Benchmarking sulle politiche a sostegno della stabilizzazione al
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Benchmarking sulle politiche a sostegno della stabilizzazione al
Progetto Supporti Documentali e Informativi per la Governance e la Qualificazione dei Sistemi Scheda di Benchmarking Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa FRANCIA Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 1 Indice 1. 2. 3. 4. 3. 4. 5. 6. 7. IL CONTESTO ............................................................................................... 3 I SOGGETTI COINVOLTI ................................................................................. 8 NORMATIVA DI RIFERIMENTO RIFERITA ALLA STABILIZZAZIONE DEI GIOVANI ....10 LA COMPOSIZIONE DELLA PLATEA GIOVANILE .................................................12 LA PARTECIPAZIONE AL LAVORO ....................................................................19 LA DISOCCUPAZIONE E L’INATTIVITA’ GIOVANILE ............................................25 LA DOMANDA ..............................................................................................33 LE POLITICHE DEL LAVORO PER LA STABILIZZAZIONE DEI GIOVANI AL LAVORO ..34 LA DIMENSIONE EUROPEA.............................................................................46 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 2 1. IL CONTESTO Premessa La gioventù francese oggi si trova ad affrontare i problemi che tutti i Paesi europei stanno cercando di risolvere senza grande successo: disoccupazione, precarietà, mancanza di formazione e di un forte pessimismo. La situazione francese presenta un tasso di disoccupazione per i giovani sotto i 25 anni tra i più alti dell'area OCSE: del 25% nel terzo trimestre del 2010 (Fonte INSEE). Il mercato del lavoro è stato penalizzato dalla crisi, e a flessibilità è diventata la regola. Considerando anche l’allungamento dell’età lavorativa media, i datori di lavoro francesi si rivolgono a lavoratori più qualificati e considerano poco l’offerta dei neo diplomati. Ciò incrementa la demotivazione e l’abbandono scolastico dando luogo a una gioventù senza competenze o qualifiche. Questa precarietà diffusa ha come conseguenza la difficoltà di accesso alla casa, dipendenza dai genitori, impossibilità di farsi una famiglia, etc, tutti elementi che rafforzano il pessimismo circa le prospettive future. I giovani francesi, in sintesi, vivono con la certezza che non ci riusciranno meglio dei loro genitori. L'ascensore sociale è bloccato. Uno dei problemi principali è l'elevato tasso di disoccupazione che ha colpito la fascia di età under 25. Tale tasso al 25% riflette una dura realtà per i giovani francesi, che stentano a integrarsi nel mondo del lavoro e soprattutto di conseguire una posizione a tempo Indeterminato. Secondo l'Osservatorio per le Disuguaglianze, tutte queste situazioni peggiorano drammaticamente per i giovani residenti nelle aree urbane depresse: lì la disoccupazione giovanile supera il 40%. Questo conduce a una polarizzazione della società francese, in cui i lavoratori temporanei (in particolare i giovani) si trovano ad affrontare i lavoratori iperprotetti col tempo indeterminato. Un giovane che entra oggi nel mercato del lavoro deve aspettare da otto a undici anni per un posto stabile e l'età media di accesso al lavoro stabile è di 28 anni. Nel frattempo si vivacchia con una sequenza di corsi e con stage retribuiti poche centinaia di euro. Il 20% dei giovani francesi di età compresa tra 16 e i 25 anni viva sotto la soglia di povertà (880 € al mese) contro il 13% per l'intera popolazione (www.cnle.gouv.fr, dic. 2010). La povertà economica è diffusa anche tra i giovani laureati. Un altro problema è quello della formazione. In Francia il numero di giovani che escono dal sistema educativo senza un diploma o di qualifica è pari a 160.000 all'anno (OCDE dic.2010), Per questi giovani non qualificati sarà molto difficile l’inserimento nella vita professionale. La metà di loro diventano disoccupati di lunga durata dopo aver lasciato la scuola, contro il 10% tra i laureati. Completa il quadro la situazione dei giovani che non lavorano né studiano, né sono in formazione (NEET) pari all’12,4% dei giovani francesi tra i 15 e 24, e al 18% di quelli tra i 25 e i 29 anni, per oltre 1,7 milioni di giovani in totale. Al di là di insicurezza lavorativa, sono le prospettive sul futuro dei giovani che preoccupano la società francese. L'ultima indagine internazionale sui giovani della Fondazione per l'Innovazione (Fondapol), pubblicata nel marzo 2011 riporta statistiche allarmanti: solo il 49% dei giovani francesi pensa di poter avere un buon lavoro per il futuro e il 75% di loro ritiene che il futuro del paese non sia promettente. I genitori sono preoccupati all’idea che i loro figli non possano raggiungere un tenore di vita analogo al loro, nonostante abbiano più elevati titoli di studio. Un effetto di queste paure è la nuova forte attrazione per le professioni di servizio pubblico, garanti di posti di lavoro protetti, che beneficiano di numerosi vantaggi. Una indagine del 2005 rileva che il 70% dei giovani francesi di età compresa tra 15 a 30 anni vuole lavorare nel pubblico, sicuramente la crisi ha amplificato tali dati. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 3 La situazione dei giovani in Francia, rischia di portare a una lotta tra generazioni: i giovani contro i vecchi, precari contro la sovra-protetti, una società in cui non ci sia più posto per i giovani, e dove i giovani non riescano più a trovare relazioni e momenti di incontro con gli anziani. Questa situazione è ancora più difficile perché gli anziani hanno avuto molto meno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, non hanno condiviso le loro stesse paure e dunque non riescono a capire i giovani di oggi. In una società dove il successo sociale e professionale sono indicatori sempre più preziosi della raggiunta maturità, i giovani si trovano ad affrontare forte pressioni da parte della società, con poche ipotesi di soluzioni a disposizione e un profondo disagio legato all’inadeguatezza di molti individui davanti a questioni così rilevanti. È proprio nel capire come il ‘sistema’ Francia si dispone a proporre soluzioni e opportunità a una generazione, stimolandone idee e talenti, che si sviluppa questo rapporto. DATI DEMOGRAFICI La Francia ha una superficie di 543.965 km² e una popolazione di oltre 61 milioni di abitanti, che salgono rispettivamente a 675.417 km² e 65 milioni di abitanti se si includono i dipartimenti e i territori d'oltremare d'America, Asia e Oceania. Con questi ultimi la Francia è il secondo Stato più vasto (dopo la Russia) e il terzo più popolato d'Europa (dopo la Russia e la Germania). Per popolazione è confrontabile con l’Italia. Il Tab. 2 si evidenzia come la fascia d’età di principale interesse di questa analisi, quella compresa tra i 15 e i 34 anni, sia rappresentata dal 24,7% del totale degli abitanti del Paese per circa 16 milioni di abitanti. Tab. 1- Popolazione totale (Fonte INSEE) TUTTI Uomini Donne 65.026.885 31.484.794 33.542.091 Meno di 20 anni 15.984.060 8.175.810 7.808.250 Tra i 20 e i 64 anni 38.146.128 18.794.075 19.352.053 65 anni o più 10.896.697 4.514.909 6.381.788 Tab. 2 - Distribuzione della popolazione per sesso ed età al 1 Gennaio 2011 in % (Fonte: INSEE) Donne Uomini Tutti Sotto i 15 anni 17,5 19,6 18,5 15-24 anni 11,8 13,0 12,4 25-34 anni 12,0 12,6 12,3 35-44 anni 13,4 13,8 13,7 45-54 anni 13,5 13,8 13,6 55-64 anni 12,7 12,8 12,7 65-74 anni 8,2 7,6 7,9 75 anni o più 10,9 6,8 8,9 Tutte le età 100,0 100,0 100,0 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 4 I livelli educativi della popolazione in Francia sono in linea con le medie dei paesi europei. Rilevante è invece la differenza con l’Italia da cui risulta evidente una minore scolarità media nel nostro paese. Tab. 3 Livello educazione popolazione adulta (2008) (Fonte: OECD) Distribuzione dei più alti livelli educativi nella popolazione dai 25-64 anni Secondaria superiore e Meno della educazione post-secondaria non Educazione terziaria secondaria inferiore terziaria Francia 30 43 27 Germania 14 60 24 Italia 47 39 14 Regno Unito 30 37 33 OECD media 29 44 28 EU19 media 28 47 25 100 100 100 100 100 100 É interessante notare come il 83% dei francesi con titolo di secondaria superiore siano concentrate nella fascia 25-34 anni, segno inequivocabile che negli ultimi venti anni si sia progressivamente innalzata la scolarità media, ben oltre i limiti imposti dall’obbligo formativo. Ai fini delle riflessioni della presente analisi rimane sensibile il divario con l’Italia, in ogni fascia di età, che risulta di ben 14 punti percentuali nelle fasci più giovani e arriva a 20 per gli ultra 55-enni. Tab. 4 - Popolazione con almeno titolo di scuola secondaria superiore (dati 2008) in % Fasce d’età 25-64 25-34 35-44 45-54 55-64 Australia 70 82 73 66 55 Francia 70 83 77 64 55 Germania 85 86 87 86 82 Italia 53 69 57 49 35 Regno Unito 70 77 70 67 63 Stati Uniti 89 88 89 89 89 OECD media 71 80 75 68 58 EU19 media 72 82 76 69 59 Fonte: OECD. Dati Economici Organizzazione economica L'organizzazione economica del paese è di stampo capitalista con un forte intervento statale. La Francia è il quarto esportatore del mondo (come somma di tutti i prodotti). È il secondo più grande esportatore mondiale di prodotti alimentari, dietro gli Stati Uniti, anche se il settore primario (agricoltura, pesca) rappresenta solo il 4% della forza lavoro. L'economia francese è prevalentemente un'economia dei servizi, per i quali è il secondo più grande esportatore del mondo. È al primo posto nel mondo come destinazione turistica con più di 60 milioni di visitatori stranieri l'anno. La Francia possiede un importante apparato industriale. Il settore secondario occupa il 24% della forza lavoro. Fra i settori di punta vi sono la produzione di treni per l'alta velocità e una potente industria automobilistica. Possiede il primo gruppo globale per la costruzione di centrali nucleari, primeggia nel settore aeronautico e aerospaziale, ha importanti aziende Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 5 farmaceutiche. Presenta eccellenze nel settore gastronomico e nel settore di lusso. Il settore terziario impiega il 72% della forza lavoro con un peso determinante dato dalla distribuzione che in Francia ha un peso molto forte per l'economia. Il PIL e l’impatto della crisi iniziata nel 2008 sull’economia. Per l’impatto della crisi globale, nel 2009 il prodotto interno lordo è sceso del 2,6% in media, dopo il +0,2% nel 2008, in cui il quarto trimestre risente già della crisi, e +2,4% nel 2007. Iniziata nella primavera del 2008, la contrazione ha accelerato l’impatto alla fine del 2008 e nel primo trimestre 2009. La domanda delle imprese è caduta a causa di un calo sia nei loro investimenti che dal calo delle scorte. I flussi di commercio con l’estero hanno bruscamente rallentato. Al contrario, i consumi delle famiglie hanno resistito e il consumo da parte della PPAA è accelerato per l'effetto dei piani di risanamento e rilancio. Il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto, grazie al calo dell'inflazione, e aumentato il loro tasso di risparmio. Alcuni dati significativi sono dettagliati nella tabella che segue: Tab. 5 – Indicatori impatto della crisi Le variazioni di volume sui prezzi dell'anno precedente in% 2009 2007 2008 2009 Variazione Miliardi Contributi Prezzi % di euro crescita EUR PIL Prodotto interno lordo (PIL) 2,4 0,2 -2,6 0,5 1 907,1 -2,6 Importazioni 5,6 0,6 -10,7 -5,2 476,6 -3,1 Totale degli impieghi finali 3,1 0,3 -4,4 -0,7 2 383,8 -5,7 Consumi delle famiglie 2,4 0,9 0,9 -0,1 1 418,6 0,6 - famiglie 2,5 0,5 0,6 -0,6 1 084,6 0,4 - indotta da parte della PPAA 1,6 2,1 2,0 1,2 305,8 0,3 consumo effettivo della PPAA 1,2 0,9 4,2 1,4 164,0 0,3 Spesa in conto capitale tra cui : 6,0 0,5 -7,1 -0,6 392,1 -1,5 - Le imprese non finanziarie 8,1 2,4 -8,0 -0,3 204,3 -0,9 - famiglie 4,6 -2,7 -8,7 -1,7 106,6 -0,5 - Pubblica Amministrazione 4,4 -2,8 0,5 0,2 63,9 0,0 0,2 -0,3 -1,9 - -30,5 -1,9 tra cui: spesa per consumi Variazione delle scorte (contributo alla crescita) Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 6 Esportazioni 2,5 -0,5 -12,4 -3,5 439,6 -3,3 Fonte: Conti economici nazionali - base 2000, INSEE Dati Amministrativi La Francia, ufficialmente Repubblica Francese (in francese République française), è uno Stato membro dell'Unione europea. La Francia è una Repubblica costituzionale, "indivisibile, laica, democratica e sociale" (articolo I della Costituzione del 1958) a regime parlamentare semi-presidenziale (con forti poteri al Presidente della Repubblica). La riforma costituzionale del 28 marzo 2003 (Atto II del decentramento), ai sensi dello stesso articolo, ha aggiunto che l'organizzazione della Repubblica fosse decentrata. L'ordinamento politico della quinta Repubblica prevede una Camera dei deputati (Assemblée nationale) di 577 membri, eletti per 5 anni a suffragio universale diretto, e un Senato (Sénat) composto di 346 senatori, eletti per 6 anni a suffragio universale indiretto. Il potere legislativo del Senato è limitato; l'Assemblée nationale ha l'ultima parola in caso di disaccordo tra le due camere. Le principali divisioni amministrative francesi sono le regioni, che sono 27 (di cui 22 nella Francia metropolitana), i dipartimenti (101 di cui 5 d'oltremare) e gli arrondissements (circondari, cioè suddivisioni amministrative dei dipartimenti). Questi circondari (arrondissements) sono divisi in cantoni (per i collegi elettorali) e in comuni (per un totale di 36.783) per l'amministrazione locale territoriale. I cantoni corrispondono per la maggior parte a comuni completi, tuttavia, alcuni importanti comuni sono suddivisi in più cantoni, che possono anche comprendere altri comuni limitrofi meno popolati. Infine, alcuni importanti comuni (Parigi, Lione, Marsiglia) sono a loro volta suddivisi in circoscrizioni di comune per l'amministrazione locale con sindaci locali con a disposizione una certa autonomia finanziaria e amministrativa all'interno dello stesso Consiglio comunale. La riforma costituzionale del 2003 ha affermato che l'organizzazione della Repubblica è decentralizzata. Il decentramento sostiene ora pienamente l'emergere di un vero potere locale il cui equilibrio è ancora dibattuto. In quest’ambito nuove competenze sono assegnate ai territori in materia di programmazione di interventi per le politiche del lavoro e di attuazione locale di norme nazionali A parte le amministrazioni locali, quali sono i comuni, i dipartimenti e le regioni, esiste anche un'organizzazione intercomunale che è portata a esercitare sempre maggiori competenze (in materia di sviluppo economico, uso del territorio, politica degli alloggi, trasporto pubblico, pulizia ambientale). I comuni sono invitati a unirsi sotto il regime dell'intermunicipalità che dispone di un'autonomia finanziaria e fiscale propria, oltre che ad un riconoscimento giuridico (établissement public de coopération intercommunale o EPCI ). Nel 2006, 2.573 comunità (comunità di comuni, le comunità di agglomerazioni e comunità urbane) hanno ricomposto il territorio nazionale, e coinvolgono il 90% di comuni e l'85% della popolazione francese. Alcune intermunicipalità includono comuni di differenti dipartimenti o regioni, allo scopo anche di agevolare la gestione di infrastrutture comuni, o per migliorare le politiche in materia di trasporti. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 7 2. I SOGGETTI COINVOLTI È importante qui premettere che le più recenti politiche del lavoro francesi, meglio dettagliate nelle sezioni seguenti, più che a un concetto di “stabilizzazione dei posti di lavoro” si concentrano sullo sviluppo delle competenze, dell’occupabilità, sulla diffusione delle opportunità, in un’ottica che è più coerente con la flessicurezza. Nel facilitare il rapporto tra giovani e mercato del lavoro e, nello specifico, per sostenerne l’occupabilità in un’ottica di stabilizzazione dei percorsi professionali, si identificano quali principali soggetto istituzionalmente protagonisti: Pole Emploi, le Maison d’Emploi, e l’Agefiph. Pole Emploi Espressione diretta del Ministero del Lavoro e soggetto di riferimento per l’attuazione delle politiche e l’erogazione dei servizi al lavoro e alla formazione è Pole Emploi. Diffuso capillarmente sul territorio, esso promuove una politica di azioni dirette e di partnership per l'occupazione con altri soggetti interessati a livello nazionale e sul campo. Ha come obiettivo operare a livello locale coi propri servizi e sviluppare ulteriori dispositivi unendo competenze e risorse con tutte le parti interessate a cooperare nella lotta alla disoccupazione e all’aumento dell’occupabilità dei cittadini. Concretamente, questa complementarietà può assumere la forma di aiuto integrativo alle azioni locali o lo sviluppo di iniziative congiunte, quali ad esempio i Saloni del lavoro. Nei Pole Emploi, i giovani trovano accoglienza, informazioni, percorsi personalizzati, opportunità di formazione e rinforzo competenze, offerte di lavoro anche all’estero, tirocini, … I servizi vengono erogati negli uffici Pole Emploi e, sempre più, attraverso il web, il portale dedicato, il call centre. Nell’ultimo periodo, per fronteggiare la crisi, diversi interventi organizzativi ne hanno potenziato l’efficienza. Pole Emploi ha di molto incrementato i servizi alle imprese, di ogni tipologia, potenziato i servizi via web per liberare gli operatori e migliorato i servizi di incontro tra domanda e offerta. In quest’ultimo settore si sta diffondendo il metodi di “selezione in situazione” in cui le aziende possono avvalersi di piattaforme organizzate da Pole Emploi per la verifica in situazione delle competenze da loro richieste. Tal sistema fa emergere le competenze dei giovani comunque acquisite, specie in processi non formali o informali. Le azioni PE si coordinano con le misure finanziate dai consigli regionali, consigli dipartimentali, altre autorità pubbliche e parti sociali. Con l'istituzione del “Revenue de Solidarité Active – RSA”, la missione del PE è evoluta verso servizi su misura per i target di beneficiari definiti a livello locale dai consigli generali. A livello locale, le modalità di collaborazione tra il PE e dei suoi partner, sono fissati da convenzioni annuali. Il Pole Emploi collabora anche con le comunità locali anche quando esse diventano datori di lavoro, manifestando spesso esigenze specifiche. PE li assiste per assumere personale con contratti specifici a loro disposizione. Questo è per esempio il caso del contratto di assistenza del Lavoro (CAE), uno strumento comparabile coi nostri Lavori Socialmente Utili. www.pole-emploi.fr Le Maison de l’Emploi Distribuite su tutto il territorio e promosse in forme differenti le Maison de l’Emploi sono forme di partenariato locale finalizzate allo sviluppo locale e dunque all’occupazione, specie dei giovani. Tipicamente hanno quali membri costitutivi nella loro partnership: • Pole Emploi; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 8 • • • • Comuni, contigui tra loro; AFPA o altri enti di formazione professionale; Stato – tramite il Prefetto; Comunità locali. A essi si aggiungono partner associati quali, ad esempio: • • • • • • Camera di Commercio; Associazioni di categoria; incubatori d’impresa; Parti Sociali; AGEFIPH, l’agenzia per il collocamento dei disabili; etc… Gli obiettivi di una Maison de l’Emploi sono diretti ai territori, alle aziende, ai lavoratori, e possono essere riassunti come: 1. Osservare i fenomeni per anticipare e adattare gli interventi ai bisogni del territorio. Ciò per sviluppare strategie in grado di cogliere le esigenze di aziende e pubbliche in materia di domanda e offerta di lavoro, per adeguare l'offerta formativa e l'integrazione, e favorire l'orientamento professionale; 2. Migliorare l'accesso o il ritorno al lavoro con informazione, orientamento, ottimizzando le prestazioni di servizi di diversi attori locali per l'occupazione coinvolgendo le imprese in attività proattive per l'occupazione; 3. Sviluppare l'occupazione e la creazione di imprese per una migliore corrispondenza tra offerta e domanda di lavoro attraverso la conoscenza della domanda, lo sviluppo di competenze, l’analisi delle nuove forme di occupazione, e favorendo la creazione o l’acquisizione di aziende; 4. La Validazione delle esperienze Acquisite (VAE) per il riconoscimento delle esperienze di lavoro (retribuito, non retribuito o volontario) di almeno 3 anni consentendo la certificazione (certificato, diploma o certificato di qualifica professionale) in connessione con l’esperienza reale. Si applica a tutti i settori di attività, e a tutti i livelli di competenza. AGEFIPH - Lavoratori disabili Il servizio di sostegno alle assunzione di giovani lavoratori disabili è curato da AGEFIPH. Agefiph fornisce ad aziende e individui con disabilità 4 reti nazionali di partenariato e servizio: 1. Cap Emploi: una rete nazionale di 107agenzie di collocamento (una per dipartimento) specializzate. I consulenti CE forniscono un servizio di prossimità ai datori di lavoro e alle persone con disabilità in tutte le questioni relative al reclutamento e al cammino verso l'occupazione. Questo servizio è finanziato da Agefiph, e Pole Emploi. Nel 2009, CE ha favorito l’assunzione di oltre 52000 disabili, il 49% con contratti a tempo indeterminato; 2. Vie au travail: un servizio che assiste l'azienda nella gestione delle carriere dei dipendenti con disabilità; 3. Sameth: I 108 membri della rete Sameth hanno la missione di aiutare le imprese e i lavoratori a trovare una soluzione su misura partecipazione nella società in cui si evidenzia una mancata corrispondenza tra lo stato di salute il lavoratore e il suo ambiente di lavoro; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 9 4. Alther: è una rete nazionale di 97 fornitori selezionati da Agefiph. La loro missione è quella di semplificare le procedure di accoglienza, di assunzione e il mantenimento dell'occupazione delle persone disabili nelle imprese. 3. Normativa di riferimento riferita alla stabilizzazione dei giovani Legislazione/Disposizioni a livello nazionale, regionale e locale Strumento fondamentale per seguire l’evoluzione normativa riferita ai temi del lavoro giovanile, alla promozione dell’occupabilità e della formazione continua è il Codice del Lavoro, accessibile online all’indirizzo: http://www.legifrance.gouv.fr/affichCode.do;jsessionid=48F9C9C1A17218BADF1AC80E77C 8A23A.tpdjo07v_1?cidTexte=LEGITEXT000006072050&dateTexte=20110522 Il Codice del Lavoro si presenta nella forma del testo unico e viene costantemente aggiornato dalle singole leggi e decreti di intervento sui pezzi di interesse. Ciò ne rende immediata la fruizione sia da parte degli operatori che dei cittadini interessati. Altri atti normativi recenti di rilevanza per l’argomento: • • • • Decreto n. 2009-693 del 15 giugno 2009 , che istituisce un contributo per i datori di lavoro con meno di 50 dipendenti che procedono all'assunzione di apprendisti supplementari; Decreto n° 2009-694 del 15 giugno 2009 che instituisce un aiuto all’assunzione di giovani con meno di 25 anni in “contrat de professionnalisation”; Decreto n. 2009-695 del 15 giugno 2009, che istituisce un contributo di assunzione di apprendisti per i datori di lavoro con undici o più dipendenti; Circolare n ° 2.007-21 DGEFP 23 luglio 2007 relativa all'attuazione del contratto di professionalizzazione. Principali disposizioni europee 1) Strategia Europa 2020 La strategia Europa 2020 segna il contesto in cui le politiche di sviluppo sostenibile vanno a collocarsi. In essa viene riconosciuto e valorizzato il potenziale dei giovani intesa come risorsa, talento, potenzialità. Diverse iniziative ruotano intorno al ruolo di protagonismo che si desidera da quest’ampia fascia id polo azione che per sua natura è portata a introdurre elementi di valore aggiunto, discontinuità e crescita del sistema. Inoltre, tra gli obiettivi principali della strategia vi è quello per cui nel 2020 “Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato”. Si presentano in seguito una serie di iniziative che costituiscono le espressioni operative degli obiettivi generali di sviluppo sostenibile e coesione sociale che connaturano la Strategia Europa 2020. 2) Iniziativa faro: "Youth on the move" (COM(2010) 477) L'obiettivo è aumentare l'attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore e migliorare la qualità generale di tutti i livelli dell'istruzione e della formazione nell'UE, combinando eccellenza e equità, mediante la promozione della mobilità di studenti e tirocinanti, e migliorare la situazione occupazionale dei giovani. A livello dell'UE, la Commissione si adopererà per: • integrare e potenziare i programmi UE per la mobilità, le università e i ricercatori (Erasmus, Erasmus Mundus, Tempus e Marie Curie) e collegarli ai programmi e alle risorse nazionali; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 10 • • • • accelerare il programma di modernizzazione dell'istruzione superiore (programmi di studio, gestione e finanziamenti), anche valutando le prestazioni delle università e i risultati nel settore dell'istruzione in un contesto globale; studiare il modo di promuovere l'imprenditoria mediante programmi di mobilità per giovani professionisti; promuovere il riconoscimento dell'apprendimento non formale e informale; creare un quadro per l'occupazione giovanile che definisca politiche volte a ridurre i tassi di disoccupazione giovanile: questo quadro dovrebbe favorire, insieme agli Stati membri e alle parti sociali, l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro mediante apprendistati, tirocini o altre esperienze lavorative, comprendendo anche un programma ("il tuo primo posto di lavoro EURES") volto ad aumentare le possibilità di lavoro per i giovani agevolando la mobilità in tutta l'UE. Maggiori informazioni su: http://ec.europa.eu/youthonthemove/index_en.htm Iniziativa faro: L’Unione per l’Innovazione (COM(2010) 546) L'obiettivo dell’iniziativa è riorientare la politica di R&S e innovazione in funzione delle sfide che si pongono alla nostra società, come il cambiamento climatico, l'uso efficiente delle risorse e l'energia, la salute e il cambiamento demografico. Al suo interno, tra le azioni fondanti ha quella di promuovere i partenariati per la conoscenza e rafforzare i legami tra istruzione, settore delle imprese, ricerca e innovazione, anche tramite l'IET, e stimolare l'imprenditoria sostenendo le giovani imprese innovative. Maggiori informazioni su: http://ec.europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?pg=home Iniziativa faro: “Nuove competenze per nuovi lavori” (COM(2008) 868) L’obiettivo è prevedere le esigenze del mercato del lavoro e le competenze professionali e rispondervi. Si individua nelle nuove competenze la chiave per un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione. Si pone l’obiettivo di fronteggiare il problema delle capacità professionali col miglioramento delle competenze a tutti i livelli e promozione dell'occupabilità accordando le competenze alle esigenze del mercato. Per raggiungere tali obiettivi ci si pone di migliorare la capacità dell'Unione di valutare le competenze, prevederne le esigenze e provvedervi anche con strumenti per cogliere le tendenze a lungo termine per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro e l'offerta di manodopera. Maggiori informazioni su : http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=568 Comunicazione della Commissione "Favorire il pieno coinvolgimento dei giovani nell’istruzione, nell’occupazione e nella società", COM(2007) 498 del 4.9.2007 La comunicazione evidenzia come la transizione dei giovani verso il mercato dell'occupazione si basi essenzialmente sul sistema d'istruzione. L'abbandono scolastico riguarda tuttavia quasi un giovane su sei nell'UE. Le lacune degli allievi nelle competenze di base (lettura e calcolo) appaiono sempre notevoli e tali inadeguatezze rendono difficile la transizione al lavoro. Affinché il sistema scolastico sia idoneo a preparare i giovani a entrare sul mercato del lavoro, rendendoli capaci di proseguire un percorso d'istruzione permanente, gli Stati membri sono invitati a: • • • insistere sullo sviluppo delle competenze chiave sin dalla prima infanzia nel quadro delle strategie nazionali di istruzione e di formazione permanenti; modernizzare l'istruzione superiore a livello di governance, del finanziamento e dei programmi; rafforzare i legami fra l'istruzione e le richieste del mercato del lavoro garantendo ad esempio servizi di orientamento di qualità o favorendo i partenariati fra i centri scolastici e il mondo del lavoro; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 11 • sviluppare uno strumento comunitario per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze dei giovani in Europass e realizzare il quadro europeo delle qualifiche. Inoltre, per favorire la transizione dei giovani dalla scuola al mercato del lavoro, gli Stati membri sono invitati a: • • • • • valorizzare la mobilità e la possibilità per i giovani di ricercare un impiego all'estero attraverso lo strumento di EURES; stabilire strategie di flessicurezza orientate verso la sicurezza dei percorsi e il miglioramento delle condizioni di occupazione dei giovani sin dal prossimo ciclo della strategia di Lisbona nel 2008 e verso una maggior attenzione verso i giovani in seno ai programmi nazionali di riforma; definire i quadri adeguati per i tirocini strettamente connessi al programma di studi; incoraggiare lo spirito d'impresa nei giovani ponendo l'accento sulla formazione all'imprenditorialità; ricorrere ai fondi dell'UE (Fondo sociale europeo, Fondo regionale di sviluppo europeo, ecc.) al fine di sostenere la transizione dei giovani verso il mondo del lavoro e di ridurre le disparità regionali a questo livello. In questa comunicazione la Commissione si appoggia al quadro politico per la gioventù che è stato messo in atto a partire dal Libro bianco “Un nuovo slancio per la gioventù europea” che invita a tener conto dei bisogni dei giovani nelle politiche comunitarie e nazionali. Le politiche particolarmente interessate sono l'occupazione e l'integrazione sociale e, soprattutto, la lotta contro il razzismo e la xenofobia, l'istruzione e la formazione durante l'intero arco della vita. 4. LA COMPOSIZIONE DELLA PLATEA GIOVANILE In Francia, i giovani tra i 15 e i 24 anni sono circa 8,5 milioni cosi come quelli tra i 25 e i 34 anni (vedi tabella 2). Dai dati disponibili (Tab.6) per la fascia d’età tra gli 11 e i 29 anni si evidenzia come i percorsi formativi della secondaria si protraggano frequentemente anche oltre i 20 anni. Emerge altresì un ruolo significativo, specie per i maschi, dell’apprendistato. È inoltre chiaro a tutte le età il maggiore rendimento scolastico delle donne che diventa davvero significativo nell’educazione superiore dove distaccano i maschi di oltre 10 punti percentuali. Tab. 6 - Tasso di scolarizzazione per classi d’età in Francia (in%, anno accademico 2008-2009) Ragazze Et à Prim aria Ragazzi Secon Appre Superior daria ndisti e Total e Prim Secon Apprendist aria daria i Supe Total riore e 11 17,6 82,4 0,0 0,0 100,0 23,2 76,8 0,0 0,0 100,0 12 1,7 98,3 0,0 0,0 100,0 2,7 97,3 0,0 0,0 100,0 13 0,8 99,2 0,0 0,0 100,0 1,4 98,6 0,0 0,0 100,0 14 0,6 99,3 0,0 0,0 100,0 1,2 98,6 0,1 0,0 100,0 15 0,7 96,4 1,1 0,0 98,2 1,2 92,6 3,9 0,0 97,6 16 0,7 90,3 3,6 0,0 94,6 1,1 81,0 11,8 0,1 93,9 17 0,6 83,4 4,8 2,7 91,5 0,9 72,2 14,3 1,9 89,3 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 12 18 0,5 39,3 4,6 34,2 78,5 0,7 38,0 11,8 24,1 74,6 19 0,3 16,5 4,6 44,0 65,3 0,4 16,7 9,3 33,6 60,0 20 0,1 5,5 4,2 43,9 53,7 0,1 5,2 7,1 33,8 46,1 21 0,0 1,9 3,5 37,5 42,9 0,1 1,4 5,2 28,8 35,4 22 0,0 0,9 2,7 30,1 33,7 0,0 0,4 3,7 23,4 27,5 23 0,0 0,6 1,8 22,3 24,7 0,0 0,2 2,5 17,6 20,2 24 0,0 0,5 1,1 15,5 17,0 0,0 0,1 1,5 12,5 14,1 25 0,0 0,2 0,7 10,1 11,0 0,0 0,0 0,9 8,4 9,3 26 0,0 0,2 0,3 7,2 7,7 0,0 0,0 0,4 6,1 6,5 27 0,0 0,1 0,1 5,1 5,3 0,0 0,0 0,1 4,4 4,5 28 0,0 0,1 0,0 3,9 4,0 0,0 0,0 0,0 3,4 3,5 29 0,0 0,1 0,0 3,2 3,4 0,0 0,0 0,0 2,9 3,0 Nota: la modifica del campo nel 2007-2008 con l'integrazione dei dipartimenti d'oltremare. Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione, Depp. Tab 7 - Tasso di Ritardo scolastico secondo l’età (dati 2005) Questa tabella (Fonte INSEE) evidenzia come il ritardo scolastico cresca in modo quasi lineare al crescere dell’età. A partire dai 7 anni, in cui il 5% dei giovani ha almeno un anno di ritardo, si arriva a 18 anni in cui tale percentuale è del 69%. Se, da una parte, questi dati sottolineano come i percorsi educativi dei singoli abbiano tempi e modi difficilmente standardizzabili, dall’altra si evidenzia come il sistema educativo abbia a tutti i livelli le medesime difficoltà. Tab. 8 - Tasso di accesso al diploma di maturità per tipologia Tipo di diploma 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Generale 33,4 36,5 34,2 33,9 33,7 33,9 34,6 35,1 35,1 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 35,5 36,4 36,5 13 Tecnologico Professionale Tutti (1) di cui Scuola Pubblica 17,6 20,9 21,7 21,1 21,0 20,7 20,4 19,9 18,8 18,6 18,3 5,0 11,1 14,0 14,2 14,2 14,4 14,7 15,2 15,8 * 16,3 * 17,0 * 56,0 68,5 69,9 69,2 68,9 69,1 69,7 70,2 54,0 64,3 63,4 62,8 62,7 62,9 63,5 63,2 17,9 17,1 * 69,7 70,4 71,7 71,5 * * * 63,2 63,5 64,5 64,5 (*): I dati sulla base di una stima sul numero di apprendisti. (1): Apprendistato e formazione agricola inclusa. Area: Francia metropolitana per gli anni 1990, 1995 e 2000, la Francia per gli anni successivi. Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione, Depp. L’andamento delle iscrizioni alle diverse tipologie di scuola (Tab. 9) negli ultimi 10 anni mette in evidenza una crescita nei settori delle scuole che indirizzano alla lavoro nella PPAA, nelle Business School orientate alla creazione di figure manageriali per il privato e al settore paramedico. Tab. 9 ‐ Studenti per tipo di istituzione superiore Iscritti 20002001 Università (escludendo IUT, IUFM e corsi di ingegneria) Istituti di Formazione (IUFM) Istituti Universitari di Tecnologia (IUT) Classi preparatorie per le grandes écoles (CPGE) Scuole specialistiche 20072008 Percentuale di donne (%) 20082009 20092010 1 254 288 1 221 113 1 203 288 1 247 627 2000- 2007- 2008- 20092001 2008 2009 2010 57,7 59,2 59,2 58,9 80 184 70 100 64 037 59 953 69,5 71,6 74,7 75,4 119 244 116 223 118 115 118 139 39,7 39,4 40,3 40,2 70 263 78 072 84 069 85 487 39,5 42,6 42,1 42,0 238 894 230 877 234 164 240 322 51,0 50,2 50,8 50,8 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 14 superiori (STS) Scuole di Ingegneria 96 487 108 773 114 086 118 341 22,2 25,8 25,5 26,1 Scuole di business 63 392 95 835 100 609 116 303 46,2 48,0 47,8 48,6 Scuole di Architettura 15 997 15 848 15 669 17 729 44,7 52,7 54,7 54,8 Scuole superiori d’Arte e Cultura 32 872 40 608 40 870 42 310 57,4 60,0 60,8 60,9 Scuole Paramediche e sociosanitarie (non università) 93 386 134 407 137 165 137.165 81,2 81,6 81,1 81,1 Altre scuole 95 246 119 639 122 090 132 727 52,7 52,7 53,1 52,7 2 160 253 2 231 495 2 234 162 2 316 103 54,6 55,9 55,9 55,7 Tutto il superiore Fonte: Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca, DGESIP DGRI-ISES. Gli abbandoni scolastici Il fenomeno degli abbandoni scolastici è direttamente connesso alla sottooccupazione e all’impossibilità poi di avere professioni professionali che si basino su accrescimento di competenze specialistiche e trasversali. In Francia esistono due definizioni di “uscita senza qualifiche” (sortie sans qualifications) dal sistema educativo: 1. la prima, ispirata al contesto francese e fondata su una classificazione del 1969, fa riferimento a quei giovani che interrompono gli studi prima dell’ultimo anno di preparazione di un diploma del secondo ciclo dell’istruzione secondaria: cioè, o dopo una classe del primo ciclo dell’istruzione secondaria (collège), attualmente il 6% dei giovani; oppure, a livello di lycée (secondo ciclo dell’istruzione secondaria), dopo una classe di seconde (prima classe del liceo) o di première (seconda classe di liceo) generale o tecnologica, attualmente il 2% dei giovani. Secondo questa definizione, l’8% dei giovani lascia dunque ogni anno il sistema educativo francese senza alcuna qualifica; 2. La seconda definizione è quella delle norme internazionali, ripresa dai parametri di riferimento della strategia di Lisbona: fissa come soglia minima di qualifica l’aver superato il secondo ciclo dell’istruzione secondaria, attestato attraverso un certificato o un diploma. Se si tiene conto di questa definizione, si deve includere nelle “uscite senza qualifica” il 9% dei giovani che hanno raggiunto la fine del secondo ciclo, ma non hanno superato gli esami: il certificato di attitudine professionale (CAP) e il brevetto di studi professionali (BEP), esami passati normalmente all’età di 16 o 17 anni dopo due anni di istruzione secondaria superiore, oppure il baccalauréat, passato al termine degli studi secondari, normalmente all’età di 18 o 19 anni. Si Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 15 ottiene allora, secondo questa definizione e basandosi sulla popolazione di giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni, un 16 % di giovani “senza qualifica”. Questa cifra rappresenta, da diversi anni una tra le principali preoccupazioni per le autorità incaricate della politica educativa. Diverse misure di accompagnamento sono state messe in atto da allora, ma non sono riuscite ancora ad eliminare il fenomeno. Tra queste misure, bisogna evidenziare: 1. maggiore autonomia agli istituti scolastici, che hanno più libertà nell’utilizzo dei mezzi che ricevono dallo Stato, così come un nuovo diritto alla sperimentazione didattica che permette loro di testare soluzioni innovatrici per migliorare le performance degli alunni. 2. realizzazione a partire dall’istruzione primaria di strumenti di orientamento che permettono di rilevare il prima possibile le difficoltà degli alunni: valutazioni diagnostiche di tutti gli alunni al primo anno del corso elementare (età 7 anni) e al secondo anno del corso medio (età 10 anni); istituzione per ogni alunno di un libretto di competenze che l’accompagnerà durante tutto il periodo della scolarizzazione. 3. un “contratto di obiettivi” tra tutti gli istituti di istruzione secondaria e l’autorità decentrata del Ministero, simile ai nostri Uffici scolastici regionali. Questo contratto definisce obiettivi da conseguire (da tre a cinque) centrati sui risultati degli alunni e comprende indicatori che permettono di misurare la realizzazione di questi obiettivi; 4. dall’anno scolastico 2006/2007, e in maniera più generalizzata dall’anno successivo, realizzazione per gli alunni in difficoltà nella scuola primaria, e nel collège, di “programmi personalizzati di successo scolastico” per offrire un sostegno per questi alunni ed evitare così possibili bocciature. Un forte impegno è messo in campo da parte delle istituzioni anche con la sperimentazione di scuole speciali, concentrate su basi dipartimentale, in cui i giovani vengono rimotivati e reinseriti in un percorso che dia loro una identità professionale e anche culturale. Tra le “soluzioni alternative”, sono da menzionare in particolare i “dispostifis relais”, che si rivolgono ad alunni del secondo grado a rischio di emarginazione sociale e di descolarizzazione. Queste misure propongono un’accoglienza temporanea in strutture adatte per questi giovani per reinserirli in un percorso di formazione generale, tecnologica o professionale, pur perseguendo l’obiettivo di socializzazione e di educazione alla cittadinanza. Consistono in classi o laboratori, che accolgono un minimo di 6 alunni e un massimo di 12. L’accoglienza degli alunni in queste classi può variare da alcune settimane a più mesi, senza superare un anno scolastico. Il successo di queste misure ha fatto sì che i governi, nel corso di questi ultimi anni, ne aumentassero il numero. La tabella Eurostat n.10 indica come siano circa il 12% i giovani che non terminano la scuola dell’obbligo, un valore inferiore di quello medio europeo (15%) e di gran lunga minore di quello italiano che si situa al 19%. In tabella 11 si evidenziano le differenze tra i diversi indirizzi di studio e come in 15 anni il sistema scolastico nel suo complesso è stato in grado di innalzare di oltre 10 punti percentuali la quantità di giovani che raggiungono titoli di secondaria superiore. La crescita è stata maggiore per le donne. Sono decisamente diminuiti gli abbandoni del sistema scolastico, che nel 2009 sono stati globalmente del 16%. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 16 Tab. 10 - Giovani tra i 18 e 24 anni che, nel 2008 non hanno terminato la scuola dell’obbligo a 16 anni (in%). Fonte Eurostat (a partire da indagine UE sulle forze di lavoro) Tab. 11 - Titoli di studio secondari superiori conseguiti dai giovani in età dai 20 ai 24 anni e abbandoni. Diploma superiore Totale Totale Abbandoni Biennio Abbandoni non Diplomi Abbandoni dipl. sec. ist. generale o dal ciclo diplomati Professionali Licei superiore professionali tecnologico primario secondo ciclo. 1996 55,0 22,0 77,0 5,3 7,3 1,5 8,9 23,0 2000 62,2 19,7 81,8 4,6 5,8 1,1 6,6 18,2 65,8 17,6 83,4 4,3 4,3 1,6 6,5 16,6 65,8 17,4 83,2 4,4 4,1 1,5 6,8 16,8 2007 65,6 16,8 82,4 4,5 4,5 1,6 7,0 17,6 2008 65,7 17,6 83,3 4,2 4,1 1,7 6,7 16,7 2009 66,0 17,6 83,6 4,2 4,0 1,7 6,5 16,4 1996 59,5 19,1 78,7 5,4 5,4 1,3 9,2 21,3 2000 67,0 16,4 83,4 4,6 4,5 1,0 6,6 16,6 2005 71,6 13,9 85,5 4,1 2,8 1,6 6,0 14,5 70,7 14,4 85,0 4,3 2,8 1,8 6,1 15,0 2007 70,8 14,3 85,0 4,5 3,0 1,6 5,9 15,0 2008 70,5 15,2 85,7 4,0 3,0 1,4 5,8 14,3 2009 71,6 14,2 85,9 3,9 3,1 1,3 5,8 14,1 50,5 24,9 75,4 5,2 9,2 1,8 8,5 24,6 2005 2006 2006 1996 Tutti Donne Uomini Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 17 2000 57,2 23,0 80,2 4,7 7,2 1,3 6,6 19,8 2005 59,9 21,3 81,2 4,4 5,8 1,5 7,1 18,8 2006 60,9 20,4 81,3 4,5 5,5 1,3 7,5 18,7 2007 60,2 19,5 79,7 4,6 6,0 1,6 8,1 20,3 2008 60,8 20,1 80,9 4,4 5,1 1,9 7,7 19,1 2009 60,2 21,0 81,2 4,4 4,9 2,2 7,2 18,8 Area: Francia metropolitana; popolazione 20-24 anni. Fonte: Insee, enquêtes Emploi, calculs Depp. In Tabella 12 che segue, risulta evidente come il fenomeno degli abbandoni scolastici sia concentrato negli anni delle scuole superiori. È qui che le politiche di intervento si fanno a concentrare, soprattutto con un potenziamento dell’istituto dell’apprendistato. Tab. 12 - Ripartizione delle uscite anticipate dal sistema scolastico per classe e livello di formazione (in %) Livello formazione 1996 2000 2004 2005 2006 2007 2008 Primo ciclo, 1° anno CAP/BEP 7,0 6,3 5,6 5,1 5,4 5,7 8,4 Primo biennio generale o tecnologico 2,4 2,3 2,0 2,0 2,2 1,8 2,3 Totale delle interruzioni prima dell’ultimo anno del secondo ciclo 9,4 8,6 7,6 7,1 7,6 7,5 10,7 Fine del CAP o BEP (licenza media in Italia) 20,4 21,3 19,9 19,9 19,7 19,7 19,9 1° anno superiori 2,3 2,5 2,6 2,9 2,6 2,6 1,8 Triennio professionale 13,1 14,3 14,4 14,7 16,0 16,2 10,7 Triennio generale e tecnologico 53,8 54,7 55,6 55,5 54,1 53,8 56,4 Totale degli allievi che abbandonano l’insegnamento secondario 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: statistiques scolaires, Menja/MESR-Depp. La popolazione dei Laureati Questo quadro che mette a confronto le diverse fasce d’età evidenzia come si sia notevolmente innalzato il livello formativo dei francesi. Nello spazio di 18 anni è raddoppiato sia il numero dei laureati che quello di coloro che comunque raggiungono livelli di formazione superiore. Tab. 13 - Quote di diplomati nell’insegnamento superiore nell’intervallo 25-29 anni secondo le generazioni (in%) • • • BTS - corso biennale tecnico post scuola superiore (tipo ITS o IFTS) DEUG - laurea breve biennale DUT - diploma universitario biennale Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 18 5. LA PARTECIPAZIONE AL LAVORO La relazione tra il percorso formativo e i percorsi lavorativi risulta anche in Francia, come ipotizzabile, assai diversificata. In Tabella 14, appare evidente come: • • • L’incidenza del contratto a termine stia diventando una prassi per l’impiego dei giovani e aumenti al diminuire del titolo di studio; i titoli di livello universitario agevolino l’ingresso nei contratti a tempo indeterminato nella PPAA; il passare del tempo porti a una apparente stabilizzazione dei rapporti che, tuttavia, andrà verificata nei prossimi anni. Tab 14 - Tipologia impiego e tipo di contratto secondo il diploma ottenuto tempo trascorso dall’uscita dalla formazione iniziale – Anno 2009 (in %) Licenza Laurea Laurea Titoli media/ Diplomi Lunga Breve professionali senza titoli da 1 a 4 anni dalla formazione iniziale Non salariati 4 4 2 1 4 Salariati 96 97 98 99 96 Contratti a termine 23 35 38 43 22 di cui interinali 4 6 9 7 2 Contratti a tempo 60 55 55 52 indeterminato settore privato 59 Contratti a tempo ind. 13 7 6 4 settore pubblico. 15 Totale 100 100 100 100 100 da 5 a 10 anni dopo la formazione iniziale Non salariati 8 7 6 5 7 Salariati 92 93 95 95 93 Contratti a termine 9 15 17 21 9 di cui interinali 2 2 5 6 0 Contratti a tempo 68 66 67 66 indeterminato settore privato 57 Contratti a tempo ind. 16 12 11 8 settore pubblico 27 Totale 100 100 100 100 100 a oltre 11 anni dalla formazione iniziale Non salariati 13 14 13 11 16 Salariati 87 86 87 90 84 Contratti a termine 5 6 7 9 5 di cui interinali 1 1 2 2 0 Contratti a tempo 58 59 64 65 indeterminato settore privato 46 Contratti a tempo ind. 25 21 16 15 settore pubblico 32 Totale 100 100 100 100 100 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia e il Tot. 4 97 29 5 57 10 100 7 93 13 2 64 16 100 13 87 7 1 60 20 100 19 Area: France metropolitana Fonte : Insee, enquête Emploi. Un’analisi del tasso di disoccupazione per titolo di studio sui dati 2009 tra coloro che hanno completato i loro studi da non più di undici anni, resa disponibile dall’INSEE (Tab. 15) mostra una grande differenziazione tra i diversi titoli di studio. Ad esempio, in media i titolari di un diploma nel settore sanitario, hanno un tasso di disoccupazione del 2%, molto basso, e un loro salario medio netto mensile è superiore a 2500 euro. All'altro estremo, penalizzati dalla richiesta di manodopera di qualità risultano coloro senza diploma superiore: il 31% è disoccupato e tra quelli che lavorano il reddito medio di soli 1130 EUR. In questo studio, le situazioni a inizio carriera vengono descritte attraverso quattro indicatori: il tasso di disoccupazione, la proporzione dei posti di lavoro a tempo parziale, livello di responsabilità e di salario. Da questi indicatori, le qualifiche e le specialità sono stati raggruppati in tre grandi gruppi: la formazione che conducono a una vita difficile all'inizio, quelle che permettono più accurata e precoce coloro che avviare percorsi di carriera positivo. Da questi dati è evidente il ruolo ‘protettivo’ svolto dalla laurea rispetto al rischio di disoccupazione. Tra i due estremi, si trovano tutte le altre categorie. È però evidente come le aspettative a inizio carriera non siano necessariamente migliori se il livello di istruzione aumenta. I diplomi di maturità scientifici e meccanici hanno aspettative di lavoro e stipendio migliori di molte lauree umanistiche. Il tipo di studio gioca un ruolo importante a definire le caratteristiche dei primi anni di vita lavorativa. Gli esiti occupazionali per i diplomati in materie legate alla produzione di beni sono spesso più favorevoli che per quelle del settore dei servizi. Tab. 15 - Tasso di disoccupazione per titolo di studio, nel periodo 2003 - 2009, coloro che hanno completato i loro studi entro gli undici anni precedenti. Diploma e specializzazione Senza titoli, licenza elementare, licenza media Certificato attitudine professionale. (PAC), Brevetto studi professionale (BEP) ed equivalente Quota Tasso di Posti di Quota di salario di disoccupazione lavoro quadri e medio donne (%) a funzionari (euro (%) tempo intermedi 2009) parziale (%) (%) 37 31 19 11 1 130 Agricoltura, pesca, foreste, spazi verdi 20 13 11 6 1 220 Agro-food, cucina 17 14 9 5 1 240 Genio civile, 2 costruzioni, il legno 15 2 6 1 280 Industrie tessili, dell'abbigliamento, del cuoio 58 27 19 3 1 080 Meccanica 2 14 4 9 1 290 Elettrotecnica, elettronica 3 15 6 14 1 300 Commercio, vendita 70 24 30 8 1 060 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 20 Finanza, Contabilità, 55 23 22 9 1 140 Segreteria aziendale 85 25 28 14 1 100 Hotel, Turismo 64 23 25 12 1 100 Parrucchiere, estetica 92 20 24 3 1 040 93 6 15 2 1 350 Agricoltura, pesca, foreste, spazi verdi 22 6 9 10 1 190 Ristorazione 20 8 4 15 1 320 Genio civile, costruzioni, legno 6 5 2 16 1 370 Meccanica 2 7 2 24 1 400 Elettrotecnica, elettronica 2 9 2 32 1 410 Commercio, vendita 61 15 21 23 1 140 Finanza, Contabilità, 66 14 20 16 1 200 Segreteria, Comunicazione 87 20 23 18 1 170 Hotel, Turismo 55 12 21 26 1 170 Parrucchiere, bellezza 92 8 15 5 1 100 44 14 15 19 1 250 8 2 75 1 640 5 5 31 1 350 Dip. livello paramedico e sociale di CAP-BEP Maturità professionale ed equivalenti Tutti i diplomati di scuola secondaria BTS, DUT ed Processi di 6 equivalenti qualità,Informatica. Biennali postAgricoltura, pesca, 30 maturità foreste, spazi verdi Genio civile, la costruzione, il legno 19 3 4 81 1 590 Meccanica 5 5 2 71 1 630 Elettrotecnica, elettronica 3 7 3 73 1 570 Commercio, vendite 55 9 8 50 1 460 Finanza, 74 8 8 29 1 350 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 21 Contabilità, Segreteria, Comunicazione 83 11 13 44 1 340 Reti di computer 16 8 4 80 1 590 Alberghiero, Turismo 75 10 11 47 1 390 Legge, Economia 45 12 13 51 1 540 Lettere e Filosofia 67 15 17 43 1 300 Lauree Sanità (comprese Sanità-sociale le infermiere) 84 2 16 98 1 680 Assistente sociale 87 6 16 94 1 510 Di Scienze Naturali 58 5 11 84 1 640 Diritto, economia, scienze umane 71 8 18 66 1 440 Umanistiche, lingue 81 e arte 9 18 69 1 440 Servizi alla Produzione 23 9 4 83 1 610 Servizi specialistici 49 10 9 71 1 500 Fisica, Matematica 34 6 6 96 2 000 Chimica, 57 biochimica, Scienze Vita e Terra 8 11 89 1 760 Economia 59 7 8 73 1 790 Giurisprudenza, Scienze Politiche 70 9 10 82 1 940 Storia, geografia 57 8 15 80 1 590 Sociologia, psicologia 82 13 35 80 1 480 Francese, Letteratura, Filosofia 80 9 16 81 1 600 Arte 60 13 30 76 1 360 Lingue, Linguistica 85 9 17 77 1 650 Produzione specializzata 28 7 7 93 2 060 Business, le vendite 58 9 3 80 2 000 Finanza, assicurazioni, 52 5 6 73 2 070 Lauree Lauree Master 1 e 2, DEA, DESS Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 22 contabilità, gestione Comunicazione, la documentazione 60 15 14 80 1 710 Reti di computer 18 9 3 94 2 300 Servizi alla persona 57 11 16 79 1 690 Servizi per la comunità 53 8 11 86 1 850 Generale 19 6 3 98 2 510 Meccanica, elettrica, elettronica 15 4 5 97 2 470 Reti di computer 13 5 1 97 2 510 Scuola Superiore di Economia e Management 47 7 3 91 2 570 Di Scienze Naturali 34 6 5 96 2 330 Diritto, economia, scienze umane 47 8 16 93 2 100 Salute 60 2 25 99 2 570 Tutti i diplomati dell'istruzione superiore 54 8 11 74 1 650 Insieme tutte le attività combinate 48 14 13 45 1 380 Scuola Superiore di Ingegneria Dottorato di Ricerca Contratti a causa mista (tipo apprendistato) Il sistema francese ha puntato con molta decisione all’utilizzo di strumenti a causa mista per favorire la scolarizzazione prima, e l’occupazione poi, dei giovani. Tali strumenti trovano il gradimento del sistema delle aziende che li utilizzano e ne finanziano direttamente i costi attraverso la Tassa sull’Apprendistato i cui proventi si dirigono verso le attività formative obbligatorie e verso gli istituti tecnici secondari, principali fornitori di mano d’opera. Tab. 16 - Settori economici del primo anno di apprendistato (Anno scolastico 2009-2010, in%) Settore Ragazze Settore Commercio, vendita 26,4 Agroalimentare, alimentazione, cucina Parrucchiera, estetica e altri servizi alla persona 20,0 Edilizia: finiture Ragazzi 16,2 9,1 Ospitalità, Turismo 9,7 Edilizia: costruzione e copertura 8,2 Agroalimentare, alimentazione, cucina 7,9 Motoristica e meccanica auto 7,7 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 23 Salute 6,5 Elettricità, elettronica 7,5 Contabilità, Amministrazione 5,5 Commercio, vendita 6,3 Lavoro nel Sociale 2,8 Falegnameria e Mobili 5,2 Bestiame, specialista di bestiame 2,7 Strutture metalliche 4,8 Segreteria ufficio 2,2 Giardinaggio e Paesaggistica 4,2 Finanza, banche, assicurazioni 1,7 Energia 4,0 Altre specialità della produzione 7,0 Ospitalità, Turismo 3,9 Altro 7,6 Altro Tutte le ragazze 100,0 Tutti i ragazzi 22,8 100,0 Nota: Apprendisti al primo anno per percorsi di 2 e 3 anni, tutti i livelli di istruzione. Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione Francia, Depp. Formazione propedeutica all’assunzione (AFPR) In Francia è attivo un istituto che mira a far acquisire ai candidati le competenze richieste dalle aziende per specifiche ricerche di personale. È denominato Formazione propedeutica all’assunzione (AFPR). Quando un’azienda desidera trovare un candidato a cui offrire un contratto a tempo determinato di almeno sei mesi di durata, o un contratto di professionalizzazione, o un contratto a tempo indeterminato, ma il consulente del Pole Emploi ha difficoltà a trovare candidati col profilo giusto in banca dati vengono attivati AFPR. L'obiettivo dell’azione è quello di diminuire il divario tra le competenze del candidato e le competenze necessarie per la posizione. Pole Emploi finanzia il costo sostenuto per la formazione in azienda o presso un'agenzia esterna. Tutti i datori di lavoro privati possono accedervi, incluse le agenzie di somministrazione. E’ possibile coinvolgere un disoccupato per un percorso formativo della durata massima di 4 mesi, o 400 ore, per consentirgli di acquisire le qualifiche e/o competenze necessarie per accedere al posto. L’AFPR consente all’azienda di assumere, a conclusione della formazione, un candidato immediatamente operativo e al giovane di possedere un nucleo di competenze compiuto e aggiornato spendibile sul mercato del lavoro. Se il candidato viene assunto è possibile ricevere un rimborso per le attività di formazione realizzate (per un massimo di 400 ora) nella misura di: • • 5 € all'ora per la formazione interna, un limite di € 2 000; 8 €/ora per formazione esterna con un massimo di € 3.200 Stage/Tirocinio Vengono qui intesi come esperienze di completamento di attività formative e di socializzazione col mondo del lavoro. Esiste un sito nazionale dedicato www.infostages.com. Esso è di fatto la Borsa Nazionale Stages di Pole Emploi. In questo caso sono gli enti di formazione, le scuole, le università a farsi promotrici dell’intervento. Il rapporto di stage è sempre normato da convenzione che, analogamente all’Italia, deve contenere: • • • l'oggetto e il contenuto della formazione in connessione con l'educazione ricevuta; i compiti affidati al tirocinante; gli obblighi reciproci delle parti; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 24 • • • • • le modalità di sostegno educativo del tirocinante da parte dell’azienda e dell'istituzione formativa; La durata dello stage (massimo 6 mesi, con alcune eccezioni legati a stage integrati in corsi); orari e altre indicazioni legate alla logistica; il contenuto del rapporto finale di stage; le modalità di valutazione dello stesso. Per i primi 2 mesi una remunerazione da parte dell’azienda è facoltativa ma, se il rapporto di stage ha una lunghezza superiore ai 2 mesi esso, per legge, a differenza che in Italia, deve essere remunerato almeno il 31,1% del Salario Minimo, un valore pari a 417,09 Euro (a dicembre 2010) parametrato su 35 ore la settimana. L’Azienda individuale a Responsabilità Limitata Per favorire l’autoimprenditorialità dei giovani è stato recentemente introdotto lo status degli imprenditori individuali a responsabilità limitata (EIRL). È stato creato dalla legge n. 2.010-658 del 15 giugno 2010 e applicato da gennaio 2011 permette agli imprenditori artigiani, commercianti, agricoltori e liberi professionisti di proteggere i propri beni personali separando la ricchezza privata da quella posta come garanzia alla attività economica mediante una semplice dichiarazione nel registro di commercio e delle imprese nella directory di lavoro o presso il tribunale di commercio. La separazione dei beni creati da EIRL non tutela il contraente in caso di frode da parte sua Questo nuovo piano può essere adottata nella fondazione di nuove società o attività in corso. La Costituzione della EIRL avviene col semplice deposito di una dichiarazione di fiducia. L’impresa individuale deve utilizzare un nome che incorpora il nome proprio, immediatamente preceduta o seguita dalle parole: "Imprenditore responsabilità individuale limitata" o sigla "EIRL". EIRL appaltatore è tenuto ad aprire un conto bancario dedicato esclusivamente alle attività per la quale è assegnata la ricchezza. I minori ‘emancipati’ possono creare e gestire un EIRL, qualunque sia la natura dell'attività, materia civile o commerciale. In caso contrario, possono essere autorizzati dai genitori. Ogni anno, devono essere depositate bilancio di EIRL compreso il suo stato patrimoniale, conto economico e relativi allegati. 6. LA DISOCCUPAZIONE E L’INATTIVITA’ GIOVANILE Gli iscritti a Pole Emploi sono oltre 4 milioni e di questi oltre 2,5 milioni disoccupati di classe A in cerca di lavoro. Tab. 17 - Disoccupati secondo Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e secondo Pole Emploi (PE) in Francia nel giugno 2009 (in migliaia) Disoccupati secondo OIL (2591) Non registrati PE (66) Iscritti PE e in cerca di lavoro, Classe A (2525) Registrati come occupati part-time di classe B e C (1110) Iscritti che non cercano occupazione, categorie D ed E (463) Iscritti PE (4.098) Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 25 Nel 2009, 463.000 lavoratori tra 15 e i 64 anni risultano iscritti a Pole Emploi, non lavorano, ma non sono stati conteggiati come disoccupati, secondo la definizione OIL, perché non cercano o perché non sono immediatamente disponibili al lavoro. Queste persone costituiscono un "alea" alla normale definizione di disoccupazione. Il fenomeno è studiato da anni. Nel 2007 uno studio INSEE ha determinato che dato un trimestre fissato, un trimestre dopo il 14% di loro sono risultati occupati, oltre un quarto sono disoccupati e un terzo non vogliono più lavorare. Il loro accesso al lavoro è molto più frequente di quello degli inattivi che non vogliono lavorare (solo 3%), ma meno frequente di quella del disoccupato OIL, un quarto si è occupato nel trimestre successivo. Quest’alea nella disoccupazione è eterogenea e mutevole: vi sono quelli in cerca di lavoro o coloro che attendono i risultati di candidature, mentre coloro che non cercano o sono meno prontamente disponibile, rimangono più distanti. É il caso dei "lavoratori scoraggiati". Tab. 18 - Transizioni da un trimestre al successivo tra : impiego, disoccupazione registrata, «alea » e inattività senza volontà di lavoro. (medie 2003-2007 in %) Trimestre t+1 Inattivo Inattivo Valori Trimestre t (non Disoccupa Tot (desidera 2007 in Lavora to desidera . lavorare) migliaia lavorare) 10 Lavora 96,1 1,7 0,4 1,7 0 25.628 10 0 Disoccupato 23,1 59,8 7,5 9,6 2.215 10 Inattivo desidera 0 lavorare 25,6 32,5 768 14,1 27,8 10 Inattivo, non 0 desidera lavorare 2,0 92,7 11.160 3,1 2,2 Area : France métropolitaine, età da 15 a 64. Fonte: Insee, inchiesta Emploi. La situazione generale al primo trimestre 2011 è la seguente (Tab. 19 fonte INSEE), e conferma il lieve e costante miglioramento che è in atto da alcuni mesi. Tab. 19 - Tasso di disoccupazione al 1° trimestre 2011 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 26 La grande dimensione e le differenti condizioni socio-economiche del Paese lo rendono disomogeneo in merito alla situazione occupazionale. Secondo i dati INSEE, ad esempio le regioni della Francia col tasso di disoccupazione più basso nel 2010 sono state: Limousin, 8,1% ; Bretagne, 8,2% ; Pays de Loire, 8,4%; Ile de France, 8,4%. Le regioni della Francia metropolitana, dove il tasso di disoccupazione è la più alta nel 2010 sono: Nord-Pas de Calais al 12,9%; Piccardie 11,2% ; Haute Normandie, 10,5%. I disoccupati di lunga durata (da oltre un anno) sono stabilmente oltre il 40% del totale. Il loro numero assoluto è aumentato drasticamente dal 2008. Era stimato a 1,27 milioni nel quarto trimestre del 2009 contro 947.000 nel terzo trimestre del 2009 e i 760.000 nel terzo trimestre 2008, in crescita del 40% su 15 mesi (dati INSEE). Tab. 20 -Tasso di disoccupazione per fasce d’età primo trimestre 2011 Area: Francia metropolitana, persone 15 anni o più Fonte: INSEE, l'occupazione Disoccupazione (%) Migliaia 2011 T1 2011 T1 9,2 2 618 15-24 anni 22,8 656 25-49 anni 8,3 1 510 50 anni o più 6,3 452 8,6 1 274 15-24 anni 21,1 332 25-49 anni 7,6 725 50 anni o più 5,8 217 9,9 1 344 15-24 anni 25 324 25-49 anni 9 785 Tutti Uomini Donne Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 27 50 anni o più 6,7 235 Il fenomeno nel tempo è sintetizzato da questa tabella da cui risulta evidente la penalizzazione subita dalla platea giovanile a causa della crisi: Tab 21 – Andamento tasso disoccupazione per fasce d’età Area: Francia metropolitana Fonte: INSEE Gli stessi valori visti finora posso essere di interesse se messi a confronto non con la popolazione attiva ma con la popolazione della rispettiva fascia di età. Tab. 22 Tab 22 - Tassi di occupazione, disoccupazione e di attività nella popolazione – 1° trim. 2011 Area: Francia metropolitana, la popolazione di età compresa tra 15 ei 64 anni. Fonte: INSEE, l'occupazione Categoria In % sull’insieme della fascia d’età Migliaia 2011 T1 2011 T1 Occupati (15-64 anni) 63,8 25 562 equivalente lavoro a tempo pieno 59,5 23 825 Uomini 15-64 anni 68,3 13 447 Le donne di 15-64 anni 59,5 12 115 15-24 anni 29,8 2 217 25-49 anni 81,9 16 751 50-64 anni 54,2 6 594 Tra cui: 55-64 anni 40,3 3 226 Disoccupati (15-64 anni) 6,5 2 611 Uomini 15-64 anni 6,4 1 270 Donne 15-64 anni 6,6 1 341 15-24 anni 8,8 656 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 28 25-49 anni 7,4 1 510 50-64 anni 3,7 445 Tra cui: 55-64 anni 2,8 222 Popolazione attiva (15-64 anni) 70,3 28 173 Uomini 15-64 anni 74,7 14 717 Le donne di 15-64 anni 66,1 13 456 15-24 anni 38,6 2 873 25-49 anni 89,2 18 261 50-64 anni 57,8 7 039 Tra cui: 55-64 anni 43,1 3 448 Disoccupazione e titoli di studio L’analisi dei tassi di inattività per titolo di studio evidenzia come a qualsiasi distanza dal titolo di studio acquisito, per qualsiasi titolo, le materie tecniche e scientifiche hanno l’aspettitiva di un minor tasso di disoccupazione (Tab23). La relazione tra tassi di disoccupazione e distanza dal titolo (Tab 24) analizzata secondo una serie storica dal 1980 segnala come i tassi siano pressoché sempre diminuiti negli ultimi 15 anni, fino al 2008. Il 2009 vede l’abbattersi della crisi, l’innalzamento dei tassi per tutti e una forte penalizzazione per chi ha acquisito il titolo negli ultimi 4 anni. Anche in questo caso è evidente come i meno garantiti, i più giovani, siano quelli maggiormente penalizzati Tab. 23 - Tasso di disoccupazione secondo il diploma, la tipologia di formazione e il tempo trascorso dopo la formazione iniziale (in %) Anno 2009 Studi Diploma o CAP-BEP e superiori equivalenti equivalenti Fuoriusciti da 1 a 4 anni dalla formazione iniziale Scienze, tecnologie della produzione. 7 17 27 Lettere, scienze umane, servizi e commercio 10 21 32 Fuoriusciti da 5 a 10 anni dalla formazione iniziale Scienze, tecnologie della produzione. 3 7 15 Lettere, scienze umane, servizi e commercio 5 11 17 Fuoriusciti da 11 anni e oltre dalla formazione iniziale Scienze, tecnologie della produzione. 3 4 6 Lettere, scienze umane, servizi e commercio 5 6 7 Area : France métropolitaine ; actifs sortis de formation initiale. Fonte : Insee, enquête Emploi Tab. 24 Tasso di disoccupazione in relazione con la fine degli studi, per tipo di diploma e per sesso (in %). 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2006 2007 2008 2009 Hanno terminato la formazione da 1 a 4 anni Uomini 11,1 23,5 14,5 21,0 17,1 16,7 17,7 17,4 15,9 22,2 Donne 23,7 31,6 21,7 27,6 20,9 16,9 17,5 15,1 13,0 18,2 Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 29 Diplomi formazione superiore Diplomi scuola secondaria. Licenza media e scolarità inferiori Totale Hanno terminato la formazione da 5 a 10 anni Uomini Donne Diplomi formazione superiore Diplomi scuola secondaria. Licenza media e scolarità inferiori Totale Hanno terminato la formazione da più di 11 anni Uomini Donne Diplomi formazione superiore Diplomi scuola secondaria. Licenza media e scolarità inferiori Totale 7,8 8,1 7,0 15,4 10,3 14,6 26,3 17,4 23,4 18,9 24,8 42,2 29,3 41,5 42,2 17,0 27,4 18,0 24,0 4,9 9,6 12,2 15,9 9,6 15,1 3,3 4,6 5,4 9,7 18,1 10,2 18,2 9,0 17,6 6,2 16,7 9,6 23,1 18,9 38,5 16,8 40,8 17,6 37,2 16,2 37,7 14,4 49,2 20,2 12,6 18,6 10,3 13,1 10,4 11,3 9,6 10,7 9,1 10,5 8,4 9,5 10,4 10,7 3,3 7,0 5,2 10,2 9,6 13,9 11,7 6,0 10,8 5,1 10,6 4,9 10,1 3,7 9,9 4,8 11,9 10,3 23,8 23,0 29,1 26,6 6,9 13,8 12,1 15,3 11,6 25,8 10,8 25,6 10,1 24,7 9,8 23,4 8,9 26,5 10,5 2,8 5,9 5,5 8,6 5,4 9,9 7,8 11,0 7,0 10,4 6,1 8,0 6,1 7,9 5,6 6,8 5,2 6,4 6,6 7,5 1,7 2,3 2,7 4,6 3,9 3,2 5,7 5,8 7,9 7,1 4,4 6,0 4,4 6,0 4,1 5,1 3,8 4,8 4,3 6,3 4,6 8,2 9,6 12,5 12,8 4,0 6,8 7,3 9,3 8,5 10,2 7,0 10,2 7,0 9,4 6,2 9,0 5,8 10,8 7,0 Area : France métropolitaine. Fonte : Insee, enquêtes Emploi. La generazione NEET (not in education, employment or training) Negli ultimi anni sempre maggiore attenzione hanno comportato i giovani non in formazione, né educazione, né occupati. In Italia nel 2009 sono stati oltre 2,2 milioni. In Francia sono stati circa 1,6 milioni. A differenza dei ‘semplici’ disoccupati che necessitano di opportunità e servizi idonei (o per adeguare) le loro competenze. I NEET si presentano spesso come demotivati e non in cerca di un lavoro ma piuttosto arresi a una quotidianità senza senso e obiettivi esistenziali così come professionali. I giovani a maggior rischio di divenire Neet sono in prevalenza quelli che hanno raggiunto al massimo la licenza elementare, seguiti da quelli che hanno conseguito solo il diploma di qualifica professionale. Se è atteso che i giovani quasi analfabeti abbiano serie difficoltà a trovare un lavoro anche manuale, occorre rilevare che anche coloro che non hanno completato il ciclo della scuola secondaria superiore, fermandosi alla qualifica professionale e senza integrare questo titolo con attività formative, rischiano più degli altri di divenire Neet. Gli studi (vedi anche rapporto NEET Italialavoro 2011) evidenziano come il livello d’istruzione dei giovani Neet sia molto più basso rispetto a quello della restante quota della popolazione giovanile della stessa età, ma la percentuale di laureati è identica nei due gruppi e segnala che il possesso di un titolo terziario non scongiura di per sé il Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 30 rischio di non riuscire a entrare nel mercato del lavoro e che influisce maggiormente il tasso di occupabilità dei diversi corsi di laurea. Solo il 10,6% dei giovani francesi da 15 a 24 anni impegnati negli studi e nella formazione lavora a fronte del 14,4% della media europea (l’Italia è al 3,1% inferiore di oltre 11 punti percentuali). La quota di studenti lavoratori sale al 49,8% in Olanda, al 26% in Germania e al 22,1% nel Regno Unito. Di conseguenza la quota dei giovani francesi che studiano (o si formano) e non lavorano (56,2 %) è superiore rispetto alla media europea (52,1%). Nei Paesi Bassi solo il 27,9% degli studenti non lavora e in Germania il 45,1%. I giovani francesi non più impegnati in un percorso di studio o di formazione e che lavorano sono pari al 20,8% in linea con la media europea. La quota di giovani francesi che non studiano, non si formano e non lavorano (Neet) è in linea con la media europea (12,4% pari a 926.100 unità) e di quasi 8 punti maggiore rispetto all’Olanda (4,1%). Da queste prime informazioni, tenendo conto che la quota di giovani francesi tra i 15 e 24 anni che non studia e lavora è sostanzialmente allineata a quella della media dei paesi europei, è possibile supporre che una più alta partecipazione degli studenti al mercato del lavoro, anche con mansioni poco qualificate o con contratti part time, di formazione/lavoro o di tipo occasionale sia un fattore che incide positivamente per ridurre la quota di giovani Neet. In poche parole, it is better (for career progression) to be working in a low-paid job than to have no job at all6. Si rileva, infatti, una significativa correlazione negativa fra la variabile degli studenti lavoratori e il Neet rate (Tab. 25 ). Nella fascia successiva dei giovani adulti (25-29 anni, tab.26), la quota di giovani NEET e del 18,3% pari a 710.000 unità. Quelli che studiano (in gran parte universitari) o si formano e contemporaneamente lavorano è pari al 7,5% a fronte della media europea del 12,4%, del 28% nei Paesi Bassi, del 24,2% in Germania e del 22,2% nel Regno Unito. La Francia è uno dei pochi paesi europei in cui la differenza di genere nel fenomeno dei NEET è minima nella fascia 15-24, e di soli 9 punti a sfavore delle donne nella fascia 2529. Negli altri paesi incide maggiormente sulle donne che sugli uomini. Tab. 25 - Situazione dei giovani 15-24 anni rispetto a occupazione, formazione, educazione Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 31 Tab. 26 - Situazione dei giovani 25-29 anni rispetto a occupazione, formazione, educazione Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 32 7. LA DOMANDA Le figure professionali richieste dalle imprese Allo scopo di individuare le figure professionali richieste dalle imprese, le loro caratteristiche, la difficoltà relativa con cui tali profili si presentano sul mercato, su base annuale viene realizzata dai Pole Emploi in collaborazione con Credoc (Centro di ricerca per lo studio e l’osservazione delle condizioni di vita – www.credoc.fr) l’inchiesta nazionale sui “Fabbisogni di mano d’opera”. Essa individua le intenzioni di reclutamento delle imprese in Francia metropolitana e nei dipartimenti d'oltremare. L’inchiesta fornisce informazioni a un livello territoriale molto fino, suddivise per settore e professioni circa le intenzioni d’assunzione delle imprese e le difficoltà a individuare le figure professionali cercate. La ricerca si realizza da molti anni ed è un punto di riferimento per rendere efficace l'orientamento di chi cerca lavoro verso i percorsi formativi o i mestieri più idonei a incontrare le esigenze del mercato del lavoro. Tali dati sono ampiamente diffusi e accessibili a tutti attraverso un applicativo web di elevata usabilità e connesso poi direttamente alla banca dati delle offerte reali da parte delle imprese. I dati sui profili professionali richiesti sono disponibili a 3 livelli di finezza per: • • • Regione; Dipartimento; Bacino di impiego. Per ogni professione identificata è dunque disponibile: • • • numero delle ipotesi di assunzione nell’anno; difficoltà di reclutamento della figura; livello di stagionalità dell’impiego. Vengono poi rese disponibili per uso diffuso alla comunità dei decisori, degli addetti ai lavori, degli operatori del sistema del lavoro – orientamento – formazione. Si tratta sempre di materiali divulgativi chiari e sintetici sviluppati su base regionale, contenenti analisi più di dettaglio con approfondimenti sulla tipologia di impresa (dimensione), sui mestieri più difficili da trovare, etc. Dovendo identificare qualcosa di abbastanza analogo nella filosofia (ma di certo non nella facilità di fruizione e di servizio al sistema) nel panorama italiano si può citare l’analisi Excelsior di Uniocamere. L'indagine 2010, la cui portata è stata ampliata a coprire sia l'intero settore privato che il settore pubblico (enti locali e regionali, altre amministrazioni), ha riportato la previsione di 1.693.300 ipotesi di reclutamento nei 383 bacini di impiego. Quasi uno ogni cinque datori di lavoro (19,7%) ha previsto di assumere almeno una persona nel corso dell'anno 2010, che corrisponde a 524.900 occupati potenziali. Per quanto riguarda il tipo di contratto, quasi un reclutatore potenziale su due proporre un tempo indeterminato. I profili più richiesti dai datori di lavoro riguardano i servizi alle imprese a privati (camerieri, personale di cucina, hostess, colf ...) e la salute e le funzioni sociali (assistenti di cura, aiuto medico e psicologico ...). I ruoli con mansioni dirigenziali rappresentano il 10,3% dei progetti di assunzioni totali. La ricerca misura anche il grado di fiducia nel futuro da parte degli imprenditori. Per il 2010 il 33,7% di loro vedeva a tre-cinque anni un aumento delle attività grazie a una domanda legata all’apertura di nuovi mercati, per il 36,5% una stabilità. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 33 Il matching tra domanda e offerta di lavoro e gli eventuali mismatch. In Francia il sistema dei servizi all’impiego media circa il 40% dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La quota restante è appannaggio dei canali di ricerca del lavoro più informali o legati a specifici sistemi di relazione. È un valore di assoluta rilevanza confrontato col 7% dell’Italia. È sicuramente specchio di un sistema fortemente centralizzato in cui le procedure standard e una cultura fondata sul concetto di “egalité”, che nello specifico significa ‘pari opportunità per tutti’, diventano fondamento dei comportamenti di cittadini e imprese. Elementi nella domanda che agevolano e/o ostacolano la stabilizzazione dei giovani. La congiuntura economica risente ancora gli strascichi della crisi iniziata nel 2008. Le nuove forme di organizzazione aziendale, che si stanno configurando come parte integrante della risposta delle aziende che nella flessibilità interna e esterna, rappresentano anche in Francia ostacoli alla stabilizzazione dei lavoratori più giovani. Tuttavia, il sistema degli interventi pare organizzato per garantire l’occupabilità delle persone, seguirle con percorsi omogenei sul territorio nazionale e personalizzati, per mantenerne le competenze e valorizzarne talenti e potenzialità. Nel sistema della domanda si individuano come elementi di agevolazione: • • • • Un buon livello di fiducia reciproco tra sistema dei servizi e sistema delle imprese. La presenza di interventi pubblici ben strutturati, omogenei, che dialogano tra loro con una evidente ingegneria degli interventi che mira a coprire tutti i target. Tale standardizzazione è particolarmente importante per le aziende medio-grandi che operando in più regioni sanno comunque di avere a disposizione il medesimo panorama di normative, incentivi, facilitazioni; Un buon livello di relazioni tra il sistema educativo, formativo e il mondo del lavoro. Ciò consente la definizione di percorsi mirati alle esigenze e giustifica, ad esempio, con un ricorso diffuso all’apprendistato e alle altre esperienze di raccordo tra i due mondi; Un sistema equo di incontro tra domanda e offerta. Il sistema dei servizi all’Impiego Pole Emploi opera inoltre con livelli standard e in modo capillare. Il fatto che intercetti quasi il 40% della domanda da parte delle imprese è sintomo di un riconoscimento esplicito che tale rete ha negli imprenditori; Nonostante un uso diffuso dei contratti a tempo determinato e interinali, non sono presenti forme di dumping contrattuale quali i Co.Pro., Co.Co.Co., e simili che disincentivino le aziende a negare la vera natura del lavoro dipendente. La segmentazione del mercato del lavoro è dunque ridotta rispetto all’Italia. 8. LE POLITICHE DEL LAVORO PER LA STABILIZZAZIONE DEI GIOVANI Principi e linee-guida Dall'inizio dell’attuale crisi globale, il tasso di disoccupazione in Francia è aumentato di 2,1 punti percentuali, comunque inferiore a quello osservato in media nei paesi dell'OCSE tra il dicembre 2007 e maggio 2010 che è stato di 2,8 punti percentuali. Tuttavia la Francia era in una difficile situazione già precedentemente e oggi il 9,9% della forza lavoro è disoccupata, ovvero 1,3% in più rispetto alla media OCSE. Come in tutti i paesi membri, i più giovani e i meno esperti hanno pagato il prezzo più pesante per questa crisi dell'occupazione: il tasso di disoccupazione per i giovani di età compresa tra 15-24 anni è aumentato del 4,3 punti percentuali rispetto alla fine del 2007 (22,6% nel maggio 2010), per i lavoratori scarsamente qualificati è aumentato di 4 punti percentuali in due anni (al 15,3% alla fine del 2009). L'inversione di tendenza è iniziata, e secondo le più recenti proiezioni dell'OCSE, la disoccupazione potrebbe ridursi al 9,5% alla fine del 2011. Per conciliare gli interventi con le politiche di bilancio, la Francia sta riconsiderando una serie di misure a sostegno Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 34 dell'occupazione lanciate durante la crisi. La politica dell'occupazione si concentrerà su misure che hanno dimostrato la loro efficacia e destinate prevalentemente ai gruppi più vulnerabili e a coloro che sono, o sono a rischio, di disoccupazione di lunga durata. Per preservare i posti hanno avuto un ruolo importante i dispositivi di supporto alle riduzioni di orario. In Francia, hanno aiutato a conservare quasi 30.000 posti di lavoro dall'inizio della crisi, secondo il rapporto OCSE. Nel marzo del 2010, più di 200.000 persone erano coinvolte. Eppure, se queste misure salvaguardano posti di lavoro in una fase di recessione, non sono in grado di crearne in fasi di crescita e possono artificialmente prolungare la vita dei posti di lavoro non più necessari. Il 2011 segna il momento di svolta in cui la politica per l'occupazione passa a misure quali le sovvenzioni per l'assunzione di gruppi di disoccupati di lunga durata e di gruppi vulnerabili - come i giovani. Molti destinatari di misure di aiuto a favore dell'occupazione sono stati gli impieghi profit. Nel 2009, il numero di posti di lavoro sovvenzionati nel settore no-profit è cresciuto del 32,1%, mentre i posti di lavoro sovvenzionati nel settore profit è sceso del 4,6%. Nella fase più acuta della crisi, creare posti di lavoro nel settore pubblico è stato giustificato: evita la disoccupazione per le persone con basse possibilità di trovare un'occupazione nel settore privato, più colpita dalla crisi, come i disoccupati poco qualificati. Dal 2011 le politiche attive del mercato del lavoro dovrebbero essere incentrate sui dispositivi supportati per l’occupazione nel settore commerciale. Il rilancio forte del 2011 va verso un sostegno importante ai contratti di apprendistato e di professionalizzazione, consentendo di giovani di acquisire un'esperienza professionale e di formazione. Le indicazioni di UE e OCSE mostrano che la formazione in alternanza è una delle misure più efficaci per promuovere lo sviluppo di occupazione. Le politiche per l'occupazione prendono la forma di aiuti all’impiego, misure di formazione professionale o pensionamenti anticipati. Nel 2009, rispetto al passato, il numero totale di questi dispositivi è stato in forte aumento, la dinamica dei posti di lavoro nei settori no profit e pubblici ha contribuito a compensare la diminuzione voci nelle misure di ritiro del mercato del lavoro. In totale, nel 2009, oltre 1.874.000 persone sono entrate in dispositivi specifici di sostegno all’occupazione, un aumento del 10% rispetto al 2008. In seguito al poderoso piano di misure attuate a metà del 2009 per sostenere l'occupazione giovanile, gli ingressi nei Contratti di Accompagnamento e in Contratto di Avvenire sono stati pari a 359.000, molti più dei 276 000 nel 2008. Nati nel 2005 con la legge di pianificazione per la coesione sociale, i contratti d’avvenire, contratti a tempo determinato per i destinatari di prestazioni assistenziali, e i contratti di accompagnamento all'occupazione, contratti a tempo determinato per agevolare l'occupabilità dei disoccupati con particolari difficoltà di accesso al lavoro. Tab. 27 - Principali dispositivi specifici di politica per l’impiego (in migliaia di persone) dispositivo Ingressi nel Beneficiari a fine anno 2007 2008 2009 2007 2008 2009 779 719 750 1128 1 025 988 - esoneri e premi all’assunzione di giovani 94 0 0 136 59 4 - esoneri e premi per assunzione 67 62 117 89 66 92 Aiuti al settore profit di cui: Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 35 disoccupati lunga durata - aiuti alla creazione di impresa 111 125 160 114 131 167 - contratti in alternanza 439 468 425 619 603 572 - misure di accompagnamento alle ristrutturazioni 4 5 5 19 13 11 Aiuti a attività non di mercato 364 276 359 248 184 241 - Contratti d’Avvenire 113 106 98 88 78 68 - Contratti di Accompagnamento all’impiego 248 169 260 150 102 172 Formazione cercatori impiego 567 601 688 237 272 334 Stages 492 510 607 225 251 312 75 91 81 12 21 22 Ritiro dall’attività 151 110 77 512 460 405 Prepensionamento 4 2 2 35 25 15 Esonero dalla ricerca del lavoro 146 108 76 478 436 390 Totale 1 862 1 707 1 874 2 125 1 943 1 968 di cui : Prevenzione alla disoccupazione lunga durata Area : Francia metropolitana. Fonti : ASP ; Dares ; DGEFP ; Insee ; Pôle Emploi. La spesa pubblica per i giovani, in particolare per la stabilizzazione nel lavoro Un pacchetto dedicato di stimoli pubblici del valore di 500 milioni di euro è stato deciso in marzo 2011 per l’insieme dei contratti di agevolazione per le imprese. Nell’ottica di assegnare sempre maggiore ruolo ai territori e di accorciare i tempi di intervento, il governo ha attivato le prefetture locali affinché, nei loro bacini d’impiego, attivino i servizi pubblici per l’impiego, le aziende, gli enti di formazione e tutti gli operatori del sistema a meglio coordinare e finalizzare al risultato le azioni per soddisfare i bisogni delle imprese e dei richiedenti lavoro. Le voci principali d’azione riguardano: • • • • • • Sostegno all’alternanza tra formazione e lavoro con un insieme di finanziamenti più efficaci che in passato, aumentando l’offerta di formazione e semplificando le regole di applicazione; la realizzazione di 15.000 Contratti d’Autonomia nelle periferie nel 2011 (50% in più rispetto alle previsioni); il sistema dei Pole Emploi si farà carico entro giugno 2011 di tutti i disoccupati da più di un anno per proporre impieghi, formazione, presa in carico; aumento del 30% dei disoccupati in formazione per arrivare a 130.000 nel 2011; 60.000 disoccupati saranno seguiti in percorsi personalizzati; 40.000 disoccupati di lunga durata saranno accompagnati in modo intensivo; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 36 • 250 milioni di euro andranno a finanziare contratti agevolati per le imprese che intendono assumere. Dispositivi per l’incentivazione alla stabilizzazione professionale dei giovani Si passano in rassegna i principali dispositivi atti a favorire l’assunzione, la crescita professionale, l’evoluzione delle competenze e la permanenza nel mercato del lavoro da parte dei giovani. La Riduzione Fillon sui bassi salari. Per Riduzione Fillon si intende una riduzione del costo del lavoro dei bassi salari che opera come incentivo per l’assunzione, la stabilizzazione e la garanzia del posto per lavoratori. Possono beneficiarne quasi tutte le aziende per tutti lavoratori. Non nasce specificamente per i giovani ma essi ne sono ampiamente interessati. Si tratta di una riduzione dei contributi per dipendenti il cui salario è inferiore al 160% del salario minimo nella misura che segue: • • Aziende con più di 19 dipendenti: fattore di riduzione massima di 0,26 ma moltiplicare per la retribuzione lorda del dipendente. In caso di superamento della dimensione di 19 dipendenti nel 2008, 2009 o 2010: applicazione del coefficiente di riduzione di 0,281 per 3 anni. Società 1-19 dipendenti: fattore di riduzione massimo di 0,281. Il contratto di apprendistato Il contratto d'apprendistato è un contratto a tempo determinato. Un contratto a tempo indeterminato può essere sospeso per passare a un contratto di apprendistato stipulato con lo stesso datore di lavoro, se c'è accordo tra il datore di lavoro ed il lavoratore. In questo caso la durata della sospensione è pari alla durata della formazione necessaria per l'ottenimento della qualifica. Il contratto di apprendistato è normalmente stipulato per una durata che varia da 1 a tre anni (in generale due anni) in funzione della professione e del livello di qualifica desiderata. La durata del contratto può arrivare a 4 anni se all'apprendista viene riconosciuta la condizione di lavoratore disabile. Il giovane assunto con contratto d'apprendistato beneficia delle stesse condizioni di lavoro e di previdenza sociale degli altri lavoratori dell'azienda. Il calcolo delle ore di lavoro richieste comprende il tempo passato in azienda e le ore di formazione presso un Centro di Formazione per Apprendisti (CFA). Se al termine del suo contratto l'apprendista firma un contratto a durata indeterminata con la stessa azienda, non può essere imposto nessun periodo di prova salvo diverse disposizioni. Inoltre la durata del contratto di apprendistato sarà contemplata per il calcolo della remunerazione e dell'anzianità del lavoratore. Questa modalità di inserimento professionale permette a giovani tra i 16 ed i 25 anni (anche oltre in certi casi) di siglare un contratto di lavoro alternando formazione in azienda ed in CFA. Il giovane assunto beneficia dello statuto di lavoratore, di una remunerazione fissata in percentuale rispetto allo SMIC (Salario minimo convenzionale) e dell'accompagnamento da parte di un tutor durante il suo percorso. Un’attestazione dello stato di apprendista, valida su tutto il territorio nazionale, rilasciata dal CFA che eroga la formazione. Questo certificato permette all'apprendista di dimostrare la specificità della sua posizione presso terzi in particolare in vista di beneficiare di tariffe scontate nei trasporti e in determinate categorie di servizi (come per gli studenti). Possono assumere giovani in contratto d'apprendistato le aziende dei settori: artigianale, commerciale, industriale, Pubblico non industriale e no profit. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 37 Beneficiari Ogni giovane fra i 16 (o a partire dai 15 anni se ha terminato il primo ciclo di istruzione della scuola secondaria) ed i 25 anni che ha concluso il ciclo scolastico obbligatorio può sottoscrivere un contratto di apprendistato. I giovani disabili possono beneficiare di contratti d'apprendistato specifici. Deroghe al limite di età massima (25 anni) sono possibili nei seguenti casi: • • • Quando il contratto segue un contratto d'apprendistato precedentemente sottoscritto e consente di ottenere un livello di diploma superiore rispetto a quello ottenuto attraverso il contratto precedente. Il contratto di apprendistato deve essere sottoscritto entro il termine massimo di un anno oltre la scadenza del precedente contratto. quando avviene un'interruzione per cause indipendenti dalla volontà dell'apprendistato o in seguito ad un'incapacità fisica e temporanea. Anche in questo caso il contratto di apprendistato deve essere sottoscritto entro il termine massimo di un anno oltre la scadenza del precedente contratto. quando il contratto è stipulato a favore di una persona disabile. Nei tre i casi sopradescritti l'età dell'apprendista non può superare i 30 anni al momento della firma del contratto. Un'altra eccezione al limite superiore dei 25 anni è ammessa quando il contratto è a favore di una persona che ha un progetto di creazione d'impresa la cui realizzazione è subordinata all'ottenimento del diploma o del titolo che certifichi la formazione ricevuta. Salario La remunerazione dell’apprendista è fissata in percentuale dello SMIC (Salario Minimo), pari a 9 Euro lordi l’ora per il 2011. Il giovane assunto percepisce una remunerazione minima pari a: Meno di 18 anni Dai 18 ai 21 anni Oltre i 21 anni 1 25 % dello SMIC 41 % dello SMIC 53 % dello SMIC 2 37 % dello SMIC 49 % dello SMIC 61 % dello SMIC 3 53 % dello SMIC 65 % dello SMIC 78 % dello SMIC Imparare un mestiere e ottenere un diploma. Il contratto di apprendistato permette di ottenere una qualifica professionale attestata da un diploma di tipo professionale o tecnologico (CAP, BEP, BTS) o dal titolo di ingegnere o altro livello professionale riconosciuto. Nei 2 mesi seguenti la conclusione del contratto d'apprendistato, al fine di procedere ad una prima valutazione della sua formazione, l'apprendista è invitato dal CFA ad un colloquio al quale partecipano il datore di lavoro, il tutor, un formatore del CFA e, in caso di minore età, i genitori dell'apprendista. L'apprendista beneficia di una formazione in alternanza: • • In un CFA per la parte generale e teorica; In azienda per la parte pratica. La durata della formazione in CFA è minimo di: Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 38 • • 400 ore all'anno (ridotta se il contratto interessa un periodo compreso tra i 6 mesi ed 1 anno); 1350 ore ripartite su due anni per arrivare a conseguire un diploma professionale o un BTS. Durante tutta la durata del contratto l'apprendista è accompagnato da un tutor (maître d'apprentissage) che lo guida nell'acquisizione delle competenze necessarie al raggiungimento del titolo o del diploma desiderato. Il tutor può essere il responsabile dell'azienda oppure un dipendente dell'azienda. Deve essere maggiorenne, offrire garanzie morali e avere un certo livello di qualificazione e di esperienza professionale. Vantaggi per l’azienda La stipula di un contratto di apprendistato dà all’azienda il diritto a: • • • • • All’esonero dalla contribuzione obbligatoria, se il datore di lavoro è iscritto nel registro dei mestieri o se ha meno di 11 dipendenti (apprendisti non compresi); l'esonero riguarderà le contribuzioni previdenziali, se il datore di lavoro ha più di 11 dipendenti (apprendisti non compresi); una compensazione forfettaria di minimo 1 000 € all'anno (tranne datori di lavoro del settore pubblico), erogati dalla Regione; non computare gli apprendisti nell'organico della società (ad eccezione del prezzo del rischio di infortunio / malattia professionale) ad esempio ai fini del collocamento obbligatorio; credito d'imposta di € 1.600 (€ 2.200 in alcuni casi: Apprendistato Lavoro disabili ...). Il contratto "initiative emploi" (CIE) Il contratto "initiative emploi" ha portato una profonda riforma nell'ambito della legge di programmazione per la coesione sociale del 18-01-2005. Nasce per permettere un ritorno rapido all'impiego stabile da parte delle persone che incontrano difficoltà particolari di accesso all'occupazione. Il contratto "initiative emploi" (CIE) è indirizzato alle persone senza lavoro iscritte o no all'ANPE che incontrano difficoltà sociali e professionali di accesso al lavoro. Il CIE è un contratto di lavoro subordinato di diritto privato a tempo determinato (max 24 mesi) o indeterminato. Può essere part-time o a tempo pieno. Se part-time la durata settimanale di lavoro deve essere di almeno 20 ore a meno che le difficoltà di inserimento della persona assunta non giustifichino una durata inferiore. Il lavoratore con un CIE beneficia delle stesse condizioni di lavoro degli altri lavoratori dell'azienda, beneficia inoltre dell'insieme dei dispostivi e accordi collettivi applicati nell'azienda. Questo contratto dà diritto a sovvenzioni per i datori di lavoro. Al beneficiario offre invece un vero e proprio contratto di lavoro a durata determinata o indeterminata con una remunerazione almeno uguale allo SMIC e la possibilità di beneficiare di azioni di formazione o di accompagnamento specifiche. Tutti i datori di lavoro che versano i contributi per l’assicurazione alla disoccupazione possono stipulare dei contratti CIE più i Gruppi di Imprese per l’Inserzione e la Qualificazione (GEIQ). Le convezioni dei CIE possono prevedere azioni di orientamento, di formazione professionale o di validazione delle competenze o misure di accompagnamento professionale volte a facilitare la realizzazione del progetto professionale del beneficiario del contratto. I datori di lavoro possono individuare un tutor incaricato di accompagnare il lavoratore nel suo lavoro. Il nome di questo tutor deve essere comunicato al lavoratore (per esempio può essere indicato nel contratto). Vantaggi datore di lavoro Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 39 Un CIE dà al datore di lavoro il diritto a sovvenzioni statali destinate a coprire una parte del costo del contratto e/o delle azioni di formazione e di accompagnamento professionale previste dalla convenzione. L'ammontare della sovvenzione, determinata da un decreto del prefetto di ogni Regione è indicato nella convenzione fra il datore di lavoro e Pole Emploi, al massimo pari al 47% del salario minimo. Cumulabile con la Riduzione Fillon. Non si tiene conto dell'organico della società. Non da luogo al trattamento di fine rapporto Normalmente per fissare la sovvenzione si tiene conto: • • • • della qualità delle azioni di accompagnamento e di formazione professionale; della situazione dei bacini di impiego; del settore di attività; delle difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro da parte dei beneficiari. Per poter procedere ad un'assunzione nell'ambito di un CIE, l’azienda deve stipulare una convenzione di CIE con l'ANPE, che agisce per conto dello Stato. L'agenzia locale per l'impiego competente è quella da cui dipende l'azienda, luogo di esecuzione del contratto di lavoro. La durata della convenzione non può eccedere: • • il termine del contratto di lavoro, nel caso di un'assunzione con contratto di lavoro a durata determinata; 24 mesi in caso di assunzione con CIE a durata indeterminata. La convenzione può essere rinnovata due volte nel limite di una durata massima di 24 mesi, il rinnovo è accordato dopo un esame della situazione del lavoratore rispetto al posto occupato, della capacità di contribuzione del datore di lavoro e della situazione locale del mercato del lavoro rispetto al posto di lavoro in questione. Il Contratto di Professionalizzazione Il Contratto di Professionalizzazione è un contratto a causa mista che alterna una formazione pratica legata alla qualifica richiesta, e la formazione teorica presso un istituto di formazione. Mira a favorire l'inserimento o il reinserimento professionale di: • • persone tra i 16 ed i 25 anni che devono terminare la loro formazione iniziale; persone in cerca di impiego di 26 anni e oltre. Il contratto di Professionalizzazione deve essere in forma scritta. In allegato al contratto vi è un documento precisa gli obiettivi, il programma e le modalità di organizzazione, di valutazione e di erogazione della formazione. Non può prevedere una clausola di deroga alla formazione e comporta un'azione di professionalizzazione. Può essere sia a tempo determinato che indeterminato. Ha una durata minima compresa tra i 6 ed i 12 mesi. La durata del Contratto di Professionalizzazione a durata determinata, o dell'azione di professionalizzazione del contratto a durata indeterminata, sarà in funzione del livello di formazione del lavoratore e delle esigenze inerenti alla qualifica richiesta. La durata di questa azione può arrivare fino a 24 mesi per le persone uscite dal sistema scolastico senza qualifica professionale riconosciuta o quando la natura delle qualifiche – obiettivo lo esiga. Il titolare di un contratto di Professionalizzazione beneficia delle stesse condizioni di lavoro degli altri lavoratori nella misura in cui esse non siano incompatibili con le esigenze di formazione. Le ore di formazione sono parte integrante delle ore lavorative. Il contratto di Professionalizzazione deve permettere al lavoratore di acquisire una qualifica che può essere: • nel catalogo lista nazionale delle qualifiche professionali; Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 40 • • riconosciuta nelle classificazioni di una convenzione collettiva nazionale di categoria; nella lista stabilita dalla Commissione paritaria nazionale per l'impiego di una categoria professionale. L'azione di professionalizzazione comprende: • • insegnamenti generali, professionali e tecnologici; azioni di valutazione e di accompagnamento. La durata di queste azioni ed insegnamenti è compresa tra il 15% (senza essere inferiore a 150 ore nel periodo di professionalizzazione) e il 25% della durata totale del contratto. Un tutor può essere individuato dal datore di lavoro. La persona scelta deve possedere un'esperienza professionale di almeno 2 anni in una qualifica inerente all'obiettivo di professionalizzazione da raggiungere. Il datore di lavoro può ricoprire la funzione di tutor se soddisfa le condizioni di qualifica e di esperienza. Il beneficiario percepisce durante l'azione di professionalizzazione una remunerazione che dipende dal suo stato. Questa somma non può essere inferiore al 55% dello SMIC (Salario Minimo) per i giovani di meno di 21 anni ed al 70% per i beneficiari di oltre 21 anni. Per le persone in cerca di occupazione di oltre 26 anni la remunerazione è almeno pari allo SMIC ed almeno pari all'85% della remunerazione convenzionale. Il datore di lavoro beneficia, per i giovani di meno di 26 anni e per le persone in cerca di occupazione di oltre 45 anni, di un esonero del versamento dei contributi sulla parte del salario versata che non eccede lo SMIC per il numero di ore remunerate. Il Contratto di Accompagnamento all’Impiego per il settore no profit (CUI-CAE) È orientato alle persone con problemi sociali di accesso al lavoro e disoccupati, le cosiddette ‘fasce deboli’. Le caratteristiche dei gruppi prioritari sono determinati a livello regionale, con ordinanza prefettizia. Può essere attivato da aziende, associazioni, enti, con la caratteristica di essere no profit (ne sono esclusi i servizi di stato e i partiti politici). Dà diritto al supporto dello Stato, con formule flessibili a seconda della situazione del beneficiario e il datore di lavoro (l'importo fissato a livello regionale da parte della prefettura). Contributi massimo pari al 95% di salario orario lordo minimo. (105% nelle officine e nei cantieri di inserimento al lavoro). Tali contratti non vengono computati nell’organico, non danno diritto al trattamento di fine rapporto e prevedono l’esonero dal pagamento di vari tipi di tasse (es. tassa apprendistato, …). Per attuarli occorre stipulare una convenzione tra azienda, Pole Emploi (o con le Missioni locali se sono coinvolti giovani con meno di 26 anni). La convenzione fissa le modalità di orientamento e accompagnamento del lavoratore, prevede formazione professionale durante l’orario di lavoro e validazione delle competenze acquisite. Il contratto è a tempo indeterminato o determinato di almeno 6 mesi. L’orario varia dalle 20 alle 35 ore. Deve essere designato un tutor aziendale. Può anche essere previsto un periodo in un’azienda profit (a titolo gratuito per l’azienda no profit) Il Patto di Autonomia La situazione occupazionale dei giovani nei quartieri periferici delle città ha giustificato la messa a punto di un dispositivo di intervento dedicato. Reso Operativo dal 2008, il Patto di autonomia è dedicato ai giovani di età compresa tra 16-25 anni residenti in una zona coperta dai Contratti urbani di coesione sociale (CUCS). Attivo in 35 dipartimenti, questo dispositivo sperimentale è costituito da un percorso di accompagnamento breve e intenso verso l’inserzione professionale. Nel periodo 20082010 è stato sottoposto a oltre 45.000 giovani abitanti in tali quartieri. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 41 Si concretizza in un contratto stabilito tra il giovane e un organismo di placement che verrà remunerato dal sistema pubblico in base al risultato, con un obiettivo di almeno il 60% di inserzioni permanenti nel mercato del lavoro. Il contratto di autonomia è un dispositivo per sostenere la crescita dell'occupazione. La sua attuazione è stata affidata ad operatori selezionati su base regionale attraverso una gara d'appalto. È destinato a giovani, scarsamente qualificati, e con particolari difficoltà di accesso all’occupazione, che vivono nei quartieri delle città. I giovani in contratto d’autonomia possono godere di un percorso in due fasi: 1. Accompagnamento intensivo e personalizzato a: trovare un impiego (contratto di almeno 6 mesi, apprendistato o professionalizzante), o all'avvio di un'impresa, o nell’accesso alla formazione professionale; 2. tutoraggio in impresa per sei mesi per accompagnare: la stabilizzazione nel mondo del lavoro, l’efficacia della formazione o l’avviamento della società creata. Ogni giovane che stipula del contratto di autonomia riceve una borsa di studio di 300 € al mese per al massimo sei mesi. Può anche beneficiare di aiuti materiali vari (ausili per la mobilità, brevi attività formative...). Iniziative specifiche legate al pacchetto di stimolo allo sviluppo di Marzo 2011 Sviluppo dell’alternanza Per il sistema, l'apprendistato di un giovane costa tra i 2500 e i 10.000 euro l'anno, a seconda dell'età e del tipo di diploma. Si è dunque ritenuto necessario generare finanziamenti aggiuntivi per consentire al crescente numero di apprendisti. Gran parte di questo finanziamento in Francia proviene dalla tassa di apprendistato versata dalle imprese. Attualmente, la tassa di formazione, i cui proventi raggiungono i due miliardi di euro, è divisa tra la "quota" (52% del totale) riservate al finanziamento della formazione in apprendistato, e la parte "programmata" (48% del totale), che le aziende possono assegnare a loro scelta alla formazione iniziale tecnologica o professionale. Al fine di stabilizzare l'importo della tassa dedicato a questa formazione, la parte programmata sarà fissata in valore assoluto. L'imposta supplementare legata alla crescita di salari sarà unicamente impegnata alla formazione in apprendistato. Questa riforma dovrebbe generare tra i 60 e 90 milioni in più ogni anno per sostenere la scalabilità del numero di apprendisti. A partire dal 2015, 350 milioni di euro l'anno saranno disponibili per finanziare nuova formazione in apprendistato. Come per gli studenti si propone di migliorare lo ‘status’ degli apprendisti consentendogli di accedere ai servizi offerti agli studenti dell'istruzione superiore, come l'accesso alle residenze universitarie, alle mense e alle riduzioni per cultura e trasporti. Col portale www.contrats-alternance.gouv.fr si offrono attualmente più di 60.000 offerte di alternanza online. Esso è destinato a rendere più facile per i giovani di età sotto i 26 anni di età per ottenere un contratto di professionalizzazione o di apprendistato. L’obiettivo è quello di arrivare a gestire online tutte le procedure relative ai contratti inclusa la trasmissione di moduli e comunicazioni agli enti preposti e il loro inserimento nel libri paga delle aziende. Alternanza in Grandi aziende. Fino a ora, le aziende con oltre 250 dipendenti che non contano almeno il 3% dei giovani in alternanza nella loro manodopera sono state soggette al contributo aggiuntivo di apprendimento (CSA), pari al 0,1% della busta paga. Il sistema purtroppo tratta allo stesso modo le imprese che non impiegano giovani in alternanza a quelle che ne hanno alcuni senza raggiungere il 3%. Alcune modifiche verranno apportate al sistema attuale per rendere modulare il CSA: Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 42 • • Il contingente di giovani in alternanza richiesto aumenterà dal 3 al 4%; La tassa di contributo allo sviluppo di apprendimento sarà modulata in base allo sforzo della società: aumenterà dal 0,1% al 0,2% per le imprese che occupano meno di 1% di giovani in alternanza (0,3% per le imprese con 2.000 addetti e più), rimarrà al 0,1% per quelli tra 1% e il 3% e sarà fissata a 0,05% per quelli tra 3% e 4%. Il tasso di lavoratori in alternanza attuale in società con più 250 dipendenti è stimato al 1,7%. Portare il contingente al 4% significa per assumere 135 mila giovani in più per anno in alternanza. Inoltre, le aziende che superano il nuovo requisito del 4% riceveranno un bonus pari al 400 € per contratto all'anno. Il bonus sarà valido per ogni ulteriore assunzione di un giovane in alternanza, sopra la quota al 4% e fino al 6%. Alternanza in aziende con meno di 250 dipendenti. Nelle aziende con meno di 250 dipendenti qualsiasi assunzione ulteriore rispetto all'anno precedente di un giovane in alternanza beneficerà di un’esenzione totale dagli oneri sociali per 6 mesi. I contratti saranno contratti di apprendistato e contratti di professionalizzazione per i giovani sotto i 26 anni. Tale beneficio entra in vigore dal 1 marzo 2011. Il governo francese stima che la misura possa contribuire ad aumentare del 25% il numero di contratti in alternanza in imprese con meno di 250 dipendenti. È ragionevole attendersi 50.000 contratti in alternanza in più nei prossimi 2 anni. Il Programma di investimento sul futuro A marzo 2011 è stato varato il “Programma di investimento sul futuro” in favore dell’alternanza con una dote di 500 milioni di euro. È diviso in 2 azioni: 1. 250 milioni di euro destinati a 50 progetti di sviluppo del sistema di formazione, per sostenere la creazione, l'ampliamento o la riconversione di centri di formazione volti ai servizi per giovani lavoratori in alternanza, focalizzando le azioni sui “mestieri di domani”; 2. 250 milioni di euro destinati a creare 15 mila posti supplementari, assieme al consolidamento di soluzioni abitative per i giovani. Questo aprirà nuove possibilità per l'alloggio per giovani adulti coinvolti in attività di formazione in alternanza. Il programma è organizzato nel quadro di una chiamata a presentare progetti che rimarrà aperta nel periodo 2011-2014. Il progetto darà la priorità ai ‘mestieri di domani’ e alle pratiche innovative (per esempio, l'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, curriculum bilingui, formazione per i mestieri emergenti, imprese digitali). Il bando è a disposizione in ciascuna sezione Regionale della Caisse des Depots (CDC) I Contratti di Programma Obiettivi e Mezzi per l’apprendimento (COM) Il Contratti di obiettivi e mezzi (COM Apprendistato), sono dei Contratti di Programma tra istituzioni, per contribuire ad aumentare il numero effettivo di posti di formazione attraverso l'apprendistato. Saranno prioritariamente relativi agli investimenti necessari a potenziare il funzionamento del sistema formativo per l’apprendistato. Dopo la laurea, l’apprendistato costituisce un percorso di eccellenza e di integrazione permanente nel 86% dei casi entro 3 anni dopo la fine del contratto. Il governo vuole conseguire, in collaborazione con i Consigli regionali, il raggiungimento entro il 2015 circa 800.000 giovani in formazione in alternanza di cui circa 600.000 in apprendistato. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 43 Tale incremento qualitativo e quantitativo dell’apprendistato richiede una nuova generazione di Contratti di Obiettivi e Mezzi (COM apprendistato) che saranno stipulati in ogni Regione tra prefetto e il presidente del Consiglio regionale per il periodo 2011-2015. È responsabilità delle Regioni sviluppare l’apprendistato anche sviluppando tale istituto contrattuale con metodi formativi innovativi anche dentro le aziende e con azioni di sistema regionali. Lo Stato contribuirà ai fondi regionali con un Euro per ogni Euro investito dai territori con una previsione di circa 300 milioni di Euro l’anno. Incentivi e strumenti per l’imprenditoria giovanile Oltre agli strumenti e le iniziative illustrate nel seguito del paragrafo, i servizi pubblici, tramite Pole Emploi hanno messo a punto metodologie che valutano le idee imprenditoriali, i talenti e le potenzialità dei candidati a essere imprenditori, i business plan e il contesto in cui si collocano. L’insieme di questi fattori è esaminato nella Valutazione Propedeutica alla Creazione o all’Acquisizione di Impresa (EPCE) Tale valutazione avviene prima della creazione o la ripresa delle imprese ed è realizzata da un consigliere Pole Emploi con 6 interviste individuali che si sviluppano su 3-4 settimane di lavoro a seconda delle esigenze del progetto e delle persone coinvolte. Il servizio offre un approccio consulenziale al lavoratore e al suo consigliere di orientamento, parte dall'analisi del progetto e indirizza a strumenti, fondi, ed agenzie specializzate nella creazione di imprese. Aiuto ai disoccupati nella Creazione di Impresa (ACCRE) Il supporto per la creazione o la ripresa delle imprese (ACCRE) consente, a determinate condizioni, ai disoccupati che creano o rilevano un’azienda di beneficiare di esenzione dalle tasse sui salari per un anno. Si tratta di un’esenzione per 12 mesi (esteso per microimprese) dai contributi previdenziali (tranne per quelli legati a incidenti lavoro e malattie professionali). Possono averne diritto giovani da 18 a meno di 26 anni, fino a 30 anni per i disabili. I destinatari devono creare o acquistare un'azienda, qualunque sia il suo settore di attività, come ditta individuale o società (associazioni, gruppi di datori di lavoro e GIE esclusi). Se si decide di avviare o acquisire una società, si deve esercitare un controllo effettivo, vale a dire: • • detenere più del 50% del capitale; o essere dirigente e detenere almeno 1 / 3 del capitale, sotto la riserva che nessun altro ne possegga da solo più della metà del capitale. Gruppi di persone possono ottenere aiuto ACCRE, a condizioni che: • • • collettivamente detengono più del 50% del capitale; uno o più di essi abbiano capacità manageriale; e che ogni richiedente è titolare di almeno 1/10 della frazione di capitale detenuta dalla persona che ha il capitale più alto. In caso di acquisto delle azioni di un’impresa esistente, il beneficiario dell'aiuto deve essere un dirigente. L'assistenza può includere: • • • l'esenzione dagli oneri sociali per un anno (malattia, maternità, invalidità, morte, prestazioni familiari, pensione di base e vedovanza di assicurazione); un finanziamento agevolato da parte dello Stato; finanziamento parziale da parte dello Stato a attività di consulenza, di formazione o di coaching. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 44 Il Referente è Pole Emploi. Si partecipa presentando domanda con business plan entro 45 giorni dalla creazione o rilevazione di un’impresa. Sito di riferimento www.travailsolidarite.gouv.fr Aiuto al Subentro o alla Creazione di Impresa (ARCE) ACRE è una soluzione finanziaria per chi necessità di immobilizzare capitale al seguito della creazione o subentro in azienda. Per chi ha diritto a sussidi di disoccupazione eroga aiuti pari a un importo complessivo pari alla metà dei sussidi per la disoccupazione calcolati su 720 giorni che non vengano pagate, dall'inizio di attività. Se l’attività fallisce prima di 3 anni, si ha ancora diritto alla metà dei sussidi non ricevuti. Nel 2009, Pole Emploi ha erogato fondi ARCE a più di 112.000 persone in cerca di lavoro, con una media di 6.089 € a persona. ARCE - rivolgersi a Pole Emploi http://www.pole-emploi.fr/candidat/les-aidesfinancieres-a-la-creation-d-entreprise-@/suarticle.jspz?id=27043 Nuovo Accompagnamento alla Creazione di Impresa (NACRE) NACRE è una iniziativa dal Ministero del Lavoro realizzato in collaborazione con la Caisse des Depots. Permette alle persone disoccupate o in situazione di difficoltà di creare o ad acquistare imprese beneficiano di un sostegno nel tempo: prima supporto tecnico, assistenza al business plan, finanziamento a tasso zero dei loro progetti; dopo, per il sostegno allo start up e la crescita di un business per 3 anni. Riferimenti NACRE – attraverso l’operatore di accompagnamento più prossimo all’imprenditore, convenzionato con lo Stato http://www.emploi.gouv.fr/nacre/ Proposte OCSE nella relazione “Lavoro per i Giovani” Pubblicata il 20 Maggio 2009 dall'Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico (OCSE) e posta all’attenzione del Segretario di Stato per l'occupazione Laurent Wauquiez, e l'Alto Commissario per la gioventù, Martin Hirsch, il rapporto relazione dal titolo "Lavoro per i giovani" si riferisce alla situazione preoccupante della gioventù in Francia, sia per il tasso dei giovani senza lavoro che per il numero di giovani "Left Behind", che lasciano la scuola senza qualifiche e precari. Il rapporto dell'OCSE è alimentato dalle statistiche, e arriva a una serie di raccomandazioni per migliorare la situazione: 1) A scuola, che è spesso il primo fallimento della gioventù in difficoltà in una società dove solo il diploma dà possibilità di accesso ad un lavoro gratificante. • • Mettere in atto strutture che diano una seconda possibilità di rimanere a scuola; Migliorare il sistema dell’orientamento per guidare i giovani a evitare l’abbandono dei corsi; • Utilizzare le Giornate di Chiamata e Preparazione alla Difesa, obbligatoria a 17 anni, per individuare i giovani in difficoltà nelle competenze di base e poi fornire una formazione per acquisire le competenze di base (lettura, matematica ...). 2) Nella transizione tra istruzione e occupazione : • Incoraggiare la valorizzazione di giovani provenienti da famiglie immigrate e dei quartieri, spesso discriminati nelle assunzioni e vittime di pregiudizi negativi; • Concentrare gli aiuti pubblici alla formazione in apprendistato sui giovani privi di qualifiche e dare loro occupabilità (ora il trend è quello di portare alla formazione di giovani già qualificati con la laurea uno o diploma professionale, solo il 40 % degli apprendisti non sono qualificati); • Favorire l'apprendistato nel settore pubblico. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 45 9. LA DIMENSIONE EUROPEA Il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020 Come già trattato al capitolo relativo alle principali disposizioni europee in materia di giovani e mercato del lavoro, la strategia Europa 2020 segna il contesto in cui le politiche di sviluppo sostenibile vanno a collocarsi. In essa viene riconosciuto e valorizzato il potenziale dei giovani intesa come risorsa, talento, potenzialità. Diverse iniziative ruotano intorno al ruolo di protagonismo che si desidera da quest’ampia fascia id polo azione che per sua natura è portata a introdurre elementi di valore aggiunto, discontinuità e crescita del sistema. Inoltre, tra gli obiettivi principali della strategia vi è quello per cui nel 2020 “Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato”. I dati del 2009 indicano nel 12% l’abbandono della scuola dell’obbligo e quasi nel 43% il tasso dei laureati (includendo ogni forma di titolo post-diploma di maturità erogato dal sistema universitario). Secondo l’Iniziativa faro: "Youth on the move" (COM(2010) 477), altro obiettivo è aumentare l'attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore e migliorare la qualità generale di tutti i livelli dell'istruzione e della formazione nell'UE, combinando eccellenza e equità, mediante la promozione della mobilità di studenti e tirocinanti, e migliorare la situazione occupazionale dei giovani. Inoltre l’Iniziativa faro: L’Unione per l’Innovazione (COM(2010) 546) si pone l'obiettivo di riorientare la politica di R&S e innovazione in funzione delle sfide che si pongono alla nostra società, come il cambiamento climatico, l'uso efficiente delle risorse e l'energia, la salute e il cambiamento demografico. Al suo interno, tra le azioni fondanti ha quella di promuovere i partenariati per la conoscenza e rafforzare i legami tra istruzione, settore delle imprese, ricerca e innovazione, anche tramite l'IET, e stimolare l'imprenditoria sostenendo le giovani imprese innovative. In ultimo l’Iniziativa faro: “Nuove competenze per nuovi lavori” (COM(2008) 868) ha obiettivo di prevedere le esigenze del mercato del lavoro e le competenze professionali e rispondervi. Si pone l’obiettivo di fronteggiare il problema delle capacità professionali col miglioramento delle competenze a tutti i livelli e promozione dell'occupabilità accordando le competenze alle esigenze del mercato. Per raggiungere tali obiettivi ci si pone di migliorare la capacità dell'Unione di valutare le competenze, prevederne le esigenze e provvedervi anche con strumenti per cogliere le tendenze a lungo termine per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro e l'offerta di manodopera. Programmi e iniziative europee per i giovani La mobilità internazionale e Eures La mobilità internazionale della forza lavoro giovane è tra gli obiettivi dei servizi pubblici per l’impiego. Lo stesso portale di Pole Emploi consente di indicare come luogo di lavoro richiesto un paese straniero e alle aziende di allargare la candidatura a lavoratori di altri paesi. http://www.pole-emploi.fr Inoltre sono stati organizzati servizi e attività che hanno perno nel portale http://www.pole-emploi-international.fr Il sistema consente ai lavoratori stranieri che vogliono lavorare in Francia e quelli che francesi che desiderano lavorare all’estero di consultare la banca dati delle offerte, avere informazioni sui sistemi del lavoro dei diversi paesi, sulle regole del mercato, sulle diverse azioni messe in campo dal governo e da altri istituzioni straniere in merito a esperienze di lavoro Le aziende possono cercare candidati stranieri e inserire le loro offerte. È possibile altresì avere informazioni e link utili per pianificare le proprie scelte di mobilità internazionale. Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 46 Tutti questi sistemi di banche dati sono in relazione con EURES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego), la rete di cooperazione per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all'interno dello Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per l'impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro. La rete è coordinata dalla Commissione europea. I principali obiettivi di EURES sono: • • • informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro nello Spazio economico europeo; assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi; fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni transfrontaliere I Job Days Organizzato da Pole Emploi, "Job Days 2010", il più grande evento europeo destinato a facilitare l’incontro tra domanda e offerta del lavoro internazionale. Si tratta di più di centinaia di eventi in tutta Europa (fiere del lavoro, seminari, conferenze, workshop, ecc.) organizzate al fine di incoraggiare la mobilità in Europa e di sviluppare pratiche e incontri spontanei tra datori di lavoro e candidati potenziali. L'ingresso è gratuito. Contemporaneamente organizzato in tutta Europa attraverso la rete EURES, “Job Days” riuniscono reclutatori e consulenti di tutti i paesi: Svezia, Italia, Portogallo, Svizzera, Spagna, Lussemburgo , Regno Unito, Polonia, ecc. Città partecipanti nel 2010 : Perpignan, Lille, Orleans, Sarreguemines, Fort-de-France, Nancy, Clermont-Ferrand, Nantes, Rennes, Rouen, Lione, Bordeaux, Alencon. Eurodyssée Il programma Eurodyssée è un programma di scambi per giovani tirocinanti per esperienze di 3-7 mesi in un'azienda o istituzione. È promosso dall’Assemblea delle Regioni d’Europa e rivolto a giovani europei, di età compresa tra i 18 ei 30 anni, che vivono in regioni attive nell'ambito del programma Eurodysseé. Ogni anno ci sono circa 500/600 stage effettuati. La percentuale di giovani che dopo lo stage trova lavoro entro 6 mesi è molto alta. Numerose Regioni della Francia aderiscono al programma. In particolare: Bourgogne; Champagne-Ardenne; Corsica; Franche-Comté; Ile-de-France ; Limousin; Midi-Pyrénées; Picardie; Poitou-Charentes; Rhône-Alpes. Sito programma : http://www.eurodyssee.eu Le Politiche a sostegno della stabilizzazione al lavoro dei Giovani in Europa. Scheda Francia 47