30 Agosto 2012 - Azienda Usl 11
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30 Agosto 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Giovedì 30 Agosto 2012 Asl 11 Pagina 1 Asl 11 Pagina 2 L'INCENDIO NEL PALAZZO DI VIA LEONARDO e& a9p ex Mace,,,'T 1. IERI SERA non era stata ancora accordata l'agibilità delle proprie abitazioni per una sessantina di persone evacuate martedì scorso dal palazzo di via Leonardo da Vinci 11 la cui copertura è stata devastata da un incendio (hanno trascorso la notte agli Ex Macelli, nello spazio messo a disposizione dal Comune, insieme al sindaco Andrea Campinoti). Ieri i tecnici del Comune e gli operatori Asl 11 dell'Igiene Pubblica dell'Asl 11, presenti i vigili del fuoco, hanno verificato le condizioni degli appartamenti e le conseguenze dell'incendio . Negli appartamenti non sono stati riscontrati problemi di tipo igienico sanitario, mentre restano da valutare le condizioni statiche della struttura. Alle 18 sono cominciati i sopralluoghi mirati al tetto. Per quanto concerne i fumi, gli operatori dell'Asl VINCI * sfollatí 911 11 suggeriscono ai proprietari dei terreni in un raggio di 500 metri di lavare bene frutta e verdura prima di consumarla : è stata in proposito diffusa una nota dal sindaco e dal dirigente Asl Maria Grazia Petronio . Dopo la comunicazione del responsabile dei Vigili del Fuoco di Firenze, Luca Mazza, il sindaco ha deciso martedì sera di evacuare il palazzo. Ordinanza ribadita ieri alle 16. Pagina 3 Ottofi -le Ash glie ancora fuori casa a causa di incidente domestico Sembra che a provocare l'incendio che ha colpito il palazzo di via Leonardo davi nci siano stati i lavori che stava svolgendo un condomino. Solo per tredici appartamenti è stata data l'agibilità / CERTALDO Le cause dell'incendio non sono ancora chiare. Ma una certezza c'è: otto famiglie non sono ancora potute rientrare nelle loro case che sono state dichiarate inagibili. La decisione del sindaco Andrea Campinoti - tradotta con un'ordinanza - è arrivata nella tarda serata di ieri, sulla base della relazione che gli ha inviato il tecnico incaricato dai proprietari dell'immobile di verificarne l'agibilità al termine del sopralluogo in tutti i 21 appartamenti del condominio di via Leonardo da Vinci a Certaldo. Agibili solo due piani su tre. La perizia tecnica ha certificato l'agibilità solo per i piani primo e secondo. Per questo il sindaco ha consentito ieri sera alle 13 famiglie che abitano i primi due piani di poter rientrare in casa. Le famiglie residenti al terzo piano invece hanno dovuto trovare un'altra sistemazione: quasi tutte sono stati ospitati da amici e parenti, per otto persone invece il Comune ha messo a disposizione i locali municipali in Palazzo Maccianti. Oggi proseguiranno lavori e accertamenti per consentire a tutti di rientrare nell'immobile. Le operazioni. li rogo è stato domato intorno alle 4 della scorsa notte, dopo dodici ore di intervento da parte dei vigili del fuoco di Petrazzi, Poggibonsi ed Empoli. L'incendio ha interessato il tetto e il sottotetto del palazzo di edilizia residenziale pubblica dove vivono (a canone agevolato) complessivamente una sessantina di persone. L'intervento è stato difficile perla conformazione della copertura dell'edificio che presenta una sorta di camera d'aria isolante che ha di fatto alimentato le fiamme. Per tagliare porzioni di copertura sono state usate seghe circolari Asl 11 con dischi diamantati. Notte d'inferno. I residenti hanno trascorso la notte di martedì a casa di amici o familiari, mentre altri sono stati ospitati al centro giovani I Macelli con la sistemazione in alcune brandine e qualche tenda divisoria per garantire un pò di privacy. «Ci siamo subito messi a disposizione delle squadre dei vigili del fuoco e dei residenti» ha spiegato il sindaco di Certa] do, Andrea Campinoti. Le cause. La natura dell'incendio dovrebbe essere accidentale. Pare che un condomino stesse ' un gruppo di condomini che chiede che venga accertata i la verità sull 'origine dell 'incendio I vigili del fuoco al lavoro sul tetto danneggiato dall'incendio svolgendo lavori sulla copertura e che una scintilla abbia scatenato il rogo. Anche se su questo aspetto stanno indagando anche i carabinieri. La rabbia. Una leggerezza costata tantissimo: «Per colpa di una persona - sottolineavano ieri i condomini mentre seguivano le operazioni di vigili del fuoco e tecnici - noi ci ritroviamo senza una casa. Vogliamo - ha detto Antonio Baiano - che le responsabilità siano accertate. Vogliamo sapere se i lavori erano autorizzati». L'Asi. I tecnici del Comune e gli operatori dell'Igiene pubblica dell'Asl 11 hanno effettuato un sopralluogo congiunto nel palazzo: «Non sono stati riscontrati problemi di tipo igienico sanitario negli alloggi - hanno sottolineato Asl e Comune-restano da valutare le condizioni statiche della struttura. Per quanto concerne la propagazione dei fumi di combustione e la possibilità che la fuliggine si sia diffusa nei dintorni gli operatori dell'AsI suggeriscono ai proprietari dei terreni circostanti l'edificio (in un raggio di 500 metri) «di lavare bene frutta e verdura prima di consumarla, come del resto è sempre buona norma fare». Uiofcmçl.caac.1ra.i4i a c, uen c i wi i niJc du nmceria Pagina 4 Asl 11 Pagina 5 Scontro sulla circonvallazione, muore pensionata Maria Bellocci, 67 anni, travolta da un'auto mentre era in bicicletta di GIULIO P Z I ESTATE di sangue sulle strade di Fucecchio, con un secondo incidente mortale nell'arco di pochi giorni. Questa volta la vittima è una donna, Maria Bellocci, 67 anni, pensionata, travolta da un'auto ieri pomeriggio verso le 17 mentre percorreva in bicicletta la circonvallazione Nuova Francesca poco prima del distributore dell'Agip. Anche se l'esatta dinamica dei fatti dev'essere ricostruita dalla Polizia Municipale sembra che la donna, in bicicletta, fosse diretta verso Ponte a Cappiano subito dopo essersi immessa sulla carreggiata da via della Parte, una traversa a destra della circonvallazione dove abitava col marito e i Tra le persone accorse sul luog o dell' incidente anche il marito della vitti ma figli, quando è stata investita da una Mercedes serie E, alla cui guida si trovata un uomo di 55 anni, G.G di Viareggio, che stava sopraggiungendo nello stesso senso di marcia. IN QUEL tratto il limite di velocità è di 70 chilometri: abbastanza, cioè, per sbalzare nell'impatto la Bellocci per diversi metri e farla ricadere al suolo praticamente esanime. Sentendo il rumore dell'urto e le grida di altri automo- TRAGEQIASULLA'FRANCESCA'A FUCECCHI0 LO SCONTRO è avvenuto da poco ma per Maria Bellocci non c'è più niente da fare. Sul posto la polizia municipale per i rilievi. Nella seconda foto un vigile sposta la bicicletta di Maria. Nella terza i volontari portano via il corpo della donna dopo t'autorizzazione del magistrato Cronaca bilisti che avevano assistito all'incidente alcune persone che abitano d'intorno sono subito accorse: fra queste il marito della donna, Martino Rosati, anch'egli pensionato, ai cui occhi si è presentato il devastante spettacolo del corpo senza vita immerso in un lago di sangue. Inutili l'intervento dell'ambulanza del 118 con medico a bordo e i tentativi di aiuto messi in atto da parte dei familiari e dei vicini di casa della vittima. LA POLIZIA municipale fucecchiese, intervenuta con due pattuglie, ha dovuto disporre la chiusura del tratto stradale dalla rotonda fino a via della Querciola, sia per poter effettuare i rilievi che per circoscrivere la scena, davvero agghiacciante, del luogo del sinistro. E' stato anche avvertito il magistrato di turno della procura di Firenze che ha disposto la rimozione della salma e l'invio all'istituto di medicina legale fiorentino per consentire di accertare, in base alle cause del decesso, come siano andate esattamente le cose per quel che riguarda le eventuali responsabilità dello scontro, sia della stessa Bellocci che dell'uomo che si trovava al volante della Mercedes. La circonvallazione Nuova frncesca è rimasta chiusa fin quasi alle 19, mentre i volontari della Protezione Civile della Pubblica Assistenza ripulivano con getti d'acqua l'asfalto macchiato di sangue. Pagina 6 Travolta da 'auto vicino a casa Era appena uscita in bicicletta per andare a prendere l'acqua, è morta sotto gli occhi del marito e dei figli 1 FUCECCHIO Latr dia. Ma il filo di speranza si è definitivamente spezzato pochi minuti più tardi, quando l'elicottero ha ripreso quota senza Anna, rimasta a terra coperta da un lenzuolo, per la disperazione dei figli e del marito, che l'avevano salutata pochi minuti prima a casa e che l'hanno ritrovata distesa sulla strada in un lago di sangue. Hanno sperato nel miracolo. Che però purtroppo non c'è stato. Il cuore della pensionata- complice anche la grave emorragia causata dall'amputazione del braccio - ha cessato di battere per sempre, nonostante i tentativi dei soccorritori siano andati avanti per alcuni, interminabili, minuti. i rilievi. La polizia municipale fucecchiese si è occupata della viabilità (la strada è infatti rimasta chiusa al traffico per oltre due ore) e dei rilievi neces- É salita in bici con una borsa piena di bottiglie di vetro. Probabilmente stava andando al fontanello a fare rifornimento. Ma appena si è immessa sulla circonvallazione è sopraggiunta una Mercedes Classe E. Il conducente, un viareggino di 55 anni, non è riuscito a evitare l'impatto, che è stato violentissimo. Anna Bellacci, 68 anni, pensionata fucecchiese è morta sull'asfalto della Francesca Bis, ieri pomeriggio, nonostante i tentativi disperati dei soccorritori di salvarla, sotto gli occhi del marito e dei figli, che nel frattempo erano arrivati sul posto. La dinamica. La tragedia si è consumata intorno alle 16. Secondo una prima ricostruzione, la donna in sella alla sua bici, ha imboccato la Francesca Bis da via della Parte, dove abita insieme alla famiglia. La Mercedes Classe E procedeva in direzione Fucecchio-Ponte a Cappiano. Lo scontro si è verificato pochi metri dopo l'incrocio tra la circonvallazione e via della Parte. La botta è stata La scena dell'incidente mortale (fotoservizio Carlo cestini) tremenda. L'anziana è stata centrata in pieno e con la testa ha sfondato il parabrezza della vettura, prima di ricadere sull'asfalto, davanti al mezzo, che le ha anche amputato un braccio. La bicicletta invece è stata ritrovata a una trentina di metri di distanza dal luogo dell'impatto. i soccorsi. L'automobilista, Giuseppe Giuffré, si è subito fermato a prestare soccorso alla dorma e ha chiesto aiuto al 118, che ha inviato sul posto un'ambulanza della Pubblica Assistenza di Santa Croce sull'Arno e l'automedica. I soccorritori hanno tentato in tutti i modi di strappare Anna Bellacci alla morte. Nel frattempo sono arrivati anche i due figli della donna e il marito, che abitano a poche decine di metri di distanza dal luogo dell'incidente. La speranza. I soccorritori hanno praticato il massaggio cardiaco e nel frattempo hanno chiesto l'intervento dell'elisoccorso Pegaso, che è atterrato direttamente sulla circonvallazione, nel frattempo chiusa al traffico dagli agenti della polizia municipale. Cronaca sari per ricostruire la dinamica dell'incidente mortale. Intanto il conducente dell'auto sarà indagato per omicidio colposo. E il pm fiorentino Colella ha inoltre disposto il sequestro di entrambi i mezzi coinvolti nello scontro sulla Francesca Bis sp 11. Francesco Turchi --IPRODNZIONE RISERVATA Lab lcf sa c i ì , i« la t s[P;;s!a R '62 Pagina 9 D Oggi l'autopsia poi i funerali il magistrato di turno Colella ha disposto l 'autopsia sul corpo di Anna Bellacci , deceduta nell'incidente di ieri pomeriggio sulla provinciale Francesca Bis a Fucecchio. L'esame autoptico sarà eseguito nella giornata di oggi all'Istituto di medicina legale di Careggi. Colella ha inoltre ordinato il sequestro della bicicletta della pensionata e anche del Mercedes Classe E che l'ha investita. -------------------7 ravolta & un'aut-ieino a ca rnn r r nnn n n r■n a Rw J ,t i tj i`- Cronaca rS ftiYtiY-' iiiiii Pagina 10 Cronaca Pagina 11 E'rimasto intossicato per il, funzo sprigionatosi dalla combustione MOMENTI di paura nella tarda copertura sanitaria sugli uomini mattinata di ieri per un incendio dei vigili del fuoco impegnati nelscoppiato in una palazzina di via le operazioni di spegnimento e boPisano, traversa di viale Boccac- nifica dell'incendio. cio in zona ospedale a Empoli: un A parte il garage, il resto della pacinquantenne residente nello sta- lazzina non ha subìto danni per bile è rimasto intossicato per il fu- cui al momento non è stato preso mo, e per lui è stato necessario l'accertamento medico al vicino "San Giuseppe" in seguito al rapido intervento del 118. Le sue condizioni, come si è appreso nel cor- Sul posto sono subito arrivati so del pomeriggio, non sono per il 118 con la M isericordia fortuna gravi. ed i vigili del fuoco di Terrafino Il rogo - le cui cause sono adesso in fase di verifica - ha attaccato il garage al piano terra del condo- alcun provvedimento. Non ci sominio, nell'area delle Case Fanfa- no, in pratica, né problemi strutturali per il condominio né rischi ni. L'allarme è scattato verso le derivati dal propagarsi del fumo: 12,30: in via Pisano sono subito nessun allarme di tipo igienico-saarrivate l'automedica del 118 e nitario, in sostanza. Invece, si sta un'ambulanza di Misericordia di lavorando in queste ore per capire Empoli. Immediato anche l'inter- con esattezza come si sia sprigiovento dei vigili del fuoco del di- nato questo rogo. staccamento del Terrafino: la squadra ha avuto velocemente ragione dell'incendio, che ha bruciato una porta, mobili, stoffa e sacchetti, colorando di nero le pareti del garage. Il cinquantenne non è per fortuna ustionato: è rimasto intossicato quando, avendo intuito che c'era La una situazione di rischio, si è precipitato nel garage per capire che cosa stesse accadendo. A quel punto, il rogo aveva già preso una certa consistenza e tutto l'ambiente era ormai invaso da un fumo denso ed acre. L'uomo è riuscito a sottrarsi dal fumo ma non ha potuto evitare di rimanere lievemente intossicato e per questo, per lui, è stato necessario il soccorso col trasferimento a bordo dell'ambulanza all'ospedale, che è a poca distanza da via Pisano. Il 118 è rimasto successivamente sul posto anche per una eventuale Cronaca Il fumo ha annerito anche una parte della facciata della palazzina, sino all'altezza di una finestra al primo piano. Ed ha allarmato gli abitanti dello stabile, alcuni dei quali sono scesi per rendersi conto di persona di quello che succedeva. I danni sarebbero ad ogni modo limitati al garage, dove nel corso del primo pomeriggio si è protratto il sopralluogo dei vigili del fuoco di Empoli. E' stato portato all'esterno il materiale danneggiato dalle fiamme. Anche la porta d'ingresso risulta parzialmente bruciata. L'intervento dei vigili del fuoco si è concluso nel primo pomeriggio una volta portate a termine le operazioni di bonifica e di messa in sicurezza: la squadra ha verificato che non vi fossero altri focolai potenzialmente pericolosi per lo stabile di via Pisano. SOC CORSI L'ambulanza trasporta l'uomo al vicino pronto soccorso; a destra i vigili del fuoco impegnati nello spengimento dell'incendio Pagina 13 VIA PISANO -W 49 intossicato nel garage M * fi L'uomo ha tentato di domare il rogo, ma è finito all'ospedale 1 EMPOLI Un uomo è rimasto intossicato nell'incendio che si è sviluppato all'interno del garage di un appartamento al piano terra di un condominio. E accaduto nella tarda mattinata di ieri in via Pisano a Empoli. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Terrafino, che hanno impiegato alcune decine di minuti per domare le fiamme e mettere in sicurezza il box, riuscendo a limitare i danni. A dare l'allarme è stato proprio il proprietario del garage. Quando i vigili sono arrivati in via Pisano, il rogo aveva già danneggiato la porta d'ingresso della stanza, ma anche mobili e suppellettili all'interno dei locali. Fortunatamente l'intervento è stato immediato e le fiamme, che lambivano anche la finestra al primo piano, sono state domate prima che attaccassero anche il resto dell'immobile. II garage di via Pisano danneggiato dall'incendio Sul posto è arrivata anche un'automedica per soccorrere il proprietario del garage, un cinquantenne, che in un primo tempo è rimasto all'interno del garage tentando disperatamente di domare l'incendio. Ma non ci è riuscito. Ed è anche rimasto leggermente intossicato dal fumo. Per que- sto, subito dopo l'arrivo dei vigili, è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso del San Giuseppe di Empoli, dove è stato sottoposto ad accertamenti. Ma le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni. Al momento non sono chiare le cause dell'incendio. ©RIPROD ZIONE RISERVATA Otto f migüe escara fi.ori cosa a : aaJivni iJenfeJnmecfieo °m Cronaca Pagina 14 Cronaca Pagina 15 SULLA FIORENTINA Scontro fr macchine: 1 acoppia all 'ospedale ® FUCECCHIO Un altro incidente stradale, per fortuna con conseguenze decisamente meno gravi, si è verificato ieri mattina, sempre a Fucecchio, sulla via provinciale Fiorentina in direzione Croce Santa sull'Arno. Complessivamente sono sei le persone coinvolte nello scontro, due delle quali, marito e moglie, sono finiti all'ospedale San Giuseppe di Empoli, anche se le loro condizioni non sono preoccupanti. L'incidente è avvenuto ieri mattina poco dopo le 8.15. C'è stato un tamponamento con tre auto coinvolte: una Fiat Punto, una Volkswagen Golf e una Nissan Almera. Su una delle tre auto viaggiava la coppia di coniugi eTnpolesi, che ha avuto la peggio. Nulla di particolarmente grave, ma i traumi riportati nell'impatto hanno reso necessario il trasferimento all'ospedale di viale Boccaccio. Se la sono cavata invece soltanto con tanto spavento le altre persone coinvolte nella carambola sulla provinciale Fiorentina: si tratta di due coniugi di settantaquattro e settantacinque anni residenti nel comune di Montopoli Valdarno e di un settantenne empolese. Sul posto è intervenuta anche la polizia municipale di Fucecchio che ha effettuato i rilievi dell'incidente per chiarire la dinamica. CGRI PRODUZIONE RISERVATA 7 ravolta & un'aut-ieino a ca rnn r r nnn • • r ■n TLTiR1 W 1 ,t i u d1aìéI i;i S i i t i i i i i v• -- i Cronaca )lì=i-i= •i•ry• • .1 I 111111 Pagina 16 Cronaca Pagina 17 Cronaca Pagina 18 . IL CASO DI EMPOLI In prima linea contro l'azzardo LA NOSTRA città non è certo impreparata di fronte alla stretta che il governo sta decidendo contro il gioco d'azzardo. Anzi, si può dire che Empoli abbia fatto da battistrada per il contrasto a forme di gioco che possono diventare patologiche, senza contare i problemi per i portafogli. Tutto cominciò con un dibattito innescato dall'Arci per i propri circoli che portò, dopo molti contrasti, all'estromissione delle macchine `infernali' dalle Case del popolo . Poi c'è stata l'opera molto importante dell'ex assessore Filippo Torrigiani, che ha avuto risonanza nazionale. Dipendenze Pagina 19 «Iii. períf-eiía perderen-imo tuttí 1* chentì» La rivolta dei gestori delle sale -gioco alla proposta del governo Monti IL MAXIDECRETO del Consiglio dei ministri, oltre a proporre la tassazione di bibite gassate con zuccheri aggiunti, l'aumento delle sanzioni per chi vende sigarette ai minori, va ad intaccare uno dei settori più redditizi in Italia: il gioco d'azzardo. Si dice chiaro e tondo che non potranno esserci slot machine e videogiochi entro un raggio di 500 metri da scuole, ospedali, strutture assistenziali e luoghi di culto. di JOHARA C Il decreto doveva essere esaminato domani, ma è stato rimandato per motivi tecnici. C'è anche chi dice che il testo verrà `spacchettato'. Nei prossimi giorni si decideranno le sorti di queste proposte che stanno già sollevando dissensi e proteste, soprattutto tra chi detiene un'attività come una sala giochi o un bar dotato di slot machine. 500 metri da uno degli `obiettivi' indicati, in città relativamente piccole, apparee una distanza difficile da rispettare. sa». Eliminare le slot vicine alle scuole per tutelare i giovani suona come una scusa bella e buona secondo il titolare de Le Regine: «In tutte le sale giochi c'è un cartello con su scritto che il gioco è vietato ai minori di 18 anni, quindi non capisco perchè vogliono eliminare le slot che si trovano in prossimità di istituti scolastici . Dico sì, quindi ai controlli per verificare che i giocatori siano davvero maggiorenni, ma mi auguro che dopo i 18 anni un ragazzo sia in grado di fare una scelta consapevole». ILLETTI TEMPI duri per sale giochi ed appassionati di slot machine. E' proprio questo il punto più caldo del decreto sulla sanità del ministro Balduzzi. A Empoli ci sono numerosi casi di sale giochi e bar e tabaccherie con videopoker che si trovano a meno di 500 metri da scuole e chiese. Esempi sono la sala giochi Lucky Bar che dista circa 200 metri dall'Istituto scolastico Calasanzio o la sala giochi Free Time che sorge poco più in là. Anche la Tabaccheria Pieri di via Roma, vicinissima al Santuario della Madonna del Pozzo ha al suo interno alcune slot machine. In tabaccheria troviamo Laura Santini: «Mi sembra che il principio sia giusto perchè ci sono persone che si rovinano la vita con il gioco d'azzardo. Se ci chiederanno di toglie- Moreno N efli La questione non deve ri g uardare ì gestori, ma le società concessionarie re le slot machine lo faremo, anche perchè la nostra attività principale è un'altra, ma posso immaginare il disagio di chi lavora in una sala giochi». SONO infatti numerosi i casi di bar con un paio di macchinette per il gioco d'azzardo, ma in questi casi il danno è minimo. Come spiega Laura Santini però, il bersaglio è sbagliato: «Bisognerebbe che la legge non si limitasse a colpire i giocatori delle slot machine, ma guardasse anche ai numeri di giocatori di Gratta e vinci e giochi di questo genere perchè possono essere altrettanto pericolosi e creare dipendenze». Dipendenze Michele Cangerai MORENO NELLI della sala giochi Le Regine in piazza Granisci, poco distante da scuole pubbliche e chiese, è invece su una posizione più dura: «Non possono approvare una legge del genere. Chi come me ha un'attività e vive di questa non ha possibilità di difendersi. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo spostarci in periferia? Perderei tutti i clienti. Penso che la legge non passerà mai, è una battaglia per- IL TRASFERIMENTO in zone periferiche sembra essere l'unica soluzione, perchè in un centro cittadino è praticamente impossibile trovare un raggio di 500 metri senza chiese, scuole, ospedali e strutture di assistenza per giovani o anziani. Il rischio è poi quello di creare zone adibite al gioco d'azzardo isolate ed esposte a problemi di sicurezza. Il Royal Casinò di Fucecchio si trova in via Cesare Battisti, una delle strade principali del paese a qualche centinaio di metri dal Santuario di Santa Maria delle Vedute. La struttura è nuova ed è gestita da Michele Cangemi: «Sono d'accordo sul fatto che le slot machine vadano tenute lontane dalle scuole e dagli ospedali, ma ormai chi ha un'attività non può permettersi di chiuderla per una legge che ha dell'assurdo». Cangemi sottolinea poi che il vero problema non sono le sale giochi locali: «Lo Stato se la dovrà vedere con le concessionarie ed i loro grandi investimenti, noi piccoli contiamo poco». Pagina 21 «Dovevano dirceto prima» «SIAMO qui da meno di tre anni e non abbiamo alcuna intenzione di spostarci»: risponde così Zhang Ranran, titolare del Lucky Bar di via Carrucci, a 200 metri dall'Istituto Calasanzio, alle proposte che vietano le slot machine vicino alle scuole. «E' impossibile che venga approvata una legge così assurda. Non ho soldi per comprare un fondo in periferia ed ormai qui ho clienti affezionati. Ho un bar, è vero - continua la signora Zhang - ma incasso molto con le slot machine ed i giochi di questo tipo. Se avevano intenzione di eliminare le macchinette per il videopoker dovevano farlo molto prima ed impedire a chi opera nel settore di cominciare del tutto questa attività. Ormai è tardi per dirci di andar via e non possono certo cacciarci». Dipendenze Pagina 23 Segnalazioni Pagina 24 FIC UNA 071 /.%/..% %, i % % I FORMA I PROJECT FI /,,, ,i % %.G.%, G, r r L7%, %i %I F//, /_ -MONTESPERTOtfIL COMUNE di Montespertoli indica i tetti, mentre un'azienda specializzata installa i pannelli solari e prende l'energia prodotta pagando un canone. Il projectinancing, le cui procedure sono partite a novembre, è alla fase finale: adesso, con un bando che scadrà il 1 ° ottobre, si dovrà individuare la ditta interessata al progetto che dovrà coprire di pannelli i tetti di 13 edifici pubblici e di 20 privati. Privati? Sì. Il progetto, infatti, prevedeva che i proprietari di case o di aziende potessero fornire il loro tetto in diritto di superificie al Comune in cambio di una quota parte dell'energia per uso domenistico che, in molti casi, corrisponderà all'intero fabbisogno. I privati sono stati già individuati grazie ad un bando tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012. I tetti individuati non sono solo nel capoluogo, ma anche nelle campagne, purchè siano installati sui tetti e non sul terreno. Nel bando sono stati pubblicati gli studi di fattibilità per installare pannelli sui tetti dei cimiteri del capoluogo di San Quirico e di San Pancrazio, della scuole media, materna di Aliano, Machiavelli e di Montagnana, del magazzino comunale, del Museo del vino, della palestra di Baccaiano, del palazzotto dello sport e degli spogliatoi. Si tratta di circa 4000 metri quadrati. Una superficie co m plessiva i 4 ila metri , in molti casi rantirà l'autosufficienza A DIFFERENZA del project financing di Castelfiorentino, non sono previsti interventi di manutenzione dei tetti in cambio dello sfruttamento dell'energia: «Solo dei piccoli interventi di predisposizione dei tetti in due casi di edifici pubblici - spiega il sindaco Giulio Mangani - Crediamo che sia un progetto interessante che ha richiesto mesi di lavoro agli uffici. Tra poco scadrà il bando, e se tutto andrà nel verso giusto contiamo di far installare i pannelli tra fine 2012 e inizio del 2013». 71 GI IL BANDO stabilisce anche il canone minimo che il privato dovrà pagare: nelle casse comunali entreranno almeno 124.000 euro l'anno per 20 anni. L'importo però potrà essere convertito anche in energia per quanto riguarda i lotti delle scuole pubbliche e degli immobili pubblici. Il regolamento del bando, prevede che venga dato punteggio (il massimo è 100 punti) alle aziende di poter pagare di più rispetto al canone minimo. I criteri di selezione, poi, prendono in considerazione l'offerta tecnica sotto l'aspetto della qualità e dell'innovazione e l'offerta economica. Il privato, inoltre, dovrà farsi carico, di ogni onere riferibile all'intervento, come le spese di progettazione e la manutenzione degli impianti, e della rimozione dei pannelli. In questo caso gli oneri devono essere garantiti tramite una polizza fideiussoria. Il privato sfrutterà economicamente gli impianti e incasserà gli introiti degli incentivi previsti dal Conto Energia vigente. DAL SO LE Sui tetti sia degli edifici pubblici che privati Segnalazioni Pagina 25 L m -ctoppíe costa f ■ da 240 euro NELLA grande siccità, "piovono" sanzioni pecuniarie per chi accende fuochi in campagna - per bruciare scarti di lavorazioni agricole e potature - senza pensare al rischio che i fuochi medesimi possano degenerare in devastanti incendi. Solo ieri mattina, il Corpo Forestale dello Stato ha elevato, nell'Empolese, ben cinque sanzioni da 240 euro l'una (due a Vinci, una a Limite, Empoli e nella zona di Fucecchio). Nell'ultimo mese, sono state "staccate" una ventina di queste contravvenzioni. Torniamo alle stoppie bruciate ieri. In questo periodo, vige il divieto assoluto di accendere fuochi in campagna secondo un'ordinanza della Provincia di Firenze estesa al 30 settembre. Se poi, come sembra, domani e nel corso del finesettimana piove, sarebbe davvero mai come questa volta manna dal cielo. «Il particolare andamento della stagione estiva 2012, caratterizzata da alte temperature, vento forte ed assenza di precipitazioni piovose, - spiega l'amministrazione provinciale - ha reso necessaria la proroga del periodo a rischio incendi». Perciò è stato spostato sino alla fine di settembre il divieto «di ogni forma di abbruciamento di residui vegetali su tutto il territorio della Provincia di Firenze, ai sensi del Regolamento Forestale della Toscana». Segnalazioni Pagina 27 EMERGENZA INCENDI Multafi per aver acc eso fuo chí 0C 1 EMPOLI Nonostante raccomandazioni e divieti c'è ancora chi non capisce quanto sia pericoloso accendere fuochi in campagna o vicino ai boschi. Basta un nulla e a causa del vento e dell'aridità dei terreni si possono innescare incendi anche di gravi proporzioni. Per questo l'amministrazione provinciale - su sollecitazione della Regione Toscana - ha prorogato al 30 settembre il divieto di qualsiasi tipo di abbruciamento, ovvero i fuochi che si fanno nei campi per eliminare le potature degli alberi. Ieri mattina gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno sorpreso - tra Empoli, Capraia e Limite e Vinci - ben cinque individui a violare il divieto. Tra loro c'era il pensionato che stava bruciando le potature, il padre di famiglia in vacanza che voleva liberarsi dell'erba appena tagliata, il classico pensionato che cura un pezzo di terreno. A nulla sono valse le spiegazioni che hanno tentato di dare: sono stati multati con una sanzione di ben 240 euro, il minimo di quanto previsto dall'ordinanza emessa dall'amministrazione provinciale (la sanzione amministrativa può arrivare fino a superare i duemila euro) . I controlli continueranno anche nei prossimi giorni per cercare di contenere al massimo un comportamento che spesso può provocare grossi danni. Si raccomanda infine ogni volta che si nota un principio di incendio di avvisare le competenti strutture antincendio boschivo chiamando uno dei seguenti numeri telefonici: sala operativa unificata permanente della Regione Toscana telefono 800425425; corpo forestale dello Stato 1515; vigili del fuoco: 115. Segnalazioni Utto G.migüe aocara fiori asa a -- di nn i,iJenfe Jnmecficu Pagina 28 G LI EVENTI Claud a ï .. . . . %,,, TESTI MON E L'attrice Claudia Koli dopo la conversione TORNA anche quest'anno la Festa della Misericordia di Fornacette. Ospite speciale della Festa sarà l'attrice Claudia Koll a cui mercoledì 5 il Governatore Sergio Vanni consegnerà il premio Carità & Amore, come presidente dell'associazione Le opere del padre. L'associazione onlus, fondata nel 2005 Ta lio del nastro do mani con la Filar m onica e la conviviale paesana è impegnata in numerosi progetti di sostegno ai bambini africani del Congo, Burundi e della Tanzania anche nel campo della disabilità. La premiazione si terrà con la par- tecipazione della Corale Santa Cecilia. Oltre a questo momento, tanti gli appuntamenti che da domani fino al 10 settembre vedranno protagonista la sede della Misericordia. Domani la festa si aprirà alle 20 con la cena paesana e il concerto Volontariato dei Gruppi Giovanili della Filarmonica Volere è Potere. Sabato alle 12.30 pranzo degli anziani, alle 20 cena paesana e alle 21.15 la prima serata del concorso canoro Cantafestival. Domenica appuntamento alle 9 con Bicincittà, organizzata con il gruppo Team bike Fornacette. Lunedì 3 settembre alle 20 una «Sorpresa per cena», mentre alle 21.15 si esibirà il Gruppo Teatrale Incontriamoci a metà con Giochi di luci. Mercoledì 5 appuntamento con il Premio Carità & Amore. Giovedì 6 la cena dei donatori di sangue Fratres. Venerdì appuntamento sul palco con «Tutti... in gioco». Domenica 9 appuntamento con la finale del concorso canoro Cantafestival e alle 23 la Tombola Paesana. Primo premio 800 euro. Lunedì 10 settembre si conclude la festa con il laboratorio teatrale parrocchiale Stelle filanti. Tutte le sere ci saranno stand e banchetti delle iniziative della Misericordia, tra cui il laboratorio dell' H-Verde. Silvia Passetti Pagina 29 Decreto salute k am i kaze La tass a sull' alc o l c olp isce solo i li quo ri lit ali di FRANCO BECHIS Forse per ingentilirla il ministro della Sanità Renato Balduzzi l'ha chiamata un «contributo straordinario», limitandone la portata a tre anni. Ma di fatto quella inserita nel decretone che forse non approderà domani in consiglio dei ministri, è una vera e propria tassa su bevande analcoliche con zuccheri o edulcoranti aggiunti e sui superalcolici. È la norma che fa più discutere dell'intero provvedimento ed è anche quella tecnicamente peggio scritta. Tanto è che dopo un primo esame è apparso evidente, ai tecnici degli altri ministeri come agli operatori del settore, che quella tassa travestita da contributo è anche distorsiva della concorrenza. Per giunta a danno quasi esclusivo delle imprese italiane. Il doppio contributo è stato ideato infatti per i produttori sia di bevande analcoliche che di superalcolici, e non per i distributori. Nel primo caso (analcolici con zuccheri o dolcificanti aggiunti) sarà di 7,16 euro (...) segue a pagina 11 Educazione alla salute Pagina 30 Un governo di ubriachi La tassa sull'a lcol affossa solo i li quori ita lia ni Il balzello penalizza i produttori nazionali: così, ad esempio, sarà colpita la grappa mentre verrà salvata la vodka... segue dalla prima FRANCO BECHIS (...) ogni cento litri «immessi sul mercato». Nel secondo caso (superalcolici) sarà di «50 euro ogni 100 litri immessi sul mercato». Il testo prevede appunto che il contributo sia «a carico dei produttori», e quindi esclude dalla tassa-contributo tutti i prodotti di importazione, visto che in quel caso al produttore non può essere imposto nulla. Il caso è piuttosto raro per quello che riguarda le bibite, visto che anche i grandi marchi internazionali hanno per lo più stabilimenti di produzione in Italia (è così per Coca Cola, Pepsi Cola e CadburySchweppes, che hanno la maggiore parte del mercato). La tassa in questo caso sarebbe eguale per tutti, con rarissime eccezioni. Però anche per quelle aziende si introduce un principio che potrebbe diventare assai rischioso: se importassero le loro bibite dall'estero, non pagherebbero la nuova imposta, che penalizza la produzione in Italia con una filosofia che appare l'esatto opposto di quella che dovrebbe seguire un governo in disperata ricerca di politiche per la crescita. La distorsione del mercato è invece assai più evidente nel caso dei superalcolici, perché qui verrebbero fortemente penalizzati (con un rincaro di mezzo euro a bottiglia prodotta) gli italiani, per altro distinguendo in maniera grossolana fra prodotto e prodotto. Nel settore verrebbero tassate quasi tutte le grappe e le acquaviti dove sono leader le industrie italiane. E verrebbero penalizzati rispetto ai concorrenti perfino i produttori di brandy nazionale rispetto alle marche di importazione su cui il contributo non sarebbe applicabile. Mentre ad esempio verrebbero premiati altri prodotti di importazione, indipendente dalla Educazione alla salute qualità e dalla pericolosità del loro consumo: rhum, whisky, cognac etc... Basti pensare alla vodka, importata per lo più da Paesi dell'Est con prodotti e marche di bassissima qualità, poi distribuite nella rete di hard discount a prezzi competitivi perfino con modeste bottiglie di vino. Non solo dunque in una tassa calata in questo modo l'ultimo dei pensieri è proteggere la salute dei consumatori, ma è evidente il danno che si produce sul mercato sotto il profilo della concorrenza, penalizzando fortemente l'industria nazionale in un'annata di crisi sia di mercato che di prodotto. La grande siccità di quest'anno e la maturazione prima del tempo delle uve ha compromesso il raccolto (la quantità è decisamente inferiore agli anni scorsi) e nonostante qualche speranza dei produttori, sicuramente danneggerà la qualità della produzione. F come avere introdotto un aumento dell'Iva selettivo, che favorisce gli stranieri e penalizza il made in Italy. Quella doppia norma è molto probabilmente destinata a saltare, già falcidiata dalle osservazioni critiche del ministero dell'Economia e di quello dello Sviluppo Economico, e pronta ad essere cancellata durante l'esame parlamentare. Ma in queste ore non poche perplessità esistono anche su quello che impropriamente il testo del decreto Balduzzi chiama «gioco di azzardo». Tecnicamente il «gioco d'azzardo» è vietato dalle leggi italiane, e quindi le norme inserite non avrebbero in sé alcun valore. Ma al di là degli svarioni contenuti nel testo del decreto (non ha dato gran prova di sé il legislativo del ministero della Sanità), le norme sui giochi ispirate a Balduzzi dal collega Andrea Riccardi vengono fortemente contestate dal ministero dell'Economia. In quest'anno di forte crisi anche le entrate da giochi si sono ridotte nella prima parte dell'anno, ma rappresentano pur sempre una delle voci principali del fisco italiano (24,4 miliardi di euro nei primi sei mesi dell'anno). Metterla a rischio non è certo una priorità, e nessun altro dei colleghi di governo desidera fare hara-kiri per ragioni etiche di non facile comprensione. Pagina 31 A rischio 100 dí storia (e decine dí postì dí lavoro le scuxne lLeuiadeli.)`.bodlaa;,uu ia pl'C!fpc)SLa d( e:g,,,aï5111'da che credero SupeaLa ma da vedn Acce lc 1.lare di al Lua.iLm 'voi cied'.wnl ü,rLenienle che s'oio nnac. lel,_,i__d_, ,i lo, f,adu z,s.ílerl ..la Sand, IeCïsSa"Mare 1 ti13ch' di Cehe3(Là -nc;n un lL _SSasalj ulk.ood.5rolgerecnai«Lil i L à iïsica adeg .ala ë inALi alLeLlinllo illlpore l-1(edlu.l ohine f z1/.iGi1Pf'f!"IE'LLLìPi71- ehassa,suquali aLoSSa a-rel,1)eìncidei-Ve anche s11;)el ttlr. a, i.,,:. dei iL i, ale pir:°%o a, consl.:Ilo. ( aairnposs l iniìned l eLlilo Lenu li;e duiah o ( líellaílellet)ev.<<ndef_ :n<<calc<<elilp r_, elarn1e11LfscuSit-'i_ea] ")remo: dOnSideraido e'hd' 1'aunlenlo nie dicfde:lf c osarehi?e.)ell'otdit)edel75`):, .aconsrazionedel,.) donlandas arehl?e Lale chenf!,i:'O:Olala :.a,1c7ii,GraliATE'1 W:- lanci,al,:. li o1C'eu.enianu);'a,lpo,sl<<o1ca mente ;,aacceaahile leic`le ;)reLeilde di eli ri r./-ire il c t(adíllo rLlche nei sco. fo,i uoprelrS.o,ma cla;lí)L:lel)tlellls:r; a: prt;dna_or; d;,,re'1u dl a.;rinnl, iulll basali, ..d,ffiva perdila per minore ha inc<assaLa illrl<,al ae). ',,elmei.,zo deiguado,lracon ,uil ïnlei a caLego ìa' C)nz .alpos(, u-ia, uinmLori indiCicollàe_ mlrsrLli che si ridi saraia:inlenla_gi,oldi L):.UIzilil?ei(ain diliduale": f lllnla, t;.Lldal,a5(C ill'."r _ IUL,:c,:, per c11e a})i)ilaLaUorilc;)i[r_r_1 iir pAodollí- :aealeü . a.c,llerole;lerl,islei. ll.zi,i :di cera) lei sa che le l)il)ile ke Idule SA 'ie)sLr: 1C-; c,1J sono allhi'.(Jt l'als' :11 ILa1.1. liliiilQ er_pí,adlnlpreselLal.atiaecí,n,a1711loiAila and ehbeaulairepele'enula;nadn.edil?iìi lprodolL `e.consanaaoriidila. iaiaedia ;ì<<n'. (<<n _ e quelle a ma h.o, ialullina.'.ol aa.e)eullï aaloine;ranpalenaaLeiiepri riae lal . lie. )rLassasi li li iip-odoLLiienderebhe pi1, coalpeLlnro 111if)rLare pro dono inon Lawalol d A'es(ero che produr re (col a La. sa5one) locaimeLa_e.... in,l1_i_ic+; re,l>i_, os ra,a icnilel :at;r) rCï neU.le deo'nle d( ;,ain 7 ;1e. C-"e 1 ;11ìs'll. i ;iunlaaielaespc;ur_vlziie5rccm;ider;a nao:''.ndoac, siri aval e. idis.T'.tlurione; che a i-ilrlle (SLC pensando in padelare ai _oi)c,ecccie,5l _Li inlc.lerüredi} ri posilo, inLrodurre un ennes.ala Lassa, applicarla ad liil Se,.Cï ;E Li,:e (il [lUSho) s d :.Íilli ,gere i1lulwlimod,?aiallleilsioiia! LORENZO LiSt e t ona Punire e in fflo incentiviamo l'atti ta aro dlí liOre, biTOri láVCl"O e f, e peL la compagnia che i fl7Ci u m1 _1 eWll s;ioi-nc. sono gounw-isLapLlhhlcisla, riledic-o spcr «.lslaininedicnladel:ospdxL(eiriorLol,fei.aci ieditinaS wia(r edaerc;naal' c'l, non cerco pubhl e,ìtà e lf, chiedo c h e gues(Crigllel.lnanl-,0] _,anoi rna apr_,odld iltirrcceeLlL i)LLLI,i .9e-e ee<; I tii i sci7lLO d. ,,ali in ie e liranl'su. ;nse gno ü siologizi t.1 (lüre.a._à e quando del o . . sp e-ire .agii SLUden i .. E:nl wncio calorico; ace c_'eee ripiodc] «.asu d«6 a,;rida:dal ruhinetLO enaa acg _a nella la cr , dalle, s>cr coesce. Oue.LOpaiar capireche se n nar,g i n e; iìieLLiamo açgilane.la laac,,Secili'oAarifoaairiiemi'.iìic)li Ca?icll. Educazione alla salute Perché „IV~ ' d i ui«s.auarE ee) 1 esse Melp"r)dULLt(ehe ia_ 1.rCìCO as.,piis 1 ;nenle ha 1<<llo liolare non soni) solo le hibile:-lclinprclucaoernipmtiolle)r-hecoiienl,acilMeequ..ldil_,llf) rali fc .;l,neralie sa1ninelnonsiince1l.ivii alle ,lo, .con dc L_arioni, 1%lendt,ocaeIp riedi Ct,flluncr.itirlc' Lr d_"Lapi _oo leilicomedc ulm n e, , 4..>are i hiciclf a,,are ilneS eccelera? Oggi 7h _g:ianio ad áli;.ie.e_atci .aaSo' 1fraLLULlrf nori dl üiuoiii,.ic) pül cd èsLlrc,pl „i±, in„l a puhbiiciL adi p-rdilli cori ap;x) o calcncr, chi e MW de) rìs )r(tc sai lindi ìnle,lili sulla prerenMW ed ice;nwLlos.iledlr_I.i. (li anni di e:.peiien, z mi .ia.lnrf inse- tii«Cee, in rioda ccerreeLo puù la bene, se in Og,;qtilnd sSalelli<ial(IVLsirilOLCiial3ei' 1111n: W în i aLi, L n.,;a_;, dolllle g" <ide sul eLc e he ', a come un ai? 1 L_i :;u misura. 'lIÒ eSSt r .alLc, <i casa 01 Rn ¡)í' fSaa, aii a perlo f) i n acgiu 1, a caldo o al lieddo, senza , da soll o ]ri gt2Lppw quocdiananlenle t) con P eriodicità, pild ric ;edere .ite e,riaAdxA di :igaidi e Corie o ito, e gi,es.o 1;iilsLdl per r:co -i,arie quailLe cßi yMeZ: r g u h 9,ana >9elë_eVd,,si Ji lll r c0. * paia _ippo di cìho. ;locc dellsa pnemi,::olrie p i ù semplice e meno emana il illdl,tmeilin- . onsL..•la 'laLCfche.'aLLib àilicLlll ÉCC ne.inl lr- Pagina 32 II 30 per cento dei bambini italiani è sovrappeso od obeso. È giusto, ed è utile, tassare bibite gassate e cibo spazzatura? In fondo, le malattie che causano finiscono per gravare sul sistema sanitario. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, vorrebbe applicare un rincaro di circa 3 centesimi a confezione su bibite gassate e zuccherate, per un incasso di 250 milioni l'anno. Francia e Danimarca hanno introdotto la tassa sul junk food; e i danesi, secondo stime, avrebbero guadagnato sei mesi di aspettativa di vita (la tassa esiste dal 2009). Usa e Gran Bretagna ne stanno discutendo. Ma l'idea di scoraggiare in questo modo il consumo di alimenti e bevande dannosi non convince tutti. Può essere una strada. E sarebbe anche meglio detassare i cibi sani. Zucchero e grassi non sono certo dannosi come fumo e alcol. Eugenio Del Toma* i stima che l'obesità tolga in media 6-7 anni di vita a chi ne è affetto, oltre a comprometterne profondamente la qualità. Il grasso in eccesso è terreno fertile per l'attecchimento di diabete, infarto, tumori. Uno studio della Scuola Sant'Anna di Pisa parla di un 10 per cento di italiani adulti obesi, di un costo sanitario annuo di 8,3 miliardi di euro (è il 6,7 per cento della spesa sanitaria pubblica). E dunque logico cercare di affrontare il problema in modo più deciso. La scelta di tassare alcuni alimenti è stata fatta in vari paesi e dai dati disponibili sembra abbia prodotto qualche risultato positivo. Tuttavia è presto per trarre conclusioni, anche perché il tema rimane complesso. Non è semplice decidere quali cibi includere nella lista dei cattivi e quali no. Sarebbe necessaria una revisione seria dell'impatto degli alimenti sulla salute, in particolare di quelli industriali, ma così la lista diventerebbe piuttosto lunga. La tassazione sembra poi responsabilizzare solo il consumatore e non i produttori, che spesso «disegnano» gli alimenti in modo da renderne un consumo limitato molto difficile. Tassare certi alimenti può quindi avere senso. ma dovrebbe essere parte di un grande progetto di educazione alimentare. Per esempio, perché non detassare quelli sani incentivandone così l'acquisto? Nessun servizio sanitario al mondo, nel 2020, potrà più reggere la spesa per l'obesità, come ha ribadito anche l'Oms. Ma ritengo che dare la colpa a un alimento piuttosto che a un altro, e tassare il cosiddetto junk food, sia una strategia poco incisiva e di scarsa efficacia. Lo fanno in alcuni paesi e avrà anche una sua logica, come scrivere sul pacchetto di sigarette che il fumo uccide, anche l'obesità uccide, certo, ma sono iniziative estemporanee e non coordinate, prive di un contesto di prevenzione. Piuttosto, dobbiamo tornare a una cultura del movimento, introdurlo un'ora tutti i giorni nelle scuole. Solo favorendo l'attività fisica è possibile contrastare l'obesità. Possiamo decidere di tassare gli snack come abbiamo fatto con l'alcol (di cui peraltro non abbiamo scoraggiato il consumo) o con le sigarette. Però zucchero e grassi non sono neanche lontanamente comparabili a sigarette e alcolici. Inoltre, e lo dice l'Istituto nazionale di nutrizione, oggi le merendine industriali sono alimenti di qualità e ben equilibrati, che scontano una fama immeritata di alimenti spazzatura. L'obesità è un fatto complesso e trasversale, va aggredita da più versanti. La piccola «medicina» della tassa è come l'autovelox, punisce ma non educa. Se scegliamo metodi di repressione, rischiamo di esagerare con l'accanimento (basti pensare alla proposta di legge australiana di vietare il fumo a chi è nato dopo il 2000), e non facciamo educazione. * medico chirurgo e direttore scientifico dell'smerian, Istituto di medicina rigenerativa e antiaging di Trieste *primario emerito di dietologia e diabetologia al San Camillo Forlanini di Roma Filippo Ongaro * Educazione alla salute Pagina 34 LA PAL DI PERDERE d' FRANCO CANIARLINGIII Piombino il Pd organizza una festa dedicata al kI oro; Pietro Ichino è 1 un protagonista del dibattito su tale questione ed è un parlamentare del Pd. Uno si aspetta di trovarlo nel programma, magari in una discussione con Stefano Fassina (giovane e aggressivo responsabile dell'economia del partito di Bersanï); neanche per sogno! Chi va a Piombino rischia di farsi un'indigestione delle posizioni krugmaniane e antimontiane del sopraindicato Fassina, ma l'opinione del riformista Ichino si può scordare di ascoltarla. Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, alle feste dei democratici non la invitano proprio per niente, nemmeno a quella di Torino: non è in sintonia con le posizioni del Pd. Con una dosata simmetria non viene invitata nemmeno la Fiom e, così, si fa pari. A Firenze si dedica una serata a Renzi (impossibile fare diversamente, visto che il giovane rottamatore è il sindaco della città, nonché concorrente alle prossime primarie per la candidatura a Palazzo Chigi), ma non c'è traccia di un invito per i poveri assessori della giunta guidata dall'avversario di Bersani. Non basta : siccome lo scontro elettorale a sinistra sarà durissimo, lo stesso Bersani non esita a definire Beppe Grillo un fascista e viene ricambiato con insulti adeguati. Intolleranza? Ricerca dell'affermazione di un pensiero unico ? La paura prima di tutto dell'avversario interno alla sinistra, come era tipico del- Politica locale la vecchia e tradizionale cultura dei partiti comunisti, da cui deriva gran parte della classe dirigente del Pd? C'è un po' di tutto questo nelle cose che abbiamo indicato, ma soprattutto prevale il timore di perdere l'ultima occasione di rivincita sul vent'anni dominati da Silvio Berlusconi: la rivincita di una classe politica (sostanzialmente la stessa) che nel '94 si era illusa di conquistare il potere, senza pagar dazio dopo il crollo del Muro di Berlino. Ragionevolmente un altro suecesso di Berlusconi e del centrodestra appare, allo stato dell'arte, impossibile, ma una posizione di resistenza non è da escludere, mentre un successo di Grillo potrebbe costringere nuovamente ad una coalizione con ïl partito dell'odiato Cavaliere. Si possono spiegare in tal modo le insofferenze, le ansie, le chiusure, gli attacchi contro i competitori interni (come nel caso di Renzi): sono però il contrario di quella trasformazione liberale che gli elettori richiedono ad una sinistra riformatrice e di governo, quale pretende di essere il partito democratico. Del resto , un fascista e un divieto di partecipare a un dibattito non si negavano a nessun avversario fino agli anni Ottanta del secolo scorso (per quanto riguardava il confronto interno, si poteva sempre confidare sul centralismo democratico), ma era tanto tempo fa e il partito più grande della sinistra si chiamava Pci e non aveva alcuna vera ambizione di governare l'Italia. O RIPRODUZIONE RISERVA?A Pagina 35 .111r ` .° , Sul palco con Errani Ro ` ` s si ® •,y>. chí tarlo berluscom ano ' Sono di «sinistra», stanno con Bersani e hanno bacchettato sia Matteo Renzi che Beppe Grillo. Enrico Rossi, presidente della Toscana, e Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna, martedì sera hanno parlato dal palco principale della Festa del Pd di Firenze di solidarietà e terremoto, ma alla fine sono entrati anche nella stretta attualità politica. E se Errani ha attaccato soprattutto Grillo «e il populismo, che è sempre di destra», Rossi, pur senza nominarlo mai, ha criticato il sindaco che ha appena iniziato la sua corsa verso le primarie. Davanti a circa duecento persone, Rossi ha difeso la linea politica del segretario pd e chiesto regole per le primarie. «Bersani ha fatto bene a fare chiarezza - ha spiegato - C'è la sinistra, c'è la destra e se c'è un centro, anche se l'esperimento del terzo polo è fallito, decida da che parte stare. Se Casini vorrà allearsi con noi ben venga. Se il prossimo non sarà un premier politico saremmo tornati indietro - ha aggiunto - Non credo a un dopo Monti con Monti, la sospensione della politica deve finire». Perché, ha detto il governatore toscano ottenendo qualche applauso, «serve la politica, servono i par- ccOspîte» titi e serve la disciplina: non capisco perché Vasco Errani questa parola legata ad un partito suoni strana. Se ci saranno le primarie, occorre che ci siano delle regole: la cittadinanza diffusa non può conquistare un partito . E dopo mi auguro che ci si possa impegnare per il futuro del Pd. Il Partito democratico - ha concluso non deve essere uno strumento su cui salire, tirando poi calci, lanciare magari anche accuse allo stesso partito per avere visibilità : queun " tarl o b erluscon i ano " L sto è un errore,.e primarie non devono essere un indebolimen- Governatore to, ma un momento per rafforzare il partito». Enrico Rossi Per Errani, che ha strappato applausi, le primarie «servono per scegliere la personalità migliore per governare il Paese. E bisogna apprezzare Bersani che non si è rinchiuso nello statuto del partito. Noi dobbiamo vincere e Bersani sta facendo bene. Trovo eccessivo tutto il pandemonio sulle sue critiche al linguaggio di Grillo, non a Grillo ha sottolineato il governatore emiliano - che oggi dice quasi le stesse cose dette da Berlusconi quando "scese in campo" nel 1994: perché il populismo va sempre a finire li, è sempre di destra». E il terremoto dell'Emilia? Il conto totale dei danni è di undici miliardi di euro. RIPRODUZIONE RISERVATA Politica locale Pagina 36 enzi, 75 giorni di campapl e V;cìr[e da Verona gffo Un pranzo nel c apoluo go veneto coi s o stenitori, p oi a Sien a l'° llu clo Camp o D all' Orto e Brizzi i n s quadra. S on daggio : B ersani al 4 %, lui al 28 DAL NOSTRO INVIATO DRO' (Trento) - Centrale Fies, tendone bianco in mezzo al prato verde dove la sera prima Tony Hadley degli Spandau Ballet aveva fatto cantare e ballare i Vedroidi fino a notte inoltrata. In mezzo a una ventina di persone c'è Matteo Renzi con la sua divisa d'ordinanza (camicia bianca, jeans e scarpe nere), in versione motivatore. Presenta a tutti Roberto Reggi, capo dello staff che lo accompagnerà nei camper (alla fine potrebbero essere più di due). Poi dà ulteriori dettagli su come lavorerà la macchina: di comunicazione si occuperanno Luigi De Siervo, Lorenza Bonaccorsi e Giorgio Gori, mentre nell'organizzazione è entrato anche l'avvocato Cristiano Calussi, presidente dell'associazione Canottieri Firenze, che già aveva lavorato con Renzi alle primarie 2009. Nella squadra anche il regista Fausto Brizzi, che dovrebbe fare dei video per la campagna elettorale, e Antonio Campo Dall'Orto, vice presidente esecutivo Viacom International Media Networks. Di fronte ai suoi, Renzi cita i sondaggi di Ipr-Marketing/Ig3: Bersani al 4o per cento, Renzi al 28, Vendola al 25 e Bruno Tabacci al 7. Ma il sindaco cita anche sondaggi ben più lusinghieri (forse troppo per qualche renziano), quelli commissionati dal suo sondaggista di fiducia, Fabrizio Masia, che la sera prima delle primarie gli predisse la vittoria al primo turno. «Loro sono convinti di stravincere», dice Renzi, che invece pensa di poter - come minimo - perdere bene. Ma per adesso il Rottamatore mette da parte i toni eccessi- Politica locale vamente arrembanti. Questo non vuol dire che abbia deciso di lesinare critiche al segretario Bersani per come ha gestito il recente affaire Grillo: «Qudo si parla di riforme istituzionali e di politica non si può immaginare di uscire dalla fase in cui stiamo semplicemente dicendo che Grillo utilizza frasi fasciste sul web. Bisogna avere il coraggio di dire che Beppe Grillo si giudica per quello che è e per quello che dice ma alcuni dei temi che lui pone vanno tolti dalla discussione . Il grillismo è un fenomeno che si spenge in due settimane se il Pd, come proporremo noi alle primarie, portasse in Parlamento delle proposte di legge per dimezzare il numero dei parlamentari, dimezzare l'indennità dei parlamentari, abolire il finanziamento pubblico ai partiti e il vitalizio a parlamentari e consiglieri regionali . Se facessimo questo Grillo passerebbe nei sondaggi nel giro di qualche settimana dal 15% all'1,5%» . E le prospettive di Grande Centro invece? «do non ci credo», dice il sindaco, che svicola di fronte alla domanda di chi gli chiede cosa farà qualora le primarie non ci dovessero essere. Poi torna a ripetere che se lui vince le primarie, in Parlamento non ci saranno più deputati e senatori con oltre 15 annidi anzianità di servizio. Almeno Enrico Letta, padrone di casa, si salverebbe per un soffio (ne ha fatti meno). Questo non basta, evidentemente, a spostare di un millimetro Letta dalla sua posizione: «Sono vicesegretario del Pd - dice alla Zanzara su Radio 24 - e la scelta è naturale : io sono con Bersani, col segretario, l'unico in grado di tenere insieme il partito e una coalizione larga». Ma a Dro ', dove per quattro giorni sembra che siano tutti o quasi dei renziani della prima ora (inevitabile a una convention trasversale , o quantomeno para-Pd, con un sacco di im- prenditori, attori e starlette), il vicesegretario è in quota minoranza. E Letta pare perfino quasi stizzito che Renzi sia arrivato lì a rubargli la scena. Alla fine, dopo essere arrivato trafelato, il giorno prima, alla Centrale di Fies, («Avevo da fare la giunta altrimenti quei rompiscatole del centrodestra e il Pd fiorentino dicono che non mi occupo di Firenze»), Renzi partito per Verona dove ha partecipato a un pranzo con i suoi sostenitori del Veneto per poi ripartire il pomeriggio alla volta di Siena. Ed è proprio dalla Fortezza Medicea che arriva l'annuncio: il tour di Renzi comincierà il 13 settembre dal Veneto, da Verona per la precisione. «Sarà una lunga carrellata che durerà 75 giorni e che toccherà tutte le 1o8 province. Speravo le accorpassero, ma va bene così». Non è un caso che abbia scelto il Veneto, terra devota alla Lega e in genere al centro-destra, come trampolino di lancio. «Quando trovo persone del Pd che dicono "non si deve prendere i voti del centrodestra", vorrei sottolineare che l'ultima volta il centrodestra ha preso la maggioranza. Allora, o noi siamo in grado di prendere anche qualche voto di chi ha votato centrodestra oppure la prossima volta si perde», dice alternando ironia e stoccate per scaldare il numeroso pubblico. Sorridere, spiega il sindaco, è un'arma che la sinistra non usa quasi mai: «Talvolta noi politici della sinistra potremmo provare a dire le cose anche con il sorriso». Lo stesso con cui chiede nuovamente la rottamazione dei soliti noti. Ridge di Beautiful insegna: «Se abbiamo rottamato Ridge, possiamo rottamare anche Baffino, la Bindi, la Finocchiaro e Marini. Non con un semplice calcio nei ginocchi, ma con un grazie per il loro impegno». Insomma: battute, frecciate ma anche qualche idea per il domani: «La sinistra dovrebbe avere un'idea progressista, ovvero guardare al domani con ottimismo. Il domani è stato considerato un'enorme e gigantesca discarica dove è stato buttato di tutto. Tutto ciò nella mia idea è quanto più lontano ci sia da una sinistra moderna. Noi vogliamo riportare l'idea che il domani non sia un preoccupazione». E un elemento imprescindibile del programma, per Renzi, saranno sicuramente le donne. «In Italia moltissime si trovano ancora costrette a scegliere tra casa e lavoro. Fermare questa tendenza e farle sentire protagoniste è una sfida che non voglio perdere». Comunque, fair play a parte, non sono mancati, ieri, screzi fra Reggi, che sul Corsera ha messo in dubbio che il Pd voglia fare davvero le primarie, e il responsabile enti locali Davide Zoggia: «Iniziare il percorso delle primarie dicendo che si dubita del reale svolgimento della consultazione - dice Zoggia - è quantomeno contraddittorio e improprio visto che dovremo insieme definire le regole e i limiti di spesa delle stesse primarie che devono vederci tutti quanti impegnati alla trasparenza e alla sobrietà». Non mol- Pagina 37 Enrico Letta: sto con segretario, sono il suo vice. Morando: pronto ad appoggiare il sindaco ti dirigenti, come si vede, appoggiano Renzi. Tra i pochi, in arrivo c'è il senatore Enrico Morando, che non esclude di sostenere il Rottamatore. «Ho visto che Renzi - dice Morando a Linkiesta - ha preso una posizione sostanzialmente favorevole rispetto alla nostra lettera (quella degli ipermontiani, ndr). Lo apprezzo. La sua è senz'altro una delle candidature più significative alle prossime primarie. Prima, però, aspettiamo di vedere le regole di questa competizione». Sciolto infine il dubbio sulla Festa dell'Unità di Bologna: il sindaco ci andrà lunedì io settembre, alle ore 18, nella sala dibattiti centrale. David llegranti david.allegrantí@rcs.it á davidallegranti (ha collaborato Aldo Tani) Contro Grillillo «Sei dem dimezzano parlamentari e tolgono vitalizi la lista 5 Stelle va a finire all°1,5 per cento» Fortezz a Medicee Matteo Rendi ha presentato ieri sera a Siena il suo ultimo libro «Stil Novo» (fato Cínottí/Stini) L'allestimento Un motonno elettrico e due bici sul camper Antonio Campo dall'Orto Fausto Brizzi Sono due «corazzate» della strada i camper «Therry T45 mansardato» della GiottiLine scelti da Matteo Renzi per girare l'Italia. Lunghi 7,29 metri, larghi 2,33 e alti 3, con finestrini rinforzati, non avranno letti al piano basso né cucina, ma una zona conferenze da otto posti, con connessione wireless e collegamento tv. Therry ha un grande bagagliaio per un motorino, probabilmente elettrico, e uno spazio per due biciclette. Mezzi ecologici utili per i brevi spostamenti nelle città durante il tour elettorale. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Politica locale Pagina 38 Il governatore sulla scesa in campo di Renzi: doveva stabilirle l'assemblea "Al partito servono regole altroché partire in camper" «UN partito ha bisogno di regole, anche per fare le primarie. Sennò chiunque può salire sul camper e iniziare a girare. E in questa regione di camper ne produciamo parecchi». Una battuta, certo, quella con cui il presidente toscano Rossi commentala scesain campo del sindaco Renzi che affronterà abordo di un camper la campagna elettorale in cui lancerà la sfida perla leadership delcentrosinistra. Ma solo fino a un certo punto, visto che poi chiarisce: «L'assemblea nazionale del Pd avrebbe già dovuto riunirsi da tempo per stabilire come si voterà nelle primarie. Per ora non esistono regole e invece le regole sono importanti. Dopo la consultazione chevedrà diversi candidati in campo oltre a Bersani mi auguro che ci si possa impegnare per il futuro del Pd». Rossi è convinto che dalle regole si sarebbe dovuti partire, prima che uscissero allo scoperto le identità dei concorrenti che si candidano alla guida della coalizione. «Il Partito democratico», ripete, «non deve essere uno strumento su cui salire, lanciando magari anche accuse al partito stesso per avere visibilità: questo è un errore e direi che anche questo è un "tarlo berlusconiano". E le primarie servono a dare più forza al partito non ad indebolirlo». Concetti ribaditi anche due sere fa al dibattito con il presi- Politica locale A MODO SUO Renzi si candidae parte. Rossi: e le regole? dente dell'Emilia Vasco Errani sul palco centrale della festa del Pd alle Cascine. Dove Rossi ha parlato anche delle future alleanze. «Se Casini vorrà allearsi con noi ben venga», ha detto, «ma sarebbe un passo indietro se il prossimo premier non fosse un premier politico. C'è la sinistrae c'è la destra, è giusto che di fronte alla scadenza elettorale ognuno si presenti al paese per come è. Se c'è anche un centro allora sarà costretto a decidere da che parte stare». Il presidente toscano è contrario, co- Il Pd non deve essere uno strumento su cui salire, bersagliandolo magari anche di accuse solo per avere visibilità munque, all'ipotesi di un governo tecnico bis. «Non credo a un dopo Monti con Monti», sostiene Rossi . «La sospensione della politica deve finire». Anche Errani ha parlato delle primarie dicendo che «servono per scegliere la personalità migliore per governare l'Italia. E da questo punto di vista », ha aggiunto, «bisogna apprezzare Bersani che non si è rinchiuso nello statuto del partito». La sfida con Renzi è sempre più concreta. (s p.) O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 39 b anda degli o sp e dali ( anche Carec g ') Tre arr estati* J` di SIMONE INNOCENTI Hanno rubato sonde ecografiche di vario tipo in trenta ospedali pubblici italiani (compreso a Careggï), per un valore di due milioni di euro. Ora la squadra mobile ha arrestato tre uomini. A PAGINA 7 Sanità fiorentina e toscana Pagina 40 Le'indagini da partite da un colpo a Careggi, dove sparirono cinque pezzi dal 00n-ffla curo Presa la gang delle sonde depredati trenta ospedali LUCA SERRANO SI AGGIRAVANO nei corridoi degli ospedali con una valigetta di cartone in mano , appostandosi vicino ai laboratori forniti di apparecchi ecografici. Poi, come se nulla fosse, approfittavano dell 'assenza dimedici einfermieri per entrare di soppiatto e staccare preziose sonde dai macchinari, filandosela ogni volta con un bottino di diverse decine di migliaia di euro. Un'organizzazione semplice ma efficace, quella scoperchiata dalla squadra mobile di Firenze durante gli accertamenti sulla catena di furti registrata nell'ultimo anno in 30 ospedali di tutta Italia, tra cui quell o di Careggi. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal procuratore Giuseppe Quattrocchi , la mente dei colpi era Pietro Paolo Calvino, 43 anni, titolare di un 'impresa di Casoria (Napoli) specializzata nell'acquisto e nella rigenerazione di sonde ecografiche . L'uomo avrebbe commissionato i blitz a due collaboratori, i fratelli Luciano e Diego Massaro, 44 e 49 anni , per poi avvalersi delle sue conoscenze nel settore per piazzare la merce a ignare cliniche private in Italia e all'estero. Circa due milioni di euro ilvalore della refurtiva. I tre si trovano ora rinchiusi a Sollicciano. La misura cautelare in carcere è stata disposta dal gip Erminia Bagnoli: associazione a delinquere finalizzata a furti di materiale sanitario il reato contestato. Una denuncia a piede libero è invece scattata per altre tre persone, accusate di aver fiancheggiato il gruppo criminale. Le strane sparizioni erano finite sotto la lente d'ingrandimento della squadramobile (all'epoca guidata d aFilippo Ferri) già nel febbraio scorso, col furto di cinque sonde (ognunavaleda 5 a 30mila euro) e di un apparecchioecografico (per un valore di 100.000 euro) in alcuni reparti di Careggi. Dagli accertamenti era emerso un collegamento con due colpi effettuati nel 2011 a Prato e a Lucca, ma anche con altri raid realizzati in tutta Italia, in particolare in Campania, Lazio ed Emilia Romagna. Tra gli ospedali presi di mira, anche quello di Ponte a Niccheri e "La Gruccia" di Montevarchi. La svolta alle indagini è arti- RECUPERATE Due sonde ecografiche recuperate tra quelle rubate dalla banda:200 furti in tutta Italia vata quando gli investigatori hanno isolato un filmato di una telecamera di sorveglianza di Careggi, dove si vedeva un uomo aggirarsi con fare sospetto in un reparto. Per identificarlo, gli agenti hanno incrociato i tabulati del traffico telefonico nella zona dell'ospedale con quelli di altre strutture visitate dai ladri, riuscendo in breve a rintracciare diverse chiamate sospette tra uno dei fratelli Massaro e la ditta di Casoria (Kutec srl). Gli accertamenti "definitivi" sono stati poi realizzati in collaborazione cori l a polizistradale, che in due distinti controlli in autostrada ha sequestrato decine di apparecchi. Il resto della refurti va (in tutto sono state recuperate 196 sonde, 8 ecografi portatili e 4 stampanti per ecografi) è invece saltato fuori con una perquisizionenell'aziendadi Caso ria e in una cantina nella disponibilità di Calvino. /p /y /;( /úG'G' G, !%G,? ..4:- GJ✓I i/ii-M' 91 :... .,.:: ::'.:::::rrN Sanità fiorentina e toscana J [4 .. . . . / 1 ..... ',^, . Pagina 41 I y 0, 1%i í ' / ,. . /r,. . /., i.. , /.. . /,.. .5i,...., r,....., 3. /,,.,, ,,, . .%// ,,,.✓ UNA SONDA costa tra i 5mila e i 30mila ed è indispensabile per qualsiasi tipo di ecografia. Lo sanno bene quei pazienti che si sono visti annullare un esame importante a causa dei furti. Almeno trenta, negli ultimi dieci mesi, in ospedali e cliniche di tutta Italia. Per un ammanco totale di circa due milioni di euro e tantissimi danni per la collettività. Ma grazie all'indagine, condotta dalla sezione antirapina della squadra mobile di Firenze, la banda che aveva organizzato le razzie è adesso dietro le sbarre. Tre i destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere e altrettanti gli indagati a piede libero. Per tutti un'accusa pesantissima, associazione a delinquere, benché le modalità dei colpi non necessitassero di particolari competenze. Bastava intrufolarsi nel laboratorio giusto al momento giusto, spacciandosi per tecnici se sopraggiungeva un im- „/ lo, 41111, po: filmati, celle telefoniche da incrociare, appostamenti e controlli stradale. Ad eseguire materialmente i colpi, hanno accertato gli inquirenti coordinati direttamente dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, erano due fratelli napoletani, Luciano e Diego Massaro, 49 e 44 anni, adesso in carcere assieme all'imprenditore, anch'esso partenopeo, Pietro Paolo Calvino, 43 anni, amministratore della Kutec srl, ditta specializzata proprio nel com- mercio delle sonde mediche. Un ruolo di secondo piano nell'associazione lo ricoprivano la moglie e il fratello di Calvino, e un altro dei fratelli Massaro. LE SONDE rubate venivano ripiazzate ad altri ignari clienti, convinti di acquistare un accessorio rigenerato: cliniche private sul territorio italiano ma anche strutture sanitarie all'estero - Olanda, Regno Unito, Dubai e Cina - dove arrivano tramite normali pacchi GLI ARRESTATI Pietro Paolo Calvino, 43 anni postali. Nel corso dell'indagine, culminata nei tre arresti ordinati l eno trenta i colpi per un valore totale di circa due m ilioni di euro dal gip, Erminia Bagnoli, sono state recuperate 196 sonde, oltre ad otto ecografi portatili e quattro stampanti per ecografie. Gran parte di questo materiale è già stato "rico- previsto, e prendere la valigetta di cartone che custodisce ogni sonda. E mescolandosi tra degenti, parenti, medici e infermieri, se ne uscivano dalle strutture, stringendo in mano un piccolo tesoro. Così è successo a Gareggi, lo scorso febbraio, e in mezza penisola: qui in Toscana a Prato, Lucca e Montevarchi, ma anche Napoli, Roma, Verona, diversi ospedali del Bolognese, a Salerno e provincia, Ferrara, Forlì, Latina. Ma è proprio dopo i furti di Gareggi - tre sonde asportate dall'unità operativa di valutazione cardiologica e dal day surgery della maternità - che si sono messi in moto gli 007 della questura. Un'indagine che ha mischiato tecnologia e intuizioni vecchio stam- nosciuto" e restituito agli ospedali di provenienza. Il questore di Fi- Sanità fiorentina e toscana Luciano Massaro, 49 anni Le apparecchiature venivano rivendute i n Europa e in As ia renze, Francesco Zonno, oltre a riconoscere il valore del risultato ottenuto dell'indagine, avviata da Filippo Ferri e conclusa dal suo successore Lorenzo Bucassi, ha fatto un appello agli ospedali di tutta Italia: potrebbero essere stati messi a segno altri furtiche gli inquirenti non avevano ancora contestato all'organizzazione napoletana. stefano brogioni Diego Massaro, 44 anni Pagina 43 '- zl promuove ,1 oose Il della Tos c ana , « esto ê il futuro» LUCCA - Quelli che stanno nascendo a Lucca, Prato, Pistoia e Massa Carrara sono gli «ospedali di domani». La «promozione» per il progetto della Regione viene dal ministro della salute Renato Balduzzi (al centro nella foto), che ieri mattina ha visitato il cantiere per la costruzione del nuovo presidio di Lucca. I lavori sono a uno stato di avanzamento di circa il6o%o e dovrebbero essere completati nel marzo 2013. Poi, dopo i collaudi, nel febbraio del 2014 ë prevista l'apertura. «E proprio - ha detto Balduzzi al termine della visita alla struttura l'ospedale di domani: mirato, molto tecnologizzato, che però non vive come una cattedrale nel deserto ma è raccordato con la città, con gli altri ospedali, in rete». Balduzzi ha ammesso che, per quanto riguarda Lucca, «ci sono dei problemi di viabilità piuttosto importanti che sono decisivi al fine della riuscita di questo sistema a rete». Ha assicurato però che, per risolvere la questione, a livello governativo «tutto quel che si può fare si deve fare». I quattro nuovi ospedali toscani sono realizzati in project financing da Astaldi-Pizzarotti-Techint. Quello di Lucca sarà un monoblocco di 75 mila metri quadri (di cui 16 mila di superficie coperta), con 354 posti letto di ricovero ordinario, 54 di day hospital e 57 posti letto tecnici. I progetti in stato di maggiore avanzamento sono quelli di Prato e Pistoia, che dovrebbero entrare in attività rispettivamente nel settembre e nel luglio 2013- Più lontani dalla fine i lavori per l'ospedale delle Apuane che dovrebbe aprire nel novembre 2014. Prima della visita all'ospedale, Balduzzi aveva partecipato a un convegno sul tema delle dipendenze da gioco d'azzardo, presenti il sindaco Alessandro Tambellini e il presidente della Provincia Stefano Baccelli. Il ministro ha ribadito la volontà del governo di allontanare i videopoker dalle scuole. «Nel decreto legge - ha ricordato - la distanza è 50o metri, per cui evidentemente, ove questo diventasse legge, la conseguenza sarebbe una riorganizzazione territoriale dei videopoker per finalità di prevenzione e per consentire ai sindaci una gestione più razionale e attenta del territorio». Alberto Ferrarese Sanità fiorentina e toscana Pagina 45 ei f/ in • tic ï s t spanniera qual osa sulp eno i Sandro ennucci FIRENZE GLI AUTO MO BILISTI privati e le famiglie risparmieranno alcune decine di euro; gli autotrasportatori e coloro che gestiscono attività commerciali fino a un centinaio. Ecco il beneficio (calcolato da Andrea Stefanelli, responsabile della Faib Confesercenti) che avranno i toscani dalla cancellazione anticipata dei 5 centesimi di accisa sulla benzina annunciato dal presidente della Regione, Enrico Rossi. Una tassa che si sarebbe comunque esaurita il 31 dicembre e che il consiglio regionale, su proposta del governatore, dovrebbe annullare durante la seduta del 10 settembre. Lo stop effettivo del pagamento alla pompa avverrà qualche giorno dopo, in seguito alla pubblicazione del provvedimento sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione. , i NON sarà una cancellazione senza polemiche. Nella stessa maggioranza ci sono mugugni: Mauro Romanelli (Sel) ha scritto in un comunicato che «oggi lui non voterebbe la proposta del governatore» perché è a favore del potenziamento del servizio pubblico. E sostiene che non gli interessa se costerà un po' meno viaggiare sui mezzi privati. Peccato che anche sui toscani che proprio sui toscani che usano bus e treni regionali per andare a lavorare o studiare stia per abbattersi un'altra stangata: dal primo ottobre i biglietti costeranno il 10% in più e gli abbonamenti subiranno un rincaro addirittura del 20%. Non subirà l'aumento solo chi ha un reddito inferiore a 36 mila euro. Ma dal 2 gennaio 2013 per avere l'esenzione sarà obbligatoria la presentazione dell'Isee. E' il frutto della manovra approvata dalla Regione il9 agosto e che comincerà a far sentire i suoi effetti quando i pendolari saranno tornati a ranghi completi: cioè una quindicina di giorni dopo l'avvio %, '// au ' i iq 0 7 m/ iu /v„ ;'%i ssv ss %% TICKET PER I FARM AC I ---w Confermata L'esenzíone tota le per i red d iti inferi ori a ila euro da 1 a 2 euro a confezione fino a 7 ila eu ro eu ro fino a 1 00m iLa eu ro amma euro oltre 11 00m Ra eu ro VISITE SPECIALISTICHE .,,,G ESAMI Esenzione per i redditi inferiori 36 mila euro d5 á 10 euro fino a 70mila euro 1 a 20 uro fino a 1 ila euro ^ur oltre i 1 0OrniLa euro `da1 c i dell'anno scolastico. Bus e treni pieni: e più costosi. Ma più vicina è la batosta per chi ha bisogno di curarsi: da lunedì prossimo, 3 settembre, scattano gli aumenti dei ticket sulla sanità, ossia l'altra faccia della manovra agostana. Pesante per tutti coloro che dovranno andare in farmacia, in ambulatorio, in ospedale. E' comnfermata l'esenzione per i redditi al di sotto dei 36 mila euro, ma per coloro che vanno da 36 mila a 70 mila il ticket sui farmaci passa da 1 a 2 euro. Passeranno da 2 a 3 euro coloro che sono nella fascia fra 70 e 100 mila euro; e quelli che superano i 100 mila passeranno da 3 a 4 euro. V VERO che continuano ad esserci le esenzioni totali per i malati cronici, ma non per tutti: la Regione ha deciso di chiedere una compartecipazione alla spesa, fino a un massimo di 400 euro l'anno, i malati cronici che si trovano nella fascia di reddito fra 70 e 100 mila euro e oltre i 100 mila. Riguardo alla specialistica ambulatoriale, è confermata l'esenzione per chi ha un reddito inferiore a 36 mila euro, ma pagheranno 10 euro (e non più 5) coloro che sono nella fascia fra 36 mila e 70 mila e 20 euro (invece di 10) quelli che risultano al di sotto dei 100 mila e 30 (invece di 15) al di sopra dei 100 mila. Spesa cospicua anche per la contestata (a livello comunitario) fecondazione artificiale. Un esempio? In Toscana la fecondazione in vitro con inseminazione intracitoplasmatica con prelievi microchirurgici degli spermatozoi, costerà 700 euro. %///i i E ' E ''tJ:ö Dr EGIi, hJ ALI Biglietti niù cari del i noin Ab bona m enti più cari del 2 0% per i redditi superiori a 36m11a et. 7 77 7 Sanità fiorentina e toscana 5 Pagina 46 Sanitá Epilessia, obesità e cancro: finanziati i progetti di 20 giovani ricercatori FIRENZE Tre milioni dalla Regione Toscana per progetti di ricerca clinico-assistenziale. E quanto ha deliberato la Giunta regionale nella prima seduta della ripresa, subito dopo la pausa estiva. Il cofinanziamento regionale è condizione essenziale perchè i progetti ottengano anche il finanziamento ministeriale. Il Ministero della Salute ha individuato infatti, nell'ambito del Bando di ricerca finalizzata a giovani ricercatori, un totale di 20 progetti toscani, a cui andrà un finanziamento ministeriale di complessivi 5 milioni. La selezione è stata fatta da esperti valutatori, e il bando ministeriale prevede l'impegno da parte delle Regioni a cofinanziare al 50% i progetti scelti, pena il decadimento dei progetti stessi. "In Toscana abbiamo sempre attribuito un ruolo fondamentale alla ricerca- sottolinea l'asr//oi7a/I/AA sessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Il Ministero, con un sistema di valutazione di altissimo livello, ha selezionato ben 20 progetti toscani, individuando quelli che rispondevano ai migliori standard di qualità della loro disciplina. Come Regione, siamo ben contenti di cofinanziare questi progetti". I progetti finanziati riguardano il cancro, l'epilessia nei bambini, le patologie cardiache, la riabilitazione di pazienti con danni cerebrali, la trombosi, l'obesità, la traumatologia. 1 s dkau n, _ , onar„- x, I ,„, ddl: „. Sanità fiorentina e toscana Pagina 47 Se ne va la radiologia dai distretto di via Moro Dal 30 settembre stop al servizio. Angeli (Pdl): «Ennesimo depotenziamento» Asl e Comune: «Mala chiusura sarà compensata da un nuovo ecografo» dl Mario Moscadelli 1 ROSIGNANO Addio al servizio di radiologia nel distretto sanitario di via Moro. Dal prossimo primo ottobre, infatti, per una lastra occorrerà rivolgersi all'ospedale di Cecina. Ma se per Maria Grazia Angeli del Pdl questa decisione rappresenta l'ennesimo depotenziamento della struttura rosignanese, non sono dello stesso avviso Asl e Comune. Addio alla radiologia. Partiamo dal dato di fatto. Già dai primi giorni del mese in corso sono stati sospesi gli appuntamenti per gli esami radiologici al distretto. Una sospensione propedeutica al fatto che il prossimo 30 settembre, come scrive Angeli nella sua interpellanza e come conferma la stessa azienda sanitaria, il servizio sarà interrotto completamente. Dal giorno dopo chi avrà bisogno di farsi una lastra dovrà andare a Cecina. La rabbia di Angeli. Angeli va giù duro nell'interpellanza. «Continua - dice il consigliere comunale del Pdl - il perdurare dei tagli inflitti ai servizi sanitari per i cittadini di Rosignano. Pochi giorni fa il taglio agli orari del centro prelievi, oggi tocca al servizio di radiologia: un taglio ben più forte per il presidio sanitario, che con questo colpo è veramente svuotato». Secondo Angeli questa chiusura «creerà un forte disagio e preoccupazione, soprattutto nella popolazione anziana e in quella abitante nelle frazioni collinari del comune di Rosignano, già costretta per alcuni esami di radiologia a recarsi a Cecina ed a subire le interminabili attese in fila all'ospedale. Un distret- Sanità fiorentina e toscana II distretto sanitario di Rosignano to sanitario svuotato di ogni servizio, non può aspettarsi altro che di chiudere i cancelli. Ma che razza di politica è quella che governa Rosignano, che non riesce ad imporre una propria strategia sanitaria nell'interesse degli abitanti». Asl e Comune. Dall'azienda, come detto, confermano l'interruzione del servizio, spiegando che questa scelta rientra in un'organizzazione che porterà a Rosignano un potenziamento del servizio di ecografia. «Confermo quanto sostiene l'azienda - dice Elena Ciaffone, assessore comunale alla salute - visto che la chiusura del servizio di radiologia rientra in un progetto di miglioramento dei servizi del nostro di- stretto. Questo almeno è quanto c'è stato detto dall'Asl quando anche noi abbiamo saputo della dismissione della radiologia». Ciaffone argomenta. «Occorre infatti considerare che il macchinario finora utilizzato a Rosignano per le lastre era vecchio e produceva un prodotto finale di scarsa qualità. Da qui la scelta di non rimpiazzarlo, ma di dirottare i pazienti che hanno bisogno di una lastra a Cecina. In cambio al distretto di via Moro sarà installato un ecografo di ultima generazione, capace di effettuare una vasta gamma di esami di questo genere. Insomma, io non parlerei proprio di depotenziamento». Pagina 49 LI` a Muore paziente dimesso Sei medici indagati Sei medici dell'ospedale di Livorno sono indagati dalla Procura labronica per la morte di Roberto Lotti, un 62enne deceduto domenica pomeriggio. La morte dell'uomo è sopraggiunta a 48 ore di distanza dalle dimissioni del paziente dal nosocomio. L'uomo era arrivato al pronto soccorso nel pomeriggio di venerdì con priorità di emergenza in codice rosso, il paziente accusava una insufficienza respiratoria. Dopo una prima ricognizione medica era stato trasferito in terapia sub-intensiva e posto sotto osservazione; infine, dopo due giorni di degenza era stato dimesso. I familiari non riescono a spiegarsi il perché il loro congiunto sia stato rimandato a casa. Per chiarire e chiedere la verità su quanto accaduto hanno presentato un esposto in Procura. II pm Giuseppe Rizzo, pertanto, ha aperto un fascicolo con l'accusa di omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto, precisano fonti giudiziarie, per consentire alle persone iscritte nel registro degli indagati di nominare un loro perito di parte che assista all'autopsia. 16 medici indagati fanno parte dei reparto di terapia intensiva e dei pronto soccorso dell'ospedale cittadino. Sanità fiorentina e toscana Pagina 50 r I( L): «SARANNO ANNULLATE LE ECCELLENZE SAN ITARIE» «Avremo-10 l'ospedale giù piccolo d'Italia e meno posti letto» UN OSPEDALE troppo piccolo, anzi «il più piccolo d'Italia»: è questa la considerazione che Riccardo Mazzoni, coordinatore pratese del Pdl, esprime sulla struttura sanitaria in fase di realizzazione a Galciana. Il dibattito sul nuovo ospedale e sul destino del vec- c ci pensi prima di buttar «ossi giù la vecchia struttura: la nuova non è sufficiente» chio Misericordia e Dolce si anima ancora, in attesa di risposte da parte della Regione Toscana. «PRIMA di abbattere il vecchio ospedale di Prato per fare in quell'area una lottizzazione edilizia, il governatore Enrico Rossi dovrebbere almeno riflettere - chiosa Mazzoni - . Non c'è solo la grande opportunità di realizzare il Polo oncologico, infatti, a sconsigliare una scelta così dirompente, ma la consapevolezza che il nuovo ospedale sarà insufficiente a garantire un'adeguata copertura sanitaria alla cittadinanza». A questo riguardo Mazzoni passa a fare una disanima, dettaglio per dettaglio, di quelle che saranno le caratteristiche strutturali e di capienza del nosocomio di Galciana: «Dai posti letto inferiori a quelli attuali ai metri quadrati a disposizione per ogni paziente (cento contro la media nazionale di centoquarantotto), dalle camere di terapia intensiva (3x3 metri contro 5x5) alla degenza media di appena cinque giorni fino alla pericolosa promiscuità in cui si verranno a trovare pazienti di diverse tipologie». Pdl incalza: «Dovrebbe far riflettere, e non poco, il fatto che tra i diciotto nuovi ospedali in corso di edificazione, Prato è il più piccolo d'Italia, sia rispetto alla popolazione che deve servire, sia come dimensioni. Ai limiti strutturali, acuiti dalla mancanza di adeguati servizi sul territorio per la continuità di cura, si aggiunge la beffa di vedere annullate le eccellenze e le specializzazioni di cui Prato ha saputo dotarsi in questi anni, a partire, appunto, dall'oncologia e dall'oculistica». E IL COORDINATORE del STRUTTURA TROPPO PICCOLA Il nuovo nosocomio secondo Mazzoni non è sufficiente alle esigenze dei territorio Sanità fiorentina e toscana Pagina 51 IL P GIi esami si prenotano al Centro Unico LA PROTESTA « DaIVAsi anco ra nessuna r i sposta pe r i l pap test fatto tre mes i fa » - MASSA - TRE mesi e ancora la risposta del pap test non arriva. Protesta una 40enne dì Massa che si è sottoposta, il 30 maggio, allo screening programmato dall'Asl 1. «Ho telefonato più volte - si sfoga - ma al centralino dell'Asl rispondono e riattaccano, facendo spendere soldi agli utenti che chiamano. Ho fatto quindici telefonate prima di avere una risposta "vera". Poi mi sono rivolta alla Colposcopia e mi è stato riferito che manca personale e che, in questi giorni, si stanno effettuando le risposte per gli esami eseguiti a metà maggio». La donna aggiunge che «qualora l'esame avesse esito positivo sono pronta a sporgere denuncia. Non è giusto che i cittadini paghino le conseguenze di un crack finanziario dovuto ad una cattiva gestione dell'azienda: l'operatore del centralino mi ha dato ragione, così come l'infermiera del reparto. C'è consapevolezza dei disagio che vivono gli utenti sulla loro pelle. Per avere risposte immediate, si costringe il cittadino a ricorrere al privato anche per esami di prevenzione come il pap test». Sanità fiorentina e toscana Pagina 52 %i % % 2// d9/% ii llu%% % % im/. %' %im %i % // nuovo % i,l % /%al, i/ % pe r // % i/ .... / ; a, D ( Jr ...3.> a, , i/!$M/e; i..í,iL!is.3ri, ':1ii<,5.m p:S;h.,J2M-i,3iim (vi% Sarà InaUgìn3r n i,- q -il i,1LIiJO!,!,Oi ._ Jiprllqu.LLL il r ... 3-7n, ago s to ..,cJrd./i'.".ilrl r:;r4%/T9i5.4 A ,X Ì3 J, m !,r i._! iiurrr ,.,.?JJrí«',kJ 1 L.ill IL' .iai.aJ,! ii!.i.Lir r.F. ;ac.rJ,:i ,t r1: . Gr.iJ i LA BASE Wc(r c.iti'+giï %r/ . e!'.'/7;í!9%D ).21P).21, , JpJ,i3:L Sanità fiorentina e toscana 3. a i. ;;,1 'J./i t iJ... ,arl ,ld.;rr..i J. ;iiJ.1c, l hoaS')SS.a., ;.r d,ir,rS.ii3.! g & ,iL.,r ,.i. im3.3_',l.,i.i.-: .. L .G i. .; J ..!/! -- De sr.l2i.S.. i-,J.1y.,i i ir.ll!}'I,3I. Pagina 53 SAMTA «No al trasferimento del punto nascita» Oggi presidio all'Opa D MASSA Si riaccende il dibattito sul futuro della sanità sul territorio apuano e, in particolare, sulle sorti del punto nascite (attualmente al Montepepe, destinato, però, a essere trasferito al nuovo ospedale di viale Matteo). Tema rimasto in ombra fino a pochi giorni fa, quando Bruno Murzi, responsabile della chirurgia pediatrica dell'Opa si è schierato contro il trasferimento del punto nascite al nuovo ospedale "delle Apuane". La segreteria provinciale di Forza Nuova è la prima a schierarsi. Dalla parte di Murzi. La formazione di estrema destra organizza per oggi alle 15 un presidio sull'Aurelia all'altezza dell'Opa». Secondo Fn «è assurdo mettere in discussione l'eccellenza e pensare ad una revisione dell'organizzazione sanitaria che mette in pericolo la vita di molti bambini con lo spostamento del centro nascite all' ospedale unico». Tnrislipiµinni,ri J.iiiro il ,.A ello f +NSi ç+f+ + l. ., Sanità fiorentina e toscana -] i+rEç` i. p0v :,1 Pagina 54 Ambulatori Asl presto in piazza Vittoria locali devastati dall'alluvione sono pronti ad accogliere la "casa della salute" entro fine anno / AULLA In attesa che venga realizzato il nuovo poliambulatorio nelle aree ferroviarie dismesse della "Pontremolese", la Società della Salute della Lunigiana si sta adoperando perché entro fine anno tutte le attività ambulatoriali decentrate a seguito dell'alluvione del 25 ottobre 2011 facciano ritorno nel poliambulatorio di piazza della Vittoria, per la precisione al piano terra, quello che venne invaso e distrutto dal gorgo di acqua e fan- go. In questo modo, il poliambulatorio aullese tornerà ad assumere il ruolo di "casa della salute" in Lunigiana, un ruolo suffragato dagli oltre 22mila accessi annuali nel 2010, prima che l'alluvione portasse distruzione e morte adAulla. Come spiega il direttore della Sds della Lunigiana, Mario Guastalli, i lavori di risanamento del piano terra del poliambulatorio «hanno permesso di ottenere cinque locali in più per l'esercizio delle attività ambulatoriali. Quindi, ora sono dieci i locali a disposizione, messi a norma e presto nuovamente fruibili dall'utenza». Una soluzione, comunque, provvisoria, visto che la "casa della salute" del futuro, come accennato, sarà edificata all'interno delle aree ferroviarie della dismesse "Pontremolese". Nel frattempo, però, le seguenti attività ambulatoriali torneranno nel presidio distrettuale di piazza della Vittoria: allergologia, cardiologia, dermatologia, ecocuore, ecografia, distur- bi cognitivi, campo visivo, ginecologo, nefrologia, neurologia, oculistica, ortopedia, medicina dello sport, reumatologia, otorinolaringoiatria e urologia. Queste attività si aggiungeranno a quelle che non hanno mai traslocato: Cup, vaccinazioni, punto prelievi, rilascio certificazioni medico - legali, servizio sociale, counselling nutrizionale, dietista, terapia del dolore, pneumologia e odontoiatria. La devastazione dell'alluvione ha reso inutilizzabile il piano terra del presidio distrettuale di piazza della Vittoria; la convivenza fra attività ambulatoriali e d'ufficio nel resto del poliambulatorio è diventata particolarmente difficile. Gianluca liberti CRI PRO DUZION E RISERVATA L'edificio che ospita il poliambulatorio cittadino Sanità fiorentina e toscana Pagina 55 L ' risponde in 90 lingue telefono c' ® l'interprete 0 AuLLA L'Asl l di Massa Carrara ha attivato un servizio di interpretariato telefonico che si chiama HelpVoice ("aiuto voce"). Tutti i telefoni aziendali sono stati abilitati per poter accedere al servizio di interpretariato telefonico, dando quindi la possibilità agli utenti di usufruire, se è necessario, di una traduzione multilingua simultanea. Chiamando il numero verde gratuito 800432665, gli operatori potranno essere messi in contatto con il mediatore linguistico culturale richiesto dai cittadini stranieri che si ri volgono ai servizi sanitari. Sanità fiorentina e toscana Il servizio in questione può essere utilizzato da qualunque telefono o cellulare aziendale, dà la possibilità di accesso a cinque utenti in contem- poranea, registra tutte le telefonate con avviso agli utenti, non pone limiti di tempo alla durata della conversazione, consente la traduzione di oltre novanta lingue e permette di effettuare una conferenza telefonica a tre con utenti presenti o al telefono nelle sedi principali. Per informazioni rivolgersi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) ai numeri 0585 657573 e 657547. (g.u.) 0RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 56 «Una foto? Scattatela pure. Sono senza capelli per la chemioterapia, ma non ho nulla da nascondere». Chiara, 20 anni, è tornata in ospedale per un altro ciclo di cure e sorride davanti all'obiettivo. Ammessa con ottimo punteggio, a giorni comincerà il corso di laurea in psicologia. Accanto a lei la professoressa Paola Belli. aro . dei ragazz co l tumore i Una lettera su «Repubblica», uno scambio di email con «Panorama»: «Mi lasci un po' di tempo per decidere se accettare». Poi la risposta: «Va bene, vediamoci». Così è nato questo incontro. Prologo Da «Repubblica» del 20 giugno 2012 LA NO7TE PRIMA DEGLI ESAMI. Ieri entro nel corridoio del day hospital di oncoematologia e trovo Domitilla e Giammarco che parlano: lei gli spiega che ha avuto 9 in condotta per la poca partecipazione (è rientrata a scuola ad aprile), lui le confida i dubbi sulla matematica. Io li vedo e impallidisco: che fate qui?A casa, a studiare, domani ci sono gli esami alle 8. Dei miei quattro maturandi, Paolo l'aretino, coi farmaci sul cuscino, se la cava benino. Elena sta a Fer- rarq ha ballato impaurita per il terremoto e mi telefona. Domitilla, serena, mi dice che a controllo fatto se ne va Giammarco ha un problema al Cvc (per capirci: Cvc = anestesia, ricovero per cambio, etc.), intanto loro parlano delle materie apprese tra vomito e cannelli, dell'isolamento, di quanto i prof. sono carini o stronzi Con me siamo a scuola: «Professoressa (a scuola mi chiamano profe, quegli altri...), stia tranquilla, mi rilasciano in giornata!». E chi ti tiene, a te Giammarco, a parte quelli delle stanze del trapianto... Sono belli i miei ragazzi, e oggi saranno tutti bravissimi, anche se forse la notte prima dell'esame se la ricorderanno davvero, loro. Salutateli, nell'Italia intera, perché a loro non si pensa o non si vuoi pensare, se si è in salute. E ora vado nella mia classe normale. Di loro si parla già. Io sono la loro insegnante, professoressa, non profe, per rispetto e affetto profondo, nel tunnel della malattia. Paola Belli Da «Panorama», il giorno dopo Dall'ultima email di Paola Belli , dopo qualche dubbio Gentile professoressa, le scrivo per ringraziarla da un punto di vista umano e personale dopo avere letto la sua lettera su Repubblica. C'è bisogno di chi ci tiri ogni tanto perla giacca e ci ricordi quante storie belle e sofferte sono nascoste intorno a noi. Le scrivo anche per altro, però. Vorrei dare voce a lei e ai suoi ragazzi, vorrei «raccontarvi» nella vostra relazione, nei vostri ruoli, nella vostra complicità, nella vostra solidarietà, nella vostra umanità, nelle vostre fatiche. So che sì toccano temi dolorosi e privati, spesso nascosti sotto il tappeto, ma mi piacerebbe. E secondo lei possibile? Prima di risponderle definitivamente ho consultato rapidamente il popolo dei giovani esangui che frequento: tutti favorevoli, senza apparire, senza esporsi. Come lei capirà, il campione è parziale perché molti non ci sono più. La resistenza è forse mia. La scrittura è sangue di una persona, non so se riesco a essere voce narrante. Di certo non posso abbassare la guardia sul motto dei miei adolescenti: né pietà né lacrime. Si concilierà con quello che lei pensa di fare? Sanità fiorentina e toscana Pagina 57 31.A STORIA di Raffaele Leone foto di Franco Origlia per Panorama Qui la regola è che ai bambini bisogna dire tutto. Spiegare il male, le cure, i risultati e tutto. «Che io ricordi, nessuno si è chiesto mai: perché proprio a me? Anche perché incontrano altri ragazzi, magari messi peggio, dunque quella non è la loro prima domanda. Se ne fanno tante altre, però». Come quella di Alessandro, quando dovettero tagliargli la gamba: «Troverò una ragazza che mi vorrà con una gamba di meno?». La professoressa Paola Belli gli parlò allora di un bellissimo medico di cui, a 16 anni, si era invaghita: «Le bombe lo avevano mutilato, proprio come te, ma che fascino...». Due anni dopo Alessandro la chiamò: «Aveva ragione, l'ho trovata». Oggi, in piena estate, la professoressa è venuta a donare il sangue ai suoi alunni: «Sa, ce n'era bisogno» dice quasi per giustificarsi, e forse perché è appena andata in pensione e dunque non sono più le sue funzioni e i suoi compiti a tenerla in piedi, lunga e magra com'è, in Quella legge a misura di malato Istituita nel 1998, permette il distacco di professori nelle corsie d'ospedale. L'anno che ne segna l'inizio è il 1998, con una circolare ministeriale (353/98), ma in realtà già nel 1950 era nata su base volontaria. La chiamano «Scuola in ospedale», un servizio che il ministero dell'Istruzione ha istituito nei maggiori nosocomi, reparti pediatrici di regione per contrastare l'abbandono scolastico nei casi di patologie gravi o per quelle degenze che superano i 30 giorni e che richiedono l'ospedalizzazione prolungata. I primi ospedali che hanno ospitato sezioni scolastiche sono stati rispettivamente quelli di Genova, Roma, Milano, Torino, Padova. Oggi sono 156 le scuote in Italia, 200 le sezioni, 730 i docenti che insegnano in molti casi al capezzale dei piccoli pazienti. Nel 2011 gli alunni seguiti in ospedale sono stati 76.803. A insegnare sono docenti che, su base volontaria e non, chiedono di prestare servizio nelle sezioni ospedaliere. Successivamente è il consiglio di classe a decidere le ore da fare svolgere ai docenti; alla scuola invece la scelta delle discipline da fare seguire in ospedale. Fra queste: italiano, matematica e lingue straniere, oltre a quelle di indirizzo. Sanità fiorentina e toscana Gli orari vengono stabiliti in base alle cure. E non solo le lezioni, ma pure gli esami vengono sostenuti in ospedale, dall'Invalsi fino a quelli di maturità. Il coordinatore scientifico nazionale della scuola in ospedale è Speranzina Ferraro: «La scuola in ospedale si può considerare a tutti gli effetti una parte del protocollo terapeutico, serve a recuperare speranza. È una scuola di avanguardia, per certi aspetti più avanzata rispetto alla scuola tradizionale, nonostante il numero esiguo di insegnanti a disposizione». quest'angolo dell'ospedale Meyer di Firenze che è un ring, pochi banchi dove i bambini fanno a cazzotti con la morte, e senza guantoni. Ora la professoressa dei bimbi e dei ragazzi malati di cancro è come sospesa nel tempo e nello spazio della parola «oncoematologia», che è molto più del nome di un reparto, e spiegarla sarebbe come spiegare che si può essere felici e soffrire. Dunque con un orgoglio fiero e un entusiasmo, perfino, che non ti aspetti Paola Belli calcola che tra disegni e prescrizioni, compiti in classe e flebo, prove scritte e cicli di chemio, ha insegnato a molte centinaia di ragazzi di tutte le età. Anzi, ha imparato, corregge lei. E viene un nodo alla gola, senza un motivo preciso, mentre lei racconta che non potevano frequentare la scuola perché dovevano curarsi al reparto di oncoematologia: «Soltanto l'anno scorso erano 92...». Rivive la sua storia, il volontariato, il mondo opaco e luminoso del bambini malati con i loro cioccolatini e le loro medicine, i palloncini rossi e i letti caldi, le gite allo zoo e le febbri, ma la verità arriva per vie diverse dalle parole: c'è una gardenia che ha trattenuto la grazia e la fragilità di Cosimo, che invece non c'è più. «E Cosimo che mi ha portato sul sentiero dei ragazzi malati». Quando pensa alla gardenia, la professoressa batte le palpebre e la si sente pensare, pensare... «Professoressa, vedrà, non farà la fine delle altre gardenie. Questa vivrà». Quanta ragione aveva quel diciassettenne che riempiva le giornate con il judo e con le monellerie. La gardenia è ancora lì, nel giardino della casa dove è stata piantata. Grande e bella, ormai ha quasi vent'anni. Cosimo non si era ancora ammalato quando disse: «Questa vivrà». «Me la regalò perché mi venne l'epatite e giorni prima, ordinando con i ragazzi la biblioteca della scuola, avevo raccontato della mia passione per le gardenie, che però mi duravano poco. Così si presentò con quella pianta in mano. Lei è durata, lui no». Cosimo fu aggredito da quel male brutto che Paola Belli non aveva ancora imparato a leggere nelle cartelle cliniche dei suoi alunni. Dunque fu per Cosimo che divenne insegnante volontaria. Era un po' briccone, quel ragazzo: «Sbuccioncello s'usa dire a Firenze». Il preside pensava che approfittasse delle visite per non impegnarsi fino in fondo. «E io a sforzarmi: preside, quel ragazzo è grave. Ha poco da approfittarne». Sapeva tutto lei, e sapeva tutto lui. Un giorno le fece l'ultima telefonata: «Ho fatto le analisi, i risultati sono brutti. Ho poco da vivere, sa?». La pregò: «Non lo dica alla mamma, vorrei evitarle altra sofferenza». Il male lo stava divorando e il ragazzone sbuccioncello si preoccupava della madre. «Dopo Cosimo niente fu più come prima per me. Avevo cominciato a fare l'insegnante pensando che i ragazzi vanno istruiti ma soprattutto seguiti e compresi, decifrati. Questi ragazzi ancora di più». Così, quando è arrivata la legge che ha istituito negli ospedali i corsi singoli per gli alunni gravemente malati, Paola Belli era già in prima fila. Non è stato facile. E come potrebbe? «Ricordo il primo bambino che seguivo. Era dicembre. Presi un libro e gli feci vedere un albero di Natale. Guarda che begli addobbi, ti piace l'albero di Natale? Dai, leggiamo questa storia. Lui mi guardava. Muto. Muoveva solo l'indice. Era un no. Ripetuto. No, Pagina 58 Paola Belli ha coordinato finora gli insegnanti che seguono i ragazzi dell'ospedale Meyer di Firenze. Da quest'anno sarà in pensione ma vuole continuare da volontaria. no, mi diceva quel ditino. Chiesi ai medici, dovevo capire quel rifiuto, volevo rompere quell'incomunicabilità. Mi risposero: professoressa, il male di quel piccolo è dolorosissimo, chiunque urlerebbe, lui è muto per non urlare». La professoressa cominciò andando a lezione dai suoi alunni: «La forza, la dignità, la resistenza le vedi negli altri e ti guardi allo specchio. Se poi quello specchio sono bei bambini e dei ragazzi, beh, faccia lei...». E, a mano a mano che racconta, gira lo specchio e mostra le immagini riflesse. Sospira e sorride nel suo lungo abito leggero e colorato: «Qui c'è vita, cosa crede». E ora vuole dare voce ai suoi ragazzi perché convinta che non ci sono la stessa quantità e la stessa qualità di vita fuori da queste stanze: «A volte tornano in classe dopo mesi o anni passati qui e gli altri non possono capire. Trovano un mondo di falsi valori, che insegue..., lasciamo perdere. Solo loro sanno e sentono che la vita che comincia è già minacciata dalla fine. E hanno un'energia e una capacità e un amore addosso che noi ci sogniamo». Non tutti e non sempre, inutile mentire, ce la fanno. Anche a un passo dalla resa capita spesso di vederli tirarsi su per i capelli come il Barone di Münchhausen, per non precipitare. Il siciliano Giuseppe, per esempio, studente modello di matematica, s'innervosiva quando la professoressa lo spingeva a studiare per gli esami di maturità. «Ma lo capisce o no che non ho più speranze? A che mi serve studiare e imparare?». E lei a sfidarlo con i numeri e con le statistiche che Giuseppe maneggiava con facilità. «Secondo il calcolo delle probabilità, non hai meno speranze di me». Dopo due giorni di isolamento, Sanità fiorentina e toscana OSPEDALE MODELLO Un'eccellenza in campo medico e non solo: è l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. «Un fiore all'occhiello per quanto riguarda la scuola in ospedale, certo, non il solo» fanno sapere dal ministero della Pubblica istruzione, che monitora il progetto Scuola in ospedale. Tre scuole, dalla elementare fino alla media superiore per non smettere di sentirsi studenti neppure su un letto d'ospedale. È qui che la professoressa Belli insegna, insieme ad altri cinque docenti distaccati dagli istituti scolastici, in sinergia con il personale medico, personalizzando i percorsi didattici dei malati secondo lo stato della malattia. Ad affiancarli ci sono ben 41 volontari dell'Associazione Amici del Meyer, tutti insegnanti che spontaneamente tengono lezione in ospedale nel loro tempo libero. Solo nell'anno passato i pazienti seguiti al Meyer sono stati 161, tra questi pure i malati oncologici. la mandò a chiamare: «Va bene, mi dia i libri». Fu il suo ultimo compito, non sbagliò un esercizio. E Antonella? Se ne andò in vacanza tra un ciclo e l'altro di chemio. «Che bei bagni a mare ho fatto» raccontò. «Ma non sembrava parlarmi di un bagno al mare. Aveva fatto un'esperienza unica, la nuotata della vita. Questi ragazzi sanno apprezzare le cose, sanno farle diventare grandi cose». Ora è un po' arrabbiata Paola Belli, di quella rabbia che l'ha spinta a scrivere la lettera a Repubblica mentre ascoltava al tg i consigli peri maturandi. «Ai miei ragazzi chi ci pensa? Si vedono continuamente modelli di vita che io tra questi reparti non trovo. Retorica? Può darsi, ma questa è una scuola dove sono gli alunni a dare lezione. Dovrebbero venire a vederle in tanti la malattia, la sofferenza e spesso la morte. Così mi sono detta: devo dare voce ai miei dimenticati. E ho preso la penna». E lo dice sorridendo. Sorride spesso la «profe». E pare di vederla ridere quando con Grazia e Tanja andò in vacanza a Parigi. Glielo avevano chiesto loro, 16 e 18 anni. Dovette superare pratiche burocratiche interminabili, portare con sé un'infermiera del Meyer e una valigia di medicinali. Arrivò quasi alle mani con i poliziotti francesi che le spogliarono perché le cannule che avevano in vena suonavano ai controlli dell'aeroporto. Ma poi la Tour Eiffel, Montmartre, il lungosenna, i negozi di souvenir, gli orecchini azzurri che comprarono alla loro insegnante... «Quando ci imbarcammo sull'aereo da Firenze, il nostro accompagnatore batté violentemente la testa nel sollevare Grazia dalla sua sedia a rotelle e usciva tanto sangue. Lei lo rassicurava: non si preoccupi, la curiamo con le nostre medicine, abbiamo qui un'infermiera, cosa vuole che sia un taglio di pochi centimetri? Aveva paura che l'incidente mandasse all'aria quel suo ultimo viaggio, e comunque quel taglio per lei era davvero niente». Sorride Paola Belli anche quando ci lascia esplorare questo angolo dell'ospedale. C'è profumo di basilico e una luce abbagliante attraverso le grandi vetrate. «Cosa crede? C'è vita qui, nell'oncoematologia pediatrica. Lo sa come chiamano i ragazzi il carrello delle flebo? L'albero di Natale. E ci prendono in giro, a me e agli infermieri, quando facciamo un complimento. Vi piacciamo sempre, dicono, anche quando siamo pallidi, verdi o senza capelli. Non vale professoressa». Mostra l'orto in terrazza, il basilico, il giardiniere che lo cura, e una piccola paziente di 6 anni con la zappetta in mano. E viene in mente la ■ gardenia sopravvissuta di Cosimo. Pagina 59 Il caso Verso lo slittamento dei Consiglio dei ministri. II ministero: nessuna polemica, normali discussioni Reg on ï '0 i: « Il . e Decreto salute , no ad ann oneii » Sí lavora per modificare le noi-me. Proteste contro la «tassa stille 17ollicínc» ROMA - Ancora incerto il destino dei decreto sulla sanità. Oggi verrà deciso se confermarne l'esame al Consiglio dei ministri già domani o farlo slittare in attesa di trovare soluzioni tecniche. Gli incontri (anche con i rappresentanti della maggioranza) continueranno stamattina, ma la seconda ipotesi, quella del rinvio, prende sempre più corpo. Anche gli assessori regionali 1 chiarimenti I chiarimenti richiesti dai tecnici di altri ministeri non preoccupano il dicastero di Balduzzi: tutto nella norma alla sanità, ieri riuniti a Roma per concertare una linea comune, chiedono più tempo. Non sono tanto i contenuti a impensierirli, quanto le coperture finanziarie legate all'attuazione di alcune mini riforme. A cominciare dalla riorganizzazione della medicina del territorio da attuare attraverso l'apertura 24 ore su 24 di studi di medici di famiglia e guardie mediche consorziati. Il Veneto, dove il progetto è già partito con 12 ore di apertura, calcola un costo di 40 milioni l'anno. In altre parole, è lo strumento del decreto a sollevare perplessità. Le Regioni auspicano che i provvedimenti, o almeno gran parte di essi, trovino forma all'interno del Patto della Salute (accordo tra Stato e enti locali per il triennio 2013-2015) in modo da avere garanzie sui fondi. «Non siamo in grado di sopportare altri oneri». Si lavora su un documento con gli emendamenti da presentare al governo. Un'ipotesi che si fa strada è che non sia solo il pacchetto sanità ma l'intera riunione del Consiglio a slittare di qualche giorno. Tanto più che, oltre al decreto Balduzzi, non ci sarebbero altri provvedimenti urgenti. In ogni caso al ministero della Salute non danno peso eccessivo alle polemiche considerate «normali discussioni, così come i chiarimen- Sanità nazionale ti richiesti dai tecnici di altri dicasteri». L'obiettivo è evitare lo smembramento del testo e mantenere l'impianto originale che propone decine di «disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute». I punti più caldi riguardano le iniziative che insistono in modo diretto sulla salute dei cittadini. Tassa su bevande gassate e dolci e sui superaicolici. E azioni di contrasto al gioco d'azzardo e alle malattie che ne derivano (slot machine lontane almeno mezzo chilometro da scuole e ospedali). Dopo il no del Pdl, anche Enrico Letta, vicesegretario del Pd, boccia la tassa sulle boliicine, come è stata soprannominata: «Non fatemi dire parolacce, un'idea poco geniale. Da ritirare subito. Salviamo il chinotto e la spuma bionda». Dal prelievo il governo calcola di ricavare 250 milioni l'anno. Secondo le associazioni Mineracqua e Assobibe l'effetto negativo sarebbe una contrazione del Pii pari a 238 milioni e la perdita di 5 mila posti di lavoro. Per Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, «l'effetto sarà un ulteriore indebolimento dei consumi, accompagnato da una riduzione del gettito fiscale e da forti ripercussioni sulle imprese e sui livelli occupazionali». Per la Lega Nord la tassazione potrebbe rivelarsi un boomerang: «Ennesimo provvedimento da dilettanti allo sbaraglio», lo stronca il vicesegretario federale, Giacomo Stucchi. C'era da scommetterci che il decreto, con i suoi 27 articoli zeppi di interventi in ogni settore della sanità, avrebbe sollevato un polverone. Come nel caso del contributo obbligatorio, da parte dei dipendenti pubblici iscritti ai vari ordini professionali, all'Onaosi, fondazione nata per il sostegno agli orfani dei sanitari, più volte al centro di polemiche, presidente Serafino Zucchelli, sottosegretario alla Salute nel governo Prodi. L'associazione Federfarma critica la norma che cancella il principio della distanza minima tra le farmacie. «La dislocazione diventa discrezionalità del sindaco - osserva il presidente dell'associazione, Annarosa Racca -. Potranno essere distribuite sul territorio a loro piacimento t1'_ I produttori di bibite: il prelievo causerà una riduzione dei Pii e la perdita di 5 mila posti di lavoro senza che venga tutelato l'interesse collettivo». Promettono opposizione dura gli enti di cui è previsto lo scioglimento. No di Guido Lucarelli, presidente dell'Ime (Istituto mediterraneo di ematologia), e Barbara Contini, coordinatrice dell'Alleanza degli ospedali italiani nei mondo. Margherita De Bac mdebac@corrìere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA :,0ùco1i c =creto salute c. é contiene anche le norme su bibite gassate e superalcolici, slot machine e videopoker, e le sanzioni per chi vende tabacco ai minori Pagina 60 95 Si cerca l'accordo sul decreto Sanità ROMA Giornata decisiva per le sorti del decreto omnibus sulla Sanità. Oggi si chiudono infatti le consultazioni tecniche sui dubbi di copertura e costituzionalità di alcune misure sollevati da alcuni dicasteri al preconsiglio di martedì. All'esito delle quali si deciderà se far slittare alla prossima settimana l'esame del Dl da parte del Consiglio dei ministri previsto per domani. In primo piano lo scontro tra il ministro della Salute Renato Balduzzi e il Tesoro fortemente contrario a diverse norme del provvedimento, in particolare quella che prevede una stretta sugli apparecchi per il gioco d'azzardo. Qualche giorno di slittamento non sarebbe comunque un problema per Balduzzi, il cui obiettivo resta quello di incassare dal Cdm un via libera all'intero testo, senza stralci o spacchettamenti, anche se l'ultima parola spetta al premier Monti. Se pure non si riuscissero a trovare tutte le soluzioni, Balduzzi non esclude che un primo passaggio in Con- Sanità nazionale siglio dei ministri si possa comunque fare già domani. E non è escluso neppure un confronto con i rappresentanti della maggioranza in Parlamento che dovràvotare il provvedimento. Intanto ieri la discussione sul decretone si è spostata al tavolo delle Regioni. Gli assessori della Sanità ne hanno discusso a Roma. «La parte relativa al fascicolo sanitario va bene, bisognerebbe strutturare meglio quella relativa ai medici di famiglia» osserva Luca Coletto, assessore del Veneto e coordinatore del tavolo, che sul nodo risorse avverte: «Le Regioni non possono assorbire ulteriori oneri rispetto a quelli previsti dalla spending review». Con riferimento soprattutto alla rivoluzione h24 per i medici di medicina generale che richiederebbe fondi aggiuntivi. Tutte osservazioni che sono state formulate in un documento che verrà inviato al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Erran i, e al Governo. Con la richiesta prioritaria di «agevolare gli investimenti nella Sanità». Ma. Par. Pagina 61 Slitta il decreto salute ROBERTO GIOVANNINI ROMA È pressoché sicuro: il decretone del ministro della Salute Renato Balduzzi non verrà varato dal Consiglio dei ministri in programma per domani. I 27 articoli che costituiscono una miniriforma della sanità pubblica, e contengono la stretta contro le «dipendenze» da fumo, gioco, alcool e bibite richiedono un esame più attento. Quasi certamente si slitta alla prossima settimana. In queste ore si susseguono gli incontri tecnici per trovare soluzioni, accettabili per il titolare della Salute e per i molti critici. Il ministro Balduzzi resta ottimista; confida nella salvaguardia dell'impianto complessivo, e oggi spera di sciogliere la maggior parte dei nodi politici nel corso di un incontro con la maggioranza. Un primo blocco di problemi riguarda le coperture finanziarie, visto che alcune misure, come il piano per la non autosufficienza, ma anche la revisione dei «Lea», i livelli essenziali di assistenza, chiedono risorse. E ne vogliono anche le Regioni per attuare la rivoluzione degli ambulatori dei medici di base aperti 24 ore su 24. Poi, la Cgil medici denuncia il rischio che si introducano anche per i camici bianchi «i percorsi di mobilità e prepensionamento già previsti per i ministeri» e paventa un'intenzione di «fare largo ai privati indebolendo il sistema Sanità nazionale pubblico». Federfarma (che già ha scioperato contro le misure introdotte dalla spendine review) contesta invece l'idea inclusa nella bozza del testo, di cancellare la distanza minima tra farmacie. L'altro nodo del contendere riguarda la stretta sulle dipendenze. Sembra davvero destinata a saltare la tassa sulle bibite gassate e zuccherate, che non piace né ai partiti («Non fatemi dire parolacce - dice Enrico Letta, vice segretario del Pd - è un'idea da ritirare subito, dobbiamo salvare chinotto e spuma bionda») né ai produttori. Secondo uno studio dell'istituto Ref Ricerche, si metterebbero a rischio 5mila posti di lavoro nell'intera filiera. Ma ci sono pericoli anche per le altre misure, anche quelle apparentemente più ragionevoli, come quelle su alcool e videoslot; secondo il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo sulla tassa sugli alcolici bisogna «agire con cura per evitare di colpire gli italiani a vantaggio dell'estero», mentre i gestori delle sale slot parlano di provvedimento «inutile» contro la ludopatia. Dal loro punto di vista, ovviamente. Pagina 62 DECRETO SANITÁ Ma nel governo cresce il fronte dei contrari La copertura c'è, non c'è. Forse è da studiare meglio.Alla vigilïa del Consiglio dei ministri di venerdì che avrebbe dovuto varare il "decretone " sanità, al ministero della S alute si sta facendo di conto . Al ministero del Tesoro l'uscita di Renato Balduzzi che vuole imporre nuove tasse (magari facendo calare il giro d'affari di fumo, vendite di bevande e lotterie), ha fatto prendere un attacco cardiaco a più di qualche tecnico. E non solo di quelli della Ragioneria. Mettere mano con leggerezza a due dei capitoli di gettito più redditizi (e tassati) del bilancio dello Stato è come entrare in un altoforno con la dinamite. E questo sia Mario Monti che Vittorio Grilli (rispettivamente presidente del Consiglio e ministro dell'Economia), sanno bene. In più andando a toccare settori di competenza altrui (come lo Sviluppo Economico e gli Interni, oltre ai Monopoli), è come entrare in casa d'altrisenzainvito. Il titolare della Sanità, B alduzzi, ora sdrammatizza. Però è costretto ad ammettere che il decreto sulla riorganizzazione della sanità «potrebbe essere pronto già questa settimana o, al massimo, all'inizio della prossima». Insomma a Palazzo Chigi venerdì la grande riforma potrebbe approdare sì ma soltanto «per discuterne». «Sono ancora in corso», si è giustificato Balduzzi, «approfondimenti di tipo tecnico che riguardano la copertura finanziaria». E l'incontro con le Regioni? Segnali poco confortanti anche dai governatori, che hanno ammonito: «Non può contenere ulteriori tagli rispetto a quelli previsti dalla spending review». AN. C. Sanità nazionale Pagina 63 Sul decreto la parola al premier dubbi anche da Cgil e farmacie ROMA - Una soluzione definitiva ancora non c'è. E potrebbe anche arrivare solo «all'inizio della prossima settimana», visto che è lo stesso Renato Balduzzi a spostare l'orizzonte oltre il Consiglio dei ministri di venerdì, che doveva, nelle intenzioni iniziali, dare il via libera al decreto di riforma della sanità. Il ministro resta comunque ottimista, perché in queste ore si susseguono gli incontri per trovare le soluzioni «tecniche» più adeguate. E se anche ci dovesse volere qualche giorno in più non sarebbe un problema. Il via libera potrebbe slittare alla prossima settimana L'obiettivo del ministro, insomma, resta quello di incassare dal Consiglio dei ministri un via libera all'intero testo, senza stralci o spacchettamenti, anche se l'ulti- ma parola spetta al premier Monti, che oggi prenderà visione del dossier. Intanto c'è da sciogliere il nodo delle coperture, visto che alcune misure, come il piano per la non autosufficienza, ma anche la revisione dei Lea, chiedono risorse. E ne chiedono anche le Regioni per attuare la rivoluzione per i medici di famiglia. Una spesa, ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla sanità Luca Coletto al termine di un lungo incontro, che non può Sanità nazionale ricadere sulle autonomie che già devono fare i conti con i tagli imposti «dalle manovre e dalla spending review». Le Regioni hanno messo apunto un documento con gliemendamenti da proporre al decreto, che arriverà sul tavolo del governo nelle prossime ore, tra i quali si chiede anche di «agevolare gli investimenti in sanità». Altro capitolo spinoso quello delle misure anti-dipendenze, tra cui la la tassa sulle bibite gassate e zuccherate. I produttori intanto continuano a protestare definendo la proposta «assurda», mentre secondo uno studio dall'istituto Ref Ricerche, si metterebbero a rischio 5mila posti di lavoro nell'intera filiera. E attenzione bisogna fare, secondo il sottosgretario all'Economia Gianfranco Polito, anche alla tassa sugli alcolici «per evitare di colpire gli italiani a vantaggio dell'estero». Stessa musica sul fronte del videogiochi, con i gestori delle sale slot che parlano di provvedimento «inutile e folle». Ma qualche grana potrebbe arrivare anche dagli operatori del comparto sanitario: da una parte la Cgil medici denuncia il rischio che si introducano anche per i camici bianchi «i percorsi di mobilità e prepensionamento già previsti per i ministeri» e paventa un'intenzione di «fare largo ai privati indebolendo il sistema pubblico». Dall'altra torna ad allarmarsi Federfarma (che già ha scioperato contro le misure introdotte dalla spending review) per laprevisione, inclusa nella bozza del testo, di «cancellare la distanza minima tra farmacie». Pagina 64 Sanità Dopo la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo. Fini contrario alla contromossa e a Proci canui x, governu v qurNu al r- i: serve Lui pun[o fe ROMA - Sarà il governo dei tecnici nel Consiglio dei ministri a decidere . E c'è già un «orientamento» a ricorrere contro la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha riacceso il dibattito politico sulla fecondazione assistita. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha anticipato ieri a Radio Vaticana che il suo intendimento è «quello di proporre al Cdm l'intenzione di fare ricorso». Una decisione attesa e quasi scontata dal momento che un governo generalmente sostiene le leggi interne davanti alla giustizia europea e anche perché - ha detto Balduzzi - è necessario un «punto fermo». Questo sotto l 'aspetto procedurale, ma anche riguardo alla sentenza, secondo il ministro, «ci sono dei passaggi che possono dare luogo a interpretazioni preoccupanti». L'Italia ha tempo fino al 28 novembre per avanzare l'istanza di riesame alla Gran Camera, dando il via a un percorso che durerà mesi. Secondo la procedura saranno prima cinque giudici, che in media si riuniscono sei volte l'anno, a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio, poi la corte di ultima istanza dovrà pronunciarsi definitivamente. A supportare il fronte proricorso, a sostegno di una legge che è stata bocciata dai tribunali già 17 volte, il mondo cattolico e il Pdl, mentre i sostenitori del referendum del 2004, molti nel Pd, e il presidente della Camera Gianfranco Fini, auspicano che il Governo non vada avanti. É stato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, a riaprire il dibattito ieri mattina: «Non si è passati attraverso la magistratura italiana: c'è stato un suo iL icui-No o. La Ceci: giudici ílahaní s desse . superamento, un surclassamento. E singolare». «Bisogna ripensarci a livello nazionale»: serve - ha detto una riflessione «sia di tecnici sia di esperti». Una questione di giurisdizione, dunque, e di quale tribunale debba decidere, dal momento che il ricorso di una coppia di trentenni, Rosetta Costa e Walter Pavan, contro il divieto di diagnosi preimpianto degli embrioni, ha saltato la giustizia italiana. Ma è anche una questione di merito. Se il desiderio, riconosciuto dalla Corte di Strasburgo, di avere un figlio sano per due portatori di fibro- si cistica possa per estensione comportare la liberalizzazione dell'eugenetica. Un timore rilanciato a gran voce dai cattolici. Una «sentenza eugenetica sulla legge 40», l'ha definita il quotidiano Avvenire: «Gli argomenti usati dai giudici meritano sin d'ora grande attenzione, perché rivelano la deriva culturale e giuridica che si è andata formando negli anni recenti in tema di vita nascente». L'ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella (Pdl), che più si è battuta per la legge 40, la mette anche sul piano economico: si tratta anche «dï evita- re il rischio che si apra una catena di cause per risarcimento». Mentre Anna Finocchiaro (Pd) chiede al governo di riflettere bene prima di presentare il ricorso dal momento che «l'esito potrebbe essere per l'Italia tutt'altro che benevolo». Sulle stesse posizioni, «condivise» anche dal presidente della Camera Fini, l'avvocato Giulia Bongiorno (Fli): «Per le donne, per l'embrione e per il diritto - dice - mi auguro che il governo non tuteli una legge sbagliata e odiosa». M ellania Di Giaco o @ RIPRODUZIONE RISERVATA I In Spagna ammesse diagnosi preimpianto, selezione dell'embrione e fecondazione aperta anche ai single Inghilterra, Olanda e Grecia hanno leggi simili alla spagnola. Fecondazione ammessa anche alle donne sole L'Austria non permette la diagnosi preimpianto, così come la donazione di embrioni o ovuli //////%/////in, In Germania la legge non consente La scadenza L'Italia ha tempo fino al 28 novembre per l'istanza di riesame Sanità nazionale la diagnosi preimpianto, ma è possibile donare gli spermatozoi Pagina 65 FECONDAZIONE ASSISTITA I prof contro l'Europa: la nostra legge non si tocca Bagnasco: scavalcata la magistratura italiana. Rincara la dose il ministro Balduzzi: sentenza preoccupante. E il Pd resta spiazzato CATERINA MANIACI ROMA . I Strasburgo ha davvero esagerato, «surclassando la magistratura», un fatto che deve essere definito «singolare». Si capisce che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a Genova in visita al santuario della Madonna della Guardia, vorrebbe dire anche di più, perché quella della Corte europea, come titolava ieri Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, è una «sentenza eugenetica», e che «distrugge il caposaldo dei diritti umani, l'uguaglianza», si legge ancora sul quotidiano. Il cardinale insiste, senza voler sfociare nella dura polemica, e dice che. a questa sentenza, «bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale: sia a livello di tecnici che di esperti, sia nel merito che nel metodo». E intanto il ministro della Salute Renato Balduzzi annuncia che il governo è orientato al ricorso. allo scopo di un «chiarimento giurisprudenziale». Il ministro Balduzzi, infatti, ospite di Radio Vaticana, spiega: «Il mio intendimento è quello di proporre al Consiglio dei ministri l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza della Corte europea». Balduzzi sottolinea però la necessità di «una riserva di approfondimento». E rispondendo a una domanda sui paventati rischi di eugenetica nella diagnosi preimpianto degli embrioni ammette: «Ci sono dei passaggi delle sentenza europea che possono dare luogo a interpretazioni preoccupanti». Il Pd, a questa presa di posizione, accusa il colpo. Se, a caldo, in molti, tra le fila dei democratici, avevano acclamato a gran voce che quella sentenza rappresenta un «pronunciamento saggio di Sanità nazionale civiltà» contro l'ideologismo spinto della legge 40 (vedi i commenti di Stefano Rodotà e di Anna Finocchiaro, tra i molti), il giorno dopo, alla luce delle dichiarazioni del ministro Balduzzi il tono diventa meno acceso, ma si chiede - a partire ancora una volta dalla Finocchiaro - al ministro di «ripensarci», di «fare un passo indietro», di sforzarsi per «cambiare la legge». L'appello arriva anche dalla leader della Cgil, Susanna Carnusso, che però usa termini più espliciti. Anzi promette battaglia: «Per fortuna esiste la Corte di Strasburgo, quella della legge 40 è una norma sbagliata perchè viola il principio di uguaglianza delle donne e per la vita delle persone. Se il governo non la rispetterà, ricominceremo una battaglia mai interrotta in questi anni». Cerca di mantenere l'equilibrio Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, secondo il quale, infatti, «ogni legge è perfettibile. Questa è stata approvata, peraltro, con voto trasversale, dal Parlamento», ma è sicuramente «corretto che lo Stato italiano la difenda inoltrando ricorso secondo i tempi e i modi previsti». «Alle sentenze di primo grado della Corte europea dei diritti dell'uomo un po' sopra le righe siamo abituati», dice invece Eugenia Roccella, deputata del Pdl ed ex sottosegretario alla Salute. «Queste pro- cedure sono diverse da quelle della Grande Camera di Strasburgo e lasciano ampi margini di approssimazione. Siamo certi che il nostro governo saprà difendere anche in questo caso le leggi votate dal Parlamento, e che presenti il ricorso alla Camera Grande». Anche l'ex ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, auspica che la sentenza sia «affrontata tempestivamente con un ricorso motivato in termini di merito e di procedura difendendo la coerenza della legislazione italiana in tenia di procreazione assistita e di interruzione di gravidanza». =ECONDA]. IONE ìaSSISI 1i4 Pagina 66 AI comfort care della Columbia University Nell'ospedale 'n cui fanno nascere i bimbi condannati da mali incurabili MARTINO CERVO INIMIN Elvira Parravicini fa, di lavoro, la custode degli angeli. Ha trasformato nella sua occupazione alla Columbia University di New York un'attività che molti considerano una perdita di tempo e risorse, se non una violenza: accompagnare la nascita, e spesso la rapida morte, di neonati affetti da gravi patologie invalidanti, di quelle che trasformano la vita in un battito d'ali stretto tra l'accanimento e il destino. Pochi scampoli di umano come la vicenda della neonatologa (protagonista di una brillante carriera che l'ha resa assistant professor in una delle università più importanti al mondo) restituiscono il precipitato della questione in gioco con lo scontro politico, giuridico e culturale aperto dalla sentenza del la Corte europea dei diritti dell'uomo sulla diagnosi pre-impianto. Cioè, in parole povere, l'inizio e il senso (e dunque il contesto civile e normativo che lo custodisca) della vita malata, imperfetta, inferiore alle attese, problematica. E la sua selezionabilità, programmabilità, espulsione. Non c'è un discorso che sistemi la faccenda una volta per tutte, in un senso o nell'altro. C'è Alejandra, nata prematura contro ogni pronostico e consiglio medico: la Parravicini ha accompagnato i suoi genitori a sostenere la fatica di un parto che sembrava solo rendere più dolorosa la disfatta di quel brandello di vita sfasciato da un'infezione all'intestino. Due mesi di morfina, ventilazione e alimentazione artificiale: oggi va all'asilo. Il comfort care della Columbia è nato così, per un succedersi di vicende come questa. La Parravicini, 55 anni, dopo studi e lavoro avviato in Lombardia (a Monza), alla fine degli anni '80 accetta una proposta di tirocinio in America. Negli anni `99O entra nella squadra di una delle più avanzate équipe mediche al mondo. Avverte lo stridore di un aborto indicato come "terapia" nel caso di molti feti malati gravi, e lo spazio chiuso sulla libertà di tante madri, raramente accompagnate in una scelta effettiva. Un giorno, come ha raccontato pochi giorni fa di fronte a migliaia di persone al Meeting di Rimini che si è appena concluso, una paziente rifiuta l'interazione di gravidanza propostale dal personale sanitario. Nessuno sa che fare, quasi impreparato di fronte alla decisione. Si fa avanti lei: «La prendo in carico io». Oggi il comfort care è una struttura specifica all'interno dell'ospedale della Columbia (Cumc, Columbia university medical centre): una sala parto speciale, dove lavorano dieci persone tra infermiere di ostetricia e neonatologia, una ginecologa e, da poco, anche un assistente sociale. «Quasi tutti», ha spiegato la dottoressa italiana in un'intervista al mensile Tracce, «sono venuti a cercarmi, chiedendomi di lavorare insieme». Senza barriere confessionali (lei, cattolica, collabora con personale di diverse sensibilità, tra cui atei), e senza riserve "morali" su chi sceglie di non avvalersene, è nato un servizio professionale prima assente. Sanità nazionale Un paziente "imprevisto" dopo l'altro, la Parravicini ha infatti costruito attorno al bisogno delle donne e delle famiglie un contesto medico di alto livello, finalizzato alla massimizzazione del benessere dei neonati: «Di cosa ha bisogno un bambino? Di avere accanto la mamma e il papà. Qual è il suo piacere principale? Mangiare. Ecco, partiamo da qui: devono poterlo fare, fosse anche per i soli cinque minuti che stanno al mondo». Costoso? Certo, forse perfino ingiustificato secondo alcuni criteri. Il confine tra l'accanimento terapeutico e l'eutanasia nei momenti successivi al parto è un abisso che solo un confronto inesausto tra medicina e libertà può, volta per volta, tentare di definire: «Non c'è strada, se non la realtà. Il bambino ci dà tutti i segni di cui abbiamo bisogno. Perché lui è dato, ai genitori e a me: a noi, che non possiamo definire il suo destino. A noi è chiesto di osservare e seguire la realtà», spiega, così distante da un'estremizzazione dell'ideologia "prolife" buona per scontri da tifoseria ma destinata a spappolarsi di fronte al mistero di una madre e di suo figlio. O dei suoi figli: come Keela e Kayla, gemelle siamesi (un cuore in due) di una coppia di quindicenni che ha voluto portare a termine la gravidanza e battezzare le piccole, poco prima che morissero. E quando il prete ha iniziato ad aspergere la prima testolina chiamandola Keela, il padre l'ha interrotto: «No, quella è Kayla», perché non era uguale. E come Marta (nome di fantasia di un'altra storia raccontata dalla Parravicini al Meeting), madre quarantenne di un figlio gravissimo con aspettative di vita quasi nulle. Un neonato terminale. Lei ha voluto partorirlo, e se l'è tenuto in braccio per tutta la vita: sette ore. «Alla fine quella donna mi ha detto: "Grazie, così nella sua vita mio figlio ha conosciuto solo amore"». FECODA].IONE. GSSIGTlT4 1-„ln.,,l,:,,, - ,, i , ,, -!,-e,l Pagina 67 Migliaia di clienti da tutto il mondo Corsa alla clinica americana dove si sceglie il sesso del bebè ALESSANDRO CARLINI ENE Nemmeno il brivido di non sapere se sarà maschio o femmina, almeno fino al giorno dell'ecografia, interessa più i sudditi di sua Maestà. Nel Regno Unito i genitori non si vogliono più affidare alla sorte ma preferiscono scegliersi, in laboratorio, il sesso del loro figlio. C'è un vero e proprio esodo di decine di coppie britanniche che ogni anno salgono su un aereo e volano alla volta degli Stati Uniti, aggirando così le norme del Regno. Solo la clinica del dottor Jeffrey Steinberg, aNew York, ha trattato ben 400 donne in arrivo dalla Gran Bretagna per la cosiddetta "gender selection", la selezione del genere del bebè, in cui i medici non fanno altro che analizzare gli embrioni, selezionarli e impiantarli nell'utero materno dopo essersi assicurati che portino con sè cromosomi "rosa" o "azzurri". Questa pratica è vietata dall'inglese Human Fertilisation and Embryology Act del 1990, che comunque consente la diagnosi preimpianto in caso di malattie genetiche dei genitori. C'è insomma chi attraverso lo screening degli embrioni sceglie di avere un bimbo o una bimba e chi utilizza questa tecnica per scongiurare il rischio di malattie nel nascituro. Un tema caldo, dopo la bocciatura di ieri da parte della Corte di Strasburgo sulla legge italiana in materia. I clienti del dottor Steinberg non TUTTO IL MONDO Genitori da 147 Paesi dei mondo, di cui oltre 400 coppie britanniche, si sono già rivolte alla clinica dei dottor Jeffrey Steinberg, per scegliere il sesso dei nascituro con la diagnosi preimpianto. SUCCESSO CERTO È una pratica sempre più in voga nel Regno Unito, grazie ai servizi offerti da centri americani specializzati in gender selection, le selezione dei genere dei bebè. Steinberg sostiene che la diagnosi preimpianto offerta dalla sua clinica per scegliere se il piccolo sarà maschio o femmina ha una percentuale di successo che arriva al 100%, al contrario di altri sistemi che non superano il 60-70% arrivano solo dall'Inghilterranma da tutto il mondo. «New York ha detto l'esperto di eugenetica al Daily Mail - dista solo 7-8 ore dall'Europa, dunque è una destinazione comoda per chi viene dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna e anche dal Medio Oriente. La percentuale di successo del nostro metodo arriva al 100%, al contrario di altri sistemi che non superano il 60-70%». Sul sito della clinica di New York-non è l'unica, altre si trovano ad esempio in California - vengono pubblicizzati i risultati rag- giunti dall'equipe medica: «Abbiamo pazienti praticamente da tutto il mondo, si sono rivolti a noi aspiranti genitori da 147 nazioni diverse, desiderosi di "bilanciare" le loro famiglie con un bel fiocco azzurro o rosa». Nel Regno Unito è ormai diventato normale andare all'estero per concepire (in un determinato modo) il proprio figlio. Molti scelgono Spagna, Repubblica Ceca e Stati Uniti per la scarsità di sperma e ovuli. Le principali ragioni di questa fuga all'estero stanno non solo nella mnancanza di donatori, ma anche nei lunghi tempi di attesa presso le strutture pubbliche, nella difficoltà di accesso ai trattamenti e nei costi alti. Molti scelgono poi di andare Oltremanica perchè a differenza del Regno Unito, i donatori sono anonimi, e c'è la possibilità di avere più di un embrione impiantato durante un ciclo di procreazione medicalmente assistita. Ma anche dalle parti di Londra stanno facendo ricerche molto discutibili. Come la tecnica "dei tre genitori", che consente di creare embrioni con materiale genetico di due donne e un uomo. A giugno l'istituzione benefica inglese di ricerca medica e bioetica, il Nuffield Council on Bioethics, ha redatto un rapporto in cui la ritiene etica e chiede al governo di non vietarla più, perchè consentirebbe (dicono loro) di far nascere bambini senza gravi malattie. Ii popaGne gira in gonna per aremrdare il figlio enkndxrnii le idee Sanità nazionale Pagina 69 Polemiche dopo la decisione Ue che ammette la diagnosi pre pi to Ba1dui sulla procreazione: pronti a1 ricorso a Strasburgo U governo si muove. La Cei: magistratura italiana surclassata di FRANCA GIANSOLDATI ROMA - Il governo Monti è orientato a fare ricorso a Strasburgo dopo il pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell'uomo che di fatto ha smontato un altro pezzo della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una sentenza che ha letteralmente choccato la Chiesa. Ad anmmciarlo è stato il ministro della Salute, Renato Balduzzi. Ai microfoni di Radio Vaticana proprio mentre il cardinale Bagnasco da Genova manifestava tutta la sua perplessità per lo scavalcamento «della magistratura italiana» - ha illustrato quali sono gli strumenti giuridici a disposizione per difendere la normativa in vigore approvata dal Parnel lamento 2004 e successivamente sottoposta persino a un referendum abrogativo. «Ribadisco - ha detto Balduzzi - che personalmente mi sto orientando a proporre al Consiglio dei ministri di ricorrere nei confronti di questa decisione». Anche in passato ricorsi di questo genere, a difesa di leggi nazionali, sono avvenuti di prassi attraverso procedure rodate e ben definite. Il titolare della Salute sottoporrà al prossimo Consiglio dei ministri la questione, e il governo colle- Sanità nazionale gialmente avrà tempo fino alla mezzanotte del 28 novembre per presentare alla Corte il ricorso per il riesame. Un iter già seguito anche per il caso del crocifisso nelle scuole (che si risolse in seconda istanza proprio grazie al ricorso). Se l'ufficio del registro della Corte non dovesse ricevere entro questa data i documenti necessari, la sentenza emessa dai giudici europei due giorni fa diventerebbe definitiva e inappellabile. Il tempo stringe, le polemiche non mancano ma la legge 40 sembra salva. Balduzzi ha sottolineato anche di come «nel nostro ordinamento la soggettività giuridica dell'embrione, la tutela della salute della madre e di altri valori, principi e interessi coinvolti, siano equilibrati e bilanciati nonostante, a tal proposito, vi sia stato un grande dibattito. Nelle sue linee di fondo è stato considerato dalla giurisprudenza e dalla Corte costituzionale un bilanciamento rispettoso dei valori costituzionali coinvolti». Un po' come dire che il ricorso per l'Italia a questo punto è doveroso, con buona pace di coloro che vorrebbero modificare l'attuale impianto normativo. Le parole del ministro (ampiamente riportate dall'Osservatore Romano che non a caso ha rilevato la determinazione delgoverno a procedere) hanno imme- diatamente scatenato un dibattito tra le forze politiche. In testa al blocco dei contrari ci sono il partito di Di Pietro («la legge 40 è incostituzionale»), i Radicali, il Pd che attraverso Ignazio Marino spera di poter aggiustare il testo. Il senatore si è anche appellato al premier Monti affinché eviti di prendere posizioni su un terreno simile. Infine da registrare la voce del Prc, la più dura: «Il governo Monti ha una vocazione da cameriere dei poteri forti, prima della Merkel e delle banche, oggi del Vaticano». Fuoco e fiamme. Ieri mattina l'Avvenire tuonava contro l'orientamento laicista ormai presente in tutti i Parlamenti nazionali che «tende a cancellare i diritti degli embrioni». La pietra angolare per i cattolici è tutta qui: «Se a Strasburgo siamo nel tempio dei diritti umani vuole dire che l'embrione non ha diritti di figlio o non ha diritti di bambino e, insom ma, non ha diritti umani». L'argomento al centro di durissime battaglie di posizione è tornato ad infiammare gli animi tra favorevoli e contrari a una legge che ha posto precisi paletti sulla conservazione degli embrioni, vietando, tra l'altro, la diagnosi preimpianto equiparata (dai cattolici) a una vera e propria «deriva eugenetica». Che il tema fosse scivoloso e foriero di duelli era scontato. Nell'aria già volano scintille. «Siamo ancora una volta a fianco del governo Monti. La decisione del ministro Balduzzi di ricorrere contro la sentenza della Corte rivendica il ruolo della nostra magistratura, e anche di quella grande maggioranza degli italiani che non vollero dar seguito al referendum» ha fatto sapere l'Udc compatta, per bocca di Enzo Carra. Una posizione condivida dal Pdl che preme per impedire che si facciano largo le forzature «spesso determinate solo da ragioni ideologiche». Si vedrà come andrà a finire. IlPdlel'Udc: bene l'esecutivo Sinistra e Radicali danno battaglia lol '.i nl ns d z n linrcl niy .?. Pagina 70 «Sentenza internazionale che deve essere rispettata» di VALENTINA ERRANTE ROMA «E' la Costituzione a prevedere il rispetto dell'ordinamento internazionale ed europeo». Giovanni Maria Flick, ex presidente della Consulta, non fatica a replicare alle obiezioni del presidente della Cci Angelo Bagnasco sulla bocciatura da parte della Corte europea della legge 40 Bagnasco ritiene che la sentenza costituisca un «surclassamento» e un «superamento » della magistratura. E' così? «Fino al 2007, le decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo avevano soltanto un valore indicativo e non vincolante, così in base a molte sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale. Ma quell'anno è la stessa la Consulta a dire e a stabilire, con due sentenze fondamentali, che le decisioni della Corte europea sono vincolanti. Il nuovo orientamento è basato sulla modifica della Costituzione del 2001. Il mancato rispetto delle sentenze comporterebbe la violazione dell'articolo 117 della Costituzione». Se la sentenza diventasse definitiva sarebbe necessario cambiare la legge? «Il governo può presentare ricorso alla Grand Chambre, cecependo, ad esempio, il fatto che la Corte faccia riferimento all'incoerenza e irragionevolezza della legge mettendo sullo stesso piano due situazioni che non sono identiche: la diagnosi preimpianto e l'interruzione di gravidanza in caso di malformazioni o malattie genetiche del feto. Ma la legge 190, che prevede l'interruzione di gravidanza, riguarda una situazione concre- ta e la salvaguardia della salute della madre che potrebbe essere danneggiata dalla nascita di un figlio malato. In questo caso sono previste valutazioni reali sul singolo caso. Nella diagnosi preimpianto, invece, non si può Giovanni Maria Flick residente L ex p della Consulta Flick «Lo impone la Costituzione» parlare di un esame concreto della situazione. Parlo da un punto di vista puramente giuridico, perché poi, in base al buon senso, è chiaro che può apparire preferibile e meno stressante una diagnosi preimpianto rispetto a un'interruzione di gravidanza». Altri argomenti per un ricorso? «Di solito si ricorre alla Corte dei Diritti dell'uomo quando sono esauriti tutti i gradi di giudizio. In questo caso, invece, la coppia si è rivolta direttamente a Strasburgo. E la Corte ha ritenuto ugualmente di pronunciarsi». Ma adesso un giudice potrebbe sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale? «Certo ma, presumibilmente, se ci fosse un ricorso, la Consulta attenderebbe la sentenza definitiva prima di pronunciarsi». Ma poi confermerebbe la contraddittorietà tra le due leggi? «Anche da ex non anticipo mai le mie idee sui possibili pronunciamenti della Consulta». Comunque Bagnasco ha torto? «L'Europa non è solo quella dell'euro e dello spread e i giudici sovranazionali sono una garanzia dei diritti fondamentali. E' stato così quando l'Italia è stata condannata per il sovraffollamento delle carceri o per i tempi troppo lunghi della giustizia; d'altra parte c'è sempre il limite del rispetto dei principi fondamentali della Costituzione di cui è garante la Consulta». Sanità nazionale Pagina 72 La vicenda di Celeste potrebbe avere ripercussioni su altri casi simili. SCENARI Il destino della piccola Celeste finisce in tribunale: è giusto interrompere una terapia solo perché non riconosciuta? La terapia compassionevole a base di cellule staminali per la bimba veneziana dì 2 anni, affetta da atrofia muscolare spinale, era stata sospesa lo scorso maggio dall'Agenzia del farmaco a causa dei rilievi mossi alla Stamina foundation che somministra il trattamento. Un giudice del lavoro, a cui la famiglia aveva presentato ricorso, ha stabilito che la piccola deve proseguire le cure in attesa della sentenza perché è in pericolo di vita. Per molti ricercatori la terapia è priva dì riscontri clinici, eppure la bimba ha dato segni visibili di miglioramento. Un caso che ricorda da vicino la controversia Di Bella. Ma se scavalcassimo i protocolli di legge sarebbe il caos sanitario Yvan Torrente Non impeditemi di curare la mia figlia sfortunata con quella nuova terapia Gianpaolo Carrer * a mia Celeste combatte come sempre, è una piccola tigre che non molla mai. Ma ha bisogno di continuare la sessione di cure che aveva interrotto a metà. Sono felice del fatto che i giudici ci abbiano dato ascolto e in attesa delle prossime sentenze preferisco non soffermarmi sulle questioni giuridiche sollevate dalla vicenda di mia figlia. Mi limito a ricordare, però, che contrariamente a quanto detto e scritto da molti Celeste non si stava sottoponendo a un «protocollo sperimentale», ma a una «terapia compassionevole», cioè uno strumento espressamente previsto da una legge dello Stato, la Turco-Fazio del 2006, prorogata nel 2010. Ricorrervi è un sacrosanto diritto per alcune categorie di pazienti. Le cure, poi, sono sempre state effettuate in completa legalità e sicurezza. E la validità di quella terapia è confermata dai risultati ottenuti, certificati dalle cartelle cliniche: mia figlia aveva un'aspettativa di vita di 18 mesi, invece ha già superato i 27 e continua a manifestare reazioni positive. Per questo io e mia moglie non perdiamo la speranza, anche se restare lucidi è difficile. * imprenditore veneziano, padre di Celeste Sanità nazionale ono padre di quattro bambini e probabilmente nei panni dei genitori di Celeste mi comporterei allo stesso modo. Per questo credo sia giusto che si battano per riprendere la cura: non è mai bello quando questioni così delicate finiscono in un'aula di tribunale, ma comprendo la mancanza di alternative. L'aspetto centrale della vicenda però è un altro: se da un lato noi ricercatori dobbiamo incoraggiare la speranza di chi lotta contro malattie tuttora incurabili, dall'altro abbiamo il dovere di non abdicare ai protocolli scientifici e a quello che ci hanno insegnato decenni di sperimentazioni. Le cellule staminali hanno un potenziale elevato, ma rappresentano ancora un'incognita perché la ricerca richiede trial lunghi e accurati, i cui risultati non sempre coincidono con quelli, pur sorprendenti, mostrati da singoli episodi. La Sma, poi, come altre malattie rare infantili, ha spesso evoluzioni inattese non addebitabili a cure miracolose, ma a semplici reazioni dell'organismo, a volte inspiegabili. Mi auguro di essere' smentito e che questa terapia funzioni: ma per dirlo dovrei trovarmi di fronte a uno studio allargato a molti pazienti e non a un semplice «funziona». * neurologo e ricercatore, direttore del laboratorio sulle staminali dell'Università Statale di Milano è il numero dei pazienti, affetti da diverse patologie degenerative, che si trovavano in cura presso gli Spedali Civili di Brescia con le terapie compassionevoli messe a punto dalla Stamina e per i quali l'Agenzia del farmaco ha disposto la sospensione dei trattamento io scorso maggio. Pagina 73 Procreazione, governo pronto a1 ricorso Balduzzi: "No a derive eugenetiche" Ilminis o:Snaslnugofaccwchiarezza. Bagnasco: scmaka6i iulièi italiani MICHELE BOCCI ELSA VINCI ROMA - L'Italia verso il ricorso contro Strasburgo. «Proporrò l'appello al consiglio dei ministri, perché è necessario che sulla legge 40 si esprima la Grande Chambre, il plenum della Corte europea dei diritti dell'uomo. Si impone un chiarimento giurisprudenziale». Il ministro della Salute Renato Balduzzi parla da Lucca, dove ha partecipato a un convegno sulla dipendenza dal gioco d'azzardo, ma il suo annuncio viene diramato in mattinata da Radio Vaticana. La Corte europea ha condannato l'Italia a risarcire una coppia fertile portatrice di fibrosi cistica cui la legge sulla procreazione assistita impedisce la diagnosi preimpianto degli embrioni, consentita solo se si è sterili, e oggi la questione è a Palazzo Chigi. Oltre allapolemicapolitica, la sentenza ha innescato la rabbia deivescovi. «E stata scavalcatala magistratura italiana, un fatto singolare», dice il presidente della Cei, Angelo Bagnasco. «Bisogna ripensarci a livello nazionale sia di tecnici sia di esperti, sia per merito sia per metodo». Un invito raccolto dal ministro Balduzzi. «Sulla legge 40 si sono espresse varie corti negli anni, chiediamo a Strasburgo di dire una parola decisiva. A quel punto si potrebbe anche rivedere la legge, ovviamente con l'accordo del Parlamento». Balduzzi è convinto che ci voglia «un punto giurisdizionale fermo». «Abbiamo visto in altri casi - dice - Sanità nazionale come sia importante arrivare a far pronunciare in via definitiva il sistema giurisdizionale di Strasburgo». Il riferimento è a una sentenza della Grande Chambre che proprio in materia di fecondazione assistita ha ribaltato il verdetto di primo grado, condizionando l'ultimapronuncia della Consulta su un altro punto della legge 40. «La sentenza della Corte europea - prosegue il ministro presenta dei profili processuali particolarmente delicati che già da soli forse giustificherebbero un ricorso anche per future occasioni, che potrebbero riguardare materie diverse. Una pronuncia che abbia delle ulteriori certezze serve a capire come si vede il bilanciamento tra i diritti dell'embrione, la tutela della madre e gli altri interessi coinvolti». La posizione è caldeggiata dal mondo cattolico, dalla Cei e dal Pdl, anche se a sorpresa nel Popolo della Libertà e nell'Udc sono stati sollevati dei distinguo L'idea di andare in appello non ì appoggiata dal presidente delle Camera Gianfranco Fini, chf durante il dibattito parlamenta re prese le distanze dal centro destrae adesso, condividendo lE posizioni di Giulia Bongiorno auspicalo stop di Palazzo Chigi. «Una revisione della legge sulla fecondazione sarebbe possibile - avverte il ministro Balduzzi - solo se ci fossero un sentire comune e una volontà ampia e condivisa. Se la revisione servisse a rafforzare quel bilanciamento tra i diversi principi del nostro ordinamento e a riaffermare il no ad una deriva di tipo eugenetico. Allora ci potrebbe essere anche un apporto da parte del governo». Plaude Eugenia Roccella del Pdl. Il Pd invita invece il ministro a ripensarci. Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, afferma che un ricorso finalizzato a chiarire, come preannunciato, «non esiste». «O si rispetta la sentenza o la si contesta», dice. Scende in campo anche la leader della Cgil, Susanna Camusso, che annuncia: «Se il governo non rispetterà il verdetto ricominceremo la battaglia mai interrotta in questi anni». C'è tempo fino a128 novembre per presentare il ricorso. Se l'ufficio del registro della Corte non dovesse ricevere i documenti per quella data, la sentenza sarà definitiva. Una voltaaStrasburgo larichiesta del governo italiano verrà valutata da un panel di 5 giudici. «Perché la Corte accetti la richiesta spiega l'avvocato Nicolò Paoletti, che havinto in primo grado questo deve dimostrare che il caso solleva gravi questioni inerenti all'interpretazione o all'applicazione della Convenzione europea dei diritti umani, oppure una grave questione di interesse generale». Di solito l'Italia perde in primo grado e vince alla Grande Chambre. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 74 Inchiesta diungiudice contro due genitori E presto il caso potrebbe finire in Parlamento La crociata tedesca sui buchi alle orecchie imporli ai bamb puo essere una lesione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO he cosa conta di più, la libertà religiosa e dei costumi d'imporre ri ti, o mutilazioni per ideali di bellezza da adulti, oppure il diritto dei bambini anon soffrire, imposto dalla legge d'uno Stato di diritto con divieti elencati in modo metodico, fino al pedante? La Germania si divide su questi temi. Attenti, se vivete nel territorio federale, a decidere di far praticare alle vostre figlie piccole il buchino nel lobo auricolare indispensabile a portare orecchini da teenager o da adulta. Potreste essere incriminati per lesioni a minore. Voi, o il chirurgo o cosmetico o specialista di tatuaggi che sia, e che ha praticato il foro nella parte esterna dell'orecchio della bimba. Il precedente esiste già: un giudice di Lichtenberg, quartiere del profondo est di Berlino, dove aserale strade sono spesso contese tra ganggiovanili, haavviatoun'indagine per decidere se imporre il foro nellobo auricolare aiproprifigli è un'azione penalmente perseguibile. Il caso concreto è quello di due genitori del luogo, non si sa di che origine etnica, che si sono presentati in uno studio di tatuaggi per richiedere il buco per gli orecchini sulla loro figlia di tre acuii. E ora il magistrato dovrà stabilire se una simile pratica non corrisponda a una sorta di attentato all'integrità fisica della piccola, stabilendo la colpevolezza della coppia. O se invece non sia perseguibile dalla giustizia il tatuatore, per il fatto di non essersi rifiutato di praticare il foro nell'orecchio alla bimba. Discorso che sembra paradossale, che però ha anche lati seri. Tanto che il Parlamento tedesco potrebbe presto introdurre un'età minima sotto la quale non si possa applicare orecchini o piercing. Il problema è che sono stadi genitori dellapiccolaadenunciare lo studio di tatuaggi, ma ora la sentenza potrebbe punire proprio loro.Afare scattare la denuncia è stata la reazione della bimba all'operazione: ha pianto a lungo e si è poi lamentata per ore del dolore, e una visita medica tre giorni dopo ha constatato in lei una reazione traumatica locale. Trauma doloroso, che poi resta nella memoria: è l'obiezione di molti medici e giuristi tedeschi contro la circoncisione, praticata normalmente per tradizioni religiose nelle famiglie di fede ebraica o islamica. Con la comunità ebraica si va verso un compromesso: il Consiglio etico federale, autorevole istituzione che valutala conformità o meno delle leggi con Costituzione e valori costitutivi postbellici, ha appena espresso un sì condizionato alla circoncisione ebraica. Verso gli ebrei, visto il passato tar- gato per sempre dall'unicità dell'Olocausto, «siamo in uno stato d'emergenza del diritto», dicono i membri del consiglio. Per cui si può solo chiedere condizioni di igiene totale e anestesialocale per i bambini da circoncidere. La American academy of pediatrics del resto ha appena sentenziato che nella circoncisione infantile i benefici (ridotto rischio di infezioni locali, di cancro locale odi contrarre Hiv e altre malattie mortali) superano i rischi. Ma i giudici adesso simettono a contestare anche i buchi nelle orecchie delle ragazzine, diffusi qui tra le minoranze come quellaturca, lapiù numerosa, ma anche tra molti bimbi e genitori tedeschi doc. Il diritto dei bimbi piccoli a non soffrire qui passa sopramode e consuetudini, e pazienza se accontenta anche l'antica passione tedesca per i divieti. IL REGALO Per il suo terzo compleanno, i genitori hanno portato la figlia a bucare i lobi IL TRAUMA Dopo giorni di dolori il medico ha diagnosticato una reazione traumatica nella bimba LA DENUNCIA I genitori hanno quindi sporto denuncia contro lo studio di piercing IL DILEMMA II giudice potrebbe però punire i genitori per aver imposto un tale dolore Sanità nazionale Pagina 76 Legge 4 . Il ministro della Salute annuncia i l possibile appello contro la sentenza della Corte Ue sul divieto di analisi preimpianto Procreazione, ipotesi di ricorso del governo Francesca Cerati È probabile che il governo italiano faccia ricorso sulla sentenza della corte di Strasburgo sulla legge 40. Sul tema della procreazione medicalmente assistita e del rapporto con la giurisdizione del Consiglio d'Europa «serve una parola chiara e certa» ha infatti detto a Radio Vaticana il ministro della Salute Renato Balduzzi, motivando la sua intenzione. «Bisogna essere ben certi che i principiprocessuali e il contraddittorio siano assolutamente rispettati». La questione dunque riguarda anche il rapporto tra giustizia italiana e comunitaria, un aspetto sottolineato per primo dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco per il quale la magistratura italiana è stata "superata e surclassata". Sull'ipotesi invece che vi sia da parte del governo una revisione della legge 40 - che la Corte europea dei diritti umani ha bocciato nella parte in cui vieta da appare ardua e in salita, anche se sostanzialmente il dibattito si divide su chi spera che il governo faccia ricorso e chi invece è convinto che questa sia l'occasione giusta per riscriverla una volta per tutte. Non si può non tener conto che la legge 40 è già stata bocciata ben 17 volte da sentenze (inclusa la recente di Strasburgo) di vario genere. «La sentenza della Corte europea per i diritti umani che ha bocciato la legge 4o è ineccepibile e fa seguito alle bocciature della Consulta e a numerose sentenze di tribunali confermando l'urgenza di cambiare una legge ingiusta e crudele» afferma Ro- berta Agostini, portavoce della Conferenza nazionale delle donne Pd. Di tutt'altro parere il deputato Udc Paola Binetti: «Difendere una legge che è stata approvata nel 2004 a larga maggioranza da centrodestra e centrosinistra, e poi successivamente nel 2005 confermata con un75"ro di consensi da un referendum: è un fatto di democrazia. Da un governo tecnico superpartes arriva un segnale che mostra rispetto verso il Parlamento e verso il paese che a suo tempo si schierò dalla parte della legge. Non possono essere i magistrati a smontare sistematicamente una legge che ancora oggi è in grado di sostenere le ragioni dell'embrione con il suo diritto a nascere e ad avere due genitoriuniti stabilmente». Per Giulia Bongiorno (Fli): «La legge 4o ha già subito diversi interventi demolitori e non It ministro: «Bisogna essere certi che il contraddittorio venga rispettato» Sanità nazionale 0 RIPRODUZIONE RISERVATA La bocciatura ü I giudici di Strasburgo due giorni fa hanno giudicato «incoerente» la norma italiana che ha impedito la diagnosi genetica preimpiantoa una coppia affetta da fibrosi cistica SAGN CG «Magistratura italiana superata e surclassata» la diagnosi preimpianto dell'embrione in quanto viola l'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani - Balduzzirisponde che sarebbe possibile solo se ci fosse «un sentire comune e una volontà ampia e condivisa». «Se la revisione servisse arafforzare quel bilanciamento tra i diversi principi del nostro ordinamento e a riaffermare il no a una deriva verso soluzioni di tipo eugenetico - ha spiegato il ministro - allora ci potrebbe essere anche un apporto da parte del governo». Dalle reazioni degli esponenti di tutti gli schieramentipolitici, però, questa stra- stiamo parlando di un testo sacro, ma diunarticolato disancorato dalla realtà sociale. Per queste ragioni spero che il governo non dia il via libera al ricorso per tre ragioni ugualmente importanti: una scelta del genere si tradurrebbe nell'ennesima negazione del diritto all'autodeterminazione delle donne, quando invece questa decisione parte proprio dal principio di non ingerenza da parte dello Stato nella vita privata dei cittadini. In secondo luogo, la decisione non lede in alcun modo i diritti del concepito che, invece, sono gravemente messi in pericolo dalla legge 40. Infine, da avvocato, ritengo che per impugnare una sentenza occorrano validi argomenti tecnico-giuridici, mentre, finora, ho ascoltato solo prese di posizione aspecifiche». .C Rárlito . Democrliçc Renato Balduzzi It ricorso Contro tale decisione il ministro della Salute Balduzzi ha annunciato cheil governo studia l'ipotesi di un ricorso (da presentare alla Grande Camera entro tre mesi, decorsi i quali la sentenza diventerà definitiva) Pagina 77 DOPO LA SENTENZA Leggi 40,11 Governo pensa a1 ricorso La Cci: surclassamento dei giudici italiani. Il ministro Balduzzi: nel verdetto passaggi preoccupanti RAFFAELLO MASCI ROMA Parla Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, e fa riferimento alla sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che condanna l'Italia per il carattere contraddittorio e lesivo «della vita privata e familiare» della legge 40 sulla fecondazione assistita. «C'è stato un superamento - dice il cardinale - un surclassamento della magistratura italiana, ed è singolare!». Punto esclamativo. Al mattino, il quotidiano della Cei, «Avvenire» parla di deriva eugenetica. Si attende la linea del governo italiano. Il ministro della Salute, Re- bocciature tratta delle sentenze italiane (esclusa quella della Corte europea per i diritti dell'uomo) che attaccano e svuotano di fatto la legge 40 del 2004 di ogni efficacia nato Balduzzi, parlando prima a Lucca ma poi a lungo a Radio vaticana, si mette su questa lunghezza d'onda: «C'è un orientamento del governo per presentare ricorso sulla sentenza della Corte di Strasburgo sulla Legge 40, allo scopo di avere un chiarimento giurisprudenziale». La segretaria dell'associazione radicale Luca Coscioni, Filomena Gallo, che è anche avvocato e giurista, fa notare al ministro una questione tecnica, e cioè che «il ricorso finalizzato a "chiarire" in realtà non esiste. 0 si rispetta la sentenza o la si contesta». E quindi svela un carattere di opportunità politica Sanità nazionale dietro il ricorso, peraltro solo annunciato: «Il mio intendimento - dice infatti il ministro è quello di proporre al Cdm l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza della Corte europea». E rispondendo a una domanda sulla deriva eugenetica a cui aveva fatto riferimento «Avvenire», ammette: «Ci sono dei passaggi delle sentenza europea che possono dare luogo a interpretazioni preoccupanti». Con il governo e con la sua intenzione di fare ricorso alla Gran Camera (il tribunale di seconda istanza rispetto a quello di Strasburgo) si schiera tutto il mondo cattolico nel parlamento e fuori: Enzo Carra, Paola Binetti (Udc), Maurizio Lupi, Alfredo Mantovano, Carlo Giovanardi (Pdl) ma anche Massimo Polledri (Lega), e poi il Forum delle famiglie, il Movimento per la vita. L'ex sottosegretaria Eugenia Roccella, argomenta: «Alle sentenze di primo grado della Corte europea dei diritti dell'uomo un po' sopra le righe siamo abituati. Queste procedure sono diverse da quelle della Grande Camera di Strasburgo e lasciano ampi margini di approssimazione. Ma le procedure di primo grado sono molto diverse da quelle della Grande Camera. Siamo certi che il nostro Governo saprà difendere anche in questo caso le leggi votate dal Parlamento». Traduzione: non se ne farà niente e la legge resterà quella che è. Ma la legge, in realtà, non è più quella votata dal parlamento. Il vicepresidente del Senato Emma Bonino ha ricordato come «questa sia una legge ormai completamente svuotata da sentenze italiane ed europee. Resta l'articolo sul divieto di fecondazione eterologa, che aspetta una sentenza della Consulta». In effetti sono 16 le sentenze italiane (a parte quella europea) che attaccano e svuotano di fatto la legge di ogni effica- cia. E la cosa viene sottolineata da molti esponenti del centrosinistra, come Anna Finocchiaro, Vittoria Franco, ma anche la leader della Cgil Susanna Camusso, e altri. Ma anche da personalità del centro destra - donne per lo più - che non vedono ragioni per opporsi ad una sentenza che colpisce una legge già svuotata di efficacia. Lo ricordano Flavia Perina del Fli («il governo eviti scelte ideologiche che sarebbero incomprensibili per le donne italiane») e ma anche la sua collega Giulia Bongiorno - avvocato di grido - «il governo non tuteli una legge odiosa». Pagina 78 "Cinque gravidanze e tre aborti, ma nostro tiglio non ha avuto un fratellino" Una coppia bresciana: la primogenita e morta so ffocata La storia ROMA P tetro è un bellissimo bambino di sette anni, gioia di Albero e Neris Orio, impiegati di Polpenazze, provincia di Brescia. Ma per raccontare la sua nascita e il desiderio inappagato - di dargli un fratellino, sua madre deve cambiare stanza e allontanarsi dalle sue orecchie. Prima di Pietro, nel maggio 2003, Neris mette al mondo una bambina bella e sana come i suoi genitori, a cui viene dato il nome di Beatrice: intelligente, birichina, occhi vispi. Un amore. Ma Neris, nell'accudirla, si rende conto che muove poco o nulla le gambine, e fa fatica perfino a succhiare il latte. Viene portata da una neurologa e la diagnosi è terribile: atrofia spinale di tipo 1, la più grave. Beatrice non muove la gambe perché in realtà - ha difficoltà a muovere qualunque muscolo, compresi quelli deputati alla respirazione. Morirà nel novembre successivo, di fatto soffocata. Seguono le analisi del caso e i due giovani coniugi (lei all'epoca ha 35 anni, lui 38) scoprono di essere portatori sani della malattia di cui la loro bambina è morta. Se metteranno al mondo altri figli avranno solo il 25% di probabilità che siano sani. Tentano comunque di avere un altro figlio e si dispongono a tutte le analisi del caso, ma siamo nel 2004 a giugno arriva la legge 40: la fecondazione in vitro non è consentita alle coppie fertili come la loro, e - meno che mai - è permessa la diagnosi preimpianto. Fare un figlio, per Neris, significa tentare la sorte. E la sorte è infausta: alla 14esima settimana, dopo aver sperato e desiderato, amato e atteso la vita che si stava sviluppando del suo ventre, la signora non ha alternative all'aborto, se il bimbo fosse nato sarebbe subito Sanità nazionale morto asfissiato come la sorellina. Nel 2005 arriva una terza gravidanza, un'ulteriore periodo di ansie, di paure, di sogni agitati, di sfiducia che però, questa volta, evolvono in una notizia fausta: il bambino è sano, nascerà regolarmente e si chiamerà Pietro. Neris e Alberto decidono di mettersi in lista di attesa per l'estero: il Belgio, la Grecia, dove è possibile fare la diagnosi preimpianto ed evitarsi un altro strazio. Ma i tempi sono quelli che sono e intanto arrivano, due gravidanze in rapida successione, sviluppatesi secondo i dettami dalla legge 40: niente fecondazione in vitro, niente diagnosi dell'embrione, se Neris vuole può solo tentare la roulette della fortuna. La signora è provata: «Abortire è una scelta drammatica e nel mio caso obbligata. Ero sconvolta. Ma soprattutto ero una cittadina arrabbiata contro uno Stato che mi esponeva all'aborto senza consentirmi di evitarlo con una diagnosi previa». La decisione di fare ricorso contro la legge 40, matura nel giugno del 2009: l'avvocato Filomena Gallo assiste la coppia che si rivolge al tribunale di Salerno. Il giudice, nel gennaio successivo, consente alla coppia di fare la diagnosi preimpianto, ma ormai tutto è inutile, Neris ha quasi 42 anni, la sua risposta ovarica non è adeguata, la gravidanza non si sviluppa. La sentenza di Salerno, però, farà storia: ci sono volute cinque gravidanze e tre aborti. [RAF. MAS.] Pagina 80 Zoja: "ometta e frenesia sono i nostri nemici" inconscio c'era nel Paleolitico e c'è ancora. Anche se abbiamo Internet e i cellulari». A chi considera la psicoanalisi una pratica fuori dal tempo, Luigi Zoja risponde così. Psicoanalista junghiano di fama internazionale, Zoja si definisce un «romantico». E non vuole sentir parlare di analisi virtuale. Professore, in un mondo così frenetico e sempre connesso, la psicoanalisie i suoi rituali rischiano di sparire? «Non credo. L'essere umano ha sempre avuto una parte irrazionale, la capacità di sognare, è sempre stato influenzato da meccanismi inconsci. L'ansia nel cambiar lavoro, la tendenza a innamorarsi della persona sbagliata esistevano nel Settecento e nell'Ottocento ed esistono ancora oggi». Però sembra venir meno la volontà di «coltivare l'anima», per dirla con il titolo di un suo libro. «La correggo: non è una questione di volontà, ma di società. Viviamo in un mondo in cui tutto è misurato in termini numerici, economici e di risultato. I Sanità nazionale pazienti più giovani che io e i decina d'anni fa ero a New York miei colleghi ci troviamo di e mi stupivo della frequenza fronte sono nati già immersi in con cui i miei colleghi si trovaquesto contesto di fretta e frevano di fronte ad appuntamenti nesia: è inevitabicancellati e a pale che si approczienti che, avenNOVITÀ cino all'analisi in pagato, chie«Sempre più spesso do modo diverso». devano un consi "vedono" i pazienti sulto via telefono. I pazienti oggi in chat, su Skype» Oggi la tentaziohanno meno disponibilità ne è fare analisi economica, I PRECEDENTI in videochat, via ma il cellulare «Negli Usa 10 anni fa Skype. Negli Usa e Facebook. I stanno nascendo la gente chiedeva studi interamennuovi modi di consulti al telefono» te online, senza comunicare non finiranno alcun rapporto diretto tra analista e paziente». per mandare in pensione il tradizionale lettino? Lei che ne pensa? «Negli Stati Uniti qualcosa di «Be', chiunque può capire che simile avviene da tempo. Una un analista intuisce molte cose Luigi Zoja Il suo libro più recente è «Paranoia, la follia che fa la storia», Bollati Boringhieri anche dal linguaggio non verbale, dai gesti non coscienti dei pazienti. Se l'alternativa è tra interrompere il percorso con uno psicologo e continuarlo via Skype, ben venga Skype. Invece la psicoanalisi online, via Internet, mi sembra una forzatura». La vostra professione come si sta adattando, davanti a questi cambiamenti? «C'è un intenso dibattito, in tutto il mondo. Il problema è che si pensa troppo in termini medici, di pazienti da "curare". Ma la psicoanalisi è una scienza umana, più vicina alla filosofia che alla medicina. E anche per questo, più che i modelli precostituiti, conta molto la sensibilità di chi la fa». [s. RIz.i anni Tanto durò la collaborazione tra Freud e Jung, fino ai primi dissapori del 1910 Pagina 81 Non c'è più tempo per la psicoanalisi Calano le sedute ma i farmaci fanno boom. Colpa della crisi? Non solo, dicono gli esperti. E lo psicologo arriva in farmacia il caso STEFANO RIZZATO MILANO U n tempo, questo era il periodo preferito dagli psicologi. Quello del brusco ritorno alla realtà, dopo le vacanze estive. I giorni in cui vengono a galla desideri insoddisfatti e ansie da prestazione. Il periodo in cui alcuni passavano dal lettino in spiaggia a quello nello studio dell'analista. Ma la crisi, che ha ridisegnato tempi e forme delle vacanze degli italiani, oggi inizia a farsi sentire anche tra i seguaci di Freud e Jung. Il calo delle ore di psicoanalisi (non esistono statistiche ufficiali, ma tutti confermano) è intorno al 20 per cento. Una seduta su cinque è stata cancellata dalle agende degli specialisti italiani. «Non è una stima esagerata - conferma Stefano Bolognini, presidente della Spi, la Società Psicoanalitica Italiana - c'è una fascia di persone, anche motivate ad andare a fondo dei loro problemi, che ora faticano a fare le tre o quattro sedute settimanali tipiche dell'analisi tradizionale. Sempre più spesso lo psicologo deve concordare l'onorario e rivedere la terapia per venire incontro alle esigenze del paziente». t la spending review applicata allo spirito. L'ennesimo taglio dato ai consumi meno strettamente necessari. «C'è chi sta provando approcci più mirati - spiega ancora Bolognini - ma la verità è che si fa quel che si può: si cerca di sopperire al meglio alla diminuzione del tempo a disposizione. E si prova anche a porre un freno all'uso indiscriminato di farmaci per controllare l'umore». Sanità nazionale Eccolo, l'altro grande nemico degli psicologi d'Italia: la pillola che risolve tutto, almeno in apparenza. L'antidepressivo prescritto da sempre più medici di famiglia. I numeri, da soli, spiegano le dimensioni del fenomeno: nel 2011 gli italiani hanno speso in antidepressivi la bellezza di 493,3 milioni. Dal 2003 a oggi, in media le prescrizioni sono aumentate del 5,4% l'anno. «A volte c'è anche un problema di terminologia dice ancora Bolognini - tendiamo a chiamare depressione anche la comune tristezza, la malinconia che è anche giusto provare in alcune fasi della vita. Ad esempio, è sbagliatissimo ricorrere agli antidepressivi nei casi di lutti, per provare a "curare" una perdita che va elaborata e che solo così si può superare». Ecco che allora che in diverse città si sta diffondendo lo «Psicologo in farmacia», un servizio gratuito che vede professionisti e enti locali collaborare in una sorta di pronto soccorso per l'animo. Di solito, è previsto un appuntamento settimanale e un massimo di tre sedute per ogni paziente. A Milano s'iniziò nel 2009, ma il servizio s'è poi esteso anche a Roma: a Torino un'iniziativa analoga dovrebbe partire in autunno, con 86 farmacie e 250 psicologi che hanno già dato la disponibilità a partecipare. Spiega Roberta Fuga, che coordina il progetto romano: «In tre sedute non è difficile capire se un problema è un malessere normale o se siamo di fronte a un quadro di tipo psichiatrico da affidare a uno specialista. Non è una vera analisi, ma un percorso come questo permette comunque un primo approccio al problema». E così, secondo qualcuno, la crisi applicata ai lettini non è solo un male. «Può essere l'occasione per un ritorno alle origini sostiene Giuseppe Pellizzari, che dirige il Centro Milanese di Psicoanalisi - non dimentichiamo Freud diede origine alla nostra scienza nella Berlino degli Anni 20, in un momento e in un contesto di grandi difficoltà. L'obiettivo era quello: andare incontro ai bisogni della gente. Si può fare anche oggi. A Milano abbiamo diversi consultori gratuiti o a prezzi ridotti, ai quali si può rivolgere chiunque». Pagina 82 I FARMACI rQUIVALENT I LN TABU PER 1 MEDICI GIORGIO FORESTP aro Direttore, qualunque lettore di giornali non può che concordare sul fatto che, dopo i temi estivi di rito, i farmaci equivalenti, o meglio le leggende metropolitane che li riguardano, sono stati un argomento frequentatissimo in queste settimane. E mi spiace dover constatare, a 11 anni dalla loro introduzione in Italia, che l'argomento scateni una ridda di osservazioni e interventi che purtroppo alimentano confusione anziché generare una corretta informazione. E questo si è ripetuto anche per le norme volte a favorire l'impiego dei generici contenute nella spending review. E' il caso, per esempio, delle dichiarazioni del dottor Marasso, presidente della Fimmg di Asti, intervenuto sulla «Stampa» del 21 agosto. La prima cosa che stupisce, nel suo intervento, è che si presenti come una complicazione eccessiva - e una lesione della libertà del medico - il fatto di chiedere l'indicazione del nome del principio attivo anziché quella del marchio commerciale. Nei Paesi industrializzati si fa quasi sempre così: basterebbe aver visto qualche puntata della serie ER per constatare che i medici parlano di azitromicina e non di «Zitromax». E se non ricordo male, nei testi di farmacologia si parla di principi attivi, non di marchi, quindi il medico dovrebbe conoscerli. Così come non mi sembra una vessazione chiedere di motivare la non sostituibilità in forma sintetica, soprattutto considerando che questa motivazione si richiede soltanto all'inizio di una nuova terapia, non per chi è già in trattamento. Mi spiace poi che per contestare la pari efficacia dei generici (lo ha fatto anche Marasso, ma non è certo il solo) ricorra ad argomenti non superati, ma superatissimi. Come quello, per esempio, delle compresse che si rompono estraendole dal blister: questo era un problema, do- Sanità nazionale vuto all'eccessivo spessore del foglio metallico che chiude il blister stesso, che ha riguardato, più di cinque anni fa, i medicinali di una singola azienda e non aveva nulla a che fare con il farmaco in sé. Se si dovesse revocare in dubbio la validità di un medicinale ogni volta che un'azienda farmaceutica - di generici o di griffati - deve ritirare un lotto di medicinali per difetti minori come questo, probabilmente dovremmo tornare a curarci con le radici raccolte nei boschi. Anche la questione della variazione all'interno della quale si parla di bioequivalenza, l'ormai famigerato più o meno 20% di biodisponibilità, è spesso assolutamente mal posta. In primo luogo il valore del 20% è uguale in tutto il mondo (non esistono Paesi europei in cui ci si basi sull'1-2%): sono passati i tempi in cui per avere notizie dall'estero si dovevano attendere i velieri in porto, basta usare Internet. Se questa tolleranza fosse eccessiva come si lascia intendere, resta da spiegare perché in Gran Bretagna, in Germania o in Francia - dove il generico è presente da decenni e con «numeri» ben più alti, i pazienti non paiono proprio soffrire di questa circostanza (si veda lo studio che l'Unione delle casse malattia francesi ha pubblicato paragonando direttamente pazienti trattati con statine di marca e generiche). D'altronde sulla bioequivalenza le imprecisioni si sprecano. E a questo proposito vorrei consigliare alla dottoressa Paola Caracristini di andare a ripassare i testi di farmacologia, perché non può un farmacista affermare, come fa lei il 18 agosto, sempre sulla «Stampa», che un medicinale possa contenere il 20% in meno (o in più) di principio attivo: siamo alle barzellette che però non fanno ridere. Infine, sarebbe il caso di valutare se tutte le difficoltà per il paziente che spesso si temono non siano dovute anche al fatto che molti cittadini il nome dei principi attivi, dal loro medico, non lo sentono mai fare. Magari, cominciando a scriverlo sulla ricetta, può darsi che questo benedetto nome entri nell'orecchio, come certe canzoncine estive... In realtà, da cittadino, ho l'impressione che, anche su questo argomento, si ripercuota una caratteristica tutta italiana, cioè pensare che anche quando tutto il mondo affronta un problema in modo differente da noi... hanno torto gli altri. Per carità, può anche succedere, e l'innovazione nasce anche da questo atteggiamento, ma in questi ultimi tempi mi sembra che la diversità a tutti i costi sia stata uno svantaggio, e non un vantaggio, per il Paese. *Presidente AssoGenerici Pagina 84 77 J u ffir tagl io alla ricerca BIANCA Di GIOVANNI 11 .y _ ccl Ieit r> Pa.tiser a per la c1 eciia 13ronto. I11a Ix>ireble arrivare «azzof 3,at,>>, ai 13ros,imo consi< ;iio dei I il,i.titri. alta infat ti la norma 1)11E iillj3ortaF7t._, quella s;EI ;li stis3 _r.i a 3•icerc_ , inI c?.a rione. ll mu wo , sempre, lo stesso: il braccio di erro con il 'í'e ;o- I II 1 echc1t9A1,ts.cci,1 ;', snllol,im3nn:,in , (Iaji ;lici ile] leso,, Sanità nazionale Pagina 85 Il «pacchetto» Passera sotto la mannaia degli uffici d̀soel Tesoro trolli di legalità anche per questo particolare tipo di Srl che non prevede alcun onorario». Per il presidente Giancarlo Laurini «ciò che conta è cercare di fornire da parte di ognuno il contributo concreto alla crescita del Paese». L'atto costitutivo e l'iscrizione nel registro delle imprese sono esenti da onorari notarili, da imposta di bollo e da diritti di segreteria ma sono dovuti l'imposta di registro (168 euro), i diritti camerali di prima iscrizione (in media 200 euro) e annuali, i tributi per l'apertura della partita Iva, e le altre imposte e tasse normalmente dovute. Insomma, resta una spesa di circa 700 euro. SEGUE DALLA PRIMA Intanto prende quota in queste ore l'ipotesi di far slittare la riunione del consiglio dei ministri alla prossima settimana. Ci sono ancora parecchie caselle, infatti , da mettere in ordine . La partita europea impegna molto il premier, mentre i tecnici sono al lavoro sul decretone Sanità. L'appuntamento sarebbe rinviato all'inizio della prossima settimana. Sul tavolo dei ministri non solo il provvedimento Balduzzi, ma anche la «bozza» Passera su digitale , start up e piccole imprese. Si tratterà soltanto di un primo giro di tavolo: per il varo l'esecutivo si è dato tempo fino al 20 settembre. BIANCA DI GIOVANNI ROMA I istrl -S1... 1i Ñ LE START UP SETACCIO DEL TESORO Il rischio del provvedimento Passera è che venga depotenziato dall'intervento del Tesoro è reale. In queste ore gli uffici stanno valutando la portata delle misure, che, già si sa, sarà limitata. Fuori dal tavolo la misura a sostegno della ricerca e innovazione, considerata troppo pesante con i suoi 6-700 milioni di euro di spesa. Per questo si valuta un rinvio sine die. Restano in piedi le altre norme sull'innovazione, che allo stato non sono ancora quantificate e che sono oggetto in queste ore del vaglio degli uffici di Via Venti Settembre. Contemporaneamente gli uffici di Palazzo Vidoni valutano la possibilità di incorporare il decreto semplificazioni all'interno del «pacchetto» Passera, visto che molti punti riguardano le procedure delle imprese. Tra le misure previste, la creazione di una società semplificata che potrà adottare uno statuto standard e costituirsi completamente online (si chiamera iSrl). L'idea arriva propiro nel giorno in cui entra in vigore l'altra società semplificata, quella avviata con il primo decreto crescita. Si tratta della Srl a 1 euro, cioè il capitale sociale minimo consentito (il massimo è 9.900 euro). È riservata agli under 35 (non si possono vendere quote a over-35) e può essere costituita dal notaio con modello standard ministeriale dell'atto costitutivo comprensivo dello statuto. Il notariato Sanità nazionale ha annunciato ieri l'impegno dei professionisti a costituire le società gratuitamente. «I notai - scrive in una nota il Consiglio nazionale del notariato - sono vicini ai giovani e lo dimostrano con la disponibilità al mantenimento dei con- Corrado Passera FOTO Di PASQUALE BOVE/AISA Da 1 per 1; 1' t._ . c+" il i re k 1 C' u di - T . .-: -ura 1. Tornando alla «bozza» del nuovo provvedimento, si prevede una serie di sgravi e alleggerimenti per i primi quattro anni di vita delle imprese. Per le start up si prevede la contabilità per cassa (relativa anche all'Ires oltre che all'Iva) e un contratto di lavoro con l'ipotesi di uno sgravio totale dell'Irap sul lavoro. Il Tesoro sta mettendo sotto la lente l'estensione degli sgravi già varati nel 2011 sulla deducibilità degli investimenti e altri vantaggi fiscali su operazioni sul capitale. La platea a cui si riferiscono le norme è ben delineata: Srl o Spa costituite dopo il 31 dicembre 2009 con alcuni «paletti», come la titolarità della maggioranza delle quote da parte di persone fisiche e una quota consistente di investimenti in ricerca e sviluppo. Prosegue intanto il cammino dell'Agenda digitale, nonostante le difficoltà economiche che limitano molto la capacità di investimento. In ogni caso si pensa a integrare i sistemi della Pubblica amministrazione e di digitalizzare i rapporti della Pa con imprese e cittadini. Un altro capitolo del «pacchetto» riguarderà l'internazionalizzazione, con particolare riguardo all'attrazione degli investimenti stranieri. L'Ice (istituto per il commercio estero) dovrà costituire una sorta di sportello unico per le imprese che vogliono investire in Italia. Sarà l'interfaccia delle imprese per l'interlocuzione con uffici del lavoro e prefetture, oltre che con gli uffici regionali. Pagina 86