[are_f1 - 25] testata-are/larena/pr/05 03/07/13

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Provincia 25
L'ARENA
Mercoledì 3 Luglio 2013
SAN BONIFACIO. LaZusi, 17ennedel liceo«GuarinoVeronese»,torna vincitricedagli Usa:«È stataun’esperienza unica»
CaterinavanegliStati Uniti
ediventauna campionessa
«Conle SouthwestTroyettes
diGreenBay hovintoil torneo
nazionaledicheerleading dopo
moltesfide tralehigh school»
Gianni Bertagnin
Giulio Brusati
Un fenomeno di ragazza, Caterina Zusi, la 17 enne studentessa della terza liceo classico
Guarino Veronese.
Partita lo scorso agosto da
San Bonifacio per imparare la
lingua inglese negli Stati Uniti, nello stato del Wisconsin, in
pochi mesi si è così bene inserita nella città che la ospita, Green Bay, da contribuire a far diventare campionessa degli Stati Uniti la sua squadra di ginnastica cheeleading, le Southwest Troyettes, a conclusione delle varie gare di campionato attraverso l’America.
Caterina è una sportiva nata:
a 7 anni faceva già parte di una
squadra di sci agonistico e ha
fatto ginnastica artistica.
«Il nostro è un dance team e
quasi ogni scuola ne possiede
uno», ci spiega la ragazza, appena tornata a San Bonifacio
dagli Usa. «Tutto è iniziato dopo pochi giorni che frequentavo la Southwest High school.
Un gruppo di ragazze si è fiondato su di me, chiedendomi di
presentarmi alle selezioni per
entrare nella squadra. Un po’
grazie alla mia flessibilità, un
po’ grazie al mio accento italiano, sono entrata nelle Troyet-
«DelWisconsin
mimancheranno
lemiecompagne
disquadra,latv
conilfootball,
ilcountryeilrap»
tes. La stagione è iniziata con
le performances alle partite di
football americano e di
basket. La coach ha iniziato ad
insegnarci le 3 coreografie di
pom pom, jazz e kick (discipline - le varie suddivisioni, vedi
box a destra, ndr). I ritmi e gli
allenamenti sono stati duri:
tre ore tutti i giorni incluso il
sabato e talvolta la domenica,
incluse le performance alle
partite di basket. La stagione
competitiva si è conclusa con
una vittoria a livello di stato:
siamo campionesse dello stato del Wisconsin e, a livello nazionale, campionesse degli
Stati Uniti».
Tra le difficoltà trovate da Caterina, c’è stata la lingua. «L’americano», spiega, «oltre a
possedere un proprio slang,
ha un accento e una parlata diversa da quella inglese. Sono
partita dall’Italia con una buona conoscenza dell’inglese,
avevo voti alti, però negli Usa
mi sembrava di non sapere
nulla. Mi ci sono voluti due mesi per integrarmi. È stata dura.
A volte mi veniva da urlare alla
gente: Parlate italiano, per favore!».
Per la Zusi è stata «una sfida
contro me stessa: in un altro
continente, con persone diverse, lingua diversa; cibi, tradizioni e usanze differenti, lontano dai genitori e dalle persone
più care. Per quanto riguarda
la vita fuori da scuola, ho trovato difficoltà negli spostamenti: le distanze sono enormi e a
piedi non si va da nessuna parte. Non esagero: la gente si
muove solo con l’auto. Non
avendo la patente e senza la
confidenza per chiedere un
passaggio, a volte mi toccava
Lasquadra completa dellecheerleader di GreenBay. Lafreccia indica CaterinaZusi
Tra ginnastica,danza e «stunt»
LosportdiKimBasinger
MadonnaeCameronDiaz
Lasquadra dicheerleading
delleSouthwest Troyettes di
GreenBay, nelWisconsin,nella
qualequest’anno ha militatola
studentessasambonifacese
CaterinaZusi, ha vintoil titolo
nazionaledegli Usanelle
specialitàPom e Kick, chesono
duedelle«division» in cuisi
articolaquest’attività sportiva.
Ilcheerleading è unosportche
combinacoreografie
composteda elementi di
ginnastica,danzae «stunt», per
concorrerea garespecifiche o
perincoraggiare sul campo di
giocole squadredurante
competizionisportive e partite.
L'atletachepratica il
cheerleadinga livello
agonisticoè lacheerleader;
quellacheesegue coreografie
prima,durante e dopo le partite di
altre squadreè ladance breaket.
Conoltre 1 milionee mezzo di
partecipanti(esclusi i milionidi
atletidellescuole e deicollege), il
cheerleadingè,secondo larivista
NewsweekArian Campo-Flores,
unodeglisportpiù praticatinegli
StatiUniti.Tra le cheerleaderpiù
famose ci sonoChristina Aguilera,
KimBasinger, Sheryl Crow,
CameronDiaz,Kirsten Dunst,
LindsayLohan, la«casalinga
disperata»Eva Longoria,
Madonna,CybillShepherd,
Brooke Shields, BritneySpears,
MerylStreep, lasfortunata
SharonTate, LilyTomlin,Carrie
Underwood, la BondgirlRaquel
Welch, Tina Weymouth, Reese
Witherspoone Renée«Bridget
Jones»Zellweger. G.B.
CaterinaZusi ,campionessa nazionale conleSouthwestTroyettes
rinunciare ai programmi che
avevo fatto».
La permanenza negli Stati
Uniti l’ha aiutata però a tal
punto che ora si sente «più dipendente e autonoma, matura e responsabile».
Confida: «Mi sono trovata
ad affrontare situazioni in cui
la razionalità è stata l’unica
via per non trovarsi ad affrontare spiacevoli vicissitudini;
ho rinunciato a frequentare
luoghi in cui c’erano alcol e
droghe, ed è stata mia scelta rinunciarvi. Perché ci tenevo a
non rovinare la mia esperienza; la considero un dono prezioso da parte dei miei genitori. È il sogno di ogni ragazza,
un’opportunità che non viene
offerta tutti i giorni. È stata
un’esperienza che mi ha cambiato la vita e che mi ha reso
ciò che sono ora».
Alle sue coetanee si sente di
dire: «Non fermatevi davanti
alle difficoltà, affrontate le sfide con audacia e cogliete le opportunità che vi vengono date.
Consiglierei quest’esperienza
a chiunque perché, oltre ad
avere imparato l’inglese, che è
sempre stato il mio desiderio,
ho avuto l’occasione di vivere
in un posto diverso dall’Italia
e conoscere persone che non
dimenticherò mai. Ci ho lasciato il cuore a Green Bay e avrò
sempre in me il ricordo di quest’esperienza. Vi dico: non pensarci due volte; preparate le valigie e partite. Non ve ne pentirete!».
Anche se la nostalgia potrebbe farsi sentire. «Dell’Italia mi
sono mancati i miei genitori e
le persone più care», confessa
"Kate" Zusi, «specialmente
nel primo periodo della mia
esperienza, quando facevo fatica con la lingua, non avevo
molta confidenza con i miei genitori ospitanti e con le persone del posto, e quando tutto
era diverso dai ritmi di vita italiani. Mi sono mancati i sapori
della cucina italiana; i favolosi
piatti di mio nonno (Mario
Giarolo, ferroviere in pensione ed esperto di funghi, ndr) e
le stravaganti ricette di mia
Respinto al mittente, dunque, lo stereotipo di ragazze
pon pon in abitini succinti che
si agitano in campo su basi musicali ritmate. Certo, ci sono
gonnellini, fiocchi in testa, lustrini e pose femminili ma, appunto, il cheerleading è una disciplina sportiva.
In Usa lo sport del sorriso
(com’è comunemente definito) conta circa nove milioni di
amatori che si esibiscono in
manifestazioni sportive, feste
di paese e altre occasioni pubbliche.
A San Giovanni Lupatoto e
Zevio l’anno zero è superato
da tempo. Sono infatti una
trentina le ragazzine arruolate con il progetto «Smile cheer», portato avanti nelle scuole del comprensorio.
«Fino a due anni fa il Veneto
contava solo cinque squadre;
ora il cheerleading si sta diffondendo molto, tanto che a fine anno scolastico organizzeremo un campionato di distretto», spiega ancora Perbellini. Per il consigliere federale
il cheerleading porta avanti valori socializzanti, educativi,
tecnico-sportivi e forgia i caratteri. «In primis accresce
l’autostima e la sicurezza di sé.
Perchè abitua a porsi al centro
dell’attenzione, davanti agli
spettatori in tribuna». • P.T.
La«piramide»delle cheerleader
ZEVIOeSAN GIOVANNILUPATOTO. Némajorette néragazzepon pon,ma sportive atuttotondo
Lacarica delle«cheerleader»
ÈlupatotinalasededellafederazionechesegueimatchdellaTezenis
Alcuni, usando un termine
francese, le definiscono majorette, altri ragazze pon pon.
Vocaboli ritenuti sminuenti,
quasi offensivi perché danno
l’idea di giovani donne che sappiano agitare esclusivamente
due pon pon, quando la realtà
è fatta di duri allenamenti. Loro ci tengono a farsi chiamare
cheerleader, dal nome dello
sport (cheerleading) «made
in Usa» che combina danza,
ginnastica e prestazioni tipiche da stuntman, i «cascatori» che nei film d’azione interpretano i ruoli più pericolosi.
Si tratta di vere e proprie atlete, impegnate in gare della specialità, oppure sui campi da
gioco durante competizioni
sportive per trascinare la tifoseria. Basta seguire le partite
di basket giocate in casa dalla
Tezenis per rendersene conto.
Sotto la guida del coach Valentina Savoia, sono infatti
una dozzina le cheerleader
che si esibiscono al palasport
cittadino durante le interruzioni tra un tempo e l’altro dei
Foto digruppo perle Cheerleader cheanimano le partitedellaTezenis
confronti.
Ma a dispetto della loro avvenenza, le ragazze lamentano
che i ragazzi si mantengono a
distanza.
Il gruppo composto da atlete
di Zevio e di San Giovanni Lupatoto (nel Veronese sono i
omuni apripista nella speciali-
tà) necessiterebbe infatti di
muscoli maschili per eseguire
con maggiore efficacia le piramidi umane, i lanci e le prese
più spettacolari del variegato
repertorio. «Ma chissà perché
non si fa avanti nessuno», si
stupisce il consigliere federale
Loris Perbellini di Zevio.
A San Giovanni Lupatoto, in
via Aleardo Aleardi 16, c’è invece la sede della Federazione
nazionale (Ficec), presieduta
dal lupatotino Ivo Sequani.
Obiettivo della Ficec: operare
affinché il cheerleading sia ufficialmente riconosciuto come sport.
mamma Stefania, i ristoranti
e le pizzerie. Anche perché con
fast food e pizze surgelate non
si va avanti tutta la vita. C’ho
provato a spiegarlo anche ai
miei amici americani ma... Mi
sono mancate anche le mie migliori amiche e i miei amici, le
serate al bar e in discoteca; mi
è mancato non poter passeggiare per le strade di Verona
con mia mamma e mi sono
mancate le melodie suonate
dal piano di mia sorella».
Del Wisconsin cosa le mancherà? «Sicuramente i miei genitori ospitanti, il mio più
grande punto di riferimento.
Mi sono stati vicini nei momenti più difficili, rendendo
quest’esperienza più facile.
Proverò nostalgia per la mia
squadra di danza e i miei amici americani; mi mancherà il
sabato sera passato a guardare le partite di football dei Green Bay Packers o i tornei dell’NBA; e mi mancheranno i locali americani con la musica
country e il rap alla radio». •
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