Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico

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Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico
Ossigenatevi! - Il blog magazine del Centro Iperbarico
dell’Umberto I di Nocera Inferiore poiché affetto da febbre dalla
metà di Novembre 2011.
In sintesi è la stessa piaga a causare la febbre alta poiché contaminata
da batteri con infezione ossea in atto. All’ospedale di Nocera non
sanno indicarci soluzioni e io, comprendendo la gravità dell’evento,
sto cercando di contattare chi come Lei ci potrebbe aiutare.
Avrei modo di contattarla in privato? Posso inviare anche la
relazione medica. Siamo disposti anche un immediato trasferimento
e visita privata. La ringrazio.
Nel 2010 il Centro Iperbarico di Ravenna ha iniziato
l'esperienza del blog www.iperbaricoravennablog.it per
condividere le storie di pazienti, convinti che spesso
la soluzione al problema di una persona è la risposta
al problema di tanti altri. Oggi da questa esperienza di
successo nasce "Ossigenatevi!", il blog magazine del
Centro Iperbarico, un nuovo strumento per leggere e
conservare le storie più lette del blog.
piaga da decubito con infezione ossea
La risposta del dottor Longobardi al problema di Roberto
caro Roberto, ti ringrazio per l’attenzione. Mi dispiace vivamente per
tuo fratello, al quale mi sento particolarmente vicino visto che è stato
ricoverato il giorno del mio compleanno. Inoltre mio zio gestisce
un’azienda agricola in Mercato Saraceno (SA).
Gli aspetti economici sono secondari al benessere di tuo
fratello: il Centro Cura Ferite Difficili è una struttura inserita
gestionalmente nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la maggior
parte delle prestazioni erogate sono “gratuite” (a carico del
SSN). Siccome mi preoccupa il viaggio per Ravenna, potresti
inviare una fotografia della lesione alla caposala Patrizia Baroni
([email protected]) che è molto competente in merito
(è anche nel Consiglio Direttivo nazionale dell’Associazione Italiana
Ulcere Cutanee).
Per quanto riguarda me, come medico esperto in riparazione
tessutale, è importante valutare le condizioni generali del papà.
Qualora fosse debilitato (disidratato, anemico, con poco ferro
e scarse proteine nel sangue) sarebbe difficile ottenere un
miglioramento con qualsiasi medicazione: le ferite hanno difficoltà
a guarire se l’emoglobina fosse inferiore a 9 g/dl, le proteine totali
inferiori a 5 g/dl e altro.
Salve dottore, le volevo sottoporre il caso di mio fratello di anni
33 e paraplegico da quando aveva 19 anni in seguito ad un evento
traumatico alla colonna vertebrale.
Attualmente è affetto da una piaga (diametro circa 3 cm) da decubito
al gluteo destro da più di un anno. La stessa piaga era stata curata già
circa 8 anni fa con un intervento di chirurgia plastica ma purtroppo
dopo qualche anno è ricomparsa (a causa delle condizioni fisiche che
lo vedono seduto su una sedia a rotelle).
La piaga è stata costantemente seguita e curata nei minimi dettagli
(camera iperbarica, continue medicazioni ecc) ma dal 23 Dicembre
2011 mio fratello è ricoverato nel reparto di malattie infettive
Per piacere, fai prescrivere dal medico di medicina generale (medico
di famiglia) gli esami che elenco sotto la firma e inviameli
all’email [email protected]). Sarò in grado di valutare
le condizioni generali di tuo padre e consigliarti con maggiore
sicurezza.
E’ probabile che sia necessaria una pulizia chirurgica o con
ultrasuoni e poi l’associazione tra una terapia sistemica (come
l’ossigenoterapia iperbarica e il supporto nutrizionale) con una
terapia locale (terapia a pressione negativa, gel piastrinico o altro).
Sono terapie che già somministrate, singolarmente, a tuo fratello: il
successo sta nell’associazione contemporanea di diverse tecniche.
Per ogni dubbio contatta la segreteria del Centro Cura Ferite Difficili
della Ausl Ravenna (tel. 0544-500152).
Ciao, Pasquale
1
esami da eseguire:
• esame culturale con antibiogramma e valutazione della minima
concentrazione inibente (MIC).
• emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia
totale, sideremia, ferritina, transferrina, creatininemia, GPT,
GOT, emoglobina glicosilata, glicemia, esame delle urine,
microalbuminuria, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi,
uricemia, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR
- scintigrafia ossea con leucociti marcati
Il tosaerba ha tosato l'indice della
mano: cosa fare?
Il Cicatrene tende a creare una crosta scura che potrebbe giustificare
quanto racconti: “cicatrice di colore scuro”.
Presso il Day Service Ambulariale “Cura Ferite Difficili” che ha
sede nel Centro iperbarico Ravenna, controlliamo la circolazione al
dito, la situazione dei tessuti molli (con ecografia), la funzionalità
dei nervi del dito. Se la circolazione e la innervazione fossero
nella norma, medichiamo con soluzione fisiologica, Versus Polvere
Spray (spray disinfettante per la prevenzione e il trattamento di
ferite. Contiene argento colloidale che previene la contaminazione
microbica e collagene equino che accelera la riparazione), garza
sterile.
Stai lontana dall’acqua ossigenata: uccide sia i microbi che le cellule
buone addette alla riparazione della ferita. Non mi piace!
Se la ferita tardasse a riparare oltre sei settimane dall’incidente
(aspetta la fine di aprile), consiglio una valutazione presso il
nostro Centro per eventuale ciclo di ossigenoterapia iperbarica che
facilita la riparazione dei tessuti molli e dell’osso (falange). In tal
caso contatta la segreteria per una visita (tel. 0544-500152, email:
[email protected]). Il costo della prestazione è a carico
del Servizio Sanitario Nazionale (ticket esclusi). Ciao, Pasquale
Nonna, quando torni a ballare con me?
Gentile dott. Longobardi, il mio ragazzo lo scorso 30 marzo si è ferito
l’indice della mano sx con la lama del tosaerba. Al Pronto Soccorso
hanno fatto la seguente diagnosi: ferita al secondo dito della mano sx
con perdita di sostanza del letto ungueale e frattura pluriframmentata
della falange distale.
L’ortopedico che gli ha curato la ferita ha praticato i punti di sutura
ed effettuato onicectomia dell’unghia rimasta, lasciando i frammenti
in sede. Successivamente si è fatto visitare da un chirurgo esperto in
chirurgia della mano che ha rimosso, in data 18/04, i punti di sutura
spiegandoci che l’unghia dovrebbe ricrescere nel giro di un paio di
mesi e che non ci saranno problemi per la guarigione dei tessuti
molli. Ci ha consigliato di lavare la ferita con acqua tiepida e sapone
per 4/5 giorni, di mettere il Cicatrene e poi di togliere le garze per
“lasciare respirare la ferita”.
Vorrei chiedere se secondo Lei è normale che la cicatrice si presenti
di un colore scuro (tra il viola e il nero) sopratutto nella zona del
letto ungueale, se le indicazioni del chirurgo sono state corrette e se
possiamo fare qlc per agevolare la guarizione della ferita (per es. può
essere utile lavare la parte interessata con acqua ossigenata?). Grazie
per la sua disponibilità.
Il consiglio del dottor Longobardi
cara Elena, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace molto per
l’incidente che ha subito il tuo fidanzato. Con l’arrivo della
primavera, sono molti i traumi da tosaerba che trattiamo presso il
Centro iperbarico Ravenna.
La storia della signora Maria, infettata con lo stafilococco,
e della sua nipotina.
La signora Maria, quasi un anno fa, è stata operata per mettere una
protesi al ginocchio. L’operazione è andata bene, poi purtroppo la
ferita si è infettata con lo stafilococco e percio’ non è ancora guarita.
La sua nipotina, molto preoccupata perchè vede la nonna sofferente,
un giorno le ha chiesto: “nonna, ma perchè una volta ballavi e saltavi
con me e adesso fai molta fatica a camminare? cosa ti è successo?
quando torni a giocare con me come prima?”
La signora Maria le ha spiegato così: “lo stafilococco, un esserino
molto piccolo ma molto “antipatico”, aveva molta fame ed ha
pensato di mangiare un po’ d’osso del mio ginocchio…ecco perchè
non sono ancora guarita! Ma vedrai che la camera iperbarica che sto
facendo a Ravenna mi aiuterà a tornare presto a giocare con te”.
La bimba è corsa nella sua cameretta, ha preso un foglio e dei colori,
ed è tornata dalla nonna solo quando ha finito il capolavoro che
vedete qui sotto. Ha disegnato quel brutto stafilococco che si mangia
l’osso della sua nonna…quanto è bella la fantasia dei bambini!
2
SOS ulcere dalla Russia: piaghe alle
gambe
Definita la causa delle ulcere, sarà facile curarle. Un caro saluto,
Pasquale
amputazione piede: non s'ha da fare!
Salve dottore, sono della provincia di Napoli. Saro’sintetico: mio
padre (60 anni) soffre di piu’ patologie correlate. In primis, una
epatite C che gli ha prodotto crioglobulinemia, portandolo - dal 2005
- in dialisi.
Angela scrive dalla Russia per chiedere un consiglio al
dottor Longobardi sulle piaghe della mamma anziana
Ho la mamma di 74 anni che ha avuto un ictus celebrale, ha
recuperato la mobilità totale e sono però uscite delle piaghe sulle
gambe che dopo più di un anno non si rimarginano. Stiamo usando
una crema cubana consigliata dal nostro dottore. Sono residente
in Russia ma se riterrà necessario posso venire con la mamma al
Suo ambulatorio. In attesa di una Sua cortese risposta. Cordiali
saluti, Angela
Nell’ultimo anno la situzione e’ peggiorata, soprattutto dal punto
di vista vascolare. In pratica, aveva alcune piccole ferite a livello
delle dita dei piedi che non si rimarginavano mai. In seguito a dei
controlli, si sono manifestati seri problemi vascolari a un piede.
Operato di angioplastica in novembre 2011, la situazione pareva
andare meglio. Invece la ferita all’alluce è progredita con necrosi del
dito. Oggi, in seguito a una nuova consulenza, gli hanno prospettato
l’amputazione, se va bene, di tutto il piede.
Il dottor Longobardi risponde
Il consiglio del dottor Longobardi per la mamma di Angela
cara Angelika, ti ringrazio per l’attenzione. La Russia è la madre
della ossigenoterapia iperbarica. Ho conosciuto il prof. Sergey
Naumovich Yefuni, famoso fisiologo e anestesista russo, Direttore
dell’Istituto di Medicina iperbarica in Mosca e, recentemente, è
venuta a trovarmi la brava Direttrice di un altro Centro iperbarico
russo.
Mi dispiace per la mamma. Le ulcere della pelle, se ben curate, si
chiudono in tre mesi. Siccome sono aperte da un anno, è necessario
definire la diagnosi e curarle adeguatamente.
Per piacere, inviami al Centro iperbarico Ravenna (email
[email protected]; tel. 0039-0544-500152, fax
0039-0544-500148):
- la fotografia delle ulcere;
- i valori dei seguenti esami del sangue: emocromo con formula
e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, fibrinogeno,
creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT,
INR, proteina S, omocisteina;
- ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti inferiori.
Se ti fosse utile, ti invio la richiesta degli esami in lingua inglese.
caro Antonio, ti ringrazio per l’attenzione. Il calore della mia città
natale mi rianima mentre sono sepolto dalla neve. Mi dispiace per
la grave situazione del papà. Il rischio dell’amputazione del piede è
realistico, preoccupante (perché, oltre al danno, c’è il rischio che il
taglio sia più alto prima o poi) ma – forse – è evitabile.
Per essere certi che sia l’unica soluzione possibile è necessario
seguire un preciso percorso di diagnosi e terapia. Ti illustro quello
applicato presso il Centro iperbarico Ravenna.
Percorso diagnostico
Si valuta la ossigenazione e la perfusione del piede. Sappiamo già
che le arterie più grosse della gamba sono chiuse, possiamo sperare
che i vasi piccoli siano aperti (circolo “collaterale”). E’ necessario
verificarlo come segue:
- ecocolordoppler degli arti inferiori e successiva angiografia o
angiotomografia computerizzata,
- doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index (ABI) che
indica quanto sangue arriva alla caviglia (Ankle) rispetto al polso
(Brachial). Il valore normale deve essere superiore al 45% (0,45),
- ossimetria transcutanea, uno strumento che misura (in maniera
indolore) il valore della tensione di ossigeno che deve essere
superiore almeno a 20 millimetri di mercurio (mmHg) durante
3
respirazione in aria; oppure maggiore di 20 e 200 mmHg
rispettivamente durante respirazione in ossigeno a pressione
ambiente o durante ossigenoterapia iperbarica;
Osteomielite a seguito di incidente
- LaserDopplerFlussimetria che permette di valutare sia la
circolazione del sangue al piede: Toe Brachial Index (TBI, valore
accettabile maggiore di 0,2) e Indice di Reazione PostOcclusiva
che la presenza di eventuale neuropatia periferica (test del
Riscaldamento e test di Variazione Posturale).
Percorso terapeutico
- eventuale angioplastica o bypass;
- terapia farmacologica con farmaci emoreologici (che fluidificano il
sangue), chelanti il calcio (che rimuovono la placca aterosclerotica) e
– eventualmente – prostanoidi (che attivano la formazione di piccoli
vasi sanguigni);
- ossigenoterapia iperbarica che innesca la sintesi di un gas, il
monossido di azoto (NO), potente acceleratore della formazione
di nuovi vasi sanguigni. La terapia iperbarica è indicata qualora
ci siano i margini per salvare l’arto, cioé: Ankle Brachial Index
(ABI) maggiore di 0,45; Toe Brachial Index (TBI) maggiore di 0,2;
incremento del flusso ematico al test di Reazione Postocclusiva.
- riabilitazione vascolare
Sulla base dei risultati del percorso diagnostico, si potrebbe dedurre
che l’amputazione sia evitabile ma anche che sia, invece, inevitabile.
In quest’ultimo caso, la ossigenoterapia iperbarica sarebbe utile per
favorire la rimarginazione del moncone di amputazione e accelerare
la possibilità, per il papà, di utilizzare la protesi e tornare alla normale
vita sociale.
La letteratura (Cochrane Data System Review) ritiene che la terapia
iperbarica, nel caso delle complicanze del diabete (piede diabetico),
riesca a salvare un arto ogni 3 o 4 (dipende dal numero di
applicazioni) proposte per l’amputazione.
Il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152, email
[email protected]) utilizzail percorso di diagnosi e
terapia indicato e i risultati sono buoni: nella provincia di Ravenna
la percentuale di amputazione per piede diabetico arteriopatico è
la metà della media della Regione Emilia Romagna. Contattaci per
un eventuale appuntamento oppure, per informazioni sul Centro
iperbarico più vicino a te, guarda il sito della Società Italiana di
Medicina Subacquea e Iperbarica http://www.simsi.org
In bocca al lupo, Pasquale
Ho subito un incidente nel 1993 con esiti di osteomielite tibia six nel
2000 dopo una infezione e stato inserito un lembo libero continuava
a infettarsi quindi nel 2006 al rizzoli il dott. Gualdrini ha tagliato
l’osso infetto e fatto un allungamento con illizarov fino a qua tutto
bene.
Nel 2010 mi spunta un buco che spurga e viene fatta una pulizia e
c’erano dei frammenti di osso che vengono tolti, il buco non spurga
piu si rimargina ma sopra e sempre in carne viva.
ad agosto 2010 prendo una botta vicino al piede la pelle si crepa poi
piano piano si forma una ulcera che non si arriva a guarire.
sono stato da un chirurgo plastico e a detto che basta fare un innesto
di pelle e siamo a posto……
desidero una sua opinione e senza problema posso venire a ravenna
per un consulto anche se sono un po’ distante Udine.
le invio una foto e attendo sue indicazioni
grazie mille per la sua disponibilità
lazzarin gianluca
Gianluca dopo poco tempo dalla sua richiesta di aiuto è
diventato un paziente del Centro Iperbarico
Benvenuto signor Lazzarin al Centro Iperbarico!
Pubblichiamo la sua richiesta anche se è già diventato un nostro
paziente. Aspettiamo di vedere come sarà l’evolversi della sua
patologia con la terapia che inizierà il 9 gennaio. Nel suo caso 20
camere iperbariche per dieci giorni daranno certamente i risultati
sperati.
Grazie un caro saluto.
4
ulcera vasculitica da crioglobulinemia
essenziale
estraibili o ENA). Per tua zia è importante la valutazione dei markers
dell’epatite.
L’ulcera vasculitica è intollerante a qualsiasi medicazione che rilasci
farmaco o agente antisettico in sede di lesione. Queste sostanze
irritano ulteriormente i globuli bianchi e peggiorano il dolore. Ecco
perché la zia ha dolore e le ulcere si ripresentano.
Buongiorno Dr. Longobardi, le scrivo per mia zia: Anna Petragallo
di 63 anni. Circa 4 anni fa ha avuto un aneurisma e dopo essere stata
in rianimazione è stata ricoverata presso la Clinica Villa Verde di
Lecce. Ringraziando il cielo, ha ripreso un pò a camminare (anche
se aiutandosi con il “tre piedi”). Da due anni (se ricordo bene)
le hanno diagnosticato la sindrome da “crioglobulina” e, oltre ad
avere le gambe macchiate, si sono manifestate anche delle ulcere
(molto dolorose) che nonostante varie terapie messe in atto presso
il Policnico di Bari non migliorano: guarita una se ne manifestano
altre.
Volevo chederle se secondo lei potrebbe essere positivo portarla nel
vostro Centro. Per noi è una zia speciale e vorremmo rivederla più o
meno come prima. Attendo una sua gradita risposta. Teresa
La risposta del dottor Longobardi a Teresa
Presso il Centro iperbarico Ravenna trattiamo queste lesioni con
cortisone e bendaggio medicato all’ossido di zinco, ittiolo, cumarina
(a secondo della situazione). Il 30% dei 440 pazienti (132 pazienti)
trattati, nel 2011, presso il nostro Centro Cura Ferite Difficili (per
un totale di oltre 35.000 prestazioni) era affetto da ulcera vasculitica.
Nella maggior parte dei casi (85%) le ulcere sono migliorate entro
quattro settimane dalla presa in carico (granulazione della lesione
per oltre il 50% della superficie e riduzione significativa del dolore),
con guarigione entro tre mesi. Purtroppo l’ulcera vasculitica tende
a recidivare quando le condizioni generali del paziente siano fuori
controllo (specialmente se fosse confermata la presenza di epatite C)
e i globuli bianchi si “arrabbino” di nuovo.
Per un appuntamento (lo ritengo molto utile per la mamma) contatta
la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152; email:
[email protected]) e chiedi appuntamento presso il
Centro Cura Ferite Difficili (struttura pubblica del Servizio
Sanitario Nazionale). Penseremo noi alla biopsia e ad altre indagini
per valutare lo stato della circolazione del sangue (ossimetria
transcutanea, LaserDopplerFlussimetria).
Vi aspetto. Un cordiale saluto, Pasquale
Petali di rosa: amputare un pezzo per
volta
cara Teresa, ti ringrazio per l’attenzione. La zia è speciale veramente
per meritare il vostro intenso affetto. Faremo in modo che stia bene.
La zia è affetta da un’ulcera vasculitica (cioè da infiammazione dei
vasi sanguigni). Si tratta di una patologia nella quale i globuli bianchi
sono “arrabbiati” per un qualsiasi motivo ed emettono dei tentacoli
con i quali aderiscono alla parete dei vasi sanguigni, li attraversano
per passare nei tessuti dove provocano infiammazione (calore,
rossore, dolore, gonfiore, alterata funzionalità) e ulcerazione.
L’ulcera vasculitica da crioglobulinemia è associata, nel 90% dei
casi, alla presenza di epatite C. E’ da verificare se non sia affetta
da tale infezione virale (visto anche il ricovero per l’aneurisma e la
debilitazione fisica che, durante quel periodo, potrebbe aver ridotto
le sue difese immunitarie)
La diagnosi certa si fa tramite esame istologico (biopsia) che deve
essere eseguita da un anatomo-patologo esperto in cute (a Ravenna
collaboriamo con la brava dr.sa Mirella Aldi) e tramite esami del
sangue, come i seguenti:
- emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale,
sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, esame delle urine, VES,
PCR, fibrinogeno, percorso ANA replex che è una batteria di
esami del sangue che include la ricerca degli anticorpi antinucleo
(ANA) e nel caso che questi siano presenti in quantità significativa
(diluzione 1:160), prosegue con la valutazione del pattern in
immunofluorescenza e la ricerca di altri anticorpi (come quello
Papa’ soffre di varie patologie importanti, tra le quali: epatite C,
crioglobulinemia, è in dialisi dal 2005 e, da un anno circa, ha gravi
problemi circolatori alle gambe, in particolare al piede sinistro.
Operato per due volte per una rivascolarizzazione,purtroppo la
situazione e’ precipitata. In seguito a una necrosi alle dita del piede
sx, i primi di marzo, ha subito l’amputazione dell’avampiede.
Volevo sapere se fosse possibile ricoverarlo presso il vostro Centro
per salvare il salvabile e dargli assistenza adeguata. Consideri che
siamo di Napoli. Attendo con ansia un suo riscontro. Distinti saluti.
Antonio
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Il dottor Longobardi risponde
Il consiglio del dottor Longobardi per il papà di Antonio
caro Antonio, grazie per l’attenzione. Sono preoccupato per il tuo
papà.
In Napoli contatta:
- dr. Francesco Petrella, email [email protected]
prof.
Ferdinando
Campitiello,
[email protected]
email
Tuo padre è affetto da una vasculite (la crioglobulinemia è
una tipica conseguenza dell’epatite C): i globuli bianchi sono
arrabbiati e si “mangiano” i vasi sanguigni e la carne intono
(infiammazione). Evita che i medici li facciano arrabbiare di più con
tecniche che “sfrogoleiano” i vasi sanguigni come pulizia chirurgica,
angioplastica, amputazione parziale. Altrimenti avrai l’effetto petali
di rosa: cadrà un petalo per volta (amputazione a pezzi successivi).
Se necessario, contatta il Centro Cura Ferite Difficili presso Centro
iperbarico Ravenna (0544-500152, [email protected])
per concordare un ricovero presso Casa di Cura in Ravenna,
valutazione del chirurgo vascolare e gestione della vasculite in modo
da ridurre l’infiammazione prima di qualsiasi approccio aggressivo.
In bocca al lupo e un saluto alla mia bella città natale, Napoli.
Pasquale
Ferita lacero-contusa caviglia da
abrasione
gentile Antonio, La ringrazio per l’attenzione e spero che la lesione
alla caviglia (regione del tendine di Achille) sia guarita.
Utilizzo la sua chiara esposizione per informare i lettori del blog
Centro iperbarico Ravenna su come comportarsi nel caso di ulcera
traumatica che non sia guarita dopo quattro settimane di cura (sulla
base di questo criterio cronologico la ferita assume la definizione di
“difficile”).
In caso di ferita traumatica “difficile” è necessario verificare la
presenza di condizioni fisiche che compromettano la guarigione.
Per esempio il fumo, l’obesità (o il sovrappeso associato a scarsa
attività fisica), malattie epatiche, reumatiche o immunitarie, tumori
o disturbo della circolazione. Così come fattori di compromissione
locali: precedenti traumi, scarsa mobilità dell’articolazione (in
questo caso della caviglia), condizione della circolazione al piede.
Presso il Centro Cura Ferite Difficili con sede nel Centro iperbarico
Ravenna, il percorso diagnostico prevede:
- esami del sangue (per una persona che non soffra di diabete):
emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale,
sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno
- radiografia della caviglia e del piede
- consulenza medicina riabilitativa con ecografia dei tessuti molli
e teletermografia computerizzata per vedere la presenza di aree di
alterazione termica che corrispondono a scarsa circolazione e ritardo
nel processo di cicatrizzazione
- misurazione della ferita (la guarigione avverrà in tre mesi qualora
la superficie della lesione, in centimetri quadrati, si riduca del 40%
in quattro settimane)
- valutazione dell’indice di perfusione alla caviglia (rapporto tra
pressione arteriosa misurata alla caviglia e al braccio, il valore
normale è superiore a 0,45) o – nel diabetico – al primo dito del piede
leso.
- valutazione della pressione parziale dell’ossigeno nei tessuti
intorno alla lesione (ossimetria transcutanea) – il valore normale è
superiore a 40 millimetri di mercurio durante respirazione in aria
ambiente.
Il tallone del piede destro presenta una ferita lacero-contusa dovuta
alla abrasione di una ruota posteriore destra di auto, in un incidente
del giorno 08.11.2011. La zona colpita è quella del tendine di
Achille, il quale ha subito una compressione e una trazione,
ambedue dolorose ma che non hanno portato alla sua rottura. La
ferita medicata in ospedale, per mia colpa in ritardo, due volte a
settimana, permane da circa 20 gg. e la sua guarigione procede molto
lentamente. Ho 72 anni e non sono diabetico. Sono alto m1,70 e peso
90 Kg. Grazie. Antonio La Gioia
Il percorso terapeutico dipende dalla comprensione del problema
(diagnosi). In genere si tratta di correggere le condizioni fisiche
generali (per esempio: ridurre il fumo; facilitare la possibilità di
camminare tramite l’utilizzo di un tutore che riduca il carico di peso
sulla caviglia danneggiata; migliorare la circolazione del sangue) e
locali (pulizia del fondo della lesione e facilitazione della riparazione
in ambiente umido).
Per correggere le condizioni fisiche generali, oltre ai farmaci e
ai consigli sul comportamento da adottare nella vita quotidiana,
utilizziamo la ossigenoterapia iperbarica (che innesca la sintesi del
monossido di azoto, un potente mediatore della rigenerazione dei
tessuti) e la Frequency Rhythmic Electrical Modulation System
(FREMS), innovativa stimolazione elettrica “biocompatibile” che
utilizza elettrodi transcutanei, in grado di stimolare – in modo del
tutto naturale – il rilascio e la sintesi di fattori di crescita endoteliali
6
(VEGF, b-FGF) importanti per la riparazione dei tessuti e il ripristino
della funzionalità delle fibre nervose periferiche.
Per correggere il danno locale (caviglia) viene eseguita pulizia
meccanica con ultrasuoni. L’infezione è controllata tramite il
lavaggio con soluzione fisiologica contenente semi di pompelmo o
altre sostante naturali che contrastino i microbi (oltre agli antibiotici,
se necessari). Si è attenti a evitare la macerazione dei bordi e
a favorire la formazione di nuovo tessuto attraverso l’utilizzo di
bende medicate all’ossido di zinco, all’ittiolo, alla cumarina. Se
necessario è applicata la terapia a pressione negativa (un dispositivo
elettromedicale che aspira la lesione 24 ore su 24) e, eventualmente,
il gel piastrinico (PRP) o l’innesto di cute.
Associando, con competenza, le diverse metodiche le ferite
traumatiche “difficili” guariscono in 3-4 settimane.
Per informazioni o eventuale visita contatti la segreteria del Centro
iperbarico Ravenna, telefono 0544-500152. La maggior parte delle
prestazioni erogate dal Centro Cura Ferite Difficili sono riconosciute
dal Servizio Sanitario Nazionale, altre – più moderne – sono erogate
in regime privato. La saluto cordialmente, Pasquale Longobardi
Piedi da spavento: ho male, mi aiuti
tutta la struttura del piede (frequentemente si verifica la fascite
plantare).
Diabete: essendo i più lontani dal cuore, i piedi sono i primi ad
avere problemi circolatori e di sensibilità, il che può causare scarsa
guarigione di ferite.
Problemi di circolazione: se è compromesso il flusso di sangue
nelle arterie periferiche i piedi sono i primi ad essere sottoposto a
problemi.
Per quanto riguarda i disturbi localizzati direttamente nei piedi,
quelli più comuni sono:
artrite e tendiniti, spesso causate dai piedi piatti che causano
l’allungamento e l’indebolimento dei muscoli e dei tendini del piede.
Funghi: si sviluppano in presenza di un ambiente umido e caldo.
I piedi devono respirare: far prendere aria alle scarpe e usare
calze che assorbendo l’umidità, riducano la possibilità di malattie
fungine.
Cosa fare per migliorare il dolore?
La migliore prevenzione del dolore al piede è l’esercizio fisico
(anche una semplice camminata) che permette di mantenere in
allenamento ossa, muscoli e tendini.
Quando il dolore è forte, come nel tuo caso, é necessario curare
i disturbi della condizione fisica generale: dimagrire (in caso di
sovrappeso); controllare il diabete e curare i disturbi circolatori
(a tale scopo – insieme al diabetologo, all’angiologo, al chirurgo
vascolare – è utile il medico iperbarico per valutare l’appropriatezza
della ossigenoterapia iperbarica).
Per correggere i disturbi localizzati al piede è utile la valutazione
di un fisiatra e/o dell’ortopedico che collaborino con il tecnico
ortopedico e il podologo. Spesso si riesce a migliorare il problema
con scarpe adatte regolarmente indossate che garantiscano una
postura corretta del piede. E’ necessario misurare ogni tanto il
proprio piede che si allunga e si appiattisce con l’età; evitare scarpe
dolorose e, per le donne, i tacchi alti (non devono superare i 6 cm).
Ti saluto cordialmente, Pasquale
Carissimo dottore, sono 1 ragazzo di 41 anni con 2 piedi da spavento:
si vede l’osso. Sono disperato non sò più cosa fare. Sono 11 anni che
soffro e ancora sono cosi. La prego mi aiuti lei, nn voglio perdere le
gambe. Vado avanti grazie agli antidolorifici. Tanti saluti, Andrea
trauma alla caviglia con osteomielite:
cosa fare
Il consiglio del Longobardi risponde per il difficile
problema di Andrea
caro Andrea, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per il tuo
calvario che dura da undici anni.
Un recente sondaggio, condotto dalla American Medical Association
Podiatric, ha rilevato che il 53% degli intervistati ha affermato di
avere dolori ai piedi che talvolta, come nel tuo caso, era un ostacolo
per la vita quotidiana. Una persona cammina mediamente nel corso
della sua vita l’equivalente di tre volte la circonferenza della terra,
un enorme sforzo per il piede, con i suoi 100 tendini legamenti e
muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni.
A volte il dolore dipende dalla condizione fisica generale:
sovrappeso: la forza esercitata sui piedi è circa il 120% del nostro
peso corporeo, quindi chi è obeso mette evidentemente sotto stress
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Salve. Mio fratello, in seguito a un incidente stradale, ha riportato
varie lesioni. A distanza di un anno e mezzo presenta un’ulcera
infetta da staphilococco aureo a livello del calcagno. Dalla
scintigrafia e’ emersa osteomielite al calcagno e alla articolazione
tibio tarsica.
• Immunoterapia aspecifica (qualora gli indici di flogosi, VES – PCR
– fibrinogeno) fossero nella norma. L’obiettivo è stimolare il sistema
immunitario a riconoscere e combattere il germe più frequentemente
responsabile della osteomielite (Stafilococco Aureo)
Presso il policlinico di Monza ci hanno consigliato un’operazione
di artodresi e un’amputazione di 5 cm del calcagno ma con scarsa
probabilità di riuscita. Prima di arrivare a tale intervento, vorremo
provare una via piu semplice e meno invasiva (nei limiti del
possibile).
• Ossigenoterapia iperbarica che riduce la carica batterica (lo
Stafiloccocco Aureo e altri germi non riescono a difendersi
dall’attacco dei radicali liberi dell’ossigeno); potenzia il lavoro dei
globuli bianchi; accelera il processo di riparazione dell’osso e dei
tessuti molli
Facendo una ricerca su internet vengo indirizzata per la cura
dell’osteomielite sia al Centro iperbarico Ravenna che all’ospedale
Codivilla Putti di Cortina. Ci piacerebbe prenotare subito un ricovero
ma essendo scarsa in materia non saprei come orientarmi. Se vuole
le invio la documentazione del caso per avere un’idea specifica di
mio fratello.
• Riabilitazione con terapia fisica strumentale (p.es. tecarterapia,
laserterapia); massofisioterapia; linfodrenaggio con tecnica Vodder
Il dottor Longobardi risponde
cara Valentina, ti ringrazio per l’attenzione. Mi piace che
tu acquisisca informazioni per aiutare tuo fratello in maniera
consapevole: questa è la missione del blog del Centro iperbarico
Ravenna (per questo pubblico la nostra corrispondenza email).
Per tuo fratello, mi preoccupa la decisione dei medici di Monza. Ho
collaborato con l’Ospedale San Gerardo di Monza e so che hanno una
buona reputazione. Hai il “dovere” affettivo, comunque, di verificare
che l’artrodesi sia veramente l’unica soluzione possibile.
Il Centro iperbarico Ravenna è competente ed esperto nella gestione
delle lesioni traumatiche e della osteomielite.
Il percorso diagnostico prevede:
• Esami del sangue e urine (da richiedere al Medico curante):
emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale,
sideremia, fibrinogeno, creatininemia, glicemia, GPT, esame delle
urine, VES, PCR, fibrinogeno
• PET – TC gamba e piede (da richiedere al Medico curante).
Quesito: valutazione segni di alterazione metabolismo compatibili
con processo infiammatorio di tipo osteomielitico.
Nota: qualora non sia possibile eseguire la PET – TC (che è
l’indagine più specifica per la diagnosi di questa patologia) andrebbe
bene anche la Risonanza Magnetica. Mentre la scintigrafia ossea, già
eseguita, è utile (sensibile) per verificare che ci sia l’osteomielite ma
poco specifica (non dice esattamente dove sia localizzata la lesione:
nei tessuti molli, nel periostio o nel midollo)
• Chirurgia plastica (se necessario): preparazione del fondo della
lesione con Plasma Ricco di Piastrine; applicazione di innesto o altra
tecnica di chirurgia plastica; terapia a pressione negativa.
I tempi per la cura sono, in genere, trenta giorni per il percorso
diagnostico e novanta giorni per il percorso terapeutico. Si può
accelerare la guarigione con un ricorso più ampio alla medicina
rigenerativa e chirurgia plastica. Normalmente è previsto un periodo
in Ravenna di tre settimane (quattro notti per settimana, dal lunedì
al giovedì) nel quale è effettuato un programma intensivo di cura.
Poi dei controlli inizialmente settimanali, quindi ogni 10 giorni e poi
mensilmente.
I pazienti finora trattati sono guariti (ciò significa che,
principalmente, la selezione prima dell’inizio del percorso è stata
accurata e ha funzionato).
Il costo del percorso è in parte a carico del Servizio Sanitario
Nazionale (come la terapia iperbarica); in parte privato (come
la immunoterapia aspecifica, la riabilitazione, alcune tecniche di
medicina rigenerativa e chirurgia plastica).
Per informazioni e appuntamento contatta Claudia Ferreira,
mia assistente, al 0544-500152; 327-7784951. Puoi inviare
la documentazione clinica all’indirizzo postale: Centro
iperbarico, via A. Torre 3, 48124 Ravenna. L’email è:
[email protected]. Il fax è: 0544-500148.
Tuo fratello verrà presso il Centro iperbarico Ravenna solo se ci sia
la ragionevole certezza di curarlo (senza l’artrodesi).
Un caro saluto, Pasquale
• Consulenza medicina iperbarica, fisiatra, chirurgo plastico che
saranno eseguite presso il Centro iperbarico Ravenna
Il percorso terapeutico (eseguito presso il Centro iperbarico Ravenna
o Centri gemellati, sempre in Ravenna) prevede:
• Pulizia chirurgica della ferita (se necessaria). Sarà eseguita in
ambulatorio chirurgico con tecnica chirurgica (bisturi) oppure con
lavaggio micronizzato tramite ultrasuoni
• Medicazioni avanzate per preparare il fondo della lesione
• Antibioticoterapia con farmaci specifici per l’osso
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piede diabetico: come evitare guai nel
futuro?
- doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index (ABI) che
indica quanto sangue arriva alla caviglia (Ankle) rispetto al polso
(Brachial). Il valore normale deve essere superiore al 45% (0,45),
- ossimetria transcutanea, uno strumento che misura (in maniera
indolore) il valore della tensione di ossigeno che deve essere
superiore almeno a 20 millimetri di mercurio (mmHg) durante
respirazione in aria; oppure maggiore di 20 e 200 mmHg
rispettivamente durante respirazione in ossigeno a pressione
ambiente o durante ossigenoterapia iperbarica;
- LaserDopplerFlussimetria che permette di valutare sia la
circolazione del sangue al piede: Toe Brachial Index (TBI, valore
accettabile maggiore di 0,2) e Indice di Reazione PostOcclusiva
che la presenza di eventuale neuropatia periferica (test del
Riscaldamento e test di Variazione Posturale).
Spettabile dott. Longobardi, sono diabetico da circa 10 anni e sono
seguito dal centro antidiabetico di Imola. La mia condizione è
stazionaria e anche i piedi non presentano ferite.
Seguo ogni tanto le sue risposte sul blog e in una di queste, lei
lamentava il fatto di dover curare dei malati in avanzato livello di
gravità, tanto che spesso anche la terapia iperbarica non puo più dare
risultati positivi.
La mia domanda è: come devo comportarmi per anticipare i danni
della malattia ed evitare guai nel futuro? Sono stato operato di
safena alla gamba sinistra (13anni fa) e alla destra (7 anni fa) con
un intervento localizzato dal prof. Paolo Zamboni dell’Ospedale S.
Anna di Ferrara.
Il Centro iperbarico Ravenna offre anche un competente servizio di
podologia, esperto nella cura preventiva del piede nei pazienti affetti
da diabete.
In assenza di lesioni (cioè a scopo preventivo) il percorso di diagnosi
e le prestazioni di podologia sono in regime privato. In caso di
lesioni, il costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per
informazioni contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna tel.
0544-500152, email [email protected]. Cordialmente,
Pasquale
osteomielite in craniotomia
decompressiva per ictus
La risposta del dottor Longobardi
caro Vittorio, ti ringrazio per l’attenzione e la stima. Mi piace che tu
segua attivamente il blog del Centro iperbarico Ravenna.
Sei stato operato alle vene da un mito: ho rivisto il prof. Paolo
Zamboni lunedì 6 febbraio 2012, è una medico fantastico.
Sei seguito, in Imola, da un ottimo Centro antidiabetico (http://
www.glucasia.com/diabete_imola.htm): porta i miei saluti alla dr.sa
Baldassarri che stimo profondamente.
Questa premessa rende evidente che tu sia una persona culturalmente
preparata e che pone attenta considerazione al proprio benessere.
Il Centro iperbarico Ravenna offre un percorso diagnostico che
permette di valutare la ossigenazione e la perfusione del piede:
- controllo della glicemia. All’atto della prima visita è importante
consegnare anche il referto dei seguenti esami eseguiti nei sei
mesi precedenti: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina,
protidemia totale, sideremia, creatininemia, GPT, emoglobina
glicosilata, glicemia, esame delle urine, microalbuminuria,
colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, uricemia, VES,
PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR, proteina S, omocisteina;
- ecocolordoppler degli arti inferiori (è preferibile che sia consegnata
già all’atto della prima visita) e, se necessario, successiva angiografia
o angiotomografia computerizzata,
Scrivo per mio fratello, il 03/11/2010 ha avuto un'ictus ischemico
all'età di, solo, 45 anni.
Ha subito una craniotomia decompressiva dopo si è formata una
piccola ferita nella parte sinistra della cute del cranio, difficile da
chiudersi. E’ stato operato, con successo, dal chirurgo plastico. In
seguito si è formata un’altra ferita più piccola in un altro punto.
Questa piccola ferita butta, qualche volta, un liquido bianco misto a
sangue. Vorrei un consiglio: posso portalo a visita da Lei oppure a
chi posso rivolgermi?
Il consiglio del dottor Longobardi per Patrizia
cara Patrizia, ti ringrazio per l’attenzione. Mi dispiace per il disagio
di tuo fratello: credo che riusciremo ad aiutarlo.
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E’ probabile che si tratti di osteomielite refrattaria cronica della teca
cranica, visto il tipo di liquido che butta ogni tanto e il fatto che si sia
aperta un’altra ulcera dopo la chiusura della prima con la chirurgia
plastica.
L’osteomielite è sostenuta da fattori di compromissione sistemica
(l’indebolimento fisico durante l’ictus e i fattori che l’hanno
provocato, forse: fumo, ipertensione, ipercolesterolemia) e locali
(l’intervento di craniotomia).
Il Centro iperbarico Ravenna ha consolidata esperienza e
competenza per aiutarti a risolvere il problema. Il trattamento
dell’osteomielite cronica prevede un percorso interdisciplinare.
Innanzitutto è necessaria la diagnosi, per la quale servono:
- PET/TC ossa cranio. Diagnosi: ricerca di area ad elevata attività
metabolica attribuibile a focolaio osteomielitico
- emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale,
sideremia, fibrinogeno, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR,
fibrinogeno
Se la diagnosi di osteomielite fosse confermata, il percorso
terapeutico del Centro iperbarico Ravenna prevede:
- consulenza del chirurgo plastico (dr. Andrea Carboni) per valutare
l’opportunità di una pulizia chirurgica.
- ossigenoterapia iperbarica che ha scopo adiuvante e crea le migliori
condizioni cliniche ossigenative per la funzionalità degli antibiotici;
risolve eventuali deficit ossigenativi locali, migliorando la prognosi.
- antibioticoterapia (incluso l’utilizzo di innesto di osso impregnato
di antibiotico posto nella sede della pulizia),
- stimolazione antibatterica attiva (ITSB) qualora le difese
immunitarie siano “fredde” rispetto all’infezione dell’osso.
- terapia fisica (utilizzando anche la SIT Therapy – cioè il Sistema
Infiltrativo Transdermico per veicolare nei tessuti, attraverso la
idroelettroforesi, diversi farmaci e sostanze naturali).
Per maggiori informazioni consulta anche il sito http://
www.osteomielite.it gestito dal bravo ortopedico dr. Giovanni
Gualdrini, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e membro
del Gruppo Italiano per lo Studio e la terapia delle Infezioni
Osteoarticolari (GISTIO) e/o contatta la Associazione Nazionale per
le Infezioni Osteo-Articolari (ANIO) tel. 800-688400, web: http://
www.anio.it
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