Monitor 259/06

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Monitor 259/06
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RADIO • TELEVISIONE • VIDEO • MULTIMEDIA • POST-PRODUZIONE • AUDIO • ALTA FREQUENZA
Rivista mensile specializzata • N° 259 • Ottobre 2006 • Anno XXVIII • ISSN 0394-0896
PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • VIALE S.MICHELE DEL CARSO, 11 • 20144 MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: [email protected] • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM
IBC 2006 Amsterdam:
quasi tutto
come semprei
Mezzo mobile SBP:
alta definizione
senza compromessi
Panasonic HD:
tutti i prodotti saranno
multistandard
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a bro nza.tv
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Anno XXIX n. 259 - ottobre 2006
ISSN 0394-0896
4 Il fascino dei pirati nell’era dei
computer
MediaAge srl
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6 Glossario della Mobile Tv
16 IBC 2006:
quasi tutto come sempre
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della Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal
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Hanno collaborato:
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Bertini, Salvo Miccicchè, Piero Ricca, Maria
Ronchetti.
Nei siti della “convergenza” di Monitor troverete
tra gli altri contenuti:
la Guida RadioTv delle radio e tv private
(www. guidaradio.tv)
le proposte di Monitor Lavoro
(www.monitor-radiov.com/lavoro)
le emittenti radio tv in diretta nella rete da tutto il
mondo
(www.webcastitaly.com)
8 L’alta definizione in Europa
11 L’importanza del controllo sul
segnale video
28 Transizione completata
in casa Apple
30 Alta definizione senza
compromessi nel nuovo mezzo
mobile SBP
12 Case di produzione: Movie & Arts
con Quantel per HD Grading
Amsterdam: Panasonic
34 alla finestra
4
Il fascino dei pirati
nell’era dei computer
Johnny Depp è il pirata Jack a capo di una ciurma di zombie. Magia, mistero e immagini coinvolgenti grazie
ai ‘trucchi’ della computer grafica
Il capitano Jack Sparrow (Johnny
Depp), Elizabeth Swann (Keira
Knightley), Will Turner (Orlando
Bloom) e gli altri fratelli della Costa
hanno già issato le vele e sono pronti
per un’altra incursione nelle sale di
tutto il mondo con la terza puntata
nella saga dei Pirati dei Caraibi.
In effetti il secondo film della serie,
che da noi è uscito come “Pirati dei
Caraibi” tout-court, rappresenta una
deliziosa avventura nei mari dell’alta
definizione e degli effetti speciali: nei
quasi quattrocento chilometri di film
girati in 13 mesi a partire dal Febbraio
2005 si annidano circa 1400 effetti speciali, la metà dei quali includono caratteri CG.
Protagonista dell’ardimentosa impresa, una ciurma di lupi di mare di tutto
rispetto: nostromi come Craig Wood
e Stephen Rivkin, ceffi da Eddie
Awards; nocchieri del calibro di Gore
Verbinski e tutto un equipaggio abituato a escogitare le peggio diavolerie nelle peggiori tempeste.
Questa gentaglia è stata in grado di
affrontare e risolvere situazioni di non
poco rischio. Una delle sfide più stressanti è stata quella con il tempo: per la
postproduzione si è trattato di ultimare tutto in meno di sei settimane,
dopo che le riprese nei Caraibi erano
state ritardate dagli impietosi uragani
che hanno complicato non poco lo
shooting in contemporanea dei due
follow-up. Inoltre c’erano da pianifica-
Johnny Depp sul set della saga dei pirati dei Caraibi
Monitor n° 259 -ottobre 2006
re accuratamente tempi e metodi
della release. Si è trattato insomma di
una grande performance collettiva,
portata avanti in condizioni di enorme
pressione.
L’importanza dell’editing
Il setup di editing per i due ultimi film
della serie piratesca è lo stesso usato
per il primo, con sistemi multipli Film
Composer XL su piattaforma
Macintosh collegati a una soluzione
shared-storage della Avid Unity Media
Network. Per la seconda puntata, il
team di editing - gente come il primo
assistente Simon Morgan, il Visual
Effect Editor Chris Capp (che si è
occupato di qualcosa come 1400
effetti visivi), Alan McCurdy di Avid, il
Film Assistant Kindra Marra e l’ aiutoEditor Dylan Quirt - ha gestito circa 3,5
TB di media usando sei sistemi Film
Composer XL.
L’eccellente capacità di storage e la
versatilità dei sistemi Avid Unity sono
state essenziali. Il Primo Assistente
Morgan è uno che con un nome del
genere deve saperla lunga sulla pirateria di lungo corso, e parlando di un
lavoro portato avanti a ritmi da sette
giorni alla settimana, aggiunge: “Il
media management con Avid Unity è
praticamente invisibile a tutti tranne
me. Uno può aggiungere un terabyte
di roba durante la pausa pranzo e gli
editor non se ne accorgono neppure”.
I miracoli di Avid
Morgan apprezza molto anche la
capacità dei sistemi Avid Utility e Film
composer di funzionare senza intoppi
e di lavorare facilmente con i sistemi
audio Digidesign Pro, nonostante il
volume di materiale: “Quando fai un
film di questo genere - dice - non hai
tempo per occuparti cose che non
funzionano. L’affidabilità e la stabilità
dei sistemi sono stati assolutamente
fondamentali”.
Le riprese sono andate avanti per circa
200 giorni, pertanto Wood e Rivkin
hanno avuto la possibilità di raffinare il
montaggio prima di lavorare con
Verbinsky per l’editing finale. In questa fase, Film Composer è stato utilissimo per creare e mettere da parte
una varietà di opzioni diverse da sot-
Monitor n° 259 - ottobre 2006
La nave dei pirati nel pieno di una tempesta tropicale
toporre al regista per consentirgli di
prendere decisioni in tempi brevi:
“Siamo riusciti - spiega Wood” a mettere assieme una grande quantità di
scene, riordinare le idee e i cambiamenti strutturali da sottoporre a
George senza dovere ricominciare da
capo ogni volta che lui arrivava”.
Sulla timeline Avid, sono stati usati
diversi layer di video per organizzare
una grande quantità di materiale. Al
materiale prodotto in ripresa, residente sul layer più basso, si sono sovrapposti layer su layer di effetti degli
effetti visivi che si andavano sviluppando. “E’ fantastico - aggiunge
Wood - avere a disposizione versioni
differenti e usarle in questo modo. A
volte torni a una versione precedente
dell’effetto e te la ritrovi immediatamente disponibile per il confronto,
oppure vai ancora più indietro e studi
la ripresa originale”.
Avid Unity ha favorito notevolmente
anche l’approccio al co-editing: Wood
e Rivkin lo hanno abbondantemente
usato per condividere le scene e passarsele da uno all’altro per raffinarle
progressivamente. “Abbiamo - ricorda Wood - sperimentato idee per
accorciare scene e perfezionare il racconto dove pensavamo fosse necessario. Fra editor ci passavamo il materiale e parlavamo di come ci sembrava. Le idee rimbalzavano, era come
avere lì il regista anche quando lui era
fuori per le riprese”.
Gli Effects Tools di Film Composer
sono stati usati a tutto spiano, a partire da AniMatte e gli split-screen, per
elaborare sequenze di effetti visivi di
notevole complessità come quelli che
vedono protagonista il mostro marino
animato Kraken.
“Quando si lavora a un progetto così
effects-oriented, - afferma Rivkin - la
vera sfida si basa sull’immaginazione
necessaria a fare dell’editing su cose
che non ci sono. Occorre usare gli
strumenti adatti per ottenere un buon 5
senso del ritmo e del timing”.
Rivkin si riferisce alle sequenze dell’
attacco al Kraken, un mostro marino
citato per la prima volta in certe oscure leggende norvegesi del dodicesimo secolo. Descritto come una gigantesca seppia, grande come un’isola e
dotato di innumerevoli quanto terrificanti tentacoli, è stato magistralmente
dato alla luce da una schiera di artisti
degli effetti visivi negli studi Industrial
Light + Magic.
Il supervisore agli effetti visivi, John
Knoll, spiega: “ Le sequenze del
Kraken sono state ampiamente previsualizzate: abbiamo eseguito riprese
specifiche per adeguarci all’impronta
animatica. Si tratta di scene tecnicamente molto complesse anche perché
implicano parecchie interazioni: ci
sono ad esempio inquadrature dell’intera nave, con dozzine di spaventosi
tentacoli che sbattono gente fuori
bordo da tutte le parti del ponte.
Mettere assieme tutti i componenti è
molto difficile, ogni scena ha richiesto
mesi di impegno”.
Il Kraken e i suoi disgustosi tentacoli
sono stati modellati dagli animatori
della ILM con l’aiuto di parecchi tool
software. I tentacoli in particolare
sono passati per un’animazione keyframe in Autodesk Maya, seguita da
un passaggio di simulazione - carne
sulla piattaforma Zeno, la stessa che
ha curato l’assortimento delle inquietanti ventose. Le scene sono state successivamente arricchite da elementi
atmosferici come fumo e spray, anche
se molto mare e molta nebbia sono
anche stati ripresi dal direttore della
fotografia Dariusz Wolski.
I sistemi Digidesign Pro Tools sono
stati i protagonisti della composizione, del sound e music editing ed
anche del mixing. Il team del sonoro
forniva costantemente elementi sotto
forma di file .WAV che venivano facilmente integrati nell’editing in corso,
mentre dai tecnici di editing arrivava-
no file OMF da usare come trackguida. Questo livello di interoperabilità fra sistemi di editing audio e immagine hanno permesso ai tecnici di
definire il lavoro in modo da non avere
sorprese in fase di mixing.
“ Avevamo - ricorda Wood - un OMF
a disposizione sullo stadio mix delle
tracce Avid fino al mix finale, così se ci
veniva in mente qualcosa da rubare
dalla versione grezza del film, potevamo incorporarlo immediatamente
nella versione finale. Lo abbiamo fatto
parecchie volte”.
Wood e Rivkin hanno creato colonne
sonore altamente sofisticate, utilizzando a piene mani le estese capacità
audio di Film Composer durante tutto
il procedimento di editing.
“ Abbiamo organizzato la colonna
sonora in tre tracce, - spiega Rivkin - in
modo che il parlato e gli effetti hard
arrivino dal centro, mentre il sottofondo e la musica stereo siano a destra e
a sinistra. Questo aiuta molto il lavoro,
perché simula al meglio la percezione
dello spettatore in sala”.
Il lavoro però non è finito. Per adesso,
l’attenzione del pubblico rimane focalizzata sulla seconda parte della saga,
quella che da noi si chiama “Pirati dei
caraibi”, ma i fratelli della Costa stanno mettendo a punto un altro spettacolare colpo di mano: “Pirates 3”
dovrebbe essere in vista verso
Maggio. “Se gli spettatori lo accogliessero come ‘L’impero colpisce
ancora’ ne sarei molto felice”, pare
che abbia detto Wood scolando un
bicchiere di rhum.
SCHEDE - IN BREVE
6
Tecnologie della Mobile Tv
Glossario dei termini più comuni della televisione ‘mobile’
reti UMTS che offre, a differenza del digitale terrestre, la possibilità di uplink per i dati di ritorno. Può essere usato sia per la mobile-TV che per
servizi “download and play”. Lo sviluppo delle
reti e la commercializzazione dei dispositivi sono
attesi non prima del 2007; per quasta tecnologia non dovrebbero sorgere problemi di disponibilità di spettro.
1seg / ISDB-T
One segment / Integrated Services
Digital Broadcast - Terrestrial
Utilizza uno dei 13 segmenti ISDB-T (HDTV usa
gli altri 12 e uno è per la separazione dei canali). 1seg usa video H.264 e audio AAC.
Supportato o in test da KDDI, Matsushita, NEC,
Sanyo, Sony e dal governo brasiliano. Si tratta di
un sistema sviluppato in Giappone, implementato commercialmente a partire da Aprile 2006.
3G
3rd Generation mobile communications
Supportato o in test da Hutchinson’s 3 UK, AT&T,
MobyTV, Orange, Vodafone. La limitata capacità
delle reti implica una capacità di trasmissione
relativamente ristretta (di fatto si tratta di uno
stream TV) e di conseguenza un notevole impiego di risorse.
DVB - H
Digital Video Broadcasting - Handheld
Supportato o in test da ETSI (European
Telecommunications Standards Institute),
Motorola, Nokia, O2/Aeqiova. Sony Ericsson. Il
DVB-H richiede un’alta capacità di rete e ha bisogno di parecchio spettro allocato. Il servizio
commerciale è stato lanciato nel 2006 da 3 Italia
MediaFLO
Media Forward Link Only
Supportato o in test da BSkyB (UK), CNN,
Disney, LG Electronics, Samsung, Verizon
Wireless. E’ l’unica tecnologia proprietaria sviluppata dalla statunitense Qualcomm. Si tratta
di un sistema end-to-end di trasmissione audio e
video in streaming o clip. Interessante per i bassi
costi di trasmissione.
e Tim in Italia e dai quattro operatori tedeschi in
Germania, in occasione del campionato mondiale di calcio. Un ibrido di questo standard, DVBH+, è in fase di sviluppo per offrire i servizi da
satellite.
MBMS
Mobile Broadcast / Multicast Service
Supportato o in test da 3GPP (3rd Generation
Partnership Project). Servizio di broadcast via
T-DMB
Terrestrial - Digital Multimedia Broadcast
Supportato o in test da LG Electronics (Corea),
Samsung, BT, Deutsche Telekom, SK Telecom,
Virgin Mobile e da emittenti DAB. Il servizio è
iniziato in Corea del sud nel Dicembre 2005.
Appoggiandosi alle infrastrutture DAB esistenti,
questo standard ETSI consente di ridurre al minimo i costi di start-up.
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S E Z I O N E
L’alta definizione
entra nelle case europee
8
Tra sperimentazione e programmi veri e propri parte in tutta Euriopa l’alta definizione televisiva
L’avventura dell’ HDTV nel nostro
continente prosegue, fra momenti di
entusiasmo e cadute di ritmo che talvolta rendono abbastanza indefiniti i
contorni dello stato dell’arte dell’operazione Alta Definizione europea.
Esistono in effetti alcuni fattori ancora
in via di stabilizzazione. In primo luogo
la convivenza fra modelli di business
diametralmente opposti come quelli
della pay-tv e della tv gratuita, che al
momento vengono adottati a seconda delle caratteristiche delle emittenti: esempi classici possono essere
quelli della tedesca Premiere e della
britannica BBC.
Altro aspetto interessante è quello
delle infrastrutture di trasmissione. Al
momento la competizione vede in
testa il satellite, sul quale transita il
novanta per cento dell’alta definizione
europea lasciando le briciole a cavo,
internet e reti terrestri.
Sul versante delle grane c’e’ da mettere in rilievo il ruolo quasi totalmente
passivo della Commissione europea,
la quale dodici anni or sono realizzò
grandi investimenti sulla televisione
analogica ad alta definizione per poi
decidere, dopo il clamoroso flop di
questa tecnologia, di riservarsi una
funzione regolamentatrice da implementare dopo che il mercato avrà
determinato l’espansione dell’ HD
digitale. A livello di istituzioni europee, purtroppo, l’assoluta mancanza
di una qualche visione strategica del
settore audiovisivo è ancora una triste
realtà. D’altra parte alcuni governi
nazionali, primo fra tutti quello francese, sono impegnati a dare appoggi e
impulso alla televisione del futuro.
Ma ecco una rapida panoramica sulla
situazione dell’ alta definizione in
alcuni paesi europei:
Germania
E’ stato uno dei primi paesi che hanno
scommesso sull’ alta definizione e il
primo a trasmettere regolarmente in
HDTV. L’ exploit più notevole, fino ad
ora, è stata la trasmissione del campionato mondiale di calcio nello scorso Giugno.
Premiere
I ricevitori, omologati da Premiere,
vengono acquistati dagli abbonati.
Per l’ HD, al momento i fabbricanti
omologati sono Pace, Humax e Philips
- tutti con chip MPEG4/DVBS2 diversi
fra loro.
L’offerta commerciale di Premiere, lanciata nel Gennaio 2006, comprende
tre canali: HD Film, HDSport e
Discover HD. A breve termine, non si
prevedono piani di aumento del
numero dei canali.
Commercialmente il modello si basa
su upgrade rispetto ai canali standard;
il cliente può anche acquistare l’accesso scontato all’intero pacchetto HD,
abbonandosi con la formula
“Premiere Komplet”. La strategia
commerciale è basata sull’enfatizzazione della comunicazione verso gli
abbonati esistenti e sulla dotazione di
ricevitori HD nei punti vendita.
Attualmente Premiere ha 20.000
abbonati via satellite, di cui il 90% ha
sottoscritto la formula Komplet al
prezzo di 12 euro.
Le attese dell’emittente sono di
500.000 abbonati entro i primi sei mesi
del 2008, mentre per l’inizio dell’anno
prossimo è previsto il lancio del servizio VOD per ricevitori PVR.
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Da rilevare anche la presenza sul mercato di SATI e Prosieben, che tuttavia
non trasmettono in HD a tempo
pieno.
Gran Bretagna
Sky
Ha lanciato il pacchetto HD nello scorso Aprile, raccogliendo 40.000 richieste di abbonamento in due mesi. Il
ricevitore costa 299 sterline, mentre la
quota di abbonamento è di 10 sterline
mensili.
Il ricevitore è anche PVR con hardisk
da160 GB che permette di registrare
80 ore di trasmissione standard o 30
ore di HD. L’audio utilizza Dolby 5.1
per home cinema.
Ampia l’offerta di canali HD: Sky
Sports, Sky Movies, Arts World HD,
Nat Geo HD, Discovery HD. La strategia di sviluppo prevede di inglobare
altri canali tematici esterni, ma l’operazione ha tempi lunghi.
BBC
E’ stata l’unica emittente europea a
trasmettere in chiaro parecchie partite
del campionato mondiale di calcio. La
10 programmazione completa, del resto,
viene trasmessa costantemente in
chiaro.
Francia
S E Z I O N E
Italia
I giochi olimpici di Torino sono stati
ripresi in alta definizione e trasmessi
via satellite ma anche via rete terrestre
in ambito locale.
SKY Italia ha iniziato le emissioni
HDTV con la finale di Champions
League e ha proseguito con un canale di alta definizione per il campionato
mondiale. Attualmente l’offerta di Sky
prevede tre canali HD DVBS2/MPEG4
al costo di 7 euro al mese. Per quanto
riguarda i ricevitori, la scelta e caduta
su Pace e Amstrad.
Belgio
Euro 1080 è stata, nel Gennaio 2004, la
prima emittente europea a trasmettere in alta definizione. Attualmente
copre l’intero continente con i suoi
canali HD1, HD2 e HD5.
L’azienda si è assicurata i diritti di trasmissione a livello europeo del campionato mondiale di calcio nelle sale
cinematografiche e ha anche ritrasmesso le partite in Belgio, Polonia,
Ucraina e Lettonia.
HD1 viene anche trasmesso via cavo
in Olanda; è prevista la prossima
entrata in servizio del nuovo canale
HD5.
Portogallo
Cabovisao sta emettendo in alta definizione da più di un anno, grazie
all’accordo stipulato com Euro 1080
per la diffusione del segnale di HD1.
Le partite del mondiale di calcio sono
state trasmesse in una catena nazionale di sale cinematografiche.
Spagna
RTVE
L’emittente pubblica spagnola sta realizzando prove in alta definizione; l’ultima si è tenuta in occasione della visita papale a Valencia.
Imagenio
Ha annunciato per Dicembre l’avvio di
canali in alta definizione all’interno
della propria offerta televisiva.
Digital+
S sta preparando per l’inizio della programmazione in alta definizione all’inizio del prossimo anno. Due produttori di decoder stanno lavorando perché
l’offerta sia pronta entro la fine anno.
Joint ventures
Il canale pubblico franco-tedesco
ARTE ha annunciato l’inizio delle trasmissioni in alta definizione con la
Carmen di Bizet in diretta dall’ Opera
Nazionale di Berlino.
Sia CanalSat che TPS sono in aria con
servizi in alta definizione da alcuni
mesi e ciascuna emittente conta con
circa 33.000 ricevitori.
Nessun movimento previsto in tempi
brevi sul cavo, ma sul fronte delle reti
terrestri sono da evidenziare le prove
in corso a Parigi, Lyon e Marsiglia con
MPEG4 HD 12 Mbps (11 video + 1
audio).
In Adsl dovrebbero uscire le proposte
alle quali stanno lavorando Orange
Free e Neuf Cegetel; a questo proposito, pare che la scelta degli 8 Mbps
adottati da Orange sia nettamente
vincente per qualità su quella di Free
che trasmette a 5 Mbps.
Paesi nordici
L’emittente pubblica SVT ha trasmesso il Mondiale in alta definizione via
satellite e su rete terrestre, peraltro
con copertura minima. La scarsa diffusioni dei ricevitori ha portato ad un
accordo per la trasmissione del segnale a 45 cinema ad alta definizione.
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S E Z I O N E
L’importanza di controllare
il segnale video
di Mike Waidson - Video Applications Engineer - Tektronix Measurement Business Division
Esiste una tendenza a pensare che la filiera digitale, dall’acquisizione alla trasmissione, garantisca la perfezione del
segnale relegando fra gli sgradevoli ricordi del passato qualsiasi tipo di contaminazione.
Purtroppo non è così. Il digitale offre
indubbiamente innegabili vantaggi,
ma può sicuramente essere afflitto da
molti dei problemi classici delle situazioni analogiche in praticamente ogni
stadio di un sistema complesso di
broadcast, dalla ripresa alla messa in
onda finale.
E’ raro che un programma televisivo
arrivi allo spettatore senza prima essere stato formattato, copiato, modificato, compresso, decompresso, modulato, demodulato, multiplexato,
demultiplexato, uplinkato e downlinkato - il tutto possibilmente per dozzine di volte. La minaccia per la sopravvivenza di qualsiasi segnale digitale è
data dal fatto che durante tutti questi
passaggi, bastano uno o due bit di
dati corrotti per mandare in crisi l’intera catena.
Presto e bene
Perché succedono cose del genere?
Dove può nascondersi un problema in
grado di saltar fuori quando è troppo
tardi e bloccare l’intero sistema?
Molto spesso la colpa è di qualcuno
che “si arrangia” con, per esempio, il
primo pezzo di cavo o il primo connettore BNC che si trova in mano.
Il ritmo concitato delle operazioni
esterne e delle acquisizioni, causato
Monitor n° 259 - ottobre 2006
dalla proliferazione dei canali e del
materiale richiesto per fornirli di contenuti, implica il fatto che spesso le
cose devono essere fatte molto in fretta. Il problema è che “presto e bene
raro avviene”: succede anche ai tecnici più esperti e più qualificati. Nella
fretta, se ci si trova di fronte a uno scatolone pieno di cavi, la tendenza è
quella di afferrarne uno che sembra
quello adatto. Ma non è detto che,
solo perché è del colore giusto, quello sia veramente un cavo HD: cavi e
connettori hanno le stesse forme e
dimensioni, il colore varia a seconda
del fabbricante. Aggiungendo ancora
componenti inadatti, il problema si
aggrava fino al punto da renderne faticosissima la localizzazione. Si possono
sprecare ore, anche giorni, nel tentativo di revisionare, riparare o un qualche modo mettere a posto un VTR che
è stato inserito nel sistema, per poi
accorgersi che il problema vero risiede in un cavo SD di qualità insufficiente, distante cinque metri.
La cosa può assumere aspetti ancora
più drammatici in un ambiente di
broadcasting esterno, sia in situazioni
di breaking news che per eventi sportivi o eventi live. Fuori dall’ambiente
controllato dello studio, è cruciale disporre della possibilità di trasmettere il
segnale in maniera flessibile e affida-
bile. Una contaminazione, anche se
non immediatamente apparente, può
causare grossi problemi in una situazione live: il sistema, senza preavviso,
11
può semplicemente smettere di funzionare - e quasi sempre nel momento sbagliato.
Salvare l’investimento
Le aziende investono decine o centinaia di milioni per passare a sistemi
HD. Molto spesso spendono anche
parecchio denaro per essere sicure
che le attrezzature basilari, come cavi
e connettori, siano all’altezza. Ma i
vecchi equivalenti SD, spesso piazzati
nello stesso cassetto, prima o poi trovano la strada per risalire alla superficie e ricomparire nei sistemi HD: un
pezzo di cavo qua, un BNC di riserva
là, ecco fatto. Spesso si tratta di soluzioni di emergenza che funzionano,
ma l’effetto cumulativo a lungo termine è il quasi inevitabile insorgere di
grossi e fastidiosi problemi di difficile
soluzione, tali da compromettere l’
operatività di un nuovo sistema HD.
Per affrontare le epidemie da contaminazione, l’unico sistema che funziona è quello di seguire rigorosamente
una tabella di controlli periodici utilizzando strumenti di monitoraggio che
forniscano Eye Diagram e mosurazioni
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di jitter. Sono due test critici per essere sicuri che un segnale HD rimanga
effettivamente HD. La prevenzione
della contaminazione, insomma, è
forse ancora più importante della
segnalazione di eventuali guasti.
Strumenti come la serie di monitor di
forma d’onda multiformato WFM700
della Tektronix assicurano le caratteristiche di monitoraggio indispensabili
nella produzione, postproduzione,
distribuzione e trasmissione di contenuti videi digitali a definizione standard e alta definizione.
La proposta Tektronix
Per ambienti ibridi HD/SD, il modello
multiformato WFM700A fornisce gli
strumenti per eseguire monitoraggi in
ambiente operativo ed eseguire operazioni come il controllo di validità del
segnale e della qualità del contenuto,
il settaggio dei livelli e la verifica dei
S E Z I O N E
percorsi di segnale. Il modello
WFM700HD è la sua versione soloHD.
Il WFM700M ha tutte le funzioni del
WFM700A, più capacità di analisi digitale molto importanti nella progettazione, installazione e manutenzione di
sistemi video digitali, compresi eye
diagram con misurazioni automatiche
e misurazione di jitter e dati per formati sia SD che HD. Con il supporto
del monitoraggio dell’audio digitale,
l’utente è in grado di espandere le
funzionalità di ogni configurazione
WFM700 monitorando sia audio che
video digitali attraverso un unico strumento.
Questi prodotti combinano il meglio
dei monitor di forma d’onda tradizionali con l’accuratezza, la ripetibilità e
la stabilità ottenibili dalla tecnologia
digitale. Il design modulare permette
all’utente di acquistare le funzionalità
12
Movies & Arts
con Quantel per l’HD Grading
Nuova casa di post produzione apre a Milano, con una marcia in più.
Tutti parlano di congiuntura negativa
per la post produzione, soprattutto a
Milano e tengono le dita incrociate,
sperando che ‘l’allineamento negativo
dei pianeti’ non duri a lungo.
Qualcuno addirittura apocalitticamente si sbilancia e afferma che la pubblicità, principale fonte del pane quotidiano nella post milanese, ‘non ha
ridotto i budget, ma lo ha cancellato!’
C’è però anche chi non la vede così
complicata e con una notevole vena di
ottimismo apre verso il futuro e investe
anche pesantemente. Stiamo parlando della neonata casa di post produ-
zione Movie & Arts che in meno di
otto mesi dalla idea originale ha aperto i battenti in piazza Sicilia 7 a Milano.
A partire in quest’avventura pericolosa ma entusiasmante è Gianfilippo
Napolitano, decano della post a
cavallo tra Milano, Torino e Roma che
fino a oggi e con la medesima ragione sociale aveva arricchito il mercato
esclusivamente proponendo un team
di professionisti ‘affittati’ alle altre
strutture nel momento in cui il lavoro
era troppo o erano necessaire competenze superiori.
L’inaugurazione della struttura, avve-
di cui ha bisogno al momento e di
acquisirne altre non appena le sue
necessità cambiano.
Non si potrà mai insistere troppo sull’importanza di testare le nuove apparecchiature, sia che si tratti di un sistema completamente nuovo, sia di uno
che è stato upgradato da cima a
fondo per ambiente HD, sia - come
accade spesso - ci si trovi davanti a
uno scenario ibrido HD/SD. Ma c’è
dell’altro. Il potenziale di contaminazione di cui abbiamo parlato può a
prima vista non apparire come un problema immediato o particolarmente
oneroso, ma c’è da scommettere che
può diventarlo. Le pezze provvisorie
possono andare bene una, due, anche
parecchie volte - ma prima o poi, in
assenza di una rigorosa e rispettata
agenda di controlli, crollerà tutto.
Evitiamolo e lasciamo i drammi di
fronte alla telecamera, non dietro.
nuta alla fine di settembre è stata
seguita a soli quindici giorni di distanza da una fitta sessione -durata due
giorni- in cui si è deciso di presentare
‘al mondo’ un nuovissimo sistema di
Quantel, precisamente eQ V3.5 con
QColor, la soluzione per la correzione
colore contestuale. In una apposita
suite completamente attrezzata per la
post in HD e la correzione colore in
HD si sono avvicendati direttori della
fotografia, registi, clienti e titolari di
altre case di post a cui è stato dimostrato dal vivo il nuovissimo workflow
che Quantel rende possibile.
eQ è una macchina che da sola riesce
ad aprire ben quattro possibili aree di
business e altrettanti fonti di guadagno. In sé combina procedure di editing, creazione di effetti, correzione
colore, finalizzazione e creazione dei
master definitivi; tutto in un unico centro di profitto. eQ è perfetto per le
case di post produzione e tutte le esigenze del broadcast e della pubblicità, per lavori in SD, HD o a risoluzione
mista nello stesso lavoro. I vantaggi di
eQ sono molti e la grande potenza è
indispensabile oggi per produrre
sempre la miglior qualità, non importa quale sia la risoluzione, per aprire
nuove strade di business nella post,
per consentire un lavoro interattivo
anche a risoluzione HD e oltre, per
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mantenere la post competitiva grazie
a un aumento notevole della produttività, per eccellere nel flusso di lavoro
di video e dati.
Ricordiamo che al momento su Milano
una sola altra casa di post possiede un
sistema di nuova generazione
Quantel, mentre a Roma ne sono in
funzione diversi (Cinecittà Digital,
AxisAssociati, Proxima, Sitcom, etc),
14 dedicati a tutti i segmenti della post,
dai più semplici, come la post per la
televisione e la pubblicità, ai più complicati, per il cinema e il Digital
Intermediate. Gianfilippo Napolitano,
unico titolare della struttura, dichiara:
‘sono esausto; praticamente abbiamo
iniziato a febbraio e abbiamo finito a
settembre, in tempi da record. Ho
deciso di aprire una struttura tutta mia
S E Z I O N E
perché nel corso degli anni ho aiutato
moltissime strutture a nascere e crescere ed era giunto il momento di fare
il grande salto e fare qualcosa anche
per me. Continueremo comunque
anche sulla strada del Body Rental fornendo alle altre case di post i nostri
professionisti in affitto e in tal senso
non c’è e non ci sarà mai concorrenza,
ognuno prosegue sulla sua strada,
solo che ora i miei associati hanno un
punto fermo di riferimento, una sede
fisica e non virtuale cui fare riferimento. Partiamo - inoltre - con un grande
vantaggio in quanto siamo già noti
per la creatività e la precisione esecutiva; ora con eQ di Quantel e QColor
il nostro flusso di lavoro in HD è sicuramente ad un livello superiore rispetto agli altri.’
Marco Emilitri, di
Video
System
Engineering,
importatore e distributore di Quantel
per l’Italia, nell’occasione ha dichiarato: ‘la professionalità della Movie &
Arts è un dato di fatto da anni e i suoi
servizi sono stati impiegati con profitto dai migliori nomi della post tra
Milano Torino e Roma, quindi l’idea di
aprire una struttura propria è sicuramente una mossa vincente. In più la
Movie & Arts è da anni dimostratrice
dei tre dei sistemi più famosi di post e
di effetti speciali al mondo, tra cui c’è
proprio Quantel che per il suo flusso
di lavoro in HD e la potenza del tempo
reale è unica. Si tratta quindi di un
vantaggio già dalla partenza rispetto
altre strutture che sono rimaste ancorate ad apparati ormai del tutto superati.’
Notizie in breve
Anche le tv locali sul satellite
AERANTI-CORALLO, l’associazione che rappresenta oltre mille imprese radiofoniche e televisive
locali, satellitari e via internet, ha sottoscritto con
l’operatore satellitare europeo Eutelsat e la controllata italiana Skylogic una importante convenzione: l’accordo prevede particolari condizioni di
favore per l’acquisto, entro dicembre 2006, da
parte delle imprese televisive associate ad
AERANTI-CORALLO, di capacità trasmissiva sul
satellite EUROBIRD10, recentemente collocato a
10° est per potenziare la posizione geostazionaria
di riferimento e la storica posizione ammiraglia dei
13° est, occupata dagli HOTBIRD.
Le trasmissioni satellitari effettuate dalla posizione
orbitale a 10° est potranno essere ricevute da
parte dei telespettatori con una semplice modifica ai propri sistemi di ricezione, mediante un doppio illuminatore (c.d. “dual feed”) che consente la
ricezione simultanea dei segnali provenienti da
HOTBIRD (a 13°est) e da EUROBIRD (a 10° est).
Commentando la firma dell’accordo, Marco
Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, ha
dichiarato: “Le imprese televisive locali guardano
da sempre con interesse alla possibilità di diffusione dei propri programmi anche via satellite, oltre
che tramite le proprie reti diffusive via etere terrestre. La possibilità di diffusione satellitare – ha
aggiunto Rossignoli – ha consentito a molti editori locali non solo di espandere i propri programmi
in aree altrimenti non raggiunte dal proprio
segnale, ma anche, spesso, di giungere a definire
nuovi palinsesti e, in sostanza, creare nuovi contenuti specifici per il satellite.”
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IBC 2006:
quasi tutto come sempre
16 Le assenze di nomi importanti come Avid e Panasonic non hanno pesato più di tanto sulla riuscita dell’ultima edizione dell’IBC di Amsterdam che ha anzi visto crescere il numero dei partecipanti
L’impegno profuso dagli organizzatori
dell’IBC 2006 è stato premiato da
un’affluenza record che ha sfiorato le
45.000 unità tra visitatori ed espositori, ripartiti in proporzione di 70 a 30.
Anche gli spazi espositivi sono stati
ampliati per far posto ai quasi 1.300
espositori, sottraendo spazi ad aree
che fino allo scorso erano destinate a
servizi di ristorazione e allestendo un
padiglione prefabbricato per la registrazione
dei
visitatori.
Evidentemente, le voci di un possibile
trasferimento della manifestazione da
Amsterdam in altra sede hanno avuto
il loro effetto.
Grandi assenti all’appuntamento sono
state Avid e Panasonic che non sembrano essersi pentite della scelta,
almeno ufficialmente. Panasonic ha in
parte ovviato all’assenza organizzando
una serata ad Amsterdam durante il
periodo di svolgimento della fiera
mentre Avid non si è proprio vista: in
alternativa alla partecipazione all’IBC
ha in programma una serie di eventi
che si svolgeranno nei prossimi mesi
in diverse città europee. Rientrata
invece nei ranghi Snell&Wilcox, assente lo scorso anno: è probabile che i
responsabili del marketing abbiano
fatto qualche conto e si siano accorti
che i soldi spesi per partecipare ad
una manifestazione come l’IBC qualche frutto comunque lo danno.
Gli estremi alla ribalta
I temi più caldi dell’IBC 2006 sono stati
l’alta definizione e la “mobile-TV”,
ovvero la televisione su cellulari e dispositivi portatili in genere. Per quanto
riguarda il primo, l’IBC ha ospitato la
prima dimostrazione europea del
La telecamera utilizzata per le riprese in Ultra High Definition: per il trasporto del segnale servono 16 collegamenti HD-Sdi
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sistema a oltre 4.000 linee di scansione Ultra High Definition TV
sviluppato dalla giapponese NHK in collaborazione con la statunitense Micron, che ha fornito i sensori Cmos, e un pool di
fabbricanti nipponici - Ikegami per la telecamera, Fujinon per
l’ottica, JVC per il sistema di proiezione, Keisoku Giken per la
registrazione e NTT per la trasmissione su fibra ottica. Per
vedere le proiezioni era d’obbligo la prenotazione e più di
5000 persone hanno potuto assistervi durante i cinque giorni
della manifestazione. Nonostante qualche piccolo problema di
allineamento, che provocava la comparsa di bordi colorati, la
nitidezza delle immagini era davvero impressionante. Ogni singola immagine ha una risoluzione di 7.680x4.320 pixel, l’equivalente di 16 immagini da 1080 linee, e sono necessari appunto 16 cavi HD-Sdi per trasferire il segnale alle unità a disco utilizzate per la registrazione. L’esperienza visiva era arricchita dall’audio surround 22.2 (9 canali per lo strato alto, 10 per quello
intermedio e tre per quello inferiore, oltre a due canali per gli
effetti a bassa frequenza). Anche se può sembrare fantascienza, i tecnici della NHK stanno studiando la possibilità di trasmettere il segnale UHDTV da satellite direttamente alle case.
Non più interlacciato
Per il momento ci si dovrà accontentare di molto meno, specialmente se si dà retta all’EBU (European Broadcasting Union)
che anche quest’anno ha proposto nel proprio stand dell’IBC
un confronto diretto fra i formati correnti per l’alta definizione,
esteso per l’occasione al 1080p a 50 frame per secondo. Le
presentazioni si concludevano invariabilmente con una frase
del presentatore del tipo “we don’t have to use 1080i anymo-
Sono stati poco meno di 45.000 i partecipanti all’ultimo IBC
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Confronto fra i diversi formati dell’alta definizione: secondo l’EBU, il progressivo vince sempre
S E Z I O N E
re”, vale a dire meglio
lasciar perdere il 1080i
e in effetti era difficile
dargli torto. Il confronto era fatto utilizzando tre schermi
LCD Full HD della
Pioneer sui quali
erano
visualizzate
contemporaneamente le stesse sequenze
nei formati 720p,
1080i e 1080p, sia non
compresse, sia compresse in Mpeg-4 con
bitrate variabili da 6 a
18 Mbps. Fin quando
il confronto era fatto
tra i formati non compressi, le differenze
erano minime e difficilmente apprezzabili
anche su schermi di
grandi dimensioni,
come quelli da 50
pollici utilizzati per la
presentazione. Gli
unici difetti visibili
erano quelli tipici delle immagini interlacciate mentre era difficile notare una
migliore nitidezza delle immagini in
formato 1080p rispetto a quelle 720p,
anche alla minima distanza di visione,
corrispondente a circa tre volte l’altezza dello schermo. La situazione cambiava radicalmente quando si passava
a segnali compressi e anche con bitrate relativamente elevati gli artefatti
della compressione erano più evidenti nelle immagini 1080i rispetto a quelle 720p. La qualità delle immagini
1080i peggiorava in maniera sempre
più significativa riducendo il bitrate e
in queste condizioni il formato 720p si
dimostrava addirittura superiore al
1080p, penalizzato dal fatto del dover
comprimere una quantità di dati sensibilmente maggiore (più del doppio in
termini di punti per immagine) mentre
il 1080p si dimostrava superiore al
1080i. In conclusione, l’EBU ribadisce
la tesi sostenuta già lo scorso anno,
consigliando l’impiego dei formati
progressivi in produzione, oggi il 720p
e in futuro il 1080p, mentre per la distribuzione ritiene che il 720p sia più
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S E Z I O N E
il metodo di compressione Dirac, utilizzabile liberamente, che permette di
comprimere un segnale progressivo
1080p 50/60 quel tanto che basta per
utilizzare un’infrastruttura HD-Sdi,
senza alcuna apprezzabile perdita di
qualità. Al momento, il codec Dirac
consiste in un software che non permette di gestire le operazioni in
tempo reale e quindi, per poter essere utilizzato in produzione, dovrà essere implementato in hardware, operazione a cui sta attivamente lavorando
la BBC.
Pronti per il progressivo
Già pronti i componenti essenziali per le interfacce SDI a 3Gbps della Gennum
che sufficiente per garantire il massimo della qualità con i metodi di compressione attuali, a cui si deve inevitabilmente ricorrere per la trasmissione
dei segnali.
Per trasferire il video in formato 1080p
50/60 si deve oggi ricorrere a un dop-
pio collegamento HD-Sdi, ma
Gennum ha già in produzione il chipset HD-Linx III, che permette di utilizzare un singolo cavo coassiale per il
trasferimento dei segnali a 3 Gbps.
Una proposta alternativa viene dalla
BBC Research che ha messo a punto
JVC è l’azienda che sembra credere
maggiormente nei formati progressivi,
come ha ribadito Keisuke Yoshikawa,
responsabile europeo della casa giapponese che ha lanciato all’IBC i
modelli della serie 200, caratterizzati
dalla possibilità di registrare in formato HDV a 720 linee e 50 frame progressivi oltre che nelle modalità a 24,
25 e 30 fps comuni con gli altri modelli della linea ProHD. Il primo ad arriva-
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Lo stand della JVC: 50 frame progressivi per i camcorder ProHD della serie 200
re sul mercato sarà il GY-HD251E
dotato di un’uscita HD-Sdi con audio
embedded e ingressi per i segnali di
genlock e timecode, quest’ultimo
anche in uscita. L’impiego in studio è
reso possibile dalla disponibilità dell’adattatore KA-HD250 dotato del
connettore standard a 26 pin mentre
20 un convertitore interno mette a disposizione anche l’uscita in formato 1080i
non compresso.
Attesa invece per l’inizio del prossimo
anno la coppia GY-HD200E/201E che
condivide le caratteristiche della serie
100 con in più la capacità di registrare
in formato 720p/50. Infine, la coppia
GY-HD110E/111E sostituisce i fortunati predecessori GY-HD100/101, dei
quali sono state vendute oltre mille
unità soltanto nel nostro Paese (quan-
tità che pone la filiale italiana al primo
posto nella classifica europea).
Rispetto ai precedenti modelli, i camcorder GY110E/111E offrono tutta una
serie di miglioramenti funzionali,
come la possibilità di controllare il
livello audio nella modalità Full Auto
Shooting piuttosto che la scelta di
diverse impostazioni per il Focus
Assist. Come al solito, il numero 1 finale che compare nella sigla identifica i
modelli dotati di ingresso digitale DV
o HDV, per i quali l’Unione Europea
impone un dazio del 10% superiore
allo stesso modello che ne è privo,
una scelta dettata dalla volontà di JVC
di offrire la maggior convenienza possibile.
Il successo ottenuto dai camcorder
ProHD ha spinto i fabbricanti di otti-
Il GY-HD251E con l’adattatore per l’impiego negli studi, completo di uscita HD-Sdi
che a produrre nuovi obbiettivi per
sensori da 1/3 di pollice, quali sono
appunto quelli impiegati dai camcorder JVC. La proposta di Canon è lo
zoom KT20x5BKRS, che ha un peso di
soli 1,19 kg, mentre Fujinon propone
altre due ottiche oltre al Th16x5,5 e al
grandangolo Th13x3,5 già presentati
lo scorso anno. Il Th17x5 è in pratica
una versione rivista del 16x, con una
focale minima leggermente più corta
e un’apertura di F 1,4 che si mantiene
costante per tutte le focali, caratteristica questa comune anche allo zoom
HTs18x4,2 che dispone del sistema
DigiPower finora riservato alle ottiche
per telecamere con sensori da 2/3 di
pollice.
Per tutti i camcorder ProHD della JVC
è poi disponibile il sistema wireless
compatto CT2200HDV della Tandberg
che garantisce la trasmissione dei
segnali HDV ad una distanza massima
di 2 km. Il sistema wireless ha le
dimensioni di una batteria da 12 V e
può essere montato fra questa e il
corpo del camcorder. Il prezzo del
sistema di trasmissione/ricezione sarà
di circa ventimila euro, molto inferiore
a quello di altri sistemi wireless per
alta definizione. Presentata anche da
JVC la linea di monitor a cristalli liquidi DT-VL, inizialmente composta dai
modelli da 20 e 24 pollici e in futuro
anche da un 9 pollici; caratteristica
comune dei monitor LCD è la presenza di ingressi HD-Sdi e Dvi.
Progressivo anche per
Grass Valley
L’acquisizione in modalità progressiva
a 50 e 60 fps è offerta anche dalla LDK
8000, definita da GrassValley “multiformat camera”. La LDK8000 cattura
le immagini in formato progressivo
nativo e può passare istantaneamente
da una modalità all’altra, dal 720p al
1080i o p e con frame rate di 24, 25, 50
e 60 fps. I sensori sono 3 CCD HDDMP+ del tipo frame transfer, quindi
privi dell’effetto smear, e il segnale è
digitalizzato a 14 bit con successivo
trattamento a 22 bit. Le caratteristiche
dell’immagine sono del tutto simili a
quelle offerte dal modello LDK 6000,
del quale sono stati venduti già 1.500
esemplari; con le altre telecamere HD
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Il camcorder della serie Infinity: nel particolare ingrandito è visibile la griglia da cui fuoriesce l’aria
calda
a 1080 linee, per le quali è inizialmente previsto l’impiego di
un doppio collegamento HDSdi. La commercializzazione
La telecamera GrassValley LDK 8000 cattura anche in formato
della LDK 8000 è prevista nel
1080p a 50 o 60 frame per secondo
giro di qualche mese ad un
GrassValley condivide l’intero parco
prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno
accessori, in particolare i moduli per la
ai centomila euro.
connessione con cavi Triax fino a 1.200
In dirittura d’arrivo anche i primi prometri e in fibra ottica fino a 4.000
dotti della serie Infinity, annunciati
metri. Per il collegamento wireless,
proprio lo scorso anno in occasione
GrassValley ha poi presentato il nuovo
dell’IBC. Alcuni camcorder sono stati
sistema basato sulla compressione
utilizzati per la produzione del canale
Jpeg 2000, anche questo utilizzabile
televisivo trasmesso via cavo nei magcon tutte le telecamere in alta definigiori alberghi di Amsterdam. Una
zione, limitatamente ai formati 720p e
curiosità: per riuscire a smaltire il calo1080i. In futuro sarà disponibile anche
re prodotto dalla componentistica
una nuova connessione in fibra ottica
interna, è stato necessario aggiungere
a larga banda che permetterà di sfrutdelle piccole ventole che espellono
tare al meglio le modalità progressive
l’aria calda attraverso una griglia posta
nella parte posteriore, più o meno in
corrispondenza della nuca dell’operatore.
Sony pensa sempre
al cinema
Nonostante Sony si fosse dimostrata 21
nel recente passato la più restia a
digerire le raccomandazioni dell’EBU,
anche la casa giapponese propone
due modelli capaci di catturare le
immagini nel formato progressivo con
cadenze di 24, 25, 30 e 50 fps a 1080
linee e con un convertitore integrato
per il 720p/50. La coppia
HDC1000/1500, rispettivamente ver-
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Il prototipo della telecamera Sony per cinematografia elettronica in mostra presso lo stand della Band Pro
sione da studio e portatile, utilizza tre
CCD Hyper HAD EX da 2/3 di pollice,
ciascuno composto da 2,2 milioni di
pixel; il segnale viene campionato con
14 bit. Il collegamento all’unità di controllo richiede un unico cavo a fibra
22 ottica che trasporta anche il video di
ritorno, i segnali audio e l’alimentazione e può avere una lunghezza fino a
1.800 metri. Se necessario, con l’adattatore HDFX-100 è possibile utilizzare
anche i normali cavi triax.
Gli stessi sensori usati da queste telecamere saranno probabilmente alla
base del funzionamento della nuova
telecamera Sony per cinematografia
elettronica, nome in codice NGC-23:
un prototipo era in mostra anche presso lo stand della Band Pro, il più
importante distributore statunitense
dei prodotti Sony per alta definizione.
Secondo Michel Bravin, cto della
società californiana, la buona notizia è
che Sony sta finalmente ascoltando.
Contrariamente ai precedenti modelli
che erano adattamenti di telecamere
nate per il settore ENG, questa è stata
progettata fin dall’inizio tenendo ben
presenti le esigenze degli operatori
cinematografici, per esempio irrobustendo l’attacco per le ottiche. Inoltre,
per compensare le aberrazioni cromatiche introdotte dall’indispensabile
prisma dicroico che separa la luce
nelle tre componenti base, si ricorrerà
probabilmente ad un particolare trattamento dei segnali generati dai tre
CCD. Il video ripreso in formato 4:4:4
sarà registrato con compressione
Mpeg-4 su un recorder SRW1 che
potrà essere montato direttamente sul
corpo della telecamera, agganciandolo come se fosse un magazzino per
pellicola. L’integrazione sarà tale da
permettere riprese a passo variabile
con continuità da 1 a 60 fps, sempre in
formato 1080p. Il lancio ufficiale è previsto per la prossima primavera.
Formato progressivo, limitato però a
25p, anche per il camcorder HVR-V1E
in formato HDV, che ha fatto il suo
debutto proprio in occasione dell’IBC.
L’estetica e le dimensioni sono abbastanza simili a quelle dei modelli
PD150/170 e l’obbiettivo non intercambiabile è uno zoom marchiato
Zeiss con escursione focale 20x, che
può essere estesa fino a 30x con la
funzione di zoom digitale. L’HVR-V1E
utilizza 3 sensori Cmos da 1/4 di pollice con tecnologia ClearVid, ciascuno
composto da 960 x 1080 pixel. La particolarità di questi sensori consiste nel
fatto che i singoli elementi sensibili
sono di forma quadrata e ruotati di 45
gradi: questo permette di ottenere
migliori risultati con la tecnica dell’interpolazione, necessaria per ottenere i
1.920 pixel per linea utilizzati per il
trattamento interno del segnale, poi
ridotti a 1.440, valore standard del formato di registrazione HDV e per il
video in component in uscita con
campionamento 4:2:2, superiore quindi al 4:2:0 delle specifiche HDV. Le
immagini riprese a 25p sono comunque registrate a 1080i/50 e quindi
possono essere riprodotte con le normali
apparecchiature
HDV.
Contemporaneamente all’HVR-V1E,
Sony ha presentato il registratore a
disco HVR-DR60, dotato di un hard
disk da 60 GB e collegabile con l’interfaccia i.Link a camcorder o stazioni
di montaggio non lineare. Il peso del
dispositivo è di poco superiore ai 200
grammi e l’attacco per la staffa porta
accessori ne permette il montaggio
sul camcorder. Per prevenire possibili
Il camcorder Sony HVR-V1 con il registratore a disco HVR-D60 montato sulla staffa porta accessori
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danneggiamenti in caso di urti, l’HVRDR60 integra un sensore d’accelerazione mentre il buffer, con capacità di
14 secondi, garantisce la continuità
della registrazione. Il registratore a
disco si alimenta con le stesse batterie utilizzate per il camcorder e quelle
di capacità massima assicurano un’autonomia è di ben 13,5 ore. Se utilizzato con l’HVR-V1E, la registrazione è
possibile anche in assenza della cassetta e nel mirino si possono visualizzare tutte le informazioni essenziali,
come lo stato di carica della batteria
piuttosto che la durata residua di registrazione.
S E Z I O N E
HD in formato tascabile
Non è detto che le
telecamere
HD
debbano essere
necessariamente
pesanti e ingombranti, come dimostra Iconix che con
la HD-RH1 è riuscita
a far stare tre sensori CCD da 1/3 di
Tre CCD da 1/3 di pollice per la minuscola telecamera HD della Iconix
pollice in un contenitore lungo meno
sioni corrispondono a quelle dei fotodi cinque centimetri e con un diamegrammi Super 35 mm, il che significa
tro inferiore a quattro, il tutto per un
Salto generazionale
che è possibile utilizzare le ottiche
peso di soli 64 grammi. La telecamera
cinematografiche
senza
alcun
adattapuò operare sia in modalità interlacUno dei prodotti che aveva fatto più
tore.
La
velocità
di
ripresa
è
di
60
fps,
ciata a 576 e 1080 linee che progressiparlare di sé in occasione del suo
valore
che
raddoppia
se
ci
si
acconva, a 720 e 1080 linee e con scansioni
annuncio all’ultimo NAB era stata la
tenta
di
una
risoluzione
delle
immagidi 24, 25, 30, 50 e 60 fps. Il segnale
telecamera Red One, studiata in
ni di 2k o inferiore: la telecamera può
digitalizzato a 14 bit viene inviato con
modo specifico per le applicazioni di
catturare il video anche nei formati
un cavo della lunghezza di tre metri
cinematografia elettronica e caratte1080i/p e 720p. Per la registrazione
all’unità di controllo, che dispone di
rizzata da un rapporto prezzo prestadei segnali a 4k a 10 bit compressi con
una doppia uscita HD-Sdi, necessaria
zioni senza pari: una risoluzione di 4k
un
codec
proprietario,
che
riduce
il
per i segnali video 1080p a 50 e 60 Hz
per un prodotto di costo inferiore ai
bitrate
a
27
MB
al
secondo,
è
previsto
oppure per segnali RGB o YUV camventimila dollari, troppo bello per
l’impiego
di
speciali
magazzini
dotati
pionati in 4:4:4; un monitor di control- 23
essere vero. Sembra però che quelli
di
memorie
a
stato
solido
con
capacilo può poi essere collegato alle uscite
della Red Cinema stiano riuscendo
tà fino a 128 GB o hard disk da 40 a
in component analogico e DVI. La
nella loro impresa e allo stand dell’IBC
160 GB, mentre per i segnali non comtelecamera ha un attacco per le ottierano presenti i primi prototipi, tenuti
pressi a 12 bit, che richiedono un
che di tipo C e l’unità di controllo perperò rigorosamente in “gabbia”,
bitrate di 323 MB al secondo, sarà promette di regolare diaframma, zoom e
mentre su un monitor era possibile
posto
un
sistema
Raid.
La
disponibilidistanza di messa a fuoco. Guadagno,
vedere alcune sequenze catturate con
tà
della
Red
One
è
prevista
per
l’inizio
gamma e bilanciamento del bianco
uno degli esemplari di pre-produziodel
prossimo
anno
e
il
prezzo
è
stimapossono essere variati manualmente
ne. Il sensore impiegato dalla Red
to
in
17.500
dollari
per
la
sola
telecamentre il bilanciamento del nero è
One è del tipo Cmos ed è composto
mera.
automatico.
da 4.520 x 2.540 pixel; le sue dimenSolo leggermente più ingombrante e
di forma squadrata è la HD1100 della
tedesca Lux Media Plan. Il sensore è in
questo caso un unico Cmos da 2/3 di
pollice, composto da 2,1 Megapixel.
La sensibilità è di F8 a 2000 lux e la
telecamera accetta ottiche con attacco C. Il segnale progressivo a 12 bit
viene inviato con un cavo, che può
avere una lunghezza di una decina di
metri, all’unità di controllo e può essere convertito nei diversi formati progressivi, 1080p/50-60 compreso, o
interlacciati, anche in definizione standard. Sull’unità di controllo sono presenti le uscite HD-Sdi, Sdi e in video
composito ed è possibile intervenire
sui colori e sul guadagno tramite i
comandi presenti sull’apposito panUno dei prototipi della telecamera Red One: 4k di risoluzione per soli 17.500 dollari
nello.
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in formato Jpeg 2000, con campionamento a 10 bit e alla piena risoluzione
di 1.920 x 1.080 pixel. Oltre al modello
SMS-400, BLT propone anche il server
SMS-220HD con un ingresso e un’uscita simultanea ed entrambi sono
controllabili con il pannello RUS-Color
che mette a disposizione i classici
comandi di un videoregistratore, permettendo inoltre di creare e gestire le
clip registrate dai video server.
Il mezzo mobile per 18 telecamere della Global Production realizzato dalla Aret
Quando l’HD
mette le ruote
Il piazzale antistante ai padiglioni
dell’IBC era riservato, come al solito,
all’esposizione dei mezzi mobili ed era
difficile trovarne uno che non fosse
attrezzato per riprese in alta definizio24 ne. Ben due i partecipanti al “raduno”
provenienti dall’Italia, l’OB20 della
SBP e l’Esterna 3 della Global
Production, realizzato dalla Aret. Del
primo ce ne occupiamo in un articolo
a parte mentre il secondo è interessante per le dimensioni relativamente
ridotte, almeno se confrontate con
quelle di altri mezzi aventi simili capacità produttive. Aret è riuscita infatti a
far stare in un mezzo lungo in tutto
meno di 11 metri una regia per 18
camere nominali (in realtà 17 LDK6000
e sei Sportcam della GrassValley con
ottiche Canon ), un mixer video Kayak
DD300 con 72 ingressi, un mixer audio
digitale D5 della Digico e una matrice
Trinix. Per la monitoria sono stati scelti gli schermi a LCD da 9 e 17 pollici
della Kroma che non sembrano certo
una soluzione di compromesso, almeno a giudicare dal confronto con i classici CRT della Sony, pur presenti nella
zona riservata al controllo camere. Per
la registrazione sono presenti tre Sony
HDWM2000 in formato HDCam, due
server LSM XT2 a 6 canali della EVS e
due dei nuovissimi server SMS-400HD
della BLT, lanciati ufficialmente proprio in occasione dell’IBC. I server HD
della BLT dispongono di tre ingressi e
di un’uscita e comprimono il segnale
Per il controllo camere Aret ha installato anche monitor LCD della Kroma
Alfredo Bartelletti mostra con orgoglio la sua ultima creatura: la scheda principale dei nuovi server
HD della BLT
Tutti pazzi per il DVB-H
Come accennato in apertura, l’altro
tema caldo di questo IBC è stata la
mobile-TV, per la quale è stato allestito anche un nuovo padiglione dedicato in particolare ai dispositivi di ricezione. Sul fronte della trasmissione, a
farla da padrone erano i sistemi per lo
standard DVB-H che, almeno in
Europa, sembra proprio destinato a
sbaragliare la concorrenza del DMB,
derivato dal Dab, e del MediaFlo, tecnologia
sponsorizzata
dalla
Qualcomm. In tutto erano più di 50 gli
espositori che presentavano apparecchiature destinate al DVB-H e praticamente tutti i fabbricanti di trasmettitori hanno presentato prodotti destinati
allo standard DVB-H che, superata la
fase delle sperimentazioni, sembra
proprio essere sul punto di decollare.
Una menzione d’onore spetta alla
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Irte ha prodotto i trasmettitori usati da RRD per le trasmissioni in DVB-H
della 3
RRD (Reti Radiotelevisive Digitali), la
società che in qualità di Media Service
ha reso possibile il lancio del primo
servizio commerciale della 3 in Italia.
Per arrivare a una copertura di quasi
l’80% della popolazione sono stati
installati circa 200 trasmettitori per la
rete di primo livello, integrati da più di
300 unità gap-filler DBH-3 con potenza di 50 e 100 W, prodotti dalla Irte che
ospitava la RRD presso il proprio
26 stand. I gap-filler dispongono di circuiti per la precorrezione digitale del
segnale e integrano all’interno di uno
chassis da 3 RU tutti i componenti
necessari, compreso il ricevitore satellitare e quello per il GPS. Tutta la rete
di trasmissione può essere controllata
a distanza, variando anche la potenza
di trasmissione dei gap-filler. Per risolvere i problemi di ricezione nei centri
urbani o in spazi chiusi, RRD propone
i cosiddetti street-filler mentre l’homefiller, collegabile alla normale antenna
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Il trasmettitore DVB-T/H in funzione presso lo stand della Elettronika
televisiva, garantisce una perfetta ricezione all’ìnterno delle mura domestiche.
DMT si distingueva per il fatto di utilizzare lo stesso canale trasmissivo per
diffondere segnali in standard DVB-T
Numerose le novità presentate da Cte-Elit all’IBC
Dimostrazioni di impianti di trasmissione in DVB-H erano presenti un po’
ovunque nei padiglioni dell’IBC: quello in funzione presso lo stand della
Trasmissioni in DVB-T/H presso lo stand della DMT all’IBC
e H, niente di particolarmente innovativo, ma importante per ribadire una
delle caratteristiche che possono facilitare l’adozione dello standard DVBH.
La novità di Elettronika consiste nel
modulatore DVB-T/H da 1 RU utilizzabile con i trasmettitori analogici, gli
encoder e i multiplexer della stessa
azienda. La pre-correzione lineare e
non lineare digitale permette la massima riduzione delle componenti di
intermodulazione e l’equalizzazione
ottimale dell’ampiezza e della fase del
filtro d’uscita. Il modulatore dispone
di un doppio ingresso DVB-Asi ed è
aggiornabile via software.
Completamente digitale il ripetitore
con cancellazione dell’eco EM 010D
della Cte-Elit, dotato di precorrezione
lineare e non lineare, controllabile utilizzando un’interfaccia grafica di facile
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La particolarità del MEX
consiste nel supporto di
segnali analogici e digitali, in standard DVBT/DVB-H o Atsc, passando dall’uno all’altro semplicemente caricando il
software relativo, senza
dover apportare alcuna
modifica all’hardware.
Tutti i moduli necessari
per la trasmissione in
DVB-H sono riuniti
nell’ECT Set che può
ricevere gli stream attraverso un collegamento IP
e li ritrasmette sul canale
UHF prescelto.
Un nuovo ripetitore DVBT/H è stato proposto
all’IBC
dalla
Teko
Telecom. Le prestazioni
ottenute tramite l’impiego di un filtro IF digitale
permettono di affrontare
con successo i problemi
Anche Electrosys ha presentato una catena completa per le trasmisdi
copertura, riducendo
sioni in DVB-H
inoltre il tempo di transito
utilizzo. Il segnale non è rimodulato ed
e permettendo unna precisa ed effiè sempre trattato in digitale, con una
ciente regolazione della selettività. La
latenza minima che ne consente l’impotenza d’uscita di 1 W ne consente
piego anche come gap filler in reti
l’impiego per la copertura di piccole
SFN. Un’altra novità della Cte-Elit è il
aree o come pilota per un trasmettitotrasmettitore rigenerativo EK 50-DU
re di potenza. L’apparato può essere
con potenza di 50 w e interfaccia SFN
controllato da remoto e può riconointegrata, agganciata al segnale GPS
scere il tipo di modulazione in ingresdi riferimento.
so, commutando tra il funzionamento
Basata sul MEX, il Digital Multimode
in digitale a quello in analogico o viceExciter, la soluzione per il DVB-H proversa.
posta ad Amsterdam dalla Electrosys.
I prodotti che verranno
Terminiamo questa prima rassegna
dell’IBC 2006 con alcune delle più
promettenti dimostrazioni tecnologiche, idee che non dovrebbero tardare
più di tanto a concretizzarsi in prodotti commerciali. È questo il caso del
sistema di registrazione olografico sviluppato dalla InPhase che ha siglato
un accordo con Ikegami, la quale
intende sfruttare la tecnologia per l’archiviazione del materiale registrato
con i camcorder Editcam. Al momento, l’unità di registrazione olografica è
piuttosto ingombrante e non può
certo essere integrata nei camcorder
Editcam, che continueranno quindi ad
utilizzare i FieldPak con hard disk o
memoria allo stato solido. La prima
generazione di dischi olografici, che
hanno dimensioni simili a quelle dei
classici CD, ha una capacità di registrazione di 300 GB, ma la tecnologia
sviluppata da InPhase permetterà in
futuro di arrivare a 800 GB e in seguito a 1,6 TB. Il supporto utilizzato da
Inphase è prodotto dalla Maxell ed ha
una durata stimata in 50 anni; il costo
per GB si aggirerà, a regime, in circa 27
10 cent.
Ikegami utilizzerà le unità olografiche della
InPhase per l’archiviazione dei video registrati con
le EditCam
Il ripetitore con riconoscimento automatico del segnale della Teko Telecom
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L’ottimizzazione dell’uso della banda
su reti IP è l’obbiettivo che si è posta
la Utah Scientific che ha sviluppato un
sistema di controllo dell’allocazione
delle risorse di un router IP. Il sistema
usa un misto di hardware e software
per il controllo dinamico della priorità
di uno specifico percorso attraverso
un router IP: è sufficiente assegnare un
percorso sorgente-destinazione con il
sistema di controllo SC-4, utilizzando i
normali pannelli per il controllo delle
matrici, per far sì che il trasferimento
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Una nuova tecnologia per il controllo dell’allocazione della banda IP proposta da Utah Scientific
avvenga nel modo più rapido possibile. I comandi sono tradotti da un
modulo software in istruzioni che sono
inviate alla porta di controllo del router, il quale assegna al percorso la
priorità massima, in modo da minimizzare i ritardi di trasferimento di file di
grosse dimensioni attraverso la rete.
Infine, ARRI ha presentato un illuminatore a LED capace di simulare qualsiasi filtro o gelatina colorata. Con la dis28 ponibilità di LED ad alta luminosità
Transizione completata
A poco più di un anno dal primo
annuncio ufficiale, l’intera gamma
dei computer Apple è oggi disponibile soltanto con i processori Intel
Battezzato con il minimalista nome di Mac Pro,
il modello desktop di fascia alta completa la
transizione verso l’uso dei processori Intel iniziata sette mesi fa da Apple con il lancio del
portatile Mac Book Pro. Di minimalista però il
nuovo Mac ha soltanto il nome: la configurazione è quella tipica delle workstation grafiche
più potenti. Due processori Xeon Dual-Core
Già in vendita il Mac Pro con doppio processore
Intel Xeon, espandibile a volontà
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È proprio il caso di dirlo, questa volta Arri ne ha fatti di tutti i colori
sono apparsi sul mercato numerosi
illuminatori che sfruttano questi componenti caratterizzati da un ottimo
rapporto tra energia assorbita e
potenza luminosa emessa. L’idea
innovativa, che è alla base dei dispositivi dimostrativi presentati da ARRI
all’IBC, è quella di usare LED dei
diversi colori primari, controllandone
la luminosità in modo da simulare
diversi valori di temperatura di colore
tra 2.200 e 25.000K, compresi quindi
con clock fino a 3.0 GHz forniscono la potenza di calcolo necessaria a surclassare i precedenti Power Mac G5 Quad, garantendo velocità d’esecuzione fino a due volte superiori,
secondo quanto dichiara Apple.
Le possibilità d’espansione sono in pratica limitate solo dal budget a disposizione. Per la
memoria Ram sono presenti ben 8 slot per una
capacità massima di 16 GB mentre i 4 alloggiamenti per hard disk Serial Ata permettono
di avere fino a 4 TB di storage interno. Lo slot
per la scheda grafica è un PCI-Express doublewide e permette quindi di alloggiare anche i
modelli più potenti, come le ATI Radeon X1900
XT o nVidia Quadro FX 4500 che possono
pilotare anche due schermi Cinema Display da
30 pollici. Altri 3 slot PCI Express possono essere utilizzati anche per altrettante schede grafiche, portando a otto il totale dei monitor collegabili a un Mac Pro. I prezzi sono allineati con
quelli dei precedenti modelli Power Mac G5 e
partono da un minimo di poco più di 2.000
euro. Contemporaneamente al Mac Pro sono
stati presentati i server della linea Xserve, basati anch’essi sui processori Intel Xeon Dual Core.
Per quanto riguarda il software Apple, tutti gli
applicativi sono già disponibili in versione
Universal e quindi girano in modo nativo sui
Mac con processore Intel, in particolare Final
quelli corrispondenti alle lampade al
tungsteno o a luce diurna, con un indice cromatico superiore a 95. Allo stesso modo è possibile simulare la luce
filtrata da gelatine delle marche più
note o quella dei diversi tubi fluorescenti. Il pannello dimostrativo ha una
dimensione di 15 x 15 centimetri e
produce una luminosità di 220 lux a un
metro di distanza: pannelli di dimensioni più grandi e con maggiore luminosità sono già in preparazione.
Cut Studio e Shake. Per inciso; quest’ultimo ha
subito recentemente una drastica riduzione di
prezzo, fissato ora a 499 euro, un ventesimo
del prezzo che aveva prima che entrasse a far
parte dell’offerta della casa della mela. La riduzione di prezzo di Shake è stata però accompagnata dall’annuncio che Apple non offrirà
né contratti di assistenza, né futuri aggiornamenti, poiché sta sviluppando un programma
di compositing ed effettistica completamente
nuovo, più integrato con il proprio software
Final Cut Pro per il montaggio video non lineare.
Mancano invece ancora all’appello le versioni
Universal dei programmi di alcuni tra i più
importanti sviluppatori, a cominciare da
Adobe Photoshop, la cui versione Power Pc
gira anche sui Mac Intel grazie a Rosetta, ma
con prestazioni dimezzate rispetto ai G5 di
pari classe. Difficile dire quando e se arriveranno le versioni Universal dei programmi
ancora mancanti all’appello, anche perché
nella prossima versione del sistema operativo
Mac OS, denominata Leopard e attesa per la
prossima primavera, sarà integrato Boot
Camp, il software che permette di utilizzare il
sistema operativo Windows e i relativi applicativi su tutti i nuovi Mac con processore Intel.
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Il mezzo mobile OB20 HD della SBP in mostra sul piazzale dell’IBC di Amsterdam
Alta definizione
senza compromessi
Prendere tutto quanto c’è di meglio per la produzione in HD e metterlo su ruote: questo è la strategia che ha portato alla nascita dell’OB20 della SBP
Tra i numerosi mezzi mobili presenti
sui piazzali dell’IBC, uno di quelli che
ha attratto il maggior numero di visitatori, è stato l’OB20 HD della SBP,
società del gruppo Euphon. La struttura interna è abbastanza classica,
suddivisa nelle aree controllo camere,
registrazione, regia video e regia
audio, e a ciascuna è riservato uno
spazio più che ampio, tale da poter
accogliere comodamente una trentina
di addetti ai lavori: nella sola regia
video possono trovar comodamente
posto una dozzina di persone.
Nonostante gli ampi spazi, resi possibili dall’allargamento di entrambe le
fiancate, in alcuni momenti era davvero difficile muoversi all’interno del
mezzo: sono stati oltre 1.500 i contatti
raccolti dalla SBP durante i cinque
giorni della manifestazione.
Più che soddisfatto Antonio Balsamo,
amministratore delegato e presidente
della SBP, fondatore nell’oramai lontano 1976 della società romana.
Balsamo era presente all’IBC e con lui
abbiamo potuto scambiare quattro
chiacchiere in compagnia di Benito
Manlio Mari della Sony Italia, che ha
contribuito all’allestimento del mezzo,
fornendo anche le telecamere e la
quasi totalità dei monitor. Per prima
cosa, abbiamo chiesto a Balsamo di
raccontarci come si è arrivati alla decisione di dotare la SBP di un mezzo
mobile in alta definizione.
Balsamo - Quando
abbiamo cominciato
a pensare al progetto
OB20, parliamo del
mese di febbraio del
2004, la strategia
identificata da Sbp
poteva essere considerata completamente innovativa. Poi una
serie di problematiche a livello di tempi
ci hanno portato a
ritardare l’avviamento
di questa realizzazio-
ne, che però teneva conto del fatto
che il mondo dell’HD andava bene
anche per il mondo della televisione a
definizione standard. Il progetto iniziale era quello di offrire al cliente un prodotto di qualità superiore, ma ancora
in SD. Poi in verità ci siamo accorti che
questo non è vero, oggi il cliente
molto rapidamente sta passando dal
mondo SD al mondo HD e vuole un
prodotto HD vero.
Antonio Balsamo, amministratore delegato e presidente della SBP nell’area regia dell’OB20 HD
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detto che coincida con l’aspetto economico. Io posso avere un’ottima qualità e ugualmente rispondere ad una
richiesta di validità economica.
M - Questa richiesta proviene anche
da clienti italiani?
Balsamo - Anche da parte di clienti italiani. Con il nostro progetto, noi stavamo cercando di offrire qualcosa che
avesse una qualità superiore, pur
mantenendo le caratteristiche tecniche della situazione del mercato del
momento. Oggi la situazione del mercato si sta trasformando perché con
Sky che ha annunciato la partenza
delle produzioni in HD, con altri operatori che annunciano la produzione,
con la produzione di titoli multimediali, quindi parliamo di “Dvd” in HD, l’esigenza di produzione di materiale in
HD è diventata molto più pressante. In
più molte aziende sono partite parallelamente con la progettazione di
unità in HD. In realtà non è chiarissimo
se hanno avuto intenzione di produrre
cose in HD perché avevano effettivamente il cliente o perché soltanto tutti
quanti parlavano di HD. Questa, purtroppo, sappiamo essere una delle
nostre problematiche, perché spesso
e volentieri imitiamo dei comportamenti, ma senza conoscere profondamente la ragione che ne è alla base,
quali sono state le motivazioni che
hanno dato origine a un progetto in
un certo modo. Per farla breve, siamo
partiti con questa idea portandola
avanti e abbiamo realizzato un’unità
che riteniamo rispondere completamente alle nostre esigenze, esigenze
che ne hanno poi determinato la progettazione e che crediamo siano
Monitor n° 259 - ottobre 2006
abbastanza vicine alle esigenze di
quanti potranno utilizzare questa
unità, perché è molto flessibile, perché ha dei prodotti buoni. Abbiamo
cercato di non fare economie, se non
quelle ragionevoli nel campo della
scelta tecnologica, abbiamo usato dei
prodotti di qualità ed è evidente che
un prodotto di qualità significa anche
relativi costi
M - Può darci un’idea del costo complessivo del mezzo?
Balsamo - Parliamo di numeri intorno
ai dieci milioni di euro, ovviamente
parliamo del sistema completo. Per
noi un sistema non è l’OB Van e basta.
Sistema completo significa le motrici,
significa il tender, la motrice del tender, tutti gli accessori, cavalletti, teste.
tutto quello che è necessario per
poter fare una produzione. Poi è evidente che a seconda di quello che
uno intende inserire o non inserire, i
numeri cambiano di due milioni in più
o due milioni in meno. Però poi la verità è che, se devi andare a fare una produzione sul campo, tutte queste cose
ti servono.
M - Quindi non ha badato a spese ...
Balsamo - L’aspetto economico è
stato tenuto nella dovuta considerazione, perché i miei padroni stanno
molto attenti a questo. Amministrare i
soldi degli altri è molto più difficile che
amministrare i propri. Però non ho
badato a lesinare la qualità, che non è
M - Oltre a scegliere le apparecchiature, vi siete occupati anche dell’ingegnerizzazione del mezzo?
Balsamo - L’ingegnerizzazione è completamente nostra e così anche la progettazione tecnica a livello circuitale,
fino alla lista cavi, tutto questo è un
problema nostro. Non l’abbiamo mai
lasciato fare a nessuno, da sempre
nella storia di SBP. La realizzazione
meccanica è stata fatta dal costruttore
inglese, Smith GT Bentley, e tutta la
parte di cablaggio da Sony a
Basingstoke. Devo dire che siamo
rimasti soddisfatti, non dei prezzi, ma
della qualità sì. Una delle cose interessanti è che questo mezzo è stato consegnato da Sony Basingstoke il giorno
3 del mese di febbraio e il giorno 15
era già in produzione, e lo è stato per
la durata di quasi tre mesi, il che vuol
dire che il lavoro era stato fatto con
molta accuratezza e così anche il progetto. Allora fu utilizzato per Amici di 31
Maria de Filippi ed era, in questo
caso, una chiusura del progetto iniziale, una produzione HD con destinazione SD e la qualità si vedeva. Noi
abbiamo voluto cominciare con una
produzione che già conoscevamo perché storicamente la facevamo noi,
sapevamo di cosa c’era bisogno e
sapevamo che il mezzo era in condizione di poter rispondere a tutto.
M - Da quante persone è composta la
troupe necessaria per una produzione
tipica?
Balsamo - In media 45-50 persone.
Soltanto i cameraman sono 24 poi
abbiamo altre 18-20 persone. Come
scelta aziendale abbiamo una funzione che si chiama coordinatore mentre
alcuni nostri concorrenti, scelta che io
rispetto, la funzione del coordinatore
la delegano al capo tecnico. Nelle
nostre squadre di produzione il capo
tecnico deve occuparsi di tutti i problemi tecnici e non deve colloquiare
con il cliente, sentire le sue problematiche o cercare di risolvere i suoi problemi. Quindi mettiamo una figura
professionale in più, che è il coordinatore, l’interfaccia verso l’azienda da
T I T O L O
Tutto quel che c’è dentro l’OB20 HD della SBP
Come mixer video principale è stato scelto il
Kahuna Multiformat della Snell&Wilcox in configurazione a 80 ingressi e 4 M/E, coadiuvato
da un altro Kahuna da 1 M/E utilizzato per la
regia secondaria. L’area di registrazione si
basa su quattro videoregistratori Sony HDWD2000 in formato HDCam e quattro sistemi
LSM XT(2) della EVS. Per le riprese al rallentatore, la scelta è caduta sulle Sony HDC-3300,
presenti in numero di quattro, mentre le riprese normali sono affidate a venti Sony HDC1500, in grado di catturare anche immagini in
formato 1080p a 50 o 60 fps. Le ottiche sono
state fornite tutte da Fujinon e vanno dal granuna parte, verso il mezzo tecnico, il
mezzo produttivo e dall’altra verso il
cliente. Praticamente è una longa
manu dell’azienda presente sul posto
32 a cui il cliente, qualunque cosa di cui
abbia bisogno, può rivolgersi. Questo
compito spesso viene delegato al
capo tecnico e non è giusto, perché
non è quello il suo mestiere.
M - Quali problemi avete riscontrato
nell’uso sul campo?
Balsamo - Una problematica produttiva importante, che era stata un po’
sottovalutata, è la commistione di
sistemi di monitoria HD con sistemi di
monitoria SD che non sono compatibili, a mio avviso, se non per il controllo di presenza del segnale. Il regista
che deve guardare il segnale, lo deve
guardare comunque come lo vedrebbe in HD, non può accettare quindi
una situazione di compromesso con la
monitoria in SD per i segnali delle
telecamere, perché poi quando lo va a
dangolare HA13x4,5 fino al supertele
XA101x9,3. Nell’area regia sono presenti sei
monitor Lcd da 46” della Clarity, collegati a
quattro sistemi MultiViewer della Zandar; se si
escludono tre monitor Sony Crt da 14” installati nell’area controllo camere, tutti gli altri
sono monitor LCD Sony della serie UMD, con
dimensioni che vanno da 5,6” a 17”. Un
Clarity da 46” è presente anche nella zona
riservata alla regia secondaria, anche questo
collegato a un sistema MultiViewer Fusion Pro
della Zandar. Il mixer audio è uno Studer Vista
8 con processore Dolby E, 40 ingressi Aes/Ebu,
48 microfonici e 16 analogici.
vedere effettivamente non è più la
stessa cosa. È un problema anche per
i tecnici che sono nella catena di produzione, perché il controllo del fuoco
di una telecamera se lo guardano su
un monitor SD possono dire che va
bene, poi in realtà non va bene e quindi c’è bisogno di omogeneità monitoria. Poi ci vuole un’attitudine degli
operatori di ripresa a capire che la
ripresa in alta definizione non è esattamente la stessa cosa, la gestione
dell’ottica della telecamera in HD non
è la stessa da gestire in SD. Direi di
più, non va bene neanche la gestione
con un monitor SD per una produzione HD destinata al mercato SD.
M - I sistemi EVS normalmente riservati alle telecamere Slo-mo li utilizzati
anche per la registrazione dei segnali
delle altre telecamere?
Balsamo - Ni, dipende se il programma è destinato a un’emissione in onda
immediata. In questo caso, molti
segnali vengono registrati direttamente sui canali dell’EVS, parliamo di EVS
XT(2). La gestione in rete è molto
comoda, l’EVS è una bella macchina,
molto performante. Mi sembra una
buona soluzione anche quella della
Blt, non l’ho ancora potuta vedere né
valutare tecnicamente, però conoscendo la serietà degli interlocutori,
sono certo che risponderà pienamente ai requisiti. Peccato che è soltanto
un quattro canali, ma devo dire che
con tre in e un out diventa perfetto
per l’accoppiamento di una telecamera come quella della Sony.
A questo punto interviene Mari - Ecco
parlando di telecamere Sony ...
Balsamo - (con tono scherzoso) Posso
rispondere liberamente? Perché ti
vuoi far male? La meccanica Sony
dobbiamo accettarla così come viene,
perché oramai tutta la meccanica sta
scendendo. Quello che posso dire di
interessante è la soluzione ibrida di
poter avere dalla telecamera un’uscita
in fibra ottica, quindi qualità massima,
e contemporaneamente un’interfaccia
che da fibra ottica porta a triax e che
consente di utilizzare questo sistema
anche su campi dove c’è una situazione precablata in triax, naturalmente
nel limite delle distanze raggiungibili,
che comunque per un campo sportivo
vanno assolutamente bene.
M - Quali riscontri avete avuto dai
vostri clienti, la differenza di qualità è
stata apprezzata?
Balsamo - Difficile dare una risposta,
dire quanto è stato apprezzato. Per
poterlo apprezzare devi avere un
monitor in alta definizione, guardarlo
effettivamente in alta definizione, che
sia alta definizione vera, non Hd ready,
che sappiamo essere un gioco. Non ci
sono state produzioni, al di là dei
campionati del mondo di calcio, che
siano andate in HD e quindi il ritorno
da parte dei telespettatori non c’è.
Sono loro che fanno il ritorno di qualità. Il cliente produttore lo guarda,
bello, ma non ha il ritorno del gradimento di quello che a casa guarda un
prodotto fatto in alta definizione.
M - In quanti anni si può ammortizzare
un investimento di questo tipo?
Balsamo - Questo non lo direi neanche di fronte a una minaccia di morte
Monitor n° 259 - ottobre 2006
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Monitor n° 259 - ottobre 2006
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(sempre in tono scherzoso). Dipende
dal numero di giornate all’anno che si
riesce a far girare un’unità di questo
genere. Il mezzo è HD e si può usare
anche in SD, bisogna evitare però di
svilire quello che uno sta utilizzando,
S E Z I O N E
perché poi il cliente potrebbe pensare che allora questo, quando produce
SD, costa di meno, anche se sono le
stesse macchine. L’ammortamento è
funzione della quantità di lavoro e
della serietà degli interlocutori nel
capire che un prodotto di qualità
deve essere pagato in maniera equa.
Non dico che deve essere pagato in
maniera eccessiva, deve essere pagato in maniera equa e questo significa
una crescita per tutti.
Panasonic alla finestra
34
Secondo Panasonic, l’efficienza del formato
AVC-Intra garantisce la stessa qualità del
DVCPro HD con un bitrate dimezzato, cioè 50
Mbps per il video in alta definizione. In questa
Pur non partecipando in prima persona all’IBC, Panasonic ha organizzato
modalità, i segnali 1080 sono campionati con
una serata ad Amsterdam per presentare ai rivenditori e alla stampa le sue
1.440 pixel per linea, lo stesso valore utilizzato
ultime novità
dai formati DVCPro HD e HDCam, ma è prevista
L’occasione della presenza di tanti operatori ad camcorder AJ-HDX900 per cassette in formato anche una modalità di campionamento a 1.920
Amsterdam, convenuti per visitare l’IBC, era DVCPro HD, del quale sono state vendute 550 pixel per linea con un bitrate di 100 Mbps per
troppo ghiotta perché Panasonic se la lasciasse unità, di cui più di 100 solo in Europa. Questo quelle applicazioni che richiedono una maggioscappare e ha quindi organizzato una serata camcorder è il primo del tipo multi-standard, re qualità delle immagini. In questo caso, su
proprio durante i giorni di svolgimento della capace cioè di registrare in 11 differenti forma- ogni scheda da 8 GB (la capacità massima dismanifestazione per fare il punto sull’andamen- ti, sia a 720p da 24 a 60 fps che a 1080i50/60 ponibile oggi), si possono registrare 8 minuti di
to del mercato e presentare i nuovi prodotti. A e 1080p24/25/30.
video. Il prezzo dell’AJ-HPX2100 dovrebbe
giudicare dai dati forniti, gli affari di Panasonic Come è stato annunciato nel corso della serata, aggirarsi attorno ai 30.000 euro mentre le
vanno a gonfie vele: la linea P2 ha raggiunto il tutti i nuovi prodotti Panasonic per l’alta defini- schede P2 da 8 GB hanno oramai un costo infetraguardo delle 20.000 unità, merito anche del zione saranno multi-standard, a cominciare dal riore ai mille euro. L’altra novità attesa per la
successo ottenuto dal camcorder AG-HVX200. primo camcorder della linea P2 HD, l’AJ- prossima primavera è l’unità di registrazione
Per quest’ultimo la novità è costituita dal sup- HPX2100, la cui commercializzazione è prevista AJ-HPM2100 che mette a disposizione sei slot
porto per la registrazione a 24, 25 e 30 fps pro- per la prossima primavera, ma già partecipante P2 ed è dotata di un monitor LCD da 9 pollici in
gressivi con l’unità a disco FS-100 della Focus attivo alle riprese effettuate durante l’evento. I formato 16:9. Oltre ai comandi jog/shuttle tipiEnhancements, che raddoppia così l’autonomia sensori dovrebbero essere gli stessi utilizzati ci di un comune videoregistratore, il dispositivo
di registrazione. Procede a gonfie vele anche il dall’AJ-HDX900, vale a dire tre CCD da 2/3 di dispone anche della funzione voice-over per la
pollice e 1 milione di pixel a scansione progres- registrazione immediata del commento sonoro.
siva. Il convertitore analogico/digitale è a 14 bit Infine, Panasonic ha colto l’occasione per esprie la sensibilità è di F10 a 2000 lux. Al posto mere pubblicamente la propria posizione sul
dello scomparto per le cassette per la registra- tema della definizione di nuove norme antizione del video sono presenti cinque slot per dumping per l’importazione di telecamere nel
schede P2. Il video può essere registrato in for- territorio europeo richiesta da Thomson/
mato DVCPro HD 1080i50 e 1080p25 oppure GrassValley. Le norme anti-dumping dovrebbe720p50/25 oltre che nelle modalità basate su ro avere lo scopo di impedire ai produttori
60 fps e in definizione standard nei formati extra-europei di praticare prezzi inferiori a
DVCPro 25 e 50.
quelli del reale costo dell’oggetto, con l’obbiettiLa novità più interessante è però la possibilità di vo di far desistere gli operatori europei dal proregistrare nel formato AVC-Intra (una variante durre gli stessi oggetti. In estrema sintesi,
dell’MPEG-4 AVC/H.264) nei diversi formati HD Panasonic sostiene che se la legislazione anti1080 e 720 con campionamento 4:2:2. dumping sulle telecamere broadcast, operativa
da una decina
d’anni, non è
stata in grado
di contribuire
più di tanto alla
crescita dell’industria europea, non si
vede che beneficio ne possa
trarre l’Europa
da un ulteriore
restringimento.
In alto: uno dei primi prototipi del registratore AJ-HPM2100 in formato P2 HD - A sinistra: il camcorder AJ-HPX2100 uno dei primi prodotti della
linea P2HD della Panasonic - A destra: il metodo di compressione DVC-Intra garantisce un’efficienza doppia rispetto al DVCPro HD
Monitor n° 259 - ottobre 2006