Fossa dei Leoni - Maglia Rossonera
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Fossa dei Leoni - Maglia Rossonera
Da www.ilgiornale.it Milan, la Fossa dei Leoni non ruggisce più di Redazione - giovedì 17 novembre 2005 La «Fossa dei leoni», il più importante gruppo di tifo organizzato del Milan, si è sciolto. Ad annunciarlo è un comunicato pubblicato sul sito del gruppo. «Siamo giunti all'amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni» è scritto. Dietro lo scioglimento del gruppo ci sarebbero alcuni dissidi interni sorti dopo la gara MilanJuve. «Questa storia - si legge nel comunicato - ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva». I dissidi nati all'interno del gruppo avrebbero fatto seguito a una «guerra di striscioni». In occasione dell'ultima gara tra Milan e Juventus, lo scorso 29 ottobre, tifosi rossoneri hanno sventolato alcune bandiere appartenenti ai «Viking», bandiere rubate, secondo la ricostruzione dei tifosi bianconeri, dopo che i tifosi della Juventus, in partenza per la trasferta di Lecce (una settimana prima di Milan-Juve), le avevano dimenticate in uno zainetto abbandonato e trovato dai tifosi rossoneri. Da qui, la «rappresaglia» dei «Viking» che avrebbero fermato, nella notte di mercoledì 2 novembre, un'auto con a bordo ultras della «Fossa dei Leoni» di ritorno dalla trasferta di Eindhoven facendosi consegnare lo striscione della «Fossa dei Leoni». Le due tifoserie si sarebbero poi restituite striscioni e bandiere. Ma la vicenda ha avuto strascichi tra gli ultras del Milan. Da www.repubblica.it Così sarà la curva senza la Fossa Repubblica — 18 novembre 2005 pagina 6 sezione: MILANO Affossata la Fossa dei leoni, la curva di San Siro pensa a come andare avanti ora che il principale (per anzianità e per tesserati) gruppo ultras rossonero ha deciso di sciogliersi. Unità è la parola d' ordine di Gianfranco, detto il Barone, leader storico della Sud, uno dei fondatori della Fossa poi trasmigrato in altri gruppi, ma pur sempre l' uomo carismatico della curva: «Serve una prova unitaria: per questo a Firenze andremo tutti assieme, senza essere divisi come al solito. Dobbiamo essere più uniti, in futuro. La Fossa non si ricostituirà, né con questo nome né con un altro: gli aderenti si sparpaglieranno nei tanti club che compongono la Sud». Tanti sì: fino a pochi anni fa ce n' erano solo tre (Fossa, Brigate rossonere e Commandos tigre), adesso la curva è spezzettata tra oltre 30 formazioni. A tentare di mettere pace vorrebbe provare anche la politica. A Palazzo Marino c' è un Milan Club che comprende quasi tutta la giunta e un gran pezzo di Consiglio comunale, e che si offre come mediatore: «Senza volerci intromettere - dice il presidente Paolo Bianco di Forza Italia, che nella Fossa andava fino allo scorso anno -se possiamo essere utili a un confronto che porti a una ricucitura o almeno a una forma di continuità della presenza della Fossa, lo faremo con entusiasmo. Se gli ultrà vogliono, sanno dove trovarci». Per cercare di ricucire, forse, sarebbe utile capire i veri motivi della rottura. Le interpretazioni sono ancora molte. Quella ufficiale - si era spezzato il rapporto di fiducia dopo che qualcuno della Fossa si sarebbe rivolto alla Digos per recuperare uno striscione rubato dagli juventini - non convince tutti nemmeno nell' ambiente. Forse i dissensi sono sui soldi: una curva è una bella fonte di reddito, tra i proventi di sciarpe e bandiere col simbolo del gruppo, le tessere di iscrizione e la gestione dei biglietti che le società danno alle tifoserie per tenersele buone. O forse la politica: la Fossa era un insieme di simpatizzanti di destra e di sinistra tenuti insieme dalla colla del tifo. Ma pian piano si è trovata circondata da gruppi orientati decisamente a destra. Probabilmente è vero tutto assieme, pensa Maurizio Marinelli, direttore del Centro studi sulla Sicurezza pubblica, a Brescia, che sorveglia e analizza il mondo ultrà. «Anzitutto, non sottovalutiamo la crisi generazionale. I gruppi storici, passati i 30 anni di esistenza, vanno in crisi di ricambio, è successo anche con Verona, Samp, Torino e Atalanta. I capi si distaccano, un po' per motivi di età, un po' perché frenati dalle diffide a entrare allo stadio. Ma soprattutto c' è un diverso modo di vivere da ultrà: la vecchia filosofia era quella del tifo per la società e per la squadra sopra a tutto, quella nuova è di un gruppo che pensa principalmente a se stesso, si considera quasi il centro del mondo. Il gruppo diventa importante anche dal punto di vista economico, si dà più spazio alla politica. E sono più facili gli scontri interni. Se davvero qualcuno della vecchia guardia si è rivolto alla Digos, era inevitabile il conflitto con chi ha altre visioni di vita e giudica questo un tradimento». - LUIGI BOLOGNINI Da tgcom.mediaset.it (18.11.2005) Milan, curva unita per la "Fossa" Ma il gruppo conferma lo scioglimento Lo scioglimento della "Fossa dei Leoni" non smette di far discutere. Una nutrita parte della curva del Milan chiede, attraverso una nota, "le dimissioni dei 15 membri del direttivo della Fossa, ma il mantenimento del gruppo ". Come motivazione vengono citati "fatti inqualificabili" come "l'aggressione ingiustificata a Galliani a Cagliari". Ma il gruppo conferma la solidarietà ai dirigenti e che la decisione è irrevocabile. Piuttosto che lo scioglimento della Fossa, la curva rossonera chiede le dimissioni dei 15 membri del direttivo. E lo fa lanciando accuse pesanti: "Fuori la politica dagli stadi", "vergogna", "traditori". La Sud (Brigate Rossonere, Commandos Tigre e tutti i gruppi affiliati) ha emanato una nota intitolata "precisazioni sullo scioglimento della Fossa dei Leoni", in cui chiede al direttivo della Fossa dei Leoni di "andarsene perchè non degni di stare in Curva sud". "Nessuno si illudeva che la meschinità, l'ipocrisia e l'infamità fosse risparmiata almeno nell'ultimo comunicato ufficiale; troppe ormai ne abbiamo viste, sentite e vissute. Dalla lettura dello stesso - argomentano i tifosi - si evince con chiarezza che l'unico riferimento che fanno in maniera implicita è la questione della possibile denuncia a carico dei Viking Juve (testimonianza riportata da questi ultimi dopo perquisizioni e convocazioni in questura)". I tifosi ricordano di essere "stati immediatamente contattati dagli uffici della Digos la mattina seguente ad un leale e trasparente chiarimento con 15 componenti del direttivo". Inoltre precisano che "il confronto ha portato a vergognose ammissioni e scuse (con la triste testimonianza di alcuni di loro che giuravano di non essere a conoscenza di nulla) per una serie di fatti inqualificabili e inaccettabili". Tra questi "diffide trattate a tavolino e annullate solo al alcuni", "aggressione ingiustificata della Curva Rossonera a Galliani (sputi e insulti) dopo la vittoria a Cagliari", "tradimento ad una parola data ed a un impegno preso con tutti noi per riscattare quell'azione, subita fuori dagli schemi del mondo ultrà, che ha determinato la perdita del famoso striscione". A fronte di tutto questo "non potevamo che chiedere, in maniera forte e chiara, ai 15 del direttivo concludono i tifosi - di andarsene perchè non degni di stare in Curva Sud". Da qui l'auspicio a "ricostruire un direttivo fiero di riscattare questa tristissima pagina, non crediamo che sia giusto cancellare un'identita' storica cosi' importante per colpa di pochi... Evidentemente l'arroganza dei soggetti ha imposto a migliaia di fedeli alla loro bandiera che senza di loro la 'Fossa dei Leoni' dovesse morire". Ma difficilmente tutto ciò servirà ed evitare la fine del gruppo. In una riunione svoltasi giovedì sera nella sede di viale Bligny, più di 500 persone hanno appoggiato la scelta di sciogliere la Fossa dei Leoni e in molti hanno manifestato l'intenzione di non recarsi più in curva, ribadendo totale solidarietà con il gruppo dirigente dell'ormai disciolto storico club di tifosi, nato nel 1968. Dalla “Gazzetta dello Sport” del 17 novembre 2005 Dissidi in curva Sud: la Fossa dei Leoni non esiste più MILANO - Da martedì sera la FOSSA DEI LEONI, storico gruppo dei tifosi del Milan non esiste più. Questa è la decisione del consiglio direttivo, giunta alla fine di una riunione molto accesa alla quale hanno partecipato circa 200 persone. Una decisione sorprendente in quanto la Fossa è da 37 anni un punto di riferimento per i tifosi della Curva Sud. Non è stata fornita una motivazione ufficiale, ma ieri su internet è apparso un comunicato del consiglio direttivo che spiegava così la situazione: "Non abbiamo voluto scrivere un comunicato in merito alla vicenda di milan juve perchè in queste occasioni non siamo soliti rispondere con questi mezzi ed anche questa volta non faremo alcuna comunicazione sui fatti, ci limitiamo solo a dire che un'esposizione di parte e di comodo puo' arrivare a far presupporre anche la piu' ignobile delle infamie, pur di accreditarsi una posizione di vantaggio, ma un'accusa ha bisogno di riscontri oggettivi e pertinenti, non puo' essere ambigua od evasiva perchè altrimenti è delazione". Difficile capirci qualcosa senza conoscere bene i meccanismi della curva e i sottili equilibri che regolano la convivenza sugli spalti. Ma è inevitabile ipotizzare un contrasto interno tra i vari gruppi della curva e infatti, in un seguente passaggio del comunicato, si affronta questo argomento: "Questa storia ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva e dopo avere discusso e riscontrato divergenze incolmabili ed insanabili, siamo giunti all'amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni. Non è nostra intenzione utilizzare questo comunicato per difenderci dalle accuse mosseci, perchè siamo certi che chi ha avuto l'onore di conoscere o di scontrarsi con la Fossa dei Leoni non puo' nemmeno immaginare che qualcuno possa essersi reso responsabile di cio che ci viene addebitato. Per 37 anni tutti i ragazzi che hanno fatto parte della Fossa dei Leoni hanno condiviso con essa i valori e lo spirito dei fondatori, li hanno portati avanti con passione, con dedizione ed una convinzione ineguagliabile, per tutte le generazioni succedutesi e mantenendo tra esse un filo conduttore senza interruzioni di sorta. Queste sono state le nostre fortune, le nostre forze e le nostre conquiste e tutti noi anche oggi, in un giorno che mai avremmo immaginato, dobbiamo essere felici, orgogliosi e fieri d' avervi fatto parte, perchè oggi finisce la storia della Fossa dei Leoni ma rimangono vivi e saldi dentro ciascuno di noi quei valori e quello spirito che sempre ci hanno contraddistinto". Qualunque siano i motivi, la decisione del direttivo di Fossa sorprende moltissimi tifosi. Adesso nella curva sud rimarranno solo Brigate e Commandos. Proprio un rappresentante dei Commandos esprime la sua opinione: "Quello del direttivo è stato un comportamento indegno, meschino e subdolo - assicura Ricky -. Con arroganza si è sentito autorizzato a cancellare un pezzo di storia. La Fossa da sempre significa emozione e adesso non c'è più. Garantisco che non esiste nessuna motivazione politica o economica alla base di questa decisione. In questo momento, a tutti i tifosi che si sentono smarriti garantiamo che l'anima della Curva Sud non se ne va con la Fossa, ma anzi continuerà a vivere anche perchè questa curva ha fatto la storia del movimento ultras". Nella tarda serata di ieri, infine, un esponente della Fossa dei Leoni (che ha preferito rimanere anonimo) ha voluto aggiungere alcuni concetti a quelli espressi nel comunicato (SMENTENDO COSI' IN PIENO L'AFFERMAZIONE "non esiste nessuna motivazione politica o economica alla base di questa decisione"): "Il discorso degli striscioni è solo un pretesto. La verità è che in passato i problemi interni alla curva si risolvevano in un modo o nell'altro, mentre adesso vogliono comandare persone che hanno alzato il livello dei loro interessi e vogliono girare in Porsche...I vertici della Fossa in pratica sono stati messi spalle al muro, pericoloso per loro continuare a guidare il gruppo, portare striscioni o simboli allo stadio. Lo scioglimento è stato l'ultimo gesto di dignità del vecchio direttivo, ai cui componenti è stato in pratica vietato di recarsi nella curva sud dello stadio di San Siro". Dal sito www.milannews.net LA FOSSA SI SCIOGLIE, MA UN VERO LEONE NON MUORE MAI Dopo 37 anni la Fossa dei Leoni termina la sua “meravigliosa avventura”; qualunque sia il motivo, la decisione è clamorosa: la Curva Sud non sarà più la stessa e tutti ci sentiamo più soli, sapendo che non ci sarà più il leone esposto in transenna. 18/11/2005 Fonte: Davide Bin “Si è sciolta la Fossa dei Leoni”; la notizia mi arriva come un fulmine a ciel sereno in un anonimo mercoledì dedicato alle partite (per lo più amichevoli) delle nazionali, grazie ad un SMS di un amico che mi invita a consultare la pagina del televideo che riporta la notizia; pochi secondi dopo i miei occhi scorrono un testo che mai avrei immaginato di dover leggere e, purtroppo, non siamo al primo di aprile (e il calendario appeso al muro, ironia della sorte proprio della Fossa, me lo ricorda); la speranza di una clamorosa “bufala” muore poco dopo, quando al posto dell’home page del sito internet della Fossa compare uno scarno comunicato, probabilmente incomprensibile a chi non conosce le dinamiche del mondo Ultrà, ma che parla di “punti di vista ormai inconciliabili all’interno della nostra curva” e di “divergenze incolmabili e insanabili” che hanno portato “all’amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni”. Immagino che la decisione sia stata difficile, sofferta e a lungo meditata; penso che la “questione dello striscione” e i fatti di Milan-Juve siano solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e scatenato la riflessione ed il confronto che ha portato alla presa di coscienza dei suddetti punti di vista inconciliabili e delle divergenze incolmabili ed insanabili all’interno della Curva Sud e della stessa Fossa; sicuramente ci sono problemi e diversità di vedute ed opinioni in Curva già da tempo, che si sono acuiti ed aggravati fino a portare a questa clamorosa decisione. Personalmente non posso dire molto altro, perché non faccio parte del gruppo di persone che conosce la verità e non voglio riportare frasi ed opinioni di altri che, a seconda del gruppo cui appartengono, possono essere di parte e non rispondenti al vero. Non voglio entrare nel merito della decisione, ma immagino che, come sempre, la verità stia nel mezzo, ovvero che il direttivo della Fossa abbia commesso degli errori (come tutti nella vita), ma che anche da parte degli altri gruppi ci siano stati comportamenti ed opinioni sbagliate. C’è solo una domanda che vorrei trovasse risposta: qualunque problema ci sia stato (politico, di gestione della Curva, di violazione del codice Ultrà, economico…non mi interessa e non voglio saperlo!), qualsiasi dissidio sia nato all’interno della Sud o dello stesso direttivo della Fossa, perché arrendersi e sciogliersi, perché non lottare con la fierezza e l’orgoglio del leone simbolo del gruppo? Quante volte, dalla Sud, abbiamo chiesto ai giocatori grinta, coraggio, voglia di lottare e non arrendersi mai? Quante volte le tante voci della Fossa hanno cantato che “noi vogliamo 11 leoni” che lottino contro ogni avversità e reagiscano a qualunque problema e situazione negativa? Allora perché arrendersi e non lottare, perché non reagire e cercare di imporre il proprio punto di vista e la propria verità, qualunque essa sia, perché tradire e lasciar morire quel leone che da 37 anni occupa un posto di privilegio sulla mitica transenna della Curva Sud? Non so se qualcuno abbia tempo e voglia di rispondere a queste domande che immagino essere non solo mie ma di tanti altri che allo stadio hanno sempre scelto di mostrare ed indossare orgogliosamente il simbolo della Fossa, preferendolo allo stesso simbolo del Milan e hanno deciso di identificarsi con il gruppo, anche solo comprando una sciarpa, un cappellino, una maglietta o tesserandosi anno dopo anno. Orgoglio, fierezza e coerenza hanno contraddistinto questo gruppo per ben 37 anni e lo dimostra il fatto che nel momento dell’addio sono giunti e stanno giungendo attestati di stima da rappresentanti di molte tifoserie avversarie, se non addirittura nemiche. Sicuramente la Curva Sud sembrerà più vuota e sola, ma l’intero mondo Ultrà ha perso una componente storica e una delle sue fondamenta e sono certo che la Fossa mancherà molto, non solo ai tifosi rossoneri, ma ai tifosi di tutta Italia che, al di là dei comprensibili ed ovvi sfottò e screzi, hanno sempre mostrato rispetto verso il gruppo più vecchio e longevo del panorama ultrà italiano, europeo e mondiale. Cosa succederà ora? Chi occuperà il vuoto lasciato dalla Fossa? Saliranno al secondo anello i Commandos? Quale sarà il destino della Sud, evidentemente non così unita e compatta come si credeva e rimasta senza uno dei suoi gruppi storici? Cosa decideranno di fare e come si ridistribuiranno allo stadio i tanti tifosi rossoneri che si identificavano nel leone della Fossa? Sono tutte domande che prima o poi troveranno una loro risposta ma che adesso hanno un’importanza relativa; siamo tutti ancora storditi e frastornati da una notizia che nessuno avrebbe mai immaginato e che ci lascia tanta tristezza nel cuore e poca voglia di pensare al futuro. Personalmente spero ancora in una marcia indietro e in un annullamento della clamorosa decisione, ma temo che ciò sia davvero difficile, così come è difficile immaginare una Curva Sud senza la Fossa dei Leoni, una transenna senza leone e senza quello striscione che non vedevi mai perché ci stavi sopra, ma sapevi che c’era e questo ti dava coraggio e ti faceva sentire parte di un gruppo con i tuoi stessi ideali e la tua stessa voglia di tifare per il Milan. Immagino che anche i giocatori saranno sorpresi e stupiti dal fatto di entrare a San Siro, alzare gli occhi verso la Sud e non vedere più quello striscione che li ha seguiti dappertutto, in Italia, in Europa e nel mondo. Uno slogan molto in voga recita che “i giocatori, gli allenatori, i dirigenti passano…il Milan ed i suoi tifosi restano!”; mi permetto di trasformare la frase e dire che “i tifosi, gli ultrà, i rappresentanti del consiglio direttivo passano…la Fossa ed il Leone restano!” ma evidentemente non è così vero: credevo e pensavo che la Fossa dei Leoni avrebbe resistito a qualunque insidia, tramandando di generazione in generazione i valori, lo spirito, le dedizione, le convinzioni e la mentalità di chi l’aveva fondata ed imposta all’attenzione generale, facendola diventare nel tempo una delle componenti più importanti e prestigiose del panorama ultrà, quel panorama che da oggi è un po’ meno suggestivo e mozzafiato. Forse chi ha deciso di sciogliere tutto ha pensato che la Fossa ed il Leone potessero esistere solo grazie a loro e non che avessero, e abbiano tuttora, un fascino ed un’importanza che supera e sopravvive alle persone chiamate a dirigere e a prender decisioni; forse i quattordici (pare che sia questo il numero) che hanno preso la clamorosa iniziativa, hanno tradito le migliaia di persone tesserate per il gruppo, perché nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi più importante dell’istituzione che dirige al punto di deciderne lo scioglimento e la “morte” e sarebbe giusto che qualcuno provasse a prendere in considerazione l’idea di mantenere viva e unita la Fossa indipendentemente da chi la dirige e dai consigli direttivi, perché un vero leone non muore mai e men che meno molla tutto quando si sente accerchiato e attaccato, ma reagisce con fierezza ed orgoglio. La Fossa c’era la prima volta che misi piede a San Siro (il Milan era in serie B); la Fossa c’è sempre stata tutte le volte che sono andato in Curva e mi piacerebbe che la Fossa ci fosse per sempre, fino a quando metterò piede allo stadio; la Fossa ed il leone sono sempre stati sulla sciarpa che indossavo, indosso e indosserò allo stadio; invece pare che ora la Fossa non c’è e non ci sarà più e non sarà più la stessa cosa, anche se chi resta assicura che tifo, folklore e coreografie resteranno immutati: all’urlo della Sud mancherà il caratteristico ruggito del leone, quello che rendeva questa curva così unica e rispettata nel mondo ultrà. San Siro sarà più spoglio senza quello striscione; chi ha il leone dentro di sé si sentirà più solo e smarrito, ma un pezzo di storia non si può cancellare da un giorno all’altro: la leggenda della Fossa resterà viva per sempre ed il leone fiero ed orgoglioso continuerà a ruggire dentro tutti quelli che hanno partecipato, più o meno intensamente, alla meravigliosa avventura, che si è conclusa in un anonimo martedì 15 novembre 2005, 37 anni dopo l’inizio. Oggi finisce la storia della Fossa dei Leoni, ma la leggenda continua ed il leone armato tornerà a marciare e a ruggire! Dal sito www.acmilan.net Milan, sciolta la “Fossa dei Leoni” Mercoledì, 16 Novembre 2005 Il Milan perde un "pezzo" storico del suo tifo organizzato. Dopo trentasette anni, infatti, si scioglie la "Fossa dei Leoni", uno dei gruppi ultrà più noti e longevi del panorama calcistico italiano. Alla base della decisione, presa martedì sera, alcuni pesanti dissidi venuti prepotentemente alla luce dopo l'ultima sfida con la Juventus, a cui avrebbero fatto seguito episodi mal digeriti dai "capi" del gruppo. Nata nel 1968, la "Fossa dei Leoni" ha accompagnato tanta parte di storia del Milan. Ora cessa di esistere. La "guerra" ultrà con i "Viking" bianconeri, covata da anni ed esplosa negli ultimi tempi in seguito al big-match di San Siro dello scorso 29 ottobre, ha spinto lo storico gruppo rossonero allo scioglimento. "Quella partita ha creato dei problemi e delle situazioni che nel mondo ‘nostro’, quello degli ultras, non si devono verificare. Ma non è solo questo - ha confermato a "Datasport" Giancarlo Capelli, leader di un altro gruppo storico del tifo milanista, le "Brigate rossonere" - A spingere verso questa decisione è stato tutto un susseguirsi di situazioni che si sono venute a verificare in senso negativo. Dispiace perche` si parla di un gruppo come la Fossa dei Leoni che cessa di esistere dopo 37 anni". E sul futuro della curva Sud ha rassicurato: "La curva va avanti lo stesso, ci sono altri gruppi, la Curva Sud è aperta a tutti. Noi come Brigate e altri gruppi della Sud ci saremo sempre, anzi saremo più uniti di prima. Capisco il rammarico di chi ha subito questa situazione. A botta calda tutti ci rimarranno male, molti ancora non lo sanno. Sono molto triste e amareggiato”. Dal sito www.milanclubgiovani.it LE MOTIVAZIONI SPIEGATE DAL TG-COM Sarebbero stati pesanti dissidi con gli altri gruppi del tifo organizzato milanista a causare lo scioglimento della "Fossa dei Leoni". A "Brigate", "Commandos" e "Rams" non sarebbe andata giù la decisione della Fossa di denunciare alla Digos l'aggressione subita dai "Viking" bianconeri al rientro dalla trasferta da Eindhoven. Ma, davanti alle accuse, il direttivo della Fossa ha scelto di sciogliere l'organizzazione. "Non si sono comportati da uomini". "Hanno infangato le tradizioni del mondo ultrà". Queste le accuse rivolte dagli altri gruppi del tifo organizzato rossonero al direttivo della Fossa, colpevole di aver tradito regole e codici di comportamento considerati basilari in curva. La pietra che ha provocato la frana è del 29 ottobre scorso, quando, in occasione della gara interna con la Juventus, alcuni esponenti della Fossa rubano due bandiere ai "Viking", l'ala estrema del tifo bianconero e, come massimo gesto di scherno, le sventolano in curva sud. Quattro giorni dopo, in corso Lodi, la vendetta juventina: un gruppetto tende un agguato all'alfiere della Fossa (il tifoso che porta a casa lo striscione del gruppo) mentre rientra dopo la trasferta di Eindhoven. In undici lo circondano, armati di coltello, e lo obbligano a consegnare il vessillo. Il direttivo del gruppo ultrà si rivolge allora alla Digos per denunciare l'aggressione. Decisione che scatena la rabbia delle altre organizzazioni. Martedì sera, nel corso di un incontro in un parco di Milano, la Fossa, pezzo di curva originariamente "di sinistra", viene messa in minoranza da Brigate e Commandos Tigre, politicamente schierati a destra. Un vero e proprio processo con due capi d'imputazione: l'esposizione in curva di due striscioni avversari non conquistati sul campo e l'intervento della Digos. Macchie inaccettabili per il codice ultrà. "E' stato un confronto duro, all'interno della Fossa e con gli altri due gruppi - spiegano alla Digos - alla fine il coordinamento ha capito di aver perso forza". Ma, piuttosto di dimettersi, le 14 persone a capo dello storico gruppo scelgono di sciogliere l'organizzazione. E, dopo 37 anni, la Fossa cessa di esistere. Dal sito www.tifonet.it Fiorentina-Milan: striscione per la Fossa domenica 20 novembre 2005 In curva Fiesole, mezz'ora prima della partita, è spuntato uno striscione in onore alla Fossa dei Leoni. Da www.tifonet.it Fossa dei Leoni addio, curva Milan tutta a destra 26/11/2005 - di IL MANIFESTO LUCA FAZIO; Fonte: www.ilmanifesto.it Con due piedi nella Fossa, fine di un mito . Domani sera Milan-Lecce. Per la prima volta dopo 37 anni dalla curva sud di San Siro non sventolerà lo striscione della Fossa dei Leoni. Si è sciolto il primo gruppo ultrà d'Italia. La Fossa dei Leoni non c'è più. Chi non sa di calcio e di tifo non può capire cosa significhi una partita del Milan senza lo striscione del primo gruppo ultrà d'Italia, srotolato per la prima volta nel 1968, quando in panchina c'era Rocco, der italiener Schnellinger non aveva ancora pareggiato al 47esimo del secondo tempo contro l'Italia a Città del Messico e Rivera...era già Rivera. E' un lutto collettivo che sconvolge una parte della città (l'altra, rispettosamente, tace: strano), con un suo rituale del lamento fatto di lacrime, rancori, silenzi, tristezze, segreti di famiglia che non si possono confessare e tutto un contorno di curiosi, milanisti, che vogliono capire ma non se la sentono di partecipare a questo funerale. A Milano, comunque, sono giorni che non si parla d'altro. Anzi, si sussurra. Pezzetti di curva Ma si può vivere per la Fossa? No, cioè sì, ma non bisogna cadere nella tentazione di rispondere che sono tutti cretini. Ma è vero che la Fossa si è sciolta?! non è una questione che interessa «solo» quindicimila esagitati. Del calcio si è già detto, è metafora di bla-bla-bla, ma è la curva un buon punto di osservazione per capire cosa succede o non succede in una città. La curva Sud del Meazza, che la nord interista a denti stretti invidia, è come tutte le famiglie un po' ingombranti, ci si detesta, ma ogni domenica si è costretti a mangiare alla stessa tavola, la storia, l'eredità, i più piccoli da tenere per mano, un po' come a natale. A destra siedono i Commandos Tigre, a capo tavola le Brigate Rossonere, a sinistra siedeva La Fossa dei Leoni. Più che sciogliersi, è stata invitata a togliersi la vita: via per sempre lo striscione dalle gradinate, che per un ultrà è tutto, è la bandiera, come se improvvisamente uno stato diventasse terra di nessuno e di conquista, e per la «bandiera» si può arrivare a delirare (non solo allo stadio) a suon di onore, sangue e gloria. L'epica virile degli scontri, padri di famiglia che ricordano quelli di dieci, venti, trenta anni fa, con le tifoserie avversarie e con la polizia, memoria, amicizie, anche tra nemici ma «leali», come sottolinea sempre il cosiddetto mondo ultrà. Lo striscione dello scandalo E proprio per una bandiera rubata la sentenza della grande famiglia rossonera questa volta è stata inappellabile: infami, meschini, traditori! L'irreparabile ha dell'incredibile. Qualcuno della Fossa - questa l'accusa - ha rubato «senza onore» (senza scontri) uno striscione dei Viking Juve di Milano, un oltraggio anche perché dai tempi di Manchester (finale di Champion League, pace sociale sugli spalti e supertrasferta con migliaia di biglietti tutto compreso che gli ultras vendevano da 320 euro in su) le due tifoserie rivali in realtà sono molto meno nemiche di prima. C'è di più. Dopo «la cazzata» (che quelli della Fossa negano), qualcuno, con un agguato fin troppo mirato in mezzo alla strada, pochi giorni dopo, per ritorsione ha sottratto lo striscione della Fossa dei Leoni. E non basta, perché la grande famiglia rossonera sostiene che la Fossa dei Leoni per rientrare in possesso del suo vessillo abbia concordato uno scambio coinvolgendo addirittura gli uomini della digos. Accordi con la polizia: e per la mentalità ultras questo è troppo, mentre negli stadi italiani è in corso la contestazione contro il giro di vite del decreto Pisanu sulla violenza. Ergo: «Si devono vergognare. Non ci può essere uomo, di qual si voglia fede o colore, che possa sposare la loro posizione senza macchiarsi della stessa vergogna». La Fossa nega risolutamente «la più ignobile delle infamie», però si scioglie. Perché «questa storia ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva...» La politica fuori dalla curva? Sciogliersi dopo 37 anni per una «cazzata» come questa? La sensazione è che ci sia dell'altro e che non si voglia dire perché i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma è evidente che buona parte della curva (Brigate Rossonere e Commandos Tigre) abbia voluto cogliere la palla al balzo, l'assist del resto era irresistibile, per una resa definitiva dei conti. Ma allora perché? Ci sono due correnti di «pensiero»: la politica, e gli affari. Approfondirle entrambe spiegherebbe molte cose non solo sul tifo, ma sui «giovani» dai 20 ai 50 anni (succede forse qualcosa che non finisce in qualche modo in uno stadio?), sugli affari più o meno leciti, su come si esercita il controllo sociale in una grande città, sul perché solo il calcio riesce a trasmettere senso di appartenenza e voglia di fare (si vive per la curva), insomma su come «girano» le cose davvero. La politica, da anni, è un tabù per il tifo organizzato del Milan. Lo conferma anche l'ultimo comunicato contro la Fossa dei Leoni, dice «fuori la politica dagli stadi e gloria ai Rossoneri della Sud». E' una parola! Certo il calcio viene sempre prima della politica (lo sanno bene i milanisti), ma stiamo pur sempre parlando della tifoseria organizzata che per forza di cose intrattiene rapporti con la squadra di Silvio Berlusconi. In realtà da anni i tifosi rossoneri hanno fatto di tutto per nascondere la politica. Una scelta saggia, dicono molti, perché un Che Guevara che sventola sulle gradinate ormai correrebbe il rischio di finire in croce, croci celtiche magari. La dirigenza dei gruppi ultras è sicuramente in altre faccende affacendata, ma oggi come oggi, se si allentassero le briglie, la curva del Milan non sarebbe diversa da tutte le curve delle più importanti città: sarebbe di destra. La Fossa dei Leoni - sostiene chi la butta in politica - rappresentava comunque un argine a tutto ciò. Ma è sbagliato dire che la Fossa (5000 iscritti) era tutta di sinistra e gli altri no, la realtà è molto più sfaccettata: è difficile spiegare come mai, per esempio, ci siano pezzi di centri sociali (pensavate fossero tutti in letargo?) che si sono mescolati nella famiglia rossonera, di qua e di là, e che ora sono gli uni contro gli altri. Il tifo unisce ma anche divide. «Per tutti noi - scrivono oggi i nuovi padroni della Sud - al dolore per lo scioglimento si accompagna la sofferenza di amicizie frantumate» Le regole del mercato Del resto è un fatto che ultimamente la Fossa dei Leoni si sia fatta notare per alcune prese di posizione «politiche» che non sono piaciute al resto della curva. La contestazione al presidente Galliani durante Cagliari-Milan, per esempio. Scrive oggi la Sud: «Aggressione ingiustificata con sputi e insulti, altre sono le sedi per contestarlo, ci siamo vergognati, non per simpatia ma per amore dei nostri colori». L'impressione è che il «direttivo» della Fossa si sia messo in testa di disturbare il manovratore, «e insomma è troppo comodo sputare nel piatto dove si mangia». Ecco, forse questo è un punto non trascurabile. E' tutto (o quasi) alla luce del sole, e nessuno può negare che in un curva girano soldi. Tanti soldi. La gestione dei biglietti, che le società in parte regalano e in parte vendono a prezzi calmierati (circa 15 euro, che crescono in base ai tariffari dei gruppi ultras - «la Fossa aveva i prezzi più bassi» dicono i tifosi), e poi l'organizzazione delle trasferte e la gestione del merchandising: cappellini, sciarpe, portachiavi, bandiere e gadgets vari con marchio regolarmente registrato. Gestire una curva è tutto questo, ma anche di più. E' comunque un bacino elettorale consistente (mai come in questi tempi i politici di tutto l'arco parlamentare si fanno vedere al fianco degli ultras per cercare di ragionare sul «famigerato» decreto Pisanu), è un fatto di prestigio, significa in qualche modo avere potere. Non per caso chi ha in mano la curva milanista ha chiesto «solo» l'allontanamento del «direttivo» della Fossa, una quindicina di persone che piuttosto che regalare quel mitico pezzo di curva, magari commissariata, hanno preferito invece fare harakiri. Fine per sempre? Quel marchio vale una fortuna perché è un pezzo di storia del Milan, e chissà che qualcuno stia già pensando di tenerla in vita artificialmente. Sono le regole del mercato. Ma il tifo organizzato non è fatto solo di «direttivi». Sui muri di Milano sono comparsi necrologi, da Quarto Oggiaro alla circonvallazione, la strada che disegna un anello dove è incastonato lo stadio Meazza: FdL Vive. Domani Milan-Lecce. Dal sito indymedia.org Nella mia Fossa (28 novembre 2005) La mia Fossa di Aka Pedro Un giornalista cresciuto nella curva del Milan spiega cosa abbia significato per migliaia di persone il gruppo appena sciolto per motivi non del tutto raccontabili. Quando il calcio smette di essere sport e diventa appartenenza... La mia Fossa di Aka Pedro > 21/11/2005 La squadra dai colori dei Carabinieri o dell' Anarchia giocava nella mia città, avevo undici anni. Arrivai in bici fuori dalla Curva Est: li guardavo, erano brutti e organizzati, avevano magliette e adesivi, erano tanti, sembravano una legione, sembravano provenire da un altro pianeta, mi facevano paura. Ero in Fossa nel 1983: il primo derby che ho visto avevo quasi quindici anni, c' era una nebbia che non si vedeva niente, si vedevano solo Aldo Serena e Hansi Muller segnare e si sentiva il boato da quell' altra parte, si vedeva quello scandalo di Luther Blissett sbagliare un gol a porta vuota ma si cantava a squarciagola ed ero estasiato. Ero in Fossa il 28 ottobre del 1984: quando Hateley sovrastò Collovati e segnò il 2-1 caddi per terra travolto. Ero in Fossa il primo dicembre 1984 a Verona cantando "sta arrivando l' ispettooore.. l' ispettore cagacazzo" sotto una pioggia battente in una delle trasferte più pericolose, eravamo in tantissimi, non c' erano le scorte e chi c' era non poteva nascondersi dietro agli sbirri del cordone come succede adesso. Ero in Fossa nell' aprile del 1986 quando dopo un rimpallo Minaudo segnò nel derby: vidi distintamente nel marasma in mezzo alla loro curva uno che faceva il gesto classico di sfottimento ripromettendomi da quel giorno di farlo anch' io dopo ogni gol in un derby per fare vedere ad almeno uno di loro da quell' altra parte che godevo. Ero in Fossa a Pistoia nel 1986 in campo neutro contro l' Empoli: in stazione venni fermato dalla Polizia perchè stavo scrivendo Fossa su un muro. Ero in Fossa il 13 dicembre 1987 quando un petardo tramortì il portiere della Roma Tancredi e il Milan perse la partita a tavolino. Ero in Fossa il 31 gennaio 1988 quando a Firenze dalla Stazione Campo Marte il corteo tirò dritto verso la Fiesole e scoppiò il putiferio con gli sbirri. Ero in Fossa il 15 maggio 1988 a Como per la vittoria delle scudetto. Ero in Fossa il 19 aprile 1989 5-0 al Real Madrid e gli Ultras Sur assenti come sempre dopo i fatti dell' andata. Ero in Fossa il 23 maggio 1989 a Barcellona un piccolo puntino rosso nel mare del Gol Norte, sorvegliati e repressi dai fascisti della Guardia Civil: ero in naja se mi beccavano a lanciare seggiolini ero fottuto sia di botte in Spagna sia di diserzione in Italia. Ero in Fossa nel novembre 1989 quando vidi sotto la Sud Zenga osservare con timore colpire il palo e insaccarsi un pallone calciato da Van Basten volai giù per quattro file e persi una scarpa. Ero in Fossa sotto la pioggia a Munchen nel 1990: Borgonovo ai supplementari. Ero in Fossa a Vienna per il double di Coppa Campioni. Ero in Fossa a Napoli il 21 ottobre 1990: eravamo in tantissimi contro tutti, sbirri e napoletani alleati, solo scontri per tutta la partita, non ricordo niente di giocato. Ero in Fossa a Brugge l' 8 novembre 1990: quando di fronte a noi Van Basten ruppe lo zigomo a Plovie scoppiò il parapiglia con gli sbirri. Ero in Fossa a Genova nell' aprile del 1991 in una netta sconfitta: mia madre mi vide in televisione mentre tiravo oggetti in campo. Ero in Fossa il 28 maggio 1993 a Monaco: il boato dei marsigliesi non lo scorderò mai, non scorderò mai Jump dei Van Halen al triplice fischio finale, non scorderò mai il viaggio di ritorno fatto in treno distesi per terra nel corridoio a fianco della toilette sporchi di piscio. Ero in Fossa ad Atene il 18 maggio 1994 convinto di vedere una sconfitta ma non importava: voli di lacrime ad ogni gol con i tifosi dell' Olympiakos sopra di noi a tifare solo contro il Panathinaikos. Ero in Fossa nell'aprile 1995 a lanciare oggetti ai Boulogne Boys fuori da S. Siro, ero in Fossa a Parigi quindici giorni prima. Ero in Fossa con lo spirito al maxi-schermo a Vienna nel maggio 1995 dopo non aver trovato i biglietti per la finale, non aver dormito per 50 ore dopo essermi spintonato con olandesi. Ero in Fossa il 28 novembre 1995 a Bologna in Coppa Italia in occasione della rottura del gemellaggio. Ero in Fossa il 28 aprile 1996: vittoria dello scudetto, Roberto Baggio strappa la bandierina del calcio d' angolo si toglie la maglietta e la mette sulla bandierina. Ero in Fossa nel novembre 1996, a petto nudo a Gòteborg con un vento gelido che tagliava la pelle. Ero in Fossa il 26 gennaio 1997 a Verona: a fine partita dentro alla curva scontri con gli sbirri, amici mi vedono in televisione. Ero in Fossa il 6 aprile 1997, sconfitti dalla Juve 1-6, ero in Fossa il 13 aprile 1997 sconfitti nel derby. Ero in Fossa l' 8 gennaio 1998 nella vittoria 5-0 in Coppa Italia sull' Inter con Ganz come Buscetta in rossonero. Ero in Fossa a Roma il 29 aprile 1998 nella finale di Coppa Italia, sconfitti dalla Lazio, per tutti i 90 minuti lancio continuo di oggetti. Ero in Fossa il 7 febbraio 1999: a Firenze su quel treno carico di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo dagli sbirri lungo il corridoio chi prende prende, delinquente donna o bambino è uguale. Ero in Fossa il 3 aprile 1999 a Roma quando in treno vidi uno che con indifferenza si lavava le mani nel bagno mentre un altro tipo era addormentato stonato con i pantaloni giù seduto sul cesso. Ero in Fossa il 9 maggio 1999 a Torino Weah e Boban corrono sotto la Curva a manina. Ero in Fossa il 23 maggio 1999 a Perugia, vinto lo scudetto persa la maglietta durante carica degli sbirri all' ingresso, famiglie massacrate alla fine, lacrimogeno sfiora la mia testa esplode nel muro di fronte a me tre metri ed ero sfigurato altri ragazzi poi verranno sfigurati sul treno in stazione perchè si sporgevano dallo scompartimento. Ero in Fossa il 15 settembre 1999 a Stamford Bridge: nel mare blu una chiazza rossonera. Ero in Fossa nel maggio del 2000 a Roma: come sempre un fitto lancio di oggetti. Tante altre volte ci sono stato, sempre con la inseparabile bandiera della Jamaica. In Fossa ho imparato cosa significa fratellanza, aggregazione e senso di appartenenza. Siamo coetanei, avremo per sempre la stessa età, finchè morte non ci separi. Aka Pedro, da New York Da www.calciomoderno.blogsome.com Chiarimenti su scioglimento F.D.L. (La fonte anonima é interna alla F.d.L.) 16 gennaio 2006 DENUNCIA: potreste pensare che sventolare i bandieroni sia stato uno sbaglio (in realtà era un modo per ripagare i gobbi della stessa moneta, visto che gli IRR VALLETTE fecero la stessa cosa con un bandierone FdL qualche anno fa) … potreste giudicare uno sbaglio anche lo scambio (l’offerta di scambio è partita dai gobbi ed è stata accettata con il fine di riportare la questione nell’ambito dello stadio), ma davvero credete che il direttivo della fossa sia stato così imbecille da gettare al vento 37 anni di integrità e coerenza denunciando il furto alla polizia? Figuriamoci… e qualcuno pensa che, dopo decine di articoli via internet, che descrivevano bene le modalità del furto dello striscione, la digos non avrebbe avviato un’ indagine per conto suo, senza bisogno di nessuna denuncia, per evitare una faida cittadina? Ancora più ignobili le accuse di collaborazione che arrivano dagli altri gruppi della sud… fino a prova contraria, chiacchiere amichevoli e cene insieme a certi personaggi non erano certo quelli della fossa a farle, no? MANCHESTER: è inutile nasconderlo, tutti sanno che la fossa si rifiutò di partecipare ai famosi accordi, in cui gli altri gruppi della sud e i capi della curva gobba si accordarono con le società calcistiche, grazie ovviamente alla mediazione della di. gos, per ottenere grossi (e dico grossi) favori in cambio della promessa di pace a Manchester. Al contrario di diversi elementi, invisibili fino al momento della partita, la FdL presidiò il centro di Manchester, e se non accadde nulla fu solo perché effettivamente di ultras della juve non vi era l’ ombra. Qualcuno dice che grazie agli accordi si riuscì anche a scaglionare perfettamente arrivi e partenze, in modo da non far incrociare mai le due diverse fazioni (famiglie, turisti e tifosi normali a parte). PROGETTO ULTRA’: fu un grave smacco quando la fossa si rifiutò di aderire a progetto ultrà, alle conseguenti manifestazioni e a “movimento ultras”… i gruppi di altre squadre ci rimasero piuttosto male, e in seguito all’ uscita della fossa ci furono altre defezioni. La cosa non andò giù a quell’ altra parte della sud che si è sempre impegnata a mantenere una “rete” con le altre tifoserie, e a cui tanto piacciono i progetti “istituzionali”. Fu una grossa perdita di prestigio per loro, visto che persino diversi quotidiani parlarono di “defezione dei milanisti”, quando in realtà lo fu solo da parte della fossa… CARABINIERI: a Verona con il Chievo, appena dopo Nassirya, dalla fossa partì “LA DISOCCUPAZIONE” subito dopo il minuto di silenzio… negli altri gruppi diversi singoli parteciparono ai cori, ma c’era qualcuno che si sbracciava e gridava di smetterla di cantare… immaginatevi chi era! Qualcuno potrebbe obiettare sul buon gusto dei cori, in ogni caso fu una dimostrazione di coerenza che pochi in italia diedero (Livorno, Mantova e pochi altri), mentre la maggior parte delle curve (a cui si sarebbero omologati volentieri i soliti noti) si prodigò in omaggi ai caduti, per poi insultare e deridere l’arma per tutti gli altri 364 giorni dell’ anno… comunque l’episodio fu sgraditissimo alla società Milan, che si trovò a dover pagare 40000 euro di multa (poi 20000 in seguito a un ricorso, chiamiamola AUTO riduzione da parte di Galliani…). Chissà chi dovette subirsi le rimostranze dei vertici di via Turati… CAGLIARI: cagliari milan: la partita finisce, dalle brigate parte un coro a favore di galliani, che si pavoneggiava in mezzo al campo. Il pelato arriva sotto la curva, viene omaggiato pure di una bandiera, poi appena passa sotto alla gente della fossa, inizia a essere bersagliato di insulti e minacce di ogni genere (il tutto documentato perfettamente da SKY)… il motivo essenzialmente è da ricercare nella sua carica di presidente di lega e nelle sue dichiarazioni riguardo a caro-biglietti, decreto Pisanu e possibilità di andare via da San Siro. Qualche altro capocurva invece non gradisce la contestazione, c’è una breve discussione, poi il suddetto viene visto in aeroporto allontanarsi a braccetto con il buon Adriano. EMPOLI: la sud decide di non organizzare la trasferta di empoli per il costo del biglietto (25EUR). Un centinaio della fossa decidono di andare lo stesso con mezzi propri, per organizzare una protesta fuori dal settore ospiti. Gli altri gruppi proseguono invece nell’idea di non presentarsi, in realtà qualcuno si fa vedere a “curiosare”, e pare che altri l’ abbiano riconosciuto nel settore a vedersi la partita. Che coerenza! Ovviamente questo episodio da il nervoso a molti. TORCE: basta guardare le foto, nelle ultime partite le torce le accendevano solo in fossa… come sapete da quest’ anno l’ accensione di torce sugli spalti basta per comminare ammende alle società, e ovviamente qualcuno non lo gradiva. Dall’ altra parte invece si cerca come al solito di andare incontro alle richieste di via Turati, infatti sappiamo anche chi è stato a premere per non accendere più torce in champions league da quando la UEFA diffidò il Milan, minacciando la squalifica di campo alla prima torcia accesa a San Siro. EUROPEI 2012: la fossa (in teoria, in collaborazione con le brn), fa preparare due striscioni, uno per il bresciano in coma dopo esser stato picchiato dagli agenti, l’ altro recita “BOICOTTIAMO GLI EUROPEI DEL 2012″. Tanto voluto dall’ altro gruppo, che non appare nelle foto sul loro sito internet, mentre quello per il bresciano invece sì… chissà perché, forse perché un esponente di spicco aveva ricevuto dalla FIGC l’ incarico di organizzare il tifo per la nazionale agli europei del 2004? e probabilmente quello striscione poteva significare la perdita dello stesso incarico ai mondiali? NUMERI: i numeri della fossa si sanno… oltre 5000 iscritti, migliaia di biglietti e abbonamenti, organizzazione di pullman, treni, e trasferte per centinaia di persone ogni volta, migliaia di capi di materiale venduti (i cui soldi venivano usati per le spese legali per i diffidati, per i contributi cassa quando le trasferte erano troppo costose e per le coreografie, nemmeno mezza lira finiva nelle tasche del direttivo). Come poteva non fare gola a chi su biglietti e materiale ci lucra? Certo, le poche centinaia dello “zoccolo duro”, quello che va ancora in riunione nonostante il gruppo sia sciolto, non andrà mai più in curva, ma le altre oltre 4000 persone continueranno quasi come se nulla fosse accaduto… bhe se ne accorgeranno presto, di quello che è accaduto. Contrari o a favore è giusto far conoscere le ragioni di uno dei gruppi Ultras che in Italia hanno fatto la storia. Da www.tgcom.mediaset.it 7 gennaio 2006 Milan, ecco gli "eredi" della Fossa In curva sud due nuovi gruppi ultrà A quasi due mesi dallo scioglimento della "Fossa dei Leoni", nella curva rossonera di San Siro sbarcano due nuovi gruppi ultrà: i "Leoni della Sud" e i "Guerrieri Ultras". Entrambi rivendicano, in qualche modo, una sorta di "benedizione" da parte della ex Fossa, avendo alle spalle persone che hanno fatto parte per lungo tempo dello storico gruppo organizzato. In curva sud affiancheranno le "Brigate rossonere". Il vuoto lasciato dopo 37 anni dalla "Fossa dei Leoni" a San Siro lo si era sentito, eccome. Alla base della drastica decisione pesanti dissidi con altri gruppi del tifo organizzato milanista, che ora sembrano avviati verso una, seppur parziale, soluzione. Domenica, contro il Parma, a colmare l'assenza dello storico gruppo rossonero, ci saranno i "Leoni della Sud" e i "Guerrieri Ultras". I primi "vantano" un legame col gruppo originario più "evidente" soprattutto dal punto di vista dell'immagine (l'utilizzo del simbolo e del nome), mentre i "Guerrieri", che intendono fondare un gruppo del tutto nuovo, si assicurano il sostegno da parte del vecchio direttivo della Fossa. Secondo le voci trapelate in questi giorni, la nuova geografia del tifo milanista dovrebbe vedere nell'ordine, da sinistra a destra, "Leoni della Sud", "Guerrieri Ultras" e le storiche "Brigate rossonere", nate nel 1975 dalla fusione tra Cava del Demonio e Ultras, due piccoli gruppi. Se i due neo-nati saranno in grado di non far rimpiangere la "Fossa" lo dirà solo il tempo. A proposito dello scioglimento della Vecchia “Fossa dei Leoni”, ecco la testimonianza della signora Daniela: http://video.libero.it/app/play/index.html...e21592c867570ea http://www.youtube.com/watch?v=DwShZwP6T0Q