Untitled - Il Sole 24 Ore
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1 INDICE 3 • Cessione intracomunitaria 7 • Cosa si deve fare perchè la propria partita iva sia ritenuta comunitaria? 9 • È in vigore una nuova marcatura CE per i prodotti da costruzione? 11 • Per esportare negli Stati Uniti vernici è richiesto un documento il cui nome è toxic substances control act statemment (TSCA). Chi lo deve compilare? C'è qualche organo di certificazione a cui rivolgersi? 13 • Quali sono i documenti e le formalità per esportare telai in alluminio per finestre negli USA? 16 • Informazioni su normativa, aspetti doganali e documenti di trasporto per l'esportazione di vini e liquori negli USA. 23 • Certificazione dei dispositivi medici e modalità di vendita nella Federazione Russa. 26 • Quali sono i documenti e le formalità per esportare formaggi nella Federazione russa? 30 • Che cosa è la dichiarazione di conformità EAC della Federazione russa? 33 • Quali sono gli adempimenti in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro in Russia? 2 DOMANDA: Per quanto riguarda la commercializzazione di merci all’interno dell’Unione Europea non si parla di esportazione, ma di cessione intracomunitaria. Gli scambi dei beni, servizi e di capitali sono liberi e non vi sono formalità doganali, né diritti doganali. I documenti necessari sono: Fattura commerciale; Documenti di trasporto; Lista dei colli. Per il cedente, la procedura operativa è la seguente: richiedere il numero di identificazione Iva al cliente estero, verificandone la validità presso l’Agenzia delle Entrate o sul sito internet: http://www1.agenziaentrate.gov.it/servizi/vies/vies.htm; emettere la fattura di vendita al cliente estero, senza applicazione dell’Iva italiana (operazione non imponibile, art. 41, comma 1, lettera a, del DL 331/1993), indicando in fattura il proprio numero identificativo Iva e quello del cliente estero; inviare i beni all’estero; conservare copia della documentazione atta a provare che i beni sono stati inviati all’estero e che sono stati ricevuti dal cliente estero (ad esempio il documento di trasporto); annotare la fattura sul registro delle fatture emesse; presentare alla dogana, secondo la periodicità e le modalità previste dalla legge, l’elenco delle cessioni intracomunitarie di beni (modelli INTRA 1 e INTRA 1-bis). Si ricorda che con la legge di stabilità (la cosiddetta “Finanziaria 2013”), in recepimento della Direttiva UE finalizzata a rendere più omogenee le norme nei diversi stati UE, sono state introdotte nuove disposizioni sulle regole di fatturazione. Ecco di seguito le disposizioni più significative che si applicano alle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2013. CONTENUTO DELLA FATTURA La riformulazione dell’art.21, co.2 del DPR n.633/72 ridefinisce i dati da indicare nella fattura, per cui diventa obbligatorio indicare: Il numero di partita Iva del cedente o prestatore; Il numero di partita Iva del destinatario se soggetto passivo nazionale o comunitario; Il codice fiscale del destinatario se soggetto privato residente in Italia. NUMERO PROGRESSIVO DELLA FATTURA Tra le modifiche apportate dalla Legge in esame, assume particolare rilevanza la disposizione in base alla quale, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la numerazione progressiva deve identificare la fattura in modo univoco, non essendo più prevista la numerazione delle fatture per anno solare. L’art. 23, c. 2, DPR 633/1972, prevede inoltre che le fatture siano indicate nel registro IVA fatture emesse con il numero progressivo loro attribuito, occorre pertanto prestare attenzione che la nuova numerazione adottata dal 2013 sia trascritta nel registro con la medesima numerazione indicata nel documento. 3 NUOVI OBBLIGHI DI EMISSIONE DELLA FATTURA Il nuovo art.21, co.6-bis del DPR n.633/72 introduce, per i soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato, l’obbligato di emissione della fattura anche quando pongono in essere le operazioni sotto riportate, non soggette ad Iva in base agli artt. da 7 a 7-septies (ovvero non territorialmente rilevanti in Italia). FATTURA ELETTRONICA Il nuovo art.21, co.1 del DPR n.633/72 definisce la fattura elettronica come quella emessa e ricevuta in qualunque formato elettronico, il cui ricorso è subordinato all’accettazione da parte del destinatario. La fattura, cartacea od elettronica, si considera emessa – oltre che nei casi di consegna, spedizione o trasmissione – all’atto della messa a disposizione del cessionario o committente. L’autenticità dell’origine e l’integrità del documento possono essere garantite mediante sistemi di controllo di gestione che assicurino un collegamento affidabile tra la fattura e la cessione dei beni o la prestazione dei servizi ad essa riferibile, oppure tramite l’apposizione della firma elettronica qualificata o digitale dell’emittente, o attraverso sistemi EDI di trasmissione elettronica dei dati o altre tecnologie in grado di garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati. CONSERVAZIONE DI FATTURE E REGISTRI Viene integralmente sostituito l’art.39, co.3 del DPR n.633/72, stabilendo che le fatture elettroniche devono essere conservate in modalità elettronica, in conformità alle disposizioni del D.M. adottato ai sensi dell’art.21, co.5, del D.Lgs. n.82/05. È, inoltre, previsto che possono essere conservate elettronicamente le fatture create in formato cartaceo ed elettronico, comprese quelle generate in formato elettronico, ma che non possono definirsi fatture elettroniche a causa della mancata accettazione da parte del destinatario. Infine, viene introdotta la possibilità di conservazione all’estero non solo delle fatture, ma anche dei registri e dei documenti previsti dal decreto Iva. CESSIONI E ACQUISTI INTRA UE Ai sensi del nuovo art.39 del D.L. n.331/93 l’acquisto intracomunitario di beni si considera effettuato nel momento in cui si ritiene eseguita un’analoga cessione di beni interna: conseguentemente, la predetta disposizione stabilisce che il momento di effettuazione sia della cessione che dell’acquisto intracomunitario di beni coincide con la data di consegna o spedizione dei beni a partire dallo Stato membro di provenienza. Inoltre, per effetto delle modifiche apportate al successivo comma 2, non rilevano eventuali pagamenti anticipati. FATTURAZIONE E REGISTRAZIONE DELLE CESSIONI INTRACOMUNITARIE Per le cessioni intra Ue la fattura deve essere emessa entro il 15 del mese successivo a quello di effettuazione. La registrazione deve avvenire entro il termine di emissione, con riferimento al mese di competenza. REGISTRAZIONE DEGLI ACQUISTI INTRACOMUNITARI Le fatture degli acquisti intra Ue, previa integrazione, vanno registrate: a debito entro il 15 del mese successivo a quello di ricevimento; a credito nei termini previsti per l’esercizio della detrazione. 4 NUOVI OBBLIGHI DI ANNOTAZIONE IN FATTURA Per effetto del nuovo art.21, co.6 del DPR n.633/72 è introdotto l’obbligo di annotazione in fattura, tra le altre, delle seguenti dizioni: Tipo di operazione Cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a vigilanza doganale, non soggette all’imposta a norma dell’articolo 7-bis, comma 1 Annotazione da riportare in fattura “OPERAZIONE NON SOGGETTA” Prestazioni di servizio generiche non soggette “INVERSIONE CONTABILE” all’imposta ai sensi dell’art. 7ter rese a soggetti passivi comunitari Operazioni esenti di cui all’art. 10, eccetto quelle “OPERAZIONE ESENTE” indicate al n. 6) Operazioni soggette al regime del margine dei beni “REGIME DEL MARGINE - BENI USATI” usati di cui al DL 41/1995 oppure “REGIME DEL MARGINE – OGGETTI D’ARTE” oppure “REGIME DEL MARGINE – OGGETTI DI ANTIQUARIATO O DA COLLEZIONE” “REGIME DEL MARGINE – AGENZIE DI VIAGGIO” Operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e turismo soggette al regime del margine previsto dall’art. 74ter Cessioni di beni e prestazioni di servizio, prive del “INVERSIONE CONTABILE” requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7 septies del 633/72, effettuate nei confronti di un soggetto passivo UE, per le quali l’iva è dovuta nell’altro paese UE Cessioni di beni e prestazioni di servizi, prive del “REGIME DEL MARGINE – AGENZIE DI VIAGGIO” requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7 septies del 633/72, effettuate nei confronti di soggetti extraUE o che, comunque, si considerano effettuate fuori dalla UE Cessioni di beni e prestazioni di servizio, prive del “OPERAZIONE NON SOGGETTA”. requisito territoriale ai sensi degli articoli da 7 a 7 septies del 633/72, effettuate nei confronti di un soggetto passivo UE, per le quali l’iva è dovuta nell’altro paese UE Diventa facoltativa l’indicazione in fattura dell’articolo di legge nazionale per la non applicazione dell’imposta, si ritiene utile, tuttavia, continuare ad indicare anche la norma di riferimento per una più chiara individuazione dell’operazione. 5 Per poter beneficiare del regime di non imponibilità, e quindi poter emettere fattura senza Iva, è necessario che: cedente e acquirente siano presenti nell'archivio VIES; il cedente sia in possesso di adeguate prove documentali che attestino la movimentazione dei beni. In merito a quest'ultimo punto, la Direttiva 2006/112/CE lascia ai singoli Stati membri la libertà di definire quale sia la forma e la tipologia di prova atta a dimostrare il trasporto dei beni, ma la legge italiana non prevede alcuna specifica disposizione in merito. Alcuni chiarimenti sono stati forniti in passato dalla prassi, con le risoluzioni n. 345/E del 28.11.2007 e n. 477/E del 15.12.2008, ma in mancanza di una norma di legge l'argomento si presta ancora a dubbi e a diverse interpretazioni. Per questo il recente documento di prassi - risoluzione n. 19/E del 25.03.2013 - riveste una notevole importanza: LA RISOLUZIONE N. 19/E DEL 25.03.2013 Il documento di trasporto non è l'unico strumento di prova (Risoluzione n. 477/E del 15.12.2008) Nella risoluzione 477/E del 15.12.2008 l'Agenzia ha fornito un altro importante chiarimento, ossia che se il cedente non ha provveduto direttamente al trasporto delle merci e non è in grado di esibire il CMR (come spesso accade nelle cessioni franco fabbrica), la prova potrà essere fornita con qualunque altro documento idoneo a dimostrare che le merci sono state inviate in un altro Stato membro. Il riferimento al CMR, riportato nella risoluzione precedente, è pertanto meramente esemplificativo. 6 DOMANDA: Per poter effettuare operazioni intracomunitarie, i soggetti Iva devono essere inclusi nell’archivio Vies (VAT information exchange system). La richiesta può essere effettuata direttamente nella dichiarazione di inizio attività oppure, successivamente, inviando un’istanza all’ufficio. In ogni caso, i contribuenti possono in qualsiasi momento comunicare la volontà di retrocedere dall’opzione, cioè di essere esclusi dal Vies perché non si ha più intenzione di effettuare operazioni intracomunitarie. CHI DEVE RICHIEDERE L’INCLUSIONE NEL VIES L’obbligo di essere inclusi nell’archivio Vies per poter effettuare operazioni intracomunitarie riguarda tutti i soggetti che esercitano attività impresa, arte o professione, nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione. Inoltre, la richiesta può essere fatta anche dai soggetti non residenti che presentano la dichiarazione per l’identificazione diretta ai fini Iva (modello ANR) o che si identificano tramite nomina di un rappresentante fiscale. COME RICHIEDERE L’INCLUSIONE NEL VIES La volontà di essere inseriti nel Vies viene espressa compilando il campo “Operazioni Intracomunitarie” del quadro I dei modelli AA7 (soggetti diversi dalle persone fisiche) o AA9 (imprese individuali e lavoratori autonomi). Vale come manifestazione di volontà di porre in essere operazioni intracomunitarie la selezione della casella “C” del quadro A del modello AA7 da parte degli enti non commerciali non soggetti passivi d’imposta. I soggetti già titolari di partita Iva, che non hanno richiesto l’inclusione nel Vies all’avvio dell’attività, possono farlo mediante apposita istanza, da presentare a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, direttamente, a mezzo del servizio postale mediante raccomandata o tramite posta elettronica certificata (Pec). In caso di utilizzo della Pec, sono valide le istanze allegate a messaggi, che siano sottoscritte digitalmente dal contribuente o che siano sottoscritte e presentate mediante copia per immagine dell’istanza (firmata) unitamente a copia non autenticata di un documento di identità di chi fa richiesta. Alle istanze presentate tramite raccomandata o tramite Pec non sottoscritta digitalmente, deve essere allegata copia non autenticata di un documento di identificazione del dichiarante. La mancanza rende irricevibile l’istanza. I soggetti con volume d’affari, ricavi o compensi non inferiore a 100 milioni di euro possono presentare l’istanza anche alla struttura della direzione regionale competente per il controllo. I non residenti che presentano la dichiarazione per l’identificazione diretta ai fini Iva (modello ANR) devono presentare l’istanza al Centro Operativo di Pescara. Con le stesse modalità previste per l’istanza di inclusione nel Vies va trasmessa, eventualmente, quella con cui si richiede di non essere più inclusi nell’archivio (da trasmettere a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate oppure, nel caso di soggetti non residenti identificati direttamente, al Centro operativo di Pescara). 7 COME AVVIENE L’INCLUSIONE NELL’ARCHIVIO Entro i 30 giorni successivi alla data di attribuzione della partita Iva (nel caso in cui la manifestazione di volontà sia contenuta nella dichiarazione di inizio attività) o alla data di ricezione dell’istanza, gli uffici effettuano l’analisi propedeutica all’inserimento della posizione nell’archivio Vies (attività, posizione fiscale, elementi di rischio, ecc.). Se da questa dall’analisi preliminare non emergono elementi di rischio di finalità evasive o di frode, il soggetto viene automaticamente incluso nell’archivio il trentunesimo giorno successivo a quello della attribuzione della partita Iva o della ricezione dell’istanza. In caso contrario, l’ufficio emette un provvedimento motivato di diniego, che preclude l’inserimento nel Vies. Il soggetto interessato può verificare l’avvenuta inclusione della propria posizione nell’archivio Vies utilizzando il servizio di verifica online. Successivamente all’inserimento nel Vies, ed entro sei mesi dalla ricezione della dichiarazione di inizio attività o dell’istanza, l’ufficio effettua specifici approfondimenti, a completare l’analisi svolta nei primi 30 giorni. Ove identifichi specifici profili di rischio, l’ufficio emette un provvedimento di revoca dell’inclusione del contribuente nell’archivio. In ogni caso, la posizione dei contribuenti inclusi nel Vies è costantemente monitorata nel tempo. I provvedimenti di diniego e revoca sono impugnabili dinanzi alla Commissione tributaria territorialmente competente, entro 60 giorni dalla data di notificazione dell’atto. 8 DOMANDA: Dal 1° luglio 2013 il Regolamento UE n. 305/2011 del 9 marzo 2011 manda definitivamente in pensione la vecchia Direttiva Europea n. 89/106/CEE sulla marcatura CE dei prodotti da costruzione. Il provvedimento fissa, ai fini dell’utilizzo, le condizioni armonizzate per la commercializzazione e la marcatura dei prodotti edili garantendo che il fabbricante abbia eseguito i controlli standard, sia durante le fasi di progettazione che di fabbricazione, sulle materie prime, sui macchinari e sui requisiti del prodotto finito. Il Regolamento n. 305/2011 (composto da 68 articoli e 5 allegati) non ha bisogno di essere recepito in quanto normativa comunitaria e pertanto, una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea (4/4/2011), è entrato in vigore dal 24 aprile del 2011 in tutti gli Stati membri. Tuttavia è stata prevista un’entrata in vigore parziale per consentire agli operatori un adeguamento graduale: gli art. 1 e 2, 29-35, 39-55, 64, 67, 68 e l’Allegato IV sono operativi, appunto, dal 24 aprile 2011 i rimanenti articoli 3-28, 36-38, 56-63 e gli articoli 65 e 66, nonché gli Allegati I, II, III e V, sono vigenti dal 1° luglio 2013. In base alla nuova normativa, la dichiarazione di conformità viene sostituita dalla dichiarazione di prestazione (Dop), che deve essere redatta dal fabbricante secondo uno schema tipologico e deve contenere informazioni su sostanze pericolose ai sensi del Regolamento Reach (articoli 31 e 33 del regolamento). Inoltre, i requisiti di base delle opere civili e d’ingegneria passano da 6 a 7 e viene introdotto il requisito che riguarda l’uso sostenibile delle risorse naturali (tutela dell’ambiente) secondo cui le opere di costruzione devono essere concepite, realizzate e demolite in modo che l’uso delle risorse naturali sia sostenibile e garantisca in particolare quanto segue: a) il riutilizzo o la riciclabilità delle opere di costruzione, dei loro materiali e delle loro parti dopo la demolizione b) la durabilità delle opere di costruzione c) l’uso, nelle opere di costruzione, di “materie prime e secondarie ecologicamente compatibili”. Dichiarazione di prestazione (art. 4) Quando un prodotto da costruzione rientra nell’ambito di applicazione di una norma armonizzata o è conforme a una valutazione tecnica europea rilasciata per il prodotto in questione, “il fabbricante redige una dichiarazione di prestazione (Dop) all’atto dell’immissione di tale prodotto sul mercato”. Nella Direttiva n° 89/106/CEE il fabbricante era tenuto alla redazione della dichiarazione di conformità CE. Procedure semplificate (art. 37) Il Regolamento prevede inoltre l’uso di procedure semplificate da parte delle microimprese, ma solo per prodotti da costruzione rientranti in alcuni dei Sistemi di Attestazione da esso regolamentati al fine di salvaguardare il livello di sicurezza e sorveglianza sul mercato. 9 Sostanze pericolose (artt. 31 e 33) La dichiarazione di prestazione dovrà riportare informazioni relative al contenuto di sostanze pericolose nel prodotto da costruzione, al fine di migliorare la possibilità di realizzare costruzioni ecosostenibili e lo sviluppo di prodotti rispettosi dell'ambiente. Marcatura CE Il marchio CE sarà seguito dall'anno in cui è stata apposto per la prima volta. Il nome e l'indirizzo del produttore dovranno essere indicati in maniera chiara e certa. In particolare, prima di immettere sul mercato un prodotto da costruzione, gli importatori devono assicurarsi che il fabbricante abbia valutato e verificato la costanza della prestazione. Essi assicurano che il fabbricante abbia redatto la documentazione tecnica di cui all'articolo 11, paragrafo 1, secondo comma e la dichiarazione di prestazione conformemente agli articoli 4 e 6. Essi assicurano altresì che il prodotto, laddove richiesto, rechi la marcatura CE, che il prodotto sia accompagnato dai documenti richiesti e che il fabbricante abbia rispettato i requisiti di cui all’articolo 11, paragrafi 4 e 5. Norme armonizzate Dovrà essere elaborato un metodo uniforme europeo per l'attestazione di conformità ai requisiti fondamentali. Documento europeo di valutazione Il documento deve contenere una descrizione generale del prodotto da costruzione, la lista delle caratteristiche legate all'utilizzo previsto e concordate fra il produttore e gli organismi di valutazione tecnica (TAB), i metodi e i criteri per valutare le qualità del prodotto in relazione a caratteristiche essenziali. Product Contact Point Gli Stati membri devono inoltre designare un Product Contact Point per fornire informazioni sui prodotti da costruzione e il loro uso a titolo gratuito e dovranno mostrarsi imparziali per quanto riguarda il processo di ottenimento della marcatura CE. Fabbricazione tradizionale I prodotti da costruzione fabbricati in modo tradizionale o in modo adeguato alla conservazione del patrimonio, in un processo non industriale possono essere esenti dalla regola della dichiarazione di prestazione. 10 DOMANDA: La Toxic Substances Control Act (15 USC 2601 e seguenti) autorizza l'Environmental Protection Agency (EPA) a valutare le sostanze chimiche esistenti e quelle nuove impiegate nella fabbricazione e nel commercio per identificare i prodotti potenzialmente pericolosi o gli usi che dovrebbero essere oggetto di controllo federale. Sia le sostanze chimiche naturali che sintetiche sono soggette ala TSCA, con l'eccezione dei prodotti chimici disciplinati da altre leggi federali in materia di alimenti, farmaci, cosmetici, armi da fuoco, munizioni, pesticidi, tabacco. L’EPA può imporre ai produttori di prodotti chimici di condurre e riferire i risultati di test per determinare gli effetti dei prodotti chimici potenzialmente pericolosi per gli esseri viventi. Sulla base dei risultati dei test, l'EPA deve regolamentare la fabbricazione, la trasformazione, la distribuzione, l'utilizzo e/o lo smaltimento di qualsiasi sostanza chimica che presenta un irragionevole rischio di lesioni per la salute umana o per l'ambiente. Una varietà di strumenti normativi è disponibile sotto la TSCA, che vanno da un divieto totale di produzione, importazione e utilizzo, alla disposizione che un prodotto rechi un'etichetta di avvertimento nel punto di vendita. Gli importatori di sostanze chimiche devono presentare una dichiarazione per certificare che la spedizione è soggetta alla Toxic Substances Control Act (TSCA) ed è conforme a tutte le norme e requisiti applicabili, o che la spedizione non è soggetta alla TSCA. Le sostanze chimiche nuove richiedono la presentazione di una premanufacture notice. Inoltre, l'Environmental Protection Agency (EPA) deve essere informata dell'importazione o della produzione di sostanze chimiche entro 30 giorni. Per la presentazione elettronica di questi dati, l'importatore o il produttore devono essere registrati presso il sistema centrale di scambio di dati (CDX). Per ulteriori informazioni, si prega di consultare i documenti elencati di seguito: Declaration of Chemicals - A seconda del tipo di sostanza chimica, l'importatore deve firmare e presentare una delle seguenti affermazioni al funzionario doganale competente presso il porto di entrata: - "I certify that all chemical substances in this shipment comply with all applicable rules or orders under the TSCA and that I am not offering a chemical substance for entry in violation of TSCA or any applicable rule or order thereunder." (for chemical substances, mixtures or articles) - "I certify that all chemical substances in this shipment are not subject to TSCA." (for pesticides, food, food additives, drugs, cosmetics or devices, source material, special nuclear material, or by-product material, firearms and ammunition); Central Data Exchange (CDX) Registration – La registrazione deve essere effettuata dall’utente interessato presso l’Environmental Protection Agency (EPA), CGI Federal Inc., 12601 Fair Lakes Circle, US-Fairfax, VA 22033, tel.: +1 970 4945500, fax: +1 703 2274199. I dati richiesti devono essere forniti in inglese e inoltrati online attraverso l'interfaccia presente sul seguente sito web: http://cdx.epa.gov. Il tempo di elaborazione è fino a dieci giorni lavorativi e non è prevista alcuna imposta. 11 Il periodo di validità dipende dal programma che viene utilizzato e può essere illimitato; Premanufacture Notice for New Chemical Substances - L'avviso deve essere elaborato elettronicamente dall'importatore o dal fabbricante in inglese. La comunicazione deve essere presentata almeno 90 giorni prima della data prevista per l'importazione o la fabbricazione. Solitamente, la tassa è di 2.500 USD. Se una premanufacture notice per una sostanza intermedia è presentata insieme a quella per un prodotto finale, i costi per la sostanza intermedia sono di 1.000 USD. Se l'avviso è inoltrato da una piccola entità commerciale (definita come una società con meno di 40 milioni di dollari di vendite annuali), la tassa è di 100 USD. Documentazione da allegare: Material Safety Data Sheet e altri dati pertinenti Gli importatori o i fabbricanti sono invitati a contattare il TSCA Chemical Substances Inventory dell’EPA per determinare se una sostanza è nuova oppure no. Inoltre, per alcune sostanze, ad esempio sostanze importate o fabbricate per scopi specifici, come la ricerca e lo sviluppo, i test di marketing, ecc., può essere richiesta una procedura semplificata o l’esenzione totale dai requisiti di premanufacture notice.; Material Safety Data Sheet – è la scheda tecnica del prodotto e deve essere preparata in inglese; Notice of Commencement of Manufacture or Import for New Chemical Substances - documento di notifica all'Environmental Protection Agency (EPA) della prima importazione o fabbricazione di una nuova sostanza chimica per scopi commerciali. La comunicazione deve essere inviata elettronicamente dall'importatore o fabbricante, in inglese e deve essere presentata entro 30 giorni dalla data della prima importazione o di fabbricazione. Al momento della presentazione, la sostanza chimica viene aggiunta al TSCA Chemical Substances Inventory, di solito nel giro di quattro settimane. 12 DOMANDA: DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE Commercial Invoice - Fattura commerciale E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è necessario per lo sdoganamento della merce. Deve essere in lingua inglese o in un’altra lingua purché provvista di adeguata traduzione in inglese. Deve essere presentata in unica copia per lo sdoganamento; ulteriori copie possono essere richieste per altre ragioni relative all’importazione. I dati della fattura possono essere inviati anche elettronicamente attraverso l’Automated Invoice Interface o l’EDIFACT. Se la fattura non è disponibile al momento dell’ingresso, i funzionari della dogana degli Stati Uniti possono accettare una documentazione sintetica, a condizione che l'importatore fornisca una dichiarazione scritta in cui si impegna a presentare successivamente la fattura vera e propria. Se i funzionari doganali accettano tale presentazione ritardata, gli importatori devono lasciare una cauzione che copra il valore fatturato della merce più un’ulteriore metà. La fattura deve essere presentata entro 120 giorni dall'entrata, o, se la fattura è richiesta per fini statistici, entro 50 giorni dall'entrata. I dati contenuti devono essere i seguenti: nome e indirizzo del venditore o dello spedizioniere; nome e indirizzo del destinatario o dell’acquirente; luogo e data di vendita/spedizione; porto di entrata; paese di origine; numeri e marchi dei colli; descrizione del contenuto di ogni collo; esatta descrizione delle merci, inclusi nomi, marchi, numeri e simboli; quantità delle merci (in pesi e misure); prezzo di acquisto / valore di ogni elemento; nome e tipologia della valuta di pagamento; addebiti sulle merci, dettagliate per nome e quantità, compresi i costi di trasporto, assicurazione, commissioni, e, se non incluse, tutte le spese sostenute durante il trasporto della merce; accordi o impegni che possono avere influenzato il prezzo di vendita della merce (es. sconti, rimborsi, compensazioni, ecc); beni e servizi forniti per la produzione dei beni fuori degli Stati Uniti e non inclusi nel prezzo fatturato; numerazione delle pagine (nel caso di più fatture). Ulteriori dettagli da fornire in accordo con la comune pratica commerciale sono: luogo e data di consegna; numero della fattura; nome del mittente; origine della spedizione; informazioni di trasporto; 13 termini di consegna e pagamento; numero e tipologia dei colli; prezzo totale; dettagli della qualità, del peso netto e lordo delle merci; firma del venditore, dello spedizioniere o di un suo agente. Ulteriori informazioni possono essere richieste per le merci spedite da una persona diversa dal fabbricante o se la merce non viene importata nell'ambito di un contratto commerciale oppure è destinata ad essere venduta in transito. Inoltre, ci sono requisiti specifici di fatturazione per talune classi di merci ai sensi del Title 19 of the Code of Federal Regulations (19 C.F.R. 141.89). Per l’alluminio e le leghe di alluminio classificabile nelle sottovoci 7601.10.60, 7601.20.60, 7601.20.90, 7602.00.00, dell’Harmonized Tariff Schedule of the United States (HTSUS) è necessaria una dichiarazione della percentuale in peso di qualsiasi elemento metallico contenuto nell'articolo. Per ulteriori informazioni è possibile contattare un qualsiasi ufficio del Customs and Border Protection. Pro Forma Invoice – Fattura pro forma Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima e in aggiunta alla fattura vera e propria. Può essere accettata in specifici casi, ad esempio se non si è in grado di presentare fattura al momento dell’ingresso nel Paese. Deve essere in lingua inglese o in un’altra lingua purché provvista di adeguata traduzione in inglese Packing List – Lista dei colli In Italiano “Bolla di carico” o anche “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura (casse, cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il contenuto di ciascuno di essi. Non è richiesta una forma specifica e deve essere predisposta dall’esportatore in inglese secondo la prassi commerciale standard. Certificate of Origin - Certificato di origine E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato, viene emesso dalla CCIAA e deve essere consegnato in originale. Necessario solo se espressamente richiesto dall’importatore o per altri motivi. DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione Modulo ufficiale per lo sdoganamento delle merci. Esso contiene inoltre tutte le informazioni necessarie per la valutazione del valore imponibile di una spedizione. Richiesta per lo sdoganamento di merci con un valore superiore ai 2.500 dollari o nei casi in cui l'entrata informale non è possibile, ad esempio a causa di quote o restrizioni al visto. La dichiarazione deve essere preparata dall’importatore in inglese. Deve essere archiviata e depositata entro dieci giorni lavorativi dall’arrivo delle merci. Customs Bond – Cauzione doganale Un documento attestante che una cauzione è stata rilasciata alle autorità doganali per coprire qualsiasi potenziale dazio, imposta od onere dovuto. Consente all'importatore di prendere possesso della merce prima del pagamento dei dazi doganali. Le cauzioni doganali sono rilasciate sia per le importazioni singole che per molteplici importazioni entro un anno. A seconda degli specifici prodotti, le cauzioni per singola operazione possono costare fino a tre volte il valore della merce. L'ammontare delle cauzioni per importazioni molteplici è pari al dieci per cento dei dazi doganali totali pagati per l'anno precedente o stimati per l'anno in corso, ma non meno di 50.000 dollari. 14 Per ulteriori informazioni contattare l’U.S. Customs and Border Protection (CBP), Office of Regulations and Rulings, Entry Process and Duty Refunds Branch, 1300 Pennsylvania Avenue, NW, Mint Annex, US-Washington, DC 20229, tel.: +1 202 5728770. Importer Security Filing and Additional Carrier Requirements Dal 26 gennaio 2010, gli importatori e i trasportatori devono rispettare pienamente i requisiti di Importer Security Filing and Additional Carrier, comunemente indicata come iniziativa “10+2”, e presentare gli elementi informativi rilevanti ai funzionari del Customs and Border Protection (CBP). Necessario per la sorveglianza doganale. L'iniziativa vale solo per merci importate da navi oceaniche. L’Importer Security Filing (ISF) deve essere effettuato almeno 24 ore prima del caricamento. L'importatore o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP: nome e indirizzo del venditore; nome e indirizzo dell'acquirente; numero di registrazione dell’importatore; numero di registrazione del destinatario; nome e indirizzo del fabbricante o del fornitore; nome della nave; paese di origine; numero di tariffa doganale (HTSUS); numero di polizza di carico. Almeno 24 ore prima dell'arrivo (o al momento del caricamento, nel caso in cui il carico al porto straniero sia stato fatto entro le 24 ore prima della data di arrivo), il vettore della nave o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP: posizione dei contenitori pieni; nome e indirizzo dell’agente che si occupa del consolidamento delle merci. Inoltre, 48 ore dopo la partenza (o in qualsiasi altro momento prima dell'arrivo, se il viaggio dura meno di 48 ore), i vettori devono presentare un piano di stivaggio nave. Le informazioni devono essere presentate elettronicamente (tramite vessel Automated Manifest System o l'Automated Broker Interface. DOCUMENTI DI TRASPORTO Air Waybill Bill of Lading Manifest for Aircraft Manifest for Vessels Transportation Entry - Documento richiesto se la merce viene trasportata in stato di deposito franco dal porto di arrivo al porto di entrata previsto. Da compilarsi a cura del vettore o del suo agente in inglese. Da presentare in duplice copia. 15 DOMANDA: In termini generali, la legislazione sulle bevande alcoliche fa riferimento al Code of Federal Regulations, (CFR) in particolare al capitolo (Title) 27: http://ecfr.gpoaccess.gov. Il Federal Alcohol Administration Act (FAA Act) è compreso (titolo 27 capitolo 8) all’interno dello United States Code (USC). Il FAA Act risale al 1935 ed è ancora un riferimento legale valido e utilizzato per le bevande alcoliche: www.gpoaccess.gov/uscode/browse.html. L’Internal Revenue Code, del 1986, fa anch’esso parte dello USC (titolo 26 sottotitolo E) e contiene norme relative alla tassazione di alcohol e tabacco: www.gpoaccess.gov/uscode/browse.html. La regolamentazione delle importazioni di bevande alcoliche negli USA è sostanzialmente regolata, come nel caso di altri prodotti alimentari, dal Bio-Terrorism Act promulgato nel 2002: http://www.fda.gov/RegulatoryInformation/Legislation/ucm148797.htm. Altre leggi che si occupano di regolamentare la commercializzazione di vino negli Usa sono The Alcohol Beverage Labeling Act emanato nel 1988, per far apparire su tutte le bevande alcoliche, in vendita o distribuite negli USA, il “Government Warning Statement” e il The Webb-Kenyon Act, approvato nel 1913, che proibisce l’invio di bevande alcoliche in violazione delle leggi per la ricezione dello Stato a cui sono destinate. Queste e altre normative sono consultabili al sito: http://www.ttb.gov/about/stat_auth.shtml. PREPARAZIONE DEL PRODOTTO Per esportare vino negli Stati Uniti è in primo luogo necessario che i contenitori rispettino precise capacità. I contenitori consentiti sono quelli da multipli di litro (es 3 litri, 4 litri...), 1,5 litri, 1 litro, 750 ml, 500 ml, 375 ml, 187 ml, 100 ml e 50 ml. Anche la forma dei contenitori è regolamentata, allo scopo di evitare che essi possano dare un’idea ingannevole del contenuto. Per questo motivo, il vuoto interno (lo spazio non riempito di vino) della bottiglia non deve superare il 6% della capacità totale di bottiglie da 187 ml ed oltre, e il 10% per le altre bottiglie. L’imballaggio del prodotto deve essere professionale, accurato e conforme agli standard di sicurezza prescritti. La merce va preservata e protetta da eventuali urti pressioni o vibrazioni che potrebbero verificarsi lungo il tragitto. L’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (TTB) non prevede generalmente particolari controlli sulle importazioni di bevande alcoliche di provenienza dall’Italia. La ragione è il fatto che gli standard validi nel nostro Paese per esportare sono recepiti e accettati in America. In alcuni casi, tuttavia, e particolarmente per bevande alcoliche che contengono aromi e/o coloranti, o per elevate gradazioni alcoliche, è richiesta una procedura preliminare di verifica del prodotto. Tale procedura è chiamata “pre-COLA” e generalmente prevede analisi in laboratorio di campioni volte a verificare che quanto riportato nell’etichetta sia veritiero e non ingannevole. 16 Più in dettaglio la valutazione “pre-COLA” serve a chiarire che: La bevanda non contenga ingredienti proibiti; Ingredienti soggetti a limitazioni siano utilizzati nel rispetto dei limiti legali; La classificazione di prodotto proposta (e quindi le tasse) sia corretta; Bevande etichettate senza l’avvertenza sui solfiti (vedi tavole a tema) abbiano effettivamente una presenza di ossido di sofo sulfureo inferiore a 10 parti per milione (ppm). Una lista completa e aggiornata dei vini che sono oggi soggetto a verifiche “pre-COLA” è disponibile all’indirizzo internet al sito http://www.ttb.gov/industry_circulars/archives/2007/pre-cola_eval.pdf; ad ogni modo, la notifica della necessità di una verifica di questo viene notificata dall’importatore al produttore. In aggiunta alle procedure del “pre-COLA”, sono ovviamente previste in dogana ispezioni casuali su prodotto al momento del loro arrivo nel porto d’entrata, a cura delle autorità doganali (Bureau of Custom and Border Protection - CBP). ETICHETTATURA Qualsiasi bevanda alcolica che si intenda esportare negli USA deve essere etichettata secondo i canoni regolamentati dal TTB. Ciascuna etichetta deve quindi essere obbligatoriamente approvata dalla TTB prima che la spedizione venga effettuata. Da un punto di vista procedurale, è l’importatore a richiedere che l’etichetta sia autorizzata. Tale autorizzazione è richiesta attraverso il modulo “COLA” (Certificate Of Label Approval). Un esempio di modulo è consultabile all’indirizzo http://www.ttb.gov/forms/f510031.pdf. Il produttore deve attenersi alle indicazioni dell’importatore e seguirne le istruzioni. La procedura è generalmente veloce (entro 30 giorni a meno di casi particolarmente complessi) e l’applicazione è gratuita. Una volta ottenuta l’autorizzazione dell’etichetta per il mercato USA, il produttore può stamparla in larga scala e applicarla alle bottiglie da esportare. Una volta approvata, l’etichetta non può essere modificata. Apportare anche il più lieve cambiamento su un’etichetta già approvata dalla TTB, infatti, generalmente basta per rendere tale autorizzazione nulla. Le pagine “Public COLA” (https://www.ttbonline.gov/colasonline/publicSearchColasBasic.do), consentono di visionare, senza necessità di username e password, i dettagli di COLAs approvati, scaduti, ritirati e revocati (www.ttb.gov/wine/wine-labeling.shtml). Le etichette di bevande alcoliche vendute negli USA devono tutte indicare (sul retro), in lingua inglese, con carattere di almeno 2 mm: Nome della Marca: Nel caso in cui il nome sia un luogo geografico, ad esso va associata la parola “brand” scritta a dimensioni di almeno la metà del nome della marca; Origine: è il nome del luogo in cui cresce almeno il 75% dell’uva utilizzata per la produzione del vino. Può essere il nome di un Paese, uno Stato o di una regione geografica. Ad essa può essere associata l’indicazione di denominazione d’origine controllata (es. D.O.C.). Varietà: è il nome del vitigno utilizzato (es. Cabernet, Chardonnay...). Tale dicitura si può utilizzare nel caso di vini non DOC purché’ da un singolo vitigno provenga non meno del 75% dell’uva necessaria per la produzione di quel vino. Nome e Indirizzo del produttore, imbottigliatore o esportatore: la dicitura deve iniziare con “PRODUCED AND BOTTLED BY” “BOTTLED BY o “ESTATE BOTTLED BY”. Quest’ultima dicitura si può applicare nel caso in cui il 100% del vino provenga da uve cresciuta su terre controllate o di proprietà dell’azienda vinicola, situata in un’area dove si pratica viticultura, e che il vino venga prodotto nella stessa area. Paese di Provenienza: es. Product of Italy; 17 Contenuto netto (“net content”), espresso come segue: 750 ml o 1.5 l. Sono inaccettabili diciture come 1,5l o 75 cl o 750 ml. E’ permesso di non stampare la quantità sull’etichetta qualora questa sia già impressa o soffiata sul vetro della bottiglia. Contenuto Alcolico (scritto a carattere non più alto di 3 mm - si noti che la divisione decimale va riportata con il punto, non con la virgola). Se il contenuto alcolico varia tra 7% e 14% si possono utilizzare le diciture “Table Wine” o “Light Wine” al posto dell’indicazione dei gradi. Government Warning (scritto in grassetto e a carattere non più alto di 3 mm). I due punti che fanno parte degli avvisi governativi devono essere indicati da una numerazione che appare tra parentesi. Quindi: GOVERNMENT WARNING: ACCORDING TO THE SURGEON GENERAL, WOMEN SHOULD NOT DRINK ALCOHOLIC BEVERAGES DURING PREGNANCY BECAUSE OF THE RISK OF BIRTH DEFECTS. CONSUMPTION OF ALCOHOLIC BEVERAGES IMPAIRS YOUR ABILITY TO DRIVE A CAR OR OPERATE MACHINERY, AND MAY CAUSE HEALTH PROBLEMS. Solfiti: la dicitura “Contains Sulfites” deve apparire a parte e separato dal Government Warning. È obbligatoria nel caso in cui il prodotto contenga ossido di solfo in parti eccedenti 10 parti su un milione. Nome e l’indirizzo dell’importatore autorizzato (o agente esclusivista), che deve essere riportato sul Back. È possibile includere il sito e il logo. Altre indicazioni: L’indicazione dell’annata può essere indicata nell’etichetta qualora non meno del 95% delle uve utilizzate sia stato vendemmiato nell’anno indicato. Nel caso in cui il prodotto sia stato trattato con coloranti, questo deve essere indicato nell’etichetta sul front attraverso le diciture “Certified Color” o “Artificially COlored”. L’utilizzo del colorante FD & C Yellow NR 5 deve essere espressamente indicato. L’etichetta posteriore deve, infine, lasciare sufficiente spazio libero per il codice a barre. Notare che il Sistema Europeo è diverso da quello degli Stati Uniti. Il Sistema Europeo prevede 13 numeri, mentre quello americano ne ha 12. DOCUMENTI E FORMALITÀ PER ESPORTARE La Food and Drug Administration (FDA) ha adottato una regolamentazione che obbliga le società straniere e americane a registrarsi presso i suoi uffici quando queste sono impegnate nella catena agroalimentare (produzione, condizionamento, imballaggio o stoccaggio dei prodotti alimentari). E’ richiesta obbligatoriamente una dichiarazione verso la FDA per qualsiasi importazione verso gli Stati Uniti di prodotti alimentari (comprese le bevande) destinate al consumo umano o animale. Nel dicembre 2003 “The United States Food and Drug Administration” (FDA) e “The U.S bureau of Customs and Border Protection” (CBP) hanno definito una “compliance policy guide” individuando una strategia che tuteli i consumatori dal bioterrorismo e nello stesso modo non interrompa, o turbi in qualsiasi modo, il flusso del commercio internazionale, anche in accordo con il “Bioterrorism Act” (Public Health Security and bioterrorism Preparedness and Response Act of 2002). Questa legge presenta due principali provvedimenti: Registrazione degli impianti: il FDA richiede che gli stabilimenti nazionali e stranieri che producono, lavorano, confezionano o conservano cibi destinati al consumo umano o animale negli Stati Uniti, si registrino presso il FDA. Aziende agricole con sede negli U.S.A., negozi al dettaglio, ristoranti e strutture non-profit che preparano o servono prodotti alimentari direttamente al consumatore, sono esenti da questi obblighi. Inoltre la registrazione dello stabilimento non è richiesta per spedizioni da privato a privato (ad esempio regali natalizi); 18 Notifica di Preavviso dell'Importazione di alimenti: il FDA richiederà che chi importa o esporta prodotti alimentari negli U.S.A. -inclusi agenti o spedizionieri, sottoponga al FDA una Notifica di Preavviso (Prior Notice) per ogni articolo spedito, a partire dal 12 dicembre 2003. DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE Commercial Invoice - Fattura commerciale E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è necessario per lo sdoganamento della merce. Deve essere in lingua inglese o in un’altra lingua purché provvista di adeguata traduzione in inglese. Deve essere presentata in unica copia; ulteriori copie possono essere richieste per specifiche esigenze di importazione. I dati della fattura possono essere inviati anche elettronicamente attraverso l’Automated Invoice Interface o EDIFACT. Se la fattura non è disponibile al momento dell’ingresso, i funzionari della dogana degli Stati Uniti possono accettare una documentazione sintetica, a condizione che l'importatore fornisca una dichiarazione scritta in cui si impegna a presentare successivamente la fattura vera e propria. Se i funzionari doganali accettano tale presentazione ritardata, gli importatori devono lasciare una cauzione che copra il valore fatturato della merce più un’ulteriore metà. La fattura deve essere presentata entro 120 giorni dall'entrata, o, se la fattura è richiesta per fini statistici, entro 50 giorni dall'entrata. I dati contenuti devono essere i seguenti: nome e indirizzo del venditore o del mittente; nome e indirizzo del compratore o del destinatario; luogo e data di vendita/consegna; porto di entrata; paese di origine; marchi e numero dei colli; descrizione del contenuto di ogni pacco; esatta descrizione delle merci, inclusi nomi, marchi, numeri e simboli; quantità delle merci (in peso e altre unità di misura); prezzo/valore di acquisto di ogni articolo; nome e tipologia della valuta di pagamento; oneri sulle merci, dettagliate per nome e quantità, inclusi i costi di trasporto, l’assicurazione, le commissioni, la custodia, i rivestimenti, le spese di imballaggio e, se non comprese, tutte le spese sostenute durante il trasporto della merce; accordi o impegni che possono aver influenzato il prezzo di vendita della merce (ad esempio sconti, rimborsi, indennizzi, ecc.); beni e servizi forniti per la produzione dei beni al di fuori degli Stati Uniti e non inclusi nel prezzo fatturato; numerazione delle pagine (nel caso di più fatture/pagine presentate per un unico ingresso). Ulteriori dettagli in accordo con la pratica commerciale comune: luogo e data di emissione; numero di fattura; nome dello spedizioniere; origine della spedizione; informazioni sui trasporti; termini di consegna e pagamento; numero e tipo di colli; importi totali; 19 dettagli del grado o della qualità, del peso netto e lordo delle merci; firma del venditore, dello spedizioniere o di un suo agente. Pro Forma Invoice – Fattura pro forma Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima e in aggiunta alla fattura vera e propria. Può essere accettata in specifici casi, ad esempio se non si è in grado di presentare fattura al momento dell’ingresso nel Paese. Packing List – Lista dei colli In Italiano “Bolla di carico” o anche “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura (casse, cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il contenuto di ciascuno di essi. Deve essere preparata dall’esportatore in inglese, secondo la pratica commerciale standard, e presentata in triplice copia. Certificate of Origin - Certificato di origine E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato. Viene emesso dalla CCIAA e deve essere consegnato in originale. Necessario solo se espressamente richiesto dall’importatore o per altri motivi. Codice di Identificazione Produttore (MID) Codice che identifica il produttore (non statunitense) di un bene, in conformità con le disposizioni di legge; può essere un prerequisito per la dichiarazione doganale di importazione o per l'entrata/consegna immediate. L'autorità responsabile è la Customs and Border Protection (CBP). Il MID deve essere predisposto dall'importatore in conformità con le disposizioni di legge statunitense di cui al 19 CFR 102. Il codice MID contiene fino a 15 caratteri senza spazi: Codice ISO del paese (due caratteri); Nome del fabbricante (primi tre caratteri di ciascuno delle prime due parole); Indirizzo del fabbricante (prime quattro cifre del numero maggiore nel tratto di strada di indirizzo); Nome della città (prime tre lettere). Per articoli aventi più di un produttore, il codice MID va indicato per ciascun produttore, separatamente. Nel caso in cui la fattura elenchi più ragioni sociali o indirizzi, le informazioni del MID devono essere relative alla sede legale della società. Certificato di analisi Comprende i risultati delle analisi di laboratorio del vino. Può essere richiesto in alcuni casi dalla TTB nel caso siano necessari chiarimenti/approfondimenti (nella sostanza è richiesto molto raramente). La certificazione consiste in una dichiarazione rilasciata da autorità del Paese di produzione o da un organismo preposto al controllo delle pratiche enologiche. DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione Modulo ufficiale per lo sdoganamento delle merci. Esso contiene inoltre tutte le informazioni necessarie per la valutazione del valore imponibile di una spedizione. Richiesta per lo sdoganamento di merci con un valore superiore ai 2.500 dollari. La dichiarazione deve essere preparata dall’importatore in inglese e presentata in unica copia o elettronicamente. Il documento deve essere presentato entro 20 dieci giorni dall’arrivo della merce, così come il pagamento dei dazi deve avvenire sempre entro dieci giorni dall’arrivo della merce. Customs Bond – Cauzione doganale Un documento attestante che una cauzione è stata rilasciata alle autorità doganali per coprire qualsiasi potenziale dazio, imposta od onere dovuto. Consente all'importatore di prendere possesso della merce prima del pagamento dei dazi doganali. Le cauzioni doganali sono rilasciate sia per le importazioni singole che per molteplici importazioni entro un anno. A seconda degli specifici prodotti, le cauzioni per singola operazione possono costare fino a tre volte il valore della merce. L'ammontare delle cauzioni per importazioni molteplici è pari al dieci per cento dei dazi doganali totali pagati per l'anno precedente o stimati per l'anno in corso, ma non meno di 50.000 dollari. Import permit for Alcohol – Permesso di importazione di prodotti alcolici È il documento che permette l’importazione e lo sdoganamento di alcolici all’interno degli Stati Uniti. L’importatore deve richiederlo presso l’ufficio competente della TTB, considerando che i tempi di rilascio si aggirano intorno ai 90 giorni. Alcohol Label Approval - Certificazione di Approvazione dell’etichetta (COLA) Ottenuta dall'importatore che registra sul sito della TTB fornendo tutti i dati richiesti (incluso nome dell'importatore che deve apparire sull'etichetta). Importer Security Filing and Additional Carrier Requirements Dal 26 gennaio 2010, gli importatori e i trasportatori devono rispettare pienamente i requisiti di Importer Security Filing and Additional Carrier, comunemente indicata come iniziativa “10+2”, e presentare gli elementi informativi rilevanti ai funzionari del Customs and Border Protection (CBP). Necessaria per la sorveglianza doganale, l'iniziativa vale solo per merci importate da navi oceaniche. L’Importer Security Filing (ISF) deve essere effettuato almeno 24 ore prima del caricamento. L'importatore o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP: nome e indirizzo del venditore; nome e indirizzo dell'acquirente; numero di registrazione dell’importatore; numero di registrazione del destinatario; nome e indirizzo del fabbricante o del fornitore; nome della nave; paese di origine; numero di tariffa doganale (HTSUS); numero di polizza di carico. Almeno 24 ore prima dell'arrivo (o al momento del caricamento, nel caso in cui il carico al porto straniero sia stato fatto entro le 24 ore prima della data di arrivo), il vettore della nave o il suo mandatario deve presentare le seguenti informazioni al CBP: posizione dei contenitori pieni; nome e indirizzo dell’agente che si occupa dell’accoparmento delle merci. Inoltre, 48 ore dopo la partenza (o in qualsiasi altro momento prima dell'arrivo, se il viaggio dura meno di 48 ore), i vettori devono presentare un piano di stivaggio nave. Le informazioni devono essere presentate elettronicamente (tramite vessel Automated Manifest System o l'Automated Broker Interface. 21 DOCUMENTI DI TRASPORTO A CURA DEL VETTORE/SPEDIZIONIERE Air way bill È il documento di trasporto rappresentativo della merce in caso di trasporto aereo, ed è compilato dallo spedizioniere. Bill of Lading È il documento di trasporto nel caso di spedizioni marittime, e viene compilato dalla compagnia di navigazione dietro istruzioni dello spedizioniere. Manifest for Aircraft/Manifest for Vessel È il documento comprensivo del dettaglio della merce caricata a bordo mezzo. Può essere richiesto allo spedizioniere in particolare nel caso in cui il carico è prelevato da fornitori diversi per un unico destinatario. Transportation Entry - Documento richiesto se la merce viene trasportata in stato di deposito franco dal porto di arrivo al porto di entrata previsto. Da compilarsi a cura del vettore o del suo agente in inglese e presentare in duplice copia. 22 DOMANDA: Nella Federazione Russa, tutti i dispositivi medici per poter essere utilizzati ai fini diagnostici e terapeutici devono essere registrati a Mosca, presso il Dipartimento Centrale del Servizio federale per la sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale (Roszdravnadzor), il quale al termine di un iter rilascia il certificato di registrazione. Nel certificato di registrazione vengono indicati: ragione sociale del fabbricante e del richiedente, tipo o modello, codice del classificatore interno di prodotti e classe di rischio del dispositivo medico. Il certificato di registrazione può avere uno o più allegati nei quali vengono elencati: modelli, parti e accessori del dispositivo medico e gli stabilimenti produttivi. Nei sistemi complessi, composti da più moduli (unità) di fabbricanti diversi recanti marchi commerciali dei rispettivi fabbricanti, è richiesto un certificato di registrazione separato per ciascun modulo. In questo caso, prima di procedere con la registrazione, è opportuno verificare che il modulo in questione non sia stato già registrato. A tal fine, è sufficiente accedere al repertorio nazionale dei dispositivi medici ed effettuare una ricerca. Il certificato di registrazione del modulo deve essere intestato al fabbricante, il quale dovrà fornire l'assenso all'utilizzo del suo prodotto nel dispositivo medico che si vuole registrare. Dal 01/01/2013 è entrata in vigore la delibera del Governo della Federazione Russa n. 1416 del 27/12/2012, recante le nuove disposizioni in materia di registrazione dei dispositivi medici sul territorio della Federazione Russa, abrogando il Regolamento Amministrativo del Roszdravnadzor, approvato con l’ordinanza del Ministero della Salute della Federazione Russa n. 735 del 30/10/2006, che regolava la materia in precedenza. Conformemente alla nuova normativa, i certificati di registrazione dei dispositivi medici validi a tempo indeterminato, rilasciati prima dell’entrata in vigore della citata delibera, rimangono validi, ma devono essere convertiti in certificato di registrazione di nuovo tipo entro il 01/01/2014. I certificati di registrazione dei dispostivi medici aventi una data di scadenza, rilasciati prima dell’entrata in vigore della citata ordinanza, rimangono validi fino alla loro data di scadenza. La conversione dei certificati di registrazione di vecchio tipo in certificati di nuovo tipo viene effettuata senza dover rifare l’iter di registrazione. A tal fine è necessario presentare la domanda di conversione al Servizio federale per la sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale (Roszdravnadzor) riportando nel modulo di domanda i dati richiesti dalle nuove disposizioni. Le domande di registrazione dei dispositivi medici presentate prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, vengono evase in accordo alla vecchia normativa, ma con la presentazione della domanda di registrazione di nuovo tipo. Nel nuovo modulo di domanda di registrazione dei dispositivi medici sono state aggiunte due nuove voci: 1. progettista del dispositivo medico; 2. rappresentante autorizzato del fabbricante nelle questioni inerenti la valutazione della conformità e la marcatura del prodotto, dalla quale si desume che un fabbricante straniero d’ora in poi per registrare un dispositivo medico in Russia deve nominare un suo rappresentante. Per maggiori informazioni sull'applicazione delle nuove regole, si deve attendere qualche mese, affinché vengano emesse le circolari con chiarimenti sull’applicazione delle nuove norme. 23 Quali documenti sono necessari? 1. codice doganale (TARIC) del dispositivo; 2. scheda tecnica e/o manuale d'uso; 3. elenco dei materiali che contattano con il paziente od operatore; 4. elenco delle parti ed accessori, 5. certificato d'iscrizione nel registro delle imprese (doc. originale (in forma abbreviata) 6. Certificato di libera vendita (attestazione di marcatura CE) per l'esportazione di dispositivi medici nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea, rilasciato dal Ministero della Salute (in originale)(Facsimile); 7. certificati di conformità: • certificato ISO 9001:2000 e/o ISO 13485:2003(doc. originale) • certificato/dichiarazione di conformità CE93/42 (doc. originale) (per reagenti ed analizzatori CE98/79) 8. rapporti di prova: • biocompatibilità e tossicità EN ISO 10993 • requisiti generali di sicurezza EN 60601-1 • compatibilità elettromagnetica EN 60601-1-2 9. procura notarile (doc. originale); 10. relativamente ad ogni singolo caso può essere richiesta documentazione aggiuntiva. I certificati rilasciati dagli enti pubblici italiani (camera di commercio) devono essere legalizzati secondo la convenzione dell'Aja del 05/10/1961, mediante l'apposizione del timbro "Apostille" sugli originali dei documenti presso la prefettura competente per la zona di residenza del richiedente. Il certificato di libera vendita rilasciato dal Ministero della Salute va legalizzato presso la prefettura di Roma. In alternativa, si possono autenticare le copie del certificato in comune di residenza del richiedente e legalizzarle presso la prefettura locale. Il certificato di libera vendita del Ministero della Salute normalmente è rilasciato entro 30 giorni. L'Apostilla per la procura va richiesta all'ufficio di stato civile della Procura della Repubblica competente per la zona di residenza del notaio. Su tutte le copie dei documenti deve essere apposto il timbro e la firma del legale rappresentante. Tutti i documenti devono essere debitamente tradotti in lingua russa da un traduttore giurato. Tempi di rilascio e costi Rilascio del certificato: da 5 a 12 mesi Aggiornamento: fino a 2 mesi Imposta statale rilascio un certificato: 146,00 Euro Prove varie a seconda della tipologia del dispositivo medico e della sua classe di rischio da effettuare presso laboratori autorizzati, preparazione ed inoltro al Roszdravnadzor del fascicolo di registrazione, accompagnamento della domanda di registrazione al Roszdravnadzor, emissione del certificato di registrazione: min. 5.000 – max 20.000 Euro. Modalità di vendita e contratti di distribuzione Nella Federazione Russa, come anche in Italia, esiste la forma della vendita per conto terzi senza che la proprietà passi al soggetto che svolge l’attività di vendita presso i propri spazi per conto del venditore. La forma del contratto più comune per questo tipo di vendita è il contratto di commissione, dove Il soggetto che conferisce l'incarico è chiamato committente mentre quello che esegue l'incarico è il commissionario. A questo tipo di rapporto contrattuale si applica interamente la normativa del capitolo 51 Codice Civile della Federazione Russa. A seconda delle esigenze delle parti possono essere stipulati anche i contratti di distribuzione e/o agenzia. 24 Per la stipula del contratto non serve alcuna documentazione particolare, eccetto il contratto stesso in forma scritta in doppia lingua. Per ulteriori informazioni Servizio Federale per la Sorveglianza della Sanità Pubblica e dello Sviluppo Sociale Sede centrale: 109074 Mosca, Slavjanskaja ploshad, 4 edificio1. Tel.: +7 495 6983098. ITER PREVISTO PER LA REGISTRAZIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI PASSO 1 Invio al Roszdravnadzor della domanda di rilascio del permesso per l’importazione dei campioni valido 6 mesi (copia della procura, informazioni sul DM, contratto con i laboratori, quantità dei campioni) Rilascio del permesso entro 5gg. lav. o rifiuto motivato. PASSO 2 Invio e sdoganamento campioni (contratto con i laboratori + lettera per la dogana, fattura pro-forma). I campioni importati non possono essere messi in libera pratica. PASSO 3 Sottoposizione dei campioni alle prove di laboratorio (solo presso laboratori autorizzati dal Roszdravnadzor). • Compatibilità elettromagnetica (dispositivi elettromedicali); • Prova di tossicità e biocompatibilità; • Prova di sicurezza generale. PASSO 4 Contemporaneamente al passo 3 preparazione della documentazione prodotta dal fabbricante: traduzione procura, attestato di libera vendita, certificato CE 93/42, certificato ISO 9001, ISO 13485, certificato di iscrizione al registro delle imprese, manuale d’uso, rapporti di prova c/o laboratori UE. PASSO 5 Inoltro del fascicolo di registrazione al Servizio federale per la sorveglianza della sanità pubblica e dello sviluppo sociale (Roszdravnadzor) composto dalla documentazione di cui al passo 3 e 4. PASSO 6 Accoglimento della domanda ed assegnazione dell’ispettore. Esame del fascicolo di registrazione entro 3 gg. lav. con uno dei seguenti esiti: • esito favorevole – passare al passo successivo, • esito sfavorevole – invito a perfezionare la documentazione entro 30 gg. dalla ricezione della notifica. PASSO 7 Inoltro del fascicolo di registrazione a uno dei due Enti di ricerca designati dal Roszdravnadzor ad esaminare le pratiche di registrazione dei dispositivi medici. Esame del fascicolo entro 20 gg. lav. e reinoltro della pratica al Roszdravnadzor corredata della relazione con uno dei seguenti esiti: • esito sfavorevole – respingimento della domanda di registrazione da parte del Roszdravnadzor; • esito favorevole – accoglimento della domanda dal parte del Roszdravnadzor ed emissione del certificato di registrazione (salvo obiezioni del Roszdravnadzor); • prove insufficienti - invito a ripetere le prove già fatte o invito a fare le prove cliniche, passare al passo successivo. PASSO 8 L’ispettore incaricato notifica al richiedente entro 30 gg. l’esito dell’esame della domanda e lo invita a perfezionarla (fornire la documentazione mancante). PASSO 9 Il richiedente invia al Roszdravnadzor la domanda di sospensione dell’iter di registrazione per il periodo richiesto per il perfezionamento della domanda e provvede a fornire quanto richiesto (effettua le prove cliniche, ripete le prove già fatte, fornisce la documentazione richiesta). A documentazione perfezionata, invia al Roszdravnadzor la domanda di riattivazione dell’iter di registrazione fornendo la documentazione richiesta. PASSO 10 L’ispettore del Roszdravnadzor inoltra la documentazione pervenuta dal richiedente all’Ente di ricerca. L’Ente di ricerca esamina la documentazione trasmessa entro 10 gg. lav. e la reinoltra all’ispettore del Roszdravnadzor corredata della relazione con uno dei seguenti esiti: • esito sfavorevole – respingimento della domanda da parte del Roszdravnadzor; • esito favorevole – accoglimento della domanda dal parte del Roszdravnadzor ed emissione del certificato di registrazione (salvo obiezioni del Roszdravnadzor); • prove insufficienti - invito a ripetere le prove già fatte o invito a fare le prove cliniche, passare al passo 9. 25 DOMANDA: Per poter esportare in Russia latte e prodotti a base di latte è necessario che lo stabilimento di produzione sia in possesso dell’idoneità strutturale ed igienico sanitaria e quindi sia iscritto in una apposita lista che è poi pubblicata dall’ente russo preposto Rosselkhoznadzor (Federal Service for Veterinary and Phytosanitary Surveillance - www.fsvps.ru). A tal fine deve essere richiesta iscrizione che implica l’esito favorevole dell’ispezione al Ministero della salute (www.salute.gov.it) che invia degli ispettori a compilare un sopralluogo e a redigere un apposito verbale (nel sito del Ministero della Salute sono disponibili i format dei documenti previsti per adempiere alla procedura). In particolare, nel corso del sopralluogo vengono verificati gli aspetti concernenti: GMP – buone pratiche di lavorazione; SSOP - procedure operative standard di sanificazione e le verifiche connesse; HACCP – analisi dei pericoli e gestione dei punti critici di controllo. La responsabilità della notifica alle autorità russe dei risultati della richiesta di iscrizione alla lista compete al Ministero della salute. Nel caso in cui il sopralluogo desse esito positivo, lo stabilimento può avviare l’esportazione successivamente alla conferma della registrazione da parte delle Autorità di controllo russe; tale conferma è comunicata dall’ufficio deputato (Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti - Direzione Generale della Nutrizione e della Sicurezza Alimentare) del Ministero della salute. In caso di esito negativo del controllo, gli ispettori dovranno procedere alla richiesta dei provvedimenti di sospensione del riconoscimento CE. DOCUMENTI A CARICO DELL’ESPORTATORE Commercial Invoice -Fattura commerciale E’ il documento che descrive il dettaglio del bene in transazione, ed è necessario per lo sdoganamento della merce. Non vi è uno specifico formato per la predisposizione della fattura commerciale e può essere scritta in qualsiasi lingua (anche se è consigliabile una traduzione in russo). Deve contenere almeno i seguenti dati: nome e indirizzo del venditore; nome e indirizzo del destinatario; nome e indirizzo del compratore, se diverso dal destinatario; luogo e data di rilascio; numero della fattura; paese di origine; informazioni di trasporto; termini di consegna e pagamento; marchi, quantità e tipologia degli imballaggi; esatta descrizione delle merci; numero di tariffa doganale delle merci; quantità delle merci; peso lordo e peso netto; prezzo unitario e totale in valuta estera; 26 estremi del contratto e data di rilascio; timbro e firma del venditore. Pro Forma Invoice - Fattura commerciale pro-forma Documento contenente i dettagli della transazione emesso prima della fattura corretta e in aggiunta ad essa. Richiesto dall’importatore o dalle autorità competenti del paese di destinazione delle merci. In caso di consegna gratuita è necessario riportare il prezzo unitario e totale e la dicitura “solo per lo sdoganamento” (only for customs clearence). Packing List – Lista dei colli In Italiano “Bolla di carico” o “Lista dei colli”, è il documento che descrive il tipo, la natura (casse, cartoni, sacchi) ed il numero degli imballi preparati per la spedizione della merce, nonché il contenuto di ciascuno di essi. Se tali specificazioni sono già contenute nella Fattura commerciale, la Lista dei colli non è necessaria. Quest’ultima deve essere compilata dall’esportatore in inglese e in base alla pratica commerciale comune. Certificate of Origin - Certificato di origine E’ il documento che certifica l’origine territoriale del bene importato e può essere, facoltativamente, richiesta dall’importatore. Il certificato di origine viene emesso dalla CCIAA e deve essere consegnato in originale; è consigliata la traduzione in russo. Declaration of confomity – dichiarazione di conformità Per alcuni prodotti, legati all'alimentazione, l'Unione doganale Russia-Kazakhstan- Bielorussia, come condizione necessaria, richiede, come specificato nella tavola sinottica, la Dichiarazione di conformità o il Certificato di conformità (precedentemente era previsto un unico documento Gost-r). La Dichiarazione di Conformità è predisposta dall’importatore e protocollata presso un organismo di certificazione accreditato dall’ente russo preposto. La responsabilità della veridicità delle informazioni contenute nel documento è a carico dell’importatore. Il Certificato di Conformità è predisposto da un organismo di certificazione accreditato dall’ente russo preposto, sulla base di analisi condotte, a fronte delle norme definite dall’Unione Doganale. La responsabilità della veridicità delle informazioni contenute nel documento è a carico dell’ente accreditato. La certificazione di conformità prevede le seguenti fasi: classificazione doganale della merce secondo la nomenclatura doganale russa (sistema HS russo) e conseguente identificazione della tipologia merceologica; esame sanitario o metrologico secondo la normativa di riferimento (norma Gost/Regolamento Tecnico di riferimento); effettuazione dei test; rilascio della certificazione ove previsto dalla legge. Tali documenti sono obbligatori per legge per una serie di prodotti (c’è la possibilità di richiedere anche una certificazione volontaria per dare maggiore prestigio agli articoli che non la richiedessero). Per la scelta dell’ente di certificazione, dato che esistono sul mercato diversi soggetti privati che forniscono il servizio di supporto per l’ottenimento della certificazione, in questa sede non possono essere indicati nomi di possibili fornitori; si suggerisce, comunque di avvalersi di soggetti che dispongono di documentate referenze nel settore specifico in cui opera l’azienda richiedente; alcuni di questi enti hanno sede in Italia. I costi da sostenere per ottenere la dichiarazione/il certificato possono essere a carico dell’esportatore o dell’importatore a seconda di quanto definito contrattualmente. 27 Veterinary Health Certificate for Animal Products – Certificato veterinario per prodotti di origine animale È necessario il Certificato veterinario per ”Certificato veterinario per latte e prodotti a base di latte, derivati da animali bovini, ovini o caprini, destinati all’esportazione dall’UE verso la Federazione Russa”; il format del certificato è disponibile presso il sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it – Sezione sicurezza alimentare –esportazione degli alimenti). Il certificato veterinario è rilasciato dall`ufficio veterinario delle ASL di competenza. Per alcuni tipi di salumi, verificare anche la necessità del “Certificato veterinario per involucri di origine animale esportati dall’Unione Europea verso la Federazione Russa”. Il certificato può essere presentato in qualsiasi lingua anche se è necessaria una traduzione in russo o in inglese. Da presentare in originale. DOCUMENTI A CARICO DELL’IMPORTATORE Business Registration Certificate – Certificato di registrazione d’impresa Documento che attesta la registrazione della società che conduce un’attività commerciale in Russia presso il United State Registry of Legal Persons. Customs Import Declaration - Dichiarazione doganale di importazione Denominazione in russo del documento = Deklaratsiya na tovary. La dichiarazione doganale di importazione deve essere presentata in originale entro 60 giorni dalla data di immissione delle merci nel deposito di stoccaggio temporaneo. E' obbligatoria per lo sdoganamento e di solito viene presentata per via elettronica tramite il sistema informativo russo ED-2. In alcuni casi deve essere presentata in originale e tre copie carbone più una versione elettronica. Declaration of Dutiable Value - Dichiarazione di valore assoggettabile a dazio Denominazione in russo del documento = Deklaracija tamožennoj stoimosti. È una dichiarazione che fornisce tutte le informazioni necessarie a calcolare il valore del dazio. A cura dell’importatore, di solito viene presentata per via elettronica tramite il sistema informativo russo ED-2. In alcuni casi deve essere presentata in originale e tre copie carbone più una versione elettronica. Passport of Deal Documento che riporta le informazioni sulla transazione commerciale estera. Il Passport o Deal è uno strumento di controllo valutario nella Federazione russa e deve essere aperto per ogni contratto il cui valore supera i 50.000 USD. Nel caso di contratti di credito, il passaporto deve essere aperto dal valore soglia di 5.000 USD. Il passaporto deve essere richiesto dall'importatore presso qualsiasi banca accreditata dalla Banca Centrale della Federazione Russa per le operazioni in valuta estera. Veterinary Import Permit – Permesso vetrinario di importazione Documento che permette l'importazione effettiva di merci soggette a controllo veterinario. Il permesso deve essere richiesto dall'importatore ai corpi locali del Servizio federale per la supervisione veterinaria e fitosanitaria. Nessuna forma specifica è richiesta. La domanda deve essere preparata come una lettera di richiesta in russo, tuttavia, una certa quantità minima di informazioni deve essere fornita. Deve essere presentata in unica copia e il tempo di elaborazione è di 30 giorni. Valido per una sola spedizione in base al termine di consegna indicato nel contratto di acquisto. La validità, tuttavia, scade entro la fine dell'anno civile in corso. Il permesso deve essere richiesto dall'importatore nel luogo di destinazione entro 30 giorni prima della prevista importazione. Il Servizio federale per la supervisione veterinaria e fitosanitaria ha attuato il sistema "Argus", che consente agli importatori di richiedere il permesso per via elettronica. Gli importatori devono essere prima registrati con tale sistema. 28 DOCUMENTI A CARICO DEL VETTORE/SPEDIZIONIERE Bill of Lading- Polizza di carico Serve come prova di ricevimento della merce da parte del vettore. Inoltre, funziona da contratto di trasporto che obbliga il vettore a consegnare la merce al destinatario. La polizza di carico è un documento rappresentativo della merce, quindi il suo portatore è il proprietario di quest’ultima. Deve essere preparata dal vettore o da un suo agente. Non è richiesta alcuna forma specifica, a condizione che il documento corrisponda alle convenzioni applicabili. Emessa solitamente in inglese. Sono rilasciati normalmente tre set completi della polizza di carico, ciascuno contenente un originale e diverse copie. La clean Bill of Lading attesta che le merci sono ricevute in apparenti buone condizioni, mentre la unclean Bill of Lading indica che i beni ricevuti sono danneggiati o in cattive condizioni. Se viene rilasciata una unclean Bill of Lading, la banca finanziatrice può rifiutarsi di accettare i documenti del mittente. Se due o più modalità di trasporto delle merci sono combinate in un'unica operazione, un documento di trasporto multimodale o combinato può sostituire la polizza di carico. Se sono state spedite via mare merci pericolose, il mittente deve consegnare una Declaration for Dangerous Goods Shipped via Sea Freight al vettore o suo agente prima della spedizione della merce. Air Waybill – Polizza di carico aerea È il documento di trasporto non rappresentativo della merce rilasciato dal vettore aereo generalmente attraverso un Agente IATA (trasportatore). Rail Waybill Conforming to Both COTIF and SMGS Agreements - Lettera di vettura ferroviaria conforme agli accordi COTIF e SMGS E’ un documento contenente il dettaglio dei beni trasportati dal treno. COTIF sta per “Convention relative aux Transports Internationaux Ferroviaires» ed è una Convenzione internazionale sui trasporti per ferrovia e l’SMGS è l’accordo concernente l’International Freight Traffic by Rail. 29 DOMANDA: Il certificato di conformità EAC è un'attestazione rilasciata da un organismo di certificazione dell'Unione doganale (l’Unione doganale è uno spazio senza frontiere interne di libero scambio di merci, persone e capitali; è costituita da Russia, Bielorussia e Kazakistan), con la quale viene certificata la conformità di un prodotto ai pertinenti requisiti essenziali di sicurezza stabiliti da uno o più Regolamenti Tecnici (Direttive) dell’Unione doganale. La dichiarazione di conformità EAC è un'autocertificazione, rilasciata da uno dei soggetti abilitati, per attestare la conformità di un prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza ad esso applicabili. A differenza della dichiarazione di conformità CE, la dichiarazione di conformità EAC è soggetta a deposizione (registrazione) nel pubblico registro delle attestazioni di conformità, tenuto presso l'Ente di Accreditamento di ciascuno Stato membro. In Russia, la dichiarazione di conformità EAC può essere depositata direttamente dal soggetto abilitato o tramite un Ente di certificazione accreditato nell'Unione doganale. Regolamenti Tecnici dell'Unione doganale EurAsEC 1) RT UD 006/2011 sulla sicurezza dei prodotti pirotecnici, entrato in vigore il 15/02/2012; Data entrata in vigore 01/06/2012 2) RT UD 019/2011 sulla sicurezza dei dispositivi di protezione individuale; Data entrata in vigore 01/07/2012 3) RT UD 005/2011 sulla sicurezza degli imballaggi; 4) RT UD 007/2011 sulla sicurezza dei prodotti per bambini e adolescenti; 5) RT UD 008/2011 sulla sicurezza dei giocattoli; 6) RT UD 009/2011 sulla sicurezza dei prodotti di profumeria e cosmesi; 7) RT UD 017/2011 sulla sicurezza dei prodotti dell'industria leggera; Data entrata in vigore 31/12/2012 8) RT UD 013/2011 sulla qualità del carburante automobilistico e aeronautico, benzina, diesel e combustibile per uso marittimo, carburante degli aerei e olio combustibile; Data entrata in vigore 15/02/2013 9) RT UD 004/2011 sulla sicurezza delle apparecchiature a bassa tensione; 10) RT UD 010/2011 sulla sicurezza delle macchine e attrezzature; 11) RT UD 011/2011 sulla sicurezza degli ascensori; 12) RT UD 012/2011 sulla sicurezza della apparecchiature per atmosfere potenzialmente esplosive; 13) RT UD 016/2011 sulla sicurezza delle apparecchiature funzionanti a combustibile gassoso; 14) RT UD 020/2011 sulla compatibilità elettromagnetica dei dispositivi tecnici; 30 Data entrata in vigore 01/07/2013 15) RT UD 015/2011 sulla sicurezza del grano; 16) RT UD 021/2011 sulla sicurezza dei prodotti alimentari; 17) RT UD 022/2011 sulla marcatura dei prodotti alimentari; 18) RT UD 023/2011 per succhi di frutta e verdura; 19) RT UD 024/2011 per prodotti ottenuti da olii e grassi animali e vegetali; 20) RT UD 027/2012 sugli alimenti dietetici, tra cui alimenti dietetici destinati a fini medici speciali; 21) RT UD 029/2012 sulla sicurezza degli additivi alimentari, aromatizzanti e coadiuvanti tecnologici; Data entrata in vigore 01/02/2014 22) RT UD 026/2012 sulla sicurezza delle imbarcazioni con lunghezza fino a 20 metri; 23) RT UD 032/2013 sulla sicurezza degli apparecchi a pressione; Data entrata in vigore 01/03/2014 24) RT UD 030/2012 olii lubrificanti, agenti lubrificanti e fluidi speciali; Data entrata in vigore 01/05/2014 25) RT UD 033/2013 sulla sicurezza del latte e derivati del latte; 26) RT UD 034/2013 sulla sicurezza delle carni e prodotti a base di carne; Data entrata in vigore 01/07/2014 27) RT UD 025/2012 sulla sicurezza di mobili e oggetti d'arredamento; 28) RT UD 028/2012 sulla sicurezza di materiale esplosivo e prodotti a base di esplosivo; Data entrata in vigore 02/08/2014 29) RT UD 001/2011 sulla sicurezza del materiale rotabile ferroviario; 30) RT UD 002/2011 sulla sicurezza dei mezzi ferroviari ad alta velocità; 31) RT UD 003/2011 sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie; Data entrata in vigore 01/01/2015 32) RT UD 018/2011 sulla sicurezza dei veicoli a motore; Data entrata in vigore 15/02/2015 33) RT UD 014/2011 sulla sicurezza delle strade; 34) TR UD 031/2012 sulla sicurezza dei trattori agricoli o forestali e dei loro rimorchi. Marcatura dei prodotti con il marchio di conformità Il marchio di conformità consiste in un simbolo grafico, il quale indica che il prodotto sul quale esso è apposto è conforme ai pertinenti requisiti essenziali di sicurezza (R.E.S.), stabiliti da un Regolamento Tecnico dell'Unione doganale. 31 La marcatura dei prodotti, oggetto della valutazione di conformità nell'ambito dei Regolamenti Tecnici dell'Unione doganale, con il marchio EAC costituisce un requisito obbligatorio per l'immissione degli stessi sul mercato dell'Unione doganale e la loro messa in servizio (Decisione della Commissione dell'Unione doganale n. 711 del 15/07/2011). Costi e tempi La dichiarazione di conformità EAC può essere rilasciata, per prodotti provenienti dai paesi extra Unione doganale, da uno dei seguenti soggetti: 1 – importatore (persona fisica con partita IVA o giuridica di diritto russo, bielorusso o kazako); 2 – mandatario del fabbricante extra Unione doganale (persona fisica con partita IVA o giuridica di diritto russo, bielorusso o kazako). Registrazione della dichiarazione di conformità: Servizio federale per l'accreditamento o Enti di certificazione accreditati. Un ente di certificazione può rilasciare certificati di conformità EAC, o registrare dichiarazioni di conformità EAC, limitatamente al proprio settore di accreditamento. Il costo indicativo di un documento di conformità (un prodotto o una famiglia di prodotti, sempre che si possano includere in un unico documento) rilasciato da un ente di certificazione russo per prodotti alimentari varia dai 300 ai 1500 euro. Tempi: max 10 giorni lav. Per quanto riguarda l’Ucraina e Kazakistan il costo raddoppia o triplica. Tempi: fino a 3-4 settimane. Per alcuni prodotti alimentari, per esempio vino, grano, oltre al citato documento di conformità (certificato o dichiarazione) è richiesto il certificato sanitario (certificato di registrazione statale). Il costo indicativo di detto documento è di 1500 euro, esclusa la spedizione dei campioni e la legalizzazione dei documenti in Italia (procura). Tempi: secondo la legge fino a 3-4 mesi, da mercato 1-1,5 mesi. La procedura è piuttosto complessa. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il seguente sito: www.rustandard.com. 32 DOMANDA: NORMATIVA RUSSA IN MATERIA DI SICUREZZA La materia della sicurezza sul lavoro in Russia è attualmente regolata dal Decreto 342n del Ministero della Salute e dello Sviluppo Sociale, del 26 aprile 2011, in conformità con la legislazione russa sul lavoro (art. 209 e ss.). Tutti i datori di lavoro, senza eccezioni rispetto alla tipologia di impresa, sono tenuti ad effettuare la procedura di certificazione delle condizioni d’impiego nei luoghi di lavoro; la certificazione è obbligatoria per tutti gli ambienti di lavoro. Riguardo alla frequenza, la legislazione russa stabilisce che venga effettuata una nuova certificazione almeno ogni 5 anni. Le nuove disposizioni introdotte nel 2011 Con il Decreto 342n del 2011 è stata introdotta una serie di novità importanti. Sono stati imposti nuovi requisiti per le organizzazioni responsabili del compimento delle valutazioni di sicurezza, ovvero accreditamento e indipendenza dal datore di lavoro; è stato aumentato il numero di casi in cui procedere ad attività di valutazione straordinarie; è stata introdotta una lista di rappresentanti da includersi nei comitati di valutazione delle società; è stato stabilito che a ciascun ambiente di lavoro venga assegnato un numero seriale proprio nel corso della procedura di valutazione. Inoltre, secondo la nuova procedura, per gli ambienti di nuova creazione è necessario che la certificazione sia conseguita non oltre 60 giorni dall’attivazione – da calcolarsi a partire dal momento di introduzione dell’attrezzatura nel luogo lavorativo oppure di avvio dell’attività lavorativa da parte del primo soggetto impiegato dall’impresa. L’attività di valutazione deve essere completata dalla redazione di un rapporto, che includa la relativa documentazione di supporto. I dipendenti devono essere appropriatamente informati dal datore di lavoro circa i risultati della valutazione, e confermare di averne preso atto mediante una dichiarazione firmata. Infine, in base al nuovo decreto, il datore di lavoro è tenuto a recapitare un riepilogo dei risultati della valutazione effettuata – assieme alla documentazione relativa all’organismo responsabile della valutazione stessa – all’autorità governativa della Federazione competente territorialmente. ORGANIZZAZIONE Comitato di certificazione Per avviare la procedura di certificazione, il datore di lavoro è tenuto, prima di tutto, ad istituire un comitato responsabile per la certificazione. Il comitato dovrà includere i seguenti soggetti: un rappresentante del personale dipendente; uno specialista della sicurezza sul lavoro; rappresentanti di un organismo elettivo di un sindacato di settore (o altri rappresentanti sindacali); rappresentanti di un organismo di valutazione. Inoltre, su richiesta del datore di lavoro, il comitato potrà comprendere anche: vertici delle unità organizzative aziendali; avvocati; specialisti in risorse umane; 33 specialisti in materia di lavoro e salari; personale medico; altri impiegati. Società di certificazione indipendente Tra gli obiettivi del Decreto 342n vi è quello di sviluppare un meccanismo di valutazione a carattere indipendente, coinvolgendo società di certificazione indipendenti e accreditate. Il registro degli organismi accreditati nel settore dei servizi per il lavoro – compresi servizi di valutazione delle condizioni di sicurezza nell’ambiente lavorativo – è accessibile al sito del Ministero della Salute e dello Sviluppo Sociale della Federazione Russa. Specialista della sicurezza sul lavoro Nelle aziende con numero di impiegati non superiore a 100 unità, è il responsabile della divisione nella quale si verificano condizioni di rischio a decidere dell’inserimento di uno specialista sulla sicurezza del lavoro, con la facoltà di assegnare tale incarico ad uno dei lavoratori impiegati (con il consenso dell’interessato); l’incaricato, dopo aver ricevuto la formazione appropriata, può quindi ricoprire il ruolo di specialista sulla sicurezza della divisione, in aggiunta alle mansioni ordinarie. In mancanza di uno specialista sulla sicurezza all’interno della propria organizzazione, l’azienda può rivolgersi ad una società esterna di esperti del settore per ottenere i servizi necessari – consultando il Registro delle società che offrono servizi qualificati. PROCEDURA Il datore di lavoro è responsabile della produzione di una serie di documenti e della realizzazione di azioni specifiche finalizzate ad ottenere la prevista certificazione, in conformità al Decreto 342n. Istituzione di un comitato di certificazione Secondo la procedura stabilita: il datore di lavoro produce il documento che istituisce un comitato di certificazione e rende nota la sua composizione; viene nominato un presidente del comitato, quale rappresentante del datore di lavoro; il documento deve indicare i rappresentanti dell’organismo di valutazione coinvolto dall’impresa; il documento deve contenere la lista delle attività da realizzare; una volta firmato il contratto con l’organismo di valutazione, il documento viene pubblicato. Attività del comitato di certificazione Il comitato di certificazione è responsabile di una serie di attività: assicurare che la documentazione richiesta per il conseguimento della certificazione sia conforme tanto alla legislazione federale quanto agli ordinamenti locali; predisporre documenti di carattere organizzativo, amministrativo e procedurale secondo le indicazioni dell’organismo di valutazione; predisporre la lista di ambienti di lavoro per i quali si rende necessaria la certificazione, in base alla legge; preparare proposte per accertare professioni e ruoli degli impiegati, in accordo con la legislazione del lavoro russa; portare a compimento e firmare il documento di certificazione; preparare proposte di emendamenti o aggiunte agli accordi di lavoro, in conformità con le tutele garantite dalla legislazione sul lavoro rispetto a condizioni pericolose o dannose per la salute. 34 Esecuzione delle valutazioni e delle misurazioni da parte del comitato di certificazione Il comitato di certificazione verifica che le condizioni di lavoro esistenti soddisfino i requisiti previsti dai regolamenti governativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La procedura prevista dal decreto stabilisce che: il comitato effettui misurazioni tecniche relative ai fattori fisici che possono avere effetti sul personale durante lo svolgimento della propria attività lavorativa (rumore, vibrazioni, grado di illuminazione e altri simili fattori); i risultati delle attività di verifica e misurazione siano ottenuti conformemente a protocolli specifici; i protocolli siano firmati da specialisti dell’organismo di valutazione e da un dirigente della società responsabile della valutazione, e presentino il timbro della società; in caso di conformità con le specifiche richieste della legislazione sul lavoro in materia di salute e sicurezza, sia riconosciuto e certificato il “soddisfacimento degli standard governativi in materia di salute e sicurezza del lavoro”; in caso di non conformità, dietro valutazione complessiva delle condizioni di lavoro, sia riconosciuto e certificato il “mancato soddisfacimento degli standard governativi in materia di salute e sicurezza del lavoro”. Rapporto finale Il comitato di certificazione presenta un rapporto finale e in base ai risultati della valutazione sviluppa un piano d’azione per portare le condizioni di lavoro a corrispondere con gli standard richiesti dalla normativa governativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il rapporto deve contenere: un documento riguardante la creazione del comitato di certificazione e l’approvazione del programma fissato da quest’ultimo per realizzare la procedura di certificazione; una lista degli ambienti di lavoro sottoposti a certificazione; le certificazioni specifiche di ciascun ambiente di lavoro, basate su protocolli, misurazioni e valutazioni; una enunciazione sommaria dei risultati della certificazione dell’ambiente di lavoro; una tavola riepilogativa delle classi di condizioni di lavoro riscontrate attraverso la procedura di certificazione e le compensazioni stabilite per gli impiegati; un piano per conseguire il miglioramento delle condizioni lavorative; un protocollo relativo alle riunioni del comitato per l’esame dei risultati della certificazione degli ambienti di lavoro; informazioni riguardanti l’organismo di certificazione – compresa copia dei documenti di autorizzazione a compiere valutazioni tecniche (certificato di accreditamento e relativa domanda, area di accreditamento del laboratorio di prova, copia della notifica di inclusione nel registro degli organismi accreditati a fornire servizi di certificazione); un protocollo che documenti il lavoro effettuato dal comitato di certificazione; decisioni basate su ispezioni governative sulle condizioni di lavoro (se presenti); richieste dei pubblici ufficiali competenti nel caso di violazioni accertate (se presenti). Il datore di lavoro non è tenuto ad approvare il rapporto delle attività di valutazione nei casi in cui alcuni dei documenti sopracitati non siano firmati da un rappresentante dell’organismo di valutazione, oppure la firma non appartenga a un membro del comitato di certificazione. 35 Azioni conclusive Il comitato di certificazione ha il dovere di esaminare il rapporto sulla valutazione entro dieci giorni calendariali dalla data di ricevimento; firmare debitamente i verbali delle riunioni; certificare i risultati della valutazione degli ambienti di lavoro; inviare il rapporto con tutta la documentazione al datore di lavoro (o suo rappresentante). Entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento del rapporto (con tutti gli allegati), il datore di lavoro è tenuto a certificare, mediante un documento appositamente prodotto e firmato, il completamento e approvazione del rapporto di valutazione; e ad informare i dipendenti circa i risultati della valutazione riguardanti i rispettivi ambienti di lavoro. Entro 10 giorni lavorativi dalla data di pubblicazione del documento di certificazione, il datore di lavoro è tenuto ad inviare un resoconto sommario dei risultati della valutazione degli ambienti di lavoro, assieme alla documentazione relativa all’organismo di certificazione, all’ispettorato del lavoro competente – in formato cartaceo ed elettronico. La documentazione sopracitata viene trasmessa – in formato elettronico – all’organismo di valutazione del sistema federale competente per la raccolta, il trattamento e la conservazione delle informazioni, a norma di legge. Il datore di lavoro ha l’obbligo di conservare la documentazione per 45 anni (75 anni nel caso di ambienti di lavoro destinati ad attività considerate “pesanti, dannose o pericolose”, secondo quanto indicato dal datore di lavoro stesso). Responsabilità del datore di lavoro in caso di inadeguatezza della certificazione L’incapacità di portare a termine la procedura di certificazione comporta una violazione della legge sul lavoro. La violazione o la mancata conformità rispetto alle norme del codice del lavoro si qualificano come illeciti amministrativi e come tali possono essere perseguiti, come conferma l’attuale prassi giudiziaria. La società riconosciuta responsabile può essere soggetta ad una sanzione amministrativa compresa tra i 30 e i 50.000 rubli, oltre a rischiare la sospensione dell’attività fino a 90 giorni. In caso di mancato compimento da parte del datore di lavoro delle disposizioni stabilite durante la procedura di certificazione, la legislazione sul lavoro stabilisce sanzioni comprese tra i 10 e i 20.000 rubli. Compensazione dei costi sostenuti per l’esecuzione della certificazione Il costo della procedura di certificazione dipende dalla tipologia di attività e dalle dimensioni della società. Il datore di lavoro può compensare parzialmente i costi sostenuti nell’esecuzione della certificazione, ricorrendo all’assistenza finanziaria del governo. Nel 2012 sono state emanate delle misure di prevenzione di carattere finanziario, per la riduzione degli incidenti e delle patologie del personale dipendente e per il trattamento sanitario del personale occupato in attività lavorative ritenute dannose e/o pericolose. In base a tali disposizioni, una società ha il diritto di utilizzare parzialmente fino al 20% del proprio premio assicurativo – applicato dal Fondo d’assicurazione sociale della Federazione Russa nell’anno precedente – per la certificazione delle condizioni di sicurezza nell’ambiente di lavoro. 36 Misure aggiuntive Inoltre, il governo della Federazione ha preso misure aggiuntive per accrescere le garanzie del personale impiegato, rispetto alla sicurezza sul posto di lavoro. Il Ministero della Salute e dello Sviluppo Sociale ha approvato un elenco di provvedimenti di carattere annuale che il datore di lavoro è tenuto ad implementare, al fine di un generale miglioramento delle condizioni lavorative e di una riduzione del livello dei rischi occupazionali. Tali elenchi includono requisiti addizionali per assicurare condizioni di lavoro salutari e devono essere presi in considerazione per la certificazione al momento della valutazione del datore di lavoro. 37