Untitled - Il Sole 24 Ore

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INDICE
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• Cessione intracomunitaria
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• Cosa si deve fare perchè la propria partita iva sia ritenuta comunitaria?
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• È in vigore una nuova marcatura CE per i prodotti da costruzione?
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• Per esportare negli Stati Uniti vernici è richiesto un documento il cui nome è
toxic substances control act statemment (TSCA). Chi lo deve compilare? C'è
qualche organo di certificazione a cui rivolgersi?
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• Quali sono i documenti e le formalità per esportare telai in alluminio per finestre
negli USA?
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• Informazioni su normativa, aspetti doganali e documenti di trasporto per
l'esportazione di vini e liquori negli USA.
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• Certificazione dei dispositivi medici e modalità di vendita nella Federazione
Russa.
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• Quali sono i documenti e le formalità per esportare formaggi nella Federazione
russa?
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• Che cosa è la dichiarazione di conformità EAC della Federazione russa?
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• Quali sono gli adempimenti in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro in
Russia?
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DOMANDA:
Per quanto riguarda la commercializzazione di merci all’interno
dell’Unione Europea non si parla di esportazione, ma di cessione
intracomunitaria. Gli scambi dei beni, servizi e di capitali sono liberi e
non vi sono formalità doganali, né diritti doganali.
I documenti necessari sono:
Fattura commerciale;
Documenti di trasporto;
Lista dei colli.
Per il cedente, la procedura operativa è la seguente:
richiedere il numero di identificazione Iva al cliente estero,
verificandone la validità presso l’Agenzia delle Entrate o sul sito
internet: http://www1.agenziaentrate.gov.it/servizi/vies/vies.htm;
emettere la fattura di vendita al cliente estero, senza applicazione dell’Iva italiana (operazione non
imponibile, art. 41, comma 1, lettera a, del DL 331/1993), indicando in fattura il proprio numero
identificativo Iva e quello del cliente estero;
inviare i beni all’estero;
conservare copia della documentazione atta a provare che i beni sono stati inviati all’estero e che
sono stati ricevuti dal cliente estero (ad esempio il documento di trasporto);
annotare la fattura sul registro delle fatture emesse;
presentare alla dogana, secondo la periodicità e le modalità previste dalla legge, l’elenco delle
cessioni intracomunitarie di beni (modelli INTRA 1 e INTRA 1-bis).
Si ricorda che con la legge di stabilità (la cosiddetta “Finanziaria 2013”), in recepimento della Direttiva
UE finalizzata a rendere più omogenee le norme nei diversi stati UE, sono state introdotte nuove
disposizioni sulle regole di fatturazione. Ecco di seguito le disposizioni più significative che si applicano
alle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2013.
CONTENUTO DELLA FATTURA
La riformulazione dell’art.21, co.2 del DPR n.633/72 ridefinisce i dati da indicare nella fattura, per cui
diventa obbligatorio indicare:
Il numero di partita Iva del cedente o prestatore;
Il numero di partita Iva del destinatario se soggetto passivo nazionale o comunitario;
Il codice fiscale del destinatario se soggetto privato residente in Italia.
NUMERO PROGRESSIVO DELLA FATTURA
Tra le modifiche apportate dalla Legge in esame, assume particolare rilevanza la disposizione in base
alla quale, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la numerazione progressiva deve identificare la fattura in
modo univoco, non essendo più prevista la numerazione delle fatture per anno solare.
L’art. 23, c. 2, DPR 633/1972, prevede inoltre che le fatture siano indicate nel registro IVA fatture
emesse con il numero progressivo loro attribuito, occorre pertanto prestare attenzione che la nuova
numerazione adottata dal 2013 sia trascritta nel registro con la medesima numerazione indicata nel
documento.
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NUOVI OBBLIGHI DI EMISSIONE DELLA FATTURA
Il nuovo art.21, co.6-bis del DPR n.633/72 introduce, per i soggetti passivi stabiliti nel territorio dello
Stato, l’obbligato di emissione della fattura anche quando pongono in essere le operazioni sotto
riportate, non soggette ad Iva in base agli artt. da 7 a 7-septies (ovvero non territorialmente rilevanti in
Italia).
FATTURA ELETTRONICA
Il nuovo art.21, co.1 del DPR n.633/72 definisce la fattura elettronica come quella emessa e ricevuta in
qualunque formato elettronico, il cui ricorso è subordinato all’accettazione da parte del destinatario. La
fattura, cartacea od elettronica, si considera emessa – oltre che nei casi di consegna, spedizione o
trasmissione – all’atto della messa a disposizione del cessionario o committente.
L’autenticità dell’origine e l’integrità del documento possono essere garantite mediante sistemi di
controllo di gestione che assicurino un collegamento affidabile tra la fattura e la cessione dei beni o la
prestazione dei servizi ad essa riferibile, oppure tramite l’apposizione della firma elettronica qualificata o
digitale dell’emittente, o attraverso sistemi EDI di trasmissione elettronica dei dati o altre tecnologie in
grado di garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati.
CONSERVAZIONE DI FATTURE E REGISTRI
Viene integralmente sostituito l’art.39, co.3 del DPR n.633/72, stabilendo che le fatture elettroniche
devono essere conservate in modalità elettronica, in conformità alle disposizioni del D.M. adottato ai
sensi dell’art.21, co.5, del D.Lgs. n.82/05. È, inoltre, previsto che possono essere conservate
elettronicamente le fatture create in formato cartaceo ed elettronico, comprese quelle generate in
formato elettronico, ma che non possono definirsi fatture elettroniche a causa della mancata
accettazione da parte del destinatario. Infine, viene introdotta la possibilità di conservazione all’estero
non solo delle fatture, ma anche dei registri e dei documenti previsti dal decreto Iva.
CESSIONI E ACQUISTI INTRA UE
Ai sensi del nuovo art.39 del D.L. n.331/93 l’acquisto intracomunitario di beni si considera effettuato
nel momento in cui si ritiene eseguita un’analoga cessione di beni interna: conseguentemente, la
predetta disposizione stabilisce che il momento di effettuazione sia della cessione che dell’acquisto
intracomunitario di beni coincide con la data di consegna o spedizione dei beni a partire dallo Stato
membro di provenienza. Inoltre, per effetto delle modifiche apportate al successivo comma 2, non
rilevano eventuali pagamenti anticipati.
FATTURAZIONE E REGISTRAZIONE DELLE CESSIONI INTRACOMUNITARIE
Per le cessioni intra Ue la fattura deve essere emessa entro il 15 del mese successivo a quello di
effettuazione. La registrazione deve avvenire entro il termine di emissione, con riferimento al mese di
competenza.
REGISTRAZIONE DEGLI ACQUISTI INTRACOMUNITARI
Le fatture degli acquisti intra Ue, previa integrazione, vanno registrate:
a debito entro il 15 del mese successivo a quello di ricevimento;
a credito nei termini previsti per l’esercizio della detrazione.
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NUOVI OBBLIGHI DI ANNOTAZIONE IN FATTURA
Per effetto del nuovo art.21, co.6 del DPR n.633/72 è introdotto l’obbligo di annotazione in fattura, tra
le altre, delle seguenti dizioni:
Tipo di operazione
Cessioni relative a beni in transito o depositati in
luoghi soggetti a vigilanza doganale, non soggette
all’imposta a norma dell’articolo 7-bis, comma 1
Annotazione da riportare in fattura
“OPERAZIONE NON SOGGETTA”
Prestazioni di servizio generiche non soggette
“INVERSIONE CONTABILE”
all’imposta ai sensi dell’art. 7ter rese a soggetti
passivi comunitari
Operazioni esenti di cui all’art. 10, eccetto quelle
“OPERAZIONE ESENTE”
indicate al n. 6)
Operazioni soggette al regime del margine dei beni “REGIME DEL MARGINE - BENI USATI”
usati di cui al DL 41/1995
oppure
“REGIME DEL MARGINE – OGGETTI
D’ARTE”
oppure
“REGIME DEL MARGINE – OGGETTI DI
ANTIQUARIATO O DA COLLEZIONE”
“REGIME DEL MARGINE – AGENZIE DI
VIAGGIO”
Operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e
turismo soggette al regime del margine previsto
dall’art. 74ter
Cessioni di beni e prestazioni di servizio, prive del
“INVERSIONE CONTABILE”
requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7
septies del 633/72, effettuate nei confronti di un
soggetto passivo UE, per le quali l’iva è dovuta
nell’altro paese UE
Cessioni di beni e prestazioni di servizi, prive del
“REGIME DEL MARGINE – AGENZIE DI
VIAGGIO”
requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7
septies del 633/72, effettuate nei confronti di
soggetti extraUE o che, comunque, si considerano
effettuate fuori dalla UE
Cessioni di beni e prestazioni di servizio, prive del
“OPERAZIONE NON SOGGETTA”.
requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7
septies del 633/72, effettuate nei confronti di un
soggetto passivo UE, per le quali l’iva è dovuta
nell’altro paese UE
Diventa facoltativa l’indicazione in fattura dell’articolo di legge nazionale per la non applicazione
dell’imposta, si ritiene utile, tuttavia, continuare ad indicare anche la norma di riferimento per una più
chiara individuazione dell’operazione.
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Per poter beneficiare del regime di non imponibilità, e quindi poter emettere fattura senza Iva, è
necessario che:
cedente e acquirente siano presenti nell'archivio VIES;
il cedente sia in possesso di adeguate prove documentali che attestino la movimentazione dei beni.
In merito a quest'ultimo punto, la Direttiva 2006/112/CE lascia ai singoli Stati membri la libertà di
definire quale sia la forma e la tipologia di prova atta a dimostrare il trasporto dei beni, ma la legge
italiana non prevede alcuna specifica disposizione in merito.
Alcuni chiarimenti sono stati forniti in passato dalla prassi, con le risoluzioni n. 345/E del 28.11.2007 e
n. 477/E del 15.12.2008, ma in mancanza di una norma di legge l'argomento si presta ancora a dubbi e
a diverse interpretazioni.
Per questo il recente documento di prassi - risoluzione n. 19/E del 25.03.2013 - riveste una notevole
importanza:
LA RISOLUZIONE N. 19/E DEL 25.03.2013
Il documento di trasporto non è l'unico
strumento di prova
(Risoluzione n. 477/E del 15.12.2008)
Nella risoluzione 477/E del 15.12.2008 l'Agenzia ha
fornito un altro importante chiarimento, ossia che se il
cedente non ha provveduto direttamente al trasporto delle
merci e non è in grado di esibire il CMR (come spesso
accade nelle cessioni franco fabbrica), la prova potrà essere
fornita con qualunque altro documento idoneo a
dimostrare che le merci sono state inviate in un altro Stato
membro.
Il riferimento al CMR, riportato nella risoluzione
precedente, è pertanto meramente esemplificativo.
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DOMANDA:
Per poter effettuare operazioni intracomunitarie, i soggetti Iva devono
essere inclusi nell’archivio Vies (VAT information exchange system).
La richiesta può essere effettuata direttamente nella dichiarazione di
inizio attività oppure, successivamente, inviando un’istanza all’ufficio.
In ogni caso, i contribuenti possono in qualsiasi momento comunicare
la volontà di retrocedere dall’opzione, cioè di essere esclusi dal Vies
perché non si ha più intenzione di effettuare operazioni
intracomunitarie.
CHI DEVE RICHIEDERE L’INCLUSIONE NEL VIES
L’obbligo di essere inclusi nell’archivio Vies per poter effettuare
operazioni intracomunitarie riguarda tutti i soggetti che esercitano attività impresa, arte o professione,
nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione. Inoltre, la richiesta può essere
fatta anche dai soggetti non residenti che presentano la dichiarazione per l’identificazione diretta ai fini
Iva (modello ANR) o che si identificano tramite nomina di un rappresentante fiscale.
COME RICHIEDERE L’INCLUSIONE NEL VIES
La volontà di essere inseriti nel Vies viene espressa compilando il campo “Operazioni
Intracomunitarie” del quadro I dei modelli AA7 (soggetti diversi dalle persone fisiche) o AA9 (imprese
individuali e lavoratori autonomi). Vale come manifestazione di volontà di porre in essere operazioni
intracomunitarie la selezione della casella “C” del quadro A del modello AA7 da parte degli enti non
commerciali non soggetti passivi d’imposta.
I soggetti già titolari di partita Iva, che non hanno richiesto l’inclusione nel Vies all’avvio dell’attività,
possono farlo mediante apposita istanza, da presentare a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate,
direttamente, a mezzo del servizio postale mediante raccomandata o tramite posta elettronica certificata
(Pec). In caso di utilizzo della Pec, sono valide le istanze allegate a messaggi, che siano sottoscritte
digitalmente dal contribuente o che siano sottoscritte e presentate mediante copia per immagine
dell’istanza (firmata) unitamente a copia non autenticata di un documento di identità di chi fa richiesta.
Alle istanze presentate tramite raccomandata o tramite Pec non sottoscritta digitalmente, deve essere
allegata copia non autenticata di un documento di identificazione del dichiarante. La mancanza rende
irricevibile l’istanza.
I soggetti con volume d’affari, ricavi o compensi non inferiore a 100 milioni di euro possono presentare
l’istanza anche alla struttura della direzione regionale competente per il controllo.
I non residenti che presentano la dichiarazione per l’identificazione diretta ai fini Iva (modello ANR)
devono presentare l’istanza al Centro Operativo di Pescara.
Con le stesse modalità previste per l’istanza di inclusione nel Vies va trasmessa, eventualmente, quella
con cui si richiede di non essere più inclusi nell’archivio (da trasmettere a un qualsiasi ufficio
dell’Agenzia delle Entrate oppure, nel caso di soggetti non residenti identificati direttamente, al Centro
operativo di Pescara).
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COME AVVIENE L’INCLUSIONE NELL’ARCHIVIO
Entro i 30 giorni successivi alla data di attribuzione della partita Iva (nel caso in cui la manifestazione di
volontà sia contenuta nella dichiarazione di inizio attività) o alla data di ricezione dell’istanza, gli uffici
effettuano l’analisi propedeutica all’inserimento della posizione nell’archivio Vies (attività, posizione
fiscale, elementi di rischio, ecc.).
Se da questa dall’analisi preliminare non emergono elementi di rischio di finalità evasive o di frode, il
soggetto viene automaticamente incluso nell’archivio il trentunesimo giorno successivo a quello della
attribuzione della partita Iva o della ricezione dell’istanza. In caso contrario, l’ufficio emette un
provvedimento motivato di diniego, che preclude l’inserimento nel Vies.
Il soggetto interessato può verificare l’avvenuta inclusione della propria posizione nell’archivio Vies
utilizzando il servizio di verifica online.
Successivamente all’inserimento nel Vies, ed entro sei mesi dalla ricezione della dichiarazione di inizio
attività o dell’istanza, l’ufficio effettua specifici approfondimenti, a completare l’analisi svolta nei primi
30 giorni. Ove identifichi specifici profili di rischio, l’ufficio emette un provvedimento di revoca
dell’inclusione del contribuente nell’archivio.
In ogni caso, la posizione dei contribuenti inclusi nel Vies è costantemente monitorata nel tempo.
I provvedimenti di diniego e revoca sono impugnabili dinanzi alla Commissione tributaria
territorialmente competente, entro 60 giorni dalla data di notificazione dell’atto.
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DOMANDA:
Dal 1° luglio 2013 il Regolamento UE n. 305/2011 del 9 marzo 2011
manda definitivamente in pensione la vecchia Direttiva Europea n.
89/106/CEE sulla marcatura CE dei prodotti da costruzione. Il
provvedimento fissa, ai fini dell’utilizzo, le condizioni armonizzate
per la commercializzazione e la marcatura dei prodotti edili
garantendo che il fabbricante abbia eseguito i controlli standard, sia
durante le fasi di progettazione che di fabbricazione, sulle materie
prime, sui macchinari e sui requisiti del prodotto finito.
Il Regolamento n. 305/2011 (composto da 68 articoli e 5 allegati) non
ha bisogno di essere recepito in quanto normativa comunitaria e
pertanto, una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea
(4/4/2011), è entrato in vigore dal 24 aprile del 2011 in tutti gli Stati
membri. Tuttavia è stata prevista un’entrata in vigore parziale per consentire agli operatori un
adeguamento graduale:
gli art. 1 e 2, 29-35, 39-55, 64, 67, 68 e l’Allegato IV sono operativi, appunto, dal 24 aprile 2011
i rimanenti articoli 3-28, 36-38, 56-63 e gli articoli 65 e 66, nonché gli Allegati I, II, III e V, sono
vigenti dal 1° luglio 2013.
In base alla nuova normativa, la dichiarazione di conformità viene sostituita dalla dichiarazione di
prestazione (Dop), che deve essere redatta dal fabbricante secondo uno schema tipologico e deve
contenere informazioni su sostanze pericolose ai sensi del Regolamento Reach (articoli 31 e 33 del
regolamento).
Inoltre, i requisiti di base delle opere civili e d’ingegneria passano da 6 a 7 e viene introdotto il
requisito che riguarda l’uso sostenibile delle risorse naturali (tutela dell’ambiente) secondo cui le
opere di costruzione devono essere concepite, realizzate e demolite in modo che l’uso delle risorse
naturali sia sostenibile e garantisca in particolare quanto segue:
a) il riutilizzo o la riciclabilità delle opere di costruzione, dei loro materiali e delle loro parti dopo
la demolizione
b) la durabilità delle opere di costruzione
c) l’uso, nelle opere di costruzione, di “materie prime e secondarie ecologicamente
compatibili”.
Dichiarazione di prestazione (art. 4)
Quando un prodotto da costruzione rientra nell’ambito di applicazione di una norma armonizzata o è
conforme a una valutazione tecnica europea rilasciata per il prodotto in questione, “il fabbricante redige
una dichiarazione di prestazione (Dop) all’atto dell’immissione di tale prodotto sul mercato”.
Nella Direttiva n° 89/106/CEE il fabbricante era tenuto alla redazione della dichiarazione di
conformità CE.
Procedure semplificate (art. 37)
Il Regolamento prevede inoltre l’uso di procedure semplificate da parte delle microimprese, ma solo per
prodotti da costruzione rientranti in alcuni dei Sistemi di Attestazione da esso regolamentati al fine di
salvaguardare il livello di sicurezza e sorveglianza sul mercato.
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Sostanze pericolose (artt. 31 e 33)
La dichiarazione di prestazione dovrà riportare informazioni relative al contenuto di sostanze pericolose
nel prodotto da costruzione, al fine di migliorare la possibilità di realizzare costruzioni ecosostenibili e
lo sviluppo di prodotti rispettosi dell'ambiente.
Marcatura CE
Il marchio CE sarà seguito dall'anno in cui è stata apposto per la prima volta. Il nome e l'indirizzo del
produttore dovranno essere indicati in maniera chiara e certa. In particolare, prima di immettere sul
mercato un prodotto da costruzione, gli importatori devono assicurarsi che il fabbricante abbia valutato
e verificato la costanza della prestazione. Essi assicurano che il fabbricante abbia redatto la
documentazione tecnica di cui all'articolo 11, paragrafo 1, secondo comma e la dichiarazione di
prestazione conformemente agli articoli 4 e 6. Essi assicurano altresì che il prodotto, laddove richiesto,
rechi la marcatura CE, che il prodotto sia accompagnato dai documenti richiesti e che il fabbricante
abbia rispettato i requisiti di cui all’articolo 11, paragrafi 4 e 5.
Norme armonizzate
Dovrà essere elaborato un metodo uniforme europeo per l'attestazione di conformità ai requisiti
fondamentali.
Documento europeo di valutazione
Il documento deve contenere una descrizione generale del prodotto da costruzione, la lista delle
caratteristiche legate all'utilizzo previsto e concordate fra il produttore e gli organismi di valutazione
tecnica (TAB), i metodi e i criteri per valutare le qualità del prodotto in relazione a caratteristiche
essenziali.
Product Contact Point
Gli Stati membri devono inoltre designare un Product Contact Point per fornire informazioni sui
prodotti da costruzione e il loro uso a titolo gratuito e dovranno mostrarsi imparziali per quanto
riguarda il processo di ottenimento della marcatura CE.
Fabbricazione tradizionale
I prodotti da costruzione fabbricati in modo tradizionale o in modo adeguato alla conservazione del
patrimonio, in un processo non industriale possono essere esenti dalla regola della dichiarazione di
prestazione.
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DOMANDA:
La Toxic Substances Control Act (15 USC 2601 e seguenti) autorizza
l'Environmental Protection Agency (EPA) a valutare le sostanze
chimiche esistenti e quelle nuove impiegate nella fabbricazione e nel
commercio per identificare i prodotti potenzialmente pericolosi o gli
usi che dovrebbero essere oggetto di controllo federale. Sia le
sostanze chimiche naturali che sintetiche sono soggette ala TSCA,
con l'eccezione dei prodotti chimici disciplinati da altre leggi federali
in materia di alimenti, farmaci, cosmetici, armi da fuoco, munizioni,
pesticidi, tabacco.
L’EPA può imporre ai produttori di prodotti chimici di condurre e
riferire i risultati di test per determinare gli effetti dei prodotti chimici
potenzialmente pericolosi per gli esseri viventi. Sulla base dei risultati dei test, l'EPA deve
regolamentare la fabbricazione, la trasformazione, la distribuzione, l'utilizzo e/o lo smaltimento di
qualsiasi sostanza chimica che presenta un irragionevole rischio di lesioni per la salute umana o per
l'ambiente. Una varietà di strumenti normativi è disponibile sotto la TSCA, che vanno da un divieto
totale di produzione, importazione e utilizzo, alla disposizione che un prodotto rechi un'etichetta di
avvertimento nel punto di vendita.
Gli importatori di sostanze chimiche devono presentare una dichiarazione per certificare che la
spedizione è soggetta alla Toxic Substances Control Act (TSCA) ed è conforme a tutte le norme e
requisiti applicabili, o che la spedizione non è soggetta alla TSCA. Le sostanze chimiche nuove
richiedono la presentazione di una premanufacture notice. Inoltre, l'Environmental Protection Agency
(EPA) deve essere informata dell'importazione o della produzione di sostanze chimiche entro 30 giorni.
Per la presentazione elettronica di questi dati, l'importatore o il produttore devono essere registrati
presso il sistema centrale di scambio di dati (CDX). Per ulteriori informazioni, si prega di consultare i
documenti elencati di seguito:
Declaration of Chemicals - A seconda del tipo di sostanza chimica, l'importatore deve
firmare e presentare una delle seguenti affermazioni al funzionario doganale competente
presso il porto di entrata:
- "I certify that all chemical substances in this shipment comply with all applicable rules or orders under
the TSCA and that I am not offering a chemical substance for entry in violation of TSCA or any
applicable rule or order thereunder." (for chemical substances, mixtures or articles)
- "I certify that all chemical substances in this shipment are not subject to TSCA." (for pesticides, food,
food additives, drugs, cosmetics or devices, source material, special nuclear material, or by-product
material, firearms and ammunition);
Central Data Exchange (CDX) Registration – La registrazione deve essere effettuata dall’utente
interessato presso l’Environmental Protection Agency (EPA), CGI Federal Inc., 12601 Fair Lakes Circle,
US-Fairfax, VA 22033, tel.: +1 970 4945500, fax: +1 703 2274199.
I dati richiesti devono essere forniti in inglese e inoltrati online attraverso l'interfaccia presente sul
seguente sito web: http://cdx.epa.gov. Il tempo di elaborazione è fino a dieci giorni lavorativi e non è
prevista alcuna imposta.
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Il periodo di validità dipende dal programma che viene utilizzato e può essere illimitato;
Premanufacture Notice for New Chemical Substances - L'avviso deve essere elaborato
elettronicamente dall'importatore o dal fabbricante in inglese.
La comunicazione deve essere presentata almeno 90 giorni prima della data prevista per
l'importazione o la fabbricazione.
Solitamente, la tassa è di 2.500 USD. Se una premanufacture notice per una sostanza intermedia è
presentata insieme a quella per un prodotto finale, i costi per la sostanza intermedia sono di 1.000
USD. Se l'avviso è inoltrato da una piccola entità commerciale (definita come una società con meno
di 40 milioni di dollari di vendite annuali), la tassa è di 100 USD.
Documentazione da allegare: Material Safety Data Sheet e altri dati pertinenti
Gli importatori o i fabbricanti sono invitati a contattare il TSCA Chemical Substances Inventory
dell’EPA per determinare se una sostanza è nuova oppure no. Inoltre, per alcune sostanze, ad
esempio sostanze importate o fabbricate per scopi specifici, come la ricerca e lo sviluppo, i test di
marketing, ecc., può essere richiesta una procedura semplificata o l’esenzione totale dai requisiti di
premanufacture notice.;
Material Safety Data Sheet – è la scheda tecnica del prodotto e deve essere preparata in inglese;
Notice of Commencement of Manufacture or Import for New Chemical Substances - documento
di notifica all'Environmental Protection Agency (EPA) della prima importazione o fabbricazione di
una nuova sostanza chimica per scopi commerciali.
La comunicazione deve essere inviata elettronicamente dall'importatore o fabbricante, in inglese e
deve essere presentata entro 30 giorni dalla data della prima importazione o di fabbricazione. Al
momento della presentazione, la sostanza chimica viene aggiunta al TSCA Chemical Substances
Inventory, di solito nel giro di quattro settimane.
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DOMANDA:
DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE
Commercial Invoice - Fattura commerciale
E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è
necessario per lo sdoganamento della merce. Deve essere in lingua
inglese o in un’altra lingua purché provvista di adeguata traduzione in
inglese. Deve essere presentata in unica copia per lo sdoganamento;
ulteriori copie possono essere richieste per altre ragioni relative
all’importazione. I dati della fattura possono essere inviati anche
elettronicamente attraverso l’Automated Invoice Interface o
l’EDIFACT. Se la fattura non è disponibile al momento dell’ingresso,
i funzionari della dogana degli Stati Uniti possono accettare una
documentazione sintetica, a condizione che l'importatore fornisca una dichiarazione scritta in cui si
impegna a presentare successivamente la fattura vera e propria.
Se i funzionari doganali accettano tale presentazione ritardata, gli importatori devono lasciare una
cauzione che copra il valore fatturato della merce più un’ulteriore metà. La fattura deve essere
presentata entro 120 giorni dall'entrata, o, se la fattura è richiesta per fini statistici, entro 50 giorni
dall'entrata.
I dati contenuti devono essere i seguenti:
nome e indirizzo del venditore o dello spedizioniere;
nome e indirizzo del destinatario o dell’acquirente;
luogo e data di vendita/spedizione;
porto di entrata;
paese di origine;
numeri e marchi dei colli;
descrizione del contenuto di ogni collo;
esatta descrizione delle merci, inclusi nomi, marchi, numeri e simboli;
quantità delle merci (in pesi e misure);
prezzo di acquisto / valore di ogni elemento;
nome e tipologia della valuta di pagamento;
addebiti sulle merci, dettagliate per nome e quantità, compresi i costi di trasporto, assicurazione,
commissioni, e, se non incluse, tutte le spese sostenute durante il trasporto della merce;
accordi o impegni che possono avere influenzato il prezzo di vendita della merce (es. sconti,
rimborsi, compensazioni, ecc);
beni e servizi forniti per la produzione dei beni fuori degli Stati Uniti e non inclusi nel prezzo
fatturato;
numerazione delle pagine (nel caso di più fatture).
Ulteriori dettagli da fornire in accordo con la comune pratica commerciale sono:
luogo e data di consegna;
numero della fattura;
nome del mittente;
origine della spedizione;
informazioni di trasporto;
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termini di consegna e pagamento;
numero e tipologia dei colli;
prezzo totale;
dettagli della qualità, del peso netto e lordo delle merci;
firma del venditore, dello spedizioniere o di un suo agente.
Ulteriori informazioni possono essere richieste per le merci spedite da una persona diversa dal
fabbricante o se la merce non viene importata nell'ambito di un contratto commerciale oppure è
destinata ad essere venduta in transito. Inoltre, ci sono requisiti specifici di fatturazione per talune classi
di merci ai sensi del Title 19 of the Code of Federal Regulations (19 C.F.R. 141.89). Per l’alluminio e le leghe
di alluminio classificabile nelle sottovoci 7601.10.60, 7601.20.60, 7601.20.90, 7602.00.00,
dell’Harmonized Tariff Schedule of the United States (HTSUS) è necessaria una dichiarazione della
percentuale in peso di qualsiasi elemento metallico contenuto nell'articolo.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare un qualsiasi ufficio del Customs and Border Protection.
Pro Forma Invoice – Fattura pro forma
Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima e in aggiunta alla fattura vera e
propria. Può essere accettata in specifici casi, ad esempio se non si è in grado di presentare fattura al
momento dell’ingresso nel Paese. Deve essere in lingua inglese o in un’altra lingua purché provvista di
adeguata traduzione in inglese
Packing List – Lista dei colli
In Italiano “Bolla di carico” o anche “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura
(casse, cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il
contenuto di ciascuno di essi. Non è richiesta una forma specifica e deve essere predisposta
dall’esportatore in inglese secondo la prassi commerciale standard.
Certificate of Origin - Certificato di origine
E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato, viene emesso dalla CCIAA e deve
essere consegnato in originale. Necessario solo se espressamente richiesto dall’importatore o per altri
motivi.
DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE
Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione
Modulo ufficiale per lo sdoganamento delle merci. Esso contiene inoltre tutte le informazioni
necessarie per la valutazione del valore imponibile di una spedizione. Richiesta per lo sdoganamento di
merci con un valore superiore ai 2.500 dollari o nei casi in cui l'entrata informale non è possibile, ad
esempio a causa di quote o restrizioni al visto. La dichiarazione deve essere preparata dall’importatore
in inglese. Deve essere archiviata e depositata entro dieci giorni lavorativi dall’arrivo delle merci.
Customs Bond – Cauzione doganale
Un documento attestante che una cauzione è stata rilasciata alle autorità doganali per coprire qualsiasi
potenziale dazio, imposta od onere dovuto. Consente all'importatore di prendere possesso della merce
prima del pagamento dei dazi doganali.
Le cauzioni doganali sono rilasciate sia per le importazioni singole che per molteplici importazioni
entro un anno. A seconda degli specifici prodotti, le cauzioni per singola operazione possono costare
fino a tre volte il valore della merce. L'ammontare delle cauzioni per importazioni molteplici è pari al
dieci per cento dei dazi doganali totali pagati per l'anno precedente o stimati per l'anno in corso, ma
non meno di 50.000 dollari.
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Per ulteriori informazioni contattare l’U.S. Customs and Border Protection (CBP), Office of
Regulations and Rulings, Entry Process and Duty Refunds Branch, 1300 Pennsylvania Avenue, NW,
Mint Annex, US-Washington, DC 20229, tel.: +1 202 5728770.
Importer Security Filing and Additional Carrier Requirements
Dal 26 gennaio 2010, gli importatori e i trasportatori devono rispettare pienamente i requisiti di
Importer Security Filing and Additional Carrier, comunemente indicata come iniziativa “10+2”, e
presentare gli elementi informativi rilevanti ai funzionari del Customs and Border Protection (CBP).
Necessario per la sorveglianza doganale. L'iniziativa vale solo per merci importate da navi oceaniche.
L’Importer Security Filing (ISF) deve essere effettuato almeno 24 ore prima del caricamento.
L'importatore o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP:
nome e indirizzo del venditore;
nome e indirizzo dell'acquirente;
numero di registrazione dell’importatore;
numero di registrazione del destinatario;
nome e indirizzo del fabbricante o del fornitore;
nome della nave;
paese di origine;
numero di tariffa doganale (HTSUS);
numero di polizza di carico.
Almeno 24 ore prima dell'arrivo (o al momento del caricamento, nel caso in cui il carico al porto
straniero sia stato fatto entro le 24 ore prima della data di arrivo), il vettore della nave o il suo
mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP:
posizione dei contenitori pieni;
nome e indirizzo dell’agente che si occupa del consolidamento delle merci.
Inoltre, 48 ore dopo la partenza (o in qualsiasi altro momento prima dell'arrivo, se il viaggio dura meno
di 48 ore), i vettori devono presentare un piano di stivaggio nave.
Le informazioni devono essere presentate elettronicamente (tramite vessel Automated Manifest System
o l'Automated Broker Interface.
DOCUMENTI DI TRASPORTO
Air Waybill
Bill of Lading
Manifest for Aircraft
Manifest for Vessels
Transportation Entry - Documento richiesto se la merce viene trasportata in stato di deposito franco
dal porto di arrivo al porto di entrata previsto.
Da compilarsi a cura del vettore o del suo agente in inglese. Da presentare in duplice copia.
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DOMANDA:
In termini generali, la legislazione sulle bevande alcoliche fa riferimento
al Code of Federal Regulations, (CFR) in particolare al capitolo (Title)
27: http://ecfr.gpoaccess.gov.
Il Federal Alcohol Administration Act (FAA Act) è compreso (titolo
27 capitolo 8) all’interno dello United States Code (USC). Il FAA Act
risale al 1935 ed è ancora un riferimento legale valido e utilizzato per le
bevande alcoliche: www.gpoaccess.gov/uscode/browse.html.
L’Internal Revenue Code, del 1986, fa anch’esso parte dello USC
(titolo 26 sottotitolo E) e contiene norme relative alla tassazione di
alcohol e tabacco: www.gpoaccess.gov/uscode/browse.html.
La regolamentazione delle importazioni di bevande alcoliche negli USA è sostanzialmente regolata,
come nel caso di altri prodotti alimentari, dal Bio-Terrorism Act promulgato nel 2002:
http://www.fda.gov/RegulatoryInformation/Legislation/ucm148797.htm.
Altre leggi che si occupano di regolamentare la commercializzazione di vino negli Usa sono The
Alcohol Beverage Labeling Act emanato nel 1988, per far apparire su tutte le bevande alcoliche, in
vendita o distribuite negli USA, il “Government Warning Statement” e il The Webb-Kenyon Act,
approvato nel 1913, che proibisce l’invio di bevande alcoliche in violazione delle leggi per la ricezione
dello Stato a cui sono destinate. Queste e altre normative sono consultabili al sito:
http://www.ttb.gov/about/stat_auth.shtml.
PREPARAZIONE DEL PRODOTTO
Per esportare vino negli Stati Uniti è in primo luogo necessario che i contenitori rispettino precise
capacità. I contenitori consentiti sono quelli da multipli di litro (es 3 litri, 4 litri...), 1,5 litri, 1 litro, 750
ml, 500 ml, 375 ml, 187 ml, 100 ml e 50 ml.
Anche la forma dei contenitori è regolamentata, allo scopo di evitare che essi possano dare un’idea
ingannevole del contenuto. Per questo motivo, il vuoto interno (lo spazio non riempito di vino) della
bottiglia non deve superare il 6% della capacità totale di bottiglie da 187 ml ed oltre, e il 10% per le altre
bottiglie.
L’imballaggio del prodotto deve essere professionale, accurato e conforme agli standard di sicurezza
prescritti. La merce va preservata e protetta da eventuali urti pressioni o vibrazioni che potrebbero
verificarsi lungo il tragitto.
L’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (TTB) non prevede generalmente particolari controlli
sulle importazioni di bevande alcoliche di provenienza dall’Italia. La ragione è il fatto che gli standard
validi nel nostro Paese per esportare sono recepiti e accettati in America.
In alcuni casi, tuttavia, e particolarmente per bevande alcoliche che contengono aromi e/o coloranti, o
per elevate gradazioni alcoliche, è richiesta una procedura preliminare di verifica del prodotto.
Tale procedura è chiamata “pre-COLA” e generalmente prevede analisi in laboratorio di campioni volte
a verificare che quanto riportato nell’etichetta sia veritiero e non ingannevole.
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Più in dettaglio la valutazione “pre-COLA” serve a chiarire che:
La bevanda non contenga ingredienti proibiti;
Ingredienti soggetti a limitazioni siano utilizzati nel rispetto dei limiti legali;
La classificazione di prodotto proposta (e quindi le tasse) sia corretta;
Bevande etichettate senza l’avvertenza sui solfiti (vedi tavole a tema) abbiano effettivamente una
presenza di ossido di sofo sulfureo inferiore a 10 parti per milione (ppm).
Una lista completa e aggiornata dei vini che sono oggi soggetto a verifiche “pre-COLA” è disponibile
all’indirizzo internet al sito http://www.ttb.gov/industry_circulars/archives/2007/pre-cola_eval.pdf;
ad ogni modo, la notifica della necessità di una verifica di questo viene notificata dall’importatore al
produttore.
In aggiunta alle procedure del “pre-COLA”, sono ovviamente previste in dogana ispezioni casuali su
prodotto al momento del loro arrivo nel porto d’entrata, a cura delle autorità doganali (Bureau of
Custom and Border Protection - CBP).
ETICHETTATURA
Qualsiasi bevanda alcolica che si intenda esportare negli USA deve essere etichettata secondo i canoni
regolamentati dal TTB. Ciascuna etichetta deve quindi essere obbligatoriamente approvata dalla TTB
prima che la spedizione venga effettuata.
Da un punto di vista procedurale, è l’importatore a richiedere che l’etichetta sia autorizzata. Tale
autorizzazione è richiesta attraverso il modulo “COLA” (Certificate Of Label Approval). Un esempio
di modulo è consultabile all’indirizzo http://www.ttb.gov/forms/f510031.pdf. Il produttore deve
attenersi alle indicazioni dell’importatore e seguirne le istruzioni. La procedura è generalmente veloce
(entro 30 giorni a meno di casi particolarmente complessi) e l’applicazione è gratuita.
Una volta ottenuta l’autorizzazione dell’etichetta per il mercato USA, il produttore può stamparla in
larga scala e applicarla alle bottiglie da esportare.
Una volta approvata, l’etichetta non può essere modificata. Apportare anche il più lieve cambiamento
su un’etichetta già approvata dalla TTB, infatti, generalmente basta per rendere tale autorizzazione
nulla.
Le pagine “Public COLA” (https://www.ttbonline.gov/colasonline/publicSearchColasBasic.do),
consentono di visionare, senza necessità di username e password, i dettagli di COLAs approvati,
scaduti, ritirati e revocati (www.ttb.gov/wine/wine-labeling.shtml).
Le etichette di bevande alcoliche vendute negli USA devono tutte indicare (sul retro), in lingua inglese,
con carattere di almeno 2 mm:
Nome della Marca: Nel caso in cui il nome sia un luogo geografico, ad esso va associata la parola
“brand” scritta a dimensioni di almeno la metà del nome della marca;
Origine: è il nome del luogo in cui cresce almeno il 75% dell’uva utilizzata per la produzione del
vino. Può essere il nome di un Paese, uno Stato o di una regione geografica. Ad essa può essere
associata l’indicazione di denominazione d’origine controllata (es. D.O.C.).
Varietà: è il nome del vitigno utilizzato (es. Cabernet, Chardonnay...). Tale dicitura si può utilizzare
nel caso di vini non DOC purché’ da un singolo vitigno provenga non meno del 75% dell’uva
necessaria per la produzione di quel vino.
Nome e Indirizzo del produttore, imbottigliatore o esportatore: la dicitura deve iniziare con
“PRODUCED AND BOTTLED BY” “BOTTLED BY o “ESTATE BOTTLED BY”.
Quest’ultima dicitura si può applicare nel caso in cui il 100% del vino provenga da uve cresciuta su
terre controllate o di proprietà dell’azienda vinicola, situata in un’area dove si pratica viticultura, e
che il vino venga prodotto nella stessa area.
Paese di Provenienza: es. Product of Italy;
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Contenuto netto (“net content”), espresso come segue: 750 ml o 1.5 l. Sono inaccettabili
diciture come 1,5l o 75 cl o 750 ml. E’ permesso di non stampare la quantità sull’etichetta qualora
questa sia già impressa o soffiata sul vetro della bottiglia.
Contenuto Alcolico (scritto a carattere non più alto di 3 mm - si noti che la divisione decimale va
riportata con il punto, non con la virgola). Se il contenuto alcolico varia tra 7% e 14% si possono
utilizzare le diciture “Table Wine” o “Light Wine” al posto dell’indicazione dei gradi.
Government Warning (scritto in grassetto e a carattere non più alto di 3 mm). I due punti che
fanno parte degli avvisi governativi devono essere indicati da una numerazione che appare tra
parentesi. Quindi:
GOVERNMENT WARNING:
ACCORDING TO THE SURGEON GENERAL, WOMEN SHOULD NOT DRINK
ALCOHOLIC BEVERAGES DURING PREGNANCY BECAUSE OF THE RISK OF BIRTH
DEFECTS.
CONSUMPTION OF ALCOHOLIC BEVERAGES IMPAIRS YOUR ABILITY TO DRIVE A
CAR OR OPERATE MACHINERY, AND MAY CAUSE HEALTH PROBLEMS.
Solfiti: la dicitura “Contains Sulfites” deve apparire a parte e separato dal Government Warning. È
obbligatoria nel caso in cui il prodotto contenga ossido di solfo in parti eccedenti 10 parti su un
milione.
Nome e l’indirizzo dell’importatore autorizzato (o agente esclusivista), che deve essere riportato
sul Back. È possibile includere il sito e il logo.
Altre indicazioni:
L’indicazione dell’annata può essere indicata nell’etichetta qualora non meno del 95% delle uve
utilizzate sia stato vendemmiato nell’anno indicato.
Nel caso in cui il prodotto sia stato trattato con coloranti, questo deve essere indicato
nell’etichetta sul front attraverso le diciture “Certified Color” o “Artificially COlored”.
L’utilizzo del colorante FD & C Yellow NR 5 deve essere espressamente indicato.
L’etichetta posteriore deve, infine, lasciare sufficiente spazio libero per il codice a barre. Notare
che il Sistema Europeo è diverso da quello degli Stati Uniti. Il Sistema Europeo prevede 13
numeri, mentre quello americano ne ha 12.
DOCUMENTI E FORMALITÀ PER ESPORTARE
La Food and Drug Administration (FDA) ha adottato una regolamentazione che obbliga le società
straniere e americane a registrarsi presso i suoi uffici quando queste sono impegnate nella catena
agroalimentare (produzione, condizionamento, imballaggio o stoccaggio dei prodotti alimentari).
E’ richiesta obbligatoriamente una dichiarazione verso la FDA per qualsiasi importazione verso gli Stati
Uniti di prodotti alimentari (comprese le bevande) destinate al consumo umano o animale. Nel
dicembre 2003 “The United States Food and Drug Administration” (FDA) e “The U.S bureau of
Customs and Border Protection” (CBP) hanno definito una “compliance policy guide” individuando
una strategia che tuteli i consumatori dal bioterrorismo e nello stesso modo non interrompa, o turbi in
qualsiasi modo, il flusso del commercio internazionale, anche in accordo con il “Bioterrorism Act”
(Public Health Security and bioterrorism Preparedness and Response Act of 2002).
Questa legge presenta due principali provvedimenti:
Registrazione degli impianti: il FDA richiede che gli stabilimenti nazionali e stranieri che
producono, lavorano, confezionano o conservano cibi destinati al consumo umano o animale negli
Stati Uniti, si registrino presso il FDA. Aziende agricole con sede negli U.S.A., negozi al dettaglio,
ristoranti e strutture non-profit che preparano o servono prodotti alimentari direttamente al
consumatore, sono esenti da questi obblighi. Inoltre la registrazione dello stabilimento non è
richiesta per spedizioni da privato a privato (ad esempio regali natalizi);
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Notifica di Preavviso dell'Importazione di alimenti: il FDA richiederà che chi importa o esporta
prodotti alimentari negli U.S.A. -inclusi agenti o spedizionieri, sottoponga al FDA una Notifica di
Preavviso (Prior Notice) per ogni articolo spedito, a partire dal 12 dicembre 2003.
DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE
Commercial Invoice - Fattura commerciale
E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è necessario per lo sdoganamento
della merce. Deve essere in lingua inglese o in un’altra lingua purché provvista di adeguata traduzione in
inglese. Deve essere presentata in unica copia; ulteriori copie possono essere richieste per specifiche
esigenze di importazione. I dati della fattura possono essere inviati anche elettronicamente attraverso
l’Automated Invoice Interface o EDIFACT. Se la fattura non è disponibile al momento dell’ingresso, i
funzionari della dogana degli Stati Uniti possono accettare una documentazione sintetica, a condizione
che l'importatore fornisca una dichiarazione scritta in cui si impegna a presentare successivamente la
fattura vera e propria.
Se i funzionari doganali accettano tale presentazione ritardata, gli importatori devono lasciare una
cauzione che copra il valore fatturato della merce più un’ulteriore metà. La fattura deve essere
presentata entro 120 giorni dall'entrata, o, se la fattura è richiesta per fini statistici, entro 50 giorni
dall'entrata.
I dati contenuti devono essere i seguenti:
nome e indirizzo del venditore o del mittente;
nome e indirizzo del compratore o del destinatario;
luogo e data di vendita/consegna;
porto di entrata;
paese di origine;
marchi e numero dei colli;
descrizione del contenuto di ogni pacco;
esatta descrizione delle merci, inclusi nomi, marchi, numeri e simboli;
quantità delle merci (in peso e altre unità di misura);
prezzo/valore di acquisto di ogni articolo;
nome e tipologia della valuta di pagamento;
oneri sulle merci, dettagliate per nome e quantità, inclusi i costi di trasporto, l’assicurazione, le
commissioni, la custodia, i rivestimenti, le spese di imballaggio e, se non comprese, tutte le spese
sostenute durante il trasporto della merce;
accordi o impegni che possono aver influenzato il prezzo di vendita della merce (ad esempio sconti,
rimborsi, indennizzi, ecc.);
beni e servizi forniti per la produzione dei beni al di fuori degli Stati Uniti e non inclusi nel prezzo
fatturato;
numerazione delle pagine (nel caso di più fatture/pagine presentate per un unico ingresso).
Ulteriori dettagli in accordo con la pratica commerciale comune:
luogo e data di emissione;
numero di fattura;
nome dello spedizioniere;
origine della spedizione;
informazioni sui trasporti;
termini di consegna e pagamento;
numero e tipo di colli;
importi totali;
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dettagli del grado o della qualità, del peso netto e lordo delle merci;
firma del venditore, dello spedizioniere o di un suo agente.
Pro Forma Invoice – Fattura pro forma
Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima e in aggiunta alla fattura vera e
propria. Può essere accettata in specifici casi, ad esempio se non si è in grado di presentare fattura al
momento dell’ingresso nel Paese.
Packing List – Lista dei colli
In Italiano “Bolla di carico” o anche “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura
(casse, cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il
contenuto di ciascuno di essi. Deve essere preparata dall’esportatore in inglese, secondo la pratica
commerciale standard, e presentata in triplice copia.
Certificate of Origin - Certificato di origine
E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato. Viene emesso dalla CCIAA e
deve essere consegnato in originale. Necessario solo se espressamente richiesto dall’importatore o per
altri motivi.
Codice di Identificazione Produttore (MID)
Codice che identifica il produttore (non statunitense) di un bene, in conformità con le disposizioni di
legge; può essere un prerequisito per la dichiarazione doganale di importazione o per l'entrata/consegna
immediate.
L'autorità responsabile è la Customs and Border Protection (CBP).
Il MID deve essere predisposto dall'importatore in conformità con le disposizioni di legge statunitense
di cui al 19 CFR 102.
Il codice MID contiene fino a 15 caratteri senza spazi:
Codice ISO del paese (due caratteri);
Nome del fabbricante (primi tre caratteri di ciascuno delle prime due parole);
Indirizzo del fabbricante (prime quattro cifre del numero maggiore nel tratto di strada di indirizzo);
Nome della città (prime tre lettere).
Per articoli aventi più di un produttore, il codice MID va indicato per ciascun produttore,
separatamente.
Nel caso in cui la fattura elenchi più ragioni sociali o indirizzi, le informazioni del MID devono essere
relative alla sede legale della società.
Certificato di analisi
Comprende i risultati delle analisi di laboratorio del vino. Può essere richiesto in alcuni casi dalla TTB
nel caso siano necessari chiarimenti/approfondimenti (nella sostanza è richiesto molto raramente). La
certificazione consiste in una dichiarazione rilasciata da autorità del Paese di produzione o da un
organismo preposto al controllo delle pratiche enologiche.
DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE
Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione
Modulo ufficiale per lo sdoganamento delle merci. Esso contiene inoltre tutte le informazioni
necessarie per la valutazione del valore imponibile di una spedizione. Richiesta per lo sdoganamento di
merci con un valore superiore ai 2.500 dollari. La dichiarazione deve essere preparata dall’importatore
in inglese e presentata in unica copia o elettronicamente. Il documento deve essere presentato entro
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dieci giorni dall’arrivo della merce, così come il pagamento dei dazi deve avvenire sempre entro dieci
giorni dall’arrivo della merce.
Customs Bond – Cauzione doganale
Un documento attestante che una cauzione è stata rilasciata alle autorità doganali per coprire qualsiasi
potenziale dazio, imposta od onere dovuto. Consente all'importatore di prendere possesso della merce
prima del pagamento dei dazi doganali.
Le cauzioni doganali sono rilasciate sia per le importazioni singole che per molteplici importazioni
entro un anno. A seconda degli specifici prodotti, le cauzioni per singola operazione possono costare
fino a tre volte il valore della merce. L'ammontare delle cauzioni per importazioni molteplici è pari al
dieci per cento dei dazi doganali totali pagati per l'anno precedente o stimati per l'anno in corso, ma
non meno di 50.000 dollari.
Import permit for Alcohol – Permesso di importazione di prodotti alcolici
È il documento che permette l’importazione e lo sdoganamento di alcolici all’interno degli Stati Uniti.
L’importatore deve richiederlo presso l’ufficio competente della TTB, considerando che i tempi di
rilascio si aggirano intorno ai 90 giorni.
Alcohol Label Approval - Certificazione di Approvazione dell’etichetta (COLA)
Ottenuta dall'importatore che registra sul sito della TTB fornendo tutti i dati richiesti (incluso nome
dell'importatore che deve apparire sull'etichetta).
Importer Security Filing and Additional Carrier Requirements
Dal 26 gennaio 2010, gli importatori e i trasportatori devono rispettare pienamente i requisiti di Importer
Security Filing and Additional Carrier, comunemente indicata come iniziativa “10+2”, e presentare gli
elementi informativi rilevanti ai funzionari del Customs and Border Protection (CBP).
Necessaria per la sorveglianza doganale, l'iniziativa vale solo per merci importate da navi oceaniche.
L’Importer Security Filing (ISF) deve essere effettuato almeno 24 ore prima del caricamento. L'importatore
o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP:
nome e indirizzo del venditore;
nome e indirizzo dell'acquirente;
numero di registrazione dell’importatore;
numero di registrazione del destinatario;
nome e indirizzo del fabbricante o del fornitore;
nome della nave;
paese di origine;
numero di tariffa doganale (HTSUS);
numero di polizza di carico.
Almeno 24 ore prima dell'arrivo (o al momento del caricamento, nel caso in cui il carico al porto
straniero sia stato fatto entro le 24 ore prima della data di arrivo), il vettore della nave o il suo
mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP:
posizione dei contenitori pieni;
nome e indirizzo dell’agente che si occupa dell’accoparmento delle merci.
Inoltre, 48 ore dopo la partenza (o in qualsiasi altro momento prima dell'arrivo, se il viaggio dura meno
di 48 ore), i vettori devono presentare un piano di stivaggio nave.
Le informazioni devono essere presentate elettronicamente (tramite vessel Automated Manifest System o
l'Automated Broker Interface.
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DOCUMENTI DI TRASPORTO A CURA DEL VETTORE/SPEDIZIONIERE
Air way bill
È il documento di trasporto rappresentativo della merce in caso di trasporto aereo, ed è compilato dallo
spedizioniere.
Bill of Lading
È il documento di trasporto nel caso di spedizioni marittime, e viene compilato dalla compagnia di
navigazione dietro istruzioni dello spedizioniere.
Manifest for Aircraft/Manifest for Vessel
È il documento comprensivo del dettaglio della merce caricata a bordo mezzo. Può essere richiesto allo
spedizioniere in particolare nel caso in cui il carico è prelevato da fornitori diversi per un unico
destinatario.
Transportation Entry - Documento richiesto se la merce viene trasportata in stato di deposito franco
dal porto di arrivo al porto di entrata previsto.
Da compilarsi a cura del vettore o del suo agente in inglese e presentare in duplice copia.
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DOMANDA:
Nella Federazione Russa, tutti i dispositivi medici per poter essere
utilizzati ai fini diagnostici e terapeutici devono essere registrati a
Mosca, presso il Dipartimento Centrale del Servizio federale per la
sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale
(Roszdravnadzor), il quale al termine di un iter rilascia il certificato di
registrazione.
Nel certificato di registrazione vengono indicati: ragione sociale del
fabbricante e del richiedente, tipo o modello, codice del classificatore
interno di prodotti e classe di rischio del dispositivo medico. Il
certificato di registrazione può avere uno o più allegati nei quali
vengono elencati: modelli, parti e accessori del dispositivo medico e gli
stabilimenti produttivi.
Nei sistemi complessi, composti da più moduli (unità) di fabbricanti diversi recanti marchi commerciali
dei rispettivi fabbricanti, è richiesto un certificato di registrazione separato per ciascun modulo. In
questo caso, prima di procedere con la registrazione, è opportuno verificare che il modulo in questione
non sia stato già registrato. A tal fine, è sufficiente accedere al repertorio nazionale dei dispositivi
medici ed effettuare una ricerca. Il certificato di registrazione del modulo deve essere intestato al
fabbricante, il quale dovrà fornire l'assenso all'utilizzo del suo prodotto nel dispositivo medico che si
vuole registrare.
Dal 01/01/2013 è entrata in vigore la delibera del Governo della Federazione Russa n. 1416 del
27/12/2012, recante le nuove disposizioni in materia di registrazione dei dispositivi medici sul
territorio della Federazione Russa, abrogando il Regolamento Amministrativo del Roszdravnadzor,
approvato con l’ordinanza del Ministero della Salute della Federazione Russa n. 735 del 30/10/2006,
che regolava la materia in precedenza.
Conformemente alla nuova normativa, i certificati di registrazione dei dispositivi medici validi a tempo
indeterminato, rilasciati prima dell’entrata in vigore della citata delibera, rimangono validi, ma devono
essere convertiti in certificato di registrazione di nuovo tipo entro il 01/01/2014.
I certificati di registrazione dei dispostivi medici aventi una data di scadenza, rilasciati prima dell’entrata
in vigore della citata ordinanza, rimangono validi fino alla loro data di scadenza.
La conversione dei certificati di registrazione di vecchio tipo in certificati di nuovo tipo viene effettuata
senza dover rifare l’iter di registrazione. A tal fine è necessario presentare la domanda di conversione al
Servizio federale per la sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale (Roszdravnadzor)
riportando nel modulo di domanda i dati richiesti dalle nuove disposizioni.
Le domande di registrazione dei dispositivi medici presentate prima dell’entrata in vigore delle nuove
disposizioni, vengono evase in accordo alla vecchia normativa, ma con la presentazione della domanda
di registrazione di nuovo tipo.
Nel nuovo modulo di domanda di registrazione dei dispositivi medici sono state aggiunte due nuove
voci:
1. progettista del dispositivo medico;
2. rappresentante autorizzato del fabbricante nelle questioni inerenti la valutazione della conformità e
la marcatura del prodotto, dalla quale si desume che un fabbricante straniero d’ora in poi per
registrare un dispositivo medico in Russia deve nominare un suo rappresentante.
Per maggiori informazioni sull'applicazione delle nuove regole, si deve attendere qualche mese, affinché
vengano emesse le circolari con chiarimenti sull’applicazione delle nuove norme.
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Quali documenti sono necessari?
1. codice doganale (TARIC) del dispositivo;
2. scheda tecnica e/o manuale d'uso;
3. elenco dei materiali che contattano con il paziente od operatore;
4. elenco delle parti ed accessori,
5. certificato d'iscrizione nel registro delle imprese (doc. originale (in forma abbreviata)
6. Certificato di libera vendita (attestazione di marcatura CE) per l'esportazione di dispositivi
medici nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea, rilasciato dal Ministero della Salute (in
originale)(Facsimile);
7. certificati di conformità:
• certificato ISO 9001:2000 e/o ISO 13485:2003(doc. originale)
• certificato/dichiarazione di conformità CE93/42 (doc. originale) (per reagenti ed analizzatori
CE98/79)
8. rapporti di prova:
• biocompatibilità e tossicità EN ISO 10993
• requisiti generali di sicurezza EN 60601-1
• compatibilità elettromagnetica EN 60601-1-2
9. procura notarile (doc. originale);
10. relativamente ad ogni singolo caso può essere richiesta documentazione aggiuntiva.
I certificati rilasciati dagli enti pubblici italiani (camera di commercio) devono essere legalizzati secondo
la convenzione dell'Aja del 05/10/1961, mediante l'apposizione del timbro "Apostille" sugli originali
dei documenti presso la prefettura competente per la zona di residenza del richiedente.
Il certificato di libera vendita rilasciato dal Ministero della Salute va legalizzato presso la prefettura di
Roma. In alternativa, si possono autenticare le copie del certificato in comune di residenza del
richiedente e legalizzarle presso la prefettura locale. Il certificato di libera vendita del Ministero della
Salute normalmente è rilasciato entro 30 giorni.
L'Apostilla per la procura va richiesta all'ufficio di stato civile della Procura della Repubblica
competente per la zona di residenza del notaio.
Su tutte le copie dei documenti deve essere apposto il timbro e la firma del legale rappresentante. Tutti i
documenti devono essere debitamente tradotti in lingua russa da un traduttore giurato.
Tempi di rilascio e costi
Rilascio del certificato: da 5 a 12 mesi
Aggiornamento: fino a 2 mesi
Imposta statale rilascio un certificato: 146,00 Euro
Prove varie a seconda della tipologia del dispositivo medico e della sua classe di rischio da effettuare
presso laboratori autorizzati, preparazione ed inoltro al Roszdravnadzor del fascicolo di registrazione,
accompagnamento della domanda di registrazione al Roszdravnadzor, emissione del certificato di
registrazione: min. 5.000 – max 20.000 Euro.
Modalità di vendita e contratti di distribuzione
Nella Federazione Russa, come anche in Italia, esiste la forma della vendita per conto terzi senza che la
proprietà passi al soggetto che svolge l’attività di vendita presso i propri spazi per conto del venditore.
La forma del contratto più comune per questo tipo di vendita è il contratto di commissione, dove Il
soggetto che conferisce l'incarico è chiamato committente mentre quello che esegue l'incarico è il
commissionario. A questo tipo di rapporto contrattuale si applica interamente la normativa del capitolo
51 Codice Civile della Federazione Russa.
A seconda delle esigenze delle parti possono essere stipulati anche i contratti di distribuzione e/o
agenzia.
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Per la stipula del contratto non serve alcuna documentazione particolare, eccetto il contratto stesso in
forma scritta in doppia lingua.
Per ulteriori informazioni
Servizio Federale per la Sorveglianza della Sanità Pubblica e dello Sviluppo Sociale
Sede centrale: 109074 Mosca, Slavjanskaja ploshad, 4 edificio1. Tel.: +7 495 6983098.
ITER PREVISTO PER LA REGISTRAZIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI
PASSO 1
Invio al Roszdravnadzor della domanda di rilascio del permesso per l’importazione dei campioni valido 6 mesi (copia della procura,
informazioni sul DM, contratto con i laboratori, quantità dei campioni) Rilascio del permesso entro 5gg. lav. o rifiuto motivato.
PASSO 2
Invio e sdoganamento campioni (contratto con i laboratori + lettera per la dogana, fattura pro-forma).
I campioni importati non possono essere messi in libera pratica.
PASSO 3
Sottoposizione dei campioni alle prove di laboratorio (solo presso laboratori autorizzati dal Roszdravnadzor).
•
Compatibilità elettromagnetica (dispositivi elettromedicali);
•
Prova di tossicità e biocompatibilità;
•
Prova di sicurezza generale.
PASSO 4
Contemporaneamente al passo 3 preparazione della documentazione prodotta dal fabbricante: traduzione procura, attestato di libera
vendita, certificato CE 93/42, certificato ISO 9001, ISO 13485, certificato di iscrizione al registro delle imprese, manuale d’uso, rapporti di
prova c/o laboratori UE.
PASSO 5
Inoltro del fascicolo di registrazione al Servizio federale per la sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale (Roszdravnadzor)
composto dalla documentazione di cui al passo 3 e 4.
PASSO 6
Accoglimento della domanda ed assegnazione dell’ispettore. Esame del fascicolo di registrazione entro 3 gg. lav. con uno dei seguenti esiti:
• esito favorevole – passare al passo successivo,
• esito sfavorevole – invito a perfezionare la documentazione entro 30 gg. dalla ricezione della notifica.
PASSO 7
Inoltro del fascicolo di registrazione a uno dei due Enti di ricerca designati dal Roszdravnadzor ad esaminare le pratiche di registrazione
dei dispositivi medici. Esame del fascicolo entro 20 gg. lav. e reinoltro della pratica al Roszdravnadzor corredata della relazione con uno
dei seguenti esiti:
• esito sfavorevole – respingimento della domanda di registrazione da parte del Roszdravnadzor;
• esito favorevole – accoglimento della domanda dal parte del Roszdravnadzor ed emissione del certificato di registrazione (salvo
obiezioni del Roszdravnadzor);
• prove insufficienti - invito a ripetere le prove già fatte o invito a fare le prove cliniche, passare al passo successivo.
PASSO 8
L’ispettore incaricato notifica al richiedente entro 30 gg. l’esito dell’esame della domanda e lo invita a perfezionarla (fornire la
documentazione mancante).
PASSO 9
Il richiedente invia al Roszdravnadzor la domanda di sospensione dell’iter di registrazione per il periodo richiesto per il perfezionamento
della domanda e provvede a fornire quanto richiesto (effettua le prove cliniche, ripete le prove già fatte, fornisce la documentazione
richiesta).
A documentazione perfezionata, invia al Roszdravnadzor la domanda di riattivazione dell’iter di registrazione fornendo la documentazione
richiesta.
PASSO 10
L’ispettore del Roszdravnadzor inoltra la documentazione pervenuta dal richiedente all’Ente di ricerca. L’Ente di ricerca esamina la
documentazione trasmessa entro 10 gg. lav. e la reinoltra all’ispettore del Roszdravnadzor corredata della relazione con uno dei seguenti
esiti:
• esito sfavorevole – respingimento della domanda da parte del Roszdravnadzor;
• esito favorevole – accoglimento della domanda dal parte del Roszdravnadzor ed emissione del certificato di registrazione (salvo
obiezioni del Roszdravnadzor);
• prove insufficienti - invito a ripetere le prove già fatte o invito a fare le prove cliniche, passare al passo 9.
25
DOMANDA:
Per poter esportare in Russia latte e prodotti a base di latte è
necessario che lo stabilimento di produzione sia in possesso
dell’idoneità strutturale ed igienico sanitaria e quindi sia iscritto in una
apposita lista che è poi pubblicata dall’ente russo preposto
Rosselkhoznadzor (Federal Service for Veterinary and Phytosanitary
Surveillance - www.fsvps.ru). A tal fine deve essere richiesta iscrizione
che implica l’esito favorevole dell’ispezione al Ministero della salute
(www.salute.gov.it) che invia degli ispettori a compilare un sopralluogo
e a redigere un apposito verbale (nel sito del Ministero della Salute
sono disponibili i format dei documenti previsti per adempiere alla
procedura). In particolare, nel corso del sopralluogo vengono verificati
gli aspetti concernenti:
GMP – buone pratiche di lavorazione;
SSOP - procedure operative standard di sanificazione e le verifiche connesse;
HACCP – analisi dei pericoli e gestione dei punti critici di controllo.
La responsabilità della notifica alle autorità russe dei risultati della richiesta di iscrizione alla lista
compete al Ministero della salute.
Nel caso in cui il sopralluogo desse esito positivo, lo stabilimento può avviare l’esportazione
successivamente alla conferma della registrazione da parte delle Autorità di controllo russe; tale
conferma è comunicata dall’ufficio deputato (Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la
nutrizione e la sicurezza degli alimenti - Direzione Generale della Nutrizione e della Sicurezza
Alimentare) del Ministero della salute.
In caso di esito negativo del controllo, gli ispettori dovranno procedere alla richiesta dei provvedimenti
di sospensione del riconoscimento CE.
DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE
Commercial Invoice -Fattura commerciale
E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è necessario per lo sdoganamento
della merce. Non vi è uno specifico formato per la predisposizione della fattura commerciale e può
essere scritta in qualsiasi lingua (anche se è consigliabile una traduzione in russo). Deve contenere
almeno i seguenti dati:
nome e indirizzo del venditore;
nome e indirizzo del destinatario;
nome e indirizzo del compratore, se diverso dal destinatario;
luogo e data di rilascio;
numero della fattura;
paese di origine;
informazioni di trasporto;
termini di consegna e pagamento;
marchi, quantità e tipologia degli imballaggi;
esatta descrizione delle merci;
numero di tariffa doganale delle merci;
quantità delle merci;
peso lordo e peso netto;
prezzo unitario e totale in valuta estera;
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estremi del contratto e data di rilascio;
timbro e firma del venditore.
Pro Forma Invoice - Fattura commerciale pro-forma
Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima della fattura corretta e in aggiunta ad
essa. Richiesto dall’importatore o dalle autorità competenti del paese di destinazione delle merci. In
caso di consegna gratuita è necessario riportare il prezzo unitario e totale e la dicitura “solo per lo
sdoganamento” (only for customs clearence).
Packing List – Lista dei colli
In Italiano “Bolla di carico” o “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura (casse,
cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il contenuto
di ciascuno di essi. Se tali specificazioni sono già contenute nella Fattura commerciale, la Lista dei colli
non è necessaria. Quest’ultima deve essere compilata dall’esportatore in inglese e in base alla pratica
commerciale comune.
Certificate of Origin - Certificato di origine
E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato e può essere, facoltativamente,
richiesta dall’importatore. Il certificato di origine viene emesso dalla CCIAA e deve essere consegnato
in originale; è consigliata la traduzione in russo.
Declaration of confomity – dichiarazione di conformità
Per alcuni prodotti, legati all'alimentazione, l'Unione doganale Russia-Kazakhstan- Bielorussia, come
condizione necessaria, richiede, come specificato nella tavola sinottica, la Dichiarazione di conformità o
il Certificato di conformità (precedentemente era previsto un unico documento Gost-r).
La Dichiarazione di Conformità è predisposta dall’importatore e protocollata presso un organismo di
certificazione accreditato dall’ente russo preposto. La responsabilità della veridicità delle informazioni
contenute nel documento è a carico dell’importatore.
Il Certificato di Conformità è predisposto da un organismo di certificazione accreditato dall’ente russo
preposto, sulla base di analisi condotte, a fronte delle norme definite dall’Unione Doganale. La
responsabilità della veridicità delle informazioni contenute nel documento è a carico dell’ente
accreditato.
La certificazione di conformità prevede le seguenti fasi:
classificazione doganale della merce secondo la nomenclatura doganale russa (sistema HS russo) e
conseguente identificazione della tipologia merceologica;
esame sanitario o metrologico secondo la normativa di riferimento (norma Gost/Regolamento
Tecnico di riferimento);
effettuazione dei test;
rilascio della certificazione ove previsto dalla legge.
Tali documenti sono obbligatori per legge per una serie di prodotti (c’è la possibilità di richiedere anche
una certificazione volontaria per dare maggiore prestigio agli articoli che non la richiedessero).
Per la scelta dell’ente di certificazione, dato che esistono sul mercato diversi soggetti privati che
forniscono il servizio di supporto per l’ottenimento della certificazione, in questa sede non possono
essere indicati nomi di possibili fornitori; si suggerisce, comunque di avvalersi di soggetti che
dispongono di documentate referenze nel settore specifico in cui opera l’azienda richiedente; alcuni di
questi enti hanno sede in Italia.
I costi da sostenere per ottenere la dichiarazione/il certificato possono essere a carico dell’esportatore o
dell’importatore a seconda di quanto definito contrattualmente.
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Veterinary Health Certificate for Animal Products – Certificato veterinario per prodotti di
origine animale
È necessario il Certificato veterinario per ”Certificato veterinario per latte e prodotti a base di latte,
derivati da animali bovini, ovini o caprini, destinati all’esportazione dall’UE verso la Federazione
Russa”; il format del certificato è disponibile presso il sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it
– Sezione sicurezza alimentare –esportazione degli alimenti).
Il certificato veterinario è rilasciato dall`ufficio veterinario delle ASL di competenza.
Per alcuni tipi di salumi, verificare anche la necessità del “Certificato veterinario per involucri di origine
animale esportati dall’Unione Europea verso la Federazione Russa”.
Il certificato può essere presentato in qualsiasi lingua anche se è necessaria una traduzione in russo o in
inglese. Da presentare in originale.
DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE
Business Registration Certificate – Certificato di registrazione d’impresa
Documento che attesta la registrazione della società che conduce un’attività commerciale in Russia
presso il United State Registry of Legal Persons.
Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione
Denominazione in russo del documento = Deklaratsiya na tovary. La dichiarazione doganale di
importazione deve essere presentata in originale entro 60 giorni dalla data di immissione delle merci nel
deposito di stoccaggio temporaneo. E' obbligatoria per lo sdoganamento e di solito viene presentata per
via elettronica tramite il sistema informativo russo ED-2. In alcuni casi deve essere presentata in
originale e tre copie carbone più una versione elettronica.
Declaration of Dutiable Value - Dichiarazione di valore assoggettabile a dazio
Denominazione in russo del documento = Deklaracija tamožennoj stoimosti. È una dichiarazione che
fornisce tutte le informazioni necessarie a calcolare il valore del dazio. A cura dell’importatore, di solito
viene presentata per via elettronica tramite il sistema informativo russo ED-2. In alcuni casi deve essere
presentata in originale e tre copie carbone più una versione elettronica.
Passport of Deal
Documento che riporta le informazioni sulla transazione commerciale estera. Il Passport o Deal è uno
strumento di controllo valutario nella Federazione russa e deve essere aperto per ogni contratto il cui
valore supera i 50.000 USD. Nel caso di contratti di credito, il passaporto deve essere aperto dal valore
soglia di 5.000 USD. Il passaporto deve essere richiesto dall'importatore presso qualsiasi banca
accreditata dalla Banca Centrale della Federazione Russa per le operazioni in valuta estera.
Veterinary Import Permit – Permesso vetrinario di importazione
Documento che permette l'importazione effettiva di merci soggette a controllo veterinario.
Il permesso deve essere richiesto dall'importatore ai corpi locali del Servizio federale per la supervisione
veterinaria e fitosanitaria. Nessuna forma specifica è richiesta.
La domanda deve essere preparata come una lettera di richiesta in russo, tuttavia, una certa quantità
minima di informazioni deve essere fornita. Deve essere presentata in unica copia e il tempo di
elaborazione è di 30 giorni. Valido per una sola spedizione in base al termine di consegna indicato nel
contratto di acquisto. La validità, tuttavia, scade entro la fine dell'anno civile in corso.
Il permesso deve essere richiesto dall'importatore nel luogo di destinazione entro 30 giorni prima della
prevista importazione. Il Servizio federale per la supervisione veterinaria e fitosanitaria ha attuato il
sistema "Argus", che consente agli importatori di richiedere il permesso per via elettronica. Gli
importatori devono essere prima registrati con tale sistema.
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DOCUMENTI A CARICO DEL VETTORE/SPEDIZIONIERE
Bill of Lading- Polizza di carico
Serve come prova di ricevimento della merce da parte del vettore. Inoltre, funziona da contratto di
trasporto che obbliga il vettore a consegnare la merce al destinatario. La polizza di carico è un
documento rappresentativo della merce, quindi il suo portatore è il proprietario di quest’ultima.
Deve essere preparata dal vettore o da un suo agente.
Non è richiesta alcuna forma specifica, a condizione che il documento corrisponda alle convenzioni
applicabili.
Emessa solitamente in inglese. Sono rilasciati normalmente tre set completi della polizza di carico,
ciascuno contenente un originale e diverse copie.
La clean Bill of Lading attesta che le merci sono ricevute in apparenti buone condizioni, mentre la unclean
Bill of Lading indica che i beni ricevuti sono danneggiati o in cattive condizioni. Se viene rilasciata una
unclean Bill of Lading, la banca finanziatrice può rifiutarsi di accettare i documenti del mittente.
Se due o più modalità di trasporto delle merci sono combinate in un'unica operazione, un documento
di trasporto multimodale o combinato può sostituire la polizza di carico.
Se sono state spedite via mare merci pericolose, il mittente deve consegnare una Declaration for Dangerous
Goods Shipped via Sea Freight al vettore o suo agente prima della spedizione della merce.
Air Waybill – Polizza di carico aerea
È il documento di trasporto non rappresentativo della merce rilasciato dal vettore aereo generalmente
attraverso un Agente IATA (trasportatore).
Rail Waybill Conforming to Both COTIF and SMGS Agreements - Lettera di vettura ferroviaria
conforme agli accordi COTIF e SMGS
E’ un documento contenente il dettaglio dei beni trasportati dal treno. COTIF sta per “Convention
relative aux Transports Internationaux Ferroviaires» ed è una Convenzione internazionale sui trasporti
per ferrovia e l’SMGS è l’accordo concernente l’International Freight Traffic by Rail.
29
DOMANDA:
Il certificato di conformità EAC è un'attestazione rilasciata da un
organismo di certificazione dell'Unione doganale (l’Unione doganale è
uno spazio senza frontiere interne di libero scambio di merci, persone
e capitali; è costituita da Russia, Bielorussia e Kazakistan), con la quale
viene certificata la conformità di un prodotto ai pertinenti requisiti
essenziali di sicurezza stabiliti da uno o più Regolamenti Tecnici
(Direttive) dell’Unione doganale.
La dichiarazione di conformità EAC è un'autocertificazione, rilasciata
da uno dei soggetti abilitati, per attestare la conformità di un prodotto
ai requisiti essenziali di sicurezza ad esso applicabili.
A differenza della dichiarazione di conformità CE, la dichiarazione di
conformità EAC è soggetta a deposizione (registrazione) nel pubblico
registro delle attestazioni di conformità, tenuto presso l'Ente di Accreditamento di ciascuno Stato
membro. In Russia, la dichiarazione di conformità EAC può essere depositata direttamente dal soggetto
abilitato o tramite un Ente di certificazione accreditato nell'Unione doganale.
Regolamenti Tecnici dell'Unione doganale EurAsEC
1) RT UD 006/2011 sulla sicurezza dei prodotti pirotecnici, entrato in vigore il 15/02/2012;
Data entrata in vigore 01/06/2012
2) RT UD 019/2011 sulla sicurezza dei dispositivi di protezione individuale;
Data entrata in vigore 01/07/2012
3) RT UD 005/2011 sulla sicurezza degli imballaggi;
4) RT UD 007/2011 sulla sicurezza dei prodotti per bambini e adolescenti;
5) RT UD 008/2011 sulla sicurezza dei giocattoli;
6) RT UD 009/2011 sulla sicurezza dei prodotti di profumeria e cosmesi;
7) RT UD 017/2011 sulla sicurezza dei prodotti dell'industria leggera;
Data entrata in vigore 31/12/2012
8) RT UD 013/2011 sulla qualità del carburante automobilistico e aeronautico, benzina, diesel e
combustibile per uso marittimo, carburante degli aerei e olio combustibile;
Data entrata in vigore 15/02/2013
9) RT UD 004/2011 sulla sicurezza delle apparecchiature a bassa tensione;
10) RT UD 010/2011 sulla sicurezza delle macchine e attrezzature;
11) RT UD 011/2011 sulla sicurezza degli ascensori;
12) RT UD 012/2011 sulla sicurezza della apparecchiature per atmosfere potenzialmente esplosive;
13) RT UD 016/2011 sulla sicurezza delle apparecchiature funzionanti a combustibile gassoso;
14) RT UD 020/2011 sulla compatibilità elettromagnetica dei dispositivi tecnici;
30
Data entrata in vigore 01/07/2013
15) RT UD 015/2011 sulla sicurezza del grano;
16) RT UD 021/2011 sulla sicurezza dei prodotti alimentari;
17) RT UD 022/2011 sulla marcatura dei prodotti alimentari;
18) RT UD 023/2011 per succhi di frutta e verdura;
19) RT UD 024/2011 per prodotti ottenuti da olii e grassi animali e vegetali;
20) RT UD 027/2012 sugli alimenti dietetici, tra cui alimenti dietetici destinati a fini medici speciali;
21) RT UD 029/2012 sulla sicurezza degli additivi alimentari, aromatizzanti e coadiuvanti tecnologici;
Data entrata in vigore 01/02/2014
22) RT UD 026/2012 sulla sicurezza delle imbarcazioni con lunghezza fino a 20 metri;
23) RT UD 032/2013 sulla sicurezza degli apparecchi a pressione;
Data entrata in vigore 01/03/2014
24) RT UD 030/2012 olii lubrificanti, agenti lubrificanti e fluidi speciali;
Data entrata in vigore 01/05/2014
25) RT UD 033/2013 sulla sicurezza del latte e derivati del latte;
26) RT UD 034/2013 sulla sicurezza delle carni e prodotti a base di carne;
Data entrata in vigore 01/07/2014
27) RT UD 025/2012 sulla sicurezza di mobili e oggetti d'arredamento;
28) RT UD 028/2012 sulla sicurezza di materiale esplosivo e prodotti a base di esplosivo;
Data entrata in vigore 02/08/2014
29) RT UD 001/2011 sulla sicurezza del materiale rotabile ferroviario;
30) RT UD 002/2011 sulla sicurezza dei mezzi ferroviari ad alta velocità;
31) RT UD 003/2011 sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie;
Data entrata in vigore 01/01/2015
32) RT UD 018/2011 sulla sicurezza dei veicoli a motore;
Data entrata in vigore 15/02/2015
33) RT UD 014/2011 sulla sicurezza delle strade;
34) TR UD 031/2012 sulla sicurezza dei trattori agricoli o forestali e dei loro rimorchi.
Marcatura dei prodotti con il marchio di conformità
Il marchio di conformità consiste in un simbolo grafico, il quale indica che il prodotto sul quale esso è
apposto è conforme ai pertinenti requisiti essenziali di sicurezza (R.E.S.), stabiliti da un Regolamento
Tecnico dell'Unione doganale.
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La marcatura dei prodotti, oggetto della valutazione di conformità nell'ambito dei Regolamenti Tecnici
dell'Unione doganale, con il marchio EAC costituisce un requisito obbligatorio per l'immissione degli
stessi sul mercato dell'Unione doganale e la loro messa in servizio (Decisione della Commissione
dell'Unione doganale n. 711 del 15/07/2011).
Costi e tempi
La dichiarazione di conformità EAC può essere rilasciata, per prodotti provenienti dai paesi extra
Unione doganale, da uno dei seguenti soggetti:
1 – importatore (persona fisica con partita IVA o giuridica di diritto russo, bielorusso o kazako);
2 – mandatario del fabbricante extra Unione doganale (persona fisica con partita IVA o giuridica di
diritto russo, bielorusso o kazako).
Registrazione della dichiarazione di conformità: Servizio federale per l'accreditamento o Enti di
certificazione accreditati.
Un ente di certificazione può rilasciare certificati di conformità EAC, o registrare dichiarazioni di
conformità EAC, limitatamente al proprio settore di accreditamento.
Il costo indicativo di un documento di conformità (un prodotto o una famiglia di prodotti, sempre che
si possano includere in un unico documento) rilasciato da un ente di certificazione russo per prodotti
alimentari varia dai 300 ai 1500 euro. Tempi: max 10 giorni lav. Per quanto riguarda l’Ucraina e
Kazakistan il costo raddoppia o triplica. Tempi: fino a 3-4 settimane.
Per alcuni prodotti alimentari, per esempio vino, grano, oltre al citato documento di conformità
(certificato o dichiarazione) è richiesto il certificato sanitario (certificato di registrazione statale). Il costo
indicativo di detto documento è di 1500 euro, esclusa la spedizione dei campioni e la legalizzazione dei
documenti in Italia (procura). Tempi: secondo la legge fino a 3-4 mesi, da mercato 1-1,5 mesi. La
procedura è piuttosto complessa.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il seguente sito: www.rustandard.com.
32
DOMANDA:
NORMATIVA RUSSA IN MATERIA DI SICUREZZA
La materia della sicurezza sul lavoro in Russia è attualmente regolata
dal Decreto 342n del Ministero della Salute e dello Sviluppo Sociale,
del 26 aprile 2011, in conformità con la legislazione russa sul lavoro
(art. 209 e ss.).
Tutti i datori di lavoro, senza eccezioni rispetto alla tipologia di
impresa, sono tenuti ad effettuare la procedura di certificazione delle
condizioni d’impiego nei luoghi di lavoro; la certificazione è
obbligatoria per tutti gli ambienti di lavoro.
Riguardo alla frequenza, la legislazione russa stabilisce che venga
effettuata una nuova certificazione almeno ogni 5 anni.
Le nuove disposizioni introdotte nel 2011
Con il Decreto 342n del 2011 è stata introdotta una serie di novità importanti. Sono stati imposti nuovi
requisiti per le organizzazioni responsabili del compimento delle valutazioni di sicurezza, ovvero
accreditamento e indipendenza dal datore di lavoro; è stato aumentato il numero di casi in cui
procedere ad attività di valutazione straordinarie; è stata introdotta una lista di rappresentanti da
includersi nei comitati di valutazione delle società; è stato stabilito che a ciascun ambiente di lavoro
venga assegnato un numero seriale proprio nel corso della procedura di valutazione.
Inoltre, secondo la nuova procedura, per gli ambienti di nuova creazione è necessario che la
certificazione sia conseguita non oltre 60 giorni dall’attivazione – da calcolarsi a partire dal momento
di introduzione dell’attrezzatura nel luogo lavorativo oppure di avvio dell’attività lavorativa da
parte del primo soggetto impiegato dall’impresa.
L’attività di valutazione deve essere completata dalla redazione di un rapporto, che includa la relativa
documentazione di supporto. I dipendenti devono essere appropriatamente informati dal datore di
lavoro circa i risultati della valutazione, e confermare di averne preso atto mediante una dichiarazione
firmata.
Infine, in base al nuovo decreto, il datore di lavoro è tenuto a recapitare un riepilogo dei risultati
della valutazione effettuata – assieme alla documentazione relativa all’organismo responsabile
della valutazione stessa – all’autorità governativa della Federazione competente
territorialmente.
ORGANIZZAZIONE
Comitato di certificazione
Per avviare la procedura di certificazione, il datore di lavoro è tenuto, prima di tutto, ad istituire un
comitato responsabile per la certificazione. Il comitato dovrà includere i seguenti soggetti:
un rappresentante del personale dipendente;
uno specialista della sicurezza sul lavoro;
rappresentanti di un organismo elettivo di un sindacato di settore (o altri rappresentanti sindacali);
rappresentanti di un organismo di valutazione.
Inoltre, su richiesta del datore di lavoro, il comitato potrà comprendere anche:
vertici delle unità organizzative aziendali;
avvocati;
specialisti in risorse umane;
33
specialisti in materia di lavoro e salari;
personale medico;
altri impiegati.
Società di certificazione indipendente
Tra gli obiettivi del Decreto 342n vi è quello di sviluppare un meccanismo di valutazione a carattere
indipendente, coinvolgendo società di certificazione indipendenti e accreditate.
Il registro degli organismi accreditati nel settore dei servizi per il lavoro – compresi servizi di
valutazione delle condizioni di sicurezza nell’ambiente lavorativo – è accessibile al sito del Ministero
della Salute e dello Sviluppo Sociale della Federazione Russa.
Specialista della sicurezza sul lavoro
Nelle aziende con numero di impiegati non superiore a 100 unità, è il responsabile della divisione nella
quale si verificano condizioni di rischio a decidere dell’inserimento di uno specialista sulla sicurezza del
lavoro, con la facoltà di assegnare tale incarico ad uno dei lavoratori impiegati (con il consenso
dell’interessato); l’incaricato, dopo aver ricevuto la formazione appropriata, può quindi ricoprire il ruolo
di specialista sulla sicurezza della divisione, in aggiunta alle mansioni ordinarie.
In mancanza di uno specialista sulla sicurezza all’interno della propria organizzazione, l’azienda può
rivolgersi ad una società esterna di esperti del settore per ottenere i servizi necessari – consultando il
Registro delle società che offrono servizi qualificati.
PROCEDURA
Il datore di lavoro è responsabile della produzione di una serie di documenti e della realizzazione di
azioni specifiche finalizzate ad ottenere la prevista certificazione, in conformità al Decreto 342n.
Istituzione di un comitato di certificazione
Secondo la procedura stabilita:
il datore di lavoro produce il documento che istituisce un comitato di certificazione e rende nota la
sua composizione;
viene nominato un presidente del comitato, quale rappresentante del datore di lavoro;
il documento deve indicare i rappresentanti dell’organismo di valutazione coinvolto dall’impresa;
il documento deve contenere la lista delle attività da realizzare;
una volta firmato il contratto con l’organismo di valutazione, il documento viene pubblicato.
Attività del comitato di certificazione
Il comitato di certificazione è responsabile di una serie di attività:
assicurare che la documentazione richiesta per il conseguimento della certificazione sia conforme
tanto alla legislazione federale quanto agli ordinamenti locali; predisporre documenti di carattere
organizzativo, amministrativo e procedurale secondo le indicazioni dell’organismo di valutazione;
predisporre la lista di ambienti di lavoro per i quali si rende necessaria la certificazione, in base alla
legge;
preparare proposte per accertare professioni e ruoli degli impiegati, in accordo con la legislazione
del lavoro russa;
portare a compimento e firmare il documento di certificazione;
preparare proposte di emendamenti o aggiunte agli accordi di lavoro, in conformità con le tutele
garantite dalla legislazione sul lavoro rispetto a condizioni pericolose o dannose per la salute.
34
Esecuzione delle valutazioni e delle misurazioni da parte del comitato di certificazione
Il comitato di certificazione verifica che le condizioni di lavoro esistenti soddisfino i requisiti previsti dai
regolamenti governativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La procedura prevista dal decreto
stabilisce che:
il comitato effettui misurazioni tecniche relative ai fattori fisici che possono avere effetti sul
personale durante lo svolgimento della propria attività lavorativa (rumore, vibrazioni, grado di
illuminazione e altri simili fattori);
i risultati delle attività di verifica e misurazione siano ottenuti conformemente a protocolli specifici;
i protocolli siano firmati da specialisti dell’organismo di valutazione e da un dirigente della società
responsabile della valutazione, e presentino il timbro della società;
in caso di conformità con le specifiche richieste della legislazione sul lavoro in materia di salute e
sicurezza, sia riconosciuto e certificato il “soddisfacimento degli standard governativi in materia di
salute e sicurezza del lavoro”;
in caso di non conformità, dietro valutazione complessiva delle condizioni di lavoro, sia riconosciuto e
certificato il “mancato soddisfacimento degli standard governativi in materia di salute e sicurezza
del lavoro”.
Rapporto finale
Il comitato di certificazione presenta un rapporto finale e in base ai risultati della valutazione sviluppa
un piano d’azione per portare le condizioni di lavoro a corrispondere con gli standard richiesti dalla
normativa governativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il rapporto deve contenere:
un documento riguardante la creazione del comitato di certificazione e l’approvazione del
programma fissato da quest’ultimo per realizzare la procedura di certificazione;
una lista degli ambienti di lavoro sottoposti a certificazione;
le certificazioni specifiche di ciascun ambiente di lavoro, basate su protocolli, misurazioni e
valutazioni;
una enunciazione sommaria dei risultati della certificazione dell’ambiente di lavoro;
una tavola riepilogativa delle classi di condizioni di lavoro riscontrate attraverso la procedura di
certificazione e le compensazioni stabilite per gli impiegati;
un piano per conseguire il miglioramento delle condizioni lavorative;
un protocollo relativo alle riunioni del comitato per l’esame dei risultati della certificazione degli
ambienti di lavoro;
informazioni riguardanti l’organismo di certificazione – compresa copia dei documenti di
autorizzazione a compiere valutazioni tecniche (certificato di accreditamento e relativa domanda,
area di accreditamento del laboratorio di prova, copia della notifica di inclusione nel registro degli
organismi accreditati a fornire servizi di certificazione);
un protocollo che documenti il lavoro effettuato dal comitato di certificazione;
decisioni basate su ispezioni governative sulle condizioni di lavoro (se presenti);
richieste dei pubblici ufficiali competenti nel caso di violazioni accertate (se presenti).
Il datore di lavoro non è tenuto ad approvare il rapporto delle attività di valutazione nei casi in cui
alcuni dei documenti sopracitati non siano firmati da un rappresentante dell’organismo di
valutazione, oppure la firma non appartenga a un membro del comitato di certificazione.
35
Azioni conclusive
Il comitato di certificazione ha il dovere di esaminare il rapporto sulla valutazione entro dieci giorni
calendariali dalla data di ricevimento; firmare debitamente i verbali delle riunioni; certificare i risultati
della valutazione degli ambienti di lavoro; inviare il rapporto con tutta la documentazione al datore di
lavoro (o suo rappresentante).
Entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento del rapporto (con tutti gli allegati), il datore di lavoro è
tenuto a certificare, mediante un documento appositamente prodotto e firmato, il completamento e
approvazione del rapporto di valutazione; e ad informare i dipendenti circa i risultati della valutazione
riguardanti i rispettivi ambienti di lavoro.
Entro 10 giorni lavorativi dalla data di pubblicazione del documento di certificazione, il datore di
lavoro è tenuto ad inviare un resoconto sommario dei risultati della valutazione degli ambienti di
lavoro, assieme alla documentazione relativa all’organismo di certificazione, all’ispettorato del lavoro
competente – in formato cartaceo ed elettronico.
La documentazione sopracitata viene trasmessa – in formato elettronico – all’organismo di valutazione
del sistema federale competente per la raccolta, il trattamento e la conservazione delle informazioni, a
norma di legge.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di conservare la documentazione per 45 anni (75 anni nel caso di
ambienti di lavoro destinati ad attività considerate “pesanti, dannose o pericolose”, secondo quanto
indicato dal datore di lavoro stesso).
Responsabilità del datore di lavoro in caso di inadeguatezza della certificazione
L’incapacità di portare a termine la procedura di certificazione comporta una violazione della legge sul
lavoro.
La violazione o la mancata conformità rispetto alle norme del codice del lavoro si qualificano come
illeciti amministrativi e come tali possono essere perseguiti, come conferma l’attuale prassi giudiziaria.
La società riconosciuta responsabile può essere soggetta ad una sanzione amministrativa compresa tra i
30 e i 50.000 rubli, oltre a rischiare la sospensione dell’attività fino a 90 giorni.
In caso di mancato compimento da parte del datore di lavoro delle disposizioni stabilite durante la
procedura di certificazione, la legislazione sul lavoro stabilisce sanzioni comprese tra i 10 e i 20.000
rubli.
Compensazione dei costi sostenuti per l’esecuzione della certificazione
Il costo della procedura di certificazione dipende dalla tipologia di attività e dalle dimensioni della
società. Il datore di lavoro può compensare parzialmente i costi sostenuti nell’esecuzione della
certificazione, ricorrendo all’assistenza finanziaria del governo.
Nel 2012 sono state emanate delle misure di prevenzione di carattere finanziario, per la riduzione degli
incidenti e delle patologie del personale dipendente e per il trattamento sanitario del personale occupato
in attività lavorative ritenute dannose e/o pericolose. In base a tali disposizioni, una società ha il diritto
di utilizzare parzialmente fino al 20% del proprio premio assicurativo – applicato dal Fondo
d’assicurazione sociale della Federazione Russa nell’anno precedente – per la certificazione delle
condizioni di sicurezza nell’ambiente di lavoro.
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Misure aggiuntive
Inoltre, il governo della Federazione ha preso misure aggiuntive per accrescere le garanzie del personale
impiegato, rispetto alla sicurezza sul posto di lavoro.
Il Ministero della Salute e dello Sviluppo Sociale ha approvato un elenco di provvedimenti di carattere
annuale che il datore di lavoro è tenuto ad implementare, al fine di un generale miglioramento delle
condizioni lavorative e di una riduzione del livello dei rischi occupazionali. Tali elenchi includono
requisiti addizionali per assicurare condizioni di lavoro salutari e devono essere presi in
considerazione per la certificazione al momento della valutazione del datore di lavoro.
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