Tavernola, il sindaco: «Terrò conto del voto

PROVINCIA
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 26 GIUGNO 2007
Bassa, soldi
spariti da jeep
portavalori
Vigilante
a processo
Tavernola, il sindaco:
«Terrò conto del voto»
Dalle urne il no all’uso dei rifiuti nel cementificio
La Lafarge ribadisce la positività della proposta
Il cementificio che domina il Sebino a Tavernola
Grassobbio, in Consiglio
il centro polivalente
GRASSOBBIO C’è un argomento soltanto all’ordine
del giorno del Consiglio comunale di stasera alle
20,30, nella sala consiliare di Palazzo Belli a Grassobbio. Ma sarà un punto caldo. Si parlerà infatti della petizione presentata lo scorso mese di marzo dal
Comitato per un centro polivalente differente al sindaco Pierluigi Salvetti, petizione sottoscritta da 1.022
cittadini. «Da mesi - informa il consigliere di minoranza Mario Esposti - il Comitato attende una risposta alle sue proposte. Così abbiamo chiesto noi come
consiglieri comunali di iscrivere questo argomento
all’ordine del giorno di una seduta consiliare. Così finalmente stasera sentiremo quali sono gli sviluppi
del centro polivalente».
Il centro si propone come un’opera di grande interesse sia per gli obiettivi che intende raggiungere
realizzando un teatro e un’area feste coperta, sia per
il costo che è previsto intorno a cinque milioni di euro.
Il Comitato per un centro polivalente differente chiede invece una riduzione dei costi e maggiori spazi per
le attività sportive: «Non ci interessa un centro polivalente di pregio architettonico, chiediamo una struttura più semplice. Nel progetto dell’amministrazione
comunale l’area feste è piccola, mentre 500 posti a
teatro sono troppi. A Grassobbio serve poi anche un
palazzetto dello sport dove centinaia dei nostri ragazzi possano praticare diverse discipline».
TAVERNOLA Fa discutere l’esito della consultazione
popolare a cui sono stati chiamati domenica i cittadini di Tavernola per esprimere un parere favorevole o
contrario al fatto che il cementificio gestito dalla multinazionale Lafarge Adriasebina potesse utilizzare combustibili alternativi, come quelli derivati da rifiuti o pneumatici triturati, per produrre cemento.
Il primo dato di cui bisognerà tener conto è quello del
numero dei cittadini che si sono recati alle urne: hanno votato 1.153 persone, pari al 58,14%, su 1.983 cittadini maggiorenni iscritti all’anagrafe e aventi diritti al
voto. La percentuale sale al 62,59% se dal numero degli aventi diritto si escludono i 141 tavernolesi residenti all’estero. Per quanto riguarda invece la scelta espressa all’interno delle cabine, il voto non lascia spazio a interpretazioni: su 1.153 votanti, 933 hanno detto di
essere contrari e 211 si sono dichiarati favorevoli alla
sperimentazione. Dunque l’80,9% dei tavernolesi che
si sono recati alle urne ha detto «no» alla proposta della Lafarge: i cittadini di Tavernola non vogliono che il
cementificio utilizzi nuovi combustibili.
Ora la palla torna all’amministrazione comunale. Il
sindaco Leandro Soggetti, commentando i risultati della consultazione, esordisce così: «Grazie alla convenzione che abbiamo stipulato con la Lafarge nel 1999 e nel
2004 abbiamo potuto organizzare la consultazione. Ho
sempre invitato i miei cittadini a partecipare a questo
voto e sono quindi contento che circa il 60% degli aventi diritto lo abbia fatto. L’altro aspetto su cui ho sempre
insistito è che terrò senz’altro conto del risultato: a questo proposito, ho inviato alla Regione Lombardia, alla
Provincia di Bergamo e all’azienda una comunicazione
ufficiale in cui viene riportato l’esito della consultazione».
Per quanto riguarda invece gli scenari futuri, il primo cittadino di Tavernola non si sbilancia: «Non ho la
sfera di cristallo per poter fare delle previsioni: so solo
che l’attuale convenzione scadrà nel 2010 e che fino ad
allora potremo dire la nostra».
Enrico Siviero, direttore dello stabilimento tavernolese della Lafarge, ieri non ha voluto aggiungere nuove considerazioni rispetto a quelle emerse già domenica sera al termine dello spoglio delle schede: «Dal nostro punto di vista non è cambiato nulla rispetto a domenica sera e siamo in attesa che sindaco e amministrazione diano la loro interpretazione del voto. Secondo noi la consultazione rappresentava un’opportunità
di confronto con la comunità molto importante, ma è
ovvio che non siamo felici per il risultato. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, siamo ancora convinti che i
combustibili alternativi offrano maggior efficienza alla nostra azienda e allo stesso tempo miglioramenti per
quanto riguarda le emissioni in atmosfera».
È ovviamente molto soddisfatto per il risultato della
consultazione Privato Fenaroli, presidente del Comitato per la salute pubblica che si è battuto per il no. Fenaroli però guarda già agli scenari futuri: «Spero che
questa non sia una vittoria di Pirro: la consultazione
popolare ha dato risultati significativi, ma è solo un sondaggio e non un referendum. A Tavernola rimangono
molti problemi legati al cementificio: per ora abbiamo
scongiurato il pericolo che si bruciassero combustibili da rifiuti, ma siamo in attesa di un vero referendum
con il quale chiedere alla comunità tavernolese se condivide ancora la presenza del cementificio nel nostro
territorio. Credo che questa azienda crei già diversi problemi a livello ambientale: inquinamento acustico, traffico pesante, dispersione di polveri nell’aria. Ci dobbiamo chiedere: questa realtà industriale produce più benefici o più danni per la nostra comunità?».
Falco pellegrino ferito salvato nel lago d’Iseo
Un esemplare di falco pellegrino è stato recuperato a TAVERNOLA. Si tratta di un esemplare giovane, all’inizio dello svezzamento.
Era ferito: deve aver cozzato contro la superficie del lago durante la
picchiata per la cattura di una preda. Il falco pellegrino infatti è un
predatore di altri uccelli, che cattura in volo. La sua presenza è stata segnalata da un pescatore: questi ha avvistato il rapace nell’acqua, vicino alla riva, in posizione inaccessibile se non dal lago stesso. «Il falco pellegrino - dice l’assessore provinciale alla Caccia Luigi
Pisoni - appartiene a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari singolari osservabili in quasi tutti i biotopi, ma prevalentemente negli spazi aperti e sui laghi con abbondanza di uccelli».
Il recupero del falco pellegrino ferito è stato attuato da due agenti del
Corpo di polizia provinciale con l’ausilio di uno speleologo del Corpo
nazionale del Soccorso alpino, presente in zona per un’esercitazione.
Indossata la muta, lo speleologo (come si vede nella foto) è entrato in acqua portando a buon fine il salvataggio del volatile.
Gli agenti della polizia provinciale hanno proceduto quindi a trasportare il falco al Centro recupero animali selvatici (Cras) di Valpredina per le cure dovute. Il Centro infatti, nell’oasi naturalistica del Wwf,
è una sorta di ospedale degli animali: lì il falco pellegrino è stato
asciugato, visitato e, dopo avergli dato da mangiare, è stato riportato a Tavernola, nei pressi del nido dal quale ha iniziato in questi giorni lo svezzamento. «Ancora una volta - commenta soddisfatto l’assessore Pisoni - la sinergia fra enti, anche quando spontanea e non programmata, dimostra che tutti insieme possiamo concorrere alla salvaguardia della biodiversità e alla tutela del nostro territorio».
.SERIATE.
Coniglietti morti nel parco: nessun pericolo
SERIATE Alcuni coniglietti un poco spelati,
qualcuno anche morto,
sono stati avvistati da
mamme e bambini verso
il fiume Serio mentre si
trovavano nel parco Oasi Verde che si distende
sulle due rive in territorio
di Seriate. Oasi Verde 1
è una meta molto frequentata da gente di ogni
età e da bambini per gli
ampi spazi di cui dispone
e per la presenza di strutture ludiche, altalene e
giochi: i coniglietti hanno
un poco allarmato le
mamme per eventuali
problemi igienici. Che sono stati prontamente
esclusi dal Parco regionale del Serio con sede a Romano di Lombardia. «Siamo a conoscenza del fenomeno, ma va detto che è
un fatto normale e fisiologico» spiegano gli esperti
Giuseppe Arrighetti del Parco.
Secondo Ivan Bonfanti, Serio, con i suoi arbusti e
responsabile dell’Ufficio fitti rovi si determina codidattica ambientale del me ambiente prediletto
Parco regionale, i conigli per le tane e i rifugi dei
selvatici sono colpiti da selvatici. Così come è
una mixomatosi che pro- emersa d’improvviso, la
voca occhi gonfi e perdita malattia dovrebbe esaudi pelo. Continua Bonfan- rirsi. Quanto alla presenti: «Sono
za di nutrie
molti i coninell’amgli selvatici
biente del
Gli esperti: «Hanno
perché, coSerio, Boncontratto
la
me è noto,
fanti spiega
mixomatosi, malattia che «le nuhanno facilità a riprotrie sono
che non dà problemi
dursi. In
animali
ai bambini che
compenso
esotici, imfrequentano l’Oasi
non ci sono
portati.
molti preverde lungo il Serio» Hanno un
datori, coaspetto da
me la volpe,
castoro con
e nella gran quantità di coda di topo, sono erbivoesemplari è più facile che re, ma per la loro abitudisi diffonda la malattia. Li ne di scavare tane molto
lasciamo nel loro ambien- profonde rovinano le cate: a loro pensa la natu- nalizzazioni, dissestano le
ra».
sponde dell’alveo, danIl parco Oasi Verde 2, neggiano le coltivazioni».
sulla sponda destra del
Intanto il Parco avrà
una nuova vitalità se entro l’anno si riuscirà a costruire un ponticello sullo scolmatore del torrente Zerra in modo da collegare in un’unica pista ciclabile Seriate a Malpaga.
«Speriamo che questo sogno si avveri - auspica
con entusiasmo Bonfanti
- sarebbe un percorso
magnifico».
L’associazione Ambito
territoriale caccia della
pianura bergamasca ha
nel frattempo posizionato
alcune traverse nello scolmatore del Borgogna, verso Malpaga, per realizzare pozze d’acqua. Spiega
Bonfanti che «l’operazione porta almeno due benefici all’ambiente: si crea
una zona umida favorevole allo sviluppo di rane e
anatre e si ottiene un’acqua più depurata da lasciar scorrere nel Serio».
Emanuele Casali
BASSA Diciannovemila
e 200 euro spariti in tre
tranche dal fuoristrada
portavalori, soldi che erano stati prelevati dagli uffici postali della Bassa, ma
che non sono mai giunti
nella cassaforte dell’istituto di vigilanza di Bergamo
dove dovevano finire. Un
giallo scoppiato nel 2003
che ha avuto come principali sospettati due vigilantes: per uno, difeso dall’avvocato Emilio Gueli, la posizione è stata archiviata;
il collega, assistito dall’avvocato Marco De Cobelli, è
finito invece a giudizio per
peculato come richiesto dal
pm Mauro Clerici. Ieri in
tribunale è cominciato il dibattimento.
La guardia giurata deve
rispondere di quattro episodi. L’ultimo in ordine di
tempo è datato 20 giugno
2003 ed è quello che ha fatto esplodere il caso. Gli addetti della sala conta dell’istituto di vigilanza (l’ufficio
dove si contano i soldi in
entrata e in uscita dalla
cassaforte) si erano accorti dell’ammanco di 6.700
euro dal plico col denaro
prelevato dall’ufficio postale di Pagazzano. Si era così scoperto che la busta era
stata manomessa: qualcuno aveva praticato un taglio nella parte superiore,
sfilato dei soldi e poi applicato una fascetta sigillante nuova. Anche il giorno
prima, quando l’imputato
era in servizio in coppia
con un altro collega, c’era
una busta manomessa
(anche se nessun ammanco) proveniente dalla Posta
di Pognano. Nel marzo del
2003 erano spariti 7.500
euro dalla busta prelevata
all’ufficio postale di Fornovo e due mesi prima 5.000
da quella della Posta di Brignano: in entrambi i casi
nell’equipaggio che aveva
compiuto il servizio di prelievo c’era l’imputato.
I carabinieri del nucleo
operativo radiomobile di
Bergamo sui conti correnti del vigilante avevano scoperto due versamenti di
3.000 e 1.500 euro effettuati pochi giorni dopo gli
ammanchi, più una piccola forbice nella tasca del
suo giubbotto di servizio e,
nell’abitazione, due buste
simili a quelle usate per i
prelievi. La guardia giurata s’è sempre dichiarata
estranea. Prossima udienza il 9 luglio.
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