Scarica - Parrocchia di Salò

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Scarica - Parrocchia di Salò
mensile
della
comunità
di Salò
ANNO LXIII - n. 6 Giugno 2014
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Vita di parrocchia a cura della Redazione
Giornate Eucaristiche Parrocchiali
Lunedì 16 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Martedì 17 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Mercoledì 18 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
alla Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione
ore 18,30 S. Messa
Giovedì 19 giugno
a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa
a S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione
ore 20,30 S. Messa con processione
da S. Bernardino fino al Duomo
NOTA: Ognuno si organizzi per un «momento di
Adorazione eucaristica personale»
nei momenti programmati!
VENITE, ADORIAMO IL SIGNORE !!!
Tappe della vita
Sono tornati alla casa del Padre:
Bettinzoli Massimo, anni 43
Sarzi Braga Giuseppa, anni 85
Badinelli Rosanna ved. Pastorini, anni 85
Ambrosi Ezio, anni 78
Tarolli Guido Adriano, anni 76
Tonoli Giulia in Rota, anni 81
Calzoni Vincenzo, anni 62
Ghirardi Bruno, anni 81
3 – 2 - 1969
25 – 6 – 2013
Nel primo anniversario della morte di
CRISTIAN TAROLLI
I familiari e gli amici lo ricordano con immutato
affetto.
Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Mercoledì 25 giugno 2014 alle ore 9,00 nella Chiesa di
S. Bernardino a Salò e alle ore 18,00 nella Chiesa
di San Fermo a Portese di San Felice.
INVITO per dire: GRAZIE, SIGNORE, per 50 anni di prete…
Il giorno 20 giugno 1964 in cattedrale a Brescia, da Mons. Tredici e Mons. Almici sono stato consacrato sacerdote
per la Chiesa di Brescia. Da quel giorno ho iniziato il mio servizio, che ancora oggi sto prestando. La nostra Salò, è
l’ultima comunità in cui sono stato inviato.
L’invito a CONDIVIDERE IL GRAZIE lo rivolgo soprattutto ai “parrocchiani” perché si uniscano a me o di persona o
via radio… almeno spiritualmente alle
ORE 11,00 DOMENICA 22 GIUGNO IN DUOMO
È la forma migliore e (secondo il mio parere e desiderio) l’unica PER DIRE GRAZIE, SIGNORE!
Don Francesco
HANNO COLLABORATO
ALLA
REDAZIONE
Andreis mons. Francesco
Cavedaghi Daniela
Ciato Giovanni
Cobelli Renato
Dondio Lamberto
Guana don Gianluca
Giacomuzzi Giancarlo
Lugli Nerina
Madureri Luisa
Manni Anna
Marelli Bruno
Monti Osvaldo
Pollini Rosa
Tomasoni don Pierluigi
ALLA STAMPA
Beretta Alfredo
Vezzola Maurilio Elio
Sant Nicola
Rizza Augusto (Foto)
Equipe Tipolitografia Lumini
NUMERI UTILI PER TELEFONARE:
Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria
FAX Vicolo Campanile 2
.
.
.
Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri
Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino
.
Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri .
.
Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 .
Padri Cappuccini Barbarano
.
.
.
Caritas Zonale Via Canottieri 2 .
.
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Cinema Cristal Largo D.Alighieri .
.
.
tel. 521700
tel. 523294
cel. 3492267166
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tel. 520843
. tel. 521555
GRAZIE, SIGNORE,
per i 50… di Sacerdozio
O
gni sacerdote, anziano o giovane che
sia, è segno sacramentale e vivente
dell’amore di Dio per l’umanità poiché
con l’Ordinazione riceve la facoltà di riconciliare a Dio, di consacrare e santificare con la potenza dello Spirito, di annunciare la Parola di salvezza, di amare
come Dio ci ha amati.
Il profeta Ezechiele (Ez 47,1-12) ci conduce in visione all’ingresso del tempio,
dalle cui fondamenta esce acqua verso
oriente. Ci fa poi visitare e osservare
l’esterno dell’edificio sacro e
mostra un grande fiume di acqua viva, sulle cui rive sono sorti
numerosi alberi, da una parte e
dall’altra, e poi ci dice: «Hai visto,
figlio dell’uomo? Queste acque
scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Araba ed entano nel mare: sfociate nel mare
ne risanano le acque. Ogni essere
vivente che si muove ovunque arriva il torrente, vivrà… lungo il
torrente, su una riva e sull’altra
cresce ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiscono:
i loro frutti non cessano e ogni mese
maturano perché le loro acque sgorgano
dal santuario. I loro frutti servono come
cibo e le foglie come medicina».
Come l’acqua del “grande fiume” vivifica
tutto ciò che incontra, così la vita di un
sacerdote migliora e santifica quanto
incontra nella sua esperienza, perché la
vocazione, la chiamata di Dio è una vicenda e si fa storia e cammino verso la
meta.
CONSERVARE LA FEDE (2Tim 3,7) è il
nostro impegno individuale e sociale, e
“se noi siamo infedeli, il Signore rimane
fedele“ (2Tim 2,13).
Il fiume della Terra Santa, il Giordano,
che tanti di noi hanno visto, simboleggia magnificamente il percorso pastorale di un prete. Gli idrografi descrivono il suo percorso in tre momenti: alle
In copertina:
La Parola del Parroco
a cura di Mons. Francesco Andreis
sorgenti, nel lago di Tiberiade e verso
il Mar Morto:
Il primo tratto va dalla sorgente, alle
pendici del monte Hermon fino al lago
di Tiberiade. È un tratto rapido, vivace,
allegro, trasparente, fresco e giovane.
È la tappa della giovinezza sacerdotale,
nutrita di sogni e di entusiasmo. Sotto
gli occhi e nel mio cuore si rincorronno
immagini ed esperienze esaltanti di
Buffalora, di Villa e dell’Africa.
Il fiume poi si immette nel lago di
più profonda depressione della crosta
terrestre, produce le correnti calde che
portano l’acqua dolce su, in alto, verso i
cieli, il sole e le nubi, da dove, alla fine,
scenderà come pioggia che irrora la terra regalandole nuova vita.
Puntare al cielo, verso il Paradiso dove
c’è la pienezza della vita: questa è la
vocazione nobile di noi uomini e donne
credenti.
La mia VOCAZIONE si è fatta storia
in mezzo agli uomini, illuminandomi il cammino e donandomi responsabilità (responsum ≈ risposta a richiesta)
nell’ascoltare e pensare come
Dio. Il discernimento, l’indagine,
la ricerca del “meglio” in tutto mi
ha spronato a chiedere, a ringraziare e a decidere a favore di Dio.
“Chi manderò?” si chiede Dio (Is
6,8)… Eccomi, manda me! Come
Eli anch’io ho risposto: “Parla,
Signore, perché il tuo servo ti ascolta!” (1Sam 3.9).
Sono stato sempre “fedele” a Lui
che mi ha detto: «Esci, esci da te
Tiberiade, fertile e pescoso, e qui si fa stesso, dalla tua famiglia e va!» Ci sono
più calmo, più accorto, solenne e quasi riuscito?
pensoso. È il periodo della maturità Anche se imperfettamente dico: «Lo
sacerdotale. Collebeato e Salò, irrigate Spirito del Signore è venuto su di me e
dall’acqua dolce e fresca del mio sac- mi ha inviato ad annunciare ai poveri
erdozio, si sono confusi con Cafarnao, il lieto annunzio…» (Lc 4,18 e Is 61,1).
Nazaret, Tabor, Cana, Tiberiade, Gerico… Chiedendo misericordia e perdono, se
Alla fine, il sacro fiume biblico, che ha talvolta il mio impegno non si è adeguatanto segnato anche l’avventura umano to alla potenza venuta su di me dall’alto,
divina di Gesù, arriva all’ultima tappa: dico ad alta voce e a cuore aperto:
con passo lento, avvolto sempre più dal GRAZIE SIGNORE per questi 50 anni di
silenzio, quasi di malavoglia e un po’ im- Sacerdozio!
pigrito, guarda in alto, ammira e sogna
Gerusalemme e poi scivola nel Mar Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi
Morto. Questo è il mio oggi. Il Giordano
quando
declinano le mie forze!
nel Mar Morto non muore affatto. Le sue
O
Dio,
da
me non stare lontano:
acque non sono risucchiate e portate alDio mio, vieni presto in mio aiuto.
trove dalla brama di un fiume emissario
Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,
del mare. Non ce n’è bisogno, perché la
o Dio non abbandonarmi (Sal.70).
grande calma di quella fossa, che è la
Convento dei frati a Barbarano
Veduta dell’unica navata, dell’altar maggiore e del presbiterio.
La pala, contenuta in una decorosa soasa lignea, è affiancata da due angioletti oranti.
Le decorazioni del coro sono attribuite al salodiano Santo Cattaneo. Di buona fattura il
tabernacolo baroccheggiante. Il pavimento è stato rifatto nel 1975, di piacevole fattura
anche l’altare rivolto ai fedeli, realizzato in conformità ad dettati del Concilio Vaticano II.
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Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”
Iniziativa “Anch’io x la mensa”
La Mensa Menni è un’opera-segno nata in occasione del Giubileo del 2000 su iniziativa di Caritas Diocesana di Brescia, delle Suore
Ancelle e di altre realtà caritative della Diocesi. Si propone di fornire
un pasto caldo alle persone in situazione di grave emarginazione e
di offrire loro accoglienza e ascolto. In questi anni sta aumentando
il numero delle persone che quotidianamente chiedono di accedere
alla mensa: dalle 90 del 2009 alle 240 attuali; i pasti distribuiti nel
2009 erano circa 26.500, nel 2013 sono diventati quasi 49.000. Sta
cambiando anche la tipologia delle persone: negli anni scorsi erano quasi esclusivamente stranieri, ora c’è un numero sempre più
consistente anche di italiani, rimasti senza lavoro e senza casa. La
campagna “Anch’io X la mensa” ha l’intento di coinvolgere sempre
più persone e mobilitare la generosità dei bresciani, con lo slogan
“Metti in tavola la solidarietà: Aiutaci anche tu a dare da mangiare
a chi non ne ha, donando un pasto per una persona per un giorno,
per una settimana o per un mese”. Per informazioni: www.brescia.
caritas.it, oppure al numero 030 3757746.
40 anni dalla strage
di piazza della Loggia
“​ La nostra presenza oggi, in questa piazza, è memoria doverosa
delle vittime di quarant’anni fa” ha detto il Vescovo di Brescia in
occasione della Messa celebrata sul luogo della strage del 28 maggio 1974. “Brescia ha reagito alla strage della Loggia come un organismo sano: prima con l’angoscia e il silenzio, poi con la decisione
forte di non lasciarsi fiaccare, di rispondere con un impegno civico
coerente”. Ecco un piccolo stralcio della sua omelia. “... La nostra
presenza oggi, in questa piazza, è memoria doverosa delle vittime
di quarant’anni fa. È stato un caso che proprio loro fossero lì dove
è scoppiata la bomba; non erano loro le vittime designate. Vittime
designate erano semplicemente dei Bresciani, quelli che ignari si
fossero trovati in piazza della Loggia in quell’ora. Ancor più per questo ci sentiamo coinvolti nella tragedia delle vittime: poteva capitare a noi o a qualcuno che conosciamo e amiamo. Ricordare le
vittime, pregare per loro e per i loro cari è un modo di riconoscere
un debito, di esprimere un affetto, un sentimento di umanità e di vicinanza. Farlo insieme è anche un modo per trovare coraggio e speranza... Diciamo in questo modo che Brescia esiste; che è e rimane
una città solidale; che i valori del rispetto per le persone rimangono
vivi dentro di noi, che il coraggio di vivere è saldo. Se qualcuno ha
pensato, con una violenza cieca e criminale, di fiaccare una città, si
è sbagliato. La città si è dimostrata migliore di lui e la speranza di cui
la città vive si è rivelata resistente e feconda. Anche oggi abbiamo
La Valle, il suo lavoro,
la sua gente,
la sua Banca.
non poche difficoltà da affrontare e superare. Non sappiamo quale
sarà il futuro nei suoi particolari; sappiamo però che il volto umano
del futuro dipende solo da noi, dalla nostra coerenza e dal nostro
amore creativo”.
Il Papa in Terra Santa
La Giordania è la prima tappa dell’intenso viaggio di papa Francesco
in Terra Santa. È stato accolto con tutti gli onori dal re Abdullah II
di Giordania, dalla regina Rania e dai loro quattro figli. Il Papa ha
voluto esprimere tutta la sua stima per il re definito “uomo di pace”
e tutta la sua riconoscenza per questo piccolo Paese incastonato
in un Medio Oriente infuocato per la sua generosa accoglienza ai
rifugiati palestinesi, iracheni e siriani. “Tale accoglienza - ha detto merita la stima e il sostegno della comunità internazionale”. La festa
di Amman si è svolta allo stadio dove 30mila persone hanno seguito
la Messa e dove il Papa si è intrattenuto a lungo, salutando i fedeli
dalla macchina senza protezione. 1.400 bambini hanno ricevuto la
Prima Comunione. Lo stadio si trova non lontano dal luogo in cui lo
Spirito Santo discese su Gesù, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato
nel fiume Giordano. Il Papa torna anche qui sul tema della pace:
“Quanto bisogno ha il mondo di persone che siano testimoni di
pace. È una necessità che anche il nostro mondo ci chiede: portare
la pace, testimoniare la pace”. A Betania oltre il Giordano, il fiume
dove Gesù ha ricevuto il battesimo, si è svolto l’incontro con i rifugiati siriani e iracheni, fortemente voluto da Papa Francesco. Prima,
accompagnato su un caddie dal re e dalla regina di Giordania, si era
fermato in preghiera sulle rive del Giordano. Ha lasciato un messaggio autografo sul libro delle presenze: “Chiedo a Dio Onnipotente e
Misericordioso che ci insegni a camminare nella sua presenza con
l’anima e il cuore aperto alla Misericordia divina e all’amore ai fratelli. Così Dio sarà tutto in tutti e regnerà la pace”.
Il Papa ha parlato di pace e coraggio anche al suo arrivo in Israele.
Davanti al presidente Peres e al premier Netanyahu è risuonata la
supplica a “quanti sono investiti di responsabilità a intraprendere
con coraggio e senza stancarsi la via del dialogo, della riconciliazione e della pace”. Seguita dall’appello che fu anche di Benedetto XVI:
“Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto
di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il popolo palestinese ha il diritto a una patria sovrana, a vivere con dignità e a
viaggiare liberamente. La soluzione di due Stati diventi una realtà
e non rimanga un sogno”. Per dare un segno concreto in questa direzione papa Francesco ha voluto invitare il presidente palestinese
Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres a pregare tutti insieme
nella sua casa, in Vaticano. La data fissata per questo incontro di
preghiera, accolta da entrambi i presidenti, è l’8 giugno.
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Santi Pietro e Paolo
apostoli
D
omenica 29 giugno, XIII del Tempo Ordinario, ascolteremo le sacre Scritture che ci parleranno di alcune vicende legate agli apostoli Pietro e Paolo: due colonne della
Chiesa nascente. Alla loro autorità fanno continuo riferimento, ancora oggi, gli atti solenni del magistero, come se
la comunione ecclesiale non potesse esprimersi che attraverso il complemento dei due apostoli.
La confessione della fede, è la caratteristica distintiva di
Simone, che deve ad essa il soprannome di Pietro con l’incarico di guidare e confermare i fratelli, costruendo così
la Chiesa. Stupefacente il modo di agire di Dio, che affida
un compito tanto impegnativo ad un uomo rozzo, non certo dotato di qualità eccezionali e che non saprà resistere
nell’ora della prova. Sembrerebbe stato più saggio attribuire a Paolo questo ministero: approdato tardi al cristianesimo, egli era sicuramente più preparato per la brillante formazione ricevuta presso i migliori maestri. Spirito vivace,
animato da un’energia e da una
passione esclusiva per Colui che
in un primo tempo aveva perseguitato, diventerà lo strumento
più qualificato per far conoscere
ai pagani il vangelo della salvezza. Quest’uomo, non rinnegherà
mai il suo Maestro. Ciascuno dei
due apostoli ha avuto un ruolo
nello sviluppo della fede. Pietro,
la guida, svolgendo il suo compito
di direzione e di conferma dei fratelli. Paolo, con il suo dinamismo
e le sue capacità di adattamento,
fu il seminatore.
I loro incontri a Gerusalemme e
ad Antiochia, mettono in luce l’ispirazione comune che li anima
ed anche i loro contrasti. Soltanto a Roma, dove entrambi riceveranno la palma del martirio, i
due apostoli raggiungono la loro
unione definitiva in quella carità
che si sforzano di promuovere
In ascolto della Parola
... a cura di Oswald
nella Chiesa. I santi apostoli Pietro e Paolo ci trasmettono,
ancora oggi, la loro fede e il loro amore a Cristo con l’offerta
della loro testimonianza suprema. Sono il buon seme gettato in terreno fertile.
Dagli atti degli Apostoli (12,1-11)
Apprendiamo che il re Erode fa uccidere l’apostolo Giacomo ed imprigionare Pietro. Anche nell’oscurità della prova
non viene meno la promessa fatta dal Cristo a Pietro. È infatti la straordinaria iniziativa di Dio a liberare Pietro dal
carcere. Il vero protagonista è appunto l’angelo del Signore
che rende attuale ed efficace la promessa del Cristo.
Nella seconda lettura, tratta dalla seconda lettera di san
Paolo apostolo a Timoteo (4,6-8.17-18) apprendiamo che
Paolo sente vicina la sua morte, ma non ha perduto nulla
della sua fede, della sua audacia di parlare in ogni occasione. Vuole morire come ha vissuto: la sua agonia è una lotta, ed è sicuro della vittoria. Alla sera della sua vita, Paolo
attende con fiducia la sua ricompensa che riceverà dal Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo
(16,13-19)
Vediamo che Simone dà il titolo di Messia a Gesù e questi gli
assegna il titolo messianico di
“pietra”. La ragione principale
per cui è chiamato pietra o roccia, su cui è costruita la Chiesa,
è la fede stessa che ha confessato così apertamente. È stato
portavoce della fede degli apostoli, fede che è alla base della
loro esistenza come gruppo e
della loro unità. E, appunto in
quanto è stato costituito portavoce e modello della fede, ha
anche il compito di confermarla
e di assicurare la comunione tra
i fedeli, nell’amore e nella carità. E così sia!
Filiale di Salò - Località Rive
Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele
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Caritas
e Vita Missionaria
Le mamme della Lituania
ringraziano e pregano per noi
Carissimi amici del Gruppo Missionario, mentre rinnovo il mio
augurio pasquale di gioia e di
pace dal Signore risorto, eccomi finalmente a darvi ragione
dell’uso del vostro generoso
contributo che ho ricevuto il 14
novembre scorso. Su richiesta di
suor Zita (una suora con cui collaboravo quando ero in Lituania
e che lavora in un centro di aiuto
per schizzofrenici) ho destinato
l’aiuto al ragazzo Kaius e ai bambini della famiglia Balciunai, di
cui vi mando la foto. Nei giorni
scorsi ho ricevuto i biglietti pasquali delle rispettive mamme,
che ringraziano
commosse e di
tutto cuore, chi
le ha aiutate a
dare un respiro
di speranza alla loro situazione
economica difficilissima. Anche
la suora mi scrive spesso della gioia riconoscente di queste
mamme, che la invitano a ringraziare chi le ha aiutate. Quindi il
vostro contributo è stato davvero “una grazia del Signore” per
questi bambini.
Un grazie riconoscente anche a
nome mio, perché sempre vi ricordate di me e della mia missio-
ne in Lituania, anche se ora sono
in missione a Ghedi.
Spero voi stiate tutti bene e vi
penso sempre sulla “breccia” del
mondo, rivolti ai più bisognosi.
Che il Signore vi benedica per
quanto fate con amore ed entusiasmo. Prego per voi e voi pregate per me!
Vi saluto e vi abbraccio tutti con
l’affetto di sempre.
Don Renato Abeni
Beata Maria
Gabriella dell’Unità
Santo del mese
a cura di Luisa Madureri
L’unità di tutti i seguaci di Cristo
L’unità dei cristiani è un’opera divina, che solo la preghiera
può ottenere ed «è necessaria la collaborazione di tutti –
scrive Papa Giovanni Paolo II nella sua enciclica – Per questo
ho proposto ai fedeli della Chiesa cattolica un modello che
mi sembra esemplare, quello di una suora trappista, Maria
Gabriella dell’Unità, che ho proclamato beata il 25 gennaio
1983. Suor Maria Gabriella, chiamata dalla sua vocazione ad
essere fuori dal mondo, ha dedicato la sua esistenza alla meditazione e l’ha offerta per l’unità dei cristiani alla preghiera».
E ancora: «La vita della Chiesa e la stessa società hanno bisogno di persone capaci di dedicarsi totalmente a Dio ed agli
altri per amore di Dio».
Storia di un’anima
Maria Sagheddu nasce a Dorgoli, piccolo paese
sulla costa orientale della Sardegna, il 17 marzo
1914, da una modesta famiglia di pastori. Bambina
vivace ed intelligente, dalla risposta pronta ed a
volte impertinente, evidenzia subito un carattere
impetuoso ed impaziente. «Quando ero bambina
- racconta - non sopportavo nulla, me la prendevo
persino con i ciottoli della strada». A 5 anni perde
il padre; le difficoltà economiche aumentano, ma
Maria riesce, grazie alla sua brillante mente, a terminare la scuola elementare. In casa è di grande
aiuto: pulizie, bucato al fiume, pane di notte, lavoro
nei campi. Lavora tanto, Maria, ma brontola anche
spesso. Non entra nemmeno nell’Azione Cattolica
con i giovani della parrocchia: non si sente pronta
per un impegno costante. Quando muore la sorella
quasi coetanea, Giovanna, da Maria molto amata, l’unica forse con cui si mostra dolce e paziente,
accade in Maria un mutamento profondo, la sua
anima più segreta pare risvegliarsi, nascono le domande di una vita, intravede il sentiero tanto cercato, la sua personale via verso la santità. Si iscrive all’Azione Cattolica, è volontaria per l’insegnamento del catechismo, la preghiera è sempre più
assidua, diventa gentile e premurosa. Maria legge
molto e nella “Introduzione alla vita devota” di San
Francesco di Sales conosce ragazze che abbandonano il mondo per il chiostro: «Perchè non io?» si
chiede. Rifiuta domande di matrimonio, si oppone
al fratello che non capisce la sua scelta e nel 1935
entra nella Trappa di Grottaferrata, vicino a Roma:
la via è finalmente trovata, l’inquietudine si placa.
L’offerta a Dio della vita
Maria diventa Suor Maria Gabriella il lunedì di Pasqua
1936: «Lui, il mio Creatore – scrive alla madre – non ha
disdegnato di chiamarmi sua sposa... Ora sono certa di
abitare per sempre nella casa del Signore e, a causa di
questo, la mia gioia è immensa». Giungono alla Trappa di
Grottaferrata i libretti della “Settimana di preghiera per
l’Unità dei Cristiani”, pubblicati da padre Paul Couturier,
grande apostolo dell’Unità; il padre francese chiede con
forza la preghiera delle monache perchè si realizzi “l’Unità
dei Cristiani, come lo vuole Dio, attraverso i mezzi che Egli
vorrà». È il segno che Suor Maria attende: con l’abituale
umiltà e sottomissione si inginocchia davanti alla sua badessa: «Mi permetta di offrire la mia vita .... ». Stupita,
la badessa le chiede di riflettere, ma Suor Maria Gabriella
insiste: «Mi sembra che il Signore lo voglia: mi ci sento
spinta, anche quando non voglio pensarci». Poco dopo la
sua offerta, Suor Maria Gabriella si ammala di tubercolosi:
«Signore Gesù, io ti amo e vorrei amarti molto, amarti per
il mondo intero». L’ultima notte, la madre badessa le chiede: «Vuoi offrire quel che ti resta di vita per l’Unità?». «Si!»
risponde con un sorriso di Gioia Suor Maria Gabriella: è il
23 aprile 1939. Le campane del convento, invece del rintocco funebre, suonano a festa ed a queste rispondono a
distanza le campane della chiesa parrocchiale: e lo scampanio festoso si spande per il paese e per la valle.
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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
D
Ritiro santa Caterina
omenica 4 Maggio siamo stati invitati a partecipare all’ultimo
ritiro catechistico organizzato per noi del gruppo santa Caterina.
Dopo la Messa, celebrata nel nostro Duomo da un don Gianluca
un po’ zoppicante, ci siamo diretti all’oratorio. Il protagonista della
mattinata è stato Davide, l’unto scelto dal Signore per guidare il
popolo di Israele dopo Saul, scelto non per il suo aspetto esteriore era un semplice pastore - ma per il suo cuore buono. Egli era molto
coraggioso, infatti mentre tutti tremavano il coraggio e la fiducia in
Dio di questo giovane gli ha permesso di abbattere il gigante Golia
e sconfiggere i Filistei.
Dopo pranzo ci siamo incamminati verso il Monastero delle Suore
della Visitazione, monache che hanno scelto la clausura per
dedicarsi totalmente a Dio, pregando per il mondo, per la nostra
comunità, studiando e lavorando per potersi mantenere. La più
giovane delle monache con serenità e tanta allegria ci ha raccontato
la sua vocazione.
Era una ragazza come tante altre ma sentiva che la sua vita non era
completa, non si sentiva pienamente felice anche se faceva cose
apparentemente divertenti. Studiava, usciva con gli amici, gite,
vacanze, animazioni in oratorio ma sentiva un grande bisogno di
Gesù, e così ha scelto di dedicargli tutta la vita. Oggi è una persona
felice, hanno parlato anche le altre monache e abbiamo capito cosa
fanno durante la giornata.
Prima di salutarci ci hanno donato delle immagini con dei salmi.
Molti salmi sono stati scritti da re Davide, abile poeta e cantore.
Abbiamo capito che anche le monache ammirano Davide. Questo
ritiro ci è piaciuto anche perché ci ha permesso di stare tutto il
giorno insieme.
Flavio e Giovanni
E venne ad abitare in mezzo a noi…
Questo è il sottotitolo dell’ IN.d’E. 2014, fa riferimento ovviamente a Gesù Cristo.
Rispetto a questo tema mi sento chiamato in campo... Anch’io sono venuto ad abitare in mezzo a voi, cari salodiani, con la consapevolezza però di NON essere il
salvatore! Le attività che quest’estate vivremo insieme hanno a che fare proprio con
la riscoperta della nostra città, luogo ove viviamo tutti i giorni, studiamo, lavoriamo,
preghiamo e giochiamo... Ed incontriamo oltre agli amici, al don anche e soprattutto
Gesù! Proprio Gesù Cristo passava di villaggio in villaggio annunciando il Regno
del Padre. Ora, il Risorto, abita il mondo! Lui cammina accanto a noi, ci sorride,
osserva con attenzione il nostro disagio e vi pone rimedio, ci offre anche momenti ed
opportunità per crescere e maturare come uomini e donne con la consapevolezza
di essere figli di Dio.
Proprio questo pensiero mi permette di annunciare che durante questo tempo estivo
conosceremo anche un personaggio che, affascinato da Gesù, ha avuto il coraggio
di andare fino ai confini del mondo ad annunciare la sua Parola. Questo è avvenuto
anche a Salò, tanti, tantissimi anni fa. Un gruppo di cristiani si sono insediati in
questo piccolo lembo di paradiso ed hanno annunciato che Gesù era vivo! Dove, mi
chiedo, questi uomini e donne hanno trovato la forza per annunciare Gesù risorto?
Come hanno fatto a superare le difficoltà che incontravano, le derisioni, le avversità, le contrapposizioni? Dove rinnovavano la loro appartenenza a questo gruppo di
amici in Cristo?
Sono convinto che essi hanno trovato la forza di questa nuova evangelizzazione
nella preghiera, nel chiedere, come gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito
Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie
paure ed annunciare con gioia il Vangelo! “Senza la preghiera il nostro agire diventa
vuoto e il nostro annunciare non ha anima, perché non è animato dallo Spirito di
Dio!” Quindi noi che desideriamo vivere una bella esperienza estiva, per viverla con
lo stile di Gesù il Risorto, non alleniamo solo il nostro fisico andando a correre e scavalcando staccionate, ma alleniamo soprattutto la nostra anima
rinnovando ogni giorno la fiducia nell’azione dello
Spirito Santo. Lasciamoci guidare dal Risorto per
essere uomini e donne di preghiera che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nella nostra
splendida e ridente Salò strumenti dell’unità e della
comunione con Dio.
P.S. Se vuoi sapere chi è il personaggio misterioso del Logo che incontreremo quest’estate
basta che tu venga all’IN.d’E., ovviamente!
IN.d’E. 2014
La vacanza IN.d’E. 2014 si svolge dal 30 giugno al 25 luglio
2014, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 17,30.
Ogni domenica è previsto un momento di animazione
dopo la S. Messa delle 9,30 in Duomo.
Le iscrizioni si ricevono in segreteria dell’Oratorio da
Mercoledì 4 giugno dalle 15,00 alle 18,00. Per informazioni: tel. 0365 43646.
Il numero di posti disponibili è di 20 ragazzi per fascia di
età e che sarà data priorità in ordine di data, alle iscrizioni
per l’intero periodo. Le iscrizioni per due settimane (consecutive) saranno accettate con riserva.
Le iscrizioni, vincolanti tramite modulo da ritirare in segreteria. Si chiuderanno improrogabilmente Venerdì 20
giugno. Non sono consentite iscrizioni o prolungamenti
di periodo in corso d’esperienza.
4 settimane 3 settimane 2 settimane
1° figlio
190,00
2° figlio
150,00
3° figlio e oltre 120,00
160,00
130,00
110,00
140,00
110,00
90,00
Per i ragazzi delle famiglie che non partecipano al cammino di catechesi dell’oratorio, ma che hanno frequentato l’IN.d’E. negli scorsi anni, è richiesto un contributo
supplettivo di euro 30,00 oltre la quota di partecipazione.
Per coloro che invece si affacciano per la prima volta all’esperienza dell’IN.d’E., le domande saranno accolte con
riserva. Se al termine delle iscrizioni dovessero esserci
ancora posti disponibili, sempre in ordine di data di presentazione, saranno accettate. La quota da versare per
intero al momento dell’iscrizione, comprende: pranzo,
merenda, materiale ludico e didattico, trasporti, piscina,
cappellino e maglietta che saranno consegnati il giorno
di avvio dell’IN.d’E.
Per i genitori dei partecipanti all’IN.d’E. è previsto un
incontro in Oratorio alle ore 20,45: per le elementari martedì 24 giugno; per le medie mercoledì 25 giugno.
Si caldeggia la partecipazione a questo incontro. Saranno date le indicazioni per lo svolgimento dell’attività e
raccolte le disponibilità per i vari servizi necessari per il
buon funzionamento dell’organizzazione. Sarà inoltre
consegnato il programma dell’IN.d’E. 2014.
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Pellegrinaggio parrocchiale: esperienza di Chiesa
Meta: Roma, cerimonia di canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII
S
iamo partiti venerdì mattina, in 51, guidati da Monsignor
Francesco. Quattro giorni intensi: all’andata sosta a Loreto
dove abbiamo fatto visita al celebre Santuario che custodisce la
Santa Casa della Beata Vergine; si tratta della porzione di casa in
mattoni che completa la parte scavata nella roccia che si trova a
Nazareth, nella Basilica dell’Annunciazione. Secondo la leggenda
fu trasportata da schiere di Angeli a Loreto intorno all’anno 1294
ma è più realistico pensare, come Mons. Francesco ci ha suggerito, che sia stata trasportata da devoti, via terra, giungendo a
Loreto dopo una sosta di 3 anni e mezzo a Tersatto, in prossimità
di Fiume.
Sorpresa ed emozione nel trovare la Basilica gremita di persone
raccolte in un intenso momento di preghiera dal tema: “Una sola
carne”. Adorazione eucaristica sulla famiglia. Nella parte inferiore della Basilica, abbiamo celebrato la Santa Messa.
Il secondo giorno eccoci a Roma; visita alla Basilica papale di
San Paolo fuori le Mura che suscita sempre stupore. La Basilica è stata ricostruita dopo
l’incendio del 1823, mantenendo intatte dimensioni e
struttura. Qui riposa l’Apostolo delle Genti per il quale
Benedetto XVI ha indetto
nel bimillenario della nascita l’anno Giubilare Paolino
(28/06/2008-29/06/2009).
Osservando i ritratti dei
Pontefici che si trovano lungo le navate, ci si rende conto di come sia ricca la storia
della Chiesa dalla metà del
XIX sec., in particolare a
partire da papa Giovanni
XXIII. Sotto l’altare papale
è collocata la tomba di San
Paolo e, in una teca, sono visibili le catene che lo hanno tenuto
prigioniero.
La giornata è proseguita con la visita alle Catacombe di San Callisto; rappresentano il primo luogo di sepoltura dei cristiani; i
fossori hanno scavato 21 km di gallerie distribuite su 4 piani, per
un milione di morti. Abbiamo visitato la cripta dei 9 Pontefici e
quella di Santa Cecilia, martire, patrona dei musicisti.
Successivamente ci siamo recati a visitare la Basilica di San Giovanni in Laterano, madre di tutte le chiese. Fu l’Imperatore Costantino, a seguito della sua conversione a donare al papato i
terreni ove è stata eretta la Basilica, e successivamente a legalizzare il cristianesimo nell’impero. In origine (324 d.C.) era dedicata al Santissimo Salvatore e con l’annesso Palazzo Lateranense costituiva la “Domus Dei”. Dalla Basilica ci siamo recati alla
Scala Santa che la tradizione dice sia quella salita da Gesù per
comparire a giudizio di fronte a Ponzio Pilato. Al termine della
Scala Santa, attraverso una griglia, si ammira la Cappella privata dei Pontefici (Sancta Sanctorum), costruita da Papa Nicolò III
nel 1278; ivi sono conservate numerose reliquie tra cui il Volto
Santo, immagine che ritrae Gesù e attribuita a S. Luca: è un’immagine miracolosa di origine acherotipa, in quanto non creata
da mano umana ma per diretto intervento divino.
Quindi tour veloce per la Roma antica: Colosseo, Terme di Caracalla, Fori Imperiali... e poi San Pietro in Vincoli ad ammirare il
“Mosè” di Michelangelo. Infine visita al monumento che i romani chiamano “Torta Nuziale” o “Macchina da Scrivere”: è l’Altare
della Patria, che abbiamo visitato al suo interno.
Domenica 27 aprile, Roma. Eccoci all’evento! Più di un milione
di fedeli giunti da tutto il mondo, che in lingue diverse elevano
un’unica corale lode al Signore: questa è la Chiesa Universale!
Con altri compagni di viaggio ho partecipato al momento della
canonizzazione dei due Papi in piazza Giovanni XXIII annesso a
via della Conciliazione. L’esperienza vissuta mi ha portata ad una
riflessione che mi sento di condividere: gli uomini pensano di
scrivere la storia ma in quella cerimonia in Piazza S. Pietro si è
percepito come l’Eterno muove i passi della Chiesa; uomini di
Dio santificati a pochi anni dalla loro scomparsa, ancora vivi nella
memoria e nella nostra storia personale; Santi universali del nostro tempo e una Chiesa che ritorna alle sue origini sotto la guida
di un Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco. Quanta missionarietà richiama in noi
credenti questa consapevolezza e quanta speranza accende, soprattutto nei cuori
delle giovani generazioni.
Lasciata con nostalgia Roma,
sotto una pioggia battente,
siamo arrivati ad Assisi in
serata. Il nostro alloggio era
proprio accanto alla Basilica
di Santa Maria degli Angeli
che incorpora la Porziuncola, piccola chiesa dove
frate Francesco sostava in
Preghiera e ove nacque la
sua vocazione. È il luogo ove
Santa Chiara, richiamata dalla predicazione di Francesco,
abbracciò la causa della povertà, diventando sua collaboratrice
e, successivamente, fondatrice dell’Ordine delle Monache Clarisse. E’ il luogo dove San Francesco morì il 3 ottobre 1226; la
sua tomba oggi si trova nella Basilica Inferiore di San Francesco
in Assisi. Durante la visita a tale Basilica abbiamo ammirato il
ritratto più verosimile di San Francesco, opera del Cimabue, il
Bisso, ossia il Velo di Maria donato ai Francescani dal Principe
Tommaso degli Orsini nel 1319, dal ritorno dell’ultima crociata e
gli affreschi di Giotto nella parte superiore. Nell’altare della Basilica Inferiore sono conservate reliquie di San Giovanni Battista.
La S. Messa di rientro è stata celebrata a San Damiano, luogo
assai caro a Francesco e ispiratore del Cantico delle Creature; lì si
trovava in origine il crocifisso che parlò a Francesco chiedendogli
di restaurare la sua Chiesa, crocifisso che oggi si trova nella Chiesa di Santa Chiara, ultima tappa del nostro viaggio. Lasciando
Assisi un’immagine mi è rimasta negli occhi e nel cuore: è l’immagine di un pannello collocato all’esterno della Basilica di San
Francesco e raffigurante l’attuale Papa affiancato dai due nuovi
Santi con le seguenti loro citazioni: per Papa Giovanni XXIII: “Qui
con S. Francesco, siamo veramente alle porte del paradiso”, per
Papa Giovanni Paolo II: “Francesco è necessario per la Chiesa e
per il mondo, per scrivere nuovi capitoli della sua storia”.
Maria Ornella Righettini Bertelli
9
10
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Pellegrinaggio da ricordare nelle zone di S. Francesco
D
urante il pellegrinaggio trascorso nelle vacanze pasquali, abbiamo visitato Cortona, Arezzo, due città toscane e gli Eremi
de “La Verna”, e “le celle”. Tra tutte le esperienze vissute in questi
giorni, quelle che ci hanno colpito maggiormente sono state:
••• La testimonianza di un frate francescano che ha incantato
e affascinato tutto il gruppo. Questo frate ha raccontato la sua
storia e l’origine della sua vocazione avuta all’età di 15 anni. Lui
frequentava un seminario con altri suoi coetanei ma, improvvisamente, il padre venne a mancare; così sua madre, essendo, questo ragazzino, figlio unico, pretese che tornasse a casa per stare in
compagnia di lei e della famiglia. Nei giorni seguenti la mamma
chiamò il preside per informare dell’abbandono del corso ma esso
non era presente, così venne riferito il tutto al vicedirettore. In
seguito, dato che nulla era ancora ufficiale, venne richiamato il ragazzo, interrompendo una delle lezioni; discussero qualche istante
insieme al direttore, ma nonostante la convinzione della madre riguardante la decisione del figlio, quest’ultimo decise di prendersi
ancora qualche minuto di riflessione e lasciò i bagagli che teneva
in mano, per terra. Giustamente la madre cominciò ad innervosirsi...il ragazzo aveva di fronte una scelta da fare, due strade. Lui si
ritrovò immerso in quella situazione involontariamente ma arrivò
per lui, a differenza dei suoi compagni, la scelta più importante
della sua esistenza: restare in compagnia della madre, trovatasi
sola, conducendo una vita “normale” oppure dedicare interamente il resto della vita alla preghiera, al rapporto profondo e sincero
con Dio e alla predicazione dei Vangeli...sicuramente non era una
scelta facile...tuttavia non esitò a scegliere la seconda. Questo ci
ha fatto riflettere molto e ci ha davvero lasciati colpiti...saremmo,
noi, stati in grado di compiere lo stesso gesto? Avremmo fatto la
stessa scelta pur essendo consapevoli della situazione familiare?
Inutile dire che la madre non fu entusiasta di questa scelta...in
ogni caso la domanda che lui si é posto è stata: cosa, per me, é
davvero essenziale? ...E per voi....??
••• Gli attimi di “silenzio e riflessione” vissuti nell’eremo “le celle”, luogo in cui scaturisce la voglia di infinito. La nostra vita quotidiana è fatta sempre da mille cose, fatte in modo frenetico ma
troppo poco ci fermiamo, sostando in silenzio e meditando; questo ci permette di “tenere lo sguardo fisso a Gesù” in tutte le cose
presenti nella nostra vita.
••• I momenti di preghiera che abbiamo trascorso nel nostro
gruppo ad esempio i vespri, le lodi e la messa…questi attimi sono
stati molto significativi e belli…con questa esperienza possiamo
dire che abbiamo incontrato Cristo in modo sensibile, profondo e
particolare poiché siamo stati “guidati” da tre santi (S. Margherita,
S. Donato e S. Francesco) che hanno vissuto alcuni momenti della
loro vita in questi luoghi(…).
••• La testimonianza di un giovane frate francescano lituano;
partendo dalla domanda: “cosa c’è dopo la morte?”. Quindi ha
scelto di fare la scuola di teologia… Entrando non da fedele ma
da curioso. Il giovane vedeva gli altri compagni cristiani e si chiedeva che cosa li rendeva così felici!! E allora decise di chiedere
a una sua professoressa… “ma Dio fa vedere le cose concrete
nella vita!...” E allora la professoressa rispose che doveva vivere
un percorso di purificazione…ma il lituano non fece subito così!!
Passarono 5 mesi e poi finalmente un giorno decise di andare a
confessarsi.. mentre andava diceva: “se io ci vado e non succede
niente non ci torno più” sperando che dopo che si fosse confessato succedesse qualcosa di magico.. ma poi quando è uscito non
è successo niente. Però qualcosa non lasciava che tutto finisse lì
e quindi dopo la scuola decise di chiedere ai frati della sua zona
di poter diventare frate.. ora è nel periodo di noviziato: ha fatto la
promessa e l’impegno di vivere per un anno come un vero frate. FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ
Via Zette, 31 - tel. 0365 438058
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
G
Pellegrinaggio delle famiglie
iovedì 1 maggio abbiamo partecipato
al Pellegrinaggio Diocesano per le famiglie. C’erano centinaia di famiglie provenienti dalla zona del lago d’Idro ma anche
da tutta la diocesi. Tra i pellegrini c’eravamo
anche noi, pochi per la verità, ma contenti
di esserci! Ecco alcuni slogan di fede che ci
sono stati proposti:
1. Custodire x donare... Briciole quotidiane
ovvero riuscire a rendere sacro lo stare in
famiglia per mezzo di “briciole di sacrifici
d’amore”. Quanta fatica ogni giorno! Ma se
ci sforziamo di dare a quella fatica il valore
positivo insito nell’amore, allora la nostra fatica si fa dono a favore della nostra famiglia che ne trae beneficio.
2. Gesù anche oggi compie Segni di salvezza, segni di fede! Anche oggi è possibile vedere come Gesù “il matrimonio
impastato di cielo di polvere di stelle”
ma ciò implica il saper gustare le cose di
tutti i giorni per saperne gioire. E così occorre riscoprire la gioia del quotidiano,
la vita buona che si rinnova: gustare le
gioie della vita, mettere sulle porte dei
bei sorrisi! 3. Ascolto che sia azione: imparare da
T
Giuseppe ad alzarsi da una sedia comoda! Giuseppe sceglie di amare Maria e
Gesù secondo il progetto di Dio. Ci vuole
il coraggio di dirci che spesso, in seguito a
proposte discutibili provenienti nei modi più
diversi, le nostre famiglie vanno “protette”:
non tutto è buono! A volte facciamo entrare
nelle nostre case “aria inquinata”. Per questo serve fare scelte forti per preservare la
famiglia. La nostra casa-famiglia va migliorata per renderla sicura e accogliente secondo
la gioia di Dio. Giuseppe, senza discutere,
protegge e cambia il luogo dove vive per
rendere vera la presenza di Dio!
4. Se perdonerete la vostre colpe, anche il
Padre vostro perdonerà a voi. Preghiamo
ancora una volta al giorno? Sappiamo pregare il Padre nostro insieme? Siamo davvero una famiglia che si affida al Padre? Dio
è il fondamento... Insieme. Famiglie e case
aperte al suo amore nel perdono. Pregare
vuol dire agire. Guardiamo al crocifisso per
amare come lui ha amato. Occorre pregare
così: Padre perdona... che rappresenta il
luogo di preghiera perché è l’inizio del perdono: Preghiera, scusa, grazie... sono termini chiave per parlare ed agire come Dio! È stata un’esperienza molto interessante sia da un punto di vista spirituale che
umano, vissuta in un clima di gioviale e
amichevole serenità. Ricca di voglia di
stare insieme, fare festa e prenderci i
nostri tempi: un pellegrinaggio pensato
e voluto per le famiglie in occasione del
quale tutti noi, genitori e bambini, abbiamo avuto momenti personali e familiari
di riflessione e vita. Un dono per tutti noi
che lo abbiamo vissuto e chissà… anche
per tutti coloro che verranno l’anno prossimo.
Cristina Festa di primavera
ra il 25 e il 27 dello scorso mese siamo andati a Cologne
per partecipare insieme a tanti fratellini e sorelline di altri gruppi scout alla festa di Primavera. La festa di Primavera
è un campo che si svolge tutti gli anni verso fine Aprile e
a cui partecipano più gruppi scout insieme, quest’anno noi
del Salò eravamo con i branchi del Brescia 4, del Vobarno e
con il cerchio del Brescia 1.
Eravamo divisi in quattro gruppi, ognuno dei quali rappresentava un popolo di personaggi secondari dei film d’animazione: Umpa lumpa (fabbrica di cioccolato), Minions (cattivissimo me), Pinguini (Madagascar) e Fatine (le 5 leggende).
Nel corso dei 3 giorni abbiamo fatto tanti giochi che hanno
permesso di sconfiggere i cattivi, rappresentati dai personaggi principali dei nostri film e convincere il signor Walt
Disney a girare un film dove finalmente potessimo avere il
ruolo non solo di comparsa.
Eravamo alloggiati nell’oratorio di Cologne, ma sabato l’abbiamo trascorso in una villa con un grandissimo parco che si
trova a poche centinaia di metri dall’Oratorio. Questo ci ha
permesso di divertirci trascorrendo l’intera giornata all’aria
aperta in mezzo al verde.
Domenica dopo Messa era già ora di salutarci, anche se il
campo è stato breve sia i ragazzi che i capi hanno legato
molto tra loro, questo ha permesso ai lupetti e alle coccinel-
le di divertirsi molto, ed a noi capi di non avere particolari
problemi organizzativi e ad evitare imprevisti che gestendo
circa 120 ragazzi possono capitare facilmente. Questo campo è stato veramente bello, lo si poteva vedere dall’entusiasmo col quale i ragazzi svolgevano tutte le attività proposte,
questo forse è per noi capi la miglior soddisfazione, dare il
100% ma vedere subito i risultati.
Wontolla
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Vita di parrocchia
a cura di Renato Cobelli
C
ompiere cinquant’anni di sacerdozio “deve” essere veramente bello:
perché anche il tramonto, come l’autunno, ha la sua bellezza. Una bellezza
pacata, matura, che non ha impeti né
bagliori. E se pur non manca di un senso di mestizia, questa bellezza è serena
e, anche se appesantita dalla stanchezza di una giornata faticosa, confortata
dalla speranza dei frutti.
Purché al tramonto succeda l’alba e il
chiudersi della giornata preluda a un
nuovo mattino. Se il tramonto non
avesse speranza, se fosse soltanto l’inoltrarsi inesorabile nel buio di una
notte misteriosa, sarebbe troppo sconsolato, anzi... disperato. Ma il tramonto
del cristiano non è quello di coloro “qui
spem non habent”: al di là della vita
che fugge è la certezza della vita eterna: una vita piena, l’alba di una giornata
che non conoscerà sera!
È proprio vero: il tramonto è l’ora della
mercede: ma per chi avrà lavorato portando il peso di ogni giorno, per chi avrà
combattuto la “buona battaglia”. Credo
che il sacerdote che raggiunge il traguardo delle nozze d’oro sia “sgomentato” dal cumulo di responsabilità che il
ministero gli ha imposto e alle quali ha
fatto fronte, umanamente, con qualche
inadeguatezza o qualche riserva interiore... Sono queste, tuttavia, nubi che
non offuscano la serenità dell’ora e per
le quali soccorre la misericordia divina
e la comprensione umana.
E tuttavia, pur nella consapevolezza
inquietante della propria umana finitezza, cinquant’anni di Sacerdozio riempiono di letizia il cuore! C’è stato e
c’è qualcosa nel Sacerdozio, qualcosa di
talmente bello e grande, di così ricco e
magnifico che il canto più doveroso è,
PIZZERIA - GELATERIA
AL MOLO
A don Francesco
nel 50° dell’ordinazione presbiterale
nelle nozze d’oro, quello del ringraziamento. Nel sacerdozio c’è qualcosa di
profondamente e resistentemente bello e fecondo, tanto da non poter essere oscurato dalla opacità della miseria
umana, né isterilito dall’insufficienza:
è la Messa. Il mistero del sacerdote, la
sua grandezza, la sua forza, la sua fecondità, la sua pace, la sua speranza è
la Messa.
Si direbbe che un’intuizione felice ha
ispirato il linguaggio del Popolo di Dio:
“dir Messa”, “essere sacerdote”. E in
realtà, come afferma Paolo, “ogni sacerdote è assunto in mezzo alla gente
e per la gente costituito per offrire il
Sacrificio.... Come Cristo, del resto; non
modello soltanto, ma in realtà unico ed
eterno Sacerdote”, il quale dal primo
istante dell’unzione sacerdotale, ancora nel seno materno, iniziò l’offerta di
se stesso, unico olocausto gradito alla
Maestà del Padre.
Nel libro dei Salmi è scritto: ”Insegnaci
a contare i nostri giorni e giungeremo
alla sapienza del cuore” (Sal 90,12). E
tutti noi, insieme, vogliamo “cantare” e
festeggiare i 18.250 giorni del Tuo ministero presbiterale, dei quali moltissimi
“spesi” a Salò. Ricordare un anniversario è anzitutto una festa “eucaristica” in
cui si annuncia e si rievoca il passato,
si proclama e si celebra il presente e si
attende con fiducia e vigilanza il futuro.
Fare memoria di un anniversario significa celebrare con gioia il dono del Signore: quello del tempo, cioè della vita. Il
tempo accolto come dono è sacramento dell’amore di Dio e accesso dell’esistenza nello spazio del gratuito, dell’amore preveniente e della paternità.
È dono sempre rinnovato: “Chi di voi,
per quanto si affanni, può aggiungere
ERBORISTERIA
VITAdi Linda
VERDE
Giannetta
di CIFALÀ ANTONINO
Sconti e promozioni
particolari per i lettori
Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs)
Salò - Via Cavour 3/5
tel. 0365 - 42696
tel. 0365 521006
[email protected]
un’ora sola alla sua vita?” (Lc 12,15)
che ci immette nella economia divina
dell’accoglienza e della comunione, ci
convoca alla gratitudine, al rendimento
di grazie, alla capacità di nutrire meraviglia e riconoscenza, ci invita a trasformare tutto in un canto.
Proprio per questo, caro don Francesco, cantiamo insieme a te, in segno di
gioia e di ringraziamento, la preghiera
davidica:
“Sei tu, Signore Dio, la mia speranza
dalla giovinezza sei tu il mio sostegno.
Nel ventre materno già contavo su di te
nel seno di mia madre eri tu il mio custode,
per sempre sarai tu la mia lode.
Io non tralascio di sperare e di lodarti,
la mia bocca proclama la tua giustizia
tutto il giorno le tue azioni di salvezza:
sono innumerevoli e non riesco a contarle.
Rivivo le tue meraviglie, Signore Dio
di te solo ricordo la giustizia.
Dalla giovinezza mi istruisci, o Dio
fino a oggi proclamo i tuoi prodigi.
Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi
o Dio, non mi abbandonare
a chi verrà annuncerò la tua potenza
le tue meraviglie alla generazione futura...
Mi hai fatto passare attraverso molte prove
ma sarai tu a farmi rivivere,
mi solleverai dagli abissi della terra.
Mi innalzerai per farmi più grande
di nuovo sarai tu a consolarmi
Le mie labbra canteranno a te
per la mia vita che hai redento.
E così sia.
ONORANZE FUNEBRI
ZAMBONI
OMAR SANTO
SERVIZI FUNEBRI COMPLETI
SALÒ Via Garibaldi n. 96
telefono: 0365 41741
Radiotelefono 337421728
Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò
Il mercato, se c’è fiducia reciproca e generalizzata, è l’istituzione economica che permette l’incontro tra le persone, in quanto operatori economici che utilizzano il contratto come
regola dei loro rapporti e che scambiano beni e servizi tra loro fungibili, per soddisfare i loro bisogni e desideri. ……….. Ma la dottrina sociale della Chiesa non ha mai smesso di porre
in evidenza l’importanza della giustizia distributiva e della giustizia sociale per la stessa economia di mercato, non solo perché inserita nelle maglie di un contesto sociale e politico
più vasto, ma anche per la trama delle relazioni in cui si realizza. Infatti il mercato, lasciato al solo principio dell’equivalenza di valore dei beni scambiati, non riesce a produrre quella
coesione sociale di cui pure ha bisogno per ben funzionare. Senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria funzione
economica. Ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave. (Caritas in veritate, 35).
Domanda: non ho capito bene come e a chi verrà erogato il bonus di
€ 80,00 del “Decreto Renzi”.
Risposta: il “Decreto Renzi” prevede di ridurre nell’immediato la pressione fiscale e contributiva sul lavoro, in attesa di una più generale e complessiva riduzione delle imposte da attuarsi con la Finanziaria 2015. Per il
momento è stato disposto il riconoscimento di un credito a favore di quei
contribuenti che soddisfano contemporaneamente i requisiti di seguito
descritti.
1 - Il reddito complessivo dei potenziali soggetti interessati deve essere
formato da:
• redditi di lavoro dipendente (sono esclusi, per il momento, i redditi
da pensione e gli incapienti)
• redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (soci cooperative,
borse di studio, co.co.co, ecc.)
2 - L’imposta lorda calcolata, limitatamente a detti redditi, deve essere
superiore alla detrazione spettante per lavoro dipendente.
3 - Reddito Complessivo fino a € 26.000.
L’importo del credito è pari ad € 640,00 su base annua e spetta in base
all’ammontare del reddito complessivo come di seguito schematizzato:
Reddito Complessivo 2014 Credito Spettante
Fino a
€ 24.000
€ 640
Da
€ 24.001 a € 26000
€ 640 x (€ 26.000 — Reddito
Complessivo: 2000)
Il credito è dovuto anche a cassaintegrati, disoccupati che percepiscono
l’indennità e lavoratori in mobilità. Spetta anche ai lavoratori part-time e
ai “non residenti” in Italia se il reddito è tassato.
Non è chiaro se viene esteso anche alle famiglie monoreddito con 3 figli.
ØViene erogato a partire dal mese di maggio ma, se ciò non fosse
possibile, dal successivo mese di giugno.
ØIl reddito complessivo va assunto al netto dell’abitazione principale e pertinenze.
ØLe somme percepite come incremento della produttività, tassate al 10%, non vengono conteggiate fino a € 3.000. Si terrà
conto invece dei redditi da affitto con cedolare secca.
ØIl credito non spetta a coloro per i quali la detrazione da lavoro
dipendente azzera l’imposta.
ØIl bonus deve essere rapportato in base ai giorni di lavoro e
spetta anche a coloro che hanno cessato di lavorare prima di
maggio e, quindi, anche ai lavoratori deceduti, con richiesta degli eredi nella dichiarazione fiscale del defunto.
ØSpetta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato.
ØViene riconosciuto in forma automatica dal sostituto d’imposta.
ØI sostituti determinano il credito sulla base dei dati reddituali in
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loro possesso o di cui vengono a conoscenza perchè comunicati dal lavoratore. Coloro che hanno cambiato lavoro nel corso
dell’anno potranno portare il CUD 2014 del precedente impiego
al nuovo datore e, comunque, comunicare se la somma dei vari
redditi supera la soglia dei 26.000 €. Dovrà essere restituito se
non spettante con comunicazione al sostituto d’imposta, oppure in sede di dichiarazione dei redditi.
ØI lavoratori dipendenti che hanno un datore di lavoro non sostituto d’imposta (es: colf e badanti), lo potranno richiedere nella
dichiarazione 2015 per i redditi dell’anno 2014. Il credito potrà
essere utilizzato in compensazione oppure chiesto a rimborso.
ØNon concorre alla formazione del reddito e quindi la somma
incassata non è tassata.
ØVerrà esposto sul modello CUD 2015 redditi 2014.
Domanda: stante l’attuale confusione riguardante le imposte comunali
(IMU, IUC, TASI, TARI) vorrei che mi chiariste le idee su quali sono i più
immediati adempimenti riguardanti queste gabelle!
Risposta: l’Amministrazione Comunale in scadenza non è riuscita a deliberare in merito alla TASI (la nuova tassa che, in pratica, sostituisce l’IMU)
quindi toccherà alla nuova Giunta porre mano e definire questa materia
che il legislatore nazionale ha notevolmente cambiato (e complicato!)
Intanto l’Ufficio Tributi del Comune di Salò ha precisato che, entro il 16
Giugno deve essere pagata la prima rata (il 50%) sulla base delle stesse
norme riguardanti l’IMU dello scorso anno 2013 e pertanto:
� sulle case di abitazione principale di categoria A1, A8, A9 e pertinenze
con l’aliquota del 4 per mille. La detrazione è di € 200 + € 50 per ogni figlio
di età inferiore a 26 anni dimorante e residente nell’immobile.
� su tutti gli altri immobili (seconde case ecc.) con l’aliquota del 9,8 per
mille (per la categoria D il 7,6 per mille va allo Stato).
� per casi particolari vedere il regolamento IMU sul “sito” del Comune.
Domanda: non ho ricevuto dall’ INPS l’abituale richiesta del modello
RED. Lo devo fare lo stesso?
Risposta: l’INPS, per risparmiare, non manda più la richiesta del mod.
RED tuttavia, se Lei ha una pensione collegata all’entità complessiva dei
redditi percepiti, ha meno di 86 anni e non ha presentato il “mod. 730/
UNICO 2014 redditi 2013”, deve continuare a farlo compilare rivolgendosi
a un CAAF.
Onoranze Funebri
Falegnameria
TEDESCHI
Tel.
SALÒ (Brescia)
0365 40162
Via S. Benedetto, 34
Fax
RECAPITI: Portese
0365/ 524924
Cellulare
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La RADIO DUOMO
della Parrocchia di Salò
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Ascoltiamo e
partecipaimo alle
iniziative che vengono
proposte in radio!!!
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Notizie utili
a cura di Giovanni Ciato
Kockodril
Il desiderio di conoscere
L’origine della vita sulla Terra è databile tra i 4 e i 2,7 miliardi di
anni fa, quando cioè si pensa che sia comparsa l’acqua allo stato liquido e si pensa sia quindi apparsa la prima forma di vita.
Senza entrare in concetti scientifici che non ci appartengono,
possiamo però esclamare: “Ma che Meraviglia!” L’origine della vita è un argomento trattato dall’uomo sin dal momento
in cui ha avuto la consapevolezza di esistere e questo sia in
ambito religioso che filosofico, ma anche scientifico, sino alle
attuali conoscenze. Questo desiderio di sapere ci ha portati ad
esplorare nuovi continenti, dentro le viscere della terra, nelle
profondità degli oceani e adesso anche nello spazio, ma anche
forare i ghiacciai dell’Antartide e tanto, tanto altro.
Eppure, nonostante questo desiderio di conoscenza, di sapere, che altro non è che il desiderio di vita, spesso l’uomo va
alla ricerca anche della morte e, purtroppo, il passo che separa
la vita dalla morte è più breve di ciò che si pensi. La vita è qualcosa di grande che porta tutti gli esseri viventi ad adeguarsi
e mutare pur di continuare a vivere un esempio? Quello dei
cammelli che siamo abituati ad immaginare nel deserto, ma
che recenti studi su resti fossili dimostra che provengono dal
Nord America e da lì essersi poi diffusi nel resto del mondo. E
così per tantissimi altri esseri viventi, genere umano compre-
dannose che il fenomeno non può essere ignorato e quindi
non può essere taciuto.
Si tratta della “desomorfina”, una sostanza derivante dalla
morfina e inventata nel 1932 negli Stati Uniti e che a partire
dal 2010, prima in Siberia e poi in tutta la Russia, si è cominciato a produrre clandestinamente. È una droga che si chiama
“Kockodril”, da Coccodrillo, per via degli effetti che ha sulla
pelle, causati dalle sostanze tossiche e corrosive che contiene.
È stata chiamata “droga da strada” perché crea sin da subito
dipendenza e distrugge le persone che ne fanno uso, producendo danni irreversibili ai tessuti con casi che hanno richiesto
persino l’amputazione degli arti. I danni provocati da questa
sostanza sono talmente gravi che la speranza di vita per chi
ne fa un uso continuo sembra essere di 2, massimo 3 anni. Le
immagini di tossicodipendenti che fanno uso del “Kockodril”
e delle lacerazioni agli arti, sono talmente raccapriccianti che
ho ritenuto di non pubblicarle. Ma se vedere le foto non è un
problema in quanto basta andare su internet, rimane il fatto
che il fenomeno si sta allargando a tutta l’Europa e probabilmente non siamo ancora preparati, non solo a contrastarlo,
ma ad accettarlo, per i danni e la sofferenza che provoca.
La cultura del sapere
so e che ha portato ad evoluzioni straordinarie come appunto
per i cammelli, probabilmente discendenti proprio da quello
dei resti fossili.
Ma qual è il meccanismo che porta a percorrere il tragitto inverso e cercare di annientarsi invece che vivere: Il disagio sociale? Quello personale? Disturbi interiori? Ci sono casi in cui
soggetti, più o meno consapevoli di farsi del male, decidono di
abbandonarsi, di lasciarsi andare e di rinunciare a vivere. È di
questi ultimi anni una tendenza proveniente dalla Russia, ma
che si sta sviluppando un po’ in tutto il resto d’Europa, quello
cioè di far uso di droghe sintetiche fatte in casa con miscugli
di farmaci che costano poco se non pochissimo, ma talmente
Essendo stati accertati casi anche in Germania, è probabile che nei prossimi anni casi analoghi possano verificarsi anche in Italia: saremo pronti ad affrontarli?
Ma chi farà uso della “droga da strada” è persona che
magari oggi nemmeno lontanamente sa di cosa si tratta
e quali effetti provoca e allora: “meglio tacere, o meglio
parlarne e informare dei pericoli?”
Le autorità dei Paesi sino ad oggi interessati da questo
fenomeno per molto tempo hanno taciuto, ma adesso,
visto anche gli alti costi sociali che comporta, ha vietato la vendita di alcuni farmaci in assenza di prescrizione
medica e sta cercando di arginare il fenomeno attivando
la prevenzione attraverso l’informazione. Così come l’esempio dei cammelli che si sono evoluti e adeguati rappresenta il desiderio di vita, quello del Kockodril non può
che rappresentare l’opposto. Sapere quindi, non ignorare, informare degli effetti che questa droga può avere e
dei danni che può cagionare, ed essere preparati, sia sotto l’aspetto sanitario che umano e sociale per prevenire.
Si, prevenire, perché l’informazione fa parte del sapere e
trasmettere il sapere rappresenta la “cultura della vita”.
Verso l’Estate…
Scuola paritaria cattolica
a cura della Scuola “E. Medi”
L’
anno scolastico volge al termine.
Un po’ alla volta giungono a conclusione le molte attività e i progetti,
curricolari e straordinari, che hanno
accompagnato questi ultimi mesi scolastici.
È salpata e giunta felicemente in porto la quarta edizione di “Un viaggio
chiamato conoscenza”, l’originale ed
ambizioso progetto organizzato alla
fine del mese di aprile dall’Istituto
Enrico Medi, per far accostare gli studenti della scuola ad alcuni argomenti
specifici, generalmente non compresi
nei normali programmi scolastici, attraverso una serie di conferenze tenute dai docenti dell’Istituto stesso.
Anche quest’anno grande attesa s’è
creata attorno al progetto, grande
interesse hanno prestato gli studenti,
grande entusiasmo c’è stato in tutti al
termine di questo particolare percorso dentro la conoscenza.
Ma se quel Viaggio si è concluso con
la fine dell’anno scolastico, un altro
viaggio sta per iniziare per la nostra
scuola: da alcuni anni, infatti, l’Istituto “Enrico Medi” propone attività
nel periodo estivo, da metà giugno a
metà luglio.
Terminate le lezioni ufficiali e conclusi
gli scrutini, gli studenti normalmente
si trovano di fronte ad un periodo di
“inattività scolastica” decisamente
lungo e piuttosto improduttivo dal
punto di vista della scuola. Spesso
si pensa di porre rimedio a questa
anomalia sovraccaricando i ragazzi
di compiti estivi, ma, tranne alcune
eccezioni, nella migliore delle ipotesi questi vengono svolti nelle ultime
due settimane, o addirittura, vengono copiati o non vengono svolti del
tutto.
Appare ragionevole, pertanto, dare la
possibilità, su richiesta, di frequentare almeno alcune lezioni antimeridiane (non necessariamente tutti i giorni
della settimana) in cui il lavoro estivo
(recupero o approfondimento) sia
svolto sotto il controllo dei docenti,
e in un periodo di tempo non troppo concentrato. Al liceo, inoltre, gli
alunni con giudizio sospeso in alcune
materie possono frequentare i corsi
in preparazione degli esami di luglio
o settembre.
Particolarmente richieste e frequentate, poi, sono le lezioni della settimana con docente madrelingua inglese,
in orario 10 - 16: in questi giorni i ragazzi devono sforzarsi di comunicare,
anche fra loro, e anche nei momenti
di svago e di gioco, solamente in lingua inglese; i risultati sono stati entusiasmanti, confermando, ancora una
volta, che l’apprendimento di una
lingua straniera richiede, senza nulla
togliere all’importanza delle nozioni
grammaticali e teoriche, innanzitutto la conversazione e l’utilizzo, il più
possibile, della stessa, nelle normali
attività quotidiane.
Le attività sportive, sempre svolte da
docenti dell’Istituto “Enrico Medi”,
completano il quadro dei corsi estivi
offerti dalla nostra scuola. Al liceo,
poi, come si è detto, la seconda settimana di luglio è sempre riservata agli
esami di superamento del debito assegnato a giugno, limitatamente però
a quei casi in cui le carenze non siano
state giudicate dal consiglio di classe
troppo gravi. Arrivederci a settembre,
dunque e con grandi novità …
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Cinema teatro Cristal
GRACE di MONACO
a cura di Lamberto Dondio
Cineforum Il filone principale è storicamente accettabile
Il falso storico qualche volta compare nel cinema e viene introdotto per privilegiare la componente romanzata che magari tale non è nei fatti così come
realmente si sono svolti. Si citano due falsi in opere recenti. Nel “Gladiatore”
di Ridley Scott, l’imperatore Marco Aurelio viene ucciso dal figlio Commodo
per usurparne il trono mentre la storia afferma che morì di morte naturale. In
“Troy”di Wolfang Petersen, Paride uccide Achille nella reggia di Troia mentre
l’Iliade narra che fu ucciso sulle porte Scee ben prima quindi dell’ingresso del
famoso cavallo nella città seguito dagli eserciti dei Greci. In Grace di Monaco, recentemente proiettato al Cristal, la storia è rappresentata abbastanza
fedelmente salvo un innesto di componente romanzata peraltro accettabile
nel contesto del film. Del resto il regista del film Oliver Dahan afferma di essere
un regista e non uno storico.
L’attrice Grace Kelly), interpretata da Nicole Kidman, nel 1956 va in sposa al
Principe di Monaco Ranieri III rinunciando al suo ruolo di attrice preferita dal
regista Alfred Hitchcock per il quale aveva interpretato “Il Delitto Perfetto” “La
Finestra Sul Cortile” e “Caccia Al Ladro”, diventando così la Principessa Grace
di Monaco.
Martedì 10 giugno
Nel Nord-Est indipendentista e xenofobo, dominato
da una cultura del lavoro che è solo sacrificio, due
ragazze mettono in atto una vendetta che aprirà
loro nuovi e inaspettati orizzonti.
Piccola patria
di Alessandro Rossetto =========================================
Martedì 17 giugno 2014
La crisi del 1960
È storicamente provato che nel 1960, e precisamente nella primavera, ebbe
luogo la crisi più grave tra la Francia, il cui Presidente all’epoca era il Generale
De Gaulle, e il Principato di Monaco. La Francia aveva fatto al Principato una richiesta ben precisa: stabilire l’imposta sui redditi pari a quella della Francia allo
scopo di porre freno alla fuga di capitali francesi verso quel paradiso fiscale.
Si trattava di una richiesta che prese la forma di ultimatum che poi, a seguito
di un incessante lavoro diplomatico, si concluse con un trattato stipulato nel
1962 consentendo che tutti i cittadini francesi trasferiti a Monaco fossero tassati direttamente dalla Francia. Questo il contesto in cui si sviluppano le doti
della Principessa atte a tenere alto il morale dei cittadini e a fare da sostegno al
marito che nel film non appare dotato di grandi poteri decisionali.
Principessa e mai più attrice
Il suo ruolo viene ben descritto nel film ponendo in giusta luce la scelta fatta
dalla Principessa di non essere più l’attrice Grace Kelly e quindi di rinunciare
alla proposta di Hitchcock di fungere da interprete principale del film “Marnie”, ruolo poi da lui affidato, a seguito del suo rifiuto, all’attrice Tippi Hedren
che aveva già diretto nel film “Gli Uccelli”. Il ruolo della Principessa, come regnante, come madre e come consigliera del marito è ben descritto nel film
anche se a lei non si deve la risoluzione della crisi del 1960, come potrebbe
apparire, ma tale risoluzione giace piuttosto nel fatto che tra la Francia e il
Principato di Monaco esiste uno stretto cordone ombelicale che non può essere rescisso, tanto che fino all’abolizione fatta nel 2002, vigeva la regola che
in caso di mancanza di eredi della regnante Casa Grimaldi, il Principato era
destinato ad essere assorbito nella Repubblica Francese.
Lamberto Dondio
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strepitosa come sempre.
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Martedì 24 giugno 2014
In 85 minuti esatti, quanto dura il viaggio, Locke
scandisce l’odissea personale dell’uomo. Cupo e serrato, l’abitacolo dell’auto diventa il luogo dell’anima.
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L’Angelus
Origine e sviluppo
della preghiera dell’Angelus
I vari elementi che la compongono hanno una propria origine e uno sviluppo indipendente e la loro
riunione in una struttura organica si è realizzata
lungo vari secoli e non si è svolta uniformemente
dappertutto. Chiare sono le motivazioni dell’Angelus e la sua prima origine: celebrare il mistero
dell’incarnazione, ritornando al colloquio dell’Angelo Gabriele con Maria. L’Oriente, fin dal IV secolo,
testimonia l’uso del ripetere con intento cultuale il
saluto dell’Angelo a Maria. Basti pensare all’Akathistos dove l’Ave di Gabriele costituisce il momento
laudativo e il motivo conduttore dell’inno. Le prime
tracce dell’Angelus risalgono al Medioevo e sono
legate al suono serale delle campane che segnava la
fine della giornata di lavoro e nei monasteri la preghiera di compieta con il saluto della Vergine. In vari
luoghi al rintocco della campana, i fedeli presero
l’abitudine di sospendere il lavoro e di recitare tre
Ave, Maria in lode della Vergine salutata dall’Angelo, usanza caldeggiata da S. Bonaventura (sec.XIII)
che esortava i suoi frati ad alimentarla nei fedeli.
È sempre nel XIII sec. che si inizia a salutare Maria
anche al suono della campana del mattino, un fatto
questo spontaneo nei fedeli che dalla liturgia avevano imparato a guardare Maria come la “Stella del
mattino” e “la sposa che sorge come l’aurora….”.
Più tardi, nel XV sec., si introduce l’Angelus anche a
mezzogiorno, sempre legato al suono delle campane e con le tre Ave Maria, che risultano l’elemento più antico e, in un certo senso, il solo essenziale
dell’Angelus. È solo nel secolo XVI che si giunge alla
forma attuale, pubblicata in un catechismo stampato a Venezia nel 1560. Dal 1570 lo troviamo anche
nelle appendici del Breviarium romanum per cui
la sua diffusione si allarga sempre più. Nel secolo
XVIII l’Angelus Domini diviene comune consuetudine al triplice suono della campana e i Pontefici
concedono particolari indulgenze. La sua struttura,
armonica e originale, semplice e di profondo sapore
biblico, consta di “tre Ave Maria” alternate da un
versetto o da un’orazione e dalla dossologia Gloria Patri… Siamo di fronte alla struttura di un “pio
esercizio” modellato sulle “ore canoniche” minori e
sottostante alle norme che venivano date per il Breviario, in quanto nel tempo pasquale doveva essere
sostituita, dall’antifona Regina cœli.
Capire la Liturgia
a cura di Rosa Pollini
L’orazione
L’orazione “Infondi nel nostro spirito…” negli antichi libri liturgici era la tipica colletta per il 25 marzo, divenuta poi orazione dopo la comunione nel
Messale di Pio V. Nel Messale di Paolo VI è stata restituita alla funzione di
colletta e posta nella IV Domenica di Avvento e nella memoria della Beata
Vergine del Rosario (7 ottobre). Altra orazione a scelta è l’attuale Colletta
del 25 marzo: O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo… analoga alla prima.
Non è esclusa la possibilità di scegliere altre orazioni con il criterio suggerito
dalle due offerte come modello: devono, per rispondere armonicamente
all’insieme della preghiera dell’Angelus e non a semplice norma, avere un
chiaro riferimento al Mistero dell’Incarnazione del Verbo, del saluto a Maria
e, possibilmente, riflettere quella prospettiva pasquale e quella dimensione
ecclesiale sopra ricordate e richiamate dalla Marialis cultus. Ad esempio
possono essere utilizzate le orazioni dal Comune della Beata Vergine Maria
del tempo di Avvento: O Dio, che nell’annunzio dell’Angelo… del tempo di
Natale: O Dio, che dalla verginità feconda di Maria…, o altre simili dai nuovi
formulari delle Messe della Beata Vergine Maria.
Preghiera ad “Orario”
L’Angelus Domini ha un “ritmo quasi liturgico, che santifica momenti diversi
della giornata…” (Marialis cultus n. 41): al sorgere della luce, a mezzogiorno
e al tramonto, momenti che, anche nelle mutate condizioni di vita, segnano
per la maggior parte della gente i tempi della loro attività e costituiscono
invito ad una pausa di preghiera. Per cui non sarà più, nella maggior parte
dei casi, la campana a chiamare i fedeli sparsi a farsi “comunità” orante “con
Maria, la Madre di Gesù” ma la sveglia o i campanelli dei posti di lavoro,
della scuola…. I momenti sono significativi: all’inizio della giornata, a metà
del suo corso e al suo chiudersi per fare una sosta, per mettersi in sintonia
col piano della salvezza e scoprire ogni volta, in atteggiamento di lode e di
ringraziamento, che quello che Dio ha fatto in Maria l’ha fatto a Israele, alla
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Musica e Canto
a cura di Lamberto Dondio
Ferdinando
Turrini
il musicista cieco che venne
ad illuminare le tenebre
Il mondo vissuto vedendolo
Ho già avuto occasione in precedenti numeri del Duomo, trattando dei musicisti della “Magnifica Patria” di
delineare la storia di artisti salodiani quali Bertoni e Turrini. Ho recentemente assistito ad alcuni concerti tenuti
dal Maestro Gerardo Chimini il quale si sta dedicando
alla riscoperta e alla valorizzazione di Bertoni, Turrini e
di un altro valente mucicista e compositore salodiano,
Giuseppe Pasini; giustamente come ha osservato commentando le sue esecuzioni, Gerardo Chimini ha detto
che la migliore valorizzazione avviene eseguendo in
pubblico i loro scritti che altrimenti giacerebbero senza
vita negli archivi.
Trattando della vita di Ferdinando Turrini, ha ricordato
che il compositore è stato colpito da cecità all’età di ventotto anni. Subito mi è venuto in mente il paragone con
Beethoven colpito da sordità e che pur affetto da detta grave malattia ha continuato a comporre capolavori
senza poterli ascoltare, forse il suo massimo dispiacere,
come ebbe a dire un giorno a Gioacchino Rossini che era
andato a fargli visita.
Beethoven: comporre musica senza poterla ascoltare
Turrini: comporre musica senza poterla scrivere. Ho ritenuto quindi di proporre una breve riflessione su questo
specifico aspetto della vita del compositore nato a Salò il
26 febbraio 1745 e deceduto a Brescia, secondo la data
più probabile, nel gennaio 1829.
La cecità (per cause sconosciute) lo colpì nel 1773.
Nipote di Ferdinando Bertoni il suo nome completo era
Ferdinando Gasparo Turrini e, poiché all’epoca erano in
voga per distinguere le persone di uno stesso cognome
i soprannomi, era anche detto “Bertoncino” al quale,
dopo l’intervenuta cecità, venne anche abbinato quello
di “Bertoni l’orbo”.
Lo studioso Giuseppe Brunati in un suo scritto del 1837,
trattando di Ferdinando Turrini, esce con una frase totalmente appropriata “Perchè a ragione si può dire:
un cieco venne ad illuminare le nostre tenebre”. Mai
giudizio fu più appropriato.
Vivere la cecità
per cercare un mondo interiore
Prima della malattia e quindi nel lasso di tempo che arriva fino al
1773, grazie all’illuminata educazione musicale a lui impartita dallo zio
Ferdinando Bertoni in quel di Venezia, la sua attività musicale si sviluppò
quale maestro di cembalo in vari teatri, ma anche compositore di opere
le quali godettero di un lusinghiero successo. Purtroppo poco o nulla resta di questi lavori. L’intervenuta cecità lo obbliga a dettare al musicista
trascrittore il filone musicale che la sua mente sviluppa; immaginatevi il
Turrini che ha il motivo musicale ben presente nella testa e che lo deve
formalizzare in una sequenza di note musicali da dettare al trascrittore. Si
tratta indubbiamente di una doppia fatica anche per le continue riprese
che si rendono necessarie; se il compositore vede lo spartito può apportare immediatamente tutte le correzioni che si rendono necessarie ma
nel caso del Turrini cieco è tutto un continuo dialogo con il trascrittore.
Molte partiture composte sotto dettatura sono pervenute ai giorni nostri. Si tratta di sonate per cembalo, per organo, per pianoforte, per pianoforte e violino, concerti per cembalo (o pianoforte) ed archi.
Comunicare agli altri il proprio mondo
Pregevoli risultano i consigli che Turrini dettò per l’esecuzione
in maniera di rendere il suo pensiero il più vicino alla sensibilità
dell’interprete. Pur cieco e storpio di una mano sapeva volare sulle
tastiere; sempre Giuseppe Brunati così scrive nel brano più sopra
citato: “Suonatore di cembalo e di organo, compositore, dettatore
di regole di contrappunto, si può dire che in sé accogliesse tutta la
dottrina musicale. Il suo suonare era preciso, animato e pieno di
grazia. Il suo portamento leggiadro ed atto ad eseguire i passi più
difficili colla massima compostezza.
Quantunque cieco e storpio di una mano noi l’abbiamo udito scorrere il pianoforte mirabilmente e toccarci l’anima con note magistrali, improvvisando anche talora pellegrini passaggi e note che
sembravano scritte.”
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Affinché siano una cosa sola
Papa Francesco,
pellegrino nella terra di Gesù
24 – 26 maggio 2014
Francesco, dal 24 al 26 maggio scorso, si è recato pelPdalloapa
legrino nella Terra di Gesù, la Terra Santa, a cinquant’anni
storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atena-
gora, il 5 gennaio del 1964. Intensi sono stati per Papa Bergoglio i giorni trascorsi in quei luoghi che custodiscono la memoria del passaggio del Maestro di Nazareth. Con fermezza
ha fatto sentire la sua voce per il bene della pace e contro
qualsiasi ingiustizia che semina dolore nel cuore dell’uomo.
Dei numerosi discorsi pronunciati durante gli incontri, degni
di nota e di attenzione, proponiamo alcuni passaggi di quattro interventi che costituiscono idealmente il filo rosso che
li lega.
Chi siamo noi davanti
a Gesù bambino?
Toccano il cuore le parole di Papa Francesco pronunciate a
Betlemme: «Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, rimane per
sempre il segno della tenerezza di Dio. Anche oggi i bambini
sono un segno. Segno di speranza, segno di vita, ma anche
segno “diagnostico” per capire lo stato di salute di una famiglia, di una società, del mondo intero. Quando i bambini sono
accolti, amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società
migliora, il mondo è più umano… Anche oggi i bambini hanno
bisogno di essere accolti e difesi, fin dal grembo materno…
Chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti
ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accolgono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e paterno? Oppure siamo indifferenti? Sappiamo ascoltarli, custodirli, pregare per loro e con loro? In un mondo che scarta ogni
giorno tonnellate di cibo e di farmaci, ci sono bambini che
piangono invano per la fame e per malattie facilmente curabili. In un tempo che proclama la tutela dei minori, si commerciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato;
si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratorischiavi. Il pianto di questi bambini è soffocato!»
Gesti di umiltà, di fratellanza,
di perdono, di riconciliazione
Parlando dello Spirito Santo ad Amman, il Papa afferma: «La
missione dello Spirito Santo è di generare armonia e di operare la pace. La diversità di persone e di pensiero non deve
provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento. Con l’unzione dello Spirito, la nostra umanità
I documenti della Chiesa
a cura di don Pierluigi Tomasoni
viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende capaci
di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama. È
necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono,
di riconciliazione. Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo
inviati come messaggeri e testimoni di pace. La pace non si
può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare
pazientemente e costruire “artigianalmente” mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana».
Non priviamo il mondo del lieto
annuncio della Risurrezione!
Una lezione per tutti le parole pronunciate al Santo Sepolcro
a Gerusalemme: «Sostiamo in devoto raccoglimento accanto
al sepolcro vuoto, per riscoprire la grandezza della nostra vocazione cristiana: siamo uomini e donne di risurrezione, non
di morte. Apprendiamo, da questo luogo, a vivere la nostra
vita, i travagli delle nostre Chiese e del mondo intero nella
luce del mattino di Pasqua. Ogni ferita, ogni sofferenza, ogni
dolore, sono stati caricati sulle proprie spalle dal Buon Pastore, che ha offerto se stesso e con il suo sacrificio ci ha aperto
il passaggio alla vita eterna. Le sue piaghe aperte sono come
il varco attraverso cui si riversa sul mondo il torrente della
sua misericordia. Non lasciamoci rubare il fondamento della
nostra speranza, che è proprio questo: Cristo è risorto! Non
priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione!».
Qui è nata la Chiesa,
ed è nata in uscita
Parole che incoraggiano, quelle pronunciate nel Cenacolo,
parole che svelano la perenne giovinezza della Chiesa, che
indicano il passo della missione nel mondo: «Qui, dove Gesù
consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli, qui è nata la Chiesa, ed è nata
in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani,
le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore.
Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita
custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il
senso. Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi.
Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi,
amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà
fastidio. Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità,
l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è
scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come
un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande… Il Cenacolo ci ricorda la nascita della
nuova famiglia, la Chiesa, la nostra santa madre Chiesa gerarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una
Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza
per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove
della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati
tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli
dell’unico Padre che è nei cieli. Questo è l’orizzonte del Cenacolo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa».
I discorsi sono pubblicati e reperibili
sul sito della Santa Sede, vatican.va
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le. Programma tutto mozartiano quello che sarà presentato
dall’Orchestra di Padova e del Veneto con i solisti Domenico
Nordio e Francesca Dego, due generazioni di violinisti a confronto (2 agosto). Tra classica e crossover è l’appuntamento
conclusivo del festival (9 agosto), che vedrà esibirsi il pianista
Premio Oscar Luis Bacalov con l’Orchestra d’archi Tartini e il
violino solista Antonio Cipriani.
Accade a Salò
a cura di Simone Bottura
Elezioni comunali:
si apre la terza era Cipani
Molignoni
alla presidenza del Carg
È Gianpiero Cipani, già primo cittadino per due tornate (19992009), il nuovo sindaco di Salò. Lo hanno votato 2343 elettori,
il 39,16%. Un risultato netto che vede Cipani prevalere sui quattro sfidanti: Stefano Zane (1858 voti, 31,05%), Giorgio Toffoletto
(950 voti, 15,88%), Gianluigi Pezzali (432 voti, 7,22%) e Stefano
Veronesi Riccò (400 voti, 6,69%). Affermazione netta, quella di
Cipani, ma non così scontata alla vigilia, viste le divisioni all’interno del centrodestra. «Anche per questo - dice il neo sindaco
- è un risultato doppiamente soddisfacente». Il nuovo Consiglio
comunale è così composto: sui banchi di maggioranza siedono
Pierantonio Pelizzari, Cristina Castellini, Nirvana Grisi, Matteo
Bussei, Marcello Cobelli, Luisa Mauri, Gualtiero Comini, Aldo
Silvestri, Roberto Alessi, Mario Lopa e Paola Bandini; all’opposizione Stefano Zane, Giovanni Cigognetti, Rosalia Cerutti, Giorgio
Toffoletto e Marina Bonetti. Quali le priorità della nuova Amministrazione? «In primo luogo - dice Cipani - la questione ospedale, da troppo tempo abbandonato a sé stesso: dobbiamo trovare
il modo di trasformarlo in un presidio territoriale». Il neo sindaco
punta poi sul rilancio del turismo culturale, «che è il futuro di
Salò e passa inevitabilmente attraverso il restauro del teatro comunale e l’allestimento definitivo del Museo della città».
Al via in luglio la 56ª edizione
dell’Estate Musicale
Nuovi vertici per il Carg, il Consorzio albergatori di Salò e Gardone (41 strutture associate, 2 uffici operativi). Al ruolo di presidente è chiamato Corrado Molignoni (Hotel Duomo di Salò),
al quale passa il testimone Davide Calderan, di cui Molignoni
è stato vice negli ultimi quattro anni. Vice presidente è Silvia
Dalla Bona (Savoy Palace e Villa Sofia di Gardone). «L’impegno futuro - spiega il neo presidente - verterà maggiormente sull’aumento delle strutture associate, sulla salvaguardia
dell’ambiente e delle nostre acque, sull’alt al consumo indiscriminato del territorio, a nuova ed inutile edilizia privata fatta di
seconde case». Molignoni si prefigge invece di sostenere «progettualità sugli investimenti turistici, anche strutturali, purché
di pubblica utilità e di larga ricaduta economica sul territorio».
Il Ministero: sul presidio Polstrada
di Salò valuti il prefetto
Sarà, come ogni anno, uno degli eventi clou dell’estate gardesana. L’Estate musicale del Garda, il festival violinistico internazionale con il quale Salò celebra il suo status di città delle
musica e patria natale di Gasparo, riafferma la sua tradizione, ma cerca anche di intercettare un pubblico più ampio,
coinvolgendo le giovani generazioni con una programmazione a cavallo tra i generi, non soltanto ancorata alla classica.
L’inaugurazione (20 luglio alle 21.30 in piazza Duomo) è affidata a Regina Carter, violinista statunitense, artista formidabile ed eclettica che spazia dal jazz, alla world music alla
classica con assoluta disinvoltura. Poi sarà la volta della PFM,
gruppo icona del rock italiano che ha sempre fatto un uso
originale del violino (26 luglio sul lungolago). Ancora una
volta la rassegna ospita (il primo agosto) l’orchestra a fiati
cittadina «Gasparo Bertolotti», che si esibisce assieme alla
violoncellista Silvia Chiesa, solista di caratura internaziona-
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Nelle scorse settimane è giunta la notizia della possibile chiusura di alcuni presidi di Polizia Stradale del Bresciano, in particolare
quello di Salò. Il Comune si è subito attivato coi parlamentari bresciani al fine di scongiurare tale intervento, considerando anche
il risparmio di spesa veramente esiguo che si otterrebbe con la
chiusura. Alcuni deputati bresciani hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Interno al fine di scongiurare la chiusura,
ritenuta dannosa per tutta la zona del Garda. Basti pensare che il
distaccamento di Salò, attivo dal 1961, negli ultimi 5 anni ha rilevato 1.000 incidenti, denunciato 800 persone, controllati 110.000
veicoli e sanzionato 1.000 automobilisti in stato di ebbrezza. L’interrogazione ha ottenuto in risposta l’impegno del governo a garantire la piena efficienza del sistema di sicurezza pubblica.
Proprio per questo, testuali parole del sottosegretario che ha risposto all’interrogazione, «in merito ad eventuali programmi di riordino dei presidi di polizia, un documento del Dipartimento della
Pubblica Sicurezza è stato inviato al prefetto affinché con l’ausilio
del questore e delle forze dell’ordine venga valutato l’impatto di
una possibile riorganizzazione del singolo territorio». La palla dunque passa al prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace.
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UNA RIVOLUZIONE
DOLCE IN CUCINA
Un avviso. L’articolo di questo mese è diverso da quelli che solitamente vi
scrivo. E non è per tutti. Mi rivolgo a chi tra voi ha l’ingrato compito di
dover pensare tutti i giorni, due volte al giorno, al cibo da preparare per
sfamare la famiglia. Mi chiedo come fate!
a tempo vivo da solo, ma per una serie di casi della vita, che non sto qui a raccontarvi ora, per anni tornavo a casa, quando ci tornavo, solo per dormire. Di
D
recente invece capita che sono molto più spesso a casa e per questo anch’io mi sono
trovato a misurarmi con il problema di cosa preparare per pranzo e per cena. Uno
stress incredibile. Perché prepararsi da mangiare è una cosa complicata, soprattutto
se vivi da solo, resa ancora più faticosa dalla noiosa necessità di ripetere la fatica ogni
8 ore. Credetemi: dopo solo pochi mesi avevo già perso la pazienza. Ma siccome
anche io devo mangiare due volte al giorno, ho capito che dovevo assolutamente
trovare una strada diversa. E ancora una volta mi sono affidato alla mia testa, che
sarà anche strana, ma già in passato mi ha aiutato ad uscire brillantemente dagli
impicci. E poi non c’è una motivazione più forte di una situazione insopportabile
per trovare una soluzione che ti migliora la vita. E ora voglio condividere la mia
esperienza con voi.
Da tempo preparo i miei pasti dentro a vasetti di vetro. In sé il sistema è semplice
e si può adattare a quasi tutto quello che solitamente mangiamo. Ecco come funziona. Intanto va detto che la ricetta non cambia. Facciamo un esempio. Almeno
una volta alla settimana mangio una porzione di fegato (che insieme al polipo, alle
uova di pesce, alle cozze contiene la cobalamina, la vitamina B12, che vi consiglio di
assumere se volete evitare di trovarvi a 70 anni con una malattia neurodegenerativa;
alzheimer, parkinson o altro). Faccio stufare le cipolle in padella, poi ci aggiungo un
po’ di aceto balsamico, così non uso sale e mi metto al sicuro dal rischio del botulino (bisogna sempre stare attenti). Poi aggiungo il fegato pulito e tagliato a listarelle.
Appena ha preso colore, verso tutto dentro a dei piccoli vasetti di vetro e metto in
formo a una temperatura appena superiore agli 80° e comunque sotto i 100°. E ce li
lascio per un po’, perché a quelle temperature il fegato si cuoce dolcemente e resta
morbidissimo. Finito, prendo i vasetti e li ripongo sulla mensola; non c’è bisogno di
metterli in frigo. Attenti solo che il vasetto sia perfettamente pulito e sterilizzato e
cambiate spesso il tappo. Con lo stesso sistema preparo la polenta (5/10 minuti sul
fuoco e poi 4 ore almeno di forno) lo spezzatino, il pollo alla cacciatora, le verdure
(cucinate senza acqua, basta lavarle in acqua e aceto e non sgocciolarle, se vi piace
potete aggiungere delle erbe aromatiche). Non ci sono limiti. E la prossima sfida è
cucinare nella lavastoviglie, che è una altro bel risparmio.
Ho chiamato questo sistema “Cottura Dolce”. I vantaggi sono molti. Cucino quando ho tempo di fare la spesa, compro le cose in offerta e risparmio, ogni volta che
devo mangiare guardo sulla mensola e posso scegliere sapendo che dopo 5 minuti
sono già a tavola. E quello che mangio e perfetto; fresco come appena fatto, non ha
perso nessuno dei suoi principi alimentari perché la cottura è a basse temperature.
Poi mi aiuta a cambiare radicalmente la mia alimentazione. Molti più cereali (faccio delle polpettine di miglio che sono uno sballo), legumi (che ne dite dei fagioli
all’uccelletto?) e poca carne, perché ne consumiamo davvero troppa. Se volete saperne di più sono a vostra disposizione. La domenica alle ore10 suono l’organo a S.
Giuseppe; se venite a trovarmi ci scambiamo dei consigli.
Alla sera del terzo giorno
a cura di Bruno Marelli
Miam ô fruit
Tempo fa ho assistito a una conferenza
di France Guillain; un personaggio sorprendente. È nota per una pratica piuttosto originale, che si chiama “Bagni
Derivativi”, che non sto qui a spiegarvi.
Se vi interessa approfondire, su internet
trovate tutto. Voglio invece parlarvi di
cosa France Guillain suggerisce per nutrirsi in modo sano. Se mangiate il Miamô-Fruit non dovete mangiare nient’altro.
Può quindi essere usato in alternativa a
uno dei 3 pasti della giornata; molte delle persone a cui l’ho consigliato lo hanno
scelto come colazione, per me è da tempo un sostitutivo della cena, quando non
esco con amici. Siccome sono un omaccione di quasi 90 kg ho un po’ aumentato
le dosi di frutta e poi riempio la scodella
con del Muesli (quello della Lidl con frutta e semi secondo me è il migliore)
PREPARAZIONE - Schiacciate mezza
banana con la forchetta ed emulsionatela
con due cucchiai di olio di oliva possibilimente del Garda, ma potete anche aggiungerne uno di lino e uno di sesamo.
(Credetemi! La crema di banana e olio
d’oliva è buonissima). Aggiungete un
cucchiaio di succo di limone spremuto
al momento e i pezzi di almeno 3 frutti
diversi, fra cui mezza mela. Secondo le
stagioni, potete mettere pere, kiwi, fragole, lamponi, ciliegie, albicocche, pesche,
prugne, uva, cachi, papaia, mango, ananas ecc.
Infine, mettete tre cucchiai di semi (noci,
nocciole, mandorle, ma anche semi di
zucca, di lino, di girasole, pistacchi, arachidi, pinoli, insomma scegliete voi a piacere) interi o macinati. I semi oleosi sono
ricchi di acidi grassi insaturi (monoinsaturi e polinsaturi) che uniti a centinaia
(probabilmente migliaia) di altre sostanze
chimiche naturali, ne fanno un alimento
praticamente indispensabile per l’elevata
qualità dei nutrienti che apportano, alcuni essenziali come i celeberrimi omega-3
e omega-6. Ricordate infine che l’olio di
lino non si conserva a lungo, teme l’ossidazione e il calore. Per questa ragione è
venduto in bottiglie di piccole dimensioni. Una volta aperto, l’olio va conservato
in frigorifero. L’olio di sesamo si conserva più a lungo.
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Invito alla lettura
a cura di Nerina Lugli
Cronache quotidiane
Mare nostrum
Le strade e la storia
Tracce del passato in Salò – Centro culturale S. Giustina: “sfogliare questo volume sarà come ritrovare un
album di famiglia, un libro di ricordi… un modo di guardare certi angoli di Salò con occhi diversi ma sempre
riconoscenti… per scoprire il passato e immaginare il
futuro. E’ un importante tassello per svelare la storia e
la vita della nostra città nelle contrade, le aggregazioni
abitative presenti nel territorio del Comune, nel Centro
storico come nelle frazioni, la cui esistenza ed il cui sviluppo ha sostanziato e caratterizzato la vicenda storica
della città. Pur parlando del passato, il libro si colloca
nella dimensione del futuro… e vuole essere stimolo
a riflettere su ciò che saremo e vorremmo essere nei
decenni prossimi…”. (Avv. B. Botti)
Preghiera
Io so, Padre
che il tempo che Tu mi dai è un dono sincero
e che diventa a tutti gli effetti il mio tempo.
Piccola traccia
ma indelebile e irripetibile,
d’una esistenza personale
che attraversa la vita del mondo:
Tu la riconosci tra mille
col tuo sguardo infinitamente limpido e profondo.
Per quanto piccola, labile e leggera
sia la linea del tempo che la mia traccia percorre
solido e indistruttibile è il valore di cui è segno
fin dal primo istante,
pura l’intenzione che vi esprime,
indefettibili il vincolo e la promessa
che l’accompagnano.
In ogni istante del tempo il dono si rinnova;
e con esso la certezza che,
anche se tutti mi abbandonassero,
sono desiderato almeno da Te,
sono sommamente importante almeno per Te.
Carlo Maria Martini
(Invocare il Padre)
È un titolo che all’appropinquarsi della stagione e delle vacanze dei nostri ragazzi, fa venire i brividi: tutti ne siamo consapevoli, tutti abbiamo letto con angoscia le cronache quotidiane e ci siamo inoltrati commossi tra le onde del “mare
nostrum” immedesimandoci per un attimo in quelle tragiche
ore! Un’altra notizia (e infatti nel nostro animo il senso di
angoscia permane) che nella sua autenticità non è diversa,
ci induce a nutrire la speranza e istintivamente ci fa tendere le mani per creare un “ponte di cui essere orgogliosi”. Lo
getta, in apertura della Stampa (il direttore Mario Calabresi)
che interviene: “Il nostro sport nazionale è ripetere ad alta
voce che non c’è nulla da difendere, che siamo perduti. E se
il nostro riscatto stesse nel riscoprire che siamo capaci di
umanità? Nonostante le critiche che mi pioveranno addosso,
ho voglia di dire che sono orgoglioso di appartenere a una
nazione che manda i militari a salvare le famiglie e in particolare i bambini”.
La Scuola
La notizia (Repubblica dic.) - Crollano i falsi miti: si impara
di più senza PC. Meglio i libri della tecnologia. Nelle classi
dove la maggior parte degli studenti usa la Tecnologia quotidianamente, i risultati deludono soprattutto nelle discipline
di formazione. Sempre a proposito uno studioso importante
delle problematiche dell’educazione scolastica (il Prof. Luciano Corradini) richiama opportunamente l’esortazione di
Ugo Foscolo (del 22 gennaio 1809) all’Università di Pavia nel
giorno inaugurale: “O italiani io vi esorto alle storie perché
niun popolo più di voi può mostrare né più calamità da compiangere, né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano
rispettare, né più grandi animi degne di essere liberate dalla
obblivione, chiunque di noi sa che si deve amare e difendere
la terra che fu nutrice ai nostri padri e a noi e che darà pace
e memoria alle nostre ceneri!”.
Quel ramo del lago di Como...
Mentre sfoglio il quotidiano “Avvenire” (21.5) mi colpisce
una notizia straordinaria: Promessi sposi no stop - Maratona in S. Fedele a Milano dove a declamare le pagine di
Don Lisander, nei luoghi in cui visse, ci sono alcuni attori, ma
anche semplici volontari che intendono attraverso la lettura
integrale (nell’anniversario della morte dell’autore) esprimere la loro personale ammirazione per il padre del romanzo
italiano.
Solo dopo pochi minuti, mi giunge dal centro di Milano la
telefonata di mia figlia che mi conferma in diretta l’iniziativa
che riaccende nel suo animo il vivo ricordo degli studi liceali
dominati dall’indimenticabile figura del Prof. Antonio Lozzia.
“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra
due catene non interrotte di monti sotto i seni e golfi a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli...”.
Una gita scolastica
Altre note...
a cura di Giancarlo Giacomuzzi
P
upi Avati ne fece un bel film sulla linea dei
ricordi di una classe di inizio secolo, il 1900
intendo, e incentrò la sua attenzione sul mondo
delle relazioni fra i giovani che, per meriti scolastici, si erano guadagnati la gita. Per me, invece,
con ragazzi appartenenti ad una generazione
ben diversa da quella di allora, è stata l’occasione per osservarli, pensare, considerare e trarre
delle conclusioni.
Indubbiamente tempo e tecnologia hanno modificato la qualità dei rapporti interpersonali
fra i giovani e a me, oggi, sono parsi affrettati
e superficiali, tesi più ad evidenziare l’apparire
che l’essere, con attenzione a mascherare realtà
personali magari non consone a quelle che oggi
si richiedono. È un vero peccato, perchè l’adolescenza è un periodo cruciale e formativo che
può già disegnare nei ragazzi e nelle ragazze
inclinazioni e caratteri che sfociano in giudizi,
sogni, amicizie, affetti e quanto può arrovellare una mente di quella età quando comincia ad
avvertire qualcosa di profondo, immateriale e
impalpabile.
Ai miei tempi la vita non era così complicata, si
era forse anche un po’ più tonti, ma certamente
più liberi, non sollecitati e stimolati dalle diavolerie che oggi hanno centuplicato una fonte infinita di informazioni e giochi con i quali i giovani
devono fare i conti per soddisfare la loro curiosità.
I ragazzi che si amano
si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano
li segnano a dito,
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è solamente la loro ombra
che trema nella notte
eccitando la rabbia dei passanti,
il loro disprezzo, le loro risa
e la loro invidia.
I ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno,
loro sono altrove
ben più lontano della notte
ben più in alto del sole,
nell’abbagliante splendore
del loro primo amore.
francese Jacques Prévert (1900/77)
C
ompito dei genitori, attenti alla crescita dei propri figlioli, alleggerire tensioni e rinforzare debolezze, adoperarsi con parole ed
esempi a raccontare loro cosa può mai accadere se… , come può finire una amicizia se…. quali possono essere le conseguenze per una
parola detta o non detta …. quanto alla fine può premiare vivere nella
verità piuttosto che nella finzione… etc. etc. etc.
Probabilmente lo fanno, o almeno una parte di loro lo fa, e con il
massimo impegno, ma scontano la beffa di non essere ascoltati o di
esserlo solo apparentemente e non c’è da meravigliarsi, perché per
quanto si possa essere figli maturi e genitori intelligenti, di generazione in generazione la storia si ripete…..i genitori parlano, ma i figli
non ascoltano, vivono in un mondo tutto loro precluso anche a quanti possono veramente aiutarli. Quanto alla famiglia, con la necessità
economica che i due genitori lavorino, il tempo che rimane da dedicare ai ragazzi è scarso e quando essi tornano a casa spesso trovano
una casa vuota e con essa una carenza di dialogo e di relazioni affettive.
N
e consegue che i nostri giovani si affidano alle prestazioni del loro
superaccessoriato cellulare o conversano per ore con il computer
che ha sì un ruolo importante nel plasmare le giovani menti, ma solo
se viene usato con il debito controllo in quanto, quando l’adolescenza
finisce, si ha bisogno di aver maturato pensieri sicuri, saldi e irrinunciabili e di aver sentito la dimensione spirituale della propria anima
la cui voce e il cui profumo possono diventare veramente il dono che
la vita ci offre.
La poesia di questo mese è del poeta francese Jacques Prévert
(1900/77) e parla con ardore di gioventù, il dono musicale è il calore
e l’insita dolcezza della voce del violoncello nella Sonata op. 36 del
norvegese Edvar Grieg (1843/1907), l’immagine, quella di una gioventù che corre, corre senza sapere dove va. Per i più curiosi dirò che
Grieg era amico fraterno di quel Ole Bull violinista, autore di Saterjentes Söntag la più popolare e amata canzone in Norvegia, che suonava
un prezioso violino “Gasparo da Salò”, con testa riccamente intagliata e cosparsa di pietre preziose, che abbiamo avuto modo di vedere
proprio qui nel nostro Comune. Ed ora, visto che il nostro Notiziario
va in vacanza, auguriamoci tutti una buona estate.
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Informazioni utili
SS. MESSE
DUOMO
• Prefestiva: ore 18.30
• Festive: ore 9.30
11.00 - 18.30
• Feriale: ore 18.30
S. BENEDETTO - Muro
• Festive: ore 7.30
Giugno
Venerdì 13
Domenica 15
Lunedì 16
Martedì 17
Mercoledì 18
Giovedì 19
Lunedì 23
Lunedì 30
S. BERNARDINO
Luglio
• Festive: ore 9.00 - 17.00
• Feriale: ore 9.00
Martedì 1
Mercoledì 2
Giovedì 3
Venerdì 4
Martedì 8
Domenica 13
Mercoledì 16
S. GIUSEPPE
• Festive: ore 10.00
• Feriale: ore 17.30
(esclusi: giovedì e sabato)
VISITAZIONE (in Fossa)
Solo feriale: ore 7.15
RENZANO
• Solo sabato: ore 18.00
CHIESA - CAPPUCCINI
BARBARANO
• Festive: ore 10.00 -17.00
• Feriale: ore 17.00
CHIESA MONASTERO
DELLA VISITAZIONE
• Festive e feriali: ore 8.00
Domenica 20
Sabato 26
TRIDUO DEI MORTI
SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero
(sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)
TRIDUO DEI MORTI
SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero
(sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)
TRIDUO DEI MORTI
SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero
(sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)
ore 9,00 riprende la celebrazione settimanale S. Messa a Madonna del Rio
Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati in casa
ore 20,30 in canonica primo incontro genitori dei Battezzandi del 10 /8
ore 20,45 Consiglio dell’Oratorio
Pellegrinaggio dei “Fasanei” alla Chiesa della Madonna del Carmine
ore 20,30 S. Messa solenne alla Chiesa del Carmine e incontro
conviviale nel giardino della Canonica
ore 17,00 a S. Bernardino rito di presentazione dei Battezzandi del 10/8
ore 18,00 a Renzano: S. Messa in onore dei SS. Nazario e Celso
Agosto
Venerdì 1
Domenica 3
Domenica 10
Sabato 16
Domenica 17
Domenica 24
Martedì 26
Giovedì 28
Venerdì 29
IL DUOMO - n. 6 Giugno 2014
Anno LXIII
ore 18,30 S. Messa alla Chiesa di S. Antonio
ore 16,00 Battesimi comunitari
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa (da lunedì a giovedì)
S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. Messa
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. Messa
GIORNATE EUCARISTICHE
Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. Messa
GIORNATE EUCARISTICHE
S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione
ore 20,30 S. Messa con processione da S. Bernardino fino al Duomo
dal 23 al 28 in oratorio: settimana per gli educatori dell’IN. d’E.
dal 30 giugno al 25 luglio – in Oratorio IN.d’E.
- abb. annuo Euro 11,00
- una copia Euro 1,05
- abb. sped. postale Euro 30,00
Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni recate agli ammalati in casa
Perdon d’Assisi con indulgenza plenaria
ore 18,30 Battesimi Comunitari celebrati in Duomo
ore 9,00 S. Messa celebrata al Lazzaretto del cimitero
ore 12,00 S. Messa a Serniga in onore di S. Bernardo
ore 16,00 Chiesa di S. Bartolomeo celebrazione della S. Messa in onore del Santo
ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”
Ultima S. Messa settimanale celebrata alla Madonna del Rio
poi si riprende alle ore 9,00 alla Casa di Riposo
ore 7,15 riprende la celebrazione della S. Messa in S. Giovanni
ore 20,30 in Canonica primo incontro per i genitori dei Battezzandi del 28/9
Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale
- Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974
- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294
- Fotocomposizione del 5/6/2014 nella Canonica di Salò
- Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)
- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it