Green Voice n.3 - Atri Multi Level Governance

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Green Voice n.3 - Atri Multi Level Governance
GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE
Bimestrale indipendente di informazione Anno VI
www.greenvoice.eu • N.3/SETTEMBRE 2011
PRIMO PIANO
COMPETITIVITÀ
ENERGIE
Mobilità sostenibile,
pianificare è meglio
che improvvisare
Nasce Xeolo
la turbina eolica
ad asse verticale
Con Lybra
l’energia si produce
dal traffico delle auto
PAGINE 2 e 3
PAGINA 4
PAGINA 22
EDITORIALE
Se una società è viva
il tempo non passa
invano: Green Voice,
l’Europa, la Cina
Green Voice cresce in quantità e qualità.
La community dei lettori (decisori e dirigenti pubblici, imprenditori e manager privati,
professionisti, ricercatori) si allarga, il livello
dei contenuti si arricchisce.
In questo numero ospitiamo interventi interessanti (Gargiulo, Malavasi, Onofri, Spanto,
Garau, Nonni, Ronci), parliamo di esperienze
aziendali innovative (Dealer tecno, IsTECH,
Loccioni, Underground Power), apriamo una
nuova rubrica (Next) condotta da Francesco
Andreani.
Così il tempo per Green Voice non passa invano. Vorremmo dire lo stesso per l’Europa.
Nel momento in cui scriviamo il Vecchio Continente si trova a vivere la peggiore delle crisi dal
dopoguerra ad oggi. Una crisi non solo economica, ma sociale, di identità, di vocazione. Una
crisi di cui non possiamo prevedere gli esiti.
L’unica certezza che abbiamo è che non sarà
un accorgimento fiscale o un espediente finanziario che potrà portarci fuori da una situazione così drammatica. L’Europa dovrebbe battere un colpo e diventare un corpo politico
capace di governare i profondi cambiamenti a
cui, volenti o nolenti, saremo costretti nei prossimi anni.
Così all’orizzonte si vede spuntare il drago
cinese che, forte del suo capitalismo senza democrazia, procede a passo spedito verso la
conquista di posizioni sempre più importanti
sullo scenario internazionale. In queste ultime
settimane si sono fatte insistenti le notizie, a
partire dall’anticipazione del Financial Times
del 12 settembre, secondo cui il governo italiano avrebbe chiesto alla Cina di provvedere a
un «significativo» acquisto di titoli di Stato: contatti ci sarebbero stati tra esponenti dell'esecutivo, i responsabili della Cassa Depositi e Prestiti e la China Investment Corporation, il
braccio operativo del governo cinese sui mercati internazionali.
Avanti con la Cina, ma intanto rilanciamo la
visione europea.
Tutto cambia
intorno a noi
“Nulla è più difficile
da pianificare, più
dubbio a succedere
o più pericoloso
da gestire
che la creazione
di un nuovo sistema.
Per colui che lo
propone ciò produce
l’inimicizia di coloro
i quali hanno profitto
a preservare l’antico
e soltanto tiepidi
sostenitori in coloro
che sarebbero
avvantaggiati
dal nuovo”
Niccolò Machiavelli
SPECIALE
GATEWAYS, LA IX BIENNALE URBANISTICA
La Biennale torna in Italia, a Genova, 14 anni dopo l’edizione romana
DA PAGINA 11
2
• GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE • www.greenvoice.eu •
Primopiano
COMMENTO
A Perugia nel 2008 è stato aperto
il Minimetrò.
Ma perché prestare tanta attenzione
a questo impianto che interessa una
città di grande storia ma di soli
165.000 abitanti, lungo solo 4 km,
e con una capacità di trasporto
limitata a circa 2.000
passeggeri/ora per direzione?
Discutere
per decidere
e non per
ostacolare
DI AMEDEO GARGIULO
CITTÀ • MOBILITÀ SOSTENIBILE
Programmare, integrare
modalità, sistemi e regole
GERENZA
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Amedeo Gargiulo
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L'espressione mobilità sostenibile indica un sistema di mobilità
urbana in grado di diminuire gli
impatti ambientali generati dai veicoli privati: inquinamento atmosferico, inquinamento acustico, congestione del sistema viario.
Oggi, tra tecnologie ogni giorno
sempre più evolute e risorse sempre
più scarse, le amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento ai
Comuni, si trovano ad affrontare la tematica in condizioni difficili.
Proviamo a fare il punto degli
strumenti a disposizione degli amministratori in termini sia di interventi
sulle infrastrutture che sulle regole:
il trasporto pubblico (autobus, tram,
sistema ferroviario metropolitano); il
trasporto privato condiviso (carpooling e car-sharing); i veicoli a minore impatto (metano, ibridi, elettrici); la mobilità pedonale (percorsi
sicuri casa-scuola e pedibus); la mobilità ciclabile (costruzione di piste
ciclabili, servizi di bike sharing); le
politiche di tariffazione e pricing (accesso a pagamento in particolari
zone urbane, la sosta a pagamento);
il park and ride (realizzazione di sistemi di interscambio tra automobile
e mezzo pubblico); l’utilizzo di sistemi di information technology per
la gestione dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione satellitare, ecc). Le città dove le
politiche di sostenibilità dei trasporti hanno avuto più successo
sono state quelle nelle quali le diverse tipologie di intervento sono
state applicate in maniera integrata
in modo da rinforzarsi una con l'altra.
Alla base di queste misure ci sono
tre principi di riferimento: migliorare
i servizi di prossimità in modo tale da
ridurre la necessità di spostamenti
automobilistici sia in termini numerici che di distanze; aumentare gli
spazi fruibili dai mezzi alternativi
(bici, piedi); realizzare una rete intermodale di trasporto che consenta
spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati.
Un caso interessante è rappresentato da Perugia, dove il 29 gennaio
settembre 2011
del 2008 è stato aperto al pubblico
esercizio il Minimetrò.
Ma perché attenzionare questo
impianto che interessa una città di
grande storia ma di soli 165.000 abitanti, lungo solo 4 km, e con una capacità di trasporto limitata a circa
2.000 passeggeri/h per direzione?
Perché è auspicabile che il metodo usato faccia scuola: è stata infatti maturata una scelta adatta ad
una “città verticale” come Perugia,
coerente con la domanda di trasporto, economica nei costi di esercizio grazie alla marcia automatica,
Migliorare i servizi
di prossimità e gli spazi per
i mezzi alternativi, realizzare
una rete intermodale
versatile per l’inserimento nel contesto antropizzato.
Il Minimetrò è un people mover
ovvero un sistema di trasporto automatico ad impianto fisso, con trazione a fune. Il tracciato collega la
periferia ovest della città nella valle,
con il centro storico.
La stazione di partenza è un luogo
di interscambio con il trasporto su
gomma, la stazione Fontiveggie costituisce l’interscambio con le ferrovie
dello stato. Si tratta di una funicolare
ma presenta caratteristiche originali
e innovative: le 25 vetture, lunghe
circa 6 metri e con capienza massima
di 40 persone, si muovono a spola fra
le stazioni estreme, trainate da una
fune alla velocità costante di circa 24
km/h, effettuando le 5 fermate intermedie, circolando su due nastri paralleli.
I veicoli sono di estrema semplicità e leggerezza poiché essendo trainati non hanno a bordo organi motori
ma esclusivamente ausiliari per i servizi e per alcune dotazioni di sicurezza.
Tale configurazione implica minor
consumo energetico e un bassissimo
carico d’incendio.
L'architetto francese Jean Nouvel
ha disegnato le soluzioni architettoniche della linea, della galleria e delle
stazioni per favorire l’inserimento
nel contesto che circonda il percorso
dell’infrastruttura.
È evidente che il sistema è adatto
a determinate circostanze orografiche e di domanda di trasporto, non è
quindi esportabile in maniera indiscriminata ma è positivo in termini di
metodo e di risultati rispetto all’esperienza dei primi tre anni di funzionamento.
MOBILITÀ • SETTIMANA EUROPEA
La Commissione Europea si muove
Promuovere forme alternative
di trasporto diverse dall’auto, informare e accrescere la consapevolezza dei cittadini sui rischi
dell’inquinamento per migliorare
la qualità della vita nelle città e
ridurre la congestione urbana:
questi gli obiettivi della Settimana europea della mobilità sostenibile che si svolgerà dal 16 al
22 settembre.
L’iniziativa, promossa dalla
Commissione europea, quest’anno è dedicata al tema dell’alternative mobility, ovvero
dare spazio a quelle policy che
incoraggiano l’uso di mezzi di
trasporto green tra i cittadini.
Tutte le città e gli enti locali
possono partecipare alla manifestazione registrandosi e impegnandosi a rispettare una carta
europea elaborata in collaborazione con i vari partner nazionali ed europei del progetto.
I partecipanti potranno anche
candidarsi allo European mobility week award, un premio che
verrà assegnato a tutte quei soggetti, pubblici o privati, che
avranno realizzato le migliori
pratiche di mobilità sostenibile
con il diretto coinvolgimento dei
cittadini.
Le scelte nei trasporti
sono molto complesse sia se
si parla di realizzare infrastrutture, sia di istituire servizi. Mentre nel caso dei servizi vi è un margine di
correzione totale o parziale
degli errori, nel caso delle infrastrutture una eventuale
scelta sbagliata è quasi sempre non modificabile, tutt’al
più si può cercare di attenuare le conseguenze. Perciò
la politica, che è l’arte di governare le grandi scelte strategiche, dovrebbe farsi supportare
dalla
comunità
scientifica e dagli esperti di
settore.
La prima grande attenzione di fronte ad un problema trasportistico è quella
di procurarsi un quadro informativo e cognitivo di alto profilo per poter pianificare sui
bisogni dei cittadini: conoscenza vera e quantitativa
quindi del quadro ante operam; simulazione rigorosa
dell’offerta di trasporto e
della configurazione post operam. L’importanza di questo
momento fu ben colto e valorizzato negli anni ’80 sulla
spinta della comunità scientifica e sull’onda di un clamoroso incremento della domanda di trasporto, con
l’introduzione del metodo
della pianificazione su scala
nazionale con il P.G.T. (1986),
su scala regionale e, in alcuni
casi, su scala metropolitana.
Poi è ben noto quanto nel
nostro paese ogni scelta sia
oggetto di discussioni. L’unica
certezza è che non decidendo
o promettendo ben più di
quanto realizzabile si creano
eccessi di attesa e maggiori
spazi per le polemiche. Perciò
è necessario che il luogo decisionale per eccellenza, il CIPE,
meglio supportato da tecnici
di valore, riprenda a fare politica per il bene comune e
forse qualche regola nuova di
funzionamento dell’organismo non guasterebbe.
settembre 2011
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Primopiano
INTERVISTE • MOBILITA’ E’ PIANIFICAZIONE
Cambiare stili di vita e spazio alla tecnologia
Ridurre le emissioni,una scommessa da vincere insieme
@ Amedeo Gargiulo
Come si possono ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti da traffico in città (direttiva europea 20-20-20)? In altre parole, come si potrebbe ridurre il
traffico privato?
Alcune parziali soluzioni sono contenute nelle risposte alle
successive domande e soprattutto dal combinato disposto
delle stesse. Ma occorrono risorse e incentivi.
Nel 2007 -2008 qualche timido intervento era stato fatto con
la creazione di un fondo per il trasporto pendolari per lo svecchiamento dei parchi con l’acquisto di veicoli nuovi, un fondo
per la mobilità sostenibile e un fondo per garantire la deducibilità fiscale dei costi di acquisto degli abbonamenti per i pendolari.
Come integrare tra loro le varie forme/infrastrutture di
mobilità cittadina in un'ottica costi/benefici (metro, bus,
tram, sharing...)?
Dobbiamo sempre pensare e operare in termini di integrazione, a livello delle grandi reti europee, a livello delle diverse
modalità di trasporto, privilegiando ove possibile quelli più sostenibili, sottraendo quote al trasporto su gomma sia merci
che passeggeri ed in particolare al trasporto privato.
Che senso ha oggi impiegare un’ora per fare Roma Napoli se
poi i sistemi urbani non funzionano e devi usare per esempio
un taxi per pochi chilometri. Serve una integrazione fisica, gestionale e tariffaria dei servizi già esistenti; servono parcheggi
di interscambio, sono necessari servizi di adduzione alle linee
di forza, servono maggior qualità e regolarità dei servizi.
Si può conciliare la TAV con i treni regionali dei pendolari?
I binari dell’Alta velocità aumentano la capacità complessiva
della rete ferroviaria, i binari che si liberano vanno dedicati al
trasporto regionale e dei pendolari, e quindi c’è la potenzialità
per dare risposta non solamente alla domanda di trasporto intercity, ma anche per fare sì che le ferrovie recuperino quella
tradizione di trasporto dei pendolari. Però i servizi costano e
le tariffe giustamente sono politiche per favorire l’uso del
mezzo pubblico.
Ciò significa che l’Amministrazione Pubblica (Stato e Regioni) deve garantire con i contratti di servizio almeno i servizi
minimi indispensabili preesistenti.
L’ultima notizia è che l'indiana Tata punta sull'acqua.
Quale sarà il carburante del futuro per l'autotrazione?
Innanzitutto la saggezza insegna che bisogna fare ricerca e
sperimentazione a 360 gradi. E lavorare su tre piani in parallelo:
l’industrializzazione delle soluzioni alternativa già sperimentate ma non ancora diffuse; l’approfondimento di soluzioni teoricamente valide ma ancora indietro sul piano pratico, il miglioramento prestazionale delle soluzioni tradizionali.
Su quest’ultimo i risultati degli ultimi anni in termini di contenimento dei consumi e delle emissioni sono ottimi.
Oggi un’utilitaria nel ciclo urbano performa 16 – 18 km/litro
con lievi differenze tra gasolio e benzina: il doppio di 10 anni fà.
Riguardo il futuro a medio termine risulta molto interessante la
tecnologia mista combustione- elettrico.
Questo mix permette di valorizzare i vantaggi dei motori
elettrici (ottima accelerazione, massima silenziosità, emissioni
zero, semplicità costruttiva) riducendone i limiti (scarsa autonomia, tempi di ricarica).
Amedeo Gargiulo
(Dirigente Generale
Ministero dei
trasporti) e Gabriele
Malavasi (Professore
ordinario Ingegneria
dei trasporti
Università La
Sapienza di Roma),
un manager pubblico
e un docente
universitario che da
una vita si cimentano
concretamente sui
temi della mobilità
tra costi e benefici.
AMEDEO GARGIULO
GABRIELE MALAVASI
@ Gabriele Malavasi
Come si possono ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti da traffico in città (direttiva europea 20-20-20)? In altre parole, come si potrebbe ridurre il
traffico privato?
L’uso del trasporto collettivo rispetto a quello individuale,
in presenza di possibilità di scelta, è una azione che porta
verso la riduzione delle emissioni. Tuttavia non è facile modificare abitudini consolidate. Comunque incrementare l’offerta
di trasporto collettivo in termini sia di infrastrutture sia di
quantità e qualità dei servizi e favorirne l’uso è una soluzione:
il primo intervento richiede investimenti cospicui e tempi lunghi; il secondo richiede il superamento dell’individualismo ed
una riscoperta del senso del bene comune.
Come integrare tra loro le varie forme/infrastrutture di
mobilità cittadina in un'ottica costi/benefici (metro, bus,
tram, sharing...)?
Le diverse modalità si differenziano per le prestazioni
(tempi di percorrenza, passeggeri trasportati, ecc), ma anche
per la flessibilità rispetto alla variazione della domanda (frequenza, tracciato). Il trasporto su ferro in sede riservata (ferrovia, metro, tram) è più rigido, è dimensionato rispetto alla
quota di domanda e svolge un ruolo di orientamento della
stessa: per le sue caratteristiche di stabilità e qualità interviene
sulle scelte di vita dei cittadini (decentramento delle residenze
verso le aree metropolitane servite dal trasporto su ferro).
Le altre forme di trasporto individuale e condiviso (es. car
sharing) costituiscono un modo integrativo che mantiene la
flessibilità dell’automobile privata e può adeguarsi alle variazioni della domanda in modo rapido ed efficiente. In conclusione le modalità di integrazione devono essere valutate con
un approccio sistemistico (piano dei trasporti).
Si può conciliare la TAV con i treni regionali dei pendolari?
La coesistenza di treni diversi a velocità diverse sullo stesso
binario richiede dotazioni impiantistiche complesse e comporta una ridotta possibilità di utilizzazione della capacità massima; si pensi ad esempio alle differenze nello spazio necessario per la frenatura: tra 100km/h e 300km/h esso aumenta di
circa 9 volte e proporzionalmente aumenta la distanza tra i
treni. Inoltre, con la complessità aumentano anche le problematiche di regolazione dovute all’inevitabile aleatorietà del
comportamento umano. Tuttavia la conciliazione non si può
escludere a priori e la scelta non può che scaturire da una analisi tecnico - economica.
L'ultima notizia è che l'indiana Tata punta sull'acqua.
Quale sarà il carburante del futuro?
Ritengo che sia una questione non tanto di carattere tecnologico quanto, piuttosto di carattere economico - commerciale
dipendente dalla disponibilità, trasportabilità, accumulo, trasformabilità e recupero della risorsa energetica.
Una discreta diffusione si osserva per i veicoli dotati di trazione ibrida, sia elettrica che termica. Un maggiore impegno
dovrebbe essere orientato in ogni caso verso la riduzione dei
consumi complessivi anche a scapito di una riduzione delle
prestazioni del veicolo (velocità, accelerazione, potenza) non
sempre necessarie e pienamente utilizzate.
Altri vantaggi si ottengono trasformando l’energia cinetica
in energia elettrica durante la fase di frenatura.
3
LA MOBILITA’
IN ITALIA TRA
BUONI PROPOSITI
E BUONE AZIONI
BUONI PROPOSITI
Sono usciti i risultati
del quarto Osservatorio
annuale Europcar su
Mobilità in Europa.
In Italia l’86% degli
intervistati riconosce
che mantenere un’auto
costi molto (contro
l’83% degli europei).
Il 78% ha espresso
interesse a noleggiare
auto ecologiche (contro
il 66% degli europei)
anche se più costoso.
Più della metà degli
intervistati dichiara di
aver contemplato la
possibilità di rinunciare
ad almeno una delle
auto possedute dalla
propria famiglia, a
fronte del 43%
registrato in Europa.
BUONE AZIONI
Dal 22 settembre anche
Napoli finalmente avrà
la sua ZTL.
Da un lato Via Duomo
dall’altro via Pessina
diverranno corsie
preferenziali
sorvegliate 24h su 24h.
Saranno potenziati
i trasporti pubblici
e le aree di sosta
in una zona in cui
attualmente ci passano
20mila auto al giorno.
In strada per almeno 15
giorni ci saranno armati
di brochure, cartine e
volantini circa 60 vigili
urbani che vieteranno
sosta selvaggia e
consegna merce in ogni
orario. Riusciranno i
nostri eroi?
4
settembre 2011
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Competitività
A CURA DI FRANCESCO DRAGONETTI
EOLICO • AZIENDE EMERGENTI
Sorpresa:
l’aerogeneratore
è ad asse verticale
Da Civitavecchia l’innovazione più importante nel campo
dell’eolico. Si chiama “Xeolo”, ed è prodotta dalla Dealer Tecno srl
azienda fondata nel 2008 da Stefano Onofri & Figli
Arriva da Civitavecchia l’innovazione
più importante nel campo dell’eolico. Si
chiama “Xeolo”, ed è prodotta dalla
Dealer Tecno S.r.l. . La società, nata nel luglio 2008 grazie a Stefano Onofri, è stata
fondata per brevettare questa nuova turbina sinonimo di innovazione, automazione e sicurezza. 7,5 metri di altezza per
3,8 di diametro, Xeolo può generare dodicimila Kwh in un anno.
La macchina si innesca automaticamente con una forza del vento pari a 1.78
m/s, mantenendo poi un regime di un solo
Rpm fino ad una forza pari a 55 m/s. Il tutto
senza avere bisogno di sistemi di frenatura,
tranne quello meccanico in caso di necessità. Le eliche, infatti, sono autofrenanti,
motivo per cui non possono raggiungere
una velocità eccessiva. Vantaggi, questi, ai
quali si unisce la longevità della turbina.
Vent’anni di vita concepiti, assicurati da
una tecnologia all’avanguardia e da un particolare importante: rispetto alle tradizionali turbine eoliche, Xeolo riduce le probabilità di impatto con i volatili. La sua forma
Padre del progetto e ideatore della turbina Xeolo, che
ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, Stefano Onofri svela le
novità che la sua invenzione
porterà sul mercato dell’eolico. Così la turbina ad asse
verticale cercherà di espandersi in Italia e in Europa.
In che modo ha iniziato a
sviluppare il progetto Xeolo?
Dopo la nascita dell’azienda nel luglio 2008, abbiamo svolto dei test a livello
privato, tra cui le prove nella
galleria del vento di Milano
realizzate in collaborazione
con lo studio Tecnitest di Civitavecchia.
Inizialmente avevamo tentato approcci tradizionali,
però l’asse orizzontale è soggetto a maggiori vibrazioni, le
quali provocano rotture e
danneggiamenti più o meno
frequenti. Vista questa situazione, abbiamo cambiato
strada cercando qualcosa di
nuovo.
Quali sono i dati tecnici
più importanti ed innovativi?
Il pregio più importante è il
fatto che la macchina è autoprotetta, e questo è possibile
grazie alla conformazione
della pala stessa. Tutte le altre
turbine hanno profili alari,
quindi vanno innescate perché lavorano con la portanza
dell’elica; una volta avviate,
poi, devono essere controllate
e frenate. Il nostro, invece, è
a cilindro e il diametro di sei metri (più piccolo rispetto ai soliti nove), fanno si che le
eliche siano facilmente evitabili dagli
stormi. La manutenzione risulta particolarmente agevole. A detta dell’azienda, infatti,
dopo i primi sei mesi, è sufficiente il controllo annuale previsto dalle norme legislative. A livello pratico non ci sono difficoltà:
Xeolo può essere collegato in impianti
stand alone per l’utilizzo tramite accumulatori ed inverter, oppure in impianti grid
connected. Le turbine devono essere distanti dieci metri l’una dall’altra e si possono essere installare sia su terreni che su
tetti.
Ad oggi il progetto Xeolo è ben conosciuto sia a livello nazionale che internazionale tanto che l’azienda civitavecchiese
che produce la turbina eolica è diventata
partner del programma europeo See (Sustainable Energy Europe) e ha raccolto numerosi premi, tanto da essere selezionata
per l’Expo di Shanghai del 2010. In tre anni
la Dealer Tecno ha compiuto passi da gigante. Ancora oggi, nonostante la grande
idea, è una piccola azienda ancorata a Civitavecchia; i piani, però, sono ambiziosi:
“Stiamo tentando approcci internazionali
con un occhio attento alle realtà locali – afferma Stefano Onofri – e anche per questo
definiremo a breve l’acquisto di un capannone nel porto della nostra città ”.
Chi si ferma è perduto, Onofri invece
guarda avanti. In futuro ci saranno innovazioni e Xeolo sarà ancora il fulcro del progetto. Dall’attuale potenza di 6 Kwh, nel
2012 si arriverà probabilmente ai 20 Kwh.
Un progresso nel rispetto, e con l’aiuto,
della natura. La filosofia di Stefano Onofri è
tutta nella frase di Papa Benedetto XVI che
apre il sito della società: "L'uomo può responsabilmente utilizzare la natura per
soddisfare i suoi legittimi bisogni, materiali
e immateriali, nel rispetto degli intrinseci
equilibri del creato. Se tale visione viene
meno, l'uomo finisce o per considerare la
natura un tabù intoccabile o, al contrario,
per abusarne. Oggi molti danni allo sviluppo provengono proprio da queste concezioni distorte".
APPLICAZIONI
Xeolo,un progetto
che può sfondare
in Italia e all’estero
INTERVISTA • STEFANO ONOFRI
Un approccio innovativo
per crescere nel rispetto dell’ambiente
Età
50
Luogo di nascita
Civitavecchia
Luogo di residenza
Civitavecchia
Web
www.xeolo.com
Hobbies
Pesca sportiva
un profilo che, se da una parte
permette la spinta, dall’altra
rallenta
automaticamente.
Inoltre il massimo di giri consentiti è di uno al secondo.
Visto il profilo dell’elica,
quali sono i suoi vantaggi?
Per come è fissata, c’è un
grado di incidenza fisso. Più
tardi potremmo pensare anche ad un angolo variabile,
anche se per adesso non è necessario realizzarlo. Inoltre la
turbina si innesca con una
forza del vento pari a 1.78
m/s, ovvero quando tutto intorno a noi sembra fermo.
L’inverter, poi, è particolare:
se prima bisognava raggiungere i 186 W, ora Xeolo produce a partire da 50 W ed avvia la connessione in rete.
Con che materiali viene
costruita una turbina?
Tutti i componenti sono
metallici eccetto l’elica, realizzata con fibra di vetro.
Quali sono gli usi consigliati per Xeolo?
Il nostro è un progetto che
si adatta a diverse circostanze. Ad oggi ci è stato richiesto per delle abitazioni
private, anche se non tutti desiderano una turbina nel giardino. Poi ci sono le aziende,
con i loro stabilimenti, e le
amministrazioni comunali italiane, in particolare quelle
coinvolte nel Patto dei Sindaci che hanno già sviluppato
una sensibilità specifica sulle
energie rinnovabili.
Nei confronti del suo progetto, c’è più interesse a livello nazionale o internazionale?
L’interesse esiste in entrambi i casi, però in Italia i
freni sono molti. Negli ultimi
mesi, infatti, il governo è intervenuto sulla normativa in
maniera non lineare. Comunque la curiosità da parte dei
diversi soggetti non manca,
basti pensare che su Youtube
abbiamo raggiunto i ventimila
contatti e su Google Analytics
siamo a quota diecimila. Sul
piano europeo, invece, siamo
partner della SEE.
Logisticamente, ha una
sua importanza trovarsi a Civitavecchia?
Come posizione geografica
vera e propria non so se sia
un aspetto fondamentale,
siamo nel cuore del Mediterraneo. Però posso dire che
stiamo tentando di avvicinarci con decisione al mercato internazionale.
Un progetto innovativo, che ha preso piede da
pochi mesi ma che promette grandi sviluppi.
Xeolo ha tutte le credenziali per lasciare tracce
importanti nel mondo delle energie rinnovabili: la
Dealer Tecno è in possesso del certificato ISO
9001/2008 ed è conforme alle direttive europee
CEI 88/1 CEI ENV 61400-2. Insomma, chi volesse
installare queste turbine eoliche, andrebbe sul sicuro. Ma quali sono le applicazioni pratiche di
Xeolo? “Il prodotto è installabile sia a terra che
sui tetti dunque può interessare sia i privati (famiglie e imprese) sia le amministrazioni pubbliche” afferma Stefano Onofri.
Un progetto di larga scala, che andrebbe a vantaggio sia delle comunità che dei singoli, e che
pian piano sta prendendo piede: “Al momento abbiamo venduto le nostre turbine ai primi clienti
in diverse parti d’Italia: siamo andati in Puglia, a
Verona, a Cremona, a Firenze e stiamo prendendo
accordi con alcuni comuni. Posso affermare senza
tema di smentita che, fino ad oggi, coloro che si
sono affidati alla Dealer Tecno sono rimasti soddisfatti”. Xeolo può essere installato anche in ambienti marini aggressivi e, come si può notare leggendo i nomi delle regioni e delle città sopra
citate, si adatta ad ogni caratteristica territoriale.
Nonostante possa essere utilizzato in diversi
modi, l’obiettivo principale rimane quello di coinvolgere i comuni italiani: “Stiamo contattando
tutti coloro che sono coinvolti nel Patto dei Sindaci – continua Onofri – perché le parti coinvolte
in tale iniziativa hanno una maggiore cognizione
del problema”. Parlando in termini economici, un
investimento in impianti di “Xeolo” potrebbe essere vantaggioso: “Il costo di ogni turbina si ammortizza dai 6 agli 8 anni in relazione alla media
annua di ventosità ”, e la garanzia è quella obbligatoria per legge, ovvero due anni.
Il prodotto c’è e funziona, ora è arrivato il momento di affrontare il mercato in maniera più determinata. Una sfida che, con l’aiuto del vento, si
può vincere.
settembre 2011
SMOG / 1
Il 45% dei composti velenosi
come i precursori dell’ozono
e il 38% dei particolati –
secondo uno studio
dell’European environment
agency - sono emessi dai tubi
di scappamento: una nube
a cui contribuiamo per
spostamenti che una volta
su tre non superano i due
chilometri.
L’altro colpevole è
individuabile nei sistemi
di riscaldamento, per lo più
arcaici e inefficienti.
Così scopriamo da alcune
ricerche che tra le peggiori
30 città in Europa per polveri
sottili 17 sono italiane.
Urgono contromisure.
SMOG / 2
Smog quanto ci costi! In vite
umane, in ricoveri, in giorni
di lavoro persi.
All’inizio del 2011 è stata
presentata una ricerca che ha
quantificato in termini
economici l'impatto
dell'inquinamento dell'aria
in 25 città europee.
L'Italia è rappresentata
da Roma. La cifra è da
capogiro: ogni anno 31,5
miliardi di euro "buttati via"
pari a 19mila morti
(di cui 15mila per malattie
cardiovascolari).
Ne basterebbero molti meno
per risanare l'aria agendo su
traffico, emissioni industriali
e riscaldamenti.
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Competitività
RICERCA APPLICATA • Is TECH
Tecnologie pulite
per un ambiente più salubre
Nelle nostre città tira una brutta
aria. L'inquinante che comporta
le maggiori implicazioni, nelle
aree urbane, è in primis il particolato, che si origina principalmente
da emissioni dei motori a combustione interna (veicoli e velivoli) e
del riscaldamento domestico (in
particolare gasolio, carbone e legna), dall'usura del manto stradale,
dei freni e delle gomme dei veicoli,
dai fumi d’inceneritori e centrali
elettriche.
Dal punto di vista generale è evidente la necessità di ridurre le emissioni, ma in questo senso, seppur
inequivocabile dal punto di vista del
APA è un dispositivo
in grado di aspirare l'aria
inquinata e reimmettere
in atmosfera aria pulita
principio, la cosa si mostra in pratica di difficile effettiva applicazione.
Nel nostro Paese mancano scelte mirate e strutturali contro il traffico, le
auto spadroneggiano nelle strade intasate e il rapporto tra autoveicoli
ed abitanti è in continuo incremento: l’Italia detiene il primato europeo della densità automobilistica,
circa 600 auto ogni mille abitanti. Eppure vi sono anche segnali di controtendenza: Germania e Svezia hanno
sperimentato, in alcune città, mo-
delli abitativi e di trasporto senza
obbligo di possedere un'automobile.
Segnali dall’Europa, ma da noi? Il
cambiamento delle abitudini e dei
comportamenti riguardo la mobilità
è più complicato, tuttavia segnali positivi provengono dalla ricerca applicata, grazie a una nuova realtà: Innovation in Sciences and Technologies
- Is TECH. È una start up che coordina, integra e indirizza linee operative di sviluppo e progettualità peculiari di società consociate dedicate
alla ricerca ed all'innovazione tecnologica, con l'obiettivo di realizzare
soluzioni operative d’avanguardia,
valorizzare attività scientifica e inventiva e proprietà intellettuali di-
stintive da implementare sul mercato.
Uno dei problemi su cui è concentrata Is TECH è l’inquinamento ambientale d’origine antropica, e pare
stiano giungendo i primi positivi risultati grazie allo sviluppo della piattaforma intelligente multifunzione
APA (Abbattimento Polveri Atmosferiche).
La piattaforma aspira l'aria inquinata e la reimmette in atmosfera pulita, garantendo un abbattimento di
oltre il 90% dei principali inquinanti
(dalle polveri sottili ai metalli pesanti, passando per gli idrocarburi).
APA ha dimensioni contenute (l’attuale prototipo, in fase avanzata di
sperimentazione, ha un diametro di
circa 1,20 m ed un’altezza di 1,70 m)
poiché è strutturato per essere distribuito (in correlazione alla generazione d’inquinamento) nelle aree
d’utilizzo, modularmente e in mimetizzazione. L’efficacia è quindi funzione della disseminazione nell’ambito d’uso, secondo logiche di
sostenibilità, dai costi alla tempistica d’implementazione, ai limitati
consumi d’energia. Poco ingombrante, silenzioso, in grado di funzionare con limitati consumi energetici
e senza produrre alcun tipo di rifiuto
speciale, in ambiti chiusi (ad es. una
stazione della metropolitana) o in
grandi spazi aperti, lungo strade
trafficate e centri densamente abitati. Ne è previsto lo sviluppo integrato con ‘wireless smart sensor
network’, sistemi software e di rete
di telecomunicazioni, funzionali per
governarne il funzionamento come e
dove necessario, monitorare i valori
d’inquinamento dell'aria, elaborare
e scambiare dati ed informazioni.
Così il sistema APA promette di
'ripulire' l'aria nelle nostre città.
Come si dice, una promessa è una
promessa.
INTERVISTA • GIUSEPPE SPANTO
Un modello fondato
sul partenariato
tra impresa e ricerca
Come nasce Innovation in Sciences & Technologies - Is TECH ?
Is TECH nasce nel luglio 2010 per opera di un
team di manager e scienziati specialisti in gestione aziendale e in comparti di ricerca e tecnologia avanzate, con esperienze maturate in multinazionali e in istituti tecnico – scientifici nazionali
ed internazionali. È pienamente operativa dal febbraio u.s., seguendo un piano che prevede l’introduzione sul mercato ed a beneficio degli stakeholder di soluzioni tecnologiche d’avanguardia, in
primis nel settore ambientale, (dalla culla al mercato), grazie a competenze e tecnicalità peculiari
e superiori alla norma, come sinora ci confermano i positivi diffusi riscontri, anche da parte
delle istituzioni.
Come funziona il sistema APA – Abbattimento Polveri Atmosferiche?
APA è una piattaforma intelligente multifunzione, al momento sviluppata in forma prototipale, la quale può essere impiegata in tutti gli ambiti indoor e outdoor caratterizzati da un forte
inquinamento atmosferico.
Il funzionamento è molto semplice: in poche
parole, un potente sistema d’aspirazione dell’aria
cattura gli inquinanti, un sistema di nebulizzazione li tratta e li fa precipitare in acqua, dove risiede una soluzione chimica speciale che consente di generare quali materiali di scarto dei
semplici liquidi di facile gestione e smaltimento.
L’aria purificata, spinta da una forza centrifuga,
fuoriesce dalla parte superiore dell’impianto, ad
“effetto fontana”.
Giuseppe Spanto
è AD di Innovation
in Sciences &
Technologies - Is TECH.
Ci fermiamo con lui
a chiacchierare
di APA, il dispositivo
in grado di ripulire
l’aria delle nostre
città.
Una scommessa
interessante fatta
insieme ad alcuni
ricercatori che
comincia a ottenere i
primi riconoscimenti.
Quali sono le strategie commerciali di Is
TECH ?
Sono dinamiche, ovviamente, e modulari, tuttora in fase di definizione.
Oltre a prodotti standardizzati, definiti essenzialmente per macro segmenti di tipo business e
Pubblica Amministrazione, riteniamo soprattutto
di perseguire efficacemente progetti dimensionati e strutturati a seconda delle esigenze peculiari dei potenziali committenti (ad es. stabilimenti industriali), di concerto e in interazione
con essi stessi.
In prospettiva riteniamo di puntare al mass
market attraverso accordi di partenariato e d’utilizzo della nostra proprietà intellettuale.
Certamente, in base a competenze e know –
how d’eccellenza, che deteniamo in numerosi
comparti. Di certo occorre ampliare le reti di partenariato con le imprese per integrare innovazioni
e nuove soluzioni tecnologiche, innalzare il livello
di competitività e moltiplicare le opportunità di
business.
È il modello operativo di Is TECH, d’altro canto;
al momento collaboriamo con una ventina di partner operativi (Università, imprese, pubbliche amministrazioni) per definire progetti, valorizzare la
proprietà intellettuale, ampliare e integrare la filiera e le risorse a disposizione.
Gli stessi obiettivi che si ripropone il Presidente del CNR Profumo, così come l’Agenzia per
la diffusione delle tecnologie per l'innovazione,
con cui non a caso stiamo collaborando.
settembre 2011
WI-FI
Le 8 regole
fondamentali
per un sistema wi-fi
pubblico
1. Gestione diretta e/o controllo
della rete da parte delle amministrazioni. È consentita la partecipazione di privati nella gestione operativa
delle reti, ma - in ogni caso - per conto
e secondo le indicazioni delle amministrazioni o istituzioni pubbliche.
2. Accesso aperto e senza discriminazioni a tutti i cittadini di riferimento dell'amministrazione.
La possibilità di registrarsi ed usare
la rete deve essere garantita a tutti i
cittadini dell’amministrazione promotrice.
3. Gratuità dell'uso. Fatta salva
l'eventuale richiesta all'utente di un
rimborso per le spese di registrazione,
comunque di trascurabile entità.
4. Carattere no profit della rete.
La rete WiFi non deve avere finalità
di lucro e non può, quindi, essere
sfruttata commercialmente da alcuno neanche con l’assenso dell’amministrazione. Inoltre, i dati di utilizzo della rete e degli utenti - se non
gestiti direttamente dalle amministrazioni - devono comunque essere
gestiti per loro conto e non possono
essere ceduti a terzi né utilizzati per
fini diversi da quelli previsti dalla gestione della rete.
5. Neutralità della rete. Non devono essere effettuate restrizioni arbitrarie sull'accesso alla rete Internet e ai suoi servizi né sui dispositivi
utilizzabili dagli utenti.
6. Conformità alla legislazione
italiana. La gestione della rete deve
essere svolta in conformità alla normativa nazionale e territoriale vigente.
7. Pubblicità del servizio. Il servizio deve essere garantito e pubblicizzato anche mediante l’adozione,
da parte della pubblica amministrazione, di una carta dei servizi WiFi offerti con l’indicazione delle eventuali
limitazioni nell’utilizzo, delle modalità di registrazione e dei riferimenti
alle informative ai sensi di legge.
8. Garanzie nell'uso della rete
per gli utenti “Free ItaliaWiFi”.
Ogni amministrazione garantisce il
rispetto dei principi sopra elencati
anche per gli utenti registrati su altre reti federate a “Free ItaliaWiFi”. A
questi utenti, assicura pari livelli di
servizio garantendo i seguenti limiti
minimi giornalieri: un minimo di due
ore di collegamento anche non continuativo; un minimo di traffico generato (in download e upload) non
inferiore a 300 MB.
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ICT
7
Rete wireless pubblica:
prove di federalismo
La riscossa dei piccoli inizia da qui
Il comune di Venezia, la Provincia di
Roma e la Regione Autonoma della Sardegna lanciano il progetto Free ItaliaWiFi, la prima rete federata nazionale di accesso gratuito ad Internet senza fili.
Con il progetto "Free ItaliaWiFi" è possibile navigare gratis non solo nelle aree WiFi
pubbliche della propria città, ma anche
nelle altre reti WiFi delle amministrazioni
che hanno aderito alla rete nazionale.
Le finalità di "Free ItaliaWiFi" sono differenti: promuovere la collaborazione tra le
amministrazioni pubbliche; dare vita ad
una comunità d'uso che condivida e migliori costantemente i software e le architetture open source utilizzati; sviluppare e
realizzare applicazioni innovative al servizio del cittadino, fruibili attraverso le reti
federate.
Il progetto "Free ItaliaWiFi" nasce dall’esperienza delle amministrazioni promotrici, che, consapevoli dell’importanza di
portare l’accesso libero e gratuito ad internet nei luoghi pubblici, hanno creato la
propria rete per i cittadini del territorio di
competenza.
La Provincia di Roma ha avviato nel
2008 la rete “ProvinciaWiFi”, creando più di
650 aree WiFi dislocate nei territori di
Roma e Provincia; la Regione Autonoma
della Sardegna sta lavorando al progetto
“SurfinSardinia”, basato sul modello e le architetture open source di Provincia di
ALGHE TECNOLOGICHE
Roma, che prevede accessi WiFi in porti,
aeroporti e comuni a vocazione turistica; il
Comune di Venezia, nel 2009, ha dato avvio
alla realizzazione della rete “Cittadinanza
Digitale”, basata su fibra ottica e wireless.
Le reti coinvolte dialogano tra di loro attraverso il nodo di interconnessione gestito
dal Caspur. I principi ispiratori di "Free ItaliaWiFi" hanno iniziato a svilupparsi a macchia di leopardo in giro per il territorio ita-
liano. Ad oggi hanno aderito o sono in fase
di adesione altri enti locali: Comune di Genova, Provincia di Gorizia, Provincia di
Grosseto, Provincia di Prato, Comune di
Torino, Comune di Bra, Comune di Cesena,
Provicnia di Cosenza, Comune di Montevago, Provincia di Pesaro Urbino, Provincia
di Pistoia, Provincia di Potenza, Comune di
Saronno, Comune di Tortorici, Provincia regionale di Trapani. Ce n’est qu’un debut.
TECNOLOGIA • DIGITAL FORENSICS
Nuovi dispositivi per nuovi crimini
e nuove prove
L’alginato delle alghe, una molecola naturale già sfruttata in molti settori, dal farmaceutico a quello alimentare, potrebbe essere
utile anche per ottenere elettrodi di nuova
generazione, da utilizzare nelle batterie per
renderle più durature e eco-friendly.
I ricercatori della Clemson University sono
partiti dai componenti utilizzati per produrre
le comuni batterie agli ioni di litio, che si
trovano in molti dispositivi elettronici, dai
telefoni cellulari ai computer portatili.
Gli elettrodi di queste batterie sono fabbricati mischiando una polvere conduttrice solitamente a base di grafite - a una sostanza
legante. L'impasto che ne risulta viene poi
depositato su fogli metallici e lasciato asciugare. Finora sono ancora pochi gli studi dedicati a nuovi materiali leganti, così i ricercatori della Carolina hanno dimostrato che
l'alginato funziona come un legante perfetto
per realizzare elettrodi più stabili, anche nel
caso di quelli al silicio.
Questa sostanza forma inoltre una sottile
pellicola che protegge gli elettrodi dal solvente elettrolitico della batteria, aumentandone quindi la durata nel tempo.
Proprietà che permetterebbero all'alginato
di sostituire il polivinildenfluoruro (PVDF),
una sostanza prodotta attraverso l’impiego di
solventi tossici.
Una volta compiere una
truffa in fondo era più semplice, basti pensare alle scene
famigerate in cui Totò vendeva la Fontana di Trevi o
stampava i soldi falsi.
Oggi la società è più complessa e con essa si sono
complicate anche la modalità
criminali. Computer, telefono
cellulare, tablet, nel nostro
mondo sempre più informatizzato capita sempre più di
frequente che un dispositivo
elettronico sia coinvolto in
un crimine; pensiamo ad
esempio a un sistema informatico utilizzato per compiere una truffa informatica o
cercare su internet informazioni su una vittima, o al telefono cellulare utilizzato da un
criminale per comunicare con
i complici.
Le testimonianze che è
possibile estrarre da questi
dispositivi sono ogni giorno
più determinanti nelle indagini delle forze dell'ordine. La
scienza che si occupa di supportare le indagini su sistemi
elettronici/informatici è una
branca della scienza forense
conosciuta con il nome anglofono di "Digital Forensics". E'
una scienza in continua evolu-
zione, poiché ogni giorno nascono nuovi dispositivi e
nuovi modi per compiere crimini con essi, e così ogni
giorno devono essere inventati nuovi sistemi per permettere agli investigatori di lavorare con le nuove prove che si
trovano tra le mani.
Dunque, una scienza in
continua evoluzione, in cui
ogni giorno potrebbe emergere una novità tecnologica
su cui vale la pena indagare.
Per questo il dipartimento
di ingegneria dell'innovazione
dell’Università di Brescia ha
costituito un gruppo di lavoro
dedicato alla tematica e sempre alla ricerca di nuove sfide
e nuove idee, sempre orien-
tate al futuro.
Il gruppo di lavoro negli ultimi mesi ha studiato una metodologia statistica per individuare informazioni cifrate
nascoste nei computer.
È infatti possibile creare
dei contenitori virtuali, all'apparenza in tutto e per tutto simili a innocui documenti o
immagini, al cui interno si
possono celare segreti; il
gruppo ha utilizzato dei metodi statistici per analizzare
questi contenitori e accorgersi che nascondono qualcosa.
I ricercatori hanno creato
un software forense per
l'estrazione di dati da Apple
iPhone e iPad (dalla rubrica
all'elenco dei messaggi, passando per i siti internet visitati e le coordinate geografiche in cui il telefono è stato
utilizzato), attraverso quanto
archiviato nei dati di backup
che vengono generati quando
il dispositivo viene connesso
a un computer.
Questo software è già distribuito sotto licenza libera
(vedi http://www.ipbackupanalyzer.com) ed è già in uso
da professionisti e appassionati in giro per il mondo.
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Pubblica Amministrazione
FINANZIARIA• TAGLI
L’obiettivo è sfidante:
fare di più con meno
L’ultima manovra finanziaria
estiva, se sarà l’ultima, toglie ulteriormente ai già miseri bilanci
degli enti locali già ridotti dalle precedenti manovre. Di fronte ad una situazione del genere bisognerà pur
dare una risposta che non sia solamente di tipo rivendicativo come il
pur comprensibile sciopero dei sindaci promosso dall’ANCI.
Proviamo a ragionare. Intanto
servirebbe chiarezza su un assetto
istituzionale condiviso dalle forze
politiche perchè il tormentone dell’estate province sì, province no,
non aiuta. Dunque partire con chi fa
che cosa tra Comuni, Province, Comunità montane… e successivamente prospettare un nuovo patto
tra cittadini, imprese e settore pubblico per un nuovo modello di
azione pubblica e quindi per una PA
che costi meno e funzioni meglio. In
altri Paesi questo tipo di riforme non
sono mai improvvisate in sede di finanziaria ma sono costruite dai governi con la partecipazione delle
forze di opposizione, dei sindacati,
che e private che lavorano nella PA e
per la PA non possono perdere questa occasione di essere essi stessi
protagonisti del cambiamento, salvo
subirlo, divenendo però, nelle facili
immagini della stampa, stereotipi di
spreco e di parassitismo per cui è
giustificata qualsiasi penalizzazione,
di cui le recenti manovre su stipendi,
pensioni e TFR potrebbero essere
solo un inizio. Come è possibile dimostrare che un settore pubblico
che costa meno e funziona meglio è
possibile? Tale paradosso è possiUn settore pubblico
che costa meno e funziona
meglio è possibile?
È il tempo dell’innovazione
delle associazioni rappresentative
dei professionisti e delle aziende. Un
processo del genere garantisce che
al cambio di guida politica del Paese
non ci siano controriforme di segno
opposto. In un contesto del genere
siamo inoltre convinti, che le donne,
gli uomini e le organizzazioni pubbli-
I sindaci dell’ANCI consegnano
le deleghe al Prefetto
dini e per il Paese. Abbiamo
bisogno di far capire, innanzitutto ai nostri cittadini, che
non siamo impegnati in una
difesa corporativa, ma piuttosto nella difesa delle nostre
comunità: in questo senso la
riconsegna delle nostre deleghe è stata decisa per dare
l’idea della drammaticità
della situazione.
I servizi ai cittadini saranno compromessi in modo
irreversibile, mentre il Paese
resta in stagnazione, il Patto
di stabilità ci strangola e non
ci viene consentito di utilizzare 40 miliardi di residui passivi, che sarebbero una
manna per la ripresa economica”.
fino a farle divenire prassi diffusa.
Così questo momento critico può diventare una straordinaria occasione
per riprendere in mano il testimone
dell’innovazione.
Alcune idee: innovazione tecnologica per una PA digitale che, a costo zero, produca risparmi misurabili (interconnessione e PA aperta,
dematerializzazione, reingegnerizzazione dei processi, servizi online,
cloud computing, ecc.) e liberi risorse e opportunità (open data,
amministrazione 2.0, ecc.);
innovazione organizzativa a caccia degli sprechi interni derivati da
un inefficiente uso delle risorse
(cattiva gestione delle persone e
delle risorse strumentali, strutture
organizzative disallineate rispetto
agli obiettivi, carenza di misurazione e di valutazione, ecc.) ed
esterni indotti dai costi della burocrazia (complicazione burocratica
per imprese e cittadini, incertezza
su procedimenti e processi decisionali pubblici, lentezza, ecc.);
innovazione e revisione dell’assetto istituzionale per evitare duplicazioni, allineare le istituzioni ai
servizi effettivi da erogare, centrare l’ingegneria del sistema non
sulla sopravvivenza del sistema
stesso, ma sui bisogni dei cittadini
e delle imprese.
Insomma, una rivoluzione copernicana.
CONTEST
FINANZIARIA • SCIOPERO
Giovedì 15 settembre, per
la prima volta, i sindaci italiani hanno posto in essere
una forma di rivendicazione
fino ad oggi mai vista: hanno
restituito ai prefetti le proprie
deleghe sulle funzioni di anagrafe.
Si configura così il primo
“sciopero” dei sindaci d’Italia,
una mobilitazione promossa
dall’ANCI cui hanno aderito
anche Conferenza delle Regioni e Upi. “La mancanza da
parte del governo di una leale
collaborazione – spiega il vicepresidente dell’ANCI Graziano Delrio – ci obbliga a
continuare nella nostra mobilitazione contro una manovra
iniqua e dannosa per i citta-
bile solamente a partire da un’accelerazione coraggiosa dell’innovazione tecnologica, organizzativa, istituzionale.
In altre parole risparmiare è possibile, ma non semplicemente tagliando, bensì innovando radicalmente processi, organizzazioni,
assetti istituzionali.
Per far questo è necessario investire e mettere a sistema le migliori
energie del Paese: le migliori teste,
le migliori aziende innovative, le migliori amministrazioni perché possano indicare con coraggio ed indipendenza strade nuove, partendo
dalle tante esperienze di successo
settembre 2011
Il ricorso alla Corte costituzionale sugli articolo 4 e 16,
poi, “è stato deciso a fronte di
una pesante lesione della nostra autonomia: ci si costringe a svendere il nostro
patrimonio, senza che da ciò
si ricavino effetti positivi sui
conti dello Stato, e si perpetuano intromissioni nell’assetto istituzionale dei Comuni, che di certo non può
essere modificato con decreti
pasticciati come questo”.
Il 12 e il 13 settembre 2011 l’Agenzia per l’innovazione ha organizzato
una consultazione/conversazione denominata Jam 2011.
L’iniziativa, che si è sviluppata sulla piattaforma Jam di IBM, ha coinvolto giovani imprenditori, ricercatori e protagonisti dell'innovazione nei
Parchi Scientifici, nei distretti, negli Incubatori universitari, ma anche
rappresentanti delle associazioni, del terzo settore e della finanza, amministratori locali e cittadini, intorno ai grandi temi della collaborazione
tra ricerca e impresa, tra istituzioni locali e finanza privata, tra innovazione nella pubblica amministrazione e ruolo del mercato, al fine di trovare soluzioni, idee e buone pratiche che rispondano in modo concreto
alle grandi domande che lo scenario globale pone al nostro Paese.
L’evento è stato organizzato in 10 forum tematici animati da persone
dell’Agenzia dell’Innovazione e da un folto gruppo di “volontari” radunati
presso un’apposita jam room situata a Milano.
La piattaforma Jam ha consentito la discussione in contemporanea di
20.000 partecipanti e, analizzando le parole scritte dai partecipanti, ha
radunato gli interventi che contenevano le stesse parole e li ha collegati
in gruppi omogenei per argomento. I risultati di questo esercizio di raccolta di idee ed esperienze verranno presentati intorno a metà ottobre.
Come sottolinea il Direttore Generale dell’Agenzia Mario Dal Co: “Sarà
la prima volta, non solo in Italia, che si realizza una consultazione di una
comunità di persone così ampia e al tempo stesso così impegnata professionalmente nel campo dell'innovazione, per quello che vorremmo diventasse un appuntamento annuale.
È la prima esperienza di condivisione su larga scala operata da
un’Agenzia governativa in maniera così ragionata: un esempio da seguire.
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settembre 2011
Ricerca e innovazione
Centri di ricerca poco produttivi, pressione fiscale eccessiva
e scarsa competitività commerciale fanno dell’Italia
un modello da dimenticare.
È il panorama tracciato dal Global Innovation Index (Gii),
il rapporto che ogni anno stila una classifica tra 125 nazioni
di tutto il mondo in materia di innovazione
e sviluppo economico. L’Italia si piazza la 35° posto.
SCIENZA
In Cina la ricerca
punta sul talento
tecnologico
delle donne
La ricerca in Italia
ha bisogno
di uno slancio
Centri di ricerca poco produttivi, pressione fiscale eccessiva
e scarsa competitività commerciale fanno dell’Italia un modello da
dimenticare.
È il panorama tracciato dal Global
Innovation Index(Gii), il rapporto
che ogni anno stila una classifica tra
125 nazioni di tutto il mondo in materia di innovazione e sviluppo economico. E da cui si evince come il
nostro paese proceda a zig zag nelle
zone basse della graduatoria. Ci
siamo guadagnati il 35° posto nell’ultimo anno, a fronte del 38esimo
nell’anno precedente, ma del 31° nel
2009. Anni luce da Svizzera e Svezia
prime della classe. Non una brillante
prestazione insomma, la nostra.
Il documento, pubblicato dalla
Business School internazionale Insead, dimostra come il sistema Italia
non può ripartire senza qualche
cambiamento.
Gli altri paesi d'Europa – classificati nei primi 30 posti - hanno già capito che la ricetta per il successo
prevede di iniettare nuova linfa nella
propria economia di mercato. Parola
d'ordine del tutto disattesa dall’Italia, come dimostrano i pessimi punteggi totalizzati nelle 5 categorie
(istituzioni, capitale umano e ricerca, infrastrutture, accesso al credito e mercato degli investimenti)
considerate dal Gii. Procedendo nell'ordine, primo dato negativo per
l’Italia riguarda il regime fiscale imposto alle imprese.
Lo stivale si posiziona tra i peggiori paesi in assoluto, sprofondando al 119° posto. Ma a far ristagnare
il
business
privato
contribuiscono anche gli eccessivi
costi per l'avvio di una nuova attività imprenditoriale (86° posto) e la
rigidità delle regole che controllano
il mercato del lavoro (84°).
Altro record negativo per quanto
riguarda la presenza di modelli di
business orientati al mercato tecnologico (81°). Per poi passare al 53°
posto, nel campo delle risorse
umane, per quanto concerne i finanziamenti alla scuola pubblica. Una
scelta infelice che si ripercuote fino
all'apice del percorso educativo nazionale, visto che la nostra posizione si colloca al 49 e 47 posto per
ciò che riguarda, rispettivamente,
qualità dell'educazione superiore –
universitaria e competitività del settore ricerca e sviluppo. Come se non
bastasse, il settore delle infrastrutture registra alcuni dei picchi negativi più preoccupanti del paese. La
nostra Pubblica Amministrazione
non è certo all’avanguardia quando
si tratta di valutare l’apertura verso
le nuove tecnologie digitali, soprattutto sul tema dei servizi online rivolti ai cittadini (80° posto).
Anche sul piano ambientale, l'Italia soffre a causa di due profonde ferite: il 5,9% di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili fa scivolare
il paese al 64° posto, mentre le colate di cemento abusivo fanno sprofondare il valore complessivo dell'impronta ecologica al 107°.
Sulle voci che comprendono accesso al credito e mercato degli investimenti, l'Italia non poteva che
comportarsi come nei settori precedenti. La scarsa presenza di leggi a
difesa dei contraenti di debiti ci condanna alla 97° posizione nella tutela
dei diritti di chi richiede prestiti alle
banche. Inoltre, la scarsa capitalizzazione del mercato (un 5,8% che
equivale al 79° posto) sembra tenere
alla larga i venture capitalist dallo
Stivale (62°) o dal comprare materie
prime e prodotti d'esportazione
(95°). Pessime prestazioni anche per
quanto riguarda la ricerca svolta o finanziata da ditte private (32° e 37°
posto), il grado di collaborazione
con le università (63°) e l'attrazione
di fondi di ricerca dall'estero (27°).
Nel complesso, lo scenario tracciato
dal Gii sembra non lasciare molte vie
di uscita.
C'è solo un settore dell'innovazione che resiste in modo egregio: si
tratta della qualità delle esportazioni di beni ad alto contenuto creativo, che assicura al paese il 6° posto
in classifica, e che ci esorta a cercare di equiparare il risultato positivo anche negli altri settori.
STRESS
Lo stress cronico sembra
abbassare i livelli della
proteina p53, un’importante
barriera antitumorale.
Lo sostiene uno studio
pubblicato su Nature da
Robert J. Lefkowitz del Duke
University Medical Center.
Ricreata una condizione di
stress cronico in alcuni topi,
somministrando loro per
quattro settimane un
composto simile
all’adrenalina, il risultato
finale è la degradazione della
proteina p53.
Per tutto il periodo di
somministrazione il Dna ha
accumulato difetti.
Capelli grigi, comparsa dei
tumori, lo stress è colpevole
di danni al Dna.
Quello del padre può avere
effetti sul genoma della prole.
Ma non tutti gli effetti sono
ancora noti.
GENETICA • BATTERI RESISTENTI
FISICA • CALCOLO
Resistere, resistere, resistere
Anche la fisica si fa social
I batteri sono in grado di resistere agli antibiotici.
A rivelarlo è un gruppo di ricercatori del Centro de Biologia
Ambiental della Universidade de
Lisboa e del Instituto Gulbenkian
de Ciência (entrambi in Portogallo).
Lo studio mostra come i batteri, grazie alla comparsa nel
loro corredo genetico di uno o
più geni, sono in grado di sopravvivere alle sostanze antibatteriche e alle altre sostante utilizzate per combatterli.
Inoltre i microrganismi che
hanno acquistato la resistenza
Lhc@home 2.0, un computer,
una connessione ad internet e il
gioco inizia! Tutti possiamo partecipare e contribuire alle ricerche più avanzate nel campo
della fisica delle particelle elementari.
“È una grande opportunità
per incoraggiare il pubblico
verso la scienza, e per i ricercatori il beneficio è quello di sviluppare campi in cui vi sono risorse limitate di calcolo e di
persone”, dice Bertolucci, direttore delle ricerche e del calcolo
scientifico al Cern. Il vostro sogno è da sempre quello di inda-
iniziano anche a riprodursi più
velocemente. I batteri diventano
resistenti agli antibiotici sia attraverso la comparsa di mutazioni genetiche, sia acquisendo i
geni della resistenza da altri batteri.
In seguito alla divisione della
cellula batterica, da cui originano nuovi individui, queste mutazioni e geni vengono trasmessi
di generazione in generazione.
Questa scoperta potrebbe essere utile nel tentativo di limitare
il problema, ma sicuramente una
delle cause risiede nell’abuso di
farmaci antibatterici!
9
gare i misteri dell’Universo e
della materia? Con questa nuova
versione, si può partecipare per
la prima volta alle simulazioni
delle collisioni fra protoni di alte
energie nel Large Hadron Collider (Lhc).
Lhc@home rinasce in occasione dell’Anno europeo del volontariato: il Citizen Cyberscience Centre ha lanciato altri
programmi come Clean Water,
dedicato allo sviluppo di filtri
economici efficienti per purificare le acque, e Unosat, per stimare i danni provocati da disastri naturali o dall’uomo.
“Il talento tecnologico femminile
è fondamentale per lo sviluppo del
paese” è questo lo slogan del “Outline for the Development of Chinese
Women 2011-2020”, documento emanato dal Consiglio di Stato cinese nel
mese di agosto scorso.
La determinazione della Cina a
crescere ancora di più nei settori
della scienza e della tecnologia
passa anche da un maggiore coinvolgimento delle donne.
Alla base del piano una serie di
misure volte a favorire l'accesso
delle donne a varie professioni, tra
cui quelle scientifico-tecnologiche.
L'obiettivo: arrivare al 35% di presenza femminile entro il prossimo
decennio.
Il documento insiste sull'importanza di sviluppare il talento tecnologico delle donne all'interno dei laboratori, attraverso progetti di
ricerca dedicati specificatamente
alla loro formazione professionale.
Song Xiuyan, vicepresidente della
Commissione Nazionale del ConsiLa Cina è determinata
a crescere ancora di più
nei settori della scienza
e della tecnologia
glio di Stato sul lavoro delle donne e
dei minori, sostiene che già oggi le
donne svolgono un ruolo importante nello sviluppo economico e sociale della Cina, ma è necessario fare
ancora uno sforzo verso la parità dei
diritti. Secondo Li Zhenzhen, ricercatrice presso l'Istituto di Politica e
Management dell'Accademia Cinese
delle Scienze, “Sebbene le donne cinesi abbiano più o meno le stesse
opportunità degli uomini di accedere a un dottorato in materie scientifiche, per loro è più difficile trovare
lavoro a causa della discriminazione
sessuale.
Nella società cinese le donne
hanno molti più doveri familiari rispetto agli uomini, e questo le penalizza in tutti i settori del mercato del
lavoro”. La ricercatrice ha poi precisato: “La Cina dovrebbe mettere a
punto delle politiche speciali per le
scienziate e le professioniste dell'hitech”.
Tra gli obiettivi del National Natural Science Foundation of China
(NSFC), ente preposto a tali politiche, c'è quello di creare corsie preferenziali di accesso ai fondi per le
ricercatrici. Per Feng Jing, scienziata
presso l'Accademia Cinese di
Scienze Agrarie, si tratta di un programma lodevole. Quest’ultima fa
parte di quella vasta schiera di
donne che hanno continuato a studiare a causa della difficoltà di trovare un lavoro adeguato. Song
Xiuyan non ha tentennamenti su
come procedere: “La Cina ha il compito di monitorare tutti i progressi
verso i nuovi obiettivi. Ogni dipartimento legato alla scienza e alla tecnologia dovrà raccogliere e analizzare i dati rilevanti in tempi rapidi”,
ha così intimato la vicepresidente
della Commissione.
10
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Futuro semplice
settembre 2011
LOCCIONI • LEAF COMMUNITY
TRADINNOVAZIONE
Una comunità
che vive a zero emission
Guardare avanti,
sperimentare,
in tempi di crisi,
ad Angeli di Rosora
Dal 1968 il Gruppo Loccioni si occupa di sviluppo di sistemi automatici
di misura e controllo, finalizzati al miglioramento della qualità, dell’efficienza e
della sostenibilità di prodotti, processi ed
edifici.
I clienti e partner sono i leader mondiali
nei loro mercati, dall’automotive, all’elettrodomestico, dall’ambiente, al medicale. Il
mercato è globale, con istallazioni in oltre
40 paesi del mondo.
Alla base del successo del Gruppo una
famiglia ingegnosa che dà spazio ai giovani
talenti: sono circa 40 oggi i ricercatori, i
professionisti e gli scienziati che si dedicano allo sviluppo di soluzioni trasversali
integrando tecnologie innovative per poi
trasferirle ai mercati di riferimento, tenendo sempre alta la tensione verso il miglioramento continuo.
Salute, energia, ambiente, sicurezza,
comfort: queste le tematiche sulle quali
vengono create reti di altissimo livello,
community di ricercatori orientati allo
scambio e al comune obiettivo di migliorare la qualità della vita attraverso lo sviluppo e l’integrazione di tecnologie. I filoni
di ricerca attualmente in corso per lo sviluppo delle competenze e dei mercati, riguardano la robotica, l’analisi dei segnali,
la sensoristica per misure non a contatto e
l’efficienza energetica.
Dal tema dell’efficienza energetica, delle
emissioni climalteranti e del comfort, nasce il progetto Leaf Community, la prima
comunità eco sostenibile in Italia, un laboratorio reale ed in continua evoluzione per
sperimentare e misurare il futuro.
La Leaf Community è il traguardo e il
nuovo punto di partenza di un percorso
che vede il Gruppo Loccioni partire dagli
edifici, con gli impianti elettrici, per tornare
ad occuparsi degli edifici con 40 anni di
esperienza nella misura della qualità e
dell’efficienza.
Come una foglia, anche la Leaf Community ricava energia trasformando quella del
sole, dell’acqua, dell’aria, della terra, la
conserva per utilizzarla al momento del bisogno ed emetterla nell’atmosfera in modo
sano e pulito. Possiamo definirla la prima
comunità ecosostenibile in Italia, è il luogo
in cui queste opportunità diventano tangibili, è il paesaggio condiviso di progetto, il
laboratorio aperto in cui disegnare insieme
il futuro, è il risultato della forte volontà di
Come una foglia,
anche la Leaf
Community ricava
energia
trasformando quella
del sole,dell’acqua,
dell’aria,della terra,
la conserva per
utilizzarla quando
serve ed emetterla
nell’atmosfera
in modo pulito.
La prima comunità
ecosostenibile
in Italia
ridare valore alla dimensione di esseri naturali.
Nella Leaf Community si vive in una casa
a zero emissioni di CO2, ci si muove con
mezzi elettrici, si portano i bambini in una
scuola ad energia solare dove si insegna
l’educazione ambientale e si lavora in edifici compatibili, alimentati con fonti energetiche rinnovabili, in linea con comfort e
modernità. In poche parole un’opportunità
per tutti (istituzioni, università, comuni,
imprese, scuole), un punto di confronto e
di scambio, un modello a cui fare riferimento.
Simbolo e strumento reale di misura
della Leaf Community è il Leaf Meter, il misuratore di sostenibilità, che misura l’impronta ecologica dell’edificio, permettendo
a chi vi lavora di modificare in senso virtuoso i propri comportamenti. Numerosi
sensori misurano, regolano e forniscono in
tempo reale i dati sul rendimento energetico e le emissioni di CO2, generando anche un panel di misurazioni finalizzate al
comfort abitativo.
Attraverso il Leaf Meter la sostenibilità
viene misurata e monitorata in tempo
reale, ma soprattutto messa a disposizione
di tutti, permettendo al territorio, ai partners e a quanti desiderino far parte della
Community, di prendere consapevolezza
del proprio grado di sostenibilità.
I NUMERI 2010
DEL GRUPPO LOCCIONI
330 collaboratori
55% diplomati, 45% laureati
33 anni età media
60 milioni € di fatturato consolidato
43 Paesi di esportazione
5% del fatturato investito in Ricerca
5 Laboratori di R&D
1 Laboratorio di Research for
Innovation
23 brevetti su progetti di ricerca
7% del costo del personale
dedicato alla formazione
8000 ore di formazione annue
1000 studenti ospitati
in orientamento ogni anno
Salire in auto da Ancona verso Jesi e poi
in direzione di Fabriano vuol dire penetrare
in un una delle zone cruciali dell’imprenditorialità italiana.
Nei decenni la gente di qui ha saputo costruire ricchezza e sviluppo lavorando
sodo e mettendo a frutto le visioni dei più
lungimiranti. È proprio la lungimiranza
forse la virtù principale.
Soprattutto in tempi di crisi, bisogna saper guardare avanti, anticipare, arrivare un
po’ prima degli altri con il pensiero e con
l’azione, miscelando la saggezza della tradizione con la spinta innovativa dei più giovani. Così tra queste colline, in mezzo a meravigliosi filari di vite, ad Angeli di Rosora
nasce la Leaf Community del Gruppo Loccioni.
Al centro della Leaf Community c’è una
casa: la Leaf House, una palazzina di sei appartamenti realmente abitata da alcuni collaboratori del Gruppo Loccioni, autosufficiente dal punto di vista energetico e
progettata in modo da non impattare l’ambiente.
La sua esposizione a sud permette il
massimo sfruttamento dei pannelli solari e
dell’impianto fotovoltaico; la climatizzazione è basata su una pompa di calore geotermica; le acque meteoriche sono recuperate e riutilizzate per irrigazioni e scarichi;
le soluzioni di building automation aumentano l’efficienza degli impianti e offrono
una gestione semplice e funzionale.
Nei pressi della casa sorgono altre strutture: la scuola dell’infanzia che si alimenta
grazie al tetto solare; la Leaf Water, la micro-centrale idroelettrica, ricavata da un
salto idrico di un metro, che produce 160
MWh/anno di energia, in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 60 famiglie; la
Leaf Farm, il centro di controllo di tutta la
Community, con acquisizione, analisi e visualizzazione dati.
Il Leaf Lab invece sarà la nuova sede per
la ricerca e l’innovazione, un laboratorio
aperto per la sperimentazione di nuove
tecnologie innovative per la sostenibilità,
dotato di tutte le tecnologie più avanzate
per la produzione autonoma di energia rinnovabile e di risparmio energetico
Sarà il primo edificio progettato sui
flussi: di persone, di condizioni ambientali,
di dati.
Guardare avanti, anticipare. La lungimiranza ad Angeli di Rosora è ancora viva.
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web: www.foruminnovazione.it
e-mail: [email protected]
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GATEWAYS
L
a 9° edizione della Biennale delle
Città e degli Urbanisti d'Europa
ritorna in Italia. L’Istituto Nazionale di Urbanistica e il Comune
di Genova ne hanno curato l’organizzazione e i temi portanti, sintetizzati dal titolo “Smart planning per le
città gateway” in Europa.
Con il titolo di Smart Planning si è voluti entrare in sintonia con lo slogan di
“Europa 2020”: Smart, green, inclusive.
In questo neologismo il tema della sostenibilità urbana si intreccia con quello
della tecnologia ambientale e della ICT
applicate alle città. È la necessità vitale di
promuovere una pianificazione intelligente, che limiti l’uso di risorse non riproducibili, trovi alternative al consumo di
suolo e promuova lo sviluppo sostenibile.
Le città gateway sono quelle aperte
agli scambi e agli snodi rispetto ai flussi
di merci, di persone, di idee, e la loro
centralità all’interno della manifestazione è la presa di coscienza della funzione di coesione che alcune città hanno
assunto in tempi di globalizzazione e integrazione europea. In risalto sarà anche
il tema della competitività urbana in rapporto alla strategia di uscita della crisi,
con gli inevitabili corollari costituiti
della accessibilità e della connettività
tra centri decisionali europei e mondiali
garantite sia dal sistema dei trasporti e
delle grandi infrastrutture che dalle tecnologie digitali.
La Rassegna e il Congresso internazionale (suddiviso in sette workshop)
della Biennale saranno una vetrina di
buone pratiche. Un’opportunità di prestigio, non di un bilancio di esperienze
pregresse, ma di una esplorazione all’interno di vicende in pieno svolgimento,
avendo selezionato una casistica che
Visioni urbane
in europa
cerca di dar conto sia della grande articolazione geografica europea che della
varietà di approcci politico economici e
istituzionali nella gestione della città
contemporanea.
Uno dei temi principali della Biennale,
coordinati dal professor Pietro Garau è il
concetto di “smart city”. Nel lessico d’oltreatlantico “smart” vuol dire sia pronto,
intelligente, vivace, che “elegante”. Naturalmente questo concetto si accoppia
anche alle aggettivazioni ormai entrate
nell’uso comune: “smart car”, “smart
phone”, “smart card”. Queste realizzazioni hanno in comune la loro capacità
di soddisfare una funzione in maniera efficiente, pratica, ed elegante.
La “smart car”, ad esempio, si presenta come un mezzo capace di soddisfare la funzione della mobilità urbana in
modo efficiente (bassi consumi), pratico
(minimo ingombro, facilità di parcheggio, agilità) ed elegante (non c’e’ dubbio
che il look della smart car abbia non
poco di civettuolo e accattivante, e che
gli smart phones siano dei miracoli di
design). Vi è anche da aggiungere che la
smart car, come lo smart phone ed altri
realizzazioni del genere, non è necessariamente a buon mercato.
È naturalmente nell’interesse dei designers e dei produttori di conseguire il
massimo profitto possibile per unità di
prodotto venduta; e lo stesso vale per le
reti di fornitori di servizi (pensiamo ai
servers degli smart phones). Gli stessi ragionamenti si possono applicare alle
città. In generale, tutti noi desideriamo vivere ed operare in città efficienti, pratiche, ed eleganti – eleganti, in particolare,
La 9° edizione della Biennale delle Città
e degli Urbanisti d'Europa ritorna in Italia
14 anni dopo. I grandi cambiamenti in atto
richiamano l’attenzione sul ruolo che le città
possono svolgere per la competitività
del continente. Gli urbanisti si incontrano
per proporre le loro visioni
nel senso di luoghi ecologicamente ed
esteticamente gradevoli. In più le “smart
cities” si trovano ad affrontare la sfida
della competitività a livello nazionale,
regionale e spesso mondiale.
Essere “smart” significa porre in
atto le politiche necessarie per attirare attività e presenze. Come?
Spesso e volentieri, facendo vedere che si è al passo con i
tempi. Quindi l’“high tech” diviene un ingrediente fondamentale delle “smart cities”. In questo senso, le
grandi società del settore ICT fanno a gara
per offrire alle amministrazioni comunali di tutto il
mondo soluzioni mode-
rne ed efficienti.
Al workshop della IX biennale dedicato al tema delle smart cities si vedranno politiche e soluzioni in corso di
sperimentazione in città assai diverse e
lontane tra loro, da Stoccolma a Perugia
alla Corea del Sud. Esse spaziano dai trasporti di massa al risparmio energetico
all’ottimizzazione delle funzioni urbane.
Ma “smart city” è anche una modalità intelligente di affrontare le sfide urbane del
mondo post-industriale, dell’occupazione giovanile, della domanda sociale e
di servizi degli immigrati, dell’invecchiamento della popolazione, dell’inquinamento, della mobilità, dell’accesso all’istruzione ed ai servizi essenziali. Su
questi temi si gioca il futuro delle nostre
“smart cities” di inizio millennio.
12
settembre 2011
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GATEWAYS
PIANIFICARE
Il futuro
dei piani regolatori
INTERVISTA • PIETRO GARAU
Accessibili ed efficienti.
Così sanno essere le smart cities
Quali sono i temi principali della
IX biennale?
Questa edizione riflette molto
della storia e della personalità della
città che la ospita, Genova. Infatti tra
i temi della Biennale figurano le città
porto, ma anche e più in generale le
città che svolgono un ruolo importante come “porte di accesso” (gateways) a popoli, scambi economici e
regioni.
In un senso ancora più vasto, la
“gateway” e’ vista anche come un
punto d’incontro e di dialogo.
Quali sono le tecnologie che caratterizzano una smart city?
Se intendiamo la “smart city”
come una città all’avanguardia nell’adozione di tecnologie avanzate,
possiamo dire che la “smart city” è
caratterizzata dal saper offrire un accesso facile, comodo ed immediato
all’informazione e dall’ applicazione
di tecnologie appropriate nell’intero
ciclo di governance.
Questo dovrebbe determinare un
rapporto virtuoso con chi fa grande
affidamento sull’efficienza e la comunicazione, come la “classe creativa” teorizzata da Richard Florida. Il
risultato complessivo di questa attrattività reciproca dovrebbe essere
la creazione di ricchezza, con le sue
ricadute positive sull’intero sistema
urbano.
Ci racconta un caso interessante?
Al workshop sulle smart cities saranno presentati alcuni casi interessanti: due casi di progettualità smart
city a tutto raggio, Amsterdam e
Vienna; un caso di una città italiana
Pietro Garau,
docente
universitario, è stato
direttore di ricerca
presso il Centro
delle Nazioni Unite
per gli Insediamenti
Umani, dove ha
istituito il Comitato
Consultivo ONU delle
autorità locali
per incentivare il
ruolo internazionale
delle città.
Ha organizzato
il workshop “smart
cities e sviluppo
urbano sostenibile”
per la IX Biennale
delle Città e degli
Urbanisti europei.
Con lui dialoghiamo
su temi cari a lui
e a noi.
di minori dimensioni che sta realizzando una minimetropolitana intelligente (Perugia); e tre altre esperienze in cui altrettante grandi
società (Cisco, Asean Brown Boveri,
ed IBM) hanno messo le proprie tecnologie avanzate al servizio della
città.
Nel primo di questa seconda serie di casi si tratta del secondo centro urbano per importanza della Corea del sud, Busan, dove la Cisco sta
attuando la sua strategia “smart and
connected communities” con la
creazione di piattaforme informative
capaci di stimolare la creazione di
nuovi sistemi digitali per la fornitura
di servizi urbani.
Nel secondo caso di studio,
l’Asean Brown Boveri (ABB) illustrerà un progetto di “griglia intelligente” (smart grid) nato per ottimizzare la produzione, trasmissione e
distribuzione di energia in un grande
progetto di quartiere modello in
un’area dismessa, il Royal Seaport di
Stoccolma, e che contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo di quella
città di abbattere di due terzi le
emissioni di CO2 entro il 2020.
Infine, l’IBM presenterà le tecnologie messe a punto per l’allestimento
di “decision room” a livello di governance urbana (“Intelligent City Operations Centers”) per ottimizzare i
processi gestionali alla luce di KPIs
(indicatori chiave di performance) e
quindi rendere le città “più intelligenti” (Smarter cities). Accanto a
queste città “high tech”emerge Amsterdam, una città “smart” da sempre. Da sempre, infatti, Amsterdam
ha puntato sull’ingegnosità, sulla
convivenza e sul civismo come tre
capisaldi dello sviluppo delle città e
quindi delle nazioni.
Nel periodo di massimo splendore economico, alla fine del seicento, ha saputo realizzare un meraviglioso sistema organizzativo della
residenza, degli affari e del commercio imperniato su una raggiera concentrica di canali cui era anche affidato il compito di equilibrare le
spinte del non lontano mare aperto.
Ha saputo reagire alla perdita del
primato della marina commerciale
olandese reinventando nuovi ruoli e
nuove attività. All’inizio del secolo
scorso ha realizzato alcuni tra i più
straordinari interventi di housing
sociale nella storia dell’urbanistica.
Oggi Amsterdam e’ una “gateway”
del mondo grazie ad un grande ed efficientissimo aeroporto, ed il suo
knowhow “leading edge” non ha
nulla da invidiare al resto del
mondo. Ma dallo stesso aeroporto si
raggiunge la città ed il resto del
paese con un semplice e non costoso biglietto di treno. E all’arrivo
in città non è difficile vedere qual è il
mezzo di trasporto più popolare – il
più intelligente di tutti: la bicicletta.
Basterebbe questo per assegnare la
mia palma personale di “smart city”
per eccellenza a questa meravigliosa
città della minuscola Olanda e della
piccola Europa.
Per un’amministrazione pubblica
la, decisione di redigere un nuovo
Piano Regolatore è una dimostrazione della visione di lungo periodo
che si vuole offrire alla propria comunità.
Ma i Piani Regolatori registrano
tendenze di ciò che è già passato.
La Legge Urbanistica nazionale
del 1942, con le successive sentenze
sulla durata quinquennale dei vincoli pubblici sono ancora i cardini
del progetto di un PRG che, non solo
deve essere legittimo al momento
della approvazione, ma deve resistere anche dopo decenni, fino a
nuova pianificazione.
Alcune regioni, in Italia, per superare la rigidità del PRG, quale unico
atto in capo al Comune per il governo e il progetto del territorio,
hanno introdotto una netta distinzione fra i piani di lungo periodo (i
cosiddetti Piani Strutturali) che non
generano vincoli o aspettative immediate e quelli più operativi che hanno
una durata coincidente a quella
dell’amministrazione e ovviamente
per le parti pubbliche (aree o opere)
si rapportano al bilancio comunale.
Probabilmente questa è l’unica
strada per assicurare in futuro una
lunga vita alla pianificazione di un
Comune, altrimenti travolto da
aspettative sempre diverse dei cittadini o ancora peggio da vincoli pubblici scaduti con conseguenti danni.
L’esperienza del Comune di Atri
in Provincia di Teramo è esemplare:
in questa situazione fluida, ha rilanciato sulla necessità, di non redigere
solo un PRG, bensì di innescare una
pianificazione multilivello articolata
in 4 strumenti urbanistici: il Piano
Regolatore, il Piano particolareggiato del centro storico, il Piano del
Parco Agricolo, il Piano di gestione
del Sito di Importanza Comunitaria
dei “Calanchi di Atri”.
È una decisione che prende
spunto dalle più evolute esperienze
di pianificazione, associate alla volontà politica di imprimere una direzione per il futuro che si concretizza
operativamente con la costituzione
di un apposito Ufficio di Piano comunale e con l’avvio di un diffuso progetto di partecipazione e concertazione pubblica.
Ennio Nonni
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settembre 2011
13
GATEWAYS
Atri si appresta a ri-definire i
suoi strumenti urbanistici attraverso la Multilevel Governance, una
innovativa forma di governo del territorio che punta a creare nuove sinergie tra attori pubblici e privati.
Attraverso questo approccio di matrice europea basato sulla collaborazione tra Enti Locali, Cittadini e
portatori di interesse, l’Amministrazione Comunale elaborerà simultaneamente i futuri piani urbanistici
della città. La MultiLevel Governance di Atri ha due grandi obiettivi
di fondo: favorire la partecipazione
dal basso e rafforzare l’efficacia
dell’azione pubblica nello sviluppo
sostenibile del territorio.
Il coinvolgimento dei portatori di
interesse rappresenta quindi uno
degli strumenti principali per l'elaborazione dei nuovi Piani urbanistici comunali. Lungo il percorso
della MLG infatti, saranno organizzati dei momenti di partecipazione
pubblica attraverso i quali verranno
raccolti i bisogni e i punti di vista di
cittadini, operatori di settore, associazioni e imprese che operano sul
territorio. Lo strumento che verrà
utilizzato è l'O.S.T.: Open Space Technology. L'O.S.T. è un incontro pubblico, gestito tramite una metodologia innovativa che consente un
confronto aperto e stimolante tra i
partecipanti che, durante il suo
svolgimento, proporranno gli argo-
ATRI • MULTILEVEL GOVERNANCE
La partecipazione
rende più efficaci le decisioni
Nuove opportunità di sviluppo per il territorio, regole condivise
e sostenibili, progetti innovativi e di lungo periodo
menti da discutere e organizzeranno i tavoli di lavoro. La MLG si
caratterizzerà anche come un percorso di coinvolgimento istituzionale.
Gli obiettivi e i contenuti dei
nuovi Piani saranno cioè determinati, oltre che dal confronto con la
cittadinanza, anche tramite un vaglio congiunto di Istituzioni ed Enti
territoriali, attraverso la Conferenza
di Copianificazione, un'attività di
concertazione, tramite cui formare,
e successivamente approvare, le varianti strutturali dei nuovi Piani del
Comune di Atri.
Il progetto di redazione dei nuovi
Piani urbanistici nasce dai risultati
emersi all'interno del Piano Strategico comunale “L'Avventura delle
idee”, i cui obiettivi strategici,
hanno ispirato il processo di Multilevel Governance. Il team multidisciplinare, ha già costruito in quest’ot-
tica un quadro conoscitivo del territorio, al fine di mettere a fuoco le linee di pianificazione da perseguire
e i temi da porre all’attenzione della
comunità locale.
Il documento preliminare che ne
consegue costituisce sia il riferimento generale dei percorsi di partecipazione che verranno implementati, sia il punto di inizio per la
redazione dei quattro Piani, che
tracceranno (al loro termine) il bilancio urbanistico ed ambientale di
Atri ed il suo nuovo “sistema delle
regole”.
Nello specifico la realizzazione simultanea da parte del Comune d
Atri del processo di Multilevel Governance (Piano Regolatore Generale, Piano Particolareggiato per il
Centro Storico, Piano del Parco
Agricolo e Piano di Gestione del
S.I.C.) rappresenta un contenitore
inedito ed altamente innovativo di
NAPOLI • GUERRILLA GARDENING
ROMA • GIARDINI PUBBLICI
Cittadini protagonisti
della riqualificazione urbana/1
Cittadini protagonisti
della riqualificazione urbana/2
Riqualificazione partecipata, placemaking, governance collaborativa: nei contesti urbani internazionali si
sperimentano nuovi processi
partecipativi che mettono i
cittadini al centro della gestione dei territori, con conseguenze positive sulla vivibilità
dei quartieri e, più in generale, delle città. Non fa eccezione l’Italia, dove di recente
stanno realizzandosi centinaia di piccoli e grandi esperimenti di partecipazione civica che cambiano il volto
delle comunità locali e contribuiscono talvolta a risolvere
nodi scottanti. È il caso di Napoli, dove l’azione di CleaNap
e Friarielli ribelli ha contri-
Anche a Roma un gruppo
di genitori degli allievi della
scuola Giuseppe Mazzini ha
costituito il nucleo fondativo
del comitato Quelli che il
parco, che ha favorito il recupero del Parco Nemorense
(riaperto lo scorso 2 aprile)
attraverso il coinvolgimento,
in fase di progettazione e gestione, di adulti e ragazzi. Tra
questi ultimi, alcuni sono stati
nominati Rangers del parco
con l’obiettivo di controllare,
assieme ad altri soci del comitato, il rispetto delle regole da
parte dei propri coetanei.
Sempre nella capitale, i più
giovani sono stati al centro di
un’altra iniziativa che punta a
favorire la partecipazione ci-
buito a ripulire alcuni parchi
e piazze, per lo più luoghi simbolici di aggregazione giovanile e di quartiere, durante
l’ultima emergenza rifiuti.
L’iniziativa di CleaNap, nata
dall’intuizione di un gruppo di
studenti del centro storico,
ha attirato anche l’attenzione
della stampa internazionale,
testimoniando la volontà dei
giovani napoletani di riappropriarsi degli spazi comuni invasi dalla monnezza. Allo
stesso modo, i Friarielli ribelli
hanno aggregato cittadini
pronti ad agire in prima persona per il recupero delle
aree verdi urbane dal degrado
e dall’incuria in cui versavano, con attacchi di guerrilla
gardening che hanno restituito aiuole e parchi ai residenti grazie all’attiva collaborazione
di
negozianti,
comitati di quartiere e semplici passanti armati di zappe,
pale e rastrelli.
Quando mancano le risorse, si sviluppa al fantasia.
Un esempio da seguire.
trasformazione dell’intero territorio
comunale. Tale processo non può
prescindere da un utilizzo strategico di adeguati strumenti di comunicazione ed informazione in grado
di amplificare la conoscenza e la
partecipazione da parte della cittadinanza e promuovere l’intero progetto su scala sovra locale.
A tal proposito l’utilizzo dei report audiovisivi e del mensile di comunicazione istituzionale del Comune di Atri rappresentano in
quest’ottica un efficace strumento di
sostegno al progetto di animazione
territoriale perseguito. Infatti la
ferma volontà politica di imprimere
una svolta realmente sostenibile allo
sviluppo di Atri e la consapevolezza
che molti obiettivi urbanistici non
possono essere conseguiti con
un'azione individuale, hanno reso la
partecipazione essenziale.
Il modello di intervento partecipativo adottato è di tipo semplificato e a rete. Semplificato perché
non è possibile introdurre la partecipazione affianco di ogni singola
fase delle azioni di pianificazione in
corso. A rete in quanto, data la particolare condizione che interessa
oggi il contesto atriano (la presenza
di più pianificazioni concomitanti),
diventa utile e funzionale anche far
interagire tra loro i differenti soggetti che saranno coinvolti.
Maurilio Ronci
vica e l’impegno del territorio. La Scuola di manutenzione civica, realizzata da
Labsus - Laboratorio per la
sussidiarietà e dall’Assessorato all’istruzione della Provincia, ha promosso un percorso rivolto agli studenti dei
licei Righi e Farnesina per la
cura e il recupero dei propri
istituti scolastici e delle aree
verdi comprese all’interno degli stessi istituti. Finanziato
dalla Fondazione Roma, ad
una parte teorica dedicata ai
principi della cittadinanza attiva il progetto ha abbinato
dei momenti di intervento
concreto per il rilancio degli
ambienti vissuti quotidianamente dai ragazzi e, di con-
verso, dell’intero quartiere.
Tale fenomeno, soprattutto a
Roma, potrebbe raggiungere
degli sviluppi notevoli. Infatti
da anni il servizio giardini comunale non riesci più a coprire l’immensa mole di lavoro manutentivo di cui
avrebbero bisogno i giardini
delle periferie della Capitale.
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settembre 2011
Economia
POTENZE EMERGENTI • CRESCITA
Cina: locomotiva del mondo
o soltanto del continente asiatico?
Il 2011 per ora ci consegna una
dato inequivocabile: le Borse
vanno a picco per il timore di
una nuova recessione. Infatti l’economia americana ha fatto registrare
un +0,1 e +0,3 per cento di crescita
del Pil nei primi due trimestri 2011.
In Europa, Italia e Spagna mostrano crescita quasi zero; la Germania nel secondo trimestre 2011 rallenta bruscamente e fa segnare un
+0,1 rispetto al trimestre precedente; in Francia la crescita è a zero.
Ma dall’altro capo del mondo per
ora la Cina non rallenta e anche nel
secondo trimestre 2011 può snocciolare un +2.2 per cento rispetto al
trimestre precedente (corrispondente ad una crescita annuale del
9,5 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2010).
Dunque la crescita cinese potrebbe ormai sostituire quella americana ed europea nel sostenere il Pil
e quindi i redditi del mondo. La crescita del 10 per cento in Cina vuol
dire 600 miliardi di dollari di redditi
in più. E' lo stesso che una crescita
2010 è entrato in vigore un accordo
doganale che riduce di molto le barriere doganali e amplia al 90 per
cento dei prodotti l’accordo tariffario tra la Cina e i dieci paesi Asean
(Indonesia, Filippine, Malesia, Thailandia, Singapore, Brunei, Vietnam,
Laos, Birmania e Cambogia). Si
tratta di un altro miliardo e mezzo di
persone che stanno uscendo a milioni dalla sussistenza e dalle campagne dove vivevano fino a ieri per lavorare e consumare prodotti
manufatti e servizi. Nel 2011 la creLe imprese che vorranno
approfittarne dovranno essere
presenti in Cina con marchi
e forze di vendita
del 2 per cento del Pil di Usa ed Europa combinate. Mentre americani
ed europei erano impegnati prima
con i loro piani di salvataggio e ora
con quelli di rientro dal debito, per i
cinesi la crisi è stata un'occasione
per far marciare l'integrazione economica in Asia. Dal primo gennaio
Italia in crisi chiama Cina
EUROZONA • GRECIA
Misure anticrisi. L’esperienza
della Grecia insegna?
Il piano di salvataggio
della Grecia, concordato più
di un anno fa, non riesce a
raggiungere alcuni obiettivi
chiave.
La recessione è più grave
del previsto ed è stata aggravata dal blocco del credito
dovuto ai problemi del settore bancario; le entrate fiscali sono al di sotto degli
obiettivi indicati; le riforme
strutturali, necessarie, hanno
subito rallentamenti; il sostegno dell’opinione pubblica è
in netto calo: la recessione
più grave del previsto e le
nuove misure di austerità
sono percepite come una
prova del fallimento del
piano.
La mancanza di progressi
nelle riforme strutturali fa sì
che il piano sia associato all’austerità, che colpisce soprattutto i più poveri.
Poche
settimane
fa
l’Unione Europea, il Fondo
monetario internazionale e la
Banca centrale europea
hanno deciso di continuare
ad aiutare la Grecia con un gigantesco nuovo piano di sostegno con due nuove condizioni: il governo greco deve
comunicare all’opinione pubblica i benefici del piano,
come finora non ha fatto, e
deve fare reali progressi verso
profonde riforme strutturali.
Come la liberalizzazione del
mercato del lavoro e dei pro-
scita economica di India, Corea e dei
5 più grandi paesi Asean porterà alla
creazione di nuovi redditi per 150
miliardi di dollari. Come se il Pil dell'Europa mettesse a segno un +3 anziché il +2 che ci si aspettava prima
della crisi. Il decoupling, la crescita
non sincronizzata tra Occidente ed
Oriente, sembra essere il scenario a
cui dovremmo far riferimento nei
prossimi anni.
Per ora, la paura che la Cina e
l'Asia diventino fortezze che tengono per sé la loro capacità di generare ricchezza è infondata ma ormai
il baricentro dell’economia mondiale è lì ed è lì che bisogna essere
presenti. Per questa volta potrebbe
essere un paese comunista e confuciano a salvare il moderno capitalismo dalla Grande Contrazione. C’è
però qualcosa che attenua la speranza cinese per le economie occidentali. Proprio perché la crescita cinese è più “asiatica”, quindi più
locale, potrebbe anche essere un
traino meno potente per la crescita
occidentale. Così nella vita quotidiana delle classi dirigenti asiatiche
è sempre più consueto acquistare
smart-phone taiwanesi, questo segno da idea della forte connotazione
intra-asiatica della crescita. Tutto
ciò ha un’importante implicazione:
in futuro per approfittare al meglio
della rapida crescita asiatica bisognerà essere fisicamente presenti lì
con impianti, marchi, catene di distribuzione e forze di vendita.
Attualmente le aziende italiane
presenti nell’immenso territorio cinese, secondo alcune stime, dovrebbero essere circa 2.000. Ma molte di
esse sono di medio/piccole dimensioni e dobbiamo chiederci se saranno in grado di reggere il confronto con le multinazionali.
Stavolta per agganciare la locomotiva dovremmo riuscire a “fare sistema” come Paese per sostenere le
aziende nostrane in un mercato
ricco di opportunità.
dotti, la privatizzazione delle
imprese di proprietà dello
Stato, l’apertura delle professioni chiuse, il rafforzamento
dei meccanismi di riscossione
delle tasse, la velocizzazione
del lento e inefficiente sistema giudiziario.
Le riforme istituzionali presumibilmente avranno importanti effetti sulla crescita perché rimuoveranno gli ostacoli
principali agli investimenti e
all’attività di impresa.
Dalla Cina con furore. O senza furore. Il dragone cinese potrebbe intervenire a salvare lo Stato italiano
da un possibile default attraverso
China Investment Corporation (CIC),
il secondo fondo sovrano cinese di
investimenti pubblici. Il suo presidente Lou Jiwei ha di recente incontrato Giulio Tremonti, lo scorso 6
settembre, ma non sono state diffuse informazioni sugli argomenti affrontati durante il colloquio.
Un’ipotesi, avanzata dal Financial
Times è che Jiwei e Tremonti abbiano discusso la possibilità di una
nuova serie di acquisti di titoli pubblici italiani da parte della CIC.
All’incontro avrebbero partecipato anche alcuni rappresentanti
della Cassa Depositi e Prestiti, l’organismo che controlla il 90% della
holding Fondo Strategico Italiano
(FSI). Alla delegazione cinese sarebbe stato proposto di portare la
partecipazione della Cina al debito
pubblico italiano dal 4 al 10%. Una
simile ipotesi prevederebbe un maggiore impegno cinese e una nuova
«colonizzazione
inversa»
dall’Oriente, come ha spesso detto Tremonti negli ultimi anni.
A Jiwei sarebbe stato proposto di
acquistare nuovi titoli, ma analisti e
osservatori finanziari ricordano di
aver assistito a scene simili nel passato recente sul fronte greco e portoghese. I due paesi aiutati con decine
di miliardi di euro a evitare la bancarotta avevano beneficiato per qualche tempo delle voci su possibili
nuovi acquisizioni di titoli da parte
della Cina, ma l’effetto era stato di
breve termine e non aveva portato a
operazioni finanziarie degne di nota.
Di certo il contesto italiano è differente da quello degli altri due Paesi
euromediterranei in crisi: basti pensare che in Italia due colossi mondiali
nel settore energetico come ENI ed
ENEL sono a maggioranza pubblica.
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Solidarietà
KENYA
VENEZUELA
Centinaia di migliaia
di sfollati
dalla Somalia
in Kenya
Nuovo centro
odontoiatrico
“Matteo Candini”
a Humocaro
Dal 1972 in cammino
per la dignità della persona
Le forze che cambiano la
storia e il cuore dell’uomo
È stato inaugurato il 29 giugno 2011 il nuovo centro
odontoiatrico “Matteo Candini” per bambini a Humocaro, in Venezuela, dove AVSI
è presente da oltre dieci anni.
Alla presenza di Marielba de
Falcòn della Fundación del
Niño Simón, il nuovo centro è
stato dedicato alla memoria
di Matteo Candini, un bimbo
italiano morto di leucemia, e
si trova all'interno del più ampio ambulatorio pediatrico
“Ángel de la Guarda”.
Il centro è stato realizzato
grazie alle iniziative di raccolta fondi di Stefano Matteucci e del Gruppo Amistad
e attraverso un progetto
dell’Unione Europea in partnership con AVSI.
AVSI è una organizzazione non governativa
senza scopo di lucro fondata a Cesena nel 1972, e
impegnata con 111 progetti di cooperazione allo
sviluppo in 39 paesi del mondo dall’Africa, all’America Latina, passando per l’ Est Europa, il
Medio Oriente e l’Asia.
La sua missione è promuovere la dignità della
persona attraverso attività di cooperazione allo
sviluppo con particolare attenzione all'educazione, nel solco dell'insegnamento della dottrina
sociale cattolica.
L’approccio da un certo punto di vista è singolare per come siamo abituati: lo scopo non è l’attività di cooperazione in sé ma l’attenzione alla
persona vista come essere unico nelle sue relazioni fondamentali, famiglia e società, irripetibile
e irriducibile a qualsiasi categoria sociologica o a
un limite che contingentemente vive (povertà,
malattia, handicap, guerra).
Per lo sviluppo delle sue attività AVSI può contare su una rete di professionisti di grande valore:
nei progetti in corso sono impegnati, per una permanenza media di 2 anni, 124 cooperanti espatriati, tutti professionisti (come medici, ingegneri,
educatori, agronomi) e circa mille persone locali
qualificate.
Al fianco di tali cooperanti esiste un popolo di
circa 12.000 amici sostenitori dell’AVSI che possiamo incontrare nelle tende allestite di tanto in
tanto nelle piazze delle nostre città.
Ogni anno viene presentato un tema specifico,
con uno slogan che vuole far riflettere sulla condizione dell’essere umano nel mondo, e che detta
anche la scelta di progetti da sostenere. Tanto è
che circa il 50% dei fondi di AVSI proviene da donazioni private. Un bel popolo, un bel risultato.
Due anni senza pioggia
hanno letteralmente messo in
ginocchio Somalia, Sud Sudan, Etiopia e Kenya.
Una siccità come non si
vedeva da oltre sessant’anni
ha colpito questi paesi, obbligando l’ONU a dichiarare
in alcune zone lo stato di carestia.
Fondazione AVSI è presente in Kenya da anni, in particolare nel campo profughi di
Dadaab – uno dei più grandi
al mondo e che oggi accoglie
centinaia di migliaia di sfollati
provenienti per la maggior
parte dalla Somalia.
Sono storie dure, ma chi lavora lì racconta anche di una
speranza dura da estirpare.
Quelli presenti qui sono reduci da un viaggio che li ha visti affrontare a piedi o con
mezzi di fortuna chilometri e
chilometri di strada. Anche
ventisette ore di cammino.
Tutti hanno patito la fame, la
sete, la stanchezza.
Tanti hanno raccontato di
bambini abbandonati sulla
strada perché troppo deboli
per proseguire il cammino.
Qualcuno è rimasto vittima
degli attacchi dei banditi o di
animali feroci.
IN BRASILE AVSI CON FIAT
Il progetto Arvore da vida
nel quartiere di Jardim Terezopolis
Dalla formazione professionale alla produzione artigianale dagli
scarti di produzione della fabbrica di auto
Brasile, a Betim nella periferia di
Belo Horizonte nello stato di Minas
Gerais, ha messo radici Arvore da
Vida (Albero della vita), il progetto
di responsabilità sociale nato nel
2004 dalla collaborazione tra Fiat,
AVSI e CDM, partner locale.
Arvore da Vida nasce nel quartiere di Jardim Terezopolis con
35.000 abitanti: nato a metà degli
anni '70 dove gli indici di violenza
erano tra i più allarmanti del Brasile,
con basso livello di istruzione e
scarsa qualifica professionale.
Da qui l’esperienza di AVSI comincia con la formazione professionale
fino a cimentarsi in una vera e propria attività di produzione artigianale, la CoopeArvore, la cooperativa
di donne brasiliane che produce oggetti a partire dagli scarti di produzione della fabbrica di auto della Fiat
in Brasile: borse, portachiavi, gadget
per l’auto.
Una collezione particolare e
“molto bella”, come l’ha definita
John Elkann, presidente Fiat in agosto al Meeting di Rimini incontrando AVSI.
“Progetti come questi, che vedono impegnati i giovani nel lavoro,
sono la soluzione al problema delle
favelas. – Ha sottolineato Sergio
Marchionne, ad del Lingotto - Questa esperienza è un miracolo!”.
“È come se si fosse realizzato un
sogno. Ma non il mio personale,
bensì quello di tutta la comunità – afferma Ana Veloso, responsabile comunicazione Corporate della Fiat
Brasile che ha seguito la nascita del
progetto con AVSI a Betin negli anni
- Con queste donne abbiamo mostrato qualcosa di veramente
grande, che va ben oltre alle borse
che confezionano. E tutti lo hanno
capito.”
Dal 2005 al 2011 Arvore da Vida ha
raggiunto risultati rilevanti: ha offerto servizi a 13.550 persone del
quartiere proponendo un percorso
educativo, coinvolgendo 7.372 bambini e adolescenti, 3.833 giovani e
adulti e 2.345 famiglie; coinvolto 51
imprese (tra fornitori e indotto); inserito nel mercato del lavoro 1.300
ragazzi (di cui 800 tra FIAT e l’indotto).
La sfida prossima è la “riproduzione” del progetto nel nuovo polo
industriale della FIAT nella regione
del Pernambuco.
Il modello che verrà sperimentato
può far scuola ad altre aziende.
AVSI N CIFRE
120 progetti in 39 paesi del
mondo.
4.150.000 persone hanno
beneficiato degli interventi
realizzati.
18.400.000 persone hanno
beneficiato indirettamente
degli interventi realizzati.
34.783 i bambini sostenuti a
distanza in 33 paesi.
62 strutture educative
costruite e ristrutturate.
1.642 borse di studio erogate.
1.670 persone in trattamento
antiretrovirale.
29 pozzi d'acqua realizzati,
111 pozzi riabilitati, 14 pozzi
motorizzati.
203.776 persone aiutate con
attività di prima assistenza e
sostegno alimentare.
15.090 persone sostenute
nell'avvio di attività
generatrici di reddito o
mediante la concessione di
microcrediti.
352.960 persone hanno
ricevuto attrezzature e
materiale agricolo.
8.732 operatori formati.
settembre 2011
BIRMANIA
UGANDA
AVSI al fianco
dei produttori di riso
in Myanmar.
Una storia antica
AVSI e Provincia
di Bolzano
per un nuovo
sistema educativo
Un chicco di riso. Questo il
filo conduttore che lega realtà
come AVSI, il Myanmar e i
grandi produttori di riso italiani.
Con una lettera di credito
alla Banca di Genova 130 anni
fa una delle più antiche industrie risiere italiane, la Riso
Gallo, richiedeva di poter investire su qualche tonnellata
di riso da importare dalla Birmania.
Cominciava così il suo lavoro di import-export.
Ed è sulla produzione agricola come strumento per ridurre l’insicurezza alimentare
che AVSI ha cominciato ad
operare in Birmania nel 2008
con progetti di sviluppo agricolo.
AVSI ha collaborato alla redazione dell'ordinanza sull'educazione emessa dal Distretto di Gulu in Nord
Uganda e finanziata all'interno di un progetto di gemellaggio tra la Provincia Autonoma di Bolzano e il governo
locale ugandese.
Una collaborazione attiva
per redigere con il governo locale le nuove politiche sull’educazione e le linee guida
per un’istruzione di qualità
nelle scuole primarie.
Una necessità fondamentale per ridare slancio al
Paese, dove gli insegnanti
sono ancora troppo pochi e
poco formati, causa l’instabilità della guerra che ha caratterizzato la regione.
Con il disegno di legge si
vuole favorire il miglioramento dell’istruzione primaria universale e promuovere
l’attenzione nei confronti degli alunni così come la promozione di attività sportive nelle
scuole.
Il progetto prevede inoltre
il coinvolgimento attivo e la
partecipazione dei comitati di
gestione delle scuole, dei leader locali, degli insegnanti e
della comunità.
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settembre 2011
ITALIA
Grazie all’incontro
tra Unicredit
e Wwf nascono
le “Officinae Verdi”
Taglio di emissioni di CO2,
e risorse 'verdi' per sviluppare le energie pulite, ed incremento dell'efficienza.
Questii tre obiettivi che si
pone il nuovo progetto 'Officinae verdi', lanciato oggi a
Roma – ma operativa dalla
fine di settembre 2011 – e
nata dal legame tra il Wwf Italia (che farà da 'sentinella' ambientale) e Unicredit (vero e
proprio 'salvadanaio' pro-rinnovabili) per “un modello
unico che coniuga finanza,
tecnologia e sostenibilità ambientale”.
L'idea di base – che unisce
l'esperienza ambientalista del
Wwf, un partner finanziario
come UniCredit, e uno tecnologico come Solon (leader europeo nelle tecnologie fotovoltaiche) - e' quella di offrire
''a famiglie, imprese ed enti'' la
possibilita' di ridurre i costi in
bolletta e le emissioni di CO2.
I benefici economici per le
famiglie possono arrivare anche oltre il 50%, mentre per
aziende ed enti si possono
raggiungere risparmi del 3035% nei costi energetici.
“Abbiamo costruito un modello innovativo – spiega Gaetando Benedetto, presidente
di 'Officinae verdi', e già' direttore delle politiche ambientali
del Wwf – capace di incidere
realmente sullo sviluppo della
green economy”.
Questa joint venture societaria, conclude Paolo Fiorentino, vicedirettore generale di
Unicredit group, “si pone
come interlocutore nuovo nel
panorama italiano ed europeo, in grado di combinare
leva finanziaria e competenze
ambientali e tecnologiche”.
ITALIA
Mantova tra
agricoltura e
rinnovabili:
nasce l’agrovoltaico
Pomodori, grano, mais e
7.500 pannelli fotovoltaici. E’
questa l'idea che Rem (Revolution Energy Maker) ha deciso di sfruttare nella campagna mantovana per coniugare
la produzione di energia e
Il mondo in breve
cibo, con un'iniziativa nata tre
anni fa per mano di sei gruppi
industriali italiani attivi in vari
settori, (Sandrini di Mantova,
Fustinoni di Bergamo, Intergeo di Brescia, Melis di Cagliari, Dermotricos Engeneering di Brescia e Biesse di
Genova).
Iniziativa sfociata, nelle
campagne di san Virgilio, nell'inaugurazione di un impianto agrovoltaico da tredici
ettari. Un'idea che ha richiesto molti sforzi: non erano a
disposizione, infatti, le tecnologie adatte a un impianto
agro voltaico, per realizzare il
quale è necessario permettere l'utilizzo delle macchine
agricole senza che ci siano
cavi che ne intralcino il lavoro
e senza compromettere l'insolazione delle colture.
Questo il progetto pratico:
una serie di pali alti 4,5 metri
e distanti fra loro 12 metri
come intelaiatura. Fra un palo
e l'altro, viene montata una
"macchina" che sostiene 10
pannelli solari monocristallini
a inseguimento solare che si
spostano insieme al sole e
consentono ai raggi di raggiungere le colture.
Le macchine dialogano fra
loro con un sistema wireless;
la struttura viene poi dotata
di un sistema di irrigazione
automatico e di una rete di
antenne che aiutano i mezzi
agricoli.
La giovane società ha in
programma la costruzione di
altri tre impianti: nel mantovano (a Marcaria) e due nel
piacentino (uno a Castelvetro, quasi pronto, e uno a
Monticelli d'Ongina).
ITALIA
La Commissione
Europea indice
per novembre la
Settimana dei Rifiuti
Il Comitato promotore nazionale (Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Rifiuti
21 Network, Provincia di Torino, Provincia di Roma, Legambiente, AICA, E.R.I.C.A.
Soc. Coop., Eco dalle Città),
annuncia l’apertura delle
iscrizioni alla terza edizione
della Settimana Europea per
la Riduzione dei Rifiuti che si
terrà dal 19 al 27 novembre
2011.
L'iniziativa nasce all’interno del Programma LIFE+
della Commissione Europea;
obiettivo del Comitato ita-
17
A CURA DI FRANCESCO DRAGONETTI
e a lungo termine. Il costo
dell’energia elettrica da essa
prodotta continua infatti a
diminuire rispetto a quello
delle fonti energetiche tradizionali e l’obiettivo della parità di costo è ormai vicino.
EUROPA
EWEA: energia eolica
determinante
per ridurre i gas
serra del 95%
Via libera al Fondo Europeo
di Efficienza Energetica
Un sostegno a chi investe
sulle rinnovabili
Rendere l’efficienza energetica una scelta allettante e commercialmente valida. Con questo
obiettivo la Commissione europea, la Banca europea degli investimenti (BEI), la Cassa Depositi e
Prestiti (CDP) e Deutsche Bank hanno annunciato
oggi a Bruxelles il lancio del Fondo europeo di efficienza energetica (EEEF).
L’EEEF mira a fornire capitali, sia direttamente
che attraverso istituti finanziari, a progetti su piccola scala che rappresentino soluzioni commercialmente valide nel settore pubblico per quanto
riguarda l’efficienza e le rinnovabili. Il fondo sosterrà gli Stati membri nel soddisfare il loro triplice obiettivo: ridurre le emissioni di gas serra
del 20%, aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili del 20% e diminuire il consumo energetico entro il 2020; per farlo la Commissione europea sta
investendo 125 milioni di euro attraverso una
prima tranche, in parte assumendo i rischi economici connessi con i progetti di investimento. La
Bei fornirà 75 milioni di euro in tranche mezzanine e Azioni senior. Ulteriori impegni finanziari
saranno assolti dalla Cassa Depositi e Prestiti
(CDP) con 60 milioni di euro e dalla Deutsche
Bank (5 milioni) che fungerà anche da gestore del
fondo.
“Lavorando insieme – ha dichiarato Caio KochWeser , vice presidente di Deutsche Bank, – per
affrontare il cambiamento climatico, il settore
pubblico e privato insieme possono ottenere
molto di più di quanto ciascuno può ottenere singolarmente. Siamo orgogliosi di essere stati scelti
in qualità di gestore del Fondo europeo di efficienza energetica, e ci auguriamo di poter annunciare a breve i primi investimenti, in collaborazione con i nostri partner”.
MONDO
L’ultimo rapporto delle
EWEA
(European
Wind
Energy Association) dimostra
come l’energia eolica potrà
essere determinante nel raggiungere l’obiettivo della direttiva dell’Unione Europea
sui gas serra: ridurli del 8095% entro il 2050.
La relazione dimostra
come, prima del 2020, la maggior parte dei paesi membri
dell’Unione Europea avrà triplicato la sua produzione di
energia eolica, raggiungendo
una capacità di 230 Gw e producendo così il 15,7% del fabbisogno energetico dell’UE.
Entro il 2050, inoltre, tale
percentuale potrebbe aumentare di altri trentacinque
punti.
MONDO
Usa: 1,6 miliardi
di dollari per
ventisette progetti
di mobilità
Il governo statunitense ha
annunciato lo stanziamento
di 1,58 miliardi di dollari per
ventisette progetti di mobilità
urbana. I fondi saranno resi
disponibili dalla Federal Transit Administration (FTA) per
sostenere la partenza di progetti di metropolitane, metrotranvie e busvie ad alta efficienza.
Tra i progetti più importanti il Denver's 13-station Eagle Commuter Rail project che collegherà il centro Denver all’aeroporto internazionale – e il Central Corridor
Light Rail project, che collegherà Minneapolis a SaintPaul (le due principali città
del Minnesota).
IEEE: l’energia solare
è la più conveniente MONDO
Quella del sole è l’energia
Unep: Cina
più abbondante, più diffusa e
leader negli
anche la più conveniente.
È quanto sostiene lo IEEE
investimenti
(Institute of Electrical and
Electronics Engineers), la più in rinnovabili
liano è stimolare quanti più
soggetti possibile - Enti e Istituzioni nazionali e locali, Pubbliche
Amministrazioni,
Aziende e Imprese - a mettere
in piedi iniziative ed azioni
volte alla riduzione dei rifiuti,
a livello nazionale e locale.
grande associazione professionale al mondo per la promozione dell’innovazione
tecnologica.
La tecnologia fotovoltaica
diventerà – afferma l’IEEE uno degli elementi chiave
per la soluzione dei problemi
energetici mondiali a medio
La Cina nel 2010 ha speso
48,9 miliardi di dollari in rinnovabili, soprattutto eolico,
diventando così leader globale degli investimenti
verdi. Nel complesso, l'anno
scorso nel mondo le fonti rinnovabili hanno attratto il 32%
di investimenti in più rispetto
al 2009, raggiungendo la cifra
record di 211 miliardi di dollari, il 540% in piu' rispetto al
2004. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto del Programma
Onu per l'Ambiente (Unep).
Per l’Europa è boom di piccoli impianti, in particolare di
fotovoltaico, trainato dai 34
miliardi dollari della Germania in primis (+132%) e dai 5,5
miliardi di dollari dell'Italia
(+59%).
MONDO
In arrivo
dall’Australia
pannelli solari
ultraleggeri
Pannelli solari ultraleggeri, perché possono essere
pitturati o stampati, realizzati
grazie alle nanotecnologie.
Realizzati dal gruppo di ricercatori australiani coordinati
da Brandon MacDonald, i pannelli sono composti di nanocristalli del diametro di pochi
milionesimi di millimetro e
utilizzano appena l'1% dei materiali necessari per i pannelli
convenzionali.
La tecnologia brevettata è
basata su inchiostri contenenti i nanocristalli: scegliendo la giusta combinazione di inchiostro e superficie
e' possibile creare cellule solari efficienti usando pochissimo materiale o energia.
ITALIA
Ospedali verdi
in Basilicata grazie
ai diciannove milioni
della Sel
La Sel (Società Energetica
Lucana) ha stanziato diciannove milioni di euro per costruire impianti fotovoltaici e,
conseguentemente, abbattere
i costi delle bollette di sei
ospedali lucani.
Il primo impianto verrà
realizzato all’ospedale Tricarico, dove il parcheggio sarà
coperto da un’installazione
da 40 Kw, che eviterà l’emissione di mille tonnellate di
CO2. A seguire, saranno toccati dal progetto anche il Presidio Ospedaliero di Melfi, il
Poliambulatorio di Santarcangelo, il Presidio Ospedaliero
di Villa d’Agri e il Presidio
Ospedaliero Madonna delle
Grazie di Matera.
18
settembre 2011
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Il mondo in breve
EUROPA
ITALIA
EUROPA
MONDO
MONDO
L’UE investe in Italia
per il progetto PhotoSi
Fiumesanto 4, progetto
sardo a energia solare
Decollerà a breve
il primo volo verde
Scoperti in Antartide
12 vulcani sottomarini
L'Unione europea investe 1,2 milioni di euro su quelli che potrebbero diventare i pannelli fotovoltaici
del futuro. Il progetto si chiama PhotoSi ed e' coordinato da una studiosa italiana, Paola Ceroni dell'Università di Bologna.
Attraverso la combinazione di nanocristalli di silicio e di dendrimeri,
composti molecolari che prendono
il nome dalla loro struttura ramificata, i nuovi pannelli saranno piu' efficienti, meno costosi ed eviteranno
l'utilizzo di metalli potenzialmente
tossici. Il finanziamento partirà il
primo gennaio 2012 e avrà una durata di cinque anni.
La giunta della Regione Sardegna, su proposta dell'assessore regionale della Difesa dell'ambiente
Giorgio Oppi, ha approvato la delibera che consente di non sottoporre all'ulteriore procedura di Via
(Valutazione Impatto Ambientale) il
progetto di energia da fonte solare
della E.On Climate & Renewables
Italia Solar s.r.l.
L'impianto fotovoltaico (“Fiumesanto 4”), ubicato a Badde Tribide,
sarà generato da 45.759 moduli, occuperà una superficie di 27 ettari e
avrà una potenza di 10,75 MWp.
È San Francisco
la metropoli
più pulita
del Nord America
ITALIA
EUROPA
In Spagna
le onde del mare
producono energia
grazie all’ OWC
A Mutriku, comune spagnolo
della provincia di Guipúzcoa, è stato
attivato il primo impianto europeo
che produrrà energia sfruttando il
potenziale delle onde marine. L’impianto, con una potenza istallata di
296 kW ed una produzione annua stimata di 600mila kW/h, in grado di
soddisfare i bisogni energetici di 600
persone, è stato realizzando grazie
ad un investimento di 6,7 milioni di
euro, un terzo dei quali elargiti dal
governo basco. La centrale sfrutterà
una tecnologia che nell’acronimo inglese è conosciuta come OWC, ovvero a colonna d’acqua oscillante,
uno dei dispositivi attualmente più
maturi nel settore.
Enel, Sharp
e Stmicroelectronics
danno vita in Sicilia
alla 3Sun
Manca poco ormai e il volo commerciale più lungo effettuato esclusivamente con una miscela di biocarburanti decollerà dalla capitale
olandese. Partendo da Amsterdam
direzione Helsinki la Finnair, compagnia aerea finlandese, grazie all’accordo con il fornitore di biofuel
l’olandese SkyNRG riceverà un carico di 20 mila tonnellate di carburante ottenuto mediante la raffinazione di oli da cucina, necessario
per affrontare circa 4 tratte.
ITALIA
Reale Mutua
e Life Gate mettono
in moto l’assicurazione
eco-frinedly
Nasce a Catania la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici d’Italia.
A inaugurare l'impianto di 3Sun,
sono Enel, Sharp e Stmicroelectronics, che hanno investito 70 milioni
di euro ciascuno, oltre a 49 milioni
di project finance e di incentivo pubblico.
La fabbrica avrà una capacità
produttiva di pannelli fotovoltaici di
160 MW all'anno, che potrà aumentare a 480 MW l'anno.
"L'accordo con Sharp e Stm spiega l'ad dell'Enel Fulvio Conti - ci
ha permesso di realizzare lo stabilimento più grande d'Italia, che tra
l'altro permetterà la riduzione della
quota di pannelli importati dalla
Cina".
La prima assicurazione RC auto
“eco-friendly”: è questo il nuovo prodotto “Contachilometri Reale” di
Reale Mutua, la nuova formula polizza “Pay as you drive” pensata per
coloro che hanno a cuore la salute
del pianeta.
Grazie alla collaborazione con il
progetto Impatto Zero® di LifeGate,
infatti, per ogni polizza “Contachilometri Reale” sottoscritta, Reale Mutua donerà un euro per contribuire
alla creazione e tutela di aree verdi
in crescita in Costa Rica, lo stato con
la più alta densità di biodiversità al
mondo.
Per ogni euro donato verranno
creati e tutelati 6 mq di foresta. Inoltre, se i clienti sceglieranno per la
formula “Salva Carta” – limitando anche l’utilizzo dei documenti cartacei
– la donazione raddoppio a 2 euro.
Un nuovo riconoscimento per
San Francisco e per la sua vocazione
di città verde. A darglielo e' la Siemens, che per la prima volta ha stilato una classifica delle metropoli
più pulite del Nord America. Lo
rende noto il sito ambientalista Mother Nature Network. La classifica
viene fatta attraverso otto ''indicatori globali'': emissioni di anidride
carbonica, consumi energetici, compatibilità ambientale degli edifici,
trasporti, gestione e trattamento
delle acque, gestione dei rifiuti, qualità dell'aria, governance ambientale.
Una catena di enormi vulcani sottomarini e' stata scoperta nell'Antartide dai ricercatori del British Antarctic Survey. Si tratta di 12 vulcani,
molto dei quali attivi, scoperti nelle
vicinanze delle South Sandwich Islands. I vulcani, molti dei quali superano i 3000 metri, sono stati individuati dall'equipe di ricerca grazie a
sofisticate tecnologie sonar 3D.
La maxi scoperta, prima nel suo
genere per l'area antartica, ha lasciato gli esperti a bocca aperta:
''sono dei vulcani molti grandi, se
fossero stati sulla terra ferma sarebbero stati davvero notevoli'', ha
commentato a Live science, il vulcanologo della British Antarctic Survey, Philip Leat.
MONDO
Quasi il 20% dell’energie
deriva da fonti rinnovabili
Crisi economica, tagli ai sistemi
di incentivazione e ribassi nei prezzi
del gas non hanno fermato la corsa
delle rinnovabili, che nel 2010 sono
state in grado di fornire circa il 16%
del consumo finale di energia e
quasi il 20% dell’elettrica a livello
mondiale. A livello dell’offerta invece, la capacità delle rinnovabili ha
raggiunto quasi un quarto della produzione energetica totale. Lo certifica il "Renewables 2011 Global Status Report", con cui Ren21, una rete
politica globale di convidisione di
idee per la promozione delle ecoenergie, ha fatto il punto sul settore,
fornendo annualmente una prospettiva integrata sulla situazione delle
rinnovabili globali attraverso le tecnologie, i mercati e i Paesi.
EUROPA
Teleriscaldamento
per le eco-case di Amburgo
Ad Amburgo, per la prima volta
in Europa, le fonti di energia rinnovabili potranno essere sfruttate per
il teleriscaldamento degli edifici oltre che per la produzione di elettricità. Il progetto, sviluppato dalla tedesca E.ON, avrà un costo
complessivo di 7 milioni di euro, finanziati in parte dal Ministero dell'ambiente federale. Le abitazioni dotate di impianti solari termici
potranno immettere il calore prodotto d'estate nella rete di teleriscaldamento della E.ON, per poi "riscuoterlo" in inverno. Grazie al sistema di
immagazzinamento dell'azienda, i
singoli produttori di energia solare
non avranno bisogno di installare impianti di accumulazione autonomi.
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settembre 2011
Il mondo in breve
ITALIA
MONDO
Ai blocchi di partenza
la raccolta
differenziata
delle lampadine
Binomio
Usa-Svizzera…
e gli elvetici
fanno da maestri
Elettrodotto
Benevento-Foggia
Emanato il decreto
che dà il via libera ai lavori
La Svizzera punta a collaborare con gli Usa in materia
di energia: lo ha detto la consigliera federale Doris Leuthard dopo gli incontri a Washington con esponenti del
governo americano. Nel
campo della costruzione di
edifici a basso consumo energetico gli Stati Uniti potrebbero imparare dalla piccola
Confederazione, ha affermato
la ministra elvetica in una
conferenza stampa nella capitale americana.
Con il sottosegretario Arun
Majumdar la consigliera federale ha tra l'altro discusso sui
modi per stabilizzare i consumi di energia. In questo settore Leuthard punta ad istituzionalizzare la collaborazione
fra i due stati.
Sta per nascere un nuovo collegamento fra
Campania e Puglia: a breve comincerà, infatti, la
costruzione dell’elettrodotto Benevento – Foggia.
Nei giorni passati, il Ministero dello Sviluppo
Economico e il Ministero dell’Ambiente, d’intesa
con le regioni Campania e Puglia e dopo quattro
anni e mezzo di lavoro, hanno emanato il decreto
che darà il via libera alla costruzione dell’ “autostrada dell’energia”.
Terna, che gestisce l’intera rete elettrica nazionale, è pronta ad investire novanta milioni di
euro, a frontE di risparmi garantiti sia per i cittadini che per le imprese. L’elettrodotto permetterà
di coprire parte del deficit di produzione della
Campania.
“Notevoli i benefici elettrici ed economici” sottolinea il gestore della rete. Oltre ad una maggiore
affidabilità e sicurezza del sistema elettrico dell'area, la nuova linea elettrica produrrà un risparmio complessivo per gli utenti pari a circa trenta
milioni di euro l'anno, dovuti all'incremento di
1.000 Mw di capacità produttiva (cinquecento Mw
da produzione più efficiente e cinquecento Mw da
produzione eolica).
Sul fronte ambientale la ''Benevento II - Foggia''
consentirà una riduzione di CO2 in atmosfera pari
a centocinquantamila tonnellate l'anno, a cui si
aggiungono i benefici derivanti dalla razionalizzazione associata: saranno centocinque i chilometri
di vecchie linee aeree demoliti e trenta i chilometri di elettrodotti interrati, a fronte della realizzazione di ottantatre chilometri di nuove linee”.
L’opera interessa diciassette comuni delle
province di Benevento e Foggia. Una volta completata, il vecchio elettrodotto “Candela-Foggia”
verrà completamente smantellato.
Parte dal 1° settembre la
nuova iniziativa che ha come
progetto pilota ''Small Collection'': la raccolta differenziata
delle lampade a basso consumo esauste.
Il consorzio nazionale per
il recupero e il trattamento
di apparecchiature di illuminazione raccoglie, nei punti
vendita della grande distribuzione, tutte le lampade
usate a basso consumo.
È la prima iniziativa italiana rivolta ai consumatori
finali che ha l'obiettivo di
agevolare il mondo della distribuzione a ottemperare
agli adempimenti previsti
dal DM 65 dell'8 marzo 2010.
La normativa impone l'obbligo ai distributori-rivenditori di Apparecchiature elettriche ed elettroniche di
ritirare l'apparecchio fuori
uso al momento dell'acquisto di un nuovo prodotto,
trasportando i rifiuti presso
i centri di raccolta comunali.
Sarà Ecolamp ad effettuare il
servizio di raccolta e riciclo
dagli appositi contenitori
ubicati presso i rivenditori.
19
EUROPA
OCCHIELLO
Nella piovosa
regione del Galles
approda
l’energia solare
Anev: eolico,
obiettivo 2020
65.000 occupati
nel settore
Un ''vigneto'' solare: così il
suo ideatore, Glen Petres, ha
voluto chiamare la prima installazione del Galles per la
produzione su larga scala di
energia solare.
La capacità iniziale - come
riferiscono vari organi di
stampa britannici - dovrebbe
essere di 1 megawatt, ma
l'obiettivo è di raddoppiarla
in tempi brevi.
L'impianto sarà costituito
da 10mila pannelli solari, la
cui pellicola particolarmente
sottile dovrebbe essere la piu'
adatta al clima piovoso del
luogo.
I pannelli saranno sistemati in file - quattro metri
l'una dall'altra - come vigne e
copriranno una superficie di
2,5 ettari.
Portando avanti delle congrue politiche di governo, nel
2020 il nostro settore dell’eolico potrebbe occupare circa
65.000 lavoratori.
Lo dice uno studio dell'Anev (Associazione nazionale energia del vento), elaborato con la Uil, sul potenziale
eolico italiano.
Nonostante il dato potenziale sull'occupazione per il
2020, in caso di realizzazione
dei 16.200 MW, l'Anev denuncia gli effetti futuri della manovra economica: "L'opportunità - ha dichiarato Tabarelli
de Fatis, (Presidente ANEV)
intervenuto a Torino sul
tema: "Colletti verdi: il lavoro
in Italia al tempo dei Green
Jobs", - può nascere solo da
fatti concreti che al momento
non sembra si stiano adottando nel nostro Paese.
La manovra economica,
che prevede un taglio sui ritorni del 10%, drasticamente
colpisce il settore energetico
e quello delle rinnovabili.
Di certo non è un segnale
incoraggiante per guardare a
un futuro verde in Italia".
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settembre 2011
Way of life
E-BAY • ACQUISTI VERDI
Si chiama itHouse ed è
un’idea dello studio di architettura Taalman & Koch di
Los Angeles: una vera e propria casa prefabbricata, concepita per minimizzare l’impatto ambientale, che arriva
al futuro proprietario impacchettata e pronta per l’assemblaggio.
All’interno troviamo gli elementi dell’involucro perimetrale, in alluminio, pre-assemblati in fabbrica, leggeri e di
piccole dimensioni, insieme
agli elementi di interior e alle
chiusure esterne. Il tetto coibentato nasconde l’impianto
elettrico e di condizionamento, le armadiature e le pareti attrezzate dividono le
stanze, mentre le pareti vetrate a tutta altezza e le pareti
coibentate, con tanto di porte
già inserite, dividono gli interni dagli esterni.
Dotata di pannelli fotovoltaici che le permettono la totale autosufficienza, la casa
fai da te può essere posizionata in qualsiasi angolazione
per sfruttare al meglio la luce
solare.
Per ora, per vedere un
primo esempio, bisognerà
farsi un viaggetto in California, nei pressi del Joshua Tree
National Park. Qui la itHouse
è stata realizzata su un’area
desertica, dimostrando ai
progettisti le proprietà e le
funzionalità di un’abitazione
energeticamente autosufficiente e completa in ogni sua
rifinitura interna.
Dal pezzo riciclato alla casa green.
Il tutto a domicilio
“Alto rispetto ambientale”
è la parola magica.
Ebaygreenteam.com il sito
internet. Una vera novità internazionale nel commercio
elettronico, voluta da un protagonista del market online:
ebay. La Società, spinta da un
crescente interesse di acquirenti e venditori alla convenienza del mercato sul web,
ha deciso infatti di aprire ad
un nuovo interessantissimo
esperimento: creare la prima
piattaforma di acquisto e vendita online per chi tra i requisiti di ciò che acquista mette
sempre un ingrediente in più:
il rispetto per l’ambiente e la
salute. E come se non bastasse non si da spazio solo al
mercato di prodotti ed oggetti
nuovi, ma anche al riciclo:
molti scelgono di rimettere in
circolo cimeli spolverati, vecchia tecnologia oggi cult, accessori ed abiti.
Insomma una nuova filosofia: non gettare, ma soprattutto riciclare. Ciò che a noi
non occorre più potrebbe servire a qualcuno che magari lo
sta già cercando. L’ultima novità degli acquisti on-line è la
casa “a domicilio”, autosufficiente, ecologica, riciclabile al
98% e tutta da montare.
UN PANNOLINO PER NON INQUINARE
Pannolini lavabili in fibra di bamboo e cotone
biologico.
Sono i wikymilky, che, grazie ai bottoncini che ne
regolano l'altezza e la larghezza, vestono da 3,5 a
16 kg, come dire dalla nascita fino al vasino.
Il Bamboo e il Cotone Biologico sono fibre naturali
di altissima qualità ed hanno un alto potere
assorbente che garantisce l'effetto asciutto oltre a
importanti proprietà naturali antibatteriche,
antiallergiche e traspiranti che non si perdono con
l'usura e i lavaggi frequenti.
È disponibile anche la versione in Micropile che
offre il vantaggio di una asciugatura lampo e una
piacevole sensazione di asciutto.
ALIMENTAZIONE • EFFETTI BENEFICI
SOLE • EFFETTI BENEFICI
Contrordine, la cioccolata fa bene
al cuore e allunga la vita
Tra Sole e psiche un bel feeling.
La luce naturale mette di buon umore
Non tutto ciò che è buono fa
male! Secondo Parker, esperto in
problemi di depressione, mangiare cioccolato fa scattare a livello cerebrale la stessa risposta
chimica dei potenti farmaci antiansietà.
I carboidrati e gli zuccheri
contenuti nel cacao, infatti, permettono la produzione di endorfine e oppioidi, prodotti naturalmente
dal
cervello,
più
velocemente di molti psicofarmaci. Quando i carboidrati e lo
zucchero nel cioccolato raggiungono il sistema digestivo, 'inondano' il cervello di 'ormoni del
benessere' o endorfine. Una
sorta di elisir di lunga vita.
Altra sostanza interessante è
l'anandamide, che produce sulle
cellule cerebrali effetti simili a
quelli della marijuana, senza provocare i sicuri danni del "fumo"
ma favorendo una sensazione di
benessere, di appagamento e di
serenità.
Queste ricerche confermerebbero quindi che il piacere che deriva dal mangiare cioccolato ha
chiare basi biologiche e non solo
psicologiche.
E quindi perché non mangiare
cioccolata se poi proprio in Italia
è appena nato il primo cioccolato light del mondo? I cioccolatieri di Modica lo presenteranno
Le vacanze volgono al termine! Ancora qualche strascico
di sole e di mare per qualcuno
che non vuol accettare l’ormai
definitivo rientro al lavoro e soprattutto non vuole rinunciare
all’abbronzatura. Ma il tanto
amato sole estivo, che pure
porta i suoi benefici sia all’umore
che alla bellezza, nasconde ahinoi le sue insidie.
Effettivamente il sole può
farci invecchiare precocemente,
indebolire e sfibrare i capelli,
creare disturbi agli occhi,
esporre la pelle a rischi di tumore, ma soltanto se ci esponiamo troppo, nelle ore sbagliate
e senza alcuna precauzione!
Il sole infatti, se preso con moderazione, ci aiuta a stare bene e
ci mette di buon umore; recenti
studi hanno confermato che c'è
una correlazione fra luce e psiche: i raggi solari, soprattutto di
mattina, agiscono sul funzionamento di alcune sostanze chiamate neurotrasmettitori che regolano l'umore.
È stato dunque piacevole e rilassante trascorrere le vacanze
al mare, ma è tempo di badare
alla pelle! Alte temperature, poca
idratazione l’hanno sicuramente
danneggiata.
Ora pochi e semplici accorgimenti possono essere utili. Dap-
nell’ambito di Chocobarocco
2011 dal 28 ottobre al primo novembre di quest’anno. Due gli ingredienti: pasta di cacao e zucchero. Con vaniglia o cannella
come aromi naturali.
La tecnica risale al 1746,
quando Casa Grimaldi mise a
punto una ricetta che metteva
già allora "al bando" i grassi.
L’amalgama della pasta di cacao
e dello zucchero viene effettuata
ad una temperatura che non supera i 42 gradi centigradi, in
modo tale da preservare tutte le
componenti volatili presenti
nelle fave di cacao, come i flavonoidi, antiossidanti che combattono i radicali liberi.
Più magri, ma anche più sani:
il cioccolato così prodotto è infatti un cardioprotettivo che riduce il rischio di ictus.
prima esfoliare la pelle per eliminare le impurità: si possono
usare dei prodotti cosmetici ma
anche un esfoliante fatto in casa
con zucchero e miele.
Dopo, un impacco di olio di
oliva o mandorle e una pesca a
pezzettini donerà nuova idratazione ed eviterà l’apparizione di
macchie o screpolamento.
È importante ricordare che la
vera idratazione della pelle si fa
dall’interno: bevendo molto acqua e liquidi. Inoltre mangiare
verdure come la carota, la zucca
e gli spinaci aiutano a mantenere
la pelle brillante grazie alle vitamine e prolungano l’abbronzatura. Altra vittima sono i capelli,
ma un trattamento idratante,
con olio di oliva e avvocato, li fa
tornare in vita in una decina di
minuti!
21
A CURA DI FRANCESCA IANNONE
VELA
America’s cup 2012
Venezia vs Napoli,
al fotofinish
Per il 2012 la tappa italiana delle World
Series della America's cup, la regata velica
più famosa al mondo, sembrava ormai assegnata a Napoli. Questa, inoltre, è solo la
seconda partecipazione di imbarcazioni
multiscafo, ovvero dei catamarani. Il comune ed il sindaco della città avevano puntato molto sulla regata.
L'accordo sembrava raggiunto il 13 giugno. Ora invece, sembra che Venezia abbia
scalzato Napoli offrendo maggiori garanzie
economiche. Una cocente sconfitta per Napoli, che ha trascorso l'estate dibattendo
dei progetti per preparare Bagnoli all'evento. Si parla di un villaggio di container e di capannoni sulla colmata, del pontile Sud per l’attracco e lo start delle
barche a vela. E mentre Napoli e Venezia si
giocano la partita America’s cup, altre barche a vela fendono i mari in maniera del
tutto inusitata. Viaggiare a vela è uno dei
modi migliori per vivere il mare. Grazie allo
sfruttamento del vento come forza motrice, velieri e barche a vela sono in grado
di ridurre al minimo le emissioni nell'ambiente.
Secondo i ricercatori dell'Università
"Fourier" di Grenoble, non era ancora abbastanza. Così, hanno progettato e realizzato una imbarcazione che, grazie a pannelli fotovoltaici, impianto eolico e motore
a idrogeno ha completamente eliminato le
emissioni. È nato “Zero CO2”, prototipo di
veliero di 12 metri che non usa carburante
neppure per manovrare nel porto e utilizza
l’energia del vento e del sole per alimentare
gli strumenti di bordo, riscaldamento e sistema di controllo del motore. Con 150 litri
di idrogeno la barca ha un’autonomia di
circa 15 giorni di navigazione ed è in grado
di produrre energia per 5 appartamenti.
Il progetto, da oltre 2 milioni di euro, è
frutto della sinergia tra Commissariato
francese delle energie alternative, l’Università ‘Fourier’ di Grenoble e il cantiere navale Fora Marine di La Rochelle.
L’imbarcazione ecologica è stata presentata nei giorni scorsi a Cala de’ Medici, a
Rosignano (Livorno), sede della Solvicore.
L’azienda italiana, nata da una joint venture
con Solvay, spende ogni anno 500 milioni
di euro in ricerca e sviluppo è impegnata
nel progetto “Solar Impulse”: il tentativo di
compiere nel 2012 un giro del mondo con
un aereo a energia solare.
I quattro progettisti marinai dell’Università di Grenoble cercano finanziamenti per
un tour scientifico sull’inquinamento del
Mediterraneo.
22
settembre 2011
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Giovani talenti
INTERVISTA
Studere, studere, post mortem
quid valere? Così recita un motto latino evocato da qualche riottoso
studente di liceo. Ma i ragazzi, tanto
più se svogliati, vanno convinti a
studiare con storie vere e non con le
favole.
Così raccontiamo la storia vera di
Andrea Pirisi, un ragazzo che nel
2005 si è laureato a pieni voti in Ingegneria elettrica presso il Politecnico di Milano e a seguire si è cimentato, durante il dottorato, in studi
sui generatori elettrici azionati dal
moto ondoso o dal transito di autoveicoli.
Oggi insieme ad alcuni altri giovanotti di belle speranza ha fondato
Underground Power, un azienda del
settore CleanTech che vuole produrre sistemi capaci di convertire il
moto lineare in energia elettrica a
emissioni-zero con un impatto positivo sull’ambiente attraverso il dispositivo denominato Lybra.
Il prodotto, che esteriormente si
presenta come un dosso di rallentamento, è capace di raccogliere
l’energia cinetica che un’automobile
disperde in frenata, di convertirla in
energia elettrica e di scambiarla con
la rete elettrica nazionale, coniugando una maggiore sicurezza stradale con la produzione di energia da
fonte alternativa.
Lo stadio di sviluppo del progetto
è ancora in una fase sperimentale: i
test sul prototipo di prima generazione sono stati completati e sono in
corso i test sul prototipo di seconda
generazione, che diventerà un prodotto disponibile sul mercato nel secondo semestre 2012.
Anche la protezione giuridica è
stata garantita: attualmente Lybra è
protetto da proprietà industriale, tutelato da 2 brevetti nazionali, una
domanda PCT per brevetto internazionale in fase di esame ed un ulteriore domanda in fase di avvio.
Ma la forza di UP, oltre alla tecnologia, è il team ben assortito, caratterizzato da un'eterogeneità di
studi, esperienze e competenze che
hanno consentito di gestire e realizzare la fase di ricerca e sviluppo in
completa autonomia, dimostrando
di saper unire l’esperienza della ricerca accademica con la capacità
critica e finanziaria e la cultura imprenditoriale.
Lybra,l’energia
lungo la strada,
dove meno
te lo aspetti
UP, su e giù per il dosso
in macchina
si produce energia
Un team di giovani ha messo a punto un sistema
per convertire il moto lineare in energia a emissioni - zero
Accanto ad Andrea ci sono altri
soci di valore assoluto: Andrea Corneo, 30enne bocconiano che sa far
bene di conto; Massimiliano Nosenzo, 35enne cresciuto a pane e industria, l’imprenditore del gruppo,
è lui che “fa girare la macchina”; e
poi Riccardo Zich, il decano del
gruppo, 45enne docente al Politecnico di Milano. Un team che ora si
appresta ad affrontare la sfida commerciale: i luoghi ideali dove allestire il dispositivo sarebbero interporti, caselli autostradali, centri
logistici, stazioni di sosta che hanno
la caratteristica comune di presentare delle zone di rallentamento forzato nelle quali l'energia cinetica del
veicolo viene dispersa.
Recuperare una quota parte dell'energia sprecata consentirebbe di
produrre energia elettrica in modo
alternativo, contribuendo di fatto
alla compensazione delle emissioni
di CO2 legate al traffico viario. Una
bella storia, una storia vera quella di
UP, un’azienda che a breve, siamo
certi, vedremo affermarsi sul panorama internazionale.
CARTA D’IDENTITÀ
Nome: Andrea Pirisi
Età: 32
Luogo di nascita: Milano
Residenza: Monza
Web: www.upgen.it
Qualcosa di lui.
Laureato a pieni voti in Ingegneria Elettrica nel 2005 presso il Politecnico di
Milano dove, nel 2010, ha ricevuto con
lode il Dottorato di Ricerca.
Ha realizzato diversi prototipi sperimentali di generatori elettrici azionati dal
moto ondoso o dal transito di autoveicoli.
È autore di numerosi articoli scientifici
pubblicati a conferenze nazionali ed internazionali sulla modellizzazione di
sottosistemi elettrici ed elettronici ed è
titolare di 3 brevetti sulla generazione
da fonti alternative.
Interessi e hobbies: motocicletta,
musica rock (batteria)
Se vuoi promuovere
la tua attività su Green Voice
contattaci ai seguenti recapiti:
telefono 06.85304252 telefax 06.85301878
e-mail [email protected]
Ci puoi dire le caratteristiche salienti
di Lybra?
Uno dei principali problemi del trasporto moderno è legato allo spreco che lo
caratterizza. Il motore a scoppio, per esempio, ha un rendimento del 30% e quindi
meno di un terzo dell'energia della benzina
viene utilizzato per conferire movimento
all'autovettura, il resto è dissipato nell'ambiente in forma di calore e gas esausti.
Come se non bastasse, questo 30% viene
regolarmente dissipato dai freni ogni volta
che il veicolo è costretto a rallentare.
Lybra è un dispositivo simile ai comuni
dossi stradali, capace di recuperare l'energia che le automobili disperdono in frenata
e di convertirla in energia elettrica.
Per dare un'idea di quanta energia si sta
parlando, si consideri che in una strada urbana a media percorrenza transitano mediamente 2000 autovetture al giorno.
Installando uno dei nostri sistemi "Lybra" prima di uno Stop sarebbe possibile
produrre fino a 40.000 chilowattora l'anno,
pari all'energia prodotta da 270 pannelli fotovoltaici e sufficienti a soddisfare l'intero
fabbisogno di 17 famiglie.
Il prototipo è stato testato?
Il prototipo è stato testato recentemente
presso la corsia "drive-thru" di un fast food
ed ha dato ottimi risultati: l'energia prodotta è all'altezza delle nostre aspettative
e le vibrazioni percepite dall'automobilista
sono simili a quelle provocate dal transito
sulle pavimentazioni dei centri storici.
I prossimi passaggi verso la commercializzazione dei power bumps?
Attualmente abbiamo in programma l'installazione di un impianto pilota entro la
fine dell'anno e riteniamo che si possa avviare la fase commerciale per l'inizio del
2012.
Chi sono i vostri clienti potenziali?
Comuni, province, concessionarie autostradali, ...
Ci puoi anticipare il tipo di offerta
commerciale che volete costruire?
Stiamo pensando di basare la nostra offerta su un "soddisfatti o rimborsati": il prodotto verrà offerto in prova per 3/6 mesi a
parametro zero.
Il cliente sarà tenuto a comprarlo solo
se il dispositivo ha prodotto l'energia dichiarata al momento della stipula del contratto di acquisto.
23
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settembre 2001
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A CURA DI FRANCESCO ANDREANI ARCHITETTO
Le buone pratiche di contenimento energetico degli edifici
fanno ormai parte della cultura di progetto, l’obiettivo
di una casa energeticamente autosufficiente è davvero
vicino. Laterizi rettificati a bassa dispersione, impianti
energetici autonomi, fotovoltaici e geotermici,
con macchine sempre più affidabili per costi e gestione
sono già nella pratica costruttiva.
URBANISTICA
La fine
dell’urbanistica
dopo l’ultimo
dopoguerra
Sostenibilità
in architettura: non
tutto è come appare
Quali delle numerose buone pratiche che circondano il mondo e
la rinnovata attenzione ambientale sembrano oggi sostenere e vincere la prova dell’efficacia, di un’applicazione destinata a durare? Quali
possono entrare nella cultura reale
della città e dell’architettura e rimanervi, senza il probabile destino di
un veloce consumo tecnologico
senza riciclo?
Alla scala della città le innovazioni più convincenti interessano gli
spazi comuni dei nuclei urbani, tra i
quali spicca l’introduzione della pratica di recupero delle acque piovane. Se regioni come Umbria e Puglia hanno già introdotto obblighi
normativi per edifici e nuovi comparti (L.R. Umbria 17/2008, L.R. Puglia 13/2008) la buona pratica modificherà le dotazioni di verde
pubblico degli insediamenti urbani e
con esse il disegno di parchi e giardini. Un esempio particolarmente
nobile è dato dall’opera di Peter Latz
in Lussemburgo.
Dello stesso segno ma con qualche difficoltà per un eccessivo ottimismo gestionale è il secondo segmento di questa buona pratica
ovvero la depurazione naturale delle
acque di recupero, la fitodepurazione, ancora troppo costosa nell’esercizio e nella manutenzione.
L’idea di bilancio energetico complessivo della pratica è fondamentale nella nuova attenzione ambientale. Alcuni protocolli internazionali
(LEED, HQE) assegnano a quest’idea
un valore particolare. In breve, nel
bilancio occorre valutare non solo
gli effetti immediati della proposta
ma anche le condizioni preliminari e
successive ovvero i costi globali
della tecnologia o della pratica, i costi di esercizio, di gestione, di manutenzione, l’energia spesa per accendere e gestire nel tempo la nuova
pratica. I protocolli ambientali italiani trascurano l’aspetto gestionale,
quasi in continuità con un vizio solo
recente della cultura del progetto
italiana, che dagli anni ’70 astrae
con ostinazione dalle condizioni di
manutenzione delle qualità pubbliche e private, dalle grandi opere ai
piccoli dettagli delle architetture.
Per questo in alcuni protocolli ambientali la vecchia pratica d’uso di
materiali da costruzione naturali locali corrisponde ancora ad una
buona pratica da seguire per il risparmio di energia dei trasporti. Oppure l’uso di materiali naturali ad
alto tasso di manutenzione, come
l’uso esterno e diffuso di legno nei
paesi mediterranei, vanifica e con-
traddice la sostenibilità delle scelte.
Le architetture “sostenibili” italiane
e spagnole sono piene di affascinanti
rivestimenti in legno naturale destinate nella realtà a cicli di manutenzioni frequenti e costosi per il clima
dei luoghi. In questa singolare vicenda che è la cultura del progetto
troviamo architetture traboccanti di
materiali naturali, di fantastici giardini pensili a tutte le altezze, facili
immagini virtuali che fanno sognare
ma che nulla dicono della loro sostenibilità reale e, in quanto reale, davvero ambientale.
Positive e durature sembrano invece le buone pratiche di contenimento energetico degli edifici. Con
una velocità sorprendente sono entrati nello standard ordinario nuovi
modifiche intelligenti e raffinate di
materiali consolidati e l’obiettivo di
una casa energeticamente autosufficiente è davvero vicino e prossimo
alla cultura ordinaria del progetto.
Laterizi rettificati a bassa dispersione, impianti energetici autonomi,
fotovoltaici e geotermici, con macchine sempre più affidabili per costi
e gestione sono già nella pratica costruttiva. Ma l’immagine di questa
nuova casa “sostenibile” piuttosto
che ai sogni vetrati degli architetti,
impossibili ed elitari per costi e destinazione sociale, si avvicina invece
a quella della tradizione muraria, impegnata però in una misura nuova
tra chiusura e apertura di un edificio, tra la necessità di una prevalente ed energetica superficie muraria e il fascino dell’apertura
dell’edificio verso la luce ed il paesaggio.
ELOGIO DELLA REALTÀ
La cura ambientale, con
un vigore sempre
crescente, ha già prodotto
una grandissimo lavoro
fatto di sistemi, nuove
tecnologie, prodotti,
dispositivi, processi e
protocolli alla grande scala
e alla scala di dettaglio
della vita quotidiana.
Ma non tutte le nuove
conquiste di questo lavoro
superano l’esame del
tempo, dell’esperienza,
dell’applicazione duratura
ed efficace, e divengono
per questo buone pratiche,
collaudate e disposte
all’imitazione per la loro
validità. L’euforia
tecnologica già fiorita
negli anni ‘70 lasciò sul
campo molti ingombranti
relitti di piccole e grandi
tecnologie inattuali.
ARCHITETTURE • AVATAR
ARCHITETTURE • CASTEL DEL MONTE
La Milano insostenibile
Il nuovo sguardo sulle terme federiciane
Un po’ di ironia non guasta
nell’ osservare l’architettura, in
particolare quella che guarda al
mondo della sostenibilità ambientale.
L’osservazione ironica è resa
ancora più facile dalle possibilità
del disegno virtuale, dei render
fantastici che illudono e indicano
mondi di Avatar sospesi e senza
radici.
Uno dei tipi allegri dell’architettura avatar dei nostri giorni è
sicuramente il paradosso ambientale ovvero l’irresistibile tentazione di rivestire con il verde
qualsiasi progetto, come se l’ar-
Uno studio interessante rinnova la storia di uno dei monumenti più affascinanti dell’architettura italiana, Castel del
Monte, costruito da Federico II
di Svevia in Puglia.
Edificio singolare, castello
senza difese, palazzo senza città
e consuete comodità, per la sua
concezione geometrica è stato
spesso considerato come monumento esoterico e enigmatico. Il
lavoro di due ricercatori del Politecnico di Bari, Fallacara e Occhinegro, restituisce con esattezza a Casteldelmonte il valore
funzionale ed esemplare di
chitettura fosse una vergogna da
coprire.
Tra le diverse insostenibilità
dei nuovi e brutti quartieri Citylife e Milano-Porta Nuova segnaliamo quella dei Boschi Verticali,
affascinanti grattacieli di grandi
alberi e fioriere giganti che sembrano interrogare il cittadino
sulle spese condominiali, sulle
perdite di umidità dal piano di
sopra, su tempi e modi della potatura, sui venti ai piani alti e le
cadute ai piani bassi.
Vedere per credere:
www.city-life.it
www.porta-nuova.com
splendida architettura termale,
dedicata all’imperatore e alla
sua corte, costruita sul recupero
delle acque piovane e sulle tecniche di ventilazione passiva di
tradizione araba.
Le otto torri angolari non
erano torri di difesa militare ma
accurati dispositivi di raccolta
delle acque piovane con cisterne in copertura e una rete
idrica complessa e nascosta che
alimentava le sale a diversa temperatura del percorso termale.
La storia si trova in “Castel del
Monte”,
Polibapress
2011,
www.retevitruvio.it
Le recenti disposizioni del Piano
casa, promosse dal governo Berlusconi e poi recepite dai governi regionali in modo convinto e spesso
con importanti aggiunte ed articolazioni (Lazio, Puglia 2011) non devono essere considerate come l’ennesima “deroga” di un governo
schierato dalla parte dei cementificatori e degli speculatori. Sono il
segno di un cambiamento avvenuto da tempo nel campo della disciplina del progetto urbano, di
quelli che si occupano della trasformazione edilizia del territorio,
di quella cultura che concretamente muove e regola la trasformazione del territorio, del paesaggio e delle città.
Quella cultura credeva fermamente che il progetto urbano potesse dirigere e dare forma alla
città, che fosse nel potere del progetto pubblico, attraverso i Piani
regolatori delle città e del territorio, costruire forme e sistemi, logiche e qualità formali e civili.
La disciplina del progetto
urbano in Italia vive
ormai una crisi evidente
di identità e di ragioni
Quell’idea, così semplicemente
espressa dalla legge urbanistica
1150 del ‘42, la legge urbanistica nazionale ancora in vigore in Italia,
venne messa in crisi nella seconda
metà degli anni ’90 dalle politiche
del Governo Prodi, che, di fronte
alla rigidità della pianificazione urbanistica vigente, propose piani di
riqualificazioni territoriali e locali
che per la prima volta “derogavano”
dalla pianificazione ordinaria.
Da allora e non solo oggi la disciplina del progetto urbano in Italia
vive una crisi evidente di identità e
di ragioni, divisa tra il necessario
ruolo di attività ordinaria dedicata
alle regole della città e del territorio
e l’esigenza di accompagnare senza
contraddire, di acconsentire al
basso profilo disegnato per lei dalla
cultura politica e civile.
Quello che molti si aspettavano
da questo, come da un qualsiasi altro governo, ovvero la riforma di
senso comune dell’impianto istituzionale della cultura del progetto, la
modifica del tessuto ordinario
delle regole, del lavoro degli autori
della città, oggi disorientato e impossibile, ingolfato da sovrapposizioni di ruoli e obiettivi, inefficaci
e inutili fino al paradosso dell’immobilità, tutto questo non è accaduto.
La società politica ha preferito
perseguire la strada facile delle deroghe e degli obiettivi ignorando il
tessuto quotidiano delle regole, alimentando contrapposizioni con il
mondo delle istituzioni dedicato al
territorio.
Difficile da comprendere è anche
il silenzio della cultura urbana italiana che preferisce l’omissione
della proposta e l’orgoglio della disciplina perduta.