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Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico €1,40 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Anno 92 n. 132 Lunedì, 09 Novembre 2015 unita.tv “Non mi fermeranno” Papa Francesco a sorpresa rompe il silenzio su Vatileaks all’Angelus — Rubare i documenti è “deplorevole e triste”. Bergoglio affronta il caso Vatileaks davanti ai fedeli in piazza San Pietro, per mandare un messaggio chiaro: “Io vado avanti”. P. 5 Berlusconi the End A Bologna giù il sipario sul ventennio del Cav. Fischiato, consegna Fi alla destra lepenista È flop per la Lega che voleva bloccare l’Italia per 3 giorni. Scontri polizia-autonomi P. 4 C’era una volta il mago Silvio La sfida di Aung diario da Yangon Grazie lo stesso, il nostro campione è Valentino P. 23 I Erasmo D’Angelis l tempo passa e sa essere spietato. Dopo aver dominato da media man la scena e la cronaca politica e giudiziaria negli ultimi vent’anni, davvero Silvio Berlusconi pensava di rimettersi in gioco dal palco fascioleghista di Bologna, parlando agli italiani con amenità del tipo «Renzi Duce, Grillo parla come Hitler, Alfano è un cretino, anzi è come Stanlio e Ollio»? I fatti sono testardi e ieri il De Profundis all’ex leader del centrodestra dal 1994, lo ha cantato da piazza Maggiore Salvini, l’antiitaliano. Il salmo recitava: “Qui nasce il nuovo guidato dal Carroccio”. Punto. Berlusconi sembrava non capire. Citava e ringraziava “Prima di tutti Matteo Salvini, quello che consente a noi di guardare al futuro con ottimismo”. Ma non funzionava il tocco magico, e nemmeno il vecchio numero da consumato seduttore. Ha provato a dire: «Con questa ritrovata unità, Matteo, Giorgia e Silvio vinceremo le prossime elezioni e prenderemo il 40%», riuscendo a raccattare i fischi delle giovani camicie verdi che nemmeno lo sopportano. Una umiliazione, un’uscita di scena patetica e senza nemmeno il conforto delle sue amate e struggenti canzoni di Edith Piaf e Charles Aznavour, con l’accompagnamento di un Apicella o della Lambro Jazz Band con la quale iniziò a cantare per Costa Crociere sui transatlantici carichi di nonne con la permanente azzurra nello special serale Une voix et une guitare. Dove sia la voce che la chitarra erano lui. Al suo biografo ufficiale, Alan Friedman, nelle memorie in “My Way” ha dettato: “Non possono costringermi a dimettermi da me stesso”. Lo ha fatto invece ieri mattina. Sembrava non accorgersi che la parabola del ventennio era conclusa, che arringava una folla che non riempiva la piazza, e che comunque non era la sua. Che lo spartito era un altro e che, semplicemente e fortunatamente, anche l’Italia oggi è un’altra. La realtà è tosta. Vede sempre più forte l’opa lepenista lanciata da Salvini sulla destra allo sbando e sotto choc per l’inizio della ripresa economica e per il successo delle riforme per le quali si sono riempiti a lungo la bocca. Sono ormai targate Lega Nord l’egemonia politica e organizzativa, la comunicazione con gli slogan anti-Europa, anti-sistema e il riflesso pavloviano dell’appoggio ai muri di Orban e ai cani lupi alle frontiere e addirittura al rifiuto dei tre miliardi di euro di flessibilità concessi da Bruxelles all’Italia per la gestione dei migranti. Segue a pag 4 Goffredo Bettini H Rimonta inutile. A Valencia Lorenzo vince gara e mondiale MotoGp con Marquez che lo scorta fino al traguardo; Rossi risale dal fondo della griglia fino al quarto posto, ma non basta: «Vergogna, Marc è stato imbarazzante e questo è stato un biscottone». Foto: Ansa/Ap Staino «I ticket non aumentano tagliamo gli sprechi» Intervista alla ministra della Sanità Lorenzin: niente tagli lineari «L’aumento del ticket non è proponibile. Abbiamo un tema serio che riguarda le nuove povertà, non credo che sia praticabile oggi quella strada». Beatrice Lorenzin ribadisce in questa intervista a l’Unità i contenuti innovatori della manovra anche per quanto riguarda la Sanità. «Da ministro della Salute dico: non c’è più spazio per tagli lineari , bisogna avere un piano per il sistema salute (ed è il patto della salute) e attuarlo. Non va bene fare cassa con la sanità, che è un bene comune essenziale per tutti i cittadini. Da membro del governo aggiungo che è importante imparare a spendere bene, e che ci sono margini per recuperare miliardi nel nostro comparto». P.2 o l’onore di partecipare al gruppo di osservatori del Parlamento europeo per le elezioni politiche in Birmania. Questo 8 novembre è un giorno storico: lo avvertono tutti così; perché la speranza generale è che questa volta il cammino verso la democrazia diventi irreversibile. Eppure nei giorni precedenti al voto, nelle strade i manifesti sono pochissimi, i comizi o le assemblee ancora di meno. Yangon, la Capitale da poco investita da mutamenti urbanistici e da ingenti investimenti stranieri, continua la sua vita con tranquillità orientale, a parte il caos del traffico, fino a poco tempo fa inesistente, oggi intensissimo. La delegazione degli osservatori per due giorni, dodici ore al giorno ininterrottamente, ha ricevuto i suoi interlocutori nella “Sala degli elefanti” dell’albergo Inya Lake, vecchiotto, comodo e squadrato, un po’ alla sovietica. In questi colloqui si delinea un quadro abbastanza preciso della situazione. In questi colloqui si delinea un quadro abbastanza preciso della situazione. Segue a pag 6 Marcello Flores: la strategia di Berlinguer «Il compromesso storico non fu risposta difensiva dopo il golpe cileno» P. 8 La speranza che ci lascia Luciano Gallino Beatrice Lorenzin. Titolare della Sanità. Foto: Ansa È scomparso ieri lo studioso dalla parte dei lavoratori. P. 9 Campionato di calcio. Derby alla Roma, se ne vanno in quattro: Inter, Fiorentina, giallorossi e Napoli P. 20-22