l`appia ritrovata: paolo rumiz e compagni
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l`appia ritrovata: paolo rumiz e compagni
cosa facevano i primi londinesi, deducendolo da quanto scritto di loro pugno». La conservazione delle tavolette è dovuta al fango del torrente Walbrook, ora interrato, che, in totale assenza di ossigeno, ha impedito la degenerazione del legno: lo strato di cera che ricopriva le tavolette ovviamente è sparito, ma sono rimaste le incisioni dello stilo. Così, grazie alle tecnologie messe in campo dal MOLA, i nomi, le professioni, le date, gli incarichi di tanti antichi londinesi sono riaffiorati nella memoria storica: «Queste tavolette sono un vero regalo per gli archeologi che cercano di colmare il gap con i primi britanni romani», rimarca la direttrice Sophie Jackson, che ha già riunito centinaia di reperti emersi da- gli scavi per le fondamenta del grattacielo della Bloomberg. Una “manna” per la stessa immagine della compagnia, che si occupa appunto di comunicazioni e che adesso si ritiene custode di queste informazioni dalla Londra del I sec. d.C., tanto da garantire uno spazio espositivo nel nuovissimo edificio, il London Mithraeum, che aprirà i battenti nel 2017. Le tavolette testimoniano come il luogo fosse abitato da «Terzio, birraio, che prometteva fornitura per…» e da Junio il bottaio, che ha divulgato a tutti «di aver prestato soldi a…» e di Spurio Gratus che chiede «pane e sale e appena possibile 26 denari». Sono un centinaio i nomi che compaiono, insieme a documenti finanziari, legali, militari e anche lettere dell’alfabeto e numeri, forse la prima evidenza di insegnamento “primario” in Britannia. Sono tavolette parlanti, che rendono concreta l’immagine di una città in espansione, piena di fermento, crogiolo di civiltà diverse: un aspetto che a Londra si è mantenuto nel tempo. Margherita Calderoni Info: www.mola.org.uk nelle due pagine LONDRA ROMANA Recupero delle tavolette iscritte (I sec. d.C.) dall’area della City e il classicista Roger Tomlin durante la decifrazione dei documenti recuperati. REGINA DELLE VIE L’Appia Antica nella campagna romana. (Foto R. Carnovalini) L’APPIA RITROVATA: PAOLO RUMIZ E COMPAGNI In mostra la “regina” dimenticata. Fino al 18 settembre a Roma l’AuditoriumExpo dell’Auditorium Parco della Musica ospita la mostra fotografica documentaria multimediale “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”. Questo evento sancisce la riscoperta e la restituzione al Paese dell’intero tragitto della prima grande via europea, percorsa a piedi nell’estate del 2015 (dunque 2327 anni dall’inizio della sua costruzione per volere del censore Appio Claudio Cieco) da Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Il loro itinerario (611 chilometri, 29 giorni di cammino) ha consentito di tracciare il percorso integrale della Regina viarum, la madre di tutte le vie, dimenticata in secoli di incuria e ignoranza. Sono gli stessi protagonisti dell’impresa a raccontare un’avventura vissuta attraverso meraviglie ma anche devastazioni, sbattendo talvolta il naso contro l’indifferenza di un Paese cinico e prono ai poteri forti, ma capace anche di straordinari atti di resistenza “partigiana” contro lo sfacelo. Paolo Rumiz e compagni si augurano che ora un esercito di viaggiatori prenda in mano il filo d’Arianna steso sulla mappa dello Stivale, per restituire alla res publica questo bene scandalosamente abbandonato, ma ancora capace, dopo ventitré secoli, di riconnettere il Sud al resto del Paese. Una esperienza condivisa. La mostra ci accompagna sui Colli Albani, sotto i Monti Lepini con le fortezze preromane sugli strapiombi, lungo i boscosi Ausoni che hanno dato all’Italia il nome antico e ai piedi dei cavernosi Aurunci, dalle spettacolari fioriture a picco sul mare. Ci guida nella Campania Felix, sui monti del Lupo e del Picchio e gli altri della costellazione sannitica, nell’Italia dimenticata degli Osci, degli Enotri e degli Iapigi fino all’Apulia della grande sete. In questo itinerario, Paolo Rumiz e compagni non sono stati soli, ma hanno avuto altri colleghi d’avventura, da citare in ordine di chilometri percorsi: Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, Michaela Molinari, Mari Moratti, Barsanofio Chiedi, Settimo Cecconi, Giulio e Giuseppe Cederna, Giovanni Iudicone, Franco Perrozzi, Cataldo Popolla, Andrea Goltara e Giuseppe Dodaro, con la partecipazione straordinaria del cantautore Vinicio Capossela. La mostra fa rivi- vere questa affascinante riscoperta attraverso le foto di Riccardo Carnovalini integrate da un reportage di Antonio Politano realizzato per National Geographic Italia e da istantanee estratte dai filmati “on the road” di Alessandro Scillitani. Nel percorso espositivo, curato da Irene Zambon con testi e didascalie di Paolo Rumiz, anche alcune immagini dei viaggi di Luigi Ottani sui confini dei migranti e dei sopralluoghi di Sante Cutecchia sulla Regina viarum, oltre ai filmati di Alessandro Scillitani e le musiche e le installazioni audio di Alfredo Lacosegliaz. Completano il percorso un apparato cartografico curato da Riccardo Carnovalini e Cesare Tarabocchia e il materiale documentario conservato negli Archivi della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma - Capo di Bove e della Società Geografica Italiana. Per l’occasione è uscito il libro Appia di Paolo Rumiz (Giangiacomo Feltrinelli Editore) ed è disponibile il dvd di Alessandro Scillitani, Il Cammino dell’Appia Antica (Artemide Film). Info: 06.80241281 7