L`estate del mio primo bacio

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L`estate del mio primo bacio
Venerdì
18 Agosto 2006
IL TIRRENO
25
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«L’amore coi bigliettini»
Er Piotta: «Ce li scambiavamo durante le lezioni. Altri tempi...»
Il concorso. Con le
storie di Lisa, Vanessa
e Silvia continua
la pubblicazione
dei racconti
inviati al Tirreno
L
a bottiglia che gira, gli amici che la accompagnano con urla e battiti di mani,
fin quando si ferma col collo rivolto proprio verso la ragazza che ti piace. E allora il
pegno diventa un premio, il gioco si trasforma
in un’occasione insperata. Lo descrive così il
suo primo bacio Tommaso Zanello, da tutti conosciuto come Er Piotta, il mitico “Supercafone” romano. «Lei era una mia compagna di
classe, Antonella», racconta da Potenza, tappa del suo tour estivo.
Quanti anni avevate?
«Dodici anni, eravamo in seconda media.
Lei fisicamente era proprio il mio tipo: capelli
e occhi scuri, molto mediterranea. E mi piaceva anche di carattere, una ragazza solare e
sorridente».
Quanto siete stati insieme?
«Beh, per essere una storia da ragazzini è
durata tanto, almeno sei mesi, fino alla fine
dell’anno scolastico. Poi dopo un altro anno le
medie sono finite e l’ho persa di vista».
Ricordi com’è iniziata?
«Con i bigliettini durante le lezioni, come oggi succederebbe con gli sms. Erano altri tempi... Ma non trovavamo il coraggio di dichiararci».
Fino a quel bacio dato quasi per gioco...
«L’occasione è capitata a una festa di compleanno di un’altra compagna di classe. Diciamo che il gioco della bottiglia ci ha permesso
di superare la timidezza. Quando è toccato a
noi baciarci c’è stato un grande imbarazzo,
ma anche un sacco di risate...».
Cos’altro ricordi di quel momento?
«Del bacio in sé non ho un ricordo chiarissimo. Ma quando ci ripenso ho comunque una
sensazione piacevole legata all’atmosfera
spensierata di quei tempi, alle feste con gli
amici. Altro che i trent’anni... E poi la musica,
con quelle infinite discussioni su Duran Duran e Spandau Ballet e i balli lenti sulle note
di Whitney Houston e dei Wham».
Mauro Cappiello
Rischiò di investirmi in moto
ma come resistere ai suoi occhi blu...
S
to percorrendo il lungo
mare in bicicletta, quando un Honda CBR 600 mi
supera impennando, io spaventata freno, perdo l’equilibrio cadendo a terra. Con lo sguardo
lo inseguo veloce, più veloce
della volante della polizia che
gli sta alle costole, e lo vedo
mentre svolta a sinistra, poi solo il rombo del motore lontano
e più nulla.
Rimango qualche minuto a
terra spaventata e indolenzita,
mi fa un po’ male il polso ma
sto bene, raccolgo il contenuto
del mio zainetto che è caduto
per terra.
Alle mie spalle il rombo di
una moto, un’altra, penso tra
me e me. Non mi volto continuo a raccogliere le mie cose,
ma stavolta questa moto mi si
ferma affianco, il proprietario
scende, con lo stivaletto di pelle schiaccia la mia agenda,
«ehi attento!» gli grido; alzo la
testa verso di lui, lo riconosco
è quello che mi ha fatto cadere;
abbasso la testa e faccio finta
di nulla.
Si abbassa di fronte a me sfilandosi il casco liberando così
lunghi riccioli che rispecchiano il suo animo ribelle, mi chiede scusa e si offre di riaccompagnarmi a casa. Ovviamente
non accetto ma la bicicletta dovrò tornare a prenderla domani, si è sgonfiata una ruota, così la lego ad un albero e decido
di tornare a casa a piedi. Il giorno dopo torno con la pompa
per la bici ma già lì ad aspettarmi c’è quel tipo col CBR con
una rosa rossa tra le mani. Evito il suo sguardo ma come fare
a non guardare quegli occhi azzurri, e spero proprio che quella rosa sia per me. Ma poi arriva un’altra, una bionda, si abbracciano e se ne vanno insieme, ma lascia cadere la rosa ai
miei piedi. Aspetto che svoltino l’angolo e la raccolgo, legata allo stelo una bustina, la
apro: «Piazza delle Erbe 15,15».
Sarò impazzita, non lo so ma
alle 15,15 mi faccio trovare in
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Riservato, freddo e a volte acido
mi portò “tre metri sopra il cielo”
D
riin...
«Cavolo, sono in ritardo come sempre!».
Scendo di corsa, Benny, la
mia migliore amica mi aspetta
già pronta sul suo inconfondibile Scarabeo verde, sfrecciamo lungo viale Europa, la
spiaggia ci attende, l’aria è tiepida, è una solita mattina di
luglio. Arriviamo, gli altri
non ci sono, c’è solo il suo ragazzo che asciuga i bicchieri
al bar, decido di lasciarli soli,
mi siedo sulla riva.
Penso a stasera, faremo un
falò in spiaggia per festeggiare il diciottesimo compleanno
di Davide, un ragazzo che esce
con noi da poco e che io non
sopporto, è molto bello ma
con un carattere riservato,
freddo e tante volte acido, l’opposto di me, una ragazza semplice e sempre allegra.
Mi siedo sulla riva, mi annoio, con un bastoncino incido nella sabbia “io e te 3 metri
sopra il cielo” il libro che mi
ha fatto sognare, vorrei tanto
sentirmi anche io così in alto...
«Guarda che se lo scrivi
non è che si avvera...». Mi vol-
Piazza delle Erbe e lui è già lì
col suo casco appoggiato sul
serbatoio ed un altro tra le mani, arrivano altri motociclisti.
Lui mi si avvicina, non dice
nulla, solo mi aiuta a mettere
il casco ed in gruppo percorriamo il litorale fino a che non ci
fermiamo in una spiaggetta, ci
avventuriamo in una breve
passeggiata, ci fermiamo su
uno scoglio di fronte ad un mare infinito.
Si sentono ancora i rombi
delle moto, le risate degli altri
e qualcuno che fa a botte. Ma
ben presto tutti quei rumori saranno offuscati da lui che mi si
avvicina lentamente, mi guarda sicuro con quegli occhi color del mare e dolcemente accarezza le mie labbra con le sue
in un bacio il cui silenzio non
potrà essere sovrastato da nessun motore, da nessuna risata,
perché questo è il mio primo
bacio.
Lisa P., 16 anni, Carrara
Il rapper Er Piotta
nelle radio col singolo
“Non fermateci”
Il suo sguardo scaldò il mio lungo inverno
I
niziavo l’inverno nel peggiore dei modi! A lavoro mi avevano chiamata e
detto che la mia presenza non era più
indispensabile e la storia che avevo appena iniziato era stata troncata dopo due mesi, con mia grande disperazione.
Continuavo a passare la mia settimana
in città e trasferirmi al mare per il week
end, anche se ogni volta era un colpo al
cuore dover rivedere il ragazzo per il quale ancora provavo qualcosa, ma andavo
avanti ed imperterrita continuavo ad uscire con lui e gli amici.
Diversamente da altre volte mi stava
succedendo di uscire con soli ragazzi, per
una volta le amiche le avevo lasciate a casa, tanti giudizi e pochi consigli utili. Natale si avvicinava ed il centro del paese era
pieno di persone e gli addobbi già brillava-
Il cantante. «Lei
si chiamava Antonella
Fu a una festa
di compleanno
col gioco
della bottiglia»
no.
Odiavo il Natale, perché ogni volta lo dovevo passare da sola, ed anche quel 2003 si
prospettava in quel modo. Ma la vita ogni
tanto prende ed ogni tanto dà ed improvvisamente ricevi attenzioni che ti fanno sentire importante, di cui non puoi più farne
a meno.
Un ragazzo conosciuto qualche mese prima, proprio il giorno del mio compleanno,
nel pieno della mia storia con l’altro, aveva voluto il mio numero di telefono ed avevamo iniziato a mandarci alcuni sms. Sembrava una persona molto piacevole, anche
se aveva un piccolo problema... era fidanzato! Un week-end decidiamo di incontrarci. Avevamo entrambi pensato di scambiarci un piccolo regaletto prima di Natale. Io avevo preparato biscotti fatti a mano
e lui...
Ci incontriamo in spiaggia. Due baci sulla guancia ed una passeggiata lungo la riva. Era un pomeriggio tiepido, per essere
il 20 di dicembre, il mare era piatto, ed il
cielo stava prendendo una colorazione
arancione. Abbiamo parlato per circa due
ore, poi la sorpresa peggiore è stata quella
di rientrare alla macchina e di trovare le
macchine aperte con cellulari rubati, ed
anche il regalo che mi sarebbe appartenuto. Avevo il cuore che mi batteva forte, sapevo che stavo facendo una cosa sbagliata, forse sarei stata la seconda per l’ennesima volta, ma il suo dolce sguardo e l’atmosfera mi hanno fatto cedere e ci siamo baciati.
Silvia Fagni
Principina a Mare (Gr)
to, Davide era arrivato, mi
guardava col sopracciglio alzato in segno di sfida. Vorrei rispondergli ma non faccio in
tempo, mi tira su di peso e mi
butta in acqua, il suo fisico è
scolpito, è veramente bello,
ma non mi ci vedrei mai insieme, siamo troppo diversi!
È sera, per la festa decido di
indossare il vestito rosso che
mi ha comprato mamma, arrivo, ci sono solo Nico e Davide
che preparano il fuoco e un
gruppo di ragazzi che non conosco.
Si dice che stasera Davide
presenterà la sua nuova ragazza, la cosa mi infastidisce, non
capisco perché. Manca poco a
mezzanotte, è l’ora del brindisi prima del bagno, c’è una luna argentea bellissima e l’aria
è fresca, è una serata fantastica. «Alla tua, Davide!», «Auguri»... le acclamazioni e gli applausi risaltano nel silenzio
della spiaggia, poi il silenzio
cade, è ora dell’annuncio di
Davide. «Vieni che ti presento...».
Benny si gira e mi strizza
l’occhio, io non capisco, mi avvicino e lo guardo, lui sorride
«Dav, che cavolo dici?!», lui
mi risponde: «Ah si?!» mi prende e mi trascina in acqua, gli
altri corrono a tuffarsi, lui mi
porta più a largo, siamo soli,
lo guardo alla luce della luna,
ha degli occhi stupendi, il cuore mi batte forte non capisco
cosa mi succede.
«Mi piaci...», mi dice, è serio, poi chiude gli occhi e mi si
avvicina, lo fisso non capisco
cosa vuole fare, poi d’improvviso le sue labbra leggere sfiorano le mie, mi bacia. Il tempo
scorre veloce ma a me sembra
che quel bacio non abbia fine,
chiudo gli occhi, lascio che le
sensazioni mi attraversino. Li
riapro, lo fisso, è bellissimo, lo
guardo... me ne innamoro.
È stato il bacio più bello della mia vita.
Vanessa V., 17 anni
Marina di Pietrasanta