Salmo 30(29). - Marco Frisina

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Salmo 30(29). - Marco Frisina
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Salmo 30(29)
Ti esalterò Signore
perché mi hai liberato
Salmo 30(29)
Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
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Nella mia prosperità ho detto:
«Nulla mi farà vacillare!».
Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.
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Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
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A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.
Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
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Il canto della Risurrezione
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Il salmo 29 è un canto di ringraziamento
che sgorga da un cuore riconoscente
verso il Signore che lo ha liberato dalla morte,
un inno alla grandezza di Dio che trasforma l’angoscia in gioia,
la tristezza in festa, “il lamento in danza”.
Tutto il salmo si muove su un gioco di contrasti,
di ombra e di luce, di morte e di vita, di dolore e di gioia.
È il canto della risurrezione,
della scoperta che Dio è vita e gioia e trasforma ogni cosa,
anche la più terribile e oscura, in luce e gioia.
Inoltre il salmo 29 è il salmo dell’uomo nuovo, destinato alla gloria,
è il salmo che può essere posto in bocca a Cristo
che esce glorioso dal sepolcro il mattino di Pasqua.
Il mattino della risurrezione
diviene simbolo della luce della redenzione e della gloria
di Cristo risorto e di tutti i risorti,
che con lui avanzano nella via della vita.
Ogni uomo che si trova nella prova deve pregare con questo salmo,
ricordando che dopo la tentazione e la notte
viene la luce della risurrezione.
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Mi hai liberato…
Tiesalterò,Signore,
perchémihailiberato
esudimenonhailasciatoesultareinemici.
(Sal29)
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La sofferenza e il dolore ci legano e ci imprigionano in legami di morte, i peccati ci circondano come nemici pronti a ghermire la nostra vita e a soffocarci nelle loro spire. Ma il Signore ci ha liberati sorgendo sul nostro orizzonte come sole di salvezza. Il Signore che sorge vittorioso dal sepolcro, sconfiggendo i nemici intorpiditi in un sonno mortale; egli esce dal buio del sepolcro per portare a tutti gli uomini la forza e la luce della redenzione, la sua libertà. La libertà è non avere più catene che ci tiranneggiano, prigioni che si chiudono intorno alla nostra vita, stringendola tra inferriate invisibili e fortissime. Egli le ha infrante, le ha distrutte, deridendo le aspettative dei nemici. 4
SignoremioDio,
atehogridatoemihaiguarito,
Signore,mihaifattorisaliredagliinferi,
mihaidatovita
perchénonscendessinellatomba.
(Sal29)
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Signore, in te spera il mio cuore,
si ravvivi il mio spirito.
Custodiscimi e rendimi la vita.
Ecco, la mia infermità
si è cambiata in salute!
Tu hai preservato la mia vita
dalla fossa della distruzione
perché ti sei gettato dietro le spalle
tutti i miei peccati.
(Is 38,16-17)
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Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie,
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.
(Sal 102,3-4)
Il Signore, risalendo lui stesso dagli inferi, mostra a noi tutti la via attraverso cui farà passare noi tutti dalla morte alla vita. 5
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Cristo, morto per la salvezza del mondo, è disceso nello “sheol”, negli inferi, nell’abisso profondo delle tenebre e del dolore, nel cuore della terra dove ogni cosa diviene oblio, dove tutto si perde ingoiato dalla morte, dove nel grande silenzio ogni speranza svanisce. Dal luogo senza ritorno Dio ha richiamato suo Figlio ed egli è risalito cantando il suo inno di lode, intonando il suo canto di vittoria, portando con sé, come in trionfo, tutti coloro che hanno affidato a lui la loro vita. Anche Cristo è morto
una volta per sempre per i peccati,
giusto per gli ingiusti,
per ricondurvi a Dio.
Messo a morte nella carne,
ma reso vivo nello spirito.
E in spirito andò ad annunziare la salvezza
anche agli spiriti che attendevano in
prigione…
(1Pt 3,18-19)
La discesa agli inferi di Gesù e la sua risalita presso il Padre, segnano la morte e risurrezione del mondo che in Cristo viene redento. 6
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Così, risalendo al cielo, Cristo ritorna nelle braccia del Padre portando con sé tutti i suoi amici salvati dal suo amore che ha vinto la morte. Sono risorto e sono sempre con te,
hai posto su di me la tua mano,
è stupenda per me la tua saggezza.
Alleluia.
(dalla Liturgia)
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IopongoinnanziameilSignore,
staallamiadestra,nonpossovacillare.
Diquestogioisceilmiocuore,
esultalamiaanima,
ancheilmiocorporiposaalsicuro,
perchénonabbandonerailamiavitanelsepolcro,
nélasceraicheiltuosantovedalacorruzione.
Miindicheraiilsentierodellavita,
gioiapienanellatuapresenza,
dolcezzasenzafineallatuadestra.
(Sal15,8‐11)
TiesalteròoSignore,
perchémihailiberato…
(Sal29)
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La risurrezione di Cristo si pone come spartiacque della storia, come limite che separa il tempo della vita da quello della morte e del peccato. Chi si pone fuori dalla risurrezione di Gesù è nella morte e nelle tenebre; chi invece rientra, attraverso la fede in lui, passa nel tempo di Cristo, nel tempo nuovo, segnato dalla vita eterna e dalla luce di Cristo, il suo vessillo glorioso diviene così il vessillo dei salvati alla cui ombra si rifugia ogni redento. Nella risurrezione di Cristo, un canto nuovo viene innalzato dall’umanità redenta, il canto dei liberati, di coloro che sono usciti dalle tenebre del peccato e hanno intrapreso con Cristo la scalata al cielo, ascendendo con lui presso il Padre. ©
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…va’ dai miei fratelli e di’ loro:
“Io salgo al Padre mio e Padre vostro,
Dio mio e Dio vostro.
(Gv 20,17)
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È Pasqua,
Pasqua del Signore…
O tu, che solo sei veramente tutto in tutti!
Di ogni creatura gioia, amore, cibo, delizia,
per mezzo tuo sono state fugate le tenebre della morte,
la vita data a tutti,
le porte dei cieli spalancate…
O Pasqua divina!
O Pasqua, luce del nuovo splendore!
Non si spegneranno più
le lampade delle nostre anime.
Divino e spirituale
brilla in tutti il fuoco della grazia,
nel corpo e nell’anima alimentato
dalla risurrezione di Cristo.
Ti preghiamo, o Cristo,
Dio e Signore,
Re eterno degli spiriti,
stendi le tue mani protettrici
sulla tua santa Chiesa
e sul tuo popolo santo;
difendilo, custodiscilo, conservalo.
Leva lo stendardo sopra di noi
e concedici di cantare con Mosè
il cantico della vittoria,
perché tua è la gloria e la potenza in eterno…
(Ippolito di Roma)
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Al mattino…
CantateinnialSignore,osuoifedeli,
rendetegraziealsuosantonome,
perchélasuacolleraduraunistante,
lasuabontàpertuttalavita.
Allaserasopraggiungeilpianto
ealmattinoeccolagioia.
(Sal29)
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Era il giorno della Parasceve
e già splendevano le luci del sabato.
Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea
seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba
e come era stato deposto il corpo di Gesù,
poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati.
Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba,
portando con sé gli aromi che avevano preparato.
Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro
ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre erano ancora incerte,
ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.
Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra,
essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Non è qui, è risuscitato.
Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea,
dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato
in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno».
(Lc 23,54 - 24,1-7)
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Il mattino di Pasqua è il primo mattino del nuovo tempo, come nel primo giorno della creazione, quando Dio squarciò le tenebre con la sua luce, primizia di tutta la creazione, così Cristo ha squarciato le tenebre del mondo, illuminando la notte con la sua luce e la sua gloria di risorto e di portatore di vita. Come il sole che sorge sul mondo, così Cristo esce dal sepolcro, “come uno sposo dalla stanza nuziale”, come chi, dopo il riposo del sabato, riprende il cammino gioioso e trionfante. Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.
Egli sorge da un estremo del cielo
e la sua corsa raggiunge l’altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
(Sal 18,6-7)
Il sole di Cristo illumina la nuova creazione e fa germogliare con la sua luce e il suo calore la vita. 11
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La notte,
fin dal principio, madre del giorno,
era stata per Gesù il riposo dopo la sua grande opera,
dopo i dolori e le sofferenze della sua passione.
Come madre,
lo aveva accolto e assopito,
dopo la sera drammatica del dolore,
tra le sue braccia oscure e silenziose.
La notte di Pasqua è notte di pace
e di preparazione,
notte di mistero e di trepidazione.
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O notte, più chiara del giorno!
O notte più luminosa del sole!
O notte più bianca della neve,
più illuminante delle nostre fiaccole,
più soave del Paradiso.
O notte che non conosce tenebre;
tu allontani il sonno,
e ci fai vegliare con gli angeli.
O notte, terrore del demonio,
notte pasquale,
attesa per un anno!
Notte nuziale della Chiesa
che dai la vita ai nuovi battezzati
e rendi innocuo il demonio intorpidito.
Notte in cui l’erede
introduce gli eredi nell’eternità.
(Asterio d’Amasea)
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La sera è simbolo della caduta,
e della cacciata di Adamo.
Povera stirpe umana,
resterai a lungo nel pianto…!
Ma il Signore, sepolto la sera,
esce dal sepolcro al mattino;
allora si alza per i fedeli la luce,
che si era nascosta per i peccatori.
(Agostino)
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Adamo si nascose nel Paradiso di sera.
La sera è figura di questa vita di lacrime
nella quale gemiamo tutti,
da Adamo in poi,
ed anche figura della morte del Cristo.
Il mattino è la risurrezione del Cristo,
la risurrezione delle anime
e il mattino eterno
della comunione dei secoli.
(Girolamo)
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
(Sal 29)
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La gioia pasquale di Cristo risorto è la gioia di colui che torna nella casa del Padre per essere da lui abbracciato, come un eroe dopo la vittoria sul nemico che torna, principe vittorioso, nel palazzo del Re. Noi siamo stati da lui liberati dalla schiavitù del nemico e siamo sua proprietà, suoi schiavi e sudditi, ma la servitù di Cristo è per noi gioia, il suo servizio è per noi gloria. Essere schiavi del Signore significa essere veramente liberi, perché solo come servi di Dio possiamo reputarci realmente padroni di noi stessi e del mondo. E, non contento di questo, il Signore ci rende coeredi con lui, attribuisce la vittoria, che è tutta sua, anche a noi, fa di noi degli eroi e dei prodi, rivestendoci della sua corazza e delle sue armi, coprendoci del suo manto di porpora, incoronandoci del suo diadema di gloria. CI FA RE, SACERDOTI E PROFETI, CI FA FIGLI. E il Padre abbraccia anche noi e ci fa sedere con Cristo alla sua destra. 14
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Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
(Sal 29)
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La danza
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L’uomo è stato creato per la lode di Dio, per la gioia e la felicità, è fatto per danzare e non per il lutto, per il canto e non per il lamento. La sua vita deve diventare ogni giorno di più lode e gioia per il Creatore, festa e danza per Colui che ci ha salvati. La morte, che sempre nella nostra vita è presente e ci spaventa, con il suo buio angoscioso, non è fatta per noi, perché la morte è senza lode, le tenebre non hanno canto. Se noi veniamo dalla polvere, Cristo ci ha condotti in cielo, se un tempo la morte era la nostra eredità, ora siamo eredi del Paradiso. 15
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In verità, in verità vi dico:
voi piangerete e vi rattristerete,
ma il mondo si rallegrerà.
Voi sarete afflitti,
ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce,
è afflitta, perché è giunta la sua ora;
ma quando ha dato alla luce il bambino,
non si ricorda più dell’afflizione
per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
Così, anche voi, ora siete nella tristezza,
ma vi vedrò di nuovo
e il vostro cuore si rallegrerà
e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.
(Gv 16,20-22)
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Dice il Cristo:
Fino ad ora ho bevuto le tristezze
della condizione umana,
ma ora è giunta la fine della tristezza,
ormai non berrò più questa coppa amara,
ma il vino dell’allegrezza nel Regno del Padre mio,
allorché cambierà il mio lutto in gioia.
E voi che berrete il mio calice, sarete tristi con me,
ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
(Baldovino di Ford)
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Noi siamo chiamati a manifestare sempre, nella nostra vita quotidiana, la gioia della risurrezione, rendendo viva in noi la luce di Cristo risorto, dando spazio in noi alla forza di Cristo che è il suo Spirito, il dono gioioso della redenzione, il Consolatore perfetto, la gioia perenne, la delizia dei cuori, la salvezza del mondo. È lo Spirito che fa di noi degli uomini nuovi, è la sua forza che ci rende santi, che ci fa brillare di luce, che ci fa danzare. Vibrando all’unisono con lui, noi saremo come Cristo e con Cristo sole che sorge sul dolore del mondo, capaci di illuminare e di scaldare con il nostro amore le tenebre che ricoprono la terra. Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
(Sal 29)
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Ti esalterò, Signore
Ti esalterò, Signore, perché m’hai liberato
e su di me non hanno esultato i miei nemici.
Signore, a te ho gridato,
ho gridato e tu mi hai guarito,
dagli inferi mi hai tratto,
e m’hai ridato la tua vita.
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A sera è ospite il pianto
e al mattino ritorna la gioia.
Allora ho detto al mio cuore:
Con Dio mai potrò vacillare.
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Cantate al Signore, o fedeli,
e la sua santità ricordate:
la collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
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Mutasti in danza il mio pianto,
il mio sacco in veste di gioia.
A te canterò, o Signore,
ti loderò, Dio mio, per sempre.
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Preghiamo con i Salmi – Basilica di S. Cecilia in Trastevere
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