L`ARTE ORAFA - La Piazza di Scanno

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L`ARTE ORAFA - La Piazza di Scanno
L’ARTE ORAFA
Tutti gli studiosi che si sono occupati del costume tradizionale scannese
non hanno tralasciato di descrivere gli ornamenti preziosi che lo hanno da
sempre caratterizzato.
Lo storico M. Torcia nel 1795 a tal proposito scrive:
“….Le circeglie ornano i loro orecchi; sono pendenti d’oro in
sottil filigrana o solidi di valore; il collo un laccetto o sia catenina
dello stesso metallo di fino lavoro accompagnato d’altri fili di
‘canacchi’ con Crocefisso o altra immagine di Santi, ed anche
collane di zecchini veneziani. Generalmente la immagine poggia
sul petto sotto il ripiego delle descritte lunghe innumerevoli
collane. Anche le dita vanno cariche di anelli fini con pietre e
senza pietre, secondo la facoltà delle famiglie…”
Prodotto dagli alunni della Scuola Secondaria di 1° grado “Romualdo Parente” di Scanno (AQ)
A. Colarossi-Mancini nel 1921 afferma che gli abitanti dei paesi vicini nei
giorni di feste locali accorrevano ad ammirare il costume “sopraccarico di
orure” …. “Attualmente usano pel collo raddoppiati lacci d’oro a maglia
sottilissima, dai quali scendono due o tre ed anche quattro ciondoli d’oro,
che chiamano gioje e che fissano alla pettiglia” … “Usano pendenti più o
meno grandi alle orecchie e alle dita una quantità di anella con castoni
grandissimi.”.
I GIOIELLI NUZIALI NELLA T RADIZIONE A SCANNO
Prima del matrimonio, alla futura sposa venivano donati diversi oggetti
preziosi per “ammantarla” (coprirla d’oro).
Prodotto dagli alunni della Scuola Secondaria di 1° grado “Romualdo Parente” di Scanno (AQ)
Anelli di fi danzamento
Ricercatissimo e preziosissimo era il “Cris to”, un anello che, al posto di
una pietra colorata, aveva un Crocifisso che cadeva trasversalmente al dito
e che entrò nella tradizione come anello di fidanzamento a partire dal
settecento.
Altri modelli antichi avevano forme a fiocco e a cuore con castone centrale
in paste vitree colorate o pietre come la corniola, apprezzata quanto il
corallo e considerata apportatrice di prosperità e salute.
Anelli di fidanzamento molto diffusi erano quelli a fedina e a scudo con il
castone centrale rettangolare o cuoriforme, al centro del quale venivano
incise le iniziali del nome degli innamorati quale suggello di promessa
nuziale.
Prodotto dagli alunni della Scuola Secondaria di 1° grado “Romualdo Parente” di Scanno (AQ)
La Presentosa, “...una grande stella di filigrana con in mezzo due
cuori...”, così la descriveva il poeta abruzzese D’Annunzio.
Veniva regalata alla futura sposa dal fidanzato, che faceva il pastore, prima
che ritornasse con il gregge in Puglia a passarvi l’inverno.
Era un ciondolo, pegno d’amore.
Le Circeje, originali orecchini a navicella e perline, erano portate in dono
alla ragazza, in occasione della prima visita da parte dei genitori del futuro
sposo.
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Il Fiore d’argento, “ti off ro questo f iore in s egno del mio amore”
era il regalo del fidanzato alla sua donna, accompagnato da una serenata di
buon augurio, la sera dell’ultimo dell’anno.
La palma in argento veniva regalata a Pasqua se il matrimonio si
celebrava entro l’anno.
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Amuleti e accessori in argento per l’abbigliamento e il lavoro di ricamo e
cucito, venivano donati in diverse occasioni durante il fidanzamento.
Accessori originali erano l’odorino (“i ‘adduri ne”), piccolo contenitore
a forma di bottiglia o anforetta usato per conservare sostanze profumate
varie, che le donne usavano riporre nella tasca della gonna, e la “teca”,
piccolo contenitore piatto con un coperchietto, usato per custodire i capelli
della persona amata.
La Stringicolla o Cannatora, era la collana nuziale in oro che la
tradizione imponeva fosse regalata dalla suocera alla sposa che,
ricevendola, acquisiva il ruolo di garante della continuità della stirpe.
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La Gioja (ciondolo o medaglione), era un complemento della collana con
simboli amorosi generici o specifici, come la “presentosa”.
Caratteristici ciondoli a doppia faccia dalla forma ovale e raggiata,
chiamati “catille”, si compongono di una cornice realizzata in filigrana
che racchiude una miniatura o una minuscola teca.
Il Laccio è il monile più prestigioso e rappresentativo del costume
femminile scannese.
E’ una matassa di fili d’oro che la suocera regalava alla sposa affinché la
indossasse il giorno delle nozze per esporre sul comodino (corpetto) tutti i
gioielli che aveva ricevuto durante il fidanzamento, appuntandoli sul petto,
a diverse altezze lungo il laccio.
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Le manucce è l’anello nuziale più antico, simbolo dell’unione: la mano
dell’uomo con quella della donna si congiungono avvolgendo il cuore.
la Cicerchiata è un altro particolare anello nuziale, con decorazione
granulare, che richiama i grani della leguminosa “cicerchia”.
Tradizionalmente, questo anello veniva portato soltanto dagli uomini
ammogliati di Scanno. Altri esemplari di fattura simile si riscontrano nel
grossetano e in Sardegna.
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l’Amorino, diventato un pò l’emblema della moderna produzione orafa
scannese, è un complesso ciondolo a spilla, impreziosito da turchesi, perle,
coralli e rubini, che è amuleto e talismano da regalare alla sposa: rafforza
l’amore nella coppia e diffonde serenità.
Questo ciondolo, ideato e realizzato dall’orafo Armando Di Rienzo, venne
premiato nel 1960 ad una mostra mondiale a New York.
la Bottoniera – “Correva l’anno 1590 e quì si lavoravano già bottoni e
fibbie d’argento che arricchivano le vesti delle donne del luogo...”.
I bottoni sono dodici e sono disposti su due o tre file, sul corpetto dell’abito
tradizionale. Sono veri e propri gioielli, realizzati in argento, e i più antichi
riportano decorazioni di soggetti religiosi o legati alla magia; più recenti
sono quelli in filigrana o con pietrina.
Prodotto dagli alunni della Scuola Secondaria di 1° grado “Romualdo Parente” di Scanno (AQ)