I Protagonisti del Design

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I Protagonisti del Design
I Protagonisti del Design
Matteo Ragni
Direttore editoriale
Gualtiero Viganò
Direttore
Paola Tincani
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EBS Editoriale BORTOLAZZI-STEI s.r.l.
Direttore responsabile
Paola Tincani
Registrazione n. 367 del 01/07/2011
presso il Tribunale di Milano
Numero iscrizione ROC 6800 del 10/12/01
I Protagonisti del Design
Pubblicazione periodica quattordicinale
© 2011 sulla collana Hachette Fascicoli s.r.l.
Realizzazione
RG communication
con la consulenza di Anna Mainoli
Matteo Ragni
Collana a cura di Vando Pagliardini
Volume a cura di Alessandra Coppa
Sommario
Biografia
6
Galleria dei progetti
Moscardino
16
Fly
18
Leti
20
TobeUs
Sunglass e Suncup
22
Chocopirin-A
26
Ninfea
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Tulip
30
Vigorelli
32
W-eye
34
Carte da parati
36
Atelier
38
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Focus
Un ritratto di Matteo Ragni.
© Max Rommel.
Prodotti per Camparisoda
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Cronologia illustrata
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Referenze iconografiche
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6
U
n “pensiero poetico solido”. Questo è il filo conduttore, rintracciabile nella produzione di design di Matteo Ragni, raccontato con Giulio Iacchetti nell’introduzione del piccolo testo 20
oggetti a reazione poetica (Compositori, 2003) dove i due designer dichiarano l’alterità degli oggetti realizzati sia dal mondo dell’arte sia da quello dell’artigianato, ponendo la “dolce e ferrea
logica del progetto industriale” a fondamento del progetto di design.
Il progetto è guidato non
dall’artificio, dal gesto iconico fine a se stesso, ma dalla morfologia dei materiali. L’atto creativo
“ascolta” prima di imporre, prima di generare non solo funzioni ma anche emozioni. In bilico tra
poesia e funzionalità Ragni è profondamente convinto che “spesso l’ispirazione nasce dalla ricerca di una funzione, a volte di un’emozione che poi trascina con sé anche una funzione” e crede
“in un progetto emozionale, che sia rappresentazione tridimensionale di un atto poetico”.
Ne
sono un felice esempio oggetti come il porta fiabe Pietro resta nella foresta, il tagliere per briciole
Matteo Ragni
Pietro resta nella foresta
è una piccola libreria per
contenere i libri di fiabe,
un oggetto funzionale e
didattico, ma anche uno
sgabello sorretto da magici
alberi di differenti essenze.
Nella pagina a fronte,
Pollicino, tagliere per
briciole di pane. Ideato
con Giulio Iacchetti per
SINEQUANON, è un
oggetto provocatorio
e sostanzialmente inutile
che invita a riflettere
sulla ingiusta distribuzione
delle risorse
alimentari, 1999.
di pane Pollicino (1999, con Fernando Contreras Wood e Iacchetti), pensato per eseguire operazioni di estrema precisione come quella di dividere una briciola di pane, oggetto provocatorio e
paradossalmente inutile, oppure il visionario osservatorio personale per veder le stelle anche
quando non ci sono E quindi (ri)uscimmo a riveder le stelle e la Chocopirina (2007), una piccola
pastiglia di cioccolato per alleviare stati emotivi tristi. Ragni lavora ponendo la sperimentazione
al centro e mettendo sempre in dubbio gli oggetti del passato e del presente. Buon senso, combinazione gioco-poesia, più che la ricerca di uno stile alla moda, dalla Bacinella domestica in
plastica sviluppata nell’ambito dell’iniziativa Design alla Coop – che rappresenta la quintessenza
della sua cifra progettuale: “niente di nuovo, solo l’apporto di qualche miglioria: una forma funzionale all’appoggio al fianco, le istruzioni stampate sul retro, una mini bacinella a incastro destinata a ospitare piccoli capi di biancheria o mollette”– ai raffinatissimi occhiali in legno curvato W-eye. Caratterizzati da un design
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Matteo Ragni
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A destra e nella pagina
a fronte, E quindi (ri)
uscimmo a riveder le
stelle, limited edition
per Danese in occasione
del Sun di Rimini (8-10
ottobre 2009): il progetto
di questa scatola che
riproduce sulla propria
superficie le dodici
costellazioni zodiacali
vuole aiutare, con
un po’ d’ironia, a ritrovare
l’emozione di guardare
le stelle.
discreto e carico di immaginazione, i progetti di Ragni nascono da una poetica semplice, dall’osservazione attenta di tutto ciò che
ci circonda, alla ricerca di nuove modalità di interazione con gli oggetti d’uso quotidiano.
Gli
oggetti prodotti da Ragni presentano una forte componente narrativa, si configurano come “riscritture” dell’esistente, variazioni sul già creato per il gusto di crearlo meglio. Come due oggetti
pensati per abitare la città: Ponchotaxi (Invicta, 2007), un oggetto che cerca di risolvere uno dei
micro problemi quotidiani come quello di spostarsi in bici sotto la pioggia, da utilizzare anche in
due, per stringere amicizie; e gli ironici Guanti segnaletici, (Notcom, 2005 con Iacchetti), un
guanto urbano, da usare in bicicletta o quando si cammina. Due scritte visibili anche al buio:
“stop” da una parte, “grazie” dall’altra. Per comunicare velocemente agli automobilisti distratti.
Lavori ironici, sorprendenti, originali, economici, democratici, accessibili ed eleganti che non rinunciano mai al predominio dell’utile sul bello fine a se stesso, che presuppongono un approccio
rigoroso ed etico al progetto, in cui la funzione non è mai, in nessun caso, subordinata all’estetica.
“La funzione oggi è un requisito scontato per un oggetto di uso comune e, a mio avviso, tutti i
prodotti industriali dovrebbero portare con sé un messaggio concettuale”. Il suo approccio, che
lui stesso definisce “rinascimentale”, è quello dell’”imparare facendo”, dove il design emerge da
un incontro: tra persone e competenze, tra materiali e forme, tra desiderio di bellezza e necessità. Per Ragni fare il designer oggi significa non solo progettare ma anche soprattutto saper creare connessioni tra mondi, tra tecnologie, linguaggi e culture. È un lavoro di relazioni dove ancora
oggi i rapporti umani sono fondamentali: “per me progettare significa andare oltre al proprio
orizzonte, farsi contaminare e soprattutto contaminare con il germe buono del design, fatto di
forma, funzione ed emozione”.
Più che all’ecodesign, Ragni crede ai progetti nati dal buon
senso: “penso che il designer sia co-responsabile, assieme all’azienda e il consumatore. Credo però che il nostro compito sia anche
Bacinella, è un contenitore
a incastro in plastica che
presenta una forma
funzionale all’appoggio al
fianco, con le istruzioni
stampate sul retro,
destinata a ospitare piccoli
capi di biancheria o
mollette, Coop 2005/2007.
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quello di educare ai consumi e io cerco di farlo con il buon senso, che non rinuncia a usare la plastica o a fare una nuova sedia”.
È il caso di TobeUs, marchio per una serie di macchinine giocattolo di legno massello nate da un
humus fatto di amicizia, progettazione partecipata, ecologia del processo costruttivo. Matteo Ragni è uno degli ultimi designer a formarsi in una facoltà di architettura. Dal secondo anno di
università comincia a frequentare lo studio dell’architetto Carlo Pagani, allievo di Gio Ponti e inizia
così ad appassionarsi all’architettura dei maestri “umanisti” milanesi come Magistretti e Castiglioni che fanno design nel solco della tradizione. Anche se elegge Bruno Munari come riferimento su tutti: ”vorrei Munari come padre spirituale per la capacità di parlare a tutti senza cadere nel
vizio della forma e Gio Ponti, che è il padre di tutti noi”. Come omaggio a Munari, Ragni progetta
Leti per Danese, un oggetto ibrido tra una lampada e un fermalibri, con il quale nel 2008 vince il
Wallpaper Design Award 2008. Ha solo 22 anni quando la Ravarini-Castoldi nel 1995 mette in
Ginko, è un tavolino
da usare dove serve,
adatto soprattutto per
lavorare al computer
stando seduti sul divano;
sulla sua superficie di
vetro è stampato lucido
su opaco un decoro
floreale, Livit, 2007.
Sotto, Mensola Doppiafila,
produzione Fiam, 2012.
Matteo Ragni
Fettexfette, è una tortiera
“che fa le fette”, con
scanalature predefinite
che permettono di
ottenere porzioni di dolce
della stessa misura,
Guardini 2007.
Sotto, “Giardino zen
all’italiana”, produzione
Pimar, 2012.
produzione il suo primo progetto, un leggio: “mia madre mi vedeva studiare chino sui libri… da
qui l’idea romanticamente leopardiana di progettare un leggio pieghevole”. Laureatosi al Politecnico nel 2001, come prima esperienza professionale dà vita allo studio Aroundesign con Giulio
Iacchetti (1998-2005) con il quale nel 2001 vince il Compasso d’Oro per la forchetta/cucchiaio
biodegradabile Moscardino (Pandora Design), ora nella collezione permanente di design del
MOMA di New York. Il valore di questo oggetto è soprattutto da ricercare nell’aver individuato una
situazione sociale emergente, quella dell’happy hour, e nell’aver risolto il problema dell’usa e
getta attraverso materiali biodegradabili con una forma piacevole e funzionale, o meglio “bella
perché giusta” per quel tipo di contesto.
Ragni e Iacchetti si incontrano al Politecnico nel
1997, lavorano insieme pur mantenendo la loro propria individualità creativa. Li accomunano la
passione per il progetto, la curiosità del fare, la semplicità domestica della quotidianità. Ma anche l’importanza di una idea forte,
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Matteo Ragni
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Ponchotaxi, è un poncho
antipioggia per la
bicicletta, pensato per
essere utilizzato anche
in due, un progetto
socialmente utile,
per stringere amicizie, per
tornare a parlarsi,
per sentirsi più vicini,
Invicta, 2007.
sempre al centro del progetto inteso come processo che indaga usi e consumi consolidati dell’abitare, in cui introducono elementi intriganti e fortemente caratterizzati. Aroundesign evoca un’idea di progetto, un metodo progettuale che segna il passaggio da un design individuale a un design di relazione: “con Aroundesign
abbiamo cercato il confronto, riconoscendo il dibattito come valore aggiunto del progetto. Rispetto al passato stiamo assistendo alla nascita di una design community, una rete di persone e
competenze a maglia sempre più stretta che sta cambiando il profilo del designer”.
Nel 2005
apre lo studio Matteo Ragni, una sorta di “bottega rinascimentale” dove si cresce sia come professionisti che come persone. I progetti più recenti di Ragni non si fermano più solo al disegno
del prodotto ma sconfinano con la gestione dell’intero processo, toccando aspetti di comunicazione, ricerca di materiali, sviluppo e ingegnerizzazione e sempre più spesso di art direction:
“mentre il designer progetta per un’azienda, l’art director progetta con l’azienda”. Dopo la dire-
Guanti segnaletici,
“guanti urbani”, da usare
in bicicletta o quando
si cammina per
comunicare velocemente
agli automobilisti distratti
con due scritte visibili
anche al buio: “stop”
da una parte, “grazie”
dall’altra. Progettati
con Giulio Iacchetti,
Notcom, 2005.
zione creativa di Jannelli & Volpi con il wallpaper, Ragni ricopre questo ruolo per Alpi, un’azienda
impegnata nel settore della trasformazione del legno e nella rigenerazione sostenibile. “Progettare superfici è un’operazione raffinata e minuziosa, dove tutto si gioca nel millesimale rapporto tra
oggetto e spazio. Io, architetto di formazione, ho sempre avuto una certa attitudine a sentire
questa osmosi tra corpo/oggetto/spazio”.
Per Camparisoda invece Ragni accoglie la sfida di
reinterpretare il mito della celebre bottiglietta di Depero per poi estendere il progetto all’allestimento, all’architettura, una lounge, ai singoli mobili, partendo dall’iconicità della bottiglietta. Per
scoprire l’universo Camparisoda e vedere un futuro meraviglioso, Ragni dispone dieci telescopi,
dieci installazioni permanenti sotto il portico della Triennale di Milano, che scrutano i valori fondanti della natura umana, per svelare gli scenari futuri dell’icona deperiana.
Ogni telescopio è
una porta verso il futuro. Una porta di parole, per evocare immagini e frammenti di universalità.
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Ponchotaxi, è un poncho
antipioggia per la
bicicletta, pensato per
essere utilizzato anche
Particolare del
in due, un progetto
tappeto “Looking for
socialmente utile,
seeds”disegnato per
per stringere amicizie, per
Nodus (2011).
tornare a parlarsi,
per sentirsi più vicini,
Invicta, 2007.
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Galleria dei progetti
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Moscardino,
2000
“No comment. Voglio solo dire che questa posata ecologica usa
e getta è il progetto più economico che abbia vinto il Compasso
d’Oro. Ed è stato sulla copertina del catalogo del museum
shop del MoMa. Ed è un progetto che mi perseguita. Quindi,
no comment”. Efficace reinterpretazione delle posate usa e
getta, Moscardino si presenta come un oggetto minimo,
Cucchiaio & forchetta in plastica
semplice, essenziale, ma assolutamente innovativo.
Pandora design
Nasce nel 2000 su progetto di Giulio Iacchetti
Con Giulio Iacchetti
e Matteo Ragni, con la dichiarata intenzione di
Dimensioni e materiali: 8 cm x 4 cm;
plastica trasparente o nera, la variante
Mater-Bì è composta di amido di
mais biodegradabile al 100% colore
naturale
dare nuova allegria ai riti della convivialità. Moscardino è una posata che riunisce in un solo
utensile le funzioni della forchetta e del cucchiaio.
Un artefatto in grado di sintetizzare i due attrezzi
Pensato per servire
aperitivi e cene a buffet,
Moscardino è una
monoposata dalla forma
ibrida, da una parte
forchetta e dall’altra
cucchiaio, realizzata
anche in materiale
biodegradabile.
per portare il cibo alla bocca. I rebbi della forchetta
diventano l’impugnatura del cucchiaio che a sua volta
diventa l’impugnatura della forchetta in un rapporto perfettamente reversibile. “L’invenzione progettuale è funzionale ai
mutamenti in atto nella pratica della nutrizione: mangiare in
fretta, in piedi e in maniera informale”. Nella prima versione
Moscardino è stata realizzata in Mater-Bi, una bioplastica ricavata dall’amido di mais completamente biodegradabile; oggi è
disponibile anche in plastica nera o trasparente. Praticissimo
e accattivante, Moscardino è un piccolo ma geniale contributo
all’evoluzione della tavola temporanea. Ancora oggi, continua
a portare un tocco di eleganza informale sui banchetti “mordi
e fuggi” che caratterizzano il vivere contemporaneo.
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Fly, 2006
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“Fly è un’invenzione tipologica. Un oggetto ibrido e iperfunzionale, una mensola che nasconde il telo per la videoproiezione.
Secondo un vecchio adagio caro ai maestri, c’è quando serve,
Mensola con telo per proiezione
Liv’it Fiam
Dimensioni: mensola 90, 120 e 186
cm, altezza 9 cm, profondità 27 cm.
Dimensioni schermo: 170 x 128 cm
Materiali: mensole in alluminio estruso
anodizzato, copriteste laterali in acciaio
inox
non c’è quando non serve”. Fly è mensola stra-ordinaria in
alluminio estruso anodizzato che contiene al suo interno uno
schermo panoramico per proiezioni video. È un complemento
multifunzionale in grado di dialogare con ironia con gli altri
arredi. Chiusa, Fly appare come una normale mensola autoportante sulla quale riporre libri od oggetti, ma all’interno nasconde un wide screen professionale che, una volta srotolato,
diventa un eccezionale supporto video per la proiezione di
film, diapositive, presentazioni aziendali. Una volta terminata la
proiezione, grazie a un sistema di auto avvolgimento manuale,
Fly torna ad essere una elegante mensola da muro, da usare
singolarmente o in abbinamento ad altre della stessa serie,
esteticamente identiche, ma funzionalmente non dotate di
schermo all’interno. Fly è un sistema di mensole, che combina
estetica e funzionalità, realizzate in alluminio estruso anodizzato con copriteste laterali in acciaio inox. È un sistema che
contribuisce a ottimizzare gli spazi minimi e a rendere l’area
living attrezzata riconfigurabile nelle sue funzioni. Lo schermo
di proiezione Livit Fly è infatti la soluzione ideale per creare
un home theater anche in un salotto di piccole dimensioni.
Con il suo innovativo design, Fly è un elemento funzionale
d’arredo che trova ideale posizionamento sulla parete del
salotto di casa come in una moderna sala riunioni.
Fly, particolare mensola
in alluminio estruso
anodizzato, rappresenta
una innovazione tipologica
poiché nasconde al suo
interno un telo per la
videoproiezione.
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Leti, 2007
Leti è un oggetto ibrido: una lampada e un reggilibri insieme
che nasce in ricordo della creatività e dell’essenzialità nella
progettazione del maestro Bruno Munari. “Che onore, questo
Leti, una lampada
fermalibri, uno strumento
ibrido che unisce luce
e lettura, l’una strumentale
all’altra, realizzata con
un’unica lastra di metallo
piegato senza saldature.
Wallpaper Award 2008,
best table lamp.
ibrido che unisce indissolubilmente due mondi che spesso
convivono per vicinanza: luce e lettura, lampade e libri… l’uno
strumentale all’altro”. Ragni con questo progetto risponde
Lampada da tavolo 2007
e applique 2008
progetto! Un omaggio a Munari e alle sue sculture da viaggio,
Danese
alla sua passione per la carta, per gli oggetti creati con pochi
funzioni. Un oggetto che si inserisce con disinvoltura in spazi
Dimensioni: 23 x 15 x 32 cm
gesti e poco materiale. Una lampada fermalibri, uno strumento
giorno e notte o in ambienti di lavoro e studio. Leti si pone a
Materiali: lamiera piegata
dunque all’esigenza di assolvere con un solo oggetto a più
servizio della lettura di cui diventa un funzionale complemento.
Diventa reggilibro, riproponendo del libro inequivocabilmente
la forma, prendendone il posto e ottimizzandone l’uso su un
tavolo o nella libreria, mentre la luce si propaga in modo diretto
o diffuso. Una lampada quindi, ma non una semplice lampada, per come è costruita, per le funzioni che ha: un semplice
fermalibro acquisisce l’inaspettata funzione di illuminare una
libreria, per scegliere il romanzo che ci accompagnerà per
la lettura della sera. E, viceversa, una lampada potrà diventare un utile appoggio per libri e documenti che affollano il
nostro comodino o la nostra scrivania. Costruttivamente Leti
rappresenta una sfida progettuale: un’unica lastra di metallo
tranciato e piegato, senza alcuna saldatura, poi verniciato
per continuare la tradizione dei progetti storici dei maestri,
in linea con la tradizione Danese.
«Il mio cortocircuito creativo avviene mentre
gioco con i miei tre bambini, il che significa
aprirsi a vari e molti stimoli, non legati
esclusivamente al design.»
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TobeUs,
2007/2012
“Ho pensato che un gioco dovrebbe essere un valore da
tramandare, non un oggetto da consumare e buttare con
spensieratezza. Così ho registrato il marchio TobeUs (nome
scelto in onore di mio figlio Tobia e di tutti i bambini che
Macchinine giocattolo
hanno il diritto di avere giochi che durano nel tempo). Quindi
Materiali: cedro del Libano
ho deciso di investire in prima persona in una produzione
artigianale, rigorosamente fatta a mano, in Italia, con cura ed
amore. Sono nate cinque macchinine ricavate ognuna da un
blocco di legno massello”. TobeUs è un prodotto artigianale,
interamente realizzato a mano. Un blocco di legno sempre
della stessa misura, un unico taglio che dà forma alla macchinina sportiva, alla romantica, al pick-up, alla berlina e al
furgoncino portavalori. I prodotti TobeUs sono in legno di
cedro del Libano, le ruote in mogano. Sui giochi TobeUs non
sono utilizzate vernici e le confezioni sono in cartone completamente riciclabile. Le macchinine sono state progettate
da Mario Bellini, Andrea Branzi, Michele de Lucchi, Odoardo
Fioravanti, Alessandro Guerriero, Giulio Iacchetti, Italo Lupi,
Alessandro Mendini, oltre a Matteo Ragni. “Un gioco ecologico:
forte, resistente, semplice. Un pensiero da insegnare:
rispetto, riuso, sostenibilità … Un gioco che dura,
da conservare, da guardare invecchiare. Da
passare ad altri bambini, ai figli dei figli, nel
tempo. E la consapevolezza di regalare dei
valori, non solo un gioco”.
TobeUs, macchinine
giocattolo in legno.
Progettate da 100
designer e realizzate
artigianalmente, durano
nel tempo e insegnano
rispetto, riuso
e sostenibilità.
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Sunglass, 2007
e Suncup, 2011
Pandora Design è un marchio che ha saputo reinventare
gli oggetti della tavola attraverso il design, la creatività e la
semplificazione, riuscendo a interpretare la convivialità contemporanea con eleganza informale, ironia e funzionalità.
Bicchieri e coppette
Ragni riesce a concretizzare al meglio questa filosofia riela-
Pandora Design
borando con approccio rigoroso gli oggetti della quotidianità,
Dimensioni: bicchiere Ø 90 mm / h
110; coppetta: Ø 100 mm / h 60 mm
attraverso l’ascolto dell’habitat circostante, dove l’estetica
«Per me ha senso creativo osservare il carrello
Materiali: plastica trasparente colorata
non viene mai subordinata alla funzione e gli stili e le forme
del supermercato di una persona, scoprire e
sono la conseguenza dell’utilizzo delle cose. Matteo Ragni
riflettere sulle esigenze e i desideri quotidiani.
ha realizzato diversi oggetti per la tavola, fra cui Sunglass e
Sono le intuizioni progettuali e le osservazioni
Suncup, declinazione del primo come coppetta. Sunglass è un
sulla quotidianità a diventare progetti.»
Sunglass, mini cup
in plastica trasparente,
continua la linea del
bicchiere Sunglass;
la sfaccettatura sul fondo
diventa un decoro simile
a un sole colorato,
ma anche un sistema
per favorire lo scolo
dell’acqua.
bicchiere in plastica colorato e allegro. La luce, attraversando
il suo fondo, crea un disegno suggestivo, come un sole sul
bancone del bar. O meglio, come sottolinea Ragni, la sua
forma evoca “il risveglio primaverile tributo estetico
al quotidiano trasparenze che filtrano la luce
proiezioni solari animano gli ospiti effetti teatrali
a tavola sensazioni cromatiche da gustare”.
Sunglass è un tumbler impilabile con una
sfaccettatura che diventa decoro e comodo
grip per una presa sicura. Il disegno della
sezione rivela tuttavia una piccola astuzia: il
fondo del bicchiere è sagomato in modo da favorire lo scolo dell’acqua evitando il tanto fastidioso
deposito di calcare quando rovesciato. Da Sunglass
deriva Suncup, la mini cup, realizzata in plastica trasparente
che continua la linea del tumbler.
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Chocopirin-A,
2007
Costruttori di Dolcezze nasce come claim dell’edizione 2006
di Eurochocolate, manifestazione dedicata, appunto, al tema
del cioccolato. Nell’ambito di questo brand hanno trovato
spazio idee e progetti creativi sul tema del cioccolato. Così la
famosa Cazzuola, disegnata da Giulio Iacchetti, è stata
Fooddesign
Eurochocolate Costruttori di Dolcezze
affiancata da altri innovativi prodotti sviluppati con
Materiali: Pastiglie di cioccolato
l’obiettivo di stupire e divertire, rendendo il cioccolato non solo goloso, ma anche unico per la forma e
il design e per le modalità innovative di packaging.
Fra questi prodotti, la Chocopirin-A di Matteo Ragni,
il Golosimetro di Paolo Ulian e le Chocopower di Odoardo Fioravanti. Chocopirin-A, è un alimento arricchito
a base di cioccolato fondente al 70% con l’aggiunta di
vitamine A e C, caratterizzata dal design giovane, innovativo, capace di rivoluzionare il mercato del cioccolato. Il
nome e il packaging evocano il medicinale, proponendo il
cioccolato come rimedio alle malinconie: “un giorno pensai
a come sarebbe stato bello poter alleviare quei piccoli stati
emotivi che prima o poi colpiscono noi tutti con una piccola
pastiglia di cioccolato, cibo degli dei, pertanto dai poteri magici! Mi è bastato parlarne un giorno a Eugenio Guarducci…
E fu subito Chocopirin-A! Ovviamente il progetto è il nome”.
Matteo Ragni ha in seguito utilizzato la pastiglia al cioccolato
Caratterizzate da
un packaging molto
particolare, in forma
di blister come per
un medicinale, le pastiglie
di cioccolato arricchite
dalle vitamine C e A,
curano gli stati emotivi.
anche come “ingrediente speciale” del suo Piatto Unico, una
delle sessanta ricette raccolte nel libro Le Ricette dei Designer
(Editrice Compositori, 2009).
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Il piano del tavolino basso,
di forma quadrata con
gli angoli stondati, sorge
al centro di un ampio vano
portaoggetti che accosta
con eleganza il legno
e il cuoio.
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Ninfea, 2008
Con il tavolo contenitore-portaoggetti Ninfea, Ragni sperimenta su un usuale complemento del living partendo da
nuove prospettive, per scoprire equilibri inediti tra forma,
Tavolino
Poltrona Frau
Dimensioni: 121 x 121 x 23 cm
Materiali: legno e cuoio
funzione, emozione. Si tratta di un tavolo basso, di sofisticata semplicità, dedicato a una casa che sempre più richiede
oggetti versatili e liberamente interpretabili. Il tavolino Ninfea
evoca “un’isola di design che galleggia in salotto”, un pezzo
ricercato e davvero molto funzionale, che inoltre esprime raffinatezza grazie all’accostamento del legno al cuoio. Il piano
sorge al centro di un ampio vano che crea tutto attorno un
comodo spazio portaoggetti. Un gioco semplice di geometrie
caratterizza il tavolo basso, di forma quadrata con angoli
stondati, che funziona anche da contenitore. La forma è
morbida, discreta. Ninfea, nella sua moderna essenzialità, è
valorizzato dalle tradizionali e sapienti lavorazioni di Poltrona
Frau nell’accostamento del legno al cuoio. Il piano è infatti
rivestito in cuoio Saddle tagliato al vivo con accurate cuciture
perimetrali e rifinito da un’elegante bordatura impiallacciata
in rovere, noce o ebano, ripresa anche sul lato
inferiore del piano e sullo zoccolo d’appoggio
alla vasca-contenitore sottostante. La vasca è
realizzata in multistrato di pioppo con l’intera
superficie interna e i bordi impiallacciati in una
delle essenze previste. La base a zoccolo continuo è in fibra
di legno, mentre il rivestimento dei lati esterni della vasca è
in cuoio abbinato al piano.
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Tulip, 2009
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Camino a bioetanolo
Biò Fireplace
Dimensioni: 80 x 33 x 115 cm
Materiali: struttura in DuPont™
Corian®, bruciatore in acciaio inox
Matteo Ragni ha disegnato per Biò Fireplace una serie di
Tulip è un biocaminetto
che può essere
posizionato a muro o al
centro, anche in ambienti
non predisposti, dalla
forma sinuosa e scultorea.
camini a muro, a terra, o sospesi che non hanno bisogno di
canna fumaria e possono essere facilmente installati in ogni
ambiente, alimentati da bioetanolo, combustibile biologico e
atossico derivato da sostanze vegetali. La sua collezione vede
tre proposte che uniscono a una progettualità accurata una
ricerca di materiali e soluzioni assolutamente ecosostenibili e
compatibili con l’ambiente. Ispirato dalla natura, Tulip interpreta l’oggetto camino attraverso una forma sinuosa e delicata
che dona all’oggetto la dignità di una scultura da salotto. Tulip
nasce formalmente per enfatizzare un vuoto, una mancanza
data da una forte presa di posizione, cioè eliminare dal salotto la tv. In questo riquadro lasciato dalla tv prende vita una
fiamma che scalda l’ambiente e che favorisce lo scambio e
il dialogo tra le persone. Il biocaminetto non produce fumo
né cenere, non necessita dello stoccaggio della legna né di
canna fumaria.
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Vigorelli, 2010
Ideato come prodotto che evoca la memoria dello storico velodromo milanese, Vigorelli richiama con originalità la velocità
con cui scorre il tempo. Il disegno richiama l’innato bisogno
Orologio
umano al tempismo, ispirandosi alla celebre architettura del
Lorenz
velodromo di Milano. Di forma quadrata, ma con quadrante
Materiali: cassa in acciaio 316L,
impermeabile 3 ATM, quadrante:
bombato con minuteria, movimento
a quarzo
rotondo, Vigorelli si caratterizza per il rehaut interno – la cui
forma è ispirata appunto alla pista del velodromo milanese
Una cassa squadrata
contiene un quadrante
tondo, con un bordo
parabolico che ricorda
le curve del celebre
velodromo, richiamando
alla memoria la velocità
dello scorrere del tempo.
– per la linearità del fianco della cassa, orfana della corona,
e per la ricercatezza dei dettagli che si ritrovano anche nella
speciale pelle selezionata per il cinturino. L’anima milanese
del marchio Lorenz e del designer viene evocata dunque
dal nome Vigorelli grazie all’accordo di licenza siglato con
il Comune di Milano. “La mia idea di orologio è vicina a un
oggetto assoluto: forme pure e un gioco di geometrie. Una
cassa squadrata che contiene un cuore rotondo, un bordo che
ricordi le curve paraboliche di un velodromo, per aumentare
l’effetto prospettico. Un quadrante leggermente convesso che
richiami una lente, una porzione di sfera. L’orologio che ho
disegnato guarda con rispetto al passato, cerca di carpire un
momento perfetto per conservarlo nel contemporaneo, attraverso l’evocazione di forme e materiali d’antan. Se l’orologio da
polso è un oggetto che più di altri parla del suo proprietario,
quello da me disegnato per Lorenz penso racconti una storia
di eleganza e semplicità.”
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Una collezione in legno
curvato composto di sette
strati di legno e due
di alluminio lavorati
a mano: 10 grammi
senza cerniere né viti,
che legano tradizione
artigianale e ricerca
tecnologica. ADI Design
Index 2011 e Premio dei
Premi per l’innovazione
2012.Il modello 204
ha inoltre ricevuto una
menzione d’onore
al premio Silmo d’Or
di Parigi 2011.
W-eye,
2010/2011
Occhiali
W-eye è la prima collezione di occhiali in legno curvato proget-
MA-wood
tati da Matteo Ragni. Il progetto nasce da lontano, dal sogno
Materiali: legno e alluminio senza
cerniere né viti
della famiglia Mattellone di utilizzare il legno in ambiti inusuali:
Essenze: acero, wengè, frassino,
mogano, ciliegio, ebano, noce,
zebrano. Concept wood Alpi
è dall’unione tra legno e alluminio che nasce un materiale
leggerissimo e allo stesso tempo elastico e resistente, adatto
per essere trasformato in un occhiale unico. Dall’incontro con
Matteo Ragni nel 2008 nasce la prima collezione di occhiali
in legno curvato. Impatto zero e nickel free è il principio che
sta alla base della filosofia W-eye. Ogni singolo occhiale viene prodotto associando insieme, in base alle caratteristiche
meccaniche, sette fogli di legno naturale e due di alluminio
che, una volta uniti, si intercalano disponendo le fibre così
da rendere l’occhiale resistente ed elastico. Dopo la fase
dell’incollaggio, l’occhiale, con l’utilizzo di apparecchiature
a controllo numerico, viene modellato, mentre la successiva
finitura viene fatta tutta rigorosamente a mano. Gli occhiali
W-eye pesano solo 10 grammi, sono privi di cerniere, perni
o viti. Con una semplice pressione delle mani sulle astine si
modella l’occhiale in base alle dimensioni e caratteristiche
del proprio volto. Tutti gli occhiali W-eye sono personalizzabili.
È inoltre possibile sceglierli in misure differenti per quanto
riguarda il ponte e il frontale.
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Carte da
parati, 2011
Matteo Ragni ha curato per Jannelli&Volpi, storica azienda
milanese produttrice di carta da parati, il passaggio dai festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario dell’azienda (2011)
alla “rivoluzione” del 2012, quando la sede dell’azienda ha
subito una grande trasformazione nell’allestimento. Cinque
Carta da parati
designer italiani – Paola Navone, Italo Lupi, Giulio Iacchetti,
Jannelli&Volpi
Diego Grandi e lo stesso Matteo Ragni – sono stati scelti per
Materiali: rivestimento murale su base
tessuto non tessuto (TNT)
progettare dei rivestimenti murali. A questi designer sono stati
accostati dieci talenti emergenti che hanno interpretato il tema
celebrativo, utilizzando wallpaper Jannelli&Volpi. Dieci i pattern
ideati dai cinque designer italiani, presentati nella collezione
J&V 5×10 Celebration, che in alcune varianti colore sono
stati inseriti nella linea J&V Italian Design di Jannelli&Volpi,
distribuita a livello internazionale. Un progetto corale, affidato
Art director
di Wallpaper celebration
2011 per i 50 anni di
Jannelli&Volpi (nel 2012
Wallpaperevolution), Ragni
riserva un’attenzione
particolare al tema della
superficie con rivestimenti
caratterizzati da una forte
componente percettiva.
da Paola Jannelli a Matteo Ragni, lavorando con lui a quattro
mani, che lascia un segno su carta con il libro Wallpaper Celebration, edito da Corraini. La Collezione J&V 5×10 Celebration
di Jannelli&Volpi è stata selezionata dall’Osservatorio Permanente del Design, nella categoria “materiali e componenti”
e pubblicata all’interno del volume ADI Design Index 2012.
Jannelli&Volpi ha recentemente rinnovato la collaborazione
con Matteo Ragni, producendo il rivestimento murale da lui
disegnato che riproduce le macchinine TobeUs e affidandogli
l’art direction per l’evento del Salone del Mobile 2013.
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Atelier, 2012
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Legno multilaminare
Alpi
Alpi produce superfici decorative in legno multilaminare
Materiali: legno multilaminare
ricavato da sfogliati, destinato ai settori dell’interior design e
dell’arredamento. Ma soprattutto Alpi produce un legno che in
Le superfici decorative
realizzate da Alpi in legno
multilaminare derivato
da sfogliati garantiscono
effetti estetici e funzionali
particolari per gli interni.
natura non esiste, che ha performance estetiche e funzionali
fuori dal comune. Può avere i colori dell’arcobaleno, può essere
preziosamente intarsiato e arricchito da pattern. Oppure può
semplicemente riproporre con grande fedeltà le essenze più
rare e pregiate. È un legno che viene prodotto e usato senza
sprechi, utilizzando una tecnologia rispettosa dell’ambiente,
capace di eliminare i difetti e i limiti della materia prima non
lavorata. È un legno che risponde con precisione alle esigenze contemporanee, all’utilizzo nella produzione industriale
di oggetti e superfici, alle specifiche richieste di architetti e
designer, senza intaccare però il patrimonio naturale, né in
Italia, né all’estero. La collezione Atelier di Matteo Ragni, art
director di Alpi, prende spunto dal mondo tessile per presentare i legni multilaminari di pioppo con texture molto pregiate.
Ragni ha creato interessanti strategie di comunicazione – dei
“Conceptwood”, come le panchine pubbliche colorate in
massello Alpi o come la partnership con Material Connexion
durante la Design Week 2012 – per spiegare come il marchio
stia affrontando con grande impegno ed entusiasmo un rinnovato desiderio di collaborazione con il mondo del progetto.
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Focus
Prodotti
per
Titania
Camparisoda
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Prodotti
per Camparisoda
Bicchiere Clic, Pandora Design;
sedia Camparina, Plank;
lampada Fortunata, Danese;
Tavolo Dot, Danese;
bottiglietta 80esimo;
talent capsule;
le dieci porte, telescopi
Il sodalizio progettuale fra Matteo Ragni e Camparisoda ha
inizio nel 2009, in occasione della Design Week di Milano. Da
allora, Ragni collabora con Campari all’insegna del rispetto
dell’identità del brand, interpretando i valori del marchio e la sua
tradizione legata all’arte e al design con ironia e sofisticazione,
nella ricerca di dettagli per l’ideazione di pattern decorativi e di
codici cromatici evidenti. Nel 2009 Ragni ha proiettato nuove
visioni dell’aperitivo, realizzando un’installazione filologicamente
coerente nei suoi riferimenti a Fortunato Depero – nell’anno del
centenario del Futurismo – e dal grande impatto scenograficoemozionale. Il lavoro di Ragni è partito dal mito della celebre
Falkland nasce
dall’aggregazione
funzionale di componenti
molto diversi che
sembrano tra loro
incompatibili, come
le nasse da pesca,
le lampade di carta
orientali, le calze da
donna.
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Allestimento per
i Camparitivi realizzato da
Matteo Ragni alla Triennale
di Milano in occasione della
Design Week nel 2010,
2011, 2012.
Con il progetto del bicchiere
Clic, Ragni capovolge
nuovamente il calice
rovesciato da Depero
con la celebre bottiglietta
e ne aggancia la base alla
corona; la bottiglietta diventa
lo stelo di Clic.
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bottiglietta per poi estendere il progetto all’allestimento, all’architettura, all’arredo urbano, ai singoli arredi. Il progetto REDesign
negli spazi ExIndustria di Zona Tortona a Milano ha trasformato la
bottiglia di Camparisoda in un “faro” per orientare i consumatori
in un immaginario e virtuale “labirinto” contemporaneo. La sfida
di Ragni è stata quella innanzitutto di riprogettare un’icona: la
celebre bottiglietta di Depero del 1932. Dopo il restyling della
bottiglietta, nasce il bicchiere Clic. Camparisoda è l’unico aperitivo monodose che ha la forma perfetta di un calice rovesciato.
Dieci “telescopi da
meditazione”, dieci
installazioni permanenti
sotto il portico della
Triennale di Milano hanno
celebrato nel 2010 l’evento
Il Futuro Meraviglioso.
Sotto, le Talent Capsule
realizzate nel 2011 per
il giardino della Triennale
di Milano sono dei gusci
adatti per riunioni,
per il lavoro individuale
oppure per un pranzo
o un aperitivo.
Matteo Ragni capovolge nuovamente il calice e ne aggancia la
un momento di lavoro individuale, per un pranzo o un aperi-
base alla corona della bottiglietta che diventa lo stelo del “Clic”
tivo in cui coniugare creatività e convivialità. Il contributo del
(prodotto da Pandora design, 2009). Bottiglietta e bicchiere ven-
designer all’immagine del più noto tra gli aperitivi è ampiamen-
gono poi contestualizzati in un progetto complesso di immagine
te documentato nel volume recentemente edito da Corraini,
coordinata: il Camparitivo alla Triennale di Milano con l’intento di
Camparisoda: l’aperitivo veloce futurista, da Fortunato Depero
dare nuova vita al rito milanese dell’aperitivo durante la Design
a Matteo Ragni. Per il 2012, in occasione dell’80esimo anni-
Week. Durante l’edizione 2010 il Camparitivo celebrava l’evento
versario della celebre bottiglietta di Depero, la sfida di Ragni è
Il Futuro Meraviglioso, con dieci “telescopi da meditazione”,
stata quella innanzitutto di riprogettare un’icona. Un prodotto
un percorso fatto di parole a cui affidare la propria mente e le
che nasce già “moderno”: è il primo monodose tra gli aperitivi,
proprie emozioni. Matteo Ragni ha progettato in questo contesto
con una forma che ancora oggi ne contraddistingue il carattere
arredi e complementi che rispondono a esigenze di funzionalità
innovatore. Nella riprogettazione di questa bottiglietta-icona di
e accessibilità: la sedia impilabile Camparina, rossa, prodotta
Camparisoda, Ragni valorizza i tratti distintivi preservandone
da Plank, con una texture Camparisoda; il tavolo Dot, prodotto
la forma iconica a calice rovesciato. Mantiene le proporzioni
da Danese, e Fortunata la lampada prodotta da Danese che
originali “vestendola però con un nuovo e più elegante abito”.
Ragni ha disegnato giocando – capovolgendoli, piegandoli e
“La texture utilizzata è un decoro geometrico che richiama nella
unendoli – con i triangoli con cui Depero ha inventato la forma
sua essenza lo spirito futurista… triangoli e cerchi si ripetono e
di Camparisoda. Nel 2011 Ragni disegna per il giardino della
si rincorrono per creare un memorabile grip, lasciando in due
Triennale le Talent Capsule, gusci adatti per una riunione, per
punti lo spazio per il logo Camparisoda”.
2000
2001
2002
2003
Prodotti per Camparisoda,
bottiglietta 80esimo
2010
2011
2012
Atelier Alpi
W-eye
Carte da parati
2009
Suncup
2008
Vigorelli
E quindi (ri)uscimmo
a riveder le stelle
2007
Tulip
Fettexfette
2006
Ninfea
Fly
2005
Ginko
Bacinella per bucato
2004
Looking
for seeds
1999
TobeUs
Moscardino
Leti
46
Sunglass
Pollicino
Chocopirin-A
Cronologia illustrata
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­REFERENZE ICONOGRAFICHE
Ove non specificato tutte le immagini
del volume sono courtesy Studio
Matteo Ragni.
Quarta di copertina: Silvia Agosti
p. 4: Max Rommel
L’Editore si dichiara disponibile
con gli eventuali aventi diritto
delle fotografie di cui non è riuscito
a risalire alla fonte.