Riveli! Santé! Cheers! Saúde! Salute!
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tutte le musiche del mondo > w ww.mondomix.it n° 3 - 2009 Lorena McKennitt Speciale Messico Cesária Évora Mario Brunello Emmanuel Jal Goran Bregovic Riveli! Santé! Cheers! Saúde! Salute! n°3 g r at u i to FELMAYTRADIZIONE&INNOVAZIONE www.felmay.it FELMAY Dissidenten & Jil Jilala Tanger Sessions Marisa Sannia La Rosa de Papel 25 anni dopo il successo mondiale di Sahara Elektrik i Dissidenten continuano il loro giro del mondo con il nuovo album Tanger Sessions nella valigia. Poesie di Garcia Lorca messe in musica in modo elegante e raffinato. Un magico incontro fra l’emozionante voce di Marisa Sannia e le liriche del poeta spagnolo. Filippo Gambetta Andirivieni Renato Borghetti Fandango Il ritorno di uno dei migliori musicisti italiani di tradizione. Il nuovo Cd dell’organettista brasiliano in un repertorio originale di musiche ispirate alla tradizione portena fra Sud del Brasile, Argentina ed Uruguay. Lisandro Adrover meets the Metropole Orchestra Lo spirito del tango non può essere in mani migliori. Municipale Balcanica Road to Damascus Storiche canzoni popolari tedesche eseguite dalla voce di Tine Kindermann e da alcuni dei migliori musicisti Down Town NYC (Marc Ribot, Frank London, Greg Cohen…). Un perfetto mix di sonorità balcaniche e sapori mediterranei con un tocco di modernità che rende il tutto più originale e gustoso. Banda Olifante Lingling Yu Xu Lai Gamelan of Central Java X. Sindhen trio Tre brani delle tradizione classica javanese in un’interpretazione unica ed originale. EGEA distributore esclusivo per l’Italia Zucchini Flowers dipana la sua ironia nel connubio godereccio di musica e cibo, danza e amore. Mimmo Epifani parla dialetto ma risulta comprensibile in tutte le lingue del mondo. Tine Kindermann schamlos schön Un repertorio in bilico fra jazz, tradizione popolare e world per un nuovo grande ensemble. felmay Mimmo Epifani Zucchini Flowers Una delle più grandi interpreti della tradizione classica cinese. Gamelan of Central Java XI. Music of Remembrance Musiche di commemorazione dei morti della tradizione javanese. felmay distribuzioni • vendita per corrispondenza • richiedete il catalogo strada Roncaglia 16 - 15033 San Germano AL - Italy ph +39 0142 50 577 fax +39 0142 50 780 [email protected] www.felmay.it EDITORIALE/sommario mondomix.it - 03 sommario 04 notiziario Su e giù 06 Zen norvegese 08 Il figlio del Sudan di Andrea Morandi 09 navigazione circolare di Mario Brunello di Alessio Biancucci 10 quattro passi a buenos aires argentina pagina 10 di Vittorio Pio Emmanuel Jal pagina 08 07 LA Bossanova secondo faraco Arve Henriksen pagina 06 di Antonio Blasi editoriale Magazine Mondomix — n.3 - 2009 Il razzismo esiste ovunque vivano gli uomini. Il razzismo è nell’uomo. Si è sempre lo straniero di qualcuno. Imparare a vivere insieme, è questo il modo di lottare contro il razzismo. Tahar Ben Jalloun L’Italia è ormai da anni un paese di immigrazione, conta una cifra pari a circa tre milioni di immigrati. Tuttavia, quello che per tanti anni e specialmente nei secoli precedenti era stato un paese di emigranti, si riscopre indifferente alla sorte dei nuovi cittadini del mondo che si stabiliscono in Italia. Queste sono le tesi più accreditate sulla presunta effusione di razzismo in 13 Bregovic Riveli! Santé! Cheers! Saúde! Salute! Italia. Che non è proprio un razzismo classico, ma qualcosa di di Alessio Biancucci 17 Alle origini di Cesária di Plinio Bonato 18 Folgorati sulla via di Damasco Antonio Placer pagina 20 16 Gianmaria Testa voce e chitarra di langa più subdolo e alla lunga equivoco, perché non c’è chiarezza di Bregovic pagina 13 di Benjamin MiNiMuM Municipale Balcanica pagina 18 di Marta Amico intenti e, come poter dire, non si riesce neanche tanto bene a circoscriverlo: non ci sono fasce di età e sociali che lo applicano. La diffusione è incontrollabile. In definitiva è un po’ ciò di cui soffre veramente il mercato della world music in Italia: c’è, è vivo e sta anche in salute – ce lo dimostrano la quantità di festival, rassegne, concerti qua e là sparsi sul territorio o meglio organizzati – che popolano la penisola e le loro cifre ci mostrano un pubblico vasto, curioso e per niente impreparato. A tal proposito consiglio con attenzione la 26 L’Afrojazz di Femi Kuti lettura dell’articolo interno sul network di festival italiani riuniti di Plinio Bonato di Gianluca Diana e TP Africa nell’’associazione Talento, che presto, dalle parole del diretto- 20 Il Freddy Mercury della Galizia 27 Un’orchidea da Recife re, pare aprirà le porte anche ad altre entità attive sul merca- di Gaetano Palmisano to: discografici, produttori, musicisti ed altro. Oppure le tante 21 Dietro le quinte 28 Storie di [stra]ordinaria libertà case discografiche, soprattutto le piccole, che nonostante le di Martina Neri di Andrea Scaccia di Andrea Scaccia 22 Suggestioni per notti di mezzo inverno 29 Musica e memoria di Ciro De Rosa di Guido Gaito 24 Segnali di fumo dal Messico 30 afrodisia di Mauro Zanda di Federico Scoppio 31 Recensioni gravose condizioni del governo in materia di cultura e spettacoli continuano a faticare, prodigandosi in favolose scoperte e produzioni. Ce ne sono diverse e all’interno del numero ne troverete menzionate sicuramente alcune. Bene, questo è il volto migliore del mercato. Poi ce n’è tutto un altro, molto peggiore. Per carità, non è razzista, bensì è indifferente; oppure non sa come affrontare tali nuove proposte culturali e dunque le scansa anticipatamente. In Italia, ad esempio, periodico gratuito Editore Fm2 Direttore responsabile Federico Scoppio [email protected] Coordinatore editoriale Andrea Scaccia [email protected] Pubblicità N2A + 39 3475070014 [email protected] Grafica EsseGi Studio [email protected] Foto di copertina di: Matjaz_Tancic Hanno collaborato Marta Amico, TP Africa, Alessio Biancucci, Antonio Blasi, Andrea Boccalini, Plinio Bonato, Ciro De Rosa, Gianluca Diana, Guido Gaito, Benjamin MiNiMuM, Andrea Morandi, Martina Neri, Gaetano Palmisano, Vittorio Pio, Olivia Tanini, Paola Valpreda, Mauro Zanda Redazione via di Porta Fabbrica 25, 00165, Roma [email protected] Stampa Ages Arti Grafiche corso Traiano 124, 10127 Torino Distribuzione [email protected] registrazione al tribunale per una pratica non ben definita, molto spesso si finisce per prediligere, con schemi aprioristici, la musica italiana, che poi di Torino n. 49 del 9 Luglio 2008 è soprattutto la leggera, a discapito di tanto altro. E invece si [periodico culturale]. potrebbe scoprire che questo altro - un altro per cui la Makeba The Mondomix Magazine in Italy is an authorized licensee of Mondomix Media. The logo and the trademark of Mondomix are registered and the exclusive property of Mondomix Media SAS. Only Mondomix and its authorized licensees may use the Mondomix Logo in publications, advertising, and promotional materials. ci ha rimesso la pelle - è più vicino di quanto appaia ad uno sguardo superficiale, alcolico e distratto, direbbe Goran Bregovic. O indifferente. A proposito, condividiamo il contenuto dell’articolo di copertina con i cugini francesi, per inaugurare al meglio il nuovo anno. - mondomix.it NOTIZIARIO in breve Su e giù segnali MELTIN’FOLK Meltin’folk è una manifestazione unica in Sicilia. Dal 13 febbraio al 12 marzo torna a Catania il festival internazionale di musica folk acustica. In collaborazione con la Provincia di Catania sono state individuate le curiose locations che ospitano i concerti, tutti ad ingresso libero. Il 13 e il 14 febbraio doppio appuntamento con gli Habbadam [Danimarca/Svezia] e con i loro suoni nordeuropei. Venerdì 13 febbraio tocca invece alla tradizione mediterranea, interpretata dai siculi I Petri ca Addumunu. Il 26 e il 27 appuntamento con il Pivari Trio: dalle radici dell’Appennino modenese parte un cammino musicale legato a strumenti come la ghironda e la ciaramella. Le suggestioni austriache del quintetto femminile Witch saranno invece in scena il 6 marzo, mentre l’epilogo del 12 marzo è dedicato all’Emilia Romagna con l’esibizione degli Enerbia. www.darshan.it ADIOS YMA SUMAC La musica peruviana piange la sua più celebre interprete: Yma Sumac se n’è andata lo scorso novembre a 86 anni. Per la leggenda era una principessa Inca, per la musica era una voce inarrivabile, in grado di estendersi fino a 5 ottave. Memorabili i suoi spettacoli con l’orchestra del marito Moisés Vivanco, un ensemble di 46 musicisti e danzatori indios. Yma, che amava il suo popolo senza disdegnare le canzoni disneyane, sarà ricordata per la sua potenza esecutiva e per il carisma che ne ha sempre contraddistinto le peculiarità artistiche. FESTIVAL AU DESERT Il Festival au Desert si accende tra la dune del Mali dall’8 al 10 gennaio. In pieno deserto, nella zona di Bamako, a sud ovest del paese sahariano, sono in agenda 21 concerti. Ogni giorno, si parte alle 15.30 e si prosegue fino a tarda notte: dal Marocco degli Amarg Fusion alle frequenze malesi di Desert Blue, dalla kora di Vieux Farka Tourè alla consueta chiusura con i Tinariwen. E poi l’evento Special Mandingo Night che chiuderà la seconda serata. La tradizione musicale africana si esprime in uno scenario da mille e una notte. www.festival-au-desert.org GRAMMY AWARDS Tra le 110 categorie premiate il 9 febbraio a Los Angeles, ci sono quelle che riguardano le musiche dal mondo. Per il miglior album tradizionale sono in lizza “Calcutta Chronicles: Indian slide guitar Odissey” di Debashish Bhattacharya, “The Mandé variations” di Toumani Diabaté, “Ilembe: honoring Shaka Zulu” di Ladysmith Black Mambazo e “Dancing in the light” di Lakshmi Shankar. Nella sezione Contemporary world music, sono in nomination Lila Downs con “Shake away”, Gilberto Gil con “Banda larga cordel”, il collettivo di Mickey Hart, Zakir Hussain, Sikiru Adepoju e Giovanni Hidalgo con “Global drum project”, Youssou N’Dour con “Rokku mi rokka [give and take]” e Soweto Gospel Choir con “Live at the Nelson Mandela Theater”. www.grammy.com CELTIC CONNECTION Oltre 1.500 artisti provenienti da tutto il mondo sbarcano a Glasgow per il Celtic Connection. Nelle molteplici locations allestite in giro per la capitale scozzese, dal 15 gennaio al primo febbraio si esibiscono artisti del calibro di Youssou N’Dour, Bela Fleck, Branford Marsalis, Richard Thompson, Mariza, Oumou Sangare, Martha Wainwright, Edwyn Collins, Nanci Griffith and Sly & Robbie. Un evento di grandi dimensioni che dedica ampio spazio anche alla formazione del pubblico. www.celticconnections.com MIDEM Tra gli eventi più significativi d’Europa si distingue il Midem – The World’s Music Community: il mercato mondiale della musica si svolge al Palazzo del Festival di Cannes, dal 18 al 21 gennaio. 9.093 Partecipanti, 4.545 espositori provenienti da 88 paesi, per un allestimento di 9.017 metri quadri. Tra i concerti va segnalato lo show di Magnifico, sul palco lunedì 19; e poi conferenze tematiche e tante occasioni di scambio e confronto per operatori e appassionati. www.midem.com LA ZAMPOGNA Il festival di musica e cultura tradizionale diretto da Ambrogio Sparagna e Erasmo Treglia va in scena dal 16 al 18 gennaio nel Sud Pontino. Concerti, seminari, percorsi enogastronomici e una mostra-mercato di liuteria si alternano tra Maranola, Formia, Itri, Monte San Biagio e Lesola. Tra i protagonisti la Famiglia Boniface, storica formazione valdostana. l Premio Speciale “La Zampogna 2009” sarà invece assegnato ad Antonio Piccinino, voce dei Cantori di Carpino. www.lazampogna.it CASA OLIMPIA È un luogo di spettacoli che proviene dall’esperienza olimpica di Torino: si chiama Casa Olimpia, ovvero “dove la cultura riscalda l’inverno”. Una rassegna che parla di cinema, libri, incontri, performance e musica, con base a Sestriere ed escursioni a Bardonecchia e Pragelato. In attesa dei nuovi eventi in calendario per le prossime settimane, la prima fase della programmazione invernale si chiude con le musiche dal mondo: lunedì 5 gennaio la serata Jouer sans frontières ospita Mattero Negrin Trio, mentre martedì 6 sarà sul palco Patrizia Laquidara. www.casa-olimpia.it YOUSSOU N’DOUR MOVIE Retour à Gorée è il documentario in cui Pierre-Yves Borgeaud racconta un’avventura musicale: il protagonista è Youssou N’Dour che, insieme al pianista Moncef Genoud, realizza un viaggio artistico e poetico che ha come obiettivo finale l’esibizione di una grande orchestra jazz sull’isola di Gorée, di fronte a Dakar [Senegal], luogo da cui partivano le navi cariche di schiavi dirette verso l’America. EINAUDI - SISSOKO Dall’incontro musicale avvenuto nel deserto, era scaturito nel 2005 “Diario Mali”, un disco in cui la tecnica di Ludovico Einaudi temperava l’estro della kora suonata dal virtuoso Ballaké Sissoko. Ora i due artisti tornano ad esibirsi insieme, scegliendo Roma per questo concerto di cui sottolineiamo le coordinate: giovedì 29 gennaio, ore 21.00, Teatro Olimpico, biglietti su vivaticket.it. www.ponderosa.it BEPPE GAMBETTA S’intitola “Rendez-Vous” il nuovo disco di Beppe Gambetta, chitarrista virtuoso dalla carriera ventennale. Partito da Genova ma propenso al vagabondaggio artistico, Gambetta presenta un lavoro che viaggia tra la tecnica del benjo e i colori della tarantella, dalle espressioni irlandesi al fascino americano. Un viaggio da affrontare in compagnia di una voce e di una chitarra. CROSSROADS Festeggia dieci anni di attività Crossroads, festival itinerante dell’Emilia Romagna. Si svolgerà dal 25 febbraio al 23 maggio, ospitando circa 40 concerti. Inaugura il quintetto guidato da Di Battista, Bosso e Marcotulli con l’omaggio a De André www.crossroads-italia.org NOTIZIARIO My mondo mix Tra facebook e myspace, per i sostenitori della world music, c’è My mondo mix. Una comunità virtuale, sempre in questo ambito siamo, che però si differenzia dalle altre reti sociali per la filosofia: si interessa alle azioni dei membri della comunità e non alla loro persona. Ognuno si può scrivere, dagli artisti agli organizzatori, dai manager agli appassionati, dai discografici ai fanatici, per condividere progetti, idee, comunicare e valorizzare progetti del futuro. Avete un progetto da realizzare che vi sta a cuore? Potrete incontrare, tramite My mondo mix, un altro membro della rete, vicino o lontano che condivide le vostre idee, i vostri gusti e che potrebbe aiutarvi a realizzarlo. Avrete la possibilità di contattare tutti i membri di My mondo mix, creare delle relazioni importanti malgrado le distanze geografiche, socio-culturali che vi dividono e rendere più efficaci le vostre azioni. http://mymondomix.com Abbonati a e scegli uno fra i seguenti omaggi tra le seguenti guide Rough Guide che ti saranno spedite direttamente a casa ! q NYC q Parigi q Londra q Viaggiare al minimo q Sopravvivenza in viaggio q ABC del Viaggio Nome........................................................................................................................... Cognome................................................................................................................... Società........................................................................................................................ Via ................................................................................................................................ CAP............................ Città. ................................ Provincia................................... Email ........................................................................................................................... Come hai scoperto Mondomix?...................................................................... ritaglia e spedisci per posta a Mondomix Via di Porta Fabbrica, 25 - 00165 - Roma o manda una mail a [email protected] Abbonamento a 6 numeri del giornale 25,00 € [solo in Italia] Pagamento tramite bonifico bancario sul c/c: Associazione Culturale FM2 IBAN: IT21 R030 3246 7700 1000 0001 414 BIC BACRIT21122 - mondomix.com EUROPA Zen norvegese Arve Henriksen all’esordio per Ecm quello proposta dalla connazionale Sidsel Endre- Antonio Blasi sen. Ingurgita tutto ciò, creando un timbro parti- Arve Henriksen©Johanna Diehl/Ecm Records Ecco linfa vitale per le nuove genera- colare alla tromba e un’estetica vibrante e perso- zioni della laptop music, con le quali nale, ben condensata in questo nuovo lavoro. “Lo Arve Henriksen condivide l’attenzione considero il seguito di ‘Chiaroscuro’ [Rune Gram- ai particolari, la capacità di sensibiliz- mofon, 2004], in cui però innesto diverse novità: zare gli ascoltatori, un orientamento anzitutto il numero di musicisti coinvolti è certa- non-lineare che oscilla fra moduli mente maggiore; ci sono delle parti vocali recitate delicati e scarni. Trombettista e che si accostano alle parti strumentali; confesso compositore norvegese classe che ho iniziato a lavorarci nel 2005, dunque ho 1968, cresciuto nel conserva- avuto molto tempo per calibrare le parti dedicate torio di Trondheim, si dimostra alla tromba”. ben presto attento alle possibili Tra i numerosi ospiti ce n’è uno in particolare connessioni della musica acusti- che merita menzione: David Sylvian. “Jan Bang ca con quella elettronica, studian- ed Erik Honoré avevano lavorato su materiale di do e apprendendo gli insegnamenti Sylvian nell’ambito di una produzione organizzata del maestro Arne Nordheim. Dopo per il Punkt Festival ed avevano inviato il tutto a tre dischi incisi per Rune Grammofon Sylvian, così lui mi aveva ascoltato e mi chiamò e una carriera sfavillante come mem- per coinvolgermi nelle registrazioni di ‘Snow Bor- bro fondatore dei Supersilent giunge ne Sorrow’ [N.d.r. pubblicato a nome dei Nine a delineare, assieme al compagno Jan Horses con Steve Jansen e Burnt Friedman al Bang, il primo disco a proprio nome per quale partecipò anche Ryuichi Sakamoto]. Così Ecm, “Cartography”. “In realtà lavoro ho pensato di coinvolgerlo nel mio progetto e ci con loro dal 1997, prima con Christian siamo incontrati lo scorso anno ad Oslo”. Wallumrød e poi con Jon Balke, Arild An- Arve ha mosso i primi passi nei primi anni novan- dersen ed altri artisti, ma ho sempre pen- ta quando fondò i Veslefrekk, un trio formato da sato di voler fare qualcosa da leader”. Ståle Storløkken alle tastiere e Jarle Vespestad Della sua estetica colpisce da subito la alla batteria e dedito all’avant garde. Proprio il trio forte attrazione nei confronti di compositori rappresenta il nucleo del fondamentale combo colti o contemporanei più disparati; l’in- dei Supersilent del quale fa parte anche il mu- fatuazione per l’arctic beat e alcune sicista elettronico Helge Sten aka Deathprod. seduzioni etniche: scopre presto Permutazioni, slabbrature, liquidi sgocciolamenti il düdük armeno, i flauti indiani, dalle strutture fluttuanti, con i Supersilent è tutta la prassi esecutiva di Bali e un’altra musica. Apparentemente, perché tutto della Mongolia, un flauto di rappresenta il pluralismo invidiabile di Henriksen, bamboo giapponese, chia- un prisma che va dal canto jazz alle derive folk mato shakuhachi e spes- della Norvegia e ancora ad una sorta di trillo gut- so suonato in solo nella turale Zen inteso come struttura multipla su cui tradizione Zen per la sua improvvisare. “Sono convinto che la musica viva forza espressiva minima- di connessioni e misture, non vada considerata lista e meditativa, e a comparti stagni. Io ho sempre tratto ispirazio- rimane affascinato da ne da Jon Hassell, Brian Eno e lo stesso Sylvian, una sorta di scat post quanto dai musicisti con cui suono, anche per post-industriale, tipo quest’ultimo disco è così”. DA ASCOLTARE “Cartography” [Ecm/Ducale] SITO arvehenriksen.no america mondomix.it - La bossanova secondo Faraco Vittorio Pio Sono canzoni nate in maniera semplice, con un mood preciso che mi accompagnava già da “Invento”, il disco precedente, che per me ha rap- Marcio Faraco è uno dei più interessanti esponenti della nuova inesauribile presentato un nuovo modo di approcciare le cose. generazione di musicisti brasiliani. Colto e sensibile, vanta una collabora- Come si trova a Parigi e che influenza ha avuto nel calibrare il suo zione importante con Chico Buarque che per lui si è prodigato in lodi sin- stile? cere. Classe 1963, originario di Porto Alegre, Faraco si è confrontato con Oltre ad essere una splendida città, Parigi si trova ad essere ben lontana altre realtà viaggiando parecchio salvo fissare la sua residenza in Francia, dal Brasile, è come se ammirassi un quadro dall’altra parte della stanza. dove passa gran parte dell’anno, un posto ideale secondo le sue stesse Qui posso pensare meglio perché ho il tempo per farlo, inoltre non sono parole per trovare ispirazione e tranquillità. è stato proprio al New Morning, influenzato dai generi che si susseguono in maniera vorticosa. Un giorno uno dei club parigini più in voga, che ha presentato le canzoni di “Um Rio”, si parla di bossa, un altro di samba, un altro ancora di rap. A Rio non c’è il sesto capitolo di una carriera sviluppata portando il dovuto rispetto nei quasi mai silenzio, però ovviamente è una parte di me a cui tengo. Qui mi confronti della grande tradizione del suo paese a cui però ha abbinato concentro, laggiù è tutto molto più intenso. elementi diversi come la pedal steel guitar, il clarinetto e un utilizzo molto Cosa ricorda della sua infanzia, delle prime cose che ha sentito, so- particolare delle percussioni. Di questo suo momento parla in esclusiva a pratutto nell’effetto che poi hanno avuto su di lei? Mondomix: Difficile spiegare per chi non è nato in Brasile che cosa significhi realmente In questo disco sembra aprirsi ancora di la musica. Da noi è veramente un elemento inscindibile rispetto al quotidia- più verso la bossa nova, uno stile no. Non ho ricordi precisi, perché l’ho sempre vissuta come una colonna con cui bisogna sempre fare i sonora costante, però ci sono stati due momenti davvero topici: quando conti… ho sentito suonare mio padre la chitarra, come pensavo mai nessuno sa- La bossa nova potrebbe para- rebbe riuscito a fare e poi quando sono arrivato a Rio per ascoltare Joao gonarsi a una samba non così Gilberto. è stata un’emozione fortissima, è come se qualcuno mi avesse festosa, ma di appartamento. messo un timbro sul passaporto sottolineando che da quel momento avrei C’è sempre sentimento potuto considerarmi “realmente” un brasiliano. ed energia ma è E della scena attuale cosa pensa? tutto più con- Come sempre ci sono molti stimoli, l’avvento di internet ha poi ulte- trollato. riormente mischiato carte e tendenze, ma guardando la situazione da vicino il quadro non è di certo incoraggiante, perché nonostante tutto la comunità dei musicisti non è affatto tutelata. Molti di loro vivono in miseria, non c’è considerazione, opportunità, quasi diritti. Ma la musica va oltre e purtroppo quando uno decide di intraprendere questa strada sa pure che è inutile lamentarsi perché è sempre stato così. In questo disco è presente un figlio d’arte di vaglia come Philippe Baden Powell, con chi le piacerebbe collaborare potendo esprimere un desiderio? Vorrei tanto produrre un album con Milton Nascimento, con il quale mi è già capitato di suonare. Se posso azzardare allora scelgo di fare qualcosa con Paul Simon, uno dei miei miti, anche se ammiro molto Jorge Drexler, un chitarrista uruguagio fantastico. DA ASCOLTARE “Um Rio” [Le chant du monde/Egea] SITO marciofaraco.com - mondomix.it africa Il figlio del Sudan Musica etnica e hip hop, strumenti tradizionali e rap: Emmanuel Jal è un sopravvissuto, passato in pochi anni dall’AK-47 a un microfono, dalla guerra a un palco. arriva il primo singolo che finisce in radio in Inghilterra, nel 2005 ecco l’album d’esordio, “Ceasefire” [candidato ai BBC Music Awards del 2006]. Oggi ecco il secondo album, “War child”, che lo ha portato lo scorso giugno a Hyde Park, a Londra, sul palco dei festeggiamenti del novantesimo compleanno di Nelson Mandela. Una storia, quella di Jal, ai confini della realtà, un incubo che diventa sogno in maniera talmente clamorosa che l’anno scorso è anche diventato un documentario, di C. Karim Chrobog, presentato al Fe- Andrea Morandi stival di Berlino e al Tribeca di New York. Nel frattempo la Sembra la sceneggiatura di un film, magari anche da Oscar, ma non lo è: nato nel 1980 a Tonj, Stato musica di Jal è finita addirittura in un episodio di E.R. - Medici in del Warab, in Sudan, Emmanuel Jal aveva solo sette anni prima linea e ha portato Peter Ga- quando si ritrovò con un’arma in mano nell’Esercito Suda- briel ad affermare: “Emmanuel Jal? nese di Liberazione Popolare. La madre era appena stata Credo abbia il potenziale per diven- uccisa, il padre al fronte. Da quel momento in poi, per tare il nuovo Bob Marley”. E lui di oltre cinque anni, ogni giorno poteva essere l’ultimo, rimando: “Peter è un grande uomo, ma la vita a volte sorprende perfino i suoi protagonisti è come un padre, lui e molti altri e così, dopo un incontro casuale con una volontaria hanno cambiato la mia prospettiva. inglese, Emma McCune, Jal viene adottato e portato Bob Geldof no: dovevo cantare in Kenya dove inizia un’esistenza normale. Qualche al Live8 nel 2005 ma lui mi disse che mese dopo la McCune muore a soli ventinove anni in non avevo venduto abbastanza dischi un incidente [“è stato il suo amore per me a cam- e che se andavo sul palco io i cinesi biare tutto”] e Jal decide di dedicarsi alla musica: avrebbero spento la Tv. Non l’ho mai inizia a rappare, a mescolare i canti tribali con le capita questa cosa”. ritmiche dell’hip hop, cercando di raccontare la sua esperienza. “Ho capito che la musica è l’unica cosa che può entrarti nella testa e nel cuore con tanta potenza - ammette lui - ho capito che il suo potere è infinito e mi ci sono dedicato anima e corpo. A volte mi fermo e mi chiedo perché mi è successo tutto questo. Adesso una risposta ce l’ho: per raccontarlo”. Afro beat, rap etnico, hip hop e molto altro, come se Khalil Farah o Ibrahim el- Kashif avvessero incontrato Eminem, tre lingue unite assieme [inglese, arabo e nuer, l’idioma della tribù di Jal] con il retaggio sudanese contaminato alla modernità sonora: nel 2004 DA ASCOLTARE “Warchild” [Sonic360/Audioglobe] SITO emmanueljal.org DA LEGGERE Deborah Scroggins “La guerra di Emma” Alet 2006 EUROPA mondomix.com - La navigazione circolare di Mario Brunello “Odusia” è un’avventura, un viaggio seducente tra i lidi del Mediterraneo, dove il suono del violoncello incontra i ritmi popolari Alessio Biancucci C’era bisogno di arricchire la gamma dei colori del violoncello con le sfumature relative a territori musicali altri. E il risultato è un disco so- A Palermo c’è un enciclopedia di storie, culture, luci, rumori e voci che speso tra introspezione e gioia di vivere, in cui l’efficacia delle partiture si chiama Kalsa. È il quartiere in cui si percepiscono i diversi umori del si coniuga con la luminosità dell’esecuzione. Mediterraneo. Soltanto da un luogo come questo, dove la storia rincorre Brunello chiarisce così l’alchimia tra la sua attitudine classica e le deri- la leggenda, poteva partire l’itinerario di Mario Brunello: “Odusia” è la tra- vazioni etniche: “La musica cosiddetta classica ha la stessa provenien- duzione latina di Odissea ed è anche il titolo di un disco in cui il versatile za delle world music perché si muove continuamente alla ricerca delle violoncellista intraprende una nuova avventura musicale, accompagnato proprie radici”. E in questo caso la ricerca parte proprio da Palermo e dall’Orchestra d’archi italiana. Si salpa con Spasimo, una composizione dalla “sua distruzione nobilissima”. Le felice definizione del capoluogo in cinque parti di Giovanni Sollima che rimane la rotta principale su cui si siculo è il corollario di un interesse che Brunello coltiva durante i suoi specchiano altri brani provenienti dal mare nostrum della musica. El Mole continui viaggi: il fascino per i mercati, momenti d’incontro tra esperien- Rakhamin è un canto tradizionale ebraico con la voce estatica di Moni ze e suoni diversi. E non è un caso se in questo disco emergono realtà Ovadia, con la fisarmonica e le percussioni ad inseguire la fierezza del tradizionalmente mercantili: le bancarelle di Palermo, la propensione violoncello. Mole Rakhamin è un’improvvisazione per dijembe e violoncello ebraica, i bazar di Istanbul, i commerci balcanici. che è di per sé un episodio epico, probabilmente benedetto dagli dèi: la Del resto le occasioni di scambio e confronto sono uno stimolo per ripresa è stata infatti realizzata nel deserto del Sahara con una semplice Mario Brunello, basti pensare alla sua vocazione per le collaborazioni telecamera digitale da cui è stata poi acquisita la traccia audio; e qui non sempre nuove e le sfide anche rischiose., da Margherita Hack a Uri c’entra la mitologia perché è tutto documentato da un video inserito nel Cane, da Capossela alla world music: “La curiosità è il primo motivo cd. Nana è invece una ninna nanna iberica drappeggiata dalle corde del- per accettare queste collaborazioni; la flessibilità artistica aiuta, ma l’arpa. Evidente poi la matrice turca di 11’Li per violoncello e percussioni, anche quando non si conoscono certi mondi, l’importante è fidarsi mentre la tappa balcanica s’intitola Vez, una composizione contempora- della qualità”. nea firmata dalla giovane serba Ana Sokolovic. E chi vuol solleticare la propria curiosità con le sirene della qualità artistica, In questa navigazione circolare Brunello dice di sentirsi come Ulisse, ma deve soltanto imbarcarsi per questa audace e avvincente Odissea. senza la necessità di tornare ad una qualche Itaca; e anche il suo violoncello, se mai dovesse essere un personaggio dell’Odissea, sarebbe il protagonista perché è lo strumento più duttile tra quelli classici, lo strumento che più si adegua agli incontri imprevedibili. “Ho cercato di avvicinare la qualità e l’immissione del suono - spiega il musicista veneto - agli strumenti della tradizione popolare: a un certo punto ho provato ad imitare il duduk armeno oppure a riprodurre il suono molto teso della tradizione ebraica”. DA ASCOLTARE ”Odusia” [Egea] ALCUNE DATE 21/1 - EDINBURGO, Scottish National Orchestra - R. Abbado 22/1 - GLASGOW, Scottish National Orchestra - R. Abbado 1/2 - CESENA, Orchestra d’Archi Italiana 12/2 - FOGGIA, Recital con Andrea Lucchesini 16/2 - CATANIA, Recital con Andrea Lucchesini “Un itinerario per esplorare i luoghi, le novità e la rinascita del tango porteno” Dal libro “Sombras de Tango” enrico carpegna© Alberto Perdisa editore 10 - mondomix.it america Quattro passi a Buenos Aires Marta Amico menti originali. Nelle note del genere che la rende famosa nel mondo, Buenos Aires sembra oggi cercare una sua identità artistica con ener- Scoprendo Buenos Aires è inevitabile prima o poi imbattersi nell’eco di gia e determinazione. Una dimensione ricca di creatività, degna di una uno dei tanti motivi di cui la città è protagonista, le cui note aleggiano città dinamica che reagisce con grinta ai postumi dell’ultimo tremendo per le strade alberate o fuoriescono dai caffè. Camminando per la zona crollo economico nel 2001, le cui conseguenze ancora segnano il vol- di Abasto, tappezzata di profili di Carlos Gardel che qui visse a lungo, to degli abitanti. Tra i molti interpreti meritano un ascolto, nelle varie o per le strade affollate del barrio più in voga, Palermo, o ancora per formazioni di cui fanno parte, Nicolas Ledesma, Ramiro Gallo, Ne- San Telmo, zeppo di locali in cui si suona dal vivo, si penetra in un stor Marconi, Horacio Molina. Numerose anche le orchestre giovani concentrato di atmosfere e immagini che trasudano un passato ormai che rinnovano la formazione tradizionale tanghera, l’Orquesta Tipica, in semi-mitico in cui nacque il genere indissolubilmente legato alla città: chiave contemporanea. Tra queste l’ottima Orquesta El Arranque, che il tango. Si dice che il bandoneón, strumento di origine tedesca, sia si ispira allo stile di Pugliese; Astillero Tango, che vanta un repertorio arrivato in Argentina su una nave, come la maggior parte della popola- di composizioni originali accompagnate da sperimentazioni video; la zione di Buenos Aires. Migranti da ogni angolo d’Europa e in gran nu- Fernandez Fierro, sorta di rock-band tanghera che si esibisce in uno mero dall’Italia, come testimoniano i cognomi di molti grandi musicisti show scatenato e psichedelico il mercoledì notte in un locale auto- che fecero la storia del genere: Pugliese, De Caro, Di Sarli, Piazzolla. gestito. Non mancano anche i progetti educativi di alto livello, come Ascoltare il tango, conoscerne le epoche, gli stili, gli autori, è una porta l’Orquesta Escuela de Tango Emilio Balcarce, dove l’apprendimento per entrare nel cuore della città e per conoscere la sua storia. è al centro di un percorso formativo completo e intergenerazionale, Oggi Buenos Aires continua a palpitare a ritmo di musica. Numerosissi- che vede affiancarsi sul palco giovani musicisti e grandi maestri. An- me sono le milongas, reminiscenze di un genere che nacque esclusiva- che le istituzioni sono parte attiva in questo processo di valorizzazione. mente per accompagnare il ballo. Vecchie registrazioni che conservano La città di Buenos Aires, unitamente a Montevideo, ha recentemente il fruscio e la poetica di epoche passate accompagnano le danze fino a presentato una candidatura presso l’UNESCO per dichiarare il tango tarda notte. Ce n’è per tutti i gusti, dalle sale di barrio nelle quali basta patrimonio culturale dell’umanità. una sola occhiata per invitare al ballo, a quelle più giovani e alla moda, Insomma, una seconda gioventù, quella che si respira aggirandosi nei prime tra tutte La Viruta e La Catedral. Poi, la musica esclusivamen- meandri del tango porteño. Un tango oramai lontano dalle sue origi- te da ascoltare. Un’infinità di formazioni e di personalità artistiche di ni miserabili, icona della volontà di riscatto di una città pulsante, che rilievo, che declinano il tango secondo diverse espressioni e sapori, rielabora con gusto e vivacità il frutto della sua identità meticcia. Ma lanciandosi in ardite rivisitazioni dei classici e producendosi in arrangia- fermarsi qui sarebbe come trascurare un’altra dimensione importante della movida cittadina. Molti tangheri di vecchia data dicono che è soprattutto grazie all’interesse europeo che negli ultimi anni si è innescata la rinascita locale. Ora che la città si è resa conto del potenziale del suo patrimonio culturale, l’intenzione è quella di venderlo a caro prezzo. Il turismo tanghero a Buenos Aires è un esercizio in piena salute, alimentato dal mito di una città che balla sui tacchi a spillo e da precise politiche istituzionali volte al consolidamento dell’industria culturale porteña. I gruppi e i locali per turisti si moltiplicano soprattutto nel centro, zeppo di annunci sberluccicanti di spettacoli dal sapore fasullo, offerti allo straniero di passaggio come versioni patinate e stereotipate della musica e del mito che si aggirano intorno al “dos por cuatro”. Ma attenti, nonostante queste immagini a senso unico, il tango non è che uno dei mille volti di una città tanto più ricca perché incrocio di tanti percorsi, casa di tante culture. Qui troveranno pane per i loro denti gli amanti del rock, della cumbia, del jazz. E per lanciarsi alla scoperta di altre dimensioni di Buenos Aires basta recarsi ad una delle numerose “peñas”, sorta di balere rustiche e molto frequentate, dove gustando “empanadas de carne” e ottimi vini rossi locali, si ballano i ritmi del folklore della provincia argentina. Per farsi un’idea, da ascoltare è sicuramente il duo formato dai fratelli Rudi e Nini Flores, che interpretano in maniera magistrale il “chamame”, ritmo provenente dalla provincia di Corrientes, nel Nord-est del paese. Anche qui molti sono gli artisti che non si limitano a ripetere il repertorio classico, ma che inseriscono senza timore il folklore in un bagaglio musicale contemporaneo e popolare. Aca Seca e Orozco y Barrientos provenenti dalla provincia argentina, mescolano sapientemente i sapori del folklore con ritmi e influenze metropolitane, elaborando un melange pressoché sconosciuto al pubblico europeo, espressione di un tessuto musicale urbano moderno e attivo, che tuttavia non rinnega le sue origini di “campo”. Insomma, ogni esperto viaggiatore sa che le mete migliori sono quelle di cui non si sospettava l’esistenza, quelle che si incontrano durante il cammino. è dunque compito di colui che si reca nella metropoli quello di scavare sotto il pacchetto gentilmente offerto al turista e di intraprendere, questa volta sì, un vero viaggio di scoperta, lanciandosi nell’esplorazione delle ricche polifonie del tessuto musicale porteño. SELEZIONE CD Tango Astillero Tango, “Sin descanso en Bratislava”, 2008, De Puerto Producciones Ramiro Gallo Quinteto, “Espejada”, 2006, EPSA Music Orquesta Escuela de Tango Emilio Balcarce, “Bien Compadre”, 2004, EPSA Music Horacio Molina, “A Pedido”, 2005, Acqua Records Folklore Orozco y Barrientos, “Pulpa”, 2008, Surco Records Aca Seca, “Avenido”, 2006, Imaginary South Maria y Cosecha, “Esencia”, 2006, UMI Juan Quintero y Luna Monti, “Lila”, 2006 Il giro dei mondi con ROUGH GUIDE Dalla celebrata guida per viaggiatori un estratto unico per i lettori di Mondomix e lo speciale musica dell’omonima collana roughguides.it • worldmusic.net argentina Cile, Bolivia, Uruguay, Paraguay Dove andare L’Argentina vanta molte delle meraviglie naturali del mondo, tra cui le maestose cascate dell’Iguazù [condivise con il Brasile], lo spettacolare ghiacciaio Perito Moreno, dalle cui pareti a strapiombo si staccano iceberg enormi che precipitano nel lago sottostante, e le affascinanti colonie di balene al largo della peninsula Valdés. Molto probabilmente il vostro punto d’accesso al paese sarà Buenos Aires, città al cui fascino è quasi impossibile resistere. Mecca gastronomica e nodo dei trasporti dell’intero paese, vanta anche una frenetica vita notturna che la rende attiva 24 ore su 24. Quando andare La primavera argentina, che va all’incirca da settembre a novembre, è il periodo ideale praticamente ovunque, eccetto in alcune zone meridionali dove potrebbero soffiare dei venti glaciali, mentre l’autunno [marzo e aprile] è splendido per la vendemmia Tango Think Global nelle province di Mendoza e San Juan e per le sfumature rosse e arancione di cui si colorano i faggi a sud. Si raccomanda di evitare le zone meridionali nei mesi più freddi [da aprile a ottobre], e il Chaco e alcune zone paludose nordoccidentale nel cuore dell’estate [da dicembre a febbraio]. La stagione estiva è l’unica in cui è possibile scalare le vette andine e visitare la Tierra del Fuego con una certa tranquillità. Buenos Aires può diventare insopportabilmente calda e umida in piena estate e rigida nei mesi centrali dell’inverno. Cercate di visitare le località sciistiche in luglio e agosto. Something else Due facce diverse dell’Argentina, fisarmonica uno, bandoneon l’altro. Chango Spasiuk pubblicherà a febbraio “Pinandì-Los descalzos” [World village/Egea] un disco in cui convivono l’anima tangera e lo spirito cosmopolita. Quindici brani che si rincorrono, come a smascherare i mille volti delle tradizioni argentine. Lisandro Adrover, poi, splendido interprete della tradizione. Il suo “Meet the metropolitan orchestra” [Saphrane/ Fel- AAVV may] illumina l’essenza più profonda del tango, virtuosismo e passione a servizio della musica. Per comprendere a fondo il tango è bene andare in visita a Buenos Aires. Certo, non è proprio dietro l’angolo, allora si può iniziare a mettere su questo dischetto. Prodotto in collaborazione con Oxfam [confederazione di 13 organizzazioni non governative], le vendite gonfiano le casse del coordinamento nato a scopi benefici. All’interno ce ne sono di tutti i colori, certo niente rispetto al mare magnum della produzione sul tango. Tutto sommato un ottimo ascolto. Inizia con il cantore Melingo, già espressamente ammirato sul primo numero di Mondomix, in un brano crepuscolare, immaginifico. Si continua poi con repertorio tradizionale reso attuale da interpretazioni avventiristiche, che presentano materiale assai moderno. Tipo Oblivion di Astor Piazzola interpretato da Beatriz Suárez Paz. Tres Son Multitud di Carlos Libedinsky è tra i capitoli più curiosi: ottima prova di tango ed elettronica. EUROPA mondomix.it - 13 Bregovic Riveli! Santé! Cheers! Saúde! Salute! Nel giugno scorso Goran Bregovic è caduto da un ciliegio. Questo incidente avrebbe potuto costargli la vita. Oggi, di nuovo in forze, presenta due dischi “Alkohol” e “Champagne”. Non beve praticamente mai, solo quando è in scena, perché è un obbligo. VIENe da una cultura in cui la musica si accompagna sempre al bere. 14 - mondomix.it EUROPA testo di Benjamin MiNiMuM secoli. Mi piace l’idea che si possa bere con la mia musica. traduzione dal francese Olivia Tanini Quali sono i temi affrontati in queste canzoni? Sono canzoni d’amore. Vengono in parte dal mio vecchio periodo Nel giugno scorso Goran Bregovic è caduto da un ciliegio. Questo rock’n’roll come Back seat my car. Yeremia, quella che apre, proviene incidente avrebbe potuto costargli la vita. Oggi, di nuovo in forze, pre- dalla Prima Guerra mondiale e dalla guerra dei Balcani [1912-13]. È senta due dischi: il primo, “Alkohol”, registrato con la Wedding and un canto conviviale molto famoso da noi e parla di un artigliere. funeral band al festival serbo di Guca nel 2007. Il secondo, “Cham- In Europa è sempre più diffuso l’interesse per la musica Balcani- pagne”, che sarà pubblicato più in là, è un concerto per violini e due ca: lei come vive questa situazione? orchestre, sempre registrato in scena a Milano e Torino. L’incontro È bello vedere questa interazione tra dj e la nostra musica. Prima con un bevitore strutturato. erano i dj che prendevano il nostro materiale per utilizzarlo, adesso si Durante il processo di creazione musicale, l’ebbrezza è un mez- osserva il processo inverso. I gitani utilizzano il modo di pensare del zo o un fine? dj: avere una padronanza assoluta del ritmo, delle frasi… Il circuito si L’alcol è una storia di famiglia. Mio padre era colonnello e, come molti muove! Per la prima volta abbiamo regalato una canzone – Gas, gas, militari, beveva troppo. Mia madre lo lasciò per questo motivo. Io non gas – a un dj. È Shantel, che apprezzo da molto tempo. Utilizzava le bevo praticamente mai, solo quando sono in scena, perché è un ob- mie canzoni nei suoi dischi ma non gli avevamo mai dato l’autorizza- bligo. Vengo da una cultura in cui la musica si accompagna sempre zione di intervenire sulla musica. Trovo il risultato molto riuscito. al bere. Da noi non ci sono la musica classica o l’opera. Da sempre La moda della musica gitana permette alla comunità di essere consideriamo la musica fatta per bere. L’alcol forte è presente presso meglio considerata nel quotidiano? gli slavi, dalla vodka russa alla sljivovica dei Balcani: è una tradizione. Si No, sono stati sempre considerati formidabili musicisti, ma da sempre può capire la differenza tra culture osservando cosa bevono le perso- è così…. Sono stati uccisi prima degli ebrei! Ma ho come l’impressio- ne. Per i francesi è la cultura del vino, mentre presso gli Slavi è la cultura ne che in Europa si stia infine riconoscendo ciò che la cultura gitana dell’alcol forte e fatto in casa. La percentuale di metanolo è incontrol- ha apportato. Perché è difficile trovare un compositore serio che non labile perché l’alcol è distillato in casa. Presso di noi è quasi genetico, i sia stato influenzato o impressionato dalla musica gitana. Nell’Europa nostri corpi sono modificati da questa distillazione artigianale praticata dell’est tutti sono poveri, i gitani lo sono solo un po’ di più. È diver- da secoli. La cultura sudamericana si serve di altro: utilizza la droga e tente che l’unica musica che viene dall’est sia la musica gitana. Ci questo rivela un temperamento completamente diverso. siamo io e qualche orchestra gitana a uscire da là. Come un rivincita, Presenta questo disco contemporaneamente a un altro progetto una giustizia. intitolato Champagne. Tutto è nato per commissione dell’European Concert Hall Organisation [ECHO]. Ho proposto un concerto per violini e due orchestre diverse: una di New York e la mia. Per dare vita a un dialogo. Il dialogo tra culture parallele si allaccia più facilmente in musica, perché la musica è il primo linguaggio. Scientificamente è il primo modo di parlare tra esseri umani di cose che ci fanno paura [aggiunge alzando gli occhi verso il cielo]. In seguito ho migliorato il progetto decidendo di aggiungere “Alkohol” nella seconda parte: mi piace l’idea di offrire questa musica per diversi alcolici. Non si beve sljivovica o champagne nelle stesse occasioni. Le atmosfere non sono le stesse e i due stati di ebbrezza sono molto diversi. Presso di noi il matrimonio e il funerale sono socialmente i due momenti più importanti. Di conseguenza le musiche di questi eventi sono cruciali e voglio lasciare nella scia di questa tradizione una musica che si potrà ancora ascoltare nei prossimi EUROPA mondomix.it - 15 Il suo album inizia con la canzone di un artigliere e termina con Goran Bregovic Kalashnikov. Quale legame intercorre tra l’alcol e le armi? Alkohol [Mercuri/Universal] È un legame permanente presso di noi. All’epoca dell’ultima guerra, Diversamente dalle nostre abitudini durante i avevo un zio che non abbiamo ritrovato per quattro anni a Sarajevo [è pasti gli slavi bevono alcolici forti prima degli al- della parte serba della mia famiglia]. Quando l’abbiamo infine scovato colici leggeri. Aspettando l’album “Champagne”, era sempre professore di ginnastica ma era diventato alcolista perché previsto per il marzo prossimo, Goran Bregovic aveva passato quattro anni in prima linea. Alla fine della guerra volevo ci serve subito questo “Alkohol” felicemente esplosivo. Senza essere vera- comprargli una casa o qualcosa di simile ma viveva in caserma con mente un album live, Sljivovic, nella versione originale, è stato in gran parte dei militari congedati e ha voluto rimanere con i compagni. È morto registrato il 10 agosto 2007 al famoso festival serbo Guca che ogni anno laggiù perché l’alcol era gratuito. celebra i migliori musicisti di bande dei Balcani. È costituito da brani che la L’immagine dell’esercito è rimasta come quella che c’era presso di brass band di Goran Bregovic conserva abitualmente per il proprio piacere. voi un secolo fa. Ci sono armi in ogni casa, nascoste, sotterrate, in at- Canzoni conviviali di artiglieri, successi del periodo rock star di Bregovic, tesa della prossima guerra. All’epoca della Seconda Guerra mondiale riproposti dagli ottoni e le voci bulgare, costituiscono l’abituale repertorio di tutti erano armati fin dall’inizio perché avevano nascosto le armi della riscaldamento della band. Prima Guerra mondiale. Siamo alla frontiera tra ortodossi, cattolici e Anche se la presenza del pubblico si rivela solo nelle strofe di Yeremia, musulmani, perciò abbiamo questa orribile storia. brano d’apertura, il piacere provato dal pubblico esperto nell’ascoltare il La sua bevanda alcolica preferita? concerto è chiaramente palpabile. Jack Daniel’s dopo la firma del contratto, è l’alcolico che devo bere in Il ritmo è sostenuto come un assalto etilico di cavalleria e l’ebbrezza che si scena. È come la sljivovica, si può libera è contagiosa. A metà percorso Goran raccoglie la sfida elettronica bere in shot senza ghiaccio, ma invitando per la prima volta un dj-produttore a manipolare la sua musica. Il non ha quel terribile odore tedesco Shantel, che doveva aspettare ciò da diverso tempo, si è scatenato di prugna. su Gas gas gas senza sconvolgerne l’equilibrio vagabondo. I brani si susseguono lasciando giusto il tempo ai danzatori di respirare un po’ e agli altri di servirsi di nuovo un bicchiere. Si gode dai primi secondi fino all’assalto finale dell’irresistibile classico Kalashnikov, acquattato dietro ai minuti di silenzio che seguono l’ultimo brano annunciato. Con questo disco che trasmette l’atmosfera elettrizzata dei concerti più riusciti della sua gang, Bregovic firma il suo migliore album a oggi e segna un vantaggio, già vertiginoso, sulla produzione discografica del 2009. Benjamin MiNiMuM Gianmaria Testa voce e chitarra di Langa foto di Bertrand Desprez 16 - mondomix.it EUROPA Alessio Biancucci “Testa, ti va ben?” La Renza, dalla terrazza del suo bar, accoglie con le stesse parole i ritorni del musicista dirimpettaio. E allora a lui sembra di non essere mai partito. Nel borgo di Castiglione Falletto, la casa di Gianmaria Testa ammira le Langhe, dove il paesaggio non si accontenta di essere un incantevole panorama perché sa di rappresentare un’opera di vita collettiva. sco tratto da un concerto quanto mai ispirato, registrato lo scorso maggio “Qui fino agli anni sessanta - spiega il cantautore - c’erano sofferenza e all’Auditorium di Roma. C’è chi potrebbe azzardare qualche perplessità povertà, ma adesso questa terra inizia a restituire un po’ della fatica, del sulla dilagante formula live-più-inedito, ma la dignità artistica di Testa non sudore: anche gli anziani si prendono il tempo di meravigliarsi per la bellez- teme certe critiche: “In tutti questi anni abbiamo provato diverse volte a za della Langa, perché ora è una terra pettinata dal lavoro dell’uomo”. produrre un disco live, ma ritenevo inutili quelle registrazioni e non le ho mai Gianmaria [nome eccessivo per la sobrietà del personaggio] si riconosce licenziate; stavolta invece, in un cd realizzato semplicemente per archivio, completamente nelle radici di un territorio che, come lui, è aspro, sangui- c’è un’anima. A cui ho aggiunto l’inedito Come al cielo gli aeroplani perché gno, forte. Se gli chiedi che vino è la sua chitarra, non c’è esitazione: un è un pezzo di collegamento con il prossimo disco, un lavoro che parlerà Barbaresco, il suo preferito. Lui invece si sente più un Dolcetto perché del tempo e dell’uso che ne facciamo”. la sua musica non è mai sorprendente o innovativa, ma sa essere una Ma intanto le nuove composizioni sono lasciate lì ad affinare, come si con- garanzia di qualità. Come nel caso, paradigmatico, di “Solo - dal vivo”, il di- fà alla tradizione enologica piemontese. Per ora ci sono le suggestioni di questo nuovo live: voce e chitarra. Da solo, appunto, lavorando come al solito per sottrazione: “In questi anni di grande falsità e millantato credito - scandisce Testa - propongo una delle cose più vere e nude possibili”. Ed è facile per lui riconoscere le qualità di un buon concerto: “Il metro di valutazione sono io stesso: mi emoziono cantando e quando le emozioni che hanno generato le canzoni tornano palpabili, allora questo elemento passa anche tra il pubblico”. Testa non si esibisce mai, lui semplicemente fa i suoi concerti: ammette che la canzone, a differenza della poesia, è figlia dell’interpretazione, ma ha anche l’impressione che nelle parole ci siano una melodia ed un ritmo, sufficienti a modulare toni e vibrazioni. “È poi vero - e ci tiene a precisarlo - che l’interpretazione ha a che vedere con l’invecchiamento, con la presa di coscienza di sé”. Ed è qui che si palesa l’assonanza con l’austera tradizione di Langa, dove i vignaioli [quelli veri] ripetono che le uve di nebbiolo devono avere il tempo di vivere, di invecchiare. Testa ammette poi che per lui è sempre più faticoso allontanarsi dalle sue colline ed è per questo che predilige il viaggio immaginario, quello che racconta continuamente, sotto diverse declinazioni, anche nei brani ripresi in questo “Solo – dal vivo”. Un disco che non ha bisogno di essere declamato, perché rivela se stesso e le sue pulsioni con estrema genuinità. Come una schietta passeggiata nell’armonia delle Langhe. DA ASCOLTARE ”Solo dal vivo” [Odd Times/Egea] SITO gianmariatesta.com AFRICA mondomix.it - 17 Alle origini di Cesária testo di Plinio Bonato traduzione di Paola Valpreda Rádio Barlavento, nella capoverdiana Mindelo, capitale culturale della regione di São Vicente, primi anni sessanta: questo è lo scenario che si presenta oggi in “Rádio Mindelo” [cd + libricino di 32 pagine], una Cesária Évora che non si era mai sentita, una raccolta delle sue primissime registrazioni. Dolce ieri come oggi, alla perenne ricerca della bellezza. Fraseggio e sicurezza, già allora. Qualche anno prima era stata scoperta da Gregorio Gonçalves, gran musicista lui, ne aveva colto da subito le potenzialità inesplorate, pare ne apprezzasse vigorosamente quei piedi scalzi che percorrono ancora oggi i palchi di mezzo mondo. Ricorda i momenti delle registrazioni? Può raccontare come si svolgeva la sua vita in quel periodo e ricorda se vi era fermento musicale? Sì, mi ricordo quando ho iniziato a cantare, ero molto piccola, avevo appena tre o quattro anni. Invece avrò avuto vent’anni quando fui invitata a cantare a Rádio Barlavento, il risultato sono le registrazioni di questo disco. Oggi la musica capoverdiana è famosa all’estero ed è molto amata, ma a quei tempi il successo nel mio paese era limitato, Nei primi anni sessanta oltre ad interessarsi alla morna, già la anche se devo dire che suonavo e registravo molto, c’era una fervida incuriosivano le musiche di altri paesi, come il Portogallo o il attività che rimaneva però più nell’oscurità. Ho avuto la percezione Brasile? dell’importanza della scena di allora e di quel che stava accadendo Sì, certo. Ho sempre amato la musica brasiliana, già durante la mia quando sono uscita dai confini del mio paese; le cose erano ben di- adolescenza ne arrivava molta a Capo Verde e cercavo di compren- verse per me, non c’è il minimo paragone con la situazione odierna. derla ed anche utilizzarla pian piano al fianco delle tradizioni del mio Qual era il suo rapporto con Gregorio Gonçalves ai tempi? paese. Ti Goy, come amavo chiamarlo, fin da quando avevo quindici anni era Che succederà ora, è in giro per una tournée? Quali paesi rag- una figura fondamentale per me e per la mia musica, è stato un sorta giungerà? di mentore. Ricordo ancora quando andavo a casa sua ad ascoltare La tournée è iniziata in Kazakistan, sono passata per il Portogallo e dischi, mi invitava e io ero lì con la copia delle sue canzoni in mano, poi tornata a Capo Verde. Presto sarò di nuovo all’estero. quasi in adorazione. Nei primi tempi mi aiutò molto. Oltre ad esibirsi dal vivo sta già lavorando ad un nuovo progetto Sono presenti anche brani di suo zio, noto musicista e autore discografico? di canzoni che usava lo pseudonimo di B. Leza: cosa la colpiva Sì, ho già cominciato a registrare alcune cose in Francia, l’album do- della sua musica? vrebbe essere pronto ed uscire nei prossimi mesi. Infatti era il cugino di mio padre, un musicista molto conosciuto dalle Cosa vorrebbe che il mondo intero apprezzasse di Capo Verde? nostre parti già allora. Ho sempre amato il suo modo di comporre Capo Verde è meravigliosa, per il clima, per la gente gradevole. Tutte musica e di scrivere i testi delle sue canzoni, per questo decidemmo le isole sono diverse tra loro, ed ognuna ha una particolarità che la di includere i suoi brani durante quelle sessioni. rende unica ed amabile. Naturalmente ci sono cose meno belle, c’è A risentire oggi questi brani cosa pensa della musica di allora? anche povertà, ma è un paese che andrebbe visitato, è ricco di cultu- È stato bello riscoprire quella musica perché è secondo me molto di- ra e di cose interessanti. versa da quel che propongo oggi, si è trasformata. È una conseguenza naturale delle cose, tutto era diverso allora, la società, le persone, tutto quanto. DA ASCOLTARE “Rádio Mindelo” [Microcosmo dischi/Ird] SITO cesaria-evora.com 18 - mondomix.it EUROPA Folgorati sulla via di Damasco MUNICIPALE BALCANICA, QUANDO LA PUGLIA INCONTRA L’EUROPA DELL’EST Plinio Bonato come la compattezza e la voglia di raccogliere e trasmettere energia. Questa è stata forse la nostra prima illuminazione sulla via di Damasco. Nel caso in cui vi chiedeste cosa potrebbe accadere se un gruppo di gio- Dalla Puglia alla tradizione dell’Est Europa. Come intrecciate le due vani pugliesi entrasse in contatto con la tradizione est europea, la risposta tradizioni? è: Municipale Balcanica, uno dei gruppi più interessanti che sta girando Essere pugliesi ci aiuta a vivere questo incontro. L’integrazione l’abbiamo per lo stivale. Ne abbiamo parlato con uno dei fondatori del gruppo, Nico vissuta con grande spontaneità nei nostri paesini. Abbiamo prima cono- Marziale. sciuto gli immigrati che si sono trasferiti in Puglia e tramite loro, la musica Come inizia la storia di MB? balcanica. Il primo punto d’incontro sono stati gli strumenti della nostra Quasi sei anni fa decidemmo di dar vita a questo progetto per avviare una banda tradizionale: con curiosità abbiamo sentito che sassofoni, clarinetti, profonda sintesi tra le sonorità tzigane, klezmer e yiddish dell’est Europa trombe e altri ottoni nei Balcani erano utilizzati in modi assolutamente dif- e quelle più radicate e calde della nostra terra d’origine, la Puglia. Dopo ferenti. Se da noi la melodia bandistica deve essere solida e precisa, là è una consistente attività live, nel 2005 uscì “Fòua”, che diventò subito co- tanto più apprezzata quanto più è fluttuante e instabile. nosciutissimo non solo in Italia ma anche e soprattutto all’estero grazie ad Non solo la musica tradizionale ma mille altri umori in questo lavoro, una recensione apparsa su Folk World, che valutò la nostra Hava Nagila qual è la formazione dei membri di MB? come “una delle migliori interpretazioni ascoltate tra le migliaia degli ultimi Il nocciolo della Municipale proviene dalla nostra tradizionale banda di trent’anni”. paese. Da quelle radici i nostri fiati non hanno mai voluto allontanarsi. A Successo che vi piacerebbe replicare in “Road to Damascus”… questo background così solido si è aggiunto l’amore per la world music e Nel nuovo lavoro confluiscono sia le esperienze fatte in questi anni che le il jazz, anche quello più radicale e sperimentale. Ai bandisti si aggiungono novità e le sperimentazioni del gruppo. Abbiamo unito la tradizione e la altri musicisti che provengono dalla musica popolare propriamente detta, spinta verso il nuovo; pur avendo legami forti con le nostre radici musicali e quella che ha ricercato e riscoperto filologicamente la musica della nostra con i suoni tradizionali dell’est non siamo mai stati un gruppo folkloristico, terra. E per finire, nella sezione ritmica, abbiamo chi proviene dal rock e in questo lavoro la nostra curiosità si nota. Si tratta di un esperimento di estremo e dal reggae. Il punto d’incontro tra esperienze così diverse è composizione collettiva, in tutti i brani c’è un po’ di ognuno di noi. stato proprio l’humus comune della cultura del paese. Un titolo emblematico. Quale la vostra illuminazione? State già lavorando su qualcosa di nuovo? Senza avere un progetto prestabilito abbiamo affrontato la nostra espe- Ma certo. Lavoriamo su differenti arrangiamenti dei pezzi storici di MB, su rienza musicale per quella che è: un’avventura in cui non bisogna crear- dei remix e soprattutto abbiamo già in cantiere alcuni pezzi per il prossimo si ostacoli, senza perdere per questo le caratteristiche della Municipale, disco che proveremo a suonare in anteprima la prossima estate. DA ASCOLTARE “Road to Damascus” [Felmay] SITO municipalebalcanica.com Il Freddy Mercury della Galizia A colloquio con Antonio Placer testo di Martina Neri foto di Andrea Boccalini Antonio Placer è galiziano e la sua anima si divide tra due mari: Atlantico e Mediterraneo. Di conseguenza, appartiene alle terre che da essi sono bagnate. Ha presentato in anteprima e uropea la sua nuova produzione allo European Jazz Expo di Cagliari nel novembre scorso: “Atlantiterraneo” [S’ardmusic] è un lavoro emozionante frutto di un consolidato scambio artistico, culturale e umano con l’isola sarda e con artisti provenienti da diversi paesi a testimoniare la natura universale della sua musica e del suo canto. In “Atlantiterraneo” si trovano suoni che arrivano dalle terre bagnate da questi due mari, lo ha scelto come titolo perché questa parola comprende in sé tutto il mondo? Le canzoni del disco sono frutto del mio amore con la Vita. All’interno del mio corpo ci sono le radici di un paese senza confini, cosmopolita, in cui vivono tutti quanti i miei antenati: galiziani, sefarditi, mori, cubani, genovesi e cantano, piangono, navigano, raccontano le loro storie e le mille sfaccettature delle loro contraddizioni. Io, come uno scriba attento, annoto tutto quello che dicono. Sono un artista, faccio canzoni che incarnano un folclore che è suono, verso, sale delle mie viscere. è per questo che il mio canto suona universale. Io sono un della vita entrino nel tuo cuore. Credo che l’unica forma di purezza atlantiterraneo gallego che vive ai piedi delle Alpi da trent’anni. La sia il meticciato: se non ti unisci all’altro, a quello che è diverso da te, mia storia è come quella di molti iberici cresciuti in una terra distrutta diventi un cretino! La mia musica è il suono di questa fusione. dalla mancanza di tolleranza e dal disconoscimento dei fondamenti Scrive testi anche in una specie di esperanto, perché lo fa? della vita. Sono nato da padre franchista e madre repubblicana. Sono I bambini alla nascita possiedono la totalità dei fonemi che compon- arrivato a Grenoble nel 1978 in cerca dell’altra metà della mia vita, gono i suoni delle lingue del mondo. Alla fine del primo mese di vita, quella che era stata espulsa. L’amore ha ricucito i due poli del mio ogni essere umano perde quasi la metà di questi suoni perchè ten- essere con allegria e dolore. Ogni canto è una battaglia con il diavolo tiamo di adattarci al contesto sonoro che ci circonda. Amo le lingue nascosto infondo alle mie viscere, toro e torero coabitano nelle mie e i suoni diversi di ognuna. Tutte insieme formano un arcobaleno. Ho canzoni. cantato in più di dieci lingue, ora solo in quattro: gallego, castigliano, Qual è la cosa che la unisce alla Sardegna, alla sua gente e alla francese e tamarindola che è il mio esperanto personale, un tentativo sua tradizione musicale? di recuperare la memoria del mio primo mese di vita. Come poeta Amo questa terra e i suoi musicisti, la sua gente. è un paese di mu- itinerante cerco attraverso i suoni un sogno di unità e universalità. sica. Galizia e Sardegna sono lontane tra loro, ma quando vado lì il A gennaio l’album sarà pubblicato in tutta Europa. Ha già piani- mio cuore è felice. La mia amica Elena Ledda mi ha aiutato a scoprire ficato un tour? questa terra che adesso è anche un po’ la mia visto che ho scritto la Credo che cominceremo da Italia, Francia e Spagna. canzone Mi Quartuchinita tra Sassari e casa di Elena. Nella sua musica coabitano differenti sfumature: tango, jazz, Cuba, folclore galiziano. Che significato dà alla parola identità? Credo che identità sia essere se stessi lasciando che il brutto e il bello DA ASCOLTARE “Atlantiterraneo” [S’ard/Egea] SITO antonioplacer.com Dietro le quinte Andrea Scaccia A partire da questo numero, Mondomix ha deciso di dedi- care una rubrica a tutto quel che accade dietro le quinte, per sentire la voce di quelle realtà che nonostante il grande lavoro operano nell’ombra. Festival, label, operatori del settore, per parlare in maniera diversa di musica world. Iniziamo con Talento, uno dei più importanti network italiani in materia di musica world. Abbiamo incontrato Claudio Tolomio - presidente dell’associazione e direttore generale di Folkest - per parlarne. Come nasce Talento? Avendo fatto parte di Assomusica, mi sono sempre chiesto il motivo per cui la musica folk e world non avessero un network simile. Decidemmo insieme con altri operatori di incontrarci a Palermo per discuterne; tra gi altri c’erano Martinotti, un po’ la memoria storica del folk italiano, e Giovanni Callea, era il 2006. Perché la scelta di una rete esclusivamente di festival? Quali le prerogative su cui si fonda? Abbiamo deciso di lavorare insieme agli altri festival convinti del fatto che proprio queste manifestazioni siano le espressioni più radicate del territorio. Lo scopo è quello di formare una rete per promuovere e tutelare la musica world e folk, attraverso una presenza capillare in tutte le più importanti fiere mondiali e attraverso rapporti costanti con società come Enpals, Siae o Agis. Ci tengo a sottolineare che talento non è un gruppo d’acquisto, non fa booking e per com’è stato concepito non è giusto che entri nelle regole del mercato. Nel corso degli anni ha notato un aumento d’attenzione da parte delle istituzioni verso questo genere di musica? Quando si parla di musica folk o etnica spesso capita di incontrare interlocutori che non hanno la minima idea di che cosa sia. Lo stato italiano tutela l’opera, la musica folk no. È interessante che prima della nascita di Talento non si fosse riuscito a quantificare le presenze di pubblico durante i festival: abbiamo fatto una stima, sono più di un milione di persone l’anno. Portando alla luce questi dati mi sono reso conto che si è sollevato un interesse ed una curiosità da parte delle istituzioni. Quando si parla di world o folk esce sempre un rassegnato sentimento di marginalità… È inutile star lì a piangersi addosso, bisogna avere un grande rispetto per il nostro lavoro, andiamo a valorizzare i territori, è un lavoro molto importante, non si può far finta di niente. In che direzione sta andando Talento? È possibile pensare ad un allargamento verso altre realtà? Dopo un fisiologico assestamento stiamo riflettendo proprio in questo periodo sulla possibilità di allargare gli associati ad altre realtà che possono essere quelle discografiche e di tutti gli operatori del settore per formare più massa critica senza perdere lo spirito che muove il network. 22 - mondomix.it EUROPA Suggestioni per notti di mezzo inverno Intervista a Loreena Mckennitt World di Peter Gabriel. “C’erano già cinque canzoni che erano parte di ‘A Winter garden’ [‘A Winter garden: five songs for the season’, 1995]. Negli anni il mio pubblico e la casa discografica spesso mi hanno chiesto di aggiungere canzoni per comporre un vero disco, non un EP di durata limitata. Così l’estate scorsa, avendo riunito i musicisti per il tour europeo, abbiamo aggiunto otto nuove canzoni. Insomma, più che qualcosa di sistematico o la volontà di fare un altro disco natalizio, il tutto è stato ispirato da un certo pragmatismo”. In realtà, la magia di questo periodo dell’anno aveva già colpito l’immaginazione della McKennitt, che in “To drive the cold winter away” [1987] aveva celebrato il Natale e la stagione invernale. “Non volevo in cidere canti natalizi troppo scontati e troppo Ciro De Rosa noti, ma canti che avessero un che di antico, che potessero adattarsi ai Non si considera un’interprete di musica celtica, come in maniera como- al mio stile musicale”. da si accontentano di etichettarla molti organi di stampa, la canadese A fianco di Loreena [voce, piano, tastiere, fisarmonica, arpa] ci sono ghi- Loreena McKennitt: “Ci sono musicisti che più apertamente lavorano ronda e percussioni, oud, chitarra, violino, violoncello, viola, lira pontiaca sul repertorio tradizionale. Guardo al mio processo artistico come ad e laouto. Numerosi gli ospiti, tra i quali il chitarrista bretone Dan Ar Bras, il un viaggio: i miei dischi diventano documenti di questo processo”. Per cantante algerino Abdelli, il percussionista egiziano Hossam Ramzy. la cantante cresciuta in un’area rurale dello stato di Manitoba, di tempo Qui, come già in passato, vi sono melodie inglesi, irlandesi, bretoni e ne è passato da quando negli anni settanta nel folk club di Winnipeg francesi, atmosfere barocche, incisi mediorientali. Su tutto, quel tratto conobbe la musica di Planxty e della Bothy Band, gruppi seminali del onirico-visionario non privo di certo manierismo che è un marchio della nuovo folk irlandese, per poi iniziare a fare la busker vendendo le sue cifra stilistica di questa raffinata musicista. cassette. Oggi con almeno dieci dischi all’attivo, senza dimenticare le Il disco si compone di tredici brani, dieci canzoni e tre strumentali. In pre- collaborazioni con altri musicisti, è una stella riconosciuta del firmamento valenza, liriche e melodie sono tradizionali, quattro brani sono musicati musicale pop-world. dalla stessa McKennitt, che è autrice di tutti gli arrangiamenti. Colpisco- Il suo nuovo lavoro, “A Midwinter night’s dream”, è un album ispirato no particolarmente Noël nouvelet!, cantata nel francese del XVI secolo al ciclo calendariale natalizio e di fine anno, registrato negli studi Real con arrangiamento di impronta nordafricana, la soave Coventry carol, musicisti e agli strumenti con cui stavamo lavorando. Insomma, adeguati Gloustershire wassail eseguita a cappella, God rest ye merry, gentlemen dall’impianto mediorientale, senza dimenticare Emmanuel che ha il testo latino. Si considera una viaggiatrice musicale? “Sì, mi piace molto la letteratura di viaggio, l’idea che attraverso gli occhi di qualcun altro si possano conoscere certi argomenti, certi luoghi. Mi aspetto che accada lo stesso con il mio lavoro, che venga considerato in un certo senso un documento musicale”. Le fonti di Loreena sono pari alla sua curiosità musicale, né sono da trascurare le sue frequentazioni con l’universo teatrale shakespeariano. Tra i suoi ascolti cita Monteverdi, Palestrina, il fado e l’oudista tunisino Anouar Brahem e tanto altro, a seconda dello stato d‘animo. “La ricerca per il precedente album mi ha portato in Mongolia: speravo di usare il morin khuur [strumento simile ad una viola da gamba a due corde, con cassa quadrangolare e riccio a testa di cavallo, ndr], ma era troppo complicato portare i musicisti in studio. Da lì provengono alcuni “canti di gola” [tecnica di canto armonico caratterizzato da emissioni vocali sforzate che danno la possibilità di espandere gli armonici, ndr] che ho utilizzato. In passato, ho impiegato strumenti turchi e greci, come anche in questo disco”. DA ASCOLTARE “A Midwinter night’s dream” [Quinland road/Universal] SITO quinlandroad.com 24 - mondomix.it america rinti. Certo, la disgregazione delle espressioni, un’espansione trasversale Federico Scoppio e non ordinata, non ha nulla a che fare con quella di un secolo fa: lì la Chioma nera, lenti spesse, barba incolta. Una torcia in mano, un vinile grande massa del popolo stava prendendo il sopravvento. Ora soltanto nell’altra, passo veloce, sicuro. Il labirinto di musiche per Murcof – nome dei segnali, forti, fortissimi, di vitalità. Slegati, non poca cosa per il Mes- d’arte di Fernando Corona – non nasconde poi ancora molti angoli bui. sico, dai clichè abituali: mariachi, e fiestas, le grandi e interminabili ceri- è un po’ snob, l’uomo, parlandoci un poco, senza sbagliare le domande monie dove rituali folclorici di ogni tipo [danza, musica, liturgie pagane] da porre, si scopre che una memoria infinita è conservata all’interno del venivano celebrati. labirinto, che ha svelato in più riprese: prima nel progetto musicale, chia- Il Messico è ora un concentrato autorevole di quiete e tensione, ricerca mato Terrestre, nel quale indaga sonorità prossime alla dance, figlio ille- sonora e screening del passato che si sviluppa da qualche anno ma che gittimo di un collettivo che Corona aveva fondato a Tijuana, denominato oggi arriva ad un punto di volta, dettato non solo dalla contemporaneità NorTec [Norteño Techno], nel quale circolavano liberamente musicisti, di alcune importanti uscite discografiche, quanto dall’interesse di alcuni disegnatori, esperti di immagine, grafici e tecnici audio e video. Non da spunti contenuti in queste produzioni. è un fenomeno strano e per niente ultimo il progetto Murcof, di cui si parla poco oltre. classificabile: da un lato segue, prosegue e “persegue”la tradizione del- Reminiscenza arcaica e sguardo rivolto al futuro: grazie a lui è possibile la grande canción ranchera per poi stornare lontano; dall’altro l’ambito intraprendere un viaggio a ritroso, scoprire il lato sommerso del Messico, digitale ed elettronico – ed a questo si mescola anche il jazz – unisce culturale, artistico. D’altronde le ultime grandi rivoluzioni in materia giun- timbriche inusuali a quel gusto dissacrante del taglia e cuci; infine, c’è gevano circa un secolo fa, quando si iniziò a sentir parlare di muralismo, anche un volto più pop e melodico, che richiama certo folclore, che lo rinascimento azteco, arte pre-colombiana rivalutata e messa sul palco riecheggia anche solo come vago innamoramento. nuovamente. Poi buio totale. Solo apparentemente, perché in fondo il Lila Downs non è certo l’ultima arrivata, conosciuta e riconosciuta in tutto Messico ha sempre continuato a raccontare di incroci, storie strane, labi- il mondo. è cresciuta fra lo stato di Oaxaca e il Minnesota. Interpreta la tra- Segnali di fumo dal Messico dizione nelle lingue indigene del Messico, come mixteco, zapoteco, maya e nahuatl, e conosce alla perfezione il simbolismo dell’abbigliamento triqui, solo ad osservarla vestita, se ne capisce l’ascendenza tradizionale. Grande interprete e attrice a tempo perso, vedi il film Frida [c’è anche la vecchia e magnifica Chavela Vargas, nelle vesti della morte, Mictlan donna]. Tuttavia il suo recente lavoro discografico [“Shake away, Ojo de culebra”], che certamente non è uno dei suoi migliori album, descrive con particolare gusto un mescolamento ancora più incisivo tra la tradizione messicana e la canzone. Non solo per i brani cantati in inglese, ma anche le estetiche più folk e rock e la presenza della rilettura di Black magic woman [con ospite Raul Midón], di I would never di Paul Buchanan dei Blue Nile e I envy the wind di Lucinda Williams, che registra, nella versione inglese la presenza alla tromba di Brian Lynch. Affiancando a queste coordinate più tradizionali cifre che culminano nel bel duetto con la grande Mercedes Sosa. Sullo stesso versante è il lavoro di Lhasa De Sela, sangue misto, figlia di uno scrittore messicano e di un’attrice americana, una vera e propria bohemien della musica ranchera di oggi. Vocalità arcaica e fremiti astratti stile Bjork, compone e interpreta testi anche in inglese e francese. Lei però è assente da un bel po’ dalle scene, non fosse per una pubblicazione – ovviamente da noi mai arrivata – di un libro-diario: La route chante. Murcof, Murcof, Murcof. Paladino dell’elettronica messicana e della commistione di questa con l’elettroacustica, è nato a Tijuana nel 1970, dichiara di essere voluto diventare musicista dopo aver ascoltato “Oxygen” di Jean-Michel Jarre. Col nome Murcof intraprende la carriera ad inizio del nuovo secolo, pubblicando “Martes” e subito snocciola alcuni foto di Paola Degrenet elementi importanti: campiona archi, ottoni, utilizza elettronica ambientale, gioca con i silenzi e orchestra con estrema superbia il tutto. Fin qui tutto bene: testa da musicista proiettato nel corpo di uno sperimentatore elettronico. Tuttavia con il suo recente disco, “The Versailles Sessions”, Murcof frutto dell’accompagnamento sonoro realizzato per il festival di luci, ac- america mondomix.it - 25 qua e suoni che si svolge annualmente a Versailles, Le Grandes Eaux Nocturnes, si trova a declinare suoni veri colo, con tanto di flauto, violino, viola e clavicembalo. Questo rappresenta inoltre un primo ed unico segnale di arresto della catalogazione dei titoli delle sue pubblicazioni secondo le lettere del proprio nome: a “Co- foto di Jeff Sciortino rocca, impegnati con una strumentazione del XVII se- foto di Jeff Sciortino e propri, addirittura quelli di un ensemble di musica ba- Calexico Lila Downs smos” nel 2009 seguirà “Oceano”. disco c’è anche Vinicio Capossela, nel brano Polpo d’amor, registrato in Murcof è inoltre protagonista, nelle vesti di ospite d’onore, del capitolo una session in cui fu dato il via anche un altro brano che è finito nel nuovo dedicato a Mexico City [di un trittico – “Rendez-Vous” – che include Pa- lavoro del cantautore italiano. Del resto le collaborazioni in “Carried to rigi e Benares] dal trombettista svizzero di stanza in Francia Erik Truffaz. dust” non mancano: il cantante folk Samuel Beam e Doug McCombs, Un suono desertico che arriva fino alla bassa California, elettronico già di bassista dei Tortoise. per sé, frammentario e visionario, sul quale Murcof ha agito sovrapponendo silenzi e rendendo le atmosfere ancora più liquide e rarefatte. Tra sabbia e fiestas, California e Messico, i Calexico di Joey Burns e John Convertino rappresentano da sempre il volto più esotico, tra alt country e roots pop, ripreso e portato all’eccesso nel nuovo “Carried to dust”. Il tex mex e la musica dei mariachi si sposa con arrangiamenti ariosi e soavi, come se gli Steely Dan andassero a cena con i mariachi, il tutto incastonato in due o tre minuti di brani dalla forma canzone. Una sciagura per chi amava polke ubriache e musiche balcaniche sgorgare dai rivoli del tex mex, un miracolo invece per chi della loro tecnica d’esecuzione apprezza l’aspetto meno sbieco, una forma di espressione più intima, con ballate malinconiche e mozzafiato. Nell’edizione italiana del DA ASCOLTARE LILA DOWNS “Shake away, Ojo de culebra” [Manhattan Records/Emi] LHASA DE SELA “La route chante” [Textuel] MURCOF “The Versailles sessions” [Leaf/Wide] ERIK TRUFFAZ “Mexico” [Blue Note/Emi] CALEXICO “Carried to dust” [Quarterstick/Self] ALCUNE DATE Calexico 23/01 Estragon [Bologna] 24/1 Teatro Colosseo [Torino] 26 - mondomix.it africa L’Afrojazz di Femi Kuti “...Si e no. Siamo andati in studio e abbiamo registrato delle tracce. Alcune di queste sono state modificate volutamente, altre erano già brevi. Ho sentito che per questo album i brani erano della durata giusta”. Una drammaturgia nuova nell’uso del tempo breve, che centellina meravigliosamente musica e parole. Come nei tre minuti della title-track, in cui l’invocazione a Dio non è settaria ma universale: “Questa è una di quelle canzoni in cui la melodia è venuta un giorno, senza ulteriori accomo- Gianluca Diana & TP Africa.it damenti. Si tratta di Dio nel senso più ampio del termine. Vorrei che le Femi Kuti ed il suo nuovo “Day by day”. Ovvero la potenza sotto con- persone vedano che siamo in pace e che ci amiamo. Vorrei che non si trollo. O se preferite l’importanza della consapevolezza. Che in que- pensasse che tutti in Africa siano come gli abitanti del Ruanda o della sto disco è elemento architettonico imprescindibile, tanto nei suoni Somalia. Questo discorso non è rivolto in particolare a ciò che succede che nelle liriche. “Sono trascorsi sette anni da quando ho pubblicato in Africa, ma a ciò che possiamo essere come razza . Abbiamo bisogno l’ultimo lavoro in studio ‘Fight To Win’. Nel tempo trascorso mi sono di essere più pacifici e aperti verso l’ amore, “work and pray for peace dedicato alla mia famiglia e ad imparare a suonare nuovi strumenti, to reign, we’re tired of wars”. L’importanza di una visione comunitaria, come la tromba. Cosa non facile. Puoi essere in grado di suonare esaltata dal testo di Let’s make history: “Questa è una canzone estre- tranquillamente qualsiasi cosa dopo tanti anni di inattività, ma la trom- mamente positiva e ottimista. Sono una persona positiva, devo esserlo ba necessita di amore e dedizione quotidiana. Ho imparato a suonare per forza di cose. Dobbiamo restare uniti e lottare affinché ci sia un come i grandi del jazz. Questo mi è servito a capire realmente come cambiamento. Positivo. Non ci può essere nessuna svolta se noi non funzionino gli strumenti della mia band e, in quanto guida del gruppo, impariamo dall’insegnamento datoci dai sacrifici fatti. Se non impariamo ho acquisito maggior rispetto nei loro confronti, specialmente quan- a proiettarci positivamente in avanti. Ad esempio, se non proviamo a do ci esibiamo insieme. ‘Day by Day’ è un lavoro molto più vicino al lottare contro la corruzione, questa arriverà con il tempo a divorare le jazz rispetto al precedente, infatti mi sono nostre vite, fino a diventare stagnante. Dobbiamo svegliarci e cammina- avvicinato a quelle che sono le ra- re a testa alta invece di chinare il capo e guardare con superficialità ai dici paterne dell’afrobeat, ovvero proprio all’estetica afroameri- problemi. Non puoi aspettarti che siano i leader a cambiare le cose, spetta agli individui restare uniti”. cana. Ascoltando Gillespie, E la tua Nigeria, oggi, com’è? “Non ci troviamo in una bella situa- Coltrane, Holiday. Capendo zione. La corrente elettrica va via regolarmente, la nostra acqua questi artisti ed includendo non è mai pulita e il livello di corruzione è alto, il che vuol dire che la musica di Fela. Il risulta- molti servizi non funzionano come dovrebbero. Mio padre iniziò to è ‘Day by Day’”. Il disco a parlare di questi problemi trent’anni fa. Oggi io continuo a manifesta farlo. Non possiamo aspettare che arrivi un leader a cambiare percorso chiaramente del il cambiamento le cose, dobbiamo cambiare la situazione noi stessi”. intrapreso da Femi. Le lunghe session e cavalcate afrobeat-style cedono il passo a brani più brevi. Volutamente? DA ASCOLTARE ”Day by day” [Wrasse/Evolution] SCOPRI Fela Kuti su mondomix.com america mondomix.it - 27 Un’orchidea da Recife Questa la sua principale qualità: è in continuo movimento. è rock, baião, frevo spesso miscelati, talmente compromessi tra loro che solo operando un’attenta analisi ci si accorge del ritmo che si colora, cresce e magicamente cambia, portando alla metamorfosi suono, voce ed emozioni. La sua eredità nordestina è carica, è straripante. Una chitarra distorta e un berimbao. Il pandeiro come unica percussione in tracce totalmente funky perchè il ritmo è in tutto: nel respiro, nel Gaetano Palmisano canto, nella chitarra che suona ritmica, armonica ed anche melodica. Recife Pernambuco come Osvaldo Lenine Macedo Pimental. Punto Lenine spazia in tempi dispari: 5/4, 7/8, 3/4 fondendoli col samba ma di incontro tra Atlantico del nord e Atlantico del sud, bagnata da un mantenendo la naturalezza e la semplicità [solo apparente], che fanno oceano freddo e burrascoso e da un mare calmo e temperato. Lenine dei suoi brani trascinanti e febbrili colonne sonore appassionate. convive con il contrastante dualismo che gli appartiene: la sua voce a A Cavallo tra gli anni ottanta e novanta nasceva il progetto Cinco No tratti di seta, scivolosa, morbida, a volte ruggente e tenebrosa, i testi Palco che vedeva Lenine, Zeca Baleiro, Chico Cesar, Paulinho Moska che oppongono a problemi che straziano il Brasile, sua madre terra, e Marcos Suzano portare avanti e condurre oltre un discorso musicale spaccati di vivace vita quotidiana carioca, ed infine la musica che spa- e letterario che rimaneva legato alla cultura brasiliana, la stravolgeva zia dal samba al funk. sino ad approdare all’ossatura della MPB. Ed ecco delinearsi il carattefoto di Nana Moraes re di Lenine con sembianze da pirata del seicento e occhi azzurro-verdi che guardano lontano. In una carriera musicale che dura ormai da quasi venti anni incide solo otto dischi, capolavori pieni di sfaccettature, che caratterizzano di volta in volta il suo stile. “Falange Canibal”, il suo lavoro del 2001 tenebroso ed oscuro. Sperimentazioni rap nel suo terzo disco “O dia em que faremos contato” del ’97, prima ancora in “Olho de peixe” nel 1992 descrive il proprio mondo attraverso la sua voce, la sua chitarra e le percussioni di Marcos Suzano. Insieme a Lula Queiroga l’esordio con “Baque solto” nel 1984. Due sono i dischi dal vivo: “In citè” del 2004 e “Lenine acustico MTV” due anni dopo. Approcci assolutamente disparati tra loro già a partire dalle formazioni . In trio nel primo, con Ramiro Musetto, fantasioso percussionista argentino e Yusa talentuosa cantautrice cubana in veste di bassista e corista. Per MTV un concerto in cui intervengono a colorare il suo repertorio ed i vari inediti, presentati proprio in occasione di entrambe le registrazioni live, ospiti quali Julieta Venegas, Richard Bonà e molti altri, realizzato con il chitarrista jr Tostoi, la potenza ritmica di Guila al basso, Pantico Rocha alla batteria. è con questa formazione di base che Lenine incide “Labiata”: il suo nuovo lavoro in studio dopo anni di lontananza. Intimista come racconta Magra con gli accordi della sua chitarra che scandiscono il ritmo per supportare il canto, e trascinante come A Mancha, un funky singhiozzante che si muove come le onde sulla battigia. Descrizione di un disastro ecologico, è un’enorme ed inarrestabile macchia di petrolio arrivata sulle spiagge portando morte e distruzione. è o que me interessa una dolce e surreale bossa nova come dolce e surreale è la labiata, rilucente regina tra le orchidee brasiliane. DA ASCOLTARE “Labiata” [Emarcy/Universal] ALCUNE DATE 29/3 Rolling Stones Milano 28 - mondomix.it EUROPA Storie di [stra]ordinaria libertà testo di Andrea Scaccia questi che si muove il progetto ideato da Guidi: raccontare attraverso foto di Andrea Boccalini la musica storie di straordinaria libertà, lo spirito di ribellione e giustizia C’è un’esigenza profonda in Giovanni Guidi, quella di usare la musi- l’Ater dell’Emilia Romagna, del teatro Asioli di Correggio, sul tema della che attraversa e muove i popoli. “Il progetto nasce su commissione delca come accesso. Il suo ultimo progetto, The Unknow rebel, al quale liberazione. Ho scelto di fare un concept il cui spunto iniziale è stata prenderanno parte altri nove giovani musicisti insieme al pianista – sarà l’immagine dello studente cinese in Piazza Tien An Men, ribattezzato dal presentato dal vivo in primavera e registrato dalla Camjazz – è una suite New York Times “the unknow rebel”. Non ho scelto di parlare di Malcom sulla libertà, su tutte le libertà. Quella delle grandi rivoluzioni a cui pre- X o Che Guevara, prediligendo tutte quelle persone a cui non è mai stato sero parte migliaia d’uomini, volti senza nome e senza carta d’identità. dato un nome. Più in generale volevo parlare di ogni tipo di liberazione, Perché dietro ai grandi nomi che sopravvivono alla storia, migliaia sono anche quella contro le forme repressive, vedi ad esempio la legge Basa- quelli che nel completo anonimato scrivono la storia. Ed è intorno a glia, intesa come liberazione di persone”. Si passa dalla liberazione d’Italia alla Primavera di Praga, attraverso i desaparacidos argentini, le lotte anticolonialiste in Sudafrica e Algeria e la guerra civile spagnola del ’39. Arrivando al G8 e all’onda studentesca che questo periodo sta invadendo le piazze delle nostre città: ribelli sconosciuti del futuro. E tutto questo attraverso la musica, come in un ideale compost al cui interno c’è la tradizione popolare che si mischia al jazz, che guarda alle grandi esperienze della Liberation Music Orchestra o di Carla Bley, attraverso il comun denominatore dell’improvvisazione. “Le tradizioni in campo sono molteplici: c’è quella jazzistica che incontra la musica popolare italiana, argentina o del Sud Africa, tutto materiale che ho ricercato e arrangiato. Più nello specifico ho fatto molte ricerche d’archivio sulla musica nata intorno al periodo della seconda guerra mondiale, dedicando molta attenzione a quella dell’Umbria, che poi è la mia terra, andando a ricercare la musica per bande negli archivi”. Nulla a che vedere con nostalgiche visioni nella musica dell’Unknown Rebel Orchestra. Perché la libertà non ha nulla di nostalgico, il senso della libertà ha bisogno di essere nutrito, oggi come ieri: “la mia intenzione non è quella di guardare al passato con senso di nostalgia. Potrà dargli questa chiave di lettura chi funzionalmente legge così le cose. Le mie esigenze sono altre in questo progetto, al di là da dei governi e dei loro ideali. Sarà una visione velleitaria, ma spero che da questo concept sia il genere umano ad uscire vincente: singole persone in grado di ribellarsi, al di là del credo”. SITO giovanniguidi.net ALCUNE DATE 22/4 Teatro Asioli di Correggio EUROPA mondomix.it - 29 foto di Paolo Soriani I Golem di Gabriele Coen Guido Gaito Esce a gennaio in concomitanza con la giornata della memoria, “Golem”, il nuovo disco di Gabriele Coen, uno degli artisti più rappresentativi della musica ebraica in Italia. Definirlo semplicemente musicista klezmer sarebbe sbagliato; il suo progetto Jewish Experience, grazie anche alle chitarre di Lutte Berg, oltrepassa con coraggio i confini della musica tradizionale approdando verso nuove sonorità e linguaggi musicali. Il Golem è una figura mitologica della tradizione ebraica, perché hai scelto di intitolare così il tuo disco? Questo nome è legato innanzitutto ad un brano presente nel disco da cui poi prende il titolo l’album. Quella dei Golem è una leggenda legata soprattutto all’Europa orientale dove si narra che i rabbini costruivano dal fango dei fantocci, i Golem, per scopi personali o per difendere la loro comunità. Accadeva però che questi fantocci si ribellassero! Mi piaceva ricostruire musicalmente quest’idea, del sogno dell’essere umano di poter costruire un fantoccio e dominarlo; il golem può rappresentare oggi anche la meccanicità, la tecnologia che si ribella. In questo brano, infatti, c’è un andamento meccanico di un ostinato del basso su cui poi avvengono sopra una serie di altri spunti musicali. Sei noto per essere un musicista molto eclettico, qual è il percorso che ti ha portato a conoscere la musica Klezmer? Quella klezmer è la musica con cui mi sono fatto conoscere negli anni ma la mia formazione è jazzistica. Il mio primo amore è stato il jazz, quello europeo, che già si mescolava con le tradizioni della musica etnica, e poi John Coltrane, che ci ha insegnato a mescolare la modalità del jazz moderno con la cultura africana, indiana e araba. Solo dopo è Musica e memoria arrivato quel treno della musica klezmer, mi è arrivato addosso, e l’ho preso volentieri. tipica della musica ebraica con le sonorità del blues e del jazz. Come in Chi guidava quel treno? peace, sempre di Katz, è un brano più solenne e riflessivo che abbiamo Adriano Mordenti, un fotografo-musicista che opera a Roma. Adriano interpretato in chiave jazz/ballad moderna, mentre Cuban shalom è un è un personaggio particolare e ha dato vita a diversi gruppi klezmer. Lui brano tradizionale suonato in chiave cubana, è un divertissement che possedeva i dischi dei Klezmatiz e una serie di spartiti di Giora Feid- abbiamo voluto mettere alla fine del disco. man. Fu una folgorazione per me. Ho scoperto che la musica ebraica Progetti futuri? poteva essere utilizzata in chiave moderna come canovaccio d’improv- A marzo uscirà una nuova edizione del libro Musica Errante [klezmer visazione per il jazz modale, che era l’altra mia grande passione, e, e canzone yiddish tra folk e jazz] che ho scritto con mia moglie Isotta quindi, piano, piano è nato questo incontro non solo con la cultura ma Toso mentre, assieme a Mario Rivera, ho da poco finito di scrivere le anche con la musica ebraica. musiche per il film Scontro di civiltà in un ascensore a Piazza Vittorio, In questo disco, infatti, compaiono dei brani che parlano lingue tratto dal romanzo di Lakhous Amara, che uscirà sempre a marzo di diverse... questo anno. La sfida di Jewish experience è un po’ questa: rielaborare il materiale ebraico in chiave jazz. È per questo che senti delle sonorità che partono da materiale ebraico ma si spostano in altre direzioni. Dance of the souls, di Mickey Katz, ha la caratteristica di mescolare una scala DA ASCOLTARE “Golem” [Alfamusic/Egea] SITO myspace.com/grabrielecoen 30 afrodisia di Mauro Zanda La BATTAGLIA di miriam Afrodisia è l’orgogliosa consapevolezza del contagio, una zona temporaneamente autonoma da false purezze ed esotismi etnici. Afrodisia è un punto di fuga ibrido e sfrontato ove lasciar confluire i segni dell’Africa e la diaspora nera. Un’idea ambiziosa e necessaria, nata nel 2007 al Rialto Santambrogio di Roma, con l’obiettivo dichiarato di veder affiorare, anche dalle nostre parti, spiritualità e ritmo del grande cuore africano Indomita guerriera sudafrica- cominciò a dire dopo quel sopru- nel. Quando tutto sembra volgere na, fino all’ultimo in prima linea. so. Nel 1966, grazie all’aria rassi- al peggio, Miriam trova sempre un La grande Miriam non poteva che curante delle canzoni tradizionali sussulto di forza e dignità capace andarsene così, dunque, combat- sudafricane, strappa un presti- di riportarla al centro esatto della tendo. Per i diritti civili, l’unità pana- gioso riconoscimento istituzionale carreggiata. È il 1986 quando Paul fricana, la dignità delle donne; ma [Grammy nella categoria Best Folk Simon, sulla scia del clamoroso forse, più in generale, per l’univer- Recording] attraverso un disco successo world dell’album “Gra- sale diritto di cittadinanza di tutti [“An evening with Belafonte/Make- celand”, la invita a prender parte quegli africani dispersi nel mondo, ba”] che altro non è che un durissi- all’omonimo tour mondiale che la neri senza volto e senza voce ai mo j’accuse indirizzato al governo vedrà al fianco dell’ex marito Hugh quali dal principio aveva votato segregazionista di Pretoria. Nel Masekela e dei meravigliosi Lady- con coraggio la sua causa. Proprio 1968 poi, il punto di non ritorno. smith Black Mambazo. È di nuovo come quei ragazzi di Castel Voltu- La Makeba convola a nozze con il grande successo internazionale, rno, Kwame, Affun, El Hadji, Jee- il nemico pubblico numero uno è di nuovo, per tutti, un’icona di mes, Christopher, Joseph, immi- dell’establishment USA d’allora, il resistenza, la voce dei neri e dise- si è mescolata a questa terra a cui vate del movimento Black Power, redati di ogni luogo che si alza forte camorra, cui aveva voluto dedicare pochi mesi fa ha insegnato la rab- il Primo Ministro onorario del Black a rivendicare diritti civili, rispetto e il suo ultimo concerto; che prima bia della dignità. E, spero pure, la Panther Party, Mr. Stokely Car- cittadinanza. I tempi sono maturi ancora, nasceva come forma di rabbia della fratellanza”. michael. È la fine del suo sogno per tracciare un bilancio di quella solidarietà e vicinanza ad un altro Una rabbia mai banale del resto, americano: l’industria discografica, vita extra-ordinaria, e così prende «negro», lo scrittore Roberto Savia- spesso costruita lungo sentie- indignata, le volta le spalle, Mama forma anche la celebre autobiogra- no, come lei costretto all’esilio delle ri impervi e radicali. Mama Africa Africa si ritrova improvvisamente fia, “Makeba: My Story”. Ancora un idee e la frontiera della dissidenza. era così, un concentrato di forza con tour e contratti cancellati. Ma paio di incantevoli dischi in coda al “Mama Africa è stata ciò che per e passione che lei stessa faticava neppure allora resterà a guardare decennio [“Sangoma” 1988, “We- molti anni i sudafricani hanno avuto a comprendere appieno: “Mi vedo in silenzio. Fedele al rigore di sem- lela” 1989] e poi, finalmente, la Sto- al posto della libertà: è stata la loro come una formica” disse una volta, pre, nel 1969 sceglie nuovamente ria che si riappropria dei suoi spazi voce” ha scritto in un pezzo ap- “un’africana del sud dotata di una la via dell’esilio, riavvicinandosi e dei suoi eroi: Nelson Mandela, passionato lo scrittore napoletano, resistenza molto più grande del suo questa volta al continente madre. dopo 28 anni di prigionia che, suo all’indomani della sua scomparsa. fisico. Solo così ho potuto far fronte L’occasione del ritorno in Africa malgrado, lo hanno trasformato in “Se c’è un conforto nella sua tra- al peso di un razzismo che ha pro- gliela offre la Guinea-Conakry del un simbolo della lotta di liberazione gedia si può dire che non è morta vato a schiacciare il mio spirito”. presidente Sekou Toure, fervente nera nel mondo, viene rilasciato nel grati anonimi uccisi dal fuoco della lontano. Ma è morta vicina, vicina Aveva solo 18 giorni quando si ri- panafricanista, propugnatore - as- febbraio del 1990; nel giugno dello alla sua gente, tra gli africani della trovò in carcere, per 6 mesi, assie- sieme al collega ghanese Kwame stesso anno Miriam Makeba torna diaspora arrivati qui a migliaia e che me alla madre, rea di preparare e Nkrumah - di un socialismo dal trionfalmente in Sudafrica con gli hanno reso propri questi luoghi, vendere illegalmente birra per gua- volto africano votato all’internazio- onori di un regnante. lavorandoci, vivendoci, dormendo dagnarsi da vivere. Era solo una nalismo dell’emancipazione nera. Cocciuta, spavalda, battagliera, insieme, sopravvivendo nelle case ragazza di 28 anni quando, sulla Poi il divorzio nel 1973, la morte egocentrica ma generosa. Nomen abbandonate nel Villaggio Coppo- scia di quel successo improvviso del presidente Touré nel 1984, in- omen dicevano i latini; Zenzile, il la, costruendoci dentro una loro che la vide protagonista negli Sta- fine la tragedia accorsa all’unica suo primo nome, più o meno sta a realtà che viene chiamata Soweto ti Uniti, viene a conoscenza della figlia Bongi nel 1985. A quel punto significare: “Non puoi prendertela d’Italia. È morta mentre cercava morte dell’amata madre. Miriam abbandona anche la Guinea e si con nessuno, se non con te stes- di abbattere un’altra township col vuole porgerle l’ultimo saluto, ma trasferisce in Belgio. Nell’arco di sa.” Omaggio a Miriam Makeba, mero suono potente della sua voce. non può: le autorità sudafricane le una vita intera finirà per accumu- indomita guerriera sudafricana, Miriam Makeba è morta in Africa. hanno ritirato il passaporto per atti- lare 9 passaporti e 10 cittadinanze più forte di un cancro al seno, di Non l’Africa geografica ma quella vità anti-governative. “Non canto di onorarie. Altra costante del suo quattro matrimoni falliti e la morte trasportata qui dalla sua gente, che politica, canto la verità” percorso è la luce in fondo al tun- di una figlia. Africa America Asia Europa recensioni 31 6° mondo GABRIELE FINOTTI con suggestioni hendrixiane, hip-hoppers che dalla Nigeria, se solo il chitarrista di Seattle dal Mali e dal Senegal battono fosse cresciuto nei vicoli di il tempo della loro pro . Ché Rabat. Sarebbe interessante di questo il disco tratta. Le vederlo nelle vesti di cartogra- liriche ci sono, i suoni anche. Dal vivo è un reading e spettacolo fo a ridisegnare i confini del Con Emmanuel Jal in testa e con musiche in presa diretta e un vi- mondo. la scena di New York negli oc- deo in sottofondo. Su supporto è un chi. libro di 69 poesie e dieci brani, stru- [Andrea Scaccia] Ibrahim Maalouf Caosduemila [Zona/Level 49] [Gianluca Diana.] Diasporas mentali e recitati. “Un lavoro che ha [Ponderosa/I.r.d] avuto una preparazione complessa e Libanese, 1980 conflittuale, ha le radici ad inizio secolo. Viene naturale il con- Maalouf è un figlio d’arte ma classe nubio fra poesie e musica, anche se quest’ultima e’ frutto di soprattutto trombettista dal- un lavoro di squadra. Comunque è e sarà in continuo muta- le solide credenziali anche di mento”, spiega Gabriele Finotti, autore del progetto. “Siamo matrice classica. Per questo ISSA BAGAYOGO debutto ponderato in tre anni Mali Koura Karl Potter passionale è dentro ogni persona che si ritiene umana, ciò ha fatto le cose in grande sco- [Six Degrees/Family Affair] Percussion Group che cambia è il saper scrivere e soprattutto amare ciò che razzando da un capo all’altro Misticanza della migliore tradi- Danza Reloaded si sta leggendo”. Un vero e proprio progetto multimediale, del mondo per registrare con zione: N’goni e vocalità sono [Finisterre] poesia e musica. Qual è la relazioni tra le differenti espres- un esercito di musicisti [più di puramente tradizionali, il resto A Oltre tre anni di distanza sioni artistiche? “Funziona così: la musica, che è più diretta, 30 in totale] in situazioni diver- per niente. Dal Mali ai beat viene rieditato il disco, ormai si mette al servizio della poesia per renderla più libera ed se. Il risultato è inevitabilmente elettronici. Produzione perfet- introvabile, efficace”. frammentario con l’aggiunta ta, sposa il ritmo del Mali con con l’aggiunta di brani nuovi, di qualche sentimentalismo quello del club intelligente. due remix e una versione live di l’aggravante Simboleggia a pieno ciò che si di Jolly Mensah di Babatunde cani che reinterpretano gli da cinque musicisti paraple- di anacronistiche drum-ma- muove nelle strade metropoli- Olatunji. Potter riafferma la sua irlandesi U2. gici. Tra chine. Ma la stoffa c’è e con tane del Mali di oggi. Non solo, melting pot music nelle colla- Ascoltandolo si può facil- che rammentano una produzione più illuminata perché a tratti compaiono fiati borazioni di Ruggero Artale, mente che Congotronics ed un chi- il ragazzo farà parlare bene di liquidi, come nella migliore tra- Roberto Genovesi e di un sia una mera costruzione tarrismo modello Sir Victor sé. Modestia permettendo. dizione afro beat. Un tripudio numeroso, quanto prezioso, commerciale. C’è dell’altro, Uwaifo, si collocano liriche di sonorità groove. Tra i mi- gruppo di vocalist femminili. ovvero un buon disco, utile che parlano di emargina- gliori dischi dell’anno. [A.Bl.] Le radici afroamericane, la ver- per traghettare un pubblico zione, malattia ed accetta- satilità di generi, la simpatia, all’oscuro verso altre latitudi- zione della diversità. E loro oltre che la bravura dell’artista, ni musicali. Grazie particolar- in copertina, a cavallo delle traspaiono in questo disco dal- mente a Vieux Farka Toure, loro wheel-chair ricavate da l’ascolto immediato. Tony Allen, Angelique Kidjo e vecchi sidecar. Sorrisi, rab- Vusi Mahalasela. bia e militanza. A loro tutto troppo e [Vittorio Pio] tutti un po’ poeti... L’arte dello scrivere anche solo una frase “Danza” [2005] [Guido Gaito] evitare [Antonio Blasi] l’idea [G.D.] sezioni ritmiche i il nostro rispetto. primi [G.D.] U-CEF Halalwood BANTU, DOCTA, [Crammed/Materiali sonori] SISTER FA & MORE Il futuro che accoglie la tradi- MANY LESSONS, ISLAM & zione, i bassi profondi ed ip- WEST AFRICA notici che si amalgamano agli [Piranha/AMU Music] strumenti del Marocco. E poi Nel titolo la dichiarazione AA.VV. STAFF BENDA BILLY Demon Albarn, Justin Adams esplicita di quanto sta nel IN THE NAME OF LOVE- TRES, TRES FORT DUB COLOSSUS e Natasha Atlas che assecon- dischetto. Grazie al nigeria- AFRICA CELEBRATES U2 [Kelle Kinoise/Crammed A TOWN CALLED ADDIS dano il talento puro di U-Cef. Il no Bantu, ma residente in [Wrasse Records/Shout Disc] [B&w Real World] Dj Marocchino gioca con Hip Germania, e Sister Fa, giun- Factory] Da Kinshasa, Congo, arriva Dub hop, la trance, mischia le carte gono un manipolo di giovani Dodici incisioni di artisti afri- questo ensamble costituito Etiopia. La firma in calce al da Addis Abeba, 32 DVD della scena North-Mississippi. musicista – batterista, com- Il rischio c’era: tirar fuori un positore, vocalist e produt- disco scontato. Non è ac- tore – originario del Messico, caduto. Quattordici brani di classe 1979. Il cui lavoro ha puro hill-country blues, privo un di scopiazzamenti e carico di te jazzistico [c’è persino A tracce realmente autografe. love supreme di Coltrane Raw ‘n’ dirty, direbbe il grande nel repertorio originale] pur THE REVEREND approccio tipicamen- Tinariwen Ladysmith Black R.L., a cui è dedicato il brano se il territorio di riferimen- PEYTON’S BIG DAMN Live In London Mambazo manifesto del cd. Da avere. to è il flamenco. Ben suo- BAND [Independiente/ Live! nato, tanta passione, doti THE WHOLE FAM Ponderosa] [Heads Up/Egea] che ormai è difficile trovare DAMNILY Il mistero dei touareg che Un gruppo già innalzato insieme. Fa capolina anche [SideOneDummy] suonano un rock vibran- al rango di leggenda ben l’improvvisazione e qualche Il trio dei giovani dannati ca- te dalle mille sfumature ,è prima delle fortunate col- trama mediorientale. pitanato da Rev. J. Peyton solo parzialmente svelato laborazioni da questo dvd che arri- Wonder e Paul Simon, va a compendio di una trova nelle visioni del lea- tournèe consacrazio- der Joseph Shabalala la ROSALIA DE SOUZA contemporaneo: groove hill - ne in terra d’occidente. solida matrice spirituale di D’improvviso country ed energia punk, testi L’imperturbabile di con [G.D.] Stevie [A.Bl. giunge al quinto lavoro da studio: strepitoso. Una della realtà migliori del blues front- un concerto ipnotico e non [Schema Records/Family arrabbiati [chiedere al colosso man Ibrahim Ag- Alhabib solo perché i nove compo- Affair] Wal-Mart], ed adrenalina allo muove le fila di un reper- nenti del gruppo si trovano Se questo disco ha un stato puro. Tutto in acustico torio che pesca dagli ulti- in costante movimento fra i grande pregio è quello del- Orquestra - dobro, washboard, drums- mi due album, abbinando tradizionali passi di danza la produzione, affidata que- Imperial ma non sembra. Incontenibili, i ritmi circolari nel levare che si avvitano sui pro- sta volta proprio a Luciano Carnaval So irrefrenabili: non ascoltarli, un del tamashek con il blues digiosi vocalizzi che ani- Cantone. Tutto molto sobrio Ano Que Vem peccato capitale. primordiale l’orgoglio mano un inno al rispetto ed elegante, musicisti fan- [Ponderosa/I.r.d] spiegato che si dovrebbe sempre tastici [Fabrizio Bosso alla Una delle poderose risorse dall’intervista che in coda alla natura come Rain rain tromba e Luca Mannutza al del Brasile è la sua capacità trova il produttore Justin beautiful rain all’evocati- pianoforte su tutti]. immutata di guardare al fu- Adams parlare del suo va Shosholoza, fino alla E lei la solita grande, tra jazz turo non dimenticando mai rapporto a tutto tondo con preghiera di e samba con quel sapore le sue floride radici popolari. l’ensamble. Amazing grace. [v.p.] new o nu un può sfuocato è il caso di questo inebriante però. Manca quella follia che progetto che coinvolge ben THE KLEZMATICS sociale, e come [v.p.] universale [G.D.] sempre ha caratterizzato i 19 artisti di aree differenti, Tuml = lebn lavoro di Dubulah, ovvero suoi lavori. Repertorio brasi- accomunati però dal tra- [Piranha/Evolution] Nick Page. Molti di voi lo leiro più che noto e persino sporto per la samba-gafieira E venti! È tempo di celebra- rammenteranno con i suoi un brano in italiano. [A.Bl.] o ballerina che dir si voglia zioni per una delle più famo- Transglobal che impazzava intorno agli se band klezmer del globo. dapprima e con Temple Of Underground anni cinquanta. Nato nel 1986 il gruppo gui- Sound poi. Risultato garan- Giovanotti real- dato dall’istrionico e geniale tito quindi, in una mescita tà come Kassin o Moreno Frank London licenzia con di belle meravigliosa di ipnosi dub CEDRIC BURNSIDE & Veloso, nomi tutelari [Wilson la fedele etichetta Piranha ed evocazioni blues, il tutto LIGHTNIN’ MALCOLM Das Neves], persino un’at- un’imperdibile scritto suonato e prodot- 2 MAN WRECKING CREW trice [Thalma Da Freitas], cui compaiono tutti i brani di to con musicisti etiopi. Dal [Delta Groove Music] ISRAEL VARELA riuniti in una sorta di comu- questi venti anni di studi di piano di Samuel Yirga al sax Uno figlio/nipote d’arte della Tijuana Portrait nità le cui idee in musica registrazione. Dal travolgente di Hailu, alla voce di “Mimi” nobile schiatta Burnside, l’al- [Cavò studio] piacciono e trascinano. Man in a hat fino a Shvarts un Zenebe. tro apprezzato session-man Interessante questo giovane [G.D.] [v.p.] raccolta in ways, passando in rassegna 33 tutto il meglio della tradizione del sol levante. Non è molto e sax di Luca Rampini, co-ar- Tra le stelle presenti: Donal yiddish. Sconsigliato solo ai frequente, ma a volte i gran- rangiatore. Lunny, Ronan Browne, Andy possessori delle discografia di numeri coincidono con la Irvine, Martin Hayes, Jacky completa della band. qualità. Daly, Mairéad Ní Dhomhnaill. [ G.G.] [A.S.] [Plinio Bonato [Ciro de Rosa] AAVV Masters of Tradition Trigomigo [RTÉ lyric fm] ‘Scuzà-ou aquì Trentuno tracce, distribuite in Andrea Capezzuoli [FolkClub Ethnosuoni] due CD, raccolgono quaran- SA DINGDING e compagnia Musiche, suoni e atmosfere tadue tra i maggiori interpreti Alive Suonato coi piedi! profondamente radicate nel- vocali e strumentali della tra- Under the counter [Wrasse/Evolution] [FolkClub Ethnosuoni] le Valle Variata, di tradizione dizione musicale irlandese. [Greentrax] L’oriente che incontra l’elet- Progetto originale quello di “occitana”. I musicisti, tutti Non antologia Secondo album per il gio- tronica, le macchine che si Andrea Capezzuoli, intera- giovanissimi e residenti nella pseudo-celtica ma una bella vane quintetto scozzese [tre fondono con lo zither ed i mente dedica to alla musica zona, propongono un disco e significativa testimonianza ragazze e due ragazzi], che gong. Una mescolanza di del Quebec, da non confon- di ricerca e trascrizione fedele del vigore delle forme musicali si conferma ensemble di ca- testi tibetani, mandarini e dere con quella scoto-irlan- di brani tradizionali locali dove popolari dell’isola atlantica. rattere e di grande versatili- sancriti che si uniscono alla dese, più nota in Italia. Il titolo emergono storie ora allegre, Differenti generazioni di mu- tà, dotato di forte appeal dal melodia cinese, terra d’origi- dell’album deriva dall’accom- ora dolcissime e struggen- sicisti registrati dalla Radio vivo, in grado di muoversi tra ne di Sa Dingding. pagnamento tipico di questa ti. Arrangiamenti originali di Nazionale [per informazioni e materiale tradizionale scoz- Dopo un Bbc award, una va- musica tradizionale, ovvero, Trigomigo con la collabora- acquisti: www.rte.ie/shop] nel zese, irlandese, quebecois e langa di dischi venduti tra la la percussione dei piedi. Un di zione, nel brano La chansoun periodo 2003-2007 al festival brani contemporanei, rivisitati Cina e l’Europa Sa Dingdin si sco ideato per stage di danza nouvelo, Masters of Traditon che si tie- con arrangiamenti energetici candida ad essere una delle o concerti “a ballo”. Organetti, francese Patrick Valillant. ne a Bantry, nella parte occi- ed inventivi. Decisa l’impron- espressioni più interessanti violini, piano [digitale], chitarre dentale della contea di Cork. ta ritmica [chitarra, basso ed del mandolinista [G.G.] l’ennesima BODEGA booking alfamusic.com nakaira.com New tour & CD, available in 2009 Mob 349.5149330 darshan.it 34 occasionali tocchi di djembe], Da ascoltare anche con umori funk o flamenco, melodie incentrate sugli stru- AAVV [Crammed/Materiali sonori] senza menti cardine della tradizione Vieux farka toure remixed: ufos MATTEO SALVATORE delle fonti quanto della funzio- caledone [cornamusa, violino, over bamako Popolo de lu paese nalità dei materiali adoperati. fisarmonica, clarsach, whistle], [Modiba/Audioglobe] [Materiali sonori] Ad accompagnarli in questo potente ed efficace la voce di ANTHONY JOSEPH & THE WATCHA CLAN viaggio alcuni degli esponenti Norrie MacIver, che si espri- SPASM BAND Diaspora hi-fi A mediterranean me sia inglese sia in gaelico. Bird Head Son [Naïve/Self] caravan [Piranha/Evolution] BARBAPEDANA dell’est Europa, dal serbo Sa- OLEX TOSSEL PHIL MANZANERA Ghetto Klezmorim ban Bajramovic passando per Movements [Naïve/Self] 1972-2008 [Expression/Egea] [Evolution] il macedone Esma Redzepova AAVV Arriba la cumbia! Zaïti Still time [Iris/Egea] Sesto album per lo stori- (Macedonia) e Jony Iliev. [P.B.] [C.d.R.] troppo preoccuparsi più interessanti della musica co guppo treviginano, sulle orme del grande tradizione è un album che sa attingere Klezmer, oggi come tren’anni dalla tradizione con la consa- fa per un progetto impedibi- pevolezza che solo attraverso le. Undici brani che parlano MOUSSU T E LEI le proprie radici si può guar- di unificazione, di supera- JOVENTS dare al futuro. Senza dimenti- mento delle differenze attra- Home sweet home care che musicisti del calibro verso la musica. I cantastorie Justin Adams & [Le chant du monde/Egea] di Eugenio Bennato - tanto Thierry Titi Robin – traduzione in piemontese Juldeh Camara Tra guepiere anni trenta, chan- per nominare a caso una del- Kali Sultana di Barbapedana – sono tra- Soul Science son marsigliese, musica nera, le mille collaborazioni – hanno [Naïve/Self] volgenti, infiammano certo, [Ponderosa/Ird] umori provenzali e suggestioni deciso di incrociare le proprie La musica non dice mai la ve- sanno struggere, malinconia Proseguono le sperimentazioni occitane Home sweet home. strade con questi sei ragazzi. rità, inquadra le scene in un e felicità che si inseguono, di Adams, mente fertile in pas- Uno splendido viaggio nelle tra- Risultato assicurato. certo modo e già in quello c’è raccontando quelle che sono sato già al fianco di Natacha dizioni, senza aver paura dell’in- una visione parziale della realtà le caratteristiche proprie del- Atlas e Robert Plant, oltre che contro, aperti al mondo e pronti che rispecchia la volontà del- l’animo umano e, perché no, essere attuale produttore dei a ricevere dal mondo, in piena l’autore. Poi se la musica è di della musica travolgenti Tinariwen. In pie- tradizione portuale. Si prendono Titi Robin, allora espone questa na coerenza con questa sua i rischi Tatou e soci, trascinati dal bugia, moltiplicandola all’infinito attuale passione, il chitarrista banjo di Blu, a testimoniare che per realizzare qualcosa che sia ha scelto di farsi accompa- [A.S.] [A.S.] il più lontano possibile dal rea- gnare da un griot originario strette. Un disco che colpisce SMOKE lismo ma che sappia contem- del Gambia che trae dal “rit- nel segno, elegante e coinvol- Routes [Way Out/Edel] poraneamente coinvolgere. Le ti”, sorta di violino arcaico, gente come pochi. Bella questa seconda opera possibilità creative legate ad dei suoni molto evocativi che degli Smoke, band reggae uno stile visionario come quel- FANFARA CIOCARLIA ben si abbinano allo scarno che tuttavia qui si discosta lo esibito dal multistrumentista Queens & Kings rock-blues di base. Shuffles dai mari calmi e noti per e compositore ben si espli- [Asphalt Tango/Materiali e boogie di altri tempi si inse- disegnare rotte che conflui- cano in questo doppio album sonori] guono occhieggiando ad altri scono nel roots più spinto, nel quale si rimane dapprima La fanfara Ciocarlia è tornata. strumenti di tradizione [kora] nel quale i punti di riferi- increduli, ma se si resiste un La grande band gypsy rume- oppure di estrazione occiden- mento cambiano, poco alla fine si è coinvolti e na, una delle più travolgenti tale [basso elettrico] creando RIONE JUNNO ma dove tuttavia è il soul, soggiogati dal miscuglio mera- del panorama internazionale, un percorso sorprendente che TarantBeatProject specialmente evocato dalla viglioso di idiomi mediterranei continua a far parlare di sé merita attenzione e sopratutto [Nut/Cni] voce, a farla da padrone. che si incontrano lungo il trac- con il nuovo“Queens & Kings”. diffusione. Attenzione al boo- Se un disco d’esordio è una Diciassette tracce che scor- ciato. Un museo di strumenti di Arrivati al quinto album, a due klet, che prevede persino la dichiarazione da rono bene, ricche di trovate diversa estrazione, l’abolizione anni di distanza dal successo trduzione dei testi, come più o Rione Junno c’è da aspettarsi [campioni ed altro], che na- dei confini tra musica improv- di “Gili Garabd”, il guppo ripar- meno si fa sempre nella pas- molto. Electro taranta di gran- scondono testi impegnati, visata e scritta. Un lavoro intro- te dai terriori musicali più cari, sione che contraddistingue la de fascino, Tarantabeatproject duri e profondi. spettivo, sognante. fondendo la musica zingara coraggiosa label. alla musica le etichette stanno d’intenti, [A.S.] spesso [A.Bl.] [A.Bl.] [V.P.]