Monumenta Germ. Hist. ((Scriptores re,r.
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Monumenta Germ. Hist. ((Scriptores re,r.
ku:v A SERlB: VOL. X ANNATA LXVII FASCC. 1·1l ARCHIVIO della R. Deputazione romana di Storia patria VOL. LXVII Roma Nella setle tlella R. Deputazione alia bi6liouc4 Valliceltiana 1944 OSSERVAZIONI CRITICHE SU ALCUNE QUESnONI FONDAMtENTALI RIGUARDANTI LE ORIGINI E I CARA TIERI DELLE ERHSIE MEDIOEVALI SOMMARIO. I. [ndirizzi storiografici . e problerni della storia delle eresie medioevali. II. Le Fonti. Atteggiamenti teologici ed errori di metodo nell'impostazione del problema delle origini delle eresie. HI. Le testimonianz.e coeve sulle eresie dei secoli Xl e XlI. IV. Dualismo manicheo, cosmogonico e metafisico. Dualismo cararo, antropologico ed etico. V. Atteggiamenti razicnalistici degli eretici e il mito del ritorno al Vangelo. VI. Le origini evangeliche del docetismo.: dell'ascetismo edella liturgia catari. VlIl. Tarde influenze manichee nel catarismo occidentale. IX. La Riforma della Chiesa e \'eresia. I[ problema ecclesiologico come problema centrale dell'eresia del Medioevo, L'« Ecclesia maligna» e I'" Ecclesia Dei », Costantino e papa Silvestro fundatori della Chiesa Romana. O primi studi sulle eresie sorte in Francia e in ltalia agh inizi del 1000 e fiorenti poi, COIn stracrdinaeio vigore. in molte regioni d'Europa, fin quasi alIa meta del sec, XIV, ebbero inizio alia fine del Cinquecento e ai primi del Seicento. Essi trassero origine, in parte. dai nuovi interessi . della erudizione storica, ehe si affermava proprio' in quel periodo di tempo con Ie grandi raccolte di testi e di documenti medievali dei d'Achiry, dei Martene. dei Mabillon, dei Duplessis-d'Argentrer in parte dalla polemica religiosa riaccesasi tra cifonnati e cattolici, specialmente ad opera dei Valdesi delle valli alpine del P:emonte. E mentre agli eruditi del Seicento e de! Settecento siamo debitori delle prime edizioni delle « summae» e dei « tractatus» antiereticali di Alano di Lilla~ di David di Augsburg. di Stefano di Borbane, di Raineno AreMvi. d~I/R R. D~pu"'.;o,,~ rom."" .Ii Siori. paIri" (A. LXVIJ). N. S. Vol. X. 7- Raffaello MOTghen Sacconi, del Moneta (I). pubblicati quasi a continuare la tradizione del Pilichdorf. del Cattaneo e di Claudio di Seyssel (2) ultimi difensori,alle soglie del Rinascimento. del dogma cat, tolico contro ,gli assalti dell'eresia medievale, at Valdesi della seconda meta del Cinquecento dobbiarno quella rieca stoeiografia riformata, nella quale si cercö di tracciare per Ia prima volta Ie linee di una storia della chiesa ereticale, sia pure limitatamente agli interessi e agli ideali delle esigue rna vive cOJ munitä valdesi-protestanti, eh'erano sorte, dope i1 sinodo di (1) La prima edizione dell'opera di ALANO di Lillil, O~s de fide catholica adversus haereticos et W iIldenses: qui postell Albigenses dicti, compesta aopo il 1179, fu pulbblicata a Parigi dal MASSONnei 1612. Fu pOi ripubblkata ~1 1654 3.ii Anversa. e net 1844 nella Patrologia del M1GNE. Al GRETSER(Trias scriptorum adversus Wal· cJensium sectam, J.ngolstaat, 1614) si deve 131 prima edizione <kgli serit, ti di Eberardo di 8etuna, di Bema.rdo di Fonca1ao e at Brmengaudo. La Summa de Catkaris et Leonistis seu paupe.ribus de Lugduno <Ii RAINERIOSACCONl (1250 c.) fu pubblicata prima nella Bibliotheca maxima veterum patrum, Lugduni Batavotum, 1677, ,poi dal MARTkNE, Thesaurus novU$ anecdotorum, Lutet!iae Parisiorum, 1717, to. V, e dal DUPLBSSlS D' ARGmmm, CoJiectio I_iorum ere flO'tIis er:roribus qui ab initio XU saeculi ad annum 172; in Eccle5ia proscripti SiUnt d notati, Pa.risüs, 1725, 1733, 1735. Recentemente ne ha dato una nuova edlz:ione il ;p. DoNoMNE in append ice al 'Volume Un traiM neo· manicheen du XIII" siede, Roma, 1939· II Traetatus de diversis materiis praedieabilibus seu de septem donis Saneti Spiritus dv Stefaoo di Bor· bone 0 di BellevilLe, inqu:.sitore nel 1235,. fu pure pubblicato neI· la Colleel!io del DUPLESSIS'D'ARGENTRE,mentre il Tractatus de hae· resi pauperum de Lugduno a lui attribuito si trova nella Biblliotheca maxima veterum patTum e nel Thesaurus gel MI\RTtNE. II D' ACHERY (Spicilegium siva coUectio veterum aliquot scriptorum, Pari&iis, 1655i7) pubblid> la Manifestatio haeresis Catharorum quam tocit Bo· naCUfSUS della qua:le ha dato recentemente una nuova edizione cri· tica IURINO DA MILANO in Aevum, 1938. 11 De inquisitione haerep· corum di Davit! di Augsburg (meta d~1 sec. XIII),. a.ttribuito ad Ivp' neto, fu pubblicato dal MARTENEe ripubblic.ato poi, sotto il nome del suo vero autore, daJ ,PREGER(Der Tractat des David 'VOI1 Augsburg über die Valdesier, Monaco, 1878). AI RICCHINI dobbiamo in· fine Ia fondamentale pubblicaz.ione dell' Adversus Catharos et Wal· denses de11'inquisitore cremonese Moneta, vi.ssuto verso la meta del sec. XLII, (Romae 17'13). (2) ,PIETROPILICHDORF,Contra haereSJim Wa.ldensium tractatus (139S)pubbl. in MARTENE. to. V, Alberto Cattaneo, arcid'iacono, inquisitore nel Delfinato, vissuto ~L!a seconda meta. del sec. XV. fu autore db un De Ortu et de. doctritUl Waldensium. Claudio di Seyssel (1450-1520), <l>t'Civescovo di Torino, fu autore ~Ue Adversus W t:eldenses disputationes (15I7}. Osseroazioni suZIe eresie medioevali 99 Chanlor~, dal1afusione delle ultime sopravvivenze del valdi, smo med.ievale con Ie nuove coorentt spmtuali della Rifex, rna (I). ~isogna pero giungere alla meta del sec. XlIX per troVaft Ie pnme opere ehe, al di la degli intenti della pun polemica religiosa ~ della. sem~liee eeudizione, afttontino ilproblema delle eresie medioevali con mteressl prevalentemente storid, e con metodi d'indag:ne e d'analisi ngorosamente scientiEici. Dopo le brevi note dedicate al!'at:gomento dal Muratori (2), dopo il primo tentative, utto daJ Fueslin nel 1770 (3), di raccoglieee in un'unjca visione d'insieme la storia della Chiesa e delle eresie (unpartheiische Kirchen und Ketzer Historie), e dopo gli inadeguati spunti critici del Gieseler (4), la Geschichte des Ketze-r im Mittelalter della Hahn (1845(I) Questi scrirtori da SCIPIONE LENTOLO, autore di una Historia delle grandi e crudeli persecution; fatte tri fIOstri tempi in Provenza in Calabria e in Piemcmte contro il popolo ehe chiamano Valdese, composta nel 1561-62, a GIROLAMO MIOLO (HistOf'ia breve e 'IIe,rade gl'aDari dei Valdesi delle Valli, 1587). a J. P. PERRIN (Histoiffl des Chretiens Vaudois. Geneve, 1618) a P. GILLES (Histoire eccUsiastique des Eglises reformees. Ginevra, 1644. 1645), a J. LEGER. (Histo.:re generale des Eglises Evangeliques de.s ValMes de Piemont, Leyde. 1669)5Ono illustrati da G. GoNNET nella 9\I;l utile guida agli studi sui Valdi'smo. II Valdismo medievaIe. Prokgomeni. Torre PelJice. 1942. pagg. lOS e segg. Tra g1i scrittori cattolici ehe furono in po!emica con i pl'&e1lenti ricordeumo il Rorengo, iJ Belvedere, 10 Charvaz, it Cerri, per i quali v. pure GONNIlT, II Valdismo medief./ale cit., pag. loB n. 8. (2) Antiquitates It4licoe Medii Aevi. V. f. 82. (3) J. C. FuESLIN, NUIe unpartheiische Kirchen una Ketzer Hi. storie Jer mittleren Zeit. F~anld£urt. 1770. Cito questa opera daIlo Hahn II10n essen~o riuKito a trovare in Roma. akun esempl.are eli essa. Della stesso autore esistenella :Bililioteca Corsinian.a di Roma un opuscolo Dissertatio de Fanaticis saeculi XI in ltalia detectis, Berna, MOCCLXr. In essa e contenuta una breve esposizione della te5timonia.nla di Lall£iolflo sugJi eretici di Monteforte. dedicata al cudi, nal Passionei. aHara bibliotecario deJla Vatica.na, per InOStr3l!'e« quan, ta illl caJi.gine Historia Medi;; aevi sepu1ta jaceret». (4) GIESELER, J., Commentatio crifica de Raineri Sacchonii SU'!l. ma de Catharis et Lecmistis, .Goettingae, 1834 e Lehrbuch der EUr· chengeschichte. voll. I-I,V.ß:onn •. 1844.1845'. Nel vol., parte 2 si tratta anehe delle eresie mediaevall <fal sec. XU .a commc:lare da Tan, chelino. rna, con spirito esdusivamente teologico. ~lJa fLOe del, vol. !I sono riportate anche Ie testi~onianze del~e fot;ttt, grech~ SUI Pa~hciani e sui Bogomili. senza pero akun tentatlvo dl rlcostruzlone stOriCa. 'I'.. RatJa:lIo Morghen 100 50) (1). e I'Histoire et doctrine de La secte des Cathares della Schmidt! (1849). sono le prime opere ehe abbiano dignitä di storia e ehe trattino dei movimenti dell'eterodossia de:l'etä di mezzo con intendimenti e atteggiament, di pen- siero moderni, Specialmeute l'opera dello Hahn conservaancor oggi gran parte det:a sua jrnportanza per la larghezza e I'esattezza delle notizie sulle quali basata, per la ricca append ice di documenti e di testi ehe chiude ogni volume. per l'evidente sforzo dell'autore di ccgliere, pur attraverso alla varietä delle manifestazioni esteriori, i caratteri intrinseci delle diverse ecesie; ehe egli divide in quatteo diversi gruppi, rna delle quali intuisce la fondamenta:le unitä nella comune opposizione alIa chiesa della gerarchia (2). Alle opere dello Hahn e del'o Schmidt segul Ia eicca serie degli studi del Dleckhoff, del Peeger, dello Herzog. del Comba. dello Haupt. del Muller (3). volti a illustrare sopt'a- e (1) Geschichte der Ketze" im Mittelaltef' besonders im II, 12 und 13 Tahf'hunden fldCh den QueUen beat'beitet von dr, CHRISTOPH ULRICH HAHN. llprimo volume, pubblicato a Stoccarda nel 1845, dedicate ai neo-manichei e tratta dei Catari e <legE. AJhigesi. IJ secondo volume edel 1847 e tratta deil Valdesi, dei Bega,rdi, dei BeghiaJi" dei Fratelli de! libero spirito e delle eresie fiorite suI tronco francescaoo. II teno appa.rve ne1 1850 e tratta dei Passa.gini-, di Gioac_ chino 93 Fiore e di Amalrico di Bena. Tale riparti,rione della materia corrisponcle alIa divisione di tutte Ie eres:e in quattro gruppi principali: eresie dei nuovi manichei e ariani; dei credenti nella S. Scrit.tura ~ib~I~laubi~en), ~ .cioe Valdesi e sette affini,; dei giudaiz_ zant! Wassaglru 0 Clrconclsl}; eres:e filosofeggianti (Gioacchino 9a Fiore e Amalrico di Ber-a). (2) HAHN, Geschichte der Kette". cit. r, « Aber auch' diese vier sj.~ in einem Punkte wenigstens eins, in dem Hass gegen die beste, hende Kirche und dem heftigen Kampfe, den sie mit ihr führten ». ü) A_ W. DIECKHOFF.Die Wa!denseT im Mitte~T, Göttingen. 1850; J. J- HERZOG, Die Romanischen Waldensef', Halle, 1853; W. PREGER, Beitf'äge zur Geschichte der WaldmseT im MittePolter, München, 1875; K. MULLER, Die W 4'ldenset' und ihre einzelnen Gruppen bis zum Anfang des '4. Tahf'hunderls, Gotha, 1886: H. HAUPT, Wa]denS6t in Zeitschrift f· Kirchengesch. X: idem, Walden_ serthum und Inquisition, Freiburg, 18g0; E. CoMBA, Stona della riforma in ltalia, Firenze. 1881: idem, Histoif'e des VAudois d'Italie, Paris, 1887: isiem, Histoif'e des Vaudois, Paris, H)OI. II Dieckoff, 10 Herzog e i1 Preger si occupa·rono in particolar modo deU'origine dei Paveri Lombacdj, sostenendo, il primo che essi risultarooo <lalla fu· sione di dementi vaJ.des~con elementi italiani arnaldistici, il secondo e Osseruazioni tutto sulle eresie medioevali il grande filone valdese dell'eresia medievale, 101 e a carat. terizzaee i diversi movimenti che vi confluieono, lEd e indub- hio che questa produzione storiografica sul Valdismo, della seconda meta del secolo XlIX. costituisce ancor oggi quanto di meglio e stato soritto sull'argomento, per l'accuratezza del'e indagini sulle quali essa fondatavper la Iarghezza degli interessi dai quali trae origine, per la sensibilitä dei fatti spirituali e religiosi che la ispira e la caratterizza, Uno dei suoi frutti piü notevoli rappresentato dai « Bei. träge zur Sektengeschichte des Mittelalters)) del Dollinger, apparsi nel 1890, ehe misero a disposizione degli studiosi una ricchissima raccolta d! testi cattolici ed ereticali della .pill alta irnportanza, specialrnente per la conoscenza dei movimenti del basso medioevo, dalla Secia Spiritus Libertatis al paupe, rismo intransigente degli Spiritual; e al deciso atteggiamento antigerarchico dei Fraticelli; Oltre alta riedizione delle principal; fonti valdesi ed ereticali gia note, si deve al Oöllinger la prima pubblieazione, da un vetusto codiee fiorentino. del trattato di Salvi Burce (uno degli eretici divenuti poi inquisitori), Liber qui « Supra Stella )) dicituf (1233-1235), ehe tra i p;u antiehi e importanti testi antieretieali. Oi con_ tro alia copiosa serie delle fonti di parte cattolica. si arricch1. in tal modo, anche 10 scarso eomplesso delle testimonianze dire~te della tradiz!one dottrinale eterodossa, fino allora solo in paTte eonosciuta e piuttosto scat'Samente utilizza·ta. 51 che. dopo cill'Ca un einquantennio di neelt"che e di studi analitici. fu possibile affrontare, con adeguati fondamenti. la storia di tutti j movimenti ereticali del Medioevo nel loro comples, so, inquadrandoli nei massimi problemi della vita, del pensiero e de1lo spirito di quell'eta. I pii! notevoli ~entativi in questo sensa possono essere ind:cati nelle opere di tire studiosi italiani e cioe: 1'« Ef'e, sia nel medioevo )) di F. Tocco, apparsa in F~1"enzenel 1884, e e e deUa loro dipendenza da inßuenze francesi. La questione fu ripresa con maggiore ampiezza dal Muller ehe esa.mino e prWsO, con notevole acume critico. Ie .principaJi di~ergenze tra Valdesi francesi e Poveri Lombarcli. AL Comba dobbiamo i primi .ser~ studt sulle fonti valdesi e 1a pubblicazione dei· documenti piu importanti della tradizione valdese, quaJi lao Regula sectae Va!densium, it Rescriptum heresiarcal'Um (resoconto del Convegno dl Bergamo tra Vaklesi klmbardi e francesi nel 1218) e i primi versi della Nabla Leic.zon. 102 Raffaello Morghen i saggi di Gioacchino Volpe su « Movimenti 1eligiosi e sette e1eticali nella soOeta medievale »spubblicati tra i! 1907 e il 1912, e ristampati poi in volume dall'editore Valleechi nel 1922, e gli studi di A. De Stefano su Arnalda da Brescia, sugli Umiliati, sui Valdesi e altre sette, pubblicati bra il 1900 e il 1923 e raccolti pure in volume nel 1938 (I). Ma non sembra ehe anehe in queste opere (alcune delle qualigodet; tero di larga e indiseussa fama) i problemi fondamentali del, l'eresia medievale risultino eompletamente chiariti, II Tocco. prevalentemente orientate verso studi di stor.a della filosofia. conescitcee esperto del vasto materiale documentaeio delle eresie, cl ha dato il quadro, finoea forse il piü compiuto, del movimento ereticale del medioevo, fondendo in una limpida ed eeganica visione di insieme i frutti degli studi e delle rieerche del trentennio ehe l'aveva preceduto, La sua open, olire a ~ostituire un'esauriente raccoha di notiz:e vagliate e sicuee, • anche un libra vivo, de~ta.to da una alta coscienza di st\ldioso, pienamente eonsapevole dell'importanza deal problema affeontato, della sua latitudine e della sua comples.siu. Senonehe il Tocco. comepiu 0 meno tutti gli altri scnt_ tori del suo 5«010. non ha saputo sempre sUpe1are gli sehemi dottrinali e teologici nei quali i primi eontroversisti eattoliei fissarono. con eceessiva rigidezla. la rappresentazione delle diverse manifestaz:oni dell'eres:a medievale. per quella naturale unilateralita e per quella tendenza al sistema ehe «ano insite nelloro atteggiamento ideologieo. Tocco accet_ ta senza discussione il presupposto. proprio dei teologi di tutte Ie fedi. secondo il quale ogni espressione di religiosiu non pua identifiearsi ehe con un fatto essenziaImente intellettuale con una dottrina. con un dogma. E da cia deriva eerto astraL to schematismoproprio della sua esposiz:one. ehe si sforza di dare sempre coerenza di coneezione organica e compillta anche ad atteggiamenti spirituali originati. talvolta. piu da motivi etici contingenti e da impulsi estrarazionali. ehe non da consapevoli esigenze di pensiero. COS! egli parIa di dogmi dei Catari. della loro dottrina m«ale. del cultO' estemo edeLla gerarehia. adunando sullo stesso piano e con 10 stesso valore, restimon:anze di steoli e di ambienti diversi. per neostnlire n (I) Rifonnatori ed eretici del medioevo, C\Jni, Palermo. 1938. Osser'Vaziooi sulle eresse medioevali 103 un presunto sistema cataro, aa. cui esistenza difficilme.nte si puc, conciliare con le numerose divergenze di fede dei singoli gruppi, e con Ie evidenti affinitä di dcttrina e di rito ehe confondono spesso Catari, Patari e Valdesi in una indistinta unita di atteggiamenti, anche agli occhi degli inquisitori piu sperimentati (I). Un sistema esige d'a1tronde una unita di concezione e una. continuitä di svolgimento, ehe non si risconeeano affatto nelle man:festazioni della cosiddetta eresia catara, disseminate senza evidenti relazioni tra leeo attraverso due secoli, nei piu diversi paesi d'Europa, II Tocco parla invece continuamente di « dommi del catarismo» (pag, 73) e di « dommi fondamentali » perfino dei Poveri di Lione (pag. 147), ehe sono, tra gli eretici fioriti dopo 11 1000, i p:u alieni da atteggiamenti dottrinali. Per lui anche it consolamentum, i1 sacramento tipico dell'eresia albigese, un eJam,. rna (pag. 103)' T utta la sua 'trattazione e e eondotta del resto sulJa falsanga dello svolg.mento del « movimento intellettuale del Med.ioevo» con una implicilta interpretazione prevalente.mente intellettualist:ca del fenomeno eretcale, ehe non appil!'e storicamente giustificata (v. specialmente la lun_ ga introduzione dell'opera). Anche la divisione fondamentale del suo stud~o in due pani: « Dall'eresia allo scisma ». cioe dall'eresia catan aUo sc:sma amaldistico; e « daUoscisma al- l'eresia», eioe dallo scisma gioaehim;ta all'eresia degli Apostolici, tradisce prevalenti preoceupazioni sistematiche· e porta quindia una non adeguata impostazione del problema, in quanto si istituiscono ·tra Ie diverse manifestazioni dell'.,-esia retazioni ehe si rivedano spesso accidentali ed esteriori. Del (I) eKca Ia con,fusione ehe gli stessi inquisitori e gli scrittori cattolici dd sec. XID faceva.no ~Ile diverse sette, bastera ricordare ehe Ramerio Sacconi confonde j, Catari con i Paterini, « Cathati seu Panrini » (ed. Doll(iaine pag. 64); the J'IlIIIOCenzoIII. (<< Patrol. Lat. » vol. 214. col. 82) pa~1a di eresie, « spec:.es quidem hahentes diversas, sed caudas ad invicem eolligatas »; ehe .nella DisPUf4tio inter Catholicum et Paterinum, "ma.n.ichaeus)) e « paterinus» sono usati indiL ferentemente per indicare la stessa figura diI e:reti<.o; ehe iniine Stefano d~Borbone distingue i Catari dai "Maniehei sive Bulpi)). Per quel ehe riguarda l'interpret~zione preva1entelt\U\te dottrinale del fenomeno eretica:le, a.n<:he 10 Hahnparia del sistema dei « ,nuovi Maniehei 0 Catari »pur dopo aver lungamente pisputato delle varie " denominazioni» ehe essi as~umono, e delle varie "sette» nelle quaJi si divideno. Ratfaello Morghen 104 catarismo egli parla come d: una eresia con caratteri e manifestazioni nettarnente de6niti e costanti, dai primi movimenti all'inizio del secolo XI. in Francia e in Italia, agli Albigesi del sec. XIIJ (pag. 100). E per illustraee le idee degli eretici di Monteforte, del. 1030, egli non esita a citare i testi degli inquisitori del sec. XIII. quali Rainerio Sacconi e la Disputatio inter Catholicum et paterinum (pag. 74). Cosi, circa le origini dell'eresia catara, ehe appare ai suoi occhi come la prima eadice del movimento ereticale del Me' dioevo, egli non es.ta ad affermarne, centro ~'opinione dello Schmidt, la derivazione clalle antiehe dottrine manichee e gnostiche, sia pur scolor.te e trasformate attraverso i secoli. E come di manicheismo e di gnosticismo, egli parla, sempre a proposito delle origni di quelle eresie (professate per 10 piu da uomini [ncolti e indotti, da rudes, secondo ~'espressione cornune delle fonli), anche di arianesirno, di traducianismo, di docetismo, di pitagorismo, quasi avvaloran:do I'idea ehe ~'eresia mulieva sorga da un elaborato sinocretismo di antiche dottrine filos>ofi<:o-religiose (1). TutU Ja sua rieerca dominata. in condusione, da un problema partic~e di storia della filosofia; vedere cioe quali rapporti corressero ~a eresie e « speculazioni filosofiche e moti politK:i del Medioevo» incl:Tizzati, secondo l'insigne studioso, essenziatlmente a tre scapi: la libertil del pens:ero, l'autonomia dello stato, e la riabilitazione della vita. E quan:io egli giunge a convineersi ehe « quei rapporti sono accidentali e sforzati» (2), ehe gli eretici erano fautori deU'intransigenza e nemiei della Ebertil di pensiero ne piu ne meno dei loropersecutori, chiude Ia sua cicerca con un giudizio fonda' mentaJmente negativo su tutte Ie forme di misticismo e con I'esaltazione di Occam it cui pensiero soItanto doveva. secondo lui. sopravvivere, mentre 1e « eresie medievad.i, l'una dopa l'altra. scompanrero tutte, akune per non risorgtte piu. altre per riapparire, rna eompletamente rielaborate e trasformate. nella Protesta}} (3). e (I) Tocco, op. cit.,pa.g. 79 e ,pag 1°5: « In tutti i grandi movimenti religiosi aeeade quel!.o ehe notamrno del CatarioSmo, nel. Quale. intorno al nude<> deLle dottrine dualistiche si a,ggrupparono Ie piu vecchie eresie (2) Tocco, op. coot.. pag. 557. (J} rocco, op. cit., pa~. 55Q. D. , Osservaziani sulle eresie medioevaIi 105 II Volpe rappresentava, di fronte al Tocco, un temperamente di studioso e interessi del tutto diversi, Po~to, oltre ehe da naturali disposizion] del suo ingegno, dagli or.entamenti d.i pensieeo dorninanti a11'epoca della sua formazione, a vedere it processo della realtä storica prevalenternente sotto l'angolo visuale delle manifestazioni econorniche, sociali e pelitiche, egli appare cornpletamente immu, ne dalle tendenze del Tocco a presentare il quadro delle eresie medievali in una pura e semplice esposizjone di dottrine, rna ne coglie invece, con felice intuito, gli aspetti spesso iJrrazionali e torbidi, gli atteggiarnenti prevalenternenta sentimentali ed etici, e individua con precisione i bisogni sociaIi egli interessi di partito dai quali esse traevano vigore, le classi tra le quali si diffondevano piir facilmente. gli ideali politici con i quali esse si accompa.gnavano. Certe intuizioni del Vo'pe sulle eres.e rnedievali sono entrate ormai definitivamente, sia pure nella loro generic a indeterm.natezza, nel nostro spensiero storiografico, Ma le eresie medievali sono studiate dal Volpe piu nei Ioro riflessi esteriori, ehe non come espress;one di intima vita religiosa. Pili dal di fuori, quind:, ehe dal di dentro. La vita religiosa, nei suoi aspetti piu profondi. non interessa d'altronde il Volpe. Egli stesso. nel chiat'imento preposto a giustifieazio, ne de1l'edizione del suo volume sui « Moviment~ !l'eligiosi e sette eretieali », ncordando i tempi del modernismo e Ie lotte tra ortodossia e novatori, cosi dichiarava: « it sottoscritto era, ne: suo intima. fuori dell'uno e de1l'altro movimento: ma innegabile ehe essi, specialmente l'ultimo, rich:amarono l'attenzione nostra sopra fatti, 0 aspetti di fat to, sui quali di solito non ci fermavamo troppo, la~:Jdove ci fermavamo curiosamente nel Medioevo !aieo, contadinesco borghese. sulle istituzioni politiche ed economiche, sui cantrasti di dasse» (I). e (I) G. VOLPE. Movinumti religiosi e setk ereticaJi nelJla societa Firenze, pag. X. Vedi anche aUe pagg. VI-VII: « 11mio compito non e stato, liltturalmente oi ,perseguire Ja vita religiosa· medievale in tutto questo suo largo irrradiarsi evario reaJizlani 0 Il'ipercuotersi 0 risentirsi. Esso :piu modesto. La -prima maggior parte del volume volta a esaminare in mezzo a qual,i condi.zioru de1la societa specialmente cittadina e a qlL1l.i situazioni politiche Ie eresie crescono e si. diffondono. Quah esigenze pratiche e sent:menta:li esse soddisf.a.no, quaJ,i medievale italiana (seco!.~ XI-XIV). Valle<:chi editore, e ° e Raffaello MOTghen Se pure egli si volge a studiare la lotta religiosa, i' suoi fondamentali interessi finiscono per richiamare Ja sua artenzione specialmente sui fatti econornici, sociali e politici ac:1 essa connessi, poiche i1 fatto religiose, nei suoi moventi piu intimi, rirnane fondamentalmente estraneo al suo spieito, La sua stessa pregiudiziale di aver' voluto perseguire con la sua opera un compito assai piu modesto ehe non quelle di illust!rat'e un memento della vita re1igiosa del Medioevo. se eende giustizia al suo sense d'onestä scientifica, testimonia la sua volontaria einuncia a comprendere l'effettiva importanza di movimenti spiriruali ehe inteeessano almeno tre secoli della piu intensa vita religiosa del Medioevo. II Volpe vede cost negli eretici medievali {(un e.sercito grande, rna variamente armato e disposte nelle cui file entrarono i malcontenti e i ribelli di ogni genere, come volontari, irregolari, avventizimercenari, sokiati di occasione e non di vocazione: 0 vi fur<>no eacciati a forza dai vescovi, dai papi, da.i domenicani e francescanigareggianti di zelo, dai govern-i. daala horghesia, dai ,partiti, per aves mod~ di combattue con tut.te Ie armi tanti loro nemici e perseguitalf'li fino aU'estremo, in nome di un principio superiore » (I). E cia spiegherebbe, sempre seconclo it Volpe, perche {(l'eresia trovo a volta a voltai suoi caldi .proseliti e gl'interessati sostenitori nel popo10 magt'o e nella aristocrazia}) (2). Quanto aHa borghesia essa fu {(da prima incline a unirsi agli eretici per una comune battaglia contro Ie temporalIta ecclesiastiche a loro ugua.1mente invise. anche se per diversi motivi; poi indifferente e neu, trale; infine sempre piu ostile nel corso del duecento e nel trecento. quanto p:u essa diventava senza rivali 1a classe diri, gente dell'Italia comunale» (3): visione storica questa ehe per voler essere it piu poss:bile aderente alIa concretezza detl1a gTuppi soci·aJi,ne sono piu pervasi eperche... NonIe ho considerate come un eapitolo delia storia del dogma 0 delle religioni, net qll4ll rapporto Ja Joro importam.a SCM5al, rna come Un capitolo ~ella c:otmme stOl'ia». Da queste parole emergono i limiti ehe il Volpe stesso ha voluto dare al suo lavoro ed insi.eme Ja scarsa. importa-nza c~ egli attribuisce alle eresie medievali come espressione della reli. giosita <Ii quell'epoca. (I) VOLPE, op. cit •• pag. 180. e (2) VOLPE, op. cit., pag. b) VOLPE, op. cit. ,pag. 185. 183. OsservaZioni sulle eresi« meclioevali 107 realta. nella varietä infinita delle sue manuestazioni partieo, lari, si annebbia in. una iodistinta geriericita e si. esaurisce in astratti sehemi a 'base di lotta eli classe e d.i parte ehe non ccnsentcno in aIcun modo di spiegare i d;versi atteggiamen.ti dell'eresia medievale e i diversi momenti del suo peocesso, II De Stefano ha dedicate lunghe r'cerche ad illustrare Ia vita e J'opera di Amaldo da Brescia, la dotteina e la stoeia degli Umiliati, dei Valdesi, de: frati Gaudenti e dimolte altre sette del sec- XIII e del XIV. Contributi. ottimi per la conoscenza delle fonti edella letteratura sui s.ngoli argomenti, e speeialmenteper la sensibilitä ehe l'autore mostra del fatto reLigioso. Ma se nella teattazione dei singoli aegomenti, svolti col sussidio di una larga informazione erudita, i1 De Stefano mo, stra una personalitä di studioso e interessi diversi da quelli del Volpe, nelle conclusioni egli si richiama senz'altro alla idee del maestro, riferendole per(> con una crudezza d'espressione ehe del tutto contraria allo stile, riteo di chiaroscuri e di sfumature. dell'insigne studioso. I1 Oe Stefano sostiooe addirittura ehe i rnovimenti religiosi eterodossi del Medioevo « fucono sopratutto un aspetto di quella e-resia politica (?) ehe il movirnento cornunaL.'e» (I) e consistono essenzialmente in una « trasposwone rel:giosa di pcoblemi eeooomici e politi .. ci )) (2), giungendo fino ad affermare ehe « sarebbe .piu facile eontestare il canttere religioso delle eftSie popo1ari del Medioevo ehe non queld.o sociale)) (3). Conelusioni ehe non scaturiscono naturalme,,'e daL dialettica interna dei lavon del De Stefano, ma sembrano piuttosto aggiunte in un secondo momento. quando iJ. De Stefano ripubblico in volume i suoi lavon. riveduti e aggiornati, eon l'intento di dare ad essi la unid organiea di una esposizione eompiuta di tutte Ie eresi.e medievali. e e (I) A. DE STEFANO. Rifcwmaron etl aetici del Me&ioevo. Ciuni Libraio editore, PaJermo. pag. 374. (2) OE STEFANO, op. cit., .pag. 381. A sussidio deI·la sua ~£fermazione il De Stefano cita anche !eparole cii un altro tr:IJ i piu !lOti seguaci del materialismo stonco. Gino Arias: « L'aspettoreligioso il solito a.spetto tutto estrinseco (?I) ehe nel medioevo assumono e j, grandi problemi ll. (3) DE STEFANO. Op. cit., pag. 303. loS Ratfaello Morghen Gli studi piu recenti non hanno portato rnutarnenti notevoli neg~i orientarnent. s.oriogeafici fin qui prevalsi nella studio delle eresia rnedievali. Se mai si puc, notare un ritomo alla erudizione e allo studio dei problerni particolari, e 1a tendenza a piu vaste e accurate indagini su.le fonti. Questi piu modest] intenti di analisi e di messa a punto dei preblemi eostituiscono forse il pregio piir notevole della Histone de l'Inquisiti.cm du Moyen Age del Guiraud apparsa nel 1935 e degli aeeurati lavori del po Ilarino da Muno e del p. Dcndaineper l'edizicne critica di alcune fra Ie piu interessanti fonti, tanto di parte cattolica ehe di parte ere- ticale (I). Anche questo bisogno p:u vivamente senrite di ritornare alle fonti, di vagliarne piu aecuratarnente la tradizione, di r.leggerle con piu attento sguardo, tradisce palesemente I'insuffieienza ehe incomincia ormai ad avvertirsi nelle valutazioni storiche sin qui date dell'eresia medievale. n p. Ilaeino da Mila.no, nel presentare l'edizione aitica. deb Manifestatio haeTesis catharorum di BonaccOl'SO, OS5erVa a questo proposito ehe « una tale iniziativa meriterebbe essere _este.sa a molte fonti documentar:e e letterarie il'lguardanti i movimenti dottrinali delle eresie e Irattivita dell'lnquisizione. specialmente in Italia. durante il sec. XIII. ~on una compl~ta revisione cri~ica del loro testo. quale l'abbtarno attualrnente. spesso scorretto e mutilo, nelle eo1'lezioni letterarie del Sei, cento e del Settecento» (2). E come non avvertire in questa invocata :revisione critica delle fonti it tacito presupposto ehe un testo piu sicuro e corretto di esse potrebbe rivelarci eose non ancora note 0 non giustamente apprezzate. e porta.rei eomunque a una visione del fenorneno eretica:e per qualche lato diversa da quelle oggi comunemente correnti? (I) I. GUIRAUD. Histoire de l'Inquisition au moyen age. Paris. 1935, 1938. IURINO DA MiLANO, La « Manifestatio haeresis catharorum quam fecit Bonacursius» secondo it Cod. Ott. Lat. 136 della Biblioteca Vaticana in « Aevum". 1938. A. DoNDAINE, Un tfYliti neo manicheen d~ XUl sieck. Le über de duobus principiis. Istituto storico cIomeniano. Roma, [939. ILARINO DA MILANO, La Disputatio inter Catholi. cum et Paterinuttl hef'eticum in « Aevum 1940 pp. 85'140. lURINO DA MILANO, La Summa contra haereticos di Giacomo Capelli O. F. M. II sUO quarenmale i~t.o (sec. XlII) in « Collect. Francescana)' 1940. pp. 62-82; e. per Salve Bucci. in "Aevum" fiasc. 1-2. 19.H' (2) lURING DA MILANO. La Manitestatio cit .• pag. 19. )J U" Osservazioni 1<>9 sulle eresJe medioevaJi D'alltra parte Ia rappresentazione idell'eresia come espres, sione di una tradizione dottrinale riaffiorata nel medioevo da antichi movimenti filcsofico-religiosi, ha sublto una decisa svalutazione per l'opera, sia pure indieetta, del ,po Dondaine, ehe pure proprio di que1la rappeesentazione appare ancora sostenitore convinto. Ne! concludere 10 studio preliminaee alla edizione del LibeT de duobus principiis, trattato neomanicheo del sec. XIH, egli non puö fare a rneno, infatti, di osservare: « Si sarebbe sperate ehe un'opera uscita da una penna neo-manichea avrebbe pennesso qualehe nueva visione 0 almeno piir precisa sulle origini storiche di questa corrente filosofica e religiosa. La speranza stata delusa. Niente assolutarnente tradisce una influenza anteriore che non sia digiil conosciuta. I catari del xm secolo ne sapevano piii di noi su queste pun to? E' permesse dubitame». Ed aneora: {(•..un leg arne storico continuo con i maniebei non hapotuto essere stabilito •.. ancora una continuitä senza soluzioni non si potuta provare.,; bisogna mettere in evidenza il silenzio pili complete dei catari sul nome di Mani. Un tal silenzio si spiegherebbe difficilmente se ci fosse una continuitä senza soluzioni)). « I catari hanno potuto tacere questo norne davanti ai tribunali d'inquisizione, ma degii uomini come Bonaecorso e Sacconi, antichi dignitari deJa setta, avrebbero sottolineato it £atto se fo.sse esistito. I polemisfi cattoliei hanno riconosciuto Ie dottrine manichee n~'eresia catara, ma in grazia alia ctmOscenza di S. Agostino. Per esporre Ie dottrine di cui accusa, Stefano di Berbone me Ie sue in£ormazioni dal Contra epistulam man4chaei, dal De moribus manicnaeorum e da! De; Hae,.e;sibus» (I). Come vedremo, un esame accurato di tutte Ie testimo, nianze relative all'eresia catara confermera. pienamente. per quello che riguarda Ie origini di essa, Ie oneste constatazioni del p. Dondaine. Se i primi dubbi sulla validita di una interpretazione e e (I) DoNDAINE, Un traite neo-m4l1icheen cit., La ~rima identificaziGne della dottr;1I\a catar~ ron chea sulla scorta d~lle opere a:ntimanichee di S. veramente al monaco Ecberto, della seconda meta EcBERTO, Sermones ccmtra Catharos, in « Patrol. col. 18). l'agg. 26, 52, la dottrina maniAgostino si deve del sec. XII 01. Lat. », vol. 195, 110 RafJaelio M01'ghen prevalentemente filosofico-dortrmale deCe eresie medievali affiorano da un esame obbietr.vo delle fonti, l'insufficienza dell'interpretazione economico-sociale del movimento ereticale del Medio~vo app.ve evidente a chiunque abbia superato Ie suggestive, rna anguste visuali del marerialismo storico, pro, prie dell'ultimo scorcio del secolo XIX. La eonstatazione ehe a fiorire deke eresie si accompagna in geriere con 10 sviluppo d;particol~i ceti sociali e con ~'af, fermarsi eli determinati interessi economici, non basta per ccncludere ehe esse non siano altre ehe il portato di essi, quasi con un rapporto eli causa ad effetto, Tanto varrebbe sostenere ehe il Cristianesimo non e altro ehe l'espressione religiosa deb trasformazione econom:ca del mondo antico, determinata dal venia- meno del lavoro servile e dall'affermarsi del Iavceo libero; ehe le erociate non sono altro ehe la trasposizione, in termini di ideale eeligieso, delle spieito eli conquista e delt'aviditi di guadagno di classi feudali e eli repubbliche marinare; ehe gli idea1i libera!.ie nazionali del seco, to XIX non sono altro ehe l'espressione dei bisogni unitari, ceeati dalle nuove eondizieni economiche dei popoli europei, Le eresie accompagnano. e vero, 10 sviluppo dei moti sociali, economiei e politici del loro tempo, rna sono sopratu'tto manifestazi'oni dello spirito religioso, con origini, ragioni, caratte_ ci, ehe non si 'possoI10 ridurre del tutto a motivi estranei a!1albro intima essenza. Esse debbono peil'cioessere stu, diate come fenomeno essenzialmente religioso ed .inquadrate nella storia della spiritualita cristiana degti ultimi seco:i del Medioevo. Da queste considerazioni e dallo sguardo di insieme ehe abbiamo creduto necessario dare agli indir:zzi stOlriografiei prevalsi ne]o studio delle eresie, appare evidente ehe it pro, blema va ripreso in esame con or;entamenti di pensiero pili adeguati alia comprensione della vera essenza e deRa effettiva Importanza di quei lontani moti il'eligios:.Tutte lie questioni ad essi relative devono essere di nuovo poste sultappeto ed altre soluz:onl debbono prop<Jll'Si.Se non m'inganno, un'attenta ricostruz!one deb. storia delle eresie medievali ci pone senz'altro dinanzi alIa oris: rlsolutiva det Medioevo. Quali le origini dei movimenti ereticali? Sono origini recenti 0 remote? Prevalentemente dottrinali, ,in quanto si in, Osseruationi sulle eresie medioevali I II nestino sulla tradizione di precedenti movimenti di cultura e di pensieeo, 0 prevalentemente etiche in quarite rampollino da esigenze proprie del momento storieo in cui sorsero? Quando e come si innestano le eventuali influenze dottrinali di altri tempi e Ie .preoccupazioni te9l11ogichesui movimente ere, ticale europeo posteriore al IOOO? Ha esso una sua fondamentale unitä di atteggiamenti, oppwre si deve seguitare a parke di dottrine e sette nettamente disti.nte e differenziate fra !oro? Questi sono i problerni ,per i quali si propongono agl] studiosi, mille pagine ehe seguono, dati, osservazioni e soluzioni im parte nuove, seggerite da un oeientamento di pensiero e di indagini, se non m'inganno, piu adeguato ad una esatta va, lutazione del fenomeno ereticale del Medioevo (I). II. Le fonti per 10 studio delle eresie del Medioevo sono, per la mass.ma parte, di due specie: fonti narrative 0 documentarie coeve 0 di poco posteriori al sorgere delle eresie, ehe ci forniscono su di esse dati prevalentemente eronistici; e foot,i dottrinali dovute in special modo alIa penna dei con, troversisti e degli inquisitori cattoliei ehe espongono Ie dottrine degli eretiei in funzione della polemica contro di essi. I piu antichi di questi trattati antieretieali sono della seconda meta del secolo XII e la maggior parte di essi della prima meta del Duecento. 'Essi cimontano percio a un'epoca nel:la Quale l'eresia medievale aveva gia dietro di una tradizione di circa due seoo1i. E' indubitabile ehe !e fanti della prima specie ci forniscono testimonianze in ge.net'e piu anriehe e piu imparzia1i, anche se SCU'Se e firammentarie, mentre. per usare utilmente quelle della seconda specie, OCC01"1'e ~net" paTticolare conto dei fini per i quali esse fucano dettate, dei materiali con .i quali furono costruite. degli atte~giamenti intellettuali ai quali si ispirarono i loro autori. IE' 'perci'o ovvio ehe. per i movimenti ereticali dell'XI e del XII steolo, posSlamo attingere notizie piu sicure dai cronisti dell'epoca, se (1) Altri miei iavori clal titolo: « L'eresia nel Duecento» e « La crisi del Medioevo ", ~icatt a studiarele influenze me la tradi" zione del pensiero ereticale del .basso Medioevo ha esercitato su Dante e sui posteriori orientamenti dello spirito edella civilta europei, sono in corso di pubblicazione. RafJaello Morghen 112 quali Rodelfe Glabro, Ademare di Chabannes, Landolfo Seniore, Ottone di Frisinga e l' Anonimo di Beegamo- e dagll atti dei concili di Orleans e di Arras del 1012 e del 1025. ehe non dalle summae e dai tractatus dei controversisti cattoliei del secolo XIII, quali Rainerio Sacconi. Stefano di Borbone e il Moneta. sui quali si sono fondati in' vece, senza akuna riseeva, quasi tutti i moderni storiografi delle eresie. La testimonianza dei controversisti cattolici potra se mai, essere proficuamente utilizzata per ricostruire i1 qua' dro delle eresie del Duecento. di quelle eresie, cioe, delle quali i1 Sacconi, i1 Borbonee it Moneta ebbero notizia diretta, o per propria scienza, come antichi aderenti a qui.the setta (e it caso del Sacconi], oppure come inquisitori « haereticae pravitatis » (e i1 caso del Moneta). attraverso gli interrogatcei degli eretici (I). Ma invocarla per suffiragare la tesi di un preteso earattere unitario del «sistema» cataro, dagli inizi del seoolo Xl a tutto il XIII, e un errore di metodo che porta, corne abbiamo gia notata. a una notevole deformazione della venta stanca. Cio premesso: occ~e porre in tilievo un'altn osservazione. se non rn'inganno, di fondamentale irnportanza. I cronisti egli inquisitor:i rnedievali giudicano Ie espres, sioni del pensiero eterodosso con un animo e un atteggiamen, to profandamente diversi dai nostri modi di concepire e di valutare i fenorneni spirituali, Di un movimento It"eligioso non con forme alia dottrina comune della Chiesa, I'uomo del secQo XI era naturalmente portato a vederc solo quei eantten esteriori ehe gli pennettevano di rieonoscete in esso questa 0 quell a manifestazione dell'cresla, considecata come l'immutabile ed eterna insidia tesa da! demonio contro Ia Chiesa di Dio. coesistente con la Chiesa stessa e artico!ata in tutte Ie sue piu diverse estri.nsecazioni fin dalle origini: nuova idra di cui t'ortodossia deve incessantemente bruciare Ie teste maledette. sempre risorgenti dalle loro ceneri (2). Ad un simile (I) MONETA, Adversus Catha,os et Valdenses. Romae. MDCCXL pag. 2: « vei ex ore eorum (haereticorum) vel ex scri,pturis· 5uis illa habui ». (2) T,.actatus de hae,esi Paupet'Um de Lugduno. auribuito aSte. bno daBeUeville 0 oi Borbone i.n MARrtNE, Thesaut'Us tIOVUS Anecdo, tot'Um cit., V, col. 1779: «Haec fuit prima haeresis eorum. con' Osseroazioni sulle eresse mediaevali I 13 atteggiamento mentaöe ogni forma di dualismo, piu 0 meno coscientemente affermato, doveva apparire come un eisorte manicheismo. E' questa l'ingenua concezione di Ademaro di Chabannes e, piu 0 meno, di tutti gli altri cronisti del tempo. E' questa la posizione mentale dei controversisti del Dueeento, ehe. sui dati degli interrogatoei degli eretici, rna piir ehe altro sulla traccia delle opere antimanichee di S. Agostino (I), hanno eicostruito faticosamente l'edificio dottrinale delle eresie medievali, avviluppandosi in un ginepraio di identificazioni e di distinzioni ehe ha frapposto, fra questi antichi mati religiosi e la cosc.ienz~ storica moderna, un diaframma ehe non e sempre facile rimuovere, . Gregorio da Bergamo, vissuto nella prima meta del seco1'0 XIII, autore di aleuni opuscoli contro i « Manichaei qui Paterini dicuntur », mette in evidenza candidamente la preoccupazione esclusivamente teologica ehe ha portato lui, come altri SUO! eontemporanei, a incasellare il dualismo degli eretici del suo tempo nello schema, direi quasi nel canone, delle eresie gil note: « Hereticus ergo, egli dice, qui dicebatur antiquitus Manichaeus, nunc vero Catha1'Us appellatur)) (2), dove la discendenza dei Catari dai Maniebei non tanto affermata in nome di una derivazione storica conoretarnente appUll"ata, quanto piuttosto per una sempl:ce somi,glianza di atteggiamenti esteriori, e per una conoscenza quanto mai superficiale del\t storia e delle dot trine delle eresie antiehe. Perfino il Moneta, senza dubbio it piu autorevole dei contcoversisti cattolici del' secolo XIII, nel ricercare una giustificazione di questa identi~cazione dei catari con i rappresen .. e temptus ecclesia.sticae ,potestatis. Ex hoc traditi Satarule, praec~pita.ci sunt ab ipso in errores innurneros et a-ntiquorum haereticorum errores suis niiscuerunt" e S. BERNARDO, Serm. 66. De haeresibus sui temporis: « Auctoremneminem dabunt, neque enim .per homi~ nes iBos excepenmt sed per immi'ssionem et fraudem Daemoniorum im hypocrisi loquentium mendacium". Tale concezione e del resto viva a:nche oggi in molti scrittori cattolici e risale aJlo « Haeceaes oportet esse" di S.Paolo (GUIRAUD, Histaire de l'lnquisition, pag. I). (I) Un traite neo-manicheen du XIII siede. Le « Liber de cluobus principiis" suivi a'un fragmant de ritue! cathare, publie par A. DoN_ DAINE O. P .. gia citato, pag. 53: Stefano di, Borbone trae Ie we informazioni dal Contra epistulam manichaei, e dal De moribus marnchtleorum, e del, De haeTesibus. (2) HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I, pag. 534. A,·ch,.,o ,1<11. R. D<pula.,an< romana di Stori. potrid (A. LXVII). N. S. Vol. X. S_ I14 RatJadlo Mo-rehen tanti delle antiehe eresie, traccia un .quadro storico i1 cui sernplieismo contTasta stranamente con I'acume e la complessitä del suo pensiero teologico. « [Catharorum] congregatio - egli dice ~ non est Dei Ecclesia, nee ab ipso velut capite sumit originem, sed potius a Paganis. aut [udaeis, aut Apostatis christianis, Fuit enim qui, dam pagan us, Pythagoras nomine, qui animas horninum in alia corpora, hominum scilicet, vel pecudum, inteare dixit. cui errori plures pagani consenserunt, et dicti sunt Pythagorici quos ... Cathari ... imitantur; in hoc errore fuerunt etiarn qui, dam alii perfidi, scilicet Zarden et Arphaxat, qui dixerunt datorem legis Moysi esse principem tenebrarum, a quibus omnes Cathari, quoad hune errorem, derivati sunt. Fuerunt etiam apud Judaeos Sadueaei, qui horum corporum resuerec, tionem negabant, a quibus omnes Cathari duxeeunt originern. Fuit quidem alius, Manes nomine, qui duo principia posuit et duas creationes duasque natueas, unde Maniehaei dicti sunt quidam, et ab istis quidam Catharorum sumpserunt principia.•, Fuit etiam quidam Tatianus .n~ine a quo Tatiani quidam dieti sunt ... quem Cathari imitantur, Item Va.. lentiniani a Valentino qui Christum dixit nihil de Virgine as.. surnpsisse ». Per il dotto domenicano del Duecento il catarismo rappresenta dunque la s.ntesi ~ i~ rifiorire di tutte Ie peggiori eresie e di tutte Ie conceziom aberranti dell'antichitä (I). Questa valutazione esclusivamente teologica clell'eresia, Se pienamente comp~bile in scrittori del see. XIII, passata tale equale nella stariografia moderna doveva fatalmente portare agli ~rrori di ?letodo ehe a:bbiamo rilevato e, soprattutto, a una Impostaztone del tutto errata del problema delle origini delle eresie medioevali. La tesi della derivazione senza soluzioni di continuita del eatarismo dei seeoli XI e XII dall'antico manieheismo vanta infatti una tradizione molto remota anche nelila storiografia moderna : la troviamo gia recisamente affermata neUe Anti- e Ad'IJersus Catharos et VaUknses cit., .pag. 411. n cit., pag. 105) conconia .pierulmente col Moneta qUailldo afferma ehe nel Catarismo «intorno a1 nucLeo della dottrina ~ualistica si aggrupparono Ie piu vecehie eresie ehe vi,veva.no tuttora OC"cultee dimenticate neUe Iontane solitudini dei pensatori '. (I) MONETA. Tocco (L'eresia Osservazioni sulle eresie medioevali quitates del Muratori 1 15 e nelle notizie storiche premesse dai Ricchini all'edizione dell'opera del Moneta; accolta dal10 Hahn e difesa e sostenuta con calore, contra gli assunti della Schmidt dal Tocco; su1l!'autarita del Tocco stata accettata senza diseussiona dalla posteriore storiografia, 1Bppu_ re nessuna tesi appare, a un esarne approfondito, piu debolmente fondata di questa! Intanto conviene notare preliminaemente che tutti coloro i quali la sostengono parlano sempre di un manicheisrno di maniera, che altro non sarebbe se non un geneeico dualismo, e affermano derivazioni e relazioni spesso puramente ipotetiehe 0 attestate solo da accenni delle fonti vaghi 0 leggendari. Per il Ricchini il passaggio del Manicheismo dall' Armenia in Bulgaria un semplice sospettot « • .saeculo decimo ex Armenia in Bulgariam traslatum esse Manicheismum [a: eile suspicor », Dalla Bulgaeia esse sarebbe poi passato in Gal lia al tempo delle Crociate, sulla semplice attestazione di Pietro del'a Marca, cron.sta del sec, XVII: « Manichaeorum pe, stis quae iam Bulgaros incesserat, primum in Galliarn trans, volavit. Nam ut eefert Pettus de Marca in Historia Bear, nensi, Galli [erusalempotiti, cum T racibus et Bulgaria commercium iniere, haustoque ex eorum consuetudine veneno, illum in Galliam derivant. Inde vero Peteobusiani, Heneiciani. Apostolici ac demum Albigenses, vel ~dem prcnus qui Cathari (appellantur) » (I). II Muratori pone come tramite tra il Manicheismo e il catarismo ~Q setta. dei Pauliciani che erano dei pa01inisti, una setta cioe che si sforzava di ripristinare gli ideali mistici della Chiesa paolina (2). Invano 10 Schmidt pose in guardia g.l~ studiosi contro il pericolo di aflirettate conclusioni circa la derivazione del ca, tar:smo dal manicheismo. notando come nel catmsmo man, chino « quella fonna mitologica e l'idea gnostica deth materia in lotta con la divinita. ehe sono cosl particolari del rna, nicheismo» (:ü. Il Tocco ribatte Ie osse'rvazioni dello Schmidt affermando e e e (I) MONETA. Adversus Catharos et Va!denses cit .• pagg. XIV e XV. (2\ MURATORI. cit .. pag. 107. n. l3l Antiquitates ltalicae. v. pag. 83 e Tocco, L'eresÜl 2 SCHMIDT, Histoire des Cathares eit.. II. 256. 116 Raffaello MOf'ghen ehe nel catarismo riviveva un manicheismo nel quaöe « il tempo aveva gia scolorito molti tratti della re1.~gione di Mani e il nome stesso del fondatore era stato obliato I). (I). E dopo il Tocco l'opinione della deeivazione manichea daJ! catarismo non e stata p;u nemmeno discussa. III. Ma se ci sforziamo di leggere attentamente e senza preconcetti le poche notizie che gli atti conciliari e Ie fonti narrative dell'epoca ci danno sulle prime eresi'e del sec. Xl e del sec. XII questa loro derivazione dal manicheismo antico appare tutt'altro ehe evidente. Un prime fiorire di movimenti ereticali ci concordemente rivelato da Rodolfo Glabro, da Ademare di Chabannes, da Lando1o Seniore, da Guglielmo di Hoveden e spedalmente dagli atri dei sinodi di Orleans e di Arras, nella prima meta dd'XI secolo, in diverse localitä della Francia, del1'Italia edella Germanis. Si tratta dei cosiddetti « maniehaei » appani in Aquitania, secondo Ademaro di Chabannes. )utomo a1 1017 (2); di Eeiberte, Lisoio eel ahn chierici della chiesa di Orleans. mandati al rogo da re Roberto nel 102.2 (J); degli eretici condann",ti nel sinodo di Amts del 10.25 (4); di Girardo e dei SUOl seguaci scoperti a Monteforte. in Piemonte. dal vescovo Aribttto di Milano nel 1030 (5), e di altri groppi ereticali individuati a Chalons suI Mar.ne nel 1048 e a GoslalT nel 1°52 (6). A quesÜ primi eretici del secolo XI potrebbe forse aggiun, gersi anche Berengario di Tours, condannato nel 1050 per la sua dottrina eucaristica, se. piu che come iniziatore di una vera e propria setta ereticale, egli non ci apparisse come il e (I) Tocco, L'eresia cit., pag. 103. (z) ADEMARO CABANENSE, Cronaca in BOUQUET, Recueil des historiens des Gaules et de la France,. X, pag. 154. (3) RODOLFO GLABRO, Crunaca in BoUQUET, X, pagg. 35'38r ADEMARO CABANENSE, Cron. cit., pag. 159 eGesta synodi aurelianensis anno MXXII adversus novos Manichaeos in BoUQUET, X, paß. 529. (4) Synodus Atrebatensis a Ge,.ardQ Cameracensi et A~rebatetlSi Episcopo celebrata anno 1025 in MANSI, Conctl Cm.lectlO, XIX, pag. 423. . (5) LANDoLFo SENIORE, Hisroria, in. MURATORI, Rerum Ital. Scnptcres, IV, pag. go. (6) Gesta Epi5Coporum Leodiensium auctore ANSELMO CANONICO, in BoUQUET, XI, pag. 11. Osservazioni sulle eresie medioe'UaIi 117 rappresentante isolate di una dottrina sae,ramentale ehe aveva nel pensiero ecclesiastico una lunga traditione (I). p~ quel ehe eiguaeda le credenze e ,gIi atteggiamenti spirituali attribuiti a questi eretici, quelli di Aquitania, secondo le notizie datec; da Ademaro, negavano « il santo battesimo e la vi!rtu della Croce (sitratta della negazione della soteriologia crist'ana, 0 dell'ostilitä al cutto della Groce?) e tutto cia ehe appartiene all! sana dottrina, astenendosi dai cibi e simulando la castitä alia stregua di rnonaci » (2). I preti di Orleans, tra i quali figurava perfino Stefano, confessore della Regina, asserivano ehe il cielo e la terra, coil. come si vedono, erano sempre esistiti « absque auctore initii » e negavano Ia Trinita, l'umanitä di Cristo, il valore delle opere e il culto der Santi (3). Gli eretici di Arras ripudiavano 1a Sacra Scrittura, ad eccezione dei Vangeli e degli soritti aposroöici, professavano it disprezzo p;u vivo per tutte le cose del mondo, rifuggivano dalla « concupiscenza della carne », si procuravano il vitto con il lavoro delle proprie mani.si astenevano dal muovere quere:e contro ch:cchessia. verso chiunque si volgevano con amore fraterno. A questi atteggiamenti, di schietto sapore evangelico, univano tendenze di carattere pelagiano. in quanto « anteponevano alta grazia divina il vaJore dei meriti individuaJ~ », e professavano una decisa opposizione alia dottrina della presenza reale del Cristo neU'eucarestia, negando anche 11 vaJ~roreIdi tuai gli altri saoramenti edel culto dei Santi (4). R. MORGHEN, Gregorio Vll. Torino 1942. pagg. 68-71. (2) AOEMAROCABANENSE,Cron. cit .• pag. 154. L'avversione aI cuIto dellAl Croce e, per esempio, uno dei. punti salienti della eresia di Pietro di Bruys" ,per cui v. alia pag. lIS n. 3. RODOLFOGUBRO, Cron. cit .• pag. 36: « coelumP.!lriter ac terram, ut conspiciuntur, absque auctore i,nitii" exstitisse asserebant » «dicebant ergo deliramenta esse, quidquid in veteri ac ;novo Ca,none certis si.gnis ac prodigiis ·testat~ribus de trina unaque Dei-tate, beata confirmat auetoritas ». MANSI, Cone. XIX, 376: « Christus de Virgine Maria non esse natum, neque pro hominibus passum nee vere in sepulcro positum, ne<: a mortuis resurrexisse ». « Nos neque interfuimus, neque haec vera es'Se credere possimus ". RODOLFOGLABRO,op. cit., 1. c. « omne Christianorum opus. pietatis dumtaxat et iustitiae, quod aestiomaotur pretium remunerationis aeternae, laborem superfluum iudieabaont es'se ». Mansi, XIX, 1. c. ,. Sanetos martyres atque eonfessores implorare pro nihi\o aucebant ». V. a,nche HAHN. Geschichte der KetZer. J, pagg. 37 .segg. (4) Synodus Atrebatensis e;,t. in MANSI. XIX, 423 sgg. « .. Haec (1) u) RatJaello Morghen 118 Gli ere~ici di Monteforte davano una interpretazione simbolica della Trinitä in quantoriconoscevano nel Packe il Dio etemo « in quo omnia consistunt », nel Figlio l'« animus ho. minis a Deo dilectus», nello Spirito Santo j,1 « divinarum scientiarurn intelleetue », Secondo essi GeSlt Cristo sarebbe stato 1'« animus sensualiter natus ex Maria Virgine, videlicet natus ex Saneta Scriptura ». Per il eesto accettavano il Vee, chio e it Nuovo Testamento e isanti canoni, riconoscevano i.l diritto di sciogliere e di legare a coloro cui compete la « potestas ligandi et solvendi », lodavano Ja verg;nita e conservavano la astit;' anche ne~ matrimonio, si astenevano dai cibi caenei, intendevano notte e giomo a digiuni e a orazioni, mettevano in comune tutti i lcro averi (I). A Goslar gli ere, tici, tradotti davant! al vescovo, furono riconosciuti come Manichei solo peeche rifiutarono di uccidere un pollo (2). Tea il mani£estarsi d] questiprimi movimenti eterodossi a tipo nettamente ascetico, ispirati a principi di dualismo etico, ed insieme conteari alle prerogative della gerarchia sacerdo. tale; e ill rifiorire di movimenti simili, agli inizi e durante 1a prima meta del secolo XII. con Tanchelino, Pietro di Bruys e il suo discepolo Enrico (3). intercorre un periodo di poco (disciplina nostra) namque huiusmocli est, mundum relinquere. carnem a ooncupi.scenti:1S frenare, de la.boribus manuum suarum victurn parare, nulb laesionem quurere, charitatem cunctis... exhibere». pag. 457: « ..• quam (propriam justitiam) divmae gratiae adeo praeponiti5, ut omn:a propriis meritis ad'scrihatis ». V. anche HAHN. Geschichte cit., I. pagg. 39-40. (I) LANDOLFO SENIORE. Historia cit., .pag. Bg, « Vetus ac novum Testamentum ac Sa.nctos Canones quotid:e agentes tenemus... abillis vero. qui potestatem habent ligandi et solven<ii ligari ac solvi credimus... Virginitatem prae coeteris Jaudamus, u~ores habe.ntes. Nemo nostrum uxorem carnaliter utitur •.. Ca-rnibus nunquam vescimur. jejunia continua et orationes indesinenter fundimus ..• omnem nostram possessionem cum omnibus homi.nibus commu.nem habemus». (2) Gest4 episc. Lead. cit. in BoUQUET. Xl, .pag. II e HAHN. Geschichte cit., I, pili. 454. (J) HAHN, Geschichte cit_. I, pag. 408 e segg. I ,punti fondamentali della dottrina di Pietro di Bruys sono i .seguenti: I) I £anciul!.i, dei. quali non siasi sv~luppata ancora 1,'intelIigenu. non possono gilllllgere ana saLvezza per mezzo del battesimO' di Cristo. 2) Non necessario costruire templi 0 chiese. perche "aeque intaberna et in Eccles:.a. in foro et in templo, ante altare et ant~ stabulum iollvocatus deus audit ... ». e Osseroatiom sulle eresie medioevtdi I 19 piü di mezzo secolo, riempito completamente dalle tragiehe vieende della lotta per la libertä de11a Chiesa, ehe porto a fianco di Ildebrando anche i Patari di Mi3hno e di Firenze, assertori dell'astensione dalla messa celebeata da preti concu, binari e dai sacrarnenti amrninistrati da preti comunque ritenuti indegni (1). Arnaldo da Brescia, Ja cui azione si svolge tutta nella prima meta. del secolo XH. si ricollega nettamente alla mdtzione patarinica, ojtre ehe per altri atteggiamenti, anehe per quella fiducia, ehe nutrl piu tardi anche Girolamo Savonarola, di poter risanare la Chiesa per mezzo di una azione politic.a ehe, datl'estenlo. costringesse il clero ad abbandonare il campo della potenza terrena, per l'ientrare nell'ambito delta pura amministrazione delle cose spirituali (2). Ed certo sin- e 3) Non bisogna adorare la croce perehe « species illa vel instrumentum quo Chri-stus tam dire tortus, tam crudeliter OCC:!iUS est, non adoratione , non veneratione, vel aliqua suppl.caticne digna est •.. », 4) Si nega "corpus Christi et saoguinem divil!1i,verbi virtute vel sacerdotum ministerio confiei, totumque inane et supervacuum esse quidquid in altans sacramento akaris ministri agere vipentur II. 5) Si nega ii valore dei suffragi, deMe elemosine e pelle apere a pro d~i defunti. (I) Dei Patari il Muratori (Antiquif4tes !talicae, v. pag. 83) dice: « Sa.eculo XIprae.dpue in Insubres, atque in i'psam splen~issi'l111m MedioJ.a.ni urbem, penetravit Maruchaeorum venelliUm ex onerlte delatum immistumque aliis faec:ibus GnostiC-arum veterum. Patarin; apu9 Mediolanenses sunt appellati II. 11 Muratori e stato fra) i primi ehe haonno accreditato l'opiIDione deU'origine maniche.a dei circali eretica1j del sec. XI, rna qua·nto t_ opinione ,ia fallace appare &pecialmente ~a questo passo ehe aero sa di manimeismo e di I'JIlOsticiSlllO addirittw-a i seguaci df S. AmMo. eli ErI~baldo e di S. Gio' vanni Gwlberto. Per una piu esatta va'iutazione delle oogin4 e dei cautteri deUa Pataria vee» G. M. BROWN, Mtwimenti politico-refgios; a Mil4no nei tempi della Pataritsin Archivio stcwico lombat'do, 1931 e R. MORGHEN, Gregorio VII cit., alia pag. 83 e 124'127. (2) Per Amaldio da Borescia!v. specialmente A. DE STEFANO. Rifonnaton ed eretici del media evo, Ciuni, Palermo. pag. 10 e segg. Ii De Stefano. pero, non da i1 necessaria rilievo ano stretto legame esistente tra 1a dottriltla religiosa e l'atteggiamentopolitico di Ar· naldo, poiche diehiara ehe « Ia sw attivita politica .nocque piu ehe non giovasse alle pure e possenti mealita ~el riforma,tore religioso (pag. 25)). Dai, punta cli vista dottrinale egIä era. ide.almente suno stessa piano pei pawi. OrrONE 01 FRiSINGA. Gesf4 Frilkrici Imperatoa cura d. G. WArrz :to Monumenta Germ. Hist. (( Scriptores re,r. germ. ". Hannover 1884. in usum sealarum. pag. TOO, dopa aver "s. 120 RatJaello Morghen tornatico ehe l'ideale di una Chiesa spirituale, di una Chiesa apostolica esclusivamente ispirata ai dettami del Vange1o, e nella quale sacerdoti e laici fossero a~ pari di 1ironte all'uni, ca gerarchia dei valori delle spirito, venga affermato COn tanto maggior vigore proprio quando le tendenze del papato politico e 1.1 crescente potenza della gerarchia ecc1esiastica, saldamente accentrata intorno aHa base del prirnato romano, incominciavano a rivelare chiaramente, con Alessandro Ill, gli atteggiamenti teocratici propri della Chiesa del secolo XIII. Questo ideale della Chiesa evangelica commosse di nuovo fer, vore religiose 1.1 rernpliciu di cuore dei « bons hornrnes », condannati nel concilio di Lombez del 1165 (I) e illumine, della sua luce piü viva la predicazione di Pietro Valdo, l'iniziatore dell'altro filone dell'eresia medevale ehe, inslerne a quelle cataro, convogliö nella rivolta eontro Roma ~e speranze e Ie illusioni, il desiderio di novitä e i ri.sentimenti di quanti sognavano, insieme con 1.1riforma della Chiesa, it risanamento spirituale di tutta :~ societi cristiana e l'avvento di una eta di piu alta vita morale, di giustizia. di pace. Alla fine del XlI secolo. dopo circa duecento anni di vigo, cosa espansione, -l'e.resia medievale ci sirivela dunque con caratteri peculiar: inconfondibili: da una parte vi e un movi, mento di pensiero ehe propugna dottrine dualistiche ispi'l'ate da profonde tendenze ascetiche; daU'altra v'e un movimento permeato di vive esigenze pratiche. ehe tende allariforma della vita e del costume ecdesiastici, e si ispira al mito della Chiesa apostolica. della quale si intende rrestaurare 1a purezza primitiva e la piena aderenza atla lettera del Vangelo. Tra Ie esposto.1e ragioni dell'opp?s;lLione di Arnaldo aUa potenza politica e aU" rlCC~zza del clero dice: "Praeter haee de sacramento altaris, ~e baptismo parvulorum i!lOIl sane dicitut' senISisse». Secondo i'A· NONIMO D1 BERGAMO. Gesta di Federico in ltalia. ed. E. MONACI in Fonti peT la stona di ltalia, Roma 1884, vV. 78-785, Arnal~ diceva dei saeerdoti: "Nee debere illis populum PeE~ta fateri Sed magis alterutrum, nee eorum sumere sacra ... Sono evidenti i contrassegni ehe pongono Ar.naldo nella corrente della tradizionepararini<:a. (I) HAHN. Geschichte der Ketzer cit., I, ,pag. 165 e pag. 537, davanti al vescovo Ga.ucellno ehe Ii condanna i "boni homines» di Lombez ,proclam.mo il pr'JIlC~ eterno del testimonium animae tertullianeo: « Cognoscimus etiam quia quod corde credimus ore de' bemus c:onfiteri •• Osservazioni sulle eresie medioevali 121 due grandi correnti, affinitl di atteggiamenti e comunanza di origini, di interessie di nemici, orearono eapporri e nessi ehe ci spiegano ampiarnente :la vastitä del fenomeno e Ja sua caotica e disordinata fioeitura. L'ideale del il"innovamento morale dell'individuo e della Chiesa formarcne purtuttavia il sostraro comune e fondamentaIe di esso, IV. ehe un cosi vasto movimento d'idee e una cosl pro_ fonda erisi di coscienze, svoltisi attraverso cosl lungo spazio d; tempo. con la partecipazione viva e intensa di numerose masse d'indotti, abbiano tratto origine esclusivamene daI eisorgere di una antica e raffinata gnosi, ricca di dementi mitici, come il manicheismo, nella quale la stessa antropologia e costruita :n stretta relazione eon una complessa e fantasiosa cosrnogonia, e in cui il problema del male prospettato piu come dramma cosmico ehe non come problema morale dell'individuo, appare di per se poco probabile: oecorrerebbe pur sempre postulare un qualehe impulse di carattere generale ehe agisse simultaneamente nelle coscienze per spiegare! come, presso a poco nello stesso periodo di tempo, tornassero a germog:iare il'igogliosi, neUe piu diverse parti d'Eu_ ropa, i germi ess:eca:i dell'antica dottrina. Ma una !:ale derivaz:one ci si rivela del tutto ingiustificata a un eonfronto preciso dei dati fondamentali della tradizione manichea con Ie credenze professate dagli e.retici dell'XI e del XII secolo ehe abbiamo esposte. II Tocco conosceva senu dubbiosul manieheismo ..Ie antiche opere del Beausobre 0 del Baur e da quelJ.e rieavo su;la religione di Mani Ie sue ·generiehe nozioni. Ma dopa quegli studiosi ~':nvestigazione storica del maoi.cheismo ha procedu~o molto inoanzi per opera di scien~ ziati come it Muller, il Salemann. il I.e Coq. ill. Cumont, il Reitzensteio, it Jackson, il Po;otski (I) per non citare ehe i maggiori. Essa si e avvantaggiata sOIpra:tutto aegli appclI'ti di importanti scoperte eli testi copti e cinesi. ehe hanno con- e bibJrografia esatta, e precisa puc, vedersi in cake alLa della Eociclope<lia ltaJiana (vol. XXII) redatta con rara competenz.a da, ALBERTO PINCHERLE. Vedi aJIlche Ie ,heUe pagine dd PINCHERLE. in S. Agostf,no di Ippona. VeiCO'110 e fcqlogo. Bari. 1930, pp. 24-34. Oltre ehe qeglj apporti degll1 au tori sopra cltatL, sbntetizzati perspicu~nte dOll Pincherle, mi sono valso anche della COnOscetlZ3 diretta di a1cune opere speciali, sui m?lliichei~mo, ehe saranno eitate via via, secondo !·opportunita. (I) Una voce MANICHEISMO 122 RafJaello M01'ghen tribuito non poco aprecisare sempre meglio i caratteri di que11a grande tradizione religiosa, conosciuta, fin quasi alla fine del secolo scorso, solo attraverso le antiehe fonti siriaehe. greche e latine, Secondo il Pincherle, autore di una acuta ed esaurien, te sintesi sull'argomento, « come per la gnosi, anche per it manicheismo la salvezza consiste essenzialmente in una conoscenza », Consapevolezza piena, cioe. del deamma profondo ehe squassa dalle rad'ci l'universo, costituito e diviso da due principi non solo diveesi, rna nettamente anritetici: e coscienza vigile dei moment] necessari dell'opera grandiosa di redenzione e di riscatto degli elementi del principio del Bene. I dueprincipi sono la Luce e 1e Tenebre ehe. nella complessa mitologia manichea, vengono rappresentati da! Padre della Grandezza, residente nel paradiso della Luce, insierne con le sue cinque ipostasi, e da! ee delle Tenebre, c.rcendato dai suoi arconti. La Iotta tra i due principi. combattuta dal Primo Uomo, creato da·!la Madre della Vita, contro Ie potenze delle Tenebre, ha un suo primo epilogo nella sconfitta e nena pri, gionia del rappresentante della Luce, canuto in ·potere del nemico. Ma essa continua incalzante in quanta i1 Padre della Grandezza suscita nuove potenze cdesti pel' ritogliere al Dio delle tenebre gli dementi della Luce ehe egli tiene in schia, vitu. 1.0 Spirito Vivente it primo protagonista di quest'ope_ ra di redenzione della Luce. Con gli dementi luminosi li.be, rati egli creo it Sole. la Luna egli astri. ehe, nella cosmo, gonia manichea. h3l11no la funzione costante di riportare, nel paradiso del Padre de:la Grandezza. la Luce liberata. dalla prigionia delle potenze tenebrose. II Dio delle tenelxe. perOt in eOIltrapposizione a quanto aveva fatto 10 Spirito Vivente pe.. riportare la Luce al suo regno, escogito quasi due stnl. menti analoghi al Sole e alia Luna, per mezzo dei quali po.tesse ritenere prigionieri gli elementi della Luce eaduti in sua balia. Questi due vascelli di pttdizione furono i sess! ehe, attravet'SO l'atto tamale, perpetuano 1a triste schiavitu dei figli della Luce. Vorig:ne della prima coppia umana con, cepita. cosi in stret~a relazione con Ie credenze eosmogoniche del manicheisrno (I); e a queste stesse credenze ispirata l'eti. e e e (I) SuU'antropologia manichea vedi in particolare modo ~ saggiG critico di B. BUONAlUTI, La prima coppi4 umana net nstema manicheo, nel volume Saggi sui cnstianesimo pnmitivo deMo stessa Osseruazioni sulle eresse medioevali 123 ca manichea, secondo Ia quale Ia rinunzia a cibaesi di animali morti, eidctti a materia abbandonata da1:a Luce, e l'astensione daIl'atto sessuale per non procreare e perpetuare COS! la servitü della Luce nel caecere della materia, non sono tanto ispieate da motivi di mortificazione della carne e di rinuncia al mondo per rendersi degni' del Regno di Dio, quanto piuttosto a motivi prevalentemente cosmogonici, per contribuire alla lotta immane scatenatasi tra i dueprincipi, e di cui l'uomo, creatura di fango e di Iuce e il conteso campo di battaglia, « II manicheo, dice giustamente i.t Pinchede, non compie atti ehe non siano rivoki verso la liberazione della Luce, A We scopo seevono pure Ie funzioni della digestione, Perciö essendogli adepti divisi nelle due grandi categorie degli uditori e degli eletti (i veri manichei, i soli tenuti a osservare rigidamente le pratiehe ascetiche). i primi forniscono il cibo ai secondi », A un esame attento e oggettivo sembra difneile scorgere inßuenze di queste dotteine nelle credenze degli eretiei dei primi due secoli dopo it 1000 (1). In esse mane a ogni aeeenno alla mitologia man:ehea. aHa lotta tra iI Dio delIa Luee e Dio delle T enebre. alle diverse ipostasi eel emanazioni· del dio ~uminoso, alIa eomplessa cosmogonia maniehea, a Mani stesso, come ultimo e maggiore annunziatore della « gnosi ) del nscatto della Luee; a tutti quegli e1ementi, in una parola. ehe di quelle dottrine sono i fondamenti essenziali. In esse si nota pu..e 1'assenza completa di ogni rifer:mento a testi o comunque a insegnamenti manichei, mentre copiosissimo c:oe autore ~i da. « II Solco » di Citta di Castello. II Buonaa'llti ci presenta nel suo lavoro a:nche un'acuta revi.s.ione di tutti i problerni fonclamentali del manicheismo quad. sono stati prospettatD daUa precedente 5to, riografila. (1) n DoNDAlNE (Un traite neo-manicheen cit., pagg. 19, 55, 56) dopo aver messo ampia.mente in evidenza ehe « ne5suna allusione e faUa ai miti » manichei da 'Parte dei Catari, e ehe speeialmente tl cOtlsolamentum, di cui non si troV·l alua traccia prima dei Catari, eost:.tuisce un tratto essemiale del nuovo manieheismo. ehe non hol nessun precedente nell·antico. giunge a questa strana eoncLusione (pag. 54): « I progre.ssi moderni fatti neHa conoscenza degli scritti £Ii Mani, grazie alle scoperte Tourfa.n. dj. Algeria edel Fayoum. hanno costantemente ridotto Ie opposizioni tra Ie due scuole (?) fi· \osofiche e relj,giose. a questo ,PlllIlto ehe bisogna r:lConoscere neL ea· tarismo un vero neo-manieheismo». Sarebbe opportuno ehe l'insigll1e studioro cereasse di documentare adeiuatamente questa sua asserz.ione. d' RatJaello Morgnen 4 12 e. e costante come vedremo, il riferimento a testi neotestamentari, e specialrnenta alle lettere eli S. Paolo. Ne e verosimile pensare ad un silenzio assoluto e tenace tenuto costantemente per circa due secoli da tutti Igli adepti, per custodire nel segretopiü ermetico le rivelazioni del maestro. A parte l'assenza nel cataeismo d; ogni carattere iniziatico e misteriosofico ehe potrebbe giustificare un tale segretovgiä il Don, daine ha osservato ehe. se la riluttanza a rivelare la dottrina professata potrebbe in qualehe modo comprendersi nei seguaei della setta condannata e perseguita dalle autoritä ecclesiastiche, non e presurnibile ehe it segreto fosse ugualmente tenuto da convertiti, come il Sacconi, che per diversi lustri erano stati ardenti seguaei della chiesa catara (I). Ma oltre a cia, Ia preresa tendenza degli eretici. in genere e dei catari in specie a nascondere il proprio pensiero, non corrisponde sempre alla precisa testimonianza delle fonti. Ai concil] di Orleans e di An-as gli eretici sono espliciti nel dichiarare le 101'0 idee. Cos'i fa anche Girardo, it capo degli eretic] eli Monteforte. I Boni hom:nes di Lombez, nel 1165. proclamano addrittura it dovere di dichiarare apertamente Ia propria fede: « Cognoscimus etiam quia quod corde eredimus, ore debemus confiterl» (2). Ne si possono ac~sare eli simulazione (3) uomini ehe affrontano la mooe. sui lI'oghi. serenamente, dando prova di grande forza d'animo, professando apertamente Ia lora devozione alia Chiesa di Cristo, alIa « IEcclesia Dei)) Aecenni ad influenze d; carattere manicheo pot1l'ebbe~ essere nconosciuti nell'astensione dai eibi eamei e nella condanna deU'atto sessuale. La stessa generica professione antiereticale di Gerberto di ReäTIs del 991. (Gerberti Epistu_ (r) Summa jf'atris Raynerii de Of'dine D. pred., ed. DoNDAINE cit .• pag. 66... « in ar.nis XVII qui bus conversatus sum cum eis», e DoNDAINE, Un tf'aite cit., pag. 53. (2) HAHN, Geschichte der Kette, cit .. I, pag. 537. (3) Tale invece l'opi.n.ione del Donda:ne, Un t,aite cit., pag. 49. secondo cui « questa dissimulazione una delle tare piu tristi del neo-manicheismo med:~vale» (I). Vedi anche il T.,acf;atus de haeresi Pauperum de Lugduno di StefQl'lO di Borbone in MARrtNE. V, 1872, dove appa-re chiaramente come la ,presunta simulazione degli eretici Oovuta essenzüalmente a& necessita ~ viven~ la vita carismatica della chiesa, seDZa accettare minimamente "insegnamento dottrinale dei saCer~i (a frequentant ecclesias, Untersunt divinis. offerunt ad altare, percipiunt sacramenta, confitentur sacerdotibus. jejunant jejunia ecclesiae et festa co~unt »). e ros.se e Osseruazioni sulle e-resie medioevali J 25 lac in « Bouquet, Recueil ecc.», vol, X, p. 409), parrebbe confe.rmare tali influenze: « Credo (Christum) mortuum esse vera sui corporis motte, resurrexisse vera caenis suae resueeectione ..... Novi et veteris Tesramenti unum eumdemque credo auctorem et Dominum et Deum, Diahohtm non per conditionem sed per arbitrium factum esse malum ..... Nuptias non prohibebo...... camium praeceptionem non culpa». Ma i[ problema deve porsi in questi termini: tali atteggiamenti doceristici, dualistici, contrari all'atto sessuale e all'uso dei cihi carnei si debbono riportare esclusivarnente ad una tradizione maniohea, oppure non trovano la pili ampia giustificazione nella tradizione di un pensiero cristiano, originata da una interpretazione Ietteeale e conseguenziaria del paradosso evangel.co, col suo stridente dualismo tra Dio e Mammona; con l'identificazione spiritualistica del Cristo stor.co nel Logos filoniano, propria del IV EvangeIo: con la contrapposizione netta dell'economia della Legge del Vecchio Testamento, all'econornia della Libeetä e del Nuovo Patto, ehe caratteristica del pensiero paolino, e ehe dai discepoli di Marcione venne esagerata fino a br deri- e vare daJ. Diavolo, creatore del mondo materiale. Ja legge mo- saica (I); con la sua effett:va esaltazione dell'ideale della con· tinenza, di quell'ideale per cui molti si rendono « eunuchi » a cagione 'del Regno di Dio? (2). Ne si pub accettare come valevole l'ob:ezione del Tocco ehe it nuovo manicheismo dei sec. XI e XI:I un manicheismo scol«ito detl tempo e nel quale era scomparso it nome stesso di Mani. Un manicheismo m cui il ricordo stesso del fondatore scomparso. e neI quale e e j tratti essenziali mitologici e cosmogonici della sua dottrina sono andati compIetamente perduti. non e piu Una votta per sempre occorrerehbe intendersi manicheismo. sui valore (1) A. LOISY, Le origini del Cristianesimo. Trad. italiana, Einaudi, Torino, 1942, pag. 342. (2) { Catari non proibivano talntoil fl1.ltrimoruo quanto l'atto sessuale. Gli eretici di Monteforte ammettevano per esempio ia matrimaroo, ma i eoniugi dovevano vivere in perfetta eontinenz.a..Go ci richiama stranamente il costume della Chiesa primitiva della eonvi·venza virginale tra appartenenti a sessi cl~·versi(virgi.nes subintroductae). Del resto anche 10 Hahn (op. cit.• J, pag. 86) e iL Tocco (op. cit., pag. go n. I) non esitano a rironoscere ehe il divieto della congiumione camale <lei catan cleve connettersi col fondamentale principio cnstiQllO della mortificazione della carne. R.afJaelio Morghen 126 dei termini che si usano, se si vogl.ono evitare tanti di quegli equivoci ehe ingombrano spesso la moderna storiografia, relativamente alla tradizione delle idee e degli atteg, giamenti spirituali, 0 s'intende per manicheismo ogni atteggiamento dualistieo in genere, oppure una dottrina storicamen, te individuata, con essenziali punti ben definiti e una sua con, creta tradizione, di cui sia possibile ricosteuire 10 svolgimento attraverso una qualehe documentazione, Nel primo caso non chi non veda l'inopportunitä di confondere sotto una unica generica denominazione atteggiamenti dualistici cos! diversi come iJ. dualismo cosmogonico e metafisico dei manichei con il dualisrno antropologico ed etico del Cristianesimo, Ne! secondo case non possi.bile parlare di una sopravvivenza rna' nichea nelle dottrine ereticali dei secoli XI e XII, quando in esse dell'antico manicheisrno non appar~ quanto essenziale e caratteristico, e cia ehe sembra dovuto a lontane inßuenze di quella religione si puc, invece piu agevolmente riferire. attraverso una documentazione precisa, a una tradizione e ad un pensiero ben distinti dalla tradizione delle dottrine eli Mani (I). e e e V. Per spiegarci un fenomeno di cost vasta portata come l'eresia medievale, non forse inutile riportarci at momento storico in cui essa sorse e si affermo. iE' noto come, gia dana fine del seeolo X, si manifesti chiaramente in Europa, ins:eme con i segni premonitori di una nuova rigogliosa vita economica, un profondo ri.sveglio delle coscienze. La lotta per 1a riforma della Chiesa, :niziatasi con 1a riforma monastica e di questa risveglio spirituale l'indice 'Piu evidente e la con. seguenza piu immediata. Ma anche nel campo piu:imitato dei diritti della ragione umana non maneano, in questo stesso periodo, nvend:cazioni sintomatiehe. Nella seia di una tradizione ehe vantava i nomi di C!au, dio di T ot1nO e specialmente di Seoto Briugena. Berengaria di Tours, verso la meta del sec. XI. affrontava i1 problema, e (I) A .proposito deUe differenze sostanrziati. tra it dualismo cosmo_ logico e rnetafuico man:cheo e il dual:ismo a.ntropo!ogico e<i etico cristiano ehe. tra J.'akro, precedette in ordine di tempo 1.1 religione di Mani. v. anche Ie buone osservazioni· di A. PINCHERLE. S. Ago· stino cit .• pag. 109. OsseruatiOni sulle e?'esie medioevali 7 12 ehe sara esposto in forma oritiea da Ahelardo. delle rela, zioni tra seienza e fede, e tutta una corrente di eazionalismo, invano deprecata piu tardi da S. Bernardo (I), investirä da allora ilpensiero cristiano per sfociare nelle grandi sintesi del realismo, del concettualismo edel nominalismo della See, lastica, einparte nel materialismo aw.nt la lettre, dell'aristotelismo aver:roistico, Su un piano intellettuale inferiore e piü intuitive, anche le corrent] di pensiero, ehe emanano diret, tamente dai piü bassi strati sociali in fermento, manifestano atteggiamenti ispirati in gran parte a questo rispe~to delle esigenze della ragione e del huon senso, ehe e insieme coscienza del valore della personalitä umana e ricerca di una coerenza ehe stabilisca una piü salda coesione tra i doveri della fede religiosa e la condotta pratica deU'individuo. Queste tenderize ehe potremmo dire razionalistiche 0 comunque ispirate a una profonda fiducia nella capacitä intuiti, va dell'individuo digiungere aila veritä, sono, nel movimento ereticale, evidentissime. Gli eretici di Orleans del 1025 non oredevano che Cristo fosse nato da una vergine, ne ehe avesse patito per gli uomini, ne ehe fosse risoreo dai morti. E non perehe aderissero a concezioni docetistiche, rna solamenteperehe credere a simili cose repugnava alla loro ragione. « Nos neque inJerfuimus ». dicono davanti ai giudi~ ci adunati per eondannarli, « neque haec vera esse credere possimus ». Per lora tuttocio ehe viene affermato nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, circa l'unita e la trinita di Dia, non ehe ({deliramentum » (2). e II Moneta stesso ci conferma ehe gli eretici non solo si fondano sulla Scrittura. ma anehe su ragioni natmali e logiehe. « Non solum autem testimoniis Scripturarum innituntur.·. sed etiam rationibus quae eis natwa:les vel logicae vi~ deantur» (J). Pet1'obrusiani ed Ama~disti negano it valore del battesimo dei fanciulli appuntoperehe. non avendo ancora sviluppata I'inteUigemu, essi non possooo cosciente(I) S. BERNARDO, Ep., 188: « Omnia usurpat sibi humanum ingenium, fidei nilreservans. Tentat altiora, fortiora scrutat, inuit in divina, sa-ncta temerat magis quam reserat, c1ausa et s:lgnata non aperit sed diripit ". (2) MANSI. COtIci!.. XIX. ~"]6. (3' MONETA, AdtJersus Catharos 6t., p~g. 23. Raffaello MC>TghefJ 128 mente adeeire a Cristo (I). E in nome del senso comune e della ragione si nega i1 valore dei suffragi e delle opere, il culto dei Santi, la dottrina sacramentale (e in particolar modo la transustanziazione], il culto della croce, poiche « species illa vel. instrumentum quo Christus tam dire tortus, tam erndehter occisus est, non adoratione. non veneratione nee aliqua supplicatione digna est» (2). Ecberto racconta ehe, essendogli capitato di parlare con un uomo sospetto di catarismo, dei sacerdoti cartivi, questigUi disse: « Quomodo fieri potest ut qui lam irra.tionab.Jiter vivunt, dist'ribuant in Ecclesia corpus Domini?» (3). L'irrationabilittr vivere dei cattivi sacerdoti senza dubbio quella mancanza di coerenza ai-principi ehe si professano, ehe oltre ad. essere una colpa dal punto di vista morale. costituisce un non senso da! punto di vista della ragione, Poiche in questo consiste appunto 11carattere fondamentale dell' eresia medioevale, nello sforzo di rtttionabiliter viveore la Iegge del Vangelo, Cia spiega tutti ßli atteggiamenti di essa,gli ideali come le abberrazioni, le prevalenti esigenze etiche, Ja sua diffusione e il suo defi, nitivo dissolvecsi. Poiche vivere rationabIliter il Ctistianesimo, it fissare cioe la norma della religiosiu nel puro ambito della coscienza in. dividuale, nello sforzo di adeguare oem perfetta coerenza la_ gica Ie esigenze della vi,ta morale con gli ideali della perfezione evangelica, doveva fatalmente sfociare nelle forme piu dispersive e piu sterili de11'individualismo reEgioso (4). e (I) MONETA. Adversus Catharos cit.,pag. 283. Partendo da Marc?XVI, l~: « Qui crederit et baptizatus fuuit salvus erit», gli eretlCl conch:'1ldono: « ,pMvulus non crea:t» quindi il suo battesimo inutile. (z~ HAHN, Geschichte der Ketzer cit., I.pag. 408. Per j'euca, r~st~ v. a.nc~e MO~TA. Adversus Catharos cit., pag. 300. Fra Ie rag:oru ehe gli erenc) cppongono alla transustanziazione ve ne sono di questo tipo: "Se anche il corp<> di Cristo fosse una montagna, a quest'ora sarebbe stato consumato» pag. 301: « Si, de ipaJ1e fit Corpus Christi quotidie debet ..ugeri Corpus eius ». (3) ECBERTO, Sermones contra Catharos, Sermo XI, 8 in « Pat!'. Lat.» vol. 195, col. 88. (4) A proposito delle tendenze razionalistiche del pensiero del cosiddetto neo-manicheismo medieva1e interessante notare come anch~ nd mondo arabo l'jdentmca:ione tra manicheo e razionalisf4 4teo fosse comune negli auton ortodoS$j die:lI'Islam. V. MICHELANGELO GUIDI. Lalotta tf'tl J'lsl4m e i1 manicheisnw: un libro di 1brHJ.. Mugafu ... confuf4to da AI-Qasim, Roma, 1927, pag. XlII. e e Osserva,zioni sulle eresi« medioevali 129 Tale appe1lo a11a ragione e a1 consenso interiore assumono talvolta -l'ingenuiti e il semplicismo cantteristici dello spirito popolaee, Secondo il Moneta molti eretici desumono l'esisten, za del 0:0 malvagio da consideeazioni di queste genere: « Come pub essere create dal Dio huono il fuoco ehe brueia le case deipoveri e degli uomini santi? Come puc, essete huono il Dio ehe manda le pene ai buoni? Quando Dio comandö Adamo di astenersi da! feutto del bene e del male. 0 sapeva ehe egli avrehbe trasgeedito il suo eomando, 0 no. Se non 10 sa.peva non era Dia, se 10 sapeva era malvagio » (I). Simili atteggiamenti di spieito portati nell'interpretazione del Vangelo e dei testi saari dovevano necessariamente condurre a una candida e. pericolosa ccnseguenziarietä ehe il contrassegne piil evidente di una £ede sincera e profonda. rna completamente avulsa da ogni bagaglio di cultura filosofica e teologica, e da ogni legarne con la rradizione (2). Oltre queste tendenze, ehe abbiamo denominato in sensa generico rationalistic he, l'appello diretto al Vangelo, il chiamarsi cioe, continuo ed incessante alle parole di Cristo e all' esempio della Chiesa degli apostoli, come alle uniche autorita degne di essere accolte e seguite. I'altro fondamentale atteggiamento, comune a pressoche tutti i movimenti del. l'eterodossia medievale. I catari di Arras dichiaravano nel concilio del 1025: « Lex et disciplina nostra quam a Magistro aecepimus, nee evangelicis decretis n~ apostolicis san!=tionibus contraire videbitur» (3). Ed Ecberto diceVa degli eretici in genere: « Muniti sunt verbis sacrae Scripturae quae aliquo modo se· .ctis eorum concoroare videntul". et eX eis ~ciunt defendere errores suos et oblatrare catholicae 'Veritati » (4). L'attJrazione e la suggestione esercitata sull'animo di semplici ed incolti e n- e MverSlUs Catharos cit., pag. 144. (2) La « povetU ~ll'argomentazione teoIogiQ)) e piu ancora « del ragiiOnamento filosofico» in-sieme con « l'assenza <ii ogm elemento tradiz:.onale )) sono messi in evidenza a:nche dal DONDAlNE, Un tratte neo-manicheen cit.. pagg. 24 ~ 25. 'Ptoprio a proposito di un testo come il Libe<r de doobus principiis attribuito a GIOVANNI DE LUGIo. ehe dovrebbe rappresentare. per I,'ed.. ~n cui fu saitto. uno dei prodotti piu maturi del pensiero cataro. (3) MANSI. Coneil .. XIX. pag. 425. (4) ECSERTO. Snmones contra Catharos. Praefatio in « Patrol. La,t.» vol. 195 col. 14. (I) MONETA, Ar.hivio d<lIa R. D'pUlazion< romana di Storia patria (A. LXVII). N. S. Vol. x. 9. RafJaello Morghen 130 e dalla lettura del Vangelo espressa del resto con plastica evidenza nella leggenda della conversione di Pietro Valdo, riportataci da Stefano di Borbone, « Quidam dives rebus. in urbe Lugdunensi, dictus Valdens.s, audiens IEvangelia. cum non esset multum litteratus, curiosus intelligere quid dicerent, fecit pactum cum ..· sacerdotibus, alteri ut trasferret ei in vulgari, alten ut scr)bere~ quae ille dictaret, quod fecerunt. Similiter multos libros Bibbiae et auctoritates sanctceurn muL tas, per titulos congregates. quos Sententias appellabant. Quae cum dictus eivis saepe legerer et corde tenus firmaret, pro, posuit servare perfectienem evangelicam ut Apostoli, servaverunt » (I). La lettura del Vecchio edel Nuovo Testamento in lin. gua volgare considerata, da Rainerio Saeeoni, una delle sette cause deU'enorme diffusione del Valdismo (2). In un te, ste anonimo aggiunto alla Summa di Rainerio Sacconi nell'edizione del Martene. col titolo « Forma qualiter haeretici haereticant haereticos suos », riportato foemulaeic dell'ade. sione ereticale secondo il quale :t1 confermarsi al V ~elo Ia promessaprima ehe si riehiede al nuovo adepto, mentre gli altri impegni, &a j qua:li 9uelli ehe secondo la cOtmmunis opinio dovrebbero essere isplrati alla dottrina m:tniehea, Chppaiono in sn-etta eonnessione e, direi quasi. in stretta dipen. denza della solenne promessa preliminare: « Tu reddis te Deo et Evangelio? Item promittis quod de cetero non come. das carnes, nee ova. nec easeum. nec aliquam vieturam nisi de aqua (pisces) et ligno (oleo). Item quod non mentieris. nee ;urabis. nec occidas quicquarn ex reptilibus (3). nee exercebis e e a e (1) MONETA. Adver.sus Catharos cit" pag. XXXVII. Che gli eretici fossero in genere incolti ce 10 conferma esplicitarnente anche iii. Tract4tus de haeresi cit., col. 1778 ({ '" cum essent idiotae et Wei". (2) MONETA, Adversus Catharos cit .. pag. T,actatus tit haeresi cit .. cot 1871: .( ". daciles i.ntet aJiquos romplices et facundos docet verba evangeii, et dicta apostolorum et sanc:torum aliorum vulgari lingua corde finnare... ». (3) Per que! ehe riguarda questa strana proibizione di non uccidere i retti.ti, plio forse illuminarc il passo degl:i Atü degJi Apostoli. X, II, riportato anche dal !MONETA. op. cit., col. 132 neJ, quale appa.re a S. Pietro un lenzuoIo contenente molti, anima,li, « qua~rupe· oia. serpentia et volatilia» e una voce oal cielo g1i (amanda: ce Occide et manduca ". S. Pietro si rifiuta, adducendo ehe si traUa oi animali immondi. xxxvm. m Osseroazioni sulle eresie medioevaJi 131 aliquam libidinem de corpore tuo, nee ibis solus dum possis socium habere. nee solus oomedes, nee jacebis sine camisa et bracis nee re~inques fidem timore ignis vel aquae vel alterius g~nerlS .mortIS? » (I). Pel Vangelo e degli scritti apostolici gli erehci fanno dunqua la base della loro ~ganda specialmente tra i semplici: « Puellas parvulos doc~t Evange~ lium et epistulas ut a pueritia consuescant erroees amplecti II ei dice Stefano di Borbone (2). . Per i simplices et rudes, essi cornpilano dei cornpendi, sui ttpo di quel rituale cataro, Compendium ad istructi011e1m rudium, pubblicato dal Dondaine, nel quaIe it panem nostrum supersubstantialem dell'orazione domenicale, la cui Il'ecitazione quotidiana l'atto piü importante della liturgia catara, einterpretata come la lex Christi, la parola cioe dell'Evangelo (3). D'altra parte la derivazione evangelica e neo-testamentaria, da un punto di vista dottrinale, di tutta l'eresia medievale, un fatto cosl evidente, cosl unanirnamente attestatc da tutte le fonti ehe ci riporpano, pell' confutarle, le auctoritates suIle quaIi gli e:retici si fondano per sostenere i loro assunti, ehe e'e da merav;gliarsi come ancora cio non sia stato posto nel dovuto rilievo. Gia iJ. monaco !E~berto, fin dalla seconda meta del secolo XII. aveva accennato alle autorita scritJturali di cui si valevano gli eretici per sostenere i ~OIl'oassunti. La ma~gior par~e di queste summae eretieali giacciono ancora inedite in numerosi cooici di diverse biblioteche (GUIRAUD, Histoire de l'Inquisfbion, It XXIX). II Guinud stesso fa uso di una Somme :des auotorites l'usage des e e a (I) Summa fratf'is Rayneni in MARTtNB, Thesaurus anecdotm'um cit., V, col. 1776. (2) T.ractatus de haef'esi Paupemm de Lugduno in MARrtNE Thesaurus cit., V, eol. 1872. (3) TrtU'tatus de haeres; cit., col. 1872: « Ad simplices et rudes solent accedere »; Un trait#! neo-mamcheen gil cit. Appendice. pag. 37: « ut ilJam orationem sanctam recipere valeat·is, quam subs disci.pul.is tribuit dommus Jews Christus ..• » pag. 47: Per pa,nem super-substantialem intelligitur lex Christi, q~ data fui.t super universum populum ... ». Complemento a questa semplicissima liturgia. ermo dei canti il cui testa non ci 'Purtro.ppo pervenuto, rna ,la cuv esiste.nza ci chiaramenre a:ttestata.: « ." Titrnos quos vocant tr,~inta gradus S. Augustiari in quibus docent quasi virtutes sectari et vitia detestari» (Tractatus de haeresi dt.. co\. 1784)" E' importa.nte flOtare ehe l'intet1pl'etazione ~et panem quotidianum come il. nutrimento ISpirituale della Sc:rittura e dei ,precett:, evangelici anche proposta da scrittori cristia,ni antichi. V. pag. 139, no. 5. e e e RafJaello M01'ghen pridicateurs me,;dionaur. puhblicata dal Douais, In ogni modo queste auctoritates scritturali invocate dagli eretici, ci sono riportate con grande larghezza dal Moneta. ehe costituisce per esse 1a fonte maggiorealla Quale e opportuno rifeeirsi, VI. Tali testimonianze hanno un valore precise e inequi- e vocabile. II dualismo cataro, per esempio, configurato nettamente nei limiti delle concezioni ddl'Evangelo. II Dio buono eilpadre di Cristo e di tutti i giusti, autore di tutte le cose buone ed eterne. 11 Dio malvagio, autore delle case vis~bi:i e transitorie e il Dio « de quo Christus ait (lohan. XIV, 30): Venit eaim princeps mundi huius » (I). E tale identificazione gli eretici sufttagano, secondo la ~estimonianza concorde del Moneta e deJI'anonimo autore della duegentesca Disputatio mter Catholicum et Paterinum. eon i passi di Matteo IV. 8. 9. 10 « lterum assumpsit eum diabolus in montem excelsum valde, et ostendit ei omnia regna mundi et gloriarn eorum ecc, II; e Matteo VI. 24 « Nerno potest duobus dominis servire ... non potestis Deo servire et Marnrnonae (2); mentre i passi di Ma~teo VII. 18 « Nonpotest arbor bona malos fructus facere, neque Mbor mala bonos fructus facere)1 e Matteo XV. 13 « Omnis plantatio quam non plantavit Pater mem coelesttis..~di~bitur». sono citati dagJi eretici ~ provare la netta dlShnztone fra Ie due creazioni del Dio buono e del Dia rnalvagio (3). Che poi questi dovesse identificarsi col Dio del Vecchio Testamento. r1sultava evidente. su11a tra~ci.adi una probabile tradizione marcionitica. dalla contrap_ poslZlone paolina deU'econornia della Legge alIa economia della salvezza e della. liberta inaugurata da! Cristo (Paolo. ad ~om. 1II. 20: « Quia ex operibus legis non justificabitur ornnts caro coram iUo. Pee legem enim cognitio peccati»; IV. (I) MONETA, Advef'suS Catharos cit., pag. :1 « Duo ~ sine initio et sine nne. Unum ~nt patre.tn Otri91i et ommum iustorutn et Deum !.uris. Mum verum credunt esse ilum de quo Otristus ait Jaban. XIV, 30: Venit enim printtps mundi huius. 15tum credunt esse deum exaecante>m mentu iIlfidelium et Deum tenebrarum)J. Vedi anC'he Ia Disputatio inUT Catholicum et Paten""m haereticum in TheSCWTUS tIOVUS anecdotorum del MAItltNE. V, eel. 1707. (:2.) MONETA. Advet"Sus CatMros cit., pag. 10 e Disputatio cit., cal. I']a9. (3) MONET .... AcWeTSUS CathMos cit., pagg. 10, It. Osseroat;ioni sulk eresie medioevali 133 13 « Non enim per legem premissio Abrahae. aut semini eius ut heres esset mundi, sed per ;ustitiam fidei»; ad Gal. 5. ~ « ... si ciecumcidamini Christus vobis nihIlproderit» (I); e da tutti quei passi dell'antico Testamento nei quali Jahve viene rappresentato come un dio murevole, irascibile, eeudele, menzogneec, ehe esige sacrifici cruenti e comanda cese in, giuste (2). Questo dualismo dei due principi era affennato, piu 0 meno eigidamente da tutte le sette cataee, Ma i Catari di Concorezzo, per esempio, affermavano. secondo Rainerio Sacconi ehe « ••. diabolus de licentta Dei, formavit omnia visibilia » (3) e tradivano COSl. con chiaea.evidenza, le 00gini prettamente evangeliche del loro dualismo, dal momento ehe il principio del Maie non veniva da loeo rappresentato come completarnente indipendente dalprincipio del Bene. ma a lui soggetto, e esplicante la SUa opera di perdiziooe con il consenso di Dio, ehe permette la creazione materiale e il male per ragioni ineftab:Ii ed ascose nell'abisso del suo con. siglio. Ed anche altri Catari, secende il Moneta, pur affermando i due principi coeterni e l'origine del primopeccato non da! libero arbitrio, mostrano. con palese incoerenza. dj .propendere per la subordinazione del prin~pio del Male a quello del Bene, quando presentano l'autore del grande assaIto contro il regno della Lute nella figura del fattere mfedele della nota para.hola evangelica, creando cosi quel mito del villi, ellS iw.quitat~ ehe ha una importanza addiritn.r.t centrale neUe ,oncezioni dualistiche catare: (e Alii autem duo principia asserentes, dicunt quod non process;t ex libero arbitrio ipsorum (Angelorum) peccatum primum; non enim habeba.nt liberum 3lrbitrium ut dicunt. Ponunt auteID isti quod Fi, lius mali Dei in coelum ascend it. ubi in Angelum lucis trasfiguratus propter vehementem suam pulchritudinem dilectus est ab Angelis Dei' et assumptus in viUicum, et quasi dominus (I) MONETA, Adversus (2) MONETA. Adversus Catharos cit., pagg. 196, 197. Catharos cit., pagg. 144, 151, 157. 159. 163 e Dispuf4tio cit., col. 1)18 « Qwm peSsimus est iUe Deus apparuit Moisi i.n ftamma rubri, et ~t i~ ~aJi;gbne mon!is. ,ille qw fuit Deus Tenebrarum. 0 quam crudehs fwt lIle Deus qUi Eham rapuit in eurru igneo ». (3) RAINERIO SACCONI. Summa cit., pag. 54; Tocco, L'Eresia neL M. E. cit., pag. 75· 134 Ra[Jaello Morghen super j,psos; qui colloquio habito cum illis, sua astutia eos decepit, et ad peccandum inclinavit et ad istarn regionem tra, xit » (r], L'identificazione di una emanazione del Dio malvagio nel viUicus iniquitatis evidentemente l'unico tentative plausibile, per menti incotte. di spiegarsi una delle piu sconcertanti parabole evangehche, nella Quale i1 fattore infedele. ehe, a scapito del patrimooio del padrone, cerca di fa!'Si amici i debitori di lui, per averli alleati aJ. momento di render conto delle sue malefatte, viene Iodato da} padrone stesso per la sua prudenza. « quia filii huius saeculi prudentiores filiis lucis ... soot» (2). Secondo Eutimio Zigabeno 1'00gine di tale mito si dowebbe riportare a1la setta bulgara dei Bogomi1 (3). Certo sintornatico ehe perfino in queste tar- e e (I) MONETA.AtJ"ersus Catharos cit., pa.g. 36; La Disputatio cit., col. 1719 ci riporta. una tra<iizione del. mito del villicus iniquitatis. molto elahota.ta e ehe tradisce influenze lontane e molteplici, ma tutte sovrapposte aJ. primitivo testo evangdico e rilierite con popolaresca e fantaSiosa semplicitl: « ViBicus UUqu«atis de quo eV<ll!lgelium loquitur, fuit Oiabolus cui omni.s curia angelorum fuit deputata,. ut lau. des et'laudatum pensiones Deo ab angelis reddendas ipse colligeret. Pro tam dura pensione gravatus, coniuravit ut similis esse posset Aitissimo. Primo et de pensionibus i3lll dietis quocidie <iefra.udabat dicens: quantum debes Domino meo? Respondet: centum eoros tritiei' Et il1e: Accipe cautianem roam et scribe octoginta ecc. Haec aute~ v~ns Altissimus, ~ichaelem substi~uit e~ et ipsum cum suis (ompli, emus de ~ e)eClt. Ipse v~o .diabolus terram d.i«oo.peruit aqua, er duo hom:onwn corpora fabncavlt, sed cum per XXX annos vitalem spilritum i~!ldere ~. posse~, ac.cessit a~ curiam Altissimi. et duos a.ngelas ab IpSO quaestVlt. Asnterunt autetn dUo qui ocrulte dioabolum diligebant et rogaverunt Altissimum, ut cum diabolo iren.t cito rever· suri. Quorum fraudem Deus agnoscens, dixit: Ite ud cavete ne dor~~ti~, quia, post ~~ ~,verti non ,passet·is, quia viam obhvloßl~ tracletls; sed &1 donmentls, post sex aut septem milia anno. l'UlJl vemam act vos. Ve.nerunt ergo et donnierunt, et ita ~ praedicta corpora oblit, coeIestis patriae indus; sunt. Isti sunt Adam et: Eva. lsti spiritus per corpora Enoch, Noe. Abrahae et omn:um Pa~ triarcharum et Prophetarum euntes et errantes. nunquam sarotem reperire potuerunt, sed deinde in Simeone et in Alma, veniente Christo, secundum promiWonem in paradiso factam, salvati wnt; unde Simeon c:li;xit; Nunc dimittis servum tuum, Domine. secundum verbum tuum in pace. Verbum intelligo promiS5io~! qua~ mi~ in <Oelo antequarn descendere fecisti; sic et omnes. SPI!ltus qUI c~_ derunt in diversa corpora intrarunt etper amarttudmem et VJam ... ~alva.ntur... ecc••• (2.) Luca. XVI, 1-8 .. (3) MONETA, Adwt'sus c.thMos cit., pag. 36, n. 3: «(Bogomlli} dicunt daemonem, qui a- Servatore appellatus est Satanas, filium esse Osseroazioni sulle eresie mediaeval: 135 de ·testimonlanze del pensiero cataro, ehe piu sembrano serhare di lontane tracce del pensiero manicheo, l'influenza della tradizione evangelica, d~umentata da precisi riferimenti testuali, e: assohdamente predommante e di una eUdenZtI palmare. . 1.0 st~ sf~rzo. in~etp~tat~vo nel sen~ di un semplici~ snco dualismo di chiaea derivazione evangelica, si puo notare a proposito della parabola del servo malvagio, in Matteo XVIII, 26: della Fabola del figliot predige, in cui i1 figlio maggiore rappresenterebhe it « princeps huius mundi », edella parabola del buon Samaritano nella quale i « Iatrenes » eaffigurano le potenze del male e il buon samaritano Cristo (I). In eelazione al dualismo tra Dio e Mammona si distinguono anche nettamente i due opposti popoli, dei figli di Dio e de: figli di Satana. Ma anche in questa distinzione le differenze tra il pensiero cataro e la dottrina manichea sono di natura essenziale. Secondo la gnosi manichea, l'eletto doveva astenersi da tutti gli atti per i quali si perpetua la prigionia della Luce nel mondo della materia- La morale de} dualismo cosmologico e metafisico per quanto ispirata a1 pi~ rigido ascetismo, assumeva perciö un carattere quasi deterministico, e non inves~iva n~essariamente i piu profondi settori della responsabilitaindividuale. Per it ma,nicheo tutti gti recano Ie stirnmate maledette del Dio delle T enehre e it liberatsi da esse e piu opera di conoscenza. di gnosi, che non premio di una meritoria attivita mora~e. Non propr:amen~ te OO5t nel catarismo. I due popoli dei figli di 0:0 e dei figli di Satana, sono nettamente distinti secondo la incis;va discri~ minazione deHa metanoia paolina, della morale cioe non deI~ la rinun~ia passiva, rna del capovolgimento dei valori, e del completo rinnovamento interiore. Le citazioni dell'Apostolo essen ipsum quoque Dei Patris, et vocari SatanaeI, et filio Verbo natu maiorem esse, praestantioremque utpote primogeniturn : fratres igitUT esse sed Satanw domus esse ,procuratorern et secundas past Patrern pa.rte~ obtinere, eumdemque stola et habituinduturn esse et ad eil15 dexteram considere in solio, et secundam habere dig:ni~ tatern. Qua quidern ebr:um, stulteque sublatum de defectione cogitas_ se, atteptaque quondam occasione ministras tenta'S5e potestates, ut excusso ministerii jugo se sequerentuT et securn in Patrern cons\llTgerent. Et ad istius modi nugas confirmandas ex Lucae Evangelio parabolam afJerunt V,Uici iniquitatis qui debita minuit debit<wibus ". (I) MONETA, Adversus Catharos at., ,pa,gg. 110, II I. 136 RafJaello Morghen celative al peso opprimente della came e alla maledizione del peccato sono eipcrtate diligentemente dagli eretici: ad Rom. VII. 18 « Scio enim quia non habitat in me. hoc est in came mea. bonum»; 24: « Infelix ego homo. quis me Iiberabit de corpore mortis huius? »; ad Gal V, 17 « Caro enirn concupiscer adversus spiritum »; IiI ad Corinth., IV. 3 « Quod si etiarn opertum est Evangelium nostrum; in iis qui pereunt, est opertum ecc, »; ad IEph. II, 3 « ... Eramus natura filii ieae » (I). Ma esse acquistano un rilievo del tutto partico, lare alla luce di quello ehe uno deipunti centrali del pensiero paolino, Ja simbologia cioe dei due uomini, il vecchio. morto in Adamo, it nuovo, -isorto con Cristo; ad Eph, IV, 22 sg. « Deponere vas secundum pristinam conversationem veterem hominem, qui corrumpitur saecundum desideria erroris, Renovamini autern spiritu mentis vesteae, et induite novum hominem qui saecundum Deum creatus est in justitia et sanctitate veritatis» (2). In virtU della metanoia i figli di Die si riconoscono come tali secondo lohan. I, 12, 13: « Quotquot autem eeceperunt euro, dedit eis potestatem filios Dei fieri, his. qui credunt in nomine eius: qui non ex sanguinibus neque ex voluntate camis, neque ex voluntate viri, sed ex Deo nati sunt »; XVIII, 36 « Regnum meum non est de hoc mundo »; Matt. }GIl, I I « ..• Quia vobis datum est nasse mysteria eegni coelorum: illis autem non est datum» (3). Gli altri sono i reietti, i sudditi del demonic secondo Iohan. XIV, 30 « Venit enim pinceps Mundi huius»; VIII, « Vos ex pa~re diabolo estis; et des:aeria patris vestri vultis facere; iIle homici~ e~t ab initio. et ~ veritate non stetit; quia non est ventas 10 eo; cum loqultuT mendacium ex propriis loquitlUT quia mendax est. et pater eius» (4). La fondamentale opposizione tra la morale detenninistica manichea e Ja morale volontaf'istica dell'adesione a Gristo si palesa con grande evidenza attraverso queste ~.itazioni neotestamenta... riet invocate continuamente dagli erettci a conf~ delle loro posizioni spirituali. e 44 (I) MONETA, Advef'sus CathQro$ cit.. pagg. lIS, 17. 18, 19; Disput4tio c;-r•• col. 1707. . (2) MONETA, Adversus Catharos CIt.. pag. 20. (l) MONETA, Adversus Cathams cit., pagg. 12, 13· (4) MONETA, Adversus Cathaf'OS cit., pagg. 13, 15. Disputatio cit.. col. 1707. Osseroazioni sulle eresie medioeva!i 137 VII. Simili osservazioni eidentiehe censtatazioni pessono £ani per quel ehe riguarda il presunto docetismo dei catari, la lore avversione al matrimonio ed ai cibi caeneiOpportune citazioai testamentarie sono dagli eretici con .. cordemente riportate per provaee ehe 1a figura umana del Cristo non fu ehe una mera .;tpparenza. Per 101'0 Cristo Ja sapientia di Dio, creata a1 principio di tutte le cose secende la paro'a dell'Eocl- I, 14 « Prior oreata est Sapientia ». Tale identificazione veniva sufliragata. se non era stata addirittura ispirata in antecedenza, dalpasso paolino delle I ad Corinth. I. 24 « Cristum, Dei virtutem et Dei sapientiam » (I). E di origine paolina e senza dubbio la detenninaziane della missione sovrannaturale del Figl:« di Dio e l'interpreta .. zione docetistica della sua apparizione nel monda: ad Rom. VIII. 3 « Deus Filium suum mittens in simititudm.em. camis peccati » (2). interpretazione corroborata largamente dai passi ad Philipp. II. 7 « Sed semetipsum exinanivit formam. servi accipiens, in similitudinem hominum factus et babitu inven .. tus ut homo)); Matt. XXVIcrI. 18 « data mihi omnis potestas in coelo e in terra)); Johan. VI 51 (( Ego sumpanis vivus qui de coelo descendit»; e specialmente Johan II, 4 : « Quid mihi et tibi est. mulier?» citato costantemente dagli eretici come it netto ripudio da parte di Cristo della sua madre terrena (3). Per la condanna non del matrimonio. rna dell'atto car' nale (4) Ie 4U~ita scritturali citate dagli eretici sono desunte dai .passi notissimi di Matteo V, 27 « ne moechaberis ecc·»; e . .(I) M?NETA, Adversus Catharos cit •. pag. 234. Le credenu eretlcah relative a,~la aipparente uma.n:ota delJa Vergine e di Cristo risentono evidentemente della sforzo d'interpretazione, da parte di menti ineolte, di oscur~ passi scri;aural~. Secondo j,1 Moneta (pag. 2.32) i catari soste.I1evano infatti ehe 1a Vergine: « h;!lbuit camem codestem, angelus enim fuit, nee sexum habebat foemina·rum ... SK:ut Dei filius Jesus Christus ali·us angelus fuit ... qui .per aurem Ma.r:l3e intravit in eam per ;turem eius exiivit». {2\ MONETA. Adversus Catharos cit., pag. 248. (3) MONETA, Adversus Catharos cit., pagg. 235. 246. (4) Disputatio cit., c01. 1711 « Nos matrimonium non cendennamus sed adulterium. Matrimonium est :nter Christum et Eccle.siam ~icut dicit Apostolus: Despon(ii enim vos uni viro, vj'rginem cast am exh:bere Christo... sed il-'ud turpe negotium quod homo facit cum tnuliere quando ci carnaliter commiscetur, illud adulterium est quod nos prohibemus ». RafJaello MO'7'ghen XIX. I2 « sunt enim eunuchi ecc.»: XIX, 29 « qui relinquunt uxores eoc.t [ohan, I, 12, 13 « qui non sanguinibus ecc, )); rna speeialmente dai famosi paolini della I ad CorinthVH, 9, 27, 2.9: della ad Rom. IX, 8: della ad Gal. VI, 8 e della ad Eph, V, 25 (1), nei quali il matrimonio sconsigliato, 0 considerate come ,puro « remedium concupiscentiae », ed per contra esaltato l'ideale della continenza edella verginirä, Similmerste -per giustifieare il precetto eretica1e dell'assoluta astens.one dai cibi carnei sono citati tutti i testi evangelici 0 apostolic! sulla temperanza, sull'astensione dagli animali immondi (Atti degli Apostoli X, I I « Et vidit coelum aperturn ••. et olinteum magnum in quo erant ..• omnia quadrupedia, et serpentia terrae, et vo!atilia coeli, Et facta est vox ad eum: Surge Petre, occide eJt manduca. Ait autem Petrus: Absit, Domine, quia nunquam manducavi omne commune. et immundum»), sulla preferenza atteibuita dal Vangelo ai pesci come mezzo di sostentamentofz], Ancora su testi soritturali del Nuovo Testamento. e speciaJn:tente . ~el1e lettere .I>aoline. basato il rigetto da parte degli eret~cl della dottnna dei sacrament], della resurrezione dei corpi, della validira dei sufFragi, del giuramento della f _ coltA de£a Chiesa di condannare e di pun ire (3).' a ex pass: e e e e (I) MONETA. Adversus Catharos cit. ,paog '17 '20 32 . . '" . > , > , 2. 323. 325,.. 32 6:.. A ,proposito della lI:terpretazione della ad Eph. V. 25 «V~r~ ~11Jg1te uxore6 vestras .sleut <luistus dilexit Ecc1esiam n. gli ereUcl ro~ment~no. sed Christus non concubuit cum Ecclesia, ergo... ». D1sputaoo Cit.• col. 1713. (2) MONETA, Adversus Catharos cit •. 'pag. 132 j'n cui CI' si' . h: . . 1 modo 1 . , Me .a. rna In partLco ar a mmlOOlo delJ.a moltiplicazione dei pani e dei pesci con i quali Gesu sfarnb Ie turbe. (3). MONETA, Adversus ~tha,os ~it.•. pagg. 282; 283. Bauesirno - Attl I,. ~ "Johannes qUldem. baptlu.vit acqua, vos autem bapti. zamInI SPlntu Sancto ». Contro it batteslmo degli infa.nti: Atti. VIII. J2 e Marco ~Vl, ~6; pa~g. 295. 301. ~ucar~stia: Matteo. XV. 17 « Omne quod In os mtrat, In ventrem vadtt et 10 secessum emittitur »; }OOan., VI. 63 (( Spiritus est qui ,,:ivi1i~~, caro n~n prodest quicquam. Verba quae ego locutus sum vobIS sptntus et vita sunt ». Remtssione deipeccati. pagg. 303. 304: Luea XU, 10 « cui in spiritum sanctum blasphemavit non remittetur». e Ma,tteo XII, 32 (~neque. in hC?C saeculo neque in futuro»; pagg. 346. 347. Resurrezlane del' COI'pl: ad Porn. vn, 18, 19 « Scio enim quia non habi,tat in me. hoc e6t in carne mea. bonum)); ,pag. 374' Inuti'lid <lei suffraogi: II ad Co· rinth. V, 10 «Omnes en}m nos manifestari opartet ante tribunal Christi" ut referat unusquisque propria corporis ,prout gessit. s&ve f( Ossenlaz;ioni suUe eresie medioevali 139 Questa imponente massa di dati ci prova con evidenza palmare ehe i1 Nuovo Testamento e inpartieolar modo le lettere di Paolorap~tarono la principale fotllte d'ispirazione di tutto il pensieeo ereticale, e Ia coneordanza di diverse fonti cattoliche, nel riferire gli stessi pasSt neotestamen. tari come auctonwtes eostantemente invocate dagIi eretici per giustificare i loro atteggiamenti, da a11a tesrimonianza di quelle fonti un valore ancor piirprobativo, A una precisa ispirazione evangelica e apostolica ci riporta infine quello ehe sappiamo della liturgia catara. Il rituale cataro pubblicato dal p. Dondaine ci fornisce di cia Ie prove piu esplicite e convincenri (I). Rit: essenziali del catarismo erano la tradiz.one dell'orazione domeniesle eil c011So1amentum. 11 pater noster eostituiva per il cataro la preghiera per eccellenza. proprio secondo il noto passo di Matteo \TI, 9 sgg· « Sic ergo vos ceabitis e Pater noster ecc- ». E i discorsi preliminari all'imziazione, la glossa e la tradi .. zione dell'orazione domenicale costituiscono per 10 stesso Don .. dame « una sopravvivenza dell'iniziazione dei catecurneni nella. chiesa antica» (2). Nella tradizione catara del Paie« noster troviamo preferita la va~iante « panem supersubstantialem » del Vangelo di Mat .. teo VI, I I, invece del « panem quotidianum» del Vangelo di Luca XI, 3. ehe traducono entJrambi i1 greeo epiusios, cii significato incerto (3): « Panem nostrum supersubstantialem, intelligitur lex Christi quae data fuit super univet"Sum po_ pulum». commenta il rituale eataro (4). Questa interpretazione del teSto evangelieo oltre ad avereun particolare signi_ ficato per it suo valore spirituale ei richiama senz'alKo all'interpretazione can ai piu anti~hi SCt'ittori cristiani (5). bonum, sive malum D. Disputatio cit., col. 1727 Battesimo; col. 1728, Eucaresti.a (si itnsiste sui passo famoso d!i Giova.n.ni VI 63); col. 1733, Inutilita <ki suffragi, ad Rom. V; vol 1736, Resurrezione dei corpi; col. 1737 e 1739 cantro rI g:-urame.nto; roll. 1740, 1741, 1744 contro Ie pene temporali e la scomun.ica.. . (1) Un traiti neo.manichien cit., ." suwi d'un fragment (Ü. R,tuel catha.re publii par A. DoNDAINE, Rome, 1939' (2) Un traiti neo-manu.hien cit., apptndice pagg. 35 e 44. (3) V. P. VANNUTFLLI. Gli Evangeli in sinossi, ToriM, Roma, 1931 pag. eil. (4) Un traiti nio-m4l'liduEen cit., append ice pag. 47. (s) Tale interpretazione e proposta fra gli altrv da S. Agosüno, De or.ltione domimca Ser. 56'59 in "Patl'. Lat. » vol. 38, colI. 377402. V. Un traite nio·manicheen cit., apper.dice pag. 47 nO. 26_ Raffaello Ml)1ghen Il consoLamentum costiruiva i1 piu importante sacramento della chiesa cataea. Esso viene indicate nelle fonti anehe eon l'epieete di Baptismum spi~ 0 Btzptismum CIwistJie ci riporta senz'altro al passo del Vangelo giovanneo I, 33: « hie est qui baptizat in Spiritu Sancto », Del cansoflamentum non si ha la min:ma traccia De nella tradizione manichea. ne in quella delle sette bulgare dei Bogomil- Secondo quanto ritiene anehe it Dondaine, esso eonsiste essenzialmente nella imposivane delle mani, ehe eprassi caratteristiea della tradi, zione apostolicaD'altra parte iJ. cansolamentum un consolidamento, una confenna delle stato di perfezione raggiunto nella pratica del, la legge di Cristo. ehe non esdude il battesimo con l'acqua. rna ne e ann un eomplemento: « Non intelligat quisquam - dice i1 rituale eataro - quod ,per istud baptismum quod eecipere intelligitis quod debeatis contemnere alium baptismum, nec ehristianirarem, vel bonum aliud quod fecistis vel quod discitis usque tunc, sed debetis intelligere quod oportet vos eecipere istum sanctum oediaameatum Christi, pro supplemento illius, quod deficiebat ad salutem vestram » (I). Se si tien conto de11'indubbio valore sacrame.ntale della impositio manuum nel cr;stianesimo apostolico, atto ehe costituisce,anzi, nei primi secoli della Chiesa, uno dei momenti essenziali del I':to battesirna!e, dal quale .viene stacca~o solo in. ~~ ~i temP?' avremo una testimonianza di piu de. gli strettlSSlIDI legaml ehe neollegano la liturgia del consola.ment~ edel cosiddetto baptismum sPiritutile aHa tradizione liturgtca della Chiesa pr:mitiva. Lo stesso deve dirsi della fractio ptmis, ehe, secondo la testimonianza di Rainer:o Saecoru, i catari « quotidie faciunt tam in prandio quam in eoena» (2) e de!la poeniten~ ehe ci riporta ch:awnente alia prassi della eonfessione pubbliea del cristianesimo primitivo (3). VIII. Contro la tesi delle origini neotestamentarie del pen, siero eretieale. ehe abbiamo finora cercato di dimostrare, par' rebbero recare serie obiezioni alcuni passi delle fonti ehe ci restimoniano indubbie infiltrazioni maniehee nelle dottrine professate dai eatari intomo a1 12.00. e (I) Un tram neo-mamcheen cit., appenpice, pag. 49· (2) Summa Raynerii, ed. DoNDAlNl! cit., pag. 65· (Jl Summa fratris RPynerii, cit., pag. 67. t,atris Ossero4zioni sulle eresi« medioevali 141 Bonaccorso ci dice infatti che i catari credevano « diabo, tum esse Solem. Lunam esse Hevam, etper singulos menses dicunt eos fornicari» (I). IE it Moneta. di :rincalzo: « Dicunt en;m quod Sol et Luna et aliae Ste1lae Daemones sunr, adiicientes quod Sol et Luna semel in mense adulterium com. mitruat, quod in Astronomia legitur de coitu Solis et Luna. Dicunt etiam quod tOS ex illo coitu spargitue super amm et super terram, quod istam elaeitarem amittent1 et habebunt earn salvandi qui ex semine angelico, scilicet qui eX Adam generati fuerunt: credunt enim et dicunt spiritum Adae An, gelum fuisse ex quo omne genus hominumpropagatur super faciem terrae et hoc credunt Apostolos dixisse, Act. XVU, 26 « Fecitque ecc- ». Credunt etiam quod sicut caro ex came per coitum nascitur, ita spiritus ex spiritu procreatur; dicune enim quod Adae spiritus qui erat coelestis Angelus ex mandato Dei venit ad videndum qualiter Lucifer elementa distinxerat et rerum species ex eisdem. antequam homo esset in terra, quem Lucifer apprehendit et in corpore carnis velut in carcere reclusit dieens ei (Matt. XVIII. 26) redde quod de. bes, idest: subnce te carni humanae. Adam autern procidens, rogabat eum dicens: ~tiam habe in me ildest dimitte me sic, et ego omnia .,eddam tibi, quod multum tibi serviam. Sathan autem noluit eum sic dimittere, sed inc1usit eum in corpore luteo, donee debitum universumredderet. idest l:b:, dinem et luxuriam camis l=um Evaexpleret» (2). La stretta connessione tra Ie funzioni del Sole e della Luna, considerati come i vascel1i creati da! Dio Buono per riportare nel regno della Luce gli elementi di essa l:berati. e la funzione dei sessi per' analogia dal .Dio malvagio onde perpetuare nelI'atto camale la prigionia della Luce; e l'identi·ficazione di Adamo con una Greatura angelica inviata dal Dio buono per vedere come Lucifero aveva distinto Ie cose create e da Satana fatto pr~gioniero e rinchiuso in un corpo di came, sono elementi cosl carratteristici della tradi. zione rnanichea che non possiamo non riconoscerli di primo acchito. Ma la forma conrusa eprdfondamente alterata con 1a quale queste venature di manicheismo vengono accolte nel. la dottrina catara ci dimostrano subi.to ehe ci troviamo di crean (I) (z) Manifestatio in "Patr. Lat. )) 204, col. i77. Adversus Catharos et Valdemes cit., pag. IIO. BoNACCORSO, MONETA, RatJaeUo Morghen fronte non tanto agli mflussi di una precisa tradizione di pensiero affidata a documenti scritti, quanto piuttosto agli echi di una lunga e complessa trasmissione orale di miti e di leggende, largamente rielaborati dalla fantasia popolare- In essa il Sole e i1 Diomalvagio, la Luna ed Eva non sono sempre distinti come nella cosmogonia manichea, in quanta i1 Sole e la Luna eiportano nel cielo [a Luce ehe il Dia del male. con l'accoppiamento dei sessi, si sforza di trattenere prj, gioniera nel mondo della materia. rna si identificano addieittun con i loro contrar.l Non vi piü nel cosmo un'azione riscattatrice della Luce, rna solo l'accoppiamento sessuale del Sole-Diavolo-con la Luna-Eva. ehe assurge addirittura al significato di trionfo complete del Maae nel rnondo v.sibile. Non e da escludere ehe questa deformazione del mito rnanicheo sia stato origiaata, nella spiritopopolare, da tradizi'oni iii carattere astronomico e astrologico (in Astronomia legitur) e dallo stretto nesso ehe anche it volgo di tutti i tempi riconosce esistere tra Ia vita sessuale della donna e la luna. Ne! testo riportatoci dal Moneta. Sole e ia Luna Clppalono invece distinti da1 Diavolo e da Eva e illoro accoppiamento produce una spec:e di rugiada attraverso la quale sembra (quantunque it testo sia piuttosto oscut"o) che i due astri, disperdendo Ja lora lurnimosita, (istam claritatern ammittent) acqui"stino il patere di salvare tutti colora ehe sono nati da seme angelica. eioe da Adamo. Ma 10 sforza palese anche in questo testo di adattare I'in, terpcerazione della cosmogonia manichea in una forma cosl aliena a queUa tradizione, come laparahola evangelica del servo malvagio di Matteo XVIlI. ci mostra con evidenza il b.isogno assol':'tamente~valente su ogni altro interesse spi; cltuale. proprIO del ca.tarlSmo del '200. di adeguare tutte Ie sue credenz~, da qualsiasi orighie potessero a lui proven ire, negli schernI e nei fondamentali atteggiamenti di pens;ero del Nuovo Testamento. concepito come Ja fonte prima. unica. assoluta di ogni verita. si puo agevo1rnente sostenere ehe il COS! de~to neomanicheisrno medievale. nel suo sforzo di ,propagare la sua dottri.na. si valesse, come di un mezzo, di tutti gli argomenti ehe iJ Vangelo potesse fornirgli a favore di essa. po:ehe a questa tesi eontnstano nettamente it fatto che, prima del 1200 non si abbia, come abbiarno vista, nessuna testirnonian- e a Ne Osservaziooi sulle eresi« medioe'flali 143 za probativa sicura di una precisa influenza della tradizione manichea nel pensiero eterodosso, e il valore assolutamente predominante ehe Ia tradizione scritturale neotestamentaeia ha in...ece esercitato sugli orientamenti spirituali di tutti i movirnenti ereticali del Medioevo. Non quindi la tt"adizione neotestamentaria ehe serve ad avvaloraee una pretesa reviviscenza della dottrina maniehea, rna sono jollvece infiltrazioni lontane di questa dottrina ehe vengono a innestarsi, in un eerto memento nel bloceo incandescente ed ancora fluido del pen, siero ereticale, originatosi dall'incontro diretto e senza mediazione di cultura 0 di interpretazioni ufficiali, delle spirito del popolo nuevo, sorto in Europa dopa il 1000\ con le veritä luminose, rna spesso sconcertanti e difficili a intendere, del VangeloAnche sulla provenienza e sull'epoca di queste inflltrazio. ni manichee nella dottrina catara abbiamo testimonianze ab, bastanza precise. Esse non si trovano nelle fonti anteriori alla fine del secolo Xllvperche anche I'accenno di Ademaro di Chabannes al manifestani dell'eresia « manichea » in Aqui. tania, ai primi del secolo XI, deve interpretarsi, come ahbiamo visto, nel senso di una caratterizzazione teologica di atteggiamenti eretieali dualistici. piuttosto ehe come una preeisa indieazione della loro origine storica. !Esse si trovano invece in Bonaccorso. ehe scr:ve alia fine del secolo XII. e specia.1mente nei eontroversisti eattolici dei primi del '200, quali Ra:nerio Sacconi eilMoneta. Appunto Rainer;o Sacconi. ehe per ben 17 anni appartenne alIa setta catata, nel darei l'elenco delle varie chiese eatare. cita in fine la « Eccle_ sia Burgariae» e la « Ecclesia Dugunthiae» e aggiunge « et omnes habuerunt originem de duabus ultimis» (I), A parte 1a generieiti della prima indicazione «( ecc!esia Burgariae») e la diffieolti dell'identificazione de:Ua misteriosa Dugunthia, ehe puc, rieonoscersi in localicl diverse simate in un territo, rio vastissimo ehe va, a un dipres~. dalla Macedonia alIa Bessarabia (2). 'Pare diffiei.le ammettere ehe Ie origini prime di tutto il catarismo europeo si debbano ricercare in un'unica e Summa tratns Raynerii cit., -pag. 70. S¢lmma tratris Raynerii cit., I.. c. l..D Schmidt identifico Dugunthia in Tragurium (Tracia}. H Leger ha proposto una Drogowetia (Drog()vic;a) in Bulgaria, a1tri Dinnigutia, antica citta della Me. sia situata suI Danubio. . II) (2) 144 RafJaello Morghen 1ocaJitl· Molto piü probabilrnente Rainerio Saceoni ci da testimonianza delle eelazioni ehe, a1 suo tempo. s'erano strette vive e tenaci tra le sette catare italiane e le sette bulgare dei Bogomil, ehe erano sorte e si erano affermate gia da tempo nei Balcani, con atteggiarnenti in parte simili a. quelli del catarismo occidentale (I). Sempre secondo il Sacconi, Nazario, vescovo cataro, avan, ti a lui e ad altri, avrebbe affermato « quod beata virgo fuit angelus et quod Christus non assumpsit naturam humanam sed angelicarn et corpus coeleste- Et dixit quod habuit hune errorem ab episcopo et filio maiore ecclesiae Bulgariae, iam fere elapsis annis LX », cioe verso :1 1 I go, se il Sacconi, come appare dall'expWcit della sua opera, scriveva nel 1250 (2). Perehe tanta CUTa, da parte dell'antico eresiarca, nel registrare l'origine di queste credenze di evidente earattere manieheo, e nel determinare l'eti stessa in cui queste influenze lontane saeebbero venute a contatto col mondo ereticale italiano, se in lui fosse stata viva la coscienza ehe certe dottrine avevano nella sua setta una traditione ben piu antica di mezzo secolo? La testimonianza del Sacconi ci con£erma perciö ehe certi apporti manichei, difIusi nell'oriente balcanico e mutuati da1 catammo europeo probabilmente attraverso la setta bulgara dei Bogomit. sono p:uttosto tardivi, :rispet~o al fiorire dei primi movirnenti ereticali del Me<iioevo, e assolutarnente in_ . sufficienti comunque a spiegame l'origine. Per affinita di atteggiamenti era naturale ehe quanto viveva ancora nel mondo mediterraneo dell'antico dualismo cosmogonico manicheo, sia (I) V. A. CRONIA, II Bot-gomilismo, Roma 1925, ehe raeeoglie quanto conosciamo in proposito. Le somiglia,nze tra it Bogomilismo e :J Catarismo sano ementi: l'aborrirnento di ogni fonna di culto esteroo, il ripudio dei sacrarnenti, la eondanna pel mat,rimonio, it dualismo. Nel dualismo dei Bogond ci sono ind'ubbie tracce &i ma~heismo, mescolate pera a.nche a residui di un <J,ntico duaiismo naturi5tico, proprio della re~one primitiva ~Ii slavi. Ln ogni modo anche ,presso i Bogomil il ritorno a1 Va,n:gdo e I'aaesione alia lettera di esso costituiscono' i4 ,princiopio basilare e I'orientamento assolutame.nte .predominante de).!.a se.tta. A,ppare evidente ehe it Bogornilismo sorge neU'Oriente balcarico per glir stessC impulsi ehe hanno determinato it sargere <ielle eresie occidentali, 311che se si e coic:ftto di akuni. rißes.si speciali dovuti aU'ambiente culturale diverso. (z) Summa ft'lltris Raynmi cit .• ,paß. ']6. L'ex.plicit della Summa e oil seguente: • Anno Domini MCCL cornpiJatum est fidd.iter per dictum fr,llrem Raynerium ... ». Osseroazjoni sulZe e,esiemedioevali 145 pure nelle forme quasi irriconoscibidi di miti popolari, venisse convogliato nel grande movimento del dualismo etico del catarismo, Ma questo aveva, come abbiamo visto, ben altre oeigini- II manicheismo rapprese:ntava un relitto traspoetato dalla grande corrente .ereticale. non la prima scaturigine di essa; una scoria del passato, non ungerme vitale. Qualora si volesse ammette:re il contrario bisognerebbe ancora spiegare come mai, al priacipio del sec. :x:J. si manifestaase in tutta l'JEuropa, quasi conremporaneamente, un co, mune spirito religiose che aveebbe dato a quelle antiehe dot, trine nuovo vigore e un valore assoluto; occorrerebbe spiega.-e il perehe di un tale simultaneo orientamento delle coscienze, e ricercara quali nuovi sentimenti e quali nuovi ideali erano alle origini di esse. Si dovrebbe, in una parola.tornare a motivi di una portata molto piu vasta e di una efficacia molto piu profonda, che non [a suggestione di una lontana e fantasiosa mitologia cosmogonica, IX. II sorgere delle prime eresie dualistiche ed evangeliche del Medioevo trova invece la sua naturale spiegazione in queI vasto movimento di coscienze ehe, proprio ai primi del se~o_ 10 XI. contraddistinse l'in:zio della grande lotta per 1a riforma della Chiesa. Riforma della Chiesa voleva significare riforma di tutta Ja vita religiosa, politica. sociale. ab imis fundamentis; riforma esteriore ckDa societ:a dei credenti. nei poteri dello Stato e nelle SUe relazioni con la Chiesa e con l'individuo: an,. nunciava. in una parola, un movimento destinato a sconvolge_ re e tJrasformare tutte Ie forme della vita medkvale. Ed cer_ to chegli ideali di rinnovamento dell'individuo e della societa, della coerenza morale e del ritomo aJ.1a purezza evangeIica. ehe di quella lotta sono i principali motivi ispintori, come gli odi e Ie passioni. i risentimenti e Ie aspirazioni che essa scateno e accese, costituirono l'humus spirituale da cui tJrassero alimento e iJ. movimento della ruorma monastica, egli atteggiamenti della riscossa .del Papato di fronte aJ.po~ere laico, e la nUova coscie:nza religiosa e civile del laicato e delle nuove dassi popolari ehe si affacciano ilia storia: l'eresia medioevale in gran parte. l'espressione di questa nuova coscienza religiosa laica. ehe l'eresia medievale abbia tJratto origine dal vasto rnovimento per la riforma della Chiesa p:uttosto ehe dal tardivo e e, Jfrthivio d.UQ R. DtpUUlziont romana di Storia pa/ria (A, LXVII). N, S. VoL X, 10. RafJadLo Morghen risorgere di una. antica gnosi, ci viene testimoniato anche da un altro fatto di grande rilievo: dal valore add:nttura centrale attribuito da tutte le sette al problema ecclesiologico e dalla fiera e costante opposizione di tutti gli eretici, dell'Xl secolo come dei secoli successivi, alia Chiesa Romarfigueara concordemente nella meretrice dell'Apocaliss., nella Babilonia della prima [ettera di Pietro, nella « !Ecclesia mali, gnantium» 0 nella « Ecclesia diaboli)), adulteratrice della pura tradizione dell'E vangelo, in contrapposiziona all' ({Ecclesia Dei», unica ~ontinuatrice ~egittima della ttadizione apostolic a della Chiesa primitiva, attraverso ilpenoso tirocinio delIa persecuzione, delia povertl, della solferenza. E' senza dubbio superfluo documentare tale decisa oppo_ sizione alla Chiesa ufficiale, e l'aspirazione ad un'altra organizzazione della Chiesa pili aderente ai dettami del Vangelo. neHe manifestazioni ereticali dei secoü XI e XII, ehe abbiarne sopra esamina~: tale opposizione negli eretici di Aquitania, di Orli:lr.s, di Monteforte 1a conseguenza necessaa-ia delle loro posizioni ideali; nella dottrina di Pietro di Bruys chia_ ramente espressa nella :negazione del culto esterno, del valore <f~i Sacrame~ti. e .delle opere; da Arna.Jdo da Brescia e espli. cltamente dlchlarata e pr<>Clamata nella loaa senza quartiece <he egli condusse contro il Papa~o e 1a Chiesa Romana, oltre ehe sui ~mpo religioso. anche su quello politico. Ma opportuno rl'levare come ,perfino i Patari, ehe in un primo momento, sotto la predominante influenza cl: un protettore come Ildebrando, furono gli alleati piiI potenti e piu attivi della Ch:esa Romana nel·la lotta contro :1 clero concubinario e simaniaco. tradivano, cia non d.i meno, 1.1 loro decisa ten ... denza .1 una Chiesa di popolo. non accentrata intorno at pote ... re sacerdotale, e isp;nta soprattutto .11 motivi dell'adesione plena e assoluta ana paroh del Vangelo: ideale ehe mal si adattava alIa Chiesa Romana quale appariva agli occhi degii uomini del secolo XI. II ripudio della messa eelebcata e dei saeramenti amministrati da sacerdoti indegni, costitul la manifestazione piu evidente di questa tendenza anti ... sacerdotale ehe, in proseguo di tempo, doveva portare fatal, mente 1a Patma nel campo della decisa ribellione aRoma (1). e e e (I) San Pier Damiani aveva avvertito chiaramente eic, quando. ck>?1orando gli ecU$Si <lei Patan di Firenze, lamentava ehe essi non Osservazicm. sulle eresse medioevali 147 Ma dalla fine del secolo XII, la rivolta contro Roma e la condanna della Chiesa Romana costituiscono, sipuo dire. il fulcro di tutte le dotteine ereticali e l'esigenza fondamentale in cui le diverse sette trovano la loro ideale units. L'opposizione insanabile tu le due Chiese, la « IEcclesia Sanctorum» del Salmo 149. I. e la « Ecclesia malignantium » del Salmo 25. v, ormai nettamente chiarita nella coscienza di tutti gli eretici (1)' La D'sputatio, tante volte citata. nota: « In hoc concordant Pauperes de Lugduno cum Pauperibus Lombardis contra Ecclesiam, quod Ecclesia Romana, tenendo cursum quem tenet, non est Ecclesia Chr:sti sed Eccles'a maligna » (2). E secondo Stefano di Barbone. i Valdesi affeemavano « Romanam Ecclesiam esse meretricem, Babylon et omnes ei obedientes dannari » (3). Il Moneta cerca di stroncare alIa base queste affennazioni, sostenendo ehe la Chiesa « est congregatio fidelium» e ehe questa « est iUa Ecclesia quae dicitur Ecclesia Ramana quidquid aemu1i fabulen· tur» (4). Ma i1 precetto evangelico di giudicare ogni cosa dai frutti (5). il criterio di valutazione ehe gli erecici concordemente gli contrappongono. non senza riecheggiare. sia pure inconsciamente, lontane influenze del pensiero «desiologico agostiniano, quale era stato formulato nel De civitate Dei: ({Fructus fidei romanae malus sit - dicevano gli eretici fides eius mala est»; « •••decem partes ecclesiae romanae ma. lae sunt ...• pocius ergo debet dici Ecclesia diaboli quam Dei: fides If"omanae ecclesiae mortua est, Il"omana ecclesia mortua est » (6). D'altronae la Chiesa di Rorna ha consuetudini « quae in Evangelio nec in alio libro Novi Testamentj non su·nt scrip. tae, nec potest ostendi quod fuerint in Ecclesia primitiva » (7)Come puo -quindi affermare di ~ntinuare 1a tradizione di es· e e ne ne riconoscevano piu Papa, ne re, sacerdote e eheper loro colpa di mille uomini era.no morti in Firen.z.e senza sacramenti. V. R. MORGHEN, Gregorio VII, Torino, 1942,pag. (I) MONETA, Adversus Catharos, cit., pag. 38<). (2) Disputatio cit.. col. 1779. (3) Tractatus de Haeresi ecc. cit., col.. 1779. (4) MONETA, Adversus Catharos ecc. Cit., pag. 390. (5) MONETA, Adversus Catharos cit., pag. 390: Matteo VII, 17, 18, Arbor ex fructibm c·:)gn<Jscitur. (6) MONETA, Ad::,,;;s Ca~!:aros cit., pag. 391. h) MONEn, op. e 1. citt. p:u RatJaello Morghen sa? I due canoni fondamentali di tutta l'ecclesiologia ereticaIe, l'adesione piena e assoluta a1la lettera del Vangelo, e la continuitä della tradizione della Chiesa Apostoliea sono qui esplicitarnente e chiaramente dichiarati, Ana Chiesa Romana gli eretici applicano di contro tutti i passi ehe nel Vangelo riguarclano gli scribi 0 i farisei (I). L'ideale della povertä evangelica appare gil a discriminare nettamente, nella coscienza dei contemporanei, la « Ecclesia Christi » dana « Ecclesia Romana ». La « Ecclesia Christi) era povera, aveva bisogno di tutto, dava tutto ai poveri. La Chiesa di Roma « in divitiis, induta purpura et bysso, lasciva epulatur splendide, non laberat manibus suis, otiosa devorat aliorum labores, et male .. dicit» (2). La « Ecclesia Cbristi » era disprezzata dal mondo, la Chiesa Romana accaeezzata e blandita- « Ecclesia Dei non occidebat, non iurabat, Ecclesia Romana hoc facit » (3). La prima era tlistretta a una piccola sch:era eli petfetti [pauca est), l'altra « dilatataper orbem» (4). Nella Ecclesia Dei « non fl.lerunt oedines Augustini et Benedicti, neque arohiepiscopi, primates. cardinales. archidiaconi, acolythi et exorcistae. Iectores. ostiari, cantatoees vel saoristae ) (5). La « Ecclesia Ramana benedicit carrocia parata ad proelia iniusta» (6). Essa percic la « mulier sedens super bestiam »)dell' Apocalissi e la Babilonia della lertera di Pietro, e non ,puc in alcun modo identificarsi con la Chiesa qual'e adombrata nella lettera di Paolo agli Efesi V, 25: « Christus dilexit Ecclesiam et se ipsum tJradidit pro ea, ut ilIam santificaret •.. ut exhiberet jpse sibi gloriosam Ecclesiam non habentem maculam aut rugam». La Disputa:t;·o cosl commenta: « Verba Pauli sunt; ramana ecclesia habet maculam et rugam, quia sunt adulteri, avari, ambitiosi, lupi rapaces· Non est ergo illa ecdesia. Ergo ipsi credere non debemus, sed nostra est Ecclesia ubi sunt homi, nes iusti et casti, non mentientes, non &audantes» (7). Cosi il criterio patarinico della validid del sacerdozio solo e e e (I) MONETA, op. el. citt.; Matteo XXIII, 24, 13, 29: Luca II, (2) MONETA, op. cit., pag. 393. (]) MONETA, op. cit.,pag. 394. (4) MONETA, op. cit., pag. 395. t,' :-rONETA 09. e 1. citt. ~tl)MONETA, op. cit.. pag. 397. (7} Disputatio cit., co1.. 1751. n. Osservaziooi mile eresie medioeoal; 149 e in funzione della dignitä morale del sacerdote, concordemente. affermato sulla base dell'altro famoso passo della lettera di Paolo a Timetee I. 5: « Oportet episcopum ireepeehensibilem esse, unius uxoris virum. sobrium, prudentem, ornatum, pudicum, hospitatorem, doctorem, non molestum, non percussorem, non [mmodestum, non cupidum, suae do, mui bene dispositum, filios habentern subditos, cum omni castitate » (I). Come poteva la Chiesa di Roma, alla luce eLi queste testimonianze evangeliche, arrogarsi il diJr;tto eLi rappresentare la chiesa di Cristo? Per gli eretici era assurdo pen, sare perfino ehe essa avesse potuto aver inizio da Cristo e da Pietro! A questo proposito non rifuggivano perfino dal cavillare ingenuamente sui testiper provare il loro assuntoPaolo nella lettera ai Galati III, 24 aveva detto: « Lex paedagogus noster fuit in Cristo, ut eX fide justificemur. At ubi venit fides [am non sumus sub paedagogo »- E gli eretici sus' sumevano: « Prius ergo non erat fides, ergo prius non erat Ecclesia». Cristo aveva detto in Matteo XVI. IS: « Tu es . Petrus et super hane pettam aeJifu:abo Eeclesiam meam », E gli eretici commentavano: « Si !Ecclesia at<Jificanda erat. ergo nondum erat » (2), Perfine la venuta di Pietro aRoma e Ja presenza delle sue ossa nella Citta Eterna erano dagli eretici decisamente negate (3). L'origine della Chiesa Romana per essi del tutto umana e si rannoda alJ.'impero dl Cesare e ai nomi di papa Silvestro e di Costantino, non ,piu celebrati come .co~oro ehe primi esa1tarono « ad astra.)) la Chiesa di Cristo. uscita appena dalle catacombe, rna gil rappresentati l'uno come « i1 primo noco padre)) e l'altro come l'infausto autore della donazione ehe corruppe la purezza primitiva della Chiesa apostolica: « Romani pontJices et qui eis adhaerent. non sunt successores Petri sed Constantini. nec a Petro incoepisse Ee, clesiam, sed a Constantino vel a Silvestro. D:cunt enim quod cum Paulus venisset Romam, sancti qui tunc Romae erant. quia e~ ab imperatoribus Romanorum capi'ebantUtt'. deridebantur, earcerabantur. et ~ontradicebatur eis fere omnibus et occidebantur. Tune autem Roma impeil'ium mundi tene.. e (I) Disputatio c:t., col. 1753. MONETA. op. cit .. pag. 318. (2) MONRTA. op. cit., pag. 408. (3) MONETA. op. cit .• pag. 41 I. Raffaello Morghen bat. Illud autem imperium Julius Caesar vindieavit sibi in supeebia multa et rapina auferens illud ab a1;0 imperatoreIstud imperium tenuit Roma usque ad tempus Constantini, qui in eodem imperio superbe successit, et sicut habebat tradivit Silvestro. qui fuit papa huius romanae Ecclesiae et om' nia insigna imperii illi tradivit, scilicet coronam imperialem, chlarnidem coccineamvpalatium Lateranense et potestatem atque dominium mundi, sicut ipse habebat. Sed ipse habebat hoc per violentiam et eapinam, sicut Julius Caesar et alii praedecessores sui, ergo Silvester qui ilIa accepit, iniuste et per rapinam ilIa possedit » (I}. L'Impero di Rorna era stato fondato, secende Ia nota con... cezione agostiniana, con la rapina e con la violenza; Ia Chiesa Romana ehe ne aveva eaocolte, per 1a donazione di Costantino, le spoglie, ne continuava quindi la tradizione di rapina e di violenza- Non si poteva proferire condanna piu netta del Papato e della Chiesa di Roma, Ad essa gli eretici applicavano pet'~io la profezia di Daniele VUI, 20, del1'ariete e del montone e in Silvestro, « viribus Constantini eeboratUS» vedevano impersonato il « rex impudens» dell'antica peofezia, se non addinttura I'Anticristo. Alla Chiesa Romana non era quindi leci~oesercitare akuna autorita, ne scomu, nicare., ne emanare nuove costituzioni (2). D1 contro alla condanna recisa della Chiesa quale si era venuta configuranclo nella storia. attraverso circa un millen, nio di vita. l'eresia med;evale fissava il suo ideale in un anti, st.orico ritomo ~ ~hiaa primitiva. ehe poteva parere £rutto dl astra~o sempl!C1Smo,rna ehe nello stesso tempo tneva vigore dl concre~ezza dille profonde esigenze morali ehe erano alIa base cosi del mov,imento della Riforma della Chie, sa come dell'eresia stessa· Tm tali esigen~ quella della coerenza assoluta tra Ie as~A'azioni dell'uomo interiore e Ie manifestaz:oni dell'attivita ipratica. t:ra gli ideali professati e l'attuazione concreta di essi. era fondamentale e sve1ava an, cora una volta i catatteri essenziali delle prime onigini del movimento errt..ca1e. A questa esigenza erano naturalme.nte associati l'Kieale della liberta spirituale e l'intima coscie.nza della digniu dell'individuo. come volonta realizzatrice. tesa (I) MONETA, Adversus Catharos, cit., p3g. 409· (2) MONETA, cp. cit., pagg. 263, 412.444. Osservazioni sulle eresie medioevaili 151 in un inesausto anelito di perfezione. Perciö .gli eretici sostenevano di essere gli unici legittimi discepoli di Cristo e degli Apostoli, e gli uniei rappresentanti qualificati della sua Ch:e.sa (I). Contro la legge della Chiesa e Ia sua tradizione, essi si appellavano direttamente alla legge del Vangelo e alIa parola di Cristo. Contro l'autoritä dei sacerdoti ehe erano venuti meno ai precetti fondamentali della legge cristiana, essi si appellavano alla coscienza del giusto ehe ristabiliva, al di Ia e a1 di sopra della mediazione i eontatti di un saeerdozio degenere, diretti coo Dio, attraverso le ispirazioni interiori della coscienza, e l'adesione spontanea e completa alla lettera e a110 spirito della parola divina s « Soli bono obediendum est, quia ille solus habet potestatem Iigandi et solvendi )).(2.). E' queste i1 precetto fondamemale espt"esso dalla coscienza eretieale del Medioevo; e in esso appaiono eompletamente fuse le es.genze di coerenza morale e dell'individualismo reli .. gioso, ehe costituivano le piu profende radici di essa· RAFFAELLO MORGHEN (I) TTarl4tUS de haeTesi, cit., col. 1783. (2) MONETA, Advf'TSUS Catharos cit., pag. 436.