Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere

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Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere
Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 1 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Il sondaggio “Linguaggio e Stereotipi di Genere”, a cura di Snoq Genova, analizza la percezione degli stereotipi di genere da parte di un campione di italiane e italiani, ed esplora in parte l’uso del linguaggio declinato al femminile. Il sondaggio fa parte di un percorso avviato da Snoq Genova su questi temi, la cui idea è nata durante un incontro in piazza con la cittadinanza genovese l’8 marzo 2014, dove abbiamo chiesto al pubblico di associare liberamente una parola a: “Donna”, “Uomo” e “Relazione”. I risultati delle attività svolte e la sintesi di questo sondaggio sono pubblicati sulla piattaforma snoq3.0 (http://senonoraquando.ning.com). Per domande e informazioni, scrivere a [email protected]. Indice 1. Caratteristiche dei/delle rispondenti 2. Domande e risposte su linguaggio e stereotipi p. 2 p. 4 a.
domanda 1: linguaggio declinato al femminile p. 4 b.
domanda 2: esclamazioni di uso comune p. 5 c.
domanda 3: importanza dell’aspetto delle donne p 6 d.
domanda 4: importanza dell’aspetto degli uomini p. 8 e.
domanda 5: modalità di intervento su battute sessiste p. 9 f.
domanda 6: stereotipi di genere presenti nella società p. 11 g.
domanda 7: stereotipi di genere in cui ci riconosciamo p. 24 h.
domanda 8: stereotipi di genere in cui non ci riconosciamo p. 26 i.
domanda 9: soluzioni per liberarci dagli stereotipi di genere p. 28 3. Riflessioni sui/sulle rispondenti under-­20 p. 36 4. Conclusioni p. 37 Al sondaggio, aperto tra l’8 marzo e il 5 aprile, hanno risposto 411 persone, di cui: 329 donne (pari all’80% del totale), 77 uomini (pari al 18,8%) e 5 (pari all’1,2%) che preferiscono definirsi in altro modo (transgender, ecc). Pochissime risposte sono arrivate dalle giovani generazioni under-­20 (solo 9 risposte), mentre la fascia d’età più ingaggiata è quella dai 51 ai 60 anni. Il 68% delle/dei rispondenti sono over-­40 e costituiscono più del doppio dei rispondenti under-­40. Questi dati suggeriscono che sono ancora pochi gli uomini e i/le giovani che si interessano dei condizionamenti quotidiani di stereotipi e linguaggio. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 3 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Le risposte al sondaggio sono arrivate da tutt’Italia e da alcuni paesi esteri, con una prevalenza della Regione Liguria da cui è stato lanciato il sondaggio. I paesi esteri rappresentati, da cui sono arrivate sette risposte, sono: Albania, Austria, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Dalla prima domanda è emerso che il 56,4% dei/delle rispondenti usa poco o non usa mai il linguaggio declinato al femminile. Dai commenti è emersa confusione riguardo all’uso corretto del linguaggio e all’opportunità o meno di usarlo al femminile. Nella maggioranza dei casi, si incontra una forte resistenza alla declinazione al femminile, sia da parte degli uomini che da parte delle donne. Si riportano alcuni commenti: • Una donna nella fascia d’età 51-­‐60 scrive: “un lavoro è un lavoro non un genere”; • Un uomo over-­‐60 commenta: “La trovo una violenza di tipo femminista. Oltretutto mi suona riduttivo per la donna stessa, Chiamare una signora "medica" mi sembra portarla in giro.” (si segnala in questo caso la possibilità di usare il termine “dottoressa”); • Una donna nella fascia d’età 41-­‐50 è possibilista: “Non è sempre facile il cambiamento del linguaggio, ma pian piano ci si riesce perchè è giusto”; • Una donna nella fascia d’età 51-­‐60 esprime una difficoltà molto comune legata alla percezione del suono delle parole: “non penso sia importante e qualche volta i termini al femminile ‘suonano’ in modo strano avvocata x es. una parola che non mi suona bene, meglio avvocatessa”. E’ una fatica condivisa da molte/i, per esempio da una donna over-­‐60: “So che non è giusto adoperare il maschile per professioni che svolgono le donne ma esteticamente ministra, avvocata, ingegnera è proprio brutto”; e ancora un uomo over-­‐60 ribadisce questa difficoltà diffusa: “No, termini orrendi come ‘ingegnera’ non mi riesce di usarli; per una questione di estetica linguistica”; • Un uomo over-­‐60 riconosce un elemento essenziale: “è l'abitudine legata al fatto che molti di questi mestieri sono sempre stati appannaggio degli uomini”; Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 5 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons • Ci sono molti dubbi su come utilizzare il linguaggio declinato al femminile, come fa notare una donna nella fascia d’età 41-­‐50: “purtroppo si è sempre in dubbio se la femminilizzazione sia corretta da un punto di vista linguistico (per es. avvocata o avvocatessa?)”; • Una persona che sceglie di non identificarsi né come donna né come uomo ma come ‘essere vivente’ scrive: “.... vorrei sottolineare la neutralità della professione rispetto al sesso di chi la esercita”. Snoq Genova sostiene che le differenze di genere ci sono eccome, e che queste condizionano enormemente la professione e la vita quotidiana di ciascuno/a di noi, e per questo è importante riconoscerle anche nel linguaggio quotidiano. Abituarsi a declinare al femminile, anche tra qualche incertezza grammaticale e qualche “dubbio estetico”, è un piccolo ma profondo atto di cambiamento culturale che si può praticare ogni giorno a partire da sé, con effetti inaspettati: in primis la consapevolezza che esistono differenze di genere e che queste, se valorizzate, porteranno a un vantaggio collettivo. Dalla seconda domanda è emerso che il 48,5% cioè quasi la metà dei/delle rispondenti si esprime con esclamazioni di uso comune che contengono un’offesa alle donne. L’altra metà sostiene di non usare mai tali esclamazioni. Dai commenti è emersa in numerosi casi, soprattutto da parte degli uomini, la negazione che tali espressioni contengano un’offesa alle donne, mentre molte donne, quando si rendono conto di subire un’offesa, riconoscono che è un’abitudine da cambiare. Si riportano alcuni commenti: • Un uomo over-­‐60 commenta così: “A Roma ‘figlio di mignotta’ non è una espressione sessista infatti è considerato un complimento. Essa definisce che la persona in questione è un furbo intelligente”; • Un ragazzo nella fascia d’età 21-­‐30 scrive: “nella mia città, Mantova, è comunque uno slang ed una congiunzione del dialetto...non è offesa”; sulla stessa linea un uomo over-­‐60: “Si tratta di esclamazioni/interiezioni mai rivolte direttamente a una donna”; • Qualche donna usa addirittura queste espressioni a posta...come una over-­‐60 che commenta: “lo faccio deliberatamente perché non credo che essere una donna che approfitta della sua condizione di donna per "andare avanti" vada accettato solo perché donna”; • Un’altra donna over-­‐60 riconosce il problema dell’abitudine: “fa parte di un'abitudine, lenta a sparire”; così anche una donna nella fascia d’età 51-­‐60: “cerco di starci attenta, ma è un automatismo culturale difficile da scardinare”; • C’è chi sta provando a cambiare, come una ragazza under-­‐30: “Nell'ultimo anno sto cercando di eliminare queste espressioni dal linguaggio colloquiale”, e c’è chi sceglie di sfogarsi in altro modo, come una donna nella fascia d’età 41-­‐50 che commenta così: “...a volte dico anche "figlio di parlamentare".....in entrambi i casi indico categorie che in linea di massima sono poco stimabili”; • Chi prova a cambiare, come una ragazza under-­‐30, si rende conto che è un esercizio quotidiano: “Sto facendo molta più attenzione che in passato ad utilizzare tali epiteti. Li riduco o cerco di convertirli in qualcosa che non sia diretto contro qualche figura femminile”; • Una donna nella fascia d’età 51-­‐60 commenta così l’importanza dell’uso del linguaggio: “L'evoluzione sociale si misura dall'uso corretto e proprio della lingua”. Lanciamo una sfida a chi legge: se è vero che siamo abituate/i a usare espressioni di uso comune che contengono offese alle donne, proviamo a sperimentare espressioni prive di offese alle donne o a qualunque altra categoria. Dalla terza domanda è emerso che il 55,5% dei/delle rispondenti ritiene che l’aspetto delle donne conti tanto. Quasi l’80% ritiene che l’aspetto conti sempre e comunque, mentre solo il 21,4% ritiene che non abbia importanza. N.B. Per lasciare libera interpretazione alle/ai rispondenti e Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 7 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons ridurre i condizionamenti, non si è voluto mettere recinti più specifici alla domanda; si è scelto di non specificare il contesto della valutazione, né la sua natura (ciò che pensiamo debba essere valutato oppure ciò che pensiamo la società valuti, o altre intepretazioni possibili). Dai commenti è emersa incertezza su come e quando l’aspetto in particolare delle donne sia discriminante, come se l’argomento non fosse stato nella maggioranza dei casi oggetto di riflessione; il contesto in cui l’aspetto risulta più rilevante per una donna è quello del lavoro. Esiste una parte di rispondenti che pensa che l’aspetto conti tanto per le donne quanto per gli uomini, senza alcuna differenza. Molti i “purtroppo” espressi dalle rispondenti donne. Si riportano alcuni commenti: • Una donna nella fascia d’età 51-­‐60 commenta che l’aspetto conta “oggi purtroppo in molti campi ancora molto al di là del reale valore di compentenza, intelligenza, capacità”; una donna nella fascia d’età 31-­‐40 rincara: “Purtroppo ancora troppo. Siamo giudicate e valutate, ancora oggi, prima per il nostro aspetto (belle/brutte, magre/grasse) e dopo per le nostre qualità e competenze”; • Qualcuna distingue tra ciò che pensa individualmente e ciò che rileva nella società, come una donna nella fascia d’età 41-­‐50: “Per me non ha importanza l'aspetto fisico ma in realtà nella società d'oggi ahimè ha una certa rilevanza”; continua la serie di purtroppo, da parte di molte donne di ogni età: “purtroppo conta di piu di quanto dovrebbe!”; “Non dovrebbe avere importanza, purtroppo ne ha”; “Purtroppo è ancora un elemento fortemente discriminante nel giudizio sulla persona. A volte avere un aspetto piacevole può però essere un limite a far valere le proprie diverse potenzialità”; • Per un uomo over-­‐60 l’aspetto femminile conta “tanto quanto quello maschile”; ma non secondo tutti il peso è uguale per entrambi i generi, come fa notare una donna nella fascia d’età 51-­‐60: “Nella rappresentazione pubblica di questa società è il cardine. L'apparire conta e vale prima di ogni cosa per le donne e gli uomini, per le donne ancor di più”; qualcuno si chiede se il genere faccia o non faccia differenza, come questa donna nella fascia d’età 51-­‐60: “Sono convinta da sempre e profondamente che sia proprio così. Una donna bella non dev'essere ritenuta 'oca' (o altro) ma talvolta purtroppo è ancora così. Gli uomini però non sono da meno e quindi il luogo comune, se calza per le une, calza anche per gli altri.. O no?!”; • Una donna nella fascia d’età 31-­‐40 sceglie di definire meglio che cosa significa ‘aspetto’: “con ‘aspetto fisico’, sia per una donna sia per un uomo, non intendo la bellezza, ma il modo in cui si presenta: ordine, cura e pulizia del corpo e dell'abbigliamento”; una donna nella fascia d’età 51-­‐60 lo definisce così: “non la bellezza secondo i canoni della tv ma la personalità complessiva e la cura di sé anche sotto l'aspetto della salute”; • Una donna nella fascia d’età 31-­‐40 ricerca le cause del dislivello: “L'aspetto fisico non dovrebbe contare affatto, ma nella nostra società (non solo per colpa di 20 anni di berlusconismo, viviamo nella società dell'immagine a livello globale) soprattutto per le donne, è elemento di giudizio e di considerazione sociale, sia rispetto alle proprie qualità fisiche sia rispetto a come una persona si presenta. Basti vedere i ripetuti commenti echeggiati su tutti i mass media sull'abbigliamento o sulle caratteristiche fisiche delle ministre neonominate”; • Una donna nella fascia d’età 31-­‐40 riassume così: “l'abito e la presenza non fanno il monaco, ma permettono di entrare nei conventi”. Quando si parla dell’aspetto degli uomini, il quadro cambia nettamente. Dalla quarta domanda è emerso che il 48,4% dei/delle rispondenti ritiene che l’aspetto degli uomini conti poco e il 25% che non conti niente; cioè il 73,5% ritiene che l’aspetto conti poco o niente, mentre solo il 26,5% ritiene che conti tanto. Confrontando la percezione/valutazione di quanto conti l’aspetto maschile rispetto a quello femminile, il rapporto è inversamente proporzionale: l’aspetto conta il doppio per le donne che per gli uomini. Nel caso dell’aspetto degli uomini, raddoppiano le risposte “conta poco” (48,4% vs. 23,1%) e si dimezzano le risposte “conta tanto” (26,5% vs. 55,5%). Dai commenti è emersa non solo la ripetizione del concetto ideale che “l’aspetto non dovrebbe contare ma conta”, ma anche un ragionamento più sviluppato sulle differenze che ci sono tra la valutazione dell’aspetto delle donne e quella degli uomini. Si riportano alcuni commenti: • Secondo un uomo nella fascia d’età 51-­‐60, l’aspetto maschile conta “innegabilmente meno che nelle donne”; • Una donna over-­‐60 commenta così: “colpisce prima di tutto l'aspetto fisico, ma, a differenza di ciò che avviene per le donne, si considerano la simpatia, l'intelligenza e le altre qualità dell'individuo”; • Una donna nella fascia d’età 31-­‐40 fa un esempio: “Molto meno importante per gli uomini. Prendendo per esempio l'insediamento del governo nessuno ha detto che tizio è bruttino, come per la moglie del primo ministro, eppure al consiglio dei ministri non siedono propriamente degli adoni! E quando mai gli uomini subiscono critiche o giudizi per il look?”; • Un’altra donna nella fascia d’età 31-­‐40 ragiona sugli uomini: “L'uomo è libero dai condizionamenti estetici. Viene apprezzato e valutato per le sue competenze e qualità a prescindere dal suo aspetto esteriore. E' l'uomo che, nel tempo, sta attribuendo sempre più importanza al suo aspetto”; • Emerge il problema della valutazione dell’aspetto sul lavoro, soprattutto per le donne e non per gli uomini, come fa notare una donna nella fascia d’età 41-­‐50: “aggiungo che purtroppo l'aspetto fisico di un uomo conta sicuramente meno rispetto a quello di una donna. questa osservazione è al negativo sopratutto se pensiamo a certe valutazioni che ahimè vengono fatte Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 9 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons ad esempio durante selezioni di lavoro, dove un uomo è senz'altro più privilegiato poichè secondo me non viene sottoposto ad un giudizio di aspetto. una donna rischia maggiormente di essere valutata anche per questo”; • Una donna nella fascia d’età 21-­‐30 parla della questione della bellezza: “Che l'uomo sia bello o brutto poco conta. Anche nel cinema si vedono uomini non bellissimi che fanno carriera, mentre in molti settori (prendiamo il cinema, che dell'immagine fa il suo contributo alla società) alla donna è concesso di entrare e prosperare -­‐ a parte poche eccezioni -­‐ solo se rientra nei canoni di bellezza approvati dal maschio. Non stupisce che moltissime donne, soprattutto le ragazze giovani, non si accettino: competono con standard di bellezza impossibile e malsana”; • C’è anche chi si sente al di sopra dei condizionamenti dettati dal genere: “io penso alla persona e non all'uomo o alla donna”. A chi ha la convinzione di non essere soggetto/a ai condizionamenti della società, della cultura, del genere e di tanti altri elementi che ci circondano, chiediamo lo sforzo di ragionare e di scrivere, ogni volta che vede o pensa a un’altra persona, quali suoi pensieri siano legati agli stereotipi di genere che popolano la nostra cultura e il nostro immaginario. Dalla quinta domanda è emerso che l’82% dei/delle rispondenti interverrebbe se assistesse a una battuta sessista sul lavoro; il 14,4% ammette che non saprebbe come intervenire pur sentendosi a disagio; solo il 3,6% riderebbe alla battuta insieme agli altri. N.B. questa domanda investiga il reame dell’azione e propone alle/ai rispondenti di immaginare le proprie azioni in una particolare situazione, non inusuale, che possa verificarsi o si sia verificata nella sua vita. Si è voluto inoltre sensibilizzare chi legge sul significato di sessismo e sulle sue numerose accezioni, che riportiamo qui di seguito. Per sessismo si intende: una forma di discriminazione tra le persone basata sul genere sessuale (maschio o femmina), dove si viene giudicati in base al genere di appartenenza. La misoginia (odio per le donne) o misandria (odio per gli uomini) ne sono un esempio, ma è molto più comune e diffuso dare giudizi automatici in base agli stereotipi di genere. Rifletti. Ti è mai capitato di: -­‐ inquadrare donne e uomini in base agli stereotipi di genere, e aspettarti che vi aderiscano; -­‐ assegnare arbitrariamente qualità positive o negative in base al sesso; -­‐ pensare che donne/uomini debbano avere ruoli predefiniti (in casa o sul lavoro); -­‐ renderti conto di giudicare una persona, prima ancora di conoscerla, in base al sesso? A volte sono guizzi di pensiero, a volte convinzioni sotterranee, a volte atteggiamenti automatici... dobbiamo diventarne consapevoli. Dai commenti è emersa la difficoltà effettiva a intervenire se si verificasse concretamente – come spesso succede – una situazione in cui qualcuno esprime commenti sessisti. La difficoltà è stata dichiarata anche da coloro che hanno risposto che in tali situazioni interverrebbero, soprattutto nei casi in cui a fare la battuta sessista fosse “il capo” o qualcuno di grado superiore sul lavoro. Alcune persone che inizialmente hanno crocettato che interverrebbero a spiegare perché una battuta sessista non è appropriata, nei commenti hanno dichiarato che farlo le metterebbe effettivamente in difficoltà, e che non sarebbe affatto facile. C’è chi preferisce la strategia passiva del “lasciar correre” senza commentare, ma la maggioranza ritiene che rispondere a tono, con un’altra battuta, sia la cosa migliore, anche se risulta comunque difficile avere la battuta pronta, e far fronte al giudizio del gruppo quando si interviene (soprattutto se si è donna). Una ragazza ha segnalato lo spettacolo comico “Tale of two brains” (visibile con sottotitoli in italiano qui: https://www.youtube.com/watch?v=r4r-­‐SSg3qGs), un video molto divertente sulle differenze tra il cervello delle donne e quello degli uomini, che tuttavia rappresenta un punto di vista sempre esclusivamente maschile. Si riportano alcuni commenti nelle quattro categorie di risposta. • Chi non riuscirebbe a intervenire: o
“Non sempre riesco a fare in questo modo a volte faccio silenzio” (uomo 41-­‐50 anni); o
“difficile dire a un cretino che lo è” (uomo over-­‐60); o
“purtroppo chi le faceva era un tipo molto violento. le donne ridevano tutte, per soggezione. salvo poi dire che era orribile...” (donna 51-­‐60 anni). • Chi commenta e spiega perché così non va: o
“(intervengo) e spesso mi sento dare della moralista” (donna 51-­‐60 anni); o
“o almeno ci provo, cercando di non essere troppo aggressiva!!!” (donna over-­‐60); o
“In una riunione di lavoro non è facile intervenire, ma almeno evitare di aggregarsi alle risate si.” (donna over-­‐60); o
“ma è molto difficile anche solo scalfire queste persone e le loro credenze, mi guardano scrollando la testa e sono sicura pensino che c'è in me qualcosa che non va....” (donna 51-­‐60); o
(MA) NON METTO A RISCHIO IL MIO POSTO DI LAVORO. (donna 41-­‐50 anni). • Chi risponde con una battuta salace: o
“(Rispondo con una battuta) anche se di solito le donne che fanno battute per ribattere ad altre battute creano sconvolgimento e palese disagio” (donna 31-­‐40 anni); o
“Ho risposto così anche se avrei più problemi a smontare la battuta sessista di un capo o di una persona con cui ho poca confidenza. In quel caso mi limiterei forse ad una smorfia” (donna 41-­‐50 anni); o
“Nulla smonta i prepotenti quanto il rovesciamento dei loro assiomi e la messa in Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 11 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons ridicolo che ne consegue” (donna 51-­‐60 anni); o
Mi sono stufata. Per cambiare le cose ognuno e ognuna di noi deve intervenire. A chi piacerebbe subire un'offesa nell'indifferenza generale? Dobbiamo riattivare i circuiti di solidarietà che ci fanno sentire in una comunità di persone. Persone civili! Spesso mi fermo a parlare di tematiche di genere e spiego perché certe cose non vanno, ne parlo e ne discuto apertamente. Ma in situazioni-­‐emergenza in cui c'è la battuta-­‐con-­‐risata, rispondo tempestivamente anch'io con una battuta che faccia vergognare chi l'ha fatta e riflettere chi sta intorno. Se non mi viene la battuta dico comunque qualcosa per esprimere il mio disagio verso una situazione di questo tipo. BASTA! (donna 21-­‐30 anni). • Chi invece ride con chi ha fatto la battuta sessista: o
“Se è una battuta non ci vedo nulla di male, ad esempio, sono anti-­‐razzista in ogni gene del mio corpo, ma alcune battute o barzellette riguardanti le persone di colore, mi fanno sbellicare” (uomo 21-­‐30 anni). Dalla sesta domanda sono emersi numerosissimi stereotipi di genere, legati cioè al fatto di essere maschio o femmina. Da 411 rispondenti sono state segnalate 1489 risposte, da cui sono emersi circa 200 stereotipi. Se si considerano tutte le risposte ricevute, comprese le ripetizioni dello stesso o simile stereotipo, il 70% riguarda le donne e il 30% riguarda gli uomini. In particolare, gli stereotipi sulle donne hanno una connotazione in maggioranza negativa, mentre gli stereotipi sugli uomini risultano quasi tutti positivi. Infatti, quando capita che una donna sia apprezzata per le sue competenze, la si complimenta dandole attributi maschili: “donna con le palle”; “donna cazzuta”. Al contrario, gli attributi femminili, se affibbiati a un uomo, risultano negativi (“sei una femminuccia”). Le donne sono considerate a priori incompetenti, inaffidabili, superficiali e incapaci di leadership, in quanto donne; vengono sanzionate dalla società se non rispettano i canoni di gradevolezza, bellezza, cura degli altri, limitazione dell’uso del corpo e sottomissione all’uomo o al sistema vigente di potere. Se li rispettano, tale conformismo porta comunque lati negativi. Gli uomini, invece, sono considerati a priori competenti, pratici e capaci di leadership, in quanto uomini, e non vengono sanzionati se tradiscono, soverchiano o pensano a se stessi. In cambio, devono dare un’immagine di forza, sicurezza di sé in ogni momento, capacità di provvedere alla famiglia, e non devono mai mostrare caratteristiche o interessi “femminili”. Partiamo dalle donne Gli stereotipi femminili riguardano ogni ambito della vita di una donna e ne prescrivono con precisione i confini: lavoro, maternità, sessualità, carattere, competenze, ecc. Riassumiamo nella tabella di seguito i principali stereotipi femminili emersi in 10 ambiti, confrontandoli con gli stereotipi maschili emersi nello stesso ambito. Ambiti Stereotipi femminili Confronto con stereotipi maschili 1. LAVORO Cos’è “previsto” per le donne Cos’è “previsto” per gli uomini 118 commenti su donne 75 commenti su uomini Le donne devono occuparsi dei lavori L’uomo è meno adatto alla cura; gli A. Lavoro di cura di cura; sono gli angeli del focolare; uomini sono più egoisti. prerogativa femminile sono predisposte a stare in casa a curare la famiglia (a differenza degli uomini); il ruolo famigliare è più importante di quello lavorativo. Le donne non sono adatte a certi Gli uomini lavorano meglio delle B. Mestieri e ruoli; lavori, specialmente quelli manuali, donne; per un uomo il lavoro è più gestione del potere tecnici, pratici o comunque “da importante che per una donna; un uomini”, perché non ne capiscono e uomo deve guadagnare di più di una non sono capaci a farli; la donna è donna; un uomo senza lavoro è un segretaria-­‐maestra-­‐infermiera o in fallito; un uomo casalingo non conta generale ricopre il ruolo di niente; gli uomini non si abbassano a “assistente”; la donna non fa il capo fare le cose da donne; l’uomo è o manager, se lo fa è uno stronzo al ingegnere e medico; i capi sono maschile, perché le donne al potere maschi; comanda l’uomo; gli uomini sono peggio degli uomini e non sono più abili a gestire il potere. adatte; le donne non devono lavorare; la donna che fa la casalinga “non lavora”; per una donna non avere un lavoro non costituisce un problema; una donna che svolge un lavoro "maschile" non è donna. Le donne devono fare i lavori di casa Gli uomini non sono capaci a fare le C. Donne a casa; casa (cucire, cucinare, lavori domestici); la faccende domestiche come le donne; regno femminile cura della casa è una prerogativa gli uomini non sanno cucinare; se un femminile, infatti le pubblicità uomo fa qualche lavoro domestico mostrano donne che cucinano e viene lodato come se fosse un dono puliscono; la casa è il regno della raro, o è comunque un favore che fa donna; le donne non devono alla donna, oppure è stato occupare posizioni “maschili”. sottomesso dalla donna. 2. GENERALE MANCANZA DI Cos’è “previsto” per le donne Cos’è “previsto” per gli uomini COMPETENZE 140commenti sulle donne 11 commenti su uomini A. Incapacità di guida Donna al volante pericolo costante; le Gli uomini guidano e parcheggiano donne non sanno guidare; non sanno meglio delle donne; non chiedono 92 commenti sulle donne posteggiare; non sanno fare benzina. informazioni; non rispettano il 4 commenti sugli uomini codice stradale Una donna non capisce la scienza o la Gli uomini sono portati per la B. Incapacità in scienze e tecnica; le donne non sono portate per matematica; sono più portati per le Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 13 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons tecnologie 26 commenti sulle donne 6 commenti sugli uomini C. Altre ‘incompetenze’ (escluse quelle già emerse sui mestieri/lavori) 22 commenti sulle donne 7 commenti sugli uomini 3. DEBOLEZZA INTRINSECA E BISOGNO DELL’UOMO 91 commenti sulle donne 41 commenti su uomini A. Donne sesso debole B. Prescrizioni rispetto ai comportamenti C. Donne incapaci di gestirsi da sole i lavori scientifici; le donne non sanno utilizzare utensili tecnici, se non in cucina; le donne amano l’arte e non sono brave in matematica; la donna non capisce nulla di tecnologia. Le donne non hanno il senso dell’orientamento e non capiscono le cartine; le donne non capiscono di politica; le donne non capiscono di lavoro; “nell’esame di un problema le donne si concentrano sui dettagli perdendo di vista l’insieme”; non capiscono nulla di sport né di calcio. Cos’è “previsto” per le donne materie scientifiche; non eccellono nelle materie umanistiche; gli uomini hanno una maggiore attitudine alla logica scientifica. Gli uomini hanno più senso dell’orientamento e sono bravi nei lavori manuali; amano gli sport e parlano di calcio e motori. Cos’è “previsto” per gli uomini Le donne sono il sesso debole; la donna è debole; le donne sono più deboli degli uomini; la donna è fragile e deve essere protetta dall’uomo; le donne cercano protezione  invece se una donna è forte o capace è “cazzuta” e “con le palle” o “con gli attributi”. “Non fare il maschiaccio” (riferito alla bambina che interviene volentieri in giochi movimentati o di contatto fisico); “ti comporti come un maschiaccio”; “non agitarti come un maschiaccio”; la donna mascolina è considerata lesbica. Gli uomini sono forti; gli uomini sono il sesso forte; l’uomo è più forte della donna; gli uomini non possono mostrare debolezza; l’uomo non può permettersi incertezze e deve trasmettere sicurezza a tutti i costi; gli uomini sono coraggiosi e non hanno mai paura. “Non fare la donnicciola” (riferito al bambino in lacrime, o che assume toni lamentosi di fronte a un problema); “non fare la femminuccia”; “comportati da vero uomo”; “l’uomo deve rimanere uomo e non femminilizzarsi”; gli uomini effeminati sono considerati gay. Una donna non può farcela da sola; una donna ha bisogno di un uomo; le Gli uomini sono indipendenti; un donne hanno bisogno di protezione; la vero uomo sa sempre cosa fare. donna è emotivamente dipendente dall’uomo; una donna senza un uomo non è nessuno. Cos’è “previsto” per le donne Cos’è “previsto” per gli uomini 4. SESSUALITA’ 89 commenti sulle donne 55 commenti su uomini Se la donna va con tanti uomini è una L’uomo è cacciatore; l’uomo è A. Relazioni con partner; poco di buono (diversamente libertino; un uomo con molte donne sessualità sanzionata dall’uomo); le donne devono essere è figo; un uomo che ha avuto più vergini; le donne che hanno avuto più partner è un latin lover; un uomo esperienze sessuali sono p.... che va con tante donne è da guardare con ammirazione; se non ci prova “ci fa la figura del finocchio”. Le donne sono tutte zoccole (ecc); le B. ‘Natura’ dispregiativa donne libere sono di facili costumi; in senso assoluto cominciò Eva a tentare Adamo e via via tutte le altre. “Si vestono così e poi si lamentano che C. Colpevolizzazione le violentano”; le donne vengono delle donne che stuprate a causa del loro subiscono abusi comportamento e/o abbigliamento; le donne se la cercano; una donna fa finta di non starci ma sotto sotto ci sta sempre; alle prostitute piace farlo. Le donne in carriera l’hanno data; le D. Carriera imputata ad donne che hanno posizioni di potere atti sessuali, non al le hanno in cambio di prestazioni merito sessuali. Le donne vogliono fare sesso meno E. Importanza del sesso degli uomini; le donne godono meno nel fare sesso, ma per loro è più facile trovare qualcuno con cui farlo; le donne pensano all’amore; con la menopausa cessa il desiderio sessuale. 5. IRRAZIONALITA’ E INAFFIDABILITA’ Cos’è “previsto” per le donne 71 commenti sulle donne 16 commenti su uomini La donna è isterica; le donne sono A. Isteriche e umorali nevrotiche; le donne che si arrabbiano sono isteriche; le donne non sono equilibrate, hanno scompensi ormonali; le donne hanno frequenti sbalzi di umore; sono nervose perché hanno il ciclo o sono in in menopausa; le donne sono inaffidabili perché soggette all'umore del momento. Le donne sono irrazionali; le donne B. Irrazionalità; sono più emotive; le donne sono illogicità; intuitive nel senso di poco razionali; imprevedibilità; le donne sono mutevoli e illogiche; le inaffidabilità donne ragionano con l’utero; le donne sono lunatiche, volubili, imprevedibili, incapaci di nascondere i sentimenti. Una donna senza figli non vale niente; 6. MATERNITA’ le donne “devono sposarsi e avere PER FORZA figli”; la cura del neonato è monopolio 64 commenti sulle donne femminile; se non sei madre non sei 7 commenti sugli uomini una donna; lo scopo della donna è essere madre; una donna senza figli non è completa; una donna senza figli è una donna a metà; la donna è madre e accuditrice prima di tutto; le donne hanno più senso materno ed è giusto che siano loro ad accudire i figli; le donne hanno un innato istinto materno; le donne sognano tutte il matrimonio e la maternità e vogliono Creative Commons Un commento solo diceva “gli uomini sono tutti puttanieri”. L’uomo non può resistere al fascino di una donna; agli uomini piacciono spettacoli violenti e non storie d’amore; gli uomini non possono essere vittime di abusi sessuali. Commento ricevuto: “gli uomini se fanno carriera non suscitano dietrologia sessista” Gli uomini pensano solo al sesso; la sessualità dell’uomo è prioritaria e va soddisfatta; gli uomini hanno esigenze di sessualità che le donne non hanno. Cos’è “previsto” per gli uomini Gli uomini hanno carattere; “quello lì è una checca isterica” (se mostra caratteristiche femminili). Gli uomini sono razionali, più razionali e meno emotivi; gli uomini hanno un pensiero lineare; l’uomo è più riflessivo; gli uomini nascondono i sentimenti. L’uomo non è attaccato ai figli come la donna; un uomo senza figli è considerato una persona libera; gli uomini NON sono considerati incompleti se non sono padri. Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 15 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons 7. BAMBINE: GIOCHI E COLORI 48 commenti sulle donne 26commenti sugli uomini A. Giochi distinti B. Colori definiti C. Aspetto vs. capacità 8. GENERALE “STUPIDITÀ” AUMENTATA DALLA BELLEZZA 49 commenti sulle donne 6 commenti sugli uomini 9. ASPETTATIVE DI SENSIBILITÀ, DISCREZIONE E OBBEDIENZA 41 commenti sulle donne 14commenti sugli uomini 10. ACIDITÀ PER MANCANZA DI UN UOMO 36 commenti sulle donne incastrare l’uomo; una donna si deve sacrificare per la famiglia. Cos’è “previsto” per le bambine Cos’è “previsto” per i bambini Le bambine devono giocare con le bambole, non con le macchinine che sono giochi da maschi; i giochi delle bambine sono rosa, incentrati su maternità e abbigliamento, in funzione dell’uomo; le bambine che giocano come i maschi (andare sugli alberi, correre, giocare a calco ecc) sono “maschiacci” e non sta bene. Il rosa alle neonate; il colore rosa dominante nell’infanzia; il rosa è un colore da femmine. Quando si vuole fare un complimento a una bambina le si dice: “Quanto sei bella!”, oppure “Che bel vestito!” Tutte le donne sono stupide; le donne non pensano; le donne sono più stupide degli uomini; le donne sono oche giulive; una donna bella è stupida; una donna bionda è stupida; “bella e gallina”; la donna bella non può essere anche intelligente e capace; le donne sanno solo apparire e non hanno sostanza; le donne sono frivole e superficiali; le donne pensano solo allo shopping. Le donne sono sensibili, più degli uomini; le donne sono più gentili; le donne sono più capaci di sopportare; le donne sono più sagge e pazienti e sopportano meglio le intemperanze maschili; le donne devono stare a fianco degli uomini in modo discreto; le donne obbediscono; le donne sono dolci; le donne sono remissive, altrimenti sono considerate aggressive. Le donne che non scopano diventano acide; le zitelle sono acide; le donne senza un uomo sono acide; una donna single dopo i quaranta è per definizione acida; una donna senza I maschietti giocano con i robot, con le macchinine, con i trenini, con i lego; devono giocare con il pallone; i genitori si preoccupano se giocano con le bambole; i bambini non possono giocare a trucco e parrucco; i giochi dei bambini sono di azione e di squadra, basati sul combattimento per stabilire il più forte. L’azzurro ai neonati; il colore azzurro dominante nell’infanzia; l’azzurro è un colore da maschio. Quando si fa un complimento a un bambino si fa invece riferimento a qualità non estetiche, ad esempio l’abilità, la forza, l’intelligenza. L’intelligenza del maschio è superiore a quella della donna; gli uomini si fanno infinocchiare dalle belle donne. Educazione e gentilezza in un uomo sono sintomo di scarsa virilità; i gay sono sensibili e hanno buon gusto; gli uomini sono insensibili; l’uomo è aggressivo per natura; l’uomo deve saper “dominare” la donna. Gli uomini hanno bisogno di una donna che si occupi di loro; un uomo da solo è comunque un buon partito. 2 commenti sugli uomini 11. ALTRI STEREOTIPI EMERSI SULLE DONNE (in ordine di commenti) 1. Pettegole 32 commenti sulle donne 4 commenti sugli uomini 2. Danni per definizione 25 commenti sulle donne 0 commenti sugli uomini 3. Competizione e invidia 25 commenti sulle donne 4 commenti sugli uomini 4. Infide e traditrici 17 commenti sulle donne 10 commenti sugli uomini 5. Importanza dell’aspetto esteriore 14 commenti sulle donne 5 commenti sugli uomini 6. Stress e fastidio 10 commenti sulle donne 1 commenti sugli uomini 7. Espressione delle emozioni 9 commenti sulle donne 41 commenti sugli uomini 8. Multi-­tasking vantaggio o svantaggio? 9 commenti sulle donne 11 commenti sugli uomini 9. Le donne stanno dietro all’uomo 8 commenti sulle donne 0 commenti sugli uomini 10. Rapporto con l’età 6 commenti sulle donne un uomo è incompleta; una donna sola è sfigata; una donna senza marito è una fallita o ha dei problemi. Cos’è “previsto” per le donne Cos’è “previsto” per gli uomini Le donne sono pettegole, più degli uomini; le donne chiacchierano troppo. Chi dice donna dice danno. L’uomo è sintetico; non si perde in chiacchiere. Le donne sono competitive tra loro; le donne non sanno fare squadra tra di loro anzi si scannano a vicenda; c’è troppa invidia; le donne si auto-­‐
eliminano; essere nemica delle donne è nella natura della donna; l’amicizia tra donne non esiste. La donna finisce sempre per tradirti; nella coppia la donna deve essere più fedele; la donna tradisce per amore; le donne sono infide; la donna è falsa; le donne sono insidiose-­‐furbe-­‐subdole; la furbizia è femminile; delle donne non ci si può fidare. Le donne devono curare il loro aspetto; una donna si deve depilare; “se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire”; le donne sono vanitose e civette; le donne se la tirano. Le donne sono stressanti; sono stronze; rompono le scatole agli uomini; mettono sempre i puntini sulle ‘i’; puntualizzano. Le donne piangono sempre; le donne si emozionano e piangono, più degli uomini; le donne piangono per niente; le donne sono lagnose; con il pianto le donne raggiungono sempre ciò che vogliono. Le donne sono multitasking; le donne sono capaci di fare più cose insieme, gli uomini no. Commento ricevuto: “questo non fa che caricarci di impegni che rischiamo di fare male e deresponsabilizzare gli uomini). Dietro a un grande uomo c’è una grande donna (dietro, però). Gli uomini sono solidali fra loro; gli uomini sanno lavorare insieme; gli uomini sono capaci di essere camerati, le donne no. -­‐-­‐-­‐-­‐-­‐-­‐ E’ normale che l’uomo tradisca; se il marito va con un’altra vuol dire che la donna non ha saputo tenerlo; gli uomini possono tradire, le donne no; capita che gli uomini siano manipolati dalle donne, dal loro fascino e dalle loro menzogne. Gli uomini hanno poca cura dell’igiene personale; gli uomini posso essere brutti, le donne no; gli uomini “devono puzzare”. -­‐-­‐-­‐ Gli uomini non piangono; un vero uomo non deve piangere mai; un uomo che piange è considerato una “femminuccia”. Gli uomini sanno fare una sola cosa alla volta; gli uomini non riescono a fare due cose nello stesso momento; gli uomini fanno una cosa alla volta ma la fanno bene. -­‐-­‐-­‐ La donna dopo i 40 anni è vecchia; le L’uomo più invecchia più è donne dopo una certa età sono affascinante; un uomo dopo una Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 17 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons 4 commenti sugli uomini insopportabili; la donna con i capelli certa età è “interessante”. bianchi è sciatta. Le donne sono sempre in ritardo; la -­‐-­‐-­‐ donna si fa sempre aspettare. 11. Ritardatarie 6 commenti sulle donne 0 commenti sugli uomini Le donne sono inferiori; le donne Un uomo è sempre meglio di una 12. Stereotipi vari devono stare zitte; le ragazze sono più donna (“figli maschi”); un uomo che Altri stereotipi emersi (in diligenti ma meno brillanti dei cede è meno “maschio”; l’uomo è numero minore) sulle ragazzi; le donne sono ordinate e creativo; gli uomini sono rozzi e donne e confrontati con precise; le donne sono spendaccione; imprecisi; gli uomini portano i soldi stereotipi maschili della “sei femminista perché odii gli a casa; l’uomo è più libero di dire stessa o simile tipologia.* uomini”; le donne sono complesse; parolacce; gli uomini sono semplici; alle donne piacciono solo gli uomini per essere un vero uomo devi essere *si consideri che sono stronzi; alla donna si rimprovera stronzo; negli uomini l’ambizione è molti di più gli stereotipi l’ambizione come se fosse un considerata un pregio; gli uomini emersi sulle donne rispetto difetto; le donne non hanno il senso parlano di calcio e motori. a quelli sugli uomini; e non dell’umorismo; le donne sono sempre di tipologia insicure; le donne parlano di gossip e identica. moda. Dagli stereotipi emersi in maggior numero, la società considera prerogativa delle donne tutto ciò che riguarda i lavori di cura, compresa la cura dell’uomo o del partner, e soprattutto della famiglia e dei figli. Senza questi, le donne rischiano di “non valere niente” per la società. Le donne sono considerate prima come madri – altrimenti risultano incomplete – che come persone individuali con i propri interessi, e inoltre sono apprezzate sopra ogni cosa per la bellezza esteriore -­più che per capacità o competenze. Anzi, si considera spesso a priori che le donne non abbiano delle particolari capacità e competenze, a parte il “multi-­‐tasking”, che tuttavia può essere un boomerang, in quanto mette tutto il peso delle attività “in contemporanea” sulle donne, incrementando l’aspettativa che siano sempre loro ad occuparsene, anziché condividere gli oneri con gli uomini. Risulta piuttosto comune lo stereotipo che le donne siano generalmente incompetenti, in particolare in tutte le cose manuali, scientifiche, tecniche, tecnologiche e pratiche. Si lascia loro solo il reame dell’umanistico, come approdo naturale femminile. Anche se una donna è bella (cosa positiva nell’indice di gradevolezza che le donne devono soddisfare), questo comunque porta in sé una nota negativa: la stupidità presunta delle belle. Anche perché, secondo un inspiegabile stereotipo piuttosto comune, le donne sono considerate generalmente stupide o meno intelligenti degli uomini. Se una donna è brava e competente, difficilmente si penserà che lo sia per merito proprio (se ha fatto carriera, si penserà che si è concessa al capo o a un uomo di potere); se ha un ruolo di responsabilità, si penserà male di lei come professionista (“troppo aggressiva”; “peggio di un uomo”) e come persona (“come mai tralascia la famiglia e i figli?”); e se alla fine riceve complimenti per le sue capacità, le vengono riconosciute attraverso attributi maschili (donna “cazzuta” o “con le palle”). Se una donna non rispetta i confini dettati dalla società per il suo genere e sfida i ruoli prestabiliti, viene sanzionata e marchiata con etichette negative: prostituta, sfigata, opportunista, traditrice, aggressiva, rompiscatole, ecc. Ci sono tante contraddizioni che accompagnano gli stereotipi femminili, dove anche gli stereotipi che sembrano positivi hanno una connotazione negativa. Qualunque cosa facciano le donne, non va bene: -­‐ Se le donne sono buone madri, devono sacrificare il lavoro; -­‐ Se le donne sono belle, sono stupide e vanitose; -­‐ Se le donne sono intelligenti, sono brutte; -­‐ Se le donne non hanno un partner, hanno dei problemi; -­‐ Se le donne hanno avuto più partner o vivono liberamente la propria sessualità, sono prostitute; -­‐ Se le donne subiscono un abuso, se la sono cercata; -­‐ Se le donne fanno carriera, hanno fatto sesso con un uomo potente; -­‐ Se le donne assumono posizioni di leadership, sono aggressive; -­‐ Se le donne sono multi-­‐tasking, non le fanno bene perché sono troppe; -­‐ Se le bambine amano fare i giochi da bambini, sono “maschiacci”; -­‐ Se le donne si arrabbiano, hanno scompensi ormonali (non capita per una ragione razionale); -­‐ Se le donne piangono, sono lagnose; -­‐ Se le donne badano ai dettagli, sono puntigliose; -­‐ Se dietro a un grande uomo c’è una grande donna, la donna è sempre dietro; -­‐ Se le donne sono sensibili e dolci, ci si aspetta che siano remissive e obbedienti. Sembra sempre che le donne abbiano bisogno di tutela e protezione da parte di un uomo, e che sia fondamentale che siano affiancate da un uomo per avere una propria dignità personale di individua. Spesso si considera che una donna senza un partner abbia dei problemi e sia una “zitella acida”. Infine le donne devono sempre essere gradevoli e disponibili, dolci e sensibili, discrete e attente ai bisogni degli altri. Ecco un commento ricevuto a tal proposito nel sondaggio: “ la bontà delle donne mi suona sempre come ‘tanto buone un po' coione’ ". Passiamo agli uomini Tutte queste cose non valgono per gli uomini, che vengono sempre in qualche modo giustificati, anche se compiono le stesse azioni che vengono disapprovate per le donne: -­‐ Se un uomo tradisce, è nella sua natura; -­‐ L’uomo è cacciatore, quindi può avere più partner; -­‐ Se l’uomo sa fare una cosa sola alla volta, vuol dire che la farà bene; -­‐ Se l’uomo non fa i lavori di casa, è perché non è portato; -­‐ Se l’uomo non è bello o non è più giovane, è comunque interessante; -­‐ Se un uomo non è un padre, non risulta una persona incompleta. Gli uomini sono considerati a priori competenti, pratici e capaci di leadership, in quanto uomini, e non vengono sanzionati se tradiscono, soverchiano o pensano a se stessi. In cambio, devono dare un’immagine di forza, sicurezza di sé in ogni momento, capacità di provvedere alla famiglia, e non devono mai mostrare caratteristiche o interessi “femminili”. Anche se gli stereotipi maschili sono meno prescrittivi e meno sanzionatori di quelli femminili, gli uomini devono affrontare ugualmente alcune “gabbie”. Riportiamo di seguito gli stereotipi maschili più citati, in ordine di numero di commenti ricevuti per ciascuna tipologia. Ambiti Stereotipi maschili Confronto con stereotipi femminili 1. VIRILITA’ Cos’è “previsto” per gli uomini Cos’è “previsto” per le donne 104 commenti su uomini 83 commenti sulle donne Gli uomini non piangono; un vero Le donne piangono sempre; le donne 1. Virilità opposta a uomo non deve piangere; “se si emozionano e piangono, più degli emozione / pianto 41 commenti sugli uomini piangi fai come una femminuccia”; i uomini; le donne piangono per niente; 9 commenti sulle donne maschi non piangono in pubblico; il le donne sono lagnose. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 19 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons “duro” non si commuove. Gli uomini sono forti; gli uomini sono il sesso forte; l’uomo è più forte della donna; gli uomini non possono mostrare debolezza; l’uomo non può permettersi incertezze e deve trasmettere sicurezza a tutti i costi; gli uomini sono coraggiosi e non hanno mai paura; un vero uomo sa sempre cosa fare. “Non fare la donnicciola” (riferito al 3. Virilità anti-­donna; bambino in lacrime, o che assume anti-­femminilità toni lamentosi di fronte a un “non fare la 28 commenti sugli uomini problema); femminuccia”; “comportati da vero 6 commenti sulle donne uomo”; “l’uomo deve rimanere uomo e non femminilizzarsi”; gli uomini effeminati sono considerati gay. 2. SESSUALITA’/ SESSO Cos’è “previsto” per gli uomini 57 commenti sugli uomini 52 commenti sulle donne L’uomo è cacciatore; l’uomo è A. Relazioni con partner libertino; un uomo con molte donne 35 commenti sugli uomini è figo; un uomo che ha avuto più partner è un latin lover; un uomo 28 commenti sulle donne che va con tante donne è da guardare con ammirazione; se non ci prova “ci fa la figura del finocchio”. Gli uomini pensano solo al sesso; la B. Importanza del sesso sessualità dell’uomo è prioritaria 16 commenti sugli uomini e va soddisfatta; gli uomini hanno esigenze di sessualità che le donne 8 commenti sulle donne non hanno; gli uomini hanno un chiodo fisso; gli uomini pensano solo al sesso. Agli uomini piacciono spettacoli C. Abusi e violenza violenti e non storie d’amore; gli 6 commenti sugli uomini uomini non possono essere vittime di abusi sessuali; l’uomo non può 16 commenti sulle donne resistere al fascino di una donna; "...tira più un pelo di...che ...." 3. LAVORO Cos’è “previsto” per gli uomini 38 commenti sugli uomini 62 commenti sulle donne È l'uomo che porta i soldi a casa; A. Responsabilità l'uomo mantiene la famiglia; porta economica a casa la pagnotta; l'uomo provvede economicamente alla famiglia; è lui che deve mantenere la famiglia; gli uomini mantengono la famiglia. 2. Virilità = forza 35 commenti sugli uomini 68 commenti sulle donne Le donne sono il sesso debole; la donna è debole; le donne sono più deboli degli uomini; la donna è fragile e deve essere protetta dall’uomo; le donne cercano protezione. “Non fare il maschiaccio” (riferito alla bambina che interviene volentieri in giochi movimentati o di contatto fisico); “ti comporti come un maschiaccio”; “non agitarti come un maschiaccio”; la donna mascolina è considerata lesbica. Cos’è “previsto” per le donne Se la donna va con tanti uomini è una poco di buono (diversamente dall’uomo); le donne devono essere vergini; le donne che hanno avuto più esperienze sessuali sono p.... Le donne vogliono fare sesso meno degli uomini; le donne godono meno nel fare sesso, ma per loro è più facile trovare qualcuno con cui farlo; le donne pensano all’amore; con la menopausa cessa il desiderio sessuale. Le donne vengono stuprate a causa del loro comportamento e/o abbigliamento; le donne se le cercano; una donna fa finta di non starci ma sotto sotto ci sta sempre; alle prostitute piace farlo. Cos’è “previsto” per le donne Le donne devono stare in cucina e gli uomini a lavorare; le donne devono accontentarsi del loro stipendio perché trovano chi le mantiene; una donna si deve sacrificare per la famiglia; deve occuparsi dei figli. Per un uomo il lavoro è più B. Importanza di avere importante che per una donna; un un lavoro uomo deve guadagnare di più di una donna; un uomo casalingo non conta niente; un uomo senza lavoro è un fallito. L’uomo è ingegnere e medico; gli C. Mestieri e leadership; uomini non sono capaci a fare le gestione del potere faccende domestiche; gli uomini lavorano meglio delle donne; i capi sono maschi; comanda l’uomo; gli uomini sono più abili a gestire il potere. I maschietti giocano con i robot, con 4. GIOCHI DA MASCHI le macchinine, con i trenini, con i 19 commenti sugli uomini lego; devono giocare con il pallone; i 23 commenti sulle donne genitori si preoccupano se giocano con le bambole; i bambini non possono giocare a trucco e parrucco; i giochi dei bambini sono di azione e di squadra, basati sul combattimento per stabilire il più forte. Gli uomini sono razionali, più 5. RAZIONALITA’ razionali e meno emotivi; gli 12 commenti sugli uomini uomini hanno un pensiero lineare; 33 commenti sulle donne l’uomo è più riflessivo; gli uomini nascondono i sentimenti. Gli uomini sanno fare solo una cosa 6. FOCALIZZATI per volta; Gli uomini non riescono a 11 commenti sugli uomini fare due cose nello stesso momento; 9 commenti sulle donne "gli uomini fanno una cosa alla volta ma la fanno bene". 7. EGOISTI E VIZIATI Gli uomini sono egoisti; pensano 18 commenti sugli uomini solo a sé; gli uomini sono rivolti alla 70 commenti sulle donne carriera; non sono adatti alla cura; riguardo alla cura gli uomini sono mammoni, pigri, pantofolai, e sempre un po’ bambini. Gli uomini sono feroci ed aggressivi 8. AGGRESSIVI per natura; "l'uomo deve saper E DOMINANTI ‘dominare’ la donna"; gli uomini 14 commenti sugli uomini sono più aggressivi; un uomo deve 41 commenti sulle donne saper farsi rispettare; l’uomo non deve chiedere mai; per essere un vero uomo devi essere uno stronzo; gli uomini sono così, bisogna prenderli come sono. 9. ALTRI STEREOTIPI Cos’è “previsto” per gli uomini EMERSI SUGLI UOMINI (in ordine di commenti) 1. Possono tradire E' normale che l'uomo tradisca; se 10 commenti sugli uomini il marito va con un'altra, vuol dire che la donna non ha saputo tenerlo; 17 commenti sulle donne gli uomini sono traditori; gli uomini possono tradire le donne no. Creative Commons Le donne non devono lavorare; per una donna non avere un lavoro non costituisce un problema; Il ruolo famigliare è più importante di quello lavorativo. Le donne non sono adatte ai lavori manuali, tecnici, pratici; la donna è segretaria-­‐maestra-­‐infermiera o comunque “assistente”; "è una cosa da donne" per tutti i lavori che riguardano la casa; le donne al potere sono più rigide degli uomini. Le bambine devono giocare con le bambole, non con le macchinine che sono giochi da maschi; i giochi delle bambine sono rosa, incentrati su maternità e abbigliamento, in funzione dell’uomo; le bambine che giocano come i maschi (andare sugli alberi, correre, giocare a calco ecc) sono “maschiacci”. Le donne sono irrazionali; le donne sono più emotive; le donne sono mutevoli e illogiche; le donne sono lunatiche, volubili, imprevedibili, incapaci di nascondere i sentimenti. Le donne sono multi-­‐tasking; le donne sono capaci di fare più cose insieme, gli uomini no. Una donna si deve sacrificare per la famiglia; le donne sono naturalmente portate a prendersi cura della casa e della famiglia. Le donne devono stare a fianco degli uomini in modo discreto; la donna deve essere obbediente, se è diretta e decisa è considerata negativamente; le donne sono dolci e remissive; le donne sono più sensibili; le donne sono pazienti e sopportano meglio le intemperanze maschili; alle donne piacciono gli uomini stronzi. Cos’è “previsto” per le donne La donna finisce sempre per tradirti; le donne sono infide-­‐furbe-­‐subdole; capita che gli uomini siano manipolati dalle donne, dal loro fascino e dalle loro menzogne. Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 21 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons 2. Semplici 9 commenti sugli uomini 3 commenti sulle donne Gli uomini sono semplici; gli uomini sono più semplici delle donne; i figli maschi sono più semplici da crescere; auguri e figli maschi. Gli uomini sono insensibili; educazione e gentilezza in un uomo sono sintomo di scarsa virilità; i gay sono sensibili e hanno buon gusto. Gli uomini sono portati per le materie scientifiche e per la matematica; a scuola i maschi riescono meglio nelle materie scientifiche; non eccellono nelle materie umanistiche; gli uomini hanno una maggiore attitudine alla logica scientifica. Gli uomini parlano di calcio e motori; amano gli sport. Le donne sono ‘dolcemente’ complicate; le donne sono complesse; le donne sono incomprensibili. Gli uomini sono più concreti; più pragmatici; più pratici (delle donne). Gli uomini sono solidali fra loro; i maschietti sanno stare più in gruppo; gli uomini sanno lavorare insieme; "gli uomini fanno squadra"; Gli uomini sono capaci di esser camerati, le donne no. L'uomo più invecchia più è affascinante; un uomo dopo una 8. Possono invecchiare 4 commenti sugli uomini certa età è "interessante"; l'uomo brizzolato è interessante; gli uomini 6 commenti sulle donne anziani guardano donne più giovani. Gli uomini sono rozzi e imprecisi; gli 9. Imprecisi 4 commenti sugli uomini uomini sono disordinati; un uomo non trova neanche il dentifricio; gli 3 commenti sulle donne uomini non trovano mai niente. 10. Stereotipi vari Gli uomini guidano meglio delle Altri stereotipi emersi (in donne; l’uomo quando è forte è numero minore) sugli “cazzuto” o “con le palle”; un uomo uomini, e confrontati con effeminato è gay; l’azzurro è da stereotipi femminili della maschi; gli uomini hanno carattere; stessa o simile tipologia.* l’uomo è più riflessivo; gli uomini nascondono i sentimenti; l’uomo è *si consideri che sono sintetico-­‐non si perde in chiacchiere; molti di meno gli stereotipi gli uomini hanno più senso emersi sugli uomini dell’orientamento; gli uomini se rispetto a quelli sulle fanno carriera non suscitano donne; e non sempre di dietrologia sessista; gli uomini tipologia identica. possono essere brutti; gli uomini sono indipendenti; non ascoltano. La donna è meno pratica; le donne si incaponiscono sulle scemenze e non hanno un’ampia visione delle cose. Le donne sono competitive tra loro; le donne non sanno fare squadra; si invidiano e si auto-­‐eliminano. 3. Insensibili 7 commenti sugli uomini 23 commenti sulle donne 4. Attitudine scientifica 6 commenti sugli uomini 26 commenti sulle donne 5. Interessati al calcio 6 commenti sugli uomini 2 commenti sulle donne 6. “Più” concreti 5 commenti sugli uomini 11 commenti sulle donne 7. Solidali fra loro 4 commenti sugli uomini 25 commenti sulle donne Le donne sono sensibili; le donne sono più sensibili degli uomini. Una donna non capisce la scienza o la tecnica; le donne non sono portate per i lavori scientifici; le donne non sanno utilizzare utensili tecnici, se non in cucina; le donna amano l’arte e non sono brave in matematica; la donna non capisce nulla di tecnologia. Le donne parlano di gossip e moda; le donne amano i profumi ed i gioielli. Una donna dopo una certa età è "vecchia"; le donne dopo una certa età sono insopportabili; la donna con i capelli bianchi è sciatta. Le donne sono ordinate e precise; se la camera di lei è più disordinata di quella del fratello si pensa: “ma come, è una femmina”; donna=casa ordinata. Donna al volante pericolo costante; la donna quando è riconosciuta forte è “cazzuta” o “con le palle”; una donna mascolina è lesbica; il rosa è da femmine; le donne sono isteriche; le donne sono lunatiche; le donne sono più emotive; le donne sono pettegole e chiacchierone -­‐ parlano troppo; le donne non hanno il senso dell’orientamento; le donne che fanno carriera si sono concesse al capo; le donne devono curare il loro aspetto; la donna è emotivamente dipendente dall’uomo; le donne sanno ascoltare. Dagli stereotipi emersi in maggior numero, la società considera importante che gli uomini sfoggino la loro mascolinità o virilità, intesa come l’imperativo del successo nell’ottenere donne, denaro e carriera. Se un uomo non ha successo in questi campi, è considerato un perdente. Chiaramente un “uomo che si rispetti” deve essere sempre forte, e non può mostrare interessi, caratteristiche o comportamenti tipicamente “femminili: non può mostrarsi effeminato nel vestire, non può esprimere liberamente le proprie emozioni (sintomo di “debolezza”) ed è meglio che non si dedichi ad attività troppo artistiche o umanistiche. Altrimenti diventa “femminuccia” o “checca”. In quanto depositari tradizionali di “forza” e del ruolo di capo, risulta prerogativa degli uomini provvedere al sostentamento economico della famiglia, senza necessariamente doversene occupare in altro modo; se non hanno ruolo di capo sul lavoro, gli uomini devono averlo per lo meno in famiglia. La continua pressione sulla performance e sulla necessità di mostrare sempre il lato forte, tuttavia, può diventare un boomerang: un uomo che non può esprimere le proprie emozioni, che non si concede di piangere, che non ha mai provato a farsi guidare, può diventare teso, nervoso, talvolta violento. L’ambizione degli uomini nel lavoro è considerata un fattore positivo (a differenza delle donne) e incoraggiata. Gli uomini vengono “promossi” in tutti gli ambiti e lavori manuali, tecnologici, scientifici e ad alto potenziale di ricavi; anche se un uomo si avventura nei campi tipicamente femminili, come la cucina, viene premiato dalla società (“i migliori chef sono uomini”). Un uomo è competente in qualche campo per definizione, ed è normale che abbia un ruolo di responsabilità e di leadership. Non verrà mai per questo giudicato troppo aggressivo né criticato perché non sta abbastanza a casa con i figli. Il riconoscimento delle capacità passa attraverso gli attributi maschili, anche per le donne, ed è normale per gli uomini prendere l’iniziativa, competere e guidare senza essere messi in discussione. Mentre la società si aspetta che le donne si occupino degli altri (figli/e, nonni/e, casa, welfare generale), non si aspetta che gli uomini condividano questi oneri, bensì si aspetta e accetta che si occupino dei propri interessi e della propria carriera. Non è richiesto che gli uomini si occupino in modo particolare degli altri, sempre che riescano a mantenere economicamente la propria famiglia. Per un uomo non è fondamentale l’aspetto estetico, egli è infatti accettato (da uomini e donne) anche se è brutto, e gli è consentito invecchiare. Inoltre, può non essere padre senza subire uno stigma sociale. Bello o no, non si dubita mai dell’intelligenza di un uomo a priori, come succede invece spesso alle donne. Un uomo non ha molti confini da rispettare, ma se sfida i ruoli prestabiliti, viene anch’egli sanzionato e marchiato con etichette negative “femminili” (“donnicciola”; “femminuccia”) ma è giustificato dalla società se fa ciò per cui le donne sono sanzionate (tradire, mostrare ambizione, vivere in libertà la propria sessualità/il proprio corpo). Inoltre, mentre alle donne si attribuiscono numerosi tratti negativi – che sono anche pesanti – (cioè piuttosto inaccettabili), agli uomini si attribuiscono pochi tratti negativi – che sono invece leggeri – (cioè piuttosto accettabili, come ad esempio il fatto di essere considerati imprecisi, disordinati, bambinoni, pigri, ecc). Mentre le donne vivono la costante contraddizione di fare qualcosa di sbagliato, in qualunque modo si comportino, gli uomini sono più tranquilli che qualunque cosa facciano sia mediamente accettabile e giustificata dalla società, in quanto uomini. Naturalmente ciò è vero se si rispettano i criteri di “mascolinità” e “virilità” previsti per gli uomini. I rischi legati alla mascolinità stereotipata sono quelli di pensare di dover sottomettere o dominare il prossimo (in particolare le donne) per emergere come “uomini”, e di non saper accettare che le donne possano scegliere di andare per la propria strada e di rifiutare sottomissione o dipendenza. Qui si potrebbe aprire il grave capitolo del femminicidio e della violenza sulle donne, che non viene trattato in questo sondaggio. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 23 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Commenti dei rispondenti e delle rispondenti Ecco alcuni commenti scritti in questa sezione dai/dalle rispondenti: -­‐ ho pensato, fin da sempre, che uomini e donne siano uguali. E sbagliavo: a parte il fisico, le differenze sono molte, ma diritti e doveri devono essere uguali; -­‐ avete voluto la parità eccola....; -­‐ per l'uomo c'è sempre una giustificazione biologica che rende accettabile un comportamento che è giudicato invece inaccettabile per una donna; -­‐ non esistono "gli uomini" o "le donne", esistono tanti uomini e tante donne per lo più tutti diversi fra loro, anche se, certo, alcuni tratti di fondo sono generalmente comuni agli uomini ed altri alle donne -­‐ sullo stereotipo che alle donne piacciono solo gli uomini stronzi: a me piacciono le persone normali e gentili grazie; -­‐ sullo stereotipo delle grandi donne dietro ai grandi uomini: la dice lunga su chi è davanti, sembra un complimento ma non lo è; -­‐ sullo stereotipo della donna multi-­‐tasking: vantarci di questo non fa che caricarci di impegni che rischiamo di fare male e deresponsabilizzare gli uomini; -­‐ sullo stereotipo della donna che ha bisogno di un uomo/marito: una donna senza marito per me è intelligente (se è una sua scelta); -­‐ le donne sono pettegole...e gli uomini no? Penso che ormai non siano più in voga queste cose; -­‐ ho ricevuto un regalo per i miei figli (un maschio e una femmina), una confezione di giochi che riproducono arnesi per fare le pulizie. Mi sembrava un gioco carino e anche educativo, utile per coinvolgere entrambi nelle faccende di casa. Poi ho letto quel che c'è scritto sulla confezione, dove campeggia una pin-­‐up in erba, e sono inorridita "tutto l'occorrente alle piccole CASALINGHE per giocare a pulire la casa; -­‐ la casa è il regno della donna = bella scusa per delegare la cura alla donna, fiera di sobbarcarsi anche questo; -­‐ quando il lavoro di un uomo in casa non sarà un aiuto concesso da immensa magnanimità, ma un compito come un altro da condividere? -­‐ La donna è colei che pulisce, lava, cucina, stira, si occupa dei figli -­‐-­‐> Questo è lo stereotipo da cui non ci siamo liberate, anche nelle famiglie più illuminate e paritarie, striscia sotterraneo ed emerge dal giudizio degli altri; -­‐ chi ha detto quanto segue mi faceva lavorare dal lunedì al sabato per 800 euro al mese: “la donna che fa carriera è una stronza che ha perso la sua femminilità, perché il suo ruolo è di madre e di regina della casa”; -­‐ la figura del padre non esiste nella nostra concezione genitoriale, è tutto sulle spalle della donna mentre l'uomo dovrebbe rivendicare la propria importanza; -­‐ sullo stereotipo di donna al volante pericolo costante: le statistiche affermano il contrario. Di tutti i commenti analizzati, solo 21 (pari all’1,4% del totale degli stereotipi nominati) risultano in contro-­tendenza rispetto agli stereotipi maggioritari. Essi sono focalizzati più sulle donne che sugli uomini. Ne citiamo alcuni, ricordando che non hanno valore statistico, ma che costituiscono pur sempre una piccola voce distinta: -­‐ gli uomini sono rigidi; -­‐ le donne non hanno più paura di niente; -­‐ meglio le donne in politica perché sono più oneste; -­‐ le donne sono più forti degli uomini; -­‐ una donna senza marito ha una condizione interessante; -­‐ le donne sono più intelligenti degli uomini; -­‐ le bambine sono più indipendenti dei maschietti; -­‐ le donne rispettano il codice stradale. Dalla settima domanda sono emersi i diversi approcci di donne e uomini rispetto agli stereotipi di genere in cui si riconoscono individualmente, rispettivamente come donne e come uomini. Partiamo dalle donne Su 329 donne rispondenti, il 65,3% ha risposto che non si identifica in nessuno stereotipo da esse nominato. Marginali le risposte “non so” (solo dieci) e le risposte non classificabili (quattro), mentre si è rilevata una sola risposta che metteva in discussione gli stereotipi, indicando che siamo tutti/e diversi/e. Sono emerse principalmente 8 tipologie di stereotipi in cui si è riconosciuto il rimanente 34,7% di donne che hanno scritto qualcosa: 1. le donne si occupano prima di tutto della cura: della casa, dei figli e della famiglia in quanto madri, e in generale degli altri (citato 20 volte); 2. le donne sono deboli/sottomesse/insicure, irrazionali emotive-­‐piagnucolose (citato 15 volte); 3. le donne non sanno guidare (citato 11 volte); 4. le donne non sono adatte al potere, hanno stipendi e ruoli inferiori agli uomini, e non sono solidali tra loro (citato 9 volte); 5. le donne sono sensibili (citato 7 volte); 6. le donne sono rompiscatole e chiacchierone/pettegole (citato 7 volte); 7. le donne non hanno attitudine per gli studi e i lavori tecnico-­‐scientifici, ma solo per quelli umanistici (citato 6 volte); 8. le donne hanno bisogno di un uomo, e se non ce l’hanno sono acide o zitelle (citato 6 volte); Abbiamo rilevato solo tre commenti in controtendenza (positivi, quindi) che riguardano la bravura e la praticità delle donne, qualità non rappresentative della maggioranza degli stereotipi emersi. Sono pochissime le donne che si riconoscono in stereotipi positivi. Altri stereotipi in cui si sono identificate singole donne riguardano la bellezza obbligatoria, la natura traditrice delle donne, l’incapacità di capire il calcio o di orientarsi, l’attitudine al multi-­‐tasking, ecc. Sei donne, infine, hanno interpretato la domanda esprimendo stereotipi sugli uomini, in particolare che essi sono insensibili e gerarchici, e che sanno fare una sola cosa alla volta. Il fatto che 215 donne su 329 abbiano detto che non si identificano in nessuno stereotipo segnalato fa sorgere una domanda: si tratta di una presa di posizione forte basata su una profonda consapevolezza di sé, oppure del rifiuto di ragionare su quanto gli stereotipi rilevati nella società, anche se non si condividono, effettivamente possano avere effetti sulla propria persona? Quest’aspetto andrebbe approfondito a livello qualitativo, in una modalità che non viene utilizzata in questo sondaggio. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 25 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Passiamo agli uomini Su 77 uomini rispondenti, il 44,1% ha risposto che non si identifica in nessuno stereotipo da essi nominato. Marginali le risposte “non so” (solo due) e le risposte non classificabili (sei), mentre tra coloro che hanno segnalato degli stereotipi (il 53,2%), è emersa la tendenza preponderante degli uomini di continuare a parlare delle donne, anziché ragionare su di sé. Su 41 rispondenti che hanno segnalato degli stereotipi, solo 13 hanno identificato stereotipi maschili in cui si riconoscevano personalmente, mentre 28 uomini (più del doppio) hanno segnalato stereotipi femminili, anziché maschili. Gli stereotipi maschili in cui i 13 rispondenti si sono riconosciuti sono i seguenti: 1. gli uomini sono forti (citato 3 volte) – si riporta a tal proposito il commento di un rispondente: “A livello personale subisco molto ‘l'uomo non può permettersi incertezze e deve trasmettere sicurezza a tutti i costi’”; 2. gli uomini sanno fare una sola cosa per volta (citato 2 volte); 3. gli uomini devono essere uomini: “sii uomo” (citato 1 volta); 4. gli uomini sono disordinati (citato 1 volta); 5. gli uomini sono più adatti al potere (citato 1 volta) – il commento specifico è: “meglio un dirigente maschio”; 6. gli uomini sono manipolati dalle donne (citato 1 volta) – il commento specifico è: “l’uomo è scelto e crede di scegliere”; 7. gli uomini sono solidali e collaborativi tra loro (citato 1 volta) – il commento specifico è: “gli uomini son capaci di essere camerati, le donne no”; 8. gli uomini non si truccano; 9. gli uomini sono rigidi; 10.
gli uomini sono più informati (delle donne). Gli altri 28 commenti che esprimevano stereotipi femminili sono fuori tema rispetto alla domanda. Si rimanda alla domanda 5 per rivedere la lista degli stereotipi emersi sulle donne. Anche nel caso degli uomini, il fatto che 34 uomini su 77 non si identifichino in nessuno stereotipo segnalato fa sorgere la stessa domanda sorta per le donne: si tratta di una presa di posizione forte basata su una profonda consapevolezza di sé, oppure del rifiuto di ragionare su quanto gli stereotipi rilevati nella società, anche se non si condividono, effettivamente possano avere effetti sulla propria persona? Nel caso degli uomini, sorge anche un’altra domanda: come mai gli uomini ragionano poco su di sé (sui propri stereotipi), mentre sono capaci molto più facilmente a stereotipizzare le donne? E’ possibile che la nostra società manchi di percorsi di consapevolezza sul genere maschile ancor più di quelli sul genere femminile? Oppure cresciamo in un mondo in cui la maggior parte degli stereotipi riguarda soprattutto le donne? Dall’ottava domanda sono emersi i diversi approcci di donne e uomini rispetto agli stereotipi di genere in cui non si identificano per niente, rispettivamente come donne e come uomini. Partiamo dalle donne Su 329 donne rispondenti, il 50,7% ha confermato la non-­identificazione in tutti gli stereotipi nominati. Marginali le risposte “non so” (solo nove) e le risposte non classificabili (dieci), mentre più donne rispetto alla domanda precedente hanno voluto specificare in quali stereotipi non si riconoscono. Una sola rispondente sostiene che “gli stereotipi non hanno senso”. Ricordiamo che l’indagine non è stata svolta per stabilire se gli stereotipi abbiano o meno un senso, ma se abbiano o meno un’influenza sul nostro modo di vedere e trattare le donne e gli uomini per via del loro genere. Lasciamo a una prossima indagine e alla riflessione di ciascuna/o quanto quest’influenza sia grande o piccola. Dalle risposte del rimanente 44% di donne rispondenti, che ha inviato 258 segnalazioni di stereotipi, è emerso che le donne NON si identificano nelle seguenti categorie di stereotipi femminili: 1. negli stereotipi di donne deboli/fragili/indifese/vittime – che hanno bisogno di protezione (citati 33 volte); 2. negli stereotipi che incasellano le donne nei ruoli di madri, adatte ai lavori di cura e sempre e comunque “angeli del focolare” (citati 24 volte); 3. negli stereotipi di donne incapaci di svolgere lavori tradizionalmente considerati “maschili”, in particolare nella gestione del potere e dei ruoli di responsabilità e nel fare squadra tra di loro (citati 21 volte); 4. negli stereotipi di donne che non possono stare senza un uomo né fare cose da sole, e che sono considerate acide o zitelle se sono single (citati 20 volte); 5. negli stereotipi di donne che non sanno guidare (citati 16 volte); 6. negli stereotipi di donne irrazionali e isteriche (citati 15 volte) 7. negli stereotipi di donne facili e tentatrici -­‐per usare un eufemismo rispetto alle parole emerse-­‐, a cui non viene mai riconosciuto il merito se hanno fatto carriera (citati 15 volte); 8. negli stereotipi di donne pettegole e chiacchierone, che parlano sempre troppo (citati 10 volte); 9. negli stereotipi di donne superficiali/frivole/stupide –spesso contrapposte allo stereotipo della razionalità maschile-­‐, talvolta considerate inferiori agli uomini (citati 10 volte); 10.
negli stereotipi per cui le bambine giocano con le bambole e amano il rosa all’opposto dei bambini (citati 8 volte); 11.
negli stereotipi di donne incapaci di comprendere tecnologia, scienza, politica e geografia (citati 8 volte); 12.
negli stereotipi di donne dannose o infide sempre e comunque (citati 6 volte); 13.
negli stereotipi di donne sensibili e accomodanti (citati 5 volte). Segnaliamo che le 44 donne che si sono espresse sul ruolo di cura che tradizionalmente spetta alle donne, si dividono quasi a metà tra coloro che si identificano in questo ruolo/stereotipo (20) e coloro che non vi si identificano per niente (24). Questo particolare stereotipo che descrive la vita quotidiana di moltissime donne andrebbe perciò approfondito con un’indagine ad hoc. Altri stereotipi in cui le singole donne NON si riconoscono riguardano la vanità, il pianto facile, l’attitudine al multi-­‐tasking, ecc. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 27 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Trentadue commenti, infine, hanno riguardato gli stereotipi maschili anziché femminili su cui alcune donne non si sono identificate, in particolare il fatto che gli uomini piangano come “femminucce” (citato 4 volte) e che debbano sempre essere forti (citato 4 volte). Ecco i commenti scritti in questa sezione da alcune rispondenti: -­‐ Sono una donna ma sono lo stesso fortissima! (sullo stereotipo “le donne sono deboli”); -­‐ Nella mia esperienza ho sempre fatto un ottimo lavoro di squadra con le donne, in tutti gli ambiti: nel lavoro, in famiglia, nelle amicizie. Certo, possono talvolta nascere screzi, piccole/grandi competizioni, litigi... ma sono cose che succedono con tutte le persone (maschi e femmine) nel corso della vita. Penso invece che le donne sappiano creare legami e intese molto forti tra di loro (sullo stereotipo “le donne non sanno fare squadra”); -­‐ Le donne sono imprevedibili perché reggendo molte cose qualcosa ci scappa di mano quindi passiamo per strane e imprevedibili (sullo stereotipo “le donne sono irrazionali e volubili”); -­‐ La cura del neonato deve riguardare e coinvolgere entrambi i genitori allo stesso modo, fatta eccezione per l'allattamento ovviamente (sullo stereotipo “la cura del neonato/della neonata è monopolio femminile”); -­‐ Io sono ancora single, dopo una brutta esperienza, ma non mi sento zitella. Io soltanto mi completo, non ho bisogno di una presenza maschile per completare la mia vita (sullo stereotipo “le donne senza un uomo sono acide/zitelle”); -­‐ Mai sognato un matrimonio, ma solo un compagno di vita che mi tratti a par suo -­‐ il sogno si è avverato e dura tott'ora (sullo stereotipo “le donne hanno bisogno di un uomo”); -­‐ Ho sempre amato capire il funzionamento degli strumenti che uso (sullo stereotipo “le donne non capiscono la tecnologia/tecnica). Passiamo agli uomini Su 77 uomini rispondenti, il 46,7% ha confermato la non-­identificazione in tutti gli stereotipi nominati. Marginali le risposte “non so” (solo due) e le risposte non classificabili (sette), mentre due sono gli uomini che ritengono di riuscire a ragionare al di sopra e al di fuori degli stereotipi. Dalle risposte del rimanente 52% di rispondenti, che ha inviato 51 segnalazioni di stereotipi, solo 13 commenti riguardano stereotipi maschili, mentre 38 –il triplo– riguarda stereotipi femminili. Dai 13 commenti sugli stereotipi maschili, sono emerse 8 categorie di stereotipi in cui gli uomini hanno affermato di NON identificarsi: -­‐ nello stereotipo di uomini che non piangono (citato 6 volte); -­‐ nello stereotipo di uomini che devono di-­‐mostrare mascolinità – cioè che non possono fare le “femminucce” (citato una volta); -­‐ nello stereotipo di uomini cacciatori (citato una volta); -­‐ nello stereotipo di uomini che devono dominare le donne (citato una volta); -­‐ nello stereotipo di uomini forti (citato una volta); -­‐ nell’esclamazione stereotipata “figlio di .....” (citato una volta); -­‐ nello stereotipo di uomini che sanno fare una sola cosa alla volta (citato una volta); -­‐ nello stereotipo che prevede che gli uomini sensibili e di buon gusto siano omosessuali. Anche se la domanda voleva far ragionare sugli stereotipi che riguardano il proprio genere, gli altri 38 commenti degli uomini rispondenti riguardano stereotipi femminili. In questo caso, gli uomini hanno affermato di NON riconoscere principalmente i seguenti stereotipi femminili: che le donne non sappiano guidare (citato 8 volte); che le donne siano deboli (citato 4 volte); che le donne siano tutte di facili costumi (citato 4 volte); che le donne senza un uomo siano acide o zitelle (citato 3 volte), ecc. Dalla nona domanda sono emersi da parte dei/delle 411 rispondenti (donne e uomini) 560 commenti sulle possibili soluzioni per liberarsi dagli stereotipi di genere. Marginali i commenti inclassificabili e i “non so”, “non si può fare nulla” e “sono al di sopra degli stereotipi”, che costituiscono il 6% delle risposte. Dalle numerose proposte di soluzione, sono emerse 16 categorie: 1. Parlare il più possibile con le persone intorno a noi dei temi e della parità di genere, e intervenire per contrastare gli stereotipi di genere quando se ne presenta l’occasione, facendoli notare, e non restandone mai indifferenti o complici. Importante avviare un dialogo costruttivo e positivo con le persone con cui si parla, applicando l’arte dell’ascolto finalizzato alla comprensione dell’altro/a, o in caso di situazioni in cui vengono espresse affermazioni sessiste, non farle passare inosservate, e spiegare o fare una battuta che smonti subito gli stereotipi di genere. Questa categoria rappresenta il 24% delle risposte. Riportiamo qualche commento e idea su come parlare e ragionare con le persone per sensibilizzarle sugli stereotipi di genere: -­‐ parlarne il più possibile; -­‐ far notare in ogni occasione la differenza tra pensiero e realtà, e rimarcare quanto siano ridicoli e inattuali alcuni pregiudizi sulle donne; -­‐ dimostrare quanto siano infondati gli stereotipi; -­‐ partecipare al confronto nella società in maniera costruttiva, in maniera propositiva ed "educante"; -­‐ far entrare il discorso di genere nel linguaggio di tutti i giorni; -­‐ sensibilizzare a questi temi amiche e conoscenti, anche attraverso la lettura di libri per bambini dedicati agli stereotipi di genere; -­‐ spiegare che cosa significa stereotipo di genere e ragionare su come si possa superare; -­‐ divulgare la "non stereotipia" di genere; -­‐ comprendere e far comprendere che gli stereotipi di genere sono solo condizionamenti portati dalla società in cui viviamo, dalla famiglia, dalla cultura e dal grado di istruzione; -­‐ far prendere coscienza alle donne e agli uomini che gli stereotipi di genere sono una fregatura per tutti; -­‐ parlare con le persone, ogni volta che capita, del perché è importante riequilibrare la società e avere il 50% di donne in tutti i luoghi decisionali, in modo che il nostro mondo, popolato a metà da donne e a metà da uomini, sia rappresentato così come effettivamente è, in modo equilibrato e che rispecchi la realtà; -­‐ spiegare l'origine di alcuni stereotipi quando qualcuno li usa; -­‐ evidenziarne gli effetti per superarli; -­‐ imparare ad ascoltare profondamente chi incontriamo e cercare di capire le diversità rispettandole. Riportiamo qualche commento sull’intervenire per contrastare gli stereotipi di genere, rispondendo per le rime: -­‐ contrastare apertamente apertamente gli stereotipi, non rimanere indifferenti; -­‐ non farne passare nessuno, sottolinearli tutti e fare sarcasmo o ironia a seconda della situazione; -­‐ sottolineare e/o svilire ogni atteggiamento sessista o stereotipato, anche a costo di essere petulante; -­‐ combattere sempre gli stereotipi, senza tregua, anche se sembra di andare contro i mulini a Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 29 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons -­‐
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vento; esprimere con assertività e ad alta voce il proprio dissenso (ma è più difficile con un capo sul lavoro!); difendere la parte che viene lesa; non lasciarsi sopraffare nemmeno dalle battute (sessiste); intervenire ogni volta che si vede un comportamento offensivo verso una donna (o verso un gay, o un nero, o chiunque subisca un comportamento di discriminazione). Riportiamo qualche commento sul far notare agli altri quando usano gli stereotipi di genere: -­‐ aumentare la consapevolezza, propria e degli altri, responsabilizzandoli e rendendoli consapevoli; -­‐ far osservare concretamente gli stereotipi quando vengono espressi, modificando così microcomportamenti individuali, per agire sui macrocomportamenti sociali; -­‐ correggere i comportamenti altrui quando è possibile. Riportiamo qualche commento sul non farsi complici di chi adotta comportamenti sessisti: -­‐ non ridere alle battute volgari e sessiste; -­‐ accantonare il bisogno di compiacere. 2. Dare l’esempio attraverso i fatti, nella propria vita quotidiana e nelle relazioni, facendo attenzione a non utilizzare/farsi condizionare dagli stereotipi di genere, e cercando il più possibile di fare scelte autonome, consapevoli e auto-­
determinate per sé. Per “vivere fuori dagli stereotipi”, occorre riconoscerli e diventare consapevoli di quanto gli stereotipi ci influenzino nella vita di tutti i giorni; allora si può provare a “vivere con naturalezza”, a “essere se stessi/e”, pensando con la propria testa, e agendo liberamente e coerentemente con i propri valori e princìpi, e non in base a ciò che ci prescrivono gli stereotipi. Questa categoria rappresenta il 21% delle risposte. Riportiamo qualche commento sul dare l’esempio in prima persona, nella quotidianità: -­‐ condurre la vita in coerenza con le proprie idee, essere da esempio e non nascosti; -­‐ essere una grande donna e dare sempre esempio di dignità, forza, eleganza ed autostima; -­‐ dimostrare con le piccole azioni quotidiane le capacità femminili, dimostrare con i fatti; -­‐ dimostrare con la realtà della vita quotidiana che siamo persone, prima che donne, uomini, gay...con le nostre azioni concrete; -­‐ dimostrare con il mio comportamento che gli stereotipi sono sbagliati; -­‐ dare l’esempio in famiglia e in tutte le occasioni pubbliche; -­‐ smontare gli stereotipi di genere sul lavoro ove possibile (la rispondente dirige 46 uomini); -­‐ dimostrare con i fatti prima ancora che con le parole che non vi è in loro alcun legame degli stereotipi di genere con la realtà; -­‐ far capire che è ora di cominciare a fare: fatti, non parole. Riportiamo qualche commento sul fare attenzione a non usare o trasmettere stereotipi di genere: -­‐ non esprimere aspettative legate a stereotipi per conformismo; -­‐ prestare più attenzione alle proprie azioni e comportamento; -­‐ giudicare con la mia testa, non con frasi fatte; -­‐ agire senza chiedere/chiedersi come sarebbe stato se l’avesse fatto un uomo; -­‐ applicare una regola che vale anche per il razzismo: verificare che quello che stai dicendo alla persona, lo diresti nello stesso modo se fosse dell'altro genere o avesse il tuo colore di pelle; -­‐ cercare di non far passare mai messaggi sessisti. Riportiamo qualche commento sul coltivare l’autodeterminazione, cercando di essere se stessi/e, e sull’agire con più naturalezza/libertà/autonomia possibili: -­‐ fare quello che decido sia confacente al mio modo di essere, fare scelte autonome; -­‐ coltivare la mia libertà e autodeterminazione, giorno dopo giorno (ma non è sempre facile); -­‐ agire serenamente in piena libertà, essere libera; -­‐ non accontentarmi di ruoli che mi vengono assegnati dalla società ma cercare di avere quello che davvero voglio, nel lavoro come nella vita di coppia o nella società; -­‐ allenarmi a vivere tutte quelle situazioni sociali in cui essere donna e sola è segno di zitellaggine (il cinema, l'aperitivo, il pranzo da sola in un locale); -­‐ fare quello che desideriamo fare indipendentemente dal fatto che sia aderente o meno alle aspettative di genere. Riportiamo qualche commento sul pensare con la propria testa, cercando di non farsi influenzare dagli stereotipi di genere: -­‐ comportarsi in maniera coerente, secondo la propria etica personale; -­‐ avere il coraggio di pensare con la propria testa; -­‐ non identificare il genere da colori, giochi o gusti; -­‐ guardare ai fatti. Riportiamo qualche commento sull’agire in modo anti-­conformista, sfidando gli stereotipi di genere: -­‐ non comportarmi come ci si aspetta che si comporti una donna; -­‐ osare anche in quello che non è un campo tipico del tuo genere; -­‐ non incarnare i ruoli fissati negli stereotipi di genere. 3. Educare i figli (maschi e femmine), ma anche i propri e le proprie pari adulti, alla parità di genere, alla condivisione delle mansioni e alla consapevolezza del valore delle differenze di genere. Importante agire sulle giovani generazioni portando l’educazione alle relazioni, ai generi e alla sessualità nelle scuole, avviando percorsi educativi fin dall’infanzia, senza dimenticare che è importante anche sensibilizzare le madri e i padri. Per educare “senza stereotipi di genere”, ricordiamo che è necessario prima di tutto educare a riconoscerli, dato che essi esistono dentro e fuori di noi. Questa categoria rappresenta l’11,5% delle risposte. Riportiamo qualche commento sull’educare i figli e le figlie alla parità e differenze di genere: -­‐ educare le figlie e i figli al rispetto della diversità paritaria e alla parità; -­‐ mischiare i giochi dei bambini (cucine anche ai maschietti, costruzioni meccaniche, macchinine e giochi tecnici anche alle bambine); -­‐ insegnare -­‐ in primis ai miei figli -­‐ a trattare le persone in quanto tali, con profondo rispetto; -­‐ ho educato mio figlio a non pensare alla donna attraverso stereotipi men che meno a pensarla come anche lontanamente inferiore; -­‐ educare i propri figli senza stereotipi di genere e pretendere che sia fatto anche nelle scuole e nella società; -­‐ posso educare mio figlio ad avere sempre grandissimo rispetto per l'universo femminile e sto cercando di crescerlo senza pregiudizi legati ai ruoli; -­‐ faccio fare ai miei figli (maschio e femmina) tutte le cose quotidiane nello stesso modo e con le stesse tempistiche, e do valore a ogni cosa che fanno tanto la figlia quanto il figlio; -­‐ ho un figlio maschio di 4 anni: gli regalo bambole quando me lo chiede, gli metto lo smalto nelle unghie se me lo chiede, l'ho iscritto a danza, gli ho spiegato che è normale che gli piacciano anche alcune cose "da femmina"; -­‐ dare a mia figlia la forza e la coscienza di poter stare in piedi/potersela cavare da sola; -­‐ cresco due figli di sesso differente esattamente nello stesso modo (senza trattarli diversamente); Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 31 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons -­‐ far crescere i figli senza che vengano influenzati da stereotipi sessisti abituandoli a occupare ruoli interscambiabili sia nei lavori"domestici", che nello studio nel lavoro e nel tempo libero; -­‐ soprattutto contano i ruoli all'interno delle famiglie, che costituiscono un modello per i bambini. Riportiamo qualche commento sull’educare i bambini e le bambine e le giovani generazioni attraverso percorsi nelle scuole: -­‐ inserire qualche ora nella settimana scolastica dalle elementari in tutti i gradi di scuole di educazione al genere in cui si prende dimestichezza con le discriminazioni di genere e si aiuta già da bambini a passare oltre agli stereotipi; -­‐ il primo campo in cui gli stereotipi sono generati a parer mio sono le fiabe; -­‐ parlarne con i bambini, le bambine, gli/le adolescenti e spiegare loro cosa significa stereotipo di genere e ragionare su come si possa superare; -­‐ insegno in una scuola superiore e quando vengono usati dagli studenti li rimarco così che anche loro riflettano sul linguaggio e si abituino a non usarli/pensarli/agirli; -­‐ insistere su un'educazione dei giovani alla cultura di genere, educare le nuove generazioni a stanare gli stereotipi di genere anche laddove è più difficile vederli; -­‐ educare sin dall’asilo. Riportiamo qualche commento sull’educare adulti, madri e padri, sugli stereotipi di genere: -­‐ educare le mamme e papà affinché a loro volta educhino i loro figli senza sterotipi di genere; -­‐ sostenere le mamme con cui ho a che fare, ed anche i papà, affinchè possano crescere, le prime più libere dagli stereotipi e forti della loro condizione di donne e madri lavoratrici, i secondi più liberi dagli stereotipi sessisti in cui sono cresciuti. 4. Usare un linguaggio che riconosca e declini il genere femminile (es. nelle professioni) e sia rispettoso dei generi, facendo in modo di non usare stereotipi di genere; educare più persone possibili all'uso di un linguaggio inclusivo e non sessista, evitando il neutro (non siamo tutti uguali!) Importante riflettere prima di parlare. Questa categoria rappresenta l’8,4% delle risposte. Riportiamo qualche commento su un uso adeguato del linguaggio, con qualche esempio su come migliorarlo nella propria vita quotidiana: -­‐ declinare al femminile, evitare il neutro; -­‐ riflettere a lungo prima di parlare, perché il linguaggio è ascoltato anche da chi è in crescita; -­‐ parlare al femminile: iniziare dal genere dei nomi, dalle professioni e dal rispetto della maggioranza femminile in un gruppo, utilizzare in modo corretto i termini per indicare il lavoro di una donna (ministra, chirurga ...); -­‐ usare un linguaggio inclusivo; -­‐ fare più attenzione al proprio linguaggio, anche nelle battute, pensando bene a quali sono i nostri modi di dire; -­‐ gli stereotipi di genere sono come le bestemmie, ci vuol poco a smettere di bestemmiare, basta volerlo; -­‐ cercare di evitare di usare nel linguaggio tali stereotipi, facendo notare quanti ce ne sono nella lingua italiana e in quelle indoeuropee a chi non ci aveva mai fatto caso; -­‐ perorare l'uso non sessista del linguaggio assumendosi il rischio di passare, a seconda della percezione degli interlocutori, per pedante; -­‐ imporre nella lingua italiana il genere femminile, evitare il neutro; -­‐ dare valore alle parole; -­‐ usare le parole in modo consapevole, poiché il linguaggio che, si sa, è un'azione vera e propria. 5. Riconoscere le differenze di genere come un valore, e praticare il rispetto di sé e degli altri. Educare chi abbiamo intorno alla valorizzazione delle differenze di genere e al rispetto delle persone. Questa categoria rappresenta il 5% delle risposte. Riportiamo qualche commento sul valorizzare le differenze di genere: -­‐ diffondere quanto più possibile il messaggio che "le differenze" tra i genere sono un valore e non un aspetto negativo; -­‐ cercare di portare avanti nelle relazioni il concetto di parità ed eguaglianza che non significa rinunciare alla diversità; -­‐ rispettare le diversità che distinguono le donne dagli uomini, diversità che dovremmo considerare un arricchimento e non un ostacolo o un limite; -­‐ essere consapevoli delle differenze di genere, che sono diverse dagli stereotipi di genere. Riportiamo qualche commento sul praticare ed educare al rispetto di sé e degli altri: -­‐ trattare le persone in quanto tali, con profondo rispetto; -­‐ trasmettere l'importanza del rispetto di se stessi degli altri perché ognuno una persona speciale con i suoi pregi ed i suoi difetti; -­‐ costruire fiducia e rispetto nei rapporti amicali e lavorativi; -­‐ insegnare ai miei figli ad avere rispetto dell'opinione delle donne e a considerarle pari a loro; -­‐ farsi rispettare, pretendere rispetto, e comportarmi con rispetto verso gli altri/le altre. 6. Diventare consapevoli e notare quando pensiamo o ci comportiamo secondo stereotipi o condizionamenti di genere: aumentare la propria consapevolezza per migliorare i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Questa categoria rappresenta il 4,5% delle risposte. Riportiamo qualche commento su come aumentare le proprie consapevolezze: -­‐ chiedersi quando si è mossi da uno stereotipo di genere; -­‐ riflettere prima di tutto sui miei stereotipi personali, visto che ognuno di noi è cresciuto intriso di cultura stereotipata; -­‐ prendere coscienza che anche una semplice battuta o un luogo comune può essere offensivo; -­‐ la prima cosa da fare è diventare consapevoli di parole e comportamenti stereotipati in prima persona, con un po' di fatica ed onestà intellettuale; -­‐ smascherare gli stereotipi ed essere la prima a non cadere nella trappola del sessismo; -­‐ lavorare sul fatto che a primo impatto giudico spesso altre donne come oche; -­‐ fare autocritica, ed avere un atteggiamento critico sugli atteggiamenti definiti "naturali"; -­‐ abituarsi ad osservare quando emergono stereotipi di genere in se stessi e negli altri; -­‐ fare molta attenzione a come penso e parlo, chiedermi se penserei la stessa cosa o darei lo stesso giudizio di una persona se fosse femmina o maschio (facendo questo gioco scopro sempre cose sorprendenti e interessanti); -­‐ smettere di dare ragione inconsapevolmente a molti stereotipi, come vedere un conducente che guida piano in mezzo alla carreggiata e pensare "scommettiamo che è una donna"?; -­‐ smettere anche di dar retta agli stereotipi sugli uomini, dando per scontate alcune cose che non sono necessariamente vere; -­‐ cercare di capire, ogni volta che posso, se quello che sto pensando o facendo è frutto di una mia scelta o mi è stato dettato dalla cultura dominante; -­‐ smontare gli stereotipi di genere ogni volta che li incontro dentro e fuori di me. 7. Ri-­Conoscere le persone (donne e uomini) per le loro individuali caratteristiche e capacità, cercando di evitare di giudicarle attraverso la lente degli stereotipi di genere. Questa categoria rappresenta il 3,2% delle risposte. Attenzione all’errore di scambiare l’uguaglianza o parità di diritti e opportunità con l’annullamento delle differenze di genere: le differenze vanno riconosciute, non annullate. Quest’equivoco è stato rilevato in una decina di risposte. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 33 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Riportiamo alcuni commenti che hanno individuato la positività di riconoscere l’altro per le sue caratteristiche individuali, ma che rischiano di cadere nella trappola dell’uguaglianza intesa come assenza di differenze di genere: -­‐ considerare una donna come una persona e non come un essere di genere diverso; -­‐ ogni persona ha le proprie qualità e i propri difetti, senza fare alcuna distinzione tra uomini o donne; -­‐ tutti noi indistinatamente dal genere di appartenenza abbiamo pregi e difetti e che un principio fondamentale è conoscere e riconoscere l'altro; -­‐ esprimermi liberamente, affermando la mia persona a prescindere dal fatto che sia donna o uomo; -­‐ impegnarmi in quello che faccio, dimostrando che le capacità e le inclinazioni non riguardano il genere di appartenenza; -­‐ Considerare tutte le persone nello stesso modo indipendentemente dal genere. Ecco invece un commento che valorizza l’individualità senza cadere nella trappola del “siamo tutti uguali in quanto persone”: -­‐ andare oltre le etichette e i pregiudizi: le persone vanno guardate negli occhi, vissute e non identificate o "schedate" in schemi prefissi, né in stereotipi. A prescindere dal rispetto di ogni persona in quanto essere umano, ricordiamo che per ottenere parità di genere è necessario riconoscere le differenze di genere, valorizzare il genere femminile tanto quanto è valorizzato oggi quello maschile, e riconoscere e integrare i rispettivi talenti. Proviamo ad affermarci come persone e come donne/uomini, consapevoli del proprio genere. E’ inutile raccontarci che siamo “uguali” in tutto e per tutto. Non è così! Donne e uomini nascono diversi fin dalla nascita, e per quanto le inclinazioni di ciascuna persona dipendano da molti fattori, uno di questi è necessariamente il proprio genere, una cosa da non dimenticare. Lo ‘sguardo’ femminile o maschile esiste proprio in quanto siamo nate femmine o maschi, motivo per cui le nostre vite prendono subito vie radicalmente diverse, fin dalla nascita. Non possiamo illuderci che femmine e maschi godano di uguali/simili condizioni di vita sociale e professionale. Le pari opportunità prevedono che si raggiungano condizioni di parità valutando le differenze non solo di genere ma anche di contesto sociale ed economico, affinché l’accesso a cariche, ruoli decisionali, professionalità, diritti e doveri, oggi in molti contesti squilibrata a favore del genere maschile, venga riequilibrata tra i due generi. Ricordiamoci che noi non siamo capaci di guardare tutte le persone “allo stesso modo”. Inconsciamente noi filtriamo in mille modi le informazioni, anche in base alle differenze di genere. Perciò, anziché illuderci di poter ignorare le differenze di genere, e credere di vedere una donna esattamente nello stesso modo in cui vediamo un uomo, proviamo a fare più attenzione alle differenze e agli stereotipi di genere, e a diventare consapevoli dei propri meccanismi di pensiero e valutazione. 8. Informarsi e informare altri/e sui temi di genere; studiare. Questa categoria rappresenta il 2,3% delle risposte. Riportiamo qualche commento a proposito dell’importanza di informarsi: -­‐ informarmi e informare, leggere, essere curiosa; -­‐ studiare e far studiare, leggere molto; -­‐ organizzare gruppi di lettura per approfondire e migliorarci; -­‐ tenere alta l’attenzione sull’argomento; -­‐ conoscere altre culture. 9. Denunciare campagne comunicative e pubblicità sessiste; denunciare situazioni di discriminazione. Questa categoria rappresenta il 2,3% delle risposte. Riportiamo qualche commento a proposito del denunciare la comunicazione sessista sui media: -­‐ contestare gli articoli sessisti sui giornali; -­‐ scrivere allo IAP per denunciare campagne sessiste e lesive della dignità delle donne; -­‐ far modificare la pubblicità non educativa in cui le donne sono sempre oggetto; Un/a rispondente ha segnalato lo studio "Gender Advertisements" pubblicato da Erving Goffman nel 1979 sui trucchi usati per veicolare stereotipi femminili e maschili nelle pubblicità. 10.
Di-­Mostrare le capacità delle donne di svolgere i mestieri e saper valutare le capacità e competenze di donne e uomini in base al merito. Spesso le donne devono dimostrare molto più degli uomini le proprie competenze sul lavoro. Le differenze di genere vanno valorizzate, non utilizzate per svalutare o diminuire un genere in una professione o squadra. Più la squadra è equilibrata tra i generi, maggiore sarà la sua creatività e produttività. Questa categoria rappresenta il 2,3% delle risposte. Riportiamo qualche commento su competenze e mestieri: -­‐ dare dimostrazione che (noi donne) sappiamo fare tutto; -­‐ spiegare a mia figlia che può e potrà fare il lavoro che vuole e avere la vita che desidera, lottando; -­‐ mostrare che (come donne) abbiamo qualità positive e vincenti; -­‐ agire alla pari e dare pari opportunità agli altri/alle altre; -­‐ educare studentesse e studenti ad una società dove ruoli e posizioni si conquistano in base alle attitudini personali e non ai ruoli di genere assegnati dalla società patriarcale; -­‐ affermarsi con le proprie qualità che confermano di che cosa siamo capaci. 11.
Aprire la mente a prospettive differenti e sospendere il giudizio. Questa categoria rappresenta il 2% delle risposte. Riportiamo qualche commento su come tenere la mente aperta: -­‐ cercare di pensare alle cose viste da punti di vista diversi; -­‐ non giudico, anzi apprezzo chi fa le cose diversamente; -­‐ non pensare in bianco e nero ma con tutte le sfumature possibili di tutti i possibili colori, compreso il bianco e il nero; -­‐ uscire dagli schemi aprire la mente; -­‐ esplorare l’altro genere e far esplorare all’altro situazioni che vadano oltre il recinto dello stereotipo, non per invertire i ruoli, ma per sovvertirli cercando una nuova dimensione. 12.
Sostenere e valorizzare le donne (anche in politica), essere solidali e collaborare tra donne. Questa categoria rappresenta l’1,8% delle risposte. Riportiamo qualche commento sulla pratica della solidarietà femminile e del sostegno: -­‐ credere nelle donne e valorizzarle al massimo tutti i giorni; -­‐ sostenere altre donne quando lo meritano o quando ne hanno bisogno; -­‐ votare donne e chiedere che si voti con la doppia preferenza di genere; -­‐ parlare con le altre donne, condividere idee, epserienze, saperi, smetterla di essere sempre in competizione le une con le altre; -­‐ essere solidali e costruire reti di solidarietà tra donne (e uomini amici delle donne). Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 35 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons 13.
Partecipare attivamente a manifestazioni e gruppi/associazioni che si occupano di temi di genere. Questa categoria rappresenta l’1,8% delle risposte. Riportiamo qualche commento sul come partecipare attivamente: -­‐ partecipare a incontri e manifestazioni su queste tematiche, a supporto della parità di genere; -­‐ lavorare attivamente in organismi che se ne occupano quali associazioni femminili. 14.
Coinvolgere gli uomini nel cambiamento, un passaggio radicale e fondamentale. Questa categoria rappresenta l’1% delle risposte. Riportiamo qualche commento sul coinvolgere gli uomini nel percorso sui generi: -­‐ coinvolgere gli uomini, far capire loro che è nel loro stesso interesse partecipare a questo cambiamento, perché è anche loro diritto piangere, prendersi cura della casa se vogliono, accudire i figli e stare con donne più serene (etero, omo o bisessuali che siano)  essere donne e uomini liberi di essere quello che sono va a vantaggio di tutti, non donne contro uomini o donne contro donne, ma persone che vogliono migliorare la vita (donne e uomini) liberandosi di inutili, dannosi stereotipi; -­‐ apprezzare la sensibilità di un uomo; -­‐ costruire gruppi di lavoro paritari tra donne ed uomini. 15.
Mirare al cambiamento della cultura, degli immaginari, del sistema nel suo complesso. Questa categoria rappresenta l’1% delle risposte. Riportiamo qualche commento sul cambiamento culturale necessario per il riequilibrio dei generi: -­‐ cambiando il sistema forse si riesce a cambiare le menti; -­‐ impegnarmi a fare cultura di genere nella quotidianità: tra amiche, a scuola, al lavoro, nel tempo libero. 16.
Creare relazioni paritarie, con persone consapevoli degli stereotipi di genere. Questa categoria rappresenta l’1% delle risposte. Riportiamo qualche commento sulle amicizie ottimali per percorrere la strada della parità di genere: -­‐ seleziono le mie amicizie tra persone non sessiste, non razziste e non omofobe; -­‐ cerco di circondarmi di gente che va oltre gli stereotipi; -­‐ frequentare donne decise e mature; -­‐ circondarmi di persone valide; -­‐ stabilire relazioni di assoluta parità. Nella figura che segue sono rappresentate le principali categorie di risposta: Fig. 1: principali categorie di risposte emerse sulle possibili soluzioni agli stereotipi di genere. Riflessioni sui/sulle rispondenti under-­20 Al sondaggio hanno partecipato appena nove giovani sotto i vent’anni, di cui 7 femmine e 2 maschi, provenienti per due terzi dalla Liguria e per un terzo dalla Sardegna. Tutti/e hanno affermato di non identificarsi in nessuno stereotipo segnalato, a parte una ragazza che si è riconosciuta nello stereotipo dell’emotività femminile. Una sola dei nove è convinta che gli stereotipi di genere non esistano, e che si possa andare oltre e considerare le persone come singole individualità. A tal proposito, ha scritto: “Sicuramente esistono delle diversità, molte oserei dire, ma non è corretto considerarle in termini negativi. Mi spiego meglio: è corretto dire ad esempio che spesso le donne hanno più senso pratico, ma questo non vuol dire che hanno solo quello e non vuole nemmeno dire che gli uomini non ne abbiano. Per essere più chiara, faccio un altro esempio: “gli uomini sono forti” a livello caratteriale non è vero, perché le persone sono tutte diverse come singoli individui. Poi se come più forti e più deboli si intende il dimostrare di più o di meno i propri sentimenti, è un altro discorso.” Rispetto alle possibili soluzioni per liberarsi dagli stereotipi di genere, le ragazze e i ragazzi hanno scritto frasi brevi e concise, con diversi punti di vista. Li riportiamo tutti e nove: -­‐ partecipare a manifestazioni; -­‐ combattere contro i mulini a vento, come ogni giorno; Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 37 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons -­‐
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difendere la parte che viene lesa; mentre parlo cercare di non utilizzare stereotipi e redarguire chi lo fa; dimostrare sempre il contrario; spiegare a chi crede che esistono gli stereotipi che non è così: esiste la diversità tra ogni singolo individuo, dettata dal proprio carattere o altri fattori; -­‐ non si può fare nulla; -­‐ non saprei; -­‐ essere me stessa. Queste testimonianze, per quanto interessanti singolarmente, non permettono una valutazione statistica delle risposte delle generazioni under-­‐20, su cui sarebbe bello condurre un’indagine ad hoc, per scoprire se vedono il mondo allo stesso modo delle persone più grandi di loro, e in particolare delle persone dai quarant’anni in su, che hanno risposto in maggior numero al presente sondaggio. Conclusioni Dall’analisi della popolazione che ha risposto al sondaggio, è emerso che i temi di genere non attirano le giovani generazioni e gli uomini, bensì attirano in modo prepondereante le donne e le persone di età superiore ai quarant’anni, in particolare tra i cinquanta e i sessant’anni. Ci chiediamo come mai le giovani generazioni e gli uomini sembrino così poco interessati agli stereotipi che condizionano la loro vita quotidiana, e come si possa fare a ingaggiarli su questi temi. In compenso, le risposte sono giunte da quasi tutte le regioni italiane (eccettuato il Molise) e da alcune persone residenti all’estero, dando un respiro nazionale all’indagine, e confermando che non ci sono particolari differenze di stereotipi tra una regione e l’altra. Il linguaggio è emerso come elemento chiave per comprendere e per risolvere molte difficoltà sugli stereotipi di genere. Si incontra una forte resistenza alla declinazione del linguaggio al femminile, sia da parte degli uomini che da parte delle donne, eppure l’attenzione al linguaggio è stata la quarta soluzione più citata per affrontare gli stereotipi di genere. Inoltre, molti uomini non sembrano considerare offensive le espressioni di uso comune che offendono le donne, e le donne stesse sono abituate a sentirle e usarle nelle conversazioni per abitudine. Si conferma l’importanza apicale dell’aspetto esteriore per le donne, inversamente proporzionale rispetto agli uomini, che nell’immaginario collettivo se la cavano bene anche se non sono belli, profumati o giovani. Non si può dire lo stesso per le donne, soprattutto dopo i 40 anni. Dai numerosissimi stereotipi citati nelle risposte, il 70% dei quali riguarda le donne, emerge la costante pratica di “due pesi e due misure”: si è rilevata da parte dei/delle rispondenti una fondamentale differenza di giudizio in base al genere, per cui le donne vengono giudicate molto più severamente degli uomini, e su molti più aspetti della vita personale e professionale. In particolare, gli stereotipi sulle donne hanno una connotazione in maggioranza negativa, mentre gli stereotipi sugli uomini risultano quasi tutti positivi. Inoltre, quando capita che una donna sia apprezzata per le sue competenze, la si complimenta dandole attributi maschili: “donna con le palle”; “donna cazzuta”. Al contrario, gli attributi femminili, se affibbiati a un uomo, risultano negativi (“sei una femminuccia”). In sintesi: Le donne sono considerate a priori incompetenti, inaffidabili, superficiali e incapaci di leadership, in quanto donne; vengono sanzionate dalla società se non rispettano i canoni di gradevolezza, bellezza, cura degli altri, limitazione dell’uso del corpo e sottomissione all’uomo o al sistema vigente di potere. Se li rispettano, tale conformismo porta comunque lati negativi. Gli uomini, invece, sono considerati a priori competenti, pratici e capaci di leadership, in quanto uomini, e non vengono sanzionati se tradiscono, soverchiano o pensano a se stessi. In cambio, devono dare un’immagine di forza, sicurezza di sé in ogni momento, capacità di provvedere alla famiglia, e non devono mai mostrare caratteristiche o interessi “femminili”. Questi stereotipi, con tutte le declinazioni specificate alla domanda sei, sembrano rispecchiare una società cristallizzata a molti decenni fa, anche se molti cambiamenti si sono verificati da allora a oggi. Occorrerebbe proseguire l’indagine con un’analisi qualitativa della trasformazione (o meno) di ciascuna categoria di stereotipi nel tempo, analisi non prevista in questo sondaggio. Si è comunque potuta rilevare una discrepanza notevole tra gli stereotipi rilevati nella società e quanto le/i rispondenti non si riconoscano oggi in essi: il 65% di donne e il 44% di uomini rispondenti NON si identificano negli stereotipi rilevati. In particolare, le donne si sentono forti, non deboli, e hanno voglia di auto-­‐determinarsi. Data la discrepanza, sorge la domanda: si tratta di una presa di posizione forte basata su una profonda consapevolezza di sé, oppure del rifiuto di ragionare su quanto gli stereotipi rilevati nella società, anche se non si condividono, effettivamente possano avere effetti sulla propria persona? Curiosamente, gli uomini hanno indicato il triplo di stereotipi femminili in cui “si identificano”, rispetto a quelli maschili. Sorge quindi la domanda: come mai gli uomini ragionano poco su di sé (sui propri stereotipi), mentre tendono molto più facilmente a stereotipizzare le donne? Certamente si è rilevato come negli stereotipi femminili, qualunque cosa facciano le donne non vada mai bene, mentre negli stereotipi maschili ci sia quasi sempre una giustificazione di qualunque azione degli uomini, anche se considerata “disdicevole”; la stessa azione, compiuta da una donna, viene guardata con disapprovazione (es. vivere liberamente la sessualità e le relazioni). Dal sondaggio emergono alcune possibili soluzioni per superare gli stereotipi di genere, in primis la necessità di utilizzare la leva dell’educazione: ancora oggi i genitori tendono a trattare bambine e bambini diversamente per via del loro genere, a partire da colori, giochi e attività. Eppure, risulta sempre più importante, tra le soluzioni citate, cominciare a mischiare i ruoli e a parlare di stereotipi di genere fin dalla tenera età. Infine, emerge l’importanza di agire in prima persona, dando l’esempio del rispetto dei generi nella vita quotidiana, di intervenire quando si verificano abusi o discriminazioni verbali e di aumentare la propria consapevolezza sui condizionamenti degli stereotipi di genere. L’unico modo per avviare l’auspicato cambiamento culturale è partire da sé, e attraverso l’esempio, mostrare al mondo la via da seguire. Importante anche aprire la mente, sospendere il giudizio, e ricordare che la parità non è l’annullamento delle differenze, ma il riconoscimento e la valorizzazione delle diversità di genere, a vantaggio di tutta la società. Sono state poco valorizzate invece due soluzioni importanti: il mutuo sostegno tra donne, e il coinvolgimento attivo degli uomini. Snoq Genova ritiene che questi siano elementi decisivi per facilitare il cambiamento. Creative Commons Sondaggio Linguaggio e Stereotipi di Genere 39 Indagine conoscitiva-­esplorativa in rete A cura di Eva Provedel, Snoq Genova Creative Commons Si ringraziano i/le 411 rispondenti al sondaggio. Contatti: [email protected]