I Protagonisti del Design
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I Protagonisti del Design
I Protagonisti del Design Matteo Ragni Direttore editoriale Gualtiero Viganò Direttore Paola Tincani Stampa EBS Editoriale BORTOLAZZI-STEI s.r.l. Direttore responsabile Paola Tincani Registrazione n. 367 del 01/07/2011 presso il Tribunale di Milano Numero iscrizione ROC 6800 del 10/12/01 I Protagonisti del Design Pubblicazione periodica quattordicinale © 2011 sulla collana Hachette Fascicoli s.r.l. Realizzazione RG communication con la consulenza di Anna Mainoli Matteo Ragni Collana a cura di Vando Pagliardini Volume a cura di Alessandra Coppa Sommario Biografia 6 Galleria dei progetti Moscardino 16 Fly 18 Leti 20 TobeUs Sunglass e Suncup 22 Chocopirin-A 26 Ninfea 28 Tulip 30 Vigorelli 32 W-eye 34 Carte da parati 36 Atelier 38 24 Focus Un ritratto di Matteo Ragni. © Max Rommel. Prodotti per Camparisoda 42 Cronologia illustrata 46 Referenze iconografiche 48 6 U n “pensiero poetico solido”. Questo è il filo conduttore, rintracciabile nella produzione di design di Matteo Ragni, raccontato con Giulio Iacchetti nell’introduzione del piccolo testo 20 oggetti a reazione poetica (Compositori, 2003) dove i due designer dichiarano l’alterità degli oggetti realizzati sia dal mondo dell’arte sia da quello dell’artigianato, ponendo la “dolce e ferrea logica del progetto industriale” a fondamento del progetto di design. Il progetto è guidato non dall’artificio, dal gesto iconico fine a se stesso, ma dalla morfologia dei materiali. L’atto creativo “ascolta” prima di imporre, prima di generare non solo funzioni ma anche emozioni. In bilico tra poesia e funzionalità Ragni è profondamente convinto che “spesso l’ispirazione nasce dalla ricerca di una funzione, a volte di un’emozione che poi trascina con sé anche una funzione” e crede “in un progetto emozionale, che sia rappresentazione tridimensionale di un atto poetico”. Ne sono un felice esempio oggetti come il porta fiabe Pietro resta nella foresta, il tagliere per briciole Matteo Ragni Pietro resta nella foresta è una piccola libreria per contenere i libri di fiabe, un oggetto funzionale e didattico, ma anche uno sgabello sorretto da magici alberi di differenti essenze. Nella pagina a fronte, Pollicino, tagliere per briciole di pane. Ideato con Giulio Iacchetti per SINEQUANON, è un oggetto provocatorio e sostanzialmente inutile che invita a riflettere sulla ingiusta distribuzione delle risorse alimentari, 1999. di pane Pollicino (1999, con Fernando Contreras Wood e Iacchetti), pensato per eseguire operazioni di estrema precisione come quella di dividere una briciola di pane, oggetto provocatorio e paradossalmente inutile, oppure il visionario osservatorio personale per veder le stelle anche quando non ci sono E quindi (ri)uscimmo a riveder le stelle e la Chocopirina (2007), una piccola pastiglia di cioccolato per alleviare stati emotivi tristi. Ragni lavora ponendo la sperimentazione al centro e mettendo sempre in dubbio gli oggetti del passato e del presente. Buon senso, combinazione gioco-poesia, più che la ricerca di uno stile alla moda, dalla Bacinella domestica in plastica sviluppata nell’ambito dell’iniziativa Design alla Coop – che rappresenta la quintessenza della sua cifra progettuale: “niente di nuovo, solo l’apporto di qualche miglioria: una forma funzionale all’appoggio al fianco, le istruzioni stampate sul retro, una mini bacinella a incastro destinata a ospitare piccoli capi di biancheria o mollette”– ai raffinatissimi occhiali in legno curvato W-eye. Caratterizzati da un design 7 Matteo Ragni 8 A destra e nella pagina a fronte, E quindi (ri) uscimmo a riveder le stelle, limited edition per Danese in occasione del Sun di Rimini (8-10 ottobre 2009): il progetto di questa scatola che riproduce sulla propria superficie le dodici costellazioni zodiacali vuole aiutare, con un po’ d’ironia, a ritrovare l’emozione di guardare le stelle. discreto e carico di immaginazione, i progetti di Ragni nascono da una poetica semplice, dall’osservazione attenta di tutto ciò che ci circonda, alla ricerca di nuove modalità di interazione con gli oggetti d’uso quotidiano. Gli oggetti prodotti da Ragni presentano una forte componente narrativa, si configurano come “riscritture” dell’esistente, variazioni sul già creato per il gusto di crearlo meglio. Come due oggetti pensati per abitare la città: Ponchotaxi (Invicta, 2007), un oggetto che cerca di risolvere uno dei micro problemi quotidiani come quello di spostarsi in bici sotto la pioggia, da utilizzare anche in due, per stringere amicizie; e gli ironici Guanti segnaletici, (Notcom, 2005 con Iacchetti), un guanto urbano, da usare in bicicletta o quando si cammina. Due scritte visibili anche al buio: “stop” da una parte, “grazie” dall’altra. Per comunicare velocemente agli automobilisti distratti. Lavori ironici, sorprendenti, originali, economici, democratici, accessibili ed eleganti che non rinunciano mai al predominio dell’utile sul bello fine a se stesso, che presuppongono un approccio rigoroso ed etico al progetto, in cui la funzione non è mai, in nessun caso, subordinata all’estetica. “La funzione oggi è un requisito scontato per un oggetto di uso comune e, a mio avviso, tutti i prodotti industriali dovrebbero portare con sé un messaggio concettuale”. Il suo approccio, che lui stesso definisce “rinascimentale”, è quello dell’”imparare facendo”, dove il design emerge da un incontro: tra persone e competenze, tra materiali e forme, tra desiderio di bellezza e necessità. Per Ragni fare il designer oggi significa non solo progettare ma anche soprattutto saper creare connessioni tra mondi, tra tecnologie, linguaggi e culture. È un lavoro di relazioni dove ancora oggi i rapporti umani sono fondamentali: “per me progettare significa andare oltre al proprio orizzonte, farsi contaminare e soprattutto contaminare con il germe buono del design, fatto di forma, funzione ed emozione”. Più che all’ecodesign, Ragni crede ai progetti nati dal buon senso: “penso che il designer sia co-responsabile, assieme all’azienda e il consumatore. Credo però che il nostro compito sia anche Bacinella, è un contenitore a incastro in plastica che presenta una forma funzionale all’appoggio al fianco, con le istruzioni stampate sul retro, destinata a ospitare piccoli capi di biancheria o mollette, Coop 2005/2007. 9 10 quello di educare ai consumi e io cerco di farlo con il buon senso, che non rinuncia a usare la plastica o a fare una nuova sedia”. È il caso di TobeUs, marchio per una serie di macchinine giocattolo di legno massello nate da un humus fatto di amicizia, progettazione partecipata, ecologia del processo costruttivo. Matteo Ragni è uno degli ultimi designer a formarsi in una facoltà di architettura. Dal secondo anno di università comincia a frequentare lo studio dell’architetto Carlo Pagani, allievo di Gio Ponti e inizia così ad appassionarsi all’architettura dei maestri “umanisti” milanesi come Magistretti e Castiglioni che fanno design nel solco della tradizione. Anche se elegge Bruno Munari come riferimento su tutti: ”vorrei Munari come padre spirituale per la capacità di parlare a tutti senza cadere nel vizio della forma e Gio Ponti, che è il padre di tutti noi”. Come omaggio a Munari, Ragni progetta Leti per Danese, un oggetto ibrido tra una lampada e un fermalibri, con il quale nel 2008 vince il Wallpaper Design Award 2008. Ha solo 22 anni quando la Ravarini-Castoldi nel 1995 mette in Ginko, è un tavolino da usare dove serve, adatto soprattutto per lavorare al computer stando seduti sul divano; sulla sua superficie di vetro è stampato lucido su opaco un decoro floreale, Livit, 2007. Sotto, Mensola Doppiafila, produzione Fiam, 2012. Matteo Ragni Fettexfette, è una tortiera “che fa le fette”, con scanalature predefinite che permettono di ottenere porzioni di dolce della stessa misura, Guardini 2007. Sotto, “Giardino zen all’italiana”, produzione Pimar, 2012. produzione il suo primo progetto, un leggio: “mia madre mi vedeva studiare chino sui libri… da qui l’idea romanticamente leopardiana di progettare un leggio pieghevole”. Laureatosi al Politecnico nel 2001, come prima esperienza professionale dà vita allo studio Aroundesign con Giulio Iacchetti (1998-2005) con il quale nel 2001 vince il Compasso d’Oro per la forchetta/cucchiaio biodegradabile Moscardino (Pandora Design), ora nella collezione permanente di design del MOMA di New York. Il valore di questo oggetto è soprattutto da ricercare nell’aver individuato una situazione sociale emergente, quella dell’happy hour, e nell’aver risolto il problema dell’usa e getta attraverso materiali biodegradabili con una forma piacevole e funzionale, o meglio “bella perché giusta” per quel tipo di contesto. Ragni e Iacchetti si incontrano al Politecnico nel 1997, lavorano insieme pur mantenendo la loro propria individualità creativa. Li accomunano la passione per il progetto, la curiosità del fare, la semplicità domestica della quotidianità. Ma anche l’importanza di una idea forte, 11 Matteo Ragni 12 Ponchotaxi, è un poncho antipioggia per la bicicletta, pensato per essere utilizzato anche in due, un progetto socialmente utile, per stringere amicizie, per tornare a parlarsi, per sentirsi più vicini, Invicta, 2007. sempre al centro del progetto inteso come processo che indaga usi e consumi consolidati dell’abitare, in cui introducono elementi intriganti e fortemente caratterizzati. Aroundesign evoca un’idea di progetto, un metodo progettuale che segna il passaggio da un design individuale a un design di relazione: “con Aroundesign abbiamo cercato il confronto, riconoscendo il dibattito come valore aggiunto del progetto. Rispetto al passato stiamo assistendo alla nascita di una design community, una rete di persone e competenze a maglia sempre più stretta che sta cambiando il profilo del designer”. Nel 2005 apre lo studio Matteo Ragni, una sorta di “bottega rinascimentale” dove si cresce sia come professionisti che come persone. I progetti più recenti di Ragni non si fermano più solo al disegno del prodotto ma sconfinano con la gestione dell’intero processo, toccando aspetti di comunicazione, ricerca di materiali, sviluppo e ingegnerizzazione e sempre più spesso di art direction: “mentre il designer progetta per un’azienda, l’art director progetta con l’azienda”. Dopo la dire- Guanti segnaletici, “guanti urbani”, da usare in bicicletta o quando si cammina per comunicare velocemente agli automobilisti distratti con due scritte visibili anche al buio: “stop” da una parte, “grazie” dall’altra. Progettati con Giulio Iacchetti, Notcom, 2005. zione creativa di Jannelli & Volpi con il wallpaper, Ragni ricopre questo ruolo per Alpi, un’azienda impegnata nel settore della trasformazione del legno e nella rigenerazione sostenibile. “Progettare superfici è un’operazione raffinata e minuziosa, dove tutto si gioca nel millesimale rapporto tra oggetto e spazio. Io, architetto di formazione, ho sempre avuto una certa attitudine a sentire questa osmosi tra corpo/oggetto/spazio”. Per Camparisoda invece Ragni accoglie la sfida di reinterpretare il mito della celebre bottiglietta di Depero per poi estendere il progetto all’allestimento, all’architettura, una lounge, ai singoli mobili, partendo dall’iconicità della bottiglietta. Per scoprire l’universo Camparisoda e vedere un futuro meraviglioso, Ragni dispone dieci telescopi, dieci installazioni permanenti sotto il portico della Triennale di Milano, che scrutano i valori fondanti della natura umana, per svelare gli scenari futuri dell’icona deperiana. Ogni telescopio è una porta verso il futuro. Una porta di parole, per evocare immagini e frammenti di universalità. 13 14 Ponchotaxi, è un poncho antipioggia per la bicicletta, pensato per essere utilizzato anche Particolare del in due, un progetto tappeto “Looking for socialmente utile, seeds”disegnato per per stringere amicizie, per Nodus (2011). tornare a parlarsi, per sentirsi più vicini, Invicta, 2007. 15 Galleria dei progetti 16 Moscardino, 2000 “No comment. Voglio solo dire che questa posata ecologica usa e getta è il progetto più economico che abbia vinto il Compasso d’Oro. Ed è stato sulla copertina del catalogo del museum shop del MoMa. Ed è un progetto che mi perseguita. Quindi, no comment”. Efficace reinterpretazione delle posate usa e getta, Moscardino si presenta come un oggetto minimo, Cucchiaio & forchetta in plastica semplice, essenziale, ma assolutamente innovativo. Pandora design Nasce nel 2000 su progetto di Giulio Iacchetti Con Giulio Iacchetti e Matteo Ragni, con la dichiarata intenzione di Dimensioni e materiali: 8 cm x 4 cm; plastica trasparente o nera, la variante Mater-Bì è composta di amido di mais biodegradabile al 100% colore naturale dare nuova allegria ai riti della convivialità. Moscardino è una posata che riunisce in un solo utensile le funzioni della forchetta e del cucchiaio. Un artefatto in grado di sintetizzare i due attrezzi Pensato per servire aperitivi e cene a buffet, Moscardino è una monoposata dalla forma ibrida, da una parte forchetta e dall’altra cucchiaio, realizzata anche in materiale biodegradabile. per portare il cibo alla bocca. I rebbi della forchetta diventano l’impugnatura del cucchiaio che a sua volta diventa l’impugnatura della forchetta in un rapporto perfettamente reversibile. “L’invenzione progettuale è funzionale ai mutamenti in atto nella pratica della nutrizione: mangiare in fretta, in piedi e in maniera informale”. Nella prima versione Moscardino è stata realizzata in Mater-Bi, una bioplastica ricavata dall’amido di mais completamente biodegradabile; oggi è disponibile anche in plastica nera o trasparente. Praticissimo e accattivante, Moscardino è un piccolo ma geniale contributo all’evoluzione della tavola temporanea. Ancora oggi, continua a portare un tocco di eleganza informale sui banchetti “mordi e fuggi” che caratterizzano il vivere contemporaneo. 17 18 Fly, 2006 19 “Fly è un’invenzione tipologica. Un oggetto ibrido e iperfunzionale, una mensola che nasconde il telo per la videoproiezione. Secondo un vecchio adagio caro ai maestri, c’è quando serve, Mensola con telo per proiezione Liv’it Fiam Dimensioni: mensola 90, 120 e 186 cm, altezza 9 cm, profondità 27 cm. Dimensioni schermo: 170 x 128 cm Materiali: mensole in alluminio estruso anodizzato, copriteste laterali in acciaio inox non c’è quando non serve”. Fly è mensola stra-ordinaria in alluminio estruso anodizzato che contiene al suo interno uno schermo panoramico per proiezioni video. È un complemento multifunzionale in grado di dialogare con ironia con gli altri arredi. Chiusa, Fly appare come una normale mensola autoportante sulla quale riporre libri od oggetti, ma all’interno nasconde un wide screen professionale che, una volta srotolato, diventa un eccezionale supporto video per la proiezione di film, diapositive, presentazioni aziendali. Una volta terminata la proiezione, grazie a un sistema di auto avvolgimento manuale, Fly torna ad essere una elegante mensola da muro, da usare singolarmente o in abbinamento ad altre della stessa serie, esteticamente identiche, ma funzionalmente non dotate di schermo all’interno. Fly è un sistema di mensole, che combina estetica e funzionalità, realizzate in alluminio estruso anodizzato con copriteste laterali in acciaio inox. È un sistema che contribuisce a ottimizzare gli spazi minimi e a rendere l’area living attrezzata riconfigurabile nelle sue funzioni. Lo schermo di proiezione Livit Fly è infatti la soluzione ideale per creare un home theater anche in un salotto di piccole dimensioni. Con il suo innovativo design, Fly è un elemento funzionale d’arredo che trova ideale posizionamento sulla parete del salotto di casa come in una moderna sala riunioni. Fly, particolare mensola in alluminio estruso anodizzato, rappresenta una innovazione tipologica poiché nasconde al suo interno un telo per la videoproiezione. 20 Leti, 2007 Leti è un oggetto ibrido: una lampada e un reggilibri insieme che nasce in ricordo della creatività e dell’essenzialità nella progettazione del maestro Bruno Munari. “Che onore, questo Leti, una lampada fermalibri, uno strumento ibrido che unisce luce e lettura, l’una strumentale all’altra, realizzata con un’unica lastra di metallo piegato senza saldature. Wallpaper Award 2008, best table lamp. ibrido che unisce indissolubilmente due mondi che spesso convivono per vicinanza: luce e lettura, lampade e libri… l’uno strumentale all’altro”. Ragni con questo progetto risponde Lampada da tavolo 2007 e applique 2008 progetto! Un omaggio a Munari e alle sue sculture da viaggio, Danese alla sua passione per la carta, per gli oggetti creati con pochi funzioni. Un oggetto che si inserisce con disinvoltura in spazi Dimensioni: 23 x 15 x 32 cm gesti e poco materiale. Una lampada fermalibri, uno strumento giorno e notte o in ambienti di lavoro e studio. Leti si pone a Materiali: lamiera piegata dunque all’esigenza di assolvere con un solo oggetto a più servizio della lettura di cui diventa un funzionale complemento. Diventa reggilibro, riproponendo del libro inequivocabilmente la forma, prendendone il posto e ottimizzandone l’uso su un tavolo o nella libreria, mentre la luce si propaga in modo diretto o diffuso. Una lampada quindi, ma non una semplice lampada, per come è costruita, per le funzioni che ha: un semplice fermalibro acquisisce l’inaspettata funzione di illuminare una libreria, per scegliere il romanzo che ci accompagnerà per la lettura della sera. E, viceversa, una lampada potrà diventare un utile appoggio per libri e documenti che affollano il nostro comodino o la nostra scrivania. Costruttivamente Leti rappresenta una sfida progettuale: un’unica lastra di metallo tranciato e piegato, senza alcuna saldatura, poi verniciato per continuare la tradizione dei progetti storici dei maestri, in linea con la tradizione Danese. «Il mio cortocircuito creativo avviene mentre gioco con i miei tre bambini, il che significa aprirsi a vari e molti stimoli, non legati esclusivamente al design.» 22 TobeUs, 2007/2012 “Ho pensato che un gioco dovrebbe essere un valore da tramandare, non un oggetto da consumare e buttare con spensieratezza. Così ho registrato il marchio TobeUs (nome scelto in onore di mio figlio Tobia e di tutti i bambini che Macchinine giocattolo hanno il diritto di avere giochi che durano nel tempo). Quindi Materiali: cedro del Libano ho deciso di investire in prima persona in una produzione artigianale, rigorosamente fatta a mano, in Italia, con cura ed amore. Sono nate cinque macchinine ricavate ognuna da un blocco di legno massello”. TobeUs è un prodotto artigianale, interamente realizzato a mano. Un blocco di legno sempre della stessa misura, un unico taglio che dà forma alla macchinina sportiva, alla romantica, al pick-up, alla berlina e al furgoncino portavalori. I prodotti TobeUs sono in legno di cedro del Libano, le ruote in mogano. Sui giochi TobeUs non sono utilizzate vernici e le confezioni sono in cartone completamente riciclabile. Le macchinine sono state progettate da Mario Bellini, Andrea Branzi, Michele de Lucchi, Odoardo Fioravanti, Alessandro Guerriero, Giulio Iacchetti, Italo Lupi, Alessandro Mendini, oltre a Matteo Ragni. “Un gioco ecologico: forte, resistente, semplice. Un pensiero da insegnare: rispetto, riuso, sostenibilità … Un gioco che dura, da conservare, da guardare invecchiare. Da passare ad altri bambini, ai figli dei figli, nel tempo. E la consapevolezza di regalare dei valori, non solo un gioco”. TobeUs, macchinine giocattolo in legno. Progettate da 100 designer e realizzate artigianalmente, durano nel tempo e insegnano rispetto, riuso e sostenibilità. 23 24 Sunglass, 2007 e Suncup, 2011 Pandora Design è un marchio che ha saputo reinventare gli oggetti della tavola attraverso il design, la creatività e la semplificazione, riuscendo a interpretare la convivialità contemporanea con eleganza informale, ironia e funzionalità. Bicchieri e coppette Ragni riesce a concretizzare al meglio questa filosofia riela- Pandora Design borando con approccio rigoroso gli oggetti della quotidianità, Dimensioni: bicchiere Ø 90 mm / h 110; coppetta: Ø 100 mm / h 60 mm attraverso l’ascolto dell’habitat circostante, dove l’estetica «Per me ha senso creativo osservare il carrello Materiali: plastica trasparente colorata non viene mai subordinata alla funzione e gli stili e le forme del supermercato di una persona, scoprire e sono la conseguenza dell’utilizzo delle cose. Matteo Ragni riflettere sulle esigenze e i desideri quotidiani. ha realizzato diversi oggetti per la tavola, fra cui Sunglass e Sono le intuizioni progettuali e le osservazioni Suncup, declinazione del primo come coppetta. Sunglass è un sulla quotidianità a diventare progetti.» Sunglass, mini cup in plastica trasparente, continua la linea del bicchiere Sunglass; la sfaccettatura sul fondo diventa un decoro simile a un sole colorato, ma anche un sistema per favorire lo scolo dell’acqua. bicchiere in plastica colorato e allegro. La luce, attraversando il suo fondo, crea un disegno suggestivo, come un sole sul bancone del bar. O meglio, come sottolinea Ragni, la sua forma evoca “il risveglio primaverile tributo estetico al quotidiano trasparenze che filtrano la luce proiezioni solari animano gli ospiti effetti teatrali a tavola sensazioni cromatiche da gustare”. Sunglass è un tumbler impilabile con una sfaccettatura che diventa decoro e comodo grip per una presa sicura. Il disegno della sezione rivela tuttavia una piccola astuzia: il fondo del bicchiere è sagomato in modo da favorire lo scolo dell’acqua evitando il tanto fastidioso deposito di calcare quando rovesciato. Da Sunglass deriva Suncup, la mini cup, realizzata in plastica trasparente che continua la linea del tumbler. 26 Chocopirin-A, 2007 Costruttori di Dolcezze nasce come claim dell’edizione 2006 di Eurochocolate, manifestazione dedicata, appunto, al tema del cioccolato. Nell’ambito di questo brand hanno trovato spazio idee e progetti creativi sul tema del cioccolato. Così la famosa Cazzuola, disegnata da Giulio Iacchetti, è stata Fooddesign Eurochocolate Costruttori di Dolcezze affiancata da altri innovativi prodotti sviluppati con Materiali: Pastiglie di cioccolato l’obiettivo di stupire e divertire, rendendo il cioccolato non solo goloso, ma anche unico per la forma e il design e per le modalità innovative di packaging. Fra questi prodotti, la Chocopirin-A di Matteo Ragni, il Golosimetro di Paolo Ulian e le Chocopower di Odoardo Fioravanti. Chocopirin-A, è un alimento arricchito a base di cioccolato fondente al 70% con l’aggiunta di vitamine A e C, caratterizzata dal design giovane, innovativo, capace di rivoluzionare il mercato del cioccolato. Il nome e il packaging evocano il medicinale, proponendo il cioccolato come rimedio alle malinconie: “un giorno pensai a come sarebbe stato bello poter alleviare quei piccoli stati emotivi che prima o poi colpiscono noi tutti con una piccola pastiglia di cioccolato, cibo degli dei, pertanto dai poteri magici! Mi è bastato parlarne un giorno a Eugenio Guarducci… E fu subito Chocopirin-A! Ovviamente il progetto è il nome”. Matteo Ragni ha in seguito utilizzato la pastiglia al cioccolato Caratterizzate da un packaging molto particolare, in forma di blister come per un medicinale, le pastiglie di cioccolato arricchite dalle vitamine C e A, curano gli stati emotivi. anche come “ingrediente speciale” del suo Piatto Unico, una delle sessanta ricette raccolte nel libro Le Ricette dei Designer (Editrice Compositori, 2009). 27 Il piano del tavolino basso, di forma quadrata con gli angoli stondati, sorge al centro di un ampio vano portaoggetti che accosta con eleganza il legno e il cuoio. 28 Ninfea, 2008 Con il tavolo contenitore-portaoggetti Ninfea, Ragni sperimenta su un usuale complemento del living partendo da nuove prospettive, per scoprire equilibri inediti tra forma, Tavolino Poltrona Frau Dimensioni: 121 x 121 x 23 cm Materiali: legno e cuoio funzione, emozione. Si tratta di un tavolo basso, di sofisticata semplicità, dedicato a una casa che sempre più richiede oggetti versatili e liberamente interpretabili. Il tavolino Ninfea evoca “un’isola di design che galleggia in salotto”, un pezzo ricercato e davvero molto funzionale, che inoltre esprime raffinatezza grazie all’accostamento del legno al cuoio. Il piano sorge al centro di un ampio vano che crea tutto attorno un comodo spazio portaoggetti. Un gioco semplice di geometrie caratterizza il tavolo basso, di forma quadrata con angoli stondati, che funziona anche da contenitore. La forma è morbida, discreta. Ninfea, nella sua moderna essenzialità, è valorizzato dalle tradizionali e sapienti lavorazioni di Poltrona Frau nell’accostamento del legno al cuoio. Il piano è infatti rivestito in cuoio Saddle tagliato al vivo con accurate cuciture perimetrali e rifinito da un’elegante bordatura impiallacciata in rovere, noce o ebano, ripresa anche sul lato inferiore del piano e sullo zoccolo d’appoggio alla vasca-contenitore sottostante. La vasca è realizzata in multistrato di pioppo con l’intera superficie interna e i bordi impiallacciati in una delle essenze previste. La base a zoccolo continuo è in fibra di legno, mentre il rivestimento dei lati esterni della vasca è in cuoio abbinato al piano. 30 Tulip, 2009 31 Camino a bioetanolo Biò Fireplace Dimensioni: 80 x 33 x 115 cm Materiali: struttura in DuPont™ Corian®, bruciatore in acciaio inox Matteo Ragni ha disegnato per Biò Fireplace una serie di Tulip è un biocaminetto che può essere posizionato a muro o al centro, anche in ambienti non predisposti, dalla forma sinuosa e scultorea. camini a muro, a terra, o sospesi che non hanno bisogno di canna fumaria e possono essere facilmente installati in ogni ambiente, alimentati da bioetanolo, combustibile biologico e atossico derivato da sostanze vegetali. La sua collezione vede tre proposte che uniscono a una progettualità accurata una ricerca di materiali e soluzioni assolutamente ecosostenibili e compatibili con l’ambiente. Ispirato dalla natura, Tulip interpreta l’oggetto camino attraverso una forma sinuosa e delicata che dona all’oggetto la dignità di una scultura da salotto. Tulip nasce formalmente per enfatizzare un vuoto, una mancanza data da una forte presa di posizione, cioè eliminare dal salotto la tv. In questo riquadro lasciato dalla tv prende vita una fiamma che scalda l’ambiente e che favorisce lo scambio e il dialogo tra le persone. Il biocaminetto non produce fumo né cenere, non necessita dello stoccaggio della legna né di canna fumaria. 32 Vigorelli, 2010 Ideato come prodotto che evoca la memoria dello storico velodromo milanese, Vigorelli richiama con originalità la velocità con cui scorre il tempo. Il disegno richiama l’innato bisogno Orologio umano al tempismo, ispirandosi alla celebre architettura del Lorenz velodromo di Milano. Di forma quadrata, ma con quadrante Materiali: cassa in acciaio 316L, impermeabile 3 ATM, quadrante: bombato con minuteria, movimento a quarzo rotondo, Vigorelli si caratterizza per il rehaut interno – la cui forma è ispirata appunto alla pista del velodromo milanese Una cassa squadrata contiene un quadrante tondo, con un bordo parabolico che ricorda le curve del celebre velodromo, richiamando alla memoria la velocità dello scorrere del tempo. – per la linearità del fianco della cassa, orfana della corona, e per la ricercatezza dei dettagli che si ritrovano anche nella speciale pelle selezionata per il cinturino. L’anima milanese del marchio Lorenz e del designer viene evocata dunque dal nome Vigorelli grazie all’accordo di licenza siglato con il Comune di Milano. “La mia idea di orologio è vicina a un oggetto assoluto: forme pure e un gioco di geometrie. Una cassa squadrata che contiene un cuore rotondo, un bordo che ricordi le curve paraboliche di un velodromo, per aumentare l’effetto prospettico. Un quadrante leggermente convesso che richiami una lente, una porzione di sfera. L’orologio che ho disegnato guarda con rispetto al passato, cerca di carpire un momento perfetto per conservarlo nel contemporaneo, attraverso l’evocazione di forme e materiali d’antan. Se l’orologio da polso è un oggetto che più di altri parla del suo proprietario, quello da me disegnato per Lorenz penso racconti una storia di eleganza e semplicità.” 33 34 Una collezione in legno curvato composto di sette strati di legno e due di alluminio lavorati a mano: 10 grammi senza cerniere né viti, che legano tradizione artigianale e ricerca tecnologica. ADI Design Index 2011 e Premio dei Premi per l’innovazione 2012.Il modello 204 ha inoltre ricevuto una menzione d’onore al premio Silmo d’Or di Parigi 2011. W-eye, 2010/2011 Occhiali W-eye è la prima collezione di occhiali in legno curvato proget- MA-wood tati da Matteo Ragni. Il progetto nasce da lontano, dal sogno Materiali: legno e alluminio senza cerniere né viti della famiglia Mattellone di utilizzare il legno in ambiti inusuali: Essenze: acero, wengè, frassino, mogano, ciliegio, ebano, noce, zebrano. Concept wood Alpi è dall’unione tra legno e alluminio che nasce un materiale leggerissimo e allo stesso tempo elastico e resistente, adatto per essere trasformato in un occhiale unico. Dall’incontro con Matteo Ragni nel 2008 nasce la prima collezione di occhiali in legno curvato. Impatto zero e nickel free è il principio che sta alla base della filosofia W-eye. Ogni singolo occhiale viene prodotto associando insieme, in base alle caratteristiche meccaniche, sette fogli di legno naturale e due di alluminio che, una volta uniti, si intercalano disponendo le fibre così da rendere l’occhiale resistente ed elastico. Dopo la fase dell’incollaggio, l’occhiale, con l’utilizzo di apparecchiature a controllo numerico, viene modellato, mentre la successiva finitura viene fatta tutta rigorosamente a mano. Gli occhiali W-eye pesano solo 10 grammi, sono privi di cerniere, perni o viti. Con una semplice pressione delle mani sulle astine si modella l’occhiale in base alle dimensioni e caratteristiche del proprio volto. Tutti gli occhiali W-eye sono personalizzabili. È inoltre possibile sceglierli in misure differenti per quanto riguarda il ponte e il frontale. 35 36 Carte da parati, 2011 Matteo Ragni ha curato per Jannelli&Volpi, storica azienda milanese produttrice di carta da parati, il passaggio dai festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario dell’azienda (2011) alla “rivoluzione” del 2012, quando la sede dell’azienda ha subito una grande trasformazione nell’allestimento. Cinque Carta da parati designer italiani – Paola Navone, Italo Lupi, Giulio Iacchetti, Jannelli&Volpi Diego Grandi e lo stesso Matteo Ragni – sono stati scelti per Materiali: rivestimento murale su base tessuto non tessuto (TNT) progettare dei rivestimenti murali. A questi designer sono stati accostati dieci talenti emergenti che hanno interpretato il tema celebrativo, utilizzando wallpaper Jannelli&Volpi. Dieci i pattern ideati dai cinque designer italiani, presentati nella collezione J&V 5×10 Celebration, che in alcune varianti colore sono stati inseriti nella linea J&V Italian Design di Jannelli&Volpi, distribuita a livello internazionale. Un progetto corale, affidato Art director di Wallpaper celebration 2011 per i 50 anni di Jannelli&Volpi (nel 2012 Wallpaperevolution), Ragni riserva un’attenzione particolare al tema della superficie con rivestimenti caratterizzati da una forte componente percettiva. da Paola Jannelli a Matteo Ragni, lavorando con lui a quattro mani, che lascia un segno su carta con il libro Wallpaper Celebration, edito da Corraini. La Collezione J&V 5×10 Celebration di Jannelli&Volpi è stata selezionata dall’Osservatorio Permanente del Design, nella categoria “materiali e componenti” e pubblicata all’interno del volume ADI Design Index 2012. Jannelli&Volpi ha recentemente rinnovato la collaborazione con Matteo Ragni, producendo il rivestimento murale da lui disegnato che riproduce le macchinine TobeUs e affidandogli l’art direction per l’evento del Salone del Mobile 2013. 37 38 Atelier, 2012 39 Legno multilaminare Alpi Alpi produce superfici decorative in legno multilaminare Materiali: legno multilaminare ricavato da sfogliati, destinato ai settori dell’interior design e dell’arredamento. Ma soprattutto Alpi produce un legno che in Le superfici decorative realizzate da Alpi in legno multilaminare derivato da sfogliati garantiscono effetti estetici e funzionali particolari per gli interni. natura non esiste, che ha performance estetiche e funzionali fuori dal comune. Può avere i colori dell’arcobaleno, può essere preziosamente intarsiato e arricchito da pattern. Oppure può semplicemente riproporre con grande fedeltà le essenze più rare e pregiate. È un legno che viene prodotto e usato senza sprechi, utilizzando una tecnologia rispettosa dell’ambiente, capace di eliminare i difetti e i limiti della materia prima non lavorata. È un legno che risponde con precisione alle esigenze contemporanee, all’utilizzo nella produzione industriale di oggetti e superfici, alle specifiche richieste di architetti e designer, senza intaccare però il patrimonio naturale, né in Italia, né all’estero. La collezione Atelier di Matteo Ragni, art director di Alpi, prende spunto dal mondo tessile per presentare i legni multilaminari di pioppo con texture molto pregiate. Ragni ha creato interessanti strategie di comunicazione – dei “Conceptwood”, come le panchine pubbliche colorate in massello Alpi o come la partnership con Material Connexion durante la Design Week 2012 – per spiegare come il marchio stia affrontando con grande impegno ed entusiasmo un rinnovato desiderio di collaborazione con il mondo del progetto. 40 41 Focus Prodotti per Titania Camparisoda 42 Prodotti per Camparisoda Bicchiere Clic, Pandora Design; sedia Camparina, Plank; lampada Fortunata, Danese; Tavolo Dot, Danese; bottiglietta 80esimo; talent capsule; le dieci porte, telescopi Il sodalizio progettuale fra Matteo Ragni e Camparisoda ha inizio nel 2009, in occasione della Design Week di Milano. Da allora, Ragni collabora con Campari all’insegna del rispetto dell’identità del brand, interpretando i valori del marchio e la sua tradizione legata all’arte e al design con ironia e sofisticazione, nella ricerca di dettagli per l’ideazione di pattern decorativi e di codici cromatici evidenti. Nel 2009 Ragni ha proiettato nuove visioni dell’aperitivo, realizzando un’installazione filologicamente coerente nei suoi riferimenti a Fortunato Depero – nell’anno del centenario del Futurismo – e dal grande impatto scenograficoemozionale. Il lavoro di Ragni è partito dal mito della celebre Falkland nasce dall’aggregazione funzionale di componenti molto diversi che sembrano tra loro incompatibili, come le nasse da pesca, le lampade di carta orientali, le calze da donna. 43 Allestimento per i Camparitivi realizzato da Matteo Ragni alla Triennale di Milano in occasione della Design Week nel 2010, 2011, 2012. Con il progetto del bicchiere Clic, Ragni capovolge nuovamente il calice rovesciato da Depero con la celebre bottiglietta e ne aggancia la base alla corona; la bottiglietta diventa lo stelo di Clic. 44 45 bottiglietta per poi estendere il progetto all’allestimento, all’architettura, all’arredo urbano, ai singoli arredi. Il progetto REDesign negli spazi ExIndustria di Zona Tortona a Milano ha trasformato la bottiglia di Camparisoda in un “faro” per orientare i consumatori in un immaginario e virtuale “labirinto” contemporaneo. La sfida di Ragni è stata quella innanzitutto di riprogettare un’icona: la celebre bottiglietta di Depero del 1932. Dopo il restyling della bottiglietta, nasce il bicchiere Clic. Camparisoda è l’unico aperitivo monodose che ha la forma perfetta di un calice rovesciato. Dieci “telescopi da meditazione”, dieci installazioni permanenti sotto il portico della Triennale di Milano hanno celebrato nel 2010 l’evento Il Futuro Meraviglioso. Sotto, le Talent Capsule realizzate nel 2011 per il giardino della Triennale di Milano sono dei gusci adatti per riunioni, per il lavoro individuale oppure per un pranzo o un aperitivo. Matteo Ragni capovolge nuovamente il calice e ne aggancia la un momento di lavoro individuale, per un pranzo o un aperi- base alla corona della bottiglietta che diventa lo stelo del “Clic” tivo in cui coniugare creatività e convivialità. Il contributo del (prodotto da Pandora design, 2009). Bottiglietta e bicchiere ven- designer all’immagine del più noto tra gli aperitivi è ampiamen- gono poi contestualizzati in un progetto complesso di immagine te documentato nel volume recentemente edito da Corraini, coordinata: il Camparitivo alla Triennale di Milano con l’intento di Camparisoda: l’aperitivo veloce futurista, da Fortunato Depero dare nuova vita al rito milanese dell’aperitivo durante la Design a Matteo Ragni. Per il 2012, in occasione dell’80esimo anni- Week. Durante l’edizione 2010 il Camparitivo celebrava l’evento versario della celebre bottiglietta di Depero, la sfida di Ragni è Il Futuro Meraviglioso, con dieci “telescopi da meditazione”, stata quella innanzitutto di riprogettare un’icona. Un prodotto un percorso fatto di parole a cui affidare la propria mente e le che nasce già “moderno”: è il primo monodose tra gli aperitivi, proprie emozioni. Matteo Ragni ha progettato in questo contesto con una forma che ancora oggi ne contraddistingue il carattere arredi e complementi che rispondono a esigenze di funzionalità innovatore. Nella riprogettazione di questa bottiglietta-icona di e accessibilità: la sedia impilabile Camparina, rossa, prodotta Camparisoda, Ragni valorizza i tratti distintivi preservandone da Plank, con una texture Camparisoda; il tavolo Dot, prodotto la forma iconica a calice rovesciato. Mantiene le proporzioni da Danese, e Fortunata la lampada prodotta da Danese che originali “vestendola però con un nuovo e più elegante abito”. Ragni ha disegnato giocando – capovolgendoli, piegandoli e “La texture utilizzata è un decoro geometrico che richiama nella unendoli – con i triangoli con cui Depero ha inventato la forma sua essenza lo spirito futurista… triangoli e cerchi si ripetono e di Camparisoda. Nel 2011 Ragni disegna per il giardino della si rincorrono per creare un memorabile grip, lasciando in due Triennale le Talent Capsule, gusci adatti per una riunione, per punti lo spazio per il logo Camparisoda”. 2000 2001 2002 2003 Prodotti per Camparisoda, bottiglietta 80esimo 2010 2011 2012 Atelier Alpi W-eye Carte da parati 2009 Suncup 2008 Vigorelli E quindi (ri)uscimmo a riveder le stelle 2007 Tulip Fettexfette 2006 Ninfea Fly 2005 Ginko Bacinella per bucato 2004 Looking for seeds 1999 TobeUs Moscardino Leti 46 Sunglass Pollicino Chocopirin-A Cronologia illustrata 47 REFERENZE ICONOGRAFICHE Ove non specificato tutte le immagini del volume sono courtesy Studio Matteo Ragni. Quarta di copertina: Silvia Agosti p. 4: Max Rommel L’Editore si dichiara disponibile con gli eventuali aventi diritto delle fotografie di cui non è riuscito a risalire alla fonte.