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Ambrosio Federica
Classe 2^ A - Liceo Linguistico “Madre Mazzarello”, Torino
Concorso “Diversamente uguali”
My Heart Will Go On
Chicago, 05-03-2016
Caro diario,
mi chiamo Bella Clarkson, anche se il mio nome sembra un po’ una presa in giro nei miei
confronti. Sono una ragazza di 17 anni, ma non sono come gli altri. Sono affetta da una
forma molto rara di cancro e sono costretta a girare attaccata ad un respiratore ogni
istante della mia vita. Sono alta e robusta, ho i capelli molto ricci e biondi, anche se a
poco a poco andranno via tutti, e gli occhi marroni scuro. A causa di un incidente
stradale ho perso l’udito dall’orecchio sinistro e ho il 34% della mia superficie
epiteliale bruciata. Sono mancina, ma le bruciature sul mio corpo in particolare sul lato
sinistro (collo, braccio, fianco e parte della gamba) non mi permettono di scrivere
correttamente e di svolgere alcune delle funzioni principali che una persona normale
può fare. Frequento un college a Chicago, anche se faccio dentro e fuori dagli ospedali.
La mia migliore amica Letty è una favola. Tutto quello che non sono io. E’ piuttosto
alta, capelli mossi marroni e due occhi da cerbiatto verde smeraldo. È molto simpatica
e viene a trovarmi quasi ogni giorno. Mi porta delle riviste e parliamo del più e del
meno, a volte si ferma anche a cena e i miei genitori la considerano come una seconda
figlia. È la prima a correre in ospedale quando sa che ho dei problemi e che la malattia
peggiora. Dopo i miei genitori, naturalmente. Sono i miei angeli, devo tutto a loro.
Inutile dire che non ho un ragazzo. Insomma, non posso biasimarli: anche io, se fossi in
loro, non sceglierei mai una ragazza metà bruciata e che potrebbe morire da un
momento all’altro… Per questo mi rifugio nei libri: lì posso essere chi voglio e
immaginare che ci sia un lieto fine anche per me. Illudiamoci pure, per ora sono a metà
strada: ho chiara davanti a me solo la fine.
Bella
Chicago, 06-03-2016
Caro diario,
non riesco a scrivere a mano, così lo faccio su una tastiera. Oggi è venuta Letty a casa e
mi ha aiutato a fare il profilo di Skype. Io non volevo: insomma, a che mi serve un
social? Lei dice che ci potrei trovare l’amore, ma quando l’ha detto, le sono scoppiata a
ridere in faccia. Ora che sono sola invece mi viene da piangere, perché sarebbe bello se
succedesse. L’ho creato perché domani parto per Londra: papà ha trovato un ospedale
che si occupa della ricerca della particolare tipologia di cancro che ho io. Letty non può
venire, così mi ha promesso che mi chiamerà ogni sera via Skype e parleremo come ogni
pomeriggio. Starò via una settimana e spero che i dottori ci diano buone notizie. Ho le
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valige pronte e non so che cosa aspettarmi. Domani si parte presto, spero solo di non
spaventare nessuno sull’aereo a causa del mio aspetto.
Bella
Londra, 08-03-2016
Caro diario,
voglio tornare a casa. Qui è tutto triste. Mi hanno ricoverata per le analisi. Nulla che in
America non abbia già fatto. Questa mattina sotto l’Ospedale Bloomsbury in cui
soggiorno ho visto un ragazzo che cantava per un pubblico di poche persone. Ho chiesto
di aprire la finestra all’infermiera che era di servizio in quel momento e l’ho sentito
eseguire una perfetta versione di “My Heart Will Go On” alla chitarra. Cantava anche
meglio di Celin Dion e ne sono rimasta incantata. Mi sono sporta per vedere chi fosse,
ma purtroppo era di spalle. Mi è sembrato un ragazzo ben piazzato con i capelli corti
neri ben pettinati in una cresta. Aveva un giubbotto di pelle nero e mi è sembrato un
bel ragazzo, anche se non l’ho potuto vedere in faccia. Spero tanto che domani torni,
voglio vederlo ancora. Dopo quella canzone mi sono sentita meglio e ho deciso di
scaricarla nuovamente sul mio iPhone. Ho chiamato Letty e le ho detto del ragazzo
misterioso e lei ne è rimasta entusiasta, cominciando con le battutine. Mi ha sollevato
il morale di poco, ma oggi mi sento più debole. Ne ho parlato anche con la mamma e mi
ha promesso che domani indagherà per me dato che sono inchiodata a questo stupido
letto. “Wherever you are I believe that the heart does go on”.
Bella
Londra, 11-03-2016
Caro diario,
sono peggiorata. Ho avuto un arresto cardiaco durante un esame e sono svenuta.
Stamattina mi sono svegliata cullata dalle dolci note di “You’re Beautiful” di James
Blunt e volevo ringraziare mia madre per aver portato una radio in quella camera così
anonima dell’ospedale in cui mi trovavo, ma appena ho aperto gli occhi e ho visto una
cresta nera ho capito che a suonare non era la radio, ma il ragazzo misterioso. Ricordo
di essere sobbalzata nel letto e di aver cercato di coprire il più in fretta possibile le
bruciature sul mio corpo. Non volevo che lui le vedesse e che avesse schifo di me.
Appena si accorse che ero sveglia, smise di suonare e si avvicinò velocemente al mio
letto, lasciando cadere la chitarra a terra. Temevo si fosse rotta, ma a lui non parve
importare. Si sedette al bordo del mio letto e mi abbracciò. Rimasi stupita da quel
gesto, ma dopo pochi secondi lo abbracciai anche io. Rimanemmo così per minuti
interminabili finché non si stacco e prese la parola. Mi disse di chiamarsi Luke Adams e
che gli avevo fatto prendere un bello spavento. Io ero piuttosto sbigottita, insomma
non mi conosceva nemmeno. Mi raccontò che la mattina del nove marzo una donna gli si
era avvicinata, dicendo che sua figlia era dentro all’ospedale e che la sua musica
l’aveva aiutata a stare meglio, ma che poi aveva avuto un arresto cardiaco senza averlo
potuto conoscere subito. Mi raccontò anche che si sentiva in colpa per non essere
arrivato a tempo e che credeva che fossi in coma, così era venuto tutti i giorni a
suonare delle canzoni per me. Mi disse che ora si sentiva sollevato perché avevo
finalmente aperto gli occhi. Mi ha raccontato un po’ chi è e abbiamo parlato tutta la
mattina, poi è dovuto uscire perché i medici volevano fare degli accertamenti sulla mia
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salute. Mi ha promesso che verrà domani e io sono davvero felicissima. È arrivato come
un fulmine a ciel sereno e mi ha dipinto un sorriso sulle labbra.
Spero tanto che mantenga la promessa.
Bella
Londra, 12-03-2016
Caro diario,
oggi mi hanno comunicato che dovrò rimanere qui per un’altra settimana e devo
ammettere che ora non mi pesa più molto. Luke ha mantenuto la promessa e
stamattina è venuto a trovarmi. Ha parlato per un’ora circa con i miei genitori mentre
riposavo e mia madre, finita la conversazione, era raggiante. È davvero un ragazzo
fantastico, anche se lo conosco da poco tempo. Ha portato la chitarra e oggi abbiamo
cantato insieme. Mi ha detto che ho una bella voce, e io sono arrossita da morire. Ho
sentito un brivido risalirmi per tutta la colonna vertebrale quando per sbaglio mi ha
sfiorato la mano. Non so che cosa sia, ma voglio assolutamente riprovare questa
emozione. È andato via questo pomeriggio perché doveva andare a prendere sua sorella
a scuola. Mi ha spiegato che si chiama Rose e che ha 5 anni. È affetta dalla Sindrome di
Down e spesso viene presa in giro. Luke mi ha parlato della volta in cui è andato a
prenderla all’asilo con la sua moto, un’Harley Davidson, e ha fatto morire d’invidia
tutti i suoi compagni. Me l’ha descritta e deve essere una bambina bellissima. È diversa
dagli altri, un po’ come me. Ha i capelli color nocciola lisci e lunghi, gli occhi color
cioccolato fondente e, stando ai racconti di Luke, le guance sempre rosee.
Appena è andato via ho chiamato Letty su Skype e l’ho informata degli ultimi
avvenimenti. Lei mi ha detto di aver conosciuto un ragazzo, Jay, e che sono usciti un
paio di giorni fa. Sono davvero felice per lei. Sono un po’ stanca e l’unica cosa a cui
riesco a pensare è il sorriso di Luke. Che mi sta succedendo?
Bella
Londra, 13-03-2016
Caro diario,
oggi mi sono sentita viva. I dottori hanno acconsentito a farmi uscire dall’ospedale per
una passeggiata nel giardino. Luke mi ha accompagnato e ha “rubato” dal giardino una
rosa rossa per me. Abbiamo parlato e passeggiato. Mi ha cantato “Honey Come Home” e
abbiamo fatto una foto assieme. Mi vergognavo che si vedessero le mie cicatrici, ma lui
ha detto: - Sei bellissima così! -. Ho sentito di nuovo quel brivido ma questa volta era
più intenso. Ci conosciamo da poco tempo, è vero, ma come mi fa sentire lui non lo ha
mai fatto nessuno. Mi hanno sempre trattato come una persona diversa, ma con lui
sento che potrei essere una ragazza normale. Mi ha parlato tanto di Rose e dice che
vuole conoscermi. Questo vuol dire che lui ha parlato a sua sorella di me e questo mi ha
resa felice. È incredibile come un solo ragazzo possa cambiarti la vita. In meglio ovvio.
Sono solo preoccupata, fra 6 giorni io tornerò a Chicago e lui rimarrà qui. Questo
pensiero mi assilla, ma appena guardo Luke tutto svanisce. Ha degli occhi azzurro
ghiaccio e mi incanto spesso a guardarli. E’ davvero un bel ragazzo e non capisco perché
passi il suo tempo con me. Ho paura di fargli solo pena e che si senta in colpa se, da un
giorno all’altro, dovesse smettere di venire.
Bella
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Londra, 14-03-2016
Caro diario,
Non. Ci. Posso. Credere.
Ho parlato con Luke delle mie preoccupazioni e del fatto che credo che si stancherà di
me molto presto dato che sono una vita prigioniera di una bombola d’ossigeno e lui non
mi ha lasciata finire che ha appoggiato le sue labbra sulle mie.
Mi ha baciato! Non ci credo ancora. È successo di mattina ed ero raggiante anche
mentre mi facevano gli esami di accertamento. I medici hanno parlato con i miei
genitori e hanno detto che ci sono stati miglioramenti. Luke mi ha dato un motivo per
continuare a lottare. Mi ha baciata e poi, guardandomi negli occhi, mi ha detto: “Siamo
diversamene uguali. Credo di amarti.” Volevo svenire e come un baccalà mi sono
limitata a guardarlo senza dire nulla. Al ritorno dal mio esame non c’era, ma sul letto
c’erano delle rose, probabilmente provenienti dal giardino dell’ospedale, ad
aspettarmi. È stato uno di quei giorni da mettere nella top 10 dei migliori della tua
vita! … Mancano solo 5 giorni alla partenza …
Bella
Londra, 19-03-2016
Caro diario,
questi 5 giorni sono passati velocissimi e in modo stupendo. Luke è stato con me finché
ha potuto, mi ha suonato molte canzoni e mi è stato vicino durante gli esiti degli esami.
Letty e Jay si sono fidanzati e tra qualche giorno me lo presenterà, ma non riesco a
pensare ad altro che al fatto che tra poche ore sarò su un aereo diretto a Chicago e che
6.356,48 km divideranno me da Luke. Non so cosa siamo, spero più di amici… Questa
notte ho pianto e nessuno mi ha sentita. Per fortuna. La mattina mi sono svegliata con
le note di “My heart Will Go On”, come la prima volta che ho conosciuto Luke e ho
trattenuto le lacrime per non farmi vedere debole. Ora stiamo andando in aeroporto.
Luke è dovuto andare a prendere sua sorella a scuola. Non voleva lasciarmi, ma ha
detto che sarebbe venuto in aeroporto a salutarmi. Ho l’impressione che non manterrà
la promessa e che si dimenticherà di me.
Bella
Chiusi il portatile e presi la mia borsa. Eravamo in aeroporto e stavano annunciando il
nostro volo. Mi guardo attorno nella speranza di vedere una cresta nera avvicinarsi, ma
non c’era. Sentii delle braccia avvolgermi da dietro e sperai che fosse Luke, ma era mio
padre: - Non preoccuparti, arriverà. – Rimanemmo ad aspettarlo per minuti
interminabili, ma ormai dovevo andare o avrei perso il volo. Con la tristezza dentro presi
il respiratore e la mia borsa e mi avviai al gate, quando sentii una vocina gridare: Bella! Bella, aspetta! – Mi girai e vidi una bambina corrermi incontro. La riconobbi dalle
guance rosee. Rose.
La presi in braccio e lei disse: - Sei la principessa più bella che io abbia mai visto – e
sorridendole le risposi: - Allora ti nomino mia sostituta. Da oggi sarai tu la principessa
più bella di Londra -. - Più bella di Kate? - mi chiese con un gran sorriso. - Più bella di
Kate! – confermai. Ero così presa a parlare con Rose che non mi accorsi di un Luke
trafelato che mi correva incontro con delle rose rosse. Misi Rose a terra e saltai in
braccio a Luke facendo attenzione al filo del respiratore. Lo abbracciai e gli sussurrai: Pensavo non saresti venuto -. - Verrò sempre da te. Ho poco tempo per dimostrartelo,
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ma ti amo. - Wow. L’ha detto e io credo di avere di nuovo lo sguardo da baccalà. Mi
bacia e con la coda dell’occhio vedo i miei genitori che si abbracciano. Commossi e
felici. Sento annunciare nuovamente il mio volo e faccio appello a tutto il mio coraggio
per staccarmi. Saluto Rose che mi abbraccia forte, poi guardo Luke con le lacrime agli
occhi, mi avvicino e prendo le rose. Sono 14 come i giorni passati assieme e, prima di
andarmene, gli sussurro un timido: - Ti amo anche io. –
Chicago, 29-03-2016
Caro diario,
da quando sono tornata a Chicago è peggiorato tutto. Non ho le forze per fare nulla e
non mangio. Luke mi chiama ogni sera, ma non mi basta. Letty e Jay sono venuti a
trovarmi diverse volte e ho finto di stare bene ogni volta. La verità è che mi sento
morire. La mamma è preoccupata e a me dà quasi fastidio. Prima o poi si muore tutti.
Io morirò prima.
Bella
Chiudo nuovamente il portatile e faccio per alzarmi quando sento la testa girare e
l’ultima cosa che ricordo è il pavimento freddo su cui sono caduta.
Apro gli occhi ed è tutto bianco. Sento delle voci, sembrano dottori. Mi sforzo e ne
distinguo una particolare. Dice che sono in coma da due settimane. Wow. Allora è questo
che si prova quando si è in coma. Chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo.
Apro gli occhi ed è tutto bianco. Questo è un déjà-vu. Sento di nuovo delle voci che
parlano e la porta sbattere violentemente. – Fatemi entrare! – .
Parlano di me. Cerco di parlare, ma non mi ascoltano. Una voce mi sussurra all’orecchio:
- Svegliati principessa. My Heart Will Go On. - Luke. È Luke. Mi sfiora la mano e sento
quel brivido familiare.
Apro gli occhi e vedo una stanza d’ospedale. C’è un calendario, segna il 26 giugno. Sono
stata in coma per tre mesi. Mi guardo attorno, sentendo una melodia famigliare. È Luke
che suona per me. C’è un mazzo di rose rosse sul tavolino. È il nostro simbolo. Ce ne
sono tantissime. Appena vede che sono sveglia butta la chitarra a terra e corre ad
abbracciarmi. Déjà-vu.
-Ho pregato che ti svegliassi ogni giorno. Ho cantato per te ogni giorno. Ti ho portato
una rosa al giorno e alla fine sei tornata da me, principessa. –
Lo abbraccio e respiro il suo profumo. Rimaniamo così finché non entrano i miei genitori
con una Rose saltellante. Mi sono mancati anche loro. Realizzo che, essendo il 26 giugno,
ho compiuto 18 anni. Beh, bel modo di festeggiare. Entrano Letty e Jay e sono
felicissima di vederli. Li saluto e Rose fa segno a tutti di allargarsi. Non capisco. Vedo
Luke, che fino ad adesso non aveva lasciato la mia mano, inginocchiarsi ed estrarre
dalla tasca del giubbotto un anello. Devo avere un aspetto orribile, ma ho le lacrime
agli occhi.
-Mi vuoi rendere la persona più felice del mondo sposandomi? –
Incredula mormoro un timido ma convinto “Sì” e, con l’anello al dito, lo abbraccio.
Adesso ho capito perché vivo, per chi vivo. OUR hearts will go on and on. Forever.
Fairy tales exist, also if you are different.
Progetto di Casa Oz scelto: Residenze Oz | Ospitalità notturna