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Scanno Natura Doc
SCANNO 23 - 26 SETTEMBRE 2010
SCANNO NATURA DOC/EFFETTO UOMO FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO NATURALISTICO ITALIANO 2ª EDIZIONE - 2010
Festival del Documentario Naturalistico Italiano
Scanno Natura Doc
EFFETTO UOMO
2ª EDIZIONE
FONDAZIONE LIBERO BIZZARRI
EDIZIONI
sommario
DENTRO IL DOCUMENTARIO
5 "Effetto Uomo"
0
6 Il mondo è nelle nostre mani
0
7 L'uomo e la natura nel Parco 0
0
8 Il diritto ancestrale alla terra 0
0
10 Una festa di musica, danza e tradizione
12 Il 3D per "vedere" meglio il reale
14 ..."E ogni cosa prima o poi ritorna"
17 La mia sfida con il lupo
18 Il mistero del lupo
20 Il richiamo della foresta
23 Il documentario e la natura in Abruzzo
27 Ciò che l'occhio ha visto il cuore non dimentica
CATALOGO SCANNO NATURA DOC/EFFETTO UOMO
30 Giurie e Premi
31 Editoriali
33 I Doc in concorso
42 I Doc amatoriali
48 Media Educazione
50 Concorso CollinaMontagnAmbiente
52 L'Uomo, l'ambiente, i luoghi
56 Le piccole grandi realtà
57 L'uomo, la natura e i limiti della ragione
Le comunità di montagna
58 Associazione Scanno Natura Doc
60 La Rete
Autorizzazione del Tribunale di Ascoli Piceno n. 430 del 28/04/2005
Direttore responsabile Maria Teresa Antonelli
Progetto Grafico Kurtz
Stampa Fast Edit
Via Gramsci 11/15, 63030 Acquaviva Picena (AP)
Presidente del Premio
Cooperazioni
Claudio Speranza
Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e
Molise
Comunità Montana Peligna
Comune di Scanno
Provincia de L’Aquila
Regione Abruzzo
Agenzia Promozione Culturale
di Sulmona
Libera Università dei Diritti Umani
Cattedra di Antropologia culturale
Dipartimento di Sociologia e
comunicazione-Università La
Sapienza Roma
Casa Editrice TECNODID
Facoltà di Lettere e Filosofia Tor
Vergata Università di Roma
Doc it–Associazione dei
documentaristi italiani
Fondazione “Libero Bizzarri”
Associazione Operatori Tutti Scanno
ASCOT
Associazione COTAS
Azienda bioagrituristica “La Porta dei
Parchi” Anversa degli Abruzzi
Associazione“Futuro Remoto”
di Villetta Barrea
Associazione “Borgo Fattoria Didattica
di Villetta Barrea
Riserva Naturale Gole del Sagittario
Associazione A.C.M.A.-Festival
del documentario d'Abruzzo
Comune di Anversa
Riserva Naturale Gole del Sagittario
Associazione SulmonaCinema
Coordinamento Artistico
Fabrizio Pesiri
Maria Pia Silla
Organizzazione
Giovanni Di Cesare
Massimo D’Alessandro
Francesco Del Fattore
Tiziano Paletta
Francesco Rotolo
Maria Pia Silla
Francesca Romana Vagnoni
Segreteria organizzativa
Antonio Consalvo
Emanuela Paletta
Ufficio Stampa e
Comunicazione
Italia Gualtieri
Relazioni Esterne
Ricerca Filmografica
Documentazione Storica
Francesco del Fattore
Giovanni Di Cesare
Rino Di Pietro
Angela Giovannelli
Italia Gualtieri
Francesco Rotolo
Selezione documentari in
concorso
Associazione Scanno Natura Doc /
effetto uomo
Redazione Catalogo
Italia Gualtieri
Maria Pia Silla
Grafica e Immagine coordinata
Kurtz
Sito Web
Kurtz
Hanno collaborato
Giuseppe Cetrone
Davide Cetrone
Paolo D’Amato
Bruno Di Cesare
Ezio Farina
Umberto Gavita
Enzo Gentile
Rosa Giammarco
Mario Giannantonio
Maria Pia Graziani
Lucio Le Donne
Francesco Mastrogiovanni
Doriana Oriola
Filomena Ricci
Lucrezia Sciore
Giuseppe Serafini
Amato Silla
Mauro Silla
e gli amici di Frattura
DENTRO IL DOCUMENTARIO
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"EFFETTO
UOMO"
associazione
SCANNO NATURA DOC
Noi esistiamo in un tempo meraviglioso ed insieme terribile. Stiamo vivendo un momento esaltante della nostra
evoluzione inizia ta milioni di anni fa. Siamo giun ti ad
un punto in cui le nostre capacità, frutto di un progresso
costante ed inarrestabile, ci consentono di determinare il
futuro del nostro pianeta, di questa nostra Terra che, dagli
albori della nostra vita, ci ha protetto in oscure caverne, ci
ha nutrito con tutto ciò che la natura ci offre e che ci vede
oggi in procinto di decollare verso le stelle, ormai padroni
di conoscenze e tecnologie senza confini.
Ma ciò che sar à di quest o nostro pianeta, quale sar
saràà il
futuro di quel contesto naturale che tanto ci ha datoo nelsusseguirsi dei secoli, dipende solo da noi e dalle nostr
nostree
coscienze. Per molto, molto tempo abbiamo vissututoo in
armonia con tutto ciò che ci circonda. Abbiamo costruito
truito
case perfettamente inserite nei loro contesti naturali,i, abbiamo utilizzato tutto quello che Madre Terra ci ha offfferto
senza mai uscire da quei logici e spon tanei confini entro
i quali la saggezza secolare ci aveva suggerito di esistere
istere
rispettando sempre un corretto equilibrio tra la forzaa delle nostre menti, emergenti e la stabile, immensa energia
nergia
della natura. Ma oggi tutto questo sta cambiando poiché
oiché
l'esponenziale crescita della mente umana, ed a v olte la
nostra stessa irrazionalità, ci stanno r apidamente mettendo in condizione di compiere danni irrimediabili compromettendo il futuro della nostra stessa esistenza.
Dobbiamo quindi compiere un impor tante ed indispenspensabile viaggio all'in terno delle nostr e c oscienze e mamaturare un for te proposito di in versione di t endenzaa che
consenta, sì, un c ostante arricchimento delle nostrree conoscenze, e di conseguenza il progressivo miglioramento
mento
delle nostre condizioni di vita, ma anche una maggiore
iore e
più incisiva protezione, conservazione e, se necessario,
ario, il
ripristino, del contesto naturale, la biosfera, in cui viviamo
viamo
e vivremo.
Scanno Natura Doc utilizza il linguaggio delle immagini e dei suoni, r apportato al mondo della na tura e alle
correlazioni dell’uomo con esso, per sensibilizzarci verso
nuove scelte di compatibile convivenza con tutte le altre
specie viventi.
E dedica il suo impegno alla tut ela, alla c onservazione
ed al r einserimento degli animali st oricamente presenti
nelle nostre montagne.
g
p contribuire,, anCi auguriamo
che il nostr o lavoro possa
chese in par te modesta, ad un pr ogetto Na tura/Uomo
così grande, indispensabile ed improrogabile.
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"EFFETTO
Gioia Di Cristofaro Longo
IL MONDO E’ NELLE
NOSTRE MANI
E’ ormai consolidata opinione che il rapporto natura - cultura rivesta un carattere di assoluta interdipendenza.
Non è pensabile una na tura che prescinda dall’opera dell’uomo, così, come altrettanto impensabile, è un in tervento
umano che non abbia ripercussioni sulla natura.
Si tratta di un rapporto culturalmente orientato: a seconda dei valori che ispirano i nostri comportamenti singoli e collettivi si realizzano effetti sull’ambiente che vengono ad incidere significativamente sulla qualità della vita di ciascuno
di noi.
Il genere umano deve la propria sopravvivenza ed il proprio benessere allo stretto collegamento con gli equo sistemi
naturali quali: for este, zone umide, barriere coralline, bacini idrici, gestione della flora, conservazione della fauna e
strategie e piani d’uso del suolo.
Emerge con chiarezza la stretta connessione con le politiche economiche sociali e relativo livello di responsabilità.
In questo contesto va letto il ruolo della bio-diversità nella vita umana con ripercussioni sul piano delle produzioni, così
come, per fermarci solo a pochi esempi, la div ersità ecologica e paesaggistica che orienta le scelte turistiche, nonché
l’affermarsi e riproporsi di eventi tradizionali quali sagre, o culturali quali feste patronali.
Tali eventi sono generalmente collegati ai tempi e luoghi in cui alcuni cicli naturali si svolgono, quali fioriture, migrazioni, eventi riproduttivi etc…
Questa consapevolezza è alla base della scelta da parte delle Nazioni Unite di dichiarare l’anno 2010 Anno Internazionale della Bio - Diversità.
Con questa iniziativa ci si propone di limitare i danni legati a comportamenti dell’uomo lesivi degli equilibri ecosistemici sul piano ecologico, culturale ed economico.
La visione moderna del rapporto uomo e ambiente è, quindi, quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell’ecosistema Terra.
In questo senso l’immagine che accompagna ormai da cinque anni le mie iniziative sui Diritti Umani, promosse all’interno della Cattedra di Antropologia Culturale della Sapienza-Università di Roma, sembra sintetizzare efficacemente i
termini per il nostro impegno come esseri umani: due mani in trecciate nelle quali è disegnato il mondo a significare
l’ineliminabile responsabilità degli esseri umani della gestione del rapporto natura – cultura, cultura - natura.
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O UOMO"
Giuseppe Rossi
L’UOMO E LA NATURA
NEL PARCO
Una delle principali funzioni dei parchi è quella di promuovere la cura della Natura, stimolando nell’Uomo l’ispirazione
di sentimenti positivi e la comunicazione con essa.
La Natura come universo è la casa dell’Uomo, lo spazio in cui l’Uomo vive e lo fa vivere. L’Uomo deve allora proteggere
la Natura, perché la comprensione della vita può venire soltanto da un contatto intimo e immediato con essa.
E così l’Uomo div enta compartecipe della vita di tutti gli esseri viv enti, in modo da c ooperare con la Na tura e non
competere con essa.
Il padre della wilderness, il grande scrittore americano Henry David Thoreau, volendo spendere “una parola in favore
della Natura, della assoluta libertà e dello stato selvaggio, contrapposti a una libertà e una cultura puramente civili” diceva: vorrei considerare l’Uomo come abitatore della Natura, come sua parte integrante e non come membro della società;
sottolineando in tal modo la necessità di conservare “la wilderness” quale complemento della vita civilizzata.
Nel Parco, oggi, è senz ’altro possibile - e c omunque dovrebbe essere senz’altro possibile - c onsiderare la presenza
dell’Uomo, con tutte le sue testimonianze di vita, la sua st oria, la sua cultura, la sua identità, i suoi problemi, le sue
prospettive, appunto come parte integrante e attiva dell’area protetta.
La conservazione della Natura può avere tanti significati e ne ha molti anche in dir ezione di quel modo di in tenderla
che si chiama “sviluppo sostenibile”. La Natura è soprattutto una ricchezza di valori, ma è anche una ric chezza materiale.
Le risorse naturali sono utili, ma non dev ono essere protette e conservate perché solamente utili, devono esserlo in
quanto hanno una dignità.
Nel Parco l’Uomo ha lasciato “tracce” e segni di grande interesse. Decine di villaggi ne punteggiano il territorio, conferendogli caratteristiche del tutto speciali.
Questi piccoli insediamenti hanno quasi sempre conservato, nel loro nucleo storico, una struttura fisica e socioeconomica vicina a quella originaria che li rende unici e attraenti.
Perciò, i villaggi come l’Uomo: parte integrante della Natura. Non dovrebbe essere difficile. Non dovrebbe essere impossibile!
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"EFFETTO
il diritto ancestrale
alla terra dei popoli
originari
Oggi come ieri la “Conquista della Patagonia” avanza secondo la vecchia logica O ccidentale del massimo pr ofitto e dello
sviluppo incontrollato, abnorme, spropositato dell’industrializzazione e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali: riserve d’acqua, minerali, petrolio e tutta la biodiversità caratteristica delle immense superfici di questa regione. E il
conseguente annientamento del popolo originario: i Mapuche.
Il film documentario La Naciòn Mapuce dà risonanza alle domande che (ci) pongono i Mapuche e che ci riguardano anche
come occidentali: quali legami unisc ono tra loro le persone che sen tono di appar tenere a un popolo , a una nazione che
ricerca la propria autonomia? Come far valere il proprio "diritto ancestrale alla terra che i popoli originari oc cupano tradizionalmente"?
Intervista a Fausta Quattrini
“I Mapuche sono un popolo originario dell’ estremo sud del c ontinente Latinoamericano, oggi divisi fr a l’Argentina ed il
Cile.Vivono principalmente nelle aree urbane, ma mantengono forti legami con la propria cultura di cui sono for temente
orgogliosi e per i quali chiedono rispetto e attenzione. Il popolo Mapuche è il solo nel continente americano ad aver resistito
ai Conquistatori spagnoli e la Corona spagnola ha dovuto riconoscerne le frontiere e l’autodeterminazione. La loro memoria
è segnata dalla resistenza dei loro antenati contro l’avanzata dell’esercito argentino voluta dal generale Roca, 130 anni fa.
Per la prima volta nella provincia di Rio Negro, una sentenza emessa da un giudice riconosce il “diritto ancestrale” alla terra,
fatto che mette in discussione due secoli di giurisdizione britannica e di credenze ben ancorate nell’inconscio argentino.
I Mapuche vogliono trasformare queste parole scritte in realtà e chiedono allo Stato Argentino il rispetto della Costituzione.
La questione non è sapere quale delle due visioni sia la migliore, ma interrogarci se siamo pronti a sostenere, nella pratica,
che entrambe le visioni, quella dei P opoli Indigeni, quella dei Mapuche , e la nostr a, siano impor tanti e debbano pot er
convivere in questo stesso pianeta.
Perché un film sulla Nazione Mapuche?
I Mapuche, oggi, continuano a lottare affinché lo sta to argentino rispetti la pr opria Costituzione nella quale dal 1994 sta
scritto: "il diritto ancestrale” alla terra dei popoli originari…. Non casualmente significa “gente della Terra”, il territorio è un
elemento costituente della loro identità.
Avete avuto molte difficoltà a girare il film?
Per realizzare il film è sta to necessario molto tempo (4 anni dal 2003-2007), è sta to fondamentale entrare in un altr o
tempo, ma soprattutto è stato necessario guadagnarsi la fiducia della Confederazione Mapuche, dei Werken (messaggeri),
dei Logkos (conduttori) e delle comunità. Oggi la diffidenza dei Mapuche più che legittima, è genetica, dir ei. Davanti alla
videocamera loro ci dic evano che la t ecnologia dei bianchi non gli a veva mai por tato nulla di buono . Per noi er a molto
imbarazzante trovare le parole per argomentare che le immagini, forse (forse) avrebbero potuto aiutare la loro lotta pacifica
e generazionale.
Fiducia che alla fine vi è stata concessa…
Abbiamo stabilito un rapporto di fiducia con coloro che ci hanno permesso di mettere in scena dei momenti della loro vita
per farne una storia (...) Attraverso la nostra videocamera noi ci appropriavamo d’immagini significative della loro vita collettiva, che restituivamo in breve tempo sotto forma di lunghi pre-montaggi. Durante i 4 anni di lavorazione del film tutto
il girato è stato a disposizione delle comunità e della Confederazione Mapuche”
http://www.sabatoseraonline.it
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O UOMO"
LA NACION MAPUCE
Regia:
Fausta Quattrini
La Naciòn Mapuce è un film documentario sulla vita del popolo originario della Patagonia. L’opera, pur con le caratteristiche di dettagliare fattualmente la realtà , riesce tuttavia a dare allo sviluppo narrativo il respiro di una fiction.
Grazie ad una r egia capace di fondere alla per fezione stile e c ontenuto, di non per dersi in un’eccessiva rappresentazione dello splendore dei paesaggi della Patagonia, di descrivere la vita dei Mapuche lasciando che siano essi stessi a
mostrarcela, la Quattrini raggiunge un risultato cinematografico eccellente. L’autrice riesce ad esprimere ciò che vuole
senza l’uso di una voce fuori campo e senza l’aiuto di didascalie. La sua mano rimane invisibile, immersa e nascosta in
un’identità unica con il popolo sudamericano. L’opera si fa notare per lo stile ben definito, per lo spiccato senso cinematografico, per la sensibilità toccante e per la capacità straordinaria nel rendere suggestiva ogni inquadratura.
Fausta Quattrini (L ocarno, Svizzera, 1964) si è laur eata in ar chitettura a Z urigo e, nel 1996, ha fonda to a P alermo
l’Atelier Video insieme al documentarista Daniele Incalcaterra.
Fra il 2000 e il 2002 ha r ealizzato una serie di aut oritratti intimisti esplorando le relazioni fra linguaggio, corpo, gestualità e video e nel 2000 ha messo in scena Al di là, una contaminazione fra differenti forme d’espressione artistica.
Entrata in contatto con l’Equipo argentino di antropologia forense e con l’Associazione dei figli dei desaparecidos, nel
2003 ha realizzato il documentario Organizaciones horizontales.
96' colore 2007
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"EFFETTO
una festa di musica,
danza e tradizione
Il tema della memoria, delle radici culturali, del sapore della vita si condensa in questo inatteso viaggio che compiono
i due protagonisti: Bimbascione (Teresa De Sio) e il Principe Floridippo (Giovanni Lindo Ferretti).
Tutto comincia quando il principe Floridippo racconta al suo servo Bimbascione lo strano sogno fatto la notte prima:
l’incontro con un grande ragno. Da quel momento il principe, scontroso e sempre chiuso in un castello buio con i suoi
libri e i suoi quaderni, sen te un impulso irr efrenabile e inspiegabile a spostarsi v erso il sud, attraversando la P uglia
dal Gargano a Foggia. Ma non si ferma e v a ancora più giù, nel Salen to, una terra che brucia. Trova paesaggi brulli e
aspri, mare cristallino e case bianche in stile bar occo. E scopre che questa è la t erra della Taranta, il ragno incontrato
nel sogno.
Il viaggio diventa un cammino che è scoperta e riscoperta di tante cose che “stanno” tutte insieme, una dentro l’altra:
musica, territorio, vicende umane e poi ancora musica.
Un film-concerto? Una fiaba barocca nei luoghi della Taranta? Un documentario su musicisti oggi amatissimi dai più
giovani? Una testimonianza di teatro del corpo e della voce? Craj è certo tutte queste cose, ma è soprattutto un’esperienza collettiva catturata dalla cinepresa e trasformata in film. Un ritratto di un modo di fest eggiare e di partecipare
alla vita della comunità tipico, coinvolgente e molto positivo, perché unisce più generazioni e trasmette valori e sentimenti importanti e utili.
Questa rielaborazione cinematografica parte dal modello di uno spettac olo di piazza ideato dai due protagonisti: un
percorso a tappe in div ersi palchi disposti a cir colo intorno al pubblico che si lascia tr asportare dal ritmo tr ascinante
della musica e diventa anch’esso parte attiva e indispensabile dello spettacolo per sconfiggere quella famosa tarantola
salentina che pizzicava le donne nei campi. Per il veleno l’unico antidoto era la musica. Un processo che riesce a compiersi anche in sala nonostan te la mediazione della mac china da presa. Il vortice di sollecitazioni che pr oviene dalla
mescolanza dei tre codici espressivi impiegati - il documentario, la fiaba, il concerto - appassiona ed elettrizza chi ama
questo genere di eventi. Coniugare tre codici espressivi tanto diversi tra loro è stata la scommessa di questo film “sullo
spettacolo della vita”.
E’ un film più da “vivere” che da raccontare perché è profondamente emotivo, come la musica che ci fa ascoltare.
E’ stato un film complesso da realizzare a causa delle poche risorse disponibili e a causa della par ticolarità del film
stesso, difficile da spiegare e da promuovere ad eventuali partner economici. Ma è nella natura stessa di questo progetto quella di essere spartano, frutto di generosità ed entusiasmo, prima che di mezzi tradizionali e ricchi del cinema
comune. La sua realizzazione è stata possibile soprattutto grazie alla passione di tutti quelli che vi hanno lavorato.
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O UOMO"
CRAJ-DOMANI
Regia: Davide Marengo
Craj- Domani è un viaggio poetico e reale nella multiforme terra di Puglia. Il principe Floridippo (Giovanni Lindo Ferretti) sogna di un grande ragno e all’indomani un’impulso irrefrenabile prende a spingerlo verso sud. Dal Gargano al
Salento il percorso è lungo e pieno di sorprese e il Principe, accompagnato dal fido Bimbascione (Teresa De Sio) e dal
cavallo Toledo, si ferma tre volte per riposarsi: a Carpino, dove incontra I Cantori, a Foggia dove conosce Matteo Salvatore e a Cutrufiano dove balla con Uccio Aloisi. Sono i principali maestri e testimoni della musica tradizionale pugliese,
che conosciamo attraverso interviste e immagini della lor o vita e dei lor o concerti e che, insieme alla liev e ironia di
Bimbascione, schiudono all’erudito e malinc onico Floridippo il piac ere di una vita per la prima v olta “vera”. Fiaba,
concerto, documentario: Craj si sviluppa su tre livelli di narrazione distinti anche da tre tecniche di ripresa differenti Super8, 16 mm e digitale – mescolate a creare un’opera dall’atmosfera particolare.
Una grande, indimenticabile festa popolare. Un viaggio nella memoria che vuol restare nel Domani.
Davide Marengo, dopo a ver girato backstage di film, videoclip musicali, pubblicità e c ortometraggi premiati in numerosi festival internazionali, nel 2005 ha diretto Craj (premio “Lino Miccichè” come miglior opera prima al Festival di
Venezia 2005, 1° premio al festival “Libero Bizzarri”, candidato ai Nastri d’Argento 2006 “Miglior documentario uscito
in sala”). Ha dir etto i videoclip musicali Fiori d’Arancio e L’Ultimo Bacio di Carmen Consoli ( “Italian Music Award”).
“Notturno Bus”, una commedia noir interpretata da Giovanna Mezzogiorno, Valerio Mastandrea e Ennio Fantastichini,
segna l’esordio di Marengo nel lungometraggio di finzione.
81' colore 2005
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"EFFETTO
il 3D per "vedere"
meglio il reale
Il Volo di Wim Wenders è il primo film italiano in 3D , ma è anche il primo 3D che “racconta il reale”. Si tr atta di un
mediometraggio della durata di 32 minuti che non è attualmente distribuito nelle sale e viene solamente presentato
in festival e situazioni par ticolari. Ma è qualcosa di completamente diverso dalle opere che usano il 3D c ome effetto
spettacolare. In questo lavoro troviamo una ricerca sul colore e sull’immagine che vuole arric chire il linguaggio c on
nuovi elementi. Un’inquadratura dall’alto sui tetti affacciati sul mare è una tela, è pittura. Le goccioline di pioggia non
cadono su di noi ma in una terza dimensione interna al prodotto filmico. La fotografia (realizzata da Romano Albani)
è differente da quella usata da Wenders in molte delle sue fotografie e opere cinematografiche a colori. Le dominanti
al “neon-americano” ciano e verde/verde prato spariscono.
Wenders commenta: “ Per la prima volta nella mia vita ho fatto un film che si abbandona, si lascia trascinare dalla realtà, ed è stato proprio grazie a questi ragazzini di Riace che ho fatto quello che veramente volevo fare, entrare sul serio
in questa terza dimensione. Il 3D è fantastico per farti vedere l’invisibile, per portarti in pianeti lontani, per immergerti
dentro una fantasia, però non siamo ancora abituati all’idea che il 3D, questa tecnica reale, è una straordinaria, un’incredibile porta che ti fa vedere la realtà così com’è quella del nostro pianeta”.
Durante le riprese Wenders trasforma il lavoro da un film di fiction, della durata iniziale di 7’, in meta-cinema in cui si
mette in gioco in prima persona come “attore” di se stesso. La svolta è decisa dalle parole che il giovane Ramadullah
– un piccolo rifugiato afgano che faceva la comparsa nel film e che ogni giorno per arrivare sul set faceva tre ore di pullman - dice a Wim: “è molto bello quello che stai facendo qui, ma noi siamo venuti fin qui solo per te, adesso sei tu che
devi venire da noi a Riace se no non sei una persona seria”. A quel punto Wenders decide di cambiare la sceneggiatura:
“Era necessario insomma che la fiction indietreggiasse per far posto alla realtà”. Da comparsa Ramadullah si trasforma
in anima wendersiana come altri tre ragazzini rom per raccontare la sua storia.
Esperienze di speranza e solidarietà che hanno entusiasmato il regista tedesco, in un momento in cui è particolarmente
difficile parlare di accoglienza e integrazione.
A Riace l’immigrazione da diversi anni infatti è diventata una risorsa. I rifugiati, arrivati a più riprese a partire dalla fine
degli anni Nov anta, sono da t empo impegnati in a ttività artigianali e produzioni locali e stanno c osì contribuendo,
in perfetta armonia con la popolazione locale , a rivitalizzare l’economia di borghi segnati da emigrazione di massa
altrimenti destinati a un futuro di decadenza e spopolamento.
"Il Volo -spiega il P residente della Regione Calabria Agazio Loiero – è un cortometraggio con un soggetto tutto calabrese, ispirato, cioè, alle esperienze di accoglienza verso i rifugiati politici ed i richiedenti asilo, iniziati a Badolato alcuni
anni fa e proseguiti in questi anni, con ancora più successo, nella Locride, tra Riace, Caulonia e Stignano. Una favola di
semplicità che ci riporta al tema dell'ospitalità che è radicato nel popolo calabrese e che riporta la memoria ad uno degli
immigrati più illustri: Pitagora il quale diceva: "se devi lasciare la tua Patria, salendo sulla nave, distogli lo sguardo dai
confini che ti hanno visto nascere".
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O UOMO"
IL VOLO
Regia: Wim Wenders
Il Volo racconta la singolare vicenda di un paese della c osta calabrese ormai spopolato dove il sindaco non ha quasi
più cittadini da amministrare e un bambino non può or ganizzare neanche una partita di pallone per la mancanza di
altri bambini. Nel paese arriv a un gruppo di immigr ati africani creando scompiglio nella piccola comunità e le ov vie
discussioni sull’accoglienza. Saranno proprio il sindaco e il bambino che daranno una soluzione decisiva e positiva alle
difficoltà…
Il film, che si avvale della recitazione di Ben Gazzarra, doppiato da Giancarlo Giannini, e di Luca Zingaretti, è prodotto
dalla Regione C alabria che è la prima ad a ver adottato una legge per pr omuovere l’accoglienza e l’inserimento dei
rifugiati e dei richiedenti asilo.
Nella conferenza stampa seguita alla proiezione del film, in anteprima il 19 marzo 2010 alla Casa del Cinema a Roma,
Wenders afferma: “Tutti siamo abituati al fatto che buona parte della realtà che abbiamo di fronte agli occhi è francamente piuttosto brutta, che induce al pessimismo, specie se guardiamo molto la televisione e invece a me è piaciuta l’idea
di montare su questo schermo qualche cosa che è bello e che è quasi utopico ma calato in un paesaggio che ultimamente
(come vogliamo dire) non gode molto buona stampa, non godono di buona stampa gli immigrati, non godono di buona
stampa i poveri. Il problema della povertà, della miseria, non gode di grande popolarità sul pianeta, quindi alle volte
occorre soltanto un semino di utopia per vedere le cose con occhio diverso. Spero davvero moltissimo che quel granello di
utopia che abbiamo visto tutti quanti lì a Riace possa crescere, diventare una cosa più grande, qualche cosa che ci indica
il cammino che ci porterà a vedere gli immigrati non più come un problema, ma come una soluzione.”
32' colore 3D 2010
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"EFFETTO
...“e ogni cosa prima
o poi ritorna”
Il titolo del film è un proverbio occitano (E l’aura fai son vir), come dire: tutto torna.
Chi è l’altro, il “forestiero”? Che vuole da me? In che modo cambierà la mia vita? Sono le domande primordiali dell’incontro, del singolo che si apre al plurale. Sono le domande alla base de Il vento fa il suo giro.
Il protagonista Philippe ac compagnato dalla moglie , due figli e un pic colo gregge di capr e, base del suo la voro di
formaggiaio, lascia la v alle dei Pirenei dove abita e s ’installa nel paesino di C hersogno, la cui sopr avvivenza è legata a pochi v ecchi e a un fugac e turismo estiv o. E' un film di c omplessità espressiva e t ematica rara. Più che quello
dell’immigrazione, ribaltato in modo originale, affronta il tema del rapporto con la diversità, analizzato come disagio
o arricchimento a seconda dei punti di vista e dei vari personaggi.
La diversità scatena il conflitto, mette in dubbio certezze e convenzioni, condiziona eventi e scelte, modifica le persone
o ne rovescia il ruolo. La sensazione è che un paesino immerso in un paradiso cova il male, anche inconsapevolmente.
Perché nell’ottica dei suoi abitanti difendersi con qualunque mezzo da ciò che è altro, conserverebbe intatta - per essi l’identità culturale e morale del paese, senza capire che così facendo si alimenta solo l’odio verso i propri simili.
Nel film e nella sua sapiente costruzione drammaturgica, però, alita qualcosa di sospeso che è, insieme, già definito e
aperto al futuro, alla possibilità di cambiarlo. Affiora il tema del destino, come suggerisce un vecchio detto popolare,
citato da uno dei personaggi: "Le cose sono come il vento, prima o poi ritornano".
Come dice Giorgio Diritti in una dichiarazione d’intenti: "Senza contatto, scambio di valori e accoglienza non può esserci sviluppo umano e qualità dell’esistere; sembra inevitabile che vi si giunga solo col travaglio, che solo la dimensione
tragica possa risvegliare nell’uomo una coscienza da cui far germogliare speranza e fiducia".
Straordinario film, splendidamente interpretato da non professionisti (ad eccezione del protagonista e di pochi altri attori). E anomalo, nel panorama del cinema italiano, per molti motivi: non ha usufruito di finanziamenti ministeriali né
televisivi; è stato prodotto con una formula cooperativa: le persone della troupe e gli interpreti principali sono entrati
in coproduzione, condividendo criteri e modalità di realizzazione, garantendosi così col lavoro una quota del film. Oltre
a coprire tutti i ruoli c omprimari, gli abitanti della Valle Maira e delle Valli vicine hanno messo a disposizione me zzi,
animali, oggetti di scena e ambienti, persino cibo, per effettuare le riprese: eppure nel film non sono tutti simpa tici,
anzi.
È un insolito film di montagna, grazie anche alla fotografia digitale di Roberto Cimatti. È difficile filmare la montagna
senza cadere nell’oleografia, nelle bellezze da cartolina, nell’ovvio fascino delle alte cime, delle albe e dei tramonti. La
storia del cinema insegna che, tolte poche eccezioni, i migliori film di montagna sono in bianco e nero. Diritti e Cimatti
l’hanno filmata nella sua realtà più fisica e atmosferica attraverso il variare delle stagioni come raramente sullo schermo si era visto, filtrando spesso i paesaggi attraverso le nubi o la pioggia e t enendo il livello cromatico sui toni gravi,
verde smorzato e grigio metallico. I pochi momenti di luce radiosa acquistano così uno splendore quasi surreale.
Un film bellissimo, perché ci riporta all’essenza delle cose e del cinema
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O UOMO"
IL VENTO FA
IL SUO GIRO
Regia: Giorgio Diritti
Il vento fa il suo giro racconta l'arrivo di un pastore francese in un piccolo villaggio delle Alpi Occitane italiane, Chersogno, la cui sopravvivenza é legata ad alcune persone anziane ed a un fugace turismo estivo.
Ben accolto, se pur non a braccia aperte, insieme alla sua giovane famiglia, alle sue capre e alla sua piccola attività di
imprenditore formaggiaio, la sua venuta diventa la dimostrazione di una possibile rinascita del paese. Ma, un po’ alla
volta, le condizioni di vita divengono sempre più difficili, tra incomprensioni, rigidezze e un pizzico di invidia.
Alcuni tra gli abitanti iniziano a sentire troppo ingombrante questa nuova presenza, ed una serie di vicissitudini portano il paese a dividersi in due.
Giorgio Diritti é nato a Bologna il 21 dicembre 1959. Si forma lavorando al fianco di vari autori italiani (Lizzani,Wetmüller, Vancini), ed in particolare Pupi Avati, con cui collabora in vari film. Realizza vari casting per film in Emilia Romagna,
tra cui "La Voce della Luna" (1990) di Federico Fellini. Partecipa all’attività di Ipotesi Cinema, Istituto per la formazione
di giovani autori, fondato e dir etto da E rmanno Olmi. C ome autore e r egista dirige documen tari, cortometraggi e
programmi televisivi. Il suo film d’esordio, "Il Vento fa il suo Gir o" (2005), par tecipa ad oltre 60 festival nazionali ed
internazionali, vincendo oltre 36 premi. Riceve 5 candidature ai David di Donatello 2008 (fra cui Miglior Film, Miglior
Regista Esordiente, Miglior Produttore e Migliore Sceneggiatura) e 4 candidature ai Nastri D’argento 2008.
Il film, inoltre, diventa un "caso nazionale", restando in programmazione con successo al Cinema Mexico di Milano per
più di un anno e mezzo. Ma non ha una distribuzione!
107' colore 2005
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SCANNO NATURA
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LA MIA SFIDA
CON IL LUPO
Fabio Toncelli
Ogni volta che penso al lungo periodo di t empo che ho impiegato per realizzare “Il Mistero del Lupo” provo lo stesso
sentimento. Non è facile spiegare di che tipo di sentimento si tratti ma è qualcosa che ha a che fare con la gratitudine,
l’ammirazione e il rispetto. Voglio provare qui a chiarirlo meglio.
Quando proposi al National Geographic un documentario sulla ricerca in corso sul lupo nel Parco Nazionale del Pollino,
da par te di una squadr a scientifica dell’Università di Roma dir etta da L uigi Boitani e P aolo Ciucci, in r ealtà sapevo
bene in che guaio mi stavo cacciando. Alla domanda precisa del direttore americano delle produzioni estere di NatGeo
Channel di quanti minuti di comportamento del lupo pensassi di girare, tutti i presenti alla riunione si voltarono dalla
mia parte in silenzio. Decisi di rispondere sicuro con un <<Venti>>, corretto immediatamente da un flebile <<…
forse diciotto…>> che fu subito verbalizzato su un taccuino. Credo ci fosse un po’ di scetticismo nei miei confronti e
non certo per la qualità scientifica della ricerca che volevo raccontare, visto che il livello del progetto e delle persone era
ed è riconosciuto a livello mondiale. Ma io sarei riuscito a filmarlo e a raccontare in modo interessante la “vita italiana”
di questo splendido predatore, un’esperienza selvaggia di cui anc ora poco si sapeva? Dopo quell’incontro passarono
quasi due anni di preparazione e riprese.
Sono molto orgoglioso del risultato. Ma c’è di più. S eguendo le tracce del lupo sulla nev e, ascoltando i racconti dei
pastori, imbattendosi nei resti di una preda, accompagnando i ricercatori in marce estenuanti lungo sentieri impervi,
consultando i tracciati dei radio collari, giorno dopo giorno si delineava sotto i miei occhi sempre più forte e vivida la
radiografia di un esistenza difficile, precaria e al tempo stesso splendida. Quella di un essere vivente che abita i boschi
fino alle sue radure più remote ed inaccessibili ma che forse solo la notte prima è passato accanto alla nostra casa.
Un animale, né buono né cattivo, semplicemente un predatore che ha imparato a sopravvivere con intelligenza stupefacente. Come noi. Accanto a noi. Insieme a noi.
Scoprivo un patrimonio inestimabile di vita comune, fatta anche di battaglie che non sterminano mai l’avversario, che
va difeso con tenacia e che la ricerca sul campo ci sta restituendo come si recupera un tesoro dagli abissi di un antico
naufragio. Ho imparato che per svelare sul serio il “mistero del lupo” dovevo abbandonare i pregiudizi di chi è abituato
a contemplare la natura per lo più su uno schermo t elevisivo al caldo del suo salott o cittadino. Dovevo mettermi nei
panni dei lupi ma anche degli uomini e delle loro greggi che condividono lo stesso territorio. Solo così potevo in brevi
momenti percepire la potenza e la profondità della vita selvaggia da cui tutti noi proveniamo e che ancora vede il lupo
come uno dei protagonisti. Credo che questa percezione rimarrà con me per sempre.
Per questo sono grato al lupo. Per la sua intelligenza lo ammiro. E per tutto il resto, semplicemente, lo rispetto.
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"EFFETTO
il mistero del lupo
Il lupo, l'ultimo grande predatore europeo, sopravvive da migliaia di anni negli Appennini, avvolto da un alone di fascino e mistero. Presenza furtiva e discreta dei boschi, emerge con tutto il suo carico di suggestioni ancestrali e di enigmi.
Il suo ululato è il suono più possente e selvaggio, agghiacciante e affascinante che sia dato in natura.
È l'animale che più spa venta i bambini quando c ompare nelle fiabe. Sarà per la sua aria solitaria, per il suo passo
silenzioso, fatto sta che il lupo è un animale che da sempr e ha impaurito e affascinato l'uomo. Impossibile sentire la
sua presenza, ancora più difficile vederlo.
Il lupo, per tradizione o per credenza popolare, è indicato come simbolo di malvagità e astuzia. Ma non è un animale
feroce, è semplicemente un predatore.
Non attacca le persone. Ma deve fare i conti con la persecuzione da parte dell'uomo, che provoca una mortalità annuale di circa il 20-25% degli esemplari.
Finora poco si sapeva delle sue abitudini e del delicato rapporto con l'uomo. Per la prima volta un gruppo di ricerca è
riuscito a seguire due lupi: Francesco e Rebecca. La loro commovente storia può fornire dati vitali per gestire l'espansione del lupo in Europa.
Il mistero del lupo, diretto da Fabio Toncelli, è una produzione tutta italiana di National Geographic Channel.
Il documentario, considerato il più completo sul lupo italiano, racconta dell'esperienza scientifica e umana di un gruppo di ricercatori impegnati in un progetto di studio e conservazione del re della fauna del Parco del Pollino.
La valorizzazione dell'identità di un territorio avviene anche attraverso il riallacciare un contatto perso nel tempo con
la fauna.
Sulle montagne italiane ci sono almeno 600 lupi e difficilmente la popolazione aumenterà. E’ una questione di limiti
di territorio. Non siamo sta ti bravi noi a c onservare la natura. Semplicemente l’uomo ha abbandona to la montagna
e così sono tornati i boschi e le pr ede, e il lupo, reinserito a volte artificialmente, ha trovato la condizione ideale per
riprodursi.
L'uomo e il lupo si fronteggiano da millenni: ma, se nel tempo il lupo è rimasto un abile predatore, il ruolo dell'uomo
è cambiato: da cacciatore e raccoglitore è diventato allevatore, ha modellato il paesaggio in base alle sue esigenz e e
ha visto nel lupo figure via via differenti, dal magico simbolo di for za e intelligenza al feroce assassino, all'animale
nocivo.
La ricerca di cui è oggetto il documentario è coordinata dal professor Luigi Boitani, direttore del Dipartimento di Biologia animale e dell'uomo dell'Università La Sapienza di Roma, tra i massimi esperti di lupi a livello internazionale. Dopo
mesi di appostamenti sotto la sua supervisione, i ricercatori sono riusciti a mettere un radiocollare a due esemplari e a
seguire via radio le loro tracce e quelle del loro branco.
Una dimostrazione della buona qualità della ricerca italiana, che rivela comportamenti sconosciuti del lupo e racconta
la sua straordinaria importanza ecologica. Il lupo vive nel bosco, si nutre soprattutto di fauna selvatica e il suo danno
alla pastorizia è limitato.
Ma il titolo del documentario parla di “Mistero” poiché comunque ancora non si è svelato tutto del suo comportamento. Un documentario educativo che lancia a quanti lo vogliono raccogliere, un messaggio di ricerca e di speranza che ci
deve vedere maggiormente impegnati per garantire la futura convivenza tra uomini e lupi.
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O UOMO"
IL MISTERO
DEL LUPO
Regia: Fabio Toncelli
Il Mistero del lupo racconta di un esperienza di studio e conservazione del re della fauna del Parco del Pollino.
Il lupo, l’ultimo grande predatore europeo, sopravvive da migliaia di anni nel meraviglioso Parco Nazionale del Pollino,
in Italia, avvolto da un alone di fascino e mistero. Finora poco si sapeva delle sue abitudini e del delicato rapporto con
l’uomo e le sue mandrie. Per la prima volta un gruppo di ricerca è riuscito a seguire due lupi, Francesco e Rebecca. La
loro storia può fornire dati vitali per gestire l’espansione del lupo in Europa.
48 minuti di immagini stupende , di azione ed emo zione. Ci sono immagini decisamen te esclusive, si pensi al par to
della lupa che dà alla luc e due cuccioli. Un lavoro che permette di conoscere meglio questi animali e i lor o comportamenti.
Filmografia (dal 2000) di Fabio Toncelli:
2010 "doc Liberate il Duce!: regia, soggetto, sceneggiatura-2009"doc La Battaglia di Cassino: regia, soggetto, sceneggiatura-2008
"doc Ortona 1943 - Un Natale di Sangue: regia, soggetto, sceneggiatura-2006 "doc Il Naufragio dell'Andrea Doria: regia, soggetto, sceneggiatura-2004 "doc Flying over Everest: regia, soggetto, sceneggiatura-2003"doc Il Mistero del Lupo: regia, soggetto,
sceneggiatura-2002"doc Sfida nella Foresta: regia, soggetto, sceneggiatura.
Fabio Toncelli comincia come sceneggiatore scrivendo insieme a Sergio Leone l’ultima sceneggiatura del grande maestro, Un posto che solo Mary conosce, non ancora realizzata. Prosegue poi con un’intensa attività di autore e regista
di documentari per le più importanti televisioni nel mondo. I suoi documentari selezionati dai più importanti festival
internazionali del documentario hanno vinto numerosi premi, fra cui: La Coupe Icarò in Francia, Il Festival del documentario a Mosca, Il F estival dell’Avventura a Digione e a Mon treal, Il Mountain Film Festival a Telluride in Colorado,
Il Festival della Lessinia a Verona, Il Festival di Chamois, il Wildlife Festival in Nuova Zelanda, il prestigioso Stambecco
D’Oro a Cogne. Nonostante la giovane età, nel 2003 il Festival Internazionale del Cinema di natura e ambiente di Viterbo, il più antico d’Italia, patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, gli ha conferito la Targa d’Oro alla carriera.
Ha anche firmato varie serie di docu- drama per R ai Tre (Davvero, Compagni di banco, Il dilemma: storie di famiglie
allargate), contemporaneamente al lavoro di autore televisivo (Domenica In, Alle Falde del Kilimangiaro, Cominciamo
Bene, Dove osano le Quaglie). Per Radio Rai ha scritto e condotto nel 2004 Radio – Doc, i documentari alla radio (Radio
Tre-Mondo).
48' colore 2006
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"EFFETTO
il richiamo della
foresta
La natura selvaggia e incontaminata mantiene un fascino per gr an parte di noi, forse per un richiamo in teriore mai
sopito e durevole del nostro dna.
Nessuno, più di Jack London, sa aprire orizzonti, con il suo stile asciutto, da cronista dell’avventura, capace di indagare
attraverso un particolare, i rapporti profondi tra uomo e natura, uomo e animale, uomo e uomo.
Ed è sempre un legame atavico a far risplendere la sua prosa ardita: lo stesso che costringe Buck, il cane scaraventato
dal tranquillo salotto di un giudice californiano ai ghiacci dell’Alaska, a compiere a ritroso il cammino dell’evoluzione
per riunirsi ai “fratelli selvaggi”.
Dopo numerose trasposizioni cinematografiche (la prima è del 1935), il regista Richard Gabai riprende un racconto cult
per i ragazzi aggiungendo la cifra della tecnologia 3D e di una personale lettura del famoso classico.
Ryann è una bambina di 9 anni affidata temporaneamente alle cure del nonno che viv e in un pic colo villaggio del
Montana.
Comprensibile, però, che la vita del posto, sempre uguale a se stessa, sia difficile da accettare per la bambina, abituaua
a passare il tempo tra frenetiche compagne di scuola sempre all'ultima moda, vestiti e cellulare. A far leva sulla ragazzina, aiutandola poco a poco a comprendere il fascino del luogo, a sentire il richiamo della foresta del titolo, è l'arrivo
nella sua vita di un cane selvatico.
Intanto il cane, molto vicino ad un lupo, inizia a dimostrare la sua indole, rendendo impossibile il desiderio della piccola
Ryann di riportarlo in città con sé al termine del suo soggiorno dal nonno.
È proprio quest'ultimo uno dei messaggi de I l richiamo della foresta 3D, quello di dover accettare la realtà delle cose,
che a volte ci fa comprendere che quello che vogliamo non è possibile ottenere.
Il tema principale, però, che si dipana per tutta la durata del film, è quello, ovviamente, della riscoperta della natura.
Il richiamo della foresta è presente ovunque attorno a noi. Ce ne accorgiamo osservando l'ambiente naturale, quello
selvaggio, o meglio r eale, che ci mostr a l’attaccamento di ogni forma di vita al suo ambien te, la fuga da ciò che è
ritenuto estraneo ad esso; e la nostr a stessa civiltà, dove le foreste sono sostituite da palazzi di cemento, i sentieri da
strade asfaltate, l’aria pura da nubi di smog, da cui alcuni uomini sentono il bisogno di allontanarsi, magari solo il fine
settimana, e gli animali non per dono occasione per affermare la propria ancestrale libertà, frenata da collari, gabbie
e case.
Il film, destinato prevalentemente al pubblico dei più piccoli, ha una trama lineare, senza colpi di scena, e non si discosta dal canone della storia edificante, dal "lieto fine" d'obbligo. Ma contiene tuttavia un insegnamento intelligente:
quello di non sradicare un animale dal suo habitat per far felici se stessi, di rispettarlo lasciandolo nel proprio ambiente,
di non violare equilibri preziosi.
La sua realizzazione in 3D, inoltre, fa apprezzare l'impiego di questa rina ta tecnologia nella sua capacità di aiutar e il
cinema a raccontare la realtà.
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O UOMO"
IL RICHIAMO
DELLA FORESTA
Regia: Richard Gabai
Il Richiamo della foresta 3D, ultima trasposizione cinematografica del famoso classico per ragazzi, racconta la storia
di Ryann, una capricciosa ragazzina metropolitana che per alcune settimane viene affidata dai genitori al nonno, Bill,
che vive sulle montagne innevate in una piccola cittadina del Montana. Un giorno Ryann trova nel bosco un cane
ferito, un husky incrociato con un lupo selvatico. Nonostante un pò di timore verso l’animale, il nonno, con l'aiuto del
libro "Il Richiamo della foresta", di cui ogni sera legge qualche pagina alla nipote, cerca di farle comprendere la natura e l'istinto selvaggio della creatura incontrata. Ryann si affeziona presto al cane e, dopo averlo rimesso in sesto e
averlo chiamato Buck, in onore del protagonista del libro di Jack London, pretende di portarlo con sé a casa a Boston.
Ma un'altra persona rivendica il possesso del cane e così lo sceriffo decide che tra i due contendenti Buck andrà a chi
vincerà l'annuale gara di slitte trainate da cani.
Richard Gabai, regista, attore, sceneggiatore, produttore, è un protagonista del cinema americano per i giovanissimi
degli ultimi anni. Autore e interprete di molte commedie demenziali degli anni ’90, firma la serie Virtual Girl (1997)
e altre opere adolescenziali come Moto Kid-Un’estate a tutto gas (2004), American Black Beauty (2005), Pop Star
(2005). Con il nuovo e libero adattamento de Il Richiamo della foresta, si fa conoscere al grande pubblico giovanile
italiano.
87' colore 3D 2010
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ILE LADOCUMENTARIO
NATURA IN ABRUZZO
Italia Gualtieri
Nella regione “cuore verde” d’Europa il cinema documentario racconta la natura.
La montagna totale e tangibile, la vita e il lavoro, per un tempo millenario scanditi dai quattro elementi e dalle quattro
stagioni, hanno ma terializzato l’Abruzzo, nell’immaginario e nella cinepr esa, come la t erra dei luoghi in tatti, degli
habitat più veri e più rari. Da godere, da osservare, da preservare.
Questo il segno di molta produzione, di tanti piccoli grandi gioielli che costellano il panorama storico delle opere cinetelevisive a tema regionale: dalle pionieristiche esperienze di cine e video produzioni indipendenti alla feconda, seppure breve stagione, negli anni ’70, della Struttura Programmi della Rai. Un pezzo importante dell’esperienza ideativa
e produttiva abruzzese, che ha certo nutrito lo “sguardo” delle successive generazioni di film-makers che dedicheranno
all’Abruzzo il loro impegno di autori.
Negli anni ’90 un evento storico è destinato ad aumentare il fascino e le fila
del documentarismo naturalistico, dentro e fuori i confini della regione dell’Appennino
più alto. Due nuovi par chi nazionali, un par co regionale e alcune decine tr a riserve naturali, parchi territoriali e altre
aree protette (più del 30% del territorio regionale, il solo caso in Italia) sono l’incredibile traguardo raggiunto da una
sfida in cui all’inizio avevano creduto in pochi e che da subito, proprio sul terreno delle immagini e delle emozioni, era
apparsa tutta da c ogliere. Quelle montagne meravigliose, sempre più abbandonate ad un destino di sopr avvivenza
o emigrazione, celavano tesori sconosciuti che pot evano capovolgere un destino segna to: ambienti incontaminati,
straordinarie biodiversità, paesaggi d’incanto. Era necessario svelarli, farli conoscere, vivere, studiarli.
Il nuovo volto e il nuovo mood dell’Abruzzo catturano il drappello sempre più numeroso di operatori e documentaristi
che a loro volta, grazie alle opportunità offerte sia dalla disponibilità di nuove tecnologie di ripresa che dal costituirsi
di nuovi circuiti di diffusione, contribuiscono a rinnovare, in una sorta di circuito virtuoso, stereotipi iconici e culturali e
a ridelineare “la terra del Vate e dei pastori” nell’immaginario nazionale.
Dove vive il documentario naturalistico in Abruzzo? Dove incontra il suo pubblico?
Alla vivacità del versante creativo non corrisponde un’adeguata struttura di diffusione del prodotto, che il più delle volte non raggiunge gli appassionati del genere. Costi elevati dei sistemi distributivi ufficiali, produzioni spesso abbinate
ad iniziative editoriali o a committenze istituzionali, non ne favoriscono l’ampia fruizione.
Le rassegne di documentari e i Festival del settore costituiscono ancora le più importanti occasioni di visibilità, insieme
a quelle offerte dall’emittenza televisiva locale più attenta.
In questo ambito crescono nella regione coraggiose iniziative di qualità che svolgono un’insostituibile ruolo di promozione culturale ed economica nei confronti di un settore della produzione filmica che necessita di politiche pubbliche
altrettanto consapevoli.
Attualmente la scena abruzzese del documentarismo a tema naturalistico e ambientale mostra una nuova attenzione
verso la domanda del pubblico, sia da parte dell’autore, che si mostra capace di creare le trame e ritmi narrativi richiesti
da un gusto non più modellato sui canoni tradizionali del film sulla natura; sia da parte dei soggetti della produzione,
più sensibili e disponibili a scelte ed investimenti di qualità.
Amministrazioni dei Parchi e delle aree tutelate, insieme ad altre istituzioni pubbliche, sono tra i principali produttori
di queste opere, che esibiscono la loro naturale correlazione alla committenza.
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"EFFETTO
EFFETTOO
SAGITTARIO
GIOIELLO VERDE
D’ABRUZZO
Regia: Emanuele Coppola
Il documentario è un r eportage attento e consapevole dei molteplici aspetti storici e naturalistici delle Gole del Sagittario e dell’omonima Riserva Regionale e O asi WWF. Un réportage che è una descrizione della vita della R iserva
dall’interno, nell’alternarsi del giorno e della nott e, nelle diverse stagioni dell’anno e nella quotidianità dello sv olgimento dei suoi progetti.
Spettacolari riprese aeree, commentate da una voce narrante coinvolgente, corredano un’attenta e sapiente carrellata
di immagini della natura di incomparabile bellezza delle Gole del Sagittario, che rappresentano una delle aree naturalistiche più rilevanti d’Europa per i diversi habitat naturali e le tante specie protette e tutelate presenti. Nel documentario orso, lupo, picchio muraiolo, gracchio corallino e tan te altre specie prioritarie e pr otette anche dalla C omunità
Europea sono i v eri protagonisti. La macchina da presa si ferma a documen tare la loro vita, le lor o abitudini, giorno
dopo giorno, creando la suggestione di un' immersione diretta nella natura.
Non vengono tralasciati gli aspetti an tropologici legati al t erritorio del Sagittario e la c ommistione tra la pr esenza
dell’uomo e quella della natura; emergono, descritti con un occhio particolarmente attento, la storia, i luoghi di culto
e le bellezze architettoniche presenti nel borgo di Anversa degli Abruzzi. Il documen tario si inoltra nella trattazione
delle tematiche più difficili legate ai conflitti inerenti la gestione del t erritorio e racconta le soluzioni che localmen te
sono state individuate.
Emanuele Coppola (Roma, 1959), ric ercatore scientifico, fotografo naturalista, è tr a i fonda tori dell'Agenzia italiana
di fotografia naturalista Panda Photo. Documentarista dal 1984, ha r ealizzato numerosissimi lavori e serie t elevisive
trasmessi dalle più impor tanti reti nazionali. Molti suoi documen tari sono stati distribuiti in abbinamento editoriale
da Airone, Oasis e dalla De Agostini.
30' colore 2010
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O UOMO"
UOMO
LA BIODIVERSITÀ DEL
PARCO DEL GRAN SASSO
MONTI DELLA LAGA
Regia: Fernando Di Fabrizio
La natura è uno dei soggetti privilegiati del documentario.
Nelle regioni più industrializzate del mondo poche persone hanno la for tuna di abitare in ambienti a contatto con la
natura, vivendo accanto a piante ed animali selvatici.
In tutto ciò il cinema documen tario naturalistico ha assun to il c ompito di far c onoscere i tan ti aspetti della na tura
relazionandosi in maniera diversa con essa, visto che l'odierno sfruttamento senza freni della Terra da parte dell’uomo
rischia di provocare danni irreparabili.
Un esempio è il documentario di Fernando Di Fabrizio sulla biodiversità.
La terra è popolata da numerosi esseri viventi, animali e v egetali, che a v olte non conosciamo e div enta, pertanto,
sempre più urgente e importante occuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di sparire per sempre a causa dell'incuria e dell’indifferenza umana, ancora prima di essere scoperti.
Affrontare l’argomento attraverso l’occhio della t elecamera offre un’opportunità unica per r apportarci con i div ersi
ambienti naturali in cui la vita è presente e la cui scomparsa comporterebbe il rischio di estinzione delle specie che vi
abitano - compresi noi umani.
Al contempo ci fa pensare e riflettere che non si può più rimanere indifferenti davanti ai torti inflitti al pianeta fino ad
oggi.
L’immagine della natura che una società si costruisce andrà a far parte del suo patrimonio culturale.
Fernando Di Fabrizio direttore della Riserva naturale regionale Lago di Penne e della rivista De Rerum Natura, pubblicista, autore di libri naturalistici tra cui Aree protette d'Abruzzo, Karakorum. Esperto in ambiente e fauna aviaria dell'area
appenninica.
34' colore 2010
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CIÒ CHE L’OCCHIO HA VISTO
IL CUORE NON DIMENTICA
(massima congolese)
“2000 ore di volo, 153 Stati visitati: questi sono i numeri di un cinereporter, questa è la vita di Claudio Speranza.
Dalla tragedia jugoslava alle Twin Towers di New York, dai troppi drammi dell'Africa alle esplorazioni antartiche, fino ai
numerosi reportage sull'ambiente, le immagini raccontano la storia di un mondo in cui dolore e pietà, atroci crudeltà e
indicibili bellezze convivono e interrogano il cuore e la ragione di chi ogni giorno le osserva dietro un obiettivo”.
Dietro l'obiettivo un uomo, un libro che presenta al grande pubblico le paure e i dubbi, i pericoli e le gioie di un giornalismo di frontiera che diventa testimonianza di amore per l'umanità e di rispetto della verità. In un suggestivo racconto
per immagini scorre davanti agli occhi del lettore l'ennesima, appassionata "ripresa" di Claudio Speranza.
Con uno sguardo curioso ed emozionato l'autore dà voce ai protagonisti, potenti od oscuri della nostra storia, "perché
nessuno di noi dimentichi".
Claudio Speranza è stato tra i cinereporter giornalisti inviati speciali più attenti e coraggiosi del TG1 Rai, che hanno fatto
la storia dell'informazione visiva in Italia: negli ultimi quar ant'anni ha documentato in prima linea quan to accadeva
nel mondo.
Nel giornalismo d'inchiesta ha collaborato con Enzo Biagi, Jas Gawronski, Enrico Mentana, Gianni Minà, Ennio Remondino, Sergio Telmon, Demetrio Volcic e Sergio Zavoli.
Membro dei Reporters sans frontières, ha ricevuto numerosi riconoscimenti giornalistici tra cui: il Cronista dell'anno, il
Fotogramma d'Oro International, il Prima Pagina, il Baia Chia, l'Ilaria Alpi-Hrovatin e il Premio Speciale Josepin.
Collabora con la Scuola Superiore di Giornalismo della LUISS di Roma e con la Cattedra di Teorie e Tecniche dei nuovi
media e del linguaggio radiotelevisivo dell'Università per Stranieri di Perugia.
Come documentarista il suo lavoro è rivolto in particolare alle problematiche ambientali e sociali.
Vogliamo ricordare il documentario simbolo della sua attività, Un mare di morte, che nel 1999 descrisse l’essiccamento
del lago di Ar al.Collocato tra Uzbekistan e Kazakistan, er a da tutti chiama to mare per la sua gr andezza: ben 68.000
Km2.(Un mare di morte, 1999 - 38' testo e supervisione del montaggio di Duilio Giammaria - fotografia ed immagini
di Claudio Speranza).
Molti laghi presentano, a causa di una miscela di fenomeni naturali ed antropici, la tendenza a ridursi (Ciad, Urmia) o
addirittura a sparire completamente.
In questo ambito, il lago salato di Aral rappresenta un caso unico sia per le dimensioni dell’evento che per il fa tto di
essere stato deliberatamente “sacrificato”.
All’inizio degli anni 60 infatti le acque dei due grandi fiumi che lo alimentavano, il Syr Dar’ja e l’Amu Dar’ja, sono state
deviate con l’obiettivo di irrigare immense piantagioni di cotone.
Il rapido processo di essicazione ha portato con sé un numero impressionante di problemi ambientali.
In primo luogo, la salinità accresciuta dell'acqua non ha più permesso la pesca, che r appresentava la maggior risorsa
economica delle popolazioni residenti sulla riva del lago. Delle 24 specie ittiche, ne sono rimaste solo 4.
Non è solo quest o, però, il disastr o. La piccola isola di Vozrozhdeniye (“rinascita”), che si tr ovava al cent ro del lago,
aveva ospitato laboratori sovietici per lo sviluppo di armi chimiche e batteriologiche e venne abbandonata per ordine
del Cremlino nel 1992, ma vi rimasero contenitori ripieni di micidiali sostanze. L’isola sprofondò in un misterioso oblio,
circondata e protetta dalle acque del lago. A causa del processo di essicazione, l’isola si è collegata con la terra ferma.
Non è ancora ben chiaro il livello di contaminazione del terreno dell’ex-isola ma è c erto che siamo di fr onte ad una
bomba ad orologeria ambientale con potenziale distruttivo incalcolabile.
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DENTRO IL DOCUMENTARIO
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FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO
NATURALISTICO ITALIANO
SCANNO NATURA DOC
EFFETTO UOMO
2ª EDIZIONE
CATALOGO
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Presidente GIOIA LONGO
Cristina Fabiani
Flavia Mandrelli
Maria Pietropaoli
Sonina Ricci
PREMIO “LIBERO BIZZARRI”
17ª edizione / Sezione CollinaMontagnAmbiente
alle Scuole di ogni ordine e grado, Università, Agenzie di formazione
SEGNALAZIONE SPECIALE UNICEF
“ADOTTA IL DIRITTO ALL’AMBIENTE:
SALVIAMO IL NOSTRO FUTURO!!!”
al documentario partecipante al concorso Media Educazione
che meglio ha interpretato la promozione dei diritti umani attraverso l’educazione ambientale.
Al lavoro che riceve la segnalazione Unicef è assegnato dalla Fondazione Libero Bizzarri
un premio in denaro di € 500,00.
GIURIE E PREMI
SEZIONE COLLINAMONTAGNAMBIENTE
SEZIONE Scanno Natura Doc /effetto uomo
I DOCUMENTARI AMATORIALI
Presidente ITALIA GUALTIERI
Francesco del Fattore
Giovanni Di Cesare
Rino Di Pietro
Angela Giovannelli
Francesco Rotolo
PREMIO AQUILOTTO D’ARGENTO
per l’originalità dei contenuti
PREMIO Scanno Natura Doc /effetto uomo
per l’interpretazione dell’ ambiente come ricchezza produttrice di sviluppo ed economia.
PREMIO SPECIALE “FONDAZIONE BIZZARRI”
per la padronanza nell’uso degli strumenti tecnici impiegati
attribuito dalla Fondazione "Libero Bizzarri"
SEZIONE Scanno Natura Doc /effetto uomo
CONCORSO
Presidente CLAUDIO SPERANZA
PREMIO SPECIALE “Libero Bizzarri”
al documentario che meglio rappresenta il tema L’uomo, La Natura e i Limiti della Ragione /le comunità di montagna
attribuito dalla Fondazione "Libero Bizzarri"
PREMIO 2010 “Scanno Natura Doc/effetto uomo”
Il PREMIO 2010 “Scanno Natura Doc /effetto uomo” è assegnato da una Giuria popolare costituita da un “gruppo
di valutazione diffuso” composto da giurie popolari nella Valle del Sagittario, nell’Alto Sangro e nella Valle Peligna
(Scanno, Frattura, Villalago, Anversa degli Abruzzi, Villetta Barrea, Sulmona).
PREMIO ALLA CARRIERA “AQUILA D’ARGENTO”
a Claudio Speranza “Per una vita dedicata alla conoscenza e alla comunicazione”
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EDITORIALE
Maria Pia Silla
Scanno Natura Doc
effetto uomo
Festival del documentario
naturalistico italiano
Il Festival del documentario naturalistico italiano Scanno Natura Doc/effetto uomo vuole essere Festival
nel senso di Festa, luogo ove vedere i migliori documentari e film dell'anno a tematica ambientale, concorrere con le
proprie opere; assistere a dibattiti e a momenti di riflessione che proseguano nel territorio e nelle scuole.
I più interessanti temi della nostra realtà naturalistico-ambientale e sociale sono al centro della 2ª edizione del Festival
affrontati e discussi attraverso le sezioni:
CONCORSO “ScannoNaturaDoc/effetto uomo”. Selezione di documentari che rappresentano sistemi in cui si materializza l’incontro tra l’uomo e la natura e che descrivono uno sviluppo economico compatibile integrato, vitale pur
rimanendo ai margini della società industriale.
CONCORSO “I doc amatoriali”. Sezione di produzioni non professionali che scandagliano l’effetto uomo nella multiforme realtà dell’ambiente naturale.
CONCORSO “CollinaMontagnAmbiente”. Sezione del C oncorso MediaEducazione, organizzato dalla F ondazione
Libero Bizzarri per pr omuovere l’uso dei linguaggi multimediali nella scuola, che sele ziona tutte le oper e e i la vori
didattici capaci di interpretare la tutela dell’ambiente come “ricchezza” in grado di produrre sviluppo ed economia.
Le immagini viv e, non videodegradabili delle oper e in c oncorso, si in trecciano con quelle della se zione “L’uomo,
l’ambiente, i luoghi”, dedicata alle opere fuori concorso, che ancorché di recente produzione, sono già entrate nella
storia della cinematografia, grazie ad una regia capace di fondere alla perfezione stile e contenuto, quali:
La nacion Mapuche di Fausta Quattrini (2007), Il v olo di Wim Wenders ( 2010) - primo film italiano in 3D , Il vento
fa il suo gir o di Giorgio Diritti (2005), Il R ichiamo della foresta di Richard Gabai (USA 2009), C raj-Domani di Davide
Marengo (2005).
Siamo soddisfatti della selezione che si è potuta operare, conferma che il cinema documentario italiano è interessante
dal punto di vista creativo e stilistico. Finalmente anche in Italia si ricomincia a fare documentari con l'idea di fare cinema e dunque di ragionare in modo assai consapevole sulla forma e sul linguaggio. Questo consentirà un lavoro sullo
stile che il cinema di finzione ha dovuto abbandonare per conformarsi a certe esigenze più legate ad aspetti produttivi
e distributivi, piuttosto che creativi.
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SCANNO NATURA
DOC
EDITORIALE
Fabrizio Pesiri
LUCIDI SGUARDI
DIFFERENTI
Il cinema d’impronta naturalistica opera in spazi amplissimi che non si muovono soltanto tra il film di denuncia scientifica alla Al Gore, o tra quelli con riprese minuziose della vita degli animali della BBC. C’è dell’altro.
Non esiste solo una natura protetta, vigilata, controllata, osservata con ammirazione e con sorpresa.
Esiste un “intorno” nel quale si muove l'uomo, magistralmente descritto nel film “cult”“Qoyaanisqatsi” (1982) che è, nonostante i quasi trent’anni di vita: anzi, forse oggi più che mai, una sferzata alle coscienze che viene dal fondo dei polverosi pueblos degli Hopi, ma che probabilmente tenta invano di raggiungere, ancora una volta, le nostre case di plastica
colorata. Ne rimarranno fuori anche le profezie Hopi che accompagnano dolenti le immagini: “Se deprediamo il terreno
di elementi preziosi, invitiamo il disastro”. Quel missile che nei primi fot ogrammi sale trionfante nel cielo, negli ultimi
esplode, riempiendo l’aria di fumi e fuochi infernali, e in quei r ottami fiammeggianti che a lungo, estenuantemente,
scendono verso terra non possiamo fare a meno di vedere l’arroganza infranta di Lucifero, che paga con la distruzione
il suo folle desiderio di farsi pari agli dei. Su questo Scanno Natura Doc vuole indagare e lo fa con opere che non basta
definire solo documentari. Sono lavori che come pochi sanno dove guardare e cosa raccontare. Il tema della memoria,
delle radici culturali, del sapore della vita (Craj); il diritto ancestrale alla terra (La naciòn Mapuce); “qualche cosa che ci
indichi il cammino che ci porterà a vedere gli immigrati non più un problema, ma come una soluzione” (Il volo),.senza
contatto, scambio di valori e di accoglienza non può esserci sviluppo umano e qualità dell’esistere (Il vento fa il suo giro).
In tutto questo c’è magica vitalità, profonda metafora e riflessione filosofica.
“Il vento fa il suo giro” parla di spiriti liberi, di persone che hanno deciso di viv ere seguendo i tempi della natura e dei
propri desideri. Una libertà a cui il paese che li“ospita” non è abituato, una libertà che mette in crisi, che pone domande.
Non eventi astratti, non enunciazioni di principio, ma piccole storie umane che ci riporta meravigliosamente all’essenza
delle cose e del cinema. Craj è soprattutto un’esperienza collettiva catturata dalle cineprese e trasformata in film. Il film
mescola il genere musicale, quello della“favola”, quello del documentario e quello tradizionale. E’un film più da“vivere”
che da raccontare perché è profondamente emotivo, come la musica che ci fa ascoltare. Un film che, prendendo spunto
dal titolo “CRAJ”, che in dialetto del sud significa ‘domani’, vuole imprimersi nella memoria, vuole salvaguardarla e farla
restare nel Domani, come una preziosa necessità.
Ne La naciòn Mapuce la realtà scivola davanti alla macchina da presa come fosse inconsapevole di essere ripresa: sembra che non sia Fausta Quattrini a mostrarci le tradizioni ed i problemi attuali di quel popolo, ma che i Mapuche stessi si
stiano raccontando con la loro quotidianità. Tutto grazie ad una regia, capace di fondere alla perfezione stile e contenuto,
di non perdersi in un’eccessiva presentazione dello splendore dei paesaggi vissuti. Esperienze di speranza e solidarietà
hanno entusiasmato Wim Wenders in un momento in cui è par ticolarmente difficile parlare di accoglienza e integrazione. Così Wenders ha dato spazio alla voce di veri rifugiati, sono divenuti attori, protagonisti de IL VOLO, in un paese
Riace della costa calabrese ormai spopolato, dove è difficile anche organizzare una partita di pallone perché non ci sono
altri bambini. Saranno proprio il bambino e il sindac o a dare alla vicenda una svolta decisiva e positiva, a far divenire
l’immigrazione una risorsa. S canno Natura Doc vuole proporre un cinema per chi ha la pazienza del cuor e, l’acutezza
dell’occhio e l’attenzione dell’orecchio. Vuole proporre visioni per coloro che ogni tanto avvertono il disagio della vita che
fugge senza lasciarci il tempo di guardarla in faccia.
È un cinema che guar da la realtà senza compiacimento estetizzante né fretta alienante, che intende comunicare affidandosi al potere di evocazione e di astrazione delle immagini e del suono. È un cinema che scorre lento senza vortici
né cascate e ha per tema il fluire delle cose e il corso del tempo, entrambi senza fine.
SCANNO NATURA
DOC
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I DOC IN CONCORSO
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SCANNO NATURA
DOC
MARTHA MEMORIE
DI UNA STREGA
REGIA: GIOVANNI CALAMARI
Anno di produzione: 2007
Durata: 50'
Produzione: Minnie Ferrara & Associati
Formato di ripresa: Mini DV
Sinossi: Dura e imponente come le Dolomiti. Dolce e fragile come i sentieri che tagliano l’altipiano
dello Sciliar. Mar tha è lo spec chio di una mon tagna antica fatta di tr adizioni, di fiabe, di erbe
profumate, di fatica e di solitudine. Nasce a Bolzano e cresce a Castelrotto, un delizioso e ordinato
borgo altoatesino. Troppo ordinato, però. Martha capisce in fretta di essere fuori posto, di non riuscire a seguire la strada tracciata per lei dagli altri. Inizia così una lunga e faticosa ricerca d’identità.
Affronta se stessa, il paese, la famiglia con passo deciso, lo stesso delle interminabili camminate
in montagna. Sulle sue spalle, insieme al peso dello zaino, porta quello delle sofferenze di tutte le
donne che, prima di lei, hanno provato a sgretolare quella gabbia fatta di sassi di prati e di vasi alle
finestre. Martha disegna. Disegna sull’erba, sotto il sole, per fermare il senso del proprio affanno.
Traccia scudi colorati per proteggersi. Balla intorno al fuoco e racconta di storie di fate e di nani. Si
spoglia di tutto: vestiti e paure. In paese la chiamano “la malattia di Martha”. La giovane donna
che voleva i pantaloni alla fine troverà la magia. “Sono una strega”. E poco importa se qualcuno
non ci crede.
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50' colore 2007
UN METRO
SOTTO I PESCI
REGIA: ALESSANRO ROSSI - MICHELE MELLARA
Anno di produzione: 2006
Durata: 58’
Produzione: Mammut Film
Formato di ripresa: DV Cam, 8mm e 35mm
Sinossi: “Un metro sotto i pesci” è il diario poetico di un viaggio esotico attraverso una terra indimenticabile: il Delta del Po.
Il viaggiatore scopre un angolo di Italia sc onosciuto dove gli uomini viv ono sotto al liv ello del
mare.
E’ anche un viaggio della memoria: Florestano Vancini girò, cinquant’anni fa, diversi documentari
sul Delta del Po. Queste immagini riaffiorano nel documentario.
Pescatori, un affascinante poeta e altri insoliti personaggi c ompongono il coro di protagonisti di
questo viaggio che il misterioso viaggiatore incontra prima di evaporare nella struggente bellezza
della natura.
58' colore 2006
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SCANNO NATURA
DOC
CHEYENNE
TRENT'ANNI
REGIA: MICHELE TRENTINI
Anno di produzione: 2008
Durata: 40'
Fotografia: Michele Trentini
Montaggio: Michele Trentini
Autoregia: Cheyenne Daprà
Assistente regia/montaggio: Marco Romano
Suono in presa diretta: Marco Romano, Michele Trentini
Produzione: Trotzdem
Lingua: italiano
Sinossi: Nata in Baviera, Cheyenne ha frequentato una scuola per pastori e ha lavorato come transumante nella Foresta Nera e in Svizzera. Dal 2001 vive in Val di Rabbi dove pascola il suo gregge
“per la cur a ed il man tenimento del paesaggio ”, grazie ad una c onvenzione con il C omune. La
costruzione dei recinti, la cura delle malattie delle pecore, le transumanze nella valle, il pascolo in
solitudine e l'incontro con gruppi di turisti scandiscono l'estate di Cheyenne. La natura e la libertà.
Il lavoro e le scelte. Gli sguardi e i silenzi, nelle immagini e nei racconti di una giovane pastora.
Il racconto del la voro e di uno stile di vita, a ttraverso l’osservazione; il r acconto di un mondo
interiore attraverso l’ascolto e il primo piano. Cheyenne, “nel nome della natura”.
SCANNO NATURA
DOC
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40' colore 2008
MARGHÈ
MARGHIER
REGIA: SANDRO GASTINELLI
Anno di produzione: 2005
Durata: 52'
Soggetto: Osvaldo Bellino, Paolo Viano
Sceneggiatura: Marzia Pellegrino, Sandro Gastinelli
Fotografia: Sandro Gastinelli, Ivo Marabotto
Musiche di repertorio: Sebastien Guerreau, Helen Williams, Tom Baker
Montaggio: Marzia Pellegrino, Sandro Gastinelli
Produzione: Studiouno Produzioni Televisive
Sottotitolo: Viaggio tra i margari del Sud.
Sinossi: Tra le rigogliose cascine di pianur a e le magr e baite delle montagne piemontesi c'è un
popolo di margari che "quelli della città non sanno neanche che esiste".
D'inverno, nelle stalle della bassa li chiamano "mar ghè", d'estate, sotto le st elle dell' alpeggio
diventano "marghier".
Nomadi cow boy delle Alpi, in simbiosi con le inseparabili mandrie di vacche bianche piemontesi,
loro vita e lavoro, tra ritualità quotidiane qui svelate per la prima volta senza filtri.Traslochi, campanacci, contrattazioni, feste e formaggi.
Le fasi concitate della monticazione notturna e la nascita del vit ellino. Le ansie e le sper anze di
giovani e anziani.
Volti e storie vere di un viaggio che c onduce alla natura, all' amore per gli animali e alla liber tà
dagli schemi e dalle omologazioni del tempo, tra interrogativi e risposte.
52' colore 2005
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SCANNO NATURA
DOC
IL SOGNO DI M.
REGIA: GAIA RUSSO FRATTASI
Anno di produzione: 2009
Durata: 53'
Produzione: Moby Film, Ecomuseo dell'Alta Valle Maira
Formato di ripresa: DV Cam
Camera: Panasonic 100
Sistema di montaggio: Final Cut Pro su Mac
Sinossi: Come vivono oggi le donne di montagna? Cinque storie, una vita: quella di M., tr a poco
non più bambina... Ambientazione: Alta Valle Maira (Piemonte)
SCANNO NATURA
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LIBELLULE
REGIA: ADONELLA MARENA
Anno di produzione: 2009
Durata: 18’45’’
Produzione: Legambiente Piemonte Valle d'Aosta, Valle d'Aosta O.n.l.u.s.; in c ollaborazione con
Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, Università degli Studi di Torino (Dipartimento di
Biologia Animale e dell'Uomo)
Formato di ripresa: HD
Camera: Panasonic
Sinossi: Le libellule sono gli abitatori delle zone umide, gli insetti volanti più agili, possenti e antichi, che volavano maestosi su tutto il pianeta già alle origini del mondo animale. Oggi si stanno
estinguendo: perché?
Un breve racconto sulla vita e l’habitat di queste affascinanti creature, sulla loro forza, bellezza e
mistero, sui loro speciali amori, sulle faticose e inquietanti metamorfosi. Rischiano di soccombere
in breve tempo per l’intervento avventato della specie umana sulla natura, dopo aver resistito agli
sconvolgimenti millenari della terra.
Ambientazione: Parco Naturale dei 5 Laghi (Piemonte)
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SCANNO NATURA
DOC
PICU PICU
PICURARO
REGIA: MICOL COSSALI
Anno di produzione: 2008
Durata: 12’
Soggetto: Claudia Marchesoni
Fotografia: Micol Cossali
Montaggio: Micol Cossali
Musica originale: Fattoria del Vento
Coordinamento progetto: Davide Torri
Organizzazione: Antonio Greco
Produzione: Associazione Gente di Montagna
Sinossi: Ignazio Ciccarello è un pastore siciliano, proprietario di un grosso gregge di pecore.
Come molti dei suoi conterranei, da ragazzo emigrò al Nord, senza però trovare un lavoro che lo soddisfacesse e sentendosi prigioniero di un mondo che non sentiva suo.
Così Ignazio ha deciso di t ornare, di esser e un past ore come lo er ano stati suo padr e e suo nonno .
Quello del pastore è un lavoro duro, un lavoro di gambe e braccia senza giorni di riposo. Ma qui Ignazio
trova la sua libertà.
Questo piccolo documentario è il ritratto di un uomo e del suo mondo fa tto di vento, sole, pioggia e
sudore. A prima vista Ignazio sembra appartenere a una dimensione lontana del passato, che invece si
rivela attuale e concreta nel lavoro quotidiano con le pecore, nella mungitura che viene fatta due volte
al giorno a mano, nei suoni e nei fischi di richiamo degli animali. Ma c’ è qualcosa di mitico e senza
tempo nello sguardo fiero di Ignazio, nella sua figura imponente che ritta al vento sembra governare
gli elementi.
Per usare una espressione di Ignazio, solo se diventi “bestia” puoi essere “pastore”.
SCANNO NATURA
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12' colore 2008
MARTHA MEMORIE DI UNA STREGA
UN METRO SOTTO I PESCI
Giovanni Calamari (Milano, 03/04/1970)
Diplomatosi nel 1996 alla Scuola Civica di Cinema e Tv, ha sviluppato la sua
esperienza presso alcune case di produzione milanesi prima come assistente
montatore poi come producer. Nel 2001 passa alla regia e realizza il suo
primo documentario. Ha firmato la regia di docu-reportages di programmi scientifici e mini-fiction di attualità per conto di Mediaset. Nel 2005 ha
vinto il premio "Autori da Scoprire” indetto dalla provincia di Bolzano per
il soggetto del documentario “Martha, Memorie di una Strega” realizzato
l’anno successivo.
Il tema ricorrente dei suoi documentari è quello di raccontare l'umanità dei
personaggi, per Giovanni le storie personali degli individui esprimono il valore della memoria collettiva.
Michele Mellara (Bologna, 1967)
Laureato al DAMS di Bologna e diplomato alla LIFS (London Film School).
Dal 1991 al 1996 lavora principalmente in teatro contribuendo a dar vita al
teatro della polvere. Lavora con Alessandro Rossi da circa 10 anni in uno
stretto sodalizio artistico che li porta a scrivere e a dirigere insieme. Tra le
regie teatrali più importanti: "1929" - spettacolo brechtiano liberamente
ispirato a Santa Giovanna dei Macelli - "Stanze Concrete Upside Down Circus" e "Mosca Petuski 125 Km". Questi spettacoli vengono rappresentati a
molti importanti Festival tra cui: Festival della letteratura di Mantova, Festival Internazionale di Sarajevo, Teatri 90 (Milano), Enzimi (Roma). Dopo
l'esperienza londinese scrive e dirige "Fortezza Bastiani" che esce al cinema
nel 2002. "Fortezza Bastiani" riceve vari riconoscimenti tra cui: Premio Solinas come miglior sceneggiatura, Premio Officinema come miglior esordio,
Finalista al David di Donatello come miglior esordio. Negli ultimi anni si concentra soprattutto sulla regia di documentari, tra cui: "Domà - Case a San
Pietroburgo" (2003) , "Paradiso terrestro - Gente del Cilento" (2005), "Un
metro sotto i pesci" (2006), "Le vie dei farmaci" (2007).
I suoi documentari sono stati venduti a canali televisivi di tutto il mondo,
sono usciti in DVD in Italia e all’estero, hanno partecipato ad innumerevoli
festival e ricevuto numerosi premi.
Alessandro Rossi (Bologna, 10/08/1970)
Si laurea al DAMS indirizzo Spettacolo con una tesi sul teatro di Claudio
Morganti. Frequenta diversi corsi di teatro, tra i quali quelli del CIMES, Centro Interdisciplinare Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna, che lo
porterà a lavorare nello spettacolo Golem di A. Ferri rappresentato a Praga
nel 1991. Nel 1993 fonda insieme a Michele Mellara e Moreno Mari l'associazione Teatro della Polvere all'interno della quale svolge attività di attore,
regista e autore. E' anche attore in numerosi video e cortometraggi, tra i
quali: Luna di Dario Zanasi, Il Cancello di Fabian Ribezzo, e The retreat di
Michele Mellara. Contemporaneamente è impegnato nella vita culturale
cittadina anche attraverso la collaborazione con due emittenti radiofoniche
locali e con la rivista di cultura e spettacolo, Mongolfiera. Pubblica alcuni
racconti e atti unici in antologie specializzate e diversi articoli sull'attore
Claudio Morganti, già oggetto della sua tesi. Insieme a Mellara e a Francesca Guerra ha di recente curato la pubblicazione del libro Domà Case a San
Pietroburgo in uscita insieme al dvd del documentario dal titolo omonimo
per Gallo & Calzati Editori.
PICU PICU PICURARU- Megliu Porcu e No Vuiaro
Micol Cossali (Rovereto,1976)
Dopo la laurea in filosofia ha scelto di dedicarsi al racconto per immagini. Ha
studiato cinema con i registi Marco Bellocchio, Silvio Soldini, Daniele Gaglianone, Marco Pozzi e con l’artista filmaker Anna De Manincor. Ha collaborato
a diverse produzioni cinematografiche e televisive, tra cui “Scemi di guerra”
per la regia di Enrico Verra prodotto dalla Vivo Film.
Il suo primo lungometraggio documentario come regista “Un grande sonno
nero. Vita e morte di Guido Rossa alpinista e operaio” è stato presentato in
concorso al Trento Film Festival 2007.
Ha realizzato diversi corto e mediometraggi documentari video tra cui i
recenti “Farmacisti di famiglia” (45’ - 2008) video documentario per la Fondazione Museo storico del Trentino e “Bocca, occhi orecchie. Viaggio nelle
Alpi albanesi” (30’ - 2009) selezionato nella sezione Orizzonti del Trento
Film Festival 2009.
MARGHÈ MARGHÌER
Sandro Gastinelli (Cuneo, 1968)
Vive a Rosbella di Boves, 7 abitanti, 1000 metri s.l.m., sulle Alpi occidentali,
nel sud Piemonte con la moglie Marzia Pellegrino e i due figli. Ne 1990, insieme alla moglie Marzia, fonda Studiouno Produzioni Televisive. Nel 1996
è autore di "Parla de Kyè", un video documentato sulla fienagione nelle Alpi
occidentali, che l'anno successivo viene premiato al Filmfestival Internazionale Montagna Esplorazione Avventura Città di Trento e al Festival International du Film Alpin di Les Diablerets, in Svizzera. Del 2002 sono "Pastres
de sambucanos", "Retournar", "Vall&Stura "e "Marlevar". Il 2003 è l'anno
di "Piròt, en fiét d'en bot," che racconta la vita dei bambini, tra passato e
presente, in Valle Maira, attraverso le parole del vecchio Piròt. Nel 2004 realizza il cortometraggio "Tuo per sempre" e i due reportage-inchiesta "Che
soddisfazione" e "Porte aperte sul biologico". Del 2005 è "Marghè Marghìer,
viaggio tra i margari del Sud Piemonte", uno dei più approfonditi documentari realizzati in Piemonte sul popolo nomade delle Alpi Occidentali.
LIBELLULE
Adonella Marena (Ozegna-TO, 17/03/1949)
Ex insegnante, si occupa negli anni ’80 della diffusione del cinema delle
donne nel Gruppo Comunicazione Visiva, poi dall’89 è autrice di corti e
documentari ispirati direttamente alla realtà delle sue esperienze più significative, in particolare l’intercultura, la memoria, l’ecologia. Ha vinto premi e
riconoscimenti. Ha collaborato con Rai3, ZDF Arte, La7, Planete, Videogruppo, Documè. Fa parte dell’associazione Villa5, per la promozione europea
dell’arte femminile.
IL SOGNO DI M.
Gaia Russo Frattasi( Chivasso, TO-1979)
Dopo 7 anni di recitazione teatrale, nel 2000 ha frequentato "IpotesiCinema" di Ermanno Olmi.
Ha lavorato come aiuto regia, operatore, segretaria di edizione e microfonista per Ermanno Olmi ("Terra Madre", "Tickets") Vittorio De Seta ("Lettere
dal Sahara") , Giorgio Diritti (Il vento fa il suo giro) e altri. Nel 2009 ha fondato la Moby Film, con cui produce i suoi progetti personali, in particolare
documentari e corti. Lavora per grandi aziende e agenzie come regista,
montatore e operatore free-lance.
CHEYENNE, TRENT’ANNI
Michele Trentini (Rovereto 21/03/1974)
Si è laureato in sociologia presso l'Università di Dresda con una tesi di taglio
antropologico sul comunitarismo ecologista nella Germania Est. Svolge attività di ricerca e di documentazione utilizzando i metodi dell’antropologia visuale ed è autore di documentari, tra i quali "Furriadroxus" (ISRE 2005), “Tre
carnevali e ½” (MUCGT 2007, Premio Nigra - Antropologia Visiva 2007), “Il
canto scaltro” (ISRE 2009, Premio Nigra - Antropologia Visiva 2009) e "Carnival King of Europe" (MUCGT 2009, Grand Prize for Academic Film, Kyoto
University Academic Film Expo 2009).
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SCANNO NATURA
DOC
I DOC AMATORIALI
SCANNO NATURA
DOC
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La docu-fiction in tende arric chire l’immaginario che gener almente si ha del P arco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise, generalmente focalizzato sul patrimonio naturalistico, con informazioni
e suggestioni collegate ad aspetti culturali della storia antica del territorio. E nello stesso tempo
intende riproporre ai giovani di oggi valori antichi, quasi fosse un genius loci a indicarli.
NOZZE SANNITE-PERCORSI
POETICI DEL GENIUS LOCI
NELLA TERRA DEI SAFINI
ANTONIO CIARLETTA
Il documentario contiene una serie di immagini di c ervi, cinghiali e lupi ripr ese nei pressi della
strada statale 479, nelle vicinanze di Scanno.
Sono animali presenti in maniera consistente in Abruzzo. Il filmato osserva, in particolare, il comportamento del c ervo fin da pic colo, fino ad arriv are ai c ombattimenti fra esemplari di maschi
adulti. Non mancano riprese singolari inerenti anche l’incontro con l’uomo e un curioso attraversamento stradale proprio vicino al segnale di pericolo di animali selvatici vaganti rappresentante
la caratteristica figura del cervo.
FLORA E FAUNA SELVATICA
DELLA STATALE 479
70' colore 2008
Un’attrice è invitata a narrare i miti dei Sanniti in una radura tra gli splendidi boschi di Forca d’Acero. Non lontano, un gruppo di concertisti sta preparando l'esecuzione di una misteriosa opera tra
le vestigia incantate del Tempio di Pietrabbondante...
32' colore 2009
SISTA BRAMINI
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SCANNO NATURA
DOC
"Attraverso uno sguardo attento alla relazione tra cultura e colture, geomorfologia e antropologia,
ma in una estetica pop, il documentario parla della bellezza delle pietre, della preziosità dell’acqua, delle spine che caratterizzano il territorio murgiano; degli animali che si sono perfettamente
adattati all'ambiente reso ostile dall'uomo".
MURGIA TRE EPISODI
CLAUDIO POTESTIO
Il documentario, ambientato nel t erritorio di S canno, sulle mon tagne e nell'ambit o del P arco
Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, oltre a rappresentare un territorio di particolare bellezza frequentato da una fauna tra le più rare d'Europa, mette in evidenza una particolarità unica nel suo
genere, interessante sotto l' aspett o sociologico ed ec onomico: il singolar e rapporto fra l'Orso
bruno Marsicano e gli abitanti di Scanno.
Da sempre fra gli abitanti di questo piccolo centro e gli orsi si è instaur ato un rapporto di convivenza e complicità, tale da apparire alquanto singolare ai non addetti ai lavori e interessante per
molti studiosi naturalisti. Il documentario mette in evidenza come tale realtà può rappresentare,
nel concreto, non un problema ma una risorsa economica.
VIVERE CON GLI ORSI
ACCANTO
SCANNO NATURA
DOC
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60' colore 2009
La “Murgia”, un parco nel cuore della Puglia, tra i più belli e dannati dell'area mediterranea. Uno
straordinario road-movie che rivela con acume e ironia l’origine e l’attualità di una parte dell’Italia
dimenticata e lasciata a se stessa, attraverso l’interazione fra l’impeccabile voce femminile (Anna
Rispoli) e la stralunata presenza del personaggio maschile (Pino Malerba).
28' colore 2009
COSIMO TERLIZZI
LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA
DEL CASTELLO
ARIANNA COLLIARD
Il Ladakh e l’Occidente, un gruppo di donne e tanti turisti. O meglio, tanti turisti e, in conseguenza,
un gruppo di donne.
La Women’s Alliance of Ladakh nasce nel 1991 per preservare la cultura e l’agricoltura del Ladakh,
regione indiana par te dello stato di Jammu e Kashmir , al confine tra Pakistan, India e C ina. Un
deserto d’alta quota, sui 4500 m in media, che dal ’74 ha aper to le porte al turismo occidentale.
Un equilibrio precario con un ambiente difficile che le attività tradizionali della popolazione hanno permesso di mantenere nel corso dei secoli, e che oggi rischia di compromettersi a causa della
modernità, delle abitudini e dei modelli che i visitatori contribuiscono a diffondere.
THE LIGHT SIDE OF
THE WEST
10' colore 2008
" Narrando la storia di un pulcino di gabbiano del Castell dell'Ovo di Napoli,
volevo raccontare una storia che si ripete anno dopo anno...
Uno sguardo positivo su cose che si possono ancora godere
esplorando semplicemente la natura."
30' colore 2009
FABIOLA CATAPANO
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SCANNO NATURA
DOC
La trebbiatura del grano è un grande evento nel mondo agricolo, rappresenta il giorno del raccolto, raccoglie ciò che si è seminato, rappresenta un giorno di festa, ma anche di fatica. Negli attori
si avverte questa tensione liberatoria dopo mesi ad aspettare l'arrivo del grano.
I GIORNI DEL GRANO
SCANNO NATURA
DOC
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5' colore 2009
MARIO APOLLONIO
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SCANNO NATURA
DOC
SCANNO NATURA
DOC
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MEDIA EDUCAZIONE
2010 - 7ª edizione
Sezione del 17° Premio del documentario
“Libero Bizzarri”
Quello delle immagini è diventato tra le giovani generazioni il linguaggio più diffuso e condiviso per rappresentare, con i più diversi registri, la complessità della società
attuale e dei saperi.
Al tempo stesso nessun’altro linguaggio, forse, è capace
di suscitare una così notevole pregnanza cognitiva ed un
così grande coinvolgimento.
Se la“classe” diventa un ambiente multimediale (non solo
con i computer, ma negli stili di insegnamen to/apprendimento, nei ma teriali di studio, ecc.), può sin tonizzarsi
con l’universo multimediale in cui vivono immersi ormai
i nostri r agazzi. S e di fr onte alle difficoltà di apprendimento i docenti sapessero immaginare appigli, metafore,
analogie, mediazioni c omunicative efficaci, potrebbero
forse "catturare" il pensiero di molti alunni, quanto meno
A par tire da quest e constatazioni, per risponder e nella di quelli che poggiano le lor o strategie cognitive prevamaniera più larga e qualificata all’aspettativa di strumen- lentemente su dati percettivi, sonori, cenestesici .
ti spendibili e per avviare e consolidare l’attività di ricerca
e sperimentazione relative all’uso dei linguaggi visuali e Obiettivo principale , per tanto, è c oncorrere al pr ocesso
multimediali, la F ondazione “Libero Bizzarri” propone il evolutivo per mett ere la scuola nelle c ondizioni di farsi
concorso “Media Educazione”.
soggetto a ttivo dei pr ocessi di tr asformazione dei linIl concorso, giunto alla 7ª edizione , si prefigge di far ca- guaggi e delle t ecnologie, ispiratori di pr ofonde mutapire le potenzialità e le utilità delle t ecniche audiovisive zioni culturali.
nella pratica educativa.
Oggi sono sempr e più numer osi i doc enti che utilizzano lo strumento filmico e gli audiovisivi c ome supporto
all’insegnamento.
La multimedialità è un ambien te di appr endimento
"plurimodale", ove i da ti visivi ed uditivi c onsentono –
grazie a supporti tecnologici raffinati - forti sollecitazioni
cognitive.
La iper-t estualità e la multimedialità offrono infa tti la
possibilità di r ovesciare la logica diacr onica dei t esti
scritti, per en trare in una logica sincr onica che rimett e
nelle mani del fruit ore le str ategie di c omprensione e
interpretazione del t esto, di c ostruzione dei significati e
delle connessioni, con la possibilità di scegliersi finanche
il proprio metodo/canale preferito di apprendimento (visivo, sonoro, scritto, ecc.).
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SCANNO NATURA
DOC
PREMIO SEZIONE
COLLINAMONTAGNAMBIENTE
La Fondazione "Libero Bizzarri" di San B enedetto del Tronto, nell’ambito della Rassegna del documentario – Premio
“Libero Bizzarri”/17ª edizione, propone a Scanno la Sezione - concorso Media Educazione / CollinaMontagnAmbiente
rivolta alle scuole di ogni ordine e grado.
Il Concorso assegna il Premio alle opere che meglio hanno interpretato la “ricchezza” Collina/Montagna/Ambiente da
tutelare come bene in grado di produrre sviluppo ed economia.
Nel corso delle giorna te sono pr oiettate e pr esentate le pr oduzioni audiovisive realizzate da scuole d’ ogni ordine e
grado partecipanti al concorso, accompagnate da una riflessione critica sull’esperienza a cura di formatori ed esperti di
didattica del linguaggio cinematografico.
Il territorio di Scanno della Valle del Sagittario e dell’Alto Sangro costituisce un vero e proprio laboratorio naturale grazie
alla ricchezza e varietà degli ambienti che lo compongono: i laghi, i torrenti, le montagne con i sentieri e i panorami.
Per le scuole partecipanti al concorso sono stati allestiti i laboratori/escursioni:
• polisensoriale: guardare, ascoltare, assaporare, odorare;
• botanico: le piante, i mille colori dell’autunno, le specie protette, i frutti
• mondo della pastorizia: come si accudisce un gregge, facciamo il formaggio, la vita negli stazzi ecc.
Il documentario naturalistico è uno strumento didattico indispensabile e funzionale allo studio della natura. Per questo
la Fondazione “Libero Bizzarri” promuove nelle scuole, attraverso i laboratori di cinema, un’attività di educazione ambientale sensibilizzando gli studenti ad un modo differente di considerare il mondo, la natura e le risorse ambientali.
SEGNALAZIONE SPECIALE UNICEF
al documentario che più efficacemente
ha trattato il tema:
ADOTTA IL DIRITTO
ALL’AMBIENTE:
S A L V I A M O
IL NOSTRO FUTURO!
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Eco
Corto 7’50”- Scuola primaria Sala di Calolziocorte (Lecco)
I bambini inventano un nuovo gioco. La caccia al cassonetto!
•
La mia terra
Corto 7’- Scuola primaria di Sala di Calolziocorte (Lecco)
Con una breve animazione, si ripercorrono i momenti fondamentali della vita del nostro amato pianeta.
Meno carta a dismisura
Spot 3’- Scuola primaria S. Stefano Lecco
Due spot per lanciare un unico messaggio: ricicliamo la car ta,
ne guadagna l’ambiente!
•
La canzone dell’acqua
Corto 3’48”- Scuola primaria “A. Volta” Oggiono (Lecco)
La canzone di Ron è lo spun to per mandar e un messaggio:
l’acqua non va sprecata!
•
Pulizia profonda
Spot 1' 20"- ISC "G. Carducci" Santa Marinella (Roma)
Spot sull'educazione ambientale: Alcuni r agazzi decidono di
pulire una spiaggia ma l'impresa è quasi impossibile
•
Scopriamo i Fenici: viaggio a ritroso nella storia
e nella cultura della Sardegna
Produzione bibliografica - ISC di Abbasanta (Oristano)
Il progetto è sta to articolato in modo da stimolar e i bambini
a vivere il pr oprio territorio come luogo di informazioni, c on
particolare riferimento alle fonti che riguardano il periodo fe nicio del sito archeologico di Tharros. Lo scopo principale del
progetto è sta to quello di c ondurre i bambini ad impar are a
conoscere il proprio ambiente per rispettarlo e preservarloe ad
amare e tutelare la propria storia.
•
Diritti e proverbi
Corto 9'- Sc. Primaria di Monterenzio (Bologna)
Attraverso l'in terpretazione d i a lcuni s ignificativi pr overbi
provenienti da paesi e cultur e lontane i bambini hanno r ealizzato un film animato sul t ema dei Diritti ( diritto al saper e,
diritto all'acqua...). realizzato con la tecnica dell'animazione di
polveri su lavagna luminosa, il film è una riflessione visionaria
sui diritti che in modo super ficiale vengono considerati come
“naturali” e dati per scontati;
•
Lo faccio Per me!
•
Aria pulita…nelle carezze del vento
Documentario 8'-Media ISC "Raffaello Sanzio" Mercatino Conca
(Pesaro Urbino)
Il video affronta un t ema di gr ande a ttualità: c ome l'inquinamento ambientale(aria, acqua, suolo, rifiuti), le alterazioni
climatiche, i c omportamenti c onsapevoli e in che modo la
comunità internazionale cerca di risolv ere questi gr andi problemi.
•
Il nostro pianeta lo salviamo noi
Produzione Bibliografica- Media ISC "E.Fermi" Macerata
Il lavoro tratta di un ar gomento molto attuale quello dell'inquinamento e di quello che gli alunni possono fare per migliorare il loro pianeta.
•
La natura lascia il segno
Corto 3' 46"- Media ISC "T. Ciresola" Milano
Spot educativo sull'ambiente e sul riciclo, l'obiettivo è quello di
evidenziare il problema dei rifiuti mostrando in chiave ironico
un episodio sul riciclo.
•
Effetto scatola
Spot 1' 13"- Istituto Magistrale Statale "Caterina Percoto" Udine
Il tema affrontato nello spot , e sc elto dagli alunni, è quello
dell' EFFETTO SERRA. La comunità scientifica ha identificato le
emissioni di anidride carbonica tr a le principali cause dell' effetto serra. L’argomento è stato approfondito durante le ore di
Scienze e c ompresenza e per tanto si è c ercato di tr ovare un
modo ironico e div ertente per r enderlo evidente allo spettatore.
•
SCUOLE E OPERE SELEZIONATE
•
Muto come un pesce
Spot 44"- Istituto Magistrale Statale "Caterina Percoto" Udine
La scelta del titolo MUTO COME UN PESCE ha permesso di dare
allo spot una chia ve di lettur a immediata. L’urlo della pr otagonista quando tr ova la v asca invasa dai rifiuti e lo sc orrere
di alcune fot o di animali marini mor ti o sofferenti in seguit o
all’inquinamento e ai rifiuti nel mare, uniti al payoff LORO NON
HANNO VOCE PER GRIDARE! è sembrato immediato e coinvolgente per denunciare i comportamenti sbagliati e irresponsabili di coloro che considerano il mare (e l’ambiente) come una
discarica a propria disposizione.
•
Corto 7'- Media ISCTaormina1 Taormina (Messina)
Aldo è un br avo bambino. Tutte le ma ttine getta i rifiuti nei
contenitori della r accolta differenziata per ché spr onato dalla mamma, ma senza c omprenderne bene la r agione. I suoi
compagni di classe , invece, non hanno la minima sensibilità
ambientale e rifuggono da ogni tentativo educativo in tal senso da parte dell’insegnante.
Da Democrito al Modello Standard, ruolo del
CERN
Documentario 30’- ITC “A. Capriotti” di San Benedetto del Tronto
(Ascoli Piceno)
Viaggio nel tempo per ricostruire la storia della struttura della
materia e dell'universo. --Il DVD è stato realizzato in occasione
della visita guida ta al CERN di Ginevr a. Il filo conduttore è lo
sviluppo della fisica delle particelle e del Modello Standard: la
teoria più avanzata che oggi esiste per spiegare la formazione
• Un parco da amare
Documentario 5' - Media ISC "Raffaello Sanzio" Mercatino Con- del mondo e la sua struttura. Si tratta di argomenti complessi,
di livello universitario, che si possono tr attare tuttavia anche
ca (Pesaro Urbino)
Il progetto"riscopriamo il t erritorio" proomuove la salguar dia con studen ti di un bienno . Una delle r egole fondamen tali
e la valorizzazione dell'ambiente naturale attraverso la cono- dell'insegnamento suggerisce, infatti, che se si parte da argoscenza del patrimonio naturalistico del parco del Sasso Simone menti di base, si utilizzano materiali didattici semplici e si sale
lentamente, è possibile scalare anche il cielo.
e del Simoncello.
•
La rivolta dei RAEE
Corto 8' 14" Centro "Antartide" Bologna
Il cortometraggio si pone c ome una ricerca documentaristica
sui RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche o elettr oniche,
proponendo una riflessione semi seria sulla lor o natura e sul
loro ciclo di vita.
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L’UOMO, L’AMBIENTE, I LUOGHI
LA BIODIVERSITA'
DEL PARCO DEL
GRAN SASSO
MONTI DELLA LAGA
VENERDI 24
ORE 21,00
Regia: Fernando Di Fabrizio
Durata: 34 '
Anno: 2010
Riprese: Alessandro Di Federico
Vocei: Riccardo Mei
Montaggio: Fernando Di Fabrizio
Produzione: Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, L'Arca, COGECSTRE
SAGITTARIO
GIOIELLO VERDE
D’ABRUZZO
VENERDI 24
ORE 21,45
Regia: Emanuele Coppola
Anno: 2010
Durata: 30 '
Produzione: Panda Film
Realizzato dal Comune di Anversa degli Abruzzi e dalla Riserva ed Oasi WWF “Gole del Sagittario”
con il contributo della Regione Abruzzo.
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IL VOLO
VENERDI 24
ORE 22,30
Regia: Wim Wenders
Durata: 32'
Anno: 2010
Film documentario realizzato con la tecnica 3D.
Interpreti: Ben Gazzara, Salvatore Fiore, Giacomo Battaglia, con la partecipazione straordinaria di
Luca Zingaretti. La voce di Ben Gazzara è di Giancarlo Giannini.
Patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Produzione: Technos Produzioni Cinematografiche, Regione Calabria e Fondazione Calabria Film
Commission.
Re.Co.Sol - RETE DEI COMUNI SOLIDALI è tra i soggetti finanziatori del film
IL VENTO FA
IL SUO GIRO
SABATO 25
ORE 21,30
Titolo originale: E l’aura fai san viro
Regia: Giorgio Diritti
Durata: 107'
Anno: 2005
Soggetto: Fredo Valla
Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Fredo Valla
Fotografia: Roberto Cimatti
Montaggio: Edu Crespo, Giorgio Diritti
Musica: Marco Biscarini, Daniele Furlani
Scenografia: Emanuele Perrone, Paolo Indice, Vincenzo Berardi, Saverio Malieni.
Costumi: Manuela Marzano, Raffaella Ciavarelli
lnterpreti: Thierry Toscan (Philippe Heraud), Alessandra Agosti (Chris Heraud), Dario Anghilanti
(Costanzo, il sindaco), Giovanni Foresti (Fausto); e con gli abitanti della Valle Maira
(Frazzo, Acceglio, Celle di Macra, Dronero, Macra, San Damiano Macra)
Distribuzione: Aranciafilm/Imago, Orbis/Lab80 Film
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IL RICHIAMO
DELLA FORESTA
DOMENICA 26
ORE 16,00
Regia: Richard Gabai
Durata: 87 '
Anno: 2010
Sceneggiatura: Leland Douglas
Interpreti: Christopher Lloyd, Timothy Bottoms, Veronica Cartwright, Christopher Dempsey,
Joyce DeWitt, Devon Graye, Ariel Gade, Devon Iott, Wes Studi
Montaggio: Axel Hubert, Lawrence A. Maddox
Produzione: Braeburn Entertainment, Check Entertainment, 21st Century 3D, Call of the Wild
Productions
Distribuzione: Moviemax
Formato: Colore 3D
LA NACION
MAPUCE
DOMENICA 26
ORE 21,30
Regia: Fausta Quattrini
Anno 2007
Durata 96'
Versione Originale Español e Mapudugun
Sottotitoli Italiano English Français Supporto Digitale.
Una idea originale di Fausta Quattrini e Daniele Incalcaterra
Scritta da Fausta Quattrini con Lara Fremder
Suono: Daniele Incalcaterra - Andrés Piñeyro - Gaspar Scheuer
Montaggio: Fausta Quattrini Composizione d’immagini Mariano Zimmermann
Missaggio suono: Santiago Rodríguez
Grafica: Zeki de San Pablo
Nel proprio ruolo Werken Silvia Kvlalew - Werken della Confederazione Mapuce Neuquina - Logko
Elía Maripan - Comunità della provincia Neuquén
Una co-produzione Fondazione La Fabbrica (Svizzera) e Daniele Incalcaterra (Buenos Aires)
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LE PICCOLE
GRANDI
REALTÀ…
Tiziano Paletta
Nella teoria economica neoclassica le dimensioni dello spazio e del t empo sono pressoché ignorate. Implicitamente
si presuppone un mondo fa tto da uno spazio piano , omogeneo, dove i c osti di tr asporto sono nulli e non vi sono
economie di scala.
In un mondo siffatto le attività economiche in equilibrio dovrebbero risultare distribuite uniformemente sul territorio.
Dovrebbe essere al limite un mondo di piccoli villaggi autosufficienti (Krugman, 1997).
Al contrario, però, nel mondo r eale le risorse pr oduttive sono distribuit e in manier a disomogenea nello spazio e si
osserva una distribuzione molto ineguale delle attività produttive, così come della popolazione e della ricchezza economica. Esiste in altri termini una “specificità territoriale” per ogni sistema economico.
L’Italia, in particolare all’interno del suo territorio contiene ben 5703 piccoli centri che hanno meno di 5000 abitan ti,
pari al 70,4% del totale dei comuni del Belpaese.
Questi territori, sono roccaforti di identità e custodi del nostro patrimonio storico-artistico, naturale, enogastronomico,
scrigni di ricchissime tradizioni dotate di risorse spesso ignorate e di una qualità della vita invidiata in tutto il mondo;
pertanto i piccoli comuni costituiscono una fonte di ricchezza per il Belpaese.
Sono proprio queste piccole realtà a mostrare oggi le maggiori potenzialità del Belpaese, quella capacità tutta italiana
di affrontare le sfide del futuro con dinamismo e saggezza.
Con la crisi ec onomica mondiale iniziata nel 2008, e tutt ora in atto, bisogna focalizzarsi su un macr o sistema economico composto da tanti solidi microsistemi territoriali in grado di sopperire al bisogno di un ’ economia solida e
dinamica.
Vittorio Cogliati Dezza,( presidente nazionale di L egambiente) sostiene che le dimensioni ridott e e circoscritte di un
centro urbano possono div enire un punto di for za di tali bor ghi. Difatti la “Piccola Grande Italia”, con lo sviluppo di
micro sistemi economici e con il supporto di efficienti network, funzionali allo sviluppo di stabili relazione con gli altri
mercati, può dar vita ad una struttura economica in grado di contrapporsi alla omogeneità e alla globalizzazione dei
grandi centri urbani, creando il rilancio della propria identità e della qualità del territorio, distinguendosi nelle produzioni tipiche del Made in Italy, ma anche nei settori più moderni e innovativi come la “soft economy”.
Una struttura economica così composta crea un sistema virtuoso basato su forti sinergie che comportano un aumento
di ricchezza per il paese, maggiore della somma della ricchezza delle singoli micro-economie territoriali.
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TAVOLA
ROTONDA
L’UOMO, LA NATURA
E I LIMITI DELLA RAGIONE
LE COMUNITÀ DI MONTAGNA
La montagna, quella italiana, quella del nostro Abruzzo, ha bisogno di procedere su un percorso nuovo sul quale, pure,
da tempo, si cerca di incanalare energie, saperi, conoscenze.
Scanno Natura Doc lancia un suo in vito al confronto, che è anche un a tto d’amore per la sua t erra, per le c omunità
e i bor ghi meravigliosi e sofferenti della mon tagna, la cui vita è nec essario indagare, capire, ancorare realmente al
futuro.
I nostri spunti:
puntare con decisione su un modello “speciale”
Un modello fondato sull’identità, la storia, la creatività, la qualità. Un modello in grado di coniugare coesione sociale
e competitività e di trarre forza dalla comunità e dal territorio. Un modello capace di valorizzare le radici locali.
promuovere prepotentemente la bellezza a fattore competitivo
Nell’era di internet i brand di singolarità, di specialità, i marchi, sono diventati sempre più importanti per i consumatori.
E’ sulle offerte di alto contenuto qualitativo e simbolico che, negli anni futuri, si consoliderà la domanda, secondo tutti
gli economisti indistintamente.
delineare i contorni di un “modello di turismo e di sviluppo economico”
Un modello che proponga il paese ed il t erritorio in un tutt’uno c ome valore attorno al quale far ruotar e produzione
e tempo libero. Tutt’uno che crei un contesto in grado di produrre abbondanza di attrattive e di esperienze di qualità.
Tutt’uno che inc oraggi, sostenga le struttur e che c ontribuiscono alla nascita di nuov e idee, di per corsi innovativi al
posto di quelli convenzionali.
marketing di sistema
Dare al turismo la valenza di un grande progetto economico. Arrivare ad un marketing di sistema che dilati gli effetti
della promozione e sottolinei la connessione tra i vari elementi di attrazione del paese.
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ASSOCIAZIONE
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EFFETTO UOMO
Scanno Natura Doc /
effetto uomo è …
…un’iniziativa che vuole promuovere la passione per la
natura e l’ambiente attraverso la seduzione dell’immagine filmica e audiovisiva.
…un contenitore di proposte artistiche, didattiche, formativee culturali a t ema naturalistico dovel’ambiente e
il paesaggio, protagonisti fondamentali, sono t erreno di
osservazione, interpretazione, proposta
…un progetto articolato che vuole creare spazi e opportunitàda gestire in condivisione con i giovani e le associazioni del territorio
…un invito alla partecipazione, all’incontro, alla creazione in un territorio, quale quello dell’entroterra abruzzese,
che esibisce una sempre più forte fragilità e che ha bisogno di tr ovare una fisionomia adeguata alle c omplesse
sfide economiche e sociali che lo attraversano
…un richiamo d’attenzione al tema della difesa della
montagna abruzzese, dove la gestione turistica ed ec onomicadelle risorse dev e esser e c oniugata a una r eale
tuteladel valore naturale dell’ambiente
…una piccola grande sfida per la rinascita e il protagonismo delle giovani generazioni nelle scelte sul futuro
dei loro paesi
Nata nel 2010, l’ Associazione S canno Na tura D oc pr omuove ev enti e a ttività cultur ali nel campo delle ar ti
visive, in par ticolare del cinema documen tario a t ema
naturalistico e ambien tale, e oper a per il r ecupero e la
valorizzazione della documen tazione cinema tografica
prodotta da autori che si sono cimentati su tematiche attinenti gli aspetti e le attività della città di Scanno. Come
stabilito dal suo statuto (art. 2), prevede altresì lo svolgimento delle seguenti attività:
A) R icerca ed appr ofondimento, c on il c oinvolgimento
del mondo della scuola e del v olontariato culturale, per
favorire, a ttraverso il cinema- documentario, la sensibilizzazione alla salv aguardia del t erritorio ed alla cultur a
dell'ambiente.
B) Promozione attraverso laboratori di escursione attività
di educazione ambientale per sensibilizzare ad un modo
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differente di considerare il mondo, la natura e le risorse
ambientali.
C) Ricerca sui temi delle arti cinematografiche e sui sistemi della c omunicazione anche median te l’istituzione di
premi per tesi di laurea o saggi specifici.
D) Attivazione di un laboratorio di archeologia interattivo
di ricerca e d’analisi del territorio: per la lettura dei segni
della storia e la loro proiezione nel presente e nel futuro,
per l’archiviazione multimediale delle fon ti ac quisite e
per l’attivazione di labor atori didattici con le scuole del
territorio.
E) Or ganizzazione del pr emio nazionale , denomina to
“Scanno Na tura DOC- effetto uomo ”, nel sett ore della
produzione cinematografica o televisiva, volto a valorizzare le
attività documentaristiche.
F) Costituzione di una biblioteca e di una mediateca specializzate nelle ma terie attinenti agli sc opi istituzionalidell’Associazione, per realizzare un patrimonio storico –
artistico aperto alla pubblica consultazione.
Inoltre, al fine di cr eare attenzione al turismo cultur ale
e alla pr opalazione della r ealtà del t erritorio scannese e
abruzzese, si propone i seguenti obiettivi: promozione di
seminari e cicli di conferenze, convegni, incontri, scambi
culturali in collaborazione con analoghe istituzioni nazionali ed internazionali, nonché con Enti pubblici e priv ati
italiani ed est eri; promozione di a ttività culturali tese a
documentare e divulgar e le a ttività dell’ Associazione;
assunzione di in teressenze e par tecipazioni in altr e Associazioni
senza scopo di lucr o e ONL US, aventi oggetto analogo,
affine o connesso al proprio; organizzazione di seminari,
congressi, meeting , giorna te di studio , c onferenze; organizzazione di c orsi teorici e pr atici di aggiornamen to,
attività di formazione e per fezionamento a carattere informativo-educativo, formazione tecnica e professionale
nel settore della comunicazione;
N) Formazione ed aggiornamen to, nello st esso ambito,
di personale dir ettivo, docente, educativo ed A TA, delle
scuole di ogni or dine e gr ado; realizzazione e pubblicazione di studi di ricerca, di riviste, di video, di diapositive
e di altri supporti.
Regìa: Giovanni Di Cesare
Anno: 2010
Durata: 35’
Ideazione e sceneggiatura: Francesco Del Fattore, Giovanni Di Cesare, Maria Pia Silla
Montaggio video: Antonio Grossi
Ricerca testi: Italia Gualtieri, Donatella Mastrogiovanni
Immagini e foto da Collezione privata
Musiche originali: Antonio Coppola
Produzione: Associazione Scanno Natura Doc
35' b/n 2010
"VERSO SCANNO.
VISIONI DI VIAGGIO"
Come sono apparse le nostre montagne e la Grande Vallata, agli occhi dei viaggiatori che hanno raggiunto Scanno tra
la prima metà dell'ottocento ed i primi decenni del novecento? Quale meraviglia e rispettoso stupore hanno provato
percorrendola strada serpeggiante tra le gole scavate, nel corso dei millenni, dal torrente Sagittario che scorreva vorticoso eprepotente levigando rocce e creando anse profonde e misteriose dove l'acqua riposava brevemente prima di
riprendere l'impetuoso cammino v erso il mar e lontano? Quale a ttonito rispetto osservando dal fondov alle le r occe
maestose e solenni sulle quali l'uomo è riuscit o, comunque, ad imporr e la sua rude pr esenza, costruendo imper vi
villaggi, sentinelle vigili e silen ti che domina vano l'antica strada? Quale gioioso solliev o, dopo un per corso aspro e
difficile, al momento dello scorgere finalmente la mèta di un viaggio c osì lungo e fa ticoso? Il desiderio di figurare i
pensieri e le sensazioni di viaggiatori, come Edward Lear, John Niholl, Alice Mc Donell, Maurits Cornelis Escher, Estella
Canziani, Beatrice Testa e Pietro di Rienzo, ci ha ispirato l'idea di creare un documentario utilizzando antiche immagini,
acquerelli, incisioni, litografie e fotografie d'epoca, assemblate tra loro, per fornire una sequenza di immagini che ben
figurano l'antico viaggio compiuto attraverso le nostre montagne da questi artisti e trasmettere agli spettatori le forti
sensazioni da loro provate. La musica per pianoforte, composta e suonata dal Maestro Antonio Coppola, e la lettura di
brevi brani dei diari di viaggio degli stessi protagonisti accompagnano efficacemente il nostro lavoro.
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LA RETE
PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO LAZIO E MOLISE
COMUNE DI SCANNO
COMUNITA' MONTANA PELIGNA
PROVINCIA DI L'AQUILA
REGIONE ABRUZZO-AGENZIA PROMOZIONE CULTURALE-SULMONA
FONDAZIONE "LIBERO BIZZARRI"
LIBERA UNIVERSITA' DEI DIRITTI UMANI
CENTRO STUDI PER IL MUSEO DELLA LANA-SCANNO
ASCOT-ASSOCIAZIONE OPERATORI TUTTI-SCANNO
RAI TECHE
FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA -ROMA
CINETECA DEL COMUNE DI BOLOGNA
DOC.IT-ASSOCIAZIONE DEI DOCUMENTARISTI ITALIANI
FACOLTA' DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE UNIVERSITA' DI TERAMO
CATTEDRA DI ANTROPOLOGIA CULTURALE-DIPARTIMENTO DI SOCIOLOGIA E COMUNICAZIONE
UNIVERSITA' LA SAPIENZA DI ROMA
CASA EDITRICE TECNODID
BIBLIOTECA MEDIATECA -SCANNO
ASSOCIAZIONE "APPUNTAMENTO CON LA TRADIZIONE"-SCANNO
ASSOCIAZIONE CULTURALE "LA FOCE"-SCANNO
ASSOCIAZIONE "FUTURO REMOTO"-VILLETTA BARREA
ASSOCIAZIONE "BORGO FATTORIA DIDATTICA"-VILLETTA BARREA
FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA TOR VERGATA UNIVERSITA' DI ROMA
FACOLTA' DI ECONOMIA UNIVERSITA' POLITECNICA DELLE MARCHE
FACOLTA' DI ARCHITETTURA ASCOLI PICENO UNIVERSITA' DI CAMERINO
SCUOLE DELLA VALLE DEL SAGITTARIO, DELLA VALLE PELIGNA, DI SULMONA E DELL'ALTO SANGRO
COMUNE DI ANVERSA
RISERVA NATURALE GOLE DEL SAGITTARIO
AZIENDA BIOAGRITURISTICA " LA PORTA DEI PARCHI"
FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO D'ABRUZZO PREMIO INTERNAZIONALE E. LOPEZ
ASSOCIAZIONE CULTURALE SULMONACINEMA
SCANNO NATURA
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SCANNO 23 - 26 SETTEMBRE 2010
SCANNO NATURA DOC/EFFETTO UOMO FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO NATURALISTICO ITALIANO 2ª EDIZIONE - 2010
Festival del Documentario Naturalistico Italiano
Scanno Natura Doc
EFFETTO UOMO
2ª EDIZIONE
FONDAZIONE LIBERO BIZZARRI
EDIZIONI