in età infantile; infatti gli esami ematici alla diagnosi mostrano una riduzione delle frazioni C1 inibitore e C4 del comple- Figura 1 Angioedema non associato ad orticaria (non istaminergico) HAE AAE AE da ACE-i AEI AE Farmacoindotto Non nota FANS, oppiacei, altro Non nota Bradichinina Leucotrieni, altri Eziologia Genetico: deficit C1-INH* Acquisito: deficit C1-INH ACE-i, sartani Bradichinina Bradichinina Bradichinina Mediatori * HAE tipo I e II Bas M, et al. Allergy 2007 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE mento: C1 inibitore funzionale 11% (v.n. 64131%); C1 inibitore antigene 4% (v.n. 70115%); C4 12 mg/dL (v.n. 20-50). • All’età di 14 anni, essendo le manifestazioni molto frequenti, inizia un trattamento con un antifibrinolitico, che tuttavia a lungo andare si rivela insufficiente sia per una profilassi a lungo termine, sia per controllare gli eventi in acuto. • All’età di 18 anni, con l’inizio degli studi universitari, si ha una ulteriore esacerbazione della sintomatologia che viene quindi trattata con un C1 inibitore plasmatico in acuto, e successivamente con androgeni- che determinano immediata alterazione del ciclo mestruale senza un significativo miglioramento della sintomatologia. La paziente quindi sospende gli androgeni e comincia il trattamento in acuto con un antagonista selettivo della bradichinina - icatibant - che rispetto al C1 inibitore può più agevolmente essere somministrato a 26 domicilio dal medico curante. Col trattamento degli attacchi in fase precoce la paziente riesce a ridurre marcatamente la durata degli angioedemi, ottenendo una qualità di vita quasi normale. L'angioedema ereditario (figura 1) compare in persone geneticamente prive della capacità di sintetizzare C1 inibitore normalmente funzionante. Le mutazioni responsabili dell'angioedema ereditario sono eterogenee e, a causa di mutazioni spontanee, nel 20-25% dei pazienti manca una storia familiare negli ascendenti. Tuttavia, i valori bioumorali permettono un inquadramento diagnostico e orientano la terapia. Malgrado le procedure di profilassi instaurate, il continuo ricorrere degli attacchi causati dall’elevata concentrazione di bradichinina circolante a causa del deficit del C1-INH, rende ragione dell’utilizzo mirato degli antagonisti recettoriali della bradichinina. Bibliografia essenziale Bas M, Adams V, Suvorava T et al. Nonallergic angioedema: role of bradykinin. Allergy 2007; 62: 842-856. Binkley KE, Davis A 3rd. Clinical, biochemical, and genetic characterization of a novel estrogen-dependent inherited form of angioedema. J Allergy Clin Immunol 2000; 106(3): 546-50. Cicardi M, Banerji A, Bracho F et al. Icatibant, a New Bradykinin-Receptor Antagonist, in Hereditary Angioedema. N Engl J Med 2010; 363: 532-541. Cugno M, Nussberger J, Cicardi M et al. Bradykinin and the pathophysiology of angioedema. Int Immunopharmacol 2003; 3: 311317. Davis AE 3rd. Hereditary angioedema: a current state-of-the-art review III: mechanisms of hereditary angioedema. Ann Allergy Asthma Immund 2008; 100: S7-12. Dewald G, Bork K. Missense mutations in the coagulation factor XII (Hageman factor) gene in hereditary angioedema with normal C1 inhibitor. Biochem Biophys Res Commun 2006; 343(4): 1286. Donaldson VH, Evans RR. A biochemical abnormality in hereditary angioneurotic edema: absence of serum inhibitor of C' 1esterase. Am J Med 1963; 35: 37-44. Kaplan AP. 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Ciò non toglie che la persistente associazione del sintomo angioedema a un fatto propriamente allergico e il conseguente trattamento con anti-istaminici, cortisone e adrenalina, continua a esporre il paziente portatore di deficit da C1-INH a gravi rischi per la salute nonché a interventi strumentali/chirurgici inutili. Quindi, di fronte a un soggetto con attacco acuto di edema - tranne nei casi in cui è necessario mantenere la pervietà della vie aeree - va posta particolare attenzione a raccogliere un’accurata anamnesi, con relativa analisi dei sintomi e diagnosi differenziale (vedi figura 6 pagina 16) per instaurare prontamente la terapia più appropriata. La terapia dell’angioedema da deficit di C1-INH prevede tre diversi momenti: • trattamento dell’attacco acuto • profilassi a breve termine degli attacchi • profilassi a lungo termine degli attacchi. Per questo tipo di patologia sono oggi disponibili in Italia quattro farmaci con finalità d’uso diverse (figura 1): l’inibitore umano della C1-esterasi, l’antagonista dei recettori B2 della bradichinina icatibant, il danazolo e l’acido tranexamico. In particolare, l’utilizzo del danazolo e dell’acido tranexamico è frutto di dati clinici derivanti dai primi anni Sessanta e della lunga esperienza dei clinici; tuttavia, devono essere somministrati continuativamente, pertanto il beneficio clinico va soppesato contro il rischio di effetti collaterali a lungo termine (vedi di seguito il caso clinico), particolarmente elevato per i derivati del testosterone, non indicati prima I dei 18 anni e nelle donne in gravidanza. Gli obiettivi del trattamento dell’evento acuto sono di ridurre la mortalità e le complicanze dell’attacco, evitando comportamenti e trattamenti che ne favoriscono l’insorgenza. L’inibitore umano della C1-esterasi è entrato in uso per il trattamento in fase acuta già a partire dal 1980. Diversi preparati si sono resi disponibili; quello registrato attualmente in Europa e in Italia è il concentrato plasmatico pastorizzato, da somministrare per via endovenosa alla dose di 20 U/kg. La rapidità d’azione - già apprezzabile entro 30 minuti dalla somministrazione - lo rende utilizzabile anche nelle situazioni di emergenza come l’edema della glottide. Tuttavia, il ruolo chiave svolto dalla bradichinina nella patogenesi dell’angioedema da carenza di C1INH pone il suddetto mediatore come punto di partenza cruciale per lo sviluppo di terapie efficaci. ICATIBANT Icatibant è il primo antagonista competitivo selettivo per i recettori B2 della bradichinina, indicato per il trattamento sintomatico degli attacchi acuti di angioedema ereditario negli adulti con carenza di C1- ICATIBANT È IL PRIMO ANTAGONISTA COMPETITIVO SELETTIVO PER I RECETTORI B2 DELLA BRADICHININA INDICATO PER IL TRATTAMENTO DEGLI ATTACCHI ACUTI DI ANGIOEDEMA EREDITARIO DA CARENZA DI C1-INIBITORE 28 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura 1 Trattamenti farmacologici per l’angioedema ereditario da deficit di C1-inibitore Principio attivo Indicazioni Via di somministrazione Dosaggio Inibitore umano della C1-esterasi Attacco acuto Profilassi a breve termine Endovena 20 U/kg Icatibant Attacco acuto Sottocutanea 30 mg Danazolo Profilassi a lungo termine Profilassi a breve termine Orale 50-200 mg/die* Acido tranexamico Profilassi a lungo termine Orale 2-3 g/die* * Dose minima efficace SIMEU Journal 2010 ICATIBANT È STATO VALUTATO IN DUE STUDI MULTICENTRICI IN DOPPIO CIECO, RANDOMIZZATI VERSO PLACEBO (STUDI FAST 1 E 2) OPPURE ACIDO TRANEXAMICO esterasi inibitore. Le proprietà farmacocinetiche indicano che, dopo una somministrazione sottocutanea, la biodisponibilità assoluta di icatibant è del 97%; il tempo per raggiungere la massima concentrazione è di 0,5 ore, con volume di distribuzione di circa 20-25 L; l'emivita terminale è di circa 1.2 ore. Icatibant è ampiamente metabolizzato da enzimi proteolitici in metaboliti inattivi, che sono in gran parte eliminati nelle urine. Gli studi in vitro hanno confermato che icatibant non viene degradato tramite vie metaboliche ossidative; non è un inibitore dei principali isoenzimi del citocromo P450; non è un induttore dei citocromi CYP 1A2 e 3A4. Gli studi FAST Icatibant è stato di recente valutato in due studi di fase III - denominati FAST (For Angioedema Subcutaneous Treatment 1) - dal disegno identico: doppio cieco, randomizzati e multicentrici, in pazienti che nei sei mesi precedenti avevano avuto più di 7 attacchi di angioedema ereditario cutaneo o addominale con sintomi moderati/severi. Nello studio FAST-1, 56 pazienti sono stati randomizzati a ricevere icatibant oppure placebo, mentre nello studio europeo, FAST-2, 74 soggetti sono stati trattati con icatibant o acido tranexamico per via orale, alla dose di 3 g al giorno per 2 giorni. Icatibant è stato somministrato una sola volta per via sottocutanea alla dose di 30 mg. In entrambi gli studi, alla fase controllata è seguita una fase in aperto durante la quale gli altri episodi di angioedema sono stati trattati con icatibant con possibilità di utilizzare sino a 3 dosi da 30 mg nelle 24 ore (Figura 2). Endpoint • Sulla base del sintomo principale - dolore addominale, dolore cutaneo, edema cutaneo - l’endpoint principale è stato il tempo dall’inizio della risoluzione dei sintomi del 30% (TOR30+) riportato dal paziente usando la scala di valutazione visual analogue scale (VAS): - rappresentato da una riduzione del punteggio della VAS di ≥30 mm per una VAS basale di 100 mm e di ≥21 mm per una VAS basale di 30 mm - calcolato retrospettivamente come il tempo nel quale la risoluzione dei sintomi è stato documentata da 3 misurazioni consecutive sulla VAS. • Tempo all’iniziale miglioramento dei sintomi secondo il paziente e il medico • Tempo alla quasi completa risoluzione dei sintomi (TOR90+): risoluzione del 90% dei sintomi 29 TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Figura 2 Gli studi FAST: pazienti assegnati al braccio di trattamento Consenso informato Esami di screening Primo attacco eleggibile Edema cutaneo o addominale Edema laringeo Trattamento in doppio cieco: icatibant 30 mg s.c. 1x vs comparatore Trattamento in aperto: icatibant 30 mg s.c. 1x Attacchi successivi (cutanei, addominali, laringei) Fase in aperto: estensione in aperto icatibant 30 mg s.c. fino a 3 volte per attacco • Tasso di risposta TOR30+ a 4 ore dopo l’inizio del trattamento. Risultati L’endpoint è stato raggiunto in 2.5 ore con icatibant versus 4.6 ore con placebo nello studio FAST-1 (p=0.14), mentre nel FAST-2, la regressione dei sintomi del 30% (TOR30+) è stata raggiunta in 2 ore dopo la somministrazione di icatibant rispetto alle 12 ore con l’inibitore della fibrinolisi, l’acido tranexamico (p<0.001) (Figura 3). Parallelamente, icatibant ha arrestato la sintomatologia (TOR90+) in un tempo altamente significativo rispetto all’acido tranexamico (10 ore vs 51 ore; p<0.001) (Figura 4). La percentuale di pazienti con risposta TOR30+ a 4 ore dopo l’inizio del trattamento è stata del 67% per icatibant vs 46% per placebo nel FAST-1 e del 80% per icatibant vs 31% per placebo nel FAST-2 (P<0.001). Inoltre, in entrambi gli studi il tempo di miglioramento dei sintomi è stato giudicato sia dal paziente, sia dal medico significativamente più breve - pari ad un’ora- nel braccio icatibant. In aggiunta, il proseguimento del trial in aperto ha evidenziato un rapido miglioramento della sintomatologia con icatibant anche nei pazienti affetti da attacchi di edema della glottide. Nello studio FAST-1, 3 pazienti trattati con icatibant e 13 trattati con placebo hanno avuto bisogno di trattamento con farmaci di salvataggio. Gli effetti collaterali più frequenti nei due trial sono state reazioni della sede di iniezione, come eritema, gonfiore e, occasionalmente, prurito e dolore; tali sintomi sono stati transitori e si sono risolti spontaneamente, senza alcun intervento. Non è stato osservato nessun evento avverso grave imputabile a icatibant. ICATIBANT HA DIMOSTRATO DI RIDURRE O DI ARRESTARE I SINTOMI DELL’ATTACCO ACUTO IN UN TEMPO ALTAMENTE SIGNIFICATIVO RISPETTO ALL’ACIDO TRANEXAMICO 30 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE Figura 3 Tempo all’inizio della risoluzione dei sintomi secondo il gruppo di studio Nel trial FAST-2, un paziente nel gruppo icatibant e due nel braccio ac. tranexamico non sono stati valutabili per punteggio inferiore a 30mm della scala VAS basale Singoli pazienti Due pazienti Tre pazienti Quattro pazienti Tutti i pazienti del FAST-1 150 125 Cinque pazienti Nove pazienti Pazienti del FAST-1 con tempo a risoluzione ≤10 ore 10.0 p=0,14 7.5 Ore Ore 100 75 5.0 50 2.5 25 0 0.0 Icatibant Placebo (n=27) (n=28) Tutti i pazienti del FAST-2 150 125 Icatibant Placebo (n=23) (n=21) Pazienti del FAST-2 con tempo a risoluzione ≤10 ore 10.0 p<0,001 7.5 Ore Ore 100 75 5.0 50 2.5 25 0 0.0 Icatibant (n=35) Ac. tranexamico (n=36) Icatibant (n=33) Ac. tranexamico (n=16) Cicardi M et al. NEJM 2010 IL TEMPO DI MIGLIORAMENTO DEI SINTOMI È STATO GIUDICATO SIGNIFICATIVAMENTE PIÙ BREVE (UN’ORA) SIA DAL MEDICO CHE DAL PAZIENTE In conclusione, nei pazienti con angioedema ereditario e attacchi acuti, è stato osservato un beneficio significativo con icatibant rispetto ad acido tranexamico in uno studio, e un beneficio non significativo con icatibant rispetto a placebo nell’altro studio per quanto riguarda l’endpoint primario. Tuttavia, in quest’ultimo caso, il beneficio di icatibant potrebbe essere stato nascosto dall’uso precoce di farmaci di salvataggio. 31 TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Figura 4 Tempo alla risoluzione quasi completa dei sintomi secondo il gruppo di studio Singoli pazienti Due pazienti Tre pazienti Quattro pazienti Tutti i pazienti del FAST-1 150 125 Cinque pazienti Nove pazienti Pazienti del FAST-1 con tempo a risoluzione ≤10 ore 10.0 p=0,08 7.5 Ore Ore 100 75 5.0 50 2.5 25 0 0.0 Icatibant (n=27) Placebo (n=29) Icatibant (n=14) Tutti i pazienti del FAST-2 150 125 Placebo (n=8) Pazienti del FAST-2 con tempo a risoluzione ≤10 ore 10.0 p<0,001 7.5 Ore Ore 100 75 5.0 50 2.5 25 0 0.0 Icatibant (n=36) Ac. tranexamico (n=38) Icatibant (n=20) Ac. tranexamico (n=8) Cicardi M et al. NEJM 2010 ALTRI FARMACI Gli altri due farmaci utilizzati, danazolo e acido tranexamico sono, invece, indicati per la profilassi degli attacchi: • la profilassi a breve termine si effettua con la finalità di evitare la comparsa di angioedema. Questo tipo di terapia trova il suo impiego principale nei soggetti che devono essere sottoposti a ma- DURANTE IL TRATTAMENTO NON SI SONO OSSERVATI EVENTI COLLATERALI GRAVI MA SOLO TRANSITORI, CHE SI SONO RISOLTI SPONTANEAMENTE SENZA NECESSITÀ DI INTERVENTO 32 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE OLTRE ALL’INIBIZIONE SELETTIVA DEI RECETTORI DELLA BRADICHININA OTTENUTA CON ICATIBANT, SONO IN STUDIO DIVERSI ALTRI FARMACI CHE UTILIZZANO MECCANISMI D’AZIONE DIFFERENTI novre mediche che comportano traumatismi del cavo orale, o delle prime vie aeree, nel caso di interventi odontoiatrici, indagini endoscopiche o intubazione tracheale. Traumatismi in tali regioni possono infatti scatenare un edema della regione laringea, con le ovvie conseguenze. Il concentrato umano della C1-esterasi, somministrato entro le 6 ore precedenti l’evento a rischio, rappresenta il trattamento più diffuso. Qualora l’evento sia programmato, gli androgeni attenuati somministrati 5 giorni prima dell’intervento possono costituire un’alternativa; • la profilassi a lungo termine ha l’obiettivo di ridurre gli effetti invalidanti della malattia e di ridurre la frequenza degli attacchi. In questa circostanza, nei pazienti a elevato rischio di recidiva o di attacchi di edema laringeo, la terapia prevede l’impiego di antifibrinolitici o di ormoni sessuali maschili. Oltre all’antagonismo selettivo dei recettori della bradichinina, sono in studio diversi prodotti: • i farmaci che sostituiscono il C1 inibitore plasmatico (il derivato plasmatico nano filtrato o pastorizzato, un C1 inibitore ricombinante non di derivazione plasmatica, isolato da latte di coniglio transgenico) • i farmaci target specifici, cioè diretti verso altri componenti del sistema di contatto, e in particolare selettivamente contro la callicreina. CASI CLINICI 1. Angioedema: la gestione nelle donne • • • Una ragazza di 21 anni lamenta dall’età di 15 anni episodi ricorrenti, della durata di 2-5 giorni, di gonfiori periferici senza orticaria, di edema della glottide, e di numerose coliche addominali che aumentano di frequenza e intensità in seguito a traumi fisici o stress psicologici. L’anamnesi indica che alcuni componenti della famiglia riferiscono sintomi analoghi. Sulla base di questo quadro clinico-anamnestico, si sospetta un caso di angioedema ereditario e si effettuano i relativi esami di laboratorio, che evidenziano: - C1 inibitore funzionale <28% (v.n. 64-131%) - C1 inibitore antigene 7% (v.n. 70-115%) - C4 10 mg/dL (v.n. 20-50) - C1q 97% (v.n. 78-104). Viene instaurata la terapia con C1 inibitore emoderivato al momento degli attacchi acuti addominali e delle prime vie aeree, con risoluzione della sintomatologia nell’arco di alcune ore. Tuttavia, dopo la seconda gravidanza i sintomi • della paziente aumentano in frequenza e intensità, e finito l’allattamento si inizia profilassi con danazolo. Il trattamento con androgeni attenuati determina una diminuzione della frequenza degli attacchi, ma insorgono irregolarità del ciclo mestruale, incremento del peso corporeo (fino a 10 kg) e variazioni del tono dell’umore, cosicché è necessario interrompere il trattamento, con conseguente nuovo incremento della frequenza degli attacchi. La paziente viene, quindi, trattata con icatibant sottocute, che risulta avere un’ottima efficacia e una maggior facilità di somministrazione rispetto al C1 inibitore emoderivato. Commento Il caso clinico descritto ripropone l’esordio e il decorso clinico tipico della malattia. Infatti l’esordio dei sintomi avviene in genere in giovane età, e la diagnosi corretta viene solo molti anni dopo il primo episodio - la scarsa conoscenza provoca fra i 33 più alti ritardi diagnostici, tanto che tra i primi sintomi e la diagnosi passano in media anche 15 anni. Gli episodi poi sono spesso ricorrenti, a intervalli e gravità non preventivabili, con un episodio di edema laringeo grave, peraltro rilevabile nell’anamnesi, in oltre la metà di tali pazienti nel corso della loro vita. Diversi i fattori scatenanti che possono precipitare gli attacchi: microtraumi, stress, mestruazioni, variazioni ormonali, infezioni; la gravidanza e il parto sono momenti di particolare pericolosità per la vita delle pazienti affette da angioedema ereditario. In particolare, è stata notata una associazione tra TRATTAMENTO FARMACOLOGICO fluttuazioni ormonali ed episodi di angioedema: maggior incidenza in corrispondenza del periodo pre-mestruale o al termine della gravidanza. L’aumento delle concentrazioni di progesterone/androgeni e la diminuzione dei livelli di estrogeni potrebbe essere alla base della riduzione degli attacchi che alcune donne registrano in menopausa. Il caso evidenzia, inoltre, le pesanti ripercussioni - dal punto di vista fisico, lavorativo e psicologico - che la malattia, e talvolta la terapia cronica, ha sulla qualità di vita dei pazienti. 2. Un caso di angioedema complicato • • • • • Una donna di 65 anni giunge al Pronto Soccorso in preda a intensi dolori addominali associati a nausea; l’esame ecografico mostra versamento libero in addome e splenomegalia. La storia anamnestica riporta: ipertensione arteriosa in trattamento con ACE-inibitore; sindrome ansioso- depressiva, trattata con citalopram; assunzione di FANS per gonalgia sinistra. Gli esami ematochimici risultano nella norma. Sulla base della sintomatologia, la paziente viene trasferita nel reparto di chirurgia generale; tuttavia, nel giro di tre giorni si assiste alla completa risoluzione della sintomatologia ad eccezione della splenomegalia, e viene dimessa con terapia sintomatica. Dopo un mese, si ha un nuovo ricovero per sintomatologia sovrapponibile, e in questa circostanza viene effettuata una videolaparoscopia che mostra - come unico reperto - la presenza di aderenze omento parietali. A distanza di un altro mese, si ha un terzo ricovero per recrudescenza della sintomatologia addominale, con l’aggiunta di edema del volto. Allo scopo di un inquadramento diagnostico, vengono effettuati: - esami di immagine gastrointestinali, che tuttavia risultano privi di specificità; - valutazione endocrinologica, che referta una tireopatia non autoimmune; - valutazione reumatologica, che evidenzia bassi • livelli di C4 e picco monoclonale IgM, in presenza di splenomegalia. Si richiedono, quindi, accertamenti ematologici di approfondimento, che esitano nella diagnosi di linfoma marginale splenico. La paziente viene, quindi, inquadrata come affetta da angioedema intestinale e al volto per deficit di C1INH secondario a linfoma marginale splenico. Commento Il caso presenta diversi punti critici che riguardano la diagnosi, primo fra tutti una differenza con un quadro di addome acuto: gli angioedemi che si localizzano alla mucosa gastrointestinale comportano una grave sintomatologia dolorosa, spesso con vomito e/o diarrea, e sono difficilmente differenziabili da un addome acuto chirurgico. Le caratteristiche cliniche, bioumorali ed eventualmente strumentali permettono un orientamento diagnostico, malgrado ciò non è infrequente il ricorso alla laparoscopia; esistono poi forme acquisite, indistinguibili clinicamente da quelle su base genetica se non per l’insorgenza più tardiva e per l’associazione con malattie linfoproliferative che determinano un aumentato consumo di C1-INH. In questo caso poi, va posta diagnosi differenziale anche con l’angioedema farmaco-indotta: gli ACEinibitori sono i farmaci responsabili del maggior numero di casi di angioedema. Infatti, pur manifestandosi solo nello 0,1-0,5% dei casi trattati, I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE il largo uso di questi farmaci è ritenuto responsabile dell’ospedalizzazione di alcune centinaia di casi all'anno per edema della glottide. Le manifestazioni angioedematose cutanee, addominali e laringee associate all'uso degli ACE-inibitori sono simili a quelle che si riscontrano nei pazienti con carenza di C1 inibitore. Un importante problema che si riscontra nell'individuare gli angioedemi legati all'assunzione di ACEinibitori è dovuto alla possibile mancanza di un rapporto cronologico tra l'assunzione del farmaco e la comparsa dell'angioedema, quindi parecchi pazienti continuano ad assumere il farmaco. E' anche possibile che i soggetti che hanno assunto il farmaco per lungo tempo continuino ad avere per un breve periodo episodi di angioedema anche dopo la sospensione. 34 Infatti gli ACE-inibitori certamente non mediano l'angioedema attraverso una reazione allergica o idiosincratica, ma sembrano piuttosto facilitarne la comparsa in individui predisposti. L’angioedema da carenza di C1-INH dovrebbe essere sospettato nei pazienti che giungono al Pronto Soccorso con edemi sottocutanei/mucosali o coliche addominali ricorrenti di eziologia sconosciuta, a prescindere dalla familiarità. L’accurata anamnesi, unitamente alla mancata risposta a terapia antiallergica/sintomatica, o in alternativa al criterio ex iuvantibus della risposta a un trattamento specifico, seguito poi dal ricorso alla consulenza specialistica e il dosaggio di C4 e C1 inibitore, rappresentano le misure più efficaci per ridurre il ritardo diagnostico e per iniziare una terapia appropriata. Bibliografia essenziale Agostoni A, Cicardi M, Cugno M, Zingale LC, Gioffrè D, Nüssberger J. Angioedema due to angiotensin-converting enzyme inhibitors. Immunopharmacology 1999; 44(1-2): 21-5. Agostoni A, Cicardi M. Drug-induced angioedema without urticaria. Incidence, prevention and management. Drug Safety 2001; 24(8): 599-606. Bernstein JA. Hereditary angioedema: a current state-of-the-art review, VIII: current status of emerging therapies. Ann Allergy Asthma Immunol 2008; 100: S41-6. Bork K, Barnstedt SE. Treatment of 193 episodes of laryngeal edema with C1 inhibitor concentrate in patients with hereditary angioedema. Arch Intern Med 2001; 161(5): 714-8. Cicardi M, Zingale LC, Zanichelli A et al. The use of plasma-derived C1 inhibitor in the treatment of hereditary angioedema. Expert Opin Pharmacother 2007; 8(18): 3173-81. Cicardi M, Banerji A, Bracho F et al. Icatibant, a New Bradykinin-Receptor Antagonist, in Hereditary Angioedema. N Engl J Med 2010; 363: 532-41. 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SIMEU Journal. 2010; 3. 35 MESSAGGI PER LA PRATICA CLINICA Messaggi per la pratica clinica angioedema è definito come edema profondo del tessuto sottocutaneo o della mucosa dovuto ad un aumento transitorio di permeabilità dei vasi sanguigni del derma profondo, a differenza dell’edema pruriginoso che contraddistingue l’orticaria: • Nell’inquadramento della malattia vanno distinte: - forme acute/croniche - con orticaria/senza orticaria - con fattore scatenante/senza fattore scatenante. • L’angioedema da carenza di C1 inibitore è una condizione rara che può essere dovuta ad un deficit ereditario di C1 inibitore (angioedema ereditario, hereditary angioedema, HAE) oppure ad un deficit acquisito di C1 inibitore (angioedema acquisito, acquired angioedema, AAE). • L’angioedema ereditario è una malattia genetica che si trasmette come carattere autosomico dominante. L’ PATOGENESI • La bradichinina è il mediatore dell’aumentata permeabilità vascolare ed esplica la sua funzione attraverso il legame al recettore B2 localizzato sulle cellule dell’endotelio vascolare. MANIFESTAZIONI CLINICHE • Le manifestazioni cliniche, che insorgono solitamente entro la seconda decade di vita nel caso dell’angioedema ereditario e dopo la quarta decade nel caso dell’angioedema acquisito, consistono in angioedemi ricorrenti, autolimitantesi, senza orticaria, che durano mediamente • • • • Sono note due varianti fenotipiche della malattia: - tipo 1 caratterizzato da bassi livelli plasmatici di C1 inibitore sia antigenici che funzionali - tipo 2 caratterizzato da livelli funzionali di C1 inibitore ridotti e da livelli antigenici normali o aumentati - è nota una terza variante - tipo 3 - con livelli normali di C1 inibitore. Si tratta di una malattia eterogenea, con forme clinicamente, e forse anche eziopatogeneticamente, diverse. L’angioedema acquisito è una condizione ancora più rara dell’angioedema ereditario legato frequentemente ad una malattia linfoproliferativa e/o alla presenza di autoanticorpi. L’angioedema da ACE-inibitori può verificarsi dopo ore o anni dalla prima somministrazione e recidivare nel tempo in modo casuale; se la somministrazione non viene interrotta aumenta la frequenza degli attacchi e la gravità dei sintomi. La bradichinina circolante è elevata per un aumento della sua sintesi nell’angioedema da carenza di C1 inibitore o per una riduzione del suo catabolismo nell’angioedema da ACE-inibitori. 2-4 giorni e possono interessare: il tessuto sottocutaneo del viso o degli arti e la mucosa più frequentemente - del tratto gastroenterico e delle alte vie respiratorie. La sintomatologia non regredisce con terapia sintomatica o con la comune terapia anti-allergica. 36 I MANUALI DI CLINICAL PRACTICE DIAGNOSI Criteri clinici • Angioedema sottocutaneo, non pruriginoso, non eritematoso, autolimitante, solitamente ricorrente e di lunga durata (> 12 ore), con nessuna o scarsa orticaria, talvolta preceduto da eruzione cutanea a tipo eritema marginato. • Dolori addominali ricorrenti (spesso con vomito e/o diarrea) senza altra causa, a risoluzione spontanea in 12-72 ore. • Edemi laringei ricorrenti. TERAPIA Le finalità del trattamento dell’angioedema ereditario sono rivolte a: • evitare comportamenti/terapie che favoriscono l’insorgenza degli attacchi • eliminare la mortalità e ridurre le conseguenze degli eventi acuti (terapia dell’attacco acuto) • ridurre gli effetti invalidanti della malattia che derivano dalla frequente ricorrenza di eventi acuti (profilassi a lungo termine) • prevenire lo scatenamento di attacchi in alcune • Storia familiare di angioedema da carenza di C1 inibitore. Criteri di laboratorio • Livelli antigenici di C1 inibitore < 50% del normale in 2 determinazioni separate e dopo il primo anno di vita. • Livelli di attivita funzionale di C1 inibitore < 50% del normale in 2 determinazioni separate e dopo il primo anno di vita. • Mutazione del gene di C1 inibitore che altera la sintesi e/o la funzione della proteina. • condizioni particolari (profilassi a breve termine) Icatibant è il primo antagonista competitivo selettivo per i recettori B2 della bradichinina, indicato per il trattamento sintomatico degli attacchi acuti di angioedema ereditario negli adulti con carenza di C1-esterasi inibitore, ad avere dimostrato in studi di fase III di ridurre la sintomatologia più rapidamente rispetto ad acido tranexamico anche nei pazienti più gravi. 37 supplemento a CLINICAL PRACTICE Bimestrale di attualità in Medicina anno VIII - N. 5 Direttore Responsabile: Monica Luciani Comitato Scientifico: Corrado Blandizzi, Francesco Blasi, Giampiero Carosi, Alessandro Gringeri, Mirco Lusuardi, Sylvie Ménard, Mauro Moroni, Carlo Federico Perno, Giovanni Rosti, Elena Santagostino, Piercarlo Sarzi Puttini, Mario Scartozzi, Giuseppe Viale, Mauro Viganò, Massimo Volpe Redazione: Anna Invernizzi, Monica Luciani Direzione, redazione, amministrazione: via Gallarate 106 - 20151 Milano - Tel.02/3343281 Stampa: La Grafica (Molteno, LC) Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano n.785 del 23-12-2003 I MANUALI DI C LINICAL PRACTICE PROGETTO EDITORIALE CON IL CONTRIBUTO INCONDIZIONATO DI Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto in allegato Deposito c/o Agenzia Italiana del Farmaco in data 26/02/2013 Codice ZINC: IIT/HG/FIR/11/0001(1)