Disp. di prot. ind.le nelle fasi di manipolazione, miscelazione e

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Disp. di prot. ind.le nelle fasi di manipolazione, miscelazione e
CORSO DI FORMAZIONE
PER CONSULENTI
Piano di Azione Nazionale (PAN) –
D.M. 22.01.2014
DISPOSITIVIDIDIPROTE
PROTEZIONE INDIVIDUALE NELLE FASI DI
I IDISPOSITIVI
MANIPOLAZIONE, MISCELAZIONE
E APPLICAZIONE DEI
MI
PRODOTTI FITOSANITARI
PROD
T.D.P. Dott.Agr.Nicoletta MALCANGI
ASL BARI - S.P.E.S.A.L. Area Nord
Servizio prevenzione e sicurezza negli
ambienti di lavoro – S.P.E.S.A.L.
è il Servizio della ASL che si occupa della
salute e sicurezza dei lavoratori
Principali attività svolte dal servizio:
•
•
•
•
•
indagini sanitarie
attività di ricerca e di studio
formazione ed educazione alla salute dei lavoratori
assistenza alle aziende presso i propri uffici
vigilanza e controllo ……………………
D.Lgs. n.81/08 del 08.04.2008
Il Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i. aggiorna significativamente la
legislazione italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il Decreto Legislativo n.81/08, di riassetto delle norme in materia di
salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro in un unico
testo normativo, prevede:
• misure di tutela dei lavoratori e di promozione della sicurezza;
• prescrizioni minime per i luoghi di lavoro;
• requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso dell’attrezzature di
lavoro;
• prescrizioni minime per l'uso di dispositivi di protezione
individuale (D.P.I.);
• segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro;
D.Lgs. n.81/08 del 08.04.2008
• prescrizioni minime per la movimentazione manuale dei
carichi;
• prescrizioni minime per attività svolte su videoterminale;
• protezione contro i rischi derivanti da agenti fisici (rumore,
vibrazioni, ecc);
• protezione contro i rischi derivanti da sostanze pericolose
(agenti chimici, cancerogene, ecc);
• protezione contro i rischi derivanti da agenti biologici.
Ogni azienda deve mettere in atto tutte le misure per la
protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori
Corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari
La norma europea fondamentale è ora la
Direttiva 2009/128/CE che istituisce
un
quadro per l’utilizzo sostenibile
dei
pesticidi.
La direttiva prevede che tutti gli Stati membri dell’UE attivino
una serie di misure al fine di realizzare i seguenti obiettivi:
• ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana e
sull’ambiente;
• promuovere l’uso della difesa integrata e di mezzi
e tecniche alternativi ai prodotti di sintesi chimica.
DECRETO LEGISLATIVO 14 agosto 2012 n.150
DECRETO INTERMINISTERIALE 21.01.2014 - Adozione del Piano di azione nazionale per
l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
I RISCHI A CUI E’ ESPOSTO L’AGRICOLTORE NELLA FASE DI
MANIPOLAZIONE, MISCELAZIONE E APPLICAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
CHIMICO esposizione a sostanze pericolose
FISICO rumore, vibrazioni, radiazioni
INFORTUNISTICO utilizzo
di macchine
ESPOSIZIONE INVOLONTARIA
TEMPI
BREVI PERIODI
LUNGHI PERIODI
LUNGHI PERIODI
TEMPI E MODALITA’
agricoltori
Contoterzisti
Popolazione
TOSSICITA’
acuta o cronica
QUANTITA’
ELEVATA
ELEVATA
BASSISSIMA
ESPOSIZIONE LAVORATORI
PREPARAZIONE MISCELA
(massima concentrazione)
1. Polveri
2. Liquidi
3. vapori
1. Nebbie
DISTRIBUZIONE MISCELA
2. Polveri
3. Gas
RIENTRO NELLE COLTURE TRATTATE
(sfogliatura, potatura…)
1. Polveri
2. Liquidi
VIE DI ASSORBIMENTO
DURANTE IL LAVORO
assorbimento
polmonare
19%
assorbimento
gastrico
1%
assorbimento
transcutaneo
80%
Prima di qualsiasi impiego di PF è fondamentale leggere l’etichetta
riportata sulla confezione in modo da essere informati su tutti gli
aspetti riguardanti il suo corretto uso
D’USO
ANTIPARASSITARI
•Insetticidi
•Acaricidi
•Fungicidi
•Nematocidi
DISERBANTI
FITOREGOLATORI
FISIOFARMACI
REPELLENTI
IN BASE ALLA
STRUTTURA
CHIMICA
Inorganici (Zolfo, …)
Organici
Di origine minerale
Di origine animale
Di origine vegetale
Organici di sintesi
Organo-clorurati
Organo-fosforici
Carbammati e ditiocarb.
Piretroidi
Triazine
Altri
DI PERICOLO
ESSENDO IN COMMERCIO SINO AL 31
MAGGIO 2017 PRODOTTI
CON CLASSIFICAZIONE DPD
FRASI DI RISCHIO R
FRASI DI PRUDENZA S
CON CLASSIFICAZIONE CLP
INDICAZIONI DI PERICOLO H
INDICAZIONI DI PRUDENZA P
LA SCHEDA DI SICUREZZA
• Deve essere rilasciata al
momento dell’acquisto del PF
• Deve essere rilasciata l’ultimo
aggiornamento della scheda
• Deve essere in lingua italiana
Scelta dei DPI e Sicurezza per l’operatore
Nel “punto 8” delle SDS sono riportate
le indicazioni sulla protezione personale
e il controllo dell’esposizione.
L’impiego dei DPI durante l’utilizzo dei PF è sempre
obbligatorio.
L’individuazione dei DPI per l’esposizione
a PF deve essere oggetto di una
valutazione del rischio chimico
Valutazione del rischio
MISURE DI PREVENZIONE
-l’eliminazione di una sostanza
pericolosa
-sostituzione di una macchina
- ……….
ELIMINAZIONE
MISURE DI PROTEZIONE
- organizzazione del lavoro
- sorveglianza sanitaria
- informazione e formazione
- dispositivi di protezione collettivi
- dispositivi di protezione individuali
- segnaletica
RIDUZIONE
Art. 74 comma 1 D.Lgs. 81/08
Si intende per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI)
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta
dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più
rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute
durante il suo lavoro
Il decreto legislativo 475/92 suddivide i Dispositivi di
Protezione Individuale in 3 categorie a seconda del
rischio da cui devono proteggere.
(0 cat.) : sono di uso militare e comfort lavorativo
(indumenti e le uniformi di lavoro, a meno che non
proteggano da qualche rischio) - non sono DPI;
I cat. : sono di progettazione semplice, destinati a
proteggere da danni di lieve entità (meccanici, da
detergenti, da agenti atmosferici, raggi solari,
temperature < a 50°C);
II cat. : non rientrano tra le altre categorie, sono
rappresentati ad es. da mezzi di protezione per
l’udito da probabili danni permanenti;
III cat. : di progettazione complessa, per rischi di morte
o di lesioni gravi e permanenti (es. cadute dall’alto,
correnti elettriche, temperature estreme >100°C,
aggressioni chimiche)
Sono riconoscibili dalle seguenti marcature che
dobbiamo trovare sul DPI stesso
Per le diverse categorie sono previsti obblighi diversi
per ottenere la certificazione di conformità CE.
CE
CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI
PRIMA CATEGORIA
DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di
danni fisici di lieve entità.
1^Cat.: La conformità ai requisiti essenziali di sicurezza è attestata dal fabbricante
mediante un’autocertificazione “dichiarazione di conformità CE” ed apposizione sui
DPI della “Marcatura CE”
Dichiarazione di conformità
CE
CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI
SECONDA CATEGORIA
Per esclusione tutti quelli che non rientrano nella I° nella III° categoria.
La maggior parte dei DPI è di II° categoria
Per DPI di II cat. il fabbricante deve richiedere “l’attestato di certificazione ” rilasciato da un
organismo di controllo autorizzato (Organismo notificato), atto finale di una procedura che
prevede la verifica tecnica di un sufficiente numero di esemplari.
• Attestato di certificazione CE
• Dichiarazione di conformità CE
CERTIFICAZIONE, CATEGORIE E MARCATURA DEI DPI
TERZA CATEGORIA
DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da
rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente.
Per DPI di III cat. il fabbricante deve produrre la “dichiarazione di conformità”, deve
richiedere “l’attestato di certificazione ” rilasciato da un organismo di controllo, e sottoporre
il DPI almeno una volta l’anno ad un “Controllo del prodotto finito”
• Attestato di certificazione CE
• Verifica periodica
• Dichiarazione di conformità CE
0022
0022 Numero identificativo
dell’organismo di controllo
1^
2^
3^
CE
CE
CE 0086
n° di
riconoscimento
dell’organismo
notificato
REQUISITI INFORMATIVI
OGNI DPI DEVE ESSERE CORREDATO DI NOTA INFORMATIVA
CONTENENTE
Nome e indirizzo del fabbricante
Istruzioni di deposito, impiego, pulizia, manutenzione, revisione e disinfezione
Le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli e le
classi di protezione
Gli accessori utilizzati con i DPI e le caratteristiche dei ricambi appropriati
Le classi di protezione adeguate ai diversi livelli di rischio
e i corrispondenti limiti di utilizzazione
La data o i termini di scadenza del dpi o di alcuni dei loro componenti
Il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto del DPI
Il significato della marchiatura
I D.P.I. devono essere:
• adeguati al rischio da prevenire
• adeguati alle condizioni del luogo di lavoro
• ergonomici
• adattabili all'utilizzatore
In caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo
di più D.P.I., questi devono essere compatibili tra loro e
mantenere la necessaria efficacia
INDUMENTI PROTETTIVI
indumento che copre o sostituisce gli indumenti personali,
progettato per proteggere contro uno o piu’ pericoli
• Serve per evitare:
 La contaminazione del corpo e degli abiti civili
 L’assorbimento cutaneo di prodotti nocivi
 L’inalazione secondaria
 La contamianzione da ambienti inquinati
TUTA PROTETTIVA
 Cotone 100%
(trattate con sostanze idrorepellenti)
 Goretex
 Tyvek – tessuto non tessuto
Tute monouso in Tyvek®
vantaggi:
svantaggi:
• costi contenuti (per singolo capo)
• non devono essere lavate
• poco traspiranti
• scarsa resistenza allo strappo
Non idonee in caso di contatto con materiali taglienti.
Tute riutilizzabili in cotone trattato
vantaggi:
• traspiranti e confortevoli
• costi moderati
svantaggi:
• richiedono il lavaggio presso
lavanderia autorizzata o con
apposita lavatrice
• possibilità di riutilizzo limitata,
pochi lavaggi determinano la
perdita del trattamento
Tute in GORE-TEX®
vantaggi:
• traspiranti e confortevoli
• resistenti
• lavabili (anche sotto la doccia)
• impermeabili
svantaggi:
• costi elevati (per singolo capo)
• richiedono il lavaggio presso
lavanderia autorizzata o con
apposita lavatrice
INDUMENTI PROTETTIVI
PITTOGRAMMI DI RAPPRESENTAZIONE DEI RISCHI
PROTEZIONE DELLE GLI OCCHI E DEL VISO
RISCHI
meccanici proiezione di corpi estranei
fisici esposizione a radiazioni infrarosse e ultraviolette
chimici esposizione a polveri, fumi, gas, liquidi….
TIPOLOGIE DI PROTEZIONI
Maschere a pieno facciale
Casco elettroventilato
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
Servono a salvaguardare da rischi derivanti dalla presenza di
agenti inquinanti.
E’ utile ricordare che i pericoli per le vie respiratorie sono
invisibili e quindi un uso corretto del DPI è indispensabile per la
tutela della salute.
• MASCHERE A PIENO FACCIALE
• SEMIMASCHERA A FILTRI INTERCAMBIABILI
• Casco integrale/Cappuccio ventilato (Dotati di elettroventola, gruppo filtrante, tubo adduttore dell’aria aspirata e calotta
con visiera)
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
SEMIMASCHERA A FILTRI INTERCAMBIABILI
Coprono naso e bocca. Rendono l’aria respirabile
attraverso i filtri per particelle, gas o vapori che
possono essere sostituiti quando sono sporchi.
Il facciale è riutilizzabile.
Le sostanze pericolose dalle quali il filtro
protegge sono indicate nell'etichetta del filtro
stesso.
Ad ogni condizione ambientale e/o inquinante
corrisponde un determinato filtro.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
MASCHERE A PIENO FACCIALE
• Sono analoghe a quelle con filtri
intercambiabili, ma con l’aggiunta del
facciale per proteggere gli occhi e il viso.
• Si adattano perfettamente alle dimensioni
del volto
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
CASCO INTEGRALE
Il CASCO protegge completamente la testa. I vari modelli si differenziano per:
• il punto di appoggio (testa e spalle);
• il tipo di alimentazione (pile a secco, batteria ricaricabile, batteria del trattore
e varie combinazioni fra queste);
• la portata dell’aria (da 80 litri al minuto a oltre 200);
Il casco integrale ha il vantaggio di offrire anche una completa protezione della
cute del volto e del e del cuoio capelluto, ma non offre una maggiore
protezione delle vie aeree.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
CLASSIFICAZIONE DEI
FILTRI
I filtri sono classificati con lettere
dell’alfabeto (ad ognuna delle quali
viene associato un colore) più un
numero (che indica la capacità di
assorbimento)
Filtro
combinato
•Lettera A e colore marrone = filtro efficace contro i gas
e i vapori organici, cioè contro gli agenti chimici organici,
definiti anche aeriformi organici.
•Lettera P e colore bianco = protezione nei confronti
degli agenti chimici particellari come le polveri, i fumi e le
nebbie, definiti anche aerosol.
•Sui respiratori e sui sistemi elettroventilati per i
trattamenti con PF si consigliano filtri combinati di
colore marrone + bianco, contraddistinti dalla sigla
A1P2 o A2P2.
FILTRI ANTIPOLVERE
FATTORI IDENTIFICATIVI
1. CLASSE
2. COLORE (BIANCO)
3. GRADO DI PROTEZIONE
FFP1 – P1
FFP2 – P2
FFP3 – P3
CLASSE
GRADO DI
PROTEZIONE
1
BASSO
2
MEDIO
3
ALTO
FILTRI PER VAPORI ORGANICI - SOLVENTI
FATTORI IDENTIFICATIVI
1. CLASSE
2. CAPACITA’
3. COLORE (MARRONE)
4. LIMITE DI UTILIZZO
CLASSE
CAPACITA’
LIMITE DI
UTILIZZO
1
PICCOLA
1.000 ppm
2
MEDIA
5.000 ppm
3
GRANDE
10.000 ppm
• La confezione integra deve riportare la data di
scadenza.
• Dopo l’uso i filtri vanno puliti e riposti nella loro
confezione o dentro un contenitore che li protegga
dall’umidità e dalle temperature eccessive.
• I filtri vanno sostituiti:
– quando viene percepito l’odore del PF dentro la
maschera;
– quando viene avvertito un aumento di resistenza
respiratoria;
– secondo le indicazioni del fabbricante.
PF e impiego degli occhiali
UNI EN 166
• Lenti antigraffio e con trattamento contro
l’appannamento.
• Occhiali a tenuta con chiusura laterale e superiore.
• Dischi antiappannamento o strato leggero di glicerina.
• Lavaggio con acqua e sapone e conservazione in
armadio chiuso.
Guanti
I guanti devono assicurare una
barriera meccanica contro
l’assorbimento dei prodotti fitosanitari,
e per essi sono previsti alcuni requisiti
base in fase di progettazione che
riguardano diverse caratteristiche tra
cui l'innocuità, resistenza alla
penetrazione, resistenza all'abrasione,
ecc.
sottoguanti in cotone
guanti impermeabili (gomma
nitrilica, neoprene, polietilene,
polivinile, lattice rinforzato, ecc.)
Materiali per guanti che proteggono da agenti chimici
Nitrile
Adatti per proteggere da numerosi
prodotti chimici quali alcoli, solventi
aromatici, clorurati e derivati dal
petrolio.
Calzature per la protezione dei piedi
• Devono essere impermeabili.
• Vanno indossate sotto la tuta.
• Dopo l’uso vanno lavati, ancora
calzati, con acqua e sapone.
• Vanno sostituite in caso di rottura,
abrasione o logoramento.
NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO PER GLI STIVALI DI PROTEZIONE: EN 344, EN 345, EN 346, EN347
conservazione dei DPI:
- In prossimità del deposito, o comunque in azienda, deve
essere presente un armadio costruito in materiale lavabile
contenente tutti i Dispositivi di Protezione Individuale
(DPI) utilizzati per la manipolazione dei PF.
QUANDO UTILIZZARE I DPI?
PREPARAZIONE
DISTRIBUZIONE
RIENTRO NELLE COLTURE TRATTATE
SENZA rispetto del tempo di rientro
Tuta
Guanti
Occhiali
Stivali
Copricapo
Mascherina
Tuta
Guanti
Stivali
Copricapo
Mascherina
Durante il trasporto attrezzare il mezzo con DPI
DECOTAMINAZIONE DEI DPI
• Una volta terminate le operazioni di lavoro tutti i dpi devono
essere bonificati.
• Tute pluriuso: lavarle in lavatrice ad uso esclusivo, vedere le
modalità di lavaggio in etichetta.
• Tute monouso: ad uso limitato, per lo smaltimento vedere la
nota informativa in etichetta.
• Guanti e stivali: devono essere lavati con acqua e sapone ancora
indossati; sfilati poco a poco.
• Occhiali: sottoporli a lavaggio secondo le indicazioni del
fabbricante
• Casco e respiratore: smontare i filtri, lavare accuratamente il
casco con acqua e sapone secondo le indicazioni del
costruttore.
Come svestirsi: Sfilare il casco/maschera - la tuta - gli stivali - i
guanti.
Sicurezza e re
CORSO DI FORMAZIONE
PER CONSULENTI
mac
Piano di Azione Nazionale (PAN) –
D.M. 22.01.2014
Sicurezza e requisiti costruttivi
delle macchine agricole
T.D.P. Dott.Agr.Nicoletta MALCANGI
ASL BARI - S.P.E.S.A.L. Area Nord
Gli infortuni in agricoltura
Attività agricola è tra le più pericolose:
Alta frequenza degli infortuni
Gravità degli stessi
materiali
Animali e vegetali
macchine
Agenti
materiali
attrezzature
Mezzi di sollevamento
e trasporto
46%
Sicurezza e requisiti costruttivi delle macchine agricole
Si definisce attrezzatura di lavoro qualsiasi
macchina, apparecchio, utensile od impianto,
destinato ad essere usato durante il lavoro
ESISTONO DEGLI OBBLIGHI DA RISPETTARE
PER IL LORO UTILIZZO
Quadro Normativo
Testo Unico Sicurezza (D.Lgs. 81/2008)
Tutela della salute e sicurezza nei luogo di lavoro
Macchine agricole
“Attrezzature di lavoro”
Titolo III, Capo I: Attrezzature di lavoro
Allegato V – Requisiti di sicurezza attrezzature
non marcate CE
Allegato VI – Uso attrezzature
Allegato VII – Verifiche attrezzature
Le responsabilità
Articolo 71 Titolo III°D.Lgs. 81/08 - Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature:
• conformi ai requisiti di cui all’articolo 70;
• idonee ai fini della salute e sicurezza;
• adeguate al lavoro da svolgere;
• utilizzate correttamente secondo le norme;
2. All’atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro
prende in considerazione:
• le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;
• i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
• i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse;
• i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in
uso.
Le responsabilità
Art. 23 D.Lgs. 81/08
Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio e la
concessione in uso di attrezzature di lavoro ….. non
rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari
vigenti in materia di sicurezza
Responsabilità dei costruttori, venditori, noleggiatori
e concedenti in uso
Sicurezza e requisiti costruttivi delle macchine agricole
Ai fini della sicurezza, le macchine agricole possono essere
suddivise in due gruppi, a seconda che siano state immesse per la
prima volta sul mercato prima o dopo il 21.09.1996.
Le prime devono rispondere ai disposti dell’ex DPR 547/55,
mentre le seconde devono fare riferimento alla normativa
comunitaria (Direttiva Macchine) recepita con il DPR 459/96 del 21
settembre 1996 ora sostituita dalla nuova Direttiva Macchine
recepita con il D.Lgs. N. 17 del 27 gennaio 2010
Macchine rispondenti ai
requisiti attuali
La gestione del parco macchine nuovo
Prima immissione in commercio
Macchine
Trattori agricoli e forestali
(a ruote)
(attrezzature intercambiabili)
Componenti di sicurezza
(immessi separatamente in commercio)
Direttiva quadro 2003/37/CE
Direttiva Macchine 2006/42/CE
Direttive Particolari
recepita nel nostro paese con il D.Lgs. 17/2010
Omologazione di tipo o
parziale
C E (Stati Membri)
Certificato di conformità
Allegato I
Norme tecniche armonizzate
Certificazione
(Costruttore - Organismo notificato)
Macchine e attrezzature agricole
• La valutazione globale della sicurezza di una macchina comprende
almeno i seguenti elementi:
•
•
•
•
•
•
•
•
ORGANI LAVORATORI
ELEMENTI MOBILI
ORGANI DI TRASMISSIONE DEL MOTO
IMPIANTO ELETTRICO DI BORDO MACCHINA
DISPOSITIVI DI COMANDO
PROIEZIONI DI MATERIALI
VISIBILITA’ ZONA OPERATIVA
STABILITA’
Macchine e attrezzature agricole
Trattrice
RISCHIO RIBALTAMENTO
RISCHIO AVVOLGIMENTO
ORGANI IN MOVIMENTO
Scale di accesso
Punti caldi
Impianto frenante/idraulico
Visibilità
Illuminazione
Le trattrici devono essere
provviste di idonei telai di
protezione, cabina o arco di
sicurezza omologati per evitare lo
schiacciamento dell'operatore in
caso di ribaltamento
Cintura di sicurezza
Il sedile deve garantire
al conducente una
comoda posizione di
guida e di manovra
della trattrice ed
attenuare
efficacemente le
vibrazioni. Deve essere
installato un sistema di
ritenzione (cintura di
sicurezza).
Macchine e attrezzature agricole
Rischio avvolgimento su organo in
movimento
Esempio di scudo di protezione in lamiera
Esempio di cappuccio in gomma
PRESA DI FORZA: deve essere
presente una cuffia o schermo
fissato alla trattrice, contornante il
terminale dell’albero scanalato, di
forma e dimensione idonea a
proteggere la forcella esterna del
cardano e che si sovrapponga di
almeno 5 cm. alla protezione dello
stesso
Macchine e attrezzature agricole: Albero cardanico
• deve essere racchiuso da una protezione
sia sull'albero di trasmissione che sulla
crociera
• le estremità della protezione devono
essere dotate di due catenelle di ritegno che
opportunamente fissata alla trattrice ed alla
macchina operatrice, evitano la rotazione
della protezione
• deve essere provvisto di marcatura CE,
dichiarazioni di conformità e libretto d’uso e
manutenzione
Macchine per la difesa
Le macchine per la difesa delle colture possono essere suddivise in
varie tipologie in base:
al loro dislocamento e trasporto
allo stato fisico del prodotto da distribuire
al volume della miscela antiparassitaria erogata (l/hl)
Atomizzatore
Rete di protezione
della zona della
ventola
Atomizzatore
5 Coperchio a tenuta con
guarnizione e cerniera di
accoppiamento al serbatoio
(evita che possa cadere e
rompersi o perdersi)
3 SERBATOIO
LAVAIMPIANTO
2 SERBATOIO
LAVAMANI
1 SERBATOIO
PRINCIPALE
4 Premiscelatore per
la preparazione dei
prodotti chimici, con
coperchio a tenuta
(evita le inalazioni
tossiche del principio
attivo concentrato)
SEGNALETICA DI SICUREZZA
I segnali di sicurezza (pittogrammi o avvertenze scritte) informano gli operatori
della presenza di rischi residui connessi all’uso delle macchine. Tale segnaletica
deve essere posta in una zona visibile della macchina, nelle vicinanze della
zona pericolosa e protetta contro danneggiamenti
Avvertire dell’esistenza del
potenziale pericolo
Illustrare le conseguenze
che può provocare il
pericolo
Identificare il pericolo
Informare su come evitare il
pericolo
Descrivere la natura del
pericolo