Scarica - Parrocchia di Salò
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mensile della comunità di Salò ANNO LXIV - n. 5 Maggio 2015 2 Vita di parrocchia a cura della Redazione S. Rosario di Maggio 2015 Sono entrati a far parte della famiglia di Dio: Pedercini Giulia di Giuseppe e di Zambelli Nadia Raggi Rachele di Agostino e di Manassi Elisa Veronesi Altea Caterina di Angelo e di Garutti Sabrina Ble Vittoria di Paolo e di Lombardi Eugenia Ziboukh Ismail (Educ. Ghirlanda/Caldognetto) ** Prima settimana 1 maggio alle ore 20,30 ( venerdì) nella chiesa dei PP. Cappuccini a Barbarano. ** Seconda settimana 4 - 8 maggio alle ore 20,30 (da lunedì a venerdì) nella chiesa del Carmine. ** Terza settimana 11 - 15 maggio alle ore 20,30 (da lunedì a venerdì) nella chiesa di S. Antonio. ** Quarta settimana 18 - 22 maggio alle ore 20,30 (da lunedì a venerdì) nella chiesa della Visitazione. ** Quinta settimana 25 - 29 maggio alle ore 20,30 (da lunedì a venerdì) nella chiesa dell’Oratorio. Sono tornati alla casa del Padre: ** Il 31 maggio alle ore 21.00, partendo dalla chiesa di Renzano, reciteremo il Santo Rosario in pellegrinaggio fino al Santuario Madonna del Rio. Giornate Eucaristiche Parrocchiali Lunedì 1 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Giuseppe : ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. Messa Martedì 2 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Giovanni : ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. Messa Mercoledì 3 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa alla Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. Messa Giovedì 4 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione ore 20,30 S. Messa con processione da S. Bernardino fino al Duomo NOTA: Ognuno si organizzi per un «momento di Adorazione eucaristica personale» nei momenti programmati! HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini Tappe della vita Giacomini Graziella ved. Anselmi, anni 91 Marchiori Caterina ved. Zanini, anni 82 Ferrari Olga ved. Cometti, anni 78 Campetti Mario, anni 75 Malvezzi Maria ved. Milanesi, anni 85 Tonoli Pierina, anni 94 Vivenzi Pier Giovanni, anni 49 Bontempi Ezio, anni 60 Valpiani Annusca ved. Lazzarini, anni 80 Costa Silvia ved. Marazzi, anni 82 Valli Giovanni, anni 64 Sabaini Bianca ved. Casadei, anni 90 21 giugno 1937 12 maggio 2014 Nel primo anniversario della morte di Adriano Tarolli I familiari e gli amici lo ricordano con immutato affetto. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata martedì 12 maggio 2015 alle ore 9,00 nella Chiesa di S. Bernardino. Pellegrinaggio a Lourdes dal 25 al 29 maggio 2015 (5 giorni, 4 notti) Visita ad Arenzano, Nizza, Carcassonne, Lourdes, Arles, Marsiglia (Santuario Madonna della Guardia) NUMERI UTILI PER TELEFONARE: Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria FAX Vicolo Campanile 2 . . . Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . Padri Cappuccini Barbarano . . . Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521700 tel. 523294 cel. 3492267166 . tel. 40296 . tel. 520302 . tel. 43449 tel. 43646 . tel. 40039 . tel. 20447 tel. 520843 . tel. 521555 BAMBINI: fame, lavoro e fantasie … in bianco e in nero La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis Unicef lancia l’allarme per i bambiono 340mila, in Italia, i minori di 16 L’ ni che si trovano nelle zone colpite S anni, con una qualche esperienza di dal terremoto in Nepal: secondo l’orgalavoro. Si tratta di pre-adolescenti dai 12 nizzazione, sono non meno di un milione e mezzo i minori a rischio nella regione distrutta dal sisma, che hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente. L’Unicef sta mobilitando staff e aiuti di emergenza per supplire alle necessità più immediate della popolazione. L’emergenza, spiegano dall’Unicef, rende “i bambini particolarmente vulnerabili”, per la mancanza di acqua potabile, i problemi medico-sanitari e per il fatto che molti di questi bambini possono essersi trovati separati dalle famiglie. Oltre agli aiuti già sul posto, l’organizzazione ha predisposto l’arrivo nel Paese di 120 tonnellate di aiuti umanitari che comprendono materiale medico ed ospedaliero, tende, coperte. Non raccolgono fiori al lago di Pergusa, ma riempiono bottiglie d’acqua attingendola dalla fontana, per bere e per lavarsi. Ci vivono, a ridosso della monumentale opera scultorea rappresentante il soggetto mitologico del «Ratto di Proserpina», che sorge accanto alla Stazione centrale di Catania. Ci trascorrono le settimane, i mesi distesi su quel prato, guardando i treni che puntano verso la terraferma, l’Italia. Sono per lo più eritrei e somali, e sospirano un desiderio: Europa del Nord. Ogni tanto qualcuno ce la fa a raggiungere la meta, ma molti altri si trasformeranno in prede ricercate dal Male, e per le statistiche diventano degli «invisibili». E non se ne saprà mai più nulla. ai 15 anni che, nella maggior parte dei casi, aiutano i genitori nelle loro attività professionali nel mondo delle piccole e piccolissime imprese a gestione familiare (41%), oppure sostenendoli nei lavori di casa (30%). Il restante 29% si distribuisce in misura equivalente tra chi lavora nella cerchia dei parenti e degli amici oppure di altre persone. È la fotografia scattata dalla ricerca «Game over. Il lavoro minorile in Italia». Bimbi che inneggiano alla jihad, indossano tute mimetiche, impugnano armi o rivendicano la decapitazione di “un infedele”. I social media offrono un facile palcoscenico ai pazzi che insanguinano la Terra, senza alcun rispetto per i diritti più basilari. In questi giorni a essere barbaramente e subdolamente sfruttato da parte dell’Isis è un neonato. Di lui sappiamo già tutto perché l’autore dello scatto gli ha messo orgogliosamente accanto il certificato di nascita. La foto, che vediamo qui sopra, mostra un bambino di pochi giorni con una pistola e una granata poggiata vicino la testa. Il testo recita: “Questo bambino sarà un rischio per voi e non solo per noi”. Insomma il destino di chi nasce nei teatri di guerra più caldi del pianeta sembra segnato: crescerà conoscendo solo l’odio e la violenza perché il seme della distruzione sparga altro sangue. un po’ che lo pensavo, ma avevo paura a dirlo. Sì perché nel mondo di oggi suona quasi È come una profanazione. Poi, qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, in prima pagina, ho visto un titolo: Noi pensiamo più ai cani che ai bambini, un’intervista a una suora, Sr. Laura Girotto, che da 18 anni lavora in Etiopia. Vi prego, leggete questo articolo! La verità è che una persona come Laura, che da anni ha a che fare con l’essenzialità della vita, quando torna in Italia e si guarda attorno, vede cose che la scandalizzano. Ha la netta sensazione che da noi ci sia più attenzione, rispetto e amore per gli animali che per bambini e anziani. Li troviamo ovunque: al supermercato, in ufficio, a scuola, al cinema, in chiesa, nei negozi, nei ristoranti… Li vediamo sotto tavola, sul letto, nel divano, in carrozzella… Penso che gli animali si debbano amare, non rendere pupazzi similumani. Un mio carissimo amico, quando gli vado a far visita dice: Il mio Frido non sa di essere cane… pensa di essere un bambino come……. Lo stesso amore, rispetto, attenzione, solidarietà, cura, generosità, tolleranza, disponibilità che la società oggi ha per gli animali, li vorrei per bimbi e anziani. Anzi no, ne vorrei di più per bimbi e anziani Ogni anno in Italia si registrano circa 1.000 nuovi casi di meningite e 1 persona su 10, tra chi si ammala, muore. “Ciò che più rattrista e non trova alcuna ragionevole spiegazione è che nell’80% dei casi si tratta di meningiti che si sarebbero potute evitare se i soggetti fossero stati vaccinati”. Bambini e il mondo. Quanta potenza ed energia intercorre tra il TUTTO e questi “batuffoli di carne”, che commuovono, conquistano e… dirigono gli uomini in bene e in male! Dio non a caso ha scelto di inserirsi come «bambino» sulla terra per salvare gli uomini. È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato dato… troviamo annunciato nella Liturgia e nella Bibbia. Ma quanto vengono disattesi e violentati i bambini da persone e cose, da organizzazioni e da eventi calamitosi! Non limitiamoci a dire: «Poverino…»… amiamoli, aiutandoli… sono il nostro Gesù Bambino! 3 4 Vita di Parrocchia a cura della Redazione Gli eletti nel Consiglio Pastorale Parrocchiale 2015 - 2020 Ormai da cinquant’anni sto vivendo l’esperienza della compartecipazione pastorale con i laici della Parrocchia. Mi ricordo che, quand’ero ancora giovane curato a Buffalora, alla periferia Est di Brescia: Salò era all’avanguardia. Mons. Gianni Capra aveva pensato non solo alle “commissioni”, ma anche alle “diaconie”. All’inizio dell’anno pastorale e alla conclusione, si dedicava una giornata alla programmazione e alla revisione dei programmi parrocchiali. Ma che fatica a convivere non solo con la preghiera, ma anche con la formazione… Siamo arrivati? Non penso proprio, ma abbiamo fatto già tanta strada. Un po’ siamo maturati… grazie al Signore, ma anche alla nostra Parrocchia, che ci ha allenato! ANGELINI SANTINA Commercialista Via Tavine 25087 - SALÒ BERARDINELLI MARCO Artigiano Via Pietro da Salò 16 25087 - SALÒ BIGOLONI NICOLETTA ASA Via Spiaggia d’Oro 25087 - SALÒ BOSIO ANNA Studentessa Via Tito Speri 25087 - SALÒ CASTELLI GIULIO FRANCO Pensionato Via Bissiniga, 4 25087 - SALÒ CRISCUOLO GIUSEPPE Insegnante Via Oberdan 25087 - SALÒ CRISCUOLO LUCA Impiegato Via Oberdan 25087 - SALÒ LO BIANCO GRAZIANO Bancario Via Gratarolo 25087 - SALÒ MONDINELLI ANDREA Ingegnere Via Pietre Rosse 26 25087 - SALÒ MANTECCA ANTONELLA Artigiana Via Tavine 25087 - SALÒ PELLEGRINI CLAUDIO Meccanico Via N. Sauro 25087 - SALÒ POLLINI NADIA Pensionata Via Pascoli 25087 - SALÒ SANDRINI SAMUELE Studente Via Del Roveto 4 25087 - SALÒ TODESCATO MORONI ROSSELLA Commercialista Via Bossi 25087 - SALÒ TONOLI LAURA Impiegata Via Ferrante Aporti 25 25087 - SALÒ TURRI ZANONI SERGIO Dirigente Via Sorelle Agazzi 25087 - SALÒ VENTURA GIULIANA Pensionata Salita Marconi 25087 - SALÒ FERRETTI SILVIA ZAMBARDA ANGELO LEONESIO SARA ZAMBARDA PAOLO MICHELE Ingegnere Via Gasparo 68 25087 - SALÒ Studentessa Via Umberto I° 25087 - SALÒ Imprenditore Via Don Minelli 25087 - SALÒ Artigiano Via Don Minelli 25087 - SALÒ Ascensione del Signore D omenica 17 maggio, settima Domenica di Pasqua, celebreremo la grande festa dell’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. L’Ascensione è come una grande manifestazione gloriosa del Cristo risorto che il solo Luca pone alla fine del suo Vangelo ed in apertura della sua seconda opera, gli Atti degli Apostoli. L’Ascensione non è un episodio che si possa descrivere isolatamente, ma è una delle sfaccettature del mistero pasquale. Tra Pasqua e Pentecoste, è la festa dell’intervallo di tempo in cui Gesù risorto scompare agli occhi dei suoi discepoli, iniziando con loro un altro tipo di rapporto, totalmente efficace, che tutto sarà colmato della sua presenza. È un momento di passaggio, in cui i discepoli sono chiamati ad abbandonare la sponda familiare dei modi di presenza di prima, per la terra, ancora sconosciuta, in cui saranno invasi dallo Spirito del risorto. Grazie allo Spirito, Gesù sarà sempre presente là dove ha insegnato agli apostoli a riconoscerlo: nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e, soprattutto, nella missione. Non si tratta dunque di contemplare il cielo, ma di essere i testimoni del Risorto sulla terra degli uomini, di collaborare con Lui alla crescita del suo Regno. Il Signore è sempre con noi. È al nostro fianco in ogni momento della nostra vita personale e comunitaria. La sua Ascensione non è il suo congedo da questo mondo, ma è un modo diverso di essere presente. Non è più visibile ai sensi umani, ma a quelli della fede. Quindi, terminata la sua missione, Gesù sale al Padre. La sua presenza ora continua attraverso la Chiesa, con la sua Parola ed il pane di vita. Passiamo dunque alle ri- In copertina: In ascolto della Parola flessioni sulle sacre Scritture di Domenica 17 maggio, Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli (1, 1-11), assistiamo all’inizio dei tempi nuovi. Mentre altri racconti presentano l’Ascensione come l’altra faccia della risurrezione di Cristo o come segno della superiorità cosmica del Risorto, l’evangelista Luca ce la presenta come la fine di una tappa del piano di Dio, come segno della presenza perenne di Gesù in mezzo agli uomini, con cui si apre un tempo nuovo, quello dello Spirito e della Chiesa missionaria. Da quel giorno il Vangelo è affidato alle nostre mani. Nella seconda lettura, ricavata dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (4, 1-13), apprendiamo che l’unità della Chiesa si realizza con il concorso attivo di tutti i credenti: ognuno con il suo dono di grazia per far crescere il corpo di Cristo nella carità. È facile allora comprendere Compianto ... a cura di Oswald che l’Ascensione di Cristo è una nuova grande dichiarazione di fede nella risurrezione. L’evangelista Marco, nel brano della liturgia di Domenica 17 maggio (Mc 16, 1520), ci propone l’invito di Gesù risorto ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Non è solo una sollecitazione, ma anche un comando, perché nessuno sia escluso dalla grazia di Dio. L’obiettivo è quello di rendere felici gli uomini attraverso l’incontro e l’amicizia con Cristo. Il rischio per i cristiani è quello di rimanere immobili a guardare verso l’alto come fecero i discepoli dopo l’Ascensione del Signore. Al contrario, Cristo ci spinge ad andare per il mondo a portare la Buona Notizia a tutti i fratelli. La missione della Chiesa. L’evangelista Marco riunisce nel fatto dell’Ascensione la gloria di Cristo e la missione della Chiesa. Colui che ha toccato il fondo della miseria umana, Dio l’ha esaltato; a Colui che è stato contraddetto e disprezzato, Dio conferma tutta la sua compiacenza, che già gli aveva annunciato all’inizio della vita pubblica. Se tale è il modo di agire di Dio, è urgente annunciare ovunque questa parola di liberazione autentica. Gli uomini sanno ormai che uno di loro è già alla destra di Dio e vi attira irresistibilmente i suoi fratelli. Il ritorno al Padre del Cristo Risorto è la svolta decisiva per la diffusione del Vangelo nel mondo. Gesù manda gli apostoli ad evangelizzare tutti gli uomini e a santificarli con i Sacramenti. È la missione della Chiesa anche in questi momenti terribili per i cristiani… Preghiamo per questi martiri, con la certezza di quanto disse Gesù: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28,20)… E così sia! Anonimo. “Compianto”. La Madonna seduta sorregge il corpo del Figlio deposto dalla croce. La sua tunica è color porpora, segno del martirio, con il manto azzurro, segno del Paradiso. Alle sue spalle si erge l’asta della croce. Il corpo di Gesù è “atletico” e non mostra i segni della passione. In alto un gruppo di putti guarda la scena e sembra commentarla. La Vergine pone un piede scalzo su una pietra. Più in basso è disegnato un vaso per unguenti e balsami. Sulla sinistra, entro uno squarcio di luce, appaiono alcune strutture architettoniche. La tela, conservata nella sacrestia del Duomo, è bisognosa di restauro. 5 6 Caritas e Vita Missionaria 1) Il padiglione Caritas in Expo “Risolvere il problema della fame non è una questione di beneficenza ma di giustizia”, scandisce Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis. «Per questo siamo per la prima volta in un’esposizione universale: per dare voce ai poveri. Per essere coscienza critica dentro l’evento. E perché in un’Expo come quella di Milano, che ha per tema “Nutrire il pianeta energia per la vita”, «il cibo non sia ridotto a merce, a oggetto di speculazione sulla pelle degli ultimi», incalza Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana. È la prima volta che il Bureau International des Expositions apre un’Expo alla società civile. E Caritas ha deciso di esserci, in molti modi, presentati in una parrocchia della periferia di Milano, quella di Greco, dove è quasi ultimata l’opera segno di Caritas per Expo: il Refettorio Ambrosiano. Un luogo che unirà solidarietà e bellezza, con le opere di arte contemporanea che vi saranno collocate. “Forse l’unico che rimarrà oltre Expo”, sottolinea don Davide Milani, responsabile comunicazione non solo dell’arcidiocesi di Milano ma anche del Padiglione della Santa Sede e dell’Edicola di Caritas Internationalis. Cioè del padiglione dedicato al tema “Dividere per moltiplicare. Spezzare il pane”, che ha trovato collocazione vicino all’ingresso ovest dell’area espositiva di Rho-Pero. L’Edicola – illustrata dall’architetto Gino Garbellini dello studio Piuarch – vuol essere una presenza sobria ed evocativa nell’Expo delle archistar e dei maxipadiglioni, per comunicare un messaggio di condivisione Nell’edicola un percorso multimediale. E, al centro, un’opera d’arte contemporanea, “Energia” (1973) dell’artista tedesco Wolf Vostell: una Cadillac circondata da forme di pane incartate in fogli di giornale, accostamento irriverente tra uno status symbol e il bene necessario per definizione, a offrirsi come denuncia della società consumistica PIZZERIA - GELATERIA AL MOLO di CIFALÀ ANTONINO Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs) tel. 0365 521006 Notizie dalla Caritas della “cultura dello scarto”, per dirla con papa Francesco. L’Edicola racconterà al visitatore cosa è Caritas, cosa fa e perché; a ciascuno sarà chiesto di lasciare un proprio messaggio video. E ci saranno due mostre a raccontare: l’una il rapporto donne-cibo, l’altra il cibo e il cinema (curata questa dalla Fondazione Ente per lo spettacolo). L’Edicola sarà il fulcro delle iniziative Caritas in Expo, a partire dagli undici convegni su temi come: la fame, il diritto al cibo e all’ac- sta possibilità di finanziamento Caritas e pertanto, considerata la capienza del fondo di intervento, sollecitiamo chi ne avesse le prerogative a farsi avanti. Il finanziamento massimo è di 3.000 euro e viene erogato, con interessi minimi, a fronte di qualsiasi necessità familiare; la restituzione avviene in rate mensili che non devono superare il limite di 36. Le uniche condizioni sono di avere un reddito minimo che dia la possibilità di restituzione e di non aver avuto problemi finanziari con Istituti di Credito. 3) Quando lo sport si incontra con la vita qua, le migrazioni, le guerre, che coinvolgeranno un centinaio fra esperti e relatori. L’inaugurazione delle iniziative Caritas in Expo avverrà martedì 19 maggio, “Caritas day”, quando assieme ai delegati di 164 Caritas di tutto il pianeta si presenteranno sette “progetti modello” contro la fame nel mondo e i risultati della campagna globale di Caritas Internationalis “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”, che ha fra gli obiettivi, ha ricordato Roy, di incoraggiare i governi nazionali a realizzare il diritto al cibo proponendo quadri normativi ad hoc. 2) Appello per accedere al microcredito Negli ultimi due anni è diminuita considerevolmente la domanda di accesso a que- Via San Bernardino, 48 - SALÒ (Bs) Tel. 0365/43299 40 professionisti al servizio della tua Salute e Studio dentistico ------------------------------------------------------- •Mineralometria Ossea Computerizzata MOC DEXA •Studio dentistico a prezzi agevolati •Visite per rinnovo patenti •Visite sportive Il tutto è avvenuto in grande semplicità. L’amico Eugenio Olli, dialogando, mi esternava per le strade di Salò, le difficoltà nel mondo del calcio di oggi, nelle impegnative scelte di mercato, in particolare con la Squadra che da tempo continua a “veleggiare” nei quartieri alti della classifica! Da parte mia gli confidavo parimenti la mia attività nell’esperienza della Caritas locale, che richiederebbe grande impegno nell’affrontare in questi ultimi anni “il disagio” di tanta povertà. Mi accorsi della “particolare attenzione” di Eugenio sul tema! Mi sorprese quando, in seguito, mi comunicò di voler rendere partecipi gli stessi giocatori della sofferenza di tanta gente attorno ed ancor più mi si presentò la “caratura umana” dell’amico Eugenio quando decise di voler far partecipe anche la stessa Società di questa indigenza. Il tutto si è concluso sabato 18 aprile, allo stadio Turina, in cui l’amico Sergio, con Egidio e Franco , esponeva al Presidente Pasini il lavoro della Caritas di zona e lo stesso ci rendeva tangibile, con un forte gesto di partecipazione economica, la sua presenza in tale difficoltà del Paese! A questo punto, con altrettanta semplicità, da parte della Caritas, ma soprattutto di tanta gente che soffre, non rimane che l’espressione: “Grazie Olli, grazie Presidente Pasini, grazie Feralpi Salò”. ONORANZE FUNEBRI ZAMBONI OMAR SANTO SERVIZI FUNEBRI COMPLETI SALÒ Via Garibaldi n. 96 telefono: 0365 41741 Radiotelefono 337421728 Beata Kateri Tekakwitha La nuova stella del Nuovo Mondo Una giovane indiana, diventata cristiana, è sola nella sua tenda: sente le urla dei guerrieri pagani che saccheggiano il villaggio, cercando i cristiani, per ucciderli. Ecco un guerriero che entra con una accetta, la alza su di lei: la ragazza non ha paura, lo guarda, si inginocchia, le braccia incrociate sul petto prega con tale intensità che l’uomo si ferma, impaurito di fronte ad uno sguardo così fermo e limpido. No, non abbandona la fede cristiana, Kateri, è pronta a morire. È il 1676 e Kateri ha 20 anni. Non molti anni dopo, è da tutti venerata come la protettrice del Canada e come “la nuova stella del Nuovo Mondo”. Quando nel 2002, papa Giovanni Paolo II, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, a Toronto, in Canada, incontra un gruppo di compatrioti della Beata Kateri, dice: «Saluto i giovani indigeni che provengono dalle terre della Beata Kateri. Giustamente voi la chiamate “Kaiatano”, cioè nobilissima e degnissima persona: sia per voi un modello di come i cristiani possono essere sale e luce della terra!». Storia di un’anima Kateri nasce nel 1656, nel Nord America, nell’odierno Stato di New York, da genitori indiani. La mamma, profondamente cristiana, vuole battezzare subito la figlia, ma la consuetudine indiana vieta alle donne di dare il battesimo ai figli: bisogna attendere le “Vesti nere”, i Gesuiti, che indossano lunghe tonache nere e che in questi luoghi hanno numerose missioni. Così la madre, giorno dopo giorno, parla alla figlia di Gesù, della Madonna, di S. Giuseppe, della grandezza della fede: «Mamma, di dove vengono gli uccelli?» chiede la piccola: «Li ha fatti Dio, bambina mia. Dio ha fatto tutte le cose belle del mondo: ha fatto gli alberi, i fiori, gli uccelli, i laghi. Egli ha fatto tutto». Santo del mese a cura di Luisa Madureri Nel 1660, una epidemia di vaiolo sconvolge il villaggio: muoiono i genitori di Kateri e un fratellino. Kateri si salva, ma il viso rimane deturpato e gli occhi bruciano alla luce, tanto da doverli coprire con uno scialle: così sempre con un ampio scialle è raffigurata, con il viso bello e sereno, disteso e senza segni, come nel momento della morte, quando la mano di Dio le accarezza la fronte e le guance, ridandole una straordinaria bellezza. Cammina con difficoltà Kateri e viene chiamata Tekakwitha, “colei che avanza a tentoni”; poi, di fronte alla consapevolezza dei suoi numerosi miracoli, è chiamata: “colei che smuove tutto davanti a sé”. Quando i Gesuiti nel 1667 arrivano nel villaggio, conoscono la ragazza ed intuiscono la profondità della sua anima, il suo acuto desiderio di piacere a Dio, la sua ferrea volontà di imitare la Madonna; nella Pasqua del 1676, Tekakwitha è battezzata con il nome di Kateri, in onore di Santa Caterina di Alessandria. È l’inizio di una nuova vita, la sua personale via verso la santità. Elogio della verginità In un villaggio del Canada i padri gesuiti fondano la missione di San Francesco Saverio, sulla riva del fiume San Lorenzo, di fronte a Montreal e numerosi sono gli indiani cristiani che vi abitano. Kateri riesce a raggiungerli, sfuggendo alla tutela degli zii, contrari: ma la ragazza ha l’appoggio di un gesuita: «Le mando un tesoro lo custodisca bene!». Quando giunge alla missione e vede la cappella, piange: finalmente può vedere una chiesa, la meta sognata è raggiunta, può vivere il suo sogno cristiano. E subito si fa notare per la grande umanità, per l’inarrivabile capacità di stare con i malati, i sofferenti, i poveri, per la tenerezza mai stanca di capire i bambini, di tenerli davvero per mano. Nel giorno di Natale 1676, Kateri riceve per la prima volta Colui che ama da sempre più di ogni cosa: ‹‹A partire da quel giorno – scrive il padre gesuita – Kateri ci sembrò diversa, perchè rimase tutta piena di Dio e di amore per Lui ››. Lei si chiede: «Chi mi insegnerà quello che è più gradito a Dio, affinchè io lo faccia?». Kateri un giorno è a Montreal: conosce le religiose ospedaliere di San Giuseppe, ne è profondamente affascinata¸ soprattutto è sedotta dalla loro scelta di consacrarsi a Dio con il voto di castità. Kateri già da tempo vuole essere tutta di Dio, ad imitazione della Madonna, da sempre vuole rimanere vergine e più volte si rifiuta di sposarsi, come gli zii, cui è affidata, vogliono. Kateri ora ha 23 anni: le giovani indiane a questa età sono da tempo già date in matrimonio. La si considera strana, originale: «Chi ti manterrà? Sarai di peso a tutti, se non ti sposi». Kateri è irremovibile: vuole solo Cristo come sposo e chiede al padre gesuita il permesso di fare voto di verginità. Egli dà il consenso perchè si avvede di essere in presenza di un’anima scelta da Dio: il 25 marzo 1679, Kateri, “il giglio”, pronuncia il voto di verginità perpetua. E continua il suo assiduo lavoro di vicinanza agli emarginati, ai bisognosi; cammina tanto, il rosario come collana, le preghiere, i piedi nudi nella neve, le continue penitenze: e in tanti la seguono, la ascoltano parlare del “Grande Spirito”, la amano. Si ammala, una forte tosse la scuote, la febbre è alta e continua. È adagiata nella sua povera capanna: il 17 aprile 1680, con tutto il villaggio intorno a lei, le ultime parole: «Gesù! Maria! Vi amo!». Il volto subito si trasfigura: ritorna l’incantevole bellezza d bambina. Kateri è beatificata da papa Giovanni Paolo II, il 22 giugno 1980. 7 8 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri “Respirate Cristo!” (S. Antonio) In questi giorni stiamo vivendo la grazia della Resurrezione di Gesù. Che significato trova nella nostra vita? Cos’è cambiato nella nostra esistenza con questo avvenimento? Sono alcune delle domande che nella fede Gesù stesso ci pone. In questo tempo di Pasqua innumerevoli volte nei vangeli proposti nelle Messe leggiamo i racconti delle apparizioni del Risorto. In tutti questi momenti mi stupisce osservare come i discepoli fossero sempre increduli. La stessa incredulità che ci pone a rileggere il nostro quotidiano senza accorgerci che Gesù è vivo ed è accanto a noi! Cammina, parla, soffre e gioisce, vive accanto a noi. I nostri occhi sono però incapaci di riconoscerlo. Gesù risorto ci mostra che l’amore di Dio Padre è più forte del male e della stessa morte. Il Suo amore può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore. Proprio da questi segni, apparentemente piccoli ed insignificanti si intravede come il Risorto agisce in noi. Dicono i due discepoli di Emmaus: “non ci ardeva forse il cuore mentre Gesù ci parlava?” Quante volte nelle nostre giornate ci arde il cuore: li c’è Gesù Risorto! Agisce in noi, per noi, con noi... che bello! Impariamo dunque a “respirare Cristo” come dice S. Antonio, a respirarne la presenza, il profumo, gustando la gioia di una presenza. Soprattutto impariamo a comunicarne la gioia nel nostro agire. Imparare da Gesù a ringraziare ora (e non dopo) per tutta la bellezza che il Padre ci concede. Non ci resterà il tempo per annoiarci o per essere infelici. Iniziamo a ringraziare per amore Suo, anche senza un motivo preciso: settanta volte sette di fronte a tutto e a tutti. Cioè sempre! Ricordiamoci che: “ciò che per noi cristiani è normale, per gli altri è eccezionale”. Questa è la grazia Gesù Risorto! Don Gianluca Chi sono gli altri Inizio l’articolo con una frase pronunciata, nell’Angelus, da Papa Francesco domenica 19 aprile. Si tratta di un appello alla comunità internazionale perché agisca con decisione nell’affrontare un evento che coinvolge “uomini e donne come noi, fratelli nostri, affamati, perseguitati, vittime di guerra, sfruttati che cercano una vita migliore” che scompaiono alla vita, in modo atroce, nel Mar Mediterraneo. Per prevenire questa ecatombe c’è chi propone di affondare i barconi ancora nei porti, chi di creare centri di accoglienza o campi profughi nei loro paesi, chi aiuterebbe a livello europeo il nostro paese solo economicamente e non certo per ospitare uomini, donne con figli piccoli, tutte persone considerate, purtroppo, da chi non ha ancora il senso della realtà, zavorre dell’umanità. Dobbiamo chiederci il perché di quanto sta accadendo perché, forse, e non, è il risultato di uno sfruttamento di popolazioni dipeso da tiranni-dittatori con tacito accordo, basato su speculazioni economiche, da parte di tutto l’occidente. La causa, però, non interessa a nessuno, perché il problema da risolvere è diventato così grave che tutte le forze vanno concentrate sulla risoluzione e non certo addossando colpe. Ho scritto, già in altri articoli e in conseguenza di letture, che il senso della vita è capire chi siamo. In questo straordinario compito, non dobbiamo dimenticarci che per conoscerci dobbiamo continuamente interagire con gli altri che ci fanno da specchio. Il dramma che vivono queste popolazioni ci deve riportare ad altre catastrofi umane o genocidi perpetrati nell’idea di separazione: ad un’umanità fatta di buoni o cattivi, belli o brutti, sani o malati, di popoli appartenenti a religioni, cultura, razze diverse, e che quindi, se non sono servibili a scopi egoistici, vanno buttati. Le differenze esteriori sono, all’opposto, delle ricchezze per la nostra interiorità; è una delle possibilità che abbiamo per comprendere che gli altri siamo noi: tutti nati per la conoscenza. L’immensa trasformazione che sta avvenendo ci costringe a questa riflessione, al richiamo di tutti al confronto interiore e all’accettazione dell’altro proprio grazie alla sua diversità. Daniela C. dal grande libro della natura acqua minerale SALÒ - tel. 0365 40184 MANERBA - tel. 0365 552437 RAGNO IL PIACERE DEL BERE! FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511 9 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! scriveva Georges Bernanos: C osì“I Santi non sono sublimi”. Un errore l’idea di superare l’umanità, mentre il Santo non la supera, l’assume. Si sforza di avvicinarsi il più possibile al suo modello, Gesù Cristo, cioè a Colui che è stato perfettamente “uomo”. Giovedì santo, dopo la messa in Coena Domini, noi giovani abbiamo guidato un momento di adorazione eucaristica. Proprio 10 anni fa moriva papa Giovanni Paolo II. Per l’occasione ci siamo lasciati guidare da alcune sue riflessioni. Abbiamo concluso con l’angelus di papa Francesco. Ecco, in sintesi, alcune frasi per continuare a meditare: altri se non a Gesù. Contate su di Lui; credete alla forza invincibile del Vangelo e ponete la fede a fondamento della vostra speranza. ••• Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi irrobustisce con il vigore del suo Spirito. Giovani, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! ••• Siate contemplativi ed amanti della preghiera; coerenti con la vostra fede e generosi nel servizio ai fratelli, membra attive della Chiesa ed artefici di pace. (S. Giovanni Paolo II, XV G.M.G.) ••• Dio vuole che tutti siano santi. Abbiate la santa ambizione di essere santi, come Egli è santo! ••• Mi chiederete: ma oggi è possibile essere santi? Se si dovesse contare sulle sole risorse umane, l’impresa apparirebbe giustamente impossibile. Ben conoscete i vostri successi e le vostre sconfitte. ••• Se arduo è il cammino, tutto noi possiamo in Colui che è il nostro Redentore. Non volgetevi perciò ad ••• Chi sono i santi? I santi, gli amici di Dio. Nella loro esistenza terrena hanno vissuto in comunione profonda con Dio. I santi non sono superuomini, né sono nati perfetti. ••• Cosa ha cambiato la loro vita? Quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni e ipocrisie. ••• I santi si sono allontanati dal diavolo; i santi sono uomini e donne che hanno la gioia nel cuore e la trasmettono agli altri! ••• Essere santi non è un privilegio di pochi, come se qualcuno avesse avuto una grossa eredità; tutti noi nel Battesimo abbiamo l’eredità di poter diventare santi. La santità è una vocazione per tutti. ••• Gesù Cristo ci insegna a diventare santi. Lui nel Vangelo ci mostra la strada: quella delle Beatitudini (cfr Mt 5,1-12) Papa Francesco (Angelus del 1 novembre 2013) Pellegrinaggio Gruppo Emmaus omenica 19 aprile c’è stato il D pellegrinaggio per le famiglie del Gruppo Emmaus. Siamo parti- Quando impariamo a cogliere gli innumerevoli doni che abbiamo, dalla meraviglia della natura alla ti dal Monastero e siamo giunti al gioia dell’amicizia. Convento di San Felice. Nel pome- Gesù infatti ringraziava sempre suo riggio noi genitori abbiamo vissuto Padre per ciò che riceveva o viveva. un incontro formativo tenuto dal E lo faceva con spontaneità! La soddott. Davide Guarneri, responsabi- disfazione della vita, quella vera, si le per la pastorale scolastica della nostra diocesi. È stato molto interessante! Il messaggio che abbiamo colto nella nostra vita di genitori è: la fede si vive tutti i giorni in famiglia, ogni volta che diamo tenerezza ed amore gratuitamente ai nostri figli. Ogni volta infatti che diamo un esempio positivo nel vivere la vita in pienezza, annunciamo Gesù. può raggiungere dando il meglio di noi, quando facciamo qualcosa, quindi nell’impegno! Impegnarsi nelle piccole cose e trasmettere l’amore per la vita vedendo ogni occasione come uno strumento nelle nostre mani datoci da Dio. Noi non siamo perfetti e non dobbiamo nemmeno esserlo. Ciò che è importante, ciò che fa la differenza, è che diamo tutto ciò che possiamo per amore di Gesù! Questo messaggio ha incoraggiato molto sia me che mio marito. Siamo tornati a casa con la consapevolezza del grande dono di fede che abbiamo ricevuto. Grazie! Gruppo di genitori 10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Pizza & Film … un’esperienza vissuta insieme! lcuni sabato sera, con amiche e amici del catechismo, sperimentato il successo, capisce che quella non è la vita A ci siamo trovati in Oratorio per guardare tutti insieme che veramente desiderava: lascia quindi tutto quel mondo un film e mangiare una pizza. In tutte le serate, tre in tota- di falsità e “bei sorrisi”, per seguire i suoi sogni, diventare le, abbiamo riflettuto sulle virtù che ciascun personaggio aveva: Abbiamo trovato apparenti “spalle”, cioè ragazzi con “poteri” che sembrano inutili; in realtà solo grazie al loro intervento riusciranno a salvare tutti i loro amici: tutti i doni di Dio sono preziosi, anche quelli apparentemente più strani. giornalista. Abbiamo infine incontrato degli adolescenti che, messi davanti a dei pericoli si sono divisi, crollando inevitabilmente verso la sconfitta. Accortisi che la fine stava giungendo, hanno deciso di riunirsi e insieme sconfiggere il male. Come conclusione delle serate, mangiavamo tutti insieme una buonissima pizza, chiacchierando e ridendo con gli Abbiamo incontrato due ragazze in carriera, le cui scelte amici. Queste serate ci sono piaciute perchè siamo stati saranno opposte: una deciderà di continuare quella “vita tutti insieme non solo divertendoci, ma anche “lavorando” fatta di apparenze ed inganni”, sacrificando qualsiasi ami- seriamente sulle virtù. Anna B. - Silvia L. - Francesca A. cizia e amore si mettan sul suo cammino; l’altra, dopo aver Campo estivo 2015 a Borno: è BELLO con TE! Carissimi genitori, anche quest’anno desideriamo proporre per i vostri figli alcuni giorni di villeggiatura in montagna. Saremo alloggiati in AUTOGESTIONE presso la Casa “Marco Nodari” a BORNO. tività specifiche per elementari e medie. DATE: da Lunedì 15 a Sabato 20 giugno 2015 con viaggio in pullman (andata e ritorno!). COSTO: 180 € per il primo fiGesù è uomo nuovo, della gioia, li- glio, per i fratelli 150 €. bero, è amico, pane, Gesù è figlio… ISCRIZIONI: sono state aperSolo conoscendolo possiamo dire: te lunedì 27 aprile presso la Se“è bello con te!”. Possiamo cono- greteria dell’Oratorio (dalle 15.00 scerlo attraverso la sua Parola, le alle 18.00) versando una caparra testimonianze di chi si è lasciato di 50 € fino ad esaurimento posti. trovare e ha lasciato che Gesù, per primo, gli dicesse: “è bello con te!”. Don Gianluca guiderà l’esperienza Per ritrovare la Bellezza di sta- con un gruppo di animatori comre con Gesù il primo passo è fare petenti e appassionati. Saranno esperienza di Lui. presenti alcuni adulti per la geDESTINATARI: i ragazzi dei stione della cucina e nelle attività Gruppi S. Filippo, S. Giovanni Pia- dei ragazzi. (Per ulteriori informamarta, S. Caterina, S. Francesco zioni contattate don Gianluca allo e S. Paolo. Saranno proposte at- 349.2267166). Studio Dentistico Dott. Salvinelli Claudio Paolo Laureato in Odontoiatria e protesi dentaria Piazza Martiri della Libertà, 13 (di fronte nuovo Italmark) SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073 Idrosanitari climatizzazione riscaldamento THERMOENERGY di APOLLONIO CORRADO & C. S.R.L. Via Valle, 2 - 25087 SALÒ tel. 0365 41369 (Uff.) - 63473 (Casa) Signore Gesù, tu meglio di me conosci la mia debole natura umana: Tu sei l’unico che puoi guarirmi: Tu sei l’unico che può donarmi la forza. Signore, che rialzi chiunque è caduto, effondi la tua potenza nel mio cuore, fa che possa vivere e non sopravvivere, che possa offrire e non soffrire. Dio Padre, sono tuo figlio, e così come un padre aiuta suo figlio, oggi sono sicuro che tu che sei un Padre buono, mi ami, mi aiuti e mi infondi nel cuore forza e coraggio divino. Centenaria Premiata Cereria Filippini di Doniselli E. e M. s.n.c. Lavorazione e commercio: candele, ceri, lumini, torce, fiaccole. Vendita al dettaglio 25087 SALÒ - Via M. E. Bossi, 24 Tel. e Fax 0365 520766 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri 11 Route di Pasqua 2015 a Montisola Primo Giorno La route è iniziata in oratorio a Salò; dopo aver diviso le provviste per i successivi tre giorni negli zaini, siamo scesi in stazione per prendere il pullman. Arrivati a Brescia, ci siamo fermati a mangiare il gelato in attesa del treno, su cui, dopo essere saliti, abbiamo improvvisato un tavolino con uno stuoino per giocare a carte. A Iseo siamo scesi e ci siamo incamminati verso Sulzano, e da Pilzone abbiamo percorso la Via Valeriana, antica strada di origine romana che si snoda a circa 300 metri di quota e da cui si possono ammirare stupendi panorami del Lago d’Iseo. Giunti a Sulzano abbiamo lasciato gli zaini nella stanza dell’oratorio in cui avremmo dormito e siamo andati nella chiesa parrocchiale per la funzione del Giovedì Santo. Dopo la messa siamo tornati in oratorio La Valle, il suo lavoro, la sua gente, la sua Banca. dove abbiamo cucinato, a coppie sui fornelli, e cenato. Abbiamo deciso di comune accordo che saremmo andati subito a dormire poiché eravamo estremamente stanchi. trovato ospitalità in un terreno con una splendida vista sul lago. Montato le tende, cenato e buona notte. Terzo Giorno Smontato il campo base siamo partiti alla volta di Siviano, dove siamo Il secondo giorno siamo partiti arrivati dopo un’ora abbondante di da Sulzano per arrivare con il cammino. Ci siamo fermati presso la battello a Peschiera Maraglio. Dopo chiesa parrocchiale per l’adorazione un’escursione di due ore siamo al Cristo, durante la quale, ci arrivati a Olzano dove abbiamo siamo soffermati in una riflessione iniziato la nostra Via Crucis. Le stazioni inerente al difficile argomento della si sono susseguite e distribuite lungo salvaguardia del creato; tema che il percorso che ci ha condotti prima ci siamo riproposti di approfondire a Località Masse, dove abbiamo durante tutto quest’anno scout. consumato un pasto frugale, poi sino Abbiamo preparato delle domande alla sommità del monte dove è situato e delle provocazioni da proporre alle il Santuario della Ceriola (600 metri persone che avremmo incontrato. s.l.m). Dopo esserci riposati al Sole, Giunti in prossimità di Peschiera causa di diffuse scottature, abbiamo Maraglio, i capi ci hanno mandato ripreso il cammino ritornando all’(dis) da soli a concludere l’inchiesta lungo abitato di Masse, dove abbiamo tutto il tragitto di ritorno verso Salò. Ci siamo ricongiunti con i nostri Capi di fronte al Duomo di Salò dove avremmo acceso il fuoco con il quale è stato acceso il cero pasquale durante la liturgia del fuoco. Durante questi giorni ci siamo sentiti appagati e orgogliosi in particolare quando siamo arrivati al santuario, allo stesso tempo eravamo stanchi e provati. Questa esperienza ci ha maggiormente uniti: collaborando e divertendoci insieme è aumentato il senso di comunità e appartenenza al gruppo. Inoltre la lontananza dalla quotidianità ci ha reso spensierati e più attenti alla natura che ci circondava. Il noviziato Secondo Giorno FIORISTA E ONORANZE FUNEBRI - DOMUS FUNERARIA Rodella Gianfranco Servizi funebri completi - Vestizione salma Pratiche trasporti in Italia ed estero agenzie: S. Felice d/Benaco - tel. 0365 41552 Puegnago - tel. 0365 41552 sede: SALÒ - Via Bezzecca, 8 - tel. 0365 41552 - Fax 0365 43239 12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli Stermini di massa nel ’900 Le stragi di Turchia, Cambogia, Ruanda e Bosnia zio complice di Caino che esclama: ”A me che importa?”. Per Papa Francesco ricordare genocidi e stermini di massa è necessario, anzi, doveroso, perchè “laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la porta; nascondere o negare il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla!”. Genocidio armeno (1915 – 1923). Avvenne nell’ambito del primo conflitto mondiale (1914 – 1918) ad opera del Governo dei “Giovani Turchi”, al potere dal 1908. Si intendeva, in questo modo, eliminare l’etnia armena, presente nell’area anatolica sin dal VII secolo a.C. Lo sterminio di circa 1,5 milioni di persone, dalle caratteristiche del genocidio, è stato sempre negato dalla Turchia. Anche stavolta, il discorso del Papa è stato aspramente contestato dal governo di quel Paese. Cambogia (1975 – 1978). L’ex colonia francese divenne indipendente nel 1953 ad opera del principe Norodam Sihanouk. Nel 1970 un colpo di stato appoggiato dagli USA rovesciò quel governo. Nel 1975 il potere passò ai Khmer Rossi, comandati dal dittatore Pol Pot. Per creare “l’uomo nuovo socialista”, furono evacuate tutte le città cambogiane e la popolazione trasferita in campi di lavori forzati. In questa operazione persero la vita da 800.000 a 3.300.000 cambogiani. La mattanza fu interrotta dai vietnamiti nel 1979. P er ricordare la prima delle tre grandi tragedie inaudite «che l’umanità ha vissuto nel secolo scorso», Papa Francesco ha ripreso le parole della Dichiarazione Comune firmata da Giovanni Paolo II e Karekin il 27 settembre 2001: «Il primo genocidio del XX secolo». In quella occasione, furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi. Il Pontefice è intervenuto domenica 12 aprile 2015 nella Basilica di S. Pietro, dove ha celebrato la Messa per il centenario del martirio armeno (Metz Yeghen). Il suo ricordo è andato anche ad “altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, Ruanda, Burundi e Bosnia. Ha ricordato “Il grido soffocato e trascurato di tanti nostri fratelli e sorelle inermi, che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi – decapitati, crocifissi o bruciati vivi – oppure costretti ad abbandonare la loro terra”. Ha evidenziato, in particolare, che “anche oggi stiamo vivendo una sorta di genocidio causato dalla indifferenza generale e collettiva, dal silen- FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ Via Zette, 31 - tel. 0365 438058 Ruanda (1994). In questo Stato dell’Africa Centrale fu compiuto il genocidio dei tutzi e degli hutu, massacrati dal 6 aprile al 16 luglio. Su una popolazione di 7.300.000 persone, ne vennero uccise, a colpi di machete e di bastoni, 1.174.000 (10.000 morti al giorno, 400 all’ora, 7 al minuto). Bosnia (1990 – 1999). Lo sterminio si sviluppò nel contesto della dissoluzione della Jugoslavia federale di Tito. Nel periodo che va dal 1990 al 1999, le parti in causa utilizzarono a più riprese la “pulizia etnica” per prevalere. L’esasperato nazionalismo, coltivato da tutte le fazioni, provocò un numero di morti non ancora del tutto accertato. L’11 luglio 1995, a Srebrenica, enclave musulmano nella parte orientale della Bosnia, furono uccisi circa 8.000 bosniaci, uomini ed adolescenti. Ancora oggi, purtroppo, c’è chi cerca di eliminare i propri simili, con l’aiuto di alcuni e con il silenzio complice di altri che rimangono spettatori. Le atrocità dell’ISIS ci ricordano che il male é ancora tuttora presente nel mondo. Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò Molte persone, oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente a nessuno, tranne che a se stesse. Ritengono di essere titolari solo di diritti e incontrano spesso forti ostacoli a maturare una responsabilità per il proprio e l’altrui sviluppo integrale. Per questo è importante sollecitare una nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio… Si è spesso notata una relazione tra la rivendicazione del diritto al superfluo o addirittura alla trasgressione e al vizio, nelle società opulente, e la mancanza di cibo, di acqua potabile, di istruzione di base o di cure sanitarie elementari in certe regioni del mondo del sottosviluppo e anche nelle periferie di grandi metropoli… L’esasperazione dei diritti sfocia nella dimenticanza dei doveri… La condivisione dei doveri reciproci mobilita assai più della sola rivendicazione di diritti. Caritas in veritate, 43. DOMANDA: sono un giovane assunto con un contratto a tutele crescenti in un’azienda con una ventina di dipendenti. È vero che l’imprenditore mi può licenziare anche per una mancanza che non ho commesso? Risposta: caro lavoratore, devi sapere innanzitutto che il nuovo contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, è un contratto a tempo indeterminato, cioè un contratto che non ha una scadenza, che il datore di lavoro può interrompere solo con precise motivazioni disciplinari oppure economiche e che ti verrà applicato il contratto collettivo di lavoro, non solo quello nazionale, ma anche quello aziendale. Ti spetteranno dunque gli stessi diritti e le stesse tutele previste per gli altri lavoratori. La sola differenza rispetto al normale contratto a tempo indeterminato, sta nella sanzione che viene imposta al datore di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Se il tuo datore di lavoro un giorno dovesse licenziarti per qualche mancanza disciplinare che non hai commesso, in caso di ricorso in giudizio gli verrà ordinato di reintegrarti nel posto di lavoro, come avviene nel normale contratto a tempo indeterminato, e di pagarti un’indennità risarcitoria non superiore a 12 mensilità di retribuzione. Se invece hai commesso una mancanza disciplinare, ma il giudice dovesse ugualmente ritenere eccessivo e quindi illegittimo il licenziamento, non è prevista la reintegrazione nel posto di lavoro, ma il datore di lavoro dovrà pagarti un indennizzo di importo crescente rispetto alla tua anzianità di servizio (ecco le tutele crescenti), pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a 4 e non superiore a 24 mensilità. Lo stesso avviene per i licenziamenti dettati da motivazioni economiche. È vero che vi è il rischio che le mancanze disciplinari, purchè siano state effettivamente commesse, siano trattate tutte allo stesso modo, senza riguardo alla loro reale gravità, e che, pertanto, possa scattare il licenziamento anche per mancanze meno gravi, senza possibilità di reintegrazione. Ma devi sapere che i contratti collettivi nazionali di lavoro contengono un codice disciplinare che regolamenta la corrispondenza tra mancanze e sanzioni. Il Sindacato si sta già muovendo perchè nei contratti questo sia meglio definito. Desidero anche sottolineare che il Sindacato si è battuto e ha ottenuto che nel testo definitivo del decreto fossero elimi- EVINRUDE VENDITA - ASSISTENZA MOTORI - IMBARCAZIONI ACCESSORI Onoranze Funebri Tel. e Fax 0365 43476 MANERBA - Via Case Sparse,103/A Tel. e Fax 0365 654230 DOMANDA: quali servizi offrono i CAF? Risposta: oltre all’assistenza per la presentazione dei modelli 730 e UNICO i “CAF sindacali” (da non confondere con i “Patronati sindacali” i quali trattano le pensioni) forniscono una vasta gamma di servizi. Calcolo IMU – interessa i contribuenti possessori di immobili e aree fabbricabili per l’imposta da versare al Comune. Red – certifica la situazione reddituale al fine di mantenere alcune prestazioni INPS. ISEE - certifica la situazione economica del nucleo familiare per richiedere prestazioni a diversi enti pubblici e privati. Successioni – per dichiarazione di successione degli eredi. Colf e badanti – per i numerosi adempimenti necessari come lettera di assunzione, denuncia a Inps e Inail, busta paga e contributi, Tfr. Lavoratori autonomi (partite IVA) – per una completa assistenza contabile e fiscale. Contratti di locazione – redigere il contratto, il modello RLI ecc. DOMANDA: entro quando bisogna presentare la domanda per il BONUS BEBÈ? Risposta: entro 90 giorni dalla nascita del figlio. Comunque, su questo beneficio la normativa non è ancora ben definita e quindi saremo più precisi non appena saranno chiarite tutte le modalità necessarie per poterlo ottenere. TEDESCHI Casa funeraria “San Benedetto” MOTONAUTICA ZANCA SALÒ - Via Muro, 2 nati alcuni aspetti pericolosi, come la possibilità di licenziare per scarso rendimento o in caso di fatti insussistenti, che avrebbero dato strumenti ingiusti al datore di lavoro. Per ogni chiarimento, dubbio o necessità, rivolgiti al delegato sindacale sul luogo di lavoro o all’operatore sindacale o alle nostre sedi nei territori, che sono sempre al lavoro per essere al tuo fianco. Tel. 0365 40162 Cell. 337434380 13 14 E dopo gli strappi Notizie utili a cura di Giovanni Ciato Prima di E X P O Gli strappi C’è sempre un prima e un dopo, la storia ce lo insegna. Ci sono fatti, magari insignificanti, dopo dei quali non è più come prima e questo in tutti i settori, dall’agricoltura alla medicina (in termini più ampi con riferimento alla scienza), dallo sport alla musica (all’arte in generale). Si pensi ad esempio a fatti che hanno tracciato un solco nella storia, prima di Cristo (a.C.) e dopo Cristo (d.C.), ma senza richiamare esempi così importanti, basti pensare come alle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, quando Richard Fosbury decise di saltare in modo diverso rispetto alla tecnica utilizzata sino a quel momento e provò a saltare compiendo una rotazione che gli fece rivolgere la schiena verso il basso con una tecnica definita ventrale e che gli fece vincere la medaglia d’oro. Ma l’importanza di quel salto è nella rivoluzione portata nel mondo del salto in alto. Oggi tutti saltano così, eppure sino a quel momento era impensabile farlo. Dalla caduta del muro di Berlino, da allora il mondo non è più lo stesso. Ma si pensi anche a Maria Callas e al suo modo di cantare e di interpretare l’opera. All’epoca vi erano voci più limpide e chiare rispetto alla sua, ma erano fredde e meno appassionate, la sua, meno pulita ma più penetrante, tanto che ti entrava dentro diritta al cuore, ha segnato un solco profondo nel mondo della lirica. Adesso stiamo attendendo EXPO con tante aspettative e interrogativi, come sarà? Ce la faremo a concludere i lavori per la sua apertura prevista per Maggio o i ritardi saranno tali da ridicolizzarci di fronte al mondo intero. E poi, l’organizzazione sarà all’altezza dell’evento o ci saranno delle falle, dei buchi, come saranno i trasporti, ci saranno i tanti minacciati scioperi o si riuscirà a superare anche questo momento di conflittualità? Siamo pronti in termini di sicurezza visto gli atti terroristici di questi ultimi tempi, saremo in grado di dialogare con le polizie di tutto il mondo e prevenire atti violenti? Queste e tante altre le domande che precedono questa importante manifestazione ormai definita da tutti un’occasione per sbloccare la situazione di stallo in cui si trova la nostra economia. Rilanciare il sistema Italia con turisti da tutto il mondo che porterebbero valuta straniera (dollari, yen, etc.), far conoscere il nostro Paese e le nostre bellezze, dalla cultura alle città d’arte, dalle nostre zone turistiche (Lago di Garda compreso), alla nostra gastronomia. Insomma approfittare di questa opportunità per rilanciare l’Italia sotto tutti i punti di vista, almeno questi sono gli obiettivi e le aspettative prima di EXPO. Ecco, quando avvengono le situazioni che ho citato, si crea un fenomeno rincorsa per ricucire lo strappo, per usare un termine sportivo è come quando in gara un ciclista va in fuga, strappa il gruppo e lì a rincorrerlo, per ricucire, ricompattare, chiudere. In tutte le situazioni, sportive e non, la cronaca e la storia ce lo testimoniano, c’è sempre un dopo, dove, anche a non volerlo, non è più come prima. E in tutti questi cambiamenti (almeno per la maggior parte di essi), alla base ci sono sempre delle innovazioni tecniche o tecnologiche che sono fondamentali per poter realizzare il cambiamento. L’invenzione della ruota per i trasporti, dell’arco per lanciare le frecce e cambiare tipo di alimentazione agli albori delle nostre origini, il materasso di gomma piuma per il salto in alto dorsale di Richard Fosbury, che altrimenti si sarebbe rotto l’osso del collo cadendo sulla sabbia. E qui, nel caso di EXPO, queste componenti ci sono tutte. La tecnologia: con padiglioni all’avanguardia per architettura e ingegneria, ma anche tecniche costruttive innovative, uso di materiali tecnologicamente avanzati, utilizzo di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, proposte per una nuova produzione agricola e di una diversa alimentazione, più consapevoli e rispettose della natura. Lo strappo: con EXPO sono state profondamente cambiate le modalità di gestione degli appalti con controlli che hanno lasciato il segno e dai quali non si torna indietro, ma anche una sinergia tra tutte le intelligence del mondo (sistemi di informazioni riservate), con controlli a telecamere collegate a centrali di polizia in grado di dialogare tra loro in tempo reale e da cui non è pensabile tornare indietro una volta conclusa la manifestazione. E non solo. Le condizioni per soddisfare le tante aspettative ci sono, ma anche la possibilità che interrogativi come sicurezza, trasporti, qualità dei servizi, comunicazioni e tanti altri, vengano meno e inevitabilmente ci sarà un dopo EXPO negativo. Ormai lo sappiamo che tutto porta a dividerci, se si vince il campionato del mondo di calcio allora le polemiche muoiono sul nascere, ma se si arriva anche solo secondi, il dopo è sempre fatto di strascichi polemici, spesso inutili e sterili. E anche nel caso di EXPO chissà quanto ci sarà da ridire, per questo ho pensato che alle valutazioni successive, con o senza polemiche, ci dovesse essere anche un prima, che alle considerazioni ovvie, ma postume, di qualsiasi tipo esse saranno, ci dovesse essere una valutazione consapevole (per quanto possibile nel nostro caso), che apra alla fuga in solitaria. Sperando di farcela e arrivare “uno”, naturalmente. Gabriele d’Annunzio e la Grande Guerra: Scuola paritaria cattolica il poeta soldato riletto e interpretato dalla generazione 2.0 a cura della Scuola “E. Medi” n nuovo successo per gli alunU ni delle classi quinte del Liceo E. Medi, che giovedì 16 aprile sono ce del poeta, un trait d’union che spiegasse in che modo queste due anime, apparentemente così difstati premiati all’interno dell’Audi- ferenti, abbiano potuto coesistere torium del Vittoriale per la parte- all’interno di uno stesso uomo. cipazione al concorso “Gabriele Il risultato è stato un acquarello, d’Annunzio e la Grande Guerra”. accompagnato da un breve testo, La premiazione è stata il momento frutto della fantasia e dell’acume conclusivo di un lavoro sviluppa- dell’alunna Fiorenza Marzocchi, to a partire dal settembre scorso, che ha ricevuto il plauso e l’ammicon una giornata al Vittoriale nel- razione di tutta la platea dell’aula quale gli alunni hanno avuto ditorium e che ha suscitato anche l’occasione, oltre che di visitare l’interesse e la curiosità della rapl’intera cittadella dannunziana se- presentante dell’Ufficio Scolastico guendo uno specifico percorso te- Regionale presente alla cerimonia, matico, di assistere al Convegno di che ha subito chiesto alla ragazza studi che ha visto impegnati storici una copia del lavoro. e studiosi di calibro internazionale L’altro filone, che è invece stato nell’analisi della figura del d’An- seguito dal resto della classe 5A e nunzio soldato, protagonista del dalla classe 5B, è partito dalla constatazione dell’incredibile moderPrimo conflitto mondiale. Guidati dalla professoressa Pezza- nità di d’Annunzio, che più di ogni li, gli studenti delle classi quinte altro scrittore della sua epoca ha degli indirizzi Scientifico e Lingui- saputo sfruttare abilmente i mezzi stico si sono quindi cimentati nel- di comunicazione di massa allola lettura di testi dannunziani; un ra nascenti. Si è quindi giunti alla percorso atipico: ai testi apparte- conclusione che, se il Vate avesse nenti al d’Annunzio esteta, cantore avuto a disposizione per la sua della bellezza, sono stati affiancati campagna interventista internet e articoli, discorsi, appunti, lettere i social media, non avrebbe esitato riconducibili invece al d’Annunzio a sfruttarli come megafono per le soldato, impegnato in prima per- sue arringhe. sona nella campagna interventista Gli alunni hanno trasformato artie, in seguito, in pericolose azioni coli e discorsi dannunziani di un intero anno, a partire dall’inizio del belliche. Due linee di riflessione sono sca- conflitto fino all’entrata in guerra turite da questo lavoro: la prima, dell’Italia, in altrettanti tweet, brepiù intimistica, ha portato a cerca- vissimi messaggi che politici e inre un collegamento tra le due fac- tellettuali di oggi inviano giornal- Lavoro svolto da Fiorenza Marzocchi Tweet del Maggio Radioso mente per veicolare attraverso la rete il loro pensiero. Quindici tweet in perfetto stile dannunziano per scandire i passaggi più significativi di un anno fondamentale per l’Italia e soprattutto per il Vate: dai primi interventi dalla Francia fino al Maggio radioso, al quale Domenico Distaso ha reso omaggio con un breve componimento in versi. Un lavoro complesso, presentato con entusiasmo dall’alunna Sara Bolberti, che ha saputo tradurre al meglio lo spirito con il quale il progetto è stato affrontato dalle due quinte. Spettatori della premiazione anche gli alunni delle classi terze medie del nostro Istituto, i quali hanno avuto l’occasione di approcciarsi alla figura di d’Annunzio in modo inedito, attraverso la mediazione dei loro compagni più grandi. Tanti i progetti presentati dalle diverse scuole che hanno partecipato al concorso: video, elaborati, lavori d’archivio su lettere e appunti, fumetti, persino un cioccolatino coniato ad hoc per l’occasione dagli alunni dell’Istituto alberghiero. La partecipazione di tante scuole all’iniziativa, pensata in occasione dei 100 anni dalla Grande Guerra, ha testimoniato come ancora i ragazzi si possano appassionare ad avvenimenti e figure distanti da loro nel tempo, ma che offrono ancora validi spunti di riflessione e che danno l’occasione per leggere in maniera più consapevole anche il nostro presente. 15 16 Cinema teatro Cristal “BLACK or WHITE” Bianco o Nero “Bianco o Nero” e non “Bianco e Nero” Nella serata del 21 aprile per la sezione Cineforum è stato proiettato al Cristal il film “Black or White”. Dal titolo traspare una contrapposizione: Bianco o Nero. Non è quindi espresso nella forma Bianco e Nero anche se, dopo aver visto il film, il titolo avrebbe potuto benissimo essere proprio “Bianco e Nero”. Di sicuro il film ha trattato delle problematiche interrazziali, ma nel rispetto del “politicamente corretto”, per cui si prende atto che dette problematiche esistono, ma vanno affrontate in maniera blanda. La vicenda La differenza interraziale nel film esiste in quanto il nonno Elliot (attore Kevin Costner) è rimasto solo dopo la morte della moglie e della figlia deceduta di parto dopo aver dato alla luce la piccola Eloise; gli rimane quindi solamente la nipotina alla quale voler bene. La famiglia paterna di Eloise è afroamericana. La nonna paterna di Eloise, Rowena, ingaggia una battaglia legale per avere la custodia della bambina, battaglia nella quale Elliot, essendo avvocato, si immerge con tutti i mezzi. Per completare il quadro va riferito che il padre della bambina è un drogato ed è in ristrette situazioni economiche. Una blanda esposizione della diversità delle due culture a cura di Lamberto Dondio Cineforum Martedì 5 maggio Figura femminile controcorrente, divisa tra ragione e sentimento, tra senso etico e bisogno d’amore. Suite francese di Saul Dibb ============================================ Martedì 12 maggio A dieci anni dalla scomparsa del divo, due delle sue donne e le figlie avute da madri diverse si incontrano per celebrarlo. Eva contro Eva. Latin lover di Cristina Comencini ============================================ Martedì 19 maggio Nella famiglia Bélier sono tutti sordi tranne Paula, che ha 16 anni. Spaccato di vita quotidiana che vi farà ridere, sorridere, piangere, ma non solo: vi farà bene. La famiglia Bélier di Eric Lartigau Ecco quindi che l’avvocato di Rowena caratterizza la sua battaglia legale come la volontà di un bianco ricco (Elliot) di voler schiacciare un nero povero (il padre della bambina). Questo è il solo aspetto del confronto di due razze che appare: quello limitato alla battaglia legale. In realtà, e questo è il messaggio del titolo, si tratta della difficile convivenza tra le due razze, generata dall’unione tra una bianca americana ed un afroamericano per cui la bambina, dai tratti somatici afroamericani, deve necessariamente appartenere ad una delle due culture, a quella bianca o a quella di colore, concetto questo che il film non ha tratteggiato con chiarezza. Lamberto Dondio Studio e servizi fotografici A.R. FOTO di Augusto Rizza 25087 SALÒ (Bs) Piazza Vittorio Emanuele II, 36 Tel. 0365 520572 Pasticceria Vassalli Bomboniere Confezioni regalo Erboristeria LA BETULLA di Personi Cinzia 25087 SALÒ (Bs) Portici Complesso Gasparo, 42 Tel. e Fax 0365 43750 Celebrare la Parola: il dialogo dell’alleanza L a Sacrosanctum Concilium (SC) a proposito della liturgia si esprime così: «Nella liturgia Dio parla al suo popolo; Cristo annunzia ancora il Vangelo. Il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera» (SC 33). L’affermazione conciliare ci suggerisce che la liturgia nella sua struttura essenziale si presenta nella forma di un dialogo: Dio parla e l’uomo risponde. Questo dialogo, a sua volta, non è un dialogo occasionale, ma l’eco di un rapporto molto più ampio, che costituisce il motivo e il fondamento del nostro celebrare: l’Alleanza tra Dio e il suo popolo. La celebrazione eucaristica, infatti, è memoriale dell’eterna alleanza realizzata per sempre nella morte e risurrezione del Signore. La Parola nella Sacra Scrittura - la forza della parola Per comprendere il ruolo che la Parola assume in questo contesto di Alleanza, dobbiamo necessariamente attingere alle pagine della Sacra Scrittura dove possiamo cogliere la portata simbolica della Parola. Nell’Antico Testamento, la parola più che un semplice strumento di linguaggio, si presenta quasi come una forza che determina le sorti di un popolo. Lo stesso culto di Israele sembra distinguersi dagli altri popoli. Almeno all’inizio, infatti, non abbiamo un culto sacrificale come avviene altrove, ma solo un culto assegnato alla Parola e che si esprime essenzialmente nell’ascolto. Un esempio può essere quello dell’arca dell’alleanza attorno alla quale si concentra e si sviluppa il culto israelitico: in essa infatti è conservata la parola di Dio (Es 25,16.21; Dt 10,2-5). Il libro di Neemia: la celebrazione della Parola Interessante per noi è il testo riportato nel libro di Neemia, ai capitoli 8-10. Il libro ci colloca in quello che è chiamato il “secondo esodo”, quello del ritorno dalla deportazione in Babilonia. Nei capitoli in questione, centrale è la proclamazione della Torah, il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele (Ne 8,1). Due elementi che emergono dal racconto ci forniscono la portata simbolica della Parola: l’identificazione tra Parola e presenza divina; il contesto dell’alleanza in cui Israele rinnova il suo impegno. 1) La solennità e gli atteggiamenti di venerazione che il popolo assume di fronte alla Legge rivelano la consapevolezza di trovarsi, non di fronte ad un libro, ma dinnanzi alla presenza stessa di Dio. Leggiamo infatti come, appena Esdra ebbe aperto il libro, tutti “si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore”(Ne 8,6). C’è una evidente identificazione tra il Libro e la presenza di Dio. 2) L’ascolto delle parole della Legge è occasione per benedire il Signore nel ricordo di quanto ha fatto, dall’alleanza con Abramo a quella con il popolo schiavo in Egitto. Ancora di più, la memoria dei prodigi di Dio è occasione per confrontare la fedeltà di Dio all’infedeltà di Israele, la cui dispersione è la conseguenza più evidente. Ecco quindi che sull’ascolto della Torah avviene la ricostruzione del popolo, suggellata nel rinnovamento dell’alleanza. La Parola di Dio e le parole degli uomini Dal simbolismo biblico Due sono gli elementi più emergenti legati al simbolismo della Capire la Liturgia a cura di Rosa Pollini Parola: la presenza di Dio e la memoria dell’Alleanza con Lui. Da questo simbolismo biblico è facile il passaggio a quello liturgico: “il valore del simbolismo liturgico è quello di proclamare la presenza in atto di quanto il simbolismo biblico preannuncia e contiene. La liturgia è «Bibbia vivente» nell’azione celebrativa della Chiesa”. È celebrazione della Pasqua fatta carne; la Parola annunziata nell’Antico Testamento si fa carne nel Nuovo e pone la sua dimora in mezzo a noi. La parola incarnata, diventa non solo “presenza” di Dio, ma anche artefice della Nuova Alleanza: Cristo è il “mediatore di una nuova alleanza” (Eb 9,15). - e dal simbolismo umano… Nella vita umana la parola è certamente elemento fondamentale della comunicazione. Essa è strumento per entrare in rapporto, veicolo per aprire un dialogo con gli altri. Allo stesso tempo, in nostra assenza, la parola scritta ci rende presenti agli altri, è testimonianza di una presenza. Questa realtà umana fa da sfondo e struttura la celebrazione cristiana. “Forma dialogica, struttura d’Alleanza, lo scambio parlato nella sua forma liturgica esprime il cuore del cristianesimo”. …alla liturgia. Ancora oggi Dio interpella l’uomo per entrare in dialogo con lui. È la liturgia il luogo in cui questo dialogo si rende vivo ed attuale. In modo particolare la liturgia della Parola presenta questa dinamica dialogica nell’alternanza tra Parola di Dio ascoltata e risposta dell’uomo a questa Parola. Sinteticamente, la prima parte della celebrazione eucaristica presenta questo schema: Parola di Dio: I lettura II lettura Vangelo Omelia Risposta dell’uomo: Salmo Acclamazione Professione di fede Preghiera dei fedeli Dallo schema appare chiaro come il Rito della parola richiede un’attenzione particolare perché la risposta non sia una semplice formula, ma una convinta adesione a quanto ascoltato così da salvare l’autenticità del dialogo. È risposta che si traduce in preghiera di supplica, di ringraziamento, di perdono (salmo responsoriale), in canto di lode per il dono della Parola (Acclamazione al Vangelo), in rinnovo della propria adesione a Lui (Credo), in preghiera aperta alle necessità del mondo (Preghiera dei fedeli). La parola nella celebrazione eucaristica. Dalla Parola al Sacramento Da quanto è emerso sin qui appare chiaro ancora una volta come la liturgia attinga i suoi elementi essenziali al simbolismo umano per superarlo, per renderlo “sacramento” di qualcosa che va oltre le parole e i gesti. In modo particolare è evidente il ruolo fondamentale che la liturgia della Parola assume nel contesto celebrativo. La Parola proclamata dall’ambone dispone e dà senso a quanto si celebra all’altare. La parola, quando appartiene a Dio conduce sempre al sacramento, perché Dio è fedele e realizza quanto dice. È l’esperienza dei discepoli di Emmaus (Lc 24,1335) che, dopo essere stati illuminati dalla parola di Cristo, da Lui sono stati condotti alla frazione del pane perché lì sia da loro riconosciuto. È questo il motivo che ha spinto la riforma liturgica a non omettere mai una liturgia della Parola nelle celebrazioni dei sacramenti e dei sacramentali. 17 18 Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio LE INTENZIONI DEL VESCOVO Il messaggio che il Vescovo lancia è l’invito per giovani a reagire di fronte ad un mondo vuoto al fine di ritrovare se stessi aggirando “le mode dell’ipermercato dove la gente ti guarda se hai i soldi e non il cuore” e di ricomporre i pezzi in cui cade il mondo al fine di ricostruire la comunità ideale. Precisando poi che le sue citazioni hanno funzione pastorale così si esprime: “Il Vescovo deve citare per fare capire le cose, altrimenti non capiamo nulla. Se cantiamo le cose si capiscono.” e inoltre: “Amore può diventare una parola vuota e stupida, solo il cuore può riempire le parole del loro contenuto umano”. Vi è da rilevare che gli accenni cantati hanno un contenuto marginale rispetto all’omelia complessiva e hanno la sola funzione introduttiva ai suoi contenuti. Il tutto viene ripreso da qualche telefonino che ormai molti fedeli si portano in tasca anche a Messa all’insegna del permanentemente connessi e poi inevitabilmente il filmato viene caricato su youtube; così è accessibile sulla rete mondiale ed è raggiungibile da tutti. Se poi qualche fedele avesse installato sul proprio telefonino l’applicazione “Periscope” il filmato poteva essere teletrasmesso in tempo reale. Purtroppo la generalità di chi accede al video su youtube (digitando Vescovo che canta) non pensa al suo contenuto pastorale, facendone un approfondimento, ma si limita al fatto del canto pensando forse che si tratti di una nuova forma di liturgia innovativa all’insegna della modernità. Indubbiamente un Vescovo che canta fa notizia e lo ha fatto anche per la cronaca. Filtra la notizia e cerca la verità IL FATTO Monsignor Antonio Staglianò è il Vescovo della Diocesi di Noto, ubicata nella provincia di Ragusa in Sicilia. La città di Noto possiede uno dei più magnifici esempi di chiesa in stile barocco riportata alla sua originalità a seguito di imponenti lavori di recupero e restauro. Il Vescovo è conosciuto oltre che per la sua attività pastorale anche come fine teologo. In data 13 aprile presso la Pontificia Università Lateranense è stato uno dei presentatori del libro “Emanuele Severino” e animatore del dibattito che ne è conseguito. Si verifica che in data 22 marzo, durante la celebrazione del Sacramento della Cresima nella Parrocchia di Scicli, durante l’Omelia, il Vescovo accenna ad alcuni motivi di autori moderni di musica leggera e li canta, peraltro, riferiscono i giornali, con voce ben intonata. Si tratta di motivi tratti da brani di Noemi e Mengoni. In particolare di Noemi accenna a “Vuoto a perdere” in cui il passaggio dice “Sono un’altra di me stessa, sono un vuoto a perdere. Sono diventata grande senza neanche accorgermene.” Di Mengoni il riferimento è a “Guerriero” e a “Essere umani”. L’inciso che il Vescovo canta è “Mentre il mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi e desideri”. LA PAROLA AL PROTAGONISTA In realtà l’intendimento di Monsignor Staglianò è stato quello di lanciare un messaggio ai giovani (ricordiamo che si stava rivolgendo ai cresimandi) utilizzando un supporto che è di immediata comprensione, ma trattasi sempre di puro e semplice supporto rispetto alla parola di Dio. Il Vescovo, a causa dei mezzi tecnici di ripresa e diffusione immagine ha vissuto un momento di notevole esposizione mediatica e che, a dire del presule, «mi vede protagonista mio malgrado, benché sia profondamente convinto che oggi i giovani non possano e non debbano essere lasciati soli e che, anzi, vanno raggiunti con la semplicità di parole che escano dal cuore. All’interno di un mondo in cui i processi di comunicazione spesso appaiono privi di scopo e l’organizzazione tecnologica forgia società che sterilizzano l’ordine degli affetti ed i giovani sono lasciati ad uno spontaneismo sregolato, nel quale ognuno fa da sé, con una forte tendenza al conformismo e alla omologazione e con un certo sprezzo per la dimensione comunitaria, noi - ha puntualizzato il Vescovo di Noto - dobbiamo introdurre parole vere, di significato profondo, se è il caso anche utilizzando canali poco ortodossi rispetto ai modelli prevalenti nelle istituzioni culturali, religiose, civili». Filiale di Salò - Località Rive Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele I documenti della Chiesa L’Anno Santo della misericordia apa Francesco, il 13 marzo scorso, il Vangelo in modo nuovo. La Chiesa senP ha sorpreso il mondo intero an- tiva la responsabilità di essere nel mondo nunciando l’indizione di un anno santo il segno vivo dell’amore del Padre». Papa straordinario: «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia». L’11 aprile, nella Basilica di San Pietro, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione dei primi vespri della seconda domenica di pasqua o della divina misericordia, il Papa ha detto: «Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo è il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre». La celebrazione dei secondi vespri è stata preceduta dalla consegna e dalla lettura della Bolla “misericordiae vultus”, il documento con il quale Papa Francesco invita la Chiesa ad entrare nello spirito dell’Anno Santo. Dalla Bolla di indizione si legge che «L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. Questa festa liturgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore, perché diventasse la Madre del Redentore dell’uomo. Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. La misericordia sarà sempre più grande». Il Papa nel giorno dell’Immacolata ricorderà il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. A tal riguardo nella Bolla si legge: «Aprirò la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare Francesco fa proprie le parole pronunciate da San Giovanni XXIII pronunciate all’inizio del Concilio: «La Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore». Papa Francesco invita la Chiesa, durante l’Anno Santo, a fissare lo sguardo sul volto di Gesù di Nazareth, scrive nella Bolla: «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. [La misericordia] è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, dopo aver rivelato il suo nome …». Papa Francesco ci indica quale impegno assumere: «Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che dice: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce. Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita». È desiderio del Papa «che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra co- a cura di don Pierluigi Tomasoni scienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli». Papa Francesco, per l’Anno Santo della Misericordia, dà una indicazione particolare che si caratterizza come una novità, scrive nella Bolla: «La domenica Terza di Avvento, stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chie- sa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. Ogni Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa». L’Anno Santo si concluderà il 20 novembre del 2016 con la Solennità di Cristo Re dell’Universo. Non ci resta che prepararci a questo evento di grazia ringraziando Papa Francesco per il dono dell’Anno Santo della Misericordia. 19 20 Accade a Salò a cura di Simone Bottura Arriva l’addizionale Irpef, sparisce la Tasi «Scelte inevitabili per mantenere i servizi e far quadrare un bilancio strangolato dalla legge di stabilità e dai prelievi dello Stato». Così è giustificata dall’Amministrazione comunale la decisione, seguita da non poche polemiche, di introdurre l’addizionale Irpef, applicata nella misura dello 0.8% ai redditi superiori ai 12mila euro. Il gettito previsto è di 1,2 milioni. Contestualmente, il Comune ha deciso di azzerare la Tasi, l’imposta sulla prima casa, con l’intenzione di tutelare i tanti salodiani, oggi pensionati (il 68% delle pensioni bresciane è sotto i mille euro), che negli anni Ottanta si sono fatti la casa con gli interventi delle cooperative di Salò, Campoverde e Villa. Per il sindaco Cipani è una scelta coraggiosa, «che colpirà chi non ha redditi bassi». Ricordiamo che il reddito medio salodiano è di 20.275 euro. «I salodiani con redditi sopra i 12mila euro - ha dichiarato il sindaco - compenseranno l’Irpef con ciò che non pagheranno di Tasi. Inoltre, in fase di rendicontazione, valuteremo agevolazioni sull’Irpef per chi ha un reddito oltre i 12mila euro e non è proprietario di prima casa». Polemiche anche sul caro parcometri per il recente adeguamento (+ 20 centesimi) delle tariffe. Sulle tracce della storia con l’Asar Non ci sono solo i sentieri dell’Alto Garda nelle escursioni 2015 dell’Asar, l’associazione Storico Archeologica della Riviera, con sede a Salò, che durante la bella stagione organizza escursioni in luoghi significativi dal punto di vista storico, oltre che naturalistico. Le proposte di quest’anno spazieranno anche oltre i confini del territorio benacense, con qualche sconfinamento in Valle Sabbia. In particolare, nel centenario dell’inizio della Grande Guerra, sono in calendario anche gite a luoghi significativi del primo conflitto mondiale. Il calendario di escursioni guidate si è aperto nei giorni scorsi lungo la Bassa via del Garda, da Gargnano a Tignale. Gli altri appuntamenti: 3 maggio sul Monte Stino, a Capovalle; il 30 maggio escursione a Passo Nota (Tremosine); il 7 giugno in Val di Fumo, alle sorgenti del fiume Chiese; il 14 giugno sul sentiero di Ventrar, da Bocca di Navene; il 28 giugno ai laghetti di Bruffione, dal Gaver; l’8 luglio al Rifugio Papa, sul Pasubio; il 16 settembre alle palafitte di Fiavé; si concluderà il 27 settembre nella Valle delle Cartiere. Info sul sito asar-garda.org. A caccia di sponsor per un torneo fantasma: denunciato Si presentava a nome di una fantomatica squadra di calcio in cerca di sponsorizzazioni. Convinceva esercenti, commercianti e ristoratori a consegnargli piccole somme di denaro, dai 50 agli 80 euro, e poi si dileguava. Ovviamente non c’era nessuna squadra e nessun torneo. Una truffa bella e buona, insomma, quella perpetrata tra lo scorso dicembre e febbraio da un 28enne, in passato residente a Toscolano Maderno e poi a Brescia. Lo hanno identificato e denunciato a piede libero con l’accusa di truffa gli agenti della Polizia Locale di Salò, dopo aver ricevuto le denuncie di quattro esercenti salodiani frodati. Il Comando ha peraltro appurato che anche in passato lo stesso soggetto avrebbe portato a termine altre truffe simili a Salò, sempre a danno di esercenti e commercianti, anche se nessuna formale denuncia era mai stata presentata alle forze dell’ordine. C’era una volta Salò Prosegue, complice l’archivio quasi “infinito” del collezionista Pierangelo Del Mancino, il viaggio lungo il recupero della memoria salodiana. È un cammino iniziato nel 2004, che ha già prodotto sei volumi editi dal Comune, ormai tanto rari quanto preziosi. Ora è stato presentato il settimo libro della collana «C’era una volta Salò», con testi di Flavio Casali e tante vecchie fotografie, per lo più inedite, che documentano oltre 100 anni di vita salodiana, tra le fine dell’Ottocento e gli ultimi decenni del secolo scorso. «Se sfogliare questo volume - scrive Del Mancino - ci renderà consapevoli di quanto sia importante tutelare e valorizzare il patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico ricevuto dai nostri avi, avremo pienamente raggiunto l’obiettivo, migliorare il senso di appartenenza alla nostra salodianità». Manutenzione per il monumento ai Caduti di piazza Vittoria Nel centenario della Grande Guerra Salò ha dato una ripulita al monumento ai Caduti. La scultura bronzea dello scultore Angelo Zanelli troneggia dal 1930 su un basamento in marmo di Carrara al centro di piazza Vittoria. L’opera risultava coperta da depositi superficiali (polveri, inquinamento, guano…) e patine di corrosione. Reclamava insomma un deciso intervento di manutenzione. Vi ha provveduto nei giorni scorsi la ditta Restauro Arte di Monza, cui il Comune ha affidato l’intervento, per una spesa di 7mila euro. Dopo lo studio metallografico e la verifica dei sistemi di ancoraggio, si è provveduto ad una pulitura ad acqua del monumento per eliminare i depositi superficiali, alla rimozione meccanica delle patine di corrosione e ad un trattamento finale tramite applicazione di resina protettiva. IO PREFERISCO PENSARLO COSÌ Alla sera del terzo giorno Alla Quasi si fatica a riconoscerlo; ma io credo che questa sia l’immagine che meglio mi aiuta a raccontare come io vedo l’uomo che guida la nostra Chiesa. cura di Bruno Marelli aa cura Dentro abiti diversi, rincorso e avvolto da un incessante abbraccio della folla, in fondo l’uomo che vedo è ancora questo. Certo oggi ha il peso delle responsabilità della Chiesa mondiale sulle sue spalle e i problemi di cui si deve ora occupare sono più complicati e intricati di quelli che sono normalmente sulle spalle di un vescoco o di un parroco. Ma non penso che sia questo che fa la differenza; queste sono preoccupazioni che valgono per quelli che si fanno cambiare dal compito a cui sono stati chiamati. Non per uomini come Bergoglio. E non valgono nemmeno per tutti quelli che sono consapevoli che si è davvero sé stessi solo quando ci si dà totalmente per il bene del compito che ci è stato assegnato. _______________ ______________ Un uomo viaggia su un mezzo pubblico una sera Ora che abbiamo riconosciuto quell’uomo, che non ci sono più dubbi sulla sua identità, possiamo immaginare in che penqualsiasi. sieri è assorto? Dal cappotto che indossa quell’uomo si potrebbe dire che è una sera d’autunno o di una primavera ancora non arrivata; ma dietro si vede un altro passeggero in camicia. I sedili in doghe di legno fanno pensare alla carrozza di un treno di pendolari; oppure è un tram, visto che ci sono passeggeri in piedi aggrappati ai sostegni. Non ci sono donne nella foto; è un fatto strano, ma si direbbe forse non casuale. La presenza anche di una sola donna avrebbe dato un po’ di luce a questa immagine, perché le donne illuminano con la loro presenza lo spazio intorno, infondono naturalmente un senso di famiglia, di casa. Ma questa foto sembra invece doverci restituire l’immagine fredda di tante persone sole. È una foto così. Non ha nessun riferimento né a una stagione, né a un luogo, in tutte le città del mondo ogni sera si ripetono scene come questa, neppure ha un riferimento a un’epoca. La foto potrebbe essere stata scattata una settimana fa, come 20 anni fa. La sola cosa che si può dire è che sembra di vedere le solite facce stanche di chi ritorna alla sera a casa, dopo una faticosa giornata di lavoro. Nessuno sembra curarsi di nessuno. ____________ Sarebbe una foto come tante se non fosse per quell’uo- mo in primo piano; il suo viso ha qualcosa di familiare. Ammettiamolo, quell’uomo assomiglia in modo straordinario a Papa Francesco. Se non fosse una cosa assurda si direbbe lui davvero. Ma si è mai visto un Papa su di un tram? Che c’entra, direte voi, questa foto è stata di sicuro scattata prima che lui diventasse Papa. Sarà certamente come dite voi e allora questa può benissimo essere un’immagine di una sera qualsiasi su di un mezzo pubblico in Argentina, magari a Buenos Aires. Se è davvero così, quell’uomo seduto con lo sguardo perso sarà anche il nostro Papa, ma sinceramente a me sembra più vecchio e più stanco, non pare anche a voi? A cosa pensa un uomo che è solo in mezzo ad altri uomini soli? Di una cosa sono arcisicuro. Di certo quell’uomo non ha nessuna idea del fatto che quella solitudine in mezzo ad altre persone poteva mai diventare di lì a poco un privilegio perduto per sempre. Avrà un compito più grande di quello che un uomo solo può ragionevolmente prendere su di sé. E sarà allora ancora più solo, senza però più il piacere di starsene un po’ da solo, anche solo per un breve tragitto in tram. E quegli uomini stanchi e distratti attorno a lui, non immaginano nemmeno lontanamente il destino che attende quel viaggiatore sconosciuto; poi, visto così anche da vicino, quel viaggiatore sembra un uomo come tanti, uno come noi. Sono inconsapevoli di condividere un tratto del viaggio con un uomo destinato a essere famoso nel mondo. Solo il fotografo che ha scattato la foto pare avere una visione del futuro che incombe. Ci restituisce l’immagine dell’uomo in primo piano, con un’espressione stanca, con un senso di solitudine tra la gente distratta. Ci mostra però anche la limpidezza dello sguardo, la serenità del volto, la forza interiore dell’anima. Questo deve avere visto anche il destino quando ha scelto quest’uomo per noi. ____________ Eppure io ancora un dubbio ce l’ho perché c’è qualcosa che non torna. Se è Bergoglio l’uomo della foto, deve avere solo pochi anni di meno. Quindi al tempo era già Cardinale. E io sono andato a cercare su internet una foto del Cardinale di Milano Angelo Scola in metropolitana, ma non l’ho trovata perché non esiste; come non esiste credo di nessuno dei grandi nomi della Chiesa, quelli per intenderci che si pensava potessero diventare papi. Chi guida la Chiesa, al centro come in periferia, non va sui mezzi pubblici, non si mescola con la massa. O mi sbaglio? 21 22 Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli Primavera dintorno Brilla nell’aria e per li campi esulta si ch’a mirarla intenerisce il core… ppassionata ed entusiasta della bellezA za dei luoghi in cui vivo le mie giornate, mi risulta impossibile non sentirmi affascinata dal paesaggio della mia quotidianità. In questi luoghi, secondo la mia personale esperienza, si può rimanere incantati davanti allo spettacolo naturale nelle varie ore della giornata. I luoghi sono diventati i miei luoghi, cioè uno spazio di appartenenza rassicurante essendo trascorsi già tanti anni da quando mio marito ed io decidemmo, provocati da un “convincente invito” ad abbandonare la pianura emiliana in cui vivevano le rispettive famiglie ed entrambi eravamo nati nel medesimo anno. Abbandonarsi con frequenza ad ammirare consapevolmente i diversi scorci del paesaggio, produce nell’animo una suggestione mistica che accompagna lo sguardo e lo guida tra i cipressi che sono di fronte: sono momenti preziosi quando si può sostare con ammi- razione sia all’alba che al tramonto quando il sole illumina l’ultima neve del Baldo. Accade così che l’evento mattutino si realizzi davanti ai tuoi occhi. Scendendo tra i limoni “consapevoli” del valore dei loro frutti io incontro maestosa la bellezza del glicine che ricopre lussuosamente la ringhiera del giardino celandone l’ossatura metallica. È il mio personale “Incontro” nel verde, confrontabile con quello che la Prof. Lunardi offre ai suoi lettori e che oggi si esprime così: “Perché non pensare ad un Festival del glicine profumatissimo, rampicante che si tramanda da generazione in generazione?” (Corriere - Domenica 19 aprile). Dialogo (Epistolare) All’inizio del 1995 era stato proposto dall’editore Bompiani al Card. Martini e allo scrittore Umberto Eco di tessere un dialogo sui temi fondamentali dell’esistenza, essendo risaputo che le loro posizioni religiose e filosofiche erano lontane e perciò suscitavano interesse e provocavano all’interno della dialettica filosofico-religiosa. Ora, a quasi vent’anni di distanza, l’editore ha voluto riproporre alla meditazione quel dialogo tra il Cardinale (1927-2012) e lo scrittore Umberto Eco di cui incontriamo in libreria il volume più recente “Numero zero” pubblicato dallo stesso editore. “In cosa crede chi non crede?”: si tratta di un dialogo “epistolare” che si sviluppa da una parte con intense motivazioni della fede vissuta dal Cardinale (di cui oggi possiamo visitare la tomba nel Duomo di Milano semplicemente seguendo la folla numerosa dei visitatori!!!). Si legge, nella presentazione, che il dialogo fu in seguito tradotto in sedici Paesi e viene ripubblicato perché affascina ancora oggi lo scambio epistolare sui problemi di attualità che da sempre dividono credenti e non credenti: il senso della storia, i problemi attualissimi d e l l ’a b o r t o , del sacerdozio alle donne e di un’etica comune sia a chi crede che a chi non crede . Rispettose, intense le contrapposizioni sempre attuali tra chi sostiene che “la vita umana partecipa alla vita di Dio” e chi dopo aver argomentato con profondità i problemi di chi non crede, confessa di sentirsi spesso smarrito nella dottrina e alla fine di confidare in Tommaso d’Aquino!!! Dalla piccola opera che registra il dialogo tra il Card. Martini e Umberto Eco si esce con l’animo sereno, animati dalla voglia di approfondire la fede. L’ultima opera di Umberto Eco (di cui ho sempre apprezzato la cultura!) è imperniata invece sui tanti problemi della nostra società a cui non dà sollievo (a mio avviso) un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti. Affiorano tra le pagine, con evidenza, la fragilità del nostro recente passato e quindi del nostro quotidiano. Nelle giornate incontriamo, purtroppo, tanti motivi di sofferenza - “dove cessa l’umanità” (Claudio Magris - Corriere 20/4). Il Blues Altre note... a cura di Giancarlo Giacomuzzi T utto cominciò dalla sofferenza e da uno strumento a corde: la sofferenza fu quella degli schiavi strappati alle loro terre africane per andare nel XVIII secolo nelle piantagioni di cotone del sud degli Stati Uniti, lo strumento una chitarra a corde per accompagnare i loro canti, espressioni di anime disperate. Canti che parlavano di storie quotidiane, di sentimenti ed emozioni, di diritti non riconosciuti, di un godimento a loro negato dei beni terreni e di una vita libera, canti che, per la salvezza delle loro anime si elevavano anche a Dio nelle funzioni religiose (Gospel). Il termine Blues deriva proprio da qui, perché il colore blu, nella cultura afro-americana, era da sempre stato il colore della tristezza e della infelicità laggiù in quelle vaste aree del Mississippi, dell’Alabama, della Georgia e dell’Arkansas ove questi canti, a schema libero e con una metrica molto semplice, cominciarono a risuonare. Un ramo di nocciolo io tagliai ed appeso al filo una bacca nella corrente lanciai, una piccola trota d’argento pescai. Quando a terra l’ebbi posata per riavviare il fuoco assopito, qualcosa si mosse all’improvviso e col mio nome mi chiamò. Una fanciulla era divenuta, fiori di melo nei capelli, per nome mi chiamò e svanì nello splendore dell’aria. Sono invecchiato vagabondo per vallate e per colline, ma saprò alla fine dov’è andata e la prenderò per mano, cammineremo fra l’erba variegata, sino alla fine dei tempi coglieremo le mele d’argento della luna, le mele d’oro del sole. O E apparvero i primi Bluesmen che con il loro strumento a corde si spostavano in cerca di occupazioni stagionali, ma che nel contempo frequentavano anche manifestazioni e Saloon, uomini che si trasformarono via via negli anni da vagabondi emarginati in individui che facevano della loro musica il proprio lavoro. Poi al primo strumento se ne aggiunsero altri: il pianoforte, le percussioni, la chitarra elettrica e il basso e si formarono piccole Bands di uomini di colore che sulla base di motivi originali sperimentarono percorsi musicali nuovi. Saranno poi i musicisti bianchi, che nel Blues avevano riconosciuto un genere musicale diretto, senza mediazioni, immerso nelle passioni umane, ad esserne influenzati, e toccò a loro, lontani da ogni impedimento razziale, portare alla ribalta con le loro Bands i tanti nomi di quei protagonisti. Penso a Leroy Carr, B. B. King, Sonny Boy Williamson, John Lee Hookere e Muddy Waters il cui percorso possiamo disegnare così: nelle piantagioni del Delta Henry Sloan insegnò il blues a Charlie Patton il quale istruì a sua volta Son House che suonò con Robert Johnson del quale Muddy Waters ascoltò i dischi poi andò a Chicago elettrificò la chitarra e influenzò tutti quanti vennero dopo di lui. Questi sono alcuni dei primi che, in cerca di guadagni e per crearsi una nuova vita, avevano compiuto il grande esodo dal Sud verso il Nord fino a Chicago (quartiere di South Side), Detroit, New York (quartiere di Harlem), Menphis, pur coscienti che sarebbero rimasti isolati nelle città come lo erano stati nelle campagne. Eric Clapton un giorno disse …quando suonai la prima volta con Muddy Waters mi sentii veramente uno stupido, perchè ero un bambino che voleva suonare con un uomo. ggi sappiamo che il Blues, partito dal Mississippi e passato per Memphis per giungere a Chicago, tacciato subito come “black music” ed osteggiato, è diventato nel tempo il simbolo della comunità afro-americana e sappiamo anche del suo duro percorso per affermarsi sino dopo il 1960 quando l’interesse dei critici, delle riviste e delle case discografiche, lo legittimarono come una forma d’arte dotata di una propria entità culturale divenendo il prodotto musicale più influente del secolo scorso che si articolerà, emancipandosi, in nuovi generi quali saranno il Jazz, il Folk e il Rock. Come motivo musicale scelgo il Concerto per Clarinetto e orchestra in La magg. K. 581 di Mozart suonato da Benny Goodman, conosciuto sicuramente più come Jazzista che come interprete di musica classica. Per la lirica ho scelto la Ballata di Aengus il Vagabondo di W.B.Yeats (1865/1939) il più grande poeta irlandese moderno che scopriva le fonti della propria ispirazione nel mondo della vecchia Irlanda, tra storia e leggenda, Cristianesimo e Paganesimo; bellissima, almeno per me. Nel riquadro gli stati americani nei quali nacque il Blues. Evidenziati in nero gli stati in cui si sviluppò maggiormente il blues nei primi decenni: Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia, Tennessee, Kentuchy, Illinois, Missouri, Arkansas, Oklahoma, Texas. 23 Informazioni utili SS. MESSE DUOMO • Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30 • Feriale: ore 18.30 Chiesa di S. BENEDETTO • Festive: ore 7.30 Chiesa di S.BERNARDINO • Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00 Chiesa di S. GIUSEPPE • Festive: ore 10.00 • Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato) Chiesa di S. GIOVANNI Solo feriale: ore 7.15 MAGGIO Domenica 10 ore 10,00 a S. Giuseppe – Presentazione dei battezzandi del 7 giugno ore 14,30 incontro genitori del gruppo S. Carlo Lunedì 11 dal 11 al 15 – ore 20,30 S. Rosario recitato nella Chiesa di S. Antonio Martedì 12 Congregazione presbiteri a Maderno (5) ore 16,00 S. Messa al Cimitero Mercoledì 13 Ritiro per i Sacerdoti a Montecastello Domenica 17 ore 14,30 incontro genitori dei gruppi S. Filippo e S. Giovanni Piamarta Lunedì 18 dal 18 al 22 – ore 20,30 S. Rosario recitato nella Chiesa della Visitazione Sabato 23 ore 20,30 a Toscolano Veglia Zonale di Pentecoste Domenica 24 PRIME COMUNIONI E CRESIME Lunedì 25 dal 25 al 29 – ore 20,30 S. Rosario nella Chiesa dell’Oratorio celebrate da Mons. Luigi VENTURA nunzio apostolico di Parigi Mercoledì 27 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo” Domenica 31 FESTA DELL’ORATORIO ore 21,00 S. Rosario a Renzano con processione fino alla Madonna del Rio GIUGNO Lunedì 1 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa Martedì 2 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa Congregazione presbiteri a Roè Volciano (6) Mercoledì 3 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa Visitazione: ore 16,30 Esposizione Eucaristica e ore 18,30 S. Messa Ritiro per i Sacerdoti a Montecastello Giovedì 4 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e Adorazione ore 20,30 S. Messa con processione da S. Bernardino fino al Duomo CHIESA MONASTERO DELLA VISITAZIONE Venerdì 5 Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati • Festive e feriali: ore 8.00 Martedì 9 RENZANO • Solo sabato: ore 18.00 CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO • Festive: ore 10.00 -17.00 • Feriale: ore 17.00 Domenica 7 ore 16,00 Battesimi comunitari IL DUOMO - n. 5 maggio 2015 Anno LXIV - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00 ore 16,00 S. Messa al Cimitero Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974 - Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294 - Fotocomposizione del 3/5/2015 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS) - Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it