Vestiti nell`antichità
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Vestiti nell`antichità
Vestiti dell'antichità Anno scolastico 2008/2009 Classe 1A Giudici Marta, Kolari Ilirjana e Trambaioli Beatrice COSTUMI EGIZIANI Il Faraone e la Regina sembrano usciti da una pittura dell’epoca. Lunga CALASIRIS per entrambi e relativi ornamenti regali. Notare gli ampi collari, le cinture con pendagli triangolari interamente ricamati da pietre dure e pasta di vetro ed i due copricapi tipici del costume egiziano. Al seguito il FLABELLIERE e l’ ANCELLA completano il quadro. COSTUMI CINESI La storia e lo sviluppo del kimono vennero pesantemente influenzati dall'abbigliamento tradizionale cinese del popolo Han, chiamato hanfu, grazie alle ambasciate giapponesi presenti in Cina nel IV secolo. Fu comunque nell'VIII secolo che il costume cinese divenne popolare in Giappone. Durante il periodo Heian (794–1192) il kimono divenne sempre più simile a quello attuale, anche se all'epoca veniva ancora coperto con una sorta di grembiule chiamato mo. Durante il periodo Muromachi (1392-1573) il kosode, un antesisgnano del kimono che però veniva considerato ancora parte della biancheria intima,cominciò ad essere indossato senza la gonna-pantalone hakama sopra di esso e quindi cominciò anche ad essere fissato al corpo con una cintura apposita, la cintura obi. Durante il periodo Edo le maniche iniziarono ad allungarsi, specialmente tra le donne non sposate, e la cintura obi iniziò a diventare più larga, con vari tipi di nodi e allacciature sempre meno semplici. Da allora la forma base del kimono maschile e femminile è rimasta essenzialmente immutata. I kimono da uomo sono disponibili in varie taglie, ma tradizionalmente tutti i kimono da donna sono sostanzialmente di una sola taglia, e le vengono adattati alle varie forme e dimensioni del corpo rimboccando o piegando opportunamente il tessuto. Un kimono cucito perfettamente ha le maniche che terminano esattamente alla fine dei polsi quando le braccia sono abbassate. La lunghezza ideale del kimono da uomo dovrebbe arrivare alle caviglie senza essere piegato in vita; quello da donna è invece più lungo, ma arriva comunque alle caviglie dato che viene ripiegato in vita sotto la cintura obi. Questa ripiegatura viene chiamata ohashori. I kimono tradizionali vengono realizzati come in passato, ovvero vengono ricavati da un singolo rotolo di stoffa chiamato tan largo circa trentacinque centimetri e lungo circa undici metri e mezzo (per un kimono per adulti); questo rendeva difficile e costoso avere dei kimono di taglie grandi, per persone alte di statura o molto corpulente, come ad esempio i lottatori di sumo che indossavano kimono fatti su misura. Il kimono finito consiste quindi di quattro larghe strisce di tessuto: due pannelli che coprono il corpo e due che vanno a formare le maniche più due piccole strisce per il colletto e i risvolti del pannello frontale. In passato il kimono veniva spesso scucito per lavare separatamente i vari pannelli e ricucito a mano. Tessuti e metodi di lavaggio moderni hanno reso obsoleta questa pratica. A volte, quando il kimono deve essere conservato per lungo tempo, lungo gli orli esterni vengono messi dei punti di imbastitura piuttosto laschi, per evitare pieghe e torciture indesiderate nonché per mantenere il corretto allineamento dei vari strati dell'abito. il kimono tradizionali sono cuciti a mano, ed i tessuti usati per il loro confezionamento sono spesso fatti e decorati a mano. Il kimono può essere decorato con motivi singoli o ripetuti, ottenuti con diverse tecniche, tra cui lo yuzen, un tipo di tintura resistente prodotto con una pasta di riso, lo shibori e la pittura a mano o con uno stencil. Decorazioni ripetute regolari che coprono grandi parti del kimono sono generalmente prodotte con lo yuzen e una fustella. Con il tempo ci sono state molte variazioni dei colori, dei tessuti e dello stile, così come per gli accessori come l'obi. I kimono e le cinture obi sono tradizionalmente fatti di seta, broccato o satinato (come il rinzu). I kimono moderni sono disponibili anche in tessuti meno costosi e meno delicati, come quelli fatti con il rayon, il cotone, il poliestere od altre fibre sintetiche. La seta è considerata comunque ancora il tessuto ideale ed è praticamente obbligatoria nelle occasioni formali. Le fantasie ricamate o stampate sul kimono possono anche essere abbinati alla stagione. Oggigiorno il kimono viene indossato sopra una sottoveste apposita, mentre in passato venivano indossati svariati strati di indumenti che venivano poi coperti con il kimono vero e proprio. I vecchi kimono sono spesso riciclati in vari modi: vengono alterati per fare degli haori, hiyoku o dei kimono per bambini; vengono inoltre usati per fare delle borsette o accessori simili. Un kimono rovinato sotto il punto vita può comunque essere indossato sotto una hakama. Esistono diversi stili di kimono per le varie occasioni, dalle più formali alle più familiari. Il livello di formalità di un kimono da donna è dato dalla sua forma (principalmete la lunghezza delle maniche), dal disegno, dal tessuto e anche dal colore. I kimono da uomo si presentano invece generalmente in un'unica forma e sono di colori spenti. Il loro grado di formalità è dato anche dal colore degli accessori, dal tipo di tessuto e dal numero (o dall'assenza) di (cimiero kamondi famiglia). COSTUMI ARABI L'abaya è un indumento femminile utilizzato nei paesi musulmani. Si tratta di un lungo mantello che la donna indossa sopra il vestito quando è in pubblico. Copre tutto il corpo ad eccezione della testa, delle mani e dei piedi. Tradizionalmente è nero in quanto un decreto religioso (fatwa) ordina che l'abaya sia confezionato con "un tessuto spesso, opaco e ampio, per non rivelare le parti del corpo", può essere portato con lo hijab o con il niqab( velo che copre il viso della donna). e viola, come si evince dagli affreschi pervenutici. Questo popolo aveva sia una passione, ma soprattutto un’abilità per quanto riguardava la creazione di gioielli in oro. Alcune donne scelgono anche portare i guanti neri lunghi, in modo che le loro mani siano coperte. Si usa soprattutto nei paesi del Golfo Persico. In Arabia Saudita le donne sono obbligate a portare l’abaya mentre il niqab è facoltatiivo. In Iran ne esiste una variante che prende il nome di chador. COSTUMI ASSIRI COSTUMI I Re ed i sacerdoti erano soliti vestire lunghi abiti ricamati in oro, come calzari utilizzavano il sandalo o lo stivale (talvolta alto fino al ginocchio). La gente comune vestiva con una lunga tunica di lino, sovrapposta ad una di lana e ad una specie di mantello. Gli uomini erano soliti girare scalzi ;l’acconciatura era molto accurata: tutti,infatti,portavano i capelli più o meno con acconciature ricercate. Delle donne si sa soltanto che non vestivano accuratamente. Si può senz’altro affermare che vestivano con quel che capitava:abiti lunghissimi e larghissimi. Tuttavia andavano in giro con una serie di collane,braccialetti e un qualunque tipo di decorazioni per mani,piedi e collo. COSTUMI CRETESI Gli abitanti dell’isola di Creta, specializzati più di altri popoli nella concia delle pelli, introdussero importanti innovazioni nella tessitura dei vestiti, che non erano più dei quadrati di stoffa, ma confezionati in maniera più complessa. I Cretesi amavano i colori forti: rosso, giallo, blu e viola, come si evince dagli affreschi pervenutici. Questo popolo aveva sia una passione, ma soprattutto un’abilità per quanto riguardava la creazione di gioielli in oro. Costumi maja Il clima umido del centro America ha fatto si che pochi esemplari di tessuto si conservassero fino ai nostri giorni in particolare alcuni reperti provenienti dai siti di Rio Azul e Chichen Itsa. L’iconografia su vasi, murales, sculture e codici fornisce però preziose informazioni per ricostruire le abitudini dei Maya. Gli abiti erano ottenuti dal cotone proveniente dalle coltivazioni adiacenti ai villaggi. Il cotone veniva filato a mano con telai di cintura che tendevano l’ordito da un albero o da un altro punto fermo alla cintura della tessitrice. Si adoperavano coloranti vegetali (piante indigofere da cui si otteneva il color indaco) animali (cocciniglia e chiocciola purpurea per rosso e viola rispettivamente) e minerali (cinabro) sia per colorare le stoffe che per tingere i singoli fili, adoperati poi durante la tessitura per riprodurre con ricami vari disegni e decorazioni. Le stoffe così ottenute erano cucite assieme e avvolte attorno al corpo tramite fasce. I nobili e gli aristocratici utilizzavano copricapo sontuosi, abiti decorati come ad esempio le vesti cerimoniali, gioielli, decorazioni in ambra e madreperla, piumaggi Bassorilievo raffigurante un prigioniero di guerra conservato al museo del sito archeologico di Toniná . Nel periodo classico e posto classico gli uomini usavano il maxtatl ossia una lunga fascia di tessuto che cingeva ripetutamente fianchi e inguine simile ad un perizoma, che gli aristocratici abbellivano con piume e ornamenti; la faldillache ricopriva il fondoschiena e la capa, una sorta di mantello annodato al collo o alle spalle e che i più poveri utilizzavano anche come coperta per la notte. Gli ornamenti delle classi più povere erano costituiti da anelli infissi al naso e alle labbra, orecchini di legno, e di origine animale fatti ossa, denti e gusci di tartaruga. La differenza tra contadini e classi nobili risiedeva soltanto nella sfarzosità della decorazione degli indumenti e nell’uso da parte degli aristocratici di collane, pendenti in giadae madreperla e copricapo decorati come ad esempio quelli dei re e sacerdoti fatti di legno e pelle di giaguaro. Collari, cavigliere, braccialetti in giada, denti di animale e, in epoca tarda, in rame, completavano l’abbigliamento dei più ricchi. Le donne utlizzavano l’ huipiluna sorta di blusa lunga e larga che talora scendeva fino alle cosce; quechquemitluna specie di lungo cappuccio che copriva capo e il petto e la corteche era un pezzo di tela avvolto sui fianchi a mo’ di gonna. I guerrieri adoperavano delle armature imbottite di cotone, i giocatori di palla utilizzavano piume colorate e ornamenti in pietra. Le calzature degli uomini e delle donne erano costituite da sandali di pelle intrecciata tenuti assieme da lacci di canapa. Gli uomini portavano i capelli lunghi, spesso raccolti in trecce. La zona di cuoio capelluto adiacente alla fronte veniva bruciata in modo da far indietreggiare l’ataccatura dei capelli. I lunghi capelli delle donne venivano acconciati in diverse fogge a seconda dello stato sociale e dello stato coniugale. Tatuaggi colorati effettuati tramite aguzzi denti di animale e pitturazione della pelle erano ampiamente praticate soprattutto dalla vita in su. I sacerdoti in particolare si tingevano di azzurro maya, i guerrieri di nero e di rosso, le donne di rosso.