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ITINERARI per la Navarra da Pamplona • 10 •5 NAVARRA PAMPLONA ITINERARI PER CONOSCERE LA ITINERARI PER CONOSCERE LA CITTÀ DI ASOCIACIÓN DE HOTELES DE PAMPLONA ITINERARIO 1. La Sierra de Aralar e la Valle de la Ultzama R1 ITINERARIO 2. Le Gole R2 ITINERARIO 3. La bella Pamplona R3 ITINERARIO 4. Pirenei Atlantici R4 ITINERARIO 5. Pirenei Orientali R5 ITINERARIO 6. La Ribera R6 ITINERARIO 7. Tierra Estella R7 ITINERARIO 8. Valles de Roncal e Salazar R8 ITINERARIO 9. Zona Media Este R9 ITINERARIO 10. Zona Media R10 P1. Percorso per la Pamplona Medievale P1 P2. Pamplona, piazza forte: mura, giordini ed il Palazzo de los Reyes P2 P3. Gli edifici religiosi ed il Museo di Navarra P3 P4. Pamplona nel secolo XVIII: La Cultura P4 P5. Pamplona contemporanea: Itinerario fuori porta P5 ASOCIACIÓN DE HOTELES DE PAMPLONA http://www.hotelespamplona.com EDIZIONE A CURA DI. Asociación de Hoteles de Pamplona. C/ Pedro I, 1-1º. CP 31007 Pamplona (Navarra). E-mail: [email protected]. Web: www.hotelespamplona.com TESTI. Cristina Ochoa y Ana Ulargi TRADUZIONI. Trading Traducciones FOTOGRAFIE. Archivo fotográfico del Servicio de Promoción e FOTOCOMPOSICIONE. Imagen Turística del Gobierno de Navarra, Diario de Navarra, Vivir Pamplona EGN Comunicación STAMPA. ONA Industria Gráfica DEPOSITO LEGALE. NA-1160/2006 itinerari da Pamplona i n questa guida le suggeriamo una serie d´itinerari che, partendo da Pamplona, le permetteranno di appronfondire la conoscenza della nostra Comunità in un modo comodo e semplice. Dal comfort del suo albergo, e a solo poche ore, itinerari potrà trasferirsi a paraggi di grande attrazione nei quali scoprirà la ricchezza artistica e culturale della Navarra. Speriamo che possa aprezzare questi itinerari ideati allo scopo di rendere più gradevole la sua permanenza tra noi. R0 www.hotelespamplona.com 3 I 1 tinerario Queste terre sono di una bellezza spettacolare. Sorprende ancora il verde della Navarra Umida e l’incanto dei paesi piccoli e contadini. In Aralar si coniuga lo splendore selvaggio delle creste dei monti fronzuti con i più di 60 monumenti megalitici presenti nell’altipiano e la frondosità dei boschi. Nell’Ulzama, l’ambiente diventa delicato ed i prati e valli creano una sensazione di pace difficilmente equiparabile. RETABLO DE SAN MIGUEL Di ritorno verso Lecumberri, c’immettiamo nella deviazione della N750 e lasciamo il veicolo a Iribas. In una mezz’oretta, raggiungeremo le sorgenti del Larráun in Aitzarreta, un incredibile sorgente situata ai piedi di una dirupe. Un consiglio, se ha piovuto da poco, meglio tornare indietro. Il fango rende impraticabile il sentiero. Di ritorno a Pamplona, in Urritza ci dirigiamo a Lizaso. È uno stretto itinerario circondato da boschi, prati e pascoli dell’idillico paesaggio di Basaburua Mayor, che senza renderci conto, una volta attraversato Erbiti, ci porterà fino alle valli dell’Ulzama. Nel bel comune di Lizaso, troviamo il rovereto di Orgi, uno spazio ricreativo gradevolissimo molto curato per goderci una tranquilla passeggiata. •san miguel de aralar •sorgente del larráun •rovereto di orgi LA SIERRA DE ARALAR E LA VALLE DE LA ULTZAMA S SIERRA DE ARALAR L’Altipiano di Aralar è uno spettacolo in se stesso. Con la luce dei giorni soleggiati o con la magia tenebrosa delle abituali nebbie, sfoggia sempre maestoso. Sono 208 km. quadrati di creste di roccia calcica e dolci e ondulate valli che si estendono fino in Guipúzcoa. Il 60% circa dell’altipiano appartiene alla Navarra ed il resto, alla provincia limitrofe. Dal Santuario de Aralar si domina gran parte della sua ricchezza. Fin dai tempi preistorici Aralar è stata abitata da popoli. La prova di ciò sono il 44 monumenti megalitici ed il menhir presenti nel luogo e che configurano la maggior concentrazione di monumenti megalitici in Navarra. Molti investigatori hanno studiato questi monumenti megalitici, i solchi in essi segnati ed i resti trovati in queste sepolture collettive. È un luogo dove piove molto frequentemente, tuttavia, è strano il fatto che l’Altipiano di Aralar è privo quasi di torrenti e ruscelli. Il motivo, una struttura fondamentalmente calcica che provoca che dalla sua roccia, possano sorgere centinaia di caverne e grotte, o delle sorgenti che scaricano l’acqua assorbita dalla terra. All’interno delle montagne, circolano quantità enormi di acqua infiltrata. Il fiume Larráun, come il Guadiana, conquista la superficie quando lo desidera e lo decide anche a suo capriccio, quando scomparire dalla vista di quelli che lo cercano. Il Larráun “nasce” varie volte. La prima nella sorgente di Aitzarreta, in un incredibile dirupo e con un’elevata portata a seconda delle stagioni. Poi, tutta l’acqua sprofonda in un pozzo che rende il seguente tratto della superficie il terreno completamente secco, sempre che non abbia piovuto tanto e che la terra non è stata in grado di assorbire tutta l’acqua. Anche se riappare, qualsiasi traccia viene eliminata dal burrone di Legezalde per poi “nascere” una seconda volta nella sorgente di Iribas, con una portata ancor più elevata. In un luogo come Aralar, possiamo praticare diversi sport: dallo sci, canottaggio e la speleologia, fino al trekking, l’alpinismo o il mountain bike. C’è solo da scegliere. itinerari da pamplona R1 www.hotelespamplona.com 4 ANCHE CON LA NEBBIA, COSA ABBASTANZA COMUNE IN ARALAR, SEMPRE CHE NON SIA TROPPO FITTA, IL PANORAMA NON PERDE IL SUO INCANTO. I SIERRA DE ARALAR. IL SANTUARIO DI SAN MIGUEL DE ARALAR Nell’alto dell’Altipiano, a 1.235 metri, il Santuario di San Miguel de Aralar vanta infinite virtù, ma senz’altro, quella più forte è il paesaggio. I 1.494 metri del monte Beriáin, il muraglione di San Donato, il Corredor del Araquil 700 metri più in basso, la gola di Oskía, l’Altipiano di Urbasa, la montagna rocciosa di Putretoki e in fondo più lontano, ma sempre presenti, i Pirenei, ci possono togliere il respiro. Anche con la nebbia, cosa abbastanza comune in Aralar, sempre che non sia troppo fitta, il panorama non perde il suo incanto. Inoltre, avvolge tutto in un alone magico di storie e leggende tenebrose. Tempo addietro, arrivare a San Miguel era molto più difficileo, poiché non c’erano strade e a piedi ci volevano più di due ore. Il santuario era il premio che gli esausti pellegrini ricevevano dopo la loro peregrinazione. Inoltre, ci fu anche un cappellano che si oppose sempre alla costruzione di queste strade, poiché temé che con loro, l’arduo pellegri- naggio perderebbe il senso. Il santuario di San Miguel de Aralar fu costruito nel 1074, Ha tre navate, tre absidi e un portale. Inoltre, c’è una cappella al suo interno del secolo XII della quale si racconta che fu costruita sul luogo in cui apparve un drago al cavaliere navarrese Teodosio de Goñi. Secondo la leggenda, l’arcangelo lo salvò dal drago con la sua croce e liberò il cavaliere dalle catene come condanna per aver ucciso i suoi genitori in una crisi di gelosia. COME ANDARE Per arrivare al nostro destino, dobbiamo prendere la strada in direzione di San Sebastián e Vitoria attraverso la circonvalazione e sennò, attraversando l’Avenida de Guipúzcoa dove il traffico non è tanto scorrevole. In Berriozar ambedue le strade si uniscono. Al chilometro 17, giriamo a sinistra nella circonvallazione di Irurzun immettendoci alcuni chilometri nell’autostrada e prendiamo subito la N-131 direzione San Sebastián. Avremo visto l’incantevole enclave di Dos Hermanas, due montagne gemelle separate per consentire il passaggio della strada e del fiume Larraún. Al chilometro 34, svoltiamo verso Lecumberri. Accompagnati dall’’imponente visione dell’anfiteatro naturale delle Malloas, giriamo a sinistra per accedere al Santuario di San Miguel. Ci at- Lekunberri NA-411 NA-130 Baraibar Udabe Jauntsarats Larraintzar Lizaso Auza Iribas NA-750 San Miguel de Aralar Uharte-Arakil Orgi Madoz Latasa Eraso Cía Etxarri-Aranatz Irurtzun tende una strada stretta però sicura, per attraversarla si dovrà circolare con precauzione e così, nel frattempo, si può godere il magnifico faggeto che ci circonda. Arriviamo subito al maestoso San Miguel de Aralar, sobria costruzione dalla quale si può ammirare un imponente panorama. Marcalain N-240 A-15 PAMPLONA la sierra de aralar e la valle de la ultzama R1 www.hotelespamplona.com 5 Villava Burlada I 1 la sierra de aralar e la valle de la ultzama tinerario L LA VALLE DE LA ULTZAMA La valle dell’Ulzama sembra esser uscita dall’immaginazione di un pittore. Nei suoi quadri, riflette un paesaggio ondulato e verde, dolce e delicato. Le cime non sono alte né con angoli aggressivi, ma montagne dalle linee più dolci. I larghi e verdi prati alternano il loro spazio con albereti, i boschi di faggio, roveri, pini e castagni. Le terre sono separate da siepi naturali e vive creando lotti di diversi formati e colori. In queste valli circondate da montagne, prati e boschi, ruscelli e bestiame al pascolo, si respira un clima umido e delicato, proprio dei pascoli e felceti I paesi sono piccoli e belli. Le loro case di solito sono grandi, di pietra, a due tetti e porte di mezzo punto che adornano le facciate levigate con grandi balconi. Tra loro, una menzione particolare merita Auza e Elzaburu, meravigliose località della valle dell’Ulzama. I paesi della Navarra Umida, sono contadini e forestali, anche se negli ultimi anni è stata data una forte spinta all’industria dei latticini. In tutti loro si può gustare una straordinaria cucina. Per ammirare i bei panorami delle valli, possiamo visitare Elso o accudire al belvedere di Guelbenzu, da dove si vede le valle dell’Ulzama e Basaburua, fino alle Malloas e la Sierra di Aralar. In Auza, direzione ad Elzaburu, ad appena cento metri, troviamo un itinerario che ci conduce fino alla Yeguada del la Ultzama, 120 ettari dove vivono puledri e cavalle con l’obiettivo di diventare un giorno dei purosangue per le corse dei cavalli. Un autentico spettacolo. Nei dintorni di Lizaso, vedremo le indicazioni che ci porteranno fino Occorre dire che il rovereto di Orgi sviluppa un interessante programma per coloro che sono portatori di handicap visivo. Si organizzano di solito delle attività in cui viene data precedenza agli altri sensi tranne la vista: una forma diversa di sentire la natura e che facilita il godimento completo di tutto quanto offerto dal rovereto. È che la maggior parte delle volte, molte persone non sfruttano le risorse necessarie per estrarre il meglio di quello che ci circonda, ed in generale, quasi tutti perdiamo le sensazioni indescrivibili per non saper come utilizzare tutte le nostre capacità. Oggi possiamo tentarci. all’affascinante Area Natural Recreativa (Area Naturale Ricreativa) di Orgi. Tra sentieri e cammini, la vicinanza della natura e la freschezza dei roveri e più di 50 specie più di alberi, Orgi attende la nostra visita. VALLE DE LA ULTZAMA itinerari da pamplona R1 www.hotelespamplona.com 6 itinerario 1 R1 interessante programma L´AREA NATURALE DI ORGI RANA TEMPORARIA Presso Lizaso ad appena 30 chilometri da Pamplona, si trova l’Area Naturale di Orgi. Allestito per l’arrivo del visitatore, il rovereto è solcato da sentieri che consentono di fare una gradevole passeggiata. Ci attendono 80 ettari di monti comunali in cui ci sono i roveri peduncolati e più di cinquanta specie di alberi, piante ed arbusti. Più di 40 tipi di volatili sono presenti in questo luogo dove coabitano, dal merlo al picchio, fino allo sparviero. ROVERETO DI ORGI king dove possiamo parcheggiare il veicolo. Attraverso dei cammini di più di 2 chilometri, sentiremo ad ogni passo la serenità del rovereto. In Orgi è stata curata con squisitezza ROVERETO DI ORGI R ROVERETO DI ORGI Il benvenuto ce lo dà un punto d’informazioni con i pannelli esplicativi posti presso una pergola e il par- la sierra de aralar e la valle de la ultzama la libertà della natura. Ci troviamo nel bel mezzo ad un ambiente vivo e che cresce secondo le proprie leggi. In lui, sono stati allestiti pochi sentieri e ponti molto rustici per facilitarne l’accesso, però abbiamo l’opportunità di presenziare in poltrona di prima fila lo spettacolo offerto dalla vita vegetale ed animale in libertà In questo percorso, c’è un piccolo labirinto di vegetazione che farà la delizia dei più piccoli. Inoltre, esiste un’ultima e bella parte di Orgi, però di limitato accesso. Si trova sull’altro lato della strada che conduce a Guelbenzu ed è una zona di rigenerazione forestale. R1 www.hotelespamplona.com 7 I 2 •foz di lumbier •foz di arbaiun tinerario LE GOLE FOZ DI LUMBIER GLI AVVOLTOI COME ANDARE FOZ DI LUMBIER Usciamo da Pamplona direzione Zaragoza-Madrid e prendiamo la deviazione verso Jaca-Huesca dalla N240. Lasciamo dietro di noi il passo di Loiti e giriamo a sinistra nella N150 che, a tre chilometri, ci lascerà nel bivio della Foz di Lumbier. Domeño 178 NA- FOZ DI ARBAIUN Per visitare Arbaiun, c’immettiamo sulla strada di Lumbier, la statale N178, e già in Domeño ci dirigiamo ad Usún. Dal ponte di Usún, parte uno strettissimo sentiero di 3 chilometri scavato nella roccia che fu canale d’acqua fino a Lumbier. Pam plo na Lumbier Foz de Lumbier N-2 40 Liédena itinerari da pamplona R2 www.hotelespamplona.com 8 Foz de Arbaiun Jaca ITINERARIO: 90 KMS 40 ETTARI DI RESERVA NATURALE Nella Foz di Lumbier o in quella di Arbaiun, uno sente, indifeso, la forza della natura. Ci colpisce il potere dell’acqua e l’erosione, che per milioni di anni, sono riuscite a scavare delle gole nella montagna. Sono paraggi inaccessibili di pareti verticali, alvei profondi, rupi solcate da crepe e caverne, rifugio di molti animali, in special modo volatili. Predominano gli avvoltoi fulvi, gli avvoltoi, i falconi e i nibbi. Non a caso la Foz di Arbaiun fu dichiarata Zona Speciale di Protezione di Volatili. F FOZ DI LUMBIER Ci attende una gola di un poco più di un chilometro, 40 ettari di riserva naturale ed un dislivello di 130 metri solcato dall’acqua su dure rocce calciche. Al principio ed alla fine il passaggio è stretto, anche se al suo interno l’ampiezza va man mano crescendo. Luogo impenetrabile ad eccezione dei coraggiosi trasportatori di tronchi su zattere, vide passare fino agli anni 50 la ferrovia “L’Irati” attraverso due tunnel perforati nella montagna. Ora, l’antica ferrovia facilita un sentiero nella Foz. In lei, troviamo un ponte diroccato del XVI che, secondo racconta la leggenda, lo costruì il diavolo. FIUME SALAZAR FOZ DI ARBAIUN F FOZ DI ARBAIUN Arbaiun è una Riserva Naturale di 1.164 ettari. Il fiume Salazar percorre 6 chilometri da vertigine, per una gola di 385 metri di profondità e 550 di separazione media tra le sue pareti. Ha una strana struttura: radicalmente verticale nella parte superiore con pareti scoscese di dura roccia calcarea e la parte più in basso, più dolce, di roccia calcica sabbiosa, meno resistente e permeabile, che favorisce il logorio del tempo. Annovera un’enorme diversità di vegetazione, anche se predominano i roveri e querce, faggi, lecceti, rovereti e bosso. GLI AVVOLTOI FULVI le gole R2 www.hotelespamplona.com 9 I 3 tinerario PUENTE DE LA MAGDALENA •la città dei parchi LA BELLA PAMPLONA P PERCORSO PER PAMPLONA Con appena 190.000 abitanti, annovera una gran qualità di vita, senza intasamenti, né fumi e con buoni servizi assistenziali. I quartieri nuovi sono realmente attraenti e dispongono di tutti i mezzi alla loro portata, ma il nucleo della vita sociale e commerciale è il suo bel centro storico. TORRI DI SAN CERNIN Dalla Plaza del Castillo, scendiamo per Chapitela fino alla piazza dell’Ayuntamiento (Municipio) e la sua facciata barocca, immagine dei chupinazos (lancio di mortaretti). Sulla mitica salita di Santo Domingo, troveremo il magnifico Museo di Navarra. Nella salita, una piccola nicchia segnala dove San Fermín riceve i canti dei ragazzi prima dell’encierro (la corsa davanti ai tori). Seguendo il percorso della corrida, passiamo per il Municipio e la famosa curva dei Mercaderes. Lasciamo il percorso dell’encierro e saliamo la calle Curia fino alla gran Cattedrale gotica ed il Museo Diocesano. Presso la cattedrale, la bella e incantevole piazza di San José, culmina in un angolo incantevole: un vicolo che separa due case unite tra di loro da una passarella rialzata coperta. Dietro, il baluardo del Redín e la nota osteria medievale Per trovare le sue origini, dobbiamo rimontare agli anni 7574 avanti Cristo, quando il generale romano Pompeyo si attendò in questi luoghi, dove già abitava un popolo indigeno bascone e fondò la città romana di Pompaelo. Nel 276 fu rasa al suolo dai barbari. Nella sua ricostruzione, sorsero “tres pamplonas”. Erano i tre borghi: quello di San Cernin o San Saturnino popolato dai franchi, quello di San Nicolás con artigiani franchi e navarresi e quello di Navarrería con i basconi. Per tre secoli, subirono sanguinanti tensioni fino al 1423. Il re Carlos III il Nobile, con il Privilegio dell’Unione, fece in modo che Pamplona diventasse definitivamente una. Nel 1512, Pamplona e Navarra passarono a formar parte del territorio spagnolo, ma con una serie di privilegi raccolti nel Foro Navarrese. Attualmente, Pamplona è il luogo della gente venuta da tutta la comunità provinciale e il capoluogo della Navarra è la LA CORSA DAVANTI AI TORI. del Caballo Blanco. Seguendo la muraglia, intopperemo con il Portal de Francia, porta d’entrata dei Pellegrini del Cammino di Santiago. Ritorniamo per la calle del Carmen ed infiliamo la Estafeta, l’itinerario dell’ “encierro”. In esso troverà la casa degli Itúrbide ed il Palazzo dei Goyeneche, del XVIII se- origini sintesi della Montagna e della Ribera. È anche un grande centro universitario grazie all’Università Pubblica della Navarra ed all’Università della Navarra. Gli studenti invadono Pamplona con la loro voglia di divertirsi in ottobre e non l’abbandonano fino a luglio. Inoltre, se uno vuole, a meno di 10 chilometri siamo in pieno natura e, senza il bisogno di uscire da Pamplona, possiamo goderci gli innumerevoli giardini, un autentico piacere per i sensi. Alcuni ultimi appunti gastronomici: a Pamplona si mangia che è una meraviglia. Il meglio di tutta la cucina navarrese, agnello arrosto o al chilindrón, verdure squisite, pesce fresco (il mare è ad un’ora) e vini di gran qualità, tutto ciò lo troviamo in Iruña (Pamplona). È un’occasione eccellente per andare a mangiare degli stuzzichini. itinerari da pamplona R3 www.hotelespamplona.com 10 PAMPLONA HA UN INCANTO DIFFICILE DA DIMENTICARE. È UNA CITTÀ SEMPLICE, ANTICA E MODERNA ALLO STESSO TEMPO. PAMPLONA colo. Al fondo ci aspetta la piazza della corrida ed il monumento allo scrittore nordamericano Hemingway, che rese famoso il San Fermín con il suo libro “Festa”. Nella calle Mayor possiamo ammirare il palazzo di Ezpeleta. Culmina nella chiesa di San Lorenzo, la sua adorata cappella di San Fermín e la piazza di Recoletas. Il viale di Carlos III è sovrastato dal Monumento ai Caduti e nell’altro estremo, dal Teatro Gayarre ed il neoclassico Palazzo di Navarra o la Deputazione. Venne costruito nel 1851 da José de Nagusia e possiede un bel Salone del Trono. Presso la facciata del Paseo Sarasate, c’è l’elegante Archivio della Navarra e la longeva sequoia che primeggia nel giardino. Di fronte, troveremo uno del più bei giardini di Pamplona: la Taconera. Nel Paseo Sarasate o Valencia, si erige il Monumento ai Fori del 1903. Simboleggia i privilegi della Navarra e le sue leggi. Nelle vicinanze, ci attende la bella chiesa-fortezza di San Nicolás, del secolo XIII. Dietro, la calle San Miguel conduce all’incantevole piazza di San Francisco. Lì vicino, nella calle Ansoleaga, c’è la Camera dei Comptos Reales ed alla fine, la chiesa di San Cernin o San Saturnino. Lì possiamo ammirare il “pocico” (pozzetto) nel quale San Cernin battezzò i primi navarresi, tra i quali San Fermín. Ha un bell’atrio del XVIII secolo, portale e timpano. Usciamo all’Avenida del Ejército, ed incontriamo l’incantevole Vuelta del Castillo e la Ciudadela (Cittadella), preziose mura a forma di stella, con baluardi a punta di freccia. Al suo interno, troveremo diverse esposizioni culturali. L LA PIAZZA DEL CASTELLO I navarresi di nascita o di adozione professano uno speciale affetto alla Plaza del Castillo. Numerose generazioni hanno vissuto le feste, le sere d’estate e le mattine della domenica sotto i suoi portici. Da lei sorge, come se si trattasse dell’epicentro di una ragnatela, stretti e frequentati vicoli del centro storico di Pamplona. L’inizio della costruzione di questa piazza avvenne nel 1651 e così denominata, perché anticamente fu un paraggio prossimo all’antica fortezza di PIAZZA DEL CASTELLO la bella pamplona R3 www.hotelespamplona.com 11 I 3 la bella pamplona tinerario La Cattedrale di Santa María la Real La Cattedrale di Pamplona impressiona ed inganna. Davanti alla sua facciata neoclassica di Ventura Rodríguez del 1783, uno immagina una cattedrale indifferente. Niente a che vedere con la realtà. Il suo interno gotico è molto accogliente. La Cattedrale, ed in particolare le sue torri, è l’emblema della città. Iniziò romanica nel secolo XII, finché la distrussero nella guerra della Navarrería. Da quella tappa, il Museo di Navarra conserva dei bellissimi capitelli e la presente cattedrale gotica mantiene ancora la cappella di San Gesù Cristo. Nel 1394, ebbe inizio l’opera e terminò nel 1472. Attualmente, la sua pianta a croce latina con tre navate, cappelle laterali e testata con cappelle, mostra il magnifico risultato di una recente restaurazione conclusa nel 1994: sfoggiano come risuscitate delicate vetrate, una squisita policromia e legni lavorati. Il suo angolo più lodato corrisponde al chiostro gotico francese, uno del più belli d’Europa. Qualsiasi persona rimane meravigliata dall’armonia e pace che si respira in essa e la ricchezza di ogni singolo arco, grandi finestre, rilievi,... I suoi corridoi incorniciati da sei archi appuntiti, le porte del chiostro Amparo e Preciosa, gli archivolti e la loro decorazione geometrica e figurativa, sono degni di ammirazione. Piace anche in modo particolare la particolare cappella Barbazana, con una volta a croce stellata a otto punte, ed il mausoleo di Carlos III el Noble e Doña Leonor, luogo di riposo dei re stesi in Luis Hutín nella quale si tennero tornei ed incluso corride di tori. L’edificazione della piazza terminò nel secolo XVIII ed in essa continuarono le corride di tori fino al 1844. Ora, come in tanti altri momenti, la vita gira attorno alla Piazza dello Ca- posizione giacente e con una lunga tunica e corona. Nelle vicinanze, l’immagine romanica laminata d’argento di Santa María la Real. Il museo Diocesano si trova all’interno nella stessa cattedrale. Con entrata dalla calle Dormitalería, in esso ci sono immagini religiose, pale d’altare gotiche e rinascimentali, ori ed oggetti liturgici. Di seguito, possiamo ammirare una bella sagrestia rococò, una Cappella di Musica del secolo XVI, le pale d’altare gotiche del Santo Cristo e di San Tommaso e quella di San Giovanni Evangelista, il Crocifisso di Juan de Bazcardo ed il Cristo di Anchieta. Ah! Non si perdano, presso la cattedrale, l’accogliente Piazza di San José. stello. Sul bel mosaico della piazza, gente di diverse generazioni si riuniscono per conversare, condividere opinioni ed informarsi di quello che avviene nella nostra Navarra. Lai chiamano il “stanza di soggiorno dei pamplonesi” e la cosa vera è che uno lì si trova a suo agio. È una bella esperienza collocarsi nell’edicola, in pieno centro della piazza, e ruotare su se stesso di 180 gradi posando lo sguardo su ciascuna delle case che conformano la Plaza del Castillo, quasi tutte del secolo XVIII, i loro balconi, torrette, attici, grandi finestre,... EL BALUARTE itinerari da pamplona R3 www.hotelespamplona.com 12 itinerario 3 R3 Anticamente, fino al 1910, invece dell’edicola, c’era una fontana disegnata da Luis Paret, sulla quale regnava la statua dell’Abbondanza, la “Mari Blanca”, che oggi possiamo ammirare nei giardini della Taconera. Questa piazza è stata completamente ristrutturata nel 2004. P PAMPLONA, ZONA VERDE Pamplona respira bene: ha buoni polmoni. Uno può perdersi nei suoi quattro milioni di metri quadrati di giardino. Anche le rotonde stradali sono un’autentica opera d’arte floreale, soprattutto in primavera. Appena entrati alla vicina Avenida del Ejército, incontreremo un altro bel parco, quello della verde spianata della Vuelta del Castillo. Circonda la Cittadella, un prezioso recinto murato a forma di stella, i cui baluardi termina- vano a punta di freccia e che accoglie diversi edifici di origine militare nei quali si organizzano numerose esposizioni d’arte. Fu fatto edificare da Felipe II, e dal 1.973, è Monumento Nazionale. In esso si riuniscono i pamplonesi per praticare lo sport, pasLA CITTADELLA la bella pamplona R3 www.hotelespamplona.com 13 I 3 la bella pamplona tinerario la taconera ga Ar Río AYUNTAMIENTO Avda Bayona Il parco della Taconera, prossimo alla chiesa di San Lorenzo, presume di una singolare bellezza. In questo curato giardino, si mescolano alberi, siepi, fiori e sentieri con monumenti emblematici: quello del tenore Julián Gayarre o quello della cara Mari Blanca (precedentemente nella fontana della piazza del Castillo), il bassorilievo di bronzo dell’umanista Huarte de San Juan o l’atrio di San Nicolás. Tutto ciò, assieme alle muraglie ed i suoi fossati in cui vivono cervi, daini, anatre, pavoni,... È particolarmente bella la visita della Taconera a Natale, quando i fossati diventano un gigantesco presepio con figure a formato reale, illuminazione natalizia e la curiosità attonita degli animali. or May eta taf Es TACONERA José San Pza CATEDRAL BURLADA PZA CASTILLO Palacio de MEDIA Navarra LUNA BALUARTE Navarra Avda Baja Avda Ejércit o VUELTA DEL CASTILLO CIUDADELA seggiare o, semplicemente, prendere il sole. Pamplona, mostra uno stile diafano, orientale, con geyser incluso. Accoglie al planetario di Pamplona. Un altro bel parco è quello della Media Luna, un luogo giusto per gli innamorati. Tra siepi, fontane e pergole, si possono godere le straordinari panorami dell’Arga, gli orti della Magdalena e la cattedrale. Tutto ciò senza dimenticare il passaggio del fiume Arga per Plamplona e i frondosi viali fluviali ed il bel campus dell’Università di Navarra presso il fiume Sadar. Il parco giapponese di Yamaguchi è il più moderno di tutti. In onore a Yamaguchi, città gemellata con Non è da meravigliarsi che più di 75 tipi di volatili scelgano questo paradiso naturale per vivere. RONDA BARBAZANA itinerari da pamplona R3 www.hotelespamplona.com 14 I 4 •señorío de bértiz •elizondo •grotte di urdax e zugarramurdi tinerario PIRENEI COME ANDARE Usciamo da Pamplona per la Avenida Baja Navarra, lasciamo Burlada a destra ed intraprendiamo l’itinerario in direzione della Francia per la provinciale N121A. Nella seguente rotonda e nel prossimo incrocio, infiliamo di nuovo questa stessa direzione. Passeremo molto vicino a Lanz, nella falda del monte Saioa, rinomato per il suo carnevale. Lasceremo a destra la Venta de Ulzama, dove sulla strada di ritorno dobbiamo provare la casereccia cagliata. Molto vicino, troveremo l’entrata al Señorío di Bértiz, un magnifico spettacolo di accurati giardini e bosco selvaggio. Il paesaggio del passo, pieno di burroni e monti, è impressionante, ma la strada è ampia e permette di realizzare varie soste per ammirare dei bei panorami. Se continuiamo l’itinerario per la strada N121 b, si arriva ad Elizondo, bella cittadina con case incorniciate da travi di legno e scudi signorili, poste ad un lato e dall’altro del fiume, separata da vari ponti pieni di un incanto umido. Alcune case sembrano sorgere dallo stesso fiume Baztán. Dobbiamo superare il passo di Otsondo, fino a raggiungere la cima che ci offre una panoramica spettacolare. Iniziare la dolce discesa di sette chilometri fino ad arrivare ad Urdax ed il suo popolare quartiere di Dantxarinea, dove giriamo a sinistra fino ad arrivare attraverso una strada stretta alle grotte di Zugarramurdi, dove ancora si sente parlare di storie di streghe e tregende. Di ritorno alla strada statale, potremo imboccare la strada verso Urdax e le Cuevas (Grotte) Ikaburu, il paradiso delle stalattiti e delle stalagmiti. Una bella escursione. Urdax–Urdazubi ATLANTICI Nella valle del Baztán, la magia propria del nord della Navarra corona dei paesaggi affascinanti, paesi pieni di semplicità ed una gastronomia straordinaria. La ricchezza dei suoi estesi pascoli sempre verdi si riflette nel bestiame di questo idillico luogo. I roveri e i faggi predominano nei boschi frondosi. S SEÑORÍO DE BÉRTIZ Il Señorío de Bértiz sono 2.000 ettari sfruttabili fino all’ultimo centimetro: il suo spettacolare giardino botanico, i palazzi ed il bosco agreste e selvaggio che circonda questo Pedro Ciga y Mayo ne fu l’ultimo proprietario. Lo acquistò nel 1889 per 650.000 pesetas dell’epoca in oro. Appassionato della natura, questo danaroso avvocato riuscì a creare un magnifico insieme conformano un luogo incantevole e di vitale importanza in Navarra. giardino botanico con più di 120 specie provenienti da tutti i continenti. Alla sua morte nel 1949, Pedro Ciga donò Bértiz alla Deputazione Forale di Navarra con una sola condizione: dovevano conservare la proprietà senza variarne le caratteristiche. N-121B Zugarramurdi Bértiz N-121A Oronoz–Mugaire Elizondo Oggi è un Parco Naturale, ma in altri tempi, fu un territorio che venne concesso ai signori della valle in ricompensa del mantenimento della neutralità di Navarra di fronte la Francia e La Castiglia. Il suo curato giardino arboreo permette di percorrere, botanicamente parlando, molti paesi. Debitamente se- A Pamplona itinerari da pamplona R4 www.hotelespamplona.com 16 I MONTI, POCO A POCO, PERDONO ALTEZZA MAN MANO CHE SI AVVICINANO AL MARE CANTABRICO. SEÑORÍO DE BÉRTIZ gnalizzate, più di 120 specie attendono il visitatore in un recinto da sogno solcato da ponti, cascate, pergole, sentieri e stagni. Alcuni di questi alberi ed arbusti, furono portati da Pedro Ciga nei suoi innumerevoli viaggi e tra loro, possiamo distinguere un esotico gingko dalle foglie a ventaglio, una palma cica (piccola) di Java ed una sorprendente giungla di bambù. Se ciò è poco, il Señorío dispone di un Centro d’Interpretazione della Natura situato nel casale di Tenientetxea. Una cappella di stile modernista, completa l’insieme del Señorío. È ci rimane ancora il monte. A piedi, in bicicletta o a cavallo, possiamo prendere la via che parte dal giardino e sommergerci in una vegetazione che c’inonda con la sua selvaggia bellezza. Ci attende un impenetrabile bosco di faggi, roveri e castagni, solcato da un sentiero di 11 chilometri che termina nel palazzo di Aitzkolegi, un vero capriccio che Pedro Ciga regalò a sua moglie, dal quale si può si possono vedere dei meravigliosi panorami. Questo bosco ospita molte specie animali, alcuni in estinzione. Da porre in evidenza le 50 specie di volatili localizzati a Bértiz. Tutto da ammirare! E ELIZONDO La bella località di Elizondo è il centro più importante della Valle del Baztán, centro commerciale ed amministrativo. Tutta la valle forma un solo termine comunale e le proprietà comunali possono essere utilizzate da qualsiasi abitante del luogo. Elizondo, luogo scelto per celebrare fiere e mercati, è una popolazione attiva, sempre in costante ebollizione. Il nordico casale di Elizondo sporge sulle rive del fiume Baztán o Bidasoa. Le case di solito sono grandi, a due tetti e potenti grondaie che proteggono i bei balconi di legno. Le porte, formati da un arco ed androne, raccolgono lo sguardo del viandante. Attirano la nostra attenzione le nume- rose case signorili e palazzine che adornano Elizondo, specialmente nella via principale. Da queste terre, ci furono tempi in cui gli abitanti dovettero emigrare in America. Altri costruirono il loro futuro come nobili nella Corte di Madrid e ottennero dei titoli nobiliari. Alcuni nobili ed indiani ritornarono e portarono con sé la loro fortuna. Tra queste ville, una particolare attenzione merita il Palazzo barocco di Arizkunenea. Fu edificato nel 1730 da Miguel de Arizkun, importante corteggiatore della Corte di Felipe V. Durante la prima guerra carlista ebbe come illustri ospiti il pretendente al trono di Spagna, Carlos de Borbón, Zumalacárregui ed il generale Espoz y Mina. La costruzione porticata della Casa Concistoriale è barocca del secolo XVIII. Conserva ancor’oggi al suo interno l’antica bandiera della valle, che secondo quanto si racconta, ondeggiò nella battaglia delle Navas de Tolosa nel 1212. ELIZONDO pirenei atlantici R4 www.hotelespamplona.com 17 I 4 pirenei atlantici tinerario Altre costruzioni di rinomanza sono la casa di Istekonea, i palazzi Cabo de Armería Arozarena e quello di Arretxea, la casa Francesenea, il Palacio Duate, la Casa del Virrey (viceré) e la Chiesa di Santiago. Per gli amanti delle cose dolci, qui trovano la loro perdizione. La pasticceria Malcorra elabora un delizioso cioccolato alle nocciole. Non è che l’inizio. In Elizondo le ricche terre offrono prodotti di straordinaria qualità: la carne di manzo, l’agnello e il maiale è magnifico, la trota salmonata squisita, e nei dessert, la cagliata e la ricotta, da togliersi il cappello. Un piatto tipico è il Txuri-tabeltz, un intingolo elaborato con trippe di agnello molto buono. GROTTE DI ZUGARRAMURDI G GROTTES DE URDAX O DE IKABURU Malgrado le grotte di Zugarramurdi siano più famose per la loro relazione con la stregoneria, quelle di Urdax sono più belle e spettacolari. Quasi in frontiera con la Francia, Urdax è una bella località contadina, passo obbligato del Cammino di Santiago. Di lì la sua origine. Dal 1221, la cittadina fu sotto il gran potere del monastero di San Salvador de Urdaz, antico ospedale di pellegrini, fino al 1789. Di questo monastero, dato a fuoco e saccheggiato nella Guerra della Convenzione ed abbandonato nel 1839, possiamo vedere la sua imponente chiesa. Altre parti, come il chiostro, vennero abilitate poi come case. Il resto degli costruzioni appartengono ai secoli XVI e XVII. In direzione di Zugarramurdi, presso il casale di Matxingonea, troviamo le grotte di Ikaburu, dove si racconta che vivevano le lamie, esseri metà donna e metà pesce. Sono 350 metri di grotta, con diverse cavità minori sempre impregnati dalla sensazione che si sente nell’osservare come le stalattiti e le stalagmiti grigiastre per la calce e lucide per il magnesio, nascono e muoiono. Dalle sue numerose ramificazioni, sorgono incredibili sale che trattengono il suono di un ruscello: l’Urtxuma. Questa grotta è stata allestita per il visitatore con una buona illuminazione e scale. Inoltre, Urdax ha due giacimenti preistorici, rappresentati dalla grotta di Alkerdi e quella di Berroberría. Possiamo vedere anche il casale di Axular, dal quale Pedro de Aguerre gran scrittore classico in euskera (lingua basca), prese il suo nome. Una leggenda racconta che il diavolo le insegnò la negromanzia a cambio della sua anima. Ma Pedro Axular cambiò d’opinione quando era venuto il momento del “pagamento” ed uscì fuggendo. Satana lo inseguì, ma poté acciuffare solo la sua ombra. Perciò, Axular fu conosciuto come “l’uomo che perse la sua ombra”. Molti altri racconti leggendari di stregoni o itxikos, frutto dell’immaginazione della gente, volano sui paesaggi che circondano Urdax. Inoltre, in Urdazubi-Urdax, si può gustare degli eccellenti piatti: saporiti funghi, fagioli, porri, cicorie così come succose carni di manzo ed agnello o per quanto riguarda il dessert, cagliate caserecce e ricotta di latte di pecora. itinerari da pamplona R4 www.hotelespamplona.com 18 itinerario 4 G DOLMEN IN GORRAMENDI rimonia di culto al diavolo, il quale si presentava sotto forma di montone o di essere umano. Dopo un rito in cui mangiavano i morti cominciava la sfrenatezza orgiastica. GROTTES DEI ZUGARRAMURDI Zurragamurdi nacque come fattoria del monastero di San Salvador de Urdax. Si trova in una zona della Navarra di radicate tradizioni precristiane che furono i precursori della stregoneria, in particolar modo nei secoli XVI e XVII. Storicamente, dobbiamo rimontarci all’esecuzione di sentenza dell’Inquisizione del 1610 in cui 31 abitanti di Baztán, Urdax e Zugarramurdi furono accusati di stregoneria e portati a Logroño. La Santa Inquisizione li imputò di partecipare nelle messe nere ed orge, di possedere il demonio, di commettere atti di vampirismo e necrofagia, lanciare malefici e provocare tempeste. Alcuni confessarono e si salvarono. Tredici morirono nelle crudeli prigioni di allora e davanti a trentamila spettatori, sei di loro furono bruciati vivi e cinque morirono in statua. Le grotte in cui falsamente si celebrarono queste tregende, sono a 400 R4 Tra tanta magia e leggenda, probabilmente molti malintenzionati abitanti approfittarono per incolpare dei mali alla gente del paese, che dopo la tortura, si dichiaravo colpevoli. Probabilmente, il motivo di queste riunioni era più che altro la voglia di rompere la monotonia e godersi tutto ciò che è proibito, però niente atti diabolici. metri da Zugarramurdi presso il prato di Berroskoberro o Akelarre. Si accede da una cavità incavata dalla regata dell’Inferno o Infernuko erreka. L’acqua la percorre 120 metri attraverso un tunnel che raggiunge altezze di 12 metri, interrotto da due gallerie ancor più elevate. Una si chiama Sorgin-leze, grotta delle streghe. Si racconta che coloro che desideravano incontrare Lucifero si spostavano volando su delle scope o convertiti in animali. Assistevano ad una ce- Nella denominata Cueva Grande (Grotta Grande), durante le feste patronali, si realizza il 18 agosto un luculliano pranzo. Su di un falò, si collocano pezzi di montone arrostito o ziriko-jatea, infilzato in stecchi. Accompagnato da una piperrada (Contorno a base di peperoni rossi, pomodori e uova sode triturate con olio e aceto) ed una minestra, configurano un tradizionale atto che congrega molti vicini della zona ed anche dal paese limitrofe. QUINTO REAL pirenei atlantici R4 www.hotelespamplona.com 19 I 5 tinerario •orreaga-roncesvalles •fabbrica d´armi di orbaiceta •bosco di irati PIRENEI ORIENTALI Questa è l’occasione per percorrere una parte del Cammino di Santiago, però in senso opposto. Dall’affascinante complesso monumentale di Roncesvalles, sorge il Cammino di Santiago in Spagna. O IBAÑETA: MONUMENTO A ROLDÁN ni più tardi di trasferirlo a Roncesvalles. Cominciò subito a ricevere la Colegiata i favori dei nobili, pellegrini e monarchi europei, in particolar modo quelli di Sancho VII el Fuerte. ORREAGARONCESVALLES A Roncesvalles, punto di partenza del Cammino di Santiago, uno sente la storia e la leggenda emanata da questo mitico posto. Fu un enclave vitale in Europa durante il Medioevo. Migliaia di pellegrini accorrevano da tutte le parti. La Chanson de Roland, il canto delle gesta più antico di Francia (secolo XI) trapassò frontiere raccontando la storia del leggendario eroe, che perse la vita in quei paraggi nella battaglia in cui Carlo Magno fu sconfitto dai Baschi nel 778. La Colegiata conserva anche una bella immagine di Nostra Signora di Roncesvalles, del secolo XIV, interamente ricoperta d’argento, tranne il viso e le mani. È sorprendente l’espressione dei suoi occhi a mandorla guardando il bambino. Nel 1127, venne costruito un ospedale nell’alto di Ibañeta, però le nevi ed il freddo, consigliarono cinque an- La Colegiata La real Colegiata, di stile gotico rurale francese del secolo XIII e con cinque magnifiche vetrate, è composta da tre navate senza arco incrociato, un chiostro del XVII ed una bella sala capitolare, anche cappella di San Agustín o Preciosa, dove riposano le spoglie del re Sancho VII el Fuerte e la sua sposa. Questo mausoleo raccoglie le dimensioni reali del re. Non è uno scherzo. Uno studio sul suo femore dimostrò quello che le cronache dell’epoca dicevano: era alto 2,25 metri. Nell’edificio più antico, la Cappella del Sancti Spiritus o Silo de Carlo Magno (secolo XII), sono sepolti i pellegrini che morivano in Roncesvalles e come dicono, i dodici paia di Francia morti nella battaglia di Roncesvalles. Si racconta che fu edificata sulla pietra nella quale Roldán conficcò la sua spada Durandal dopo la sconfitta. Il museo conserva oggetti di ceramica, oggetti d’oro, sculture e pitture, in modo particolare la Sagrada Familia (la Sacra Famiglia) di Luis de Morales, un trittico fiammingo e l’Evangeliario di Roncesvalles o el ajedrez di Carlo Magno (scacchi). Inoltre, Roncesvalles si completa con la Cappella di Santiago e la Cruz de los Peregrinos (Croce dei Pellegrini) che dal XVI secolo ci saluta quando lasciamo Roncesvalles. itinerari da pamplona R5 www.hotelespamplona.com 20 UN CAMMINO IMMERSO NELLA BELLEZZA DEI VERDI PAESAGGI DELLA PROVINCIA E L’OSPITALITÀ DEI SUOI BEI PAESI. L RONCESVALLES. LA FABBRICA D´ARMI DI ORBAICETA Questo è, senz’altro, un enclave speciale. La Fabbrica d’Armi di Orbaitzeta chiusa già da più di un secolo e la natura ha conquistato molti dei suoi spazi. Si fondono le sterpaie e la vegetazione frondosa con la struttura di ferro e pietra, gli archi della sua architettura con un paesaggio più consone ad un parco naturale più che ad un’attività industriale. C’è un po’ di irreale in questo luogo e, innanzi tutto, ci sono degli angoli che impressionano per la loro strana bellezza, per il loro silenzio. Venne chiamata la Reale Fabbrica di munizioni per armamento. Si trova in una zona ricca di giacimenti di rame, mercurio, ferro, argento, zinco e piombo. Anticamente, in questo posto ci fu una ferriera medievale. Dobbiamo rimontarci all’anno 1784, quando il re Carlos III di Spagna comprò questa fonderia. Ai quei tempi, le risorse minerarie erano già esaurite, cosicché si fece portare i materiali dalle miniere della Biscaglia. Questa fabbrica si dedicò alla fabbricazione di bombe d’ar- tiglieria e lingotti di ferro. Per la sua alta produttività e la vicinanza alla frontiera, fu oggetto di numerosi attacchi, saccheggi ed incendi sino a che alla fine cessò l’attività nel 1873. Per anni abbandonata, venne “risuscitata” con dei lavori di restauro che fecero venire alla luce parte di quello che fu. Non è che succeda molto spesso il fatto di poter visitare una esempio di architettura imprenditoriale ed industriale di quei tempi e la Fabbrica di A Valcarlos COME ANDARE dei cervi maschi. Ibañeta Riprenderemo la N135 per Selva de Irati passare i passi meno ripidi di Erro (801 m.) e Mezquíriz Roncesvalles (922 m.). Attraverseremo Fábrica Burguete, paese di passaggio NA-138 Orbaiceta del Cammino di Santiago che Burguete mantiene una carreggiata pelleNA-140 Eugi grina ed imponenti casone blaEmbalse sonate. Arriviamo ad OrreagaAribe Roncesvalles, enclave vitale in Europa durante vari secoli ed un Erro luogo incredibile con un immenso Zubiri significato storico per la Navarra. NA-135 Di nuovo, retrocederemo, e prenderemo la strada provinciale NA140. Lasciamo Garralda, arriviamo ad Aribe e, in questo punto, prendiamo il bivio per Orbaiceta, fino Di ritorno ad Aribe, prenderemo il bivio per ad arrivare alla sua bella Fabbrica d’Armi, accompagnati dall’impressionante immagine Villanueva de Aézkoa, in una valle di 925 metri della Selva de Irati. Sorprende un po’ il fatto di altitudine dove troveremo i suoi famosi hórreos (silos), e la chiesa di San Salvador. di visitare una fabbrica d’armi. Quando la vedremo, comprendiamo perché è un luogo Infine, prudenza per le strade in inverno: la magico. neve ed il gelo sono un fattore comune. AP amp lona Lasciamo Pamplona direzione Burlada e nell’incrocio di Villava (paese natale del campione di ciclismo Miguel Induráin), imbocchiamo la statale N135 in direzione della Francia. Attraversiamo Huarte e continuiamo verso la Francia e Zubiri, accogliente località con un ponte gotico medievale del quale si dice che può curare la rabbia. Ci attente un paesaggio incantevole. Prendiamo la strada N138 che tra 7 chilometri ci condurrà fino ad Eugui. È un paesetto molto piccolo composto di poche, però grandi casone nordiche ubicate presso il lago artificiale di Eugui, dove viene raccolta l’acqua per la regione di Pamplona dal 1971. Essendo destinata per l’uso potabile, il bagno non è permesso. Questo lago artificiale spesso ci regala il riflesso di Eugui e il monte Quinto Real, 5.900 incredibili ettari popolati da faggi, aceri, agrifoglio, bosso, cinghiali, volpi, cervi,... All’inizio dell’autunno, si può ascoltare il muggito pirenei orientali R5 www.hotelespamplona.com 21 I 5 pirenei orientali tinerario ORBAICETA: FABBRICA D´ARMI Orbaitzeta ci racconta molto riguardo a ciò che fu la vita quando attorno a lei non si sentivano ancora il vocio dei lavoratori. Osserveremo le case degli operai attorno alla piazza e una parte del processo di fabbricazione delle armi: le officine, i deposi- ti, due forni di fonderia,... il cuore della fabbrica. Inoltre, è il canale costruito per profittare la forza del fiume Legarza, un condotto che ancora conserva i suoi solidi de muri e resti di alcune sor- prendenti volte che lo conformarono. Ed inoltre, da questa fabbrica, partono le escursioni per la visita dei monumenti megalitici e resti romani di Urkulo e le montagne più vicine, Ortzanzurieta e Mendilaz. I URKULU IL BOSCO DI IRATI Da sempre la Selva del Irati è stata legata al mondo delle leggende. Non c’è da meravigliarsi. In un paraggio così bello, dove il silenzio condivide il suo spazio con suoni indecifrabili, uno immagina di vedere il mitico Basajaun, un essere molto alto e una lunga chioma di capelli, che s’appoggia su di un palo. Se lo troviamo nel nostro cammino, non dobbiamo fuggire né farlo arrabbiare. Se facciamo quello che ci dice, sarà la nostra inoffensiva guida. La Selva del Irati è la maggior macchia forestale della Navarra e la seconda concentrazione di faggi d’Europa. Si trova in una depressione solcata dal fiume Irati ed i suoi affluenti, con un’estensione boschiva di 12.400 ettari: tra i quali, 6.250 sono del monte Irati e 1.800 del monti de la Cuestión. Principalmente, è configurata da faggi ed abeti, specie autoctone. In autunno è affascinante osservare gli inverosimili colori creati dalla propria natura. itinerari da pamplona R5 www.hotelespamplona.com 22 itinerario 5 Per molto tempo, la Selva del Irati rimase vergine, ma nel secolo XVIII fu oggetto di aspre dispute tra la Francia e la Spagna. Le guerre nate dal desiderio di possedere quel legno per la loro flotta marittima e dagli abeti sorgevano i migliori alberi maestri. Nel 1856, il Tratado de Límites, (il Trattato dei Limiti) concesse i terreni alla Spagna ed anche in questo secolo, venne concesso al governo l’abbattimento gratuito degli alberi per l’Armata. Lo sfruttamento si estese ancor più in là del secolo XX. Ma di tutto questo si salvò una parte della selva vergine nel Monte La Cuestión, 20 ettari di bosco inalterato chiamato riserva di Lizardoya o El Parque. Gli abeti raggiungono altez- R5 ze di 40 metri ed i tronchi misurano più di un metro di diametro. Le frondose coppe impediscono a volte di vedere il cielo. Un’autentica delizia. A nord, il lago artificiale di Irabia è di una straordinaria bellezza. Si può girarci attorno su tutti i 9 chilometri di questo lago a piedi o in bicicletta. Anche ad Irati ci sono magnifici rovereti, come quelli di Tristuibartea e Aritztoki. Senza perdere il sentiero nelle passeggiate forestali, potremo sentire la vita nella selva: fringuelli, pettirossi, cinghiali, volpi. Camminando in silenzio uno può incluso incontrare caprioli e cervi. ARIBE. IL LAGO ARTIFICIALE DE IRABIA pirenei orientali R5 www.hotelespamplona.com 23 I 6 tinerario •las bardenas •tudela •peñalén •monastero de la oliva LA RIBERA Un deserto in pieno nord peninsulare, un pezzo del Sahara cambiante dall’erosione che ci fa immaginare banditi del Lontano Oriente mettendoci di fronte il bandito forestiero. Le Bardenas, territorio storico di passaggio di gole di monte, sicuramente c’impatteranno. Ha una fortissima erosione che genera capricciosi e cambianti cocuzzoli, colli e burroni, accentuati ancor di più dalle tramontane invernali, le piogge torrenziali e l’afa estiva. L LAS BARDENAS Le Bardenas, solcate da sentieri polverosi, ci suggeriscono di addentrarci in loro con una buona cartina geografica della zona bardenera o con qualcuno che conosca bene il luogo. Sono differenziate su quattro zone molto suggestive. Le Bardenas sono 415 chilometri quadrati di spettacolari paesaggi tra i fiumi Aragón e l’Ebro. Nel centro, le Bardenas Blancas così denominate per la quantità di elementi salini e gessi presenti nel luogo. Nel sud c’incontreremo con la Bardena Negra, più assomigliante ai Monegros aragonesi, composta di argille rosse e calciche. Il Nord è occupato dalla Meseta di El Piano (altopiano) ed il bacino del Ferial, popolato da svariate specie di volatili acquatici. L’Est è occupato dalla Bardena Verde, zona di steppa che è stata recentemente recuperata come terreno irriga- COME ANDARE A Pamplona A-15 Carcastillo Monasterio de la Oliva N-124 Peñalén Marcilla N-128 Funes N-121 LAS BARDENAS Valtierra Arguedas El Yugo N-134 NA-135 A-68 TUDELA Usciamo da Pamplona per Noain prendendo la statale N121 in direzione Zaragoza-Soria. Si consiglia di continuare il tragitto in autostrata A15 per 69 kms. Vicino a Valtierra si esce dall´autostrata: Uscita 13, Alfaro, Castejón, Valtierra, prendendo lo svincolo A15/N113 e poi la provinziale Na134 per 6,5 km. di seguito svoltiamo a sinistra per 500m. e in questo modo arriviamo ad Arguedas, punto di partenza abituale per addentrarsi nelle Bardenas, ci dirigiamo verso la cappella della Vergine del Yugo. Il nostro prossimo destino è Tudela, capitale della Ribera che si trova a 14 kms. da Arguedas nella NA134. In lei troveremo un amplia offerta gastronomica per degustare i migliori prodotti dei suoi orti. Da Tudela se si vuole visitare Peñalén prenderemo la provinciale NA232 per circa 10 km e il Raccordo stradale A15/N113 per 3km. Vicino ad Alfaro seguire la direzione Pamplona nella A15 per 20km. Uscire alla Salida 29: Marcilla -La Azucarera e continueremo nella Na128 fino al segnale d´incrocio indicante Funes. Per visitare il Monastero de la Oliva riprendere la NA128 per 7km. c´incorporiamo nella N121 e a due chilometri, vicino a Traibuenas imbocchiamo la NA124 per 8,5 km. in Santacara svoltiamo a destra e dopo 1,5km si gira a sinistra: NA5500 per 7km. Di ritorno a Pamplona, riprendiamo lo stesso percorso e vicino a Traibuenas c´incorporiamo alla N121, dopo aver percorso 26km. seguiamo il raccordo stradale A15/N121 e vicino a Tafalla prendiamo l´A15 fino all´uscita 83B. Pamplona. itinerari da pamplona R6 www.hotelespamplona.com 24 SE LA NAVARRA È TERRA DI CONTRASTI, LE BARDENAS SONO IL SUO ESTREMO PIÙ RADICALE. BARDENA BIANCA bile. Se vogliamo un buon belvedere, possiamo scegliere tra la Virgen del Yugo, l’Alto de Aguilares, El Paso ed il Santuario di Sancho Abarca. L’attività principale di questa zona fu la pastorizia che da Roncal, Salazar o dai paesi vicini, anno dopo anno, intraprendevano una transumanza obbligata fino a questo magico luogo. Sono rimaste impronte sotto forma di sentieri, cortili e pozze. Ma non solo ci furono animali nelle Bardenas. C’erano in tempi antichi vari castelli dei quali oggi si conservano solo quattro rovine come quelle del Castello di Peñaflor. GROTTES DI ARGUEDAS Un consiglio: evitiamo le Bardenas in estate. Si raggiungono temperature superiori ai 37º. Non è consigliabile neanche quando piove a dirotto, poiché il fango ci può dare dei problemi. Monastero de la Oliva La Oliva, importante mostra dell’architettura cistercense, è un complesso monumentale fondato nel secolo XII. Ebbe il favore e l’appoggio del Papato, la nobiltà e la monarchia navarrese e diventò, a metà del secolo XII, uno dei monasteri più poderosi della Navarra grazie alle sue terre e ad un’estesa biblioteca. Più avanti, arrivarono i problemi politici e la liberazione dei beni ammortizzati del 1835 portò il monastero alla rovina e all’abbandono. Dobbiamo attendere fino al 1927 per vederlo nuovamente abitato da monaci che cominciarono la ricostruzione. La maestosa facciata principale ci apre le porte ad un luogo magico. La chiesa di Santa Maria, con una parte romanica ed un’altra gotica, fu suffragata da Sancho VI el Sabio (Sancho VI il Sapiente) e suo figlio Sancho VII el Fuerte (il Forte). Fu costruita in pietra sillar (pietra da costruzione squadrata) tra i secoli XII e XIII. Consta di tre navate. L’austerità cistercense si può intravedere nella semplice decorazione del tempio, che appena si cinge a motivi vegetali, animali e fantastici ed alcune chiavi nelle volte. Dispone di una sala capitolare che integrò il primitivo chiostro del secolo XII e che è una bella espressione d’opera protogotica. Dalla chiesa, possiamo accedere ad un bel chiostro gotico del secolo XIV dove uno non sente il passar del tempo. Le sue gallerie sono coperte da volte con modanature, con nervature curve unite da chiavi decorate. Addossato anche alla chiesa, si trova il palazzo abbaziale, edificato nel XVI e ristrutturato nel XVIII. Di fronte all’abside della chiesa ed in un luogo oggi utilizzato come orto del monastero, troviamo la cappella di San Gesù Cristo, la parte più antica di tutto il monastero. Dobbiamo provare i prodotti artigianali del monastero (squisiti ortaggi, vini rossi forti e rosati ed un morbido formaggio di mucca) e, se abbiamo occasione, alloggiarci nell’albergo per condividere, almeno per alcuni giorni, lo stile di vita dei monaci. Un giorno eccellente per accorrere all’Oliva, è quando termina la Settimana Santa e si celebra il Triduo Pasquale. Si uniscono la solenne cerimonia con il sentimento del canto gregoriano. la ribera R6 www.hotelespamplona.com 25 I 6 la ribera tinerario P PEÑALÉN Peñalén impressiona. Ad un tratto c’è il suolo, e poi non c’è più. La roccia si taglia in modo perentorio e, già nel vuoto, crea il Barranco del Rey (il Burrone del Re). Peñalén impatta ancor di più quando scopriamo che da questo burrone, nell’anno 1076, è precipitato il Re Sancho IV sospinto dai propri fratelli, Ermesenda e Ramón. Storia di odi, rancori ed ambizioni ed il desiderio di una morte sicura. Se non lo credete, verificate l’altezza dalla quale fu lanciato il re. Peñalén è nel territorio comunale di Funes. Non sempre è stato unicamente un burrone. Esisté una località denominata Peñalén già nel 1084 e più tardi, nel secolo XIV, si chiamò Villanueva, anche se alla fine scomparì. Sembra che una piena dell’Arga rase al suolo la cittadina e decisero riedificarla lontano dal fiume. Più avanti, verso 1400, si estinse completamente. Peñalén assiste imperterrita all’unione di due fiumi, l’Arga e l’Aragón, che si fondono sotto lo sguardo attento di Fu- PEÑALÉN nes e Milagro. Le acque del fiume Arga si mescolano con quelle dell’Aragón e non dovranno percorrere molti chilometri fino a sfociare, nelle vicinanze di Milagro, al grande fiume Ebro. Da questo promontorio composto da gessi ed argille, si apprezza un paesaggio affascinante: la confluenza dei due fiumi circondati da terre coltivate a cereali e vigneti con zona di orti. I fiumi erodono i gessi e le argille e questi materiali cadono in blocco sotto forma di placca verticale formando dirupi come Peñalén. Nei terreni vicini, esistono anche altri dislivelli minori. Possiamo sentire il profumo del timo, rosmarino e le sterpaie più vicine, in questo ambiente un poco arido, un po’ ostile. Si percepisce il suo clima, caldo e secco. D’altronde, è abbastanza normale incrociare nei dintorni di Peñalén un gregge di pecore. È bene conoscere che Peñalén dispone di un itinerario circolare di 13 km. molto ben segnalato può essere percorso sia a piede e sia in bicicletta e molto frequentano dalle persone che abitano nei dintorni. Da notare, che in estate, il sole castiga. Vi raccomandiamo di andarci in altri periodi. TUDELA: PIAZZA DE LOS FUEROS itinerari da pamplona R6 www.hotelespamplona.com 26 itinerario 6 R6 T TUDELA Il capoluogo della Ribera è conosciuta per i suoi orti e la convivenza storica di diverse culture. Fu il muladí Amrus Ibn Yusuf colui che convertì Tudela in un importante nucleo urbano. I mussulmani furono in Tudela dal secolo IX fino al XII. Dopo la riconquista nel 1119, il re Alfonso il Battagliero cercò la coesistenza delle tre culture monoteiste instaurate in Tudela. Per quattro secoli lo conseguirono. I giudei erano dotti nella gioielleria, pellicceria, medicina e prestito commerciale ed i mussulmani, nell’agricoltura, falegnameria e costruzioni edili. Vissero in pace e la prova di ciò sta nel fatto che Tudela era città natale di grandi letterali, matematici e medici. Tutto terminò quando i giudei furono espulsi nel 1498 ed i mussulmani nel 1516. La mescolanza di culture si sente nel Casco Antiguo (Centro Storico). La vita è tutto un fermento attorno alla Plaza de los Fueros. Quattro facciate strapiene di balconi e ceramiche con CHIOSTRO DI LA CATTEDRAL DI TUDELA scudi e scene taurine, ci evocano quei tempi (dal 1700 fino al 1842) in cui era utilizzata per celebrare corride di tori. Al centro, un chiosco: la bella Casa del Reloj (Casa dell’Orologio). Nel dintorni del tempio, visiteremo storici edifici civili come il Palazzo dei Deán, con la sua facciata plateresca, il Palazzo del Marqués de Huarte, barocco del XVIII con un’impressionante scala e le volte, la Casa dei Conti di Heredia-Spinola e la Casa del Almirante (Casa dell’Ammiraglio), plateresco casale signorile navarrese. Direzione verso il ponte sull’Ebro, nella calle Portal, troveremo il Palazzo del Marqués di San Adrián, con la sua elaborata grondaia e cortile rinascimentale e la preziosa Chiesa della Magdalena, il monumento più antico di Tudela. Il Sagrado Corazón (Sacro Cuore) osserva Tudela. Sulle rive dell’Ebro, crescono eccellenti ortaggi: carciofi, peperoni, cuoricini di lattuga, asparagi, cardi, piselli, fagioli, borragine,... senza dimenticare i vini. Buon appetito! ESPÁRRAGOS DE LA RIBERA La Cattedrale di Tudela Da qui, andiamo alla cattedrale di Tudela, che venne eretta nel 1180 sui resti che ancora si conservano dell’antica moschea maggiore. Di stile gotico, la cattedrale ospita un bel chiostro romanico, così come la romanica Portada del Juicio (Portale del Giudizio). La cattedrale ha la particolarità un elevato numero di cappelle. Le sue elevate torri rappresentano l’emblema della città. la ribera R6 www.hotelespamplona.com 27 I 7 •puente la reina •monastero di iranzu •sorgente del fiume urederra •estella •obanos •eremo di eunate tinerario TIERRA ESTELLA L L´EREMO DI EUNATE Eunate, uno dei più begli eremi, brilla con semplicità ed incanto la sua pianta ottogonale ed una meravigliosa galleria arcata o chiostro esterno. Circondata da un paesaggio piano e rilassante, coperto di campi coltivati, cereali e vigneti, Eunate è ricco di leggende. Difatti, la confusione regna riguardo alle proprie origini. Anche se sembra che fu costruito dai nobili di Valdizarbe dopo una pellegrinaggio a Gerusalemme, si racconta che appartenne ai templari o che fu chiesa-faro, con un fuoco sempre vivo che orientava i pellegrini sorpresi dalla notte. Situato in pieno Cammino di Santiago, Eunate è stato luogo di accoglienza e ospedale per i pellegrini, Tierra Estella è simbolo di località storiche, vini squisiti e l’armonia degli altipiani di Urbasa e Andía, con una particolarità: ambedue gli altipiani sono di proprietà comunale, in pratica, qualsiasi navarrese può farne uso gratuitamente. In caso di richiesta, riceverà il lotto di legna che le appartiene. ed incluso molti, esausti, furono sepolti lì. Questo tempio è un capriccio del romanico del secolo XIII. Nella sua facciata, abside e capitelli, attendono provocatrici, facce misteriose e fiere mostruose. Nella sua particolare struttura ottogonale, scopriamo i simboli dei principali tagliapietre del momento. Inoltre, non dobbiamo perdere i dettagli del meraviglioso atrio esterno porticato ed i suoi svariati capitelli. Eunate significa cento porte in euskera (eun-legano) e ben nato in latino (eu-nato). Sia quel che sia, attraversiamo le porte dell’eremo e tro- viamo un bell’interno ed una volta a nervature quadrangolari che evoca l’architettura araba. A Eunate si accorre in pellegrinaggio per chiedere bonaccia, acqua e sradicamento delle plaghe però a parte, molti altri lo visitano per motivi esoterici, potere attribuito a Eunate. Nelle vicinanze di Eunate, troviamo Obanos, una bella località, sede nel secolo XII dell’ordine degli Infanzones, nobili che combattevano i possibili abusi commessi dai re. Ogni estate, gli abitanti di Obanos partecipano nella rappresentazione del mistero di Obanos. Un atto che raccon- itinerari da pamplona R7 www.hotelespamplona.com 28 ITINERARI: 139 KMS ROMANICO E NATURA COME ANDARE CIRCO DEL UREDERRA ta la tragedia di San Guillén la e Santa Felicia, un giovane duca aquitano che non poté sopportare l’idea della sua nobile sorella di dedicarsi all’assistenza dei poveri e l’uccise. Penti- to, il duca intraprese la vita di eremita al vicino eremo di Arnotegui. È un’accurata rappresentazione che si svolge nella storica ed ambientata piazza di Obanos. L´EREMO DI EUNATE SIERRA DE URBASA Nacedero Urederra Zudaire Monasterio de Iranzu A Pamplona Abárzuza N-111 N-120 Puente la Reina ESTELLA N-111 Partiamo in direzione di Logroño, la statale N111, che attraversa il passo del Perdón ed i suoi mulini. Attraversiamo Puente la Reina ed arriviamo ad Estella, che gireremo attorno, fino a raggiungere un incrocio in cui svolteremo verso il centro della città, Vitoria e San Sebastián. All’uscita di Estella, imboccheremo la strada provinciale NA-120 direzione San Sebastián per Etxarri-Aranaz e arrivati a Abárzuza, imbocchiamo una strada che a 4 chilometri ci porterà al Monastero di Irantzu. Nel bel mezzo di una gola di montagna attraversata dal fiume, il monastero, anche se benedettino di origine, nel secolo XII acquisì una grande importanza con l’ordine cistercense. Oggi ammiriamo la chiesa a tre navate e volta ad arco incrociato, il chiostro gotico, la sala capitolare e la cucina. Di ritorno, appena attraversato Abárzuza, prendiamo a destra una stradina priva di segnaletica, che ci porterà a 10 chilometri nell’itinerario di Olazagutía. Attenti, imbocchiamo il bivio verso Baquedano, dove nella parte alta del paese, imbocchiamo una stradina che a mezzo a chilometro ci porterà in una spianata. A piedi, iniziamo un cammino allucinante di circa 45 minuti fino alla sorgente dell’Urederra: cascate e pozze spettacolari, dirupi rocciose ed un variegato bosco (ci sono, frassini, tigli, aceri, noccioli, querce) che avvolge l’acqua che il karst calcico di Urbasa assorbì ed adesso la rilascia. L’acqua sorprende non solo per la sua bellezza (Urederra significa acqua preziosa in euskera (lingua basca)), ma anche perché, è gelata! Di ritorno, raggiungiamo Estella, incantevole città monumentale che merita una visita, come Puente la Reina. Appena lasciato Puente la Reina, prendiamo la strada per Obanos e l’incantevole eremo di Santa María de Eunate, interamente ottogonale ed un evocatorio atrio porticato. Vi consigliamo di ritornare fino alla strada di Puente la Reina o andare in direzione di Muruzabal e Uterga, fino alla statale N111. Obanos Ermita Eunate A Logroño tierra estella R7 www.hotelespamplona.com 29 I 7 tierra estella tinerario E ESTELLA: LA CITTÀ DELL´ EGA Estella straripa di storia. Ogni angolo, edificio o chiesa di questa città monumentale è un concentrato d’arte. Fu costruita nel 1090 dal re Sancho Ramírez sul villaggio basco di Lizarra per aiutare i pellegrini. Così, l’antica Lizarra intraprese un importante sviluppo in pieno itinerario compostelano. I franchi arrivarono e, tra gli abitanti, s’instaurarono un elevato numero di giudei che convertirono Estella in un gran centro del ghetto. Ereditò una grande attività commerciale, premiata geograficamente dall’unione della SAN PEDRO DE LA RÚA PUENTE DE LA CÁRCEL Montagna e della Ribera. Nel secolo XIX, Estella, gran baluardo della tesi carlista, fu nominata capitale dello Stato Carlista ed ebbe anche dei ministri e un codice penale proprio. Dinanzi all’inevitabile selezione delle sue opere d’arte, cominciamo dalla Plaza de San Martín. In essa, il Palacio de los Reyes di Navarra, del secolo XII ed esempio unico del romanico civile in Navarra, è oggi Museo Gustavo de Maeztu. Il Tribunale Regionale, del secolo XVIII, si trova presso la scalinata. Ascendendo, vediamo la chiesa San Pedro de la Rúa, cistercense del secolo XII, con un bel portale e chiostro romanico. Nella calle de la Rúa ci attendono il palazzo plateresco Fray Diego de Estella (oggi Casa Culturale), il Palazzo del Gobernador ed il semplice Puente de la Cárcel o San Agustín. Ci attendono anche, la chiesa Gotica del Santo Sepolcro, il convento gotico di Santo Domingo e la chiesa romanica di Santa María Jus del Castillo. E ci rimangono ancora dei luoghi meravigliosi come la chiesa di San Martín, la piazza de Los Fueros e quella di Santiago, dove tutti i giovedì si tiene un mercato di gran rilevanza artigianale: ceramica, stoffe, prodotti forgiati, pelle, legno,... È necessario menzionare la chiesa di San Juan, il Convento de Recoletas, la basilica della Virgen del Puy, del secolo XX, il convento di Santa Clara e la chiesa Nuestra Señora de Rocamador. Inoltre, potremo gustare un porcellino arrosto e tre prodotti a denominazione di origine: formaggio Idiazábal, peperone del piquillo di Lodosa e i vini ascritti alla denominazione di origine di Navarra. Molte cantine aprono le loro porte al visitatore. itinerari da pamplona R7 www.hotelespamplona.com 30 itinerario 7 P R7 PUENTE LA REINA PUENTE LA REINA GARÉS “E da qui tutti i cammini a Santiago diventano tutt’uno . Così prega il Monumento al Pellegrino che ci dà il benvenuto. E non mente: Puente la Reina unisce gli itinerari di coloro che attraversavano i Pirenei da Somport e quelli da Valcarlos. Puente La Reina deve il suo nome ad un magnifico ponte romanico in pietra costruito con antecedenza al paese. Si racconta che era stato incaricato da una regina; altri assicurano che non fu Regina la parola originale, ma Runa, come anticamente era conosciuto il fiume Arga. Questo bel ponte venne edificato nella prima metà del secolo XI per agevolare il passaggio dei pellegrini. Oggi, conta con 6 volte di mezzo punto di diversa apertura, una in più sotto terra. Alcuni archetti perforati nella pietra permettono il passaggio dell’acqua quando il fiume è in crescita. Inoltre, lo adorna la bella leggenda del Txori, un uccellino che lavava il viso della Vergine con l’acqua del fiume che trasportava nel suo becco. Puente La Reina, crocevia vitale di cammini e gente, in poco tempo si arricchì economicamente e culturalmente. Mostra di ciò è la chiesa del Crucifijo (Crocifisso) del tardo romanico costruita dai templari a metà del secolo XII, che accoglie la Vergine con il Bambino del secolo XII ed un bel Crocifisso gotico, proveniente dalla Germania, dalla forma appariscente a Y della sua croce. La calle Mayor è via ed arte insieme: architettura popolare con case blasonate, palazzi, negozi d’artigiani,... La chiesa di Santiago el Mayor, di fine secolo XII e ricostruita nel XV, mostra il suo portale romano e gli intagli gotici di San Bartolomeo e di Santiago Beltza, così denominata per il colore oscuro originale prima di essere restaurata. Dopo aver attraversato Plaza Mayor, vicino al ponte, c’è la chiesa di San Pedro ed il convento di Comendadoras de Sancti Spiritus. Parlando di gastronomia, in tavola possiamo trovare fagioli bianchi o rossi, arrosti di maiale o agnello, in epoca di cacciagione, quaglia, lepre o pernice e vini eccellenti di Valdizarbe. SORGENTE DEL FIUME UREDERRA tierra estella R7 www.hotelespamplona.com 31 I 8 tinerario In queste valli troviamo paesaggi scoscesi avvolti nella nebbia e neve, cime che superano il 2.000 metri accompagnate da un verde inebriante, boschi aggrovigliati e l’acqua dei loro fiumi. In Roncal e Salazar, l’uomo ha chiesto il permesso alla natura per poter vivere con lei. La località pirenaica sorge da casone di pietra, tetti curvi inclinati a due o quattro discese, intelaiature di finestre e travi di legno, vie selciate,... •roncal •isaba •ochagavía VALLES DE RONCAL E SALAZAR R RONCAL Roncal vive inerpicato sulla montagna. La sue case blasonate si afferrano alle vie strette e selciate, coronate per l’eremo di Nuestra Señora del Castillo (Madonna del Castello). Da questo luogo, si possono ammirare gli splendidi panorami di Roncal sul fiume Esca. In questa località pirenaica, i tetti a tegole curve e varie inclinazioni, coronano case a volte signorili del secolo XVII e XVIII, senza dimenticare la chiesa di San Esteban (Santo Stefano), del XVI secolo. Sembra uno scenario creato per una storia medievale. Ciascun angolo riveste una particolare bellezza. Si respira la vita collegata con la pastorizia ed il bosco e l’amabilità e la semplicità della gente. RONCAL Oltre ad un’obbligata passeggiata per le vie ed il quartiere del Castillo, in Roncal dobbiamo conoscere la storia del grande tenore universale Julián Gayarre. Gayarre (1844-1890) da giovane fu pastore di pecore. Ottenne la possibilità di studiare musica a Pamplona, Madrid e in Italia e conquistò i migliori scenari d’opera del mondo. Il suo ricordo è rimasto inciso su innumerevoli documenti dell’epoca che elogiavano la magnifica voce di Gayarre ed incluso compositori come Wagner o Gounod esaltarono il suo canto. È una vera pena che non ci sia una registrazione della sua voce per ascoltarla oggi. Però, potremo ammirare il mausoleo di Gayarre, realizzato da Benlliure, ubicato nel cimitero, a 600 metri fuori paese. Gayarre morì per una grave infezione alla laringite che le impedì nei suoi ultimi COME ANDARE A ABODI y Selva de Irati Usciamo da Pamplona, in direzione di Zaragoza e nel km. 6,8 c’immettiamo nella statale N240 in direzione di Huesca-Jaca. Potremo ammirare la Higa de Monreal, il passo di Loiti, la Foz de Lumbier ed il lago artificiale di Yesa. Ora in terre aragonesi, dobbiamo prendere la strada NA 137 in direzione di Salvatierra de Esca. È un tratto stretto e con curve che man mano che si arriva Roncal migliora. Arriviamo a Burgui, una deliziosa località pirenaica, caratterizzata dal suo bel ponte medievale che conserva ancora gli archi originali e che vede ogni anno, il giorno delle almadías (zattere), passare i zatterieri in ricordo di quel che è stata la loro vita fino ad appena alcuni decenni fa. La chiesa di San Pedro conserva il vecchio organo del Monastero di Leire. Continuiamo in direzione di Roncal, luogo che conta tra i suoi onori quello di essere la culla del grande tenore Julián Gayarre, la bellezza del paese e la bontà di un formaggio molto rino- mato. Quattro chilometri più avanti, c’è Isaba, comune con gran affluenza di gente e prossimo alle piste di sci da fondo e quelle d’alpine francesi, Isaba è sempre piena di gente passeggiando tra le belle vie. Inoltre, molto vicino, tutti gli anni si celebra il Tributo de las Tres Vacas (il Tributo delle Tre Mucche). Imbocchiamo la provinciale NA 140 che attraverserà il passo di Laza e ci condurrà fino ad Ochagavía. Dove potremo fare due passi e conoscere anche il Centro de Interpretación de la Naturaleza (Centro d’Interpretazione della Natura). Per il ritorno, possiamo prendere la provinciale NA 178, in direzione di Navascués e continuare fino a Lumbier con una strada in buone conLumbier dizioni anche se in presenza di molte curve Liédena nel passo di Iso, per uscire alla statale Pam N240 che ci porta direttamente fino a plo na Pamplona. Muskilda Ezcároz BELAGUA NA-178 Roncal Güesa NA-137 Burgui Navascués Monasterio de Leire itinerari da pamplona R8 www.hotelespamplona.com 32 Ochagavía Uztarroz Isaba Salvatierra NA-240 Jaca QUELLO CHE CI OFFRE QUESTA PARTE DELLA NAVARRA, NE VALE LA PENA. RONCAL anni di cantare come questo grande artista sapeva fare. Nella sua casamuseo scopriremo una parte della sua vita attraverso oggetti e ricordi personali. Peraltro, Roncal, luogo così indissolubilmente unito alla natura, può contare con un Centro d’Interpretazione. È ubicato all’uscita del paese e ci aiuterà a comprendere il magnifico paesaggio che ci circonda. E non ci dimentichiamo di gustare il formaggio di Roncal, elaborato con latte di pecora rasa, alimentato con pascoli pirenaici, stagionato e con un intenso sapore, ottenuto dopo un processo di elaborazione molto delicato, con la qualità del sigillo di Denominazione di Origine Controllata di Roncal. Seguendo la strada ci sono molti punti di vendita dov’è possibile acquistare questo saporito formaggio. FORMAGGIO DI RONCAL I ISABA Isaba è la località più settentrionale della Valle del Roncal. Ai piedi del picco roccioso di Ezkaurre, nasce nella con- fluenza dei fiumi Belagua e Ustarroz. Da essa parte la strada di Belagua che attraversa le meravigliose valli di origine glaciale dove si praticano gli sport invernali come lo sci da fondo oppure, nella stazione francese di Arette, lo sci alpino. Per tutto ciò, Isaba offre al visitatore innumerevoli servizi turistici, oltre alla bellezza del paese con ISABA valles de roncal e salazar R8 www.hotelespamplona.com 33 I 8 valles de roncal e salazar tinerario belle casa blasonate, archi gotici e rustici ponti. Emerge la chiesa di San Cipriano, del secolo XVI, che sembra una fortezza e un singolare tetto rossiccio. Ha una bella pala d’altare maggiore di stile plateresco, un bell’organo barocco del 1751 ed una scultura in legno della Vírgen de Idoya con el Niño. (Madonna con Bambino di Idoia). Questa Madonna ha anche un eremo fuori paese, magnifico monumento rinascimentale. il Tributo delle Tre Mucche Nel 1375, una sentenza volle metter fine alle eterne dispute tra le valli per lo sfruttamento dell’acqua e dei pascoli. Quello che rappresentò il pagamento di questa tassa, è oggi un bel rito. Da un lato della frontiera si situano i sindaci roncalesi con il vestito tradizionale: cappello, cappotto e brache corte e a sgonfi. Dall’altro lato, i sindaci di Baretous abbigliati con l’abito tipico francese e il nastro tricolore della repubblica incrociando il petto. Il sindaco di Isaba chiede per tre volte ai francesi se pagheranno il tributo dalle tre mucche “della stessa razza” a cambio dell’uso dell’acqua e dei pascoli 28 giorni all’anno. I francesi rispondono di sì e quello di Isaba promette la pace di qui in avanti. C’è incluso un veterinario che controlla la salute del bestiame. Dai belvederi vicini si ammira un paesaggio spettacolare, protagonizzato da cime che superano i 2.000 metri, come l’Anie, la Mesa de los Tres Reyes (La Tavola dei Re Re), il Txamantxoia, il Lakartxela,... o lo spettacolare massiccio carsico del Larra. Una bella prospettiva si ottiene dalla famosa Venta de Juan Pito. Nelle vicinanze, presso la pietra miliare di frontiera 262 della Piedra San Martín, si celebra ogni 13 di luglio il Tributo de las Tres Vacas (il Tributo delle Tre Mucche). LAKARTXELA (DESTRA) Y LA TAVOLA DEI TRE RE, IN LA VALLE DE BELAGUA itinerari da pamplona R8 www.hotelespamplona.com 34 itinerario 8 R8 OCHAGAVÍA O OCHAGAVÍA A seconda di molti è una delle località più belle della Navarra. Insediata ai piedi della collina di Muskilda, Ochagavía nasce nel luogo dove confluiscono i fiumi Anduña e Zatoya, creando il fiume Salazar. Il casale di Ochagavía, di stile pirenaico, è ubicato attorno il fiume Anduña ed i quattro ponti di pietra che separano le due parti del comune. Altri due ponti attraversano il fiume Zatoya che abbraccia la località. Le sue vie sono meravigliose, ciottolate, sono molto strette dovuto al freddo clima della valle di Salazar in inverno. In Ochagavía apprezzano e hanno cura della loro casa in pietra, rispettano il legno e la tegola piatta e vecchia con la quale costruiscono il tetto e le grondaie sporgenti. Molte case, alcune palazzine gotiche, rinascimentali e barocche, hanno incluso il nome pro- prio. Avvolta in un paesaggio che innamora, è la località più popolata della Valle di Salazar. Centro economico della valle, nelle sue piazze si celebrano i mercati del bestiame e le fiere. Però, non solo si dedicano ad attività contadine e forestali, ma anche al turismo, poiché le caratteristiche del luogo consentono di praticare gli sport invernali e le escursioni in estate. Appena entrati ad Ochagavía, c’è un bel crocifisso plateresco. Una salita ripida ci condurrà fino alla Chiesa di San Juan Evangelista (San Giovanni Evangelista), con una pala d’altare rinascimentale che da sola merita la visita. È opera del discepolo di Anchieta, Miguel Espinal. valles de roncal e salazar Nelle prossimità di Ochagavía esistono dei luoghi incredibili che gli abitanti di questa località consigliano vivamente. Ad un passo, la Selva de Irati. Subito dopo, in un bivio stradale che unisce Isaba e Ochagavía, l’eremo della Vírgen de Muskilda (madonna di Muzkilda). Con una parca decorazione, è un chiaro esempio di costruzione romanica. Ogni 8 settembre, gli abitanti accorrono in pellegrinaggio. Otto danzatori del luogo abbigliati in maniera appariscente con sonagli, nastri multicolori e cappelli conici ballano danze proprie della terra: quattro numeri di paloteo (antica danza), una con fazzoletti, una jota tradizionale e un passacaglia con le nacchere. Sono accompagnati da zampognari e da un personaggio soprannominato il “bobo” (sciocco) che danza coperto da una maschera a doppia faccia. R8 www.hotelespamplona.com 35 I 9 tinerario •sangüesa •javier •yesa •monastero de leyre ZONA MEDIA ESTE Ci dirigiamo alla zona che costituisce la maggior concentrazione nella Navarra di spazi qualificati dall’Europa come Riserve Naturali. In questo luogo, si mescola la Natura con l’impronta storica, monumentale ed architettonica della mano dell’Uomo, che si sente nei suoi paesi e, come no, nel Pantano di Yesa o Mar de los Pirineos. S SANGÜESA Sangüesa la Vieylla fu insediata sulla cima di una collina conosciuta come Rocaforte. Nacque per proteggere Pamplona dalle invasioni musulmane e più tardi, venne usata come fortezza per difenderci dal Regno di Aragona. Nell’anno 1121, Alfonso il Battagliero trasferì la città fino all’insediamento attuale, un luogo di continuo passaggio ed unione di quattro strade romane: quella proveniente da Zaragoza, Jaca, Pamplona e Dax. Inoltre, Sangüesa è ubicata nel Cammino di Santiago. Con un incarico difensivo così importante, Sangüesa cominciò subito a usufruire dei privilegi reali che le permisero dotarsi di un patrimonio artisti- co, sia religioso sia civile, che si palpa ad ogni passo. Forse il suo gioiello più prezioso è la chiesa di Santa Maria la Real, dichiarato monumento nazionale, e in modo particolare il complesso scultorio del suo bel portale con colonne statua e delicata iconografia. E oltre a questo, non possiamo dimenticare la sua torre ottagonale gotica, le tre absidi del capezzale, del secolo XIII, la pala maggiore plateresca con l’intaglio gotico della Vergine di Rocamador ed un ostensorio processionale gotico. Se continuiamo per le vie maggiori, intopperemo con il Palazzo de los Du- ques (Duchi) di Granada, del secolo XV ed il Palazzo de los Condes (Conti) di Guenduláin, del XVII. Nella calle Alfonso el Batallador, troveremo il Palazzo di Vallesantoro, la sua bella facciata churrigueresca (specie di esagerato barocco) del secolo XVII ed una monumentale sporgente del tetto di legno intagliato che oggi alberga la Casa di Cultura. Se continuiamo su questa via raggiungeremo la Chiesa gotica di San Salvador ed il suo portale, immagine del Giudizio Finale. Inoltre, non dobbiamo lasciare Sangüesa senza vedere la Casa Concistoriale e la sua facciata rinascimentale. Questo edificio è un am- SANGÜESA: CHIESA DI SANTA MARÍA Lasciamo Pamplona attraverso la strada Zaragoza-Madrid fino al Km 6,8 dove imbocchiamo la strada verso Huesca e Jaca. Lasceremo la Higa de Monreal e, da questo momento, non dobbiamo perderci la parte sinistra dell’itinerario: l’impressionante natura agreste, radicale, della Foz de Lumbier e le valli che la circondano, la gola disegnata dal fiume Irati, il verde selvaggio in contrasto con la pietra calcica grigiastra ed al fondo, nelle giornate serene d’inverno, lo splendore del Pirineo Aragonese e le sue cime innevate. itinerari da pamplona R9 www.hotelespamplona.com 36 CASTELLO DI JAVIER pliamento del Palazzo fortezza Principe di Viana, luogo in cui visse quando Sangüesa fu Corte dei Re di Navarra. Ad oggi il palazzo ha ancora due torri merlate ed un fossato interno. Visiteremo anche la Chiesa di Santiago, tra il romanico ed il gotico, ed il cui suolo in legno nascondeva una colossale statua di pietra dell’apostolo Santiago scoperta nel 1965. Inoltre, dobbiamo menzionare il Convento di San Francisco de Asís (San Francesco d’Assisi) e quello di Nuestra Señora del Carmen (Nostra Signora del Carmine). Questo convento, oltre ad ospitare una bella chiesa e chiostro gotico, ha un peculiare museo: orologi antichi a torre dal 1546 fino ai nostri giorni. Continuiamo verso Liédena dove giriamo verso la statale N127 verso la monumentale città di Sangüesa, luogo che dà il nome al podestariato e che è un lusso di edifici storici. In questo punto, attraverseremo le frontiere che per molti secoli furono motivo di lotte tra i Regni di Navarra e Aragona. Sos del Rey Católico, luogo che fu l’ultima volta navarrese nel secolo XII, lo merita tutto: vicoli stretti, ricordi medievali, muraglie, il suo castello, la sua bella casa concistoriale rinascimentale e la sua non meno bella chiesa romanica di San Esteban (Santo Stefano). Non tutti i giorni si può passeggiare nel luogo che vide nascere il San Francisco Javier, patrono della Navarra, riunisce tutti gli anni nel mese di marzo a migliaia di navarresi che non mancano alla Javierada (alcuni lo fanno da quasi 40 anni). Da tutto il territorio provinciale, accorrono in peregrinazione fino a Sangüesa. La mattina seguente, la massiccia corte dei pellegrini percorre in Via Crucis gli otto chilometri che separano Sangüesa de Javier, luogo che vide nascere il santo nel 1506, un infaticabile missionario che percorse terre così lontane come quelle giapponesi. Il Castello fu costruito nel secolo X a partire da una torre create per sorvegliare la frontiera su di una roccia dalla quale si vedeva la valle dell’Aragona. Nel 1223, Sancho VII el Fuerte ricevette questa fortezza dell’infante di Aragona come garanzia di un prestito di 9.000 stipendi. Questa somma non fu restituita ed il castello se lo prese la Navarra. Attorno a quella torre, i proprietari del castello costruirono recinti difensivi fino a farlo diventare un castello. La Torre del Homenaje (Omaggio) è dedicata a San Miguel, perciò è conosciuta anche come la torre di San Miguel (San Michele) o la Torraza. Ora, del castello troviamo un restauro del secolo XIX, poiché il cardinale Cisneros obbligò a demolire il castello quasi interamente dopo l’annessione di Navarra alla Castiglia. Cisneros ordinò di radere al suolo i muri esterni, mozzare le torri, chiudere i fossati ed inutilizzare le finestrelle strette. Dopo questa distruzione, il castello è stato oggetto di continui restauri. Questo edificio è formato da forti torri merlate ed addossate al muro, si erige la basilica, luogo dove si trova la fonte battesimale nella quale fu battezzato San Francisco Javier. Possiamo percorrere le stanze del castello con le guide, poiché loro ci racconteranno i ricordi della vita del santo in queste stanze. Ci parleranno dell’immagine del Cristo del Sorriso, costruita in legno di noce e che presiede una cappella con affreschi murali sulla Danza della Morte, in cui scheletri gialli sono disegnati sul fondo nero, e ci racconteranno i segreti che nascondono questi impressionanti muri. re Fernando il Cattolico. Ritorniamo sulla strada N127, un po’ tortuosa, fino a Sangüesa per immettersi sulla strada che indica Javier. Appena 8 Km. per trovare il Castello, culla di San Francisco Javier, patrono della Navarra e che muove migliaia di navarresi tutti gli anni in peregrinazione nelle tradizionali javieradas. Visitato il Castello di Javier, ci dirigiamo a Yesa e c’immettiamo nell’itinerario che ci porta fino al Monastero di Leire, incorniciato nella Sierra di Leire, tra boschi, rovereti e querceti, dominando l’estensione del Bacino di Yesa. Siamo sicuri che non ci lascia indifferenti. zona media este COME ANDARE Pam plo na Monasterio de Leyre NA-240 Lumbier Jaca Embalse de Yesa Sangüesa NA-127 R9 www.hotelespamplona.com 37 Sos del Rey Católico I 9 zona media este tinerario M MONASTERO DE LEIRE Il Monastero di San Salvador di Leire gode dello splendore della sua selvaggia Sierra, con la sua cornice frastagliata di rossicci ed impossibili rocce e boschi e, sotto il suo sguardo, il Pantano di Yesa (bacino), imponente con la sua diga di 74 metri d’altezza e 411 di lunghezza e le sue acque azzurre. In questo paesaggio, troviamo il Monastero, impregnato di storia, bellezza e leggende, come quella di San Virila, abate del monastero che estasiato dal canto di un volatile, si fermò un istante di fronte ad una fontana ad ascoltarlo. Quando ritornò, scoprì attonito che erano trascorsi 300 anni. Già dall’anno 848, si hanno notizie dell’esistenza del monastero. Nei primi secoli, fu il grande centro religioso e culturale del regno di Pamplona e luogo scelto dai re per riposare perpetuamente. Ancor oggi, il 3 dicembre si commemora solennemente in questo luogo il giorno della Navarra e di San Francisco Javier. Leire è una delle prime costruzioni romaniche della Penisola. Quando uno passeggia al suo interno, immagina la vita dei chierici tra le sue mura. Da lui passarono monaci benedettini e cistercensi dopo 75 anni di disputa tra di loro. La vita monastica scomparve nel 1836 con la liberazione dei beni ammortizzati di Mendizábal, ed i monaci non ritornarono, in questo monastero benedettino, fino al 1954. Leire è composta dalla cripta, le absidi, tre navi romaniche e la snella torre quadrangolare. La cripta è un tesoro: un recinto primitivo ed arcaico, disseminato di robuste colonne incorniciate CHIESA LAGO ARTIFICIALE DI YESA itinerari da pamplona R9 www.hotelespamplona.com 38 itinerario 9 R9 da enormi e disuguali capitelli con un rustico ornamento del secolo XI. La sobrietà marca ogni particella di questo luogo. Già nella chiesa, la grande navata gotica addolora ricorre appena la decorazione. Fissiamoci nell’intaglio del Cristo in Croce, che non è altro che San Salvador di Leire. Dopo una preziosa grata gotica, troveremo lo scrigno neogotico che conserva i resti dei monarchi più antichi. MONASTERO DI LEYRE Possiamo osservare una bella pala d’altare che illustra il martirio sofferto dalle sante Nunilo ed Alodia nelle mani dei mussulmani. Già all’esterno, osserveremo nella Porta Speciosa, entrata principale alla chiesa e mostra del romanico del secolo XII, la bellezza in ogni singolo dettaglio della sua abbondante decorazione. ROMANICHE CRIPTA zona media este R9 www.hotelespamplona.com 39 I 10 tinerario •mendigorria •artajona •olite •san martín de unx •olite •parco eolico guerinda •ujué ZONA MEDIA Zona media... Né è nord, né è Ribera. È la forza dell’unione dei contrasti, delle liti di due fratelli opposti che si uniscono al fine. I boschi del nord scompaiono e al loro posto, regnano le campagne di coltivazioni e vigneti. Le montagne rimangono ammorbidite dalle pianure che le circondano; le zone desertiche sono stampate da sterpaie e da file d’alberi dispersi. A ARTAJONA El Cerco (Cinta) Monumenti megaliciti Se vogliamo sommergerci interamente nel Medioevo, questa è una bella opportunità. Il Cerco di Artajona, costruito nel secolo XI, con il suo recinto murato ed il suoi dodici torrioni quadrangolari perfettamente allineati ci offrono l’ambiente sognato. Danno un’immagine signorile a delle muraglie coronate da una chiesa. È la chiesa-fortezza di San Saturnino, imponente, solida e semplice, edificata nel secolo XIII, sulle rovine di un tempio romanico. Vediamo sulla facciata un bel timpano gotico accuratamente intagliato. In lui appaiono immagini di San Saturnino assieme alla Reina Juana de Navarra (Regina Giovanna di Navarra) e suo marito Felipe el Hermoso (Filippo il Bello). Nella sua struttura, si può vedere che è stata costruita in tempo di guerra. Conserva un corridoio sulla volta della nave che servì da prigione. All’interno, la pala maggiore d’impronta gotica ci mostra una pittura de protorinascimentale. Inoltre, troveremo due pale d’altare barocche e varie pitture su tavola. Ma se non ci basta retrocedere fino all’epoca medievale, abbiamo l’opportunità di viaggiare fino quasi le nostre origini attraverso l’itinerario dei monumenti megalitici. Per arrivarci, dobbiamo andare al Cimitero e prendere la strada che si trova dietro il camposanto. Troveremo il monumento megalitico del Portilo di Enériz e quello della Mina di Farangortea, ricordi della cultura megalitica romana. Ambedue hanno una lastra di separazione e sono posti in tumuli di 20 m di diametro per 2,5 m di altezza. Inoltre, ci rimonteremo fino al primo millennio avanti cristo con i resti delle capanne neolitiche di Farangortea e Dorre. Menzioneremo pure, la chiesa gotica di San Pedro, il suo trittico fiammingo dell’Epifania e la cupola a mezza arancia. Nei dintorni della località c’è la basilica della Vergine di Gerusalemme. In lei, troveremo un intaglio dell’oreficeria romanica in rame smaltato di 30 cm. d’altezza, che secondo quanto racconta la leggenda, la portò un artagonese delle Crociate della Terra Santa. Ad Artajona anche possiamo fare una passeggiata per le sue vie e case adornate con attici, blasoni ed arcate. itinerari da pamplona R10 www.hotelespamplona.com 40 LE MONTAGNE RIMANGONO AMMORBIDITE DALLE PIANURE CHE LE CIRCONDANO; LE ZONE DESERTICHE SONO STAMPATE DA STERPAIE E DA FILE D’ALBERI DISPERSI. CASTELLO DI OLITE OLITE Percorrere Olite è ritornare ai tempi passati. Il Medioevo è presente nelle sue vie, palazzi ed angoli. Il Castello, impassibile, sorveglia la vita della sua gente. Olite, città che Il Castello-Palazzo di Olite è una dell’opere più rappresentative e care della Navarra. Si edificò sulle mura romane, nei secoli XIII, XIV e in particolar modo nel XV, con Carlos III di Navarra. Furono anni di splendore. Quando la Navarra si unì COME ANDARE N-111 ne per la sua nudità e semplicità, i suoi due portali e la cripta (alla quale si accede attraverso una scala a chiocciola). Non ci perderemo la Chiesa-Fortezza gotica di Santa María del Popolo e l’eremo di San Miguel (San Michele). Dopo c’immetteremo nella più che tortuosa NA 5310 che ci porterà fino ad Ujué, località più vicino alle leggende che alla realtà. Vicoli stretti, selciati, angoli impossibili, panorami spettacolari,... Se vogliamo ritornare di colpo al secolo XXI, il nostro destino è il Parco Eolico di Guerinda, uno del più grandi d’Europa. Che direbbe Don Chisciotte! I più avanzati aereogeneratori, così alti come edifici di diciotto piani, si fondono con una spettacolare panoramica dei Pirenei. La Navarra è la terza potenza europea nella creazione di questa energia rinnova- zona media Puente la Reina Obanos A-15 NA-6020 Mendigorría Andelos N-121 Artajona NA-6030 Lerga Tafalla Olite bile dopo Germania e Danimarca, e questo parco è buona prova di ciò. Per arrivarci, dobbiamo andare a San Martín de Unx e andare in direzione di Lerga e deviamo poi verso Olleta. R10 www.hotelespamplona.com 41 Tudela Per cominciare questo itinerario, lasciamo Pamplona attraverso la statale N111 direzione Estella-Logroño fino ad arrivare a Puente la Reina. Prendiamo la statale N6030 verso Tafalla e ci troviamo a Mendigorría e le rovine di Andelos, ricordi di una cittadina romana che ci racconta la sua storia. Seguendo la stessa strada, arriveremo fino ad Artajona dove si trova le imponenti mura di cinta di questo luogo e l’itinerario dei dólmenes (monumenti megalitici). Continuiamo fino a raggiungere Tafalla, capoluogo della Zona Media e prendiamo la N121 verso la città medievale di Olite, visita imprescindibile. La strada provinciale NA 5300 ci porta fino a San Martín de Unx: case blasonate, resti di muraglia e edifici rappresentativi. La chiesa di San Martín desta la nostra attenzio- alla Corona di Castiglia iniziò il declivio. Già non c’erano re di Navarra che vi abitarono. Due incendi ed un saccheggio lo resero irriconoscibile. Monumento nazionale dal 1925 è stato restaurato di recente. Il palazzo vecchio è oggi Parador Nacional (Hotel Nazionale fuori città) e conserva ancora torri come quelle di San Jorge, le Cigüeñas e Pamp lona O fu sede reale, è inoltre terra di famose cantine e il miglior vino. NA-5300 Ujué I 10 zona media tinerari quella della Prisón. Il castello nuovo, con le sue quindici torri, tutte diverse, merita la nostra attenzione. Emergono la Torre dell’Homenaje, l’Atalaya, quella delle Tres Coronas e quella dei Cuatro Vientos o quella circolare della Vigia. Fu senza dubbi un castello di lusso: ha delicate opere in gesso, piastrellati, vetrate policromate, tetti dorati e fontane. Tra le singolari stanze che avevano i re (gabbia per leoni, colombaia, uccelliera, bagni in quei tempi!) emerge un singolare frigorifero: una costruzione di pietra a forma di uovo che servì per immagazzinare il ghiaccio. Olite, annovera inoltre la chiesa gotica di Santa Maria, un prezioso chiostro, una bel portale e la sua pala dipinta da Pedro de Aponte. Un’altra opera d’arte è la chiesa di San Pedro, un mix armonioso di stili: torri gotiche con un orgoglioso ago ottagonale e portale e chiostro romanico. Al suo interno, una bella pala d’altare e la cappella della Vírgen (Vergine) del Campanal, con un prezioso intaglio gotico. Non dimenticheremo i conventi di San Francisco e di Clarisas, ambedue con pala d’altare rococò e nella piazza di Carlos III, la torre dell’Orologio e delle gallerie sotterranee medievali. VALDORBA UJUÉ itinerari da pamplona R10 www.hotelespamplona.com 42 itinerari 10 R10 Ujué: pellegrinaggi U UJUÉ Ujué sembra rispondere ai deliri di un disegnatore deciso a creare un popolo immaginario, da fiaba: le sue vie strette che scivolano dai pendii del colle sempre disseminate di salite o scale, le sue case, ogni angolo dimenticato,... Tutto ciò toglie il respiro. Se questo fosse poco, dirigere la vista in qualsiasi direzione da Ujué è una cosa che merita. Ai suoi piedi si vede il falsopiano di Tafalla e Olite, la Ribera, il Moncayo ed i Pirenei, con cime come l’Anie o la Mesa de los Tres Reyes (La Tavola dei Tre Re). Ujué nacque come piazza forte per la difesa della Navarra prima dai mussulmani e più tardi dall’Aragona. Nella parte alta della località, c’è la chiesa romanica di Santa Maria. Ci sorprende per la sua grandezza e semplicità. Venne costruita sui resti di una chiesa preromanica nei secoli Xi e XII, ma fu soprattutto il re Carlos II il Malo (il Cattivo) colui che le diede maggior spinta. Lui edificò la nave gotica, un bello sensale e torri merlate. Al suo interno si trova la bella immagine di Santa Maria con il Bambino, una gioiello della scultura romanica navarrese del XII secolo ed è ricoperta d’argento. Carlos II apprezzava tanto questo luogo che, prima di morire, volle che il suo cuore riposasse lì. Ed ancora oggi si conserva in questa chiesa in un cofanetto. Per visitare Ujué vi consigliamo di lasciare il veicolo appena arrivati nella località o nella piazza del santuario, poiché le automobili non possono accedere al centro della località. In Ujué si celebra uno dei pellegrinaggi più emotivi di questa Comunità. Si festeggia la domenica seguente del 25 aprile, giorno di San Marco ed è in onore della Vergine Maria. I pellegrini accorrono con tuniche, croci e, a volte, incluso scalzi e con catene. Si riuniscono presso la Cruz del saludo (Croce del Saluto) e di seguito accorrono al santuario per pregare la Madonna. UJUÉ zona media R10 www.hotelespamplona.com 43 Itinerari per conoscere la città di Pamplona PAMPLONA è il capoluogo della provincia di Navarra, dal podestariato del suo nome e lo fu dell’antico regno della Navarra. È posizionata all’incirca nel centro geografico della provincia, la città storica è situata su di una terrazza con un forte dislivello dalla cui zona bassa scorre il fiume Arga. Il nome della città proviene dal generale romano Pompeyo, che stabilì quì il suo accampamento all’arrivo dell’inverno dell’anno 75-74 a.C. Questo accampamento militare divenne permanente, dando luogo ad una città castrense di stipendiato del convento cesaraugustiano. I romani vi trovarono un abitato indigeno che si era già insediato dalla Prima Età del Ferro, secoli VII o VI a.C., del quale non sono rimasti vestigi costruttivi però sì arnesi domestici. Strabone nella sua Geografia ci lasciò anche una descrizione degli abitanti di questa zona: “Tutti gli abitanti delle montagne sono sobri, bevono solo acqua, dormono per terra, portano capelli lunghi in modo femminile, la città di pamplona anche se per combattere si cingono la fronte. Mangiano principalmente carne di montone; ad Ares sacrificano montoni, ed anche schiavi e cavalli [...]. Mangiano seduti su banchi costruiti attorno alle pareti, allineandosi a seconda delle loro età e dignità; gli alimenti li fanno circolare di mano in mano; mentre bevono, danzano gli uomini”. Oggi le rovine rimaste della Pompaelo romana possono vedersi nel Museo della Navarra. P1 www.hotelespamplona.com 45 P PERCORSO PER LA amplona PAMPLONA MEDIEVALE IL BORGUI DI PAMPLONA L’enclave più antico di Pamplona è ubicato nell’attuale quartiere del Navarrería, dove si trova la cattedrale. La crescita della città avviene dopo la scoperta della tomba dell’apostolo Santiago, quando Pamplona diventa una città di passaggio per i pellegrini che procedevano dai Pirenei seguendo il cammino francese. Re come Sancho el Mayor e santi come San Veremundo ebbero l’incarico di agevolare il transito dei pellegrini attraverso le terre navarresi, promovendo la costruzione di ponti ed ospedali e migliorando i cammini. In questo modo il flusso di viaggiatori fece in modo che anche nuovi colonizzatori, la maggioranza francesi, cominciassero a insediarsi a Pamplona, la prima città del cammino. Tuttavia, questi nuovi abitanti non si insediarono nella Navarrería, ma che seguendo il Cammino di Santiago, colonizzarono le terrazze sul fiume Arga. La nuova popolazione fu confermata nell’anBORGO DI SAN NICOLÁS no 1129 da Alfonso el Batallador, nascendo così il borgo di San Cernin, la cui posizione giuridica era differente di quella della Navarrería. La denominazione di “borgo” proviene della parola francese “bourg”, che significa paese. Questo nome, che in principio venne applicato solo all’insediamento di San Cernin, fu estendendosi attraverso la storiografia agli altri insediamenti che configuravano l’antica città di Pamplona. Verso la metà del secolo XII già esisteva un altro nucleo di popolazione a sud di San Cernin, noto come il Paese di San Nicolás. Le rapporti tra i tre borghi furono sempre tesi, arrivando incluso a combattimenti con le armi in varie occasioni, per tutto ciò i tre paesi erano separati da mura difensive, e le loro chiese servivano anche come fortezze. Dopo altri conflitti precedenti, nell’anno 1276 ebbe luogo la “Guerra della Navarrería”, che concluse con la distruzione di detto borgo e del chiostro della cattedrale romanica. Le stragi di tale guerra ce le riferisce il cronista Guillermo Anelier di Toulouse: “Lì vedrete i soldati correre da un posto all’altro. Lì vedrete aprire e distruggere i feretri, e spargere cervelli e spezzare le teste, e maltrattare le dame e le donzelle, e rubare la corona al santo crocifisso e prendere e nascondere le lampade d’argento, ed aprire i cassoni e rubare le reliquie, i calici, le croci e gli altari... E vedrete la Navarrería così abbattuta che in un mese non potrete stare sotto un tetto, al contrario potrete far crescere l’erba o seminare il grano. La pacificazione e l’unione dei tre borghi non avvenne fino al 8 settembre 1423, quando il re Carlos III dettò il Pri- itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 46 Iniziamo il percorso attraverso il borgo della Navarrería, dove si trova la cattedrale della città. Le rapporti tra i tre borghi furono sempre tesi, arrivando incluso a combattimenti con le armi in varie occasioni, per tutto ciò i tre paesi erano separati da mura difensive vilegio dell’Unione, comandò abbattere i muri che separavano i paesi, e nella confluenza dei tre insediamenti costruì un’unica Casa del Jurería, dove oggi è assentato l’attuale comune. IL CAVALLO BIANCO LA NAVARRERÍA E LA CATTEDRALE Iniziamo il percorso attraverso il borgo della Navarrería, dove si trova la cattedrale della città. Visto l’edificio di fronte, il suo carattere medievale rimane occulto dietro il portale di transizione al neoclassicismo che venne innalzato alla fine del secolo XVIII secondo i disegni di Ventura Rodríguez. Tuttavia è sufficiente aggirare l’edificio a sinistra per trovarci nella piazza di San José (1), dove possiamo contemplare l’originale fisionomia dei muri della cattedrale ed uno dei suoi portali laterali originali, datato del secolo XV. Vale la pena di godere l’ambiente silenzioso e raccolto di questa incantevole piazza. La casa più antica che troviamo in lei e datata del secolo XVI, è la casa numero 7, ed appartenne al musicista della cattedrale. È realizzata in pietra di costruzione quadrata con un arco aguzzo di ingresso, e venne costruita terminate le opere del tempio. Di fronte all’edificio della cattedrale si trova la via cieca chiamata “Salsipuedes”, che termina nel convento delle Carmelitane, la cui facciata fu disegnata alla fine del secolo XIX dall’architetto diocesano Florencio Ansoleaga. Lo stesso architetto progettò il convento delle Serve di María, che fa angolo con la calle Redín (2). Se ci sporgiamo su questa via si può ammirare il sovrappasso che utilizzavano le monache per attraversare la via senza interrompere la clausura. Possiamo percorrere questa romantica via fino ad arrivare alle mura, alla zona nota come Rincón del Caballo Blanco (Angolo del Cavallo Bianco) (3), che ha anche un particolare bellezza. Lì si trova un osteria che venne costruita negli anni 60 seguendo i modelli medievali ed approfittando alcuni elementi di antiche edificazioni del secolo XV. Presso l’osteria venne collocato negli stessi anni l’arco del Mentidero (1500). La cattedrale La visita al tempio risulta imprescindibile, poiché è uno dei principali tesori della città. L’edificio gotico che si conserva sostituì l’antico tempio romanico che risultò seriamente danneggiato durante la guerra della Navarrería (1276). Venne prima costruito il nuovo chiostro, le cui opere durarono tutto il secolo XIV. Venne realizzato in stile gotico, con una forte influenza francese. In lui emerge il lavoro scultorio sviluppato nelle porte che danno accesso ai vari annessi, come la porta dell’Amparo e la porta Preciosa, ambedue sviluppando il tema della Dormición de la Vírgen (“Dormizione” della Vergine). Prima di addentrarsi nella cattedrale possiamo ammirare la cappella Barbazana, dov’è sepolto il vescovo Arnaldo de Barbazán (1318-1355), coperta da una magnifica volta stellata e dove si trova la Vírgen del Consuelo (la Vergine della Consolazione), il refettorio, oggi convertito in piccolo museo della cattedrale, la cucina e la cantina, dove si espone un’eccellente collezione di avori ed oggetti d’oro, dove emerge il reliquiario del Santo Sepolcro, regalo del re San Luigi di Francia, con oggetti smaltati di Limoges, le copertine del Vangelo della cattedrale, del secolo XIII, o il reliquiario del Lignum Crucis. Accediamo alla cattedrale attraverso la porta dell’Amparo, e c’imbattiamo con un gran edificio che venne innalzato principalmente durante il secolo XV e che presenta una grande unità formale e stilistica. La percorso per la pamplona medievale cattedrale di Pamplona servì da panteon ai re di Navarra dalla restaurazione della monarchia nel 1134, anche se dopo il crollo dei suoi tetti nel 1390 tutti i sepolcri esistenti si persero ad eccezione di uno, conosciuto come quello dell’infantita (figliola), che si trova incrostato nel muro sud presso la citata porta dell’Amparo. Si conserva anche il sepolcro del monarca che intervenne più direttamente nella costruzione del nuovo tempio gotico, Carlos III el Noble de Navarra. Solo per ammirare questo magnifico sepolcro posto di fronte al presbiterio vale la pena di entrare nell’edificio. L’opera la realizzò il maestro Johan Lome de Tournai, arrivato probabilmente da Parigi, tra gli anni 1413 e 1419. Per costruire le sculture utilizzò alabastro di Sástago, materiale nel quale modellò con grande perfezione i lineamenti di Carlos III, la bellezza della sua moglie, Leonor, e la ricchezza dei tessuti che li vestono. P1 www.hotelespamplona.com 47 P itinerari per conoscere la città di pamplona amplona questo spazio barocco una pala d’altare disegnato da Juan Martín di Andrés. Vale la pena ammirare i due piccoli intagli che si trovano nelle nicchie su ambedue i lati del sacrario, rappresentando l’Immacolata e Santa Teresa. Furono portate da Napoli nel 1772, ed emerge in loro, oltre alla loro grazia ed i loro eleganti movimenti, la loro straordinaria policromia, che veste Santa Teresa con una cappa fiorita sull’abito marrone carmelitano. PIAZZA DE SAN FRANCISCO IL BORGO DI SAN CERNIN Scendendo dalla calle Curia, arriviamo fino alla piazza concistoriale, e da lì prendiamo la calle Mayor, attraverso la quale c’immettiamo nell’antico borgo di San Cernin. te all’atrio della chiesa, una piastra copre il pozzo dove il santo battezzò i primi cristiani della città. La primitiva chiesa romanica venne distrutta durante uno dei vari combattimenti tra i borghi, per questo motivo venne costruita una nuova chiesa-fortezza terminata nel 1277. Il tempio contava con un chiostro, che fu distrutto nel 1758 per costruire la cappella della Vírgen del Camino. Questa cappella venne costruita con la sontuosità propria dell’epoca, di tale modo che ci troviamo con il paradosso nel quale il formato della cappella sovrasta quasi quello della propria chiesa. Presiede Parrochia di San Saturnino (5). Gli abitanti del nuovo borgo costruirono subito la loro parrocchia secondo la moda francese e con una dedica provenzale, fino al punto in cui ancor oggi si conosce questa parrocchia con il nome francese di San Cernin. La tradizione racconta come questo santo vescovo di Toulouse si trasferì a Pamplona ad evangelizzare i loro abitanti presso il prelato San Honorio. Giusto di fron- L’atrio è stato sottoposto ad una restaurazione storicista realizzata dall’architetto della diocesi, Florencio Ansoleaga, nel 1907. In lui si trova il portale, del fine secolo XIII o inizio del XIV, ed il sepolcro dei Cruzat, del secolo XV, che venne trasferito dal chiostro. Per la calle La Campana arriviamo fino alla Cámara de Comptos (6), esempio dell’architettura domestica del gotico tardivo, poiché si tratta di un’antica casa signorile che divenne Tribunale dei Conti del Regno nel secolo XVI. Attraverso il portale di arco aguzzo si accede ad un passaggio coperto da una volta che termina in un riparato cortile. PORTAL DE SAN NICOLÁS Mappa 3 2 1 6 4 5 7 8 1 2 3 4 PLAZA DE SAN JOSÉ CALLE REDÍN CABALLO BLANCO CATEDRAL 5 6 7 8 PARROQUIA DE SAN SATURNINO CÁMARA DE COMPTOS PLAZA DE SAN FRANCISCO IGLESIA DE SAN NICOLÁS itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 48 P1 PAMPLONA MEDIEVALE CÁMARA DE COMPTOS il Borgo di San Nicolás, incendiando e distruggendone la parrocchia che dovette essere ricostruita. Questa ricostruzione si realizzò in epoca di Sancho VII el Fuerte, in un momento che coincide con la costruzione dei grandi monasteri cistercensi della Navarra. L’impronta dello stile del cister si riconosce nell’austerità e nella sobrietà che presiedono le navate laterali del tempio. La piazza di San Francisco (7) riceve il suo nome dal convento dei Francescani, con la sua chiesa ed il vecchio carcere, che era ubicato in questo spazio fino alla sua distruzione dopo la liberazione dei beni ammortizzati di Mendizábal nel 1836. La tradizione racconta che il proprio San Francisco intervenne nella fondazione del primo monastero dei francescani quando passò per Pamplona realizzando il cammino di Santiago. Sembra che il pacifico santo rimase costernato nel vedere le costanti lotte esistenti tra i borghi della città, e deviò il suo cammino spostandosi fino a Tudela per chiedere udienza con il re Sancho el Fuerte e mediare per la pace tra i differenti borghi. Nel 1276 i borghi intavolarono un altro conflitto, che provocò nuovi danni nella fabbriceria di San Nicolás. In epoca di Carlos III el Noble (1387-1425) si ricostruirono le volte dell’arco ed il capezzale, come indicano i blasoni del monarca che appaiono nelle chiavi di dette volte. I costanti conflitti fecero che gli elementi difensivi della chiesa si rinforzassero nel secolo XIV, costruendo una nuova torre rivolta verso il cimitero parrocchiale, ubicato nella piazza di San Nicolás. Dell’antica funzione difensiva della chiesa rimane come testimone il passo di ronda. IL BORGO DI SAN NICOLÁS Negli ultimi anni del secolo XIX e i primi del XX s’inaugura la prima ampliazione di Pamplona e si urbanizza il Paseo Sarasate, con un deciso intervento negli esterni della chiesa. Si realizza poi il portico, la canonica e si apre una nuova porta al Paseo, tutte loro ristrutturate e realizzate dall’architetto Ángel Goicoechea, anche se gran parte delle modifiche erano già impostate da Florencio Ansoleaga. La Chiesa di San Nicolás (8). Questa parrocchia venne costruita probabilmente contemporaneamente al borgo nuovo che porta il suo nome, anche se le prime notizie che si hanno datano dell’anno 1177. A causa delle costanti frizioni tra i differenti borghi di Pamplona, le parrocchie formavano parte, inevitabilmente, dell’intelaiatura difensiva della popolazione, per tutto ciò la chiesa di San Nicolás dovette avere dalla sua costruzione il carattere anche di fortezza. Una di questi conflitti ebbero luogo nel 1222, quando gli abitanti di San Cernin attaccarono Nell’interno della parrocchia troviamo varie opere interessanti, come il Crucificado (Crocifisso) del secolo XV che presiede il tempio, o l’intaglio di San Nicolás, della metà del secolo XVI. Inoltre, il tempio conserva un interessante insieme di pale d’altare barocche tra le quali emergono quelle di San Miguel, Santa Ana, San Mauro e quella di San Eloy, dell’anno 1721 e realizzato dallo scultore Fermín de Larráinzar. Quest’ultima pala d’altare fu pagata dalla corporazione dei calzolai di Pamplona, come indica una dicitura che si trova alla base. percorso per la pamplona medievale IGLESIA DE SAN NICOLÁS Una di questi conflitti ebbero luogo nel 1222, quando gli abitanti di San Cernin attaccarono il Borgo di San Nicolás, incendiando e distruggendone la parrocchia che dovette essere riconstruita P1 www.hotelespamplona.com 49 P PAMPLONA amplona PIAZZA FORTE MURA, GIARDINI ED IL PALAZZO DEI REI DI NAVARRA Il recinto murato di Pamplona già esisteva durante il Medioevo, completando la città la sua difesa con il castello innalzato dal re Luis el Hutín nel 1308 sul lato est dell’attuale piazza del Castillo e con le varie torri delle stesse muraglie e quelle delle chiese-fortezza della città, come quelle di San Saturnino, San Nicolás e San Lorenzo. Tuttavia, quando nel 1512 Fernando el Católico annesse il regno di Navarra a quello di Castiglia, i suoi ingegneri militari gli consigliarono di rinnovare tutto il complesso difensivo della città. L’importanza di Pamplona come piazza forte è ovvia, data la sua prossimità con la Francia, con la quale la monarchia peninsulare si trovava in costante conflitto. Inoltre, nei tempi del re Católico i legittimi monarchi navarresi si erano rifugiati nel vicino paese, e tuttavia avevano delle speranze di ricuperare il loro regno. Per tutto ciò era urgente la necessità di dotare questa città di confine di un moderno sistema di difesa, ed il primo passo fu di costruire un nuovo castello che venne ubicato dove oggi c’è il Palacio de la Diputación (Palazzo della Deputazione). Costruito il nuovo castello, Carlos I si dedicherà principalmente al rimodernamento delle mura della città. Durante il suo regno si crearono le “zone polemiche”, dov’era vietata la costruzione di edifici. Queste zone riguardavano principalmente le mura fuori porta, dove esistette la possibilità di demoralizzare il nemico in un assedio alla città. La grande costruzione difensiva di Pamplona ebbe luogo sotto il regno di Felipe II, la moderna cittadella, che motivò la scomparsa del già antiquato castello di Fernando el Católico. Durante l’intera l’età moderna i monarchi mostrarono un gran interesse per mantenere in buone condizioni e rinnovare le difese della città finché i nuovi avanzamenti militari resero antiquato il vecchio sistema di mura e nell’ultimo terzo del secolo XIX venne costruito il Forte di Alfonso XII, nel vi- PORTAL DE FRANCIA O L´ATRIO DI ZUMALACÁRREGUI. itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 50 Il recinto murato di Pamplona già esisteva durante il Medioevo, completando la città la sua difesa con il castello innalzato dal re Luis el Hutín nel 1308 il Palazzo dei Re di Navarra Seguiamo il nostro itinerario passando per il Palacio de los Reyes de Navarra (Palazzo dei Re di Navarra) (11), sul mezzo baluardo di Parma (12). Questo palazzo, oggi convertito in Archivio della Navarra dopo la restaurazione effettuata dall’architetto Rafael Moneo, fu motivo di dispute tra il monarca ed il vescovo praticamente durante tutto il Medioevo. Il palazzo venne costruito in epoca di Sancho VI el Sabio (il Sapiente) (1150-1194), ed alla stessa epoca corrisponde il semiscantinato dell’ala nord. La galleria del cortile è posteriore, appartiene già al secolo XV, e subì delle ristrutturazioni nel secolo XVI, quando si introdussero le tipiche ganasce castigliane. Il portale appartenne all’epoca di Carlos I de Spagna, e venne rifatto nel 1598, con occasione della visita di Felipe II. Dietro il palazzo si trovavano gli orti e i giardini che scendevano fino al parco di Santo Domingo. Seguiamo la passeggiata dalla parte posteriore del Museo di Navarra, dopo aver attraversato la salita di Santo Domingo, attraverso la zona conosciuta come Paseo de Ronda (13). Sotto questo viale si trova il ponte del Rochapea (14), dove c’era un’altra delle antiche porte delle mura, demolita nell’anno 1914 e della quale si conserva solo lo scudo, che venne collocato nel 1960 nel Portal Nuevo (Atrio Nuovo) (15). Quest’ultimo venne aperto nelle mura nel 1950, per agevolare l’accesso alla città da nord. Attraverso di lui si arriva al Parque de la Taconera (Parco), dove troviamo ancora tele delle mura ed i baluardi dei Gonzaga, la mezzaluna di San Roque ed il baluardo della Taconera, tutti loro realizzati alla fine del secolo XVII e inizi del XVIII. Questo parco è il più antico dei giardini di Pamplona, ed oltre al monumento a Julián Gayarre, l’antica fontana del Mariblanca e due bar dove poter riposare, dispone di un simpatico zoo con cervi, cinghiali, pavoni ed altre specie negli stessi fossati delle antiche mura. Nella calle del Bosquecillo, che costeggia questi giardini, si può contemplare l’atrio di San Nicolás (16), dal quale si accedeva all’omonimo borgo, che fu costruito nel 1666 assieme all’atrio della Taconera. Ambedue furono smontati, ma il primo si reinstallò all’entrata dei giardini. Quello della Taconera ebbe una peggiore sorte, e di lui si conservano solo le iscrizioni. Una riproduzione dello stesso venne collocata di fronte al parco di Antoniutti (17). cino monte di San Cristóbal. Poco dopo, nel 1888, venne autorizzata la demolizione di parte delle mura e di due baluardi della cittadella per iniziare così le opere della prima ampliazione di Pamplona, che cominciò a crescere fuori porta. Il tracciato delle mura ci porta fino al bastione di Labrit (3). In questa zona si trovava l’antico ghetto di Pamplona, che ebbe il proprio cimitero all’altro lato delle mura. Il regno di Navarra fu l’ultimo della penisola nell’espellere i giudei, nell’anno 1498. La zona che percorre il fronte est delle mura dal bastione di Labrit fino a La passeggiata attraverso le mura è gradevolissima, quello del Redín (4) è conosciuta come Ronda Barpoiché attorno a loro si aprono la maggior parte degli bazana, poiché passa dietro la cappella della cattespazi verdi della città. Si può realizzare questo percordrale dello stesso nome, ed è una di quelle che furono so sia dalla parte superiore della stessa e sia da sotto, restaurate nell’epoca di Carlos I. Se ci sporgiamo dalle da dove possiamo apprezzare l’imponenza delle mura. mura, sotto il bastione del Redín potremo vedere l’avamposto del baluardo basso Presso il baluardo di San Bartolodi Guadalupe (5) ed il ponte mé (1), dove si trovava il forte che pordella Magdalena (6), uno dei tava il suo nome innalzato nel secolo molti ponti di origine medievale che XVIII, inizia con il parco della Media attraversano il fiume Arga. Riceve il Luna (Mezzaluna) (2), disegnato dalnome dall’antico ospedale che si l’architetto Víctor Eusa nel 1935. Amtrovava sull’altra sponda del fiume, bientato con romantiche pergole, stae dal quale accedono a Pamplona i gni ed aiuole, offre delle eccellenti viste pellegrini che realizzano il cammino sull’Arga e la cattedrale. In lui si trova il di Santiago. Seguendo la passegmonumento al violinista Pablo Sarasagiata ci troviamo con una delle porte. te del recinto murato, Il Portal de SANCHO EL MAYOR, EN LA MEDIA LUNA Francia (7), noto anche come pamplona, piazza forte P2 www.hotelespamplona.com 51 P itinerari per conoscere la città di pamplona amplona Mappa 10 8 7 12 14 “Atrio di Zumalacárregui “, poiché la tradizione racconta che fu questa l’uscita della città utilizzata dal generale quando andò a mobilitare le sue truppe nella prima guerra carlista. L’atrio è dell’anno 1553, ed è il più antico di quelli che si conservano. Sotto di lui si trovano il baluardo basso del Pilar (8) ed il rivellino dei Re (9), ed a sua sinistra possiamo vedere il baluardo dell’Abrevador (10). 5 6 11 13 4 15 3 1 16 RONDA BARBAZANA 2 17 18 1 2 3 4 5 6 BAL. S.BARTOLOMÉ MEDIA LUNA B. EL LABRIT RONDA BARBAZANA BAL. GUADALUPE PUENTE MAGDALENA 7 8 9 10 11 12 PORTAL FRANCIA BAL. DEL PILAR REVEL. LOS REYES BAL. ABREVADOR PALAZZO LOS REYES BAL. PARMA LA CITTADELLA DI PAMPLONA (18) L’elemento conservato più importante delle fortificazioni di Pamplona è la cittadella. La sua costruzione inizia in epoca di Felipe II, nel 1571, secondo i disegni dell’ingegnere militare Giacomo Palearo, noto come il Fratín, che ebbe partecipato anche nella riforma del castello di Santa Barbara a Valenza e nel castello di Santa Cruz de la Coruña. La nuo- 13 14 15 16 17 18 PASEO DE RONDA PTE. ROCHAPEA PORTAL NUEVO PORTAL S.NICOLÁS PQUE. ANTONIUTTI LA CITTADELLA va cittadella era consone ai nuovi progressi delle tecniche belliche, che obbligavano a difendersi dai cannoni che avevano una portata più lunga da quelli finora utilizzati, per cui l’antico castello di Fernando el Católico era rimasto antiquato. In questo modo Palearo, aiutato dal viceré della Navarra, Vespasiano Gonzaga, marchese di Sabioneda e duca di Trayetto, progettarono un edificio difensivo simile alla moderna cittadella di Anversa, progettato dall’ingegnere Francisco Pacciotoo, un pentagono regolare con cinque baluardi ai suoi angoli. I baluardi sono conosciuti con i nomi di San Felipe el Real, Santa María, Santiago, San Antón e la Victoria. Questi ultimi due si abbatterono nel 1888 per costruire la prima ampliazione della città, anche se alcune rovine del baluardo di San Antón si possono con- LA CITTADELLA itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 52 PAMPLONA, PIAZZA FORTE templare nell’Auditorio di Pamplona, che riceve precisamente il suo nome. Sotto il vicereame del conte di Oropesa si aggiunsero mezzelune, note per i nomi di Santa Teresa, Santa Ana, Santa Isabel, Santa Clara e Santa Lucía. La cittadella venne terminata nel 1646, essendo in quello stesso anno visitata da Felipe IV. Per commemorare la fine dei lavori e la visita reale, sulla porta principale che si apre al viale dell’Ejercito si collocarono i blasoni del monarca, del conte di Oropesa e di Luis Guzmán e Ponce de León, ambedue promotori di questi ultimi lavori. Sotto gli scudi si può leggere la dicitura che fa riferimento alla costruzione del recinto in epoca di Felipe II. PABELLÓN DE MIXTOS Tuttavia continuarono alla realizzazione di nuove opere, dotandosi l’interno della fortificazione con altri servizi, come la polveriera, disegnata nel 1694 dall’ingegnere Hércules Torelli, la Sala d’Armi, antico arsenale di artiglieria, progettato nel 1725 dall’ingegnere Jorge Próspero Verboom, autore della cittadella di Barcellona, il Horno (forno) e l’antico magazzino dei viveri e la cantina, oggi noto come il Pabellón de Misxtos (Padiglione dei Misti), costruito alla fine del secolo XVII e rimodellato nel 1720 da Ignacio de Sala. Questo stesso ingegnere, che aveva già lavorato nella costruzione della Reale Fabbrica dei Tabacchi di Siviglia, ed era il responsabile anche delle volte a prova di bomba che proteggono gli accessi alla cittadella. La moderna costruzione dimostrò la sua effettività, poiché non è stata mai invasa dalle armi. Solo una volta fu sottomessa, e fu per l’astuzia degli attaccanti, che utilizzarono come unica munizione le inoffensive palle di neve. Successe durante l’inverno del 1808, quando per il trattato di Fontainebleau le truppe francesi s’insediarono nella parte esterna della città perché il prudente viceré si era negato, il marchese di Vallesantoro, ad alloggiarle all’interno del recinto militare. Tuttavia, tutte le mattine i francesi accorrevano alla cittadella a raccogliere gli alimenti necessari per le loro riserve. Il giorno 16 febbraio, dopo una copiosa nevicata, i francesi cominciarono a lanciare palle di neve ai navarresi di guardia alla cittadella che, animati dal gioco, dimenticarono i loro obblighi e si trovarono improvvisamente circondati e disarmati dalle truppe straniere. Poco dopo ebbe inizio la guerra dell’Indipendenza in Spagna. Nell’anno 1966 l’autorità militare cedette il recinto al comune di Pamplona, ed oggi viene utilizzato per realizzare esposizioni e nei suoi giardini e in quelli della Vuelta del Castillo che la circonda trovano spazio una serie di sculture che hanno trasformato questo spazio in un gradevole museo all’aperto. pamplona, piazza forte P2 www.hotelespamplona.com 53 P2 P GLI EDIFICI RELIGIOSI ED IL amplona MUSEO DI NAVARRA Nella chiesa di San Agustín si realizza nel Giovedì Santo la rappresentazione religiosa che commemora il voto dalle Cinque Piaghe della città di Pamplona. SAN IGNACIO LA BASILICA DI SAN IGNACIO Della costruzione originale si conserva il portale, che venne eretto nel 1556 ed è opera di Juan de Villarreal, e l’antica cappella, eretta nel 1547 dal tagliapietra Juan de Anchieta. Questo tempio si innalza nel luogo nel quale, secondo la tradizione, cadde ferito San Ignacio in difesa del castello di Pamplona nell’anno 1521. Per commemorare questo fatto nel 1950 venne innalzato un monumento copia del quale si trova nel Santuario di Loyola (1). Le opere della basilica (2) cominciarono nel 1669, seguendo dei disegni che erano stato inviati da Siviglia, e conclusero nel 1694. Nell’interno, la cupola è ricoperta da una ricca decorazione in gesso, e nel presbiterio si trova una pala d’altare barocca della prima metà del secolo XVIII. Nel 1767, dopo l’espulsione dei gesuiti dalla Spagna, la basilica rimase annessa alla parrocchia di San Nicolás, e nell’anno 1892 venne ceduta ai religiosi redentoristi. Nel 1927, dopo la costruzione della nuova chiesa di San Ignacio, venne demolita in parte la navata dell’antica basilica, per cui rimase in piena via il luogo dove la tradizione dice che cadde il santo, adesso segnalato da una targa, e che prima si trovava all’interno del tempio. Dalla calle Cortes de Navarra arriviamo fino alla salita di Labrit, dove finisce la calle di San Agustín. In questa via si trova la basilica di San Martín (3), un piccolo edificio barocco con un portale progettato nel secolo XVIII da Pedro de Aizpún. Sulla porta si può vedere un ostensorio, emblema della Confraternita del Santo Sacramento che occupa la cappella, e negli ambedue i lati due scudi con le Cinco Llagas (Cinque Piaghe). Nella stessa via la parrocchia di San Agustín (4) è ubicata dove si trovava l’antico Santo Domingo Seguendo la calle Compañía fino alla calle Curía, scendiamo per la tradizionale calle de la Mañueta fino al mercato di Santo Domingo (6), il più antico della città, costruito nel 1876 nello stesso luogo che occupava il mercato vecchio, distrutto da un incendio. Nella via dallo stesso nome si trova l’antico seminario di San Juan (San Giovanni) (7), costruito grazie alle donazioni del nobile baztanés Juan Bautista Iturralde nel 1734. Seguendo gli esempi dell’architettura barocca del territorio, al piano superiore si apre una galleria aperta, come succede anche a Pamplona nel palazzo episcopale, eretto nello stesso anno. itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 54 IL VOTO DALLE CINQUE PIAGHE, NEL GIOVEDI SANTO convento degli Agostiniani, fondato da Carlos II de Navarra nel 1355. L’edificio che è arrivato ai nostri giorni si adatta al tipo interamente conventuale del secolo XVI, data in cui si innalzò la chiesa che oggi contempliamo. La facciata, tuttavia venne costruita tra il 1887 ed il 1900, seguendo i disegni dell’architetto diocesano Florencio Ansoleaga. All’interno si trovano alcune pale d’altare barocche, tra le quali emergono quelle di San José e quella dell’Angelo Custode, provenienti dallo scomparso convento del Carmen Calzado. Nella chiesa di San Agustín si realizza nel Giovedì Santo la rappresentazione religiosa che commemora il voto dalle Cinque Piaghe della città di Pamplona. Durante la virulenta epidemia della peste che subì la città nel 1599, il vescovo ebbe una rivelazione nella quale le venne promesso che i sani non si ammaleranno e che i malati guariranno se collocavano nel loro petto un sigillo con la rappresentazione delle Cinque Piaghe di Cristo. Data l’effettività della misura adottata ed in ringraziamento, il Reggimento della Città decise di celebrare per sempre questo voto chiamato “delle Cinque Piaghe”. La calle Compañía, parallela a quella precedente, ricevette questo nome perché è stata quella che accolse la prima casa che ebbe la Compagnia di Gesù a Pamplona, che s’inaugurò alla fine del secolo XVI. I gesuiti presto aprirono anche il Collegio dell’Annunciata ed a lato innalzarono agli inizi del secolo XVII la chiesa di Gesù e Maria (5), che dopo l’espulsione dall’ordine divenne la cappella del seminario, come indicato nell’iscrizione della sua facciata. Nel 1927 la chiesa ritornò in possesso dei gesuiti, ma nella costruzione dell’Ordine il collegio nuovo, vene lì trasferita la parrocchia di San Giovanni Battista della Navarrería nel 1951. Oggi occupa l’edificio la Escuela Oficial de Idiomas della Navarra (Scuola gli edifici religiosi ed il museo di navarra Ufficiale delle Lingue Straniere della Navarra), che aprì i battenti nel 1978, e che ospita al suo interno il cortile dell’antico collegio. Seminario de San Juan (17). L’edificio conserva la cappella neogotica di fine XIX secolo, in cui è installato il Museo Pablo Sarasate, con oggetti personali dell’ artista, un busto dello stesso realizzato da Mariano Benlliure, i violini ed il piano usati dal musicista, tra le altre cose. Un po’ più avanti, nella stessa via, si trova il convento di Santo Domingo (8). Tutta questa zona, che si trova nella parte posteriore del comune, si conosceva come “il burrone”, e l’urbanizzazione ebbe inizio non prima del secolo XVI. Fino a quel momento servì per canalizzare le acque che scendevano dall’attuale calle de la Mañueta fino ad arrivare al fiume Arga. Fu P3 www.hotelespamplona.com 55 P itinerari per conoscere la città di pamplona amplona nel secolo XVI quando si decise di installarsi quì i frati domenicani, che erano stati trasferiti dalla loro precedente ubicazione in un estremo della piazza del Castillo, per poter erigere nel posto del castello di Fernando el Católico. Il vecchio convento si trovava sotto la dedica di Santiago, perché all’interno delle sue stanze si trovava un eremita dedicata all’apostolo. Per questa ragione nel portale dell’attuale edificio si può contemplare ancora un’immagine del santo vestito da pellegrino assieme ad altri due santi domenicani, San Tommaso d’Aquino e San Vicente Ferrer. L’opera della chiesa ebbe inizio nel 1529 e concluse nel 1543. Alla fine del secolo XVII venne costruito il chiostro, che oggi si trova nel edificio del Dipartimento di Educazione e Cultura. Il convento ebbe un importante ruolo nella storia dell’educazione navarrese, poiché ospitò l’università pontificia e Reale di Santiago, che si fondò il 26 aprile 1630 sotto il regno di Felipe IV. Eretto canonicamente dal Papa Urbano VIIII, in lui si impartivano Arti, Teologia, Medicina e Leggi. Il convento subì varie esclaustrazioni temporali, fino a quella definitiva che ebbe luogo nel 1836, quando vennero adibite le sue stanze per la Caserma di Fanteria ed Ospedale Militare. Oggi è la sede del Consiglio di Educazione e Cultura del Governo della Navarra, e solo la chiesa conserva il culto. La chiesa di Santiago segue la tipologia caratteristica dei tempi domenicani: un’ampia navata con cappelle tra i contrafforti comunicati tra di loro, arco sporgente e capezzale pentagonale tra due cappelle quadrate. La facciata venne realizzata in seguito, nella seconda metà del XVIII. All’interno emerge, Mappa 9 10 11 7 6 8 5 3 4 12 1 2 1 2 3 4 5 6 MONUMENTO A S.IGNACIO BASILICA DE S. IGNACIO BASILICA DE S. MARTÍN PARROCCHIA DE S. AGUSTÍN CHIESA DE GESU Y MARÍA MERCATO DE STO. DOMINGO 7 8 9 10 11 12 SEMINARIO DI SAN JUAN CONVENTO DI STO. DOMINGO MUSEO DI NAVARRA CARMELITANI SCALZI PIAZZA VIRGEN DE LA O CONVENTO M. AGOSTINIANE oltre ad un’interessante esempio di pale d’altare barocche, la pala d’altare maggiore, realizzata da Pierres Picart e Juan de Beauves, la cappella rococò di San Vicente, situata di fronte alla porta d’entrata, il rilievo della Sacra Parentela, datata 1560, che si trova nella cappella di Nostra Signora de Nieva e l’organo, della metà del secolo XVIII. IL MUSEO DI NAVARRA (9). Dopo l’annessione della Navarra alla Castiglia, i nuovi monarchi non si occuparono solo di rinnovare le difese della città, ma s’incaricarono anche di dotarla di alcune istituzioni che risultavano necessarie. Tra di loro si trova il Hospital de Nuestra Señora de la Misericordia (l’Ospedale di Nostra Signora della Misericordia), che venne costruito presso l’atrio del Rochapea prima del 1547. Per la sua manutenzione le venne permesso il monopolio della vendita delle carte da gioco e alla dedica della stampa di libri, e dal 1757 trovava posto la scuola di medicina e di anatomia. L’ospedale funzionò fino al 1925, e a partire dal 1956 divenne la sede del Museo della Navarra. Nel 1932 l’Ospedale di beneficenza passò sotto la gestione del Servizio Navarro della Salute e venne trasferito alla zona conosciuta come “Soto de Barañain”. Della costruzione originale si conserva il portale, che venne eretto nel 1556 ed è opera di Juan de Villarreal, e l’antica cappella, eretta nel 1547 dal tagliapietra Juan de Anchieta. La facciata della cappella non è quella originale, ma che si tratta di un’opera barocca del secolo XVIII che procede MUSEO DI NAVARRA itinerari per pamplona P1 www.hotelespamplona.com 56 GLI EDIFICI RELIGIOSI ED IL MUSEO DI NAVARRA P3 SANTO DOMINGO dalla chiesa de la Soledad de Puente la Reina (chiesa della Solitudine di Puente la Reina) e fu trasferita nel 1934. Nella cappella si trova oggi un’interessante esposizione di arte sacra, dove emerge la pala d’altare dello scomparso convento del Carmen Calzado, barocco, della metà del secolo XVIII e la pala d’altare rinascimentale di San Juan Bautista, della parrocchia di San Juan de Burlada. La collezione: Il Museo raccoglie reperti della preistoria e della protostoria poste nel piano sotterraneo. Il primo piano è dedicato all’arte romana, dove emerge la collezione di mosaici, proveniente principalmente da ville rurali. L’arte medievale si distribuisce tra il primo ed il secondo piano, e tra i reperti esposti, si distinguono per la loro eccel- lente qualità i capitelli romanici provenienti dalla cattedrale vecchia, lo scrigno spagnolo-musulmano del monastero di Leire ed il calice che Carlos III regalò alla chiesa di Santa María de Ujué. Le opere del Rinascimento si trovano nel secondo piano, ed oltre all’insieme di pitture murali provenienti dal palazzo di Oriz, si trova una magnifico intaglio su legno di San Jerónimo Penitente opera di Juan de Anchieta. Il terzo piano è dedicato ai secoli XVII, XVIII e XIX, con opere di Vicente Berdusán, Claudio Coello e Mateo Cerezo, oltre al ciclo della Creazione dipinto su rame dal fiammingo Jacob Bouttats. Una speciale menzione merita il ritratto del Marchese di San Adrián, dipinto da Goya nel 1804. Infine la collezione si chiude con opere del secolo XX. Convento del Carmelitani Scalzi (10). Durante il secolo XVII le nuove fondazioni di ordini religiosi si insediarono all’interno della città. Le prime a farlo furono le Carmelitane Scalze, che occuparono il suolo che rimase dopo la demolizione del castello di Fernando el Católico, e le seguirono le madri Agostiniane Recoletas ed i Carmelitani Scalzi. I Carmelitani conseguirono il perme- sso per installarsi nel recinto murato nel 1637, ma ebbero dei problemi nel momento di erigere la loro chiesa, poiché la vicina parrocchia di San Lorenzo interpose una causa, poiché pochi anni prima era stata consacrata la chiesa delle Agostiniane Recoletas, e la parrocchia di San Lorenzo ritenne che un’altra chiesa in una zona così prossima potrebbe sottrarre parrocchiani e profitti. Alla fine ottennero i permessi, e la chiesa dei padri Carmelitani terminò nel 1673. La facciata si può contemplare con una certa prospettiva, nonostante si trovi in mezzo allo stretto tracciato urbano del centro storico, perché i Carmelitani s’incaricarono di demolire parte delle edificazioni vicine, producendo un allargamento nella calle Descalzos all’arrivo del convento. Convento de M. Agostiniane Il convento fu fondato da Juan de Ciriza, segretario di Felipe III, che realizzò le gestioni affinché la Corona, padrona di questi terreni, li cederebbe alle madri agostiniane. I disegni dell’edificio furono incaricati all’Architetto e Disegnatore delle Opere Reali e Maestro Maggiore della Città di Madrid Juan Gómez de Mora, che realizzò anche, tra le altre opere, il disegno della Plaza Mayor di Madrid. Le opere terminarono nel 1634, con il risultato di un edificio che segue l’esempio dell’architettura gli edifici religiosi ed il museo di navarra conventuale del secolo XVII, somigliante al Convento dell’Incarnazione di Madrid L’austerità dell’esterno dell’edificio non riflette le ricche pale d’altare barocche che ospita l’interno del tempio. Emerge la pala d’altare maggiore e le due pale d’altare laterali, che formano un vistoso insieme incaricato nel 1700 a Francisco Gurrea e García. Per l’arredamento del tempio, esisteva inoltre una collezione di arazzi basati in cartoni di Rubens solo uguagliati dalle Scalze Reali di Madrid. P3 www.hotelespamplona.com 57 P PAMPLONA NEL SECOLO XVIII amplona LA CULTURA Un percorso per la Pamplona del secolo XVIII attraverso la sua architettura civile aiuta a conoscere meglio l’evoluzione della città precisamente in un’epoca in cui sorge un’ansia di rimodernamento molto accordo con le correnti colte del momento. Inoltre questa visione di Pamplona è interessante poiché l’indubbio fascino della storia medievale della Navarra eclissa in molte occasioni la storia di Pamplona durante l’età moderna e tuttavia, è durante il secolo XVIII quando secondo Pio Baroja arriva “l’ora navarrese”, e questa forza PALAZZO DI EZPELETA economica della quale parla l’autore si intravede nelle vie della città. La Pamplona del secolo XVIII conta con un centro d’insegnamento superiore, l’Università di Santiago, dove si studia Filosofia e Teologia fino a 1771, e dal 1757 si impartono scuole di medicina nell’Ospedale Generale, oggi convertito nel Museo della Navarra. Inoltre, nel secolo XVIII si costruisce una rete di fogne con scarichi per ogni casa, ciò permette che le vie, adesso libere di scarichi, siano ricoperte con un pavimento selciato. Si realizza anche la portata di acqua da Subiza, grazie all’acquedotto disegnato dall’architetto Ventura Rodríguez, che progetta anche la nuova facciata della cattedrale. Per celebrare l’avvenimento che suppose la conduzione dell’acqua, nel 1798 si inaugurarono una serie di fontane disegnate da Luis de Paret e seguendo la linea di tutte questi riforme, destinate a rimodernare l’immagine della città, alla fine del secolo s’installa un sistema di illuminazione pubblica. È durante il secolo XVIII quando si rinnovano anche gran parte delle case dei cittadini ed i nobili costruiscono i loro palazzi nella città, lasciando dei buoni esempi di architettura barocca. Questa ansia costruttiva non riguarda solo l’aristocrazia, ma anche alcuni istituzioni civili ed ecclesiastici lasciano l’impronta della sua ansia rinnovatrice con la costruzione dei loro rispettivi edifici istituzionali, come il Comune della città ed il palazzo Episcopale. Questa preoccupazione per curare la città rimane rispecchiata nelle Ordinanze Comunali, che regolano la costruzione di edifici trattando di dare una certa uniformità al tracciato delle vie. Nella calle Navarrería, l’edificio più rappresentativo è quello del Marqués de Rozalejo (Marchese de Rozalejo) (1). Si apre alla piazza di Santa Cecilia e gode di un’eccezionale prospettiva all’interno del conglomerato urbano del centro storico della città, poiché Pamplona, per la sua posizione di confine, non inizia la sua crescita fuori porta fino al 1888, quando si realizza la prima ampliazione, per cui le nuove idee si devono cingere all’interiore delle mura della città, la zona che oggi denominano il centro storico. Questa particolarità contribuisce anche agli edifici che si conservano non sia indifferenti, poiché in generale non esiste la possibilità di usufruire o di creare un itinerari per pamplona P4 www.hotelespamplona.com 58 Nel contesto specifico della Pamplona del XVIII sorgono nuovi spazi: le piazzole che dovuto all’intersezione di varie vie. Per commemorare la portata delle acque a Pamplona, nel 1788 s’installarono nella città una serie di fontane il cui disegno si deve a Luis Paret tracciato urbano con la prospettiva adeguata per poterli contemplare. e gli elementi in ferro conservati corrispondono anche loro al secolo XVIII. L’ubicazione della casa all’interno del conglomerato urbano ha una grande importanza, e nel contesto specifico della Pamplona del XVIII sorgono nuovi spazi: le piazzole. Si tratta in realtà di spazi, generalmente irregolari, che dovuto all’intersezione di varie vie presentano una maggiore ampiezza di una via normale. Nell’ubicazione della casa in una di queste piazzole si ottiene una miglior prospettiva della facciata, ciò ingrandisce l’apparenza dell’edificazione. Questo interesse per rendere più chiara la facciata ampliando le possibilità di contemplazione della stessa è stato sperimentato già nel XVII secolo, nell’allargamento dell’ultimo tratto della calle Jarauta per consentire una miglior vista della facciata del recentemente costruito convento delle Carmelitane. All’interno risulta vantaggiosa anche la presenza della piazzola che precede la casa, poiché permette l’entrata di maggior luce e le viste sono più gradevoli. LA FONTANE DI LUIS PARET Questa casa appartenne alla famiglia Aoiz -Guendica, a coloro che ricadde il titolo del marchesato di Rozalejo nel 1832, momento in cui viene collocato il suo blasone nel palazzo. La facciata, tipicamente barocca, ha subito alcune modifiche nel secolo XIX, quando ne venne aumentata l’altezza per collocare il blasone e si lacerarono le finestre del pianterreno. All’interno si conserva un amplio androne dal quale parte un’ampia scala imperiale. I legni Per commemorare la portata delle acque a Pamplona, nel 1788 s’installarono nella città una serie di fontane il cui disegno si deve al pittore della Corte Luis Paret y Alcázar. Queste fontane, emblematiche della città di Pamplona, sono quelle di Santa Cecilia (2), nella piazza del suo nome, quella di Neptuno (3), nella Plaza del Consejo, quella dell’Obelisco (4), nella Plaza de las Recoletas, e quella dell’Abbondanza o la Beneficenza (5), per essere collocata nella Plaza del Castillo, da dove si traslocò alla sua attuale posizione, nei giardini de la Taconera, e conosciuta popolarmente oggi come la “Mari Blanca”. Dopo aver il Comune È uno degli edifici che venne costruito a partire dalla promulgazione del Privilegio dell’Unione da Carlos III nel 1423. Nello stesso documento viene determinata la citazione esatta che doveva avere il palazzo comunale, in cui era il fossato dove confluivano i tre borghi: Navarrería, San Cernin e San Nicolás. L’attuale concistoro venne costruito tra il 1753 ed il 1759, in sostituzione di quello vecchio che era in rovina. I lavori iniziarono con i disegni del maestro Juan Miguel de Goyeneta, ma si decise di cambiare la facciata progettata con quella presentata nel 1755 da Jose Zay y Lorda. Lo scultore la cultura José Jiménez prese l’incaricò di tutto il repertorio scultorio. L’orologio datato del secolo XVIII, anche se il suo meccanismo fu sostituito nel 1991. Tutto l’interno scomparve nella ristrutturazione che terminò nel 1952. La porta della casa concistoriale è custodita per due statue che rappresentano la Prudenza e la Giustizia, e sull’alto si innalza la figura della Fama, che bandisce con un clarino le glorie della città. Al suo lato si trovano due statue di Ercole, come simbolo delle virtù civiche. Lo scudo di Pamplona appare molte volte sulla facciata. P4 www.hotelespamplona.com 59 P itinerari per conoscere la città di pamplona amplona Piazza del Castello Questa piazza riceve il suo nome dal castello che nel secolo XIV eresse Luis l’Hutín, e che si trovava in uno dei suoi estremi. Poi, questo edificio fu sostituito dal castello edificato da Fernando el Católico, che a sua volta fu demolito per costruirci la moderna cittadella di Pamplona. Questo spazio tardò nel costituirsi come una zona di case, poiché i pamplonesi risiedevano all’interno del centro storico, però almeno dal secolo XIV funzionò come zona di divertimento e di ozio. Nel 1405 Carlos III organizzò nella piazza una serie di giostre e tornei per commemorare il matrimonio di sua figlia Beatriz con il principe Jacques de Borbón. La piazza venne utilizzata per celebrare festival taurini dal 1385, quando viene documentato il primo di questi eventi, fino al 1844, quando si costruisce l’antica arena dei tori. Visto l’insuccesso della sua utilità come arena dei tori e luogo di spettacoli, questo spazio continuò ad essere un centro di svago, grazie all’apertura durante il secolo XIX dei primi caffè. Nel 1888 aprì le porte il caffè Iruña, nell’edificio eretto dall’architetto di Logroño Maximiano Hijón per la banca del Credito Navarro. Nel centro della piazza s’installò nel secolo XVIII la fontana della Mariblanca, disegnata da Luis Paret, che venne trasferita ai giardini della Taconera essendo sostituita nel 1910 da un chiosco di legno. Nel 1943 venne tolto anche quest’ultimo per collocare quello che oggi continua a presiedere la piazza. La piazza del Castillo continua ad essere oggi un centro di riunione e di svago dei pamplonesi, dove si possono trovare un buon numero di bar dove poter trascorrere i momenti di ozio. Inoltre da lei si accede alle varie vie del centro storico dove ci sono i posti più tradizionali per lo shopping, per degustare gli stuzzichini o le bevande. Mappa 1 2 12 5 4 13 14 6 9 10 8 7 3 11 raggiunto la cattedrale dalla calle Navarrería, percorriamo tutta la calle Dormitalería, che riceve quel nome perché lì ci visse il “dormitalero” (la persona incaricata di chiudere le porte durante le ore notturne) della cattedrale, fino ad arrivare alla piazza di Santa María Real, dove troviamo il Palazzo Episcopale (6). Questa piazza datata del 1945, quando venne distrutto l’antico convento della Merced per costruire nel 1952 in parte del suo suolo il ritiro sacerdotale. Il palazzo episcopale venne eretto tra il 1734 ed il 1740. Questo edificio raggiunge una sintesi tra l’architettura della zona media, dove predomina il concio, e la Ribera (pianura), dove si impone il mattone e si aprono gallerie che coronano l’edificio. L’interno del palazzo venne rinnovato in parte verso il 1973, anche se rimane intatto il cortile interno con arcate, che ripete nell’ultimo piano la galleria degli archetti che appare sulla facciata. Si conserva anche la scala imperiale, coronata da una volta a vela con un rosone centrale. Tornando attraverso la Calle de la Merced, antica strada del ghetto, 11 12 13 14 MARQUÉS ROZALEJO FTANA. STA. CECILIA FTANA. DE NEPTUNO FTANA. OBELISCO FTANA. BENEFICIENCIA PALAZZO EPISCOPAL PALACIO GOYENECHE PIAZZA DEL CASTELLO IL COMUNE PAL. NAVARROTAFALLA PAL. GUENDULAIN CASA CONDESTABLE PALAZZO EZPELETA EZPELETA (S. FRCO) fino alla discesa di Javier, arriviamo fino alla calle Estafeta, dove si trova la facciata del palazzo Goyeneche (7), che riceve il suo nome dai nobili baztanés che fecero erigere. Emerge su questa facciata il monumentale portale ed i balconi del primo piano, che conservano gli elementi in legno originali. Dalla piazza del Castillo si può contemplare la lanterna che illumina la scala dell’edificazione. LA CALLE ZAPATERÍA Fino al Privilegio dell’Unione dell’anno 1423, la calle Zapatería fu la via maggiore del borgo di San Nicolás. Nel secolo XVIII questa via raggiunse un importante livello sociale all’interno del conglomerato urbano, trasferito poi nelle sue costruzioni, e di ciò fanno testo i palazzi barocchi conservati, così come i numerosi blasoni che sfoggiano ancora molte case dei cittadini. Tra le edificazioni più interessanti si trova l’edificio noto come palazzo Navarra-Tafalla (10), costruito nel 1752 dal capitano, cavaliere di Santiago e commerciante nelle Indie Juan Francisco Adán y Pérez, che nel 1746 ottenne il titolo di nobiltà. All’interno itinerari per pamplona P4 www.hotelespamplona.com 60 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 LA CULTURA CAFÉ IRUÑA si conserva la scala originale e l’androne, dove si sviluppa una spettacolare scenografia di gusto barocco, con i suoi due corpi coperti da una volta poligonale con lunette, sotto le quali si aprono finestre nel corpo di lanterna. Dal centro della volta, come in molte scale barocche, pende un rosone vegetale. Il suolo è ricoperto con ciottoli, ossa ed astragali, realizzando un accurato motivo floreale. Si distingue anche il palazzo di Guendulain (11), costruito nel secolo XVIII dalla famiglia Eslava di Enériz, nobili indiani che spesarono parte della chiesa del loro paese. Dopo il matrimonio di Magdalena Eslava con il conte di Guenduláin, l’edificio rimase vincolato a questo titolo navarrese. Nel 1845 questa casa divenne una residenza reale per alcuni giorni, poiché alloggiò Isabel II ed il suo seguito. La facciata della casa, una del più lunghe della città, ha tre altezze. Il primo piano corrisponde a quello che si suole conoscere come piano nobile, destinato alle stanze principali dei signori della casa e alle stanze di rappresentanza come i salotti, dai quali probabilmente vedevano e vedono ancora le processioni e gli avvenimenti che si succedono attraverso questa importante via del centro storico. P4 CRÉDITO NAVARRO VIA MAGGIORE È la via emblematica della città storica, la vecchia strada dei pellegrini a Santiago, che allaccia la parrocchia di San Saturnino con quella di San Lorenzo. Poco a poco, quando si unificarono i borghi nel 1423, divenne la via principale della città, ed in lei si concentrarono numerosi corporazioni ed uffici, come gli argentieri, i sellai, i borsettai e i guantai tra gli altri. Conserva varie case barocche e scudi nobiliari del secolo XVIII, indicativi della forza sociale della zona. Presso la chiesa di San Saturnino si trova la Casa del Condestable (Vice sergente di artiglieria) (12). Questo edificio fu costruito da il IV conte di Lerín verso la metà del secolo XVI, restando vincolato successivamente alla casa ducale di Alba, PALAZZO DI GUENDULÁIN la cultura la quale lo cedette a diverse istituzioni della città. Così, i vescovi di Pamplona vi risiederono durante il secolo XVII e fino al 1732, anno in cui si trasferirono al loro nuovo palazzo. Anche il Comune occupò questa edificazione, mentre terminavano le opere del suo nuovo edificio. L’edificio originale è datato, come detto, secolo XVI, ma nel secolo XIX subì un importante ristrutturazione. Nel 1891 Pedro Arrieta ne modificò le facciate, uniti in smussatura con terrazze chiuse, con la peculiarità di essere la prima smussatura del centro storico di Pamplona. Al termine della via, presso San Lorenzo, c’è il palazzo Ezpeleta (13), costruito tra il 1709 ed il 1711 come residenza dei marchesi di San Miguel de Aguayo, e che attualmente è proprietà del Comune di Pamplona. Si possono vedere ancora gli effetti di una cannonata lanciata durante la guerra carlista su di una delle inferriate dei balconi. Sul corniciamento rotto del portale si sviluppa un’esuberante decorazione intagliata con una tematica allusiva alla guerra, in cui si prodigano personaggi dell’esercito con cannoni, spade, trofei... P4 www.hotelespamplona.com 61 P PAMPLONA CONTEMPORANEA amplona ITINERARI FUORI PORTA Ampliazioni SECOLI XIX E XX Dopo dei ardui negoziati con l’esercito, il comune di Pamplona ottenne nel 1888 l’autorizzazione per la realizzazione della prima ampliazione della città, ancora all’interno del recinto murato di Pamplona. Dove anticamente si alzava il baluardo di San Antón, attualmente si trova l’auditorio di Pamplona, noto come “El Baluarte” (Il Baluardo) (6). Una passeggiata per la via Padre Moret e le vie adiacenti permettono di vedere l’architettura del fine XIX secolo che si sviluppò in quel momento. Nella via General Chinchilla numero 10 trova posto il Governo Militare (1), costruito nel 1915 per servire da casa agli ufficiali. Il numero 7 della stessa via (2), che attualmente ospita l’Acquedotto Municipale, fu opera dell’architetto Ángel Goicoechea, che realizzò una decorazione geometrica in mattone di stile neomudéjar. Nella calle Navas de Tolosa numero 7 si trova la Camera di Commercio, opera di Florencio Ansoleaga (3). Lo stile modernista è rappresentato da due edifici realizzati dall’architetto Manuel Martínez Ubago, il numero 6 della calle General Chinchilla (4), dove oggi si trova la delegazione del Fisco, ed il numero 7 della calle José Alonso (5). Il primo degli edifici citati hanno un atrio decorato con una fluida decorazione in gesso con motivi vegetali. Il viale Sarasate (7) si definisce come tale nel secolo XIX, quando s’incorpora al tracciato urbano con la costruzione di differenti edifici, al quale contribuì l’approvazione della prima ampliazione di Pamplona. In lui si trovano una serie di statue, provenienti dal Palazzo Reale di Madrid, che rappresentano monarchi navarresi. Inoltre, nel 1929 si collocò nel viale un grande lampione di ferro che venne trasferito successivamente alla piazza del Vínculo, dove ancor oggi si può ammirare (8). Nel 1903 venne installato nel viale la statua dei Fueros (Fori), spesata mediante sottoscrizione popolare, opera dell’architetto Manuel Martínez Ubago. In uno dei suoi estremi si trova il Parlamento della Navarra (9), opera dell’architetto Julián Arteaga. Il Banco di Spagna (10), che anche lui apre la sua facciata al viale, venne costruito nel 1925. PALAZZO DI NAVARRA Di fronte al Parlamento si trova il Palazzo di Navarra (11), sede della Deputazione. La facciata del viale Sarasate è opera dell’architetto José de Nagusia, ed il lavoro scultorio, che si deve a Fructuoso Orduña, rappresenta nelle nicchie del piano nobile a Sancho el Mayor e Sancho el Fuerte, e nella fine del fronto- ne all’uomo della pianura e quello della montagna sostenendo le armi della Navarra. Poco dopo la costruzione del Palazzo di Navarra, Florencio Ansoleaga costruì a lato nel 1896 l’Archivio Generale della Navarra. Nel suo raffinato giardino si trova una dalle tre sequoie di Pamplona portata dall’America. Nel 1928 Pamplona non fu più considerata una “piazza forte”, per cui poté ottenere il permesso per espandersi fuori porta, demolendo parte delle mura, e costruendo quella che è conosciuta come seconda ampliazione. Il piano urbanistico si deve a Serapio Esparza, che progettò un tracciato a dama di vie tagliate da una diagonale, come a Barcellona, che nel caso di Pamplona corrisponde alla Baja Navarra (12). Nell’apertura di questa seconda ampliazione della città, venne innalzata la facciata del Palazzo di Navarra che guarda il Viale de Carlos III tra gli anni 1932-34, opera dei fratelli Yárnoz Larrosa, che costruirono anche l’edificio adiacente, oggi sede del Palazzo del Fisco (13). Di fronte a questi edifici si situa il teatro Gayarre (14), la cui facciata, realizzata nel 1839 da José Nagusia, chiuse la MONUMENTO AI CADUTI. itinerari per pamplona P5 www.hotelespamplona.com 62 Nel 1928 Pamplona non fu più considerata una piazza forte, per cui potè ottenere il permesso per espandersi fuori porta, demolendo parte piazza del Castillo. Nell’apertura del Viale de Carlos III il teatro venne trasferito alla sua ubicazione attuale, mantenendone l’antica facciata. prospettiva di Carlos III. Tra il 1927 ed il 1934 venne provato in Pamplona il progetto di cittàgiardino nella colonia di Argaray (25), dove si costruirono una serie di villini unifamiliari seguendo l’esempio della colonia di Viso del Marqués de Madrid. EUSA Uno dei principali architetti che opera a Pamplona è Víctor Eusa (18941979). Una mostra delle sue opere la possiamo ammirare nella confluenza del Viale di Roncesvalles, quello di San Ignacio e la calle Bergamín (15). Lì troviamo, al numero 22 di San Ignacio la “casa Uranga” (1922), edificio realizzato seguendo i canoni regionalisti, ugualmente al numero 1 della calle Bergamín (1924). In “La Vasco Navarra” (1924), al numero 1 di San Ignacio, si fonde l’accademicismo con l’influenza dell’architettura viennese degli inizi del secolo. Nell’edificio di “La Aurora” (1950), si mostra l’evoluzione dell’opera di Eusa, che dopo la guerra civile abbandona le influenze espressioniste e della scuola viennese e diventa più accademico. Possiamo ammirare l’opera di Eusa anche nella piazza Príncipe de Viana 3 (16), nella calle Fernández Arenas 4 (17), nella calle Sangüesa 26, dove costruisce nel 1955 il collegio dei fratelli Maristas (18), nel Seminario de San Miguel (1936) (19), nella Casa de Misericordia (20), nel collegio Calasanz (1926) (21)... parrocchia di San Miguel (22), nel cui progetto collaborò anche nell’anno 1950 Víctor Eusa. A partire dagli anni 50 si aprono in Pamplona nuovi quartieri, come quello di San Juan (26). Negli anni settanta si costruisce nei quartieri di Iturrama (27) e Ermitagaña (28), e si consolidano quelli di San Jorge ed Echavacoiz. La città si rimoderna, migliorandone le comunicazioni, e nel 1973 l’aeroporto di Noáin viene aperto ai voli regolari. Nel 1980 Pamplona e Yamaguchi firmano il loro gemellaggio, con l’inaugurazione di un parco giapponese (29) dall’omonimo nome nel 1997. In questo stesso spazio si costruisce nel 1993 il Planetario. Dalla calle San Fermín arriviamo di nuovo al viale de Carlos III, che di recente è stato trasformato in zona pedonale il suo ultimo tratto. A sinistra c’è il Mercato Nuovo (23), costruito nel 1947 per fornire la seconda ampliazione, e di fronte a noi si trova la piazza de Conde Rodezno (24), costruita tra il 1942 ed il 1960 con una grande severità classicista, per formare un insieme con il Monumento ai Caduti (1940), che presiede lo spazio e chiude la Mappa 3 24 5 1 7 9 8 10 17 11 13 21 14 15 19 12 6 16 25 26 23 22 27 18 24 20 Se percorriamo il viale di San Ignacio, arriviamo fino alla piazza Príncipe de Viana, dove possiamo imboccare la calle Sangüesa fino ad arrivare alla piazza de la Cruz. Nel centro si trova una croce di ferro forgiato opera di Constantino Manzana (1932). In questa piazza troviamo la 1 2 3 4 5 6 7 8 GOBER. MILITARE C/CHINCHILLA 7 CAM. COMMERCIO C/CHINCHILLA 6 C/JOSÉ ALONSO 7 IL BALUARDO VIALE SARASATE LAMPIONE P.VÍNCULO itinerari fuori porta 9 10 11 12 13 14 15 16 PARLAMENTO BANCO DI SPAGNA PALAZZO NAVARRA BAJA NAVARRA PALAZZO FISCO TEATRO GAYARRE CASA URANGA PRÍNC. VIANA 3 17 18 19 20 21 22 23 FDEZ. ARENAS 4 FRATELLI MARISTAS SEMINARIO S.MIGUEL CASA MISERICORDIA COLLEGIO CALASANZ PCCHIA. S. MIGUEL MERCATO NUOVO P5 www.hotelespamplona.com 63 24 25 26 27 28 29 PZZA. 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