30 Agosto 2012 - Azienda Usl 11

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30 Agosto 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Giovedì 30 Agosto 2012
Asl 11
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Asl 11
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L'INCENDIO NEL PALAZZO DI VIA LEONARDO
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a9p ex Mace,,,'T 1.
IERI SERA non era stata ancora
accordata l'agibilità delle proprie
abitazioni per una sessantina di
persone evacuate martedì scorso
dal palazzo di via Leonardo da
Vinci 11 la cui copertura è stata
devastata da un incendio (hanno
trascorso la notte agli Ex Macelli,
nello spazio messo a disposizione
dal Comune, insieme al sindaco
Andrea Campinoti). Ieri i tecnici
del Comune e gli operatori
Asl 11
dell'Igiene Pubblica dell'Asl 11,
presenti i vigili del fuoco, hanno
verificato le condizioni degli appartamenti e le conseguenze
dell'incendio . Negli appartamenti non sono stati riscontrati problemi di tipo igienico sanitario,
mentre restano da valutare le condizioni statiche della struttura. Alle 18 sono cominciati i sopralluoghi mirati al tetto. Per quanto concerne i fumi, gli operatori dell'Asl
VINCI
* sfollatí
911
11 suggeriscono ai proprietari dei
terreni in un raggio di 500 metri
di lavare bene frutta e verdura prima di consumarla : è stata in proposito diffusa una nota dal sindaco e dal dirigente Asl Maria Grazia Petronio . Dopo la comunicazione del responsabile dei Vigili
del Fuoco di Firenze, Luca Mazza, il sindaco ha deciso martedì sera di evacuare il palazzo. Ordinanza ribadita ieri alle 16.
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Ottofi -le Ash glie ancora fuori casa
a causa di
incidente domestico
Sembra che a provocare l'incendio che ha colpito il palazzo di via Leonardo davi nci siano stati
i lavori che stava svolgendo un condomino. Solo per tredici appartamenti è stata data l'agibilità
/ CERTALDO
Le cause dell'incendio non sono
ancora chiare. Ma una certezza
c'è: otto famiglie non sono ancora potute rientrare nelle loro case che sono state dichiarate inagibili. La decisione del sindaco
Andrea Campinoti - tradotta
con un'ordinanza - è arrivata
nella tarda serata di ieri, sulla base della relazione che gli ha inviato il tecnico incaricato dai
proprietari dell'immobile di verificarne l'agibilità al termine del
sopralluogo in tutti i 21 appartamenti del condominio di via Leonardo da Vinci a Certaldo.
Agibili solo due piani su tre. La perizia tecnica ha certificato l'agibilità solo per i piani primo e secondo. Per questo il sindaco ha
consentito ieri sera alle 13 famiglie che abitano i primi due piani di poter rientrare in casa. Le
famiglie residenti al terzo piano
invece hanno dovuto trovare
un'altra sistemazione: quasi tutte sono stati ospitati da amici e
parenti, per otto persone invece
il Comune ha messo a disposizione i locali municipali in Palazzo Maccianti. Oggi proseguiranno lavori e accertamenti per consentire a tutti di rientrare
nell'immobile.
Le operazioni. li rogo è stato domato intorno alle 4 della scorsa
notte, dopo dodici ore di intervento da parte dei vigili del fuoco di Petrazzi, Poggibonsi ed
Empoli. L'incendio ha interessato il tetto e il sottotetto del palazzo di edilizia residenziale pubblica dove vivono (a canone agevolato) complessivamente una sessantina di persone. L'intervento
è stato difficile perla conformazione della copertura dell'edificio che presenta una sorta di camera d'aria isolante che ha di
fatto alimentato le fiamme. Per
tagliare porzioni di copertura sono state usate seghe circolari
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con dischi diamantati.
Notte d'inferno. I residenti hanno
trascorso la notte di martedì a
casa di amici o familiari, mentre
altri sono stati ospitati al centro
giovani I Macelli con la sistemazione in alcune brandine e qualche tenda divisoria per garantire
un pò di privacy. «Ci siamo subito messi a disposizione delle
squadre dei vigili del fuoco e dei
residenti» ha spiegato il sindaco
di Certa] do, Andrea Campinoti.
Le cause. La natura dell'incendio
dovrebbe essere accidentale. Pare che un condomino stesse
'
un gruppo di condomini che chiede che venga accertata
i la verità sull 'origine dell 'incendio
I vigili del fuoco al lavoro sul tetto danneggiato dall'incendio
svolgendo lavori sulla copertura
e che una scintilla abbia scatenato il rogo. Anche se su questo
aspetto stanno indagando anche i carabinieri.
La rabbia. Una leggerezza costata tantissimo: «Per colpa di una
persona - sottolineavano ieri i
condomini mentre seguivano le
operazioni di vigili del fuoco e
tecnici - noi ci ritroviamo senza
una casa. Vogliamo - ha detto
Antonio Baiano - che le responsabilità siano accertate. Vogliamo sapere se i lavori erano autorizzati».
L'Asi. I tecnici del Comune e gli
operatori dell'Igiene pubblica
dell'Asl 11 hanno effettuato un
sopralluogo congiunto nel palazzo: «Non sono stati riscontrati
problemi di tipo igienico sanitario negli alloggi - hanno sottolineato Asl e Comune-restano da
valutare le condizioni statiche
della struttura. Per quanto concerne la propagazione dei fumi
di combustione e la possibilità
che la fuliggine si sia diffusa nei
dintorni gli operatori dell'AsI
suggeriscono ai proprietari dei
terreni circostanti l'edificio (in
un raggio di 500 metri) «di lavare
bene frutta e verdura prima di
consumarla, come del resto è
sempre buona norma fare».
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Scontro sulla circonvallazione, muore pensionata
Maria Bellocci, 67 anni, travolta da un'auto mentre era in bicicletta
di GIULIO P
Z I
ESTATE di sangue sulle strade
di Fucecchio, con un secondo incidente mortale nell'arco di pochi
giorni. Questa volta la vittima è
una donna, Maria Bellocci, 67 anni, pensionata, travolta da un'auto ieri pomeriggio verso le 17
mentre percorreva in bicicletta la
circonvallazione Nuova Francesca poco prima del distributore
dell'Agip. Anche se l'esatta dinamica dei fatti dev'essere ricostruita dalla Polizia Municipale sembra che la donna, in bicicletta, fosse diretta verso Ponte a Cappiano
subito dopo essersi immessa sulla
carreggiata da via della Parte, una
traversa a destra della circonvallazione dove abitava col marito e i
Tra le persone accorse sul
luog o dell' incidente anche
il marito della vitti ma
figli, quando è stata investita da
una Mercedes serie E, alla cui guida si trovata un uomo di 55 anni,
G.G di Viareggio, che stava sopraggiungendo nello stesso senso
di marcia.
IN QUEL tratto il limite di velocità è di 70 chilometri: abbastanza, cioè, per sbalzare nell'impatto
la Bellocci per diversi metri e farla ricadere al suolo praticamente
esanime. Sentendo il rumore
dell'urto e le grida di altri automo-
TRAGEQIASULLA'FRANCESCA'A FUCECCHI0
LO SCONTRO è avvenuto da poco
ma per Maria Bellocci non c'è
più niente da fare. Sul posto la
polizia municipale per i rilievi.
Nella seconda foto un vigile
sposta la bicicletta di Maria.
Nella terza i volontari portano
via il corpo della donna dopo
t'autorizzazione del magistrato
Cronaca
bilisti che avevano assistito all'incidente alcune persone che abitano d'intorno sono subito accorse:
fra queste il marito della donna,
Martino Rosati, anch'egli pensionato, ai cui occhi si è presentato il
devastante spettacolo del corpo
senza vita immerso in un lago di
sangue.
Inutili
l'intervento
dell'ambulanza del 118 con medico a bordo e i tentativi di aiuto
messi in atto da parte dei familiari e dei vicini di casa della vittima.
LA POLIZIA municipale fucecchiese, intervenuta con due pattuglie, ha dovuto disporre la chiusura del tratto stradale dalla rotonda
fino a via della Querciola, sia per
poter effettuare i rilievi che per
circoscrivere la scena, davvero agghiacciante, del luogo del sinistro. E' stato anche avvertito il magistrato di turno della procura di
Firenze che ha disposto la rimozione della salma e l'invio all'istituto di medicina legale fiorentino
per consentire di accertare, in base alle cause del decesso, come siano andate esattamente le cose per
quel che riguarda le eventuali responsabilità dello scontro, sia della stessa Bellocci che dell'uomo
che si trovava al volante della Mercedes. La circonvallazione Nuova
frncesca è rimasta chiusa fin quasi alle 19, mentre i volontari della
Protezione Civile della Pubblica
Assistenza ripulivano con getti
d'acqua l'asfalto macchiato di sangue.
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Travolta da
'auto vicino a casa
Era appena uscita in bicicletta per andare a prendere l'acqua, è morta sotto gli occhi del marito e dei figli
1 FUCECCHIO
Latr dia. Ma il filo di speranza si è definitivamente spezzato pochi minuti più tardi,
quando l'elicottero ha ripreso
quota senza Anna, rimasta a
terra coperta da un lenzuolo,
per la disperazione dei figli e
del marito, che l'avevano salutata pochi minuti prima a casa
e che l'hanno ritrovata distesa
sulla strada in un lago di sangue. Hanno sperato nel miracolo. Che però purtroppo non
c'è stato. Il cuore della pensionata- complice anche la grave
emorragia causata dall'amputazione del braccio - ha cessato di battere per sempre, nonostante i tentativi dei soccorritori siano andati avanti per alcuni, interminabili, minuti.
i rilievi. La polizia municipale
fucecchiese si è occupata della
viabilità (la strada è infatti rimasta chiusa al traffico per oltre due ore) e dei rilievi neces-
É salita in bici con una borsa
piena di bottiglie di vetro. Probabilmente stava andando al
fontanello a fare rifornimento.
Ma appena si è immessa sulla
circonvallazione è sopraggiunta una Mercedes Classe E. Il
conducente, un viareggino di
55 anni, non è riuscito a evitare l'impatto, che è stato violentissimo. Anna Bellacci, 68 anni, pensionata fucecchiese è
morta sull'asfalto della Francesca Bis, ieri pomeriggio, nonostante i tentativi disperati dei
soccorritori di salvarla, sotto
gli occhi del marito e dei figli,
che nel frattempo erano arrivati sul posto.
La dinamica. La tragedia si è
consumata intorno alle 16. Secondo una prima ricostruzione, la donna in sella alla sua bici, ha imboccato la Francesca
Bis da via della Parte, dove abita insieme alla famiglia. La
Mercedes Classe E procedeva
in direzione Fucecchio-Ponte
a Cappiano. Lo scontro si è verificato pochi metri dopo l'incrocio tra la circonvallazione e
via della Parte. La botta è stata La scena dell'incidente mortale (fotoservizio Carlo cestini)
tremenda. L'anziana è stata
centrata in pieno e con la testa
ha sfondato il parabrezza della
vettura, prima di ricadere
sull'asfalto, davanti al mezzo,
che le ha anche amputato un
braccio. La bicicletta invece è
stata ritrovata a una trentina
di metri di distanza dal luogo
dell'impatto.
i soccorsi. L'automobilista, Giuseppe Giuffré, si è subito fermato a prestare soccorso alla
dorma e ha chiesto aiuto al
118, che ha inviato sul posto
un'ambulanza della Pubblica
Assistenza di Santa Croce
sull'Arno e l'automedica. I soccorritori hanno tentato in tutti
i modi di strappare Anna Bellacci alla morte. Nel frattempo
sono arrivati anche i due figli
della donna e il marito, che
abitano a poche decine di metri di distanza dal luogo dell'incidente.
La speranza. I soccorritori hanno praticato il massaggio cardiaco e nel frattempo hanno
chiesto l'intervento dell'elisoccorso Pegaso, che è atterrato
direttamente sulla circonvallazione, nel frattempo chiusa al
traffico dagli agenti della polizia municipale.
Cronaca
sari per ricostruire la dinamica
dell'incidente mortale. Intanto il conducente dell'auto sarà
indagato per omicidio colposo. E il pm fiorentino Colella
ha inoltre disposto il sequestro
di entrambi i mezzi coinvolti
nello scontro sulla Francesca
Bis sp 11.
Francesco Turchi
--IPRODNZIONE RISERVATA
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Oggi l'autopsia
poi i funerali
il magistrato di turno Colella ha
disposto l 'autopsia sul corpo di
Anna Bellacci , deceduta
nell'incidente di ieri pomeriggio
sulla provinciale Francesca Bis a
Fucecchio.
L'esame autoptico sarà eseguito
nella giornata di oggi all'Istituto
di medicina legale di Careggi.
Colella ha inoltre ordinato il
sequestro della bicicletta della
pensionata e anche del Mercedes
Classe E che l'ha investita.
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Cronaca
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Cronaca
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E'rimasto intossicato per il, funzo sprigionatosi dalla combustione
MOMENTI di paura nella tarda copertura sanitaria sugli uomini
mattinata di ieri per un incendio dei vigili del fuoco impegnati nelscoppiato in una palazzina di via le operazioni di spegnimento e boPisano, traversa di viale Boccac- nifica dell'incendio.
cio in zona ospedale a Empoli: un A parte il garage, il resto della pacinquantenne residente nello sta- lazzina non ha subìto danni per
bile è rimasto intossicato per il fu- cui al momento non è stato preso
mo, e per lui è stato necessario
l'accertamento medico al vicino
"San Giuseppe" in seguito al rapido intervento del 118. Le sue condizioni, come si è appreso nel cor- Sul posto sono subito arrivati
so del pomeriggio, non sono per il 118 con la M isericordia
fortuna gravi.
ed i vigili del fuoco di Terrafino
Il rogo - le cui cause sono adesso
in fase di verifica - ha attaccato
il garage al piano terra del condo- alcun provvedimento. Non ci sominio, nell'area delle Case Fanfa- no, in pratica, né problemi strutturali per il condominio né rischi
ni.
L'allarme è scattato verso le derivati dal propagarsi del fumo:
12,30: in via Pisano sono subito nessun allarme di tipo igienico-saarrivate l'automedica del 118 e nitario, in sostanza. Invece, si sta
un'ambulanza di Misericordia di lavorando in queste ore per capire
Empoli. Immediato anche l'inter- con esattezza come si sia sprigiovento dei vigili del fuoco del di- nato questo rogo.
staccamento del Terrafino: la
squadra ha avuto velocemente ragione dell'incendio, che ha bruciato una porta, mobili, stoffa e sacchetti, colorando di nero le pareti
del garage.
Il cinquantenne non è per fortuna
ustionato: è rimasto intossicato
quando, avendo intuito che c'era
La
una situazione di rischio, si è precipitato nel garage per capire che
cosa stesse accadendo. A quel punto, il rogo aveva già preso una certa consistenza e tutto l'ambiente
era ormai invaso da un fumo denso ed acre. L'uomo è riuscito a sottrarsi dal fumo ma non ha potuto
evitare di rimanere lievemente intossicato e per questo, per lui, è
stato necessario il soccorso col trasferimento a bordo dell'ambulanza all'ospedale, che è a poca distanza da via Pisano.
Il 118 è rimasto successivamente
sul posto anche per una eventuale
Cronaca
Il fumo ha annerito anche una
parte della facciata della palazzina, sino all'altezza di una finestra
al primo piano. Ed ha allarmato
gli abitanti dello stabile, alcuni
dei quali sono scesi per rendersi
conto di persona di quello che succedeva.
I danni sarebbero ad ogni modo
limitati al garage, dove nel corso
del primo pomeriggio si è protratto il sopralluogo dei vigili del fuoco di Empoli. E' stato portato
all'esterno il materiale danneggiato dalle fiamme. Anche la porta
d'ingresso risulta parzialmente
bruciata.
L'intervento dei vigili del fuoco
si è concluso nel primo pomeriggio una volta portate a termine le
operazioni di bonifica e di messa
in sicurezza: la squadra ha verificato che non vi fossero altri focolai potenzialmente pericolosi per
lo stabile di via Pisano.
SOC CORSI L'ambulanza trasporta
l'uomo al vicino pronto soccorso;
a destra i vigili del fuoco impegnati
nello spengimento dell'incendio
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VIA PISANO
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intossicato nel garage M
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L'uomo ha tentato di domare il rogo, ma è finito all'ospedale
1 EMPOLI
Un uomo è rimasto intossicato nell'incendio che si è sviluppato all'interno del garage
di un appartamento al piano
terra di un condominio. E accaduto nella tarda mattinata
di ieri in via Pisano a Empoli.
Sul posto sono intervenuti i
vigili del fuoco del Terrafino,
che hanno impiegato alcune
decine di minuti per domare
le fiamme e mettere in sicurezza il box, riuscendo a limitare i danni.
A dare l'allarme è stato proprio il proprietario del garage. Quando i vigili sono arrivati in via Pisano, il rogo aveva già danneggiato la porta
d'ingresso della stanza, ma
anche mobili e suppellettili
all'interno dei locali. Fortunatamente l'intervento è stato
immediato e le fiamme, che
lambivano anche la finestra
al primo piano, sono state domate prima che attaccassero
anche il resto dell'immobile.
II garage di via Pisano danneggiato dall'incendio
Sul posto è arrivata anche
un'automedica per soccorrere il proprietario del garage,
un cinquantenne, che in un
primo tempo è rimasto all'interno del garage tentando disperatamente di domare l'incendio.
Ma non ci è riuscito. Ed è
anche rimasto leggermente
intossicato dal fumo. Per que-
sto, subito dopo l'arrivo dei vigili, è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso
del San Giuseppe di Empoli,
dove è stato sottoposto ad accertamenti. Ma le sue condizioni non destano particolari
preoccupazioni. Al momento
non sono chiare le cause
dell'incendio.
©RIPROD ZIONE RISERVATA
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Cronaca
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Cronaca
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SULLA FIORENTINA
Scontro
fr macchine:
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all 'ospedale
® FUCECCHIO
Un altro incidente stradale,
per fortuna con conseguenze decisamente meno gravi,
si è verificato ieri mattina,
sempre a Fucecchio, sulla
via provinciale Fiorentina in
direzione
Croce
Santa
sull'Arno.
Complessivamente sono
sei le persone coinvolte nello
scontro, due delle quali, marito e moglie, sono finiti
all'ospedale San Giuseppe di
Empoli, anche se le loro condizioni non sono preoccupanti.
L'incidente è avvenuto ieri
mattina poco dopo le 8.15.
C'è stato un tamponamento
con tre auto coinvolte: una
Fiat Punto, una Volkswagen
Golf e una Nissan Almera. Su
una delle tre auto viaggiava
la coppia di coniugi eTnpolesi, che ha avuto la peggio.
Nulla di particolarmente grave, ma i traumi riportati
nell'impatto hanno reso necessario il
trasferimento
all'ospedale di viale Boccaccio.
Se la sono cavata invece
soltanto con tanto spavento
le altre persone coinvolte nella carambola sulla provinciale Fiorentina: si tratta di due
coniugi di settantaquattro e
settantacinque anni residenti nel comune di Montopoli
Valdarno e di un settantenne
empolese. Sul posto è intervenuta anche la polizia municipale di Fucecchio che ha
effettuato i rilievi dell'incidente per chiarire la dinamica.
CGRI PRODUZIONE RISERVATA
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Cronaca
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Cronaca
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. IL CASO DI EMPOLI
In prima linea
contro l'azzardo
LA NOSTRA città non è certo
impreparata di fronte alla stretta che il
governo sta decidendo contro il gioco
d'azzardo. Anzi, si può dire che Empoli
abbia fatto da battistrada per il contrasto
a forme di gioco che possono diventare
patologiche, senza contare i problemi
per i portafogli. Tutto cominciò con un
dibattito innescato dall'Arci per i propri
circoli che portò, dopo molti contrasti,
all'estromissione delle macchine
`infernali' dalle Case del popolo . Poi c'è
stata l'opera molto importante dell'ex
assessore Filippo Torrigiani, che ha
avuto risonanza nazionale.
Dipendenze
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«Iii. períf-eiía perderen-imo tuttí 1* chentì»
La rivolta dei gestori delle sale -gioco alla proposta del governo Monti
IL MAXIDECRETO del Consiglio dei
ministri, oltre a proporre la tassazione di
bibite gassate con zuccheri aggiunti, l'aumento delle sanzioni per chi vende sigarette ai minori, va ad intaccare uno dei settori più redditizi in Italia: il gioco d'azzardo. Si dice chiaro e tondo che non potranno esserci slot machine e videogiochi entro un raggio di 500 metri da scuole, ospedali, strutture assistenziali e luoghi di culto.
di JOHARA C
Il decreto doveva essere esaminato domani, ma è stato rimandato per motivi tecnici. C'è anche chi dice che il testo verrà
`spacchettato'. Nei prossimi giorni si decideranno le sorti di queste proposte che
stanno già sollevando dissensi e proteste,
soprattutto tra chi detiene un'attività come una sala giochi o un bar dotato di slot
machine. 500 metri da uno degli `obiettivi'
indicati, in città relativamente piccole, apparee una distanza difficile da rispettare.
sa». Eliminare le slot vicine alle
scuole per tutelare i giovani suona
come una scusa bella e buona secondo il titolare de Le Regine: «In
tutte le sale giochi c'è un cartello
con su scritto che il gioco è vietato
ai minori di 18 anni, quindi non
capisco perchè vogliono eliminare
le slot che si trovano in prossimità
di istituti scolastici . Dico sì, quindi ai controlli per verificare che i
giocatori siano davvero maggiorenni, ma mi auguro che dopo i 18
anni un ragazzo sia in grado di fare una scelta consapevole».
ILLETTI
TEMPI duri per sale giochi ed appassionati di slot machine. E' proprio questo il punto più caldo del
decreto sulla sanità del ministro
Balduzzi. A Empoli ci sono numerosi casi di sale giochi e bar e tabaccherie con videopoker che si trovano a meno di 500 metri da scuole e
chiese. Esempi sono la sala giochi
Lucky Bar che dista circa 200 metri dall'Istituto scolastico Calasanzio o la sala giochi Free Time che
sorge poco più in là.
Anche la Tabaccheria Pieri di via
Roma, vicinissima al Santuario
della Madonna del Pozzo ha al suo
interno alcune slot machine. In tabaccheria troviamo Laura Santini: «Mi sembra che il principio sia
giusto perchè ci sono persone che
si rovinano la vita con il gioco d'azzardo. Se ci chiederanno di toglie-
Moreno N efli
La questione non deve
ri g uardare ì gestori, ma le
società concessionarie
re le slot machine lo faremo, anche perchè la nostra attività principale è un'altra, ma posso immaginare il disagio di chi lavora in una
sala giochi».
SONO infatti numerosi i casi di
bar con un paio di macchinette
per il gioco d'azzardo, ma in questi casi il danno è minimo. Come
spiega Laura Santini però, il bersaglio è sbagliato: «Bisognerebbe
che la legge non si limitasse a colpire i giocatori delle slot machine,
ma guardasse anche ai numeri di
giocatori di Gratta e vinci e giochi
di questo genere perchè possono
essere altrettanto pericolosi e creare dipendenze».
Dipendenze
Michele Cangerai
MORENO NELLI della sala giochi Le Regine in piazza Granisci,
poco distante da scuole pubbliche
e chiese, è invece su una posizione
più dura: «Non possono approvare una legge del genere. Chi come
me ha un'attività e vive di questa
non ha possibilità di difendersi.
Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo
spostarci in periferia? Perderei tutti i clienti. Penso che la legge non
passerà mai, è una battaglia per-
IL TRASFERIMENTO in zone
periferiche sembra essere l'unica
soluzione, perchè in un centro cittadino è praticamente impossibile
trovare un raggio di 500 metri senza chiese, scuole, ospedali e strutture di assistenza per giovani o anziani. Il rischio è poi quello di creare
zone adibite al gioco d'azzardo isolate ed esposte a problemi di sicurezza. Il Royal Casinò di Fucecchio si trova in via Cesare Battisti,
una delle strade principali del paese a qualche centinaio di metri dal
Santuario di Santa Maria delle Vedute. La struttura è nuova ed è gestita da Michele Cangemi: «Sono
d'accordo sul fatto che le slot machine vadano tenute lontane dalle
scuole e dagli ospedali, ma ormai
chi ha un'attività non può permettersi di chiuderla per una legge
che ha dell'assurdo». Cangemi sottolinea poi che il vero problema
non sono le sale giochi locali: «Lo
Stato se la dovrà vedere con le concessionarie ed i loro grandi investimenti, noi piccoli contiamo poco».
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«Dovevano
dirceto prima»
«SIAMO qui da meno di
tre anni e non abbiamo alcuna intenzione di spostarci»:
risponde così Zhang Ranran, titolare del Lucky Bar
di via Carrucci, a 200 metri
dall'Istituto Calasanzio, alle
proposte che vietano le slot
machine vicino alle scuole.
«E' impossibile che venga
approvata una legge così assurda. Non ho soldi per
comprare un fondo in periferia ed ormai qui ho clienti
affezionati. Ho un bar, è vero - continua la signora
Zhang - ma incasso molto
con le slot machine ed i giochi di questo tipo. Se avevano intenzione di eliminare
le macchinette per il videopoker dovevano farlo molto
prima ed impedire a chi opera nel settore di cominciare
del tutto questa attività. Ormai è tardi per dirci di andar via e non possono certo
cacciarci».
Dipendenze
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Segnalazioni
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-MONTESPERTOtfIL COMUNE di Montespertoli indica i tetti, mentre un'azienda specializzata installa i pannelli solari e
prende l'energia prodotta pagando
un canone. Il projectinancing, le cui
procedure sono partite a novembre,
è alla fase finale: adesso, con un bando che scadrà il 1 ° ottobre, si dovrà
individuare la ditta interessata al
progetto che dovrà coprire di pannelli i tetti di 13 edifici pubblici e di
20 privati. Privati? Sì. Il progetto,
infatti, prevedeva che i proprietari
di case o di aziende potessero fornire il loro tetto in diritto di superificie al Comune in cambio di una
quota parte dell'energia per uso domenistico che, in molti casi, corrisponderà all'intero fabbisogno. I
privati sono stati già individuati
grazie ad un bando tra la fine del
2011 e l'inizio del 2012. I tetti individuati non sono solo nel capoluogo, ma anche nelle campagne, purchè siano installati sui tetti e non
sul terreno. Nel bando sono stati
pubblicati gli studi di fattibilità per
installare pannelli sui tetti dei cimiteri del capoluogo di San Quirico e
di San Pancrazio, della scuole media, materna di Aliano, Machiavelli
e di Montagnana, del magazzino comunale, del Museo del vino, della
palestra di Baccaiano, del palazzotto dello sport e degli spogliatoi. Si
tratta di circa 4000 metri quadrati.
Una superficie co m plessiva
i 4 ila metri , in molti casi
rantirà l'autosufficienza
A DIFFERENZA del project financing di Castelfiorentino, non
sono previsti interventi di manutenzione dei tetti in cambio dello
sfruttamento dell'energia: «Solo
dei piccoli interventi di predisposizione dei tetti in due casi di edifici pubblici - spiega il sindaco
Giulio Mangani - Crediamo che
sia un progetto interessante che
ha richiesto mesi di lavoro agli uffici. Tra poco scadrà il bando, e se
tutto andrà nel verso giusto contiamo di far installare i pannelli
tra fine 2012 e inizio del 2013».
71
GI
IL BANDO stabilisce anche il canone minimo che il privato dovrà
pagare: nelle casse comunali entreranno almeno 124.000 euro
l'anno per 20 anni. L'importo però potrà essere convertito anche
in energia per quanto riguarda i
lotti delle scuole pubbliche e degli immobili pubblici. Il regolamento del bando, prevede che venga dato punteggio (il massimo è 100
punti) alle aziende di poter pagare
di più rispetto al canone minimo. I
criteri di selezione, poi, prendono
in considerazione l'offerta tecnica
sotto l'aspetto della qualità e dell'innovazione e l'offerta economica. Il
privato, inoltre, dovrà farsi carico,
di ogni onere riferibile all'intervento, come le spese di progettazione e
la manutenzione degli impianti, e
della rimozione dei pannelli. In
questo caso gli oneri devono essere
garantiti tramite una polizza fideiussoria. Il privato sfrutterà economicamente gli impianti e incasserà gli introiti degli incentivi previsti dal Conto Energia vigente.
DAL SO LE
Sui tetti sia degli edifici pubblici che privati
Segnalazioni
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L m -ctoppíe
costa
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da 240 euro
NELLA grande siccità,
"piovono" sanzioni
pecuniarie per chi accende
fuochi in campagna - per
bruciare scarti di
lavorazioni agricole e
potature - senza pensare
al rischio che i fuochi
medesimi possano
degenerare in devastanti
incendi. Solo ieri mattina,
il Corpo Forestale dello
Stato ha elevato,
nell'Empolese, ben cinque
sanzioni da 240 euro l'una
(due a Vinci, una a Limite,
Empoli e nella zona di
Fucecchio). Nell'ultimo
mese, sono state "staccate"
una ventina di queste
contravvenzioni.
Torniamo alle stoppie
bruciate ieri. In questo
periodo, vige il divieto
assoluto di accendere
fuochi in campagna
secondo un'ordinanza della
Provincia di Firenze estesa
al 30 settembre. Se poi,
come sembra, domani e nel
corso del finesettimana
piove, sarebbe davvero mai
come questa volta manna
dal cielo.
«Il particolare andamento
della stagione estiva 2012,
caratterizzata da alte
temperature, vento forte ed
assenza di precipitazioni
piovose, - spiega
l'amministrazione
provinciale - ha reso
necessaria la proroga del
periodo a rischio incendi».
Perciò è stato spostato sino
alla fine di settembre il
divieto «di ogni forma di
abbruciamento di residui
vegetali su tutto il
territorio della Provincia di
Firenze, ai sensi del
Regolamento Forestale
della Toscana».
Segnalazioni
Pagina 27
EMERGENZA INCENDI
Multafi
per aver acc eso
fuo chí
0C
1 EMPOLI
Nonostante raccomandazioni e divieti c'è ancora chi non
capisce quanto sia pericoloso
accendere fuochi in campagna o vicino ai boschi. Basta
un nulla e a causa del vento e
dell'aridità dei terreni si possono innescare incendi anche
di gravi proporzioni. Per questo l'amministrazione provinciale - su sollecitazione della
Regione Toscana - ha prorogato al 30 settembre il divieto
di qualsiasi tipo di abbruciamento, ovvero i fuochi che si
fanno nei campi per eliminare le potature degli alberi.
Ieri mattina gli uomini del
Corpo Forestale dello Stato
hanno sorpreso - tra Empoli,
Capraia e Limite e Vinci - ben
cinque individui a violare il divieto. Tra loro c'era il pensionato che stava bruciando le
potature, il padre di famiglia
in vacanza che voleva liberarsi dell'erba appena tagliata, il
classico pensionato che cura
un pezzo di terreno. A nulla
sono valse le spiegazioni che
hanno tentato di dare: sono
stati multati con una sanzione di ben 240 euro, il minimo
di quanto previsto dall'ordinanza emessa dall'amministrazione provinciale (la sanzione amministrativa può arrivare fino a superare i duemila euro) .
I controlli continueranno
anche nei prossimi giorni per
cercare di contenere al massimo un comportamento che
spesso può provocare grossi
danni.
Si raccomanda infine ogni
volta che si nota un principio
di incendio di avvisare le competenti strutture antincendio
boschivo chiamando uno dei
seguenti numeri telefonici: sala operativa unificata permanente della Regione Toscana
telefono 800425425; corpo forestale dello Stato 1515; vigili
del fuoco: 115.
Segnalazioni
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Pagina 28
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L'attrice Claudia
Koli dopo
la conversione
TORNA anche quest'anno la Festa della Misericordia di Fornacette. Ospite speciale della Festa sarà
l'attrice Claudia Koll a cui mercoledì 5 il Governatore Sergio Vanni
consegnerà il premio Carità &
Amore, come presidente dell'associazione Le opere del padre. L'associazione onlus, fondata nel 2005
Ta lio del nastro do mani
con la Filar m onica
e la conviviale paesana
è impegnata in numerosi progetti
di sostegno ai bambini africani del
Congo, Burundi e della Tanzania
anche nel campo della disabilità.
La premiazione si terrà con la par-
tecipazione della Corale Santa Cecilia. Oltre a questo momento, tanti gli appuntamenti che da domani
fino al 10 settembre vedranno protagonista la sede della Misericordia. Domani la festa si aprirà alle
20 con la cena paesana e il concerto
Volontariato
dei Gruppi Giovanili della Filarmonica Volere è Potere. Sabato alle 12.30 pranzo degli anziani, alle
20 cena paesana e alle 21.15 la prima serata del concorso canoro Cantafestival. Domenica appuntamento alle 9 con Bicincittà, organizzata
con il gruppo Team bike Fornacette. Lunedì 3 settembre alle 20 una
«Sorpresa per cena», mentre alle
21.15 si esibirà il Gruppo Teatrale
Incontriamoci a metà con Giochi
di luci. Mercoledì 5 appuntamento
con il Premio Carità & Amore.
Giovedì 6 la cena dei donatori di
sangue Fratres. Venerdì appuntamento sul palco con «Tutti... in
gioco». Domenica 9 appuntamento con la finale del concorso canoro Cantafestival e alle 23 la Tombola Paesana. Primo premio 800 euro. Lunedì 10 settembre si conclude la festa con il laboratorio teatrale parrocchiale Stelle filanti. Tutte
le sere ci saranno stand e banchetti
delle iniziative della Misericordia,
tra cui il laboratorio dell' H-Verde.
Silvia Passetti
Pagina 29
Decreto salute k am i kaze
La
tass a sull' alc o l
c olp isce solo
i li quo ri lit ali
di FRANCO BECHIS
Forse per ingentilirla il ministro della
Sanità Renato Balduzzi l'ha chiamata
un «contributo straordinario», limitandone la portata a tre anni. Ma di
fatto quella inserita nel decretone che
forse non approderà domani in consiglio dei ministri, è una vera e propria
tassa su bevande analcoliche con zuccheri o edulcoranti aggiunti e sui superalcolici. È la norma che fa più discutere dell'intero provvedimento ed
è anche quella tecnicamente peggio
scritta. Tanto è che dopo un primo
esame è apparso evidente, ai tecnici
degli altri ministeri come agli operatori del settore, che quella tassa travestita da contributo è anche distorsiva
della concorrenza. Per giunta a danno
quasi esclusivo delle imprese italiane.
Il doppio contributo è stato ideato
infatti per i produttori sia di bevande
analcoliche che di superalcolici, e non
per i distributori. Nel primo caso
(analcolici con zuccheri o dolcificanti
aggiunti) sarà di 7,16 euro (...)
segue a pagina 11
Educazione alla salute
Pagina 30
Un governo di ubriachi
La tassa sull'a lcol affossa solo i li quori ita lia ni
Il balzello penalizza i produttori nazionali: così, ad esempio, sarà colpita la grappa mentre verrà salvata la vodka...
segue dalla prima
FRANCO BECHIS
(...) ogni cento litri «immessi
sul mercato». Nel secondo caso (superalcolici) sarà di «50
euro ogni 100 litri immessi sul
mercato». Il testo prevede appunto che il contributo sia «a
carico dei produttori», e quindi
esclude dalla tassa-contributo
tutti i prodotti di importazione,
visto che in quel caso al produttore non può essere imposto nulla. Il caso è piuttosto raro per quello che riguarda le
bibite, visto che anche i grandi
marchi internazionali hanno
per lo più stabilimenti di produzione in Italia (è così per Coca Cola, Pepsi Cola e CadburySchweppes, che hanno la maggiore parte del mercato). La
tassa in questo caso sarebbe
eguale per tutti, con rarissime
eccezioni. Però anche per
quelle aziende si introduce un
principio che potrebbe diventare assai rischioso: se importassero le loro bibite dall'estero, non pagherebbero la nuova
imposta, che penalizza la produzione in Italia con una filosofia che appare l'esatto opposto di quella che dovrebbe seguire un governo in disperata
ricerca di politiche per la crescita.
La distorsione del mercato è
invece assai più evidente nel
caso dei superalcolici, perché
qui verrebbero fortemente penalizzati (con un rincaro di
mezzo euro a bottiglia prodotta) gli italiani, per altro distinguendo in maniera grossolana
fra prodotto e prodotto. Nel
settore verrebbero tassate quasi tutte le grappe e le acquaviti
dove sono leader le industrie
italiane. E verrebbero penalizzati rispetto ai concorrenti perfino i produttori di brandy nazionale rispetto alle marche di
importazione su cui il contributo non sarebbe applicabile.
Mentre ad esempio verrebbero
premiati altri prodotti di importazione, indipendente dalla
Educazione alla salute
qualità e dalla pericolosità del
loro consumo: rhum, whisky,
cognac etc... Basti pensare alla
vodka, importata per lo più da
Paesi dell'Est con prodotti e
marche di bassissima qualità,
poi distribuite nella rete di
hard discount a prezzi competitivi perfino con modeste bottiglie di vino.
Non solo dunque in una tassa calata in questo modo l'ultimo dei pensieri è proteggere
la salute dei consumatori, ma è
evidente il danno che si produce sul mercato sotto il profilo
della concorrenza, penalizzando fortemente l'industria nazionale in un'annata di crisi sia
di mercato che di prodotto. La
grande siccità di quest'anno e
la maturazione prima del tempo delle uve ha compromesso
il raccolto (la quantità è decisamente inferiore agli anni
scorsi) e nonostante qualche
speranza dei produttori, sicuramente danneggerà la qualità
della produzione.
F come avere introdotto un
aumento dell'Iva selettivo, che
favorisce gli stranieri e penalizza il made in Italy.
Quella doppia norma è molto probabilmente destinata a
saltare, già falcidiata dalle osservazioni critiche del ministero dell'Economia e di quello
dello Sviluppo Economico, e
pronta ad essere cancellata
durante l'esame parlamentare.
Ma in queste ore non poche
perplessità esistono anche su
quello che impropriamente il
testo del decreto Balduzzi
chiama «gioco di azzardo».
Tecnicamente il «gioco d'azzardo» è vietato dalle leggi italiane, e quindi le norme inserite non avrebbero in sé alcun
valore. Ma al di là degli svarioni contenuti nel testo del decreto (non ha dato gran prova
di sé il legislativo del ministero
della Sanità), le norme sui giochi ispirate a Balduzzi dal collega Andrea Riccardi vengono
fortemente contestate dal ministero dell'Economia. In quest'anno di forte crisi anche le
entrate da giochi si sono ridotte nella prima parte dell'anno,
ma rappresentano pur sempre
una delle voci principali del fisco italiano (24,4 miliardi di
euro nei primi sei mesi dell'anno). Metterla a rischio non è
certo una priorità, e nessun altro dei colleghi di governo desidera fare hara-kiri per ragioni
etiche di non facile comprensione.
Pagina 31
A rischio 100
dí storia (e decine dí postì dí lavoro
le scuxne lLeuiadeli.)`.bodlaa;,uu ia
pl'C!fpc)SLa d( e:g,,,aï5111'da che credero SupeaLa ma da vedn Acce lc 1.lare di al
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eli ri r./-ire il c t(adíllo rLlche nei sco. fo,i
uoprelrS.o,ma cla;lí)L:lel)tlellls:r; a:
prt;dna_or; d;,,re'1u dl a.;rinnl, iulll basali,
..d,ffiva perdila per minore ha inc<assaLa illrl<,al ae). ',,elmei.,zo deiguado,lracon
,uil ïnlei a caLego ìa' C)nz .alpos(, u-ia,
uinmLori indiCicollàe_ mlrsrLli che si ridi
saraia:inlenla_gi,oldi L):.UIzilil?ei(ain
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cera) lei sa che le l)il)ile ke Idule SA 'ie)sLr:
1C-; c,1J sono allhi'.(Jt l'als' :11 ILa1.1. liliiilQ
er_pí,adlnlpreselLal.atiaecí,n,a1711loiAila
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lprodolL `e.consanaaoriidila. iaiaedia
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aa.e)eullï aaloine;ranpalenaaLeiiepri
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'laLCfche.'aLLib àilicLlll ÉCC ne.inl lr-
Pagina 32
II 30 per cento dei
bambini italiani è
sovrappeso od obeso.
È giusto, ed è utile, tassare bibite gassate e cibo spazzatura?
In fondo, le malattie che causano finiscono per gravare sul
sistema sanitario. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi,
vorrebbe applicare un rincaro di circa 3 centesimi a confezione
su bibite gassate e zuccherate, per un incasso di 250 milioni
l'anno. Francia e Danimarca hanno introdotto la tassa sul junk
food; e i danesi, secondo stime, avrebbero guadagnato sei mesi
di aspettativa di vita (la tassa esiste dal 2009). Usa e Gran Bretagna
ne stanno discutendo. Ma l'idea di scoraggiare in questo modo
il consumo di alimenti e bevande dannosi non convince tutti.
Può essere una strada.
E sarebbe anche meglio
detassare i cibi sani.
Zucchero e grassi
non sono certo dannosi
come fumo e alcol.
Eugenio Del Toma*
i stima che l'obesità tolga in media 6-7 anni di
vita a chi ne è affetto, oltre a comprometterne
profondamente la qualità. Il grasso in eccesso
è terreno fertile per l'attecchimento di diabete,
infarto, tumori. Uno studio della Scuola Sant'Anna
di Pisa parla di un 10 per cento di italiani adulti
obesi, di un costo sanitario annuo di 8,3 miliardi di
euro (è il 6,7 per cento della spesa sanitaria pubblica).
E dunque logico cercare di affrontare il problema in
modo più deciso. La scelta di tassare alcuni alimenti
è stata fatta in vari paesi e dai dati disponibili sembra
abbia prodotto qualche risultato positivo. Tuttavia è
presto per trarre conclusioni, anche perché il tema
rimane complesso. Non è semplice decidere quali cibi
includere nella lista dei cattivi e quali no. Sarebbe necessaria una revisione seria dell'impatto degli alimenti
sulla salute, in particolare di quelli industriali, ma così
la lista diventerebbe piuttosto lunga. La tassazione
sembra poi responsabilizzare solo il consumatore e
non i produttori, che spesso «disegnano» gli alimenti
in modo da renderne un consumo limitato molto difficile. Tassare certi alimenti può quindi avere senso. ma
dovrebbe essere parte di un grande progetto di educazione alimentare. Per esempio, perché non detassare
quelli sani incentivandone così l'acquisto?
Nessun servizio sanitario al mondo, nel 2020, potrà
più reggere la spesa per l'obesità, come ha ribadito anche l'Oms. Ma ritengo che dare la colpa
a un alimento piuttosto che a un altro, e tassare
il cosiddetto junk food, sia una strategia poco
incisiva e di scarsa efficacia. Lo fanno in alcuni
paesi e avrà anche una sua logica, come scrivere sul
pacchetto di sigarette che il fumo uccide, anche l'obesità uccide, certo, ma sono iniziative estemporanee e
non coordinate, prive di un contesto di prevenzione.
Piuttosto, dobbiamo tornare a una cultura del movimento, introdurlo un'ora tutti i giorni nelle scuole.
Solo favorendo l'attività fisica è possibile contrastare
l'obesità. Possiamo decidere di tassare gli snack come
abbiamo fatto con l'alcol (di cui peraltro non abbiamo scoraggiato il consumo) o con le sigarette. Però
zucchero e grassi non sono neanche lontanamente
comparabili a sigarette e alcolici. Inoltre, e lo dice
l'Istituto nazionale di nutrizione, oggi le merendine
industriali sono alimenti di qualità e ben equilibrati,
che scontano una fama immeritata di alimenti spazzatura. L'obesità è un fatto complesso e trasversale, va
aggredita da più versanti. La piccola «medicina» della
tassa è come l'autovelox, punisce ma non educa. Se
scegliamo metodi di repressione, rischiamo di esagerare con l'accanimento (basti pensare alla proposta di
legge australiana di vietare il fumo a chi è nato dopo il
2000), e non facciamo educazione.
* medico chirurgo e direttore scientifico dell'smerian,
Istituto di medicina rigenerativa e antiaging di Trieste
*primario emerito di dietologia e diabetologia
al San Camillo Forlanini di Roma
Filippo Ongaro *
Educazione alla salute
Pagina 34
LA PAL
DI PERDERE
d' FRANCO CANIARLINGIII
Piombino il Pd organizza una festa dedicata al
kI oro; Pietro Ichino è
1
un protagonista del dibattito su tale questione ed è un
parlamentare del Pd. Uno si
aspetta di trovarlo nel programma, magari in una discussione
con Stefano Fassina (giovane e
aggressivo responsabile dell'economia del partito di Bersanï); neanche per sogno!
Chi va a Piombino rischia di
farsi un'indigestione delle posizioni krugmaniane e antimontiane del sopraindicato Fassina,
ma l'opinione del riformista
Ichino si può scordare di ascoltarla.
Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, alle feste dei democratici non la
invitano proprio per niente,
nemmeno a quella di Torino:
non è in sintonia con le posizioni del Pd. Con una dosata simmetria non viene invitata nemmeno la Fiom e, così, si fa pari.
A Firenze si dedica una serata
a Renzi (impossibile fare diversamente, visto che il giovane
rottamatore è il sindaco della
città, nonché concorrente alle
prossime primarie per la candidatura a Palazzo Chigi), ma non
c'è traccia di un invito per i poveri assessori della giunta guidata dall'avversario di Bersani.
Non basta : siccome lo scontro elettorale a sinistra sarà durissimo, lo stesso Bersani non
esita a definire Beppe Grillo un
fascista e viene ricambiato con
insulti adeguati. Intolleranza?
Ricerca dell'affermazione di un
pensiero unico ? La paura prima
di tutto dell'avversario interno
alla sinistra, come era tipico del-
Politica locale
la vecchia e tradizionale cultura
dei partiti comunisti, da cui deriva gran parte della classe dirigente del Pd?
C'è un po' di tutto questo nelle cose che abbiamo indicato,
ma soprattutto prevale il timore
di perdere l'ultima occasione di
rivincita sul vent'anni dominati
da Silvio Berlusconi: la rivincita
di una classe politica (sostanzialmente la stessa) che nel '94
si era illusa di conquistare il potere, senza pagar dazio dopo il
crollo del Muro di Berlino.
Ragionevolmente un altro suecesso di Berlusconi e del centrodestra appare, allo stato dell'arte, impossibile, ma una posizione di resistenza non è da escludere, mentre un successo di Grillo potrebbe costringere nuovamente ad una coalizione con ïl
partito dell'odiato Cavaliere.
Si possono spiegare in tal modo le insofferenze, le ansie, le
chiusure, gli attacchi contro i
competitori interni (come nel
caso di Renzi): sono però il contrario di quella trasformazione
liberale che gli elettori richiedono ad una sinistra riformatrice
e di governo, quale pretende di
essere il partito democratico.
Del resto , un fascista e un divieto di partecipare a un dibattito non si negavano a nessun avversario fino agli anni Ottanta
del secolo scorso (per quanto riguardava il confronto interno,
si poteva sempre confidare sul
centralismo democratico), ma
era tanto tempo fa e il partito
più grande della sinistra si chiamava Pci e non aveva alcuna vera ambizione di governare l'Italia.
O RIPRODUZIONE RISERVA?A
Pagina 35
.111r ` .° , Sul palco con Errani
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Sono di «sinistra», stanno con Bersani e hanno bacchettato sia Matteo Renzi che Beppe Grillo. Enrico Rossi, presidente della Toscana, e Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna, martedì sera hanno parlato dal palco principale della Festa del Pd di Firenze di solidarietà e terremoto, ma alla
fine sono entrati anche nella stretta attualità politica. E se
Errani ha attaccato soprattutto Grillo «e il populismo, che è
sempre di destra», Rossi, pur senza nominarlo mai, ha criticato il sindaco che ha appena iniziato la sua corsa verso le
primarie.
Davanti a circa duecento persone, Rossi ha difeso la linea
politica del segretario pd e chiesto regole per le primarie.
«Bersani ha fatto bene a fare chiarezza - ha
spiegato - C'è la sinistra, c'è la destra e se c'è
un centro, anche se l'esperimento del terzo
polo è fallito, decida da che parte stare. Se Casini vorrà allearsi con noi ben venga. Se il
prossimo non sarà un premier politico saremmo tornati indietro - ha aggiunto - Non
credo a un dopo Monti con Monti, la sospensione della politica deve finire». Perché, ha
detto il governatore toscano ottenendo qualche applauso, «serve la politica, servono i par- ccOspîte»
titi e serve la disciplina: non capisco perché Vasco Errani
questa parola legata ad un partito suoni strana. Se ci saranno le primarie, occorre che ci
siano delle regole: la cittadinanza diffusa non
può conquistare un partito . E dopo mi auguro che ci si possa impegnare per il futuro del
Pd. Il Partito democratico - ha concluso non deve essere uno strumento su cui salire,
tirando poi calci, lanciare magari anche accuse allo stesso partito per avere visibilità : queun " tarl o b erluscon i ano " L
sto è un errore,.e
primarie non devono essere un indebolimen- Governatore
to, ma un momento per rafforzare il partito».
Enrico Rossi
Per Errani, che ha strappato applausi, le primarie «servono per scegliere la personalità migliore per governare il Paese. E bisogna apprezzare Bersani che non si è
rinchiuso nello statuto del partito. Noi dobbiamo vincere e
Bersani sta facendo bene. Trovo eccessivo tutto il pandemonio sulle sue critiche al linguaggio di Grillo, non a Grillo ha sottolineato il governatore emiliano - che oggi dice quasi le stesse cose dette da Berlusconi quando "scese in campo" nel 1994: perché il populismo va sempre a finire li, è
sempre di destra».
E il terremoto dell'Emilia? Il conto totale dei danni è di
undici miliardi di euro.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Politica locale
Pagina 36
enzi, 75 giorni di campapl
e
V;cìr[e da Verona
gffo
Un pranzo nel c apoluo go veneto coi s o stenitori, p oi a Sien a l'° llu clo
Camp o D all' Orto e Brizzi i n s quadra. S on daggio : B ersani al 4 %, lui al 28
DAL NOSTRO INVIATO
DRO' (Trento) - Centrale
Fies, tendone bianco in mezzo
al prato verde dove la sera prima Tony Hadley degli Spandau
Ballet aveva fatto cantare e ballare i Vedroidi fino a notte inoltrata. In mezzo a una ventina di
persone c'è Matteo Renzi con
la sua divisa d'ordinanza (camicia bianca, jeans e scarpe nere),
in versione motivatore. Presenta a tutti Roberto Reggi, capo
dello staff che lo accompagnerà nei camper (alla fine potrebbero essere più di due). Poi dà
ulteriori dettagli su come lavorerà la macchina: di comunicazione si occuperanno Luigi De
Siervo, Lorenza Bonaccorsi e
Giorgio Gori, mentre nell'organizzazione è entrato anche l'avvocato Cristiano Calussi, presidente dell'associazione Canottieri Firenze,
che già aveva
lavorato con
Renzi alle primarie 2009.
Nella squadra
anche il regista Fausto
Brizzi, che dovrebbe fare
dei video per
la campagna elettorale, e Antonio Campo Dall'Orto, vice presidente esecutivo Viacom International Media Networks.
Di fronte ai suoi, Renzi cita i
sondaggi di Ipr-Marketing/Ig3: Bersani al 4o per cento, Renzi al 28, Vendola al 25 e
Bruno Tabacci al 7. Ma il sindaco cita anche sondaggi ben più
lusinghieri (forse troppo per
qualche renziano), quelli commissionati dal suo sondaggista
di fiducia, Fabrizio Masia, che
la sera prima delle primarie gli
predisse la vittoria al primo turno. «Loro sono convinti di stravincere», dice Renzi, che invece pensa di poter - come minimo - perdere bene.
Ma per adesso il Rottamatore mette da parte i toni eccessi-
Politica locale
vamente arrembanti. Questo
non vuol dire che abbia deciso
di lesinare critiche al segretario Bersani per come ha gestito
il recente affaire Grillo: «Qudo si parla di riforme istituzionali e di politica non si può immaginare di uscire dalla fase in
cui stiamo semplicemente dicendo che Grillo utilizza frasi
fasciste sul web. Bisogna avere
il coraggio di dire che Beppe
Grillo si giudica per quello che
è e per quello che dice ma alcuni dei temi che lui pone vanno
tolti dalla discussione . Il grillismo è un fenomeno che si
spenge in due settimane se il
Pd, come proporremo noi alle
primarie, portasse in Parlamento delle proposte di legge per
dimezzare il numero dei parlamentari, dimezzare l'indennità
dei parlamentari, abolire il finanziamento pubblico ai partiti e il vitalizio a parlamentari e
consiglieri regionali . Se facessimo questo Grillo passerebbe
nei sondaggi nel giro di qualche settimana dal 15% all'1,5%» . E le prospettive di
Grande Centro invece? «do non
ci credo», dice il sindaco, che
svicola di fronte alla domanda
di chi gli chiede cosa farà qualora le primarie non ci dovessero essere. Poi torna a ripetere
che se lui vince le primarie, in
Parlamento non ci saranno più
deputati e senatori con oltre 15
annidi anzianità di servizio. Almeno Enrico Letta, padrone di
casa, si salverebbe per un soffio (ne ha fatti meno). Questo
non basta, evidentemente, a
spostare di un millimetro Letta
dalla sua posizione: «Sono vicesegretario del Pd - dice alla
Zanzara su Radio 24 - e la
scelta è naturale : io sono con
Bersani, col segretario, l'unico
in grado di tenere insieme il
partito e una coalizione larga».
Ma a Dro ', dove per quattro
giorni sembra che siano tutti o
quasi dei renziani della prima
ora (inevitabile a una convention trasversale , o quantomeno
para-Pd, con un sacco di im-
prenditori, attori e starlette), il
vicesegretario è in quota minoranza. E Letta pare perfino quasi stizzito che Renzi sia arrivato
lì a rubargli la scena.
Alla fine, dopo essere arrivato trafelato, il giorno prima, alla Centrale di Fies, («Avevo da
fare la giunta altrimenti quei
rompiscatole del centrodestra
e il Pd fiorentino dicono che
non mi occupo di Firenze»),
Renzi partito per Verona dove
ha partecipato a un pranzo con
i suoi sostenitori del Veneto
per poi ripartire il pomeriggio
alla volta di Siena. Ed è proprio
dalla Fortezza Medicea che arriva l'annuncio: il tour di Renzi
comincierà il 13 settembre dal
Veneto, da Verona per la precisione. «Sarà una lunga carrellata che durerà
75 giorni e
che toccherà
tutte le 1o8
province. Speravo le accorpassero, ma
va bene così».
Non è un caso che abbia
scelto il Veneto, terra devota alla Lega e in
genere al centro-destra, come
trampolino di lancio. «Quando
trovo persone del Pd che dicono "non si deve prendere i voti
del centrodestra", vorrei sottolineare che l'ultima volta il centrodestra ha preso la maggioranza. Allora, o noi siamo in
grado di prendere anche qualche voto di chi ha votato centrodestra oppure la prossima
volta si perde», dice alternando ironia e stoccate per scaldare il numeroso pubblico. Sorridere, spiega il sindaco, è un'arma che la sinistra non usa quasi mai: «Talvolta noi politici
della sinistra potremmo provare a dire le cose anche con il
sorriso». Lo stesso con cui chiede nuovamente la rottamazione dei soliti noti. Ridge di Beautiful insegna: «Se abbiamo
rottamato Ridge, possiamo rottamare anche Baffino, la Bindi,
la Finocchiaro e Marini. Non
con un semplice calcio nei ginocchi, ma con un grazie per il
loro impegno». Insomma: battute, frecciate ma anche qualche idea per il domani: «La sinistra dovrebbe avere un'idea
progressista, ovvero guardare
al domani con ottimismo. Il domani è stato considerato
un'enorme e gigantesca discarica dove è stato buttato di tutto. Tutto ciò nella mia idea è
quanto più lontano ci sia da
una sinistra moderna. Noi vogliamo riportare l'idea che il
domani non sia un preoccupazione». E un elemento imprescindibile del programma, per
Renzi, saranno sicuramente le
donne. «In Italia moltissime si
trovano ancora costrette a scegliere tra casa e lavoro. Fermare questa tendenza e farle sentire protagoniste è una sfida che
non voglio perdere». Comunque, fair play a parte, non sono
mancati, ieri, screzi fra Reggi,
che sul Corsera ha messo in
dubbio che il Pd voglia fare davvero le primarie, e il responsabile enti locali Davide Zoggia:
«Iniziare il percorso delle primarie dicendo che si dubita del
reale svolgimento della consultazione - dice Zoggia - è
quantomeno contraddittorio e
improprio visto che dovremo
insieme definire le regole e i limiti di spesa delle stesse primarie che devono vederci tutti
quanti impegnati alla trasparenza e alla sobrietà». Non mol-
Pagina 37
Enrico Letta: sto con
segretario, sono il suo
vice. Morando: pronto
ad appoggiare il sindaco
ti dirigenti, come si vede, appoggiano Renzi. Tra i pochi, in
arrivo c'è il senatore Enrico Morando, che non esclude di sostenere il Rottamatore. «Ho visto che Renzi - dice Morando
a Linkiesta - ha preso una posizione sostanzialmente favorevole rispetto alla nostra lettera
(quella degli ipermontiani,
ndr). Lo apprezzo. La sua è
senz'altro una delle candidature più significative alle prossime primarie. Prima, però,
aspettiamo di vedere le regole
di questa competizione».
Sciolto infine il dubbio sulla
Festa dell'Unità di Bologna: il
sindaco ci andrà lunedì io settembre, alle ore 18, nella sala
dibattiti centrale.
David llegranti
david.allegrantí@rcs.it
á davidallegranti
(ha collaborato Aldo Tani)
Contro Grillillo
«Sei dem dimezzano
parlamentari e tolgono
vitalizi la lista 5 Stelle
va a finire
all°1,5 per cento»
Fortezz a Medicee Matteo Rendi ha presentato ieri sera a Siena il suo
ultimo libro «Stil Novo» (fato Cínottí/Stini)
L'allestimento
Un motonno elettrico
e due bici sul camper
Antonio
Campo dall'Orto
Fausto
Brizzi
Sono due «corazzate» della
strada i camper «Therry T45
mansardato» della GiottiLine
scelti da Matteo Renzi per girare
l'Italia. Lunghi 7,29 metri, larghi
2,33 e alti 3, con finestrini
rinforzati, non avranno letti al
piano basso né cucina, ma una
zona conferenze da otto posti,
con connessione wireless e
collegamento tv. Therry ha un
grande bagagliaio per un
motorino, probabilmente
elettrico, e uno spazio per due
biciclette. Mezzi ecologici utili
per i brevi spostamenti nelle
città durante il tour elettorale.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Politica locale
Pagina 38
Il governatore sulla scesa in campo di Renzi: doveva stabilirle l'assemblea
"Al partito servono regole
altroché partire in camper"
«UN partito ha bisogno di regole, anche per fare le primarie.
Sennò chiunque può salire sul
camper e iniziare a girare. E in
questa regione di camper ne
produciamo parecchi». Una
battuta, certo, quella con cui il
presidente toscano Rossi commentala scesain campo del sindaco Renzi che affronterà abordo di un camper la campagna
elettorale in cui lancerà la sfida
perla leadership delcentrosinistra. Ma solo fino a un certo
punto, visto che poi chiarisce:
«L'assemblea nazionale del Pd
avrebbe già dovuto riunirsi da
tempo per stabilire come si voterà nelle primarie. Per ora non
esistono regole e invece le regole sono importanti. Dopo la
consultazione chevedrà diversi
candidati in campo oltre a Bersani mi auguro che ci si possa
impegnare per il futuro del Pd».
Rossi è convinto che dalle regole si sarebbe dovuti partire,
prima che uscissero allo scoperto le identità dei concorrenti che si candidano alla guida
della coalizione. «Il Partito democratico», ripete, «non deve
essere uno strumento su cui salire, lanciando magari anche
accuse al partito stesso per avere visibilità: questo è un errore e
direi che anche questo è un "tarlo berlusconiano". E le primarie
servono a dare più forza al partito non ad indebolirlo».
Concetti ribaditi anche due
sere fa al dibattito con il presi-
Politica locale
A MODO SUO
Renzi si
candidae
parte. Rossi:
e le regole?
dente dell'Emilia Vasco Errani
sul palco centrale della festa del
Pd alle Cascine. Dove Rossi ha
parlato anche delle future alleanze. «Se Casini vorrà allearsi
con noi ben venga», ha detto,
«ma sarebbe un passo indietro
se il prossimo premier non fosse un premier politico. C'è la sinistrae c'è la destra, è giusto che
di fronte alla scadenza elettorale ognuno si presenti al paese
per come è. Se c'è anche un centro allora sarà costretto a decidere da che parte stare». Il presidente toscano è contrario, co-
Il Pd non deve essere uno strumento
su cui salire, bersagliandolo magari
anche di accuse solo per avere
visibilità
munque, all'ipotesi di un governo tecnico bis. «Non credo a
un dopo Monti con Monti», sostiene Rossi . «La sospensione
della politica deve finire». Anche Errani ha parlato delle primarie dicendo che «servono
per scegliere la personalità migliore per governare l'Italia. E
da questo punto di vista », ha aggiunto, «bisogna apprezzare
Bersani che non si è rinchiuso
nello statuto del partito». La sfida con Renzi è sempre più concreta.
(s p.)
O RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 39
b anda
degli o sp e dali
( anche Carec g ')
Tre arr estati*
J`
di SIMONE INNOCENTI
Hanno rubato sonde
ecografiche di vario tipo
in trenta ospedali
pubblici italiani
(compreso a Careggï),
per un valore
di due milioni di euro.
Ora la squadra mobile
ha arrestato tre uomini.
A PAGINA 7
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 40
Le'indagini
da partite da un colpo a Careggi, dove sparirono cinque pezzi dal 00n-ffla curo
Presa la gang delle sonde
depredati trenta ospedali
LUCA SERRANO
SI AGGIRAVANO nei corridoi
degli ospedali con una valigetta
di cartone in mano , appostandosi vicino ai laboratori forniti
di apparecchi ecografici. Poi,
come se nulla fosse, approfittavano dell 'assenza dimedici einfermieri per entrare di soppiatto e staccare preziose sonde dai
macchinari, filandosela ogni
volta con un bottino di diverse
decine di migliaia di euro.
Un'organizzazione semplice
ma efficace, quella scoperchiata dalla squadra mobile di Firenze durante gli accertamenti
sulla catena di furti registrata
nell'ultimo anno in 30 ospedali
di tutta Italia, tra cui quell o di
Careggi.
Secondo quanto ricostruito
dagli investigatori, coordinati
dal procuratore Giuseppe
Quattrocchi , la mente dei colpi
era Pietro Paolo Calvino, 43 anni, titolare di un 'impresa di Casoria (Napoli) specializzata nell'acquisto e nella rigenerazione
di sonde ecografiche . L'uomo
avrebbe commissionato i blitz a
due collaboratori, i fratelli Luciano e Diego Massaro, 44 e 49
anni , per poi avvalersi delle sue
conoscenze nel settore per
piazzare la merce a ignare cliniche private in Italia e all'estero.
Circa due milioni di euro ilvalore della refurtiva. I tre si trovano
ora rinchiusi a Sollicciano. La
misura cautelare in carcere è
stata disposta dal gip Erminia
Bagnoli: associazione a delinquere finalizzata a furti di materiale sanitario il reato contestato. Una denuncia a piede libero
è invece scattata per altre tre
persone, accusate di aver fiancheggiato il gruppo criminale.
Le strane sparizioni erano finite sotto la lente d'ingrandimento della squadramobile (all'epoca guidata d aFilippo Ferri)
già nel febbraio scorso, col furto
di cinque sonde (ognunavaleda
5 a 30mila euro) e di un apparecchioecografico (per un valore di
100.000 euro) in alcuni reparti di
Careggi. Dagli accertamenti era
emerso un collegamento con
due colpi effettuati nel 2011 a
Prato e a Lucca, ma anche con
altri raid realizzati in tutta Italia,
in particolare in Campania, Lazio ed Emilia Romagna. Tra gli
ospedali presi di mira, anche
quello di Ponte a Niccheri e "La
Gruccia" di Montevarchi.
La svolta alle indagini è arti-
RECUPERATE
Due sonde
ecografiche
recuperate
tra quelle
rubate dalla
banda:200
furti in tutta
Italia
vata quando gli investigatori
hanno isolato un filmato di una
telecamera di sorveglianza di
Careggi, dove si vedeva un uomo aggirarsi con fare sospetto in
un reparto. Per identificarlo, gli
agenti hanno incrociato i tabulati del traffico telefonico nella
zona dell'ospedale con quelli di
altre strutture visitate dai ladri,
riuscendo in breve a rintracciare diverse chiamate sospette tra
uno dei fratelli Massaro e la ditta di Casoria (Kutec srl). Gli accertamenti "definitivi" sono
stati poi realizzati in collaborazione cori l a polizistradale, che
in due distinti controlli in autostrada ha sequestrato decine di
apparecchi. Il resto della refurti va (in tutto sono state recuperate 196 sonde, 8 ecografi portatili
e 4 stampanti per ecografi) è invece saltato fuori con una perquisizionenell'aziendadi Caso ria e in una cantina nella disponibilità di Calvino.
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UNA SONDA costa tra i 5mila e i
30mila ed è indispensabile per
qualsiasi tipo di ecografia. Lo sanno bene quei pazienti che si sono
visti annullare un esame importante a causa dei furti. Almeno trenta,
negli ultimi dieci mesi, in ospedali
e cliniche di tutta Italia. Per un ammanco totale di circa due milioni
di euro e tantissimi danni per la
collettività.
Ma grazie all'indagine, condotta
dalla sezione antirapina della squadra mobile di Firenze, la banda
che aveva organizzato le razzie è
adesso dietro le sbarre. Tre i destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere e altrettanti gli indagati a piede libero. Per tutti
un'accusa pesantissima, associazione a delinquere, benché le modalità dei colpi non necessitassero di
particolari competenze. Bastava intrufolarsi nel laboratorio giusto al
momento giusto, spacciandosi per
tecnici se sopraggiungeva un im-
„/
lo, 41111,
po: filmati, celle telefoniche da incrociare, appostamenti e controlli
stradale. Ad eseguire materialmente i colpi, hanno accertato gli inquirenti coordinati direttamente dal
procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, erano due fratelli napoletani, Luciano e Diego Massaro, 49 e
44 anni, adesso in carcere assieme
all'imprenditore, anch'esso partenopeo, Pietro Paolo Calvino, 43 anni, amministratore della Kutec srl,
ditta specializzata proprio nel com-
mercio delle sonde mediche. Un
ruolo di secondo piano nell'associazione lo ricoprivano la moglie e il
fratello di Calvino, e un altro dei
fratelli Massaro.
LE SONDE rubate venivano ripiazzate ad altri ignari clienti, convinti di acquistare un accessorio rigenerato: cliniche private sul territorio italiano ma anche strutture
sanitarie all'estero - Olanda, Regno Unito, Dubai e Cina - dove
arrivano tramite normali pacchi
GLI ARRESTATI
Pietro Paolo Calvino,
43 anni
postali. Nel corso dell'indagine,
culminata nei tre arresti ordinati
l eno trenta i colpi
per un valore totale
di circa due m ilioni di euro
dal gip, Erminia Bagnoli, sono state recuperate 196 sonde, oltre ad otto ecografi portatili e quattro stampanti per ecografie. Gran parte di
questo materiale è già stato "rico-
previsto, e prendere la valigetta di
cartone che custodisce ogni sonda.
E mescolandosi tra degenti, parenti, medici e infermieri, se ne uscivano dalle strutture, stringendo in
mano un piccolo tesoro. Così è successo a Gareggi, lo scorso febbraio,
e in mezza penisola: qui in Toscana a Prato, Lucca e Montevarchi,
ma anche Napoli, Roma, Verona,
diversi ospedali del Bolognese, a
Salerno e provincia, Ferrara, Forlì,
Latina. Ma è proprio dopo i furti
di Gareggi - tre sonde asportate
dall'unità operativa di valutazione
cardiologica e dal day surgery della maternità - che si sono messi
in moto gli 007 della questura.
Un'indagine che ha mischiato tecnologia e intuizioni vecchio stam-
nosciuto" e restituito agli ospedali
di provenienza. Il questore di Fi-
Sanità fiorentina e toscana
Luciano Massaro,
49 anni
Le apparecchiature
venivano rivendute
i n Europa e in As ia
renze, Francesco Zonno, oltre a riconoscere il valore del risultato ottenuto dell'indagine, avviata da Filippo Ferri e conclusa dal suo successore Lorenzo Bucassi, ha fatto
un appello agli ospedali di tutta Italia: potrebbero essere stati messi a
segno altri furtiche gli inquirenti
non avevano ancora contestato
all'organizzazione napoletana.
stefano brogioni
Diego Massaro,
44 anni
Pagina 43
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oose Il
della Tos c ana
, « esto ê il futuro»
LUCCA - Quelli che stanno nascendo a
Lucca, Prato, Pistoia e Massa Carrara sono gli
«ospedali di domani». La «promozione» per
il progetto della Regione viene dal ministro
della salute Renato Balduzzi (al centro nella
foto), che ieri mattina ha visitato il cantiere
per la costruzione del nuovo presidio di
Lucca. I lavori sono a uno stato di
avanzamento di circa il6o%o e dovrebbero
essere completati nel marzo 2013. Poi, dopo i
collaudi, nel febbraio del 2014 ë prevista
l'apertura. «E proprio - ha detto Balduzzi al
termine della visita alla struttura l'ospedale di domani: mirato, molto
tecnologizzato, che però non vive come una
cattedrale nel deserto ma è raccordato con la
città, con gli altri ospedali, in rete». Balduzzi
ha ammesso che, per quanto riguarda Lucca,
«ci sono dei problemi di viabilità piuttosto
importanti che sono decisivi al fine della
riuscita di questo sistema a rete». Ha
assicurato però che, per risolvere la
questione, a livello governativo «tutto quel
che si può fare si deve fare». I quattro nuovi
ospedali toscani sono realizzati in project
financing da Astaldi-Pizzarotti-Techint.
Quello di Lucca sarà un monoblocco di 75
mila metri quadri (di cui 16 mila di
superficie coperta), con 354 posti letto di
ricovero ordinario, 54 di day hospital e 57
posti letto tecnici. I progetti in stato di
maggiore avanzamento sono quelli di Prato e
Pistoia, che dovrebbero entrare in attività
rispettivamente nel settembre e nel luglio
2013- Più lontani dalla fine i lavori per
l'ospedale delle Apuane che dovrebbe aprire
nel novembre 2014. Prima della visita
all'ospedale, Balduzzi aveva partecipato a un
convegno sul tema delle dipendenze da
gioco d'azzardo, presenti il sindaco
Alessandro Tambellini e il presidente della
Provincia Stefano Baccelli. Il ministro ha
ribadito la volontà del governo di
allontanare i videopoker dalle scuole. «Nel
decreto legge - ha ricordato - la distanza è
50o metri, per cui evidentemente, ove questo
diventasse legge, la conseguenza sarebbe
una riorganizzazione territoriale dei
videopoker per finalità di prevenzione e per
consentire ai sindaci una gestione più
razionale e attenta del territorio».
Alberto Ferrarese
Sanità fiorentina e toscana
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FIRENZE
GLI AUTO MO BILISTI privati e le
famiglie risparmieranno alcune decine di euro; gli autotrasportatori e
coloro che gestiscono attività commerciali fino a un centinaio. Ecco
il beneficio (calcolato da Andrea
Stefanelli, responsabile della Faib
Confesercenti) che avranno i toscani dalla cancellazione anticipata
dei 5 centesimi di accisa sulla benzina annunciato dal presidente della Regione, Enrico Rossi. Una tassa che si sarebbe comunque esaurita il 31 dicembre e che il consiglio
regionale, su proposta del governatore, dovrebbe annullare durante
la seduta del 10 settembre. Lo stop
effettivo del pagamento alla pompa avverrà qualche giorno dopo, in
seguito alla pubblicazione del provvedimento sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione.
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NON sarà una cancellazione
senza polemiche. Nella stessa maggioranza ci sono mugugni: Mauro
Romanelli (Sel) ha scritto in un comunicato che «oggi lui non voterebbe la proposta del governatore»
perché è a favore del potenziamento del servizio pubblico. E sostiene
che non gli interessa se costerà un
po' meno viaggiare sui mezzi privati.
Peccato che anche sui toscani che
proprio sui toscani che usano bus e
treni regionali per andare a lavorare o studiare stia per abbattersi
un'altra stangata: dal primo ottobre i biglietti costeranno il 10% in
più e gli abbonamenti subiranno
un rincaro addirittura del 20%.
Non subirà l'aumento solo chi ha
un reddito inferiore a 36 mila euro. Ma dal 2 gennaio 2013 per avere l'esenzione sarà obbligatoria la
presentazione dell'Isee.
E' il frutto della manovra approvata dalla Regione il9 agosto e che comincerà a far sentire i suoi effetti
quando i pendolari saranno tornati a ranghi completi: cioè una quindicina di giorni dopo l'avvio
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Esenzione per i redditi inferiori 36 mila euro
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dell'anno scolastico. Bus e treni
pieni: e più costosi.
Ma più vicina è la batosta per chi
ha bisogno di curarsi: da lunedì
prossimo, 3 settembre, scattano gli
aumenti dei ticket sulla sanità, ossia l'altra faccia della manovra agostana. Pesante per tutti coloro che
dovranno andare in farmacia, in
ambulatorio, in ospedale.
E' comnfermata l'esenzione per i
redditi al di sotto dei 36 mila euro,
ma per coloro che vanno da 36 mila a 70 mila il ticket sui farmaci passa da 1 a 2 euro. Passeranno da 2 a
3 euro coloro che sono nella fascia
fra 70 e 100 mila euro; e quelli che
superano i 100 mila passeranno da
3 a 4 euro.
V VERO che continuano ad esserci
le esenzioni totali per i malati cronici, ma non per tutti: la Regione
ha deciso di chiedere una compartecipazione alla spesa, fino a un
massimo di 400 euro l'anno, i malati cronici che si trovano nella fascia di reddito fra 70 e 100 mila euro e oltre i 100 mila. Riguardo alla
specialistica ambulatoriale, è confermata l'esenzione per chi ha un
reddito inferiore a 36 mila euro,
ma pagheranno 10 euro (e non più
5) coloro che sono nella fascia fra
36 mila e 70 mila e 20 euro (invece
di 10) quelli che risultano al di sotto dei 100 mila e 30 (invece di 15)
al di sopra dei 100 mila. Spesa cospicua anche per la contestata (a livello comunitario) fecondazione
artificiale. Un esempio? In Toscana la fecondazione in vitro con inseminazione intracitoplasmatica
con prelievi microchirurgici degli
spermatozoi, costerà 700 euro.
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per i redditi superiori a 36m11a et.
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Sanità fiorentina e toscana
5
Pagina 46
Sanitá
Epilessia, obesità e cancro: finanziati
i progetti di 20 giovani ricercatori
FIRENZE
Tre milioni dalla Regione Toscana per progetti di ricerca
clinico-assistenziale. E quanto ha deliberato la Giunta regionale nella prima seduta della ripresa, subito dopo la
pausa estiva. Il cofinanziamento regionale è condizione essenziale perchè i progetti ottengano anche il finanziamento
ministeriale. Il Ministero della Salute ha individuato infatti,
nell'ambito del Bando di ricerca finalizzata a giovani ricercatori, un totale di 20 progetti toscani, a cui andrà un finanziamento ministeriale di complessivi 5 milioni. La selezione
è stata fatta da esperti valutatori, e il bando ministeriale prevede l'impegno da parte delle Regioni a cofinanziare al 50% i
progetti scelti, pena il decadimento dei progetti stessi.
"In Toscana abbiamo sempre
attribuito un ruolo fondamentale alla ricerca- sottolinea l'asr//oi7a/I/AA
sessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Il Ministero, con un sistema di valutazione di
altissimo livello, ha selezionato ben 20 progetti toscani, individuando quelli che rispondevano ai migliori standard di
qualità della loro disciplina. Come Regione, siamo ben contenti di cofinanziare questi progetti". I progetti finanziati
riguardano il cancro, l'epilessia nei bambini, le patologie
cardiache, la riabilitazione di pazienti con danni cerebrali,
la trombosi, l'obesità, la traumatologia.
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Sanità fiorentina e toscana
Pagina 47
Se ne va la radiologia
dai distretto di via Moro
Dal 30 settembre stop al servizio. Angeli (Pdl): «Ennesimo depotenziamento»
Asl e Comune: «Mala chiusura sarà compensata da un nuovo ecografo»
dl Mario Moscadelli
1 ROSIGNANO
Addio al servizio di radiologia
nel distretto sanitario di via
Moro. Dal prossimo primo ottobre, infatti, per una lastra occorrerà rivolgersi all'ospedale
di Cecina. Ma se per Maria
Grazia Angeli del Pdl questa
decisione rappresenta l'ennesimo depotenziamento della
struttura rosignanese, non sono dello stesso avviso Asl e Comune.
Addio alla radiologia. Partiamo dal dato di fatto. Già dai
primi giorni del mese in corso
sono stati sospesi gli appuntamenti per gli esami radiologici
al distretto. Una sospensione
propedeutica al fatto che il
prossimo 30 settembre, come
scrive Angeli nella sua interpellanza e come conferma la stessa azienda sanitaria, il servizio
sarà interrotto completamente. Dal giorno dopo chi avrà bisogno di farsi una lastra dovrà
andare a Cecina.
La rabbia di Angeli. Angeli va
giù duro nell'interpellanza.
«Continua - dice il consigliere
comunale del Pdl - il perdurare dei tagli inflitti ai servizi sanitari per i cittadini di Rosignano. Pochi giorni fa il taglio agli
orari del centro prelievi, oggi
tocca al servizio di radiologia:
un taglio ben più forte per il
presidio sanitario, che con
questo colpo è veramente
svuotato». Secondo Angeli
questa chiusura «creerà un forte disagio e preoccupazione,
soprattutto nella popolazione
anziana e in quella abitante
nelle frazioni collinari del comune di Rosignano, già costretta per alcuni esami di radiologia a recarsi a Cecina ed a
subire le interminabili attese
in fila all'ospedale. Un distret-
Sanità fiorentina e toscana
II distretto sanitario di Rosignano
to sanitario svuotato di ogni
servizio, non può aspettarsi altro che di chiudere i cancelli.
Ma che razza di politica è quella che governa Rosignano, che
non riesce ad imporre una propria strategia sanitaria nell'interesse degli abitanti».
Asl e Comune. Dall'azienda, come detto, confermano l'interruzione del servizio, spiegando che questa scelta rientra in
un'organizzazione che porterà a Rosignano un potenziamento del servizio di ecografia. «Confermo quanto sostiene l'azienda - dice Elena Ciaffone, assessore comunale alla
salute - visto che la chiusura
del servizio di radiologia rientra in un progetto di miglioramento dei servizi del nostro di-
stretto. Questo almeno è quanto c'è stato detto dall'Asl quando anche noi abbiamo saputo
della dismissione della radiologia». Ciaffone argomenta. «Occorre infatti considerare che il
macchinario finora utilizzato
a Rosignano per le lastre era
vecchio e produceva un prodotto finale di scarsa qualità.
Da qui la scelta di non rimpiazzarlo, ma di dirottare i pazienti
che hanno bisogno di una lastra a Cecina. In cambio al distretto di via Moro sarà installato un ecografo di ultima generazione, capace di effettuare una vasta gamma di esami
di questo genere. Insomma, io
non parlerei proprio di depotenziamento».
Pagina 49
LI` a
Muore paziente dimesso
Sei medici indagati
Sei medici dell'ospedale di Livorno sono
indagati dalla Procura labronica per la morte di Roberto Lotti, un 62enne deceduto
domenica pomeriggio. La morte dell'uomo
è sopraggiunta a 48 ore di distanza dalle
dimissioni del paziente dal nosocomio.
L'uomo era arrivato al pronto soccorso nel
pomeriggio di venerdì con priorità di emergenza in codice rosso, il paziente accusava
una insufficienza respiratoria. Dopo una prima ricognizione medica era stato trasferito
in terapia sub-intensiva e posto sotto osservazione; infine, dopo due giorni di degenza
era stato dimesso. I familiari non riescono
a spiegarsi il perché il loro congiunto sia
stato rimandato a casa. Per chiarire e chiedere la verità su quanto accaduto hanno
presentato un esposto in Procura. II pm Giuseppe Rizzo, pertanto, ha aperto un fascicolo con l'accusa di omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto, precisano fonti giudiziarie, per consentire alle persone iscritte nel
registro degli indagati di nominare un loro
perito di parte che assista all'autopsia. 16
medici indagati fanno parte dei reparto di
terapia intensiva e dei pronto soccorso dell'ospedale cittadino.
Sanità fiorentina e toscana
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I(
L): «SARANNO ANNULLATE LE ECCELLENZE SAN ITARIE»
«Avremo-10 l'ospedale
giù piccolo d'Italia
e meno posti letto»
UN OSPEDALE troppo piccolo,
anzi «il più piccolo d'Italia»: è
questa la considerazione che Riccardo Mazzoni, coordinatore pratese del Pdl, esprime sulla struttura sanitaria in fase di realizzazione a Galciana. Il dibattito sul nuovo ospedale e sul destino del vec-
c ci pensi prima di buttar
«ossi
giù la vecchia struttura:
la nuova non è sufficiente»
chio Misericordia e Dolce si anima ancora, in attesa di risposte da
parte della Regione Toscana.
«PRIMA di abbattere il vecchio
ospedale di Prato per fare in
quell'area una lottizzazione edilizia, il governatore Enrico Rossi
dovrebbere almeno riflettere -
chiosa Mazzoni - . Non c'è solo
la grande opportunità di realizzare il Polo oncologico, infatti, a
sconsigliare una scelta così dirompente, ma la consapevolezza che il
nuovo ospedale sarà insufficiente
a garantire un'adeguata copertura
sanitaria alla cittadinanza».
A questo riguardo Mazzoni passa
a fare una disanima, dettaglio per
dettaglio, di quelle che saranno le
caratteristiche strutturali e di capienza del nosocomio di Galciana: «Dai posti letto inferiori a
quelli attuali ai metri quadrati a
disposizione per ogni paziente
(cento contro la media nazionale
di centoquarantotto), dalle camere di terapia intensiva (3x3 metri
contro 5x5) alla degenza media di
appena cinque giorni fino alla pericolosa promiscuità in cui si verranno a trovare pazienti di diverse tipologie».
Pdl incalza: «Dovrebbe far riflettere, e non poco, il fatto che tra i
diciotto nuovi ospedali in corso
di edificazione, Prato è il più piccolo d'Italia, sia rispetto alla popolazione che deve servire, sia come
dimensioni.
Ai limiti strutturali, acuiti dalla
mancanza di adeguati servizi sul
territorio per la continuità di cura, si aggiunge la beffa di vedere
annullate le eccellenze e le specializzazioni di cui Prato ha saputo
dotarsi in questi anni, a partire,
appunto, dall'oncologia e dall'oculistica».
E IL COORDINATORE del
STRUTTURA TROPPO PICCOLA Il nuovo nosocomio secondo
Mazzoni non è sufficiente alle esigenze dei territorio
Sanità fiorentina e toscana
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IL
P GIi esami si
prenotano al Centro Unico
LA PROTESTA
« DaIVAsi
anco ra
nessuna r i sposta
pe r i l pap test
fatto tre mes i fa »
- MASSA -
TRE mesi e ancora la
risposta del pap test non
arriva. Protesta una 40enne
dì Massa che si è
sottoposta, il 30 maggio, allo
screening programmato
dall'Asl 1. «Ho telefonato
più volte - si sfoga - ma
al centralino dell'Asl
rispondono e riattaccano,
facendo spendere soldi agli
utenti che chiamano. Ho
fatto quindici telefonate
prima di avere una risposta
"vera". Poi mi sono rivolta
alla Colposcopia e mi è
stato riferito che manca
personale e che, in questi
giorni, si stanno effettuando
le risposte per gli esami
eseguiti a metà maggio». La
donna aggiunge che
«qualora l'esame avesse
esito positivo sono pronta a
sporgere denuncia. Non è
giusto che i cittadini
paghino le conseguenze di
un crack finanziario dovuto
ad una cattiva gestione
dell'azienda: l'operatore del
centralino mi ha dato
ragione, così come
l'infermiera del reparto. C'è
consapevolezza dei disagio
che vivono gli utenti sulla
loro pelle. Per avere
risposte immediate, si
costringe il cittadino a
ricorrere al privato anche
per esami di prevenzione
come il pap test».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 52
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SAMTA
«No al trasferimento
del punto nascita»
Oggi presidio all'Opa
D MASSA
Si riaccende il dibattito sul futuro della sanità sul territorio
apuano e, in particolare, sulle
sorti del punto nascite (attualmente al Montepepe, destinato, però, a essere trasferito al
nuovo ospedale di viale Matteo). Tema rimasto in ombra fino a pochi giorni fa, quando
Bruno Murzi, responsabile della chirurgia pediatrica dell'Opa
si è schierato contro il trasferimento del punto nascite al nuovo ospedale "delle Apuane". La
segreteria provinciale di Forza
Nuova è la prima a schierarsi.
Dalla parte di Murzi. La formazione di estrema destra organizza per oggi alle 15 un presidio sull'Aurelia all'altezza
dell'Opa». Secondo Fn «è assurdo mettere in discussione l'eccellenza e pensare ad una revisione dell'organizzazione sanitaria che mette in pericolo la vita di molti bambini con lo spostamento del centro nascite all'
ospedale unico».
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Sanità fiorentina e toscana
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Ambulatori Asl presto in piazza Vittoria
locali devastati dall'alluvione sono pronti ad accogliere la "casa della salute" entro fine anno
/ AULLA
In attesa che venga realizzato il
nuovo poliambulatorio nelle
aree ferroviarie dismesse della
"Pontremolese", la Società della Salute della Lunigiana si sta
adoperando perché entro fine
anno tutte le attività ambulatoriali decentrate a seguito dell'alluvione del 25 ottobre 2011 facciano ritorno nel poliambulatorio di piazza della Vittoria, per
la precisione al piano terra,
quello che venne invaso e distrutto dal gorgo di acqua e fan-
go.
In questo modo, il poliambulatorio aullese tornerà ad assumere il ruolo di "casa della salute" in Lunigiana, un ruolo suffragato dagli oltre 22mila accessi annuali nel 2010, prima che
l'alluvione portasse distruzione
e morte adAulla.
Come spiega il direttore della
Sds della Lunigiana, Mario Guastalli, i lavori di risanamento del
piano terra del poliambulatorio
«hanno permesso di ottenere
cinque locali in più per l'esercizio delle attività ambulatoriali.
Quindi, ora sono dieci i locali a
disposizione, messi a norma e
presto nuovamente fruibili
dall'utenza». Una soluzione, comunque, provvisoria, visto che
la "casa della salute" del futuro,
come accennato, sarà edificata
all'interno delle aree ferroviarie
della
dismesse
"Pontremolese".
Nel frattempo, però, le seguenti attività ambulatoriali torneranno nel presidio distrettuale di piazza della Vittoria: allergologia, cardiologia, dermatologia, ecocuore, ecografia, distur-
bi cognitivi, campo visivo, ginecologo, nefrologia, neurologia,
oculistica, ortopedia, medicina
dello sport, reumatologia, otorinolaringoiatria e urologia. Queste attività si aggiungeranno a
quelle che non hanno mai traslocato: Cup, vaccinazioni, punto prelievi, rilascio certificazioni medico - legali, servizio sociale, counselling nutrizionale,
dietista, terapia del dolore,
pneumologia e odontoiatria.
La devastazione dell'alluvione ha reso inutilizzabile il piano
terra del presidio distrettuale di
piazza della Vittoria; la convivenza fra attività ambulatoriali
e d'ufficio nel resto del poliambulatorio è diventata particolarmente difficile.
Gianluca liberti
CRI PRO DUZION E RISERVATA
L'edificio che ospita il poliambulatorio cittadino
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 55
L
'
risponde in 90 lingue
telefono c' ® l'interprete
0 AuLLA
L'Asl l di Massa Carrara ha attivato un servizio di interpretariato telefonico che si chiama
HelpVoice ("aiuto voce"). Tutti i telefoni aziendali sono stati
abilitati per poter accedere al
servizio di interpretariato telefonico, dando quindi la possibilità agli utenti di usufruire,
se è necessario, di una traduzione multilingua simultanea.
Chiamando il numero verde gratuito 800432665, gli operatori potranno essere messi
in contatto con il mediatore
linguistico culturale richiesto
dai cittadini stranieri che si ri volgono ai servizi sanitari.
Sanità fiorentina e toscana
Il servizio in questione può
essere utilizzato da qualunque telefono o cellulare aziendale, dà la possibilità di accesso a cinque utenti in contem-
poranea, registra tutte le telefonate con avviso agli utenti,
non pone limiti di tempo alla
durata della conversazione,
consente la traduzione di oltre novanta lingue e permette
di effettuare una conferenza
telefonica a tre con utenti presenti o al telefono nelle sedi
principali.
Per informazioni rivolgersi
all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) ai numeri 0585
657573 e 657547.
(g.u.)
0RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Una foto? Scattatela pure. Sono senza capelli per la chemioterapia,
ma non ho nulla da nascondere». Chiara, 20 anni, è tornata
in ospedale per un altro ciclo di cure e sorride davanti all'obiettivo.
Ammessa con ottimo punteggio, a giorni comincerà il corso di laurea
in psicologia. Accanto a lei la professoressa Paola Belli.
aro . dei ragazz co l tumore
i
Una lettera su «Repubblica», uno scambio di email con «Panorama»: «Mi lasci un po' di tempo per
decidere se accettare». Poi la risposta: «Va bene, vediamoci». Così è nato questo incontro.
Prologo
Da «Repubblica» del 20 giugno 2012
LA NO7TE PRIMA DEGLI ESAMI. Ieri entro
nel corridoio del day hospital di oncoematologia e trovo Domitilla e Giammarco che
parlano: lei gli spiega che ha avuto 9 in condotta per la poca partecipazione (è rientrata a scuola ad aprile), lui le confida i dubbi
sulla matematica. Io li vedo e impallidisco:
che fate qui?A casa, a studiare, domani
ci sono gli esami alle 8. Dei miei quattro
maturandi, Paolo l'aretino, coi farmaci sul
cuscino, se la cava benino. Elena sta a Fer-
rarq ha ballato impaurita per il terremoto e
mi telefona. Domitilla, serena, mi dice che a
controllo fatto se ne va Giammarco ha un
problema al Cvc (per capirci: Cvc = anestesia, ricovero per cambio, etc.), intanto loro
parlano delle materie apprese tra vomito e
cannelli, dell'isolamento, di quanto i prof.
sono carini o stronzi Con me siamo a
scuola: «Professoressa (a scuola mi chiamano profe, quegli altri...), stia tranquilla, mi
rilasciano in giornata!». E chi ti tiene, a te
Giammarco, a parte quelli delle stanze del
trapianto... Sono belli i miei ragazzi, e oggi
saranno tutti bravissimi, anche se forse la
notte prima dell'esame se la ricorderanno
davvero, loro. Salutateli, nell'Italia intera,
perché a loro non si pensa o non si vuoi
pensare, se si è in salute. E ora vado nella
mia classe normale. Di loro si parla già. Io
sono la loro insegnante, professoressa, non
profe, per rispetto e affetto profondo, nel
tunnel della malattia. Paola Belli
Da «Panorama», il giorno dopo
Dall'ultima email di Paola Belli , dopo qualche dubbio
Gentile professoressa, le scrivo per ringraziarla da un punto
di vista umano e personale dopo avere letto la sua lettera su
Repubblica. C'è bisogno di chi ci tiri ogni tanto perla giacca
e ci ricordi quante storie belle e sofferte sono nascoste intorno
a noi. Le scrivo anche per altro, però. Vorrei dare voce a lei
e ai suoi ragazzi, vorrei «raccontarvi» nella vostra relazione,
nei vostri ruoli, nella vostra complicità, nella vostra solidarietà,
nella vostra umanità, nelle vostre fatiche. So che sì toccano
temi dolorosi e privati, spesso nascosti sotto il tappeto, ma mi
piacerebbe. E secondo lei possibile?
Prima di risponderle definitivamente ho consultato rapidamente il popolo dei giovani esangui che frequento: tutti favorevoli,
senza apparire, senza esporsi. Come lei capirà, il campione è
parziale perché molti non ci sono più. La resistenza è forse mia.
La scrittura è sangue di una persona, non so se riesco
a essere voce narrante. Di certo non posso abbassare la guardia
sul motto dei miei adolescenti: né pietà né lacrime. Si concilierà
con quello che lei pensa di fare?
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 57
31.A
STORIA
di Raffaele Leone
foto di Franco Origlia per Panorama
Qui la regola è che ai bambini
bisogna dire tutto. Spiegare il
male, le cure, i risultati e tutto.
«Che io ricordi, nessuno si è chiesto mai: perché proprio a me? Anche perché incontrano altri ragazzi, magari messi peggio, dunque quella non è la loro prima
domanda. Se ne fanno tante altre, però». Come quella
di Alessandro, quando dovettero tagliargli la gamba:
«Troverò una ragazza che mi vorrà con una gamba di
meno?». La professoressa Paola Belli gli parlò allora di
un bellissimo medico di cui, a 16 anni, si era invaghita:
«Le bombe lo avevano mutilato, proprio come te, ma
che fascino...». Due anni dopo Alessandro la chiamò:
«Aveva ragione, l'ho trovata».
Oggi, in piena estate, la professoressa è venuta a donare il sangue ai suoi alunni: «Sa, ce n'era bisogno» dice
quasi per giustificarsi, e forse perché è appena andata
in pensione e dunque non sono più le sue funzioni e i
suoi compiti a tenerla in piedi, lunga e magra com'è, in
Quella legge a misura di malato
Istituita nel 1998, permette il distacco di professori nelle corsie d'ospedale.
L'anno che ne segna
l'inizio è il 1998,
con una circolare
ministeriale (353/98),
ma in realtà già
nel 1950 era nata
su base volontaria.
La chiamano «Scuola
in ospedale»,
un servizio che il
ministero dell'Istruzione ha istituito nei
maggiori nosocomi,
reparti pediatrici
di regione per
contrastare l'abbandono scolastico nei
casi di patologie gravi
o per quelle degenze
che superano i 30
giorni e che
richiedono l'ospedalizzazione prolungata.
I primi ospedali
che hanno ospitato
sezioni scolastiche
sono stati rispettivamente quelli
di Genova, Roma,
Milano, Torino,
Padova. Oggi sono
156 le scuote in Italia,
200 le sezioni,
730 i docenti che
insegnano in molti
casi al capezzale dei
piccoli pazienti. Nel
2011 gli alunni seguiti
in ospedale sono stati
76.803. A insegnare
sono docenti che, su
base volontaria
e non, chiedono di
prestare servizio nelle
sezioni ospedaliere.
Successivamente è
il consiglio di classe
a decidere le ore
da fare svolgere
ai docenti; alla scuola
invece la scelta
delle discipline da fare
seguire in ospedale.
Fra queste: italiano,
matematica e lingue
straniere, oltre a
quelle di indirizzo.
Sanità fiorentina e toscana
Gli orari vengono
stabiliti in base alle
cure. E non solo
le lezioni, ma pure
gli esami vengono
sostenuti in ospedale,
dall'Invalsi fino
a quelli di maturità.
Il coordinatore
scientifico nazionale
della scuola in
ospedale è Speranzina Ferraro: «La
scuola in ospedale
si può considerare
a tutti gli effetti una
parte del protocollo
terapeutico, serve
a recuperare
speranza. È una
scuola di avanguardia, per certi aspetti
più avanzata rispetto
alla scuola tradizionale, nonostante
il numero esiguo
di insegnanti
a disposizione».
quest'angolo dell'ospedale Meyer di Firenze che è un
ring, pochi banchi dove i bambini fanno a cazzotti con la
morte, e senza guantoni. Ora la professoressa dei bimbi
e dei ragazzi malati di cancro è come sospesa nel tempo
e nello spazio della parola «oncoematologia», che è molto
più del nome di un reparto, e spiegarla sarebbe come
spiegare che si può essere felici e soffrire. Dunque con
un orgoglio fiero e un entusiasmo, perfino, che non ti
aspetti Paola Belli calcola che tra disegni e prescrizioni,
compiti in classe e flebo, prove scritte e cicli di chemio,
ha insegnato a molte centinaia di ragazzi di tutte le età.
Anzi, ha imparato, corregge lei. E viene un nodo alla
gola, senza un motivo preciso, mentre lei racconta che
non potevano frequentare la scuola perché dovevano
curarsi al reparto di oncoematologia: «Soltanto l'anno
scorso erano 92...».
Rivive la sua storia, il volontariato, il mondo opaco
e luminoso del bambini malati con i loro cioccolatini
e le loro medicine, i palloncini rossi e i letti caldi, le
gite allo zoo e le febbri, ma la verità arriva per vie
diverse dalle parole: c'è una gardenia che ha trattenuto la grazia e la fragilità di Cosimo, che invece non
c'è più. «E Cosimo che mi ha portato sul sentiero
dei ragazzi malati». Quando pensa alla gardenia, la
professoressa batte le palpebre e la si sente pensare,
pensare... «Professoressa, vedrà, non farà la fine delle
altre gardenie. Questa vivrà». Quanta ragione aveva
quel diciassettenne che riempiva le giornate con il
judo e con le monellerie.
La gardenia è ancora lì, nel giardino della casa dove
è stata piantata. Grande e bella, ormai ha quasi vent'anni. Cosimo non si era ancora ammalato quando disse:
«Questa vivrà». «Me la regalò perché mi venne l'epatite
e giorni prima, ordinando con i ragazzi la biblioteca
della scuola, avevo raccontato della mia passione per le
gardenie, che però mi duravano poco. Così si presentò
con quella pianta in mano. Lei è durata, lui no». Cosimo
fu aggredito da quel male brutto che Paola Belli non
aveva ancora imparato a leggere nelle cartelle cliniche
dei suoi alunni. Dunque fu per Cosimo che divenne
insegnante volontaria. Era un po' briccone, quel ragazzo:
«Sbuccioncello s'usa dire a Firenze». Il preside pensava che approfittasse delle visite per non impegnarsi
fino in fondo. «E io a sforzarmi: preside, quel ragazzo
è grave. Ha poco da approfittarne». Sapeva tutto lei, e
sapeva tutto lui. Un giorno le fece l'ultima telefonata:
«Ho fatto le analisi, i risultati sono brutti. Ho poco da
vivere, sa?». La pregò: «Non lo dica alla mamma, vorrei
evitarle altra sofferenza». Il male lo stava divorando e il
ragazzone sbuccioncello si preoccupava della madre.
«Dopo Cosimo niente fu più come prima per me. Avevo
cominciato a fare l'insegnante pensando che i ragazzi
vanno istruiti ma soprattutto seguiti e compresi, decifrati.
Questi ragazzi ancora di più».
Così, quando è arrivata la legge che ha istituito negli
ospedali i corsi singoli per gli alunni gravemente malati,
Paola Belli era già in prima fila. Non è stato facile. E come
potrebbe? «Ricordo il primo bambino che seguivo. Era
dicembre. Presi un libro e gli feci vedere un albero di
Natale. Guarda che begli addobbi, ti piace l'albero di
Natale? Dai, leggiamo questa storia. Lui mi guardava.
Muto. Muoveva solo l'indice. Era un no. Ripetuto. No,
Pagina 58
Paola Belli ha coordinato finora gli insegnanti
che seguono i ragazzi dell'ospedale Meyer di
Firenze. Da quest'anno sarà in pensione ma
vuole continuare da volontaria.
no, mi diceva quel ditino. Chiesi ai medici, dovevo capire
quel rifiuto, volevo rompere quell'incomunicabilità. Mi
risposero: professoressa, il male di quel piccolo è dolorosissimo, chiunque urlerebbe, lui è muto per non urlare».
La professoressa cominciò andando a lezione dai
suoi alunni: «La forza, la dignità, la resistenza le vedi negli altri e ti guardi allo specchio. Se poi quello
specchio sono bei bambini e dei ragazzi, beh, faccia
lei...». E, a mano a mano che racconta, gira lo specchio
e mostra le immagini riflesse. Sospira e sorride nel
suo lungo abito leggero e colorato: «Qui c'è vita, cosa
crede». E ora vuole dare voce ai suoi ragazzi perché
convinta che non ci sono la stessa quantità e la stessa
qualità di vita fuori da queste stanze: «A volte tornano
in classe dopo mesi o anni passati qui e gli altri non
possono capire. Trovano un mondo di falsi valori, che
insegue..., lasciamo perdere. Solo loro sanno e sentono
che la vita che comincia è già minacciata dalla fine. E
hanno un'energia e una capacità e un amore addosso
che noi ci sogniamo».
Non tutti e non sempre, inutile mentire, ce la fanno.
Anche a un passo dalla resa capita spesso di vederli
tirarsi su per i capelli come il Barone di Münchhausen,
per non precipitare. Il siciliano Giuseppe, per esempio,
studente modello di matematica, s'innervosiva quando
la professoressa lo spingeva a studiare per gli esami di
maturità. «Ma lo capisce o no che non ho più speranze?
A che mi serve studiare e imparare?». E lei a sfidarlo con
i numeri e con le statistiche che Giuseppe maneggiava
con facilità. «Secondo il calcolo delle probabilità, non hai
meno speranze di me». Dopo due giorni di isolamento,
Sanità fiorentina e toscana
OSPEDALE
MODELLO
Un'eccellenza in
campo medico e non
solo: è l'ospedale
pediatrico Meyer
di Firenze. «Un fiore
all'occhiello per
quanto riguarda la
scuola in ospedale,
certo, non il solo»
fanno sapere dal
ministero della
Pubblica istruzione,
che monitora il
progetto Scuola in
ospedale. Tre scuole,
dalla elementare fino
alla media superiore
per non smettere
di sentirsi studenti
neppure su un letto
d'ospedale. È qui che
la professoressa Belli
insegna, insieme
ad altri cinque docenti
distaccati dagli istituti
scolastici, in sinergia
con il personale medico, personalizzando
i percorsi didattici
dei malati secondo
lo stato della malattia.
Ad affiancarli ci sono
ben 41 volontari
dell'Associazione
Amici del Meyer,
tutti insegnanti
che spontaneamente
tengono lezione
in ospedale nel loro
tempo libero. Solo
nell'anno passato
i pazienti seguiti al
Meyer sono stati
161, tra questi pure
i malati oncologici.
la mandò a chiamare: «Va bene, mi dia i libri». Fu il suo
ultimo compito, non sbagliò un esercizio.
E Antonella? Se ne andò in vacanza tra un ciclo e
l'altro di chemio. «Che bei bagni a mare ho fatto» raccontò. «Ma non sembrava parlarmi di un bagno al mare.
Aveva fatto un'esperienza unica, la nuotata della vita.
Questi ragazzi sanno apprezzare le cose, sanno farle
diventare grandi cose».
Ora è un po' arrabbiata Paola Belli, di quella rabbia
che l'ha spinta a scrivere la lettera a Repubblica mentre
ascoltava al tg i consigli peri maturandi. «Ai miei ragazzi
chi ci pensa? Si vedono continuamente modelli di vita
che io tra questi reparti non trovo. Retorica? Può darsi,
ma questa è una scuola dove sono gli alunni a dare
lezione. Dovrebbero venire a vederle in tanti la malattia,
la sofferenza e spesso la morte. Così mi sono detta: devo
dare voce ai miei dimenticati. E ho preso la penna».
E lo dice sorridendo. Sorride spesso la «profe». E
pare di vederla ridere quando con Grazia e Tanja andò
in vacanza a Parigi. Glielo avevano chiesto loro, 16 e 18
anni. Dovette superare pratiche burocratiche interminabili, portare con sé un'infermiera del Meyer e una
valigia di medicinali. Arrivò quasi alle mani con i poliziotti francesi che le spogliarono perché le cannule che
avevano in vena suonavano ai controlli dell'aeroporto.
Ma poi la Tour Eiffel, Montmartre, il lungosenna, i negozi
di souvenir, gli orecchini azzurri che comprarono alla
loro insegnante... «Quando ci imbarcammo sull'aereo
da Firenze, il nostro accompagnatore batté violentemente la testa nel sollevare Grazia dalla sua sedia a
rotelle e usciva tanto sangue. Lei lo rassicurava: non si
preoccupi, la curiamo con le nostre medicine, abbiamo
qui un'infermiera, cosa vuole che sia un taglio di pochi
centimetri? Aveva paura che l'incidente mandasse all'aria
quel suo ultimo viaggio, e comunque quel taglio per lei
era davvero niente».
Sorride Paola Belli anche quando ci lascia esplorare questo angolo dell'ospedale. C'è profumo di
basilico e una luce abbagliante attraverso le grandi
vetrate. «Cosa crede? C'è vita qui, nell'oncoematologia pediatrica. Lo sa come chiamano i ragazzi il
carrello delle flebo? L'albero di Natale. E ci prendono
in giro, a me e agli infermieri, quando facciamo un
complimento. Vi piacciamo sempre, dicono, anche
quando siamo pallidi, verdi o senza capelli. Non vale
professoressa». Mostra l'orto in terrazza, il basilico,
il giardiniere che lo cura, e una piccola paziente di
6 anni con la zappetta in mano. E viene in mente la
■
gardenia sopravvissuta di Cosimo.
Pagina 59
Il caso Verso lo slittamento dei Consiglio dei ministri. II ministero: nessuna polemica, normali discussioni
Reg on
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i: «
Il .
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Decreto salute , no ad ann oneii »
Sí lavora per modificare le noi-me. Proteste contro la «tassa stille 17ollicínc»
ROMA - Ancora incerto il destino dei decreto sulla sanità.
Oggi verrà deciso se confermarne l'esame al Consiglio dei ministri già domani o farlo slittare in
attesa di trovare soluzioni tecniche. Gli incontri (anche con i
rappresentanti della maggioranza) continueranno stamattina,
ma la seconda ipotesi, quella del
rinvio, prende sempre più corpo. Anche gli assessori regionali
1 chiarimenti
I chiarimenti richiesti dai
tecnici di altri ministeri non
preoccupano il dicastero di
Balduzzi: tutto nella norma
alla sanità, ieri riuniti a Roma
per concertare una linea comune, chiedono più tempo.
Non sono tanto i contenuti a
impensierirli, quanto le coperture finanziarie legate all'attuazione di alcune mini riforme. A cominciare dalla riorganizzazione
della medicina del territorio da
attuare attraverso l'apertura 24
ore su 24 di studi di medici di famiglia e guardie mediche consorziati. Il Veneto, dove il progetto è già partito con 12 ore di
apertura, calcola un costo di 40
milioni l'anno. In altre parole, è
lo strumento del decreto a sollevare perplessità.
Le Regioni auspicano che i
provvedimenti, o almeno gran
parte di essi, trovino forma all'interno del Patto della Salute
(accordo tra Stato e enti locali
per il triennio 2013-2015) in modo da avere garanzie sui fondi.
«Non siamo in grado di sopportare altri oneri». Si lavora su un
documento con gli emendamenti da presentare al governo.
Un'ipotesi che si fa strada è
che non sia solo il pacchetto sanità ma l'intera riunione del Consiglio a slittare di qualche giorno.
Tanto più che, oltre al decreto
Balduzzi, non ci sarebbero altri
provvedimenti urgenti. In ogni
caso al ministero della Salute
non danno peso eccessivo alle polemiche considerate «normali discussioni, così come i chiarimen-
Sanità nazionale
ti richiesti dai tecnici di altri dicasteri». L'obiettivo è evitare lo
smembramento del testo e mantenere l'impianto originale che
propone decine di «disposizioni
urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più
alto livello di tutela della salute».
I punti più caldi riguardano le
iniziative che insistono in modo
diretto sulla salute dei cittadini.
Tassa su bevande gassate e dolci
e sui superaicolici. E azioni di
contrasto al gioco d'azzardo e alle malattie che ne derivano (slot
machine lontane almeno mezzo
chilometro da scuole e ospedali). Dopo il no del Pdl, anche Enrico Letta, vicesegretario del Pd,
boccia la tassa sulle boliicine, come è stata soprannominata:
«Non fatemi dire parolacce,
un'idea poco geniale. Da ritirare
subito. Salviamo il chinotto e la
spuma bionda».
Dal prelievo il governo calcola di ricavare 250 milioni l'anno.
Secondo le associazioni Mineracqua e Assobibe l'effetto negativo
sarebbe una contrazione del Pii
pari a 238 milioni e la perdita di
5 mila posti di lavoro. Per Luigi
Bordoni, presidente di Centromarca, «l'effetto sarà un ulteriore indebolimento dei consumi,
accompagnato da una riduzione
del gettito fiscale e da forti ripercussioni sulle imprese e sui livelli occupazionali».
Per la Lega Nord la tassazione
potrebbe rivelarsi un boomerang: «Ennesimo provvedimento da dilettanti allo sbaraglio»,
lo stronca il vicesegretario federale, Giacomo Stucchi. C'era da
scommetterci che il decreto, con
i suoi 27 articoli zeppi di interventi in ogni settore della sanità, avrebbe sollevato un polverone. Come nel caso del contributo obbligatorio, da parte dei dipendenti pubblici iscritti ai vari
ordini professionali, all'Onaosi,
fondazione nata per il sostegno
agli orfani dei sanitari, più volte
al centro di polemiche, presidente Serafino Zucchelli, sottosegretario alla Salute nel governo Prodi. L'associazione Federfarma
critica la norma che cancella il
principio della distanza minima
tra le farmacie. «La dislocazione
diventa discrezionalità del sindaco - osserva il presidente dell'associazione, Annarosa Racca
-. Potranno essere distribuite
sul territorio a loro piacimento
t1'_
I produttori di bibite:
il prelievo causerà una
riduzione dei Pii e la perdita
di 5 mila posti di lavoro
senza che venga tutelato l'interesse collettivo». Promettono
opposizione dura gli enti di cui
è previsto lo scioglimento. No di
Guido Lucarelli, presidente dell'Ime (Istituto mediterraneo di
ematologia), e Barbara Contini,
coordinatrice dell'Alleanza degli
ospedali italiani nei mondo.
Margherita De Bac
mdebac@corrìere.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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=creto
salute c. é
contiene anche le
norme su bibite gassate
e superalcolici, slot
machine e videopoker,
e le sanzioni per chi
vende tabacco ai minori
Pagina 60
95
Si cerca
l'accordo
sul decreto
Sanità
ROMA
Giornata decisiva per
le sorti del decreto omnibus sulla Sanità. Oggi si
chiudono infatti le consultazioni tecniche sui dubbi di
copertura e costituzionalità di alcune misure sollevati da alcuni dicasteri al preconsiglio di martedì. All'esito delle quali si deciderà se
far slittare alla prossima settimana l'esame del Dl da
parte del Consiglio dei ministri previsto per domani.
In primo piano lo scontro
tra il ministro della Salute
Renato Balduzzi e il Tesoro
fortemente contrario a diverse norme del provvedimento, in particolare quella che prevede una stretta
sugli apparecchi per il gioco d'azzardo.
Qualche giorno di slittamento non sarebbe comunque un problema per Balduzzi, il cui obiettivo resta
quello di incassare dal Cdm
un via libera all'intero testo,
senza stralci o spacchettamenti, anche se l'ultima parola spetta al premier Monti. Se pure non si riuscissero
a trovare tutte le soluzioni,
Balduzzi non esclude che
un primo passaggio in Con-
Sanità nazionale
siglio dei ministri si possa
comunque fare già domani.
E non è escluso neppure un
confronto con i rappresentanti della maggioranza in
Parlamento che dovràvotare il provvedimento.
Intanto ieri la discussione sul decretone si è spostata al tavolo delle Regioni.
Gli assessori della Sanità ne
hanno discusso a Roma.
«La parte relativa al fascicolo sanitario va bene, bisognerebbe strutturare meglio quella relativa ai medici di famiglia» osserva Luca
Coletto, assessore del Veneto e coordinatore del tavolo, che sul nodo risorse avverte: «Le Regioni non possono assorbire ulteriori oneri rispetto a quelli previsti
dalla spending review».
Con riferimento soprattutto alla rivoluzione h24 per i
medici di medicina generale che richiederebbe fondi
aggiuntivi. Tutte osservazioni che sono state formulate in un documento che
verrà inviato al presidente
della Conferenza delle Regioni, Vasco Erran i, e al Governo. Con la richiesta prioritaria di «agevolare gli investimenti nella Sanità».
Ma. Par.
Pagina 61
Slitta
il decreto
salute
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
È pressoché sicuro: il decretone del ministro della Salute
Renato Balduzzi non verrà
varato dal Consiglio dei ministri in programma per domani. I 27 articoli che costituiscono una miniriforma della
sanità pubblica, e contengono
la stretta contro le «dipendenze» da fumo, gioco, alcool e bibite richiedono un esame più
attento. Quasi certamente si
slitta alla prossima settimana. In queste ore si susseguono gli incontri tecnici per trovare soluzioni, accettabili per
il titolare della Salute e per i
molti critici. Il ministro Balduzzi resta ottimista; confida
nella salvaguardia dell'impianto complessivo, e oggi
spera di sciogliere la maggior
parte dei nodi politici nel corso di un incontro con la maggioranza.
Un primo blocco di problemi riguarda le coperture finanziarie, visto che alcune misure, come il piano per la non
autosufficienza, ma anche la
revisione dei «Lea», i livelli essenziali di assistenza, chiedono risorse. E ne vogliono anche le Regioni per attuare la
rivoluzione degli ambulatori
dei medici di base aperti 24
ore su 24. Poi, la Cgil medici
denuncia il rischio che si introducano anche per i camici
bianchi «i percorsi di mobilità
e prepensionamento già previsti per i ministeri» e paventa
un'intenzione di «fare largo ai
privati indebolendo il sistema
Sanità nazionale
pubblico». Federfarma (che
già ha scioperato contro le misure introdotte dalla spendine review) contesta invece
l'idea inclusa nella bozza del
testo, di cancellare la distanza
minima tra farmacie.
L'altro nodo del contendere
riguarda la stretta sulle dipendenze. Sembra davvero
destinata a saltare la tassa
sulle bibite gassate e zuccherate, che non piace né ai partiti («Non fatemi dire parolacce
- dice Enrico Letta, vice segretario del Pd - è un'idea da ritirare subito, dobbiamo salvare
chinotto e spuma bionda») né
ai produttori. Secondo uno
studio dell'istituto Ref Ricerche, si metterebbero a rischio
5mila posti di lavoro nell'intera filiera. Ma ci sono pericoli
anche per le altre misure, anche quelle apparentemente
più ragionevoli, come quelle
su alcool e videoslot; secondo
il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo sulla
tassa sugli alcolici bisogna
«agire con cura per evitare di
colpire gli italiani a vantaggio
dell'estero», mentre i gestori
delle sale slot parlano di provvedimento «inutile» contro la
ludopatia. Dal loro punto di vista, ovviamente.
Pagina 62
DECRETO SANITÁ
Ma nel governo
cresce il fronte
dei contrari
La copertura c'è, non c'è. Forse è da studiare meglio.Alla vigilïa del Consiglio dei ministri
di venerdì che avrebbe dovuto
varare il "decretone " sanità, al
ministero della S alute si sta facendo di conto . Al ministero
del Tesoro l'uscita di Renato
Balduzzi che vuole imporre
nuove tasse (magari facendo
calare il giro d'affari di fumo,
vendite di bevande e lotterie),
ha fatto prendere un attacco
cardiaco a più di qualche tecnico. E non solo di quelli della
Ragioneria. Mettere mano
con leggerezza a due dei capitoli di gettito più redditizi (e
tassati) del bilancio dello Stato è come entrare in un altoforno con la dinamite. E questo sia Mario Monti che Vittorio Grilli (rispettivamente
presidente del Consiglio e ministro dell'Economia), sanno
bene. In più andando a toccare settori di competenza altrui
(come lo Sviluppo Economico
e gli Interni, oltre ai Monopoli), è come entrare in casa d'altrisenzainvito.
Il titolare della Sanità, B alduzzi, ora sdrammatizza. Però è
costretto ad ammettere che il
decreto sulla riorganizzazione della sanità «potrebbe essere pronto già questa settimana o, al massimo, all'inizio
della prossima». Insomma a
Palazzo Chigi venerdì la grande riforma potrebbe approdare sì ma soltanto «per discuterne». «Sono ancora in corso», si è giustificato Balduzzi,
«approfondimenti di tipo tecnico che riguardano la copertura finanziaria». E l'incontro
con le Regioni? Segnali poco
confortanti anche dai governatori, che hanno ammonito:
«Non può contenere ulteriori
tagli rispetto a quelli previsti
dalla spending review».
AN. C.
Sanità nazionale
Pagina 63
Sul decreto la parola al premier
dubbi anche da Cgil e farmacie
ROMA - Una soluzione definitiva ancora
non c'è. E potrebbe anche arrivare solo
«all'inizio della prossima settimana», visto
che è lo stesso Renato Balduzzi a spostare
l'orizzonte oltre il Consiglio dei ministri di
venerdì, che doveva, nelle intenzioni iniziali,
dare il via libera al decreto di riforma della
sanità. Il ministro resta comunque ottimista,
perché in queste ore si susseguono gli incontri per trovare le soluzioni «tecniche» più
adeguate. E se anche
ci dovesse volere qualche giorno in più non
sarebbe un problema.
Il via libera
potrebbe slittare
alla prossima
settimana
L'obiettivo del ministro, insomma, resta quello di incassare dal Consiglio dei
ministri un via libera
all'intero testo, senza
stralci o spacchettamenti, anche se l'ulti-
ma parola spetta al premier Monti, che oggi
prenderà visione del dossier.
Intanto c'è da sciogliere il nodo delle
coperture, visto che alcune misure, come il
piano per la non autosufficienza, ma anche la
revisione dei Lea, chiedono risorse. E ne
chiedono anche le Regioni per attuare la
rivoluzione per i medici di famiglia. Una
spesa, ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla sanità Luca Coletto al
termine di un lungo incontro, che non può
Sanità nazionale
ricadere sulle autonomie che già devono fare
i conti con i tagli imposti «dalle manovre e
dalla spending review». Le Regioni hanno
messo apunto un documento con gliemendamenti da proporre al decreto, che arriverà sul
tavolo del governo nelle prossime ore, tra i
quali si chiede anche di «agevolare gli investimenti in sanità».
Altro capitolo spinoso quello delle misure
anti-dipendenze, tra cui la la tassa sulle bibite
gassate e zuccherate. I produttori intanto
continuano a protestare definendo la proposta «assurda», mentre secondo uno studio
dall'istituto Ref Ricerche, si metterebbero a
rischio 5mila posti di lavoro nell'intera filiera. E attenzione bisogna fare, secondo il
sottosgretario all'Economia Gianfranco Polito, anche alla tassa sugli alcolici «per evitare di colpire gli italiani a vantaggio dell'estero».
Stessa musica sul fronte del videogiochi,
con i gestori delle sale slot che parlano di
provvedimento «inutile e folle». Ma qualche
grana potrebbe arrivare anche dagli operatori del comparto sanitario: da una parte la Cgil
medici denuncia il rischio che si introducano
anche per i camici bianchi «i percorsi di
mobilità e prepensionamento già previsti per
i ministeri» e paventa un'intenzione di «fare
largo ai privati indebolendo il sistema pubblico». Dall'altra torna ad allarmarsi Federfarma (che già ha scioperato contro le misure
introdotte dalla spending review) per laprevisione, inclusa nella bozza del testo, di «cancellare la distanza minima tra farmacie».
Pagina 64
Sanità Dopo la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo. Fini contrario alla contromossa
e
a
Proci canui x, governu v qurNu
al
r- i: serve Lui pun[o fe
ROMA - Sarà il governo
dei tecnici nel Consiglio dei
ministri a decidere . E c'è già
un «orientamento» a ricorrere contro la pronuncia della
Corte europea dei diritti dell'uomo che ha riacceso il dibattito politico sulla fecondazione assistita. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha
anticipato ieri a Radio Vaticana che il suo intendimento è
«quello di proporre al Cdm
l'intenzione di fare ricorso».
Una decisione attesa e quasi
scontata dal momento che un
governo generalmente sostiene le leggi interne davanti alla giustizia europea e anche
perché - ha detto Balduzzi
- è necessario un «punto fermo». Questo sotto l 'aspetto
procedurale, ma anche riguardo alla sentenza, secondo il
ministro, «ci sono dei passaggi che possono dare luogo a
interpretazioni preoccupanti».
L'Italia ha tempo fino al 28
novembre per avanzare
l'istanza di riesame alla Gran
Camera, dando il via a un percorso che durerà mesi. Secondo la procedura saranno prima cinque giudici, che in media si riuniscono sei volte l'anno, a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio, poi la corte
di ultima istanza dovrà pronunciarsi definitivamente.
A supportare il fronte proricorso, a sostegno di una legge che è stata bocciata dai tribunali già 17 volte, il mondo
cattolico e il Pdl, mentre i sostenitori del referendum del
2004, molti nel Pd, e il presidente della Camera Gianfranco Fini, auspicano che il Governo non vada avanti. É stato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, a riaprire il dibattito ieri mattina: «Non si è
passati attraverso la magistratura italiana: c'è stato un suo
iL icui-No
o. La Ceci: giudici ílahaní s desse .
superamento, un surclassamento. E singolare». «Bisogna ripensarci a livello nazionale»: serve - ha detto una riflessione «sia di tecnici
sia di esperti». Una questione
di giurisdizione, dunque, e di
quale tribunale debba decidere, dal momento che il ricorso di una coppia di trentenni,
Rosetta Costa e Walter Pavan,
contro il divieto di diagnosi
preimpianto degli embrioni,
ha saltato la giustizia italiana.
Ma è anche una questione
di merito. Se il desiderio, riconosciuto dalla Corte di Strasburgo, di avere un figlio sano per due portatori di fibro-
si cistica possa per estensione comportare la liberalizzazione dell'eugenetica. Un timore rilanciato a gran voce
dai cattolici. Una «sentenza
eugenetica sulla legge 40»,
l'ha definita il quotidiano Avvenire: «Gli argomenti usati
dai giudici meritano sin d'ora
grande attenzione, perché rivelano la deriva culturale e
giuridica che si è andata formando negli anni recenti in
tema di vita nascente». L'ex
sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella (Pdl), che più
si è battuta per la legge 40, la
mette anche sul piano economico: si tratta anche «dï evita-
re il rischio che si apra una catena di cause per risarcimento». Mentre Anna Finocchiaro (Pd) chiede al governo di
riflettere bene prima di presentare il ricorso dal momento che «l'esito potrebbe essere per l'Italia tutt'altro che benevolo». Sulle stesse posizioni, «condivise» anche dal presidente della Camera Fini,
l'avvocato Giulia Bongiorno
(Fli): «Per le donne, per l'embrione e per il diritto - dice
- mi auguro che il governo
non tuteli una legge sbagliata
e odiosa».
M ellania Di Giaco o
@ RIPRODUZIONE RISERVATA
I
In Spagna ammesse
diagnosi preimpianto,
selezione
dell'embrione e
fecondazione aperta
anche ai single
Inghilterra, Olanda e
Grecia hanno leggi
simili alla spagnola.
Fecondazione
ammessa anche
alle donne sole
L'Austria non
permette la
diagnosi
preimpianto, così
come la donazione
di embrioni o ovuli
//////%/////in,
In Germania la
legge non consente
La scadenza
L'Italia ha tempo fino
al 28 novembre per
l'istanza di riesame
Sanità nazionale
la diagnosi
preimpianto, ma è
possibile donare gli
spermatozoi
Pagina 65
FECONDAZIONE ASSISTITA
I prof contro l'Europa: la nostra legge non si tocca
Bagnasco: scavalcata la magistratura italiana. Rincara la dose il ministro Balduzzi: sentenza preoccupante. E il Pd resta spiazzato
CATERINA MANIACI
ROMA
. I Strasburgo ha davvero
esagerato, «surclassando la
magistratura», un fatto che
deve essere definito «singolare». Si capisce che il cardinale
Angelo Bagnasco, presidente
della Cei, a Genova in visita al
santuario della Madonna della
Guardia, vorrebbe dire anche
di più, perché quella della
Corte europea, come titolava
ieri Avvenire, quotidiano dei
vescovi italiani, è una «sentenza eugenetica», e che «distrugge il caposaldo dei diritti umani, l'uguaglianza», si legge ancora sul quotidiano. Il cardinale insiste, senza voler sfociare nella dura polemica, e dice
che. a questa sentenza, «bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale: sia a livello di
tecnici che di esperti, sia nel
merito che nel metodo». E intanto il ministro della Salute
Renato Balduzzi annuncia che
il governo è orientato al ricorso. allo scopo di un «chiarimento giurisprudenziale».
Il ministro Balduzzi, infatti,
ospite di Radio Vaticana, spiega: «Il mio intendimento è
quello di proporre al Consiglio
dei ministri l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza
della Corte europea». Balduzzi
sottolinea però la necessità di
«una riserva di approfondimento». E rispondendo a una
domanda sui paventati rischi
di eugenetica nella diagnosi
preimpianto degli embrioni
ammette: «Ci sono dei passaggi delle sentenza europea che
possono dare luogo a interpretazioni preoccupanti».
Il Pd, a questa presa di posizione, accusa il colpo. Se, a
caldo, in molti, tra le fila dei
democratici, avevano acclamato a gran voce che quella
sentenza
rappresenta un
«pronunciamento saggio di
Sanità nazionale
civiltà» contro l'ideologismo
spinto della legge 40 (vedi i
commenti di Stefano Rodotà e
di Anna Finocchiaro, tra i
molti), il giorno dopo, alla luce
delle dichiarazioni del ministro Balduzzi il tono diventa
meno acceso, ma si chiede - a
partire ancora una volta dalla
Finocchiaro - al ministro di
«ripensarci», di «fare un passo
indietro», di sforzarsi per
«cambiare la legge». L'appello
arriva anche dalla leader della
Cgil, Susanna Carnusso, che
però usa termini più espliciti.
Anzi promette battaglia: «Per
fortuna esiste la Corte di Strasburgo, quella della legge 40 è
una norma sbagliata perchè
viola il principio di uguaglianza delle donne e per la vita
delle persone. Se il governo
non la rispetterà, ricominceremo una battaglia mai interrotta in questi anni». Cerca di
mantenere l'equilibrio Pier
Ferdinando Casini, leader
dell'Udc, secondo il quale, infatti, «ogni legge è perfettibile.
Questa è stata approvata, peraltro, con voto trasversale,
dal Parlamento», ma è sicuramente «corretto che lo Stato
italiano la difenda inoltrando
ricorso secondo i tempi e i
modi previsti».
«Alle sentenze di primo grado della Corte europea dei diritti dell'uomo un po' sopra le
righe siamo abituati», dice invece Eugenia Roccella, deputata del Pdl ed ex sottosegretario alla Salute. «Queste pro-
cedure sono diverse da quelle
della Grande Camera di Strasburgo e lasciano ampi margini di approssimazione. Siamo
certi che il nostro governo saprà difendere anche in questo
caso le leggi votate dal Parlamento, e che presenti il ricorso alla Camera Grande». Anche l'ex ministro del lavoro,
Maurizio Sacconi, auspica che
la sentenza sia «affrontata
tempestivamente con un ricorso motivato in termini di
merito e di procedura difendendo la coerenza della legislazione italiana in tenia di
procreazione assistita e di interruzione di gravidanza».
=ECONDA]. IONE ìaSSISI 1i4
Pagina 66
AI comfort care della Columbia University
Nell'ospedale 'n cui fanno nascere
i bimbi condannati da mali incurabili
MARTINO CERVO
INIMIN Elvira Parravicini fa, di lavoro, la custode degli
angeli. Ha trasformato nella sua occupazione alla
Columbia University di New York un'attività che
molti considerano una perdita di tempo e risorse, se
non una violenza: accompagnare la nascita, e spesso
la rapida morte, di neonati affetti da gravi patologie
invalidanti, di quelle che trasformano la vita in un
battito d'ali stretto tra l'accanimento e il destino.
Pochi scampoli di umano come la vicenda della
neonatologa (protagonista di una brillante carriera
che l'ha resa assistant professor in una delle università più importanti al mondo) restituiscono il precipitato della questione in gioco con lo scontro politico, giuridico e culturale aperto dalla sentenza del la Corte europea dei diritti dell'uomo sulla diagnosi
pre-impianto. Cioè, in parole povere, l'inizio e il senso (e dunque il contesto civile e normativo che lo
custodisca) della vita malata, imperfetta, inferiore
alle attese, problematica. E la sua selezionabilità,
programmabilità, espulsione. Non c'è un discorso
che sistemi la faccenda una volta per tutte, in un
senso o nell'altro. C'è Alejandra, nata prematura
contro ogni pronostico e consiglio medico: la Parravicini ha accompagnato i suoi genitori a sostenere
la fatica di un parto che sembrava solo rendere più
dolorosa la disfatta di quel brandello di vita sfasciato
da un'infezione all'intestino. Due mesi di morfina,
ventilazione e alimentazione artificiale: oggi va
all'asilo.
Il comfort care della Columbia è nato così, per un
succedersi di vicende come questa. La Parravicini,
55 anni, dopo studi e lavoro avviato in Lombardia (a
Monza), alla fine degli anni '80 accetta una proposta
di tirocinio in America. Negli anni `99O entra nella
squadra di una delle più avanzate équipe mediche al
mondo. Avverte lo stridore di un aborto indicato come "terapia" nel caso di molti feti malati gravi, e lo
spazio chiuso sulla libertà di tante madri, raramente
accompagnate in una scelta effettiva. Un giorno, come ha raccontato pochi giorni fa di fronte a migliaia
di persone al Meeting di Rimini che si è appena concluso, una paziente rifiuta l'interazione di gravidanza propostale dal personale sanitario. Nessuno
sa che fare, quasi impreparato di fronte alla decisione. Si fa avanti lei: «La prendo in carico io». Oggi il
comfort care è una struttura specifica all'interno
dell'ospedale della Columbia (Cumc, Columbia university medical centre): una sala parto speciale, dove
lavorano dieci persone tra infermiere di ostetricia e
neonatologia, una ginecologa e, da poco, anche un
assistente sociale. «Quasi tutti», ha spiegato la dottoressa italiana in un'intervista al mensile Tracce,
«sono venuti a cercarmi, chiedendomi di lavorare
insieme». Senza barriere confessionali (lei, cattolica,
collabora con personale di diverse sensibilità, tra cui
atei), e senza riserve "morali" su chi sceglie di non
avvalersene, è nato un servizio professionale prima
assente.
Sanità nazionale
Un paziente "imprevisto" dopo l'altro, la Parravicini ha infatti costruito attorno al bisogno delle donne e delle famiglie un contesto medico di alto livello,
finalizzato alla massimizzazione del benessere dei
neonati: «Di cosa ha bisogno un bambino? Di avere
accanto la mamma e il papà. Qual è il suo piacere
principale? Mangiare. Ecco, partiamo da qui: devono poterlo fare, fosse anche per i soli cinque minuti
che stanno al mondo». Costoso? Certo, forse perfino
ingiustificato secondo alcuni criteri. Il confine tra
l'accanimento terapeutico e l'eutanasia nei momenti successivi al parto è un abisso che solo un confronto inesausto tra medicina e libertà può, volta per
volta, tentare di definire: «Non c'è strada, se non la
realtà. Il bambino ci dà tutti i segni di cui abbiamo
bisogno. Perché lui è dato, ai genitori e a me: a noi,
che non possiamo definire il suo destino. A noi è
chiesto di osservare e seguire la realtà», spiega, così
distante da un'estremizzazione dell'ideologia "prolife" buona per scontri da tifoseria ma destinata a
spappolarsi di fronte al mistero di una madre e di
suo figlio.
O dei suoi figli: come Keela e Kayla, gemelle siamesi (un cuore in due) di una coppia di quindicenni
che ha voluto portare a termine la gravidanza e battezzare le piccole, poco prima che morissero. E
quando il prete ha iniziato ad aspergere la prima testolina chiamandola Keela, il padre l'ha interrotto:
«No, quella è Kayla», perché non era uguale. E come
Marta (nome di fantasia di un'altra storia raccontata
dalla Parravicini al Meeting), madre quarantenne di
un figlio gravissimo con aspettative di vita quasi nulle. Un neonato terminale. Lei ha voluto partorirlo, e
se l'è tenuto in braccio per tutta la vita: sette ore. «Alla fine quella donna mi ha detto: "Grazie, così nella
sua vita mio figlio ha conosciuto solo amore"».
FECODA].IONE. GSSIGTlT4
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Pagina 67
Migliaia di clienti da tutto il mondo
Corsa alla clinica americana
dove si sceglie il sesso del bebè
ALESSANDRO CARLINI
ENE Nemmeno il brivido di
non sapere se sarà maschio o
femmina, almeno fino al giorno
dell'ecografia, interessa più i
sudditi di sua Maestà. Nel Regno Unito i genitori non si vogliono più affidare alla sorte ma
preferiscono scegliersi, in laboratorio, il sesso del loro figlio. C'è
un vero e proprio esodo di decine di coppie britanniche che
ogni anno salgono su un aereo e
volano alla volta degli Stati Uniti, aggirando così le norme del
Regno. Solo la clinica del dottor
Jeffrey Steinberg, aNew York, ha
trattato ben 400 donne in arrivo
dalla Gran Bretagna per la cosiddetta "gender selection", la
selezione del genere del bebè, in
cui i medici non fanno altro che
analizzare gli embrioni, selezionarli e impiantarli nell'utero
materno dopo essersi assicurati
che portino con sè cromosomi
"rosa" o "azzurri".
Questa pratica è vietata dall'inglese Human Fertilisation
and Embryology Act del 1990,
che comunque consente la diagnosi preimpianto in caso di
malattie genetiche dei genitori.
C'è insomma chi attraverso lo
screening degli embrioni sceglie
di avere un bimbo o una bimba
e chi utilizza questa tecnica per
scongiurare il rischio di malattie
nel nascituro. Un tema caldo,
dopo la bocciatura di ieri da
parte della Corte di Strasburgo
sulla legge italiana in materia. I
clienti del dottor Steinberg non
TUTTO IL MONDO
Genitori da 147 Paesi dei
mondo, di cui oltre 400 coppie britanniche, si sono già
rivolte alla clinica dei dottor
Jeffrey Steinberg, per scegliere il sesso dei nascituro
con la diagnosi preimpianto.
SUCCESSO CERTO
È una pratica sempre più in
voga nel Regno Unito, grazie
ai servizi offerti da centri
americani specializzati in
gender selection, le selezione dei genere dei bebè.
Steinberg sostiene che la
diagnosi preimpianto offerta
dalla sua clinica per scegliere
se il piccolo sarà maschio o
femmina ha una percentuale
di successo che arriva al
100%, al contrario di altri sistemi che non superano il
60-70%
arrivano solo dall'Inghilterranma
da tutto il mondo. «New York ha detto l'esperto di eugenetica
al Daily Mail - dista solo 7-8 ore
dall'Europa, dunque è una destinazione comoda per chi viene dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna e anche dal Medio Oriente.
La percentuale di successo del
nostro metodo arriva al 100%, al
contrario di altri sistemi che non
superano il 60-70%». Sul sito
della clinica di New York-non è
l'unica, altre si trovano ad
esempio in California - vengono pubblicizzati i risultati rag-
giunti dall'equipe medica: «Abbiamo pazienti praticamente da
tutto il mondo, si sono rivolti a
noi aspiranti genitori da 147 nazioni diverse, desiderosi di "bilanciare" le loro famiglie con un
bel fiocco azzurro o rosa». Nel
Regno Unito è ormai diventato
normale andare all'estero per
concepire (in un determinato
modo) il proprio figlio. Molti
scelgono Spagna, Repubblica
Ceca e Stati Uniti per la scarsità
di sperma e ovuli. Le principali
ragioni di questa fuga all'estero
stanno non solo nella mnancanza di donatori, ma anche nei
lunghi tempi di attesa presso le
strutture pubbliche, nella difficoltà di accesso ai trattamenti e
nei costi alti.
Molti scelgono poi di andare
Oltremanica perchè a differenza del Regno Unito, i donatori
sono anonimi, e c'è la possibilità di avere più di un embrione
impiantato durante un ciclo di
procreazione medicalmente assistita. Ma anche dalle parti di
Londra stanno facendo ricerche
molto discutibili. Come la tecnica "dei tre genitori", che consente di creare embrioni con
materiale genetico di due donne e un uomo. A giugno l'istituzione benefica inglese di ricerca
medica e bioetica, il Nuffield
Council on Bioethics, ha redatto
un rapporto in cui la ritiene etica e chiede al governo di non
vietarla più, perchè consentirebbe (dicono loro) di far nascere bambini senza gravi malattie.
Ii popaGne gira in gonna
per aremrdare il figlio
enkndxrnii le idee
Sanità nazionale
Pagina 69
Polemiche dopo la decisione Ue che ammette la diagnosi pre
pi to
Ba1dui sulla procreazione:
pronti a1 ricorso a Strasburgo
U governo si muove. La Cei: magistratura italiana surclassata
di FRANCA GIANSOLDATI
ROMA - Il governo Monti è
orientato a fare ricorso a Strasburgo dopo il pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell'uomo che di fatto ha
smontato un altro pezzo della
legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una sentenza che ha letteralmente
choccato la Chiesa. Ad anmmciarlo è stato il ministro della
Salute, Renato Balduzzi. Ai
microfoni di Radio Vaticana proprio mentre il cardinale Bagnasco da Genova manifestava tutta la sua perplessità per
lo scavalcamento «della magistratura italiana» - ha illustrato quali sono gli strumenti giuridici a disposizione per difendere la normativa in vigore approvata dal Parnel
lamento
2004 e successivamente sottoposta persino a
un referendum
abrogativo. «Ribadisco - ha detto Balduzzi - che personalmente mi sto orientando a proporre al Consiglio dei ministri di
ricorrere nei confronti di questa decisione». Anche in passato ricorsi di questo genere, a difesa di leggi nazionali, sono avvenuti di prassi attraverso procedure rodate e
ben definite. Il titolare della Salute sottoporrà al
prossimo Consiglio dei ministri
la questione, e il
governo colle-
Sanità nazionale
gialmente avrà
tempo fino alla
mezzanotte del
28
novembre
per presentare alla Corte il ricorso per il riesame.
Un iter già seguito anche per il
caso del crocifisso nelle scuole
(che si risolse in
seconda istanza
proprio grazie al
ricorso). Se l'ufficio del registro
della Corte non
dovesse ricevere
entro questa data i documenti
necessari, la sentenza emessa
dai giudici europei due giorni
fa diventerebbe definitiva e
inappellabile. Il tempo stringe,
le polemiche non mancano ma
la legge 40 sembra salva.
Balduzzi ha sottolineato anche di come «nel nostro ordinamento la soggettività giuridica
dell'embrione, la tutela della
salute della madre e di altri
valori, principi e interessi coinvolti, siano equilibrati e bilanciati nonostante, a tal proposito, vi sia stato un grande dibattito. Nelle sue linee di fondo è
stato considerato dalla giurisprudenza e dalla Corte costituzionale un bilanciamento rispettoso dei valori costituzionali coinvolti». Un po' come
dire che il ricorso per l'Italia a
questo punto è doveroso, con
buona pace di coloro che vorrebbero modificare l'attuale
impianto normativo. Le parole del ministro (ampiamente
riportate dall'Osservatore Romano che non a caso ha rilevato la determinazione delgoverno a procedere) hanno imme-
diatamente scatenato un dibattito tra le forze politiche. In
testa al blocco dei contrari ci
sono il partito di Di Pietro («la
legge 40 è incostituzionale»), i
Radicali, il Pd che attraverso
Ignazio Marino spera di poter
aggiustare il testo. Il senatore si
è anche appellato al premier
Monti affinché eviti di prendere posizioni su un terreno simile. Infine da registrare la voce
del Prc, la più dura: «Il governo Monti ha una vocazione da
cameriere dei poteri forti, prima della Merkel e delle banche, oggi del Vaticano».
Fuoco e fiamme. Ieri mattina l'Avvenire tuonava contro
l'orientamento laicista ormai
presente in tutti i Parlamenti
nazionali che «tende a cancellare i diritti degli embrioni».
La pietra angolare per i cattolici è tutta qui: «Se a Strasburgo
siamo nel tempio dei diritti
umani vuole dire che l'embrione non ha diritti di figlio o non
ha diritti di bambino e, insom
ma, non ha diritti umani».
L'argomento al centro di durissime battaglie di posizione è
tornato ad infiammare gli animi tra favorevoli e contrari a
una legge che ha posto precisi
paletti sulla conservazione degli embrioni, vietando, tra l'altro, la diagnosi preimpianto
equiparata (dai cattolici) a una
vera e propria «deriva eugenetica».
Che il tema fosse scivoloso
e foriero di duelli era scontato.
Nell'aria già volano scintille.
«Siamo ancora una volta a
fianco del governo Monti. La
decisione del ministro Balduzzi di ricorrere contro la sentenza della Corte rivendica il ruolo della nostra magistratura, e
anche di quella grande maggioranza degli italiani che non
vollero dar seguito al referendum» ha fatto sapere l'Udc
compatta, per bocca di Enzo
Carra. Una posizione condivida dal Pdl che preme per impedire che si facciano largo le
forzature «spesso determinate
solo da ragioni ideologiche».
Si vedrà come andrà a finire.
IlPdlel'Udc:
bene l'esecutivo
Sinistra e Radicali
danno battaglia
lol '.i nl ns d z n linrcl niy .?.
Pagina 70
«Sentenza internazionale
che deve essere rispettata»
di VALENTINA ERRANTE
ROMA «E' la Costituzione a prevedere il rispetto dell'ordinamento internazionale ed europeo». Giovanni Maria Flick, ex
presidente della Consulta, non fatica a replicare alle obiezioni
del presidente della Cci Angelo Bagnasco sulla bocciatura da
parte della Corte europea della legge 40
Bagnasco ritiene che la sentenza costituisca un «surclassamento» e un «superamento » della magistratura. E' così?
«Fino al 2007, le decisioni della Corte europea dei diritti
dell'uomo avevano soltanto un valore indicativo e non
vincolante, così in base a molte sentenze della Cassazione e
della Corte Costituzionale. Ma quell'anno è la stessa la
Consulta a dire e a stabilire, con due sentenze fondamentali,
che le decisioni della Corte europea sono vincolanti. Il nuovo
orientamento è basato sulla modifica della Costituzione del
2001. Il mancato rispetto delle sentenze comporterebbe la
violazione dell'articolo 117 della Costituzione».
Se la sentenza diventasse definitiva sarebbe necessario cambiare la legge?
«Il governo può presentare ricorso alla Grand Chambre, cecependo, ad esempio, il fatto
che la Corte faccia riferimento
all'incoerenza e irragionevolezza della legge mettendo sullo
stesso piano due situazioni che
non sono identiche: la diagnosi
preimpianto e l'interruzione di
gravidanza in caso di malformazioni o malattie genetiche del
feto. Ma la legge 190, che prevede l'interruzione di gravidanza,
riguarda una situazione concre-
ta e la salvaguardia della salute
della madre che potrebbe essere
danneggiata dalla nascita di un
figlio malato. In questo caso
sono previste valutazioni reali
sul singolo caso. Nella diagnosi
preimpianto, invece, non si può
Giovanni Maria Flick
residente
L ex p
della Consulta Flick
«Lo impone
la Costituzione»
parlare di un esame concreto
della situazione. Parlo da un
punto di vista puramente giuridico, perché poi, in base al
buon senso, è chiaro che può apparire preferibile e meno
stressante una diagnosi preimpianto rispetto a un'interruzione di gravidanza».
Altri argomenti per un ricorso?
«Di solito si ricorre alla Corte dei Diritti dell'uomo quando
sono esauriti tutti i gradi di giudizio. In questo caso, invece, la
coppia si è rivolta direttamente a Strasburgo. E la Corte ha
ritenuto ugualmente di pronunciarsi».
Ma adesso un giudice potrebbe sollevare la questione
davanti alla Corte Costituzionale?
«Certo ma, presumibilmente, se ci fosse un ricorso, la
Consulta attenderebbe la sentenza definitiva prima di pronunciarsi».
Ma poi confermerebbe la contraddittorietà tra le due leggi?
«Anche da ex non anticipo mai le mie idee sui possibili
pronunciamenti della Consulta».
Comunque Bagnasco ha torto?
«L'Europa non è solo quella dell'euro e dello spread e i giudici
sovranazionali sono una garanzia dei diritti fondamentali. E'
stato così quando l'Italia è stata condannata per il sovraffollamento delle carceri o per i tempi troppo lunghi della giustizia;
d'altra parte c'è sempre il limite del rispetto dei principi
fondamentali della Costituzione di cui è garante la Consulta».
Sanità nazionale
Pagina 72
La vicenda di Celeste
potrebbe avere
ripercussioni
su altri casi simili.
SCENARI
Il destino della piccola Celeste finisce in tribunale:
è giusto interrompere una terapia solo perché non riconosciuta?
La terapia compassionevole a base di cellule staminali per la bimba veneziana
dì 2 anni, affetta da atrofia muscolare spinale, era stata sospesa lo scorso maggio dall'Agenzia del farmaco a causa dei rilievi mossi alla Stamina foundation
che somministra il trattamento. Un giudice del lavoro, a cui la famiglia aveva
presentato ricorso, ha stabilito che la piccola deve proseguire le cure in attesa
della sentenza perché è in pericolo di vita. Per molti ricercatori la terapia è
priva dì riscontri clinici, eppure la bimba ha dato segni visibili di miglioramento. Un caso che ricorda da vicino la controversia Di Bella.
Ma se scavalcassimo
i protocolli di legge
sarebbe il caos sanitario
Yvan Torrente
Non impeditemi di curare
la mia figlia sfortunata
con quella nuova terapia
Gianpaolo Carrer *
a mia Celeste combatte come sempre, è una piccola
tigre che non molla mai. Ma ha bisogno di continuare la sessione di cure che aveva interrotto a
metà. Sono felice del fatto che i giudici ci abbiano
dato ascolto e in attesa delle prossime sentenze
preferisco non soffermarmi sulle questioni giuridiche sollevate dalla vicenda di mia figlia.
Mi limito a ricordare, però, che contrariamente
a quanto detto e scritto da molti Celeste non si stava
sottoponendo a un «protocollo sperimentale», ma a
una «terapia compassionevole», cioè uno strumento
espressamente previsto da una legge dello Stato, la
Turco-Fazio del 2006, prorogata nel 2010. Ricorrervi è
un sacrosanto diritto per alcune categorie di pazienti.
Le cure, poi, sono sempre state effettuate in completa
legalità e sicurezza.
E la validità di quella terapia è confermata dai
risultati ottenuti, certificati dalle cartelle cliniche: mia
figlia aveva un'aspettativa di vita di 18 mesi, invece
ha già superato i 27 e continua a manifestare reazioni
positive. Per questo io e mia moglie non perdiamo la
speranza, anche se restare lucidi è difficile.
* imprenditore veneziano, padre di Celeste
Sanità nazionale
ono padre di quattro bambini e probabilmente
nei panni dei genitori di Celeste mi comporterei
allo stesso modo. Per questo credo sia giusto
che si battano per riprendere la cura: non è mai
bello quando questioni così delicate finiscono in
un'aula di tribunale, ma comprendo la mancanza
di alternative. L'aspetto centrale della vicenda però è
un altro: se da un lato noi ricercatori dobbiamo incoraggiare la speranza di chi lotta contro malattie tuttora
incurabili, dall'altro abbiamo il dovere di non abdicare
ai protocolli scientifici e a quello che ci hanno insegnato
decenni di sperimentazioni.
Le cellule staminali hanno un potenziale elevato, ma rappresentano ancora un'incognita perché la
ricerca richiede trial lunghi e accurati, i cui risultati
non sempre coincidono con quelli, pur sorprendenti,
mostrati da singoli episodi. La Sma, poi, come altre
malattie rare infantili, ha spesso evoluzioni inattese non
addebitabili a cure miracolose, ma a semplici reazioni
dell'organismo, a volte inspiegabili. Mi auguro di essere'
smentito e che questa terapia funzioni: ma per dirlo
dovrei trovarmi di fronte a uno studio allargato a molti
pazienti e non a un semplice «funziona».
* neurologo e ricercatore, direttore del laboratorio
sulle staminali dell'Università Statale di Milano
è il numero dei pazienti, affetti da diverse patologie degenerative,
che si trovavano in cura presso gli Spedali Civili di Brescia con le terapie
compassionevoli messe a punto dalla Stamina e per i quali l'Agenzia del
farmaco ha disposto la sospensione dei trattamento io scorso maggio.
Pagina 73
Procreazione, governo pronto a1 ricorso
Balduzzi: "No a derive eugenetiche"
Ilminis o:Snaslnugofaccwchiarezza. Bagnasco: scmaka6i iulièi italiani
MICHELE BOCCI
ELSA VINCI
ROMA - L'Italia verso il ricorso
contro Strasburgo. «Proporrò
l'appello al consiglio dei ministri, perché è necessario che sulla legge 40 si esprima la Grande
Chambre, il plenum della Corte
europea dei diritti dell'uomo. Si
impone un chiarimento giurisprudenziale». Il ministro della
Salute Renato Balduzzi parla da
Lucca, dove ha partecipato a un
convegno sulla dipendenza dal
gioco d'azzardo, ma il suo annuncio viene diramato in mattinata da Radio Vaticana. La Corte europea ha condannato l'Italia a risarcire una coppia fertile
portatrice di fibrosi cistica cui la
legge sulla procreazione assistita impedisce la diagnosi preimpianto degli embrioni, consentita solo se si è sterili, e oggi la
questione è a Palazzo Chigi.
Oltre allapolemicapolitica, la
sentenza ha innescato la rabbia
deivescovi. «E stata scavalcatala
magistratura italiana, un fatto
singolare», dice il presidente
della Cei, Angelo Bagnasco. «Bisogna ripensarci a livello nazionale sia di tecnici sia di esperti,
sia per merito sia per metodo».
Un invito raccolto dal ministro
Balduzzi. «Sulla legge 40 si sono
espresse varie corti negli anni,
chiediamo a Strasburgo di dire
una parola decisiva. A quel punto si potrebbe anche rivedere la
legge, ovviamente con l'accordo del Parlamento». Balduzzi è
convinto che ci voglia «un punto giurisdizionale fermo». «Abbiamo visto in altri casi - dice -
Sanità nazionale
come sia importante arrivare a
far pronunciare in via definitiva
il sistema giurisdizionale di
Strasburgo». Il riferimento è a
una sentenza della Grande
Chambre che proprio in materia
di fecondazione assistita ha ribaltato il verdetto di primo grado, condizionando l'ultimapronuncia della Consulta su un altro punto della legge 40.
«La sentenza della Corte europea - prosegue il ministro presenta dei profili processuali
particolarmente delicati che già
da soli forse giustificherebbero
un ricorso anche per future occasioni, che potrebbero riguardare materie diverse. Una pronuncia che abbia delle ulteriori
certezze serve a capire come si
vede il bilanciamento tra i diritti
dell'embrione, la tutela della
madre e gli altri interessi coinvolti». La posizione è caldeggiata dal mondo cattolico, dalla Cei
e dal Pdl, anche se a sorpresa nel
Popolo della Libertà e nell'Udc
sono stati sollevati dei distinguo
L'idea di andare in appello non ì
appoggiata dal presidente delle
Camera Gianfranco Fini, chf
durante il dibattito parlamenta
re prese le distanze dal centro
destrae adesso, condividendo lE
posizioni di Giulia Bongiorno
auspicalo stop di Palazzo Chigi.
«Una revisione della legge
sulla fecondazione sarebbe
possibile - avverte il ministro
Balduzzi - solo se ci fossero un
sentire comune e una volontà
ampia e condivisa. Se la revisione servisse a rafforzare quel bilanciamento tra i diversi principi del nostro ordinamento e a
riaffermare il no ad una deriva di
tipo eugenetico. Allora ci potrebbe essere anche un apporto
da parte del governo». Plaude
Eugenia Roccella del Pdl. Il Pd
invita invece il ministro a ripensarci. Filomena Gallo, segretario
dell'Associazione Luca Coscioni, afferma che un ricorso finalizzato a chiarire, come preannunciato, «non esiste». «O si rispetta la sentenza o la si contesta», dice. Scende in campo anche la leader della Cgil, Susanna
Camusso, che annuncia: «Se il
governo non rispetterà il verdetto ricominceremo la battaglia mai interrotta in questi anni».
C'è tempo fino a128 novembre per presentare il ricorso.
Se l'ufficio del registro
della Corte non dovesse ricevere i documenti per quella data, la
sentenza sarà definitiva. Una
voltaaStrasburgo larichiesta del
governo italiano verrà valutata
da un panel di 5 giudici. «Perché
la Corte accetti la richiesta spiega l'avvocato Nicolò Paoletti, che havinto in primo grado questo deve dimostrare che il
caso solleva gravi questioni inerenti all'interpretazione o all'applicazione della Convenzione europea dei diritti umani, oppure una grave questione di interesse generale». Di solito l'Italia perde in primo grado e vince
alla Grande Chambre.
O RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 74
Inchiesta diungiudice contro due genitori
E presto il caso potrebbe finire in Parlamento
La crociata tedesca
sui buchi alle orecchie
imporli ai bamb
puo essere una lesione
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ANDREA TARQUINI
BERLINO
he cosa conta di più, la
libertà religiosa e dei
costumi d'imporre ri ti,
o mutilazioni per ideali di bellezza da adulti,
oppure il diritto dei bambini anon
soffrire, imposto dalla legge d'uno
Stato di diritto con divieti elencati
in modo metodico, fino al pedante? La Germania
si divide su questi temi. Attenti,
se vivete nel territorio federale,
a decidere di far
praticare alle
vostre figlie piccole il buchino
nel lobo auricolare indispensabile a portare
orecchini da
teenager o da
adulta. Potreste
essere incriminati per lesioni a
minore. Voi, o il chirurgo o cosmetico o specialista di tatuaggi che
sia, e che ha praticato il foro nella
parte esterna dell'orecchio della
bimba.
Il precedente esiste già: un giudice di Lichtenberg, quartiere del
profondo est di Berlino, dove aserale strade sono spesso contese tra
ganggiovanili, haavviatoun'indagine per decidere se imporre il foro nellobo auricolare aiproprifigli
è un'azione penalmente perseguibile. Il caso concreto è quello di
due genitori del luogo, non si sa di
che origine etnica, che si sono presentati in uno studio di tatuaggi
per richiedere il buco per gli orecchini sulla loro figlia di tre acuii. E
ora il magistrato dovrà stabilire se
una simile pratica non corrisponda a una sorta di attentato all'integrità fisica della piccola, stabilendo la colpevolezza della coppia. O
se invece non sia perseguibile dalla giustizia il tatuatore, per il fatto
di non essersi rifiutato di praticare
il foro nell'orecchio alla bimba.
Discorso che sembra paradossale, che però ha anche lati seri.
Tanto che il Parlamento tedesco
potrebbe presto introdurre un'età
minima sotto la quale non si possa
applicare orecchini o piercing. Il
problema è che sono stadi genitori dellapiccolaadenunciare lo studio di tatuaggi, ma ora la sentenza
potrebbe punire proprio loro.Afare scattare la denuncia è stata la
reazione della bimba all'operazione: ha pianto a lungo e si è poi
lamentata per ore del dolore, e una
visita medica tre giorni dopo ha
constatato in lei una reazione
traumatica locale. Trauma doloroso, che poi resta nella memoria:
è l'obiezione di molti medici e giuristi tedeschi contro la circoncisione, praticata normalmente per
tradizioni religiose nelle famiglie
di fede ebraica o islamica.
Con la comunità ebraica si va
verso un compromesso: il Consiglio etico federale, autorevole istituzione che valutala conformità o
meno delle leggi con Costituzione
e valori costitutivi postbellici, ha
appena espresso un sì condizionato alla circoncisione ebraica.
Verso gli ebrei, visto il passato tar-
gato per sempre dall'unicità dell'Olocausto, «siamo in uno stato
d'emergenza del diritto», dicono i
membri del consiglio. Per cui si
può solo chiedere condizioni di
igiene totale e anestesialocale per
i bambini da circoncidere. La
American academy of pediatrics
del resto ha appena sentenziato
che nella circoncisione infantile i
benefici (ridotto rischio di infezioni locali, di cancro locale odi contrarre Hiv e altre malattie mortali)
superano i rischi. Ma i giudici
adesso simettono a contestare anche i buchi nelle orecchie delle ragazzine, diffusi qui tra le minoranze come quellaturca, lapiù numerosa, ma anche tra molti bimbi e
genitori tedeschi doc. Il diritto dei
bimbi piccoli a non soffrire qui
passa sopramode e consuetudini,
e pazienza se accontenta anche
l'antica passione tedesca per i divieti.
IL REGALO
Per il suo terzo compleanno,
i genitori hanno portato la
figlia a bucare i lobi
IL TRAUMA
Dopo giorni di dolori il medico ha diagnosticato una reazione traumatica nella bimba
LA DENUNCIA
I genitori hanno quindi
sporto denuncia contro
lo studio di piercing
IL DILEMMA
II giudice potrebbe però
punire i genitori per aver
imposto un tale dolore
Sanità nazionale
Pagina 76
Legge 4 . Il ministro della Salute annuncia i l possibile appello contro la sentenza della Corte Ue sul divieto di analisi preimpianto
Procreazione, ipotesi di ricorso del governo
Francesca Cerati
È probabile che il governo
italiano faccia ricorso sulla sentenza della corte di Strasburgo
sulla legge 40. Sul tema della
procreazione medicalmente assistita e del rapporto con la giurisdizione del Consiglio d'Europa «serve una parola chiara e
certa» ha infatti detto a Radio
Vaticana il ministro della Salute Renato Balduzzi, motivando
la sua intenzione. «Bisogna essere ben certi che i principiprocessuali e il contraddittorio siano assolutamente rispettati».
La questione dunque riguarda
anche il rapporto tra giustizia
italiana e comunitaria, un aspetto sottolineato per primo dal
presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco per il quale
la magistratura italiana è stata
"superata e surclassata".
Sull'ipotesi invece che vi sia
da parte del governo una revisione della legge 40 - che la Corte europea dei diritti umani ha
bocciato nella parte in cui vieta
da appare ardua e in salita, anche se sostanzialmente il dibattito si divide su chi spera che il governo faccia ricorso e chi invece è convinto che questa sia l'occasione giusta per riscriverla
una volta per tutte. Non si può
non tener conto che la legge 40
è già stata bocciata ben 17 volte
da sentenze (inclusa la recente
di Strasburgo) di vario genere.
«La sentenza della Corte europea per i diritti umani che ha
bocciato la legge 4o è ineccepibile e fa seguito alle bocciature
della Consulta e a numerose sentenze di tribunali confermando
l'urgenza di cambiare una legge
ingiusta e crudele» afferma Ro-
berta Agostini, portavoce della
Conferenza nazionale delle donne Pd. Di tutt'altro parere il deputato Udc Paola Binetti: «Difendere una legge che è stata approvata nel 2004 a larga maggioranza da centrodestra e centrosinistra, e poi successivamente
nel 2005 confermata con un75"ro
di consensi da un referendum: è
un fatto di democrazia. Da un
governo tecnico superpartes arriva un segnale che mostra rispetto verso il Parlamento e verso il paese che a suo tempo si
schierò dalla parte della legge.
Non possono essere i magistrati a smontare sistematicamente
una legge che ancora oggi è in
grado di sostenere le ragioni
dell'embrione con il suo diritto
a nascere e ad avere due genitoriuniti stabilmente».
Per Giulia Bongiorno (Fli):
«La legge 4o ha già subito diversi interventi demolitori e non
It ministro: «Bisogna essere
certi che il contraddittorio
venga rispettato»
Sanità nazionale
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
La bocciatura
ü I giudici di Strasburgo due
giorni fa hanno giudicato
«incoerente» la norma italiana
che ha impedito la diagnosi
genetica preimpiantoa una
coppia affetta da fibrosi cistica
SAGN CG
«Magistratura italiana
superata e surclassata»
la diagnosi preimpianto
dell'embrione in quanto viola
l'articolo 8 della Convenzione
europea sui diritti umani - Balduzzirisponde che sarebbe possibile solo se ci fosse «un sentire comune e una volontà ampia
e condivisa».
«Se la revisione servisse arafforzare quel bilanciamento tra i
diversi principi del nostro ordinamento e a riaffermare il no a
una deriva verso soluzioni di tipo eugenetico - ha spiegato il
ministro - allora ci potrebbe essere anche un apporto da parte
del governo». Dalle reazioni degli esponenti di tutti gli schieramentipolitici, però, questa stra-
stiamo parlando di un testo sacro, ma diunarticolato disancorato dalla realtà sociale. Per queste ragioni spero che il governo
non dia il via libera al ricorso
per tre ragioni ugualmente importanti: una scelta del genere
si tradurrebbe nell'ennesima
negazione del diritto all'autodeterminazione delle donne,
quando invece questa decisione parte proprio dal principio
di non ingerenza da parte dello
Stato nella vita privata dei cittadini. In secondo luogo, la decisione non lede in alcun modo i
diritti del concepito che, invece, sono gravemente messi in
pericolo dalla legge 40. Infine,
da avvocato, ritengo che per impugnare una sentenza occorrano validi argomenti tecnico-giuridici, mentre, finora, ho ascoltato solo prese di posizione aspecifiche».
.C
Rárlito . Democrliçc
Renato Balduzzi
It ricorso
Contro tale decisione il
ministro della Salute Balduzzi ha
annunciato cheil governo studia
l'ipotesi di un ricorso (da
presentare alla Grande Camera
entro tre mesi, decorsi i quali la
sentenza diventerà definitiva)
Pagina 77
DOPO LA SENTENZA
Leggi 40,11 Governo pensa a1 ricorso
La Cci: surclassamento dei giudici italiani. Il ministro Balduzzi: nel verdetto passaggi preoccupanti
RAFFAELLO MASCI
ROMA
Parla Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, e fa
riferimento alla sentenza della Corte dei diritti dell'uomo
di Strasburgo, che condanna
l'Italia per il carattere contraddittorio e lesivo «della vita privata e familiare» della
legge 40 sulla fecondazione
assistita. «C'è stato un superamento - dice il cardinale - un
surclassamento della magistratura italiana, ed è singolare!». Punto esclamativo. Al
mattino, il quotidiano della
Cei, «Avvenire» parla di deriva eugenetica. Si attende la linea del governo italiano.
Il ministro della Salute, Re-
bocciature
tratta delle sentenze
italiane (esclusa quella
della Corte europea
per i diritti dell'uomo)
che attaccano e svuotano
di fatto la legge 40 del 2004
di ogni efficacia
nato Balduzzi, parlando prima
a Lucca ma poi a lungo a Radio
vaticana, si mette su questa
lunghezza d'onda: «C'è un
orientamento del governo per
presentare ricorso sulla sentenza della Corte di Strasburgo sulla Legge 40, allo scopo di
avere un chiarimento giurisprudenziale». La segretaria
dell'associazione radicale Luca Coscioni, Filomena Gallo,
che è anche avvocato e giurista, fa notare al ministro una
questione tecnica, e cioè che
«il ricorso finalizzato a "chiarire" in realtà non esiste. 0 si
rispetta la sentenza o la si contesta». E quindi svela un carattere di opportunità politica
Sanità nazionale
dietro il ricorso, peraltro solo
annunciato: «Il mio intendimento - dice infatti il ministro è quello di proporre al Cdm l'intenzione di fare ricorso contro
la sentenza della Corte europea». E rispondendo a una domanda sulla deriva eugenetica
a cui aveva fatto riferimento
«Avvenire», ammette: «Ci sono
dei passaggi delle sentenza europea che possono dare luogo a
interpretazioni preoccupanti».
Con il governo e con la sua intenzione di fare ricorso alla
Gran Camera (il tribunale di seconda istanza rispetto a quello
di Strasburgo) si schiera tutto il
mondo cattolico nel parlamento
e fuori: Enzo Carra, Paola Binetti (Udc), Maurizio Lupi, Alfredo Mantovano, Carlo Giovanardi (Pdl) ma anche Massimo
Polledri (Lega), e poi il Forum
delle famiglie, il Movimento per
la vita. L'ex sottosegretaria Eugenia Roccella, argomenta: «Alle sentenze di primo grado della
Corte europea dei diritti dell'uomo un po' sopra le righe siamo abituati. Queste procedure
sono diverse da quelle della
Grande Camera di Strasburgo e
lasciano ampi margini di approssimazione. Ma le procedure di primo grado sono molto diverse da quelle della Grande
Camera. Siamo certi che il nostro Governo saprà difendere
anche in questo caso le leggi votate dal Parlamento». Traduzione: non se ne farà niente e la
legge resterà quella che è.
Ma la legge, in realtà, non è
più quella votata dal parlamento. Il vicepresidente del Senato
Emma Bonino ha ricordato come «questa sia una legge ormai
completamente svuotata da
sentenze italiane ed europee.
Resta l'articolo sul divieto di fecondazione eterologa, che
aspetta una sentenza della Consulta». In effetti sono 16 le sentenze italiane (a parte quella europea) che attaccano e svuotano di fatto la legge di ogni effica-
cia. E la cosa viene sottolineata
da molti esponenti del centrosinistra, come Anna Finocchiaro,
Vittoria Franco, ma anche la
leader della Cgil Susanna Camusso, e altri. Ma anche da personalità del centro destra - donne per lo più - che non vedono
ragioni per opporsi ad una sentenza che colpisce una legge già
svuotata di efficacia. Lo ricordano Flavia Perina del Fli («il
governo eviti scelte ideologiche
che sarebbero incomprensibili
per le donne italiane») e ma anche la sua collega Giulia Bongiorno - avvocato di grido - «il
governo non tuteli una legge
odiosa».
Pagina 78
"Cinque gravidanze
e tre aborti, ma nostro tiglio
non ha avuto un fratellino"
Una coppia bresciana: la primogenita e morta so ffocata
La storia
ROMA
P tetro è un bellissimo bambino di
sette anni, gioia di Albero e Neris Orio, impiegati di Polpenazze, provincia di Brescia. Ma per raccontare la sua nascita e il desiderio inappagato - di dargli un fratellino, sua
madre deve cambiare stanza e allontanarsi dalle sue orecchie. Prima di Pietro, nel maggio 2003, Neris mette al
mondo una bambina bella e sana come
i suoi genitori, a cui viene dato il nome
di Beatrice: intelligente, birichina, occhi vispi. Un amore. Ma Neris, nell'accudirla, si rende conto che muove poco
o nulla le gambine, e fa fatica perfino a
succhiare il latte. Viene portata da una
neurologa e la diagnosi è terribile:
atrofia spinale di tipo 1, la più grave.
Beatrice non muove la gambe perché in realtà - ha difficoltà a muovere qualunque muscolo, compresi quelli deputati alla respirazione. Morirà nel novembre successivo, di fatto soffocata.
Seguono le analisi del caso e i due
giovani coniugi (lei all'epoca ha 35 anni, lui 38) scoprono di essere portatori
sani della malattia di cui la loro bambina è morta. Se metteranno al mondo altri figli avranno solo il 25% di probabilità che siano sani. Tentano comunque di
avere un altro figlio e si dispongono a
tutte le analisi del caso, ma siamo nel
2004 a giugno arriva la legge 40: la fecondazione in vitro non è consentita alle coppie fertili come la loro, e - meno
che mai - è permessa la diagnosi preimpianto. Fare un figlio, per Neris, significa tentare la sorte. E la sorte è infausta:
alla 14esima settimana, dopo aver sperato e desiderato, amato e atteso la vita
che si stava sviluppando del suo ventre,
la signora non ha alternative all'aborto,
se il bimbo fosse nato sarebbe subito
Sanità nazionale
morto asfissiato come la sorellina.
Nel 2005 arriva una terza gravidanza, un'ulteriore periodo di ansie, di paure, di sogni agitati, di sfiducia che però,
questa volta, evolvono in una notizia
fausta: il bambino è sano, nascerà regolarmente e si chiamerà Pietro. Neris e
Alberto decidono di mettersi in lista di
attesa per l'estero: il Belgio, la Grecia,
dove è possibile fare la diagnosi preimpianto ed evitarsi un altro strazio. Ma i
tempi sono quelli che sono e intanto arrivano, due gravidanze in rapida successione, sviluppatesi secondo i dettami
dalla legge 40: niente fecondazione in vitro, niente diagnosi dell'embrione, se
Neris vuole può solo tentare la roulette
della fortuna. La signora è provata:
«Abortire è una scelta drammatica e nel
mio caso obbligata. Ero sconvolta. Ma
soprattutto ero una cittadina arrabbiata contro uno Stato che mi esponeva all'aborto senza consentirmi di evitarlo
con una diagnosi previa».
La decisione di fare ricorso contro la
legge 40, matura nel giugno del 2009:
l'avvocato Filomena Gallo assiste la coppia che si rivolge al tribunale di Salerno.
Il giudice, nel gennaio successivo, consente alla coppia di fare la diagnosi preimpianto, ma ormai tutto è inutile, Neris
ha quasi 42 anni, la sua risposta ovarica
non è adeguata, la gravidanza non si sviluppa. La sentenza di Salerno, però, farà
storia: ci sono volute cinque gravidanze
e tre aborti.
[RAF. MAS.]
Pagina 80
Zoja: "ometta e frenesia sono i nostri nemici"
inconscio c'era nel Paleolitico e c'è ancora.
Anche se abbiamo Internet e i cellulari». A chi considera la psicoanalisi una pratica fuori dal tempo, Luigi
Zoja risponde così. Psicoanalista junghiano di fama internazionale, Zoja si definisce un
«romantico». E non vuole sentir parlare di analisi virtuale.
Professore, in un mondo così
frenetico e sempre connesso, la psicoanalisie i suoi rituali
rischiano di sparire?
«Non credo. L'essere umano ha
sempre avuto una parte irrazionale, la capacità di sognare, è
sempre stato influenzato da
meccanismi inconsci. L'ansia
nel cambiar lavoro, la tendenza
a innamorarsi della persona
sbagliata esistevano nel Settecento e nell'Ottocento ed esistono ancora oggi».
Però sembra venir meno la volontà di «coltivare l'anima»,
per dirla con il titolo di un suo
libro.
«La correggo: non è una questione di volontà, ma di società.
Viviamo in un mondo in cui tutto è misurato in termini numerici, economici e di risultato. I
Sanità nazionale
pazienti più giovani che io e i
decina d'anni fa ero a New York
miei colleghi ci troviamo di
e mi stupivo della frequenza
fronte sono nati già immersi in
con cui i miei colleghi si trovaquesto contesto di fretta e frevano di fronte ad appuntamenti
nesia: è inevitabicancellati e a pale che si approczienti che, avenNOVITÀ
cino all'analisi in
pagato, chie«Sempre più spesso do
modo diverso».
devano un consi "vedono" i pazienti sulto via telefono.
I pazienti oggi
in chat, su Skype» Oggi la tentaziohanno meno
disponibilità
ne è fare analisi
economica,
I PRECEDENTI in videochat, via
ma il cellulare
«Negli Usa 10 anni fa Skype. Negli Usa
e Facebook. I
stanno nascendo
la gente chiedeva studi interamennuovi modi di
consulti al telefono» te online, senza
comunicare
non finiranno
alcun rapporto
diretto tra analista e paziente».
per mandare in pensione il tradizionale lettino?
Lei che ne pensa?
«Negli Stati Uniti qualcosa di
«Be', chiunque può capire che
simile avviene da tempo. Una
un analista intuisce molte cose
Luigi Zoja
Il suo libro più
recente è
«Paranoia, la
follia che fa la
storia»,
Bollati
Boringhieri
anche dal linguaggio non verbale, dai gesti non coscienti dei pazienti. Se l'alternativa è tra interrompere il percorso con uno
psicologo e continuarlo via
Skype, ben venga Skype. Invece
la psicoanalisi online, via Internet, mi sembra una forzatura».
La vostra professione come si
sta adattando, davanti a questi cambiamenti?
«C'è un intenso dibattito, in tutto il mondo. Il problema è che si
pensa troppo in termini medici,
di pazienti da "curare". Ma la
psicoanalisi è una scienza umana, più vicina alla filosofia che
alla medicina. E anche per questo, più che i modelli precostituiti, conta molto la sensibilità di
chi la fa».
[s. RIz.i
anni
Tanto durò la
collaborazione tra Freud e
Jung, fino ai
primi dissapori del 1910
Pagina 81
Non c'è più tempo
per la psicoanalisi
Calano le sedute ma i farmaci fanno boom. Colpa della crisi?
Non solo, dicono gli esperti. E lo psicologo arriva in farmacia
il caso
STEFANO RIZZATO
MILANO
U
n tempo, questo
era il periodo preferito dagli psicologi. Quello del
brusco ritorno alla realtà, dopo le vacanze estive. I giorni in cui vengono a
galla desideri insoddisfatti e
ansie da prestazione. Il periodo in cui alcuni passavano dal
lettino in spiaggia a quello nello studio dell'analista. Ma la
crisi, che ha ridisegnato tempi
e forme delle vacanze degli
italiani, oggi inizia a farsi sentire anche tra i seguaci di
Freud e Jung.
Il calo delle ore di psicoanalisi (non esistono statistiche
ufficiali, ma tutti confermano)
è intorno al 20 per cento. Una
seduta su cinque è stata cancellata dalle agende degli specialisti italiani. «Non è una stima esagerata - conferma Stefano Bolognini, presidente
della Spi, la Società Psicoanalitica Italiana - c'è una fascia
di persone, anche motivate ad
andare a fondo dei loro problemi, che ora faticano a fare
le tre o quattro sedute settimanali tipiche dell'analisi tradizionale. Sempre più spesso
lo psicologo deve concordare
l'onorario e rivedere la terapia
per venire incontro alle esigenze del paziente».
t la spending review applicata allo spirito. L'ennesimo
taglio dato ai consumi meno
strettamente necessari. «C'è
chi sta provando approcci più
mirati - spiega ancora Bolognini - ma la verità è che si fa
quel che si può: si cerca di
sopperire al meglio alla diminuzione del tempo a disposizione. E si prova anche a porre un freno all'uso indiscriminato di farmaci per controllare l'umore».
Sanità nazionale
Eccolo, l'altro grande nemico degli psicologi d'Italia: la
pillola che risolve tutto, almeno in apparenza. L'antidepressivo prescritto da sempre più
medici di famiglia. I numeri,
da soli, spiegano le dimensioni
del fenomeno: nel 2011 gli italiani hanno speso in antidepressivi la bellezza di 493,3
milioni.
Dal
2003 a oggi, in
media le prescrizioni sono
aumentate del
5,4% l'anno. «A
volte c'è anche
un problema di
terminologia dice ancora Bolognini - tendiamo a chiamare depressione
anche la comune tristezza, la
malinconia che è anche giusto
provare in alcune fasi della vita.
Ad esempio, è sbagliatissimo ricorrere agli antidepressivi nei
casi di lutti, per
provare a "curare" una perdita
che va elaborata
e che solo così si
può superare».
Ecco che allora che in diverse
città si sta diffondendo lo «Psicologo in farmacia», un servizio
gratuito che vede
professionisti e enti locali collaborare in una sorta di pronto
soccorso per l'animo. Di solito, è
previsto un appuntamento settimanale e un massimo di tre sedute per ogni paziente. A Milano s'iniziò nel 2009, ma il servizio s'è poi esteso anche a Roma:
a Torino un'iniziativa analoga
dovrebbe partire in autunno,
con 86 farmacie e 250 psicologi
che hanno già dato la disponibilità a partecipare.
Spiega Roberta Fuga, che coordina il progetto romano: «In
tre sedute non è difficile capire
se un problema è un malessere
normale o se siamo di fronte a
un quadro di tipo psichiatrico
da affidare a uno specialista.
Non è una vera analisi, ma un
percorso come questo permette
comunque un primo approccio
al problema».
E così, secondo qualcuno, la
crisi applicata ai lettini non è solo un male. «Può essere l'occasione per un ritorno alle origini sostiene Giuseppe Pellizzari,
che dirige il Centro Milanese di
Psicoanalisi - non dimentichiamo Freud diede origine alla nostra scienza nella Berlino degli
Anni 20, in un momento e in un
contesto di grandi difficoltà.
L'obiettivo era quello: andare
incontro ai bisogni della gente.
Si può fare anche oggi. A Milano
abbiamo diversi consultori gratuiti o a prezzi ridotti, ai quali si
può rivolgere chiunque».
Pagina 82
I FARMACI rQUIVALENT I
LN TABU PER 1 MEDICI
GIORGIO FORESTP
aro Direttore,
qualunque lettore di giornali
non può che concordare sul fatto
che, dopo i temi estivi di rito, i farmaci equivalenti, o meglio le leggende metropolitane che li riguardano, sono
stati un argomento frequentatissimo in queste settimane. E mi spiace dover constatare, a
11 anni dalla loro introduzione in Italia, che
l'argomento scateni una ridda di osservazioni
e interventi che purtroppo alimentano confusione anziché generare una corretta informazione. E questo si è ripetuto anche per le norme volte a favorire l'impiego dei generici contenute nella spending review.
E' il caso, per esempio, delle dichiarazioni
del dottor Marasso, presidente della Fimmg di
Asti, intervenuto sulla «Stampa» del 21 agosto. La prima cosa che stupisce, nel suo intervento, è che si presenti come una complicazione
eccessiva - e una lesione della libertà del medico - il fatto di chiedere l'indicazione del nome
del principio attivo anziché quella del marchio
commerciale. Nei Paesi industrializzati si fa
quasi sempre così: basterebbe aver visto qualche puntata della serie ER per constatare che i
medici parlano di azitromicina e non di «Zitromax». E se non ricordo male, nei testi di farmacologia si parla di principi attivi, non di marchi,
quindi il medico dovrebbe conoscerli. Così come non mi sembra una vessazione chiedere di
motivare la non sostituibilità in forma sintetica,
soprattutto considerando che questa motivazione si richiede soltanto all'inizio di una nuova
terapia, non per chi è già in trattamento.
Mi spiace poi che per contestare la pari efficacia dei generici (lo ha fatto anche Marasso,
ma non è certo il solo) ricorra ad argomenti non
superati, ma superatissimi. Come quello, per
esempio, delle compresse che si rompono estraendole dal blister: questo era un problema, do-
Sanità nazionale
vuto all'eccessivo spessore del foglio metallico
che chiude il blister stesso, che ha riguardato,
più di cinque anni fa, i medicinali di una singola
azienda e non aveva nulla a che fare con il farmaco in sé. Se si dovesse revocare in dubbio la
validità di un medicinale ogni volta che
un'azienda farmaceutica - di generici o di griffati - deve ritirare un lotto di medicinali per difetti
minori come questo, probabilmente dovremmo
tornare a curarci con le radici raccolte nei boschi. Anche la questione della variazione all'interno della quale si parla di bioequivalenza, l'ormai famigerato più o meno 20% di biodisponibilità, è spesso assolutamente mal posta. In primo
luogo il valore del 20% è uguale in tutto il mondo
(non esistono Paesi europei in cui ci si basi sull'1-2%): sono passati i tempi in cui per avere notizie dall'estero si dovevano attendere i velieri in
porto, basta usare Internet. Se questa tolleranza fosse eccessiva come si lascia intendere, resta da spiegare perché in Gran Bretagna, in
Germania o in Francia - dove il generico è presente da decenni e con «numeri» ben più alti, i
pazienti non paiono proprio soffrire di questa
circostanza (si veda lo studio che l'Unione delle
casse malattia francesi ha pubblicato paragonando direttamente pazienti trattati con statine di marca e generiche).
D'altronde sulla bioequivalenza le imprecisioni si sprecano. E a questo proposito vorrei
consigliare alla dottoressa Paola Caracristini di
andare a ripassare i testi di farmacologia, perché non può un farmacista affermare, come fa
lei il 18 agosto, sempre sulla «Stampa», che un
medicinale possa contenere il 20% in meno (o in
più) di principio attivo: siamo alle barzellette
che però non fanno ridere.
Infine, sarebbe il caso di valutare se tutte le
difficoltà per il paziente che spesso si temono
non siano dovute anche al fatto che molti cittadini il nome dei principi attivi, dal loro medico,
non lo sentono mai fare. Magari, cominciando a
scriverlo sulla ricetta, può darsi che questo benedetto nome entri nell'orecchio, come certe
canzoncine estive...
In realtà, da cittadino, ho l'impressione che,
anche su questo argomento, si ripercuota una
caratteristica tutta italiana, cioè pensare che
anche quando tutto il mondo affronta un problema in modo differente da noi... hanno torto
gli altri. Per carità, può anche succedere, e l'innovazione nasce anche da questo atteggiamento, ma in questi ultimi tempi mi sembra che la
diversità a tutti i costi sia stata uno svantaggio,
e non un vantaggio, per il Paese.
*Presidente AssoGenerici
Pagina 84
77
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Sanità nazionale
Pagina 85
Il «pacchetto» Passera
sotto la mannaia
degli uffici d̀soel Tesoro
trolli di legalità anche per questo particolare tipo di Srl che non prevede alcun
onorario». Per il presidente Giancarlo
Laurini «ciò che conta è cercare di fornire da parte di ognuno il contributo concreto alla crescita del Paese». L'atto costitutivo e l'iscrizione nel registro delle
imprese sono esenti da onorari notarili,
da imposta di bollo e da diritti di segreteria ma sono dovuti l'imposta di registro (168 euro), i diritti camerali di prima iscrizione (in media 200 euro) e annuali, i tributi per l'apertura della partita Iva, e le altre imposte e tasse normalmente dovute. Insomma, resta una spesa di circa 700 euro.
SEGUE DALLA PRIMA
Intanto prende quota in queste ore
l'ipotesi di far slittare la riunione del
consiglio dei ministri alla prossima settimana. Ci sono ancora parecchie caselle, infatti , da mettere in ordine . La partita europea impegna molto il premier,
mentre i tecnici sono al lavoro sul decretone Sanità. L'appuntamento sarebbe
rinviato all'inizio della prossima settimana. Sul tavolo dei ministri non solo il
provvedimento Balduzzi, ma anche la
«bozza» Passera su digitale , start up e
piccole imprese. Si tratterà soltanto di
un primo giro di tavolo: per il varo l'esecutivo si è dato tempo fino al 20 settembre.
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
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LE START UP
SETACCIO DEL TESORO
Il rischio del provvedimento Passera è
che venga depotenziato dall'intervento
del Tesoro è reale. In queste ore gli uffici stanno valutando la portata delle misure, che, già si sa, sarà limitata. Fuori
dal tavolo la misura a sostegno della ricerca e innovazione, considerata troppo pesante con i suoi 6-700 milioni di
euro di spesa. Per questo si valuta un
rinvio sine die. Restano in piedi le altre
norme sull'innovazione, che allo stato
non sono ancora quantificate e che sono oggetto in queste ore del vaglio degli
uffici di Via Venti Settembre. Contemporaneamente gli uffici di Palazzo Vidoni valutano la possibilità di incorporare
il decreto semplificazioni all'interno
del «pacchetto» Passera, visto che molti punti riguardano le procedure delle
imprese.
Tra le misure previste, la creazione
di una società semplificata che potrà
adottare uno statuto standard e costituirsi completamente online (si chiamera iSrl). L'idea arriva propiro nel giorno in cui entra in vigore l'altra società
semplificata, quella avviata con il primo decreto crescita. Si tratta della Srl a
1 euro, cioè il capitale sociale minimo
consentito (il massimo è 9.900 euro). È
riservata agli under 35 (non si possono
vendere quote a over-35) e può essere
costituita dal notaio con modello standard ministeriale dell'atto costitutivo
comprensivo dello statuto. Il notariato
Sanità nazionale
ha annunciato ieri l'impegno dei professionisti a costituire le società gratuitamente. «I notai - scrive in una nota il
Consiglio nazionale del notariato - sono
vicini ai giovani e lo dimostrano con la
disponibilità al mantenimento dei con-
Corrado Passera FOTO Di PASQUALE BOVE/AISA
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Tornando alla «bozza» del nuovo provvedimento, si prevede una serie di sgravi e alleggerimenti per i primi quattro
anni di vita delle imprese. Per le start up
si prevede la contabilità per cassa (relativa anche all'Ires oltre che all'Iva) e un
contratto di lavoro con l'ipotesi di uno
sgravio totale dell'Irap sul lavoro. Il Tesoro sta mettendo sotto la lente l'estensione degli sgravi già varati nel 2011 sulla deducibilità degli investimenti e altri
vantaggi fiscali su operazioni sul capitale. La platea a cui si riferiscono le norme è ben delineata: Srl o Spa costituite
dopo il 31 dicembre 2009 con alcuni «paletti», come la titolarità della maggioranza delle quote da parte di persone
fisiche e una quota consistente di investimenti in ricerca e sviluppo. Prosegue
intanto il cammino dell'Agenda digitale, nonostante le difficoltà economiche
che limitano molto la capacità di investimento. In ogni caso si pensa a integrare
i sistemi della Pubblica amministrazione e di digitalizzare i rapporti della Pa
con imprese e cittadini. Un altro capitolo del «pacchetto» riguarderà l'internazionalizzazione, con particolare riguardo all'attrazione degli investimenti stranieri. L'Ice (istituto per il commercio
estero) dovrà costituire una sorta di
sportello unico per le imprese che vogliono investire in Italia. Sarà l'interfaccia delle imprese per l'interlocuzione
con uffici del lavoro e prefetture, oltre
che con gli uffici regionali.
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