Monumenta Germ. Hist. ((Scriptores re,r.

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Monumenta Germ. Hist. ((Scriptores re,r.
ku:v
A SERlB: VOL. X
ANNATA
LXVII
FASCC. 1·1l
ARCHIVIO
della
R. Deputazione romana
di
Storia
patria
VOL. LXVII
Roma
Nella setle tlella R. Deputazione alia bi6liouc4 Valliceltiana
1944
OSSERVAZIONI CRITICHE SU ALCUNE QUESnONI
FONDAMtENTALI RIGUARDANTI LE ORIGINI E I
CARA TIERI DELLE ERHSIE MEDIOEVALI
SOMMARIO. I. [ndirizzi storiografici . e problerni della storia delle
eresie medioevali. II. Le Fonti. Atteggiamenti teologici ed errori
di metodo nell'impostazione del problema delle origini delle eresie. HI. Le testimonianz.e coeve sulle eresie dei secoli Xl e XlI.
IV. Dualismo manicheo, cosmogonico e metafisico. Dualismo
cararo, antropologico ed etico. V. Atteggiamenti
razicnalistici
degli eretici e il mito del ritorno al Vangelo. VI. Le origini
evangeliche del docetismo.: dell'ascetismo edella
liturgia catari.
VlIl. Tarde influenze manichee nel catarismo occidentale. IX.
La Riforma della Chiesa e \'eresia. I[ problema ecclesiologico
come problema centrale dell'eresia del Medioevo, L'« Ecclesia
maligna» e I'" Ecclesia Dei », Costantino e papa Silvestro fundatori della Chiesa Romana.
O
primi studi sulle eresie sorte in Francia e in ltalia
agh inizi del 1000 e fiorenti poi, COIn stracrdinaeio
vigore. in molte regioni d'Europa, fin quasi alIa
meta del sec, XIV, ebbero inizio alia fine del Cinquecento
e ai primi del Seicento.
Essi trassero origine, in parte. dai nuovi interessi . della
erudizione storica, ehe si affermava proprio' in quel periodo
di tempo con Ie grandi raccolte di testi e di documenti medievali dei d'Achiry, dei Martene. dei Mabillon, dei Duplessis-d'Argentrer in parte dalla polemica religiosa riaccesasi tra
cifonnati e cattolici, specialmente ad opera dei Valdesi delle
valli alpine del P:emonte. E mentre agli eruditi del Seicento
e de! Settecento siamo debitori delle prime edizioni delle
« summae» e dei « tractatus» antiereticali di Alano di Lilla~
di David di Augsburg. di Stefano di Borbane, di Raineno
AreMvi.
d~I/R R. D~pu"'.;o,,~ rom.""
.Ii Siori. paIri" (A. LXVIJ). N. S. Vol. X.
7-
Raffaello MOTghen
Sacconi, del Moneta (I). pubblicati quasi a continuare la tradizione del Pilichdorf. del Cattaneo e di Claudio di Seyssel (2)
ultimi difensori,alle soglie del Rinascimento. del dogma cat,
tolico contro ,gli assalti dell'eresia medievale, at Valdesi della
seconda meta del Cinquecento dobbiarno quella rieca stoeiografia riformata, nella quale si cercö di tracciare per Ia prima
volta Ie linee di una storia della chiesa ereticale, sia pure limitatamente agli interessi e agli ideali delle esigue rna vive cOJ
munitä valdesi-protestanti, eh'erano sorte, dope i1 sinodo di
(1) La prima edizione dell'opera di ALANO di Lillil, O~s
de
fide catholica adversus haereticos
et W iIldenses: qui postell Albigenses
dicti, compesta aopo il 1179, fu pulbblicata a Parigi dal MASSONnei
1612. Fu pOi ripubblkata
~1 1654 3.ii Anversa. e net 1844 nella
Patrologia del M1GNE. Al GRETSER(Trias scriptorum adversus Wal·
cJensium sectam, J.ngolstaat, 1614) si deve 131 prima edizione <kgli serit,
ti di Eberardo di 8etuna, di Bema.rdo di Fonca1ao e at Brmengaudo. La Summa de Catkaris et Leonistis seu paupe.ribus de Lugduno
<Ii RAINERIOSACCONl (1250 c.) fu pubblicata prima nella Bibliotheca
maxima veterum patrum, Lugduni Batavotum, 1677, ,poi dal MARTkNE,
Thesaurus novU$ anecdotorum, Lutet!iae Parisiorum, 1717, to. V, e
dal DUPLBSSlS D' ARGmmm, CoJiectio I_iorum ere flO'tIis er:roribus
qui ab initio XU saeculi ad annum 172; in Eccle5ia proscripti SiUnt
d notati, Pa.risüs, 1725, 1733, 1735. Recentemente ne ha dato una
nuova edlz:ione il ;p. DoNoMNE in append ice al 'Volume Un traiM neo·
manicheen du XIII" siede, Roma, 1939· II Traetatus de diversis materiis
praedieabilibus seu de septem donis Saneti Spiritus dv Stefaoo di Bor·
bone 0 di BellevilLe, inqu:.sitore nel 1235,. fu pure pubblicato neI·
la Colleel!io del DUPLESSIS'D'ARGENTRE,mentre il Tractatus de hae·
resi pauperum de Lugduno a lui attribuito si trova nella Biblliotheca
maxima veterum patTum e nel Thesaurus gel MI\RTtNE. II D' ACHERY
(Spicilegium siva coUectio veterum aliquot scriptorum, Pari&iis, 1655i7) pubblid> la Manifestatio haeresis Catharorum quam tocit Bo·
naCUfSUS
della qua:le ha dato recentemente una nuova edizione cri·
tica IURINO DA MILANO in Aevum, 1938. 11 De inquisitione haerep·
corum di Davit! di Augsburg (meta d~1 sec. XIII),. a.ttribuito ad Ivp'
neto, fu pubblicato dal MARTENEe ripubblic.ato poi, sotto il nome
del suo vero autore, daJ ,PREGER(Der Tractat des David 'VOI1 Augsburg
über die Valdesier, Monaco, 1878). AI RICCHINI dobbiamo in·
fine Ia fondamentale pubblicaz.ione dell' Adversus Catharos et Wal·
denses de11'inquisitore cremonese Moneta, vi.ssuto verso la meta
del sec. XLII, (Romae 17'13).
(2) ,PIETROPILICHDORF,Contra haereSJim Wa.ldensium tractatus
(139S)pubbl. in MARTENE. to. V, Alberto Cattaneo, arcid'iacono,
inquisitore nel Delfinato, vissuto ~L!a seconda meta. del sec. XV.
fu autore db un De Ortu et de. doctritUl Waldensium. Claudio di
Seyssel (1450-1520), <l>t'Civescovo
di Torino, fu autore ~Ue Adversus
W t:eldenses disputationes (15I7}.
Osseroazioni suZIe eresie medioevali
99
Chanlor~, dal1afusione delle ultime sopravvivenze del valdi,
smo med.ievale con Ie nuove coorentt spmtuali della Rifex,
rna (I).
~isogna pero giungere alla meta del sec. XlIX per troVaft
Ie pnme opere ehe, al di la degli intenti della pun polemica
religiosa ~ della. sem~liee eeudizione, afttontino ilproblema
delle eresie medioevali con mteressl prevalentemente storid,
e con metodi d'indag:ne e d'analisi ngorosamente scientiEici.
Dopo le brevi note dedicate al!'at:gomento dal Muratori (2), dopo il primo tentative, utto daJ Fueslin nel
1770 (3), di raccoglieee in un'unjca visione d'insieme la storia
della Chiesa e delle eresie (unpartheiische Kirchen und Ketzer
Historie), e dopo gli inadeguati spunti critici del Gieseler (4),
la Geschichte des Ketze-r im Mittelalter della Hahn (1845(I) Questi scrirtori da SCIPIONE LENTOLO, autore di una Historia
delle grandi e crudeli persecution; fatte tri fIOstri tempi in Provenza
in Calabria e in Piemcmte contro il popolo ehe chiamano Valdese,
composta nel 1561-62, a GIROLAMO MIOLO (HistOf'ia breve e 'IIe,rade
gl'aDari dei Valdesi delle Valli, 1587). a J. P. PERRIN (Histoiffl des
Chretiens Vaudois. Geneve, 1618) a P. GILLES (Histoire eccUsiastique
des Eglises reformees. Ginevra,
1644. 1645), a J. LEGER. (Histo.:re
generale des Eglises Evangeliques de.s ValMes de Piemont, Leyde.
1669)5Ono illustrati da G. GoNNET nella 9\I;l utile guida agli studi sui
Valdi'smo. II Valdismo medievaIe. Prokgomeni. Torre PelJice. 1942.
pagg. lOS e segg. Tra g1i scrittori cattolici ehe furono in po!emica
con i pl'&e1lenti ricordeumo
il Rorengo, iJ Belvedere, 10 Charvaz,
it Cerri, per i quali v. pure GONNIlT, II Valdismo medief./ale cit.,
pag. loB n. 8.
(2) Antiquitates It4licoe Medii Aevi. V. f. 82.
(3) J. C. FuESLIN, NUIe unpartheiische Kirchen una Ketzer Hi.
storie Jer mittleren Zeit. F~anld£urt. 1770. Cito questa opera daIlo
Hahn II10n essen~o riuKito a trovare in Roma. akun esempl.are eli
essa. Della stesso autore esistenella
:Bililioteca Corsinian.a di Roma
un opuscolo Dissertatio de Fanaticis saeculi XI in ltalia detectis, Berna, MOCCLXr. In essa e contenuta una breve esposizione della te5timonia.nla di Lall£iolflo sugJi eretici di Monteforte. dedicata al cudi,
nal Passionei. aHara bibliotecario deJla Vatica.na, per InOStr3l!'e« quan,
ta illl caJi.gine Historia Medi;; aevi sepu1ta jaceret».
(4) GIESELER,
J., Commentatio crifica de Raineri Sacchonii SU'!l.
ma de Catharis et Lecmistis, .Goettingae, 1834 e Lehrbuch der EUr·
chengeschichte. voll. I-I,V.ß:onn •. 1844.1845'. Nel vol.,
parte 2 si
tratta anehe delle eresie mediaevall <fal sec. XU .a commc:lare da Tan,
chelino. rna, con spirito esdusivamente teologico. ~lJa fLOe del, vol. !I
sono riportate anche Ie testi~onianze del~e fot;ttt, grech~ SUI Pa~hciani e sui Bogomili. senza pero akun tentatlvo dl rlcostruzlone stOriCa.
'I'..
RatJa:lIo Morghen
100
50) (1). e I'Histoire et doctrine de La secte des Cathares della
Schmidt! (1849). sono le prime opere ehe abbiano dignitä
di storia e ehe trattino dei movimenti dell'eterodossia de:l'etä di mezzo con intendimenti
e atteggiament,
di pen-
siero moderni,
Specialmeute l'opera dello Hahn conservaancor
oggi gran
parte det:a sua jrnportanza per la larghezza e I'esattezza delle
notizie sulle quali
basata, per la ricca append ice di documenti e di testi ehe chiude ogni volume. per l'evidente sforzo dell'autore di ccgliere, pur attraverso alla varietä delle
manifestazioni esteriori, i caratteri intrinseci
delle diverse
ecesie; ehe egli divide in quatteo diversi gruppi, rna delle quali
intuisce la fondamenta:le unitä nella comune opposizione alIa
chiesa della gerarchia (2).
Alle opere dello Hahn e del'o Schmidt segul Ia eicca
serie degli studi del Dleckhoff, del Peeger, dello Herzog. del
Comba. dello Haupt. del Muller (3). volti a illustrare sopt'a-
e
(1) Geschichte der Ketze" im Mittelaltef' besonders im II, 12
und 13 Tahf'hunden fldCh den QueUen beat'beitet von dr, CHRISTOPH
ULRICH HAHN. llprimo volume, pubblicato
a Stoccarda nel 1845,
dedicate ai neo-manichei e tratta dei Catari e <legE. AJhigesi. IJ secondo volume edel
1847 e tratta deil Valdesi, dei Bega,rdi, dei BeghiaJi" dei Fratelli de! libero spirito e delle eresie fiorite suI tronco
francescaoo. II teno appa.rve ne1 1850 e tratta dei Passa.gini-, di Gioac_
chino 93 Fiore e di Amalrico di Bena. Tale riparti,rione della materia corrisponcle alIa divisione di tutte Ie eres:e in quattro gruppi
principali: eresie dei nuovi manichei e ariani; dei credenti nella S.
Scrit.tura ~ib~I~laubi~en), ~ .cioe Valdesi e sette affini,; dei giudaiz_
zant! Wassaglru 0 Clrconclsl}; eres:e filosofeggianti (Gioacchino 9a
Fiore e Amalrico di Ber-a).
(2) HAHN, Geschichte der Kette". cit. r, « Aber auch' diese vier
sj.~ in einem Punkte wenigstens eins, in dem Hass gegen die beste,
hende Kirche und dem heftigen Kampfe, den sie mit ihr führten ».
ü) A_ W. DIECKHOFF.Die Wa!denseT im Mitte~T, Göttingen.
1850; J. J- HERZOG, Die Romanischen Waldensef', Halle, 1853; W.
PREGER,
Beitf'äge zur Geschichte der WaldmseT
im MittePolter,
München, 1875; K. MULLER, Die W 4'ldenset' und ihre einzelnen
Gruppen bis zum Anfang des '4. Tahf'hunderls, Gotha, 1886: H.
HAUPT, Wa]denS6t in Zeitschrift f· Kirchengesch. X: idem, Walden_
serthum und Inquisition, Freiburg, 18g0; E. CoMBA, Stona della
riforma in ltalia, Firenze. 1881: idem, Histoif'e des VAudois d'Italie,
Paris, 1887: isiem, Histoif'e des Vaudois, Paris, H)OI. II Dieckoff, 10
Herzog e i1 Preger si occupa·rono in particolar modo deU'origine dei
Paveri Lombacdj, sostenendo, il primo che essi risultarooo <lalla fu·
sione di dementi vaJ.des~con elementi italiani arnaldistici, il secondo
e
Osseruazioni
tutto
sulle eresie medioevali
il grande filone valdese dell'eresia
medievale,
101
e a carat.
terizzaee i diversi movimenti che vi confluieono, lEd
e indub-
hio che questa produzione storiografica sul Valdismo, della
seconda meta del secolo XlIX. costituisce ancor oggi quanto
di meglio e stato soritto sull'argomento, per l'accuratezza del'e
indagini sulle quali essa
fondatavper la Iarghezza degli interessi dai quali trae origine, per la sensibilitä dei fatti spirituali e religiosi che la ispira e la caratterizza,
Uno dei suoi frutti piü notevoli
rappresentato dai « Bei.
träge zur Sektengeschichte
des Mittelalters)) del Dollinger,
apparsi nel 1890, ehe misero a disposizione degli studiosi una
ricchissima raccolta d! testi cattolici ed ereticali della .pill alta
irnportanza, specialrnente per la conoscenza dei movimenti
del basso medioevo, dalla Secia Spiritus Libertatis al paupe,
rismo intransigente degli Spiritual; e al deciso atteggiamento antigerarchico dei Fraticelli; Oltre alta riedizione delle
principal; fonti valdesi ed ereticali gia note, si deve al Oöllinger la prima pubblieazione, da un vetusto codiee fiorentino. del trattato di Salvi Burce (uno degli eretici divenuti
poi inquisitori), Liber qui « Supra Stella )) dicituf (1233-1235),
ehe
tra i p;u antiehi e importanti
testi antieretieali. Oi con_
tro alia copiosa serie delle fonti di parte cattolica. si arricch1.
in tal modo, anche 10 scarso eomplesso delle testimonianze
dire~te della tradiz!one dottrinale eterodossa, fino allora solo
in paTte eonosciuta e piuttosto scat'Samente utilizza·ta. 51 che.
dopo cill'Ca un einquantennio di neelt"che e di studi analitici.
fu possibile affrontare, con adeguati fondamenti. la storia
di tutti j movimenti ereticali del Medioevo nel loro comples,
so, inquadrandoli nei massimi problemi della vita, del pensiero
e de1lo spirito di quell'eta.
I pii! notevoli ~entativi in questo sensa possono essere
ind:cati nelle opere di tire studiosi italiani e cioe: 1'« Ef'e,
sia nel medioevo )) di F. Tocco, apparsa in F~1"enzenel 1884,
e
e
e
deUa loro dipendenza da inßuenze francesi. La questione fu ripresa
con maggiore ampiezza dal Muller ehe esa.mino e prWsO, con notevole acume critico. Ie .principaJi di~ergenze tra Valdesi francesi e
Poveri Lombarcli. AL Comba dobbiamo i primi .ser~ studt sulle fonti
valdesi e 1a pubblicazione dei· documenti piu importanti della tradizione valdese, quaJi lao Regula sectae Va!densium, it Rescriptum heresiarcal'Um (resoconto del Convegno dl Bergamo tra Vaklesi klmbardi e francesi nel 1218) e i primi versi della Nabla Leic.zon.
102
Raffaello Morghen
i saggi di Gioacchino Volpe su « Movimenti 1eligiosi e sette
e1eticali nella soOeta medievale »spubblicati tra i! 1907 e
il 1912, e ristampati poi in volume dall'editore Valleechi nel
1922, e gli studi di A. De Stefano su Arnalda da Brescia,
sugli Umiliati, sui Valdesi e altre sette, pubblicati bra il
1900 e il 1923 e raccolti pure in volume nel 1938 (I). Ma non
sembra ehe anehe in queste opere (alcune delle qualigodet;
tero di larga e indiseussa fama) i problemi fondamentali del,
l'eresia medievale risultino eompletamente chiariti,
II Tocco. prevalentemente
orientate verso studi di stor.a
della filosofia. conescitcee esperto del vasto materiale documentaeio delle eresie, cl ha dato il quadro, finoea forse il piü
compiuto, del movimento ereticale del medioevo, fondendo
in una limpida ed eeganica visione di insieme i frutti degli studi e delle rieerche del trentennio ehe l'aveva preceduto, La sua open, olire a ~ostituire un'esauriente raccoha
di notiz:e vagliate e sicuee, • anche un libra vivo, de~ta.to
da una alta coscienza di st\ldioso, pienamente eonsapevole
dell'importanza
deal problema affeontato, della sua latitudine
e della sua comples.siu.
Senonehe il Tocco. comepiu 0 meno tutti gli altri scnt_
tori del suo 5«010. non ha saputo sempre sUpe1are gli sehemi dottrinali e teologici nei quali i primi eontroversisti eattoliei fissarono. con eceessiva rigidezla. la rappresentazione
delle diverse manifestaz:oni dell'eres:a medievale. per quella
naturale unilateralita e per quella tendenza al sistema ehe
«ano insite nelloro atteggiamento ideologieo.
Tocco accet_
ta senza discussione il presupposto. proprio dei teologi di tutte
Ie fedi. secondo il quale ogni espressione di religiosiu non
pua identifiearsi ehe con un fatto essenziaImente intellettuale
con una dottrina. con un dogma. E da cia deriva eerto astraL
to schematismoproprio
della sua esposiz:one. ehe si sforza di
dare sempre coerenza di coneezione organica e compillta
anche ad atteggiamenti
spirituali originati. talvolta. piu da
motivi etici contingenti e da impulsi estrarazionali. ehe non
da consapevoli esigenze di pensiero. COS! egli parIa di dogmi
dei Catari. della loro dottrina m«ale. del cultO' estemo edeLla
gerarehia. adunando sullo stesso piano e con 10 stesso valore,
restimon:anze di steoli e di ambienti diversi. per neostnlire
n
(I) Rifonnatori ed eretici del medioevo, C\Jni, Palermo. 1938.
Osser'Vaziooi sulle eresse medioevali
103
un presunto sistema cataro, aa. cui esistenza difficilme.nte si
puc, conciliare con le numerose divergenze di fede dei singoli
gruppi, e con Ie evidenti affinitä di dcttrina e di rito ehe
confondono spesso Catari, Patari e Valdesi in una indistinta
unita di atteggiamenti,
anche agli occhi degli inquisitori
piu sperimentati (I). Un sistema esige d'a1tronde una unita
di concezione e una. continuitä di svolgimento, ehe non si
risconeeano affatto nelle man:festazioni della cosiddetta eresia catara, disseminate senza evidenti relazioni tra leeo attraverso due secoli, nei piu diversi paesi d'Europa, II Tocco
parla invece continuamente di « dommi del catarismo» (pag,
73) e di « dommi fondamentali » perfino dei Poveri di Lione
(pag. 147), ehe sono, tra gli eretici fioriti dopo 11 1000, i p:u
alieni da atteggiamenti dottrinali. Per lui anche it consolamentum, i1 sacramento tipico dell'eresia albigese,
un eJam,.
rna (pag. 103)' T utta la sua 'trattazione
e
e
eondotta del resto
sulJa falsanga dello svolg.mento del « movimento intellettuale del Med.ioevo» con una implicilta interpretazione
prevalente.mente intellettualist:ca
del fenomeno eretcale, ehe
non appil!'e storicamente giustificata (v. specialmente la lun_
ga introduzione dell'opera). Anche la divisione fondamentale
del suo stud~o in due pani: « Dall'eresia allo scisma ». cioe
dall'eresia catan aUo sc:sma amaldistico; e « daUoscisma al-
l'eresia», eioe dallo scisma gioaehim;ta all'eresia degli Apostolici, tradisce prevalenti preoceupazioni sistematiche· e porta
quindia
una non adeguata impostazione del problema, in
quanto si istituiscono ·tra Ie diverse manifestazioni dell'.,-esia
retazioni ehe si rivedano spesso accidentali ed esteriori. Del
(I) eKca Ia con,fusione ehe gli stessi inquisitori e gli scrittori
cattolici dd sec. XID faceva.no ~Ile diverse sette, bastera ricordare
ehe Ramerio Sacconi confonde j, Catari con i Paterini, « Cathati seu
Panrini » (ed. Doll(iaine pag. 64); the J'IlIIIOCenzoIII. (<< Patrol. Lat. »
vol. 214. col. 82) pa~1a di eresie, « spec:.es quidem hahentes diversas,
sed caudas ad invicem eolligatas »; ehe .nella DisPUf4tio inter Catholicum et Paterinum, "ma.n.ichaeus)) e « paterinus» sono usati indiL
ferentemente per indicare la stessa figura diI e:reti<.o; ehe iniine Stefano d~Borbone distingue i Catari dai "Maniehei sive Bulpi)). Per
quel ehe riguarda l'interpret~zione
preva1entelt\U\te dottrinale del
fenomeno eretica:le, a.n<:he 10 Hahnparia
del sistema dei « ,nuovi
Maniehei 0 Catari »pur dopo aver lungamente pisputato delle varie
" denominazioni»
ehe essi as~umono, e delle varie "sette»
nelle
quaJi si divideno.
Ratfaello Morghen
104
catarismo egli parla come d: una eresia con caratteri e manifestazioni nettarnente de6niti e costanti, dai primi movimenti
all'inizio del secolo XI. in Francia e in Italia, agli Albigesi
del sec. XIIJ (pag. 100). E per illustraee le idee degli eretici
di Monteforte, del. 1030, egli non esita a citare i testi degli
inquisitori del sec. XIII. quali Rainerio Sacconi e la Disputatio
inter Catholicum et paterinum (pag. 74).
Cosi, circa le origini dell'eresia catara, ehe appare ai suoi
occhi come la prima eadice del movimento ereticale del Me'
dioevo, egli non es.ta ad affermarne, centro ~'opinione dello
Schmidt, la derivazione clalle antiehe dottrine manichee e
gnostiche, sia pur scolor.te e trasformate attraverso i secoli.
E come di manicheismo e di gnosticismo, egli parla, sempre
a proposito delle origni di quelle eresie (professate per 10
piu da uomini [ncolti e indotti, da rudes, secondo ~'espressione cornune delle fonli), anche di arianesirno, di traducianismo, di docetismo, di pitagorismo, quasi avvaloran:do I'idea
ehe ~'eresia mulieva
sorga da un elaborato sinocretismo di
antiche dottrine filos>ofi<:o-religiose (1).
TutU Ja sua rieerca
dominata. in condusione, da un
problema partic~e
di storia della filosofia; vedere cioe quali
rapporti corressero ~a eresie e « speculazioni filosofiche e
moti politK:i del Medioevo»
incl:Tizzati, secondo l'insigne
studioso, essenziatlmente a tre scapi: la libertil del pens:ero,
l'autonomia dello stato, e la riabilitazione della vita. E quan:io
egli giunge a convineersi ehe « quei rapporti
sono accidentali e sforzati» (2), ehe gli eretici erano fautori deU'intransigenza e nemiei della Ebertil di pensiero ne piu ne meno dei
loropersecutori,
chiude Ia sua cicerca con un giudizio fonda'
mentaJmente negativo su tutte Ie forme di misticismo e con
I'esaltazione di Occam it cui pensiero soItanto doveva. secondo
lui. sopravvivere, mentre 1e « eresie medievad.i, l'una dopa
l'altra. scompanrero tutte, akune per non risorgtte piu. altre
per riapparire, rna eompletamente
rielaborate e trasformate.
nella Protesta}} (3).
e
(I) Tocco, op. cit.,pa.g. 79 e ,pag 1°5: « In tutti i grandi movimenti religiosi aeeade quel!.o ehe notamrno del CatarioSmo, nel. Quale.
intorno al nude<> deLle dottrine dualistiche si a,ggrupparono Ie piu
vecchie eresie
(2) Tocco, op. coot.. pag. 557.
(J} rocco, op. cit., pa~. 55Q.
D.
,
Osservaziani
sulle eresie medioevaIi
105
II Volpe rappresentava, di fronte al Tocco, un temperamente di studioso e interessi del tutto diversi,
Po~to,
oltre ehe da naturali disposizion] del suo ingegno,
dagli or.entamenti d.i pensieeo dorninanti a11'epoca della sua
formazione, a vedere it processo della realtä storica prevalenternente sotto l'angolo visuale delle manifestazioni econorniche, sociali e pelitiche, egli appare cornpletamente immu,
ne dalle tendenze del Tocco a presentare il quadro delle eresie medievali in una pura e semplice esposizjone di dottrine,
rna ne coglie invece, con felice intuito, gli aspetti spesso iJrrazionali e torbidi, gli atteggiarnenti prevalenternenta
sentimentali ed etici, e individua con precisione i bisogni sociaIi egli interessi di partito dai quali esse traevano vigore, le
classi tra le quali si diffondevano piir facilmente. gli ideali
politici con i quali esse si accompa.gnavano. Certe intuizioni
del Vo'pe sulle eres.e rnedievali sono entrate ormai definitivamente, sia pure nella loro generic a indeterm.natezza,
nel
nostro spensiero storiografico,
Ma le eresie medievali sono studiate dal Volpe piu nei
Ioro riflessi esteriori, ehe non come espress;one di intima vita
religiosa. Pili dal di fuori, quind:, ehe dal di dentro. La vita
religiosa, nei suoi aspetti piu profondi. non interessa d'altronde
il Volpe. Egli stesso. nel chiat'imento preposto a giustifieazio,
ne de1l'edizione del suo volume sui « Moviment~ !l'eligiosi e
sette eretieali », ncordando i tempi del modernismo e Ie lotte
tra ortodossia e novatori, cosi dichiarava:
« it sottoscritto
era, ne: suo intima. fuori dell'uno e de1l'altro movimento:
ma
innegabile ehe essi, specialmente l'ultimo, rich:amarono
l'attenzione nostra sopra fatti, 0 aspetti di fat to, sui quali di
solito non ci fermavamo troppo, la~:Jdove ci fermavamo curiosamente nel Medioevo !aieo, contadinesco borghese. sulle istituzioni politiche ed economiche, sui cantrasti di dasse» (I).
e
(I) G. VOLPE. Movinumti
religiosi e setk
ereticaJi nelJla societa
Firenze, pag.
X. Vedi anche aUe pagg. VI-VII: « 11mio compito non e stato, liltturalmente oi ,perseguire Ja vita religiosa· medievale in tutto questo
suo largo irrradiarsi evario
reaJizlani 0 Il'ipercuotersi 0 risentirsi.
Esso
:piu modesto. La -prima
maggior parte del volume
volta
a esaminare in mezzo a qual,i condi.zioru de1la societa specialmente
cittadina e a qlL1l.i situazioni politiche Ie eresie crescono e si. diffondono. Quah esigenze pratiche e sent:menta:li esse soddisf.a.no, quaJ,i
medievale italiana (seco!.~ XI-XIV). Valle<:chi editore,
e
°
e
Raffaello
MOTghen
Se pure egli si volge a studiare la lotta religiosa, i' suoi
fondamentali interessi finiscono per richiamare Ja sua artenzione specialmente sui fatti econornici, sociali e politici ac:1
essa connessi, poiche i1 fatto religiose, nei suoi moventi piu
intimi, rirnane fondamentalmente
estraneo al suo spieito, La
sua stessa pregiudiziale di aver' voluto perseguire con la sua
opera un compito assai piu modesto ehe non quelle di illust!rat'e un memento della vita re1igiosa del Medioevo. se eende
giustizia al suo sense d'onestä scientifica, testimonia la sua
volontaria einuncia a comprendere l'effettiva importanza di
movimenti spiriruali ehe inteeessano almeno tre secoli della
piu intensa vita religiosa del Medioevo.
II Volpe vede cost negli eretici medievali {(un e.sercito
grande, rna variamente armato e disposte nelle cui file entrarono i malcontenti e i ribelli di ogni genere, come volontari,
irregolari, avventizimercenari,
sokiati di occasione e non di
vocazione: 0 vi fur<>no eacciati a forza dai vescovi, dai papi,
da.i domenicani e francescanigareggianti
di zelo, dai govern-i.
daala horghesia, dai ,partiti, per aves mod~ di combattue con
tut.te Ie armi tanti loro nemici e perseguitalf'li fino aU'estremo,
in nome di un principio superiore » (I). E cia spiegherebbe,
sempre seconclo it Volpe, perche {(l'eresia trovo a volta a
voltai suoi caldi .proseliti e gl'interessati sostenitori nel popo10 magt'o e nella aristocrazia}) (2). Quanto aHa borghesia essa
fu {(da prima incline a unirsi agli eretici per una comune battaglia contro Ie temporalIta ecclesiastiche a loro ugua.1mente
invise. anche se per diversi motivi; poi indifferente e neu,
trale; infine sempre piu ostile nel corso del duecento e nel
trecento. quanto p:u essa diventava senza rivali 1a classe diri,
gente dell'Italia comunale»
(3): visione storica questa ehe
per voler essere it piu poss:bile aderente alIa concretezza detl1a
gTuppi soci·aJi,ne sono piu pervasi eperche...
NonIe ho considerate
come un eapitolo delia storia del dogma 0 delle religioni, net qll4ll
rapporto Ja Joro importam.a
SCM5al, rna come Un capitolo ~ella
c:otmme stOl'ia». Da queste parole emergono i limiti ehe il Volpe
stesso ha voluto dare al suo lavoro ed insi.eme Ja scarsa. importa-nza
c~ egli attribuisce alle eresie medievali come espressione della reli.
giosita <Ii quell'epoca.
(I) VOLPE, op. cit •• pag. 180.
e
(2) VOLPE, op. cit., pag.
b) VOLPE, op. cit. ,pag.
185.
183.
OsservaZioni sulle eresi« meclioevali
107
realta. nella varietä infinita delle sue manuestazioni partieo,
lari, si annebbia in. una iodistinta geriericita e si. esaurisce
in astratti sehemi a 'base di lotta eli classe e d.i parte ehe non
ccnsentcno in aIcun modo di spiegare i d;versi atteggiamen.ti
dell'eresia medievale e i diversi momenti del suo peocesso,
II De Stefano ha dedicate lunghe r'cerche ad illustrare Ia
vita e J'opera di Amaldo da Brescia, la dotteina e la stoeia
degli Umiliati, dei Valdesi, de: frati Gaudenti e dimolte altre sette del sec- XIII e del XIV.
Contributi. ottimi per la conoscenza delle fonti edella
letteratura sui s.ngoli argomenti, e speeialmenteper la sensibilitä ehe l'autore mostra del fatto reLigioso.
Ma se nella teattazione dei singoli aegomenti, svolti col
sussidio di una larga informazione erudita, i1 De Stefano mo,
stra una personalitä di studioso e interessi diversi da quelli
del Volpe, nelle conclusioni egli si richiama senz'altro alla
idee del maestro, riferendole per(> con una crudezza d'espressione ehe
del tutto contraria allo stile, riteo di chiaroscuri
e di sfumature. dell'insigne studioso. I1 Oe Stefano sostiooe
addirittura ehe i rnovimenti religiosi eterodossi del Medioevo
« fucono sopratutto un aspetto di quella e-resia politica (?) ehe
il movirnento cornunaL.'e» (I) e consistono essenzialmente in
una « trasposwone rel:giosa di pcoblemi eeooomici e politi ..
ci )) (2), giungendo fino ad affermare ehe « sarebbe .piu facile
eontestare il canttere religioso delle eftSie popo1ari del Medioevo ehe non queld.o sociale)) (3). Conelusioni ehe non scaturiscono naturalme,,'e daL dialettica interna dei lavon del
De Stefano, ma sembrano piuttosto aggiunte
in un secondo
momento. quando iJ. De Stefano ripubblico in volume i suoi
lavon. riveduti e aggiornati, eon l'intento di dare ad essi la
unid organiea di una esposizione eompiuta di tutte Ie eresi.e
medievali.
e
e
(I) A. DE STEFANO. Rifcwmaron etl aetici del Me&ioevo. Ciuni
Libraio editore, PaJermo. pag. 374.
(2) OE STEFANO, op. cit., .pag. 381. A sussidio deI·la sua ~£fermazione il De Stefano cita anche !eparole cii un altro tr:IJ i piu !lOti
seguaci del materialismo stonco. Gino Arias: « L'aspettoreligioso
il solito a.spetto tutto estrinseco (?I) ehe nel medioevo assumono
e
j,
grandi problemi ll.
(3) DE STEFANO. Op. cit., pag. 303.
loS
Ratfaello Morghen
Gli studi piu recenti non hanno portato rnutarnenti notevoli neg~i orientarnent. s.oriogeafici fin qui prevalsi nella
studio delle eresia rnedievali. Se mai si puc, notare un ritomo
alla erudizione e allo studio dei problerni particolari, e 1a
tendenza a piu vaste e accurate indagini su.le fonti. Questi
piu modest] intenti di analisi e di messa a punto dei preblemi eostituiscono forse il pregio piir notevole della Histone
de l'Inquisiti.cm du Moyen Age del Guiraud apparsa nel
1935 e degli aeeurati lavori del po Ilarino da Muno e del
p. Dcndaineper l'edizicne critica di alcune fra Ie piu interessanti fonti, tanto di parte cattolica ehe di parte ere-
ticale (I).
Anche questo bisogno p:u vivamente senrite di ritornare
alle fonti, di vagliarne piu aecuratarnente la tradizione, di
r.leggerle con piu attento sguardo, tradisce palesemente I'insuffieienza ehe incomincia ormai ad avvertirsi nelle valutazioni storiche sin qui date dell'eresia medievale.
n p. Ilaeino da Mila.no, nel presentare l'edizione aitica.
deb Manifestatio haeTesis catharorum di BonaccOl'SO, OS5erVa
a questo proposito ehe « una tale iniziativa meriterebbe essere
_este.sa a molte fonti documentar:e
e letterarie il'lguardanti i
movimenti dottrinali delle eresie e Irattivita dell'lnquisizione.
specialmente in Italia. durante il sec. XIII. ~on una compl~ta
revisione cri~ica del loro testo. quale l'abbtarno attualrnente.
spesso scorretto e mutilo, nelle eo1'lezioni letterarie del Sei,
cento e del Settecento» (2). E come non avvertire in questa
invocata :revisione critica delle fonti it tacito presupposto ehe
un testo piu sicuro e corretto di esse potrebbe rivelarci eose
non ancora note 0 non giustamente apprezzate. e porta.rei
eomunque a una visione del fenorneno eretica:e per qualche
lato diversa da quelle oggi comunemente correnti?
(I) I. GUIRAUD. Histoire de l'Inquisition au moyen age. Paris.
1935, 1938. IURINO DA MiLANO, La « Manifestatio haeresis catharorum
quam fecit Bonacursius» secondo it Cod. Ott. Lat. 136 della Biblioteca
Vaticana in « Aevum". 1938. A. DoNDAINE, Un tfYliti neo manicheen
d~ XUl sieck. Le über de duobus principiis. Istituto storico cIomeniano. Roma, [939. ILARINO DA MILANO, La Disputatio inter Catholi.
cum et Paterinuttl hef'eticum in « Aevum
1940 pp. 85'140.
lURINO DA
MILANO,
La Summa contra haereticos di Giacomo Capelli O. F. M.
II
sUO quarenmale
i~t.o
(sec. XlII) in « Collect. Francescana)'
1940.
pp. 62-82; e. per Salve Bucci. in "Aevum"
fiasc. 1-2. 19.H'
(2) lURING DA MILANO. La Manitestatio cit .• pag. 19.
)J
U"
Osservazioni
1<>9
sulle eresJe medioevaJi
D'alltra parte Ia rappresentazione idell'eresia come espres,
sione di una tradizione dottrinale riaffiorata nel medioevo da
antichi movimenti filcsofico-religiosi, ha sublto una decisa
svalutazione per l'opera, sia pure indieetta, del ,po Dondaine,
ehe pure proprio di que1la rappeesentazione appare ancora
sostenitore convinto. Ne! concludere 10 studio preliminaee
alla edizione del LibeT de duobus principiis, trattato neomanicheo del sec. XIH, egli non puö fare a rneno, infatti,
di osservare:
« Si sarebbe sperate ehe un'opera
uscita da
una penna neo-manichea avrebbe pennesso qualehe nueva
visione 0 almeno piir precisa sulle origini storiche di questa corrente filosofica e religiosa. La speranza
stata delusa. Niente assolutarnente tradisce una influenza anteriore
che non sia digiil
conosciuta. I catari del xm secolo ne
sapevano piii di noi su queste pun to? E' permesse dubitame».
Ed aneora: {(•..un leg arne storico continuo con i
maniebei non hapotuto
essere stabilito •.. ancora una continuitä senza soluzioni non si
potuta provare.,; bisogna
mettere in evidenza il silenzio pili complete dei catari sul
nome di Mani. Un tal silenzio si spiegherebbe difficilmente
se ci fosse una continuitä senza soluzioni)). « I catari hanno
potuto tacere questo norne davanti ai tribunali d'inquisizione,
ma degii uomini come Bonaecorso e Sacconi, antichi dignitari
deJa setta, avrebbero sottolineato it £atto se fo.sse esistito.
I polemisfi cattoliei hanno riconosciuto Ie dottrine manichee
n~'eresia catara, ma in grazia alia ctmOscenza di S. Agostino.
Per esporre Ie dottrine di cui accusa, Stefano di Berbone me
Ie sue in£ormazioni dal Contra epistulam man4chaei, dal De
moribus manicnaeorum e da! De; Hae,.e;sibus» (I).
Come vedremo, un esame accurato di tutte Ie testimo,
nianze relative all'eresia catara confermera. pienamente. per
quello che riguarda Ie origini di essa, Ie oneste constatazioni
del p. Dondaine.
Se i primi dubbi sulla validita di una interpretazione
e
e
(I) DoNDAINE, Un traite neo-m4l1icheen
cit.,
La ~rima identificaziGne della dottr;1I\a catar~ ron
chea sulla scorta d~lle opere a:ntimanichee di S.
veramente al monaco Ecberto, della seconda meta
EcBERTO, Sermones ccmtra Catharos, in « Patrol.
col. 18).
l'agg. 26, 52,
la dottrina maniAgostino si deve
del sec. XII 01.
Lat. », vol. 195,
110
RafJaelio M01'ghen
prevalentemente filosofico-dortrmale deCe eresie medievali
affiorano da un esame obbietr.vo delle fonti, l'insufficienza
dell'interpretazione economico-sociale del movimento ereticale
del Medio~vo app.ve evidente a chiunque abbia superato Ie
suggestive, rna anguste visuali del marerialismo storico, pro,
prie dell'ultimo scorcio del secolo XIX.
La eonstatazione ehe a fiorire deke eresie si accompagna
in geriere con 10 sviluppo d;particol~i ceti sociali e con ~'af,
fermarsi eli determinati interessi economici, non basta per
ccncludere ehe esse non siano altre ehe il portato di essi,
quasi con un rapporto eli causa ad effetto, Tanto varrebbe
sostenere ehe il Cristianesimo non e altro ehe l'espressione
religiosa deb trasformazione econom:ca del mondo antico,
determinata dal venia- meno del lavoro servile e dall'affermarsi del Iavceo libero; ehe le erociate non sono altro ehe la
trasposizione, in termini di ideale eeligieso, delle spieito eli
conquista e delt'aviditi di guadagno di classi feudali e eli repubbliche marinare; ehe gli idea1i libera!.ie nazionali del seco,
to XIX non sono altro ehe l'espressione dei bisogni unitari,
ceeati dalle nuove eondizieni economiche dei popoli europei,
Le eresie accompagnano. e vero, 10 sviluppo dei moti sociali,
economiei e politici del loro tempo, rna sono sopratu'tto manifestazi'oni dello spirito religioso, con origini, ragioni, caratte_
ci, ehe non si 'possoI10 ridurre del tutto a motivi estranei a!1albro intima essenza. Esse debbono peil'cioessere stu,
diate come fenomeno essenzialmente religioso ed .inquadrate
nella storia della spiritualita cristiana degti ultimi seco:i del
Medioevo.
Da queste considerazioni e dallo sguardo di insieme ehe
abbiamo creduto necessario dare agli indir:zzi stOlriografiei
prevalsi ne]o studio delle eresie, appare evidente ehe it pro,
blema va ripreso in esame con or;entamenti di pensiero pili
adeguati alia comprensione della vera essenza e deRa effettiva
Importanza di quei lontani moti il'eligios:.Tutte lie questioni
ad essi relative devono essere di nuovo poste sultappeto ed
altre soluz:onl debbono prop<Jll'Si.Se non m'inganno, un'attenta ricostruz!one deb. storia delle eresie medievali ci pone
senz'altro dinanzi alIa oris: rlsolutiva det Medioevo.
Quali le origini dei movimenti ereticali? Sono origini recenti 0 remote? Prevalentemente dottrinali, ,in quanto si in,
Osseruationi sulle eresie medioevali
I II
nestino sulla tradizione di precedenti movimenti di cultura e
di pensieeo, 0 prevalentemente
etiche in quarite rampollino
da esigenze proprie del momento storieo in cui sorsero? Quando e come si innestano le eventuali influenze dottrinali di
altri tempi e Ie .preoccupazioni te9l11ogichesui movimente ere,
ticale europeo posteriore al IOOO? Ha esso una sua fondamentale unitä di atteggiamenti, oppwre si deve seguitare a parke
di dottrine e sette nettamente
disti.nte e differenziate fra
!oro?
Questi sono i problerni ,per i quali si propongono agl] studiosi, mille pagine ehe seguono, dati, osservazioni e soluzioni
im parte nuove, seggerite da un oeientamento di pensiero e
di indagini, se non m'inganno, piu adeguato ad una esatta va,
lutazione del fenomeno ereticale del Medioevo (I).
II. Le fonti per 10 studio delle eresie del Medioevo sono,
per la mass.ma parte, di due specie: fonti narrative 0 documentarie coeve 0 di poco posteriori al sorgere delle eresie,
ehe ci forniscono su di esse dati prevalentemente
eronistici;
e foot,i dottrinali dovute in special modo alIa penna dei con,
troversisti e degli inquisitori cattoliei ehe espongono Ie dottrine degli eretiei in funzione della polemica contro di essi.
I piu antichi di questi trattati antieretieali sono della seconda
meta del secolo XII e la maggior parte di essi della prima meta
del Duecento. 'Essi cimontano percio a un'epoca nel:la Quale
l'eresia medievale aveva gia dietro di
una tradizione di
circa due seoo1i. E' indubitabile ehe !e fanti della prima specie ci forniscono testimonianze in ge.net'e piu anriehe e piu
imparzia1i, anche se SCU'Se e firammentarie, mentre. per usare utilmente quelle della seconda specie, OCC01"1'e ~net" paTticolare conto dei fini per i quali esse fucano dettate, dei materiali con .i quali furono costruite. degli atte~giamenti intellettuali ai quali si ispirarono i loro autori. IE' 'perci'o ovvio
ehe. per i movimenti ereticali dell'XI e del XII steolo, posSlamo attingere notizie piu sicure dai cronisti dell'epoca,
se
(1) Altri miei iavori clal titolo: « L'eresia nel Duecento» e « La
crisi del Medioevo ", ~icatt a studiarele influenze me la tradi"
zione del pensiero ereticale del .basso Medioevo ha esercitato su Dante
e sui posteriori orientamenti dello spirito edella civilta europei,
sono in corso di pubblicazione.
RafJaello Morghen
112
quali Rodelfe Glabro, Ademare di Chabannes,
Landolfo
Seniore, Ottone di Frisinga e l' Anonimo di Beegamo- e
dagll atti dei concili di Orleans e di Arras del 1012 e
del 1025. ehe non dalle summae e dai tractatus dei controversisti cattoliei del secolo XIII, quali Rainerio Sacconi.
Stefano di Borbone e il Moneta. sui quali si sono fondati in'
vece, senza akuna riseeva, quasi tutti i moderni storiografi
delle eresie. La testimonianza dei controversisti cattolici potra
se mai, essere proficuamente utilizzata per ricostruire i1 qua'
dro delle eresie del Duecento. di quelle eresie, cioe, delle
quali i1 Sacconi, i1 Borbonee it Moneta ebbero notizia diretta,
o per propria scienza, come antichi aderenti a qui.the setta
(e it caso del Sacconi], oppure come inquisitori « haereticae
pravitatis » (e i1 caso del Moneta). attraverso gli interrogatcei
degli eretici (I). Ma invocarla per suffiragare la tesi di un
preteso earattere unitario del «sistema»
cataro, dagli inizi
del seoolo Xl a tutto il XIII, e un errore di metodo che porta,
corne abbiamo gia notata. a una notevole deformazione della
venta stanca.
Cio premesso: occ~e porre in tilievo un'altn osservazione. se non rn'inganno, di fondamentale irnportanza.
I cronisti egli inquisitor:i rnedievali giudicano Ie espres,
sioni del pensiero eterodosso con un animo e un atteggiamen,
to profandamente diversi dai nostri modi di concepire e di
valutare i fenorneni spirituali, Di un movimento It"eligioso
non con forme alia dottrina comune della Chiesa, I'uomo del
secQo XI era naturalmente portato a vederc solo quei eantten esteriori ehe gli pennettevano di rieonoscete in esso questa 0 quell a manifestazione dell'cresla, considecata come l'immutabile ed eterna insidia tesa da! demonio contro Ia Chiesa
di Dio. coesistente con la Chiesa stessa e artico!ata in tutte Ie
sue piu diverse estri.nsecazioni fin dalle origini: nuova idra
di cui t'ortodossia deve incessantemente bruciare Ie teste maledette. sempre risorgenti dalle loro ceneri (2). Ad un simile
(I) MONETA, Adversus Catha,os et Valdenses. Romae. MDCCXL
pag. 2: « vei ex ore eorum (haereticorum) vel ex scri,pturis· 5uis
illa habui ».
(2) T,.actatus de hae,esi Paupet'Um de Lugduno. auribuito aSte.
bno daBeUeville 0 oi Borbone i.n MARrtNE, Thesaut'Us tIOVUS Anecdo,
tot'Um cit., V, col. 1779: «Haec fuit prima haeresis eorum. con'
Osseroazioni sulle eresse mediaevali
I 13
atteggiamento mentaöe ogni forma di dualismo, piu 0 meno
coscientemente affermato, doveva apparire come un eisorte
manicheismo. E' questa l'ingenua concezione di Ademaro di
Chabannes e, piu 0 meno, di tutti gli altri cronisti del tempo.
E' questa la posizione mentale dei controversisti del Dueeento, ehe. sui dati degli interrogatoei degli eretici, rna piir ehe
altro sulla traccia delle opere antimanichee di S. Agostino (I),
hanno eicostruito faticosamente l'edificio dottrinale delle eresie medievali, avviluppandosi in un ginepraio di identificazioni e di distinzioni ehe ha frapposto, fra questi antichi mati
religiosi e la cosc.ienz~ storica moderna, un diaframma ehe
non e sempre facile rimuovere,
.
Gregorio da Bergamo, vissuto nella prima meta del seco1'0 XIII, autore di aleuni opuscoli contro i « Manichaei qui
Paterini dicuntur », mette in evidenza candidamente la preoccupazione esclusivamente teologica ehe ha portato lui, come
altri SUO! eontemporanei, a incasellare il dualismo degli eretici del suo tempo nello schema, direi quasi nel canone, delle
eresie gil note: « Hereticus ergo, egli dice, qui dicebatur
antiquitus Manichaeus, nunc vero Catha1'Us appellatur)) (2),
dove la discendenza dei Catari dai Maniebei non
tanto
affermata in nome di una derivazione storica conoretarnente
appUll"ata, quanto piuttosto per una sempl:ce somi,glianza di
atteggiamenti esteriori, e per una conoscenza quanto mai superficiale del\t storia e delle dot trine delle eresie antiehe.
Perfino il Moneta, senza dubbio it piu autorevole dei contcoversisti cattolici del' secolo XIII, nel ricercare una giustificazione di questa identi~cazione dei catari con i rappresen ..
e
temptus ecclesia.sticae ,potestatis. Ex hoc traditi Satarule, praec~pita.ci sunt ab ipso in errores innurneros et a-ntiquorum haereticorum
errores suis niiscuerunt"
e S. BERNARDO, Serm. 66. De haeresibus
sui temporis: « Auctoremneminem
dabunt, neque enim .per homi~
nes iBos excepenmt sed per immi'ssionem et fraudem Daemoniorum
im hypocrisi loquentium mendacium".
Tale concezione e del resto
viva a:nche oggi in molti scrittori cattolici e risale aJlo « Haeceaes
oportet esse" di S.Paolo (GUIRAUD, Histaire de l'lnquisition, pag. I).
(I) Un traite neo-manicheen du XIII siede. Le « Liber de cluobus
principiis" suivi a'un fragmant de ritue! cathare, publie par A. DoN_
DAINE O. P .. gia citato, pag. 53: Stefano di, Borbone trae Ie we informazioni dal Contra epistulam manichaei, e dal De moribus marnchtleorum, e del, De haeTesibus.
(2) HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I, pag. 534.
A,·ch,.,o
,1<11. R. D<pula.,an< romana di Stori.
potrid (A. LXVII). N. S. Vol. X.
S_
I14
RatJadlo Mo-rehen
tanti delle antiehe eresie, traccia un .quadro storico i1 cui sernplieismo contTasta stranamente con I'acume e la complessitä
del suo pensiero teologico.
« [Catharorum] congregatio - egli dice ~ non est Dei
Ecclesia, nee ab ipso velut capite sumit originem, sed potius a
Paganis. aut [udaeis, aut Apostatis christianis, Fuit enim qui,
dam pagan us, Pythagoras nomine, qui animas horninum in
alia corpora, hominum scilicet, vel pecudum, inteare dixit. cui
errori plures pagani consenserunt, et dicti sunt Pythagorici
quos ... Cathari ... imitantur; in hoc errore fuerunt etiarn qui,
dam alii perfidi, scilicet Zarden et Arphaxat, qui dixerunt
datorem legis Moysi esse principem tenebrarum, a quibus
omnes Cathari, quoad hune errorem, derivati sunt. Fuerunt
etiam apud Judaeos Sadueaei, qui horum corporum resuerec,
tionem negabant, a quibus omnes Cathari duxeeunt originern.
Fuit quidem alius, Manes nomine, qui duo principia posuit
et duas creationes duasque natueas, unde Maniehaei dicti
sunt quidam, et ab istis quidam Catharorum sumpserunt
principia.•, Fuit etiam quidam Tatianus .n~ine a quo Tatiani quidam dieti sunt ... quem Cathari imitantur, Item Va..
lentiniani a Valentino qui Christum dixit nihil de Virgine as..
surnpsisse ». Per il dotto domenicano del Duecento il catarismo rappresenta dunque la s.ntesi ~ i~ rifiorire di tutte Ie
peggiori eresie e di tutte Ie conceziom aberranti dell'antichitä (I).
Questa valutazione esclusivamente teologica clell'eresia, Se
pienamente comp~bile
in scrittori del see. XIII, passata
tale equale nella stariografia moderna doveva fatalmente
portare agli ~rrori di ?letodo ehe a:bbiamo rilevato e, soprattutto, a una Impostaztone del tutto errata del problema delle
origini delle eresie medioevali.
La tesi della derivazione senza soluzioni di continuita del
eatarismo dei seeoli XI e XII dall'antico manieheismo vanta
infatti una tradizione molto remota anche nelila storiografia
moderna : la troviamo gia recisamente affermata neUe Anti-
e
Ad'IJersus Catharos et VaUknses cit., .pag. 411. n
cit., pag. 105) conconia .pierulmente col Moneta
qUailldo afferma ehe nel Catarismo «intorno a1 nucLeo della dottrina ~ualistica si aggrupparono Ie piu vecehie eresie ehe vi,veva.no tuttora OC"cultee dimenticate neUe Iontane solitudini dei pensatori '.
(I) MONETA.
Tocco (L'eresia
Osservazioni sulle eresie medioevali
quitates del Muratori
1 15
e nelle notizie storiche premesse dai
Ricchini all'edizione dell'opera del Moneta;
accolta dal10 Hahn e difesa e sostenuta con calore, contra gli assunti
della Schmidt dal Tocco; su1l!'autarita del Tocco
stata accettata senza diseussiona dalla posteriore storiografia, 1Bppu_
re nessuna tesi appare, a un esarne approfondito, piu debolmente fondata di questa!
Intanto conviene notare preliminaemente che tutti coloro
i quali la sostengono parlano sempre di un manicheisrno di
maniera, che altro non sarebbe se non un geneeico dualismo,
e affermano derivazioni e relazioni spesso puramente ipotetiehe 0 attestate solo da accenni delle fonti vaghi 0 leggendari. Per il Ricchini il passaggio del Manicheismo dall' Armenia in Bulgaria
un semplice sospettot « • .saeculo decimo
ex Armenia in Bulgariam traslatum esse Manicheismum [a:
eile suspicor », Dalla Bulgaeia esse sarebbe poi passato in Gal
lia al tempo delle Crociate, sulla semplice attestazione di Pietro del'a Marca, cron.sta del sec, XVII: « Manichaeorum pe,
stis quae iam Bulgaros incesserat, primum in Galliarn trans,
volavit. Nam ut eefert Pettus de Marca in Historia Bear,
nensi, Galli [erusalempotiti, cum T racibus et Bulgaria commercium iniere, haustoque ex eorum consuetudine
veneno,
illum in Galliam derivant. Inde vero Peteobusiani, Heneiciani. Apostolici ac demum Albigenses, vel ~dem prcnus qui
Cathari (appellantur) » (I).
II Muratori pone come tramite tra il Manicheismo e il
catarismo ~Q setta. dei Pauliciani che erano dei pa01inisti, una
setta cioe che si sforzava di ripristinare gli ideali mistici della
Chiesa paolina (2).
Invano 10 Schmidt pose in guardia g.l~ studiosi contro il
pericolo di aflirettate conclusioni circa la derivazione del ca,
tar:smo dal manicheismo. notando come nel catmsmo man,
chino « quella fonna mitologica e l'idea gnostica deth materia in lotta con la divinita. ehe sono cosl particolari del rna,
nicheismo» (:ü.
Il Tocco ribatte Ie osse'rvazioni dello Schmidt affermando
e
e
e
(I)
MONETA.
Adversus
Catharos et Va!denses
cit .• pagg. XIV e
XV.
(2\ MURATORI.
cit .. pag. 107. n.
l3l
Antiquitates
ltalicae. v. pag. 83 e Tocco, L'eresÜl
2
SCHMIDT, Histoire des Cathares
eit.. II.
256.
116
Raffaello MOf'ghen
ehe nel catarismo riviveva un manicheismo nel quaöe « il
tempo aveva gia scolorito molti tratti della re1.~gione di Mani
e il nome stesso del fondatore era stato obliato I). (I). E dopo
il Tocco l'opinione della deeivazione manichea daJ! catarismo
non e stata p;u nemmeno discussa.
III. Ma se ci sforziamo di leggere attentamente e senza
preconcetti le poche notizie che gli atti conciliari e Ie fonti
narrative dell'epoca ci danno sulle prime eresi'e del sec. Xl
e del sec. XII questa loro derivazione dal manicheismo antico appare tutt'altro ehe evidente.
Un prime fiorire di movimenti ereticali ci
concordemente rivelato da Rodolfo Glabro, da Ademare di Chabannes, da Lando1o Seniore, da Guglielmo di Hoveden e spedalmente dagli atri dei sinodi di Orleans e di Arras, nella
prima meta dd'XI secolo, in diverse localitä della Francia,
del1'Italia edella Germanis.
Si tratta dei cosiddetti « maniehaei » appani in Aquitania, secondo Ademaro di Chabannes. )utomo a1 1017 (2); di
Eeiberte, Lisoio eel ahn chierici della chiesa di Orleans. mandati al rogo da re Roberto nel 102.2 (J); degli eretici condann",ti nel sinodo di Amts del 10.25 (4); di Girardo e dei SUOl
seguaci scoperti a Monteforte. in Piemonte. dal vescovo Aribttto di Milano nel 1030 (5), e di altri groppi ereticali individuati a Chalons suI Mar.ne nel 1048 e a GoslalT nel 1°52 (6).
A quesÜ primi eretici del secolo XI potrebbe forse aggiun,
gersi anche Berengario di Tours, condannato nel 1050 per
la sua dottrina eucaristica, se. piu che come iniziatore di una
vera e propria setta ereticale, egli non ci apparisse come il
e
(I) Tocco, L'eresia cit., pag. 103.
(z) ADEMARO CABANENSE, Cronaca in BOUQUET, Recueil des historiens des Gaules et de la France,. X, pag. 154.
(3) RODOLFO GLABRO, Crunaca in BoUQUET, X, pagg. 35'38r
ADEMARO CABANENSE,
Cron. cit., pag. 159 eGesta synodi aurelianensis anno MXXII adversus novos Manichaeos in BoUQUET, X, paß. 529.
(4) Synodus Atrebatensis a Ge,.ardQ Cameracensi et A~rebatetlSi
Episcopo celebrata anno 1025 in MANSI,
Conctl
Cm.lectlO, XIX,
pag. 423.
.
(5) LANDoLFo SENIORE, Hisroria, in. MURATORI,
Rerum Ital. Scnptcres, IV, pag. go.
(6) Gesta Epi5Coporum Leodiensium auctore ANSELMO
CANONICO, in BoUQUET,
XI, pag. 11.
Osservazioni sulle eresie medioe'UaIi
117
rappresentante isolate di una dottrina sae,ramentale ehe aveva
nel pensiero ecclesiastico una lunga traditione (I).
p~ quel ehe eiguaeda le credenze e ,gIi atteggiamenti spirituali attribuiti a questi eretici, quelli di Aquitania, secondo
le notizie datec; da Ademaro, negavano « il santo battesimo
e la vi!rtu della Croce (sitratta della negazione della soteriologia crist'ana, 0 dell'ostilitä al cutto della Groce?) e tutto cia
ehe appartiene all! sana dottrina, astenendosi dai cibi e simulando la castitä alia stregua di rnonaci » (2). I preti di Orleans,
tra i quali figurava perfino Stefano, confessore della Regina,
asserivano ehe il cielo e la terra, coil. come si vedono, erano
sempre esistiti « absque auctore initii » e negavano Ia Trinita, l'umanitä di Cristo, il valore delle opere e il culto der
Santi (3). Gli eretici di Arras ripudiavano 1a Sacra Scrittura,
ad eccezione dei Vangeli e degli soritti aposroöici, professavano it disprezzo p;u vivo per tutte le cose del mondo, rifuggivano dalla « concupiscenza della carne », si procuravano il
vitto con il lavoro delle proprie mani.si astenevano dal muovere quere:e contro ch:cchessia. verso chiunque si volgevano
con amore fraterno. A questi atteggiamenti, di schietto sapore
evangelico, univano tendenze di carattere pelagiano. in quanto « anteponevano
alta grazia divina il vaJore dei meriti
individuaJ~ », e professavano una decisa opposizione alia dottrina della presenza reale del Cristo neU'eucarestia, negando
anche 11 vaJ~roreIdi tuai gli altri saoramenti edel culto dei
Santi (4).
R. MORGHEN, Gregorio Vll. Torino 1942. pagg. 68-71.
(2) AOEMAROCABANENSE,Cron. cit .• pag. 154. L'avversione aI
cuIto dellAl Croce e, per esempio, uno dei. punti salienti della eresia
di Pietro di Bruys" ,per cui v. alia pag. lIS n. 3.
RODOLFOGUBRO, Cron. cit .• pag. 36: « coelumP.!lriter
ac
terram, ut conspiciuntur, absque auctore i,nitii" exstitisse asserebant »
«dicebant ergo deliramenta esse, quidquid in veteri ac ;novo Ca,none
certis si.gnis ac prodigiis ·testat~ribus de trina unaque Dei-tate, beata
confirmat auetoritas ». MANSI, Cone. XIX, 376: « Christus de Virgine Maria non esse natum, neque pro hominibus passum nee vere
in sepulcro positum, ne<: a mortuis resurrexisse ». « Nos neque interfuimus, neque haec vera es'Se credere possimus ".
RODOLFOGLABRO,op. cit., 1. c. « omne Christianorum opus. pietatis dumtaxat et iustitiae, quod aestiomaotur pretium remunerationis
aeternae, laborem superfluum iudieabaont es'se ». Mansi, XIX, 1. c.
,. Sanetos martyres atque eonfessores implorare pro nihi\o aucebant ».
V. a,nche HAHN. Geschichte der KetZer. J, pagg. 37 .segg.
(4) Synodus Atrebatensis e;,t. in MANSI. XIX, 423 sgg. « .. Haec
(1)
u)
RatJaello Morghen
118
Gli ere~ici di Monteforte davano una interpretazione simbolica della Trinitä in quantoriconoscevano
nel Packe il Dio
etemo « in quo omnia consistunt », nel Figlio l'« animus ho.
minis a Deo dilectus», nello Spirito Santo j,1 « divinarum
scientiarurn intelleetue », Secondo essi GeSlt Cristo sarebbe
stato 1'« animus sensualiter natus ex Maria Virgine, videlicet
natus ex Saneta Scriptura ». Per il eesto accettavano il Vee,
chio e it Nuovo Testamento e isanti canoni, riconoscevano
i.l diritto di sciogliere e di legare a coloro cui compete la
« potestas ligandi et solvendi », lodavano Ja verg;nita e conservavano la astit;'
anche ne~ matrimonio, si astenevano dai
cibi caenei, intendevano notte e giomo a digiuni e a orazioni,
mettevano in comune tutti i lcro averi (I). A Goslar gli ere,
tici, tradotti davant! al vescovo, furono riconosciuti come
Manichei solo peeche rifiutarono di uccidere un pollo (2).
Tea il mani£estarsi d] questiprimi
movimenti eterodossi a
tipo nettamente ascetico, ispirati a principi di dualismo etico,
ed insieme conteari alle prerogative della gerarchia sacerdo.
tale; e ill rifiorire di movimenti simili, agli inizi e durante
1a prima meta del secolo XII. con Tanchelino, Pietro di Bruys
e il suo discepolo Enrico (3). intercorre un periodo di poco
(disciplina nostra) namque huiusmocli est, mundum relinquere. carnem a ooncupi.scenti:1S frenare, de la.boribus manuum suarum victurn
parare, nulb laesionem quurere,
charitatem cunctis... exhibere».
pag. 457: « ..• quam (propriam justitiam) divmae gratiae adeo praeponiti5, ut omn:a propriis meritis ad'scrihatis ». V. anche HAHN. Geschichte cit., I. pagg. 39-40.
(I) LANDOLFO SENIORE. Historia cit., .pag. Bg, « Vetus ac novum
Testamentum
ac Sa.nctos Canones quotid:e agentes tenemus... abillis vero. qui potestatem habent ligandi et solven<ii ligari ac solvi
credimus... Virginitatem
prae coeteris Jaudamus, u~ores habe.ntes.
Nemo nostrum uxorem carnaliter utitur •.. Ca-rnibus nunquam vescimur. jejunia continua et orationes indesinenter fundimus ..• omnem
nostram possessionem cum omnibus homi.nibus commu.nem habemus».
(2) Gest4 episc. Lead. cit. in BoUQUET. Xl, .pag. II e HAHN. Geschichte cit., I, pili. 454.
(J) HAHN, Geschichte cit_. I, pag. 408 e segg. I ,punti fondamentali della dottrina di Pietro di Bruys sono i .seguenti:
I) I £anciul!.i, dei. quali non siasi sv~luppata ancora 1,'intelIigenu. non possono gilllllgere ana saLvezza per mezzo del battesimO'
di Cristo.
2) Non
necessario costruire templi 0 chiese. perche "aeque
intaberna
et in Eccles:.a. in foro et in templo, ante altare et ant~
stabulum iollvocatus deus audit ... ».
e
Osseroatiom sulle eresie medioevtdi
I 19
piü di mezzo secolo, riempito completamente
dalle tragiehe
vieende della lotta per la libertä de11a Chiesa, ehe porto a
fianco di Ildebrando anche i Patari di Mi3hno e di Firenze,
assertori dell'astensione dalla messa celebeata da preti concu,
binari e dai sacrarnenti amrninistrati da preti comunque ritenuti indegni (1).
Arnaldo da Brescia, Ja cui azione si svolge tutta nella
prima meta. del secolo XH. si ricollega nettamente alla mdtzione patarinica, ojtre ehe per altri atteggiamenti,
anehe per
quella fiducia, ehe nutrl piu tardi anche Girolamo Savonarola, di poter risanare la Chiesa per mezzo di una azione politic.a ehe, datl'estenlo. costringesse il clero ad abbandonare il
campo della potenza terrena, per l'ientrare nell'ambito delta
pura amministrazione delle cose spirituali (2). Ed
certo sin-
e
3) Non bisogna adorare la croce perehe « species illa vel
instrumentum
quo Chri-stus tam dire tortus, tam crudeliter OCC:!iUS
est, non adoratione , non veneratione,
vel aliqua suppl.caticne
digna est •.. »,
4) Si nega "corpus Christi et saoguinem divil!1i,verbi virtute
vel sacerdotum ministerio confiei, totumque inane et supervacuum
esse quidquid in altans sacramento akaris ministri agere vipentur II.
5) Si nega ii valore dei suffragi, deMe elemosine e pelle apere
a pro d~i defunti.
(I) Dei Patari il Muratori (Antiquif4tes !talicae, v. pag. 83) dice:
« Sa.eculo XIprae.dpue
in Insubres, atque in i'psam splen~issi'l111m
MedioJ.a.ni urbem, penetravit
Maruchaeorum
venelliUm ex onerlte
delatum immistumque aliis faec:ibus GnostiC-arum veterum. Patarin;
apu9 Mediolanenses sunt appellati II. 11 Muratori e stato fra) i primi
ehe haonno accreditato l'opiIDione deU'origine maniche.a dei circali
eretica1j del sec. XI, rna qua·nto t_ opinione ,ia fallace appare &pecialmente ~a questo passo ehe aero sa di manimeismo e di I'JIlOsticiSlllO addirittw-a i seguaci df S. AmMo. eli ErI~baldo e di S. Gio'
vanni Gwlberto.
Per una piu esatta va'iutazione delle oogin4 e
dei cautteri deUa Pataria vee» G. M. BROWN, Mtwimenti politico-refgios; a Mil4no nei tempi della Pataritsin Archivio stcwico lombat'do, 1931 e R. MORGHEN, Gregorio VII cit., alia pag. 83 e 124'127.
(2) Per Amaldio da Borescia!v. specialmente A. DE STEFANO. Rifonnaton ed eretici del media evo, Ciuni, Palermo. pag. 10 e segg.
Ii De Stefano. pero, non da i1 necessaria rilievo ano stretto legame
esistente tra 1a dottriltla religiosa e l'atteggiamentopolitico
di Ar·
naldo, poiche diehiara ehe « Ia sw attivita politica .nocque piu ehe
non giovasse alle pure e possenti mealita ~el riforma,tore religioso
(pag. 25)). Dai, punta cli vista dottrinale egIä era. ide.almente suno
stessa piano pei pawi. OrrONE 01 FRiSINGA. Gesf4 Frilkrici Imperatoa cura d. G. WArrz :to Monumenta Germ. Hist. (( Scriptores re,r.
germ. ". Hannover 1884. in usum sealarum. pag. TOO, dopa aver
"s.
120
RatJaello Morghen
tornatico ehe l'ideale di una Chiesa spirituale, di una Chiesa
apostolica esclusivamente ispirata ai dettami del Vange1o, e
nella quale sacerdoti e laici fossero a~ pari di 1ironte all'uni,
ca gerarchia dei valori delle spirito, venga affermato COn
tanto maggior vigore proprio quando le tendenze del papato
politico e 1.1 crescente potenza della gerarchia ecc1esiastica,
saldamente accentrata intorno aHa base del prirnato romano,
incominciavano a rivelare chiaramente, con Alessandro Ill,
gli atteggiamenti teocratici propri della Chiesa del secolo XIII.
Questo ideale della Chiesa evangelica commosse di nuovo fer,
vore religiose 1.1 rernpliciu di cuore dei « bons hornrnes »,
condannati nel concilio di Lombez del 1165 (I) e illumine,
della sua luce piü viva la predicazione di Pietro Valdo, l'iniziatore dell'altro filone dell'eresia medevale ehe, inslerne a
quelle cataro, convogliö nella rivolta eontro Roma ~e speranze
e Ie illusioni, il desiderio di novitä e i ri.sentimenti di quanti sognavano, insieme con 1.1riforma della Chiesa, it risanamento spirituale di tutta :~ societi cristiana e l'avvento di una
eta di piu alta vita morale, di giustizia. di pace.
Alla fine del XlI secolo. dopo circa duecento anni di vigo,
cosa espansione, -l'e.resia medievale ci sirivela
dunque con
caratteri peculiar: inconfondibili:
da una parte vi e un movi,
mento di pensiero ehe propugna dottrine dualistiche ispi'l'ate
da profonde tendenze ascetiche; daU'altra v'e un movimento
permeato di vive esigenze pratiche. ehe tende allariforma
della vita e del costume ecdesiastici, e si ispira al mito della
Chiesa apostolica. della quale si intende rrestaurare 1a purezza
primitiva e la piena aderenza atla lettera del Vangelo. Tra Ie
esposto.1e ragioni dell'opp?s;lLione di Arnaldo aUa potenza politica
e aU" rlCC~zza del clero dice: "Praeter haee de sacramento altaris,
~e baptismo parvulorum i!lOIl sane dicitut' senISisse». Secondo i'A·
NONIMO D1 BERGAMO.
Gesta di Federico in ltalia. ed. E. MONACI in
Fonti peT la stona di ltalia, Roma 1884, vV. 78-785, Arnal~ diceva
dei saeerdoti:
"Nee debere illis populum PeE~ta fateri
Sed magis alterutrum, nee eorum sumere sacra ...
Sono evidenti i contrassegni ehe pongono Ar.naldo nella corrente
della tradizionepararini<:a.
(I) HAHN. Geschichte der Ketzer cit., I, ,pag. 165 e pag. 537,
davanti al vescovo Ga.ucellno ehe Ii condanna i "boni homines»
di Lombez ,proclam.mo il pr'JIlC~
eterno del testimonium animae
tertullianeo: « Cognoscimus etiam quia quod corde credimus ore de'
bemus c:onfiteri ••
Osservazioni sulle eresie medioevali
121
due grandi correnti, affinitl di atteggiamenti e comunanza di
origini, di interessie di nemici, orearono eapporri e nessi ehe
ci spiegano ampiarnente :la vastitä del fenomeno e Ja sua caotica e disordinata fioeitura. L'ideale del il"innovamento morale
dell'individuo e della Chiesa formarcne purtuttavia
il sostraro
comune e fondamentaIe di esso,
IV. ehe un cosi vasto movimento d'idee e una cosl pro_
fonda erisi di coscienze, svoltisi attraverso cosl lungo spazio
d; tempo. con la partecipazione viva e intensa di numerose
masse d'indotti, abbiano tratto origine esclusivamene daI eisorgere di una antica e raffinata gnosi, ricca di dementi mitici, come il manicheismo, nella quale la stessa antropologia
e costruita :n stretta relazione eon una complessa e fantasiosa
cosrnogonia, e in cui il problema del male
prospettato piu
come dramma cosmico ehe non come problema morale dell'individuo, appare di per se poco probabile:
oecorrerebbe
pur sempre postulare un qualehe impulse di carattere generale ehe agisse simultaneamente
nelle coscienze per spiegare! come, presso a poco nello stesso periodo di tempo, tornassero a germog:iare il'igogliosi, neUe piu diverse parti d'Eu_
ropa, i germi ess:eca:i dell'antica dottrina. Ma una !:ale derivaz:one ci si rivela del tutto ingiustificata a un eonfronto
preciso dei dati fondamentali della tradizione manichea con
Ie credenze professate dagli e.retici dell'XI e del XII secolo
ehe abbiamo esposte. II Tocco conosceva senu dubbiosul
manieheismo ..Ie antiche opere del Beausobre 0 del Baur e
da quelJ.e rieavo su;la religione di Mani Ie sue ·generiehe nozioni. Ma dopa quegli studiosi ~':nvestigazione storica del
maoi.cheismo ha procedu~o molto inoanzi per opera di scien~
ziati come it Muller, il Salemann. il I.e Coq. ill. Cumont, il
Reitzensteio, it Jackson, il Po;otski (I) per non citare ehe i
maggiori. Essa si e avvantaggiata
sOIpra:tutto aegli appclI'ti
di importanti scoperte eli testi copti e cinesi. ehe hanno con-
e
bibJrografia esatta, e precisa puc, vedersi in cake alLa
della Eociclope<lia ltaJiana (vol. XXII) redatta con
rara competenz.a da, ALBERTO PINCHERLE. Vedi aJIlche Ie ,heUe pagine dd PINCHERLE. in S. Agostf,no di Ippona. VeiCO'110 e fcqlogo.
Bari. 1930, pp. 24-34.
Oltre ehe qeglj apporti degll1 au tori sopra cltatL, sbntetizzati
perspicu~nte
dOll Pincherle, mi sono valso anche della COnOscetlZ3
diretta di a1cune opere speciali, sui m?lliichei~mo, ehe saranno eitate
via via, secondo !·opportunita.
(I) Una
voce
MANICHEISMO
122
RafJaello M01'ghen
tribuito non poco aprecisare
sempre meglio i caratteri di
que11a grande tradizione religiosa, conosciuta, fin quasi alla
fine del secolo scorso, solo attraverso le antiehe fonti siriaehe. greche e latine,
Secondo il Pincherle, autore di una acuta ed esaurien,
te sintesi sull'argomento,
« come per la gnosi, anche per it
manicheismo la salvezza consiste essenzialmente in una conoscenza », Consapevolezza piena, cioe. del deamma profondo
ehe squassa dalle rad'ci l'universo, costituito e diviso da due
principi non solo diveesi, rna nettamente anritetici: e coscienza vigile dei moment] necessari dell'opera grandiosa di redenzione e di riscatto degli elementi del principio del Bene.
I dueprincipi
sono la Luce e 1e Tenebre ehe. nella complessa
mitologia manichea, vengono rappresentati da! Padre della
Grandezza, residente nel paradiso della Luce, insierne con le
sue cinque ipostasi, e da! ee delle Tenebre, c.rcendato dai suoi
arconti. La Iotta tra i due principi. combattuta dal Primo
Uomo, creato da·!la Madre della Vita, contro Ie potenze delle
Tenebre, ha un suo primo epilogo nella sconfitta e nena pri,
gionia del rappresentante
della Luce, canuto in ·potere del
nemico. Ma essa continua incalzante in quanta i1 Padre della
Grandezza suscita nuove potenze cdesti pel' ritogliere al Dio
delle tenebre gli dementi della Luce ehe egli tiene in schia,
vitu. 1.0 Spirito Vivente
it primo protagonista di quest'ope_
ra di redenzione della Luce. Con gli dementi luminosi li.be,
rati egli creo it Sole. la Luna egli astri. ehe, nella cosmo,
gonia manichea. h3l11no la funzione costante di riportare,
nel paradiso del Padre de:la Grandezza. la Luce liberata. dalla
prigionia delle potenze tenebrose. II Dio delle tenelxe. perOt
in eOIltrapposizione a quanto aveva fatto 10 Spirito Vivente
pe.. riportare la Luce al suo regno, escogito quasi due stnl.
menti analoghi al Sole e alia Luna, per mezzo dei quali po.tesse ritenere prigionieri gli elementi della Luce eaduti in sua
balia. Questi due vascelli di pttdizione furono i sess! ehe,
attravet'SO l'atto tamale, perpetuano 1a triste schiavitu dei
figli della Luce. Vorig:ne della prima coppia umana
con,
cepita. cosi in stret~a relazione con Ie credenze eosmogoniche
del manicheisrno (I); e a queste stesse credenze
ispirata l'eti.
e
e
e
(I) SuU'antropologia manichea vedi in particolare modo ~ saggiG critico di B. BUONAlUTI, La prima coppi4 umana net nstema
manicheo, nel volume Saggi sui cnstianesimo pnmitivo deMo stessa
Osseruazioni sulle eresse medioevali
123
ca manichea, secondo Ia quale Ia rinunzia a cibaesi di animali
morti,
eidctti a materia abbandonata da1:a Luce, e l'astensione daIl'atto sessuale per non procreare e perpetuare COS!
la servitü della Luce nel caecere della materia, non sono
tanto ispieate da motivi di mortificazione della carne e di
rinuncia al mondo per rendersi degni' del Regno di Dio, quanto piuttosto a motivi prevalentemente
cosmogonici, per contribuire alla lotta immane scatenatasi tra i dueprincipi,
e di
cui l'uomo, creatura di fango e di Iuce e il conteso campo di
battaglia, « II manicheo, dice giustamente i.t Pinchede, non
compie atti ehe non siano rivoki verso la liberazione della
Luce, A We scopo seevono pure Ie funzioni della digestione,
Perciö essendogli adepti divisi nelle due grandi categorie degli uditori e degli eletti (i veri manichei, i soli tenuti a osservare rigidamente le pratiehe ascetiche). i primi forniscono il cibo ai secondi »,
A un esame attento e oggettivo sembra difneile scorgere
inßuenze di queste dotteine nelle credenze degli eretiei dei
primi due secoli dopo it 1000 (1). In esse mane a ogni aeeenno
alla mitologia man:ehea. aHa lotta tra iI Dio delIa Luee e
Dio delle T enebre. alle diverse ipostasi eel emanazioni· del
dio ~uminoso, alIa eomplessa cosmogonia maniehea, a Mani
stesso, come ultimo e maggiore annunziatore della « gnosi )
del nscatto della Luee; a tutti quegli e1ementi, in una parola.
ehe di quelle dottrine sono i fondamenti essenziali. In esse
si nota pu..e 1'assenza completa di ogni rifer:mento a testi
o comunque a insegnamenti manichei, mentre copiosissimo
c:oe
autore ~i
da. « II Solco » di Citta di Castello. II Buonaa'llti ci presenta
nel suo lavoro a:nche un'acuta revi.s.ione di tutti i problerni fonclamentali del manicheismo quad. sono stati prospettatD daUa precedente 5to,
riografila.
(1) n DoNDAlNE (Un traite neo-manicheen cit., pagg. 19, 55, 56)
dopo aver messo ampia.mente in evidenza ehe « ne5suna allusione
e faUa ai miti » manichei da 'Parte dei Catari, e ehe speeialmente
tl cOtlsolamentum, di cui non si troV·l alua traccia prima dei Catari,
eost:.tuisce un tratto essemiale del nuovo manieheismo. ehe non hol
nessun precedente nell·antico. giunge a questa strana
eoncLusione (pag. 54): « I progre.ssi moderni fatti neHa conoscenza degli scritti
£Ii Mani, grazie alle scoperte
Tourfa.n. dj. Algeria edel Fayoum.
hanno costantemente ridotto Ie opposizioni tra Ie due scuole (?) fi·
\osofiche e relj,giose. a questo ,PlllIlto ehe bisogna r:lConoscere neL ea·
tarismo un vero neo-manieheismo».
Sarebbe opportuno ehe l'insigll1e
studioro cereasse di documentare adeiuatamente questa sua asserz.ione.
d'
RatJaello Morgnen
4
12
e.
e costante
come vedremo, il riferimento a testi neotestamentari, e specialrnenta alle lettere eli S. Paolo. Ne e verosimile pensare ad un silenzio assoluto e tenace tenuto costantemente per circa due secoli da tutti Igli adepti, per custodire
nel segretopiü ermetico le rivelazioni del maestro. A parte
l'assenza nel cataeismo d; ogni carattere iniziatico e misteriosofico ehe potrebbe giustificare un tale segretovgiä il Don,
daine ha osservato ehe. se la riluttanza a rivelare la dottrina
professata potrebbe in qualehe modo comprendersi nei seguaei della setta condannata e perseguita dalle autoritä ecclesiastiche, non e presurnibile ehe it segreto fosse ugualmente
tenuto da convertiti, come il Sacconi, che per diversi lustri
erano stati ardenti seguaei della chiesa catara (I). Ma oltre
a cia, Ia preresa tendenza degli eretici. in genere e dei catari
in specie a nascondere il proprio pensiero, non corrisponde
sempre alla precisa testimonianza delle fonti. Ai concil] di
Orleans e di An-as gli eretici sono espliciti nel dichiarare le
101'0 idee. Cos'i fa anche Girardo, it capo degli eretic] eli Monteforte. I Boni hom:nes di Lombez, nel 1165. proclamano
addrittura it dovere di dichiarare apertamente Ia propria fede:
« Cognoscimus etiam quia quod corde eredimus, ore debemus
confiterl» (2). Ne si possono ac~sare eli simulazione (3) uomini ehe affrontano la mooe. sui lI'oghi. serenamente, dando
prova di grande forza d'animo, professando apertamente Ia
lora devozione alia Chiesa di Cristo, alIa « IEcclesia Dei))
Aecenni ad influenze d; carattere manicheo pot1l'ebbe~
essere nconosciuti nell'astensione dai eibi eamei e nella condanna deU'atto sessuale. La stessa generica professione antiereticale di Gerberto di ReäTIs del 991. (Gerberti Epistu_
(r) Summa jf'atris Raynerii de Of'dine D. pred., ed. DoNDAINE cit .•
pag. 66... « in ar.nis XVII qui bus conversatus sum cum eis», e
DoNDAINE, Un tf'aite cit., pag. 53.
(2) HAHN, Geschichte der Kette, cit .. I, pag. 537.
(3) Tale
invece l'opi.n.ione del Donda:ne, Un t,aite cit., pag.
49. secondo cui « questa dissimulazione
una delle tare piu tristi
del neo-manicheismo med:~vale» (I). Vedi anche il T.,acf;atus de
haeresi Pauperum de Lugduno di StefQl'lO di Borbone in MARrtNE.
V, 1872, dove appa-re chiaramente come la ,presunta simulazione degli
eretici
Oovuta essenzüalmente a& necessita ~ viven~ la vita
carismatica della chiesa, seDZa accettare minimamente "insegnamento dottrinale
dei saCer~i
(a frequentant ecclesias, Untersunt divinis. offerunt ad altare, percipiunt sacramenta, confitentur sacerdotibus. jejunant jejunia ecclesiae et festa co~unt »).
e
ros.se
e
Osseruazioni sulle e-resie medioevali
J
25
lac in « Bouquet, Recueil ecc.», vol, X, p. 409), parrebbe
confe.rmare tali influenze: « Credo (Christum) mortuum esse
vera sui corporis motte, resurrexisse vera caenis suae resueeectione ..... Novi et veteris Tesramenti
unum eumdemque
credo auctorem et Dominum et Deum, Diahohtm non per
conditionem
sed per arbitrium
factum
esse malum .....
Nuptias non prohibebo......
camium
praeceptionem
non
culpa». Ma i[ problema deve porsi in questi termini:
tali atteggiamenti doceristici, dualistici, contrari all'atto sessuale e all'uso dei cihi carnei si debbono riportare esclusivarnente ad una tradizione maniohea, oppure non trovano la pili ampia giustificazione nella tradizione di un pensiero cristiano, originata da una interpretazione
Ietteeale e
conseguenziaria del paradosso evangel.co, col suo stridente
dualismo tra Dio e Mammona; con l'identificazione spiritualistica del Cristo stor.co nel Logos filoniano, propria del IV
EvangeIo: con la contrapposizione netta dell'economia della
Legge del Vecchio Testamento, all'econornia della Libeetä e
del Nuovo Patto, ehe
caratteristica del pensiero paolino, e
ehe dai discepoli di Marcione venne esagerata fino a br deri-
e
vare daJ. Diavolo,
creatore
del mondo materiale. Ja legge mo-
saica (I); con la sua effett:va esaltazione dell'ideale della con·
tinenza, di quell'ideale per cui molti si rendono « eunuchi »
a cagione 'del Regno di Dio? (2). Ne si pub accettare come
valevole l'ob:ezione del Tocco ehe it nuovo manicheismo dei
sec. XI e XI:I
un manicheismo scol«ito detl tempo e nel
quale era scomparso it nome stesso di Mani. Un manicheismo
m cui il ricordo stesso del fondatore
scomparso. e neI quale
e
e
j
tratti essenziali mitologici e cosmogonici della sua dottrina
sono andati compIetamente
perduti.
non
e piu
Una votta per sempre occorrerehbe intendersi
manicheismo.
sui valore
(1) A. LOISY, Le origini del Cristianesimo. Trad. italiana, Einaudi, Torino, 1942, pag. 342.
(2) { Catari non proibivano talntoil fl1.ltrimoruo quanto l'atto
sessuale. Gli eretici di Monteforte ammettevano per esempio ia matrimaroo, ma i eoniugi dovevano vivere in perfetta eontinenz.a..Go
ci richiama stranamente il costume della Chiesa primitiva della eonvi·venza virginale tra appartenenti a sessi cl~·versi(virgi.nes subintroductae). Del resto anche 10 Hahn (op. cit.• J, pag. 86) e iL Tocco
(op. cit., pag. go n. I) non esitano a rironoscere ehe il divieto della
congiumione camale <lei catan cleve connettersi col fondamentale
principio cnstiQllO della mortificazione della carne.
R.afJaelio Morghen
126
dei termini che si usano, se si vogl.ono evitare tanti di
quegli equivoci ehe ingombrano spesso la moderna storiografia, relativamente alla tradizione delle idee e degli atteg,
giamenti spirituali, 0 s'intende per manicheismo ogni atteggiamento dualistieo in genere, oppure una dottrina storicamen,
te individuata, con essenziali punti ben definiti e una sua con,
creta tradizione, di cui sia possibile ricosteuire 10 svolgimento
attraverso una qualehe documentazione,
Nel primo caso non
chi non veda l'inopportunitä
di confondere sotto una unica
generica denominazione
atteggiamenti
dualistici cos! diversi
come iJ. dualismo cosmogonico e metafisico dei manichei con
il dualisrno antropologico ed etico del Cristianesimo, Ne! secondo case non
possi.bile parlare di una sopravvivenza rna'
nichea nelle dottrine ereticali dei secoli XI e XII, quando in
esse dell'antico manicheisrno non appar~ quanto
essenziale
e caratteristico, e cia ehe sembra dovuto a lontane inßuenze
di quella religione si puc, invece piu agevolmente riferire.
attraverso una documentazione precisa, a una tradizione e ad
un pensiero ben distinti dalla tradizione delle dottrine eli
Mani (I).
e
e
e
V. Per spiegarci un fenomeno di cost vasta portata come
l'eresia medievale, non
forse inutile riportarci at momento
storico in cui essa sorse e si affermo. iE' noto come, gia dana
fine del seeolo X, si manifesti chiaramente in Europa, ins:eme
con i segni premonitori di una nuova rigogliosa vita economica, un profondo ri.sveglio delle coscienze. La lotta per 1a
riforma della Chiesa, :niziatasi con 1a riforma monastica e
di questa risveglio spirituale l'indice 'Piu evidente e la con.
seguenza piu immediata.
Ma anche nel campo piu:imitato
dei diritti della ragione
umana non maneano, in questo stesso periodo, nvend:cazioni
sintomatiehe.
Nella seia di una tradizione ehe vantava i nomi di C!au,
dio di T ot1nO e specialmente di Seoto Briugena. Berengaria di Tours, verso la meta del sec. XI. affrontava i1 problema,
e
(I) A .proposito deUe differenze sostanrziati. tra it dualismo cosmo_
logico e rnetafuico man:cheo e il dual:ismo a.ntropo!ogico e<i etico
cristiano ehe. tra J.'akro, precedette in ordine di tempo 1.1 religione
di Mani. v. anche Ie buone osservazioni· di A. PINCHERLE. S. Ago·
stino cit .• pag. 109.
OsseruatiOni sulle e?'esie medioevali
7
12
ehe sara esposto in forma oritiea da Ahelardo. delle rela,
zioni tra seienza e fede, e tutta una corrente di eazionalismo, invano deprecata piu tardi da S. Bernardo (I), investirä
da allora ilpensiero cristiano per sfociare nelle grandi sintesi
del realismo, del concettualismo edel nominalismo della See,
lastica, einparte
nel materialismo aw.nt la lettre, dell'aristotelismo aver:roistico, Su un piano intellettuale inferiore e piü
intuitive, anche le corrent] di pensiero, ehe emanano diret,
tamente dai piü bassi strati sociali in fermento, manifestano
atteggiamenti
ispirati in gran parte a questo rispe~to delle
esigenze della ragione e del huon senso, ehe e insieme coscienza del valore della personalitä umana e ricerca di una
coerenza ehe stabilisca una piü salda coesione tra i doveri
della fede religiosa e la condotta pratica deU'individuo.
Queste tenderize ehe potremmo dire razionalistiche 0 comunque ispirate a una profonda fiducia nella capacitä intuiti,
va dell'individuo digiungere
aila veritä, sono, nel movimento
ereticale, evidentissime. Gli eretici di Orleans del 1025 non
oredevano che Cristo fosse nato da una vergine, ne ehe
avesse patito per gli uomini, ne ehe fosse risoreo dai morti.
E non perehe aderissero a concezioni docetistiche, rna solamenteperehe
credere a simili cose repugnava alla loro ragione. « Nos neque inJerfuimus ». dicono davanti ai giudi~
ci adunati per eondannarli, « neque haec vera esse credere
possimus ». Per lora tuttocio
ehe viene affermato nel Vecchio e nel Nuovo Testamento,
circa l'unita e la trinita di
Dia, non
ehe ({deliramentum » (2).
e
II Moneta stesso ci conferma ehe gli eretici non solo si
fondano sulla Scrittura. ma anehe su ragioni natmali e logiehe. « Non solum autem testimoniis Scripturarum innituntur.·. sed etiam rationibus quae eis natwa:les vel logicae vi~
deantur»
(J). Pet1'obrusiani ed Ama~disti negano it valore
del battesimo dei fanciulli appuntoperehe.
non avendo ancora sviluppata I'inteUigemu,
essi non possooo cosciente(I) S. BERNARDO, Ep., 188: « Omnia usurpat sibi humanum ingenium, fidei nilreservans.
Tentat altiora, fortiora scrutat, inuit in
divina, sa-ncta temerat magis quam reserat, c1ausa et s:lgnata non
aperit sed diripit ".
(2) MANSI. COtIci!.. XIX. ~"]6.
(3' MONETA, AdtJersus Catharos 6t., p~g. 23.
Raffaello MC>TghefJ
128
mente adeeire a Cristo (I). E in nome del senso comune e
della ragione si nega i1 valore dei suffragi e delle opere, il
culto dei Santi, la dottrina sacramentale (e in particolar modo
la transustanziazione],
il culto della croce, poiche « species
illa vel. instrumentum quo Christus tam dire tortus, tam erndehter occisus est, non adoratione. non veneratione nee aliqua supplicatione digna est» (2). Ecberto racconta ehe, essendogli capitato di parlare con un uomo sospetto di catarismo, dei sacerdoti cartivi, questigUi disse: « Quomodo fieri
potest ut qui lam irra.tionab.Jiter vivunt, dist'ribuant in Ecclesia corpus Domini?» (3). L'irrationabilittr
vivere dei cattivi sacerdoti
senza dubbio quella mancanza di coerenza
ai-principi ehe si professano, ehe oltre ad. essere una colpa
dal punto di vista morale. costituisce un non senso da! punto di vista della ragione, Poiche in questo consiste appunto
11carattere fondamentale dell' eresia medioevale, nello sforzo
di rtttionabiliter viveore la Iegge del Vangelo, Cia spiega tutti ßli atteggiamenti di essa,gli ideali come le abberrazioni,
le prevalenti esigenze etiche, Ja sua diffusione e il suo defi,
nitivo dissolvecsi.
Poiche vivere rationabIliter il Ctistianesimo, it fissare cioe
la norma della religiosiu nel puro ambito della coscienza in.
dividuale, nello sforzo di adeguare oem perfetta coerenza la_
gica Ie esigenze della vi,ta morale con gli ideali della perfezione evangelica, doveva fatalmente sfociare nelle forme
piu dispersive e piu sterili de11'individualismo reEgioso (4).
e
(I) MONETA. Adversus Catharos cit.,pag.
283. Partendo da Marc?XVI, l~: « Qui crederit et baptizatus fuuit salvus erit», gli eretlCl conch:'1ldono:
« ,pMvulus non crea:t»
quindi il suo battesimo
inutile.
(z~ HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I.pag.
408. Per j'euca,
r~st~ v. a.nc~e MO~TA.
Adversus Catharos cit., pag. 300. Fra Ie rag:oru ehe gli erenc) cppongono
alla transustanziazione
ve ne sono di questo tipo: "Se anche il corp<> di Cristo fosse una montagna, a quest'ora sarebbe stato consumato» pag. 301: « Si, de ipaJ1e fit
Corpus Christi quotidie debet ..ugeri Corpus eius ».
(3) ECBERTO, Sermones contra Catharos, Sermo XI, 8 in « Pat!'.
Lat.» vol. 195, col. 88.
(4) A proposito delle tendenze razionalistiche del pensiero del
cosiddetto neo-manicheismo medieva1e
interessante notare come
anch~ nd mondo arabo l'jdentmca:ione
tra manicheo e razionalisf4
4teo fosse comune negli auton ortodoS$j die:lI'Islam. V. MICHELANGELO
GUIDI. Lalotta
tf'tl J'lsl4m e i1 manicheisnw:
un libro di 1brHJ..
Mugafu ... confuf4to da AI-Qasim, Roma, 1927, pag. XlII.
e
e
Osserva,zioni sulle eresi« medioevali
129
Tale appe1lo a11a ragione e a1 consenso interiore assumono
talvolta -l'ingenuiti e il semplicismo cantteristici dello spirito
popolaee, Secondo il Moneta molti eretici desumono l'esisten,
za del 0:0 malvagio da consideeazioni di queste genere:
« Come pub essere create dal Dio huono il fuoco ehe brueia
le case deipoveri
e degli uomini santi? Come puc, essete
huono il Dio ehe manda le pene ai buoni? Quando Dio comandö Adamo di astenersi da! feutto del bene e del male. 0
sapeva ehe egli avrehbe trasgeedito il suo eomando, 0 no. Se
non 10 sa.peva non era Dia, se 10 sapeva era malvagio » (I).
Simili atteggiamenti di spieito portati nell'interpretazione
del Vangelo e dei testi saari dovevano necessariamente condurre a una candida e. pericolosa ccnseguenziarietä
ehe
il
contrassegne piil evidente di una £ede sincera e profonda. rna
completamente avulsa da ogni bagaglio di cultura filosofica
e teologica, e da ogni legarne con la rradizione (2).
Oltre queste tendenze, ehe abbiamo denominato in sensa
generico rationalistic he, l'appello diretto al Vangelo, il
chiamarsi cioe, continuo ed incessante alle parole di Cristo e
all' esempio della Chiesa degli apostoli, come alle uniche autorita degne di essere accolte e seguite. I'altro fondamentale
atteggiamento,
comune a pressoche tutti i movimenti del.
l'eterodossia medievale.
I catari di Arras dichiaravano nel concilio del 1025:
« Lex et disciplina nostra quam a Magistro aecepimus, nee
evangelicis decretis n~ apostolicis san!=tionibus contraire
videbitur»
(3). Ed Ecberto diceVa degli eretici in genere:
« Muniti sunt verbis sacrae Scripturae quae aliquo modo se·
.ctis eorum concoroare videntul". et eX eis ~ciunt defendere
errores suos et oblatrare catholicae 'Veritati » (4). L'attJrazione
e la suggestione esercitata sull'animo di semplici ed incolti
e
n-
e
MverSlUs Catharos cit., pag. 144.
(2) La « povetU ~ll'argomentazione
teoIogiQ)) e piu ancora
« del ragiiOnamento filosofico» in-sieme con « l'assenza <ii ogm elemento tradiz:.onale )) sono messi in evidenza a:nche dal DONDAlNE, Un
tratte neo-manicheen cit.. pagg. 24 ~ 25. 'Ptoprio a proposito di
un testo come il Libe<r de doobus principiis attribuito a GIOVANNI
DE LUGIo. ehe dovrebbe rappresentare.
per I,'ed.. ~n cui fu saitto.
uno dei prodotti piu maturi del pensiero cataro.
(3) MANSI. Coneil .. XIX. pag. 425.
(4) ECSERTO. Snmones contra Catharos. Praefatio in « Patrol.
La,t.» vol. 195 col. 14.
(I) MONETA,
Ar.hivio
d<lIa R. D'pUlazion<
romana
di Storia patria (A. LXVII). N. S. Vol.
x.
9.
RafJaello Morghen
130
e
dalla lettura del Vangelo
espressa del resto con plastica
evidenza nella leggenda della conversione di Pietro Valdo,
riportataci da Stefano di Borbone, « Quidam dives rebus. in
urbe Lugdunensi, dictus Valdens.s, audiens IEvangelia. cum
non esset multum litteratus, curiosus intelligere quid dicerent,
fecit pactum cum ..· sacerdotibus, alteri ut trasferret ei in
vulgari, alten ut scr)bere~ quae ille dictaret, quod fecerunt.
Similiter multos libros Bibbiae et auctoritates sanctceurn muL
tas, per titulos congregates. quos Sententias appellabant. Quae
cum dictus eivis saepe legerer et corde tenus firmaret, pro,
posuit servare perfectienem evangelicam ut Apostoli, servaverunt » (I).
La lettura del Vecchio edel Nuovo Testamento in lin.
gua volgare
considerata, da Rainerio Saeeoni, una delle
sette cause deU'enorme diffusione del Valdismo (2). In un te,
ste anonimo aggiunto alla Summa di Rainerio Sacconi nell'edizione del Martene. col titolo « Forma qualiter haeretici haereticant haereticos suos »,
riportato
foemulaeic dell'ade.
sione ereticale secondo il quale :t1 confermarsi al V ~elo
Ia promessaprima
ehe si riehiede al nuovo adepto, mentre
gli altri impegni, &a j qua:li 9uelli ehe secondo la cOtmmunis
opinio dovrebbero essere isplrati alla dottrina m:tniehea, Chppaiono in sn-etta eonnessione e, direi quasi. in stretta dipen.
denza della solenne promessa preliminare:
« Tu reddis te
Deo et Evangelio? Item promittis quod de cetero non come.
das carnes, nee ova. nec easeum. nec aliquam vieturam nisi
de aqua (pisces) et ligno (oleo). Item quod non mentieris. nee
;urabis. nec occidas quicquarn ex reptilibus (3). nee exercebis
e
e
a
e
(1) MONETA. Adver.sus Catharos cit" pag. XXXVII. Che gli
eretici fossero in genere incolti ce 10 conferma esplicitarnente anche
iii. Tract4tus de haeresi cit., col. 1778 ({ '" cum essent idiotae et Wei".
(2) MONETA, Adversus Catharos cit .. pag.
T,actatus
tit haeresi cit .. cot 1871: .( ". daciles i.ntet aJiquos romplices et facundos docet verba evangeii, et dicta apostolorum et sanc:torum aliorum
vulgari lingua corde finnare... ».
(3) Per que! ehe riguarda questa strana proibizione di non uccidere i retti.ti, plio forse illuminarc il passo degl:i Atü degJi Apostoli.
X, II, riportato anche dal !MONETA. op. cit., col. 132 neJ, quale appa.re a S. Pietro un lenzuoIo contenente molti, anima,li, « qua~rupe·
oia. serpentia et volatilia» e una voce oal cielo g1i (amanda: ce Occide et manduca ". S. Pietro si rifiuta, adducendo ehe si traUa
oi animali immondi.
xxxvm.
m
Osseroazioni
sulle eresie medioevaJi
131
aliquam libidinem de corpore tuo, nee ibis solus dum possis
socium habere. nee solus oomedes, nee jacebis sine camisa et
bracis nee re~inques fidem timore ignis vel aquae vel alterius
g~nerlS .mortIS? » (I). Pel Vangelo e degli scritti apostolici
gli erehci fanno dunqua la base della loro ~ganda
specialmente tra i semplici: « Puellas parvulos doc~t Evange~
lium et epistulas ut a pueritia consuescant erroees amplecti II
ei dice Stefano di Borbone (2).
. Per i simplices et rudes, essi cornpilano dei cornpendi, sui
ttpo di quel rituale cataro, Compendium ad istructi011e1m rudium, pubblicato dal Dondaine, nel quaIe it panem nostrum
supersubstantialem dell'orazione domenicale, la cui Il'ecitazione
quotidiana
l'atto piü importante della liturgia catara, einterpretata come la lex Christi, la parola cioe dell'Evangelo (3).
D'altra parte la derivazione evangelica e neo-testamentaria,
da un punto di vista dottrinale, di tutta l'eresia medievale,
un fatto cosl evidente, cosl unanirnamente
attestatc
da
tutte le fonti ehe ci riporpano, pell' confutarle, le auctoritates suIle quaIi gli e:retici si fondano per sostenere i loro
assunti, ehe e'e da merav;gliarsi come ancora cio non sia stato
posto nel dovuto rilievo. Gia iJ. monaco !E~berto, fin dalla
seconda meta del secolo XII. aveva accennato alle autorita
scritJturali di cui si valevano gli eretici per sostenere i ~OIl'oassunti. La ma~gior par~e di queste summae eretieali giacciono
ancora inedite in numerosi cooici di diverse biblioteche
(GUIRAUD, Histoire de l'Inquisfbion, It XXIX). II Guinud
stesso fa uso di una Somme :des auotorites
l'usage des
e
e
a
(I) Summa fratf'is Rayneni in MARTtNB, Thesaurus anecdotm'um
cit., V, col. 1776.
(2) T.ractatus de haef'esi Paupemm de Lugduno in MARrtNE
Thesaurus cit., V, eol. 1872.
(3) TrtU'tatus de haeres; cit., col. 1872: « Ad simplices et rudes
solent accedere »; Un trait#! neo-mamcheen gil cit. Appendice. pag.
37: « ut ilJam orationem sanctam recipere valeat·is, quam subs disci.pul.is tribuit dommus Jews Christus ..• » pag. 47: Per pa,nem super-substantialem intelligitur lex Christi, q~
data fui.t super universum populum ... ». Complemento a questa semplicissima liturgia. ermo
dei canti il cui testa non ci
'Purtro.ppo pervenuto, rna ,la cuv esiste.nza ci
chiaramenre a:ttestata.: « ." Titrnos quos vocant tr,~inta
gradus S. Augustiari in quibus docent quasi virtutes sectari et vitia
detestari»
(Tractatus de haeresi dt.. co\. 1784)" E' importa.nte
flOtare ehe l'intet1pl'etazione ~et panem quotidianum come il. nutrimento ISpirituale della Sc:rittura e dei ,precett:, evangelici
anche proposta da scrittori cristia,ni antichi. V. pag. 139, no. 5.
e
e
e
RafJaello M01'ghen
pridicateurs me,;dionaur. puhblicata dal Douais, In ogni
modo queste auctoritates scritturali invocate dagli eretici, ci
sono riportate con grande larghezza dal Moneta. ehe costituisce per esse 1a fonte maggiorealla Quale e opportuno
rifeeirsi,
VI. Tali testimonianze hanno un valore precise e inequi-
e
vocabile. II dualismo cataro, per esempio,
configurato nettamente nei limiti delle concezioni ddl'Evangelo. II Dio buono
eilpadre di Cristo e di tutti i giusti, autore di tutte le cose
buone ed eterne. 11 Dio malvagio, autore delle case vis~bi:i
e transitorie e il Dio « de quo Christus ait (lohan. XIV, 30):
Venit eaim princeps mundi huius » (I). E tale identificazione gli eretici sufttagano, secondo la ~estimonianza concorde
del Moneta e deJI'anonimo autore della duegentesca Disputatio mter Catholicum et Paterinum. eon i passi di Matteo IV.
8. 9. 10 « lterum assumpsit eum diabolus in montem excelsum valde, et ostendit ei omnia regna mundi et gloriarn eorum ecc, II; e Matteo VI. 24 « Nerno potest duobus dominis
servire ... non potestis Deo servire et Marnrnonae (2); mentre i passi di Ma~teo VII. 18 « Nonpotest arbor bona malos
fructus facere, neque Mbor mala bonos fructus facere)1 e
Matteo XV. 13 « Omnis plantatio quam non plantavit Pater
mem coelesttis..~di~bitur».
sono citati dagJi eretici ~ provare la netta dlShnztone fra Ie due creazioni del Dio buono e
del Dia rnalvagio (3). Che poi questi dovesse identificarsi
col Dio del Vecchio Testamento. r1sultava evidente. su11a
tra~ci.adi una probabile tradizione marcionitica. dalla contrap_
poslZlone paolina deU'econornia della Legge alIa economia
della salvezza e della. liberta inaugurata da! Cristo (Paolo.
ad ~om. 1II. 20: « Quia ex operibus legis non justificabitur
ornnts caro coram iUo. Pee legem enim cognitio peccati»; IV.
(I) MONETA, Advef'suS Catharos cit., pag. :1 « Duo ~
sine
initio et sine nne. Unum ~nt
patre.tn Otri91i et ommum iustorutn
et Deum !.uris. Mum verum credunt esse ilum de quo Otristus ait
Jaban. XIV, 30: Venit enim printtps mundi huius. 15tum credunt
esse deum exaecante>m mentu iIlfidelium et Deum tenebrarum)J.
Vedi anC'he Ia Disputatio inUT Catholicum et Paten""m haereticum
in TheSCWTUS tIOVUS anecdotorum del MAItltNE. V, eel. 1707.
(:2.) MONETA. Advet"Sus CatMros cit., pag. 10 e Disputatio cit.,
cal. I']a9.
(3) MONET .... AcWeTSUS CathMos cit., pagg. 10, It.
Osseroat;ioni sulk eresie medioevali
133
13 « Non enim per legem premissio Abrahae. aut semini eius
ut heres esset mundi, sed per ;ustitiam fidei»; ad Gal. 5. ~
« ... si ciecumcidamini
Christus vobis nihIlproderit»
(I); e
da tutti quei passi dell'antico Testamento nei quali Jahve
viene rappresentato come un dio murevole, irascibile, eeudele,
menzogneec, ehe esige sacrifici cruenti e comanda cese in,
giuste (2). Questo dualismo dei due principi era affennato,
piu 0 meno eigidamente da tutte le sette cataee, Ma i Catari di Concorezzo, per esempio, affermavano. secondo Rainerio Sacconi ehe « ••. diabolus de licentta Dei, formavit omnia visibilia » (3) e tradivano COSl. con chiaea.evidenza, le 00gini prettamente evangeliche del loro dualismo, dal momento
ehe il principio del Maie non veniva da loeo rappresentato
come completarnente
indipendente
dalprincipio
del Bene.
ma a lui soggetto, e esplicante la SUa opera di perdiziooe con
il consenso di Dio, ehe permette la creazione materiale e il
male per ragioni ineftab:Ii ed ascose nell'abisso del suo con. siglio.
Ed anche altri Catari, secende il Moneta, pur affermando
i due principi coeterni e l'origine del primopeccato
non da!
libero arbitrio, mostrano. con palese incoerenza. dj .propendere per la subordinazione del prin~pio del Male a quello
del Bene, quando presentano l'autore del grande assaIto contro il regno della Lute nella figura del fattere mfedele della nota para.hola evangelica, creando cosi quel mito del villi,
ellS iw.quitat~ ehe ha una
importanza addiritn.r.t centrale
neUe ,oncezioni dualistiche catare: (e Alii autem duo principia asserentes, dicunt quod non process;t ex libero arbitrio
ipsorum (Angelorum) peccatum primum; non enim habeba.nt
liberum 3lrbitrium ut dicunt. Ponunt auteID isti quod Fi,
lius mali Dei in coelum ascend it. ubi in Angelum lucis trasfiguratus propter vehementem suam pulchritudinem dilectus
est ab Angelis Dei' et assumptus in viUicum, et quasi dominus
(I) MONETA, Adversus
(2) MONETA. Adversus
Catharos cit., pagg. 196, 197.
Catharos cit., pagg. 144, 151, 157. 159.
163 e Dispuf4tio cit., col. 1)18 « Qwm peSsimus est iUe Deus
apparuit Moisi i.n ftamma rubri, et ~t
i~ ~aJi;gbne mon!is. ,ille
qw
fuit Deus Tenebrarum. 0 quam crudehs fwt lIle Deus qUi Eham
rapuit in eurru igneo ».
(3) RAINERIO SACCONI. Summa cit., pag. 54; Tocco, L'Eresia neL
M. E. cit., pag. 75·
134
Ra[Jaello Morghen
super j,psos; qui colloquio habito cum illis, sua astutia eos
decepit, et ad peccandum inclinavit et ad istarn regionem tra,
xit » (r], L'identificazione di una emanazione del Dio malvagio nel viUicus iniquitatis
evidentemente l'unico tentative
plausibile, per menti incotte. di spiegarsi una delle piu sconcertanti parabole evangehche, nella Quale i1 fattore infedele.
ehe, a scapito del patrimooio del padrone, cerca di fa!'Si
amici i debitori di lui, per averli alleati aJ. momento di render conto delle sue malefatte, viene Iodato da} padrone stesso per la sua prudenza. « quia filii huius saeculi prudentiores filiis lucis ... soot» (2). Secondo Eutimio Zigabeno 1'00gine di tale mito si dowebbe riportare a1la setta bulgara dei
Bogomi1 (3). Certo
sintornatico ehe perfino in queste tar-
e
e
(I) MONETA.AtJ"ersus Catharos cit., pa.g. 36; La Disputatio cit.,
col. 1719 ci riporta. una tra<iizione del. mito del villicus iniquitatis.
molto elahota.ta e ehe tradisce influenze lontane e molteplici, ma tutte
sovrapposte aJ. primitivo testo evangdico e rilierite con popolaresca e
fantaSiosa semplicitl: « ViBicus UUqu«atis de quo eV<ll!lgelium loquitur, fuit Oiabolus cui omni.s curia angelorum fuit deputata,. ut lau.
des et'laudatum
pensiones Deo ab angelis reddendas ipse colligeret.
Pro tam dura pensione gravatus, coniuravit ut similis esse posset
Aitissimo. Primo et de pensionibus i3lll dietis quocidie <iefra.udabat
dicens: quantum debes Domino meo? Respondet: centum eoros tritiei'
Et il1e: Accipe cautianem roam et scribe octoginta ecc. Haec aute~
v~ns Altissimus, ~ichaelem substi~uit e~ et ipsum cum suis (ompli,
emus de ~
e)eClt. Ipse v~o .diabolus terram d.i«oo.peruit aqua,
er duo hom:onwn corpora fabncavlt, sed cum per XXX annos vitalem
spilritum i~!ldere
~.
posse~, ac.cessit a~ curiam Altissimi. et duos
a.ngelas ab IpSO quaestVlt. Asnterunt autetn dUo qui ocrulte dioabolum
diligebant et rogaverunt Altissimum, ut cum diabolo iren.t cito rever·
suri. Quorum fraudem Deus agnoscens, dixit: Ite ud cavete ne
dor~~ti~,
quia, post ~~
~,verti
non ,passet·is, quia viam
obhvloßl~ tracletls; sed &1 donmentls, post sex aut septem milia anno.
l'UlJl vemam act vos. Ve.nerunt ergo et donnierunt,
et ita ~
praedicta corpora oblit, coeIestis patriae indus; sunt. Isti sunt Adam et:
Eva. lsti spiritus per corpora Enoch, Noe. Abrahae et omn:um Pa~
triarcharum et Prophetarum
euntes et errantes. nunquam sarotem
reperire potuerunt, sed deinde in Simeone et in Alma, veniente
Christo, secundum promiWonem in paradiso factam, salvati wnt;
unde Simeon c:li;xit; Nunc dimittis servum tuum, Domine. secundum
verbum tuum in pace. Verbum intelligo promiS5io~!
qua~ mi~
in <Oelo antequarn descendere fecisti; sic et omnes. SPI!ltus qUI c~_
derunt in diversa corpora intrarunt etper
amarttudmem et VJam
... ~alva.ntur... ecc•••
(2.) Luca. XVI, 1-8
..
(3) MONETA, Adwt'sus c.thMos cit., pag. 36, n. 3: «(Bogomlli}
dicunt daemonem, qui a- Servatore appellatus est Satanas, filium esse
Osseroazioni sulle eresie mediaeval:
135
de ·testimonlanze del pensiero cataro, ehe piu sembrano serhare di lontane tracce del pensiero manicheo, l'influenza della tradizione evangelica, d~umentata da precisi riferimenti
testuali, e: assohdamente predommante e di una eUdenZtI
palmare.
. 1.0 st~
sf~rzo. in~etp~tat~vo nel sen~ di un semplici~
snco dualismo di chiaea derivazione
evangelica, si puo notare
a proposito della parabola del servo malvagio, in Matteo
XVIII, 26: della Fabola del figliot predige, in cui i1 figlio
maggiore rappresenterebhe it « princeps huius mundi », edella
parabola del buon Samaritano nella quale i « Iatrenes » eaffigurano le potenze del male e il buon samaritano Cristo (I).
In eelazione al dualismo tra Dio e Mammona si distinguono anche nettamente i due opposti popoli, dei figli di
Dio e de: figli di Satana. Ma anche in questa distinzione le
differenze tra il pensiero cataro e la dottrina manichea sono
di natura essenziale. Secondo la gnosi manichea, l'eletto doveva astenersi da tutti gli atti per i quali si perpetua la
prigionia della Luce nel mondo della materia- La morale de}
dualismo cosmologico e metafisico per quanto ispirata a1 pi~
rigido ascetismo, assumeva perciö un carattere quasi deterministico, e non inves~iva n~essariamente i piu profondi settori
della responsabilitaindividuale. Per it ma,nicheo tutti gti
recano Ie stirnmate maledette del Dio delle T enehre
e it liberatsi da esse e piu opera di conoscenza. di gnosi, che
non premio di una meritoria attivita mora~e. Non propr:amen~
te OO5t nel catarismo. I due popoli dei figli di 0:0 e dei figli
di Satana, sono nettamente distinti secondo la incis;va discri~
minazione deHa metanoia paolina, della morale cioe non deI~
la rinun~ia passiva, rna del capovolgimento dei valori, e del
completo rinnovamento interiore. Le citazioni dell'Apostolo
essen
ipsum quoque Dei Patris, et vocari SatanaeI, et filio Verbo natu
maiorem esse, praestantioremque
utpote primogeniturn : fratres igitUT esse sed Satanw domus esse ,procuratorern et secundas past
Patrern pa.rte~ obtinere, eumdemque stola et habituinduturn
esse
et ad eil15 dexteram considere in solio, et secundam habere dig:ni~
tatern. Qua quidern ebr:um, stulteque sublatum de defectione cogitas_
se, atteptaque quondam occasione ministras tenta'S5e potestates, ut
excusso ministerii jugo se sequerentuT et securn in Patrern cons\llTgerent. Et ad istius modi nugas confirmandas ex Lucae Evangelio parabolam afJerunt V,Uici iniquitatis qui debita minuit debit<wibus ".
(I) MONETA, Adversus Catharos at., ,pa,gg. 110, II I.
136
RafJaello Morghen
celative al peso opprimente della came e alla maledizione
del peccato sono eipcrtate diligentemente
dagli eretici: ad
Rom. VII. 18 « Scio enim quia non habitat in me. hoc est
in came mea. bonum»; 24: « Infelix ego homo. quis me
Iiberabit de corpore mortis huius? »; ad Gal V, 17 « Caro
enirn concupiscer adversus spiritum »; IiI ad Corinth., IV. 3
« Quod si etiarn opertum est Evangelium
nostrum; in iis qui
pereunt, est opertum ecc, »; ad IEph. II, 3 « ... Eramus natura
filii ieae » (I). Ma esse acquistano un rilievo del tutto partico,
lare alla luce di quello ehe
uno deipunti
centrali del pensiero paolino, Ja simbologia cioe dei due uomini, il vecchio.
morto in Adamo, it nuovo, -isorto con Cristo; ad Eph, IV, 22
sg. « Deponere vas secundum pristinam conversationem
veterem hominem, qui corrumpitur saecundum desideria erroris, Renovamini autern spiritu mentis vesteae, et induite novum hominem qui saecundum Deum creatus est in justitia et
sanctitate veritatis» (2). In virtU della metanoia i figli di Die
si riconoscono come tali secondo lohan. I, 12, 13: « Quotquot
autem eeceperunt euro, dedit eis potestatem filios Dei fieri,
his. qui credunt in nomine eius: qui non ex sanguinibus
neque ex voluntate camis, neque ex voluntate viri, sed ex
Deo nati sunt »; XVIII, 36 « Regnum meum non est de hoc
mundo »; Matt. }GIl, I I « ..• Quia vobis datum est nasse mysteria eegni coelorum: illis autem non est datum» (3). Gli
altri sono i reietti, i sudditi del demonic secondo Iohan.
XIV, 30 « Venit enim pinceps Mundi huius»; VIII,
« Vos
ex pa~re diabolo estis; et des:aeria patris vestri vultis facere;
iIle homici~ e~t ab initio. et ~ veritate non stetit; quia
non est ventas 10 eo; cum loqultuT mendacium ex propriis
loquitlUT quia mendax est. et pater eius» (4). La fondamentale opposizione tra la morale detenninistica manichea e Ja
morale volontaf'istica dell'adesione a Gristo si palesa con
grande evidenza attraverso queste ~.itazioni neotestamenta...
riet invocate continuamente dagli erettci a conf~
delle loro
posizioni spirituali.
e
44
(I) MONETA, Advef'sus CathQro$
cit.. pagg. lIS, 17. 18, 19;
Disput4tio c;-r•• col. 1707.
.
(2) MONETA, Adversus Catharos CIt.. pag. 20.
(l) MONETA, Adversus Cathams cit., pagg. 12, 13·
(4) MONETA, Adversus Cathaf'OS cit., pagg. 13, 15. Disputatio
cit.. col. 1707.
Osseroazioni sulle eresie medioeva!i
137
VII. Simili osservazioni eidentiehe
censtatazioni
pessono £ani per quel ehe riguarda il presunto docetismo dei
catari, la lore avversione al matrimonio ed ai cibi caeneiOpportune citazioai testamentarie sono dagli eretici con ..
cordemente riportate per provaee ehe 1a figura umana del
Cristo non fu ehe una mera .;tpparenza. Per 101'0 Cristo
Ja
sapientia di Dio, creata a1 principio di tutte le cose secende
la paro'a dell'Eocl- I, 14 « Prior oreata est Sapientia ». Tale
identificazione veniva sufliragata. se non era stata addirittura
ispirata in antecedenza, dalpasso paolino delle I ad Corinth.
I. 24 « Cristum, Dei virtutem et Dei sapientiam » (I).
E di origine paolina e senza dubbio la detenninaziane
della missione sovrannaturale del Figl:« di Dio e l'interpreta ..
zione docetistica della sua apparizione nel monda: ad Rom.
VIII. 3 « Deus Filium suum mittens in simititudm.em. camis
peccati » (2). interpretazione corroborata largamente dai passi
ad Philipp. II. 7 « Sed semetipsum exinanivit formam. servi
accipiens, in similitudinem hominum factus et babitu inven ..
tus ut homo)); Matt. XXVIcrI. 18 « data mihi omnis potestas
in coelo e in terra)); Johan. VI 51 (( Ego sumpanis
vivus
qui de coelo descendit»;
e specialmente
Johan II, 4 :
« Quid mihi et tibi est. mulier?» citato costantemente
dagli
eretici come it netto ripudio da parte di Cristo della sua
madre terrena (3).
Per la condanna non del matrimonio. rna dell'atto car'
nale (4) Ie 4U~ita scritturali citate dagli eretici sono desunte
dai .passi notissimi di Matteo V, 27 « ne moechaberis ecc·»;
e
. .(I) M?NETA, Adversus Catharos cit •. pag. 234. Le credenu eretlcah relative a,~la aipparente uma.n:ota delJa Vergine e di Cristo risentono evidentemente della sforzo d'interpretazione,
da parte di menti
ineolte, di oscur~ passi scri;aural~. Secondo j,1 Moneta (pag. 2.32)
i catari soste.I1evano infatti ehe 1a Vergine: « h;!lbuit camem codestem, angelus enim fuit, nee sexum habebat foemina·rum ... SK:ut Dei
filius Jesus Christus ali·us angelus fuit ... qui .per aurem Ma.r:l3e intravit
in eam per ;turem eius exiivit».
{2\ MONETA. Adversus Catharos cit., pag. 248.
(3) MONETA, Adversus Catharos cit., pagg. 235. 246.
(4) Disputatio cit., c01. 1711 « Nos matrimonium non cendennamus sed adulterium. Matrimonium est :nter Christum et Eccle.siam
~icut dicit Apostolus: Despon(ii enim vos uni viro, vj'rginem cast am
exh:bere Christo... sed il-'ud turpe negotium quod homo facit cum
tnuliere quando ci carnaliter commiscetur, illud adulterium est quod
nos prohibemus ».
RafJaello
MO'7'ghen
XIX. I2 « sunt enim eunuchi ecc.»: XIX, 29 « qui relinquunt
uxores eoc.t [ohan, I, 12, 13 « qui non
sanguinibus ecc, ));
rna speeialmente dai famosi
paolini della I ad CorinthVH, 9, 27, 2.9: della ad Rom. IX, 8: della ad Gal. VI, 8 e
della ad Eph, V, 25 (1), nei quali il matrimonio
sconsigliato, 0 considerate come ,puro « remedium concupiscentiae »,
ed
per contra esaltato l'ideale della continenza edella
verginirä,
Similmerste -per giustifieare il precetto eretica1e dell'assoluta astens.one dai cibi carnei sono citati tutti i testi evangelici 0 apostolic! sulla temperanza, sull'astensione dagli animali immondi (Atti degli Apostoli X, I I « Et vidit coelum
aperturn ••. et olinteum magnum in quo erant ..• omnia quadrupedia, et serpentia terrae, et vo!atilia coeli, Et facta est vox
ad eum: Surge Petre, occide eJt manduca. Ait autem Petrus:
Absit, Domine, quia nunquam manducavi omne commune.
et immundum»),
sulla preferenza atteibuita dal Vangelo ai
pesci come mezzo di sostentamentofz],
Ancora su testi soritturali del Nuovo Testamento. e speciaJn:tente . ~el1e lettere .I>aoline.
basato il rigetto da parte
degli eret~cl della dottnna dei sacrament], della resurrezione
dei corpi, della validira dei sufFragi, del giuramento della f _
coltA de£a Chiesa di condannare e di pun ire (3).'
a
ex
pass:
e
e
e
e
(I) MONETA. Adversus Catharos cit. ,paog '17 '20 32
.
.
'"
. > , > , 2. 323.
325,.. 32 6:.. A ,proposito della lI:terpretazione
della ad Eph. V. 25
«V~r~ ~11Jg1te uxore6 vestras .sleut <luistus dilexit Ecc1esiam n. gli
ereUcl ro~ment~no.
sed Christus non concubuit cum Ecclesia, ergo... ». D1sputaoo Cit.• col. 1713.
(2) MONETA, Adversus Catharos cit •. 'pag. 132 j'n cui CI' si' . h:
.
. 1
modo 1 .
,
Me .a.
rna In partLco ar
a mmlOOlo delJ.a moltiplicazione dei pani e
dei pesci con i quali Gesu sfarnb Ie turbe.
(3). MONETA, Adversus ~tha,os
~it.•. pagg. 282; 283. Bauesirno
- Attl I,. ~ "Johannes qUldem. baptlu.vit acqua, vos autem bapti.
zamInI SPlntu Sancto ». Contro it batteslmo degli infa.nti: Atti. VIII.
J2 e Marco ~Vl,
~6; pa~g. 295. 301. ~ucar~stia: Matteo. XV. 17
« Omne quod In os mtrat, In ventrem vadtt et 10 secessum emittitur »;
}OOan., VI. 63 (( Spiritus est qui ,,:ivi1i~~, caro n~n prodest quicquam.
Verba quae ego locutus sum vobIS sptntus et vita sunt ». Remtssione
deipeccati.
pagg. 303. 304: Luea XU, 10 « cui in spiritum sanctum
blasphemavit non remittetur».
e Ma,tteo XII, 32 (~neque. in hC?C
saeculo neque in futuro»; pagg. 346. 347. Resurrezlane del' COI'pl:
ad Porn. vn, 18, 19 « Scio enim quia non habi,tat in me. hoc e6t
in carne mea. bonum)); ,pag. 374' Inuti'lid <lei suffraogi: II ad Co·
rinth. V, 10 «Omnes en}m nos manifestari opartet ante tribunal
Christi" ut referat unusquisque propria corporis ,prout gessit. s&ve
f(
Ossenlaz;ioni suUe eresie medioevali
139
Questa imponente massa di dati ci prova con evidenza
palmare ehe i1 Nuovo Testamento e inpartieolar
modo le
lettere di Paolorap~tarono
la principale fotllte d'ispirazione di tutto il pensieeo ereticale, e Ia coneordanza di diverse fonti cattoliche, nel riferire gli stessi pasSt neotestamen.
tari come auctonwtes
eostantemente
invocate dagIi eretici
per giustificare i loro atteggiamenti,
da a11a tesrimonianza
di quelle fonti un valore ancor piirprobativo,
A una precisa ispirazione evangelica e apostolica ci riporta
infine quello ehe sappiamo della liturgia catara.
Il rituale cataro pubblicato dal p. Dondaine ci fornisce
di cia Ie prove piu esplicite e convincenri (I). Rit: essenziali
del catarismo erano la tradiz.one dell'orazione domeniesle eil c011So1amentum. 11 pater noster eostituiva per il cataro la
preghiera per eccellenza. proprio secondo il noto passo di
Matteo \TI, 9 sgg· « Sic ergo vos ceabitis e Pater noster ecc- ».
E i discorsi preliminari all'imziazione, la glossa e la tradi ..
zione dell'orazione domenicale costituiscono per 10 stesso Don ..
dame « una sopravvivenza dell'iniziazione dei catecurneni nella. chiesa antica» (2).
Nella tradizione catara del Paie« noster troviamo preferita
la va~iante « panem supersubstantialem » del Vangelo di Mat ..
teo VI, I I, invece del « panem quotidianum»
del Vangelo
di Luca XI, 3. ehe traducono entJrambi i1 greeo epiusios, cii
significato incerto (3): « Panem nostrum supersubstantialem,
intelligitur lex Christi quae data fuit super univet"Sum po_
pulum». commenta il rituale eataro (4). Questa interpretazione del teSto evangelieo oltre ad avereun particolare signi_
ficato per it suo valore spirituale ei richiama senz'alKo all'interpretazione can ai piu anti~hi SCt'ittori cristiani (5).
bonum, sive malum D. Disputatio cit., col. 1727 Battesimo; col. 1728,
Eucaresti.a (si itnsiste sui passo famoso d!i Giova.n.ni VI 63); col. 1733,
Inutilita <ki suffragi, ad Rom. V; vol 1736, Resurrezione dei corpi;
col. 1737 e 1739 cantro rI g:-urame.nto; roll. 1740, 1741, 1744 contro
Ie pene temporali e la scomun.ica..
.
(1) Un traiti neo.manichien cit., ." suwi d'un fragment (Ü. R,tuel
catha.re publii par A. DoNDAINE, Rome, 1939'
(2) Un traiti neo-manu.hien cit., apptndice pagg. 35 e 44.
(3) V. P. VANNUTFLLI. Gli Evangeli in sinossi, ToriM, Roma,
1931 pag. eil.
(4) Un traiti nio-m4l'liduEen cit., append ice pag. 47.
(s) Tale interpretazione e proposta fra gli altrv da S. Agosüno,
De or.ltione domimca Ser. 56'59 in "Patl'. Lat. » vol. 38, colI. 377402. V. Un traite nio·manicheen cit., apper.dice pag. 47 nO. 26_
Raffaello Ml)1ghen
Il consoLamentum costiruiva i1 piu importante sacramento
della chiesa cataea. Esso viene indicate nelle fonti anehe eon
l'epieete di Baptismum spi~
0 Btzptismum CIwistJie ci
riporta senz'altro al passo del Vangelo giovanneo I, 33:
« hie est qui baptizat in Spiritu Sancto », Del cansoflamentum non si ha la min:ma traccia De nella tradizione manichea.
ne in quella delle sette bulgare dei Bogomil- Secondo quanto
ritiene anehe it Dondaine, esso eonsiste essenzialmente nella
imposivane delle mani, ehe eprassi caratteristiea della tradi,
zione apostolicaD'altra parte iJ. cansolamentum
un consolidamento, una
confenna delle stato di perfezione raggiunto nella pratica del,
la legge di Cristo. ehe non esdude il battesimo con l'acqua.
rna ne e ann un eomplemento:
« Non intelligat quisquam
- dice i1 rituale eataro - quod ,per istud baptismum quod
eecipere intelligitis quod debeatis contemnere alium baptismum, nec ehristianirarem, vel bonum aliud quod fecistis vel
quod discitis usque tunc, sed debetis intelligere quod oportet
vos eecipere istum sanctum oediaameatum
Christi, pro supplemento illius, quod deficiebat ad salutem vestram » (I).
Se si tien conto de11'indubbio valore sacrame.ntale della
impositio manuum nel cr;stianesimo apostolico, atto ehe costituisce,anzi, nei primi secoli della Chiesa, uno dei momenti
essenziali del I':to battesirna!e, dal quale .viene stacca~o solo
in. ~~
~i temP?' avremo una testimonianza di piu de.
gli strettlSSlIDI legaml ehe neollegano la liturgia del consola.ment~ edel cosiddetto baptismum sPiritutile aHa tradizione
liturgtca della Chiesa pr:mitiva.
Lo stesso deve dirsi della fractio ptmis, ehe, secondo la
testimonianza di Rainer:o Saecoru, i catari « quotidie faciunt
tam in prandio quam in eoena» (2) e de!la poeniten~ ehe
ci riporta ch:awnente
alia prassi della eonfessione pubbliea
del cristianesimo primitivo (3).
VIII. Contro la tesi delle origini neotestamentarie del pen,
siero eretieale. ehe abbiamo finora cercato di dimostrare, par'
rebbero recare serie obiezioni alcuni passi delle fonti ehe ci
restimoniano indubbie infiltrazioni maniehee nelle dottrine
professate dai eatari intomo a1 12.00.
e
(I) Un tram neo-mamcheen cit., appenpice, pag. 49·
(2) Summa
Raynerii, ed. DoNDAlNl! cit., pag. 65·
(Jl Summa fratris RPynerii, cit., pag. 67.
t,atris
Ossero4zioni sulle eresi« medioevali
141
Bonaccorso ci dice infatti che i catari credevano « diabo,
tum esse Solem. Lunam esse Hevam, etper singulos menses
dicunt eos fornicari» (I). IE it Moneta. di :rincalzo: « Dicunt en;m quod Sol et Luna et aliae Ste1lae Daemones sunr,
adiicientes quod Sol et Luna semel in mense adulterium com.
mitruat, quod in Astronomia legitur de coitu Solis et Luna.
Dicunt etiam quod tOS ex illo coitu spargitue super amm et
super terram, quod istam elaeitarem amittent1 et habebunt
earn salvandi qui ex semine angelico, scilicet qui eX Adam
generati fuerunt: credunt enim et dicunt spiritum Adae An,
gelum fuisse ex quo omne genus hominumpropagatur
super
faciem terrae et hoc credunt Apostolos dixisse, Act. XVU, 26
« Fecitque ecc- ». Credunt etiam quod sicut caro ex came
per coitum nascitur, ita spiritus ex spiritu procreatur; dicune
enim quod Adae spiritus qui erat coelestis Angelus ex mandato Dei venit ad videndum qualiter Lucifer elementa distinxerat et rerum species ex eisdem. antequam homo esset
in terra, quem Lucifer apprehendit et in corpore carnis velut
in carcere reclusit dieens ei (Matt. XVIII. 26) redde quod de.
bes, idest: subnce te carni humanae. Adam autern procidens,
rogabat eum dicens: ~tiam
habe in me ildest dimitte
me sic, et ego omnia .,eddam tibi, quod multum tibi serviam.
Sathan autem noluit eum sic dimittere, sed inc1usit eum in
corpore luteo, donee debitum universumredderet.
idest l:b:,
dinem et luxuriam camis l=um Evaexpleret»
(2).
La stretta connessione tra Ie funzioni del Sole e della
Luna, considerati come i vascel1i creati da! Dio Buono per
riportare nel regno della Luce gli elementi di essa l:berati. e
la funzione dei sessi
per' analogia dal .Dio malvagio
onde perpetuare nelI'atto camale la prigionia della Luce; e
l'identi·ficazione di Adamo con una Greatura angelica inviata
dal Dio buono per vedere come Lucifero aveva distinto Ie
cose create e da Satana fatto pr~gioniero e rinchiuso in un
corpo di came, sono elementi cosl carratteristici della tradi.
zione rnanichea che non possiamo non riconoscerli di primo
acchito. Ma la forma conrusa eprdfondamente
alterata con
1a quale queste venature di manicheismo vengono accolte nel.
la dottrina catara ci dimostrano subi.to ehe ci troviamo di
crean
(I)
(z)
Manifestatio in "Patr. Lat. )) 204, col. i77.
Adversus Catharos et Valdemes cit., pag. IIO.
BoNACCORSO,
MONETA,
RatJaeUo Morghen
fronte non tanto agli mflussi di una precisa tradizione di
pensiero affidata a documenti scritti, quanto piuttosto agli
echi di una lunga e complessa trasmissione orale di miti e di
leggende, largamente rielaborati dalla fantasia popolare- In
essa il Sole e i1 Diomalvagio,
la Luna ed Eva non sono sempre distinti come nella cosmogonia manichea, in quanta i1
Sole e la Luna eiportano nel cielo [a Luce ehe il Dia del male. con l'accoppiamento dei sessi, si sforza di trattenere prj,
gioniera nel mondo della materia. rna si identificano addieittun con i loro contrar.l Non vi
piü nel cosmo un'azione
riscattatrice della Luce, rna solo l'accoppiamento sessuale del
Sole-Diavolo-con la Luna-Eva. ehe assurge addirittura al significato di trionfo complete del Maae nel rnondo v.sibile.
Non e da escludere ehe questa deformazione del mito rnanicheo sia stato origiaata, nella spiritopopolare,
da tradizi'oni
iii carattere astronomico e astrologico (in Astronomia legitur)
e dallo stretto nesso ehe anche it volgo di tutti i tempi riconosce esistere tra Ia vita sessuale della donna e la luna.
Ne! testo riportatoci dal Moneta.
Sole e ia Luna Clppalono invece distinti da1 Diavolo e da Eva e illoro accoppiamento produce una spec:e di rugiada attraverso la quale
sembra (quantunque it testo sia piuttosto oscut"o) che i due
astri, disperdendo Ja lora lurnimosita, (istam claritatern ammittent) acqui"stino il patere di salvare tutti colora ehe sono
nati da seme angelica. eioe da Adamo.
Ma 10 sforza palese anche in questo testo di adattare I'in,
terpcerazione della cosmogonia manichea in una forma cosl
aliena a queUa tradizione, come laparahola
evangelica del
servo malvagio di Matteo XVIlI. ci mostra con evidenza il
b.isogno assol':'tamente~valente
su ogni altro interesse spi;
cltuale. proprIO del ca.tarlSmo del '200. di adeguare tutte Ie
sue credenz~, da qualsiasi orighie potessero a lui proven ire,
negli schernI e nei fondamentali atteggiamenti
di pens;ero
del Nuovo Testamento. concepito come Ja fonte prima. unica.
assoluta di ogni verita.
si puo agevo1rnente sostenere ehe il COS! de~to neomanicheisrno medievale. nel suo sforzo di ,propagare la sua
dottri.na. si valesse, come di un mezzo, di tutti gli argomenti
ehe iJ Vangelo potesse fornirgli a favore di essa. po:ehe a
questa tesi eontnstano
nettamente it fatto che, prima del
1200 non si abbia, come abbiarno vista, nessuna testirnonian-
e
a
Ne
Osservaziooi sulle eresi« medioe'flali
143
za probativa sicura di una precisa influenza della tradizione
manichea nel pensiero eterodosso, e il valore assolutamente
predominante ehe Ia tradizione scritturale neotestamentaeia ha
in...ece esercitato sugli orientamenti spirituali di tutti i movirnenti ereticali del Medioevo. Non
quindi la tt"adizione neotestamentaria ehe serve ad avvaloraee una pretesa reviviscenza della dottrina maniehea, rna sono jollvece infiltrazioni lontane di questa dottrina ehe vengono a innestarsi, in un eerto
memento nel bloceo incandescente ed ancora fluido del pen,
siero ereticale, originatosi dall'incontro diretto e senza mediazione di cultura 0 di interpretazioni ufficiali, delle spirito del
popolo nuevo, sorto in Europa dopa il 1000\ con le veritä
luminose, rna spesso sconcertanti e difficili a intendere, del
VangeloAnche sulla provenienza e sull'epoca di queste inflltrazio.
ni manichee nella dottrina catara abbiamo testimonianze ab,
bastanza precise. Esse non si trovano nelle fonti anteriori
alla fine del secolo Xllvperche
anche I'accenno di Ademaro
di Chabannes al manifestani dell'eresia « manichea » in Aqui.
tania, ai primi del secolo XI, deve interpretarsi, come ahbiamo visto, nel senso di una caratterizzazione
teologica di
atteggiamenti eretieali dualistici. piuttosto ehe come una preeisa indieazione della loro origine storica. !Esse si trovano
invece in Bonaccorso. ehe scr:ve alia fine del secolo XII.
e specia.1mente nei eontroversisti eattolici dei primi del '200,
quali Ra:nerio Sacconi eilMoneta.
Appunto Rainer;o Sacconi. ehe per ben 17 anni appartenne alIa setta catata, nel
darei l'elenco delle varie chiese eatare. cita in fine la « Eccle_
sia Burgariae» e la « Ecclesia Dugunthiae»
e aggiunge « et
omnes habuerunt originem de duabus ultimis» (I), A parte
1a generieiti della prima indicazione «( ecc!esia Burgariae») e
la diffieolti dell'identificazione
de:Ua misteriosa Dugunthia,
ehe puc, rieonoscersi in localicl diverse simate in un territo,
rio vastissimo ehe va, a un dipres~. dalla Macedonia alIa
Bessarabia (2). 'Pare diffiei.le ammettere ehe Ie origini prime
di tutto il catarismo europeo si debbano ricercare in un'unica
e
Summa tratns Raynerii cit., -pag. 70.
S¢lmma tratris Raynerii cit., I.. c. l..D Schmidt identifico
Dugunthia in Tragurium (Tracia}. H Leger ha proposto una Drogowetia (Drog()vic;a) in Bulgaria, a1tri Dinnigutia, antica citta della Me.
sia situata suI Danubio.
.
II)
(2)
144
RafJaello Morghen
1ocaJitl· Molto piü probabilrnente
Rainerio Saceoni ci da testimonianza delle eelazioni ehe, a1 suo tempo. s'erano strette
vive e tenaci tra le sette catare italiane e le sette bulgare dei
Bogomil, ehe erano sorte e si erano affermate gia da tempo
nei Balcani, con atteggiarnenti in parte simili a. quelli del catarismo occidentale (I).
Sempre secondo il Sacconi, Nazario, vescovo cataro, avan,
ti a lui e ad altri, avrebbe affermato « quod beata virgo fuit
angelus et quod Christus non assumpsit naturam humanam
sed angelicarn et corpus coeleste- Et dixit quod habuit hune
errorem ab episcopo et filio maiore ecclesiae Bulgariae, iam
fere elapsis annis LX », cioe verso :1 1 I go, se il Sacconi, come
appare dall'expWcit della sua opera, scriveva nel 1250 (2).
Perehe tanta CUTa, da parte dell'antico eresiarca, nel registrare
l'origine di queste credenze di evidente earattere manieheo,
e nel determinare l'eti stessa in cui queste influenze lontane
saeebbero venute a contatto col mondo ereticale italiano, se
in lui fosse stata viva la coscienza ehe certe dottrine avevano
nella sua setta una traditione ben piu antica di mezzo secolo?
La testimonianza del Sacconi ci con£erma perciö ehe certi apporti manichei, difIusi nell'oriente balcanico e mutuati da1
catammo europeo probabilmente attraverso la setta bulgara
dei Bogomit. sono p:uttosto tardivi, :rispet~o al fiorire dei
primi movirnenti ereticali del Me<iioevo, e assolutarnente in_
. sufficienti comunque a spiegame l'origine. Per affinita di atteggiamenti era naturale ehe quanto viveva ancora nel mondo
mediterraneo dell'antico dualismo cosmogonico manicheo, sia
(I) V. A. CRONIA, II Bot-gomilismo, Roma 1925, ehe raeeoglie
quanto conosciamo in proposito. Le somiglia,nze tra it Bogomilismo
e :J Catarismo sano ementi:
l'aborrirnento di ogni fonna di culto
esteroo, il ripudio dei sacrarnenti, la eondanna pel mat,rimonio, it
dualismo. Nel dualismo dei Bogond ci sono ind'ubbie tracce &i ma~heismo,
mescolate pera a.nche a residui di un <J,ntico duaiismo
naturi5tico, proprio della re~one
primitiva ~Ii
slavi. Ln ogni
modo anche ,presso i Bogomil il ritorno a1 Va,n:gdo e I'aaesione alia
lettera di esso costituiscono' i4 ,princiopio basilare e I'orientamento
assolutame.nte .predominante de).!.a se.tta. A,ppare evidente ehe it Bogornilismo sorge neU'Oriente balcarico per glir stessC impulsi ehe
hanno determinato it sargere <ielle eresie occidentali, 311che se si e
coic:ftto di akuni. rißes.si speciali dovuti aU'ambiente culturale diverso.
(z) Summa ft'lltris Raynmi cit .• ,paß. ']6. L'ex.plicit della Summa
e oil seguente: • Anno Domini MCCL cornpiJatum est fidd.iter per
dictum fr,llrem Raynerium ... ».
Osseroazjoni sulZe e,esiemedioevali
145
pure nelle forme quasi irriconoscibidi di miti popolari, venisse
convogliato nel grande movimento del dualismo etico del catarismo, Ma questo aveva, come abbiamo visto, ben altre oeigini- II manicheismo rapprese:ntava un relitto traspoetato dalla
grande corrente .ereticale. non la prima scaturigine di essa;
una scoria del passato, non ungerme
vitale.
Qualora si volesse ammette:re il contrario bisognerebbe
ancora spiegare come mai, al priacipio del sec. :x:J. si manifestaase in tutta l'JEuropa, quasi conremporaneamente,
un co,
mune spirito religiose che aveebbe dato a quelle antiehe dot,
trine nuovo vigore e un valore assoluto; occorrerebbe spiega.-e
il perehe di un tale simultaneo orientamento delle coscienze,
e ricercara quali nuovi sentimenti e quali nuovi ideali erano alle origini di esse. Si dovrebbe, in una parola.tornare
a motivi di una portata molto piu vasta e di una efficacia
molto piu profonda, che non [a suggestione di una lontana e fantasiosa mitologia cosmogonica,
IX. II sorgere delle prime eresie dualistiche ed evangeliche
del Medioevo trova invece la sua naturale spiegazione in queI
vasto movimento di coscienze ehe, proprio ai primi del se~o_
10 XI. contraddistinse l'in:zio della grande lotta per 1a riforma
della Chiesa. Riforma della Chiesa voleva significare riforma
di tutta Ja vita religiosa, politica. sociale. ab imis fundamentis; riforma esteriore ckDa societ:a dei credenti. nei poteri dello
Stato e nelle SUe relazioni con la Chiesa e con l'individuo: an,.
nunciava. in una parola, un movimento destinato a sconvolge_
re e tJrasformare tutte Ie forme della vita medkvale. Ed
cer_
to chegli ideali di rinnovamento dell'individuo e della societa,
della coerenza morale e del ritomo aJ.1a purezza evangeIica.
ehe di quella lotta sono i principali motivi ispintori, come
gli odi e Ie passioni. i risentimenti e Ie aspirazioni che essa
scateno e accese, costituirono l'humus spirituale da cui tJrassero alimento e iJ. movimento della ruorma monastica, egli
atteggiamenti della riscossa .del Papato di fronte aJ.po~ere
laico, e la nUova coscie:nza religiosa e civile del laicato e delle nuove dassi popolari ehe si affacciano ilia storia: l'eresia
medioevale
in gran parte. l'espressione di questa nuova
coscienza religiosa laica.
ehe l'eresia medievale abbia tJratto origine dal vasto rnovimento per la riforma della Chiesa p:uttosto ehe dal tardivo
e
e,
Jfrthivio
d.UQ R. DtpUUlziont romana di Storia pa/ria (A, LXVII).
N, S. VoL X,
10.
RafJadLo Morghen
risorgere di una. antica gnosi, ci viene testimoniato anche da
un altro fatto di grande rilievo: dal valore add:nttura centrale attribuito
da tutte le sette al problema ecclesiologico e
dalla fiera e costante opposizione di tutti gli eretici, dell'Xl
secolo come dei secoli successivi, alia Chiesa Romarfigueara concordemente nella meretrice dell'Apocaliss., nella
Babilonia della prima [ettera di Pietro, nella « !Ecclesia mali,
gnantium»
0 nella
« Ecclesia diaboli)), adulteratrice
della
pura tradizione dell'E vangelo, in contrapposiziona all' ({Ecclesia Dei», unica ~ontinuatrice ~egittima della ttadizione
apostolic a della Chiesa primitiva, attraverso ilpenoso tirocinio delIa persecuzione, delia povertl, della solferenza.
E' senza dubbio superfluo documentare tale decisa oppo_
sizione alla Chiesa ufficiale, e l'aspirazione ad un'altra organizzazione della Chiesa pili aderente ai dettami del Vangelo.
neHe manifestazioni ereticali dei secoü XI e XII, ehe abbiarne
sopra esamina~: tale opposizione negli eretici di Aquitania,
di Orli:lr.s, di Monteforte
1a conseguenza necessaa-ia delle
loro posizioni ideali; nella dottrina di Pietro di Bruys
chia_
ramente espressa nella :negazione del culto esterno, del valore
<f~i Sacrame~ti. e .delle opere; da Arna.Jdo da Brescia e espli.
cltamente dlchlarata e pr<>Clamata nella loaa senza quartiece
<he egli condusse contro il Papa~o e 1a Chiesa Romana, oltre
ehe sui ~mpo religioso. anche su quello politico. Ma
opportuno rl'levare come ,perfino i Patari, ehe in un primo momento, sotto la predominante influenza cl: un protettore come
Ildebrando, furono gli alleati piiI potenti e piu attivi della
Ch:esa Romana nel·la lotta contro :1 clero concubinario e simaniaco. tradivano, cia non d.i meno, 1.1 loro decisa ten ...
denza .1 una Chiesa di popolo. non accentrata intorno at pote ...
re sacerdotale, e isp;nta soprattutto .11 motivi dell'adesione
plena e assoluta ana paroh del Vangelo: ideale ehe mal si
adattava alIa Chiesa Romana quale appariva agli occhi degii
uomini del secolo XI. II ripudio della messa eelebcata
e dei saeramenti amministrati da sacerdoti indegni, costitul
la manifestazione piu evidente di questa tendenza anti ...
sacerdotale ehe, in proseguo di tempo, doveva portare fatal,
mente 1a Patma nel campo della decisa ribellione aRoma (1).
e
e
e
(I) San Pier Damiani aveva avvertito chiaramente eic, quando.
ck>?1orando gli ecU$Si <lei Patan di Firenze, lamentava ehe essi non
Osservazicm. sulle eresse medioevali
147
Ma dalla fine del secolo XII, la rivolta contro Roma e la
condanna della Chiesa Romana costituiscono, sipuo dire. il
fulcro di tutte le dotteine ereticali e l'esigenza fondamentale
in cui le diverse sette trovano la loro ideale units.
L'opposizione insanabile tu le due Chiese, la « IEcclesia
Sanctorum» del Salmo 149. I. e la « Ecclesia malignantium »
del Salmo 25. v,
ormai nettamente chiarita nella coscienza
di tutti gli eretici (1)' La D'sputatio, tante volte citata. nota:
« In hoc concordant Pauperes de Lugduno cum Pauperibus
Lombardis contra Ecclesiam, quod Ecclesia Romana, tenendo cursum quem tenet, non est Ecclesia Chr:sti sed Eccles'a
maligna » (2). E secondo Stefano di Barbone. i Valdesi affeemavano « Romanam Ecclesiam esse meretricem, Babylon et
omnes ei obedientes dannari » (3). Il Moneta cerca di stroncare alIa base queste affennazioni, sostenendo ehe la Chiesa
« est congregatio fidelium»
e ehe questa « est iUa Ecclesia
quae dicitur Ecclesia Ramana quidquid
aemu1i fabulen·
tur» (4). Ma i1 precetto evangelico di giudicare ogni cosa dai
frutti (5).
il criterio di valutazione ehe gli erecici concordemente gli contrappongono.
non senza riecheggiare. sia pure
inconsciamente, lontane influenze del pensiero «desiologico
agostiniano, quale era stato formulato nel De civitate Dei:
({Fructus fidei romanae malus sit - dicevano gli eretici fides eius mala est»; « •••decem partes ecclesiae romanae ma.
lae sunt ...• pocius ergo debet dici Ecclesia diaboli quam Dei:
fides If"omanae ecclesiae mortua est, Il"omana ecclesia mortua
est » (6). D'altronae la Chiesa di Rorna ha consuetudini « quae
in Evangelio nec in alio libro Novi Testamentj non su·nt scrip.
tae, nec potest ostendi quod fuerint in Ecclesia primitiva » (7)Come puo -quindi affermare di ~ntinuare 1a tradizione di es·
e
e
ne
ne
riconoscevano piu
Papa, ne re,
sacerdote e eheper loro colpa
di mille uomini era.no morti in Firen.z.e senza sacramenti. V. R.
MORGHEN,
Gregorio VII, Torino, 1942,pag.
(I) MONETA, Adversus Catharos, cit., pag. 38<).
(2) Disputatio cit.. col. 1779.
(3) Tractatus de Haeresi ecc. cit., col.. 1779.
(4) MONETA, Adversus Catharos ecc. Cit., pag. 390.
(5) MONETA, Adversus Catharos cit., pag. 390: Matteo VII, 17,
18, Arbor ex fructibm c·:)gn<Jscitur.
(6) MONETA, Ad::,,;;s Ca~!:aros cit., pag. 391.
h) MONEn, op. e 1. citt.
p:u
RatJaello Morghen
sa? I due canoni fondamentali di tutta l'ecclesiologia ereticaIe, l'adesione piena e assoluta a1la lettera del Vangelo, e la
continuitä della tradizione della Chiesa Apostoliea sono qui
esplicitarnente e chiaramente dichiarati, Ana Chiesa Romana
gli eretici applicano di contro tutti i passi ehe nel Vangelo riguarclano gli scribi 0 i farisei (I). L'ideale della povertä evangelica appare gil a discriminare nettamente, nella coscienza
dei contemporanei, la « Ecclesia Christi » dana « Ecclesia Romana ». La « Ecclesia Christi) era povera, aveva bisogno di
tutto, dava tutto ai poveri. La Chiesa di Roma « in divitiis,
induta purpura et bysso, lasciva epulatur splendide, non laberat manibus suis, otiosa devorat aliorum labores, et male ..
dicit» (2).
La « Ecclesia Cbristi » era disprezzata dal mondo, la Chiesa Romana
accaeezzata e blandita- « Ecclesia Dei non occidebat, non iurabat, Ecclesia Romana hoc facit » (3). La prima
era tlistretta a una piccola sch:era eli petfetti [pauca est), l'altra
« dilatataper
orbem» (4). Nella Ecclesia Dei « non fl.lerunt oedines Augustini et Benedicti, neque arohiepiscopi, primates. cardinales. archidiaconi, acolythi et exorcistae. Iectores. ostiari, cantatoees vel saoristae ) (5). La « Ecclesia Ramana
benedicit carrocia parata ad proelia iniusta» (6). Essa
percic la « mulier sedens super bestiam »)dell' Apocalissi e la Babilonia della lertera di Pietro, e non ,puc in alcun modo identificarsi con la Chiesa qual'e adombrata nella lettera di Paolo
agli Efesi V, 25: « Christus dilexit Ecclesiam et se ipsum
tJradidit pro ea, ut ilIam santificaret •.. ut exhiberet jpse sibi
gloriosam Ecclesiam non habentem maculam aut rugam».
La Disputa:t;·o cosl commenta:
« Verba Pauli sunt; ramana
ecclesia habet maculam et rugam, quia sunt adulteri, avari,
ambitiosi, lupi rapaces· Non est ergo illa ecdesia. Ergo ipsi
credere non debemus, sed nostra est Ecclesia ubi sunt homi,
nes iusti et casti, non mentientes, non &audantes»
(7).
Cosi il criterio patarinico della validid del sacerdozio solo
e
e
e
(I) MONETA, op. el. citt.; Matteo XXIII, 24, 13, 29: Luca II,
(2) MONETA, op. cit., pag. 393.
(]) MONETA, op. cit.,pag.
394.
(4) MONETA, op. cit., pag. 395.
t,'
:-rONETA 09. e 1. citt.
~tl)MONETA, op. cit.. pag. 397.
(7} Disputatio cit., co1.. 1751.
n.
Osservaziooi mile eresie medioeoal;
149
e
in funzione della dignitä morale del sacerdote,
concordemente. affermato sulla base dell'altro famoso passo della lettera di Paolo a Timetee I. 5: « Oportet episcopum ireepeehensibilem esse, unius uxoris virum. sobrium, prudentem,
ornatum, pudicum, hospitatorem, doctorem, non molestum,
non percussorem, non [mmodestum, non cupidum, suae do,
mui bene dispositum, filios habentern subditos, cum omni
castitate » (I). Come poteva la Chiesa di Roma, alla luce eLi
queste testimonianze evangeliche, arrogarsi il diJr;tto eLi rappresentare la chiesa di Cristo? Per gli eretici era assurdo pen,
sare perfino ehe essa avesse potuto aver inizio da Cristo e
da Pietro! A questo proposito non rifuggivano perfino dal
cavillare ingenuamente sui testiper
provare il loro assuntoPaolo nella lettera ai Galati III, 24 aveva detto: « Lex paedagogus noster fuit in Cristo, ut eX fide justificemur. At ubi
venit fides [am non sumus sub paedagogo »- E gli eretici sus'
sumevano:
« Prius ergo non erat fides, ergo prius non erat
Ecclesia». Cristo aveva detto in Matteo XVI. IS: « Tu es .
Petrus et super hane pettam aeJifu:abo Eeclesiam meam »,
E gli eretici commentavano:
« Si !Ecclesia at<Jificanda erat.
ergo nondum erat » (2),
Perfine la venuta di Pietro aRoma e Ja presenza delle sue
ossa nella Citta Eterna erano dagli eretici decisamente negate (3). L'origine della Chiesa Romana
per essi del tutto
umana e si rannoda alJ.'impero dl Cesare e ai nomi di papa
Silvestro e di Costantino, non ,piu celebrati come .co~oro ehe
primi esa1tarono « ad astra.)) la Chiesa di Cristo. uscita appena dalle catacombe, rna gil rappresentati
l'uno come « i1
primo noco padre)) e l'altro come l'infausto autore della
donazione ehe corruppe la purezza primitiva della Chiesa
apostolica: « Romani pontJices et qui eis adhaerent. non sunt
successores Petri sed Constantini. nec a Petro incoepisse Ee,
clesiam, sed a Constantino vel a Silvestro. D:cunt enim quod
cum Paulus venisset Romam, sancti qui tunc Romae erant.
quia e~ ab imperatoribus Romanorum capi'ebantUtt'. deridebantur, earcerabantur.
et ~ontradicebatur
eis fere omnibus
et occidebantur. Tune autem Roma impeil'ium mundi tene..
e
(I) Disputatio c:t., col. 1753. MONETA. op. cit .. pag. 318.
(2) MONRTA. op. cit., pag. 408.
(3) MONETA. op. cit .• pag. 41 I.
Raffaello Morghen
bat. Illud autem imperium Julius Caesar vindieavit sibi in
supeebia multa et rapina auferens illud ab a1;0 imperatoreIstud imperium tenuit Roma usque ad tempus Constantini,
qui in eodem imperio superbe successit, et sicut habebat tradivit Silvestro. qui fuit papa huius romanae Ecclesiae et om'
nia insigna imperii illi tradivit, scilicet coronam imperialem,
chlarnidem coccineamvpalatium Lateranense et potestatem
atque dominium mundi, sicut ipse habebat. Sed ipse habebat
hoc per violentiam et eapinam, sicut Julius Caesar et alii
praedecessores sui, ergo Silvester qui ilIa accepit, iniuste et
per rapinam ilIa possedit » (I}.
L'Impero di Rorna era stato fondato, secende Ia nota con...
cezione agostiniana, con la rapina e con la violenza; Ia Chiesa
Romana ehe ne aveva eaocolte, per 1a donazione di Costantino, le spoglie, ne continuava quindi la tradizione di rapina e di violenza- Non si poteva proferire condanna piu
netta del Papato e della Chiesa di Roma, Ad essa gli eretici
applicavano pet'~io la profezia di Daniele VUI, 20, del1'ariete
e del montone e in Silvestro, « viribus Constantini eeboratUS» vedevano impersonato il « rex impudens»
dell'antica
peofezia, se non addinttura I'Anticristo. Alla Chiesa Romana non era quindi leci~oesercitare akuna autorita, ne scomu,
nicare., ne emanare nuove costituzioni (2).
D1 contro alla condanna recisa della Chiesa quale si era
venuta configuranclo nella storia. attraverso circa un millen,
nio di vita. l'eresia med;evale fissava il suo ideale in un anti,
st.orico ritomo ~ ~hiaa primitiva. ehe poteva parere £rutto
dl astra~o sempl!C1Smo,rna ehe nello stesso tempo tneva
vigore dl concre~ezza dille profonde esigenze morali ehe
erano alIa base cosi del mov,imento della Riforma della Chie,
sa come dell'eresia stessa· Tm tali esigen~ quella della
coerenza assoluta tra Ie as~A'azioni dell'uomo interiore e Ie
manifestaz:oni dell'attivita ipratica. t:ra gli ideali professati e
l'attuazione concreta di essi. era fondamentale e sve1ava an,
cora una volta i catatteri essenziali delle prime onigini del
movimento errt..ca1e. A questa esigenza erano naturalme.nte
associati l'Kieale della liberta spirituale e l'intima coscie.nza
della digniu dell'individuo. come volonta realizzatrice. tesa
(I) MONETA, Adversus
Catharos, cit., p3g. 409·
(2) MONETA, cp. cit., pagg.
263,
412.444.
Osservazioni sulle eresie medioevaili
151
in un inesausto anelito di perfezione. Perciö .gli eretici sostenevano di essere gli unici legittimi discepoli di Cristo e degli
Apostoli, e gli uniei rappresentanti qualificati della sua Ch:e.sa (I). Contro la legge della Chiesa e Ia sua tradizione, essi
si appellavano direttamente alla legge del Vangelo e alIa parola di Cristo. Contro l'autoritä dei sacerdoti ehe erano venuti meno ai precetti fondamentali della legge cristiana, essi
si appellavano alla coscienza del giusto ehe ristabiliva, al di
Ia
e a1 di sopra della mediazione
i eontatti
di un saeerdozio degenere,
diretti coo Dio, attraverso le ispirazioni interiori
della coscienza, e l'adesione spontanea e completa alla lettera
e a110 spirito della parola divina s « Soli bono obediendum
est, quia ille solus habet potestatem Iigandi et solvendi )).(2.).
E' queste i1 precetto fondamemale espt"esso dalla coscienza eretieale del Medioevo; e in esso appaiono eompletamente
fuse le es.genze di coerenza morale e dell'individualismo reli ..
gioso, ehe costituivano le piu profende radici di essa·
RAFFAELLO MORGHEN
(I) TTarl4tUS de haeTesi, cit., col. 1783.
(2) MONETA, Advf'TSUS Catharos cit., pag. 436.