Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico
Transcript
Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico
Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico dell’Umberto I di Nocera Inferiore poiché affetto da febbre dalla metà di Novembre 2011. In sintesi è la stessa piaga a causare la febbre alta poiché contaminata da batteri con infezione ossea in atto. All’ospedale di Nocera non sanno indicarci soluzioni e io, comprendendo la gravità dell’evento, sto cercando di contattare chi come Lei ci potrebbe aiutare. Avrei modo di contattarla in privato? Posso inviare anche la relazione medica. Siamo disposti anche un immediato trasferimento e visita privata. La ringrazio. Nel 2010 il Centro Iperbarico di Ravenna ha iniziato l'esperienza del blog www.iperbaricoravennablog.it per condividere le storie di pazienti, convinti che spesso la soluzione al problema di una persona è la risposta al problema di tanti altri. Oggi da questa esperienza di successo nasce "Ossigenatevi!", il blog magazine del Centro Iperbarico, un nuovo strumento per leggere e conservare le storie più lette del blog. piaga da decubito con infezione ossea La risposta del dottor Longobardi al problema di Roberto caro Roberto, ti ringrazio per l’attenzione. Mi dispiace vivamente per tuo fratello, al quale mi sento particolarmente vicino visto che è stato ricoverato il giorno del mio compleanno. Inoltre mio zio gestisce un’azienda agricola in Mercato Saraceno (SA). Gli aspetti economici sono secondari al benessere di tuo fratello: il Centro Cura Ferite Difficili è una struttura inserita gestionalmente nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la maggior parte delle prestazioni erogate sono “gratuite” (a carico del SSN). Siccome mi preoccupa il viaggio per Ravenna, potresti inviare una fotografia della lesione alla caposala Patrizia Baroni ([email protected]) che è molto competente in merito (è anche nel Consiglio Direttivo nazionale dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee). Per quanto riguarda me, come medico esperto in riparazione tessutale, è importante valutare le condizioni generali del papà. Qualora fosse debilitato (disidratato, anemico, con poco ferro e scarse proteine nel sangue) sarebbe difficile ottenere un miglioramento con qualsiasi medicazione: le ferite hanno difficoltà a guarire se l’emoglobina fosse inferiore a 9 g/dl, le proteine totali inferiori a 5 g/dl e altro. Salve dottore, le volevo sottoporre il caso di mio fratello di anni 33 e paraplegico da quando aveva 19 anni in seguito ad un evento traumatico alla colonna vertebrale. Attualmente è affetto da una piaga (diametro circa 3 cm) da decubito al gluteo destro da più di un anno. La stessa piaga era stata curata già circa 8 anni fa con un intervento di chirurgia plastica ma purtroppo dopo qualche anno è ricomparsa (a causa delle condizioni fisiche che lo vedono seduto su una sedia a rotelle). La piaga è stata costantemente seguita e curata nei minimi dettagli (camera iperbarica, continue medicazioni ecc) ma dal 23 Dicembre 2011 mio fratello è ricoverato nel reparto di malattie infettive Per piacere, fai prescrivere dal medico di medicina generale (medico di famiglia) gli esami che elenco sotto la firma e inviameli all’email [email protected]). Sarò in grado di valutare le condizioni generali di tuo padre e consigliarti con maggiore sicurezza. E’ probabile che sia necessaria una pulizia chirurgica o con ultrasuoni e poi l’associazione tra una terapia sistemica (come l’ossigenoterapia iperbarica e il supporto nutrizionale) con una terapia locale (terapia a pressione negativa, gel piastrinico o altro). Sono terapie che già somministrate, singolarmente, a tuo fratello: il successo sta nell’associazione contemporanea di diverse tecniche. Per ogni dubbio contatta la segreteria del Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna (tel. 0544-500152). Ciao, Pasquale 1 esami da eseguire: • esame culturale con antibiogramma e valutazione della minima concentrazione inibente (MIC). • emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, ferritina, transferrina, creatininemia, GPT, GOT, emoglobina glicosilata, glicemia, esame delle urine, microalbuminuria, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, uricemia, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR - scintigrafia ossea con leucociti marcati Il tosaerba ha tosato l'indice della mano: cosa fare? Il Cicatrene tende a creare una crosta scura che potrebbe giustificare quanto racconti: “cicatrice di colore scuro”. Presso il Day Service Ambulariale “Cura Ferite Difficili” che ha sede nel Centro iperbarico Ravenna, controlliamo la circolazione al dito, la situazione dei tessuti molli (con ecografia), la funzionalità dei nervi del dito. Se la circolazione e la innervazione fossero nella norma, medichiamo con soluzione fisiologica, Versus Polvere Spray (spray disinfettante per la prevenzione e il trattamento di ferite. Contiene argento colloidale che previene la contaminazione microbica e collagene equino che accelera la riparazione), garza sterile. Stai lontana dall’acqua ossigenata: uccide sia i microbi che le cellule buone addette alla riparazione della ferita. Non mi piace! Se la ferita tardasse a riparare oltre sei settimane dall’incidente (aspetta la fine di aprile), consiglio una valutazione presso il nostro Centro per eventuale ciclo di ossigenoterapia iperbarica che facilita la riparazione dei tessuti molli e dell’osso (falange). In tal caso contatta la segreteria per una visita (tel. 0544-500152, email: [email protected]). Il costo della prestazione è a carico del Servizio Sanitario Nazionale (ticket esclusi). Ciao, Pasquale Nonna, quando torni a ballare con me? Gentile dott. Longobardi, il mio ragazzo lo scorso 30 marzo si è ferito l’indice della mano sx con la lama del tosaerba. Al Pronto Soccorso hanno fatto la seguente diagnosi: ferita al secondo dito della mano sx con perdita di sostanza del letto ungueale e frattura pluriframmentata della falange distale. L’ortopedico che gli ha curato la ferita ha praticato i punti di sutura ed effettuato onicectomia dell’unghia rimasta, lasciando i frammenti in sede. Successivamente si è fatto visitare da un chirurgo esperto in chirurgia della mano che ha rimosso, in data 18/04, i punti di sutura spiegandoci che l’unghia dovrebbe ricrescere nel giro di un paio di mesi e che non ci saranno problemi per la guarigione dei tessuti molli. Ci ha consigliato di lavare la ferita con acqua tiepida e sapone per 4/5 giorni, di mettere il Cicatrene e poi di togliere le garze per “lasciare respirare la ferita”. Vorrei chiedere se secondo Lei è normale che la cicatrice si presenti di un colore scuro (tra il viola e il nero) sopratutto nella zona del letto ungueale, se le indicazioni del chirurgo sono state corrette e se possiamo fare qlc per agevolare la guarizione della ferita (per es. può essere utile lavare la parte interessata con acqua ossigenata?). Grazie per la sua disponibilità. Il consiglio del dottor Longobardi cara Elena, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace molto per l’incidente che ha subito il tuo fidanzato. Con l’arrivo della primavera, sono molti i traumi da tosaerba che trattiamo presso il Centro iperbarico Ravenna. La storia della signora Maria, infettata con lo stafilococco, e della sua nipotina. La signora Maria, quasi un anno fa, è stata operata per mettere una protesi al ginocchio. L’operazione è andata bene, poi purtroppo la ferita si è infettata con lo stafilococco e percio’ non è ancora guarita. La sua nipotina, molto preoccupata perchè vede la nonna sofferente, un giorno le ha chiesto: “nonna, ma perchè una volta ballavi e saltavi con me e adesso fai molta fatica a camminare? cosa ti è successo? quando torni a giocare con me come prima?” La signora Maria le ha spiegato così: “lo stafilococco, un esserino molto piccolo ma molto “antipatico”, aveva molta fame ed ha pensato di mangiare un po’ d’osso del mio ginocchio…ecco perchè non sono ancora guarita! Ma vedrai che la camera iperbarica che sto facendo a Ravenna mi aiuterà a tornare presto a giocare con te”. La bimba è corsa nella sua cameretta, ha preso un foglio e dei colori, ed è tornata dalla nonna solo quando ha finito il capolavoro che vedete qui sotto. Ha disegnato quel brutto stafilococco che si mangia l’osso della sua nonna…quanto è bella la fantasia dei bambini! 2 SOS ulcere dalla Russia: piaghe alle gambe Definita la causa delle ulcere, sarà facile curarle. Un caro saluto, Pasquale amputazione piede: non s'ha da fare! Salve dottore, sono della provincia di Napoli. Saro’sintetico: mio padre (60 anni) soffre di piu’ patologie correlate. In primis, una epatite C che gli ha prodotto crioglobulinemia, portandolo - dal 2005 - in dialisi. Angela scrive dalla Russia per chiedere un consiglio al dottor Longobardi sulle piaghe della mamma anziana Ho la mamma di 74 anni che ha avuto un ictus celebrale, ha recuperato la mobilità totale e sono però uscite delle piaghe sulle gambe che dopo più di un anno non si rimarginano. Stiamo usando una crema cubana consigliata dal nostro dottore. Sono residente in Russia ma se riterrà necessario posso venire con la mamma al Suo ambulatorio. In attesa di una Sua cortese risposta. Cordiali saluti, Angela Nell’ultimo anno la situzione e’ peggiorata, soprattutto dal punto di vista vascolare. In pratica, aveva alcune piccole ferite a livello delle dita dei piedi che non si rimarginavano mai. In seguito a dei controlli, si sono manifestati seri problemi vascolari a un piede. Operato di angioplastica in novembre 2011, la situazione pareva andare meglio. Invece la ferita all’alluce è progredita con necrosi del dito. Oggi, in seguito a una nuova consulenza, gli hanno prospettato l’amputazione, se va bene, di tutto il piede. Il dottor Longobardi risponde Il consiglio del dottor Longobardi per la mamma di Angela cara Angelika, ti ringrazio per l’attenzione. La Russia è la madre della ossigenoterapia iperbarica. Ho conosciuto il prof. Sergey Naumovich Yefuni, famoso fisiologo e anestesista russo, Direttore dell’Istituto di Medicina iperbarica in Mosca e, recentemente, è venuta a trovarmi la brava Direttrice di un altro Centro iperbarico russo. Mi dispiace per la mamma. Le ulcere della pelle, se ben curate, si chiudono in tre mesi. Siccome sono aperte da un anno, è necessario definire la diagnosi e curarle adeguatamente. Per piacere, inviami al Centro iperbarico Ravenna (email [email protected]; tel. 0039-0544-500152, fax 0039-0544-500148): - la fotografia delle ulcere; - i valori dei seguenti esami del sangue: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, fibrinogeno, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR, proteina S, omocisteina; - ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti inferiori. Se ti fosse utile, ti invio la richiesta degli esami in lingua inglese. caro Antonio, ti ringrazio per l’attenzione. Il calore della mia città natale mi rianima mentre sono sepolto dalla neve. Mi dispiace per la grave situazione del papà. Il rischio dell’amputazione del piede è realistico, preoccupante (perché, oltre al danno, c’è il rischio che il taglio sia più alto prima o poi) ma – forse – è evitabile. Per essere certi che sia l’unica soluzione possibile è necessario seguire un preciso percorso di diagnosi e terapia. Ti illustro quello applicato presso il Centro iperbarico Ravenna. Percorso diagnostico Si valuta la ossigenazione e la perfusione del piede. Sappiamo già che le arterie più grosse della gamba sono chiuse, possiamo sperare che i vasi piccoli siano aperti (circolo “collaterale”). E’ necessario verificarlo come segue: - ecocolordoppler degli arti inferiori e successiva angiografia o angiotomografia computerizzata, - doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index (ABI) che indica quanto sangue arriva alla caviglia (Ankle) rispetto al polso (Brachial). Il valore normale deve essere superiore al 45% (0,45), - ossimetria transcutanea, uno strumento che misura (in maniera indolore) il valore della tensione di ossigeno che deve essere superiore almeno a 20 millimetri di mercurio (mmHg) durante 3 respirazione in aria; oppure maggiore di 20 e 200 mmHg rispettivamente durante respirazione in ossigeno a pressione ambiente o durante ossigenoterapia iperbarica; Osteomielite a seguito di incidente - LaserDopplerFlussimetria che permette di valutare sia la circolazione del sangue al piede: Toe Brachial Index (TBI, valore accettabile maggiore di 0,2) e Indice di Reazione PostOcclusiva che la presenza di eventuale neuropatia periferica (test del Riscaldamento e test di Variazione Posturale). Percorso terapeutico - eventuale angioplastica o bypass; - terapia farmacologica con farmaci emoreologici (che fluidificano il sangue), chelanti il calcio (che rimuovono la placca aterosclerotica) e – eventualmente – prostanoidi (che attivano la formazione di piccoli vasi sanguigni); - ossigenoterapia iperbarica che innesca la sintesi di un gas, il monossido di azoto (NO), potente acceleratore della formazione di nuovi vasi sanguigni. La terapia iperbarica è indicata qualora ci siano i margini per salvare l’arto, cioé: Ankle Brachial Index (ABI) maggiore di 0,45; Toe Brachial Index (TBI) maggiore di 0,2; incremento del flusso ematico al test di Reazione Postocclusiva. - riabilitazione vascolare Sulla base dei risultati del percorso diagnostico, si potrebbe dedurre che l’amputazione sia evitabile ma anche che sia, invece, inevitabile. In quest’ultimo caso, la ossigenoterapia iperbarica sarebbe utile per favorire la rimarginazione del moncone di amputazione e accelerare la possibilità, per il papà, di utilizzare la protesi e tornare alla normale vita sociale. La letteratura (Cochrane Data System Review) ritiene che la terapia iperbarica, nel caso delle complicanze del diabete (piede diabetico), riesca a salvare un arto ogni 3 o 4 (dipende dal numero di applicazioni) proposte per l’amputazione. Il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152, email [email protected]) utilizzail percorso di diagnosi e terapia indicato e i risultati sono buoni: nella provincia di Ravenna la percentuale di amputazione per piede diabetico arteriopatico è la metà della media della Regione Emilia Romagna. Contattaci per un eventuale appuntamento oppure, per informazioni sul Centro iperbarico più vicino a te, guarda il sito della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica http://www.simsi.org In bocca al lupo, Pasquale Ho subito un incidente nel 1993 con esiti di osteomielite tibia six nel 2000 dopo una infezione e stato inserito un lembo libero continuava a infettarsi quindi nel 2006 al rizzoli il dott. Gualdrini ha tagliato l’osso infetto e fatto un allungamento con illizarov fino a qua tutto bene. Nel 2010 mi spunta un buco che spurga e viene fatta una pulizia e c’erano dei frammenti di osso che vengono tolti, il buco non spurga piu si rimargina ma sopra e sempre in carne viva. ad agosto 2010 prendo una botta vicino al piede la pelle si crepa poi piano piano si forma una ulcera che non si arriva a guarire. sono stato da un chirurgo plastico e a detto che basta fare un innesto di pelle e siamo a posto…… desidero una sua opinione e senza problema posso venire a ravenna per un consulto anche se sono un po’ distante Udine. le invio una foto e attendo sue indicazioni grazie mille per la sua disponibilità lazzarin gianluca Gianluca dopo poco tempo dalla sua richiesta di aiuto è diventato un paziente del Centro Iperbarico Benvenuto signor Lazzarin al Centro Iperbarico! Pubblichiamo la sua richiesta anche se è già diventato un nostro paziente. Aspettiamo di vedere come sarà l’evolversi della sua patologia con la terapia che inizierà il 9 gennaio. Nel suo caso 20 camere iperbariche per dieci giorni daranno certamente i risultati sperati. Grazie un caro saluto. 4 ulcera vasculitica da crioglobulinemia essenziale estraibili o ENA). Per tua zia è importante la valutazione dei markers dell’epatite. L’ulcera vasculitica è intollerante a qualsiasi medicazione che rilasci farmaco o agente antisettico in sede di lesione. Queste sostanze irritano ulteriormente i globuli bianchi e peggiorano il dolore. Ecco perché la zia ha dolore e le ulcere si ripresentano. Buongiorno Dr. Longobardi, le scrivo per mia zia: Anna Petragallo di 63 anni. Circa 4 anni fa ha avuto un aneurisma e dopo essere stata in rianimazione è stata ricoverata presso la Clinica Villa Verde di Lecce. Ringraziando il cielo, ha ripreso un pò a camminare (anche se aiutandosi con il “tre piedi”). Da due anni (se ricordo bene) le hanno diagnosticato la sindrome da “crioglobulina” e, oltre ad avere le gambe macchiate, si sono manifestate anche delle ulcere (molto dolorose) che nonostante varie terapie messe in atto presso il Policnico di Bari non migliorano: guarita una se ne manifestano altre. Volevo chederle se secondo lei potrebbe essere positivo portarla nel vostro Centro. Per noi è una zia speciale e vorremmo rivederla più o meno come prima. Attendo una sua gradita risposta. Teresa La risposta del dottor Longobardi a Teresa Presso il Centro iperbarico Ravenna trattiamo queste lesioni con cortisone e bendaggio medicato all’ossido di zinco, ittiolo, cumarina (a secondo della situazione). Il 30% dei 440 pazienti (132 pazienti) trattati, nel 2011, presso il nostro Centro Cura Ferite Difficili (per un totale di oltre 35.000 prestazioni) era affetto da ulcera vasculitica. Nella maggior parte dei casi (85%) le ulcere sono migliorate entro quattro settimane dalla presa in carico (granulazione della lesione per oltre il 50% della superficie e riduzione significativa del dolore), con guarigione entro tre mesi. Purtroppo l’ulcera vasculitica tende a recidivare quando le condizioni generali del paziente siano fuori controllo (specialmente se fosse confermata la presenza di epatite C) e i globuli bianchi si “arrabbino” di nuovo. Per un appuntamento (lo ritengo molto utile per la mamma) contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152; email: [email protected]) e chiedi appuntamento presso il Centro Cura Ferite Difficili (struttura pubblica del Servizio Sanitario Nazionale). Penseremo noi alla biopsia e ad altre indagini per valutare lo stato della circolazione del sangue (ossimetria transcutanea, LaserDopplerFlussimetria). Vi aspetto. Un cordiale saluto, Pasquale Petali di rosa: amputare un pezzo per volta cara Teresa, ti ringrazio per l’attenzione. La zia è speciale veramente per meritare il vostro intenso affetto. Faremo in modo che stia bene. La zia è affetta da un’ulcera vasculitica (cioè da infiammazione dei vasi sanguigni). Si tratta di una patologia nella quale i globuli bianchi sono “arrabbiati” per un qualsiasi motivo ed emettono dei tentacoli con i quali aderiscono alla parete dei vasi sanguigni, li attraversano per passare nei tessuti dove provocano infiammazione (calore, rossore, dolore, gonfiore, alterata funzionalità) e ulcerazione. L’ulcera vasculitica da crioglobulinemia è associata, nel 90% dei casi, alla presenza di epatite C. E’ da verificare se non sia affetta da tale infezione virale (visto anche il ricovero per l’aneurisma e la debilitazione fisica che, durante quel periodo, potrebbe aver ridotto le sue difese immunitarie) La diagnosi certa si fa tramite esame istologico (biopsia) che deve essere eseguita da un anatomo-patologo esperto in cute (a Ravenna collaboriamo con la brava dr.sa Mirella Aldi) e tramite esami del sangue, come i seguenti: - emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, esame delle urine, VES, PCR, fibrinogeno, percorso ANA replex che è una batteria di esami del sangue che include la ricerca degli anticorpi antinucleo (ANA) e nel caso che questi siano presenti in quantità significativa (diluzione 1:160), prosegue con la valutazione del pattern in immunofluorescenza e la ricerca di altri anticorpi (come quello Papa’ soffre di varie patologie importanti, tra le quali: epatite C, crioglobulinemia, è in dialisi dal 2005 e, da un anno circa, ha gravi problemi circolatori alle gambe, in particolare al piede sinistro. Operato per due volte per una rivascolarizzazione,purtroppo la situazione e’ precipitata. In seguito a una necrosi alle dita del piede sx, i primi di marzo, ha subito l’amputazione dell’avampiede. Volevo sapere se fosse possibile ricoverarlo presso il vostro Centro per salvare il salvabile e dargli assistenza adeguata. Consideri che siamo di Napoli. Attendo con ansia un suo riscontro. Distinti saluti. Antonio 5 Il dottor Longobardi risponde Il consiglio del dottor Longobardi per il papà di Antonio caro Antonio, grazie per l’attenzione. Sono preoccupato per il tuo papà. In Napoli contatta: - dr. Francesco Petrella, email [email protected] prof. Ferdinando Campitiello, [email protected] email Tuo padre è affetto da una vasculite (la crioglobulinemia è una tipica conseguenza dell’epatite C): i globuli bianchi sono arrabbiati e si “mangiano” i vasi sanguigni e la carne intono (infiammazione). Evita che i medici li facciano arrabbiare di più con tecniche che “sfrogoleiano” i vasi sanguigni come pulizia chirurgica, angioplastica, amputazione parziale. Altrimenti avrai l’effetto petali di rosa: cadrà un petalo per volta (amputazione a pezzi successivi). Se necessario, contatta il Centro Cura Ferite Difficili presso Centro iperbarico Ravenna (0544-500152, [email protected]) per concordare un ricovero presso Casa di Cura in Ravenna, valutazione del chirurgo vascolare e gestione della vasculite in modo da ridurre l’infiammazione prima di qualsiasi approccio aggressivo. In bocca al lupo e un saluto alla mia bella città natale, Napoli. Pasquale Ferita lacero-contusa caviglia da abrasione gentile Antonio, La ringrazio per l’attenzione e spero che la lesione alla caviglia (regione del tendine di Achille) sia guarita. Utilizzo la sua chiara esposizione per informare i lettori del blog Centro iperbarico Ravenna su come comportarsi nel caso di ulcera traumatica che non sia guarita dopo quattro settimane di cura (sulla base di questo criterio cronologico la ferita assume la definizione di “difficile”). In caso di ferita traumatica “difficile” è necessario verificare la presenza di condizioni fisiche che compromettano la guarigione. Per esempio il fumo, l’obesità (o il sovrappeso associato a scarsa attività fisica), malattie epatiche, reumatiche o immunitarie, tumori o disturbo della circolazione. Così come fattori di compromissione locali: precedenti traumi, scarsa mobilità dell’articolazione (in questo caso della caviglia), condizione della circolazione al piede. Presso il Centro Cura Ferite Difficili con sede nel Centro iperbarico Ravenna, il percorso diagnostico prevede: - esami del sangue (per una persona che non soffra di diabete): emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno - radiografia della caviglia e del piede - consulenza medicina riabilitativa con ecografia dei tessuti molli e teletermografia computerizzata per vedere la presenza di aree di alterazione termica che corrispondono a scarsa circolazione e ritardo nel processo di cicatrizzazione - misurazione della ferita (la guarigione avverrà in tre mesi qualora la superficie della lesione, in centimetri quadrati, si riduca del 40% in quattro settimane) - valutazione dell’indice di perfusione alla caviglia (rapporto tra pressione arteriosa misurata alla caviglia e al braccio, il valore normale è superiore a 0,45) o – nel diabetico – al primo dito del piede leso. - valutazione della pressione parziale dell’ossigeno nei tessuti intorno alla lesione (ossimetria transcutanea) – il valore normale è superiore a 40 millimetri di mercurio durante respirazione in aria ambiente. Il tallone del piede destro presenta una ferita lacero-contusa dovuta alla abrasione di una ruota posteriore destra di auto, in un incidente del giorno 08.11.2011. La zona colpita è quella del tendine di Achille, il quale ha subito una compressione e una trazione, ambedue dolorose ma che non hanno portato alla sua rottura. La ferita medicata in ospedale, per mia colpa in ritardo, due volte a settimana, permane da circa 20 gg. e la sua guarigione procede molto lentamente. Ho 72 anni e non sono diabetico. Sono alto m1,70 e peso 90 Kg. Grazie. Antonio La Gioia Il percorso terapeutico dipende dalla comprensione del problema (diagnosi). In genere si tratta di correggere le condizioni fisiche generali (per esempio: ridurre il fumo; facilitare la possibilità di camminare tramite l’utilizzo di un tutore che riduca il carico di peso sulla caviglia danneggiata; migliorare la circolazione del sangue) e locali (pulizia del fondo della lesione e facilitazione della riparazione in ambiente umido). Per correggere le condizioni fisiche generali, oltre ai farmaci e ai consigli sul comportamento da adottare nella vita quotidiana, utilizziamo la ossigenoterapia iperbarica (che innesca la sintesi del monossido di azoto, un potente mediatore della rigenerazione dei tessuti) e la Frequency Rhythmic Electrical Modulation System (FREMS), innovativa stimolazione elettrica “biocompatibile” che utilizza elettrodi transcutanei, in grado di stimolare – in modo del tutto naturale – il rilascio e la sintesi di fattori di crescita endoteliali 6 (VEGF, b-FGF) importanti per la riparazione dei tessuti e il ripristino della funzionalità delle fibre nervose periferiche. Per correggere il danno locale (caviglia) viene eseguita pulizia meccanica con ultrasuoni. L’infezione è controllata tramite il lavaggio con soluzione fisiologica contenente semi di pompelmo o altre sostante naturali che contrastino i microbi (oltre agli antibiotici, se necessari). Si è attenti a evitare la macerazione dei bordi e a favorire la formazione di nuovo tessuto attraverso l’utilizzo di bende medicate all’ossido di zinco, all’ittiolo, alla cumarina. Se necessario è applicata la terapia a pressione negativa (un dispositivo elettromedicale che aspira la lesione 24 ore su 24) e, eventualmente, il gel piastrinico (PRP) o l’innesto di cute. Associando, con competenza, le diverse metodiche le ferite traumatiche “difficili” guariscono in 3-4 settimane. Per informazioni o eventuale visita contatti la segreteria del Centro iperbarico Ravenna, telefono 0544-500152. La maggior parte delle prestazioni erogate dal Centro Cura Ferite Difficili sono riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale, altre – più moderne – sono erogate in regime privato. La saluto cordialmente, Pasquale Longobardi Piedi da spavento: ho male, mi aiuti tutta la struttura del piede (frequentemente si verifica la fascite plantare). Diabete: essendo i più lontani dal cuore, i piedi sono i primi ad avere problemi circolatori e di sensibilità, il che può causare scarsa guarigione di ferite. Problemi di circolazione: se è compromesso il flusso di sangue nelle arterie periferiche i piedi sono i primi ad essere sottoposto a problemi. Per quanto riguarda i disturbi localizzati direttamente nei piedi, quelli più comuni sono: artrite e tendiniti, spesso causate dai piedi piatti che causano l’allungamento e l’indebolimento dei muscoli e dei tendini del piede. Funghi: si sviluppano in presenza di un ambiente umido e caldo. I piedi devono respirare: far prendere aria alle scarpe e usare calze che assorbendo l’umidità, riducano la possibilità di malattie fungine. Cosa fare per migliorare il dolore? La migliore prevenzione del dolore al piede è l’esercizio fisico (anche una semplice camminata) che permette di mantenere in allenamento ossa, muscoli e tendini. Quando il dolore è forte, come nel tuo caso, é necessario curare i disturbi della condizione fisica generale: dimagrire (in caso di sovrappeso); controllare il diabete e curare i disturbi circolatori (a tale scopo – insieme al diabetologo, all’angiologo, al chirurgo vascolare – è utile il medico iperbarico per valutare l’appropriatezza della ossigenoterapia iperbarica). Per correggere i disturbi localizzati al piede è utile la valutazione di un fisiatra e/o dell’ortopedico che collaborino con il tecnico ortopedico e il podologo. Spesso si riesce a migliorare il problema con scarpe adatte regolarmente indossate che garantiscano una postura corretta del piede. E’ necessario misurare ogni tanto il proprio piede che si allunga e si appiattisce con l’età; evitare scarpe dolorose e, per le donne, i tacchi alti (non devono superare i 6 cm). Ti saluto cordialmente, Pasquale Carissimo dottore, sono 1 ragazzo di 41 anni con 2 piedi da spavento: si vede l’osso. Sono disperato non sò più cosa fare. Sono 11 anni che soffro e ancora sono cosi. La prego mi aiuti lei, nn voglio perdere le gambe. Vado avanti grazie agli antidolorifici. Tanti saluti, Andrea trauma alla caviglia con osteomielite: cosa fare Il consiglio del Longobardi risponde per il difficile problema di Andrea caro Andrea, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per il tuo calvario che dura da undici anni. Un recente sondaggio, condotto dalla American Medical Association Podiatric, ha rilevato che il 53% degli intervistati ha affermato di avere dolori ai piedi che talvolta, come nel tuo caso, era un ostacolo per la vita quotidiana. Una persona cammina mediamente nel corso della sua vita l’equivalente di tre volte la circonferenza della terra, un enorme sforzo per il piede, con i suoi 100 tendini legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni. A volte il dolore dipende dalla condizione fisica generale: sovrappeso: la forza esercitata sui piedi è circa il 120% del nostro peso corporeo, quindi chi è obeso mette evidentemente sotto stress 7 Salve. Mio fratello, in seguito a un incidente stradale, ha riportato varie lesioni. A distanza di un anno e mezzo presenta un’ulcera infetta da staphilococco aureo a livello del calcagno. Dalla scintigrafia e’ emersa osteomielite al calcagno e alla articolazione tibio tarsica. • Immunoterapia aspecifica (qualora gli indici di flogosi, VES – PCR – fibrinogeno) fossero nella norma. L’obiettivo è stimolare il sistema immunitario a riconoscere e combattere il germe più frequentemente responsabile della osteomielite (Stafilococco Aureo) Presso il policlinico di Monza ci hanno consigliato un’operazione di artodresi e un’amputazione di 5 cm del calcagno ma con scarsa probabilità di riuscita. Prima di arrivare a tale intervento, vorremo provare una via piu semplice e meno invasiva (nei limiti del possibile). • Ossigenoterapia iperbarica che riduce la carica batterica (lo Stafiloccocco Aureo e altri germi non riescono a difendersi dall’attacco dei radicali liberi dell’ossigeno); potenzia il lavoro dei globuli bianchi; accelera il processo di riparazione dell’osso e dei tessuti molli Facendo una ricerca su internet vengo indirizzata per la cura dell’osteomielite sia al Centro iperbarico Ravenna che all’ospedale Codivilla Putti di Cortina. Ci piacerebbe prenotare subito un ricovero ma essendo scarsa in materia non saprei come orientarmi. Se vuole le invio la documentazione del caso per avere un’idea specifica di mio fratello. • Riabilitazione con terapia fisica strumentale (p.es. tecarterapia, laserterapia); massofisioterapia; linfodrenaggio con tecnica Vodder Il dottor Longobardi risponde cara Valentina, ti ringrazio per l’attenzione. Mi piace che tu acquisisca informazioni per aiutare tuo fratello in maniera consapevole: questa è la missione del blog del Centro iperbarico Ravenna (per questo pubblico la nostra corrispondenza email). Per tuo fratello, mi preoccupa la decisione dei medici di Monza. Ho collaborato con l’Ospedale San Gerardo di Monza e so che hanno una buona reputazione. Hai il “dovere” affettivo, comunque, di verificare che l’artrodesi sia veramente l’unica soluzione possibile. Il Centro iperbarico Ravenna è competente ed esperto nella gestione delle lesioni traumatiche e della osteomielite. Il percorso diagnostico prevede: • Esami del sangue e urine (da richiedere al Medico curante): emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, fibrinogeno, creatininemia, glicemia, GPT, esame delle urine, VES, PCR, fibrinogeno • PET – TC gamba e piede (da richiedere al Medico curante). Quesito: valutazione segni di alterazione metabolismo compatibili con processo infiammatorio di tipo osteomielitico. Nota: qualora non sia possibile eseguire la PET – TC (che è l’indagine più specifica per la diagnosi di questa patologia) andrebbe bene anche la Risonanza Magnetica. Mentre la scintigrafia ossea, già eseguita, è utile (sensibile) per verificare che ci sia l’osteomielite ma poco specifica (non dice esattamente dove sia localizzata la lesione: nei tessuti molli, nel periostio o nel midollo) • Chirurgia plastica (se necessario): preparazione del fondo della lesione con Plasma Ricco di Piastrine; applicazione di innesto o altra tecnica di chirurgia plastica; terapia a pressione negativa. I tempi per la cura sono, in genere, trenta giorni per il percorso diagnostico e novanta giorni per il percorso terapeutico. Si può accelerare la guarigione con un ricorso più ampio alla medicina rigenerativa e chirurgia plastica. Normalmente è previsto un periodo in Ravenna di tre settimane (quattro notti per settimana, dal lunedì al giovedì) nel quale è effettuato un programma intensivo di cura. Poi dei controlli inizialmente settimanali, quindi ogni 10 giorni e poi mensilmente. I pazienti finora trattati sono guariti (ciò significa che, principalmente, la selezione prima dell’inizio del percorso è stata accurata e ha funzionato). Il costo del percorso è in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale (come la terapia iperbarica); in parte privato (come la immunoterapia aspecifica, la riabilitazione, alcune tecniche di medicina rigenerativa e chirurgia plastica). Per informazioni e appuntamento contatta Claudia Ferreira, mia assistente, al 0544-500152; 327-7784951. Puoi inviare la documentazione clinica all’indirizzo postale: Centro iperbarico, via A. Torre 3, 48124 Ravenna. L’email è: [email protected]. Il fax è: 0544-500148. Tuo fratello verrà presso il Centro iperbarico Ravenna solo se ci sia la ragionevole certezza di curarlo (senza l’artrodesi). Un caro saluto, Pasquale • Consulenza medicina iperbarica, fisiatra, chirurgo plastico che saranno eseguite presso il Centro iperbarico Ravenna Il percorso terapeutico (eseguito presso il Centro iperbarico Ravenna o Centri gemellati, sempre in Ravenna) prevede: • Pulizia chirurgica della ferita (se necessaria). Sarà eseguita in ambulatorio chirurgico con tecnica chirurgica (bisturi) oppure con lavaggio micronizzato tramite ultrasuoni • Medicazioni avanzate per preparare il fondo della lesione • Antibioticoterapia con farmaci specifici per l’osso 8 piede diabetico: come evitare guai nel futuro? - doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index (ABI) che indica quanto sangue arriva alla caviglia (Ankle) rispetto al polso (Brachial). Il valore normale deve essere superiore al 45% (0,45), - ossimetria transcutanea, uno strumento che misura (in maniera indolore) il valore della tensione di ossigeno che deve essere superiore almeno a 20 millimetri di mercurio (mmHg) durante respirazione in aria; oppure maggiore di 20 e 200 mmHg rispettivamente durante respirazione in ossigeno a pressione ambiente o durante ossigenoterapia iperbarica; - LaserDopplerFlussimetria che permette di valutare sia la circolazione del sangue al piede: Toe Brachial Index (TBI, valore accettabile maggiore di 0,2) e Indice di Reazione PostOcclusiva che la presenza di eventuale neuropatia periferica (test del Riscaldamento e test di Variazione Posturale). Spettabile dott. Longobardi, sono diabetico da circa 10 anni e sono seguito dal centro antidiabetico di Imola. La mia condizione è stazionaria e anche i piedi non presentano ferite. Seguo ogni tanto le sue risposte sul blog e in una di queste, lei lamentava il fatto di dover curare dei malati in avanzato livello di gravità, tanto che spesso anche la terapia iperbarica non puo più dare risultati positivi. La mia domanda è: come devo comportarmi per anticipare i danni della malattia ed evitare guai nel futuro? Sono stato operato di safena alla gamba sinistra (13anni fa) e alla destra (7 anni fa) con un intervento localizzato dal prof. Paolo Zamboni dell’Ospedale S. Anna di Ferrara. Il Centro iperbarico Ravenna offre anche un competente servizio di podologia, esperto nella cura preventiva del piede nei pazienti affetti da diabete. In assenza di lesioni (cioè a scopo preventivo) il percorso di diagnosi e le prestazioni di podologia sono in regime privato. In caso di lesioni, il costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per informazioni contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna tel. 0544-500152, email [email protected]. Cordialmente, Pasquale osteomielite in craniotomia decompressiva per ictus La risposta del dottor Longobardi caro Vittorio, ti ringrazio per l’attenzione e la stima. Mi piace che tu segua attivamente il blog del Centro iperbarico Ravenna. Sei stato operato alle vene da un mito: ho rivisto il prof. Paolo Zamboni lunedì 6 febbraio 2012, è una medico fantastico. Sei seguito, in Imola, da un ottimo Centro antidiabetico (http:// www.glucasia.com/diabete_imola.htm): porta i miei saluti alla dr.sa Baldassarri che stimo profondamente. Questa premessa rende evidente che tu sia una persona culturalmente preparata e che pone attenta considerazione al proprio benessere. Il Centro iperbarico Ravenna offre un percorso diagnostico che permette di valutare la ossigenazione e la perfusione del piede: - controllo della glicemia. All’atto della prima visita è importante consegnare anche il referto dei seguenti esami eseguiti nei sei mesi precedenti: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, GPT, emoglobina glicosilata, glicemia, esame delle urine, microalbuminuria, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, uricemia, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR, proteina S, omocisteina; - ecocolordoppler degli arti inferiori (è preferibile che sia consegnata già all’atto della prima visita) e, se necessario, successiva angiografia o angiotomografia computerizzata, Scrivo per mio fratello, il 03/11/2010 ha avuto un'ictus ischemico all'età di, solo, 45 anni. Ha subito una craniotomia decompressiva dopo si è formata una piccola ferita nella parte sinistra della cute del cranio, difficile da chiudersi. E’ stato operato, con successo, dal chirurgo plastico. In seguito si è formata un’altra ferita più piccola in un altro punto. Questa piccola ferita butta, qualche volta, un liquido bianco misto a sangue. Vorrei un consiglio: posso portalo a visita da Lei oppure a chi posso rivolgermi? Il consiglio del dottor Longobardi per Patrizia cara Patrizia, ti ringrazio per l’attenzione. Mi dispiace per il disagio di tuo fratello: credo che riusciremo ad aiutarlo. 9 E’ probabile che si tratti di osteomielite refrattaria cronica della teca cranica, visto il tipo di liquido che butta ogni tanto e il fatto che si sia aperta un’altra ulcera dopo la chiusura della prima con la chirurgia plastica. L’osteomielite è sostenuta da fattori di compromissione sistemica (l’indebolimento fisico durante l’ictus e i fattori che l’hanno provocato, forse: fumo, ipertensione, ipercolesterolemia) e locali (l’intervento di craniotomia). Il Centro iperbarico Ravenna ha consolidata esperienza e competenza per aiutarti a risolvere il problema. Il trattamento dell’osteomielite cronica prevede un percorso interdisciplinare. Innanzitutto è necessaria la diagnosi, per la quale servono: - PET/TC ossa cranio. Diagnosi: ricerca di area ad elevata attività metabolica attribuibile a focolaio osteomielitico - emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, fibrinogeno, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno Se la diagnosi di osteomielite fosse confermata, il percorso terapeutico del Centro iperbarico Ravenna prevede: - consulenza del chirurgo plastico (dr. Andrea Carboni) per valutare l’opportunità di una pulizia chirurgica. - ossigenoterapia iperbarica che ha scopo adiuvante e crea le migliori condizioni cliniche ossigenative per la funzionalità degli antibiotici; risolve eventuali deficit ossigenativi locali, migliorando la prognosi. - antibioticoterapia (incluso l’utilizzo di innesto di osso impregnato di antibiotico posto nella sede della pulizia), - stimolazione antibatterica attiva (ITSB) qualora le difese immunitarie siano “fredde” rispetto all’infezione dell’osso. - terapia fisica (utilizzando anche la SIT Therapy – cioè il Sistema Infiltrativo Transdermico per veicolare nei tessuti, attraverso la idroelettroforesi, diversi farmaci e sostanze naturali). Per maggiori informazioni consulta anche il sito http:// www.osteomielite.it gestito dal bravo ortopedico dr. Giovanni Gualdrini, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e membro del Gruppo Italiano per lo Studio e la terapia delle Infezioni Osteoarticolari (GISTIO) e/o contatta la Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-Articolari (ANIO) tel. 800-688400, web: http:// www.anio.it 10