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Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
TAB. B - Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento
contiene I.R. e I.P.
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE
DELLA PROVINCIA DI TRENTO - CONFARTIGIANATO
Nuovi orizzonti
Associazione
Associazione
Riqualificazione energetica degli edifici pubblici
Il porfido trentino volta pagina
sommario
RIVISTA MENSILE
DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
E PICCOLE IMPRESE
DELLA PROVINCIA DI TRENTO
ADERENTE A CONFARTIGIANATO
ANNO LXIII N. 4 APRILE 2012
Maestro Artigiano e Bottega Scuola,
sempre più possibilità per gli artigiani
Editoriale
(Roberto De Laurentis)
Direttore responsabile
Stefano Frigo
Comitato di redazione
Paolo Aldi, Flavia Angeli, Giancarlo Berardi,
Alberto Dalla Pellegrina, Guido Radoani
Impaginazione e stampa
Publistampa Arti grafiche, Pergine Valsugana
Autorizzazione del Tribunale di Trento
n. 20 del 19.7.1949
Iscrizione all’ex Registro Nazionale
della Stampa/ROC n. 5534
Tiratura
13.250 copie
Chiusura in redazione
2 aprile 2012
Direzione, redazione,
amministrazione e pubblicità
Associazione Artigiani e Piccole Imprese
della Provincia di Trento
Via Brennero, 182 - 38121 Trento
tel. 0461.803800 - fax 0461.824315
Posta elettronica
[email protected]
Sito internet
www.artigiani.tn.it
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Primo piano
MAESTRO ARTIGIANO
Presidenti di categoria a “Maestro Artigiano” (Stefano Frigo)
Costruiamo il futuro dei Maestri Artigiani
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Associazione
OPERE PUBBLICHE
Ecco la “Task Force”… speriamo possa servire (Stefano Frigo)
Quanto cresce la popolazione trentina (Stefano Frigo)
FINANZIAMENTI
Riqualificazione energetica degli edifici pubblici
RICERCA
Il rapporto Almalaurea (Stefano Frigo)
E in Trentino? (S.F.)
FILIERA DEL PORFIDO DI QUALITÀ
Il porfido trentino volta pagina (Stefano Frigo)
In Italia ci sono 7.500 evasori totali (Stefano Frigo)
L’AZIENDA
Zanardi Servizi
SPESE FAMIGLIARI
Il carrello della spesa è sempre più caro
ECONOMIA
In Trentino cala la domanda interna (S.F.)
L’Istat: crollo del Pil (-0,7%) (Stefano Frigo)
AREA STUDI
Comunità di Valle: istruzioni per l’uso (Claudio Filippi)
Forze lavoro, i dati del terzo trimestre 2011 (Stefano Frigo)
ISTAT
Inflazione record nel 2011
Lavoro, disoccupazione all’8,9% (S.F.)
FEDART FIDI
Rapporto di Fedart Fidi sui confidi
Cinquemila iscritti alla mobilità: mai così tanti in dieci anni (Stefano Frigo)
EVENTI
Orafi alla Mostra “DiVinNosiola”
DONNE E LAVORO
La nuova imprenditorialità femminile e giovanile (Stefano Frigo)
L’Italia non è un Paese di giovani. Retribuzioni: penalizzate le donne (S.F.)
INNOVAZIONI
“Makers”, gli artigiani che progettano il futuro (Riccardo Luna)
PENSIONE
Età della pensione, record all’Italia (Enrico Marro)
Nei prossimi mesi addio a 1.740 posti (S.F.)
CONSORZI
Consorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla C.T.A. (Giorgio Dellagiacoma)
NOVITÀ
Consorzio Trentinosalumi: nuovo Consiglio Direttivo
Trentino Film Commission
TASSE
Lavoreremo una settimana in più…
RETRIBUZIONE
Inflazione e tasse pesano, paghe ferme da dieci anni (Enrico Marro)
ASSICURAZIONE
Polizze temporanee caso morte (Walter Tamanini)
BUROCRAZIA
Sburocratizzazione? (Flavia Angeli)
CULTURA
CATEGORIE
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Sistema Artigianato
COOPERATIVA ARTIGIANA DI GARANZIA
CEII TRENTINO
SAPI
La carta utilizzata per questa pubblicazione
proviene da foreste ambientalmente amministrate
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Rubriche
AVVISI
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Ho contributi sufficienti per andare in pensione?
Come devo fare per presentare la domanda?
Quale sarà l’importo che mi spetta?
Se subisco un infortunio
cosa devo fare?
IL PATRONATO DEGLI ARTIGIANI
Il Patronato INAPA
una risposta
a tutte
le tue domande
inapa
Il Patronato INAPA
mette a tua disposizione
la consulenza
di medici ed avvocati
Sono andato in pensione ma lavoro ancora.
Pago sempre gli stessi contributi?
Qualcuno mi ha parlato di un supplemento di pensione.
Di cosa si tratta?
Che cos’è il Pacchetto Famiglia?
A chi posso rivolgermi per avere informazioni
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l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
editoriale
Lettera pubblicata
su “l’Adige”
del 26 marzo 2012
Di seguito la risposta
del Presidente Roberto De Laurentis
Gentile Signora Valentina Soprani,
sono onorato, leggendo la Sua lettera del 27 marzo al giornale “L’Adige”,
di essere oggetto delle Sue attenzioni.
Non desidero certo contestare le Sue opinioni né sulla mia persona né sulla mia attività di Presidente dell’Associazione Artigiani di Trento sia perché
non do mai smentite sia perché mi ispiro, da sempre, a quanto scriveva Elbert Hubbard «non dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno bisogno e i tuoi nemici non ci crederanno comunque». Mi permetta solo, timidamente ed educatamente, di esortarLa, per eventuali prossime occasioni, a
scrivere su qualcosa che Lei abbia potuto verificare personalmente e non
sulla base dei troppi si dice di cui è piena la Sua nota («avendo molti amici
artigiani con cui mi confronto» «mi dicono i miei amici artigiani» «mi dicono» e via illazionando..). Allo stesso modo mi permetta, sempre timidamente ed educatamente, di invitarLa alla frequentazione di amici – non
importa se artigiani o meno – almeno un po’ documentati tanto sull’organizzazione dell’Associazione quanto sull’attività svolta. Perché è spiacevole sapere che i Suoi amici non sono nemmeno a conoscenza che la Cooperativa Artigiana di Garanzia è un intermediario finanziario, esattamente
con le stesse regole di un Istituto di Credito Cooperativo, da oltre un anno. Perché è spiacevole sapere che i Suoi amici non leggono o fanno fatica a leggere o non capiscono cosa io vado scrivendo da tempo sul credito
e, dunque, non solo sulle Casse Rurali ma su tutti gli Istituti di credito. Indipendentemente dall’area ex-Cederna. Perché è spiacevole sapere che i
Suoi amici non sono a conoscenza di quante proposte – nel corso della mia
presidenza – siano state inviate alla politica, al tavolo degli appalti pubblici, all’Agenzia del lavoro ed è ancora più spiacevole sapere come i Suoi
amici non conoscano quante proposte sono state condivise, accettate, inserite (perfino!) nella legge finanziaria provinciale.
Così come è spiacevole sapere che i Suoi amici non conoscano nemmeno
le modalità con cui avviene la comunicazione attraverso i media. In questi
anni – La sfido a trovare una sola voce contraria – io non ho mai avuto necessità di scrivere ai giornali, di telefonare al giornalista “amico”, di implorare un’intervista e una comparsata radiofonica o televisiva, qualunque essa sia. Al contrario. Penso di venire interpellato non solo perché Presidente
dell’Associazione Artigiani ma anche perché approfondisco, perché mi impegno a capire, perché sono informato, perché – forse presuntuosamente –
ho perfino “qualcosa da dire”. Per tutelare e dare sempre più forza alla mia
categoria che, con i suoi trentasettemila occupati, è oggi la forza economica più numerosa della provincia.
Mentre è per me piacevole sapere che Lei così «spesso assente dal Trentino
per lavoro» viene tenuta al corrente di ogni mia iniziativa. Che evidentemente può accadere anche in Sua assenza ma che, con puntualità certosina,
viene per così dire “messa in archivio” dai Suoi amici artigiani e non. Con il
chiaro scopo – una volta rientrata in Trentino – di sottoporLa alla Sua grande attenzione e al Suo insindacabile giudizio. Concluso poi con «i complimenti per la conduzione del quotidiano “l’Adige” che considero una preziosa fonte di notizie obiettive e puntuali»: evidentemente quando non scrive
del “signor De Laurentis”.
Sempre che dal Suo indirizzo e-mail, a Sua insaputa ovviamente, altri non
abbiano scritto quella nota. Nel qual caso l’occasione mi è comunque gradita per essermi potuto rivolgere a Lei direttamente senza il filtro di amici
comuni – siano essi artigiani o meno – ai quali, in nessun caso, affiderei la
mia presentazione. Stia bene. Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
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primo piano
maestro artigiano
Presidenti di categoria
a “Maestro Artigiano”
Quattro presidenti di categoria
che stanno frequentando
contemporaneamente i nuovi corsi
per ottenere la qualifica
di “Maestro Artigiano”.
Una casualità che ci permette però
di approfondire le motivazioni
che portano ogni singolo soggetto
a intraprendere un percorso
impegnativo, ascoltare i singoli punti
di vista sull’organizzazione del corso
e capire quali sono le aspettative
per il futuro prossimo.
Come avrete modo di leggere
i pensieri dei quattro artigiani
in questione non si discostano molto
e sono accomunati da un grande
entusiasmo e un’enorme
soddisfazione per l’impegno
che stanno portando a termine.
di Stefano Frigo
ERMANNO SAVOI,
presidente categoria posatori porfido
«Siamo in sedici, sicuramente un
gran bel numero, e il corso ha preso il
via lo scorso 23 febbraio. In totale dovremo frequentare 350 ore, un percorso quindi complesso soprattutto
considerando il fatto che tutti noi
“rubiamo” il tempo alle nostre rispettive attività. I motivi che mi hanno
spinto verso il “Maestro Artigiano” sono essenzialmente due: la volontà di qualificare ulteriormente la mia professionalità e la possibilità di poter
trasmettere negli anni avvenire le competenze acquisiste ai ragazzi più giovani. Devo dire che qualcuno di
noi inizialmente era un po’ scettico ma sin dalle prime
ore del corso questo scetticismo è stato sostituito da un
grande entusiasmo. Stiamo ad esempio affrontando tematiche che nel passato non si erano mai approfondite tipo la gestione del marketing e il rapporto con i pro-
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l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
pri collaboratori. Si ha insomma la bella sensazione di
arricchirsi minuto dopo minuto, questo mi aspetto anche da qui alla fine: continuare a crescere per poter poi
trasferire le nuove competenze nella quotidianità».
PAOLO MALESARDI,
presidente categoria autoriparatori
«Siamo a metà percorso avendo
iniziato l’undici settembre del 2011
e devo dire che sta andando tutto
oltre le mie più rosee aspettative.
Inizialmente mi sono avvicinato al
“Maestro Artigiano” per una questione di formazione personale,
pensando ciò di poter qualificare ulteriormente il mio operato e, in ottica futura, poter essere utile anche
per quei giovani che vorranno intraprendere la mia
professione. Con il passare delle ore ho capito che
avrei potuto e dovuto iscrivermi prima, il corso in
questione infatti si sta rivelando determinante per tutta una serie di situazioni. Basti pensare alla fase iniziale quando cominciarono a parlarci di marketingstrategie di mercato e a tanti di noi sembrava assurdo,
poi ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che
stavamo scoprendo e approfondendo concetti che ci
sarebbero potuti tornare utili all’inizio delle nostre attività. Per non parlare della gestione delle ore e della
forza lavoro: per farla breve posso dirvi che ho già
cambiato il modus operandi all’interno della mia azienda. Il corso si svolge durante il giorno ed è chiaro che
si tratta di un impegno non da poco, un impegno che
però sono entusiasta di aver accettato. Mi sto rendendo conto che la mia crescita professionale è davvero
continua e anzi, vi dirò di più, sono cambiato anche
a livello personale e caratteriale. Gestendo meglio il
lavoro, grazie alle nozioni imparate durante il percor-
primo piano
so in questione, anche i rapporti con la famiglia ne
hanno notevolmente beneficiato».
maestro artigiano
Costruiamo il futuro
dei Maestri Artigiani
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI 9 MARZO 2012
ANDREA GIOVANNINI,
presidente categoria odontotecnici
«Stiamo parlando di una possibilità formativa eccezionale anche per
poter nel futuro prossimo arricchire
i nostri apprendisti. Abbiamo iniziato lo scorso novembre ed è stata una
scelta presa proprio in concertazione con altri colleghi, essendo il primo corso per “Maestro Artigiano”
per quanto riguarda la nostra professione. Mi sono speso in prima persona per convincere altri professionisti e devo dire che sono più che
soddisfatto. Inizialmente ci siamo presentati in 22 e
dopo una prima selezione siamo rimasti in 16, numero ideale per potersi rapportare in maniera costruttiva
con i docenti. Al di là del fatto che stiamo tutti imparando cose nuove, fatto da non sottovalutare, è bello
anche lo spirito di aggregazione che sta caratterizzando il nostro gruppo di lavoro. Da qui alla fine del corso mi aspetto di poter apprendere ancora numerose
nozioni per poter così risultare ancora più preparato e
competitivo in un mercato del lavoro che richiede
qualifiche sempre più specifiche».
SILVIO ALDRIGHETTI,
presidente categorie piastrellisti
e posatori in legno
«Abbiamo iniziato da poco ma
le sensazioni sono già ottime. Siamo 11 posatori in legno e 14 piastrellisti e credo di poter dire che
tutti ci siamo avvicinati al corso in
questione per migliorare ulteriormente le nostre professionalità e ottenere una qualifica che sono certo
potrà tornarci utile nel futuro. Mi
aspetto di poter imparare tante cose nuove così da
poter continuare ad essere all’altezza di un mercato
sempre più competitivo e in un certo senso spietato.
Al giorno d’oggi chi non si aggiorna rischia davvero
di rimanere indietro e non andare più incontro alle
richieste delle committenze. Al di là di questo però si
tratta di un’occasione unica anche per quanto concerne le conoscenze personali di altri tuoi colleghi:
troppo spesso infatti non si riesce a lavorare insieme
per degli inutili e inopportuni steccati di egoismo, in
questo caso invece penso si potranno creare delle reti di aggregazione di imprese che in tanti anni non
eravamo riusciti a concretizzare. È evidente che aumentando la massa critica si potranno creare delle
opportunità professionali che singolarmente non si
sarebbero potute affrontare». Affollata partecipazione di Maestri Artigiani
al Seminario “Costruiamo il Futuro dei Maestri Artigiani”.
La giornalista Silvia Bruno, che ha moderato i lavori
del convegno, nell’introdurre i temi all’ordine del giorno,
ha evidenziato l’importanza che i Maestri Artigiani
appartenenti a tutte le categorie che dal 2006 ad oggi
hanno effettuato il percorso per ottenere il titolo
di Maestro Artigiano (acconciatori - sarti - falegnami
- lattonieri - termoidraulici - carpentieri in ferro - estetisti)
si conoscano, facciano rete per valorizzare il proprio peso
nella formazione professionale, nel contesto artigiano
e più in generale del tessuto sociale trentino.
Elena Casagrande, responsabile dei Maestri Artigiani
Acconciatori e Presidente delle Federazioni di Categoria
dell’Associazione, nel suo intervento ha sottolineato
come: «L’impegno di questi anni nella diffusione della
cultura del “Maestro Artigiano” è stato proficuo e ricco
di soddisfazioni, ma richiede sempre ulteriori sforzi
nell’elaborare strategie e pratiche efficaci per rafforzare
tale cultura. Essere Maestro Artigiano significa
intraprendere un viaggio che non finisce con l’acquisizione
del titolo ma che continua con una costante formazione
che ci accompagnerà per tutta la vita».
«Il percorso di Maestro Artigiano – ha continuato
Casagrande – ha permesso di riconoscere pubblicamente,
attraverso un titolo, delle competenze proprie alla nostra
professione garantendo una professionalità che deve
essere spesa per far avvicinare e accompagnare i nostri
ragazzi a questa realtà delle piccole imprese artigiane.
Occorre compiere uno sforzo ulteriore per allargare
la platea degli artigiani che diventino ambasciatori attivi
nel divulgare i saperi di una professione artigiana quale
la nostra che necessita di continui aggiornamenti
e di collaborazione tra gli associati».
Casagrande ha poi concluso ricordando come:
«Il raggiungimento di un traguardo nel nostro viaggio
che ci dà soddisfazione per i risultati raggiunti ma che
è allo stesso tempo una partenza per progettare
e realizzare nuovi e importanti obiettivi che permettano
crescita e qualità per un futuro migliore. Sono tre
le parole chiave: Passione, Trasmissione ed Eccellenza!
Se le cose che stiamo proponendo rientrano in queste
tre parole allora significa che stiamo andando nella
giusta direzione».
Dopo Elena Casagrande è intervenuto il Presidente
dell’Associazione Artigiani Roberto De Laurentis che,
nel salutare gli intervenuti e nel sottolineare
l’importanza della figura del Maestro Artigiano,
ha accolto con grande interesse la nascita della Bottega
Scuola, vero strumento per la trasmissione
del sapere da parte degli artigiani. Inoltre ha raccolto
continua a pagina 6
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
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primo piano
maestro artigiano
segue da pagina 5
l’invito di Elena Casagrande confidando che la Provincia
estenda, in tempi rapidi, a tutte le categorie che
ne faranno richiesta la possibilità di avviare il percorso
di Maestro Artigiano.
L’Assessore provinciale all’artigianato, industria
e commercio Alessandro Olivi salutando l’intera platea
dei Maestri Artigiani trentini ha per l’appunto introdotto
l’importante istituto della Bottega Scuola, approvato nei
giorni scorsi dalla Giunta provinciale, con un’immagine
che ci riporta agli inizi del Cinquecento a Firenze,
all’apogeo delle corporazioni delle arti e dei mestieri.
«Le Botteghe Scuola rivestivano allora il ruolo di gangli
vitali dei tessuti urbani del basso medioevo, cardine
per la successiva fioritura delle meravigliose città
del Rinascimento – ha spiegato Olivi –. Basti pensare
al capolavoro del David di Michelangelo, una scultura
che il massimo artista del Rinascimento ha creato con
la testa e le mani volutamente sproporzionate per
sottolineare l’importanza dell’una per il pensiero
e delle altre quale strumento operativo dell’epoca».
«Questa premessa – ha proseguito Olivi – è quindi
un auspicio anche per il nuovo istituto delle Botteghe
Scuola trentine, di cui il Maestro Artigiano rappresenta
il fattore umano indispensabile quale propulsore
di una nuova ripartenza economica. Non a caso,
appartiene all’esperienza delle corporazioni medioevali
e rinascimentali anche il patto di mutuo aiuto degli iscritti
che oggi la vostra Associazione si è impegnata
alacremente a ricostituire con la creazione di una Mutua
provinciale artigiana. La figura del Maestro Artigiano, che
assieme all’Associazione Artigiani intendiamo valorizzare
il più possibile, rappresenta il fiore all’occhiello di ormai
numerose categorie artigiane. Nell’ottobre scorso
la Provincia ha riconosciuto il titolo a 16 Maestri Artigiani
lattonieri, a 16 Maestri Artigiani carpentieri in ferro
e a 19 Maestri Artigiani termoidraulici».
I tre nuovi gruppi vanno ad aumentare le fila dei quasi
cento Maestri Artigiani acconciatori, estetisti, sarti,
nonché falegnami, sia arredatori che serramentisti, cui
è stato riconosciuto il titolo dopo i primi impegnativi
corsi di apprendimento conclusisi in due tornate
nel 2006 e nel 2009. L’assessore ha poi continuato:
«Sono lieto di iniziare con voi e con l’Associazione
un ulteriore percorso volto da un lato ad avviare una
formazione continua della vostra realtà per mantenere
vive le già elevate capacità professionali e dall’altro
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l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
a sviluppare, anche con il supporto della nuova
Commissione per l’Artigianato che sta per insediarsi,
il nuovo istituto della Bottega Scuola che potrà
coinvolgervi e consentire così il passaggio
delle competenze ai vostri allievi».
«Ciò che spero si realizzi – ha concluso Olivi –
è la nascita di una base di eccellenza che possa essere
punto di riferimento e base per una crescita
di competenze diffusa. Un gruppo sempre più nutrito
di Maestri Artigiani pronti a mettersi in relazione
gli uni con gli altri, supportati da costanti fasi
di aggiornamento. D’altra parte ora il Maestro Artigiano
diventerà, grazie al nuovo istituto della Bottega Scuola,
un punto di riferimento per la formazione professionale
e per lo sviluppo di nuove competenze, con il passaggio
di sapere ai giovani apprendisti desiderosi di acquisire
capacità pratiche. Si creerà così quel connubio fra
le galassie dell’impresa e della formazione
professionale, indispensabile per poter sfruttare
appieno le Vostre capacità senza che vadano disperse».
Successivamente all’intervento dell’Assessore Olivi,
ha preso la parola il dott. Vito Cofler, direttore
dell’Ufficio Artigianato della Provincia Autonoma,
il quale ha illustrato in dettaglio il regolamento
approvato recentemente, di disciplina delle
caratteristiche generali della Bottega Scuola.
Infine è stato il turno di Emanuele Gecele di CEii
Trentino che è intervenuto in merito all’uso del marchio
di “Maestro Artigiano” evidenziando come il marchio
stesso rappresenti una serie di percezioni nella mente
del consumatore e che in questo specifico caso deve
significare l’essere parte di un gruppo condividendo
e testimoniando valori specifici.
Flavio Antolini, docente e formatore, ha invece
relazionato in merito all’opportunità di una formazione
dei Maestri Artigiani dove l’obiettivo principale è «quello
di sviluppare un progetto/percorso formativo sulle
abilità trasversali rivolto a tutte le categorie dei Maestri
Artigiani in cui i diversi temi vengono affrontati
prevedendo diverse situazioni formative che possono
essere scelte dai partecipanti sia nella loro totalità sia
per temi di interesse la cui finalità sarà quella di favorire
il processo di trasformazione individuale del Maestro
Artigiano dove le competenze diventano professionalità
quando le stesse si fondono con la nostra personalità,
la nostra storia, i nostri stili comunicativi, la nostra
identità, i nostri progetti personali e professionali».
Tre i temi fondamentali per i corsi: comunicazione,
motivazione e gruppo.
Il 1° corso che riguarderà la comunicazione avrà
svolgimento il 19 e il 20 aprile, il 2° corso che riguarda
la motivazione avrà il suo svolgimento il 18 e il 19 maggio
e infine il 3° corso con tema il gruppo avrà svolgimento
nelle giornate del 19 e 20 giugno.
Maria Lisa Beatrici, Maestra Artigiana acconciatrice,
e Nicola Zambonato, Maestro Artigiano Termoidraulico
hanno portato le loro esperienze a confronto, con
testimonianze di percorsi che li hanno portati entrambi
a crescere come parte attiva di una realtà che fa grande
tutta la categoria.
associazione
opere pubbliche
Ecco la “Task Force”…
… speriamo possa servire
Lo scorso 23 marzo la Giunta si è riunita a Borgo Valsugana dove ha
incontrato Sandro D’Andrea. Tema principale sono state le opere pubbliche
per un importo non inferiore al milione di euro.
di Stefano Frigo
rosegue il confronto fra la Giunta
provinciale e i territori del Trentino,
per mettere a fuoco problematiche
di particolare importanza e urgenza. Lo
scorso 23 marzo la Giunta – guidata dal
Presidente Lorenzo Dellai – si è riunita a
Borgo Valsugana, dove ha incontrato il presidente della Comunità di Valle Valsugana e Tesino Sandro D’Andrea e i suoi collaboratori. Si è discusso in
particolare di opere pubbliche, a partire da quelle già
finanziate, per un importo inferiore al milione di euro. L’obiettivo è quello di velocizzare le procedure che
permettano di dare il via libera ai lavori, anche per venire incontro alle esigenze delle molte imprese del settore presenti in valle, che soffrono per gli effetti di una
crisi economica che nel 2012 si è già trasformata in recessione. Due le azioni previste, che verranno estese a
tutto il Trentino: l’attivazione di una “task force” che
sciolga in tempi brevi tutti i nodi burocratici che rallentano l’appalto delle singole opere, facente perno
sulla Comunità di Valle, e l’attivazione “a tappeto”
della procedura della conferenza dei servizi. Gli interventi in fase di lavorazione, in Valsugana e Tesino, sono attualmente 50, per una spesa totale di quasi 44
milioni di euro. 46 invece gli interventi in fase di progettazione, per complessivi euro 105.700.0000 circa.
«Questi incontri – ha spiegato il Presidente Dellai –
hanno tutti una impostazione concreta e di valenza
generale. Il tema affrontato oggi è di fondamentale importanza per fronteggiare un momento particolarmente difficile. Va detto innanzitutto che la Giunta ha già
P
programmato per il biennio 2012-2013
diverse iniziative di natura strategica sul
piano economico. Proseguiamo quindi
3
su questa strada ma nel frattempo dobbiamo fare i conti con un’emergenza molto forte,
che necessita anche di interventi di breve periodo.
C’è già oggi tutta una serie di progetti di natura pubblica, con risorse già stanziate, che faticano ad arrivare
al cantiere, perché le procedure sono molto lunghe, le
autorizzazioni tardano a venire. Ci siamo impegnati, a
iniziare da qui, per attivare un gruppo di lavoro che in
brevissimo tempo possa dare il via agli appalti di opere pubbliche che attendono di partire, la maggior parte sotto il milione di euro, ma alcuni anche sopra. C’è
bisogno di una regia unitaria, in capo alle Comunità di
Valle. Le risorse a disposizione, insomma, vanno messe a frutto, nell’interesse delle realtà interessate ma anche delle nostre imprese. Attiveremo quindi delle apposite “task force” per ogni territorio. Al tempo stesso,
utilizzeremo al meglio la procedura della conferenza
dei servizi, fino a quando tutti i progetti sotto il milione di euro già finanziati non saranno stati cantierati.
Iniziamo da qui perché qui il sistema delle imprese edilizie è molto forte e si sta rigenerando intelligentemente, prova ne è l’avanzamento del “sistema legno”
ma anche la richiesta, che ci è stata avanzata oggi, di
avviare delle attività di ricerca nel campo dei materiali
per la nuova edilizia. Questo approccio “di emergenza” ci consentirà anche di testare un nuovo modello organizzativo, incardinato nelle Comunità di Valle,
utilizzando leggi che già ci sono, ma che devono esse-
Suddivisione per settori e limiti di importo
Settore
>= 500.000
Ambientale
2
Edile
3
Infrastrutturale
Totale opere
per limiti importo
>= 1.000.000
>= 1.500.000
8
4
>= 5.000.000
1
3
1
13
5
2
3
18
€ 3.948.467,02
13
€ 9.208.892,29
6
€ 6.896.279,65
5
€ 16.659.545,95
Totale opere
per settore
< 5.000.000
€ 40.465.648,71
1 24
€ 60.931.799,88
4
€ 69.041.846,24
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
€ 4.357.582,57
3 19
46
l’Artigianato
7
associazione
opere pubbliche
Quanto cresce
la popolazione trentina
La popolazione residente in Trentino è in continua
e costante crescita nell’ultimo ventennio. Attualmente
si cresce in un solo anno quasi come un tempo
(tra il 1981 e il 1991) si cresceva in dieci anni. È ciò che
emerge dalla pubblicazione “La popolazione residente
in provincia di Trento attraverso l’anagrafe e i flussi
demografici”, disponibile sul sito del Servizio statistica
della Provincia (www.statistica.provincia.tn.it).
di Stefano Frigo
La Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri è l’area
con il più basso valore dell’indice di carico sociale
giovani (19,1) ma il più alto indice di carico sociale
anziani (38,1), confermando la presenza di una
popolazione residente relativamente più vecchia che nel
resto del Trentino. Il volume complessivo degli iscritti
all’anagrafe, provenienti sia dall’Italia che dall’estero,
è stato pari a circa 12.000 unità fino alla fine degli anni
’90, per poi crescere progressivamente fino alle circa
20.000 degli anni più recenti. Nello stesso periodo
le cancellazioni anagrafiche si sono attestate tra 8.000
e 9.000 unità per la maggior parte del periodo, con
valori prossimi alle 13.000 solo negli anni più recenti.
L’età media della popolazione attualmente è pari a 42,2
anni e appare crescente nel tempo. Gli stranieri
residenti sono poco più di 46.000: la loro consistenza è
andata via via crescendo a partire dall’inizio degli anni
’90. La comunità straniera più grande è quella romena,
seguita a lunga distanza da quelle marocchina e
macedone. La natalità degli stranieri contribuisce in
modo determinante a sostenere il peso della
componente giovane. Nel 2009 il tasso di natalità
risulta pari a 20,2 per gli stranieri e a 9,3 per gli italiani.
Dal 1986 ad oggi l’età media è aumentata di circa 4 anni
sia nel valore complessivo che distinta per genere.
re applicate con maggiore rapidità e incisività. Quindi si
parte dall’emergenza per arrivare a uno standard operativo
valido per tutti».
Fra gli interventi più importanti in Valsugana e Tesino abbiamo innanzitutto quelli di carattere viabilistico: 3 sono in fase di lavorazione (per circa euro
5.700.000) e altri 10 in fase di progettazione (per un
totale di 49 milioni di euro). In fase di realizzazione
gli interventi di rettifica e difesa dalle valanghe sulla
provinciale del Broccon, il rifacimento del ponte sul
rio Chiavona, la sistemazione dell’abitato di Ivano
Fracena. In fase di progettazione fra gli altri la già citata variante del Tesino, la messa in sicurezza dell’abitato di Roncegno Terme, e numerosi interventi riguardanti rotatorie, marciapiedi e altre opere di pubblica
utilità. Previsti anche interventi di mobilità ciclopedonale e nelle aree industriali. 8
l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
associazione
finanziamenti
Riqualificazione energetica
degli edifici pubblici
Criteri per il finanziamento
Il provvedimento, adottato il 24 febbraio scorso dalla Giunta provinciale, dà
attenzione ai rapporti tra le banche, i soggetti del sistema finanziario
e la Provincia.
u proposta del Presidente Lorenzo Dellai, del
Vice presidente Alberto Pacher e dell’Assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi, la Giunta provinciale ha adottato un provvedimento con cui
si dà attuazione alle norme previste in materia di riqualificazione energetica degli edifici pubblici; in
particolare per quanto riguarda i rapporti tra le banche, i soggetti del sistema finanziario e la Provincia.
Con il provvedimento adottato il 24 febbraio si sono decisi tra l’altro: le tipologie di intervento, i soggetti che possono accedere allo specifico fondo, le
procedure, i criteri e le modalità per la concessione
del contributo provinciale.
S
La riqualificazione energetica degli edifici si attua
attraverso una serie di interventi volti principalmente:
• al contenimento della dispersione termica (isolamento dell’involucro);
• alla realizzazione di interventi con tecnologie innovative ad alta efficienza energetica (caldaie, raffrescamento, impiantistica...);
• alla realizzazione di sistemi di produzione energetica rinnovabile (fotovoltaico, solare termico, geotermia...);
• al telecontrollo del funzionamento impiantistico;
• alla gestione e all’uso razionale dell’energia.
In particolare, con l’effettuazione degli interventi
di riqualificazione si vorrebbe favorire la “virtuosità”
di alcune scelte: vi è, oggi, la piena consapevolezza
che, a causa della difficile congiuntura economica, è
necessario fare importanti tagli sul versante della spesa pubblica. E se non si vogliono tagliare le spese per
l’erogazione dei servizi essenziali per i cittadini, l’unica strada alternativa percorribile, soprattutto sul
versante della spesa corrente, è quella di valorizzare
nuovi modi di operare e, soprattutto, di gestire le risorse disponibili improntate alla sostenibilità, all’efficienza e all’economicità. Una metodologia di azione intelligente e concreta è – indubbiamente – quella
di tagliare la “bolletta energetica” e, per far questo,
occorre effettuare oculate scelte di riqualificazione
energetica sugli edifici pubblici con particolare riferimento a quelli che comportano maggiori consumi
energetici (cioè: uffici, strutture sanitarie e scuole).
Una metodologia che, in questo settore, si è rivelata assai interessante consiste nel far proporre la soluzione (cioè l’individuazione degli interventi in concreto da realizzare sull’immobile) alle stesse imprese
che partecipano alle gare bandite dalle amministrazioni proprietarie di immobili, trattandosi di soggetti
che hanno già accumulato un’esperienza specifica:
in questo modo l’offerta non verrebbe valutata unicamente sotto il profilo economico, ma anche nella
“bontà” della soluzione progettuale proposta e nei
conseguenti riflessi in termini di contenimento energetico e prospettive di risparmio.
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l’Artigianato
9
associazione
finanziamenti
Ulteriore sgravio Irap deciso
dalla Giunta provinciale
I quotidiani locali hanno dato ampio risalto alla
decisione della Giunta provinciale del 30 marzo
scorso di aiutare famiglie e imprese trentine in questa
difficile congiuntura con uno stanziamento di 30
milioni, previsto da specifico Disegno di Legge.
Le risorse sono così destinate:
• 15 milioni ai nuclei famigliari più bisognosi, per un
sostegno al reddito;
• 15 milioni alle imprese sotto forma di sgravio IRAP,
aggiuntiva rispetto a quelle già previste con la legge
finanziaria provinciale 2012.
Lo sgravio IRAP è stato richiesto dalla Associazione
Artigiani anche attraverso il Coordinamento
Imprenditori per attenuare il forte impatto dell’IMU
(Imposta Municipale Unica) che si pagherà a giugno.
Occorre precisare che lo sgravio IRAP deciso dalla
Giunta provinciale è diverso per imprese turistiche
e commerciali (-0,5%) rispetto a quello per le imprese
artigiane e industriali (-0,2%). Questa differenziazione
dipende dal fatto che l’IMU è più elevata per
gli immobili alberghieri e commerciali; quindi
per ottenere il risultato di un abbattimento paritetico
per tutti i tipi di imprese (“circa il 50% dell’IMU”)
è stato individuato uno sgravio IRAP differenziato.
Ma esiste anche un secondo, ulteriore, importante profilo innovativo che attiene al coinvolgimento
delle imprese offerenti.
La contrazione delle risorse finanziarie, infatti,
rende sempre più problematico, per l’ente pubblico,
poter finanziare gli interventi: il rischio più grave,
dunque, è che proprio gli interventi di riqualificazione energetica, pur interessanti in una prospettiva di
contenimento di spesa nel medio-lungo periodo ma
che non sono – di per sé – essenziali in termini strettamente funzionali, non possano essere attivati per
assenza di risorse immediate.
L’idea, allora, è in buona sostanza quella di reperire risorse finanziarie attraverso lo stesso investimento. Infatti, se la scelta progettuale è valida, significa
che sin dal primo anno dopo l’intervento sull’immobile si possono attendere dei risparmi sulla bolletta
energetica: ebbene, una parte di questo risparmio andrà a beneficio immediato dell’ente e un’altra parte
andrà a rimborsare la quota di capitale che lo stesso
realizzatore metterà a disposizione ricorrendo a mutui
erogati dal sistema bancario.
Anche questo processo sarà favorito dalla Provincia che ha approvato una deliberazione unitamente a
uno schema-tipo di convenzione con il quale intende promuovere la costituzione di fondi da parte del
sistema creditizio con tassi e condizioni contrattuali
definite in tale convenzione.
10 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Infatti, le risorse finanziarie utilizzate per la realizzazione dell’intervento non vengono versate dall’ente pubblico proprietario dell’immobile, se non per
una quota parte, ma sono risorse recuperate sotto forma di risparmio energetico “in bolletta” conseguente
alla riqualificazione energetica dell’edificio, trasferite
al soggetto realizzatore e finalizzate al rimborso del
capitale utilizzato per finanziare l’intervento.
Nello specifico, gli elementi caratterizzanti il progetto di riqualificazione energetica sostenuto dalla
Provincia possono essere così sintetizzati:
• è prevista la costituzione, da parte di banche e altri
soggetti del sistema finanziario, di fondi da destinare a favore dei soggetti realizzatori degli interventi
(imprese, artigiani, ecc,…) che devono provvedere
alla realizzazione e gestione degli interventi per la
quota non coperta da finanziamento pubblico;
• per l’anno 2012 è prevista la concessione di un contributo all’ente pubblico proprietario dell’immobile
da parte della Provincia pari al 20% (percentuale che
si riduce al 10% per gli interventi realizzati su immobili di aziende speciali e di società in house che gestiscono servizi pubblici degli enti locali) rispetto a una
spesa massima ammissibile di 1 milione di euro;
• gli interventi devono essere finanziati per una quota di norma non inferiore al 10% dal soggetto realizzatore con risorse proprie ed eventualmente per
una quota dall’ente pubblico committente al fine
di assicurare la sostenibilità dei progetti oltre che
immediate ricadute in termini di riduzione della
spesa corrente sul bilancio dell’ente stesso;
• alla restante parte della spesa per la realizzazione
dell’intervento (di norma pari al 70% dell’investimento) provvede sempre il soggetto realizzatore attraverso il ricorso a finanziamenti a valere sui fondi
costituiti dalle banche e da altri soggetti del sistema
finanziario alle condizioni previste dallo schema di
convenzione adottato oggi.
Significativi i benefici attesi dal progetto:
• stimolo alle azioni per il risparmio energetico e per
lo sviluppo dell’edilizia sostenibile;
• leva di sviluppo per la complessiva filiera produttiva del settore (professionisti, utilizzo di nuove tecnologie, interventi costruttivi e di riqualificazione
energetica);
• sviluppo del know-how del territorio;
• coinvolgimento del capitale privato nel finanziamento degli interventi;
• risparmi di gestione per gli enti pubblici;
• sostegno in funzione anticongiunturale alle imprese del settore.
Per l’anno in corso sono già stati programmati rilevanti apporti da parte del settore bancario locale:
• MedioCredito Trentino-Alto Adige: 20 milioni
• UniCredit: 20 milioni.
Pure il sistema del credito cooperativo ha assicurato la mobilitazione di risorse nell’ordine di 20 milioni. [S.F.]
associazione
ricerca
Il rapporto
Almalaurea
I laureati italiani? Sempre più disoccupati
Secondo il rapporto Almalaurea passa dal 16% al 19% la disoccupazione
dei laureati triennali.
di Stefano Frigo
n’altra brutta notizia per i ragazzi italiani. Oltre al tasso di disoccupazione giovanile superiore al 31% secondo i dati Istat di gennaio,
ora arriva anche l’aumento della disoccupazione tra i
laureati. È quanto stabilisce il XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei “neodottori”, circa 400mila ragazzi coinvolti. Secondo
il consorzio interuniversitario la disoccupazione
dei laureati triennali è passata dal 16% del 2009 al
19% del 2010. Dato che lievita anche per i laureati specialistici, passato dal 18 al 20 per cento. Non
vengono risparmiati neanche gli specialistici “a ciclo unico” come i laureati in medicina, architettu-
ra, veterinaria, giurisprudenza: anche per loro la
disoccupazione è passata dal 16,5 al 19%.
E in Trentino?
del 44%, in linea con la media nazionale. Tra gli occupati
triennali di Trento, il 26% è dedito esclusivamente
al lavoro, il 18% coniuga la laurea specialistica con
il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica
è il 64%: il 46% è impegnato esclusivamente nella
laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 18%
studia e lavora. Il 7% dei laureati triennali di Trento, non
lavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica,
si dichiarano alla ricerca di lavoro.
Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato
e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea,
33 laureati su cento di primo livello di Trento (la media
nazionale è del 36%). Lavora in condizioni precarie
(per la maggior parte con contratti a tempo determinato)
il 67% dei laureati di Trento; è il 64% nel complesso
dei laureati di primo livello. Il guadagno (sintesi tra chi
lavora esclusivamente, la maggioranza, e chi studia
e lavora) si attesta su valori di poco superiori alla media
nazionale: a un anno dalla laurea i laureati di primo livello
di Trento guadagnano 990 euro mensili netti; la media
nazionale è di 942 euro. L’analisi deve tenere conto che
si tratta di giovani che nella maggioranza dei casi
continua gli studi, rimanda cioè al post-laurea di tipo
specialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro.
U
Guadagna di più rispetto alla media italiana chi si laurea
a Trento. A tre anni dalla laurea presa nel 2008,
considerando sia chi ha seguito i corsi prima e dopo
la riforma, il netto in busta paga al mese è stato pari
a poco più di 1.330 euro, 100 euro in più della media
nazionale. Se si guarda alle facoltà molte sono
le differenze. Dopo tre anni, esce perdente
Giurisprudenza, che ha una media di 1.084 euro netti
al mese e le donne. Le laureate, in generale, guadagnano
200 euro al mese in meno netti dopo tre anni, che
diventano 400 euro dopo 5 anni (1.201 euro per
le donne, 1.605 per gli uomini). Dopo un lustro, poi, chi
è uscito da Lettere e filosofia ha un posto stabile solo
nel 42,9% dei casi, contro, ad esempio, il 90,5% degli
ingegneri o l’82,4% degli economisti e il 74% medio.
I dati sullo stato dei laureati trentini nel 2011 a uno, tre
e cinque anni dal titolo sono stati presentati ieri
dal consorzio Almalaurea. Brutte notizie arrivano per
i laureati specialistici a un anno dal titolo: poco più
di uno su quattro ha un posto stabile (autonomo vero
o dipendente a tempo indeterminato), meno del resto
d’Italia. Per quanto riguarda la laurea di primo livello
(tre anni) a un anno dal titolo, il tasso di occupazione è
I risultati
«Si tratta di un fenomeno piuttosto preoccupante – sottolinea il rapporto – ma del resto basta dare
un’occhiata agli investimenti fatti in questo periodo
dal nostro Paese in questo settore. Francia, Germania,
tutti i Paesi europei hanno investito di più nelle professioni qualificate per uscire dalla crisi, l’Italia è l’unica in controtendenza. Abbiamo una percentuale di
continua a pagina 12
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l’Artigianato
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associazione
ricerca
Il confronto
Non conforta neanche il confronto con i dati del
2007. I laureati triennali disoccupati del 2010 fotografati da Almalaurea sono infatti aumentati dell’8%, percentuale che lievita per i laureati specialistici (9%) e
per gli specialistici a ciclo unico (+10%). Diminuisce
anche il lavoro stabile: la stabilità riguarda infatti il
42,5% dei laureati occupati di primo livello e il 34%
dei laureati specialistici (con una riduzione, rispettivamente, di 4 e di 1 punto percentuale rispetto all’indagine 2010). Si dilata anche la consistenza delle
forme contrattuali a tempo determinato e interinale,
del lavoro parasubordinato e del lavoro nero. Fenomeno, quest’ultimo, che riguarda il 6% dei laureati di
primo livello, il 7% degli specialistici, l’11% di quelli a ciclo unico.
Le retribuzioni
laureati modesta rispetto alla media Ocse, abbiamo
una classe dirigente oltre 55 anni poco scolarizzata e
per di più investiamo pochissimo su questo fronte».
Brutte notizie anche sul fronte della remunerazione: lo stipendio a un anno dalla laurea (pari a 1.105
euro mensili netti per i laureati di primo livello,
1.050 per gli specialistici a ciclo unico, 1.080 per gli
specialistici), già non elevato, perde ulteriormente
potere d’acquisto rispetto alle indagini precedenti
(con una contrazione compresa fra il 2 e il 6%). segue da pagina 11
Per chi ha preso una laurea specialistica, sempre
a 12 mesi dalla laurea, il lavoro è stabile per il 28% dei
laureati di Trento (è il 33% nella media nazionale).
Il lavoro precario riguarda il 71% dei laureati di Trento
(è il 67% a livello nazionale); prevalgono (37%)
i contratti a tempo determinato. Il guadagno è superiore
alla media nazionale: 1.178 euro mensili netti, contro
i 1.056 del complesso dei laureati specialistici. Lavora
il 64% del totale contro la media italiana del 56%.
Almalaurea ha poi analizzato anche come vanno le cose
dopo tre e cinque anni.
«Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai
giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono
inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga
data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere
del tempo dal conseguimento del titolo, le performance
occupazionali migliorano considerevolmente» spiega
Almalaurea. Sono 701 i laureati biennali specialistici
di Trento del 2008, intervistati a tre anni dal titolo,
coinvolti nell’indagine, con un tasso di risposta
dell’83%. Il 75% è occupato, più del complesso
dei laureati specialistici a tre anni (73%). Il 16,5% risulta
ancora impegnato nella formazione. Chi cerca lavoro
è il 9%. La quota di occupati stabili cresce di 25 punti
percentuali tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo
il 53% degli occupati (media nazionale al 55%).
Le retribuzioni nominali arrivano, a tre anni, a 1.337 euro
mensili netti (1.225 a livello nazionale). Se si considerano
anche i laureati con il vecchio sistema che hanno
12 l’Artigianato
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partecipato all’analisi il valore del reddito netto scende
a 1.333 euro.
Tra i laureati, quelli che prendono meno sono quelli
a Giurisprudenza: 1.084 euro, con le donne che sono
ancora sotto quota 1.000. Al top è ingegneria con quasi
1.500 euro al mese.
Le condizioni di lavoro migliorano ancora nel tempo:
i laureati di Trento del 2006 (sono 193 laureati pre-riforma
quelli indagati, con un tasso di risposta dell’86%),
intervistati dopo cinque anni raggiungono un tasso
di occupazione dell’89%. Migliorano la stabilità (che
coinvolge il 74% dei laureati) e il guadagno che è di 1.405
euro mensili netti contro i 1.238 euro medi italiani.
[S.F.]
associazione
filiera del porfido di qualità
Il porfido trentino
volta pagina
Standard minimi di qualità, prezzi di riferimento, stop alle lavorazioni
esterne sono alcuni dei punti “rivoluzionari” del nuovo regolamento per il
comparto lapideo trentino.
di Stefano Frigo
ta tutto in 12 articoli e quattro prospetti allegati. Estremamente conciso, com’è lo stile degli operatori del settore. Ma rappresenta una
piccola “rivoluzione” nel comparto lapideo trentino.
È il regolamento per la “Filiera del porfido di qualità”, presentato a Fornace da Mariano Gianotti e
Diego Laner, rispettivamente Presidente del Distretto
del porfido e delle pietre trentine e Amministratore
unico dell’omonima società che ne è il braccio operativo, alla presenza dell’Assessore provinciale Alessandro Olivi e del Presidente provinciale dell’Associazione Artigiani Roberto De Laurentis.
Il regolamento rappresenta il primo passo per la
costituzione di una rete di Distretto. L’adesione alla
filiera è volontaria, le singole aziende avranno tempo fino a giugno, ma stringenti saranno gli impegni
assunti: il rispetto di standard di qualità, codificati
nelle caratteristiche tecniche della materia prima e
dei singoli prodotti e dalla previsione di una forchetta di tolleranza sugli scarti; prezzi minimi di riferimento, per evitare un’eccessiva concorrenza “intestina” sul prezzo; l’obbligo di controlli, di formazione
del personale e di misure per la sicurezza. E ancora il
divieto di dare all’esterno le lavorazioni del grezzo,
che dovranno rimanere in azienda o essere affidate a
imprese della filiera. A gestire il tutto, controlli com-
S
presi, sarà un nuovo organismo, il Tavolo operativo
di filiera, che si avvarrà dell’Ente sviluppo porfido
(Espo) quale soggetto gestore di filiera.
Quello presentato lo scorso 24 febbraio dal Distretto del porfido e delle pietre trentine, frutto di un
percorso partecipato che ha coinvolto i diversi attori
del sistema, è di fatto il regolamento per la “Filiera
del porfido di qualità”. Il documento, che costituisce
il primo passaggio concreto per la costituzione di
una rete di Distretto, è stato redatto da un gruppo di
lavoro coordinato da Diego Laner e che comprendeva due rappresentanti delle associazioni di categoria
di industriali e artigiani, due persone indicate dai Comuni della Val di Cembra e due membri designati
dalle organizzazioni sindacali.
Primo obiettivo di filiera è la qualità. Non solo di
prodotto, ma anche aziendale, e di processo, certificando il prodotto dall’estrazione fino alla posa in
opera, con la creazione di un marchio specifico di riconoscimento. Viene posta anche la massima attenzione al rispetto delle norme e dei regolamenti attualmente in essere, compreso i disciplinari cava o gli
accordi sottoscritti con le parti sociali, creando un sistema eticamente e socialmente avanzato.
Importante infine lo sforzo per favorire gli scambi
di materiale fra tutti i soggetti della filiera senza nes-
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l’Artigianato
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associazione
filiera del porfido di qualità
materiale solo ad aziende facenti parte della filiera
medesima. Per farlo le aziende adottano un sistema
(software) per equilibrare il rapporto prezzo/qualità
di grezzo e prodotto finito, garantiscono la correttezza della circolazione del materiale grezzo e adottano i prezzi di riferimento indicati nello stesso regolamento.
Controlli sulle caratteristiche minime
di semilavorati e grezzo
Effettuati con cadenza almeno annuale dall’organo di controllo, tollerano una percentuale di scarto
fisiologica del 10%. In caso di contenzioso possono
essere effettuati anche a chiamata.
suna prevaricazione, e l’obbligo di lavorazione del
materiale con maestranze proprie o in alternativa ai
soggetti facenti parte della filiera. Questo per creare
valore aggiunto a tutto il sistema e a valle della filiera,
rispettando i prezzi minimi di vendita e di interscambio fra gli aderenti.
Ma ecco, nel dettaglio, alcuni dei passaggi strategici codificati dal regolamento. Qualità aziendale.
Rispetto delle normative ambientali, sociali e contributive e con un orientamento sempre più forte all’adeguamento a normative ambientali di tipo volontario, tra cui EMAS ed EcoLabel; è raggiunta anche
attraverso la formazione permanente delle maestranze e degli imprenditori.
Qualità della materia prima
Rispetto dei criteri identificativi della qualità della materia prima e delle tolleranze, con i relativi controlli. Ad ogni categoria di grezzo viene assegnato un
prezzo che determina a sua volta il prezzo del prodotto finito.
Qualità di prodotto
Marcatura CE e rispetto delle regole del marchio
“Porfido trentino controllato”.
Tavolo operativo di garanzia
Organo di controllo composto da quattro persone
esterne al mondo produttivo diretto del porfido, composto oltre che dal rappresentante di Espo, soggetto
gestore della filiera, da un rappresentante delle Amministrazioni comunali più rappresentative del porfido, da un rappresentante di Confindustria e da un
rappresentante dell’Associazione Artigiani e Piccole
Imprese. Le nomine saranno convalidate dal Tavolo di
Coordinamento.
Segreteria operativa
Ruolo svolto dall’Espo (Ente sviluppo porfido) che
dovrà verificare periodicamente il rispetto del regolamento e dei requisiti da parte delle aziende aderenti.
Agenzia per la gestione dello scarto. Figura tra gli
intenti programmatici
Contributo determinante nell’attivazione dell’Agenzia sarà dato dal parere dei frantoisti locali da riunire in apposito gruppo di lavoro. In Italia ci sono 7.500
evasori totali
Ammontano a oltre 50 miliardi i redditi
non dichiarati
di Stefano Frigo
Qualità di posa in opera
Rispetto delle regole in materia di lavoro, verificato in parte mediante controlli, in parte mediante autocertificazioni di lavori eseguiti nel rispetto delle
procedure convenzionali, rispetto dei prezzi minimi,
etc.
Qualità dei servizi
Creazione di un apparato di servizi tecnici e logistici coordinato ed efficiente.
Accesso alla filiera
Obbligatorio impegnarsi a lavorare i semilavorati
con proprie maestranze o, in alternativa, cedere il
14 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Sono oltre 7.500 gli evasori totali, cioè
completamente sconosciuti al fisco, scoperti dalla
Guardia di Finanza nel corso del 2011. Si tratta
di imprese e lavoratori autonomi che avevano
occultato allo Stato redditi per oltre 21 miliardi
di euro. Inoltre ci sono cinquanta miliardi di redditi
non dichiarati al fisco e 8 miliardi di Iva evasa.
Sono i risultati ufficiali dell’attività di contrasto
all’evasione fiscale che la Guardia di Finanza
ha condotto nel 2011.
Complessivamente le Fiamme Gialle hanno
denunciato 12mila persone nel corso delle indagini
su frodi e reati fiscali.
associazione
l’azienda
Zanardi Servizi
Quando un’azienda è sempre in movimento
Storia e obiettivi della ditta
Zanardi Servizi srl
a ditta Zanardi Servizi nasce come ditta individuale nel 1988 con il nome della fondatrice
Zanardi Maria Teresina. L’azienda si occupava
allora solamente di pulizie in piccoli ambienti (ad
es. uffici) e nelle parti comuni dei condomini. Con
il trascorrere del tempo, negli anni ’90, si affianca
in maniera sporadica il figlio Ivan Bonvecchio che,
nel corso delle vacanze estive e, successivamente,
nel tempo libero residuale dagli studi universitari,
dà una mano alla madre, così come molti altri figli
di artigiani.
L
Questo supporto diventa via via sempre più consistente e comincia a intravedere altre possibilità di
business, oltre a qualche interessante diversificazione. Nel corso degli anni 2000 iniziano le prime assunzioni e i primi cambiamenti organizzativi e strategici. Il punto di forza già allora era l’impostazione
artigiana nell’attenzione e nella cura dei dettagli e
del servizio, personalizzazione dei servizi come fosse
casa propria e una proposta di global service. Così al-
le pulizie si affianca anche il giardinaggio, piccoli lavori di manutenzione, ecc. L’importanza non viene
perciò incentrata sul prodotto o servizio da vendere,
quanto sul singolo bisogno di ogni cliente che deve
essere continuamente soddisfatto attraverso la personalizzazione dei servizi e soprattutto la “comodità” di avere un unico interlocutore. Nel frattempo
il figlio Ivan decide di continuare stabilmente l’attività della madre, caso a dir poco raro, poiché non accade di frequente che il figlio maschio porti avanti
l’impresa della madre, anche a fronte della possibilità di proseguire quella paterna, votata invece al settore termoidraulico.
Attraverso un continuo e intenso percorso di approfondimento, costituito dalla frequenza a seminari, corsi e fiere di settore, la curiosità del figlio è spinta dall’obiettivo di capire un mondo in apparenza
semplice ma in realtà abbastanza complesso, proprio
perché offre spesso molteplici soluzioni: distinguere i
vari tipi di materiale, conoscere i prodotti chimici ed
i loro componenti, utilizzare attrezzature idonee, ecc.
Sul fronte organizzativo-manageriale approfondisce
alcuni aspetti dell’organizzazione, amministrazione e
vendita, seguendo in particolare i corsi organizzati
attraverso l’ufficio formazione dell’Associazione Arti-
di comodo delle residenze di persone e società nei
paradisi fiscali e lo spostamento all’estero di capitali
per non pagare le tasse in Italia. Rilevante è stata l’attività
di contrasto alle cosiddette “Frodi Carosello” che ha
portato alla scoperta di quasi 2 miliardi di Iva evasa.
Evasione internazionale
Oltre 902 milioni di euro sono stati sequestrati
immediatamente ai responsabili dei reati fiscali; sul
fronte dell’evasione fiscale internazionale, i redditi non
dichiarati scoperti dalle Fiamme Gialle ammontano
a circa 11 miliardi di euro. A finire sotto la lente della
Guardia di Finanza principalmente i trasferimenti
Adesioni spontanee
Sempre più elevato lo standard di qualità dei controlli:
i verbali della Guardia di Finanza, nel 96% dei casi, sono
stati integralmente recepiti dall’Agenzia delle Entrate
per il successivo accertamento. In aumento anche i casi
di coloro che aderiscono spontaneamente ai rilievi
mossi dai verificatori del Corpo, consentendo
l’immediata riscossione degli importi relativi al 10%
dei verbali. Sono stati 12mila i soggetti denunciati,
principalmente per aver utilizzato o emesso fatture
false (1.981 violazioni), per non aver versato l’Iva
(402 casi), per aver omesso la dichiarazione dei redditi
(2.000 violazioni) o aver distrutto od occultato
la contabilità (oltre 2.000 casi). Ai responsabili di reati
fiscali sono stati sequestrati immediatamente oltre
902 milioni di euro.
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l’Artigianato
15
associazione
l’azienda
giani, proprio al fine di innovarsi
strutturalmente e proporsi al meglio sul mercato spesso anche troppo affollato.
Guardando indietro questi ultimi
25 anni, è significativo notare che
ogni decennio ha portato in sé una
crescita o un cambiamento. L’ultimo di questi è avvenuto proprio nel
2010, quando l’azienda si evolve
ulteriormente: entrambe le attività artigianali dei genitori confluiscono in un’unica srl composta da tre soci (madre, padre e
figlio) e questa azienda viene ora
rafforzata grazie all’importante collaborazione di
una decina di dipendenti. L’attenzione per l’innovazione rimane un elemento costante e la volontà
di diventare specialisti della cura dei materiali fa
nascere un sodalizio con Bonasystems, una piccola azienda produttrice di prodotti chimici altamente innovativi.
Grazie a questo sodalizio la Zanardi Servizi srl diventa distributore e applicatore per il Trentino Alto
Adige dei loro prodotti. La formazione mirata di alcuni dipendenti, che condividono la stessa filosofia e
impegno aziendale, permette la creazione di una
squadra specializzata che si occupa di:
• trattamento antiscivolo permanente e certificato su ceramiche e marmi;
• trattamento di pulizia rinnovante su pavimentazioni e superfici con prodotti a base acqua;
• trattamento su piastrelle con vetro liquido (prodotto unico in Italia e all’estero) che riduce la
porosità della pavimentazione proteggendola da
sporco e da macchie;
• trattamenti permanenti antigraffiti;
• trattamenti antiacido su top in marmo di cucine e bagni;
• trattamento antiimpronta su metalli (ad es. acciaio);
16 l’Artigianato
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• trattamento antigoccia su vetri e superfici vetrate.
Questa particolare specializzazione verso la cura e
la protezione delle superfici si deve però rispecchiare
anche nella rivisitazione dell’immagine aziendale. Si
sta infatti lavorando sul marketing: creazione di nuovo logo e della conseguente linea grafica aziendale, sito dedicato www.zanardiservizi.it, profilo su facebook.
Quest’ultimo strumento risulta essere molto utile soprattutto nell’aggiornamento costante del profilo attraverso la pubblicazione quasi immediata delle foto
dei differenti lavori e dei nuovi risultati raggiunti negli interventi su vari cantieri in regione. La conoscenza sempre più meticolosa dei vari materiali, la nuova
organizzazione aziendale e la continua ricerca di partnership stanno aprendo ancora nuove strade per la Zanardi Servizi srl: sinergie sia con aziende di marmisti
per il trattamento dei loro marmi, sia con rivenditori di piastrelle per affiancare il servizio post vendita
legato alla manutenzione e ai trattamenti delle superfici. La Zanardi Servizi srl ha capito che è necessario fare propria un’affermazione di Darwin e l’ha
adattata al proprio approccio al mercato: la sopravvivenza di un’azienda non dipende dalla capacità
di essere forte soprattutto nel contrastare la crisi,
ma dalla sua capacità di adattarsi in modo dinamico e attento ai cambiamenti. associazione
spese famigliari
Il carrello della spesa
è sempre più caro
Venti acquisti, dai generi alimentari
a quelli per la cura del corpo.
Senza scordare una puntatina
dal parrucchiere e un salto
dal meccanico per un guasto ai freni.
Una spesa da 236 euro, circa
15 euro in più di quello che si sarebbe
speso un anno prima: il confronto
fra i prezzi e le tariffe di dicembre
2011 rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente indica un
chiaro aumento, per la maggior
parte dei prodotti di largo consumo.
l 2011, del resto, è stato l’anno della grande inflazione: a dicembre 2011 l’indice era schizzato al
3,3% rispetto allo stesso mese del 2010, valori che
non si vedevano da tre anni a questa parte. Un’accelerazione che ha fatto letteralmente decollare anche la
benzina. E la corsa – basta dare un’occhiata ai cartelli
con i prezzi del carburante – non accenna a fermarsi.
I
Giù l’olio e su la carne
L’Osservatorio dei prezzi e delle tariffe del Ministero
dello sviluppo economico ha pubblicato i dati relativi
a beni e servizi di largo consumo di dicembre 2011. Nel
settore alimentare (il riferimento è il prezzo medio)
quasi tutti i prodotti sono aumentati. Prezzo record per
il parmigiano reggiano (+28,78%), ma anche burro, latte e farina registrano un notevole incremento. Anche
la colazione con biscotti frollini (+5,8%) e caffè tostato
(+22,7%) pesa sul portafoglio. Meglio va solo per olio e
uova: insomma, meglio farsi una frittata che una bistecca (+4,13% per la carne bovina).
Frutta e verdura, più risparmi
Scorrendo l’elenco del settore ortofrutticolo, si incontrano decisamente molti prezzi al ribasso, rispetto
al dicembre 2010. Una zuppa di cipolle bianche (1,37
euro al chilo, con un calo del 17%), accompagnata da
un piatto di lattuga (-10%) o di cavolfiori (-12%), potrebbe pesare poco sul portafoglio. Buone notizie anche per gli amanti della frutta: le clementine (2,01 euro contro 2,07 al chilo) e le mele (un chilo di golden
a 1,45 contro 1,48) hanno registrato una flessione
del prezzo, come pure le pere (2,14 contro 2,25 euro).
Più care, invece, le banane
del centro America: +3,8%.
Cura della persona
Il dicembre 2011 ha concesso un pochino di tregua
alle famiglie con bimbi in tenera età. È sceso infatti (anche
se di poco) il costo dei pannolini, in compenso per lavare magliette e pantaloni in lavatrice si sono dovuti
sborsare più soldi (+2,1% del detersivo). Sale anche il
prezzo della carta igienica, come pure quello dello
shampoo (+0,35%) e del sapone (+10,6%).
Attenzione anche a chi sceglie prodotti «usa e getta»: piatti di plastica e rotoloni di carta da cucina sono passati rispettivamente da 3,48 a 3,63 euro e da
1,46 a 1,51 euro.
Dall’auto al parrucchiere
Tra i beni monitorati vi sono quelli che riguardano
i servizi. Gli amanti della colazione al bar devono fare
i conti con i rincari: caffè espresso (da un prezzo medio di 0,93 a 1 euro) e cappuccino (da 1,32 a 1,35) sono nel segno dell’aumento e anche il pranzo, con panino veloce, diventa più oneroso (da 3,36 a 3,47 euro).
E non sfugge ai rincari il pasto in pizzeria: da 8,31 a
8,47 euro. Anche le signore che puntano a un look
sempre in ordine, devono fare i conti con i rincari:
messa in piega (+2,35%) e taglio di capelli (+2,37%). E
sono guai anche se si rompe l’automobile: la riparazione dei freni è balzata a 122 euro (+7,28%) e pure l’equilibratura delle gomme a 73,82 (+8,1%).
Il “pieno” sempre più caro
Nei distributori trentini il prezzo della benzina ha
già superato 1,7 euro al litro, una corsa al rialzo iniziata già in dicembre, quando il prezzo medio al litro era
sopra 1,6 euro al litro. Nel dettaglio, il prezzo della benzina verde con servizio alla pompa (10 litri) era di 16,64
euro, quello senza servizio di 16,07. Per dieci litri di gasolio, invece, lo scorso dicembre servivano 15,83 euro
per il “fai da te” e 16,45 con il servizio alla pompa.
Prezzi decisamente lontani da quelli di un anno prima,
quando solo con il servizio superava 1,4 euro al litro.
Nel dicembre 2010 il prezzo medio per la benzina verde servita era 1,44 (1,42 con il fai da te), mentre un litro di gasolio costava “solo” 1,3 euro (1,33 servito). Insomma, in un anno c’è stato un incremento del 23%
sul gasolio e del 15% sulla benzina verde. Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
17
associazione
economia
In Trentino
cala la domanda interna
Dopo quasi due anni di ripresa,
il fatturato delle imprese
provinciali cala di quasi l’1%.
rrivano anche nella nostra provincia i segnali
della nuova ondata recessiva dell’economia.
Per la prima volta, dopo quasi due anni di ripresa, il fatturato delle imprese provinciali cala di quasi l’1%. La caduta è tutta della domanda interna ed è
causata dalla diminuzione del reddito disponibile delle
famiglie e dalla riduzione della ricchezza finanziaria. In
alcuni settori la frenata diventa un vero e proprio crollo: l’edilizia perde il 15%, il commercio al dettaglio e
l’artigianato l’8%, l’estrattivo, cioè il porfido, il 4%. In
controtendenza l’export e quelle aziende – poche – che
operano con l’estero: le prime stime dicono che le
esportazioni trentine hanno raggiunto nel 2011 il record storico di 3.100 milioni di euro.
A
Le tendenze generali
Il punto è stato fatto lo scorso 21 febbraio in
Camera di Commercio dal presidente Adriano
Dalpez e da Massimo Pavanelli e Matteo Degaspe-
L’Istat: crollo del Pil (-0,7%)
L’Italia torna in recessione. L’Istituto di statistica
certifica ciò che tutti gli osservatori si aspettavano:
negli ultimi tre mesi del 2011 l’economia italiana si è
contratta per il secondo trimestre consecutivo ed è
entrata tecnicamente in una fase recessiva. Debito
pubblico in calo rispetto a novembre, ma in crescita
del 3% rispetto al 2010.
di Stefano Frigo
Il Prodotto interno lordo dell’Italia nel quarto trimestre
2011 è diminuito dello 0,7% sul trimestre precedente
e dello 0,5% su base annua. Lo rileva l’Istat nella stima
preliminare, precisando che il periodo in esame
ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto
al trimestre precedente e due giornate lavorative
in meno rispetto al quarto trimestre 2010. L’Italia è
dunque in recessione tecnica (il Pil è in calo per
18 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
ri dell’Ufficio Studi, che hanno presentato l’indagine congiunturale sul quarto trimestre 2011. È
intervenuto anche il direttore della Fondazione
Nord Est Daniele Marini. Il quadro internazionale
vede il rallentamento della crescita mondiale ed europea e previsioni negative sull’Italia. In Trentino
nell’ultimo trimestre dell’anno scorso il fatturato
complessivo dei settori oggetto d’indagine è diminuito dello 0,7% rispetto all’analogo trimestre del
2010, prima variazione tendenziale negativa dopo
quasi due anni di ripresa ininterrotta. Lo stop, tuttavia, non era inatteso: era stato anticipato dall’andamento negativo nel precedente trimestre degli ordini
e dei giudizi prospettici degli imprenditori. L’occupazione è quasi ferma (+0,1%) mentre le ore lavorate diminuiscono lievemente (-0,4%).
Grandi ok, piccole nei guai
Tra le componenti del fatturato, i ricavi in ambito
provinciale sono diminuiti, sempre su base annua,
del 4,2%, quelli realizzati fuori provincia ma in Italia
dello 0,7%, mentre il fatturato conseguito all’estero è
aumentato dell’8,4%. «Il Trentino – ha affermato Pavanelli – chiuderà il 2011 con 3.100 milioni di euro
di export, il miglior dato dal 2000», del 10% più alto
il secondo trimestre consecutivo dopo che nel terzo
quarto dell’anno l’Istat aveva registrato un ribasso
dello 0,2%). Il ritorno in recessione avviene dopo poco
più di due anni: l’ultimo periodo di recessione era
terminato dopo il secondo trimestre del 2009. Il ribasso
dello 0,5% registrato dal Pil, su base annua, nel quarto
trimestre 2011 rappresenta il primo calo tendenziale dal
quarto trimestre del 2009.
I Pil dell’area euro (Ue-17) e della Ue-27 sono scesi dello
0,3% nel quarto trimestre 2011 rispetto al trimestre
precedente: è quanto emerge dalla stima flash
pubblicata oggi da Eurostat. Nel terzo trimestre la Ue-17
aveva registrato una crescita dello 0,1% e la Ue-27 dello
0,3%. Rispetto al quarto trimestre 2010, il Pil di
Eurolandia è aumentato dello 0,7% e quello della Ue-27
dello 0,9%.
La crescita dell’Italia nel 2011 (+0,4%) ha subìto una
netta battuta d’arresto a confronto con quanto
associazione
del 2010. La domanda internazionale, quindi, in
questa fase attenua gli effetti della crisi sull’economia
locale, ma a trarne maggiore beneficio sono soprattutto le imprese di medio-grande dimensione, tendenzialmente più propense a esportare. Il 50% dell’export trentino fa capo a 12 imprese e il 90% a 80
aziende sul migliaio circa che vende almeno qualcosa all’estero. Così le imprese con più di 50 addetti registrano variazioni positive sia del fatturato (+1,4%)
che dell’occupazione (+0,8%). Al diminuire della dimensione, gli effetti della contrazione si fanno invece più preoccupanti, fino alla caduta del 10,5% del
fatturato e del 2% dell’occupazione delle microimprese tra 5 e 10 addetti.
L’industria che corre
Il comparto manifatturiero, ha spiegato Degasperi, appare il più in salute proprio perché include numerose imprese medio-grandi ed esportatrici. Il fatturato del settore cresce su base annua del 4,6%.
Segnali positivi arrivano anche dall’occupazione che
aumenta dello 0,7%. I settori maggiormente in evidenza sono il tessile-abbigliamento e il metallurgicomeccanico. Segnali di difficoltà giungono invece dal
settore dei minerali non metalliferi.
Artigiani in affanno
Le imprese artigiane del manifatturiero e dei servizi mostrano una svolta negativa nell’andamento
congiunturale, con un fatturato che diminuisce del
7,9%. Questa dinamica si spiega essenzialmente con
la caduta della domanda locale e nazionale verso le
quali si orientano quasi esclusivamente le imprese ar-
totalizzato nel 2010 (+1,4%). La differenza è così pari
a un punto percentuale. È quanto emerge dalle stime
preliminari dell’Istat (dati corretti per effetti di
calendario). Ma era andata ancora peggio nel 2009,
quando la contrazione registrata fu pari al -5,1%.
Le stime del governo avevano previsto per il 2011 una
crescita dello 0,6% (dato grezzo). La crescita acquisita
per il 2012, quella che si verificherebbe per il puro
effetto trascinamento del 2011 se in tutti e quattro
i trimestri dell’anno si registrasse crescita zero,
è negativa, pari a -0,6%. Il calo congiunturale
complessivo registrato dal Pil è la sintesi di dinamiche
settoriali del valore aggiunto positive per l’agricoltura,
negative per l’industria, sostanzialmente stazionarie per
i servizi. I prossimi dati sul Prodotto Interno Lordo
verranno rilasciati a marzo.
Intanto il debito pubblico italiano a dicembre 2011 è
sceso dai 1.904,8 miliardi di novembre e si è attestato
a quota 1.897,946 miliardi di euro, mentre è cresciuto
economia
tigiane. Negativa risulta anche la variazione dell’occupazione, che si riduce dell’1,1% dopo alcuni trimestri di crescita.
Crisi strutturale
L’edilizia e il porfido, dicono in Camera di Commercio, sono settori in crisi strutturale. Il comparto
estrattivo mostra andamenti negativi ormai dal
2007. Nel quarto trimestre 2011 il fatturato diminuisce del 3,6% e l’occupazione dell’1,9%. Il 63% delle
imprese dichiara una diminuzione degli ordinativi.
In peggioramento il settore edile, che vede ricavi in
calo del 14,6% e occupazione in diminuzione dell’1,2%. Particolarmente negativo il dato sugli ordinativi (-9,7%), che non lascia presagire evoluzioni in senso positivo del comparto.
Frenata di tir e negozi
L’autotrasporto mostra segnali contraddittori. Il
fatturato (+1,1%) conferma il trend positivo dei
primi tre trimestri dell’anno, ma il risultato è determinato da un ristretto numero di imprese medio-grandi, mentre le piccole sono in maggiore difficoltà. L’occupazione cala del 4,7%, il risultato
peggiore tra i settori. Va male il commercio al dettaglio, con un calo del fatturato dell’8,2%, determinato però dalle vendite di auto, mentre supermercati e alimentare tengono. L’ingrosso invece,
più connesso al commercio estero, cresce del 3,7%.
Servizi alle imprese e terziario avanzato risentono
della caduta della domanda interna ma aumentano
l’occupazione dell’1,3%. [S.F.]
di 55 miliardi rispetto alla fine del 2010. L’incremento
è del 2,98%. Le entrate tributarie nel 2011 sono
aumentate dell’1,6% e si sono attestate a quota 403,110
miliardi di euro. È quanto risulta dal Supplemento
al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla
finanza pubblica.
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 19
associazione
area studi
Comunità di Valle:
istruzioni per l’uso
Interessante incontro con i nostri “rappresentanti” artigiani. L’urbanistica e il
Piano Territoriale di Comunità.
di Claudio Filippi
L’incontro del 5 marzo
con i nostri “rappresentanti” artigiani
Sono circa quaranta gli imprenditori artigiani che
hanno deciso di impegnarsi, sono stati eletti e ricoprono un qualche ruolo politico all’interno di giunte e assemblee nelle nuove Comunità di Valle della
Provincia di Trento. Per questo motivo, e alla luce del
dibattito pubblico che sta coinvolgendo il processo
di riforma istituzionale, ai vertici dell’Associazione
Artigiani è sembrato importante sentire dalla loro viva voce come le varie Comunità stanno lavorando, a
che livello di operatività sono arrivate, e quali possono essere le criticità che un processo istituzionale di
questa portata porta inevitabilmente con sé.
L’incontro, svoltosi lo scorso 5 marzo presso la nuova Sala dei Duecento dell’Associazione e moderato dal
Direttore generale dell’Associazione, Nicola Berardi, ha
chiarito in modo esemplare quale sia la voglia di protagonismo e la passione che questi rappresentanti ar-
20 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
tigiani stanno trasmettendo nei nuovi enti, indipendentemente dal loro ruolo. Sono intervenuti due presidenti di Comunità, alcuni assessori, consiglieri di
maggioranza e di minoranza che hanno liberamente
dibattuto per oltre due ore portando ciascuno, come
ovvio, la visione e la posizione personale legata al
proprio vissuto politico.
In chiusura il Presidente provinciale dell’Associazione De Laurentis ha inteso sottolineare come cia-
Le Comunità, che sostituiscono
di fatto i Comprensori, hanno
ottenuto dalla Provincia parecchie
competenze, la più importante
delle quali è sicuramente
l’urbanistica e la gestione
del territorio.
associazione
scuno, secondo il ruolo che gli compete negli organi
delle Comunità, debba essere chiamato a occuparsi
non solo di artigianato o della propria categoria e
non solo di questioni economiche ma anche di temi
legati al sociale e allo sviluppo locale. L’aspetto importante sarà di riuscire a portare anche in questi percorsi di pianificazione territoriale i valori fondanti
dell’artigianato trentino, pragmaticità, voglia di fare
e capacità di rischiare e intraprendere.
Dal punto di vista operativo si sono inoltre registrate le comprensibili differenze tra i territori che
hanno ereditato la struttura e l’organizzazione dei vecchi Comprensori rispetto alle nuove Comunità come
quella degli Altipiani Cimbri e le cinque nate dallo
“spacchettamento” del vecchio C5 (Paganella, Laghi,
Val d’Adige, Cembra e Rotaliana); ma in tutte le Comunità è emerso come i nostri rappresentanti stiano
lavorando molto, senz’altro molto più di quanto traspare e viene comunicato all’esterno.
L’urbanistica e il Piano Territoriale di Comunità
Le Comunità di Valle sono i 16 Enti territoriali della Provincia Autonoma di Trento che formano il livello istituzionale intermedio fra le Amministrazioni
comunali e la Provincia stessa. Le Comunità sostituiscono di fatto i Comprensori, però rispetto ad essi
hanno ottenuto dalla Provincia parecchie competenze, la più importante delle quali è sicuramente l’urbanistica e la gestione del territorio.
La gestione del territorio di ciascuna Comunità
sarà effettuata attraverso il Piano Territoriale di Comunità - PTC (da cui deriverà poi il Piano Urbanistico a livello di Comunità) che ogni nuovo Ente dovrà
approvare dopo un confronto con tutte le realtà associative imprenditoriali, sindacali, culturali. Dal confronto con le componenti sociali ed economiche dovranno scaturire le linee guida per il futuro sviluppo
del territorio delle Comunità. Bisognerà ad esempio
operare scelte forti, ma rispetto a quali settori economici? Il turismo, l’agricoltura o l’artigianato? E ancora: come si potranno coniugare le diverse specificità
delle Comunità affrontando le nuove sfide della competizione globale che si gioca in particolare tra territori? Da queste scelte, e dalle linee di indirizzo che
ne deriveranno, le Comunità dovranno impostare le
conseguenti scelte urbanistiche e le politiche di sostegno allo sviluppo locale.
Per agevolare questo percorso di approvazione del
Piano Territoriale, ogni Comunità dovrà predisporre
un’analisi sociale ed economica del proprio territorio, definita Documento preliminare, che verrà consegnato alle parti sociali, e quindi anche alla Rappresentanza territoriale della nostra Associazione
Artigiani.
È evidente che è in questa fase che diventa essenziale il ruolo dei rappresentanti sindacali dell’Associazione presenti su ogni territorio. Questi sono o saranno chiamati ad apportare il loro contributo di
area studi
Forze lavoro, i dati
del terzo trimestre 2011
Nel terzo trimestre 2011 la provincia di Trento registra
un significativo miglioramento nel mercato del lavoro:
le forze lavoro sono in crescita su base annua
del +1,5%, gli occupati del +1,6% e in contrazione
i disoccupati dell’1,3%. Anche i giovani nella classe
15-24 anni risentono di questo contesto positivo.
È questa la tendenza dalla rilevazione sulle forze
di lavoro nel terzo trimestre 2011. I dati sono stato resi
noti lo scorso 10 febbraio dal Servizio statistica
della Provincia autonoma di Trento.
di Stefano Frigo
Nel 3° trimestre 2011 per il complesso della
popolazione si rileva un tasso di occupazione
(15-64 anni) pari al 66,7% e un tasso
di disoccupazione (15 anni e più) pari al 3,7%,
entrambi i miglioramento sia rispetto allo stesso
trimestre dell’anno precedente che alla media 2010.
Anche per i giovani della classe 15-24 anni
si ripropone una situazione simile.
Analizzando la classe 15-24 anni si deve evidenziare,
innanzitutto, che la gran parte degli appartenenti
alla stessa (circa il 68% come media 2010)
non partecipa al mercato del lavoro perché studente.
Il tasso di occupazione, in questo caso, è pari
al 29,4% e il tasso di disoccupazione è pari al 13,6%.
Sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno
precedente che alla media 2010 si rileva un tasso
di occupazione in aumento (rispettivamente 28,0%
e 27,3%) mentre il tasso di disoccupazione risulta
stabile sullo stesso trimestre dell’anno precedente
e in contrazione sulla media 2010 (15,1%).
Confrontandosi con il Nord Est e l’Italia si evidenzia
la situazione chiaramente più positiva del Trentino.
Nel Nord Est il tasso di occupazione giovanile nel
3° trimestre 2011 è pari al 27,1%, nello stesso periodo
del 2010 era pari al 27,8% e, in media 2010, 27,7%.
Il tasso di disoccupazione giovanile è pari,
rispettivamente, al 17,7%, 17,0% e 19,1%.
In Italia il tasso di occupazione giovanile nel
3° trimestre 2011 è pari al 19,6%, nello stesso periodo
2010 era pari al 20,5% e, in media 2010, 27,2%.
Il tasso di disoccupazione giovanile è pari,
rispettivamente, al 26,5%, 24,7% e 27,8%.
idee, analisi e proposte nell’ambito dei tavoli di concertazione e di consultazione che, sui diversi temi, si
stanno organizzando in seno alle varie Comunità. A
loro la funzione di delineare le linee di indirizzo per
quella strategia di sviluppo che poi i colleghi “politici” intervenuti all’incontro dello scorso 5 marzo dovranno valutare, approvare e tradurre poi in politiche e azioni concrete. Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
21
associazione
istat
Inflazione record
nel 2011
Il livello più alto da luglio 2008
Il tasso medio annuo che il 2012 eredita dal 2011 è pari all’1,3%. In caso
di variazioni congiunturali nulle nel corso dell’anno, comunque l’inflazione
media annua del 2012 si attesterà all’1,3%. Il carrello della spesa, i prodotti
acquistati con più frequenza (dal cibo ai carburanti), aumenta del 3,5%.
l tasso d’inflazione medio annuo per il 2011 è
pari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispetto
all’1,5% del 2010. Lo comunica l’Istat, confermando le stime preliminari. Si tratta del valore medio annuo più alto dal 2008 (+3,3%). A dicembre, secondo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionale
dei prezzi al consumo per l’intera collettività, comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello
0,4% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei
confronti dello stesso mese dell’anno precedente (lo
stesso valore registrato a novembre). Il dato definitivo conferma la stima provvisoria. Sempre a dicembre l’inflazione di fondo, calcolata al netto degli energetici e alimentari freschi, è stabile al 2,4%.
Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita
tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scende al 2,3% dal 2,4% di novembre.
I
La stabilizzazione della dinamica tendenziale deriva dalla riduzione del tasso di crescita dei prezzi dei
beni (+3,8%, dal +4% di novembre), compensata dall’aumento di quello dei servizi (+2,5%, dal +2,4% del
mese precedente). Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi diminuisce di tre decimi di punto rispetto al mese
di novembre. Nel mese di dicembre, si rilevano tassi
tendenziali di crescita dei prezzi al consumo stabili, o
in lieve rallentamento, per quasi tutte le tipologie di
beni e servizi.
Da un punto di vista settoriale, i due più importanti effetti di sostegno alla dinamica dell’indice generale derivano dagli aumenti congiunturali dei prezzi
dei beni energetici non regolamentati (+2,9%) e dei
servizi relativi ai trasporti (+1,6%). I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano dello
0,5% su base mensile e del 4,3% su base annua (+4,2%
a novembre). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,3% su base mensile e del 3,7%
su base annua (lo stesso valore registrato a novembre).
Il corrispondente tasso di crescita medio annuo, relativo al 2011, è pari al 2,9% (dall’1,6% del 2010).
Anche in questo caso i dati definitivi confermano
le stime preliminari. L’indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% sul
piano congiunturale e del 3,2% su quello tendenziale. Il corrispondente tasso di incremento medio annuo, relativo al 2011, è pari al 2,7%.
Forti rialzi anche sui prezzi di tutti i carburanti: la
benzina aumenta dell’1,9% su novembre, mentre il
relativo tasso di crescita tendenziale scende al 15,8%
(dal 16,6% di novembre). Secondo quanto comunica
l’Istat, il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto segna un rialzo congiunturale del 5,6% e cresce su base annua del 24,3% (dal 21,1% di novembre). Si tratta del livello più alto dal luglio del 2008. 22 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
associazione
istat
Lavoro,
disoccupazione all’8,9%
Istat: «Italia al livello del 2001».
L’istituto di statistica: «C’è stato
un peggioramento consistente del
mercato». Un giovane su tre senza
impiego. Su base annua i disoccupati
crescono del 10,9% a 2,423 milioni:
1,243 milioni sono uomini.
ontinua ad aumentare la disoccupazione in
Italia raggiungendo livelli record. A dicembre
dello scorso anno il tasso di disoccupazione è
salito all’8,9% in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 0,8 punti percentuali su base
annua con una crescita, quindi, del 10,9%: battute,
in negativo, anche le stime degli analisti che stimavano un tasso al 8,7%. Si tratta del dato più alto dal
gennaio 2004, anno d’inizio delle serie storiche
mensili dell’Istat.
C
Se si prendono in considerazione le serie storiche trimestrali, invece, per ritrovare un tasso di disoccupazione così alto bisogna tornare addirittura
al terzo trimestre del 2001. Lo ha reso noto l’Istat
sottolineando che il numero di senza lavoro in Italia
ha raggiunto quota 2 milioni e 243mila persone: si
tratta di 1,243 milioni di maschi e un milione di
donne. A pagare il prezzo più alto, ancora una vol-
ta però, sono i giovani: uno su tre di quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro, è senza
impiego con un tasso di disoccupazione al 31%, in
calo di 0,2 punti base rispetto a novembre, ma in
aumento di 3 punti su base annua.
Nel dettaglio, a dicembre gli occupati occupati erano 22 milioni 903mila, un livello sostanzialmente invariato rispetto a novembre, in presenza di un calo della componente maschile e di una crescita di quella
femminile: 13,510 milioni gli uomini, 9,393 milioni le
donne. Nel confronto con l’anno precedente, invece,
l’occupazione diminuisce dello 0,1% (-23mila unità).
Per i tecnici dell’Istituto di statistica c’è stato «un peggioramento consistente del mercato del lavoro». La disoccupazione maschile cresce, dunque, del 5,1% rispetto a novembre e del 15,1% su base annua. Diminuisce
invece il numero di donne senza impiego: -3,9% rispetto a novembre, -6,2% nel confronto su base annua.
Alla fine dello scorso anno, quindi, il tasso di occupazione a dicembre è pari al 56,9% (fermo sul mese e in calo di 0,1 punti percentuali sull’anno) con un
tasso di inattività al 37,5% (-0,1 su mese e -0,5 su anno). L’analisi di genere mostra per i maschi un tasso
di occupazione al 67,1%, di disoccupazione all’8,4%
e di inattività al 26,7%; per le donne il tasso di occupazione è al 46,8%, quello di disoccupazione al 9,6%
e di inattività al 48,2%. [S.F.]
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 23
associazione
fedart fidi
Rapporto di Fedart Fidi
sui confidi
Consorzi fidi “pilastro” anti credit crunch: nel 2011 garantiti 14 miliardi
alle Pmi. Il Presidente di Fedart Fidi, Fabio Petri, ha presentato un progetto
per rilanciare il sistema della garanzia del credito.
700.000 piccole imprese italiane si rivolgono ai
consorzi di garanzia fidi per ottenere credito dalle
banche. E nel 2011 i finanziamenti garantiti in essere da parte dei consorzi fidi alle Pmi hanno sfiorato i
14 miliardi di euro. Ma la stretta creditizia pesa anche sull’attività dei consorzi fidi: lo scorso anno un
quinto dei finanziamenti garantiti dai confidi e
deliberati dalle banche non è stato effettivamente
erogato alle imprese da parte degli istituti di credito. Un fenomeno che si concentra negli ultimi tre
mesi del 2011, con il blocco pressoché totale delle
erogazioni di finanziamenti.
I dati emergono dalla quindicesima edizione della ricerca presentata oggi a Roma da Fedart Fidi, la
Federazione Nazionale Unitaria dei 144 Consorzi e
Cooperative Artigiane di Garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani e
Il sistema dei confidi aderenti a Fedart Fidi: dati di sintesi
presieduta da Fabio Petri.
sui finanziamenti - anno 2010
La ricerca rivela una flessione nei
finanziamenti garantiti negli ultimi
Finanziamenti garantiti
Finanziamenti garantiti
Totale in essere al 31/12/2010*
concessi nel 2010
due anni: nel 2010 l’ammontare dei
Regione
Confidi Soci
finanziamenti garantiti in essere
Valori (Mln di €)
% Valori (Mln di €)
%
alle piccole imprese è stato pari a
Piemonte
8
978
6,8%
355
4,9%
14,4 miliardi di euro, mentre nel
Valle d’Aosta
1
198
1,4%
66
0,9%
2011
è sceso sotto i 14 miliardi.
Lombardia**
23
2.241
15,6%
1.331
18,3%
I consorzi fidi rappresentano
Trentino A. A.
3
212
1,5%
73
1,0%
comunque un efficace baluardo
Veneto**
20
1.839
12,8%
1.369
18,9%
per attenuare la crisi del credito.
Friuli V. G.
2
390
2,7%
285
3,9%
Nel 2010 i confidi di Fedart Fidi
Liguria
2
217
1,5%
101
1,4%
hanno erogato quasi 7,3 miliardi
Emilia Romagna
4
2.329
16,2%
933
12,9%
di finanziamenti garantiti a 700.534
Totale Nord
63
8.404
58,4%
4.513
62,2%
artigiani e piccole imprese. Ciascun confidi ha garantito in media
Toscana
2
1.729
12,0%
1.092
15,0%
finanziamenti per 50,4 milioni.
Umbria
4
504
3,5%
147
2,0%
Si mantiene elevato il grado di
Marche
10
1.257
8,7%
454
6,3%
penetrazione del sistema Confidi
Lazio
7
470
3,3%
246
3,4%
nel comparto artigiano, pari al 37%,
Totale Centro
23
3.959
27,5%
1.939
26,7%
a conferma del fatto che quasi 1 imAbruzzo
Molise
Campania
Puglia**
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Totale Sud
Totale
24 l’Artigianato
13
5
3
13
3
3
9
9
58
527
85
55
179
52
122
647
372
2.038
3,7%
0,6%
0,4%
1,2%
0,4%
0,8%
4,5%
2,6%
14,2%
210
16
19
118
21
28
267
126
806
2,9%
0,2%
0,3%
1,6%
0,3%
0,4%
3,7%
1,7%
11,1%
144
14.401
100,0%
7.258
100,0%
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
* Il dato rappresenta una stima ottenuta attraverso una
elaborazione combinata tra le garanzie in essere dichiarate
dai Confidi al 31 dicembre 1010 e la quota media di
garanzia concessa dai Confidi di ogni Regione. Per ciò che
riguarda i fidi a breve, il dato rileva i fidi concessi e garantiti
e non gli importi effettivamente utilizzati.
** Dati stimati relativamente ai finanziamenti garantiti
in essere di alcuni confidi.
La tabella contiene i dati complessivi del sistema, relativi
ai confidi sia di 1° grado sia di 2° grado che svolgono
attività di cogaranzia e/o di garanzia diretta.
associazione
fedart fidi
prenditore artigiano su 2 si rivolge ai
confidi per dare soluzione alle proprie
esigenze finanziarie e di rapporto con il
sistema bancario. Analizzando in particolare il solo comparto dell’artigianato, i confidi hanno garantito un quinto dei finanziamenti comples-
sivamente erogati dalle banche alle
imprese del settore.
La classifica delle regioni più attive vede in testa il Veneto con 1.369
milioni di euro di finanziamenti garantiti dai confidi
alle piccole imprese. Al secondo posto la Lombardia
con 1.331 milioni, al terzo posto la Toscana con
1.092 milioni e al quarto posto si colloca l’Emilia
Romagna con 933 milioni.
Il Presidente di Fedart Fidi Fabio Petri ha presentato
un progetto per rilanciare il sistema della garanzia
del credito all’insegna della semplificazione e dell’efficienza. Al centro della proposta vi è il riconoscimento
della garanzia quale bene pubblico, in quanto strumento fondamentale per favorire l’accesso al credito.
Quattro gli obiettivi della riforma sollecitata da Fedart
Fidi: orientare le risorse pubbliche e private secondo
principi di efficienza ed efficacia; semplificare la filiera della garanzia eliminando duplicazioni tra i ruoli
assunti dai vari soggetti e la concorrenza tra gli attori; raggiungere l’autosostenibilità del sistema con un
meccanismo di contribuzione automatica privata per
ciascuna operazione di garanzia; rendere misurabile
l’impatto generato dagli interventi mediante un modello econometrico appositamente definito. Cinquemila iscritti alla mobilità:
mai così tanti in dieci anni
Si si eccettua la felice eccezione di gennaio 2012,
a partire da settembre 2011 questo indicatore
ha registrato costantemente il segno meno su base
congiunturale. Tra l’altro lo scorso anno si era chiuso
con un differenziale positivo minimo rispetto al 2010:
a dicembre 2011 infatti il numero dei sospesi perché
assunti a termine era stato superiore di un misero 1,6%
rispetto allo stesso periodo di due anni fa.
Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità attuali e quelli
dei tre anni precedenti emerge quanto il crollo della
finanza internazionale del 2008 e la più recente crisi
del debito sovrano dell’Eurozona producano effetti
negativi sul mercato del lavoro anche in Trentino.
Basti pensare che gli iscritti in mobilità di gennaio
e febbraio continuano ad essere più numerosi della
media mensile del 2011, quando era stata raggiunta
quota 4.756 contro una media mensile di 4.417 nel 2010
e di 3.807 nel 2009. In pratica, già lo scorso anno sono
stati registrati in media 339 iscritti in più rispetto
al 2010 (+7,7%) e 949 in più rispetto al 2009 (+24,9%).
Il flusso di nuovi ingressi risulta sostenuto anche
a febbraio. Sono infatti 307 gli iscritti in mobilità del
mese, ben il 42,8% in più di febbraio 2011. Guardando
ai mesi appena trascorsi i nuovi ingressi sono stati ben
356 a gennaio 2012, 177 a dicembre 2011, 233
a novembre, 223 a ottobre e 203 a settembre.
Guardando alla provenienza, i licenziati dalle piccole
imprese sono stati pari all’85,3% di tutti i nuovi ingressi
del mese. Sul computo totale, la stragrande
maggioranza degli iscritti in mobilità – il 74,6% – è stata
In generale in mobilità sono iscritti più uomini che
donne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri
(78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce in
proporzione più i lavoratori stranieri degli italiani.
di Stefano Frigo
Sfiorano ormai le 5.000 unità gli iscritti in lista
di mobilità in Trentino. Il 9 febbraio, il comitato
provinciale mobilità ha infatti certificato la presenza
in lista di 4.975 licenziati, il dato più elevato mai
registrato negli ultimi dieci anni. A riprova che non
si tratta di un risultato isolato, ma di un trend molto
preoccupante, va ricordato che nel corso del 2011 una
sola volta, ad agosto, in lista di mobilità sono risultati
iscritti meno di 4.700 lavoratori.
Gelata anche sui sospesi. I lavoratori in mobilità che
hanno trovato un impiego a termine infatti a febbraio
2012 sono indicati in 1.498, con un saldo negativo di 183
unità rispetto al mese precedente e di 19 unità rispetto
al dato di febbraio 2011, quando i sospesi furono 1.519
(-1,4% annuo). Guardando all’anno precedente,
va segnalato che a dicembre i sospesi erano 1.681,
a novembre 1.771, a ottobre 1.818, a settembre 1.897,
ad agosto 1.912, a luglio 1.909 e a giugno 1.841.
La nuova contrazione del numero del sospesi registrata
a febbraio conferma un andamento che durava da mesi.
continua a pagina 26
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 25
associazione
eventi
Orafi alla Mostra
“DiVinNosiola”
iVinNosiola”, quando il vino si fa arte:
l’artigianato incontra l’arte del vino in uno
scenario inedito, Le Gallerie di Trento.
Quest’anno la Mostra DiVinNosiola dedicata al vino Nosiola, al Trentino DOC Vino Santo, alle grappe
di Nosiola e di vinaccia di Trentino DOC Vino Santo
verrà allestita in maniera del tutto particolare: i vini
in esposizione saranno abbinati ai preziosi gioielli in
oro, argento e pietre preziose realizzati dalla Categoria Orafi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento.
“D
Anche gli allestimenti sorprenderanno i visitatori:
un tripudio di colori, giochi di luce e immagini che
richiamano la Valle dei Laghi e le sue eccellenze enologiche saranno protagonisti della Mostra.
La Mostra DiVinNosiola è aperta dal 29 marzo al
6 maggio, presso Le Gallerie - Piedicastello, Trento.
Orari di apertura
Tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 18.00. Giorno di
chiusura: lunedì.
Apertura serale durante gli eventi previsti nel programma.
Degustazioni di vino Nosiola e di Trentino DOC
Vino Santo nei seguenti orari:
• Sabato: 31 marzo - 7/14/21/28 aprile - 5 maggio
dalle 15.00 alle 18.00.
• Domenica: 1/8/15/22/29 aprile - 6 maggio
dalle 11.00 alle 18.00.
• Festività: 9 aprile - 25 aprile - 1 maggio
dalle 11.00 alle 18.00.
In mostra le opere artigiane orafe di:
• Fronza Roberto e Stefano - Trento
• Nardelli & Garzetti Orafi - Trento
• Kifra di Giorgio Chiarcos & C. - Trento
• Mastro 7 - Mattarello
• NIGI Sangiorgi Stefano - Levico
• Gioielleria Pagnin, Pagnin Alessandro - Trento
• Reversi - Milano
• Laboratorio Oreficeria Scartezzini Fiorenzo - Trento
• Vegetti Ilaria - Levico. Per informazioni turistiche
APT TRENTO, MONTE BONDONE, VALLE DEI LAGHI
c/o Consorzio Pro Loco Valle dei Laghi
tel. 0461.216000 - 864400 - 216050
[email protected] • www.apt.trento.it
segue da pagina 25
licenziata da una piccola impresa. Complessivamente,
all’8 febbraio 2012 e al netto dei nuovi ingressi, il settore
delle costruzioni continua a registrare il maggior
numero di addetti nelle liste di mobilità. Sul totale degli
iscritti infatti ben il 22,1% lavorava nel comparto edile.
Tra i settori le cui aziende mettono più addetti
in mobilità c’è poi il metalmeccanico/metallurgico con
il 14,8% degli iscritti totali, seguito dal commercio
(13,7%), dai servizi non altrimenti definiti (11,2%),
dai pubblici esercizi (9,6%) e dai trasporti (7,5%).
Tra i licenziati dalle medie e grandi imprese la fanno
da padrone i licenziati del settore metalmeccanico
(38,2%), seguiti da quelli del commercio e dei trasporti,
rispettivamente con l’11% e il 9,7%. Licenziano invece di
più, tra le piccole imprese, quelle delle costruzioni
(27,5% degli iscritti in mobilità secondo la Legge 236),
seguite da quelle del commercio (14,7%) e degli altri
servizi (14,3%).
In generale in mobilità sono iscritti più uomini che
donne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri
(78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce
in proporzione più gli stranieri degli italiani, considerato
26 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
che la percentuale di iscritti in mobilità di origine
straniera è più che doppia rispetto all’incidenza della
popolazione non italiana – oggi all’9,2% – sul totale
dei residenti in Trentino. Inoltre, tra i licenziati dalle
grandi aziende sono in maggioranza gli over 50 con ben
il 61% degli iscritti nelle liste in base alla Legge 223,
mentre tra quelli provenienti dalle piccole aziende
il 59,4% ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni,
il 27,4% ha almeno 50 anni e il 13,2% non supera i 29.
Come detto la media mensile di iscritti in mobilità
durante il 2011 ha raggiunto quota 4.756 contro i 4.417
registrati in media nel 2010 e i 3.807 del 2009, con
una crescita del 24,9% rispetto a due anni fa.
Va ricordato che già nel 2009 l’incremento del ricorso
alla mobilità era stato eccezionale: rispetto alla media
mensile del 2008, gli iscritti in mobilità risultavano
allora quasi il 40% in più, un tasso di crescita tanto
impetuoso da superare quello registrato tra
il 2002 e 2008, quando l’aumento medio non raggiunse
il 34%. In pratica, nel corso del 2009 le liste
di mobilità si erano già proporzionalmente ingrossate
più di quanto non fosse successo nei sei anni precedenti.
associazione
eventi
NARDELLI & GARZETTI ORAFI
FRONZA Roberto e Stefano
Via Galileo Galilei, 10
38122 Trento
tel. 0461. 231238
cell 320. 3315409
e-mail [email protected]
Piazza Duomo, 24
38122 Trento
tel. 0461.239724
fax 0461.266084
e-mail [email protected]
www.nardelliegarzettiorafi.it
MASTRO 7
NIGI
Sangiorgi Stefano
Via della Ceriola, 9
38123 Mattarello di Trento
tel. 0461.945354
fax 0461.944607
e-mail [email protected]
www.mastro7.it
Via Dante Alighieri, 96
Levico Terme - Trento
tel. 0461.702170
cell. 340.1924267
e-mail [email protected]
www.nigilab.com
REVERSI
LABORATORIO OREFICERIA
SCARTEZZINI Fiorenzo
Alzaia Naviglio Grande, 2
20144 Milano
tel. 02.89415615
e-mail [email protected]
www.reversi.it
Via di Pietrastretta, 68
38122 Trento
tel./fax 0461.824768
cell. 338. 1914984
e-mail [email protected]
www.scartezzini.it
KIFRA
di Giorgio Chiarcos & C. snc
Vicolo dell’Adige, 13
38122 Trento
tel./fax 0461.983481
e-mail [email protected]
www.giorgiochiarcos.eu
GIOIELLERIA PAGNIN
PAGNIN Alessandro
Via Oss Mazzurana, 49
38122 Trento
tel. 0461.235105
e-mail [email protected]
VEGETTI Ilaria
Via Pontara, 7
38056 Levico Terme - Trento
cell. 347. 9055297
e-mail [email protected]
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 27
associazione
donne e lavoro
La nuova imprenditorialità
femminile e giovanile
Novità fondamentale della riforma
è la promozione di nuova
imprenditorialità, per qualificare
e innovare la piattaforma
delle imprese trentine.
di Stefano Frigo
a Giunta provinciale, su proposta degli assessori Alessandro Olivi, Tiziano Mellarini e Franco Panizza, ha approvato lo scorso 2 marzo
due nuove misure di intervento per promuovere la
nuova imprenditorialità femminile e giovanile e per
favorire la continuità generazionale nelle aziende. Si
tratta di criteri che attuano due articoli inseriti nella
Legge provinciale 6/1999 con la riforma della Legge
provinciale 12/2011 di revisione degli incentivi alle
imprese. Una delle novità fondamentali introdotte
dalla riforma degli incentivi, accanto al sostegno a
imprese già operative e consolidate, è proprio la promozione di nuova imprenditorialità, per qualificare e
innovare la piattaforma delle imprese trentine.
In entrambi i casi ci si rivolge in particolare al settore delle piccole e medie imprese, verso le quali la
riforma ha una funzione.
L
Aiuti per la nuova imprenditorialità femminile
e giovanile
Gli interventi sono riservati dalla legge alle nuove
imprese ossia a quelle costituite da non più di ventiquattro mesi al momento della presentazione della
domanda.
In particolare possono accedere agli aiuti le imprese dove le donne e i giovani (di età non superiore
a 35 anni) rappresentano la maggioranza del capitale e degli organi di amministrazione.
Tutti i settori imprenditoriali possono richiedere
gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di attività); uniche condizioni sono:
• essere iscritti nel Registro imprese di Trento;
• non avere in corso procedure concorsuali;
• disporre soltanto di unità locali sul territorio trentino.
Sono previste due tipologie di agevolazione:
• un contributo a fondo perduto fino al 50% dei costi
sostenuti dall’impresa femminile o giovanile per l’av-
28 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
vio dell’attività. Tra i costi rientrano le spese di costituzione (legali, amministrative e di consulenza), gli
interessi su finanziamenti bancari (il contributo può
coprire fino al 50% del costo degli interessi del mutuo contratto dall’impresa fino a un importo massimo di 50.000 euro), le spese per energia, acqua e riscaldamento e i costi per contributi previdenziali per
figli e familiari. Il contributo è relativo a costi sostenuti in un periodo massimo di cinque anni dopo la
costituzione dell’impresa;
• un contributo a fondo perduto fino al 50% per l’acquisizione di servizi di consulenza che le imprese
femminili o giovanili devono acquisire per la valutazione complessiva dell’azienda, per la realizzazione di un piano strategico (business plan), per l’analisi economico finanziaria, per il tutoraggio e per la
formazione pre-imprenditoriale.
Con il provvedimento proposto sono riconosciute come ammissibili tutte le spese sostenute fino a 12
mesi precedenti la presentazione della domanda e,
comunque fino al 31 dicembre 2012, le spese sostenute a partire dall’entrata in vigore della legge (dal
10 agosto 2011).
L’Italia non è un Paese di giovani
Retribuzioni: penalizzate le donne
Le italiane guadagnano il 20% meno degli uomini
e il 71,3% del lavoro familiare delle coppie è ancora
a loro carico. Più di 144 anziani ogni 100 giovani:
lo rileva il Rapporto sulla coesione sociale dell’Istat.
L’Italia invecchia sempre di più. Lo rivela il secondo
Rapporto sulla coesione sociale presentato da Inps,
Istat e Ministero del Lavoro, secondo il quale al primo
gennaio 2011 si registrano 144,5 anziani ogni 100
giovani. E diventeranno 256 ogni 100 giovani
nel 2050. A determinare questo trend, è l’aumento
della sopravvivenza combinato con i bassi livelli
di fecondità. Quanto a occupazione e disoccupazione,
dallo studio Istat emerge che nel primo semestre 2011
sono stati attivati oltre 5,325 milioni di rapporti
di lavoro dipendente o parasubordinato: il 67,7%
delle assunzioni è stato formalizzato con contratti
a tempo determinato, il 19% con contratti a tempo
indeterminato e l’8,6% con contratti di collaborazione.
Sempre il Rapporto ricorda che il tasso
di disoccupazione giovanile si attesta invece
associazione
Il livello di agevolazione per i costi di avvio è graduato in funzione degli anni di attività (maggiore aiuto per i primi anni: 50%, minore aiuto per gli anni successivi: dal 30% al 15%). In ogni caso per le imprese
avviate da “donne-giovani” è riconosciuta sempre la
percentuale massima di aiuto (50%). Relativamente alle spese sono posti limiti minimi – euro 10.000 per ciascuna domanda che potrà comprendere i costi relativi
all’avvio per tutti i 5 anni nonché i costi di consulenza – e massimi – euro 20.000 per spese legali e amministrative; euro 20.000 all’anno per ciascun anno per
gli altri costi di avvio; euro 50.000 per consulenze.
Le procedure di presentazione e di istruttoria sono
ispirate alla massima semplicità:
• presentazione telematica o via pec;
• procedura automatica di istruttoria;
• erogazione dell’aiuto di anno in anno ad avvenuta
dimostrazione dei costi sostenuti.
Aiuti per il passaggio generazionale
Possono beneficiare dell’intervento le piccole imprese a gestione familiare che hanno effettuato (da
non più di 24 mesi al momento della domanda) o
che intendono effettuare il passaggio generazionale.
La definizione di impresa a gestione familiare e di
passaggio generazionale è stata formulata tenendo
conto dell’ordine del giorno approvato in Consiglio
provinciale a margine dell’esame della legge di riforma degli incentivi.
Per definire l’impresa a gestione familiare è richiesta la proprietà di almeno il 75% da parte di sog-
al 27,4%, raggiungendo il 44% se riferito alle donne
del Mezzogiorno e il tasso d’inattività sale al 37,9%.
I contratti precari dominano nel mercato del lavoro,
perché quasi 8 nuovi contratti su 10 (ovvero il 76,3%)
sono fatti con accordi a termine o collaborazioni.
Donne e lavoro
Nel mercato del lavoro italiano, comunque, il divario
di genere è piuttosto accentuato. A cominciare dalle
retribuzioni. Nel 2010, in media gli uomini hanno
percepito una retribuzione più elevata (1.407 euro)
rispetto alle italiane (1.131 euro), circa il 20% in più.
Non solo. Il 71,3% del lavoro familiare delle coppie
è ancora a carico delle donne: se avevamo dei dubbi,
l’Istat conferma infatti il gap che divide uomini
e donne in Italia e che rende così difficile da noi, per una
donna, conciliare il tempo del lavoro con quello della
cura familiare. In media, giornalmente, guardando
all’insieme del lavoro e delle attività di cura, la donna
lavora un’ora e 3 minuti in più del suo partner quando
entrambi sono occupati. Per le coppie con figli il divario
di tempo sale a un’ora e 15 minuti. La maternità poi
è legata quasi sempre a un contratto a tempo
indeterminato per le lavoratrici dipendenti. Secondo
il Rapporto, nel 2010 sono state circa 380mila
donne e lavoro
getti legati da rapporto di parentela e la presenza negli organi di amministrazione dei medesimi soggetti
in modo da disporre della maggioranza.
Il passaggio generazionale si sostanzia nell’atto di
trasferimento della maggioranza della proprietà dell’impresa tra soggetti legati da rapporti di parentela.
Tutti i settori imprenditoriali possono richiedere
gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di attività); uniche condizioni sono:
• essere iscritte nel Registro imprese di Trento;
• non avere in corso procedure concorsuali.
Sono previste due tipologie di agevolazione:
• un contributo a fondo perduto del 30% dei costi
sostenuti per il riassetto organizzativo e societario.
Tra i costi rientrano le spese legali, amministrative
e di consulenza;
• un contributo a fondo perduto del 50% per l’acquisizione di servizi di consulenza destinati alla formazione e al tutoraggio delle figure professionali destinate
a gestire l’azienda con il passaggio generazionale.
Sono riconosciute come ammissibili tutte le spese
sostenute fino a 12 mesi precedenti la presentazione
della domanda e, comunque fino al 31 dicembre 2012,
le spese sostenute a partire dall’entrata in vigore della legge (dal 10 agosto 2011).
Sono posti limiti minimi (euro 10.000 per ciascuna domanda) e massimi (euro 20.000 per spese legali e amministrative; euro 30.000 per formazione e tutoraggio).
Le procedure di presentazione e di istruttoria sono
ispirate alla massima semplicità:
• presentazione telematica o via pec;
• procedura automatica di istruttoria. le lavoratrici dipendenti che hanno beneficiato
dell’astensione obbligatoria per maternità.
Fra le neo-mamme, il 91% ha un contratto a tempo
indeterminato (e vive al Nord nel 58% dei casi), il 9%
a tempo determinato (di cui il 52% concentrato nel Sud
e isole). Ammontano a 286mila, invece, i lavoratori
dipendenti che hanno usufruito di congedi parentali
(astensione facoltativa) nel 2010.
Nozze e figli
Infine i figli: nel 2010 un bambino su quattro (25,4%)
è nato al di fuori del matrimonio, il doppio rispetto
a dieci anni prima. Il numero medio di figli per donna
si attesta a 1,41, con valori pari a 2,23 per le straniere
e a 1,31 per le italiane. I bassi livelli di fecondità,
insieme al notevole aumento della sopravvivenza,
«rendono l’Italia uno dei Paesi più vecchi al mondo».
Il matrimonio in Italia arriva ormai dopo i 30 anni
e le nozze diminuiscono ancora, celebrate sempre più
spesso in municipio. Ci si sposa di meno e sempre più
tardi – sottolinea lo studio – perché l’età media al primo
matrimonio è di 33,1 anni per gli uomini e di 30,1 anni
per le donne (anno 2009), con uno spostamento
in avanti di circa 6 anni rispetto al 1980.
[S.F.]
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 29
associazione
innovazioni
“Makers”, gli artigiani
che progettano il futuro
Dalla cultura digitale sta nascendo una nuova generazione di creativi.
Capaci di rivoluzionare oggetti e mercato. Una rivoluzione che, secondo gli
esperti, manderà in pensione le aziende dell’era industriale.
di Riccardo Luna [tratto da “la Repubblica” dell’8 marzo]
a nuova rivoluzione industriale che bussa alle
porte dell’Italia si è annunciata con un colpo
di cannone. Dentro la Casa Bianca, accanto allo Studio Ovale del Presidente. È accaduto qualche
giorno fa. Barack Obama aveva invitato i giovani talenti che avevano vinto gare scientifiche di ogni tipo.
Tra questi un ragazzino di 14 anni, Joey Hudy, occhialoni grossi da miope a incorniciare un viso minuto. Joey viene da Phoenix, Arizona, ed è un “maker”,
ovvero uno che costruisce oggetti: anzi li immagina,
li progetta, li realizza e li vende. Tutto da solo. La sua
fabbrica è la sua cameretta. Alla Casa Bianca Joey aveva portato un cannone. Anzi un extreme marshmallow
cannon: insomma, uno spara-caramelle. Il Presidente
quando ha visto questo oggetto lungo e sbilenco
dapprima ha sorriso, poi ha voluto provarlo: era la
prima volta che qualcuno sparava dentro la Casa
Bianca, ha detto, non era sicuro che i servizi segreti
avrebbero gradito la cosa. Joey ha caricato. Ha sparato. Tunf. Il marshmallow ha attraversato il salone senza fare danni seguito da decine di occhi. E mentre il
L
30 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Presidente rideva, il ragazzino gli ha dato il suo biglietto da visita: sotto il nome di Joey Hudy, Obama
più tardi avrebbe letto una bella frase, una frase che
dice quasi tutto di questa generazione che punta a
cambiare per sempre il concetto di fabbrica, di lavoro, di mercato. «Do not be bored, do something»,
cioè smettetela di annoiarvi, fate qualcosa. Anzi, costruitela questa cosa, oggi si può.
Dicono che questa dei “maker” sarà la nuova rivoluzione industriale. Il primo a intuirlo è stato il direttore del magazine Wired, Chris Anderson, che nel 2010
intitolò un suo saggio, “Gli atomi sono i nuovi bits”:
prendeva spunto dal nome di un laboratorio aperto al
Mit di Boston qualche anno prima da Neil Gershenfeld, “Center for bits and atoms”, luogo dove produrre
quasi-qualsiasi-cosa. «La cultura digitale dopo aver rivoluzionato il mondo dei bit e quindi l’editoria, la musica e i video attraverso Internet, ora sta per trasformare il mondo degli atomi, quindi degli oggetti fisici»,
avvertì Anderson che è a sua volta un “maker”, nel
senso che ha avviato con molto successo la produzione di droni fatti in casa e la sua neonata azienda di 16
persone fattura tre milioni di dollari l’anno vendendo
kit per aeromodellini con videocamera incorporata.
Come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, la macchina a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c’è di mezzo una
macchina: è la stampante 3D, in pratica è una macchina che “stampa” oggetti come stamperebbe un foglio. Non si tratta di una cosa nuova in assoluto, sono
trent’anni che strumenti simili si usano in fabbrica.
Ma tutto è cambiato quando nel 2009, in un ex birreria di Brooklyn, Bre Prettis, 38 anni, hacker con la passione dei robot, ne ha realizzata una da circa mille dollari. Invece di 100 e passa mila. La nascita della mitica
MakerBot è stato come il passaggio, negli anni Settanta, dai computer che occupavano una intera stanza e
costavano come un carrarmato, al pc da tavolo e per
tutti: l’inizio di una rivoluzione, appunto. Quello della fabbrica personale.
associazione
innovazioni
di migliaia di appassionati. «La Rally Fighter è passata
dal progetto al mercato in 18 mesi, il tempo che ai colossi dell’auto a Detroit serve per cambiare le decorazioni di una portiera», ironizza in proposito Anderson.
Questa rivoluzione industriale ha molto della cultura
fai-da-te degli americani ma con un cuore, anzi un cervello italiano. Non si tratta più infatti soltanto di stampare o tagliare oggetti, ma di renderli intelligenti. E interconnessi. Per fargli fare delle cose. A questo pensa
Arduino. Ha un nome da re ma non è una persona, è
un microcomputer da 20 euro che ha conquistato il
mondo (ce ne sono in giro 400mila ufficiali, con il profilo dell’Italia stampato sul circuito elettronico, più almeno altrettanti clonati in Cina). Lo ha creato nel
2005 un giovane ingegnere ribelle, Massimo Banzi, 42
anni, mentre faceva un corso di interaction design agli
studenti della scuola di Ivrea. A cosa serve Arduino?
Banalizzando, a far compiere un’azione a un oggetto:
per esempio a farti ricevere un sms quando la tua pianta ha bisogno di acqua. E a moltissime altre cose più
importanti. Tutte quelle che puoi immaginare. «Arduino è una piattaforma per il futuro», sintetizza Banzi
che all’estero è una vera star, uno dei leader della rivoluzione in corso. Arduino è un progetto aperto, così
come la MakerBot, i droni di Anderson, l’auto da corsa di Boston e come tutto quello che fanno i “maker”.
Vuol dire che sono stati progettati collettivamente,
usando la rete, e non hanno copyright.
In questi tre anni con le stampanti 3D è stata stampata ogni cosa. C’è un architetto italiano, Enrico Dini,
che stampa addirittura case o barriere coralline artificiali per emiri arabi. E c’è chi ha stampato copie di presidenti. È accaduto qualche giorno fa, a Washington:
lo Smithsonian, che è il più grande museo del mondo, ha annunciato di aver stampato una replica della
famosa statua di Thomas Jefferson a Monticello. Lo
scopo? Replicare velocemente l’intera collezione del
museo (137 milioni di pezzi) per farne delle mostre
itineranti. Ma l’oggetto che ha fatto più scalpore è stato un violino, prodotto un anno fa da una società tedesca. The Economist gridò al miracolo mettendolo in
copertina con il titolo “Stampami uno Stradivari”: oltre lo stupore per l’oggetto in sé, c’era l’intuizione di
un ribaltamento di prospettiva: «La rivoluzione industriale inventò la produzione di massa e l’economia
di scala; ora invece le stampanti 3D consentono a
chiunque di produrre un singolo oggetto a costi bassissimi». Cosa comporta questo per il futuro lo ha
spiegato meglio di tutti lo scrittore canadese Cory
Doctorow in un profetico romanzo del 2009, intitolato appunto Makers: «I giorni di società chiamate General Electric, General Mills, General Motors sono contati. Ci sono miliardi di opportunità imprenditoriali a
disposizione delle persone creative e brillanti».
Il futuro, secondo Doctorow, è quindi di società come Local Motors: nata a sud di Boston, ha progettato
e realizzato un’auto da corsa con il contributo creativo
Questo è un aspetto cruciale adesso che decine di
venture capital si avvicinano a un settore dove intravedono possibilità di guadagno. Adafruit per esempio, è una startup nata in un loft del quartiere di Wall
Street e diventata famosa con degli oggetti intelligenti realizzati riciclando le scatole metalliche per
mentine Altoid: l’anno scorso ha venduto kit per 5
milioni di dollari. Ma come investire in un’azienda
che non brevetta nulla e che anzi, si vanta di condividere tutto? Bre Pettis, che per MakerBot impiega
82 persone e ha venduto kit per stampanti 3D fai-date per 10 milioni di dollari, avverte: «Chi non condivide i propri progetti, sbaglia». Punto. È anche
questa la cultura digitale a cui faceva riferimento
Anderson nel suo saggio: la condivisione e la partecipazione applicata alla produzione di oggetti. E se
vi sembra una cultura di nicchia, sappiate che sta dilagando. Alle Maker Faire cinque anni fa andavano
poche migliaia di persone: ora sono centinaia di migliaia, gli sponsor sono Microsoft, Pepsi Cola e Ford,
e da tre anni una edizione molto spettacolare si svolge in Africa. Mentre i FabLab, lanciati dal Mit per replicare laboratori dove produrre facilmente oggetti,
sono arrivati in tutto il mondo, persino in Afghanistan e Costa Rica. In Italia ne è appena aperto uno,
a Torino, si chiama Officine Arduino ed è nato sulla
scorta di un FabLab sperimentale varato in occasione degli eventi per le celebrazioni dei 150 anni. Nessuno sapeva dire bene cosa fosse quel posto lì, ma
c’era tutti i giorni la fila. Le persone facevano cose. I
“maker” stanno arrivando. Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
31
associazione
pensione
Età della pensione,
record all’Italia
Il rapporto di Bruxelles: dal 2020 ritiro più tardi che nel resto d’Europa.
Previdenza, basta raccomandazioni della Ue al Governo.
di Enrico Marro [tratto dal “Corriere della Sera” del 5 marzo]
desso anche l’Europa prende atto, nero su
bianco, che con l’ultima riforma della previdenza l’Italia avrà la più alta età di pensionamento tra i Paesi membri, uguale per uomini e donne. E ciò non accadrà chissà tra quanto ma già nel
2020. Lo certifica il Libro bianco sulle pensioni diffuso sotto la regia del Commissario per l’Occupazione e gli affari sociali, László Andor. E finalmente non
c’è più, come accadeva in tutti i documenti ufficiali
di Bruxelles, alcuna raccomandazione all’Italia, come
invece c’è per gli altri Paesi, a eccezione di Germania
e Ungheria. Abbiamo insomma fatto “i compiti a casa”, direbbero il Presidente del Consiglio, Mario
Monti, e il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
A
Secondo la tabella di marcia della riforma, già nel
2020 l’età di pensionamento in Italia sarà la più
alta in Europa, con 66 anni e 11 mesi per uomini
e donne, a fronte dei 65 anni e 9 mesi della Germania e i 66 della Danimarca, si legge nel Libro
32 l’Artigianato
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bianco. E questo primato si consoliderà successivamente perché la stessa riforma prevede adeguamenti periodici dell’età di pensionamento alla
speranza di vita. Così si arriverà, secondo le previsioni, a 68 anni e 11 mesi nel 2040, a 69 anni e 9
mesi nel 2050 e a 70 anni e 3 mesi nel 2060, anno
in cui la Germania, se non interverranno riforme,
sarà ferma a 67 anni, il Regno Unito a 68.
Il salto è enorme se si pensa che fino allo scorso anno nel nostro Paese l’età di pensionamento
di vecchiaia era di 65 anni per gli uomini e 60 per
le donne e c’era la possibilità di uscire dal lavoro
con la pensione di anzianità a “quota 96” (60 anni d’età e 36 di contributi oppure 61+35). Ciò faceva sì che nei confronti internazionali sull’età
media effettiva di pensionamento l’Italia accusasse un paio d’anni in meno della Germania: nel
2009 essa era di 60,8 anni per gli uomini e 59,4
per le donne in Italia contro i 62,6 anni e i 61,9
per i lavoratori e le lavoratrici tedesche.
associazione
Già nel 2020 l’età di pensionamento
in Italia sarà la più alta
in Europa, con 66 anni e 11 mesi
per uomini e donne, a fronte
dei 65 anni e 9 mesi della Germania
e i 66 della Danimarca,
si legge nel Libro bianco.
L’aumento dell’età pensionabile è inevitabile, si
sottolinea nel documento della Commissione, visto
che entro il 2060 la speranza di vita alla nascita dovrebbe aumentare in Europa di 7,9 anni per i maschi
e di 6,5 anni per le femmine. Le riforme serviranno
inoltre a contenere la spesa, che attualmente supera
in media il 10% del Prodotto interno lordo (in Italia
siamo intorno al 15%, ma la nostra è la società più
vecchia del continente) e che arriverà “probabilmente al 12,5%” nonostante i correttivi già decisi in numerosi Paesi.
L’equilibrio dei conti, però, non è tutto. Non a caso il Libro bianco è intitolato a pensioni “adeguate,
sicure e sostenibili”. L’adeguatezza ha a che fare con
l’importo degli assegni e il tenore di vita di 120 milioni di anziani in Europa. I sistemi previdenziali, dice la Commissione, dovranno continuare a garantire
l’“indipendenza economica” dei pensionati.
In questo quadro viene analizzata la riduzione
del tasso medio di sostituzione (rapporto tra la pensione e la retribuzione) nei vari Paesi conseguente all’adozione di riforme. In Italia il taglio teorico è pesante: 15 punti tra il 2008 e il 2048. Nella realtà,
però, esso si ridurrà di “soli” 5 punti per effetto dell’aumento dell’età pensionabile che, col sistema
contributivo, fa crescere anche l’importo della pensione. A incrementare il tasso di sostituzione potranno concorrere, dice il rapporto, anche i fondi
pensione integrativi: «Occorrerebbe, tuttavia, che i
regimi di pensione finanziati privatamente fossero
più sicuri, avessero un miglior rapporto costi/efficacia e fossero più compatibili con la mobilità di un
mercato del lavoro flessibile».
pensione
Nei prossimi mesi
addio a 1.740 posti
La buona notizia è che in provincia di Trento, nel primo
trimestre 2012, sono previste 2.090 nuove assunzioni.
La cattiva notizia – che annulla la prima – è che
saranno controbilanciate da ben 3.830 “uscite”
di dipendenti dal mercato del lavoro (64,3% per
scadenza contratto, 6,4% per pensionamento), con
un saldo negativo di 1.740 occupati, pari a un -1,4% che
colloca il Trentino all’ultimo posto in tutto il Nord
e addirittura tra le province meno brillanti d’Italia,
battuta solo da Viterbo, Foggia, Taranto, Brindisi,
Reggio Calabria, Trapani, Messina, Agrigento, Catania.
Anche Bolzano è indicata in calo, ma con una flessione
meno marcata: -0,9%.
La pessimistica previsione arriva dal periodico
aggiornamento del sistema informativo Excelsior
di Unioncamere e Ministero del Lavoro che, per la prima
volta, accanto alle assunzioni in programma introduce
un nuovo dato: il numero delle uscite di personale
dipendente attese nello stesso periodo. A livello
nazionale, si tratta di 227.500 posti che si perdono
contro 152mila assunzioni (una su tre di “under 30”).
Si deve tener conto inoltre che in buona parte si tratta
di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011.
Il 56,3% delle assunzioni previste a livello generale
(51% nei servizi, 47% nell’industria) sono a tempo
determinato, mentre le figure professionali più
richieste sono cuochi, camerieri, operai specializzati
nelle costruzioni, tecnici amministrativi finanziari e
bancari, personale non qualificato nelle pulizie e altri
servizi alle persone, commessi, personale di segreteria,
tecnici informatici. In Trentino-Alto Adige le entrate
previste sono in tutto 4.410, di fronte a 7.270 uscite
(68% per scadenza contratto, 5% per
pensionamento), per un saldo negativo di 2.870 unità:
-1,1% il decremento occupazionale previsto a livello
regionale, contro il -0,7% della media italiana, al -0,6%
del Nordest e del Veneto, al -0,4% lombardo.
Segnale d’allarme da non sottovalutare e da studiare
mentre ci si può consolare con i dati strutturali al 2010:
Trentino al minimo della disoccupazione tra i Paesi
Ocse, anche se ancora lontano 6 punti dal tasso di
occupazione austriaco, e 13 dall’Islanda.
[S.F.]
Ed è proprio sul mercato del lavoro che si sofferma la seconda parte del Libro bianco, raccomandando di «aumentare la partecipazione delle donne e dei
lavoratori più anziani». Più occupazione, soprattutto
se di qualità, significa infatti più entrate contributive
per pagare le pensioni, oltre ad avere riflessi positivi
sulla crescita e quindi sul rapporto tra spesa previdenziale e Pil. Si raccomandano quindi politiche di
formazione permanente e di conciliazione tra lavoro
e famiglia. Anche di questo è chiamata a occuparsi la
trattativa sul mercato del lavoro tra Governo e parti
sociali, attualmente arenata sulla difficoltà di trovare
risorse per gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e disoccupazione). Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 33
associazione
consorzi
Consorzio Trentino
Autonoleggiatori
in sigla C.T.A.
di Giorgio Dellagiacoma Responsabile Area Reti di Impresa
Consorzio Trentino Autonoleggiatori
in sigla C.T.A.
Nome Consorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla C.T.A.
Locazione Sede Legale e Uffici Amministrativi:
38121 Trento - Via Klagenfurt, 52
tel. 0461.956266 - fax 0461.950895
e-mail: [email protected] - www.ctatn.it
Categoria promozione e sviluppo veicoli a noleggio
Consorziati n. 132 (di cui 114 sono le ditte impegnate a
svolgere servizi di trasporto alunni e portatori di handicap,
55 quelle impegnate a svolgere servizi di linea e 103 quelle
impegnate a svolgere servizi turistici - trattasi di numeri
sovrapponibili in quanto ogni ditta può svolgere più servizi)
«Il Consorzio, senza scopo di lucro,
si propone l’obiettivo
di incrementare l’attività delle
imprese consorziate, di aumentarne
le risorse tecniche ed organizzative
al fine di accrescerne l’efficienza
e la competitività nel campo
del trasporto persone».
(Statuto C.T.A. - Art. 2 - Scopi)
Con questo passo fondamentale,
posto negli “Scopi” all’art. 2 dello
Statuto del Consorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla C.T.A. vogliamo conoscere questa realtà consortile, presente in ambito associativo,
ripercorrendo le tappe più importanti, attraverso una breve cronistoria che ci viene narrata da esponenti del Consorzio che hanno vissuto
in prima persona questi primi dieci e
più anni di attività.
34 l’Artigianato
… Nel 1999 per volontà di alcuni imprenditori del settore e con la collaborazione dell’Associazione Artigiani in un contesto di contratti
frammentati, indetti dalla PAT fino
al 1998, dove ogni ditta concorreva
al ribasso per ogni minimo servizio
e non era possibile ottimizzare le risorse in campo, si è deciso di riunire in un unico consorzio tutte le
aziende trentine operanti nel settore dell’autonoleggio che fossero in-
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teressate all’operazione. Raggruppare le aziende in un’unica “impresa”, è stata sicuramente un’operazione ardua, ma faceva intravedere
nuove opportunità di sviluppo per le
imprese consorziate. Le riunioni si
susseguivano a ritmo serrato, fino
al completamento di tutte le operazioni, sfociate nella prima assemblea generale del 19 luglio 1999. Fin
d’allora si diceva che «il consorzio
avrà successo se tutti uniti si darà
un contributo strategico, operativo,
sincero, onesto e leale, che pur garantendo ad ognuno la propria autonomia d’impresa, faccia capire l’enorme importanza che ha lo stare
insieme, fare rete d’impresa, sentirsi aziende che collaborano tra loro e
non concorrenti che si guardano con
sospetto».
All’inizio tutto si basava su un unico
appalto, quello del trasporto scolastico. L’attività amministrativa si
svolgeva in un unico ufficio, messo
opportunamente a disposizione dall’Associazione Artigiani. I preziosi
collaboratori Enzo Comper, Irene
Loner, Olimpia Kanellatu e la fattiva
collaborazione di tutte le 110 aziende consorziate, hanno reso possibile l’inizio dell’attività. In breve tempo
l’ufficio presso l’Associazione Artigiani si era rivelato inadatto alle crescenti esigenze derivanti dalla gestione di un appalto complesso come
associazione
consorzi
Cariche sociali
PRESIDENTE
• Lorenzo Laner
VICEPRESIDENTE
• Giovanni Seppi
CONSIGLIERI
• Denis Bertè
• Christian Casagrande
• Franco Bez
• Claudio Mattuzzi
• Lorenzo Paternoster
• Loris Bettega
• Oscar Formolo
REVISORI DEI CONTI
EFFETTIVI
• Mario Favaron
• Paolo Pedri
• Flavio Rigotti
quello scolastico, cosicché si decise
di trasferirsi in uno spazio più ampio, in via Maccani, integrando lo
staff con Patrizia Comper e il direttore Mauro Merlo nel 2000. I settori
di interesse sono gradualmente cresciuti, con un forte incremento dei
“servizi di linea” e l’inizio del “turismo”. Il crescente volume di lavoro
e l’esigenza di dotare il CTA di mezzi
propri hanno portato all’acquisto
della nuova sede, quella attuale,
in via Klagenfurt 52 a Trento.
Il primo presidente è stato il
cav. Gino Valentini, ritiratosi nel
2003 per motivi di salute, dall’ottobre al febbraio 2006 è subentrato Ferruccio Paternoster, che poi ha lasciato la carica
all’attuale Lorenzo Laner, riconfer-
mato recentemente nel febbraio
2012 e quindi in carica per i prossimi
tre anni. Tutti e tre i presidenti hanno
avuto un compito diverso, ma altrettanto fondamentale. Prima vi era da
realizzare una struttura, creando
dei punti di riferimento per il futuro,
in seguito la forte evoluzione, in
tempi brevissimi, ha richiesto degli
enormi sforzi organizzativi e strutturali, ed ora, in uno scenario sempre più complesso, sia come mole
di lavoro che di burocrazia, la ricerca di ulteriori spazi di sviluppo per
le ditte consorziate, salvaguardando l’acquisito, in uno scenario che
vede sempre meno risorse.
Con il bilancio del 2011 si è confermato un periodo positivo della vita
del Consorzio, superando per la prima volta i 26.000.000 di euro di fatturato, di cui circa il 60% proviene
dal trasporto scolastico e portatori
di handicap nella provincia di Trento. Lo sviluppo positivo non è un semplice incremento di un valore nume-
rico, ma rappresenta un maggior carico di lavoro per le imprese consorziate che si sono impegnate a effettuare i servizi loro assegnati, nonché
un impegno sempre più gravoso per
il Consorzio, sia relativamente alla
gestione burocratica che a quella
strategica di penetrazione nei vari
settori di mercato.
Per quanto riguarda il settore turistico, settore nel quale si è avuta una
flessione della quota di mercato dovuta alla forte crisi economica che
coinvolge il nostro paese, il CTA si è
impegnato per aumentare il suo
coinvolgimento al fine di fornire
un’immagine sempre più compatta
delle ditte consorziate e ha esteso
l’ambito d’interesse al di fuori dei
soli enti pubblici. Il CTA fornisce una
serie di garanzie/assicurazioni supplementari sia ai consorziati che ai
trasportati garantendo ad esempio
il pagamento ai consorziati entro 30
giorni, questo permette di affrontare con maggiore tranquillità un settore sempre più esposto ai rischi di
mercato. Clienti istituzionali e privati riconoscono sempre più al
CTA un ruolo importante. Si fidano del personale del CTA e
delle ditte consorziate affidandogli servizi sempre più complessi.
I settori “Turismo” e “Appalti”
(dialisi, anziani, ecc.) hanno visto nel 2011 un calo derivante,
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 35
associazione
consorzi
pi e Dolomiti, i maggiori aeroporti
del nord Italia e qualsiasi altra destinazione nazionale o all’estero.
Con un occhio all’ecologia e un occhio al portafoglio, il CTA si è dotato
di un impianto fotovoltaico, collocato sul tetto del capannone sede degli uffici, che ha azzerato le spese di
approvvigionamento di energia elettrica.
Nonostante la crisi internazionale, il
CTA è riuscito a chiudere un bilancio
positivo anche nel 2011 e continua a
raccogliere soddisfazioni, dato questo che conferma la validità delle
scelte fin qui intraprese…
come già esposto, dalla crisi di mercato e dalle minori disponibilità economiche degli enti pubblici. Il settore
“Linee” è leggermente incrementato
e il servizio “Muoversi” (sistema integrato di trasporto dei disabili promosso nel 2004 dalla Provincia Autonoma di Trento) anche quest’anno
ha confermato il trend di crescita
costante, segno dell’apprezzamento, da parte della clientela, per i servizi erogati. Gli utenti “Muoversi”
sanno che le ditte del CTA sono disponibili 365 giorni all’anno e 24 ore
al giorno, compresi quindi sabato,
domenica e festività varie, per percorsi lunghi o corti.
Il Consorzio offre inoltre un servizio
di “Auto Blu” disponendo di oltre
venti autovetture e monovolumi di
fascia alta, tutte recentemente immatricolate e dotate di massima si-
36 l’Artigianato
curezza ed ogni comfort. Tale servizio è rivolto a trasferimenti VIP (politici, dirigenti, funzionari…), shuttle
convention, servizi aziendali ecc.,
con la possibilità di raggiungere tutte le città italiane ed europee, le
principali località turistiche delle Al-
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Con questa affermazione finale si
conclude quindi questa breve presentazione descritta da esponenti
del Consorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla CTA. Possiamo considerare che anche questa nostra
realtà artigiana consortile testimonia un modello organizzativo per lo
sviluppo della competitività posto in
essere da un’aggregazione tra più
imprese, con lo scopo di mettere in
comune le differenti capacità, competenze e risorse, e parallelamente
di condividere rischi e oneri, in vista
del raggiungimento di un obiettivo
comune, che questo Consorzio sembra proprio aver raggiunto.
associazione
novità
Consorzio Trentinosalumi:
nuovo Consiglio Direttivo
Rinnovato il Consiglio Direttivo del Consorzio Trentinosalumi. Confermato il
presidente Loris Largher, che sarà affiancato dai nuovi vice, Albino Bertoldi
e Fabio Bomè.
opo tre anni di attività il 28 febbraio scorso il
Consiglio Direttivo del Consorzio Trentinosalumi ha concluso il suo mandato.
L’Assemblea dei Consorziati ha pertanto eletto un
nuovo Consiglio che rimarrà in carica come da statuto per tre anni. I nuovi consiglieri sono Bertoldi Albino, Parisi Roberto, Somadossi Maurizio, mentre sono stati confermati i consiglieri Belli Gilberto, Bomè
Fabio, Cis Massimo, Ferrari Gino, Largher Loris e Sighel Enzo.
D
Il Consiglio Direttivo, riunitosi in data 8 marzo,
ha quindi confermato alla presidenza Loris Largher il
quale sarà affiancato da due nuovi vice: Albino Bertoldi, storico macellaio di Riva del Garda, e dal giovane Fabio Bomè. «La squadra era vincente e sono sicuro che con in nuovi arrivi sarà ancora più
combattiva», ha dichiarato il Presidente ringraziando
tutti per la rinnovata fiducia. Sentiti ringraziamenti
vanno da parte di tutti i consorziati anche ai consiglieri uscenti Anselmi, Abram e Corrà. Trentino Film Commission
Attiva dal 2010, la Trentino Film Commission promuove
e sostiene le produzioni cinematografiche, televisive
e documentaristiche, sia italiane che estere, in grado
di valorizzare e diffondere il patrimonio culturale,
ambientale e storico del territorio trentino.
La Film Commission vuole quindi fornire assistenza
alle produzioni cinematografiche, televisive,
pubblicitarie e documentaristiche nazionali
e internazionali che scelgono di operare sul territorio
trentino.
La TFC offre alle produzioni supporto logistico
attraverso la ricerca di location, facilitazioni alberghiere,
il coinvolgimento di professionisti attivi sul territorio
e il reperimento di contatti sia con le pubbliche
amministrazioni che con le forze dell’ordine.
Al contempo, la TFC è impegnata a favorire lo sviluppo
dell’industria audiovisiva locale e a proporre momenti
formativi che rendano i professionisti del settore
presenti sul territorio sempre più qualificati.
• Database maestranze
È possibile consultare il database pubblico on line o
richiederci i professionisti o le realtà necessarie alle
varie esigenze
• Supporto nell’individuazione di soluzioni logistiche
e tecniche
• Informazioni preliminari relative ad aspetti
logistici/burocratici
• Sopralluoghi
• Uffici di produzione con allacciamenti
• Contatto con autorità locali
• Richiesta di permessi
• Contatti agenzie casting
• Facilitazioni per alberghi e trasporti
I servizi offerti da Trentino Film Commission
• Ricerca di location
È possibile consultare il database di immagini on line
oppure inviare specifiche richieste
Le imprese interessate (videoperatori, fotografi,
falegnami, elettricisti, sarti ecc.) possono chiedere di
essere inseriti nella Guida alla Produzione sul sito di
Trentino Film Commission
(www.trentinofilmcommission.provincia.tn.it).
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l’Artigianato 37
associazione
tasse
Lavoreremo
una settimana in più…
… per pagare le tasse e i contributi
I calcoli sul CorrierEconomia:
fino al 19 giugno lo stipendio
andrà al Fisco.
n’altra lunga settimana di lavoro. Da dedicare,
ahimè, interamente al Fisco. E sì, quest’anno
dovremo faticare sette giorni in più rispetto al
2011 per pagare tasse e contributi. Colpa delle manovre – estive e invernali, non fa molta differenza – richieste dall’Unione Europea per cercare di tamponare
il nostro deficit. E, soprattutto, la crisi dei debiti sovrani. Agli italiani, lo sappiamo, è stato chiesto un grosso
sacrificio. Ma solo rapportando le maggiori tasse introdotte nei mesi scorsi ai giorni di lavoro necessari per
pagarle, questo sacrificio emerge ora con tutta la sua
evidenza. Nel 2012 un quadro, o un impiegato con un
buono stipendio (47.216 euro lordi) – scelto dal 1990
dal Corriere della Sera come contribuente tipo per determinare il Tax Freedom Day, il giorno della liberazione fiscale – dovrà lavorare fino al 19 giugno per sfamare l’appetito di Erario, comuni ed enti previdenziali.
E solo dal 20 giugno potrà, finalmente, cominciare a
guadagnare per se stesso e per la sua famiglia. Fanno
171 giorni di schiavitù fiscale. Nel 2011 la corvée finiva il 14 giugno (il 2012 è bisestile, quindi lo spostamento in avanti del traguardo è di sette giorni).
Quattro giorni di schiavitù tributaria in più, invece,
per l’altro contribuente, un operaio con moglie e figlio
a carico, che, avendo un reddito inferiore (23.649 euro), potrà festeggiare il suo Tax Freedom Day il 14 maggio. L’anno scorso poteva brindare alla liberazione già
l’11 maggio.
U
Il cambio. Anno nuovo, elaborazione nuova. Il Tax
Freedom Day ha cambiato faccia. Il modello inventato nel 1990, infatti, non era più adatto a registrare i
profondi cambiamenti subiti dal nostro sistema fiscale. E, soprattutto, quelli registrati negli ultimi mesi con un netto aumento delle imposte indirette (Iva)
e di quelle sui beni (Imu, patrimoniale sugli investimenti finanziari). A cui avrebbe dovuto accompagnarsi una riduzione del carico fiscale sul lavoro e
quindi delle imposte sui redditi. Ma questi sgravi
non si sono finora visti. Speriamo, anche su questo
fronte, in una fase 2. Mentre in passato il focus dell’elaborazione era basato sul singolo contribuente, e
sulla sua borsa della spesa, ora si cercherà di evidenziare piuttosto la dinamica delle singole imposte: l’I-
38 l’Artigianato
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va, le accise, le patrimoniali. Inoltre si è dato maggiore peso, per quanto riguarda i consumi, ai dati
medi italiani. Ne è uscito un miglioramento della situazione dell’impiegato. Basti pensare che, se si fosse utilizzato il vecchio criterio, il Tax Freedom Day sarebbe arrivato il 30 giugno, praticamente a metà
anno. Anche in questo caso lo slittamento in avanti
sarebbe stato comunque di sette giorni, il che evidenzia la bontà del nostro modello. Con la nuova
elaborazione l’ormai insostenibile pesantezza del Fisco emerge, comunque, con tutta evidenza: 171 giorni di lavoro su 366 equivalgono a una pressione tributaria del 46,7%. Quindi molto più alta della
media. Per l’operaio, invece, la nuova modalità di
calcolo è addirittura peggiorativa. Ma vediamo ora
l’identikit dei nostri due contribuenti tipo.
L’identikit. Il quadro ha moglie e un figlio a carico,
abita in una casa di sua proprietà con rendita catastale di 1.100 euro (pari alla media della rendita delle abitazioni A2 di tipo civile della provincia di Milano). Per il calcolo dell’addizionale regionale Irpef si è
applicata quella della Regione Lombardia, mentre
per quella comunale si è utilizzata l’aliquota dello
0,426% corrispondente al rapporto tra il gettito dell’addizionale e la sua base imponibile. Il reddito del
2012 è stato rivalutato dell’1,8% rispetto a quello del
2011 (dati Istat). I suoi risparmi ammontano a
40.000 euro di cui 12.160 in conto corrente e 27.840
in titoli e fondi. La stima dell’Iva e delle accise a carico del contribuente si basa sul presupposto che
questi nelle sue abitudini di spesa rifletta quelle medie delle famiglie di tre componenti come rilevate
dall’Istat nell’indagine annuale sui consumi. Stesse
considerazioni per l’operaio: rendita della casa 446
euro, valore medio abitazioni A3. In conto corrente
ha circa 6.000 euro. Stesso aumento degli stipendi,
stessa composizione del nucleo familiare.
I nuovi pesi. Ma che cosa ha fatto spostare in avanti
di così tanto il Tax Freedom Day? Soprattutto l’Imu
che vale da sola tre giorni di lavoro. Poi l’aumento
dell’Iva, che nel 2012 dovrebbe rincarare ancora. Forte aumento anche per le accise sui carburanti. E poi,
come ogni anno, si fanno sentire i morsi dell’accoppiata tasse-inflazione: salgono i redditi, ma l’Irpef
con le sue aliquote progressive sale più velocemente.
Un mostro che divora il reddito. E che nessuno prova a combattere. Pensando piuttosto a circondarlo di
altri mostriciattoli. associazione
retribuzione
Inflazione e tasse pesano,
paghe ferme da dieci anni
di Enrico Marro [tratto da www.corriere.it]
e retribuzioni dei lavoratori italiani sono basse
e tartassate. Negli ultimi 15 anni hanno perso
terreno nei confronti internazionali. E la differenza tra i salari più ricchi e quelli più poveri è aumentata. Adesso, poi, con l’inflazione che ha ripreso
a correre e con la stangata Monti appena decisa, la
perdita di potere d’acquisto rischia di essere pesante.
Partiamo dai raffronti con gli altri Paesi, utilizzando i
dati 2010 dell’Ocse, l’organizzazione dei Paesi più industrializzati. L’Italia si colloca al 22esimo posto su 34
nella classifica dei salari netti: 25.155 dollari (19.350
euro al cambio di ieri). Mille euro in meno della media Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a
15. Nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11
mila euro superiore a quella media italiana. In Germania hanno preso quasi 5 mila euro in più che da
noi, in Francia 2 mila e perfino in Spagna ci hanno
superato di circa 1.500 euro. L’Italia è comunque ultima per livello di salario netto tra i Paesi del G7.
L
Volete una spiegazione? Ce ne sono tante, ma una
la fornisce la stessa Ocse, mettendo a confronto il livello di imposizione fiscale (tasse e contributi) sugli
stipendi. L’Italia si colloca al quinto posto su 34, con
un prelievo del 46,9% misurato sulla retribuzione
media di un lavoratore single senza figli. Ci battono,
nell’ordine, solo Belgio (55,4%), Francia (49,3%),
Germania (49,1%) e Austria (47,9%). Invece, Spagna,
Olanda e Danimarca stanno intorno al 38-39% e il
Regno Unito al 32,7%. Se poi si mettesse a confronto il prelievo su un lavoratore con carichi familiari è
probabile che la posizione dell’Italia peggiorerebbe,
per esempio rispetto alla Francia che ha il Fisco col
quoziente familiare.
Questa la fotografia attuale, ma la cosa che preoccupa di più, osserva Carlo Dell’Aringa, uno dei massimi esperti della materia, è che «negli ultimi 10-15
anni la posizione relativa dell’Italia è peggiorata. È
aumentato cioè il divario rispetto a Regno Unito,
Germania, Francia e Olanda. Il motivo è che la produttività è rimasta quasi ferma, mentre altrove è aumentata». Dal ’96 a oggi le retribuzioni lorde sono rimaste al palo. Scrive la Banca d’Italia nell’ultima
relazione annuale: «Nel settore privato tra il 1996 e il
2010 le retribuzioni reali di fatto per unità di lavoro
sono aumentate dello 0,7% all’anno, quelle contrattuali dello 0,4%». Ma nell’ultimo anno è venuta meno anche la tenuta rispetto all’inflazione ufficiale.
Gli ultimi dati dell’Istat, riferiti al terzo trimestre del
2011, segnalano che nei confronti dello stesso periodo del 2010 le retribuzioni lorde sono aumentate
dell’1,4%, cioè meno della metà rispetto ai prezzi
(l’inflazione ha raggiunto il 3,3% a novembre). Inoltre, secondo l’Ires-Cgil guidato da Agostino Megale, il
fiscal drag, cioè le maggiori imposte che si pagano per
effetto dell’aumento nominale dei redditi, ha sottratto ai salari lordi più di 200 euro all’anno dal 2000 al
2010. E nel 2011, secondo l’Ires, uno stipendio medio perderà circa 260 euro di potere d’acquisto rispetto all’inflazione e 306 euro a causa del fiscal drag:
in tutto 566 euro.
L’inflazione e il cosiddetto cuneo fiscale, dunque,
hanno un peso nel far perdere terreno ai salari, già tradizionalmente bassi in Italia, a causa della struttura
produttiva dominata dalle piccole e piccolissime imprese. Sempre l’Istat osserva che «i lavoratori dipendenti delle microimprese (meno di 10 addetti) percepiscono una retribuzione annua pro capite di 18,4
mila euro, il 65,6% di quella percepita in media dai dipendenti delle imprese con 250 addetti e oltre (28,1
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 39
associazione
retribuzione
mila euro). Il differenziale retributivo medio legato alla dimensione aziendale è riscontrabile in tutti i macrosettori di attività economica». Le imprese con più
di 250 dipendenti sono appena 3.502 su un totale
di 4,3 milioni. Quelle con meno di 10 addetti 4,1
milioni. La dimensione media delle aziende italiane è di 3,9 addetti. Il valore aggiunto pro capite
nelle microaziende è di 24 mila euro, in quelle con
più di 250 dipendenti è invece di 60 mila euro. Eccolo il legame tra salari e produttività.
A questa situazione di base, già svantaggiata, si
somma una scarsa crescita della produttività, in parte riconducibile proprio al nanismo imprenditoriale,
in parte ad altri fattori. Spiega Dell’Aringa: «Il basso
andamento dei salari riflette a posteriori la dinamica
della produttività. Si tratterebbe invece di legare retribuzioni e produttività ex ante, attraverso una contrattazione più efficiente. In altre parole, se i lavoratori, azienda per azienda, sanno che producendo di
più guadagneranno di più, questo può innescare un
comportamento virtuoso che farà crescere la produttività e quindi i salari». È un po’ quello che è successo
in Germania e negli altri Paesi dove la contrattazione
aziendale è sviluppata e c’è una maggiore partecipazione dei dipendenti ai risultati dell’impresa. Ci sono
poi almeno altri due fattori che svantaggiano l’Italia
nei confronti internazionali. 1) I maggiori costi dei
servizi pubblici e privati alle imprese: dai trasporti alla giustizia, dall’elettricità alla burocrazia. 2) Un livello di istruzione della manodopera inferiore alla media dei Paesi Ocse e con una formazione spesso non
in linea con le richieste delle imprese.
Per rimettere in moto la produttività bisogna
quindi agire su più fronti, attraverso riforme
strutturali, accompagnate da una contrattazione
più moderna e partecipativa. Più produttività significa più salario. A patto però che il prelievo fi-
40 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
scale e contributivo non aumenti e che l’inflazione venga tenuta sotto controllo. Questo per la media dei lavoratori. Ma c’è un’emergenza che riguarda i precari e più in generale i poor workers, quelli con
retribuzioni povere e instabili che si allontanano
sempre più dai lavoratori più ricchi. Il salario medio
del 10% più ricco nel nostro Paese, dice l’Ocse, è oltre 10 volte quello del 10% più povero: 49.300 euro
contro 4.877, e il divario è aumentato rispetto agli
anni Novanta, quando era di 8 a 1. Secondo il 12°
Rapporto sulle retribuzioni in Italia 2011 di OD&M,
effettuato elaborando le retribuzioni di un campione
di 700 mila lavoratori, i dirigenti guadagnano in media 106.886 euro lordi, i quadri 53.585, gli impiegati
27.009, gli operai 21.793. E «con riferimento ai primi
6 mesi del 2011, solo i dirigenti hanno avuto un aumento del proprio potere d’acquisto».
Il problema dei poor workers, dice Dell’Aringa, va affrontato con decisione, facendo costare di più determinate forme di rapporto di lavoro abusate dalle
aziende: «Mi riferisco alle false partite Iva, alle false
collaborazioni e ai falsi stage. Bisogna aumentare i
contributi sui lavori precari con un unico committente e forse bisogna pensare a un salario minimo. Eppoi,
si devono mandare anche i carabinieri». Solo così le
aziende non troveranno più conveniente mascherare
dietro rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione quelli che sono invece lavoratori subordinati a tutti gli effetti. Eliminati gli abusi, bisogna «non toccare
forme contrattuali che funzionano, come l’apprendistato, il lavoro interinale e i contratti a termine, che
hanno tutte le garanzie del caso e spesso sono un
trampolino verso i contratti a tempo indeterminato».
Per questi ultimi, conclude Dell’Aringa, bisogna rilanciare la produttività, ridurre la differenza tra lordo e
netto, tagliare quindi il cuneo fiscale e gli altri costi.
Tra questi ultimi ci sono anche quelli dei licenziamenti. Ma tagliarli non è il toccasana. associazione
assicurazioni
Polizze temporanee
caso morte…
… per pensare al futuro di chi resta
Una polizza caso morte è quello che serve per vivere senza angoscia l’attesa
di ciò che potrebbe accadere in futuro.
di Walter Tamanini
una delle grosse preoccupazioni della vita, di
quelle che non fanno dormire la notte e, molto spesso, si evita di parlarne anche in famiglia per non alimentare paura.
Morire anzitempo! Non è bello pensarci, però qualche volta è necessario doverlo fare.
Se si hanno figli piccoli, un mutuo da pagare, se
in famiglia uno solo dei genitori lavora, ecco, per
questi ed alcuni altri motivi, una polizza caso morte
è quello che serve per vivere senza angoscia l’attesa
di ciò che potrebbe accadere in futuro perché garantisce agli eredi un capitale nel caso in cui l’assicurato
manchi prematuramente.
È
Le polizze caso morte sono definite “temporanee”
perché il capitale è corrisposto solo se l’evento negativo (la morte) avviene in un determinato intervallo
temporale, stabilito fin dall’inizio dall’assicurato, che
va da un minimo di 2 anni a un massimo di 20 - 30
e in taluni casi 40 anni. Se l’evento assicurato non si
verifica, il capitale non è corrisposto e i premi pagati
rimangono acquisiti dalla Compagnia.
Di fatto è quello che accade quando si acquista
una polizza auto: se provoco dei danni causando l’incidente l’assicurazione paga il danneggiato; se ciò
non avviene l’assicurazione ne ha un “guadagno”.
Le possibilità per pagare questo tipo di polizze sono due: in unica soluzione (premio unico) al momento della sottoscrizione del contratto, oppure periodica con premio annuo o rateizzato.
La differenza fra le due soluzioni consiste esclusivamente nel costo: il premio unico, che la compagnia preferisce perché lo incassa prima e in unica soluzione comportando minori problemi gestionali,
costa meno.
Non ci sono differenze nella prestazione assicurata, nel senso che l’obbligo di copertura per l’assicurazione scatta subito sia in caso di pagamento a premio
unico sia in caso di pagamento rateizzato nel qual caso, se nel corso della durata del contratto si sospendono i pagamenti (magari per una semplice dimenti-
canza), l’assicurazione non è tenuta a corrispondere
il capitale ai beneficiari designati.
È anche vero però che le annualità precedentemente pagate non vanno “perse”: anche a mesi di distanza dall’ultimo pagamento (generalmente non
più di 12) è possibile riattivare la polizza pagando gli
arretrati.
Il primo passo da fare quando si intende acquistare una polizza temporanea caso morte è compilare
un questionario e/o sottoporsi a visita medica. Il perché è ovvio: non può sottoscrivere una temporanea
caso morte colui che è già ammalato e sa di avere pochi mesi di vita!
In genere, maggiore è l’età dell’assicurato, più numerose sono le domande alle quali si è chiamati a rispondere o più approfondita è la visita medica a cui
eventualmente saremo sottoposti e, naturalmente,
maggiore è il costo per assicurarsi.
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 41
associazione
assicurazioni
Quando si intende acquistare
una polizza temporanea caso morte
bisogna compilare un questionario
e/o sottoporsi a visita medica.
Non può sottoscriversi colui
che è già ammalato e sa di avere
pochi mesi di vita!
Certamente non è superfluo sottolineare che alle
domande è meglio rispondere con sincerità assoluta,
perché negare o nascondere una malattia potrebbe
costar caro: nel caso, infatti, risultasse che le risposte
al questionario non erano veritiere, l’assicurazione
potrebbe anche rifiutarsi di pagare e nulla potremo
eccepire in merito.
A ulteriore garanzia delle compagnie, per i contratti per i quali non esiste l’obbligo di visita medica,
esiste il cosiddetto “periodo di carenza” che nella
maggior parte dei casi è di 6 mesi dopo la firma della polizza durante i quali, se l’assicurato dovesse
mancare, il capitale non sarebbe comunque corrisposto ma i premi pagati sarebbero restituiti agli eredi.
Se l’assicurato verrà a mancare, ovviamente sono
gli eredi che dovranno farsi avanti presso la compagnia e rivendicare il pagamento della prestazione, il
che non è sempre scontato in quanto non sono rari
i casi in cui gli eredi non sono a conoscenza del fatto che il loro congiunto aveva sottoscritto, magari
molti anni prima, una polizza caso morte e, a maggior ragione, non è a conoscenza della morte dell’assicurato la compagnia per la quale anche l’eventuale
mancata corresponsione di un’annualità a seguito di
decesso potrebbe essere ritenuta un semplice ritardo
nel pagamento.
Ci sono, però, dei casi in cui le compagnie di assicurazione possono rifiutare il pagamento del capitale assicurato.
42 l’Artigianato
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Quali sono? Prima di tutto il caso di dolo, che potrebbe essere del contraente ma anche del beneficiario: classico caso quello della moglie o del marito che
ammazza il coniuge assicurato per intascare i soldi
dell’assicurazione. Altro caso: la partecipazione dell’assicurato ad atti dolosi o peggio, ad esempio il caso dell’assicurato che rimane ucciso mentre rapina
una banca.
Ci sono, anche, situazioni meno eclatanti come
l’incidente di volo avvenuto a bordo di velivoli che
non avevano l’autorizzazione a volare, oppure in caso
di gare automobilistiche non di regolarità, od ancora
per decessi dovuti all’uso di sostanze stupefacenti.
Le compagnie, generalmente, non prevedono la
corresponsione del capitale ai beneficiari se il suicidio avviene entro uno - due anni dalla sottoscrizione
della polizza ma che invece la effettuano se avviene
successivamente a questo periodo.
Come accennavamo in precedenza, il costo di una
polizza temporanea caso morte dipende in larga misura dall’età del soggetto che si vuole assicurare: più
è avanzata, e quindi più è statisticamente probabile
che l’evento si realizzi, più la polizza è cara ed è proprio seguendo questo principio che, a parità di età, le
donne pagano meno degli uomini; la loro vita media, infatti, è più lunga.
In conclusione parliamo di beneficio fiscale.
Anche se stipulate dopo il 31/12/2000 le polizze
caso morte sono deducibili IRPEF nella misura del
19% dei premi versati per un massimo di euro
1.291,14 (attenzione: il cumulo con altre polizze vita
o infortuni eventualmente già presenti non può oltrepassare detto importo).
Per godere dei benefici fiscali, però, occorre che la
durata delle stesse sia di almeno 5 anni. Rammentiamo che il capitale eventualmente corrisposto è
esente dal computo IRPEF e dall’imposta di successione. associazione
burocrazia
Sburocratizzazione?
Il nostro Governo sta lavorando al decreto che prevederà la semplificazione,
contemplando la tanto attesa sburocratizzazione riservata alle aziende,
soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni.
di Flavia Angeli
e da una parte abbiamo la crisi che sta piegando le aziende, segnando forti cali di fatturato, dall’altra vediamo la difficoltà delle imprese stesse a far fronte alla mancanza della liquidità,
con crediti difficili da incassare che a loro volta fanno registrare difficoltà nell’effettuare il saldo dei debiti, grazie alla stretta creditizia di cui si sta ampiamente parlando. Il nostro Governo sta lavorando,
finalmente, al decreto che prevederà la semplificazione, contemplando la tanto attesa, ormai da anni,
sburocratizzazione riservata alle aziende, soprattutto
quelle di piccole e medie dimensioni. Le aziende infatti, a fronte di fatturato in contrazione, non registrano diminuzione del carico burocratico, e gli impiegati
rimangono sommersi dalle scartoffie che alimentano
gli scaffali dei nostri uffici.
Sarà anche pur vero che alcune cose sono state fatte, o meglio attuate, come ad esempio la possibilità
per un giovane di aprire una SRL con un solo euro di
capitale sociale, sarà anche vero che lo potrà fare anche in un giorno, ma in base all’attività che formerà
l’oggetto sociale, saranno stati spiegati a questi giovani gli adempimenti burocratici e/o contabili ai quali
dovranno sottostare e ai quali dovranno far fronte per
poter esercitare quella data attività?
Alle normative fiscali si sono affiancate quelle sulla sicurezza e poi quelle ambientali.
Troviamo infatti che qualsiasi azienda deve fare il
check up con la normativa sulla sicurezza collegata all’ultima modifica con la Legge 81, con la stesura del
DVR, il Documento di valutazione dei rischi. Così
viene richiesto il corso di pronto soccorso, che deve
essere sempre aggiornato con abbinamento della cassetta del pronto soccorso in ogni ambiente di lavoro,
con contenuto minimo in base all’allegato 1 o 2, da
sostituire quando scaduta. In base al rischio viene richiesto il corso di antincendio con obbligo degli
estintori in base ai mq, ovviamente controllo degli
stessi ogni 6 mesi e revisione con regolare cadenza.
C’è poi il corso di responsabile servizio di prevenzione e protezione RSPP, altrimenti si può ricorrere a un
S
terzo incaricato previo pagamento del servizio. Se ci
sono dipendenti, annualmente scatta l’obbligo delle
visite mediche da fare, e laddove ci sono autisti anche di mezzi speciali, anche nel caso di soli muletti,
non dimentichiamo il test antidroga. Non ci dobbiamo meravigliare per questo, dato che sono 2 milioni
gli italiani che fanno uso regolare di droghe (cocaina).
Sempre in materia di sicurezza alle imprese edili
viene richiesto il POS, il Piano operativo della sicurezza; il DURC, il Documento unico di regolarità
contributiva e il Tesserino di riconoscimento per tutti i dipendenti che sono in cantiere.
A talune categorie spetta il corso per lavori in tensione, quello per i ponteggi, e ancora il corso per lavori in altezza, sia al titolare che ai dipendenti.
Corso per guidare il muletto se previsto in azienda. Corso per il rinnovo della carta del conducente,
80 ore obbligatorie per tutti gli autisti con patente C.
Se poi nella tua azienda sono previsti lavori di manutenzione e riparazione, ecco la necessità del DUVRI,
il Documento unico di valutazione dei rischi di interferenza. RLS Responsabile dei lavoratori per la sicurezza, non obbligatorio, corso per l’incaricato, e se questo
se ne va altro corso per il sostituto, oppure paghi un
esterno con quota annuale, e avanti con le spese.
In base all’attrezzatura e tipo di lavorazione e/o
produzione scatta la valutazione del rumore, nota bene che se il macchinario viene sostituito o anche solo il posto dove è situato ecco che bisogna rifare il
documento. Stessa procedura se hai a che fare con le
polveri, partendo dall’autorizzazione per le emissioni
diffuse e/o convogliate, in base all’impianto.
Valutazione vibrazioni in riferimento alle attrezzature che la prevedono, come sopra, cambi attrezzatura e nuovo documento. Verifiche impianti di terra
ogni 2 o 5 anni. Verifiche per attrezzature di sollevamento. PIMUS Piano di montaggio, uso e smontaggio ponteggi.
Verifica porte di sicurezza o emergenza. DPI Dispositivi di protezione individuali (registro di conse-
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l’Artigianato 43
associazione
burocrazia
Liberare risorse per le imprese
può rappresentare una risposta a
un mercato ingessato, per concedere
tempo all’imprenditore per
reinventarsi e proporsi all’attacco
di nuovi mercati e/o di nuove idee.
gna e verifica della scadenza degli stessi, vedi il caschetto che dura 5 anni, anche se non utilizzato).
Se caro imprenditore sei tranquillo di aver adempiuto a tutti gli oneri ecco che arriva il calcolo del rischio per campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti in ambienti di lavoro.
Dal 2010 c’è nell’aria il SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, con oltre due anni di proroghe e
che per ora ha fatto tanto discutere e tremare, con installazione delle black box sugli automezzi dedicati ai
trasporti dei rifiuti speciali e/o pericolosi. Fino ad ora
si procede con il trasporto accompagnato dal formulario rifiuti. C’è poi chi deve registrare questi documenti, provvedere alla stampa sul registro di carico e
scarico, con dichiarazione annuale MUD. Ovvio che
per movimentare i rifiuti speciali l’azienda deve essere in possesso di regolare autorizzazione rilasciata
dall’Albo gestori ambientali, contro pagamento dei
diritti annuali previsti in base al tipo di autorizzazione e ai quantitativi trasportati annualmente. Cambi
automezzo, modifichi l’autorizzazione e avanti.
Ogni azienda è obbligata ad avere la PEC, Posta
elettronica certificata, figuriamoci che ci sono piccolissime aziende ancora sprovviste di computer! E come fanno le aziende collocate in quelle zone non ancora raggiunte dalla rete di internet? L’assurdo di
questo interessante mezzo di comunicazione è che
spesso è la Pubblica Amministrazione stessa a evitare
l’invio tramite PEC, preferendo la cara vecchia e costosa raccomandata, rimarcando che solo in questo
modo l’invio assume prova documentale e certa.
Quando lavori per terzi ecco che devi per forza
avere l’assicurazione contro terzi, per tutelarti per
eventuali errori di percorso che si possono sempre
presentare.
Quando partecipi ad appalti, non mancherà mai
la dichiarazione antimafia, anche se sembrerebbe che
44 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
fosse al vaglio del nostro Ministro Severino la possibilità di autodichiarazione con relativa abolizione
dell’antimafia! Non dimentichiamo la tracciabilità
dei flussi finanziari, con inserimento dei codici CIG
e CUP nei DDT, che andranno riportati nelle fatture
ed anche nelle relative RIBA. Così arrivi ad avere un
elenco per cliente di numerazioni a 10 cifre, da riportare e rigirare, da far girare la testa.
Che dire poi dell’aggiornamento professionale per
il titolare, fondamentale per stare al passo con i tempi e obbligatorio in base al piano formativo steso per
i dipendenti. Gli adempimenti non sono esauriti, ma
mi fermo perché c’è da far girare la testa se continuo.
Sembra facile da dire questa tanto acclamata parola “sburocratizzazione”, ma sta di fatto che una
volta avviato un percorso, difficile sembra poter tornare indietro, se per un dato permesso, oppure per
una concessione, sono stati aperti uffici pubblici, nominati funzionari, chi sarà a decidersi a togliere taluni “adempimenti” pensando che poi anche i relativi
funzionari dovranno essere riorganizzati e/o mobilitati? E tutte le società di servizi nate a supporto di
questi bisogni acclamati dalle aziende?
Considerando la classifica stilata dalla Banca
mondiale, la dice lunga l’87° posto che spetta all’Italia per facilità di fare impresa. Pure nell’accesso al
credito ci spetta un lodevole 98° posto, mentre per
l’avvio di un’impresa ci troviamo al 77° posto delle
classifiche.
L’eccesso di burocrazia penalizza la realizzazione
delle opere pubbliche, solo con l’avvento dell’information technology da parte della Pubblica Amministrazione si potranno abbattere costi e tempi per le
imprese. Anche in Trentino solo il 13% della modulistica burocratica si può trasmettere on line, evitando l’invio cartaceo.
Se poi pensiamo che in una relazione al Parlamento il Governo ammette di non saper dire quante
sono le leggi che i cittadini e imprese debbono rispettare, la dice davvero lunga. Ci pensa Confartigianato in un rapporto presentato in queste ultime settimane a far presente che negli ultimi 3 anni sono
state 189 le nuove norme fiscali emanate, complicando la gestione delle aziende.
Dall’Europa ci arriva il richiamo della Small Businnes Act per agevolare le PMI, ma il lavoro fino ad ora
svolto in tal senso non viene nemmeno avvertito dalle piccole aziende che si trovano a dover impiegare
tempo e denaro per adempimenti farraginosi e complicati.
Dunque il lavoro dell’Amministrazione Pubblica e
del Governo sarà quello di far fronte a questo grido
di allarme lanciato dalle PMI, ed è questo il momento per agire, dato che la burocrazia non fa aumentare il Pil ma viceversa lo brucia.
Liberare risorse per le imprese, in questo momento economico difficile può rappresentare una risposta a un mercato ingessato, per concedere tempo all’imprenditore per reinventarsi e proporsi all’attacco
di nuovi mercati e/o di nuove idee. cultura
Quale futuro
per il mercato dell’arte?
In un periodo così delicato per l’economia è opportuno riflettere su come
proteggere i nostri risparmi, come diversificare i nostri investimenti.
Cerchiamo di capire cosa sta succedendo nel mercato dell’arte alla fine del
primo trimestre del 2012 e se questo può essere interessante.
di Paolo Aldi
artiamo da cosa è successo lo scorso anno in questo settore. La fascia più
alta complessivamente ha investito molto, recuperando dopo i
contraccolpi del 2008. Il mercato dell’arte si è allargato decisamente verso l’Asia. L’investimento in arte è entrato a far
parte del circuito degli investimenti e i consumi di lusso dei
più ricchi si sono riversati sul
mercato artistico.
Il giro d’affari del mercato
dell’arte contemporanea è cresciuto dai 254 milioni di dollari
del 2000 ai 2,1 miliardi nel
2011, quello dell’arte antica ha
raggiunto i 60 miliardi di dollari. Cinesi ed americani sono gli
investitori che hanno guidato
questa ripresa.
L’allargamento del mercato
dell’arte dà garanzie e migliori
sicurezze, più regioni mondiali
lo frequentano e meno diventa
rischioso, se non funziona bene
una parte un’altra corre.
Anche questa volta assistiamo al fatto che le crisi finanziarie non contagiano, perlomeno
immediatamente, il mercato dell’arte. Tra i Top200 collezionisti indicati da Artnews,
solo sette si occupano di fondi di investimento e solo tredici vedono dipendere la propria ricchezza dalla finanza.
Con mercati azionari deboli e titoli di stato che
danno grandi preoccupazioni l’arte risulta essere un
mercato più affidabile. Il segmento dell’arte contemporanea è capace di resistere alla crisi con un tasso di
rendimento medio annuo che negli ultimi 16 anni si
P
è assestato sul 4,65%, superiore
al 4,06% registrato dall’oro. I dati vengono da un’anticipazione
del Focus 2012 dell’Osservatorio
del centro di studi economici
Nomisma e dell’Università Lum
Jean Monnet e confermano che
l’acquisto dell’opera di un artista contemporaneo garantisce
una remunerazione migliore
(+3,39% all’anno, a partire dal
2006) rispetto a una abitazione
in una grande città italiana
(+1,68) o all’investimento in titoli azionari (+0,69%).
In questo quadro si inserisce un sempre maggior rapporto con internet e la tecnologia:
aste, fiere online e sempre nuovi portali negli ultimi anni
hanno attratto nuovi entranti
come Artnet.com, Paddle8, Artprice e Blacklots. E il mercato
corre attraverso nuovi canali,
altri operatori. I collezionisti
trovano nuove offerte e grazie
a internet anche maggiore
informazione, una migliore conoscenza del mercato e del suo
andamento.
Diverso il discorso dell’andamento del mercato dell’arte se lasciamo la fascia più
alta. Qui la crisi finanziaria e la scarsità di risorse pesano e gli operatori professionali ne soffrono le conseguenze. Per chi può comprare in questo momento
c’è la possibilità di fare ottimi acquisti.
In Italia nel suo complesso il mercato dell’arte genera un volume d’affari di quasi 1,4 miliardi prodotti
per il 43% dal segmento moderno e contemporaneo.
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 45
cultura
Nella seconda parte del 2011 le performance delle più
importanti case d’asta, da Sotheby’s a Christie’s, non
sono state esaltanti con perdite principalmente nel
settore del moderno mentre il segmento del contemporaneo è riuscito a mantenere pressoché invariate le
performance di vendita. Contemporaneamente è diminuito il giro d’affari delle aste italiane. Dai quasi 60
milioni del primo semestre dell’anno si è passati ai
54,35 del secondo semestre, con una diminuzione del
2,2%. Le case d’asta si sono affacciate sul 2012 con un
fatturato totale di oltre 117 milioni e un processo di
ristrutturazione, con la chiusura di Finarte e un disimpegno in Italia di colossi come Christie’s e Sotheby’s,
tramite un ridimensionamento del numero delle aste
e degli occupati.
In sintesi il mercato dell’arte si caratterizza con
l’ingresso sempre maggiore dei fondi e degli strumenti di investimento strutturato, la dimensione pressoché industriale dei processi di vendita e di gestione
del bene artistico, la capacità dei beni artistici di creare plusvalore e la capacità di generare redditività.
Quindi l’arte è senza dubbio un investimento e ci sono due tipologie di investitori e di approccio finanziario all’opera d’arte. Il primo è speculativo. Investe quindi su ogni genere di opera d’arte per lanciare
o far girare il nome di un artista ed eventualmente
Yearly return in the art market compared to the
other asset classes: 2005-2011
Asset
Nominal
return
Real
return
Volatility
Correlation
with art
WTI (oil)
Gold bullion
23.98%
21.03%
21.37%
18.42%
49.4%
12.4%
20.05%
6.46%
S&P GSCI
Commodity
17.49%
14.88%
34.2%
25.64%
Art
12.86%
10.25%
15.8%
100%
US Credit bonds
5.13%
2.52%
1.7%
27.78%
10-Year US note
S&P500
3.58%
3.07%
0.97%
0.46%
1.9%
21.4%
-32.13%
33.72%
rivendere l’opera quando ha acquisito valore. È un
mercato questo molto veloce e praticamente sono
loro a fare l’opera d’arte. E ci sono poi i collezionisti, coloro che amano l’arte e ricercano nelle opere
la realizzazione di sé, comprando solo per una vera
passione. Questo mese vi consigliamo
di visitare:
Mart - Museo d’Arte Moderna
e Contemporanea - Rovereto (TN)
Alice in Wonderland - sino al 3 giugno
Postmodernismo. Stile e sovversione 1970-1990
sino al 3 giugno
Gina Pane, È per amor vostro l’altro - sino all’8 luglio
Afro, Il periodo americano - sino all’8 luglio
Arte Sella - Val di Sella, Borgo Valsugana
Opere dalla collezione permanente dell’Associazione,
Il mondo animale di Arte Sella - sino alla primavera
Galleria Civica G. Segantini - Arco (Tn)
Roberto Floreani - sino al 10 giugno
Museo Riva del Garda - Riva del Garda (Tn)
Lotze, Le vedute fotografiche dei Lotze 1860 - 1880
sino al 10 giugno
Spazio Klien - Borgo Valsugana (Tn)
Enrico Ferrrari, Montagne - sino al 15 aprile
Paolo Maria Deanesi - Rovereto
Armando Lulaj, No More Feelings - sino al 20 maggio
Atelier Foto Paolo Aldi - Rovereto
Paolo Aldi, Sunny flowers (Fiori di sole)
sino al 6 maggio
Torre Mirana - Trento
Astrazioni 7 - sino al 22 maggio
Galleria d’arte il Castello - Trento
Elena Brazzale & Aura Zecchini,
Naturalia & Mirabilia- sino al 22 maggio
Palazzo Roccabruna - Trento
L’impressione del colore. Montagne in fotocromia
1890-1910 - sino al 6 maggio
Studio d’Arte Raffaelli - Trento
Laurina Paperina, New Pollution - sino al 31 maggio
Palazzo Libera - Villa Lagarina
Piermario Dorigatti
Pittore, irrimediabilmente pittore - sino al 5 maggio
46 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
associazione
categorie
Sfruttare le opportunità
internazionali
Raggiungere nuovi mercati
Quasi tutti i giorni la stampa locale e nazionale evidenzia come in questo
frangente la chiave di volta per la ripresa stia, per le imprese italiane, nelle
esportazioni e nelle opportunità sui mercati esteri.
di Veronica Costa
AREA CATEGORIE
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Infatti le aziende possono sfruttare in modo non corretto ed efficiente le proprie risorse, esponendosi a rischi che possono non solo
compromettere l’ingresso sul mercato ma anche danneggiare l’economia dell’azienda stessa.
Per compiere il grande passo è
quindi necessario disporre di procedure strutturate e ben studiate, affinché un simile progetto davvero
porti a risultati positivi. L’Associazione Artigiani, sempre attenta alle
nuove necessità delle proprie aziende, ha deciso quindi di mettere a disposizione dei propri associati una
serie di strumenti e di competenze
in grado di affiancare gli artigiani
all’interno di questi processi di sviluppo aziendale.
livello locale si registra – parallelamente a
Un’attività mirata con lo scopo di proporre miuna contrazione sempre maggiore dei consuglioramenti e supporto alle aziende che già operano
mi – un aumento dell’importo delle vendite
oltre confine e di sostenere con idonei strumenti
all’estero, con un totale di volume d’affari nel 2011
quelle aziende che decidono di intraprendere attidi 3.139 milioni di euro pari a un 11% in più rispetvità economiche con l’estero.
to al 2010.
Questi dati testimoniano in maniera chiara come
Proprio per dare un servizio più mirato possibile,
i mercati tradizionali di riferimento stanno velocetutte le aziende interessate sono invitate a comunimente cambiando. La calante domanda del mercato
care i propri dati attraverso la scheda di manifestaabituale (trentino e nazionale) sta infatti sempre più
zione di interesse che è allegata alla rivista di quespingendo le aziende a guardarsi attorno e a decidesto mese e sul sito www.artigiani.tn.it all’interno
re di avviare processi di internazionalizzazione per
della sezione Categorie/Internazionalizzazione. accedere a nuove opportunità di
business all’estero.
L’Associazione Artigiani ha deciso di mettere
L’ingresso in nuovi mercati è
a disposizione dei propri associati una serie
fondamentale per la crescita esterdi strumenti e di competenze in grado
na di un’impresa, ma le enormi
di affiancare gli artigiani per l’avvio di nuovi
opportunità che si prospettano sono affiancate da grandi rischi.
processi di internazionalizzazione.
A
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 47
associazione
categorie
LEGNO / ARREDO
Il 2012 sarà un anno
molto difficile
Cazzaniga: «Le uniche aziende a salvarsi, sempre nell’ambito delle piccole
dimensioni, sono quelle che stanno lavorando per l’estero e facendo dei
contract».
e il 2011 non è finito bene, il 2012 è
addirittura iniziato peggio!». Con questa telegrafica frase, Mauro Cazzaniga
– consigliere nazionale del gruppo di mestiere “Arredo” e presidente per la Lombardia della Federazione
Legno Arredo di Confartigianato Imprese – esprime
il suo commento sulla fase congiunturale che sta attraversando la sua regione, da sempre leader nella lavorazione del legno e nella produzione di mobili e
arredi. «Sono soprattutto le piccole realtà ad accusare più delle altre gli effetti della crisi ancora in atto.
Le uniche aziende a salvarsi, sempre nell’ambito delle piccole dimensioni, sono quelle che stanno lavorando per l’estero e facendo dei “contract”. C’è insomma chi sta segnando il passo, perché qui da noi
il mercato interno è completamente fermo e anche
chi lavora ha poi problemi con le banche, le quali
non stanno dando l’aiuto necessario ad andare avanti, pagamenti che si allungano, difficoltà ad incassare dai clienti e chi ha fatto investimenti indebitandosi, adesso è davvero a rischio chiusura. Dicevo
prima – prosegue Cazzaniga – che qui in Lombardia
tutto è completamente fermo: anche chi può contare sullo stipendio fisso, ha timore di spendere; il terrorismo mediatico sta facendo il resto. Non solo: ora
c’è accanimento anche verso chi deve andare a comperare. Mi spiego: è giusto – anzi, doveroso – che i
controlli vengano eseguiti, però non bisogna arrivare a intimorire i territori come è successo in alcune
località italiane. Così facendo, si bloccano economia
«S
48 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
e commercio e noi piccoli siamo quelli che ci rimettiamo. Lo stesso Governo Monti, se da una parte ha
fatto bene a combattere l’evasione, dall’altra non ha
incentivato il lavoro».
E per l’anno in corso?
«Come detto, siamo partiti molto male. Chi va
meglio sono le aziende strutturate, quindi chi ha
una certa dimensione, mentre i piccoli hanno davanti una sola strada percorribile: legare fra loro e
operare in rete. È inutile che una Camera di Commercio mi dica che il numero delle imprese è aumentato: se le imprese sono di più ma il totale degli
occupati è poi inferiore e soprattutto spariscono
aziende “storiche del manifatturiero”, per lasciare
posto ad “aziende di servizi” che anche per quanto
riguarda l’indotto, muovono sicuramente meno,
non mi sembra che si possano adoperare toni trionfalistici. E poi, ci sono altri indicatori economici da
guardare, chiamati fatturati e utili».
Quali prospettive vi sono davanti?
«Noi piccoli che grazie a questa nostra “individualità” abbiamo fatto delle nostre aziende un tessuto “creativo” diversificato, dobbiamo però ora convincerci a fare rete, sia per acquistare materia prima,
sia per vendere. In questo mercato che sta andando
sempre più verso la grande distribuzione, dove si acquistano prodotti “low cost”, dobbiamo sempre più
puntare sull’eccellenza – la personalizzazione –, l’evidenziare il “Made in Italy”; i grandi numeri a basso
costo possono farlo quei paesi dove la manodopera i
costi aziendali, la burocrazia e la tassazione non son
certo quelli del nostro bel paese. Le pubbliche istituzioni possono fare qualcosa: un esempio viene da alcune amministrazioni locali, che hanno creato le
consulte dell’economia. Fra le proposte nuove, anche
quella di allestire un sito internet con l’elenco di tutte le imprese del territorio. Sono le classiche idee che
nascono in periodi difficili, con la speranza che si trasformino in opportunità». PIASTRELLISTI
associazione
categorie
Visita alla ditta Index
di Verona
Molto soddisfatti i piastrellisti della giornata formativa su collanti e isolanti,
organizzata dal Direttivo di categoria presso la Index di Verona.
di Jacopo Pedrotti
ANTENNISTI - FUMISTI - SPAZZACAMINI
Seminario su lavori in quota
di Jacopo Pedrotti
l 5 marzo 2012 una trentina di piastrellisti hanno partecipato alla giornata formativa su collanti e isolanti, organizzata dal Direttivo di categoria, presso la Index di Verona.
La giornata è stata suddivisa in due parti.
La mattina gli associati hanno potuto approfondire la loro conoscenza: delle competenze professionali del posatore (conoscenza dei supporti dei materiali e delle sollecitazioni), della normativa europea
EN 12004 - EN 12002 e delle modalità di impermeabilizzazione e posa di terrazzi, bagni e piscine con
prodotti mono e bicomponenti.
Il pomeriggio invece è stato occupato dalle prove
pratiche nel centro di formazione della Index in cui
i tecnici della ditta hanno dimostrato le potenzialità
dei loro prodotti e, allo stesso tempo, hanno dimostrato quali sono le corrette modalità di posa di determinati materiali.
Tutti sono rimasti soddisfatti della giornata anche
perché molti partecipanti hanno approfittato del
viaggio in pullman per scambiarsi consigli con gli altri artigiani presenti.
Il prossimo appuntamento per la categoria dei
piastrellisti e posatori in legno si avrà con l’uscita del
prezziario che dovrebbe essere pronto per la fine di
aprile. I
Lo scorso 27 febbraio si è tenuta, presso il Polo
Tecnologico di Trento, una serata informativa
sulle norme di sicurezza per i lavori in quota
alla quale erano presenti circa trenta persone tra
antennisti, fumisti e spazzacamini.
I due relatori, i Tecnici della Prevenzione
dell’U.O.P.S.A.L. Matteo Bettega e Paolo Ducati,
hanno illustrato le principali norme e accorgimenti
da rispettare per ridurre il pericolo di infortuni
a seguito di cadute dall’alto.
Oltre a una relazione sulle principali normative
che regolamentano il settore, particolare attenzione
è stata posta all’individuazione e installazione
dei punti di ancoraggio e al corretto utilizzo dei DPI;
molti lavoratori ritengono infatti che un’unica
tipologia di DPI possa proteggere da tutti gli infortuni,
i relatori hanno invece spiegato come per ogni lavoro
vi sia un dispositivo di sicurezza adeguato.
Una parte della serata è stata inoltre riservata
alla spiegazione dei pericoli che possono occorrere
se non vengono correttamente calcolati il tirante
d’aria e l’effetto pendolo.
Chi fosse interessato ad avere maggiori
informazioni sulla serata può scaricare le slides
dal sito dell’Associazione.
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 49
associazione
categorie
AUTOTRASPORTATORI
Audizione europea sul
mercato dell’autotrasporto
Si è tenuta a Bruxelles lo scorso 28 febbraio l’audizione europea per fare il
punto sullo stato del mercato comunitario dell’autotrasporto e valutare,
fra le varie iniziative da prendere in futuro, anche la questione dell’apertura
del cabotaggio.
di Andrea de Matthaeis
n gruppo di alto livello composto da docenti
rinomati a livello internazionale ha interloquito con tutti i rappresentanti di categoria e
dei governi presenti, insieme alla Commissione europea.
«Come UETR abbiamo ribadito sia alla Commissione UE che ai “saggi” che il divario economico, sociale,
legislativo e di controlli fra stati europei è ancora troppo grande. La concorrenza sleale e il dumping sociale
da parte di vettori di determinati paesi è ben lontano
dall’essere risolto, dunque il cabotaggio non può essere liberalizzato», afferma il Presidente di Confartigianato Trasporti e UETR Francesco Del Boca.
U
«Sempre più attori a livello nazionale negli altri
stati chiedono un forte regime di responsabilità condivisa per i committenti che ordinano viaggi in cabotaggio a imprese non residenti. All’audizione abbiamo sentito posizioni in tal senso da inglesi, francesi e
tedeschi. Di ciò sono personalmente molto compiaciuto poiché è stata la Confartigianato Trasporti, attraverso UETR, a chiedere per prima a livello comunitario l’attuazione di un pieno ed effettivo regime di
co-responsabilità di tutta la filiera del trasporto: da
tempo ci battiamo per questo sui tavoli di Bruxelles, e
il messaggio inizia a passare», ha aggiunto.
Tratto dal sito www.confartigianatotrasp.it Costi: imprese di autotrasporto
italiane penalizzate
Analizzando il fatturato delle nostre imprese di settore
si nota che un ostacolo per il conseguimento di più
alti livelli risiede nella frammentazione del mercato
italiano. L’autotrasporto paga questa caratteristica
sia in termini di capacità di offrire servizi più complessi,
sia in termini di confronto con la committenza.
Dallo studio emerge che le classi dimensionali
intermedie sono le meno performanti sotto il profilo
dei costi, anche se comparati con quelli degli operatori
residenti nei Paesi dell’Europa dell’Est. Al contrario
le aziende italiane appartenenti alle classi dimensionali
“estreme”, e cioè monoveicolari o con oltre 10 veicoli
a disposizione, sembrerebbero godere di un livello
di costi meno oneroso: tuttavia anche in questo caso
le imprese italiane presentano costi relativi maggiori
se rapportati a quelli delle imprese più performanti
dell’Europa dell’Est (da +36% a +41%).
Le aziende italiane di autotrasporto sono risultate
non concorrenziali rispetto ai loro concorrenti.
In particolare, secondo la ricerca, gli autotrasportatori
italiani rischiano un’ulteriore marginalizzazione,
non solo a livello internazionale (nel contesto generale
europeo), ma anche in patria. La “ricetta” proposta dallo
studio, sebbene non assimilabile a una proposta
di carattere politico, va nella direzione di una
implementazione del ruolo della logistica.
tratto dal sito www.alboautotrasporto.it
Uno studio realizzato dalla Ernst & Young per conto
dell’Albo confronta il carico fiscale delle aziende italiane
rispetto ai concorrenti di Germania, Francia, Spagna,
Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Polonia.
Il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori
finanzia progetti di studio e ricerca per inquadrare
i fenomeni economici e politici che riguardano
la movimentazione di merci. Tra quelli più recenti,
presentati dal Comitato Centrale alla fine del dicembre
2011, l’“analisi comparativa del carico fiscale
e contributivo nel sistema normativo vigente” (che è
possibile scaricare dal sito www.alboautotrasporto.it nella
versione integrale), realizzata dalla Ernst & Young
su incarico dell’Albo stesso, ha messo a confronto l’impatto
delle imposte su fatturati e costi delle nostre aziende,
in relazione ai loro competitori internazionali. L’indagine
non prende in considerazione tutti i paesi dell’Unione
Europea, ma si concentra su Germania, Francia, Spagna,
Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Polonia.
50 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
METALMECCANICI
associazione
categorie
Marcatura CE
cancelli
Il settore metalmeccanico
ha effettuato un corso di formazione
di 70 ore circa in tema di marcatura
CE dei cancelli, dove è stato definito
un protocollo d’intesa con
Confartigianato Marca Trevigiana,
mediante il quale è stato siglato
in autunno un rapporto
di collaborazione.
on febbraio scorso si è concluso il percorso
formativo per circa 70 imprese artigiane del
settore metalmeccanico in tema di marcatura
CE dei cancelli.
Si è trattato del frutto di un lungo lavoro che ha visto coinvolti il Consiglio Direttivo di categoria, l’Area
Categorie dell’Associazione e SAPI srl, nella ricerca e
messa a punto della soluzione più consona alle esigenze di fabbri e carpentieri associati coinvolti nella
marcatura CE dei cancelli di propria produzione. Nel
corso del tempo sono stati fatti molteplici incontri
con più sedi di Confartigianato di altre regioni fino a
quando, l’estate scorsa, Associazione Artigiani ha dato
avvio alla definizione di un protocollo d’intesa con
Confartigianato Marca Trevigiana, mediante il quale è
stato siglato in autunno un rapporto di collaborazione
avente come obiettivi principali la condivisione di
esperienze e conoscenze, a partire dal software per la
marcatura CE dei cancelli di proprietà dei “confratelli
trevigiani”, fino al miglioramento del servizio che le
due associazioni offrono quotidianamente alle rispettive imprese associate.
Con tale accordo, Confartigianato Marca Trevigiana ha messo a disposizione dei nostri associati un
software disponibile on-line, accessibile mediante
specifico nome utente e password, mediante il quale
dimensionare i propri cancelli in funzione anche della caratteristica di resistenza al carico del vento. Tale
software infatti, è stato validato dal laboratorio notificato Cert, Centro di Certificazione e Test di Treviso
Tecnologia, e consente, mediante l’invio dei dati del
cancello dimensionato mediante il software, di ottenere il certificato di resistenza al carico del vento senza dover costruire necessariamente un prototipo e
portarlo in laboratorio per la prova fisica. Ciò è importante anche nell’ottica del nuovo Regolamento
Europeo 305/2011 relativo ai prodotti da costruzio-
C
ne, il quale prevede che, a partire da luglio 2013, la
dichiarazione di conformità dovrà essere sostituita dalla dichiarazione di prestazione nella quale andrà indicata obbligatoriamente la prestazione di almeno una
delle caratteristiche essenziali del prodotto, a differenza di ora che è possibile utilizzare l’opzione “npd”
(prestazione non determinata) per ogni prestazione.
Il software è stato quindi il fulcro attorno al quale
è stato progettato un percorso per consentire alle imprese di procedere con la marcatura CE di cancelli. È
stata proposta anche una prima parte formativa per
coloro che erano totalmente digiuni in tema di marcatura, al fine di gettare una base conoscitiva sulla direttiva prodotti da costruzione 89/106/CEE, sul nuovo
regolamento 305/2011 e sulla norma UNI EN 13241-1
“Porte e cancelli industriali, commerciali e da garage –
norma di prodotto – prodotti senza caratteristiche di
resistenza al fuoco o controllo del fumo”.
I partecipanti sono stati quindi suddivisi in gruppi
ai quali è stato illustrato un manuale per il controllo
della produzione di cancelli rispondente a quanto richiesto dalla norma UNI EN 13241-1, le modalità per
adattarlo e per applicarlo alla propria realtà. Sono
quindi seguite più sessioni per illustrare il software e
per procedere con le esercitazioni pratiche.
Per chi non avesse preso parte al percorso, è possibile avere informazioni in merito al software e al
manuale del controllo della produzione ai fini della
marcatura CE dei cancelli contattando SAPI srl dott.ssa Valentina Friziero tel. 0461.803775 (orario
8.00-14.00). Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato
51
associazione
categorie
ACCONCIATORI
Commissione provinciale
per l’abilitazione
Nominata lo scorso 16 marzo
dalla Giunta provinciale, su proposta
dell’Assessore all’industria,
artigianato e commercio, Alessandro
Olivi, la Commissione provinciale
per l’abilitazione professionale
all’attività di acconciatore, unico
organo in Trentino che può
assegnare questa idoneità.
Si tratta di un organismo di elevata
qualità, composto da due insegnanti
specializzati, da due Maestri Artigiani
– la cui nomina è stata concordata
con le associazioni di categoria –,
nonché da due delegati dei settori
Artigianato e Formazione
professionale della Provincia.
l Maestro Artigiano è una figura relativamente
giovane nel panorama dell’artigianato trentino: è
stata infatti istituita dalla Giunta provinciale nel
2003, con l’individuazione di alcune tipologie di mestieri al quale conferire il titolo, fra cui proprio la figura di acconciatore, che è stata riformata prevedendo
una nuova disciplina nel corso del 2008. I Maestri Artigiani rappresentano figure di eccellenza nell’artigianato e sono ormai una presenza importante all’interno delle categorie artigiane coinvolte, anzi su queste la
figura sembra aver esercitato un’azione di qualificazione professionale, sia in forma diretta sulle imprese di
artigiani che hanno conseguito il titolo, sia in forma
indiretta sul complesso delle categorie coinvolte. Inoltre la figura del Maestro Artigiano comincia ad essere
riconosciuta, e quindi utilizzata, nel mondo della formazione: un esempio è proprio la presenza dei Maestri
Artigiani acconciatori come docenti all’interno del
corso necessario per sostenere l’esame di abilitazione
alla professione e nella commissione di esame, indispensabile dal 2008 in Trentino per diventare imprenditori in questo settore.
Il titolo di abilitazione professionale rilasciato dalla Provincia autonoma di Trento ha inoltre validità
sull’intero territorio nazionale, considerato che la disciplina introdotta rispetta ampiamente i requisiti
minimi previsti dalla norma quadro statale.
I
52 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
La nuova Commissione provinciale per l’abilitazione professionale di acconciatore nominata oggi
dalla Giunta – in sostituzione della precedente Commissione che ha da poco terminato il proprio operato – è composta da:
• Sandro Catarci, imprenditore in possesso del titolo di Maestro Artigiano acconciatore e riconfermato in veste di presidente per un altro triennio;
• Elena Casagranda, imprenditore in possesso del titolo di Maestro Artigiano acconciatore e vicepresidente della nuova Commissione;
• Clara Barbieri, esperta in gestione d’impresa e produzione dei servizi di acconciatore;
• Mario Miorandi, esperto in gestione d’impresa e
produzione dei servizi di acconciatore;
• Francesco Cofone, funzionario del Servizio scuola
dell’infanzia, istruzione e formazione professionale;
• Vito Cofler, funzionario del Servizio industria e artigianato;
• Erminia Cologna, funzionario del Servizio industria e artigianato, quest’ultima con funzioni di segretario verbalizzante.
L’esecutivo provinciale ha inoltre stabilito di assegnare, come spese per il funzionamento della Commissione, 26.000 euro da ripartire in tre anni. ACCONCIATORI
associazione
categorie
Il Nuovo Rinascimento
dell’Acconciatura
Lorenzo Bezzi, presidente della categoria, all’assemblea dello scorso 15 febbraio
tenutasi presso la sala al 1° piano dell’Associazione Artigiani di Trento, ha
presentato le principali attività del 2011 e inizio 2012.
di Jacopo Pedrotti
unedì 12 marzo a Bologna,
in occasione dei 10 anni di
Camera Italiana dell’acconciatura, la Presidente Elena Casagrande ha partecipato ad un’importante tavola rotonda dal titolo:
“Il Nuovo Rinascimento dell’Acconciatura, lo stimolo a fare sempre di più e meglio per la categoria che rappresentiamo”.
Una categoria in trasformazione, quella degli acconciatori, che
deve fondare il suo Rinascimento
sui valori e sull’importante eredità
dei mestieri del passato: si è parlato dell’attuale crisi, degli stimoli e
delle opportunità di crescita per la
categoria.
Presenti nomi illustri del mondo dell’acconciatura e del total look
quale Franco Curletto, Diego Dalla
Palma che hanno portato le loro
esperienza lavorative e messaggi di
positività per la crescita di una
professione sempre più proiettata
verso operatori sensibili non solo
all’aggiornamento professionale,
ma anche a quello gestionale.
La tavola rotonda è stata l’occasione per ascoltare il vissuto dei
professionisti dell’acconciatura nei
confronti dell’attuale scenario.
Nel corso della tavola rotonda,
Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Unipro, ha presentato un’indagine 2012 “I parrucchieri in Italia oggi” dove gli
obiettivi erano sia di rilevare il vissuto dei professionisti dell’acconciatura nei confronti dell’attuale
congiuntura economica, sia di rile-
L
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 53
associazione
ACCONCIATORI
categorie
vare le azioni messe in atto dai saloni da parrucchiere nell’ultimo
anno per contrastare la crisi economica. Positano conclude evidenziando che l’indagine non è ancora definitivamente conclusa e che
le tabelle riportate sono solo delle
anticipazioni in attesa che lo studio sia portato a termine.
• I PICCOLI ECONOMICI: piccoli
saloni di paese, non informatizzati, titolare non giovane e prezzi molto bassi.
• I PICCOLI DINAMICI: piccoli saloni di città, informatizzati, titolare giovane, prezzi medio-alti.
• I MEDIO-GRANDI CLASSICI: medi saloni di città di media grandezza, non informatizzati, titolare
non giovane e prezzi medio-bassi.
• I MEDIO-GRANDI ÉLITE: medi o
grandi saloni di città, informatizzati e con prezzi alti.
Gianni Manzetti, Vice Presidente UNIPRO, Elena Casagrande, Presidente delle Federazioni
di Categoria Associazione Artigiani Trento, Tiziana Angelozzi, responsabile Nazionale
Confartigianato Benessere, Savino Moscia, Presidente Nazionale Acconciatori di CNA, Lino Fabbian,
Presidente Nazionale Acconciatori di Confartigianato.
Le tabelle riguardanti l’indagine 2012 “I Parrucchieri in Italia
oggi” riportate nell’articolo sono
solo delle anticipazioni in attesa
che l’indagine stessa sia definitivamente conclusa. Le stesse sono
state gentilmente fornite da UNIPRO - Associazione Italiana Imprese Cosmetiche, su richiesta della
Camera Italiana dell’Acconciatura
e in collaborazione con TOTE
NExT srl di Padova.
Sul sito www.artigiani.tn.it potete consultare l’indagine completa cliccando dal menù Categorie Federazione Benessere - Categoria
Acconciatori. 54 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Buona Pasqua
dal Comitato
di Redazione
Associazione Artigiani e Piccole Imprese
della Provincia di Trento
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 55
sistema artigianato
cooperativa artigiana di garanzia
Le rate dei mutui
tornano a scendere
L’Euribor in flessione. Ulteriori ribassi attesi nel secondo semestre dell’anno.
Operazioni garantite
Casse Rurali
Prestito/mutuo
durata max 84 mesi
Apertura di credito
in c/c max 75.000 e
durata 36 mesi
Rinnovabile
Fido per accredito
effetti sbf
durata 36 mesi
Rinnovabile
Anticipo su fatture
durata 36 mesi
Rinnovabile
Aggiornamento
Euribor 3M+3
Euribor 3M+2,50
Euribor 3M+1,90
Euribor 3M+1,90
4,25
3,95
3,35
3,35
1 marzo 2012
Unicredit
Euribor 3M
Banca di Trento e Bolzano
3,826
da 2,00 a 2,75
Banca Sella-Calderari
3,076
3,326
Banca Popolare Alto Adige
Credito Valtellinese
Banca Valsabbina
Artigiancassa
Euribor 6M
Euribor 3M
Euribor 3M
Euribor 3M
da 2,75 a 4,15
da 2,45 a 3,90
da 1,75 a 3,00
da 2,00 a 3,25
Euribor 6M
Euribor 3M
Euribor 3M
Euribor 3M
da 3,50 a 5,50
da 2,75 a 3,75
da 1,75 a 2,75
da 2,25 a 3,25
Euribor 3M
Euribor 3M
Euribor 3M
da 2,50 a 8,00
da 1,50 a 4,25
da 1,50 a 4,25
4,50
5,187
3,437
3,437
1 marzo 2012
Euribor 1M
-
-
-
1 marzo 2012
UNICREDIT
Rating
1. Sicurezza massima
2. Sicurezza elevata
3. Sicurezza
4. Ampia solvibilità
5. Solvibilità regolare
6. Discreta solvibilità
7. Solvibilità sufficiente
Mutuo durata < 5 n
SPREAD
Mutuo durata > 7 n
SPREAD
Fido di c/c
SPREAD
4,85
5,10
5,35
6,10
6,60
6,85
7,85
5,15
5,40
5,65
6,40
6,90
7,15
8,15
3,90
3,90
4,40
4,40
5,40
5,40
-
Garanzia
80%
da 3,25 a 4,40
da 3,55 a 4,90
da 4,05 a 5,35
da 5,25 a 6,45
Fido di c/c
Garanzia
50%
6,25
6,85
7,35
8,30
Mutuo
Rating
BANCA SELLA
- BOVIO CALDERARI
Tassi per nuove operazioni
validi dall’1 giugno 2009
Euribor 3 m/365 mmp + spread
Rating A
Rating M
Rating B
Rating NC
C/C
S.B.F.
ANT.FATT.
MUTUI CHIROGRAFARI
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
Garanzia
50%
da 3,40 a 4,55
da 3,70 a 5,05
da 4,25 a 5,65
da 5,85 a 7,25
RATING
AAA-AA
1,60
0,65
0,70
3,75
RATING
A - BBB
1,80
0,95
1,15
4,00
1 marzo 2012
1 marzo 2012
Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella)
Tassi per nuove operazioni
validi da novembre 2011
Euribor 3 m/365 mmp + spread
1 marzo 2012
Euribor 3M
Banca Popolare del Trentino
BANCA POPOLARE
DEL TRENTINO
1 marzo 2012
da 1,75 a 6,00
da 1,10 a 1,40
Tassi per nuove operazioni
attivate dal 20 gennaio 2012
Euribor 3 m/365 mmp + spread
1 marzo 2012
1 marzo 2012
Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella)
Cassa Risparmio Bolzano
56 l’Artigianato
1 marzo 2012
Euribor 3M Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella)
RATING
BB-B
2,50
1,80
2,00
4,20
C/c smobil. cred.
SPREAD
3,50
3,50
4,00
4,00
5,00
5,00
-
C/c smobilizzo crediti
Garanzia
50%
4,10
4,55
5,00
5,70
FASCIA C
3,70
3,00
3,20
4,75
sistema artigianato
CEii Trentino
Hai bisogno
di uno Spo.T.?
Presso gli uffici di CEii Trentino si può trovare ogni martedì lo sportello per la
valorizzazione delle idee innovative.
di Silvia Gadotti
utti gli imprenditori che hanno una buona idea
tra le mani e non sanno come svilupparla, concretizzarla e naturalmente difenderla dalla contraffazione, hanno adesso un punto di riferimento in
più. Stiamo parlando di Spo.T. che va ad arricchire la
gamma di attività a sportello per le imprese del territorio che rientrano nel Giardinaggio Aziendale e
che sono svolte da CEii Trentino anche in collaborazione con il Servizio Industria e Artigianato della Provincia autonoma di Trento. Attraverso di esse, CEii
Trentino supporta l’innovazione nelle imprese, favorisce i processi di crescita imprenditoriale e aziendale e
accompagna in vario modo le imprese artigiane lungo
la via dello sviluppo. Ecco cosa ci racconta il referente
Emanuele Gecele.
T
Da quali presupposti nasce lo sportello Spo.T.?
«L’idea di costituire questo sportello nasce in seguito al secondo bando di concorso per l’applicazione
della metodologia TRIZ. Nelle due edizioni sono state
coinvolte complessivamente 14 aziende dell’artigianato trentino. Da questa esperienza abbiamo confermato il fatto che le piccole imprese necessitano di assistenza e di sostegno: hanno le idee innovative ma
spesso non sanno come svilupparle, concretizzarle e
tutelarle. Ecco perché abbiamo voluto strutturare uno
spazio dedicato che prende il nome di Sportello Triz
(Spo.T.). Inoltre sono sempre più le aziende che chiedono informazioni su come tutelare le loro idee innovative. Per esempio nel 2011 a CEii Trentino abbiamo
supportato oltre sessanta piccole imprese nella valutazione della loro idea imprenditoriale – dieci delle
quali hanno successivamente depositato una domanda di brevetto – e nel 2012 sono già venti quelle che
stiamo seguendo».
Cosa possono trovare gli imprenditori
che si rivolgono a Spo.T.?
«Innanzitutto troveranno una persona disposta ad
assisterle e supportarle nello sviluppo di un progetto.
Dapprima faremo insieme una valutazione dell’idea
stessa, analizzandone le caratteristiche tecniche ed individuandone i
punti di forza e di debolezza. Sarà
poi considerata la possibilità di svilupparla attraverso la metodologia
TRIZ, in seguito verrà condotta una
ricerca preliminare esplorativa su
prodotti/processi simili e già esistenti sul mercato e nelle banche date
Emanuele Gecele
brevettuali. Inoltre sarà valutata la
possibilità di tutelare l’idea attraverso brevetti o
strumenti alternativi, ragionando sulla convenienza
per la stessa impresa di proseguire su questa strada. In
caso affermativo individuiamo le competenze esterne che possano procedere al deposito della domanda
di brevetto».
Hai nominato TRIZ, cosa vuole dire?
«TRIZ è un acronimo russo che in italiano viene
tradotto con teoria per la soluzione di problemi inventivi e consente alle aziende di risolvere problemi
tecnici in modo sistematico. TRIZ è una teoria ma
anche un insieme di strumenti che possono aiutare
il progettista/inventore a sviluppare i propri prodotti. In qualsiasi contesto operativo i problemi (intesi
come tali sia le difficoltà del processo produttivo, sia
la generazione di nuove idee progettuali) possono essere risolti grazie a un ragionamento induttivo che
conduce a un modello generale. Una volta trovata la
soluzione più ampia, la si può contestualizzare e applicare al caso concreto, superando l’inerzia psicologica che può derivare dal modo tradizionale di risolvere problemi. Questa metodologia più di altre si
adatta al mondo delle piccole imprese. Alcuni strumenti propri del metodo, infatti, sono già utilizzati
inconsciamente al loro interno, sia nella fase di progettazione delle idee, sia in quella di applicazione e
produzione. Con l’aiuto di TRIZ questi processi creativi vengono identificati e standardizzati in un procedimento che va a integrarsi con le conoscenze e le
capacità dell’imprenditore». Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 57
sistema artigianato
CEii Trentino
Un premio
per la sicurezza sul lavoro
C’è tempo fino al 4 maggio
per iscriversi alla ottava edizione
del bando di concorso istituito dalla
Provincia autonoma di Trento
e gestito da CEii Trentino.
di Silvia Gadotti
l concetto di sicurezza, in ambito aziendale, si declina in varie sfumature. Da quella più tradizionale nel senso del rispetto delle nome vigenti, a quelle che riguardano la sfera più ampia del benessere dei
lavoratori. A tal proposito l’ottava edizione del bando
di concorso Premio Lavoro in Sicurezza istituito dalla Provincia autonoma di Trento e gestito da CEii Trentino, intende premiare quelle imprese trentine che
hanno avviato progetti e azioni positive nell’ambito
dell’igiene e della sicurezza del lavoro, dell’integrazione sociale, economica e ambientale dell’attività
lavorativa, delle politiche di conciliazione dei tempi
di lavoro e famiglia. Sono requisiti aggiuntivi per la valutazione dei progetti: la presenza di sistemi di gestione e qualità aziendale, la presenza di sistemi integrati di sicurezza e salute e le certificazioni UNI
EN ISO 14001:2004 e/o EMAS, OHSAS 18001:2007 e/o
SA 8000 e Family Audit.
I
SAPI
Salute e sicurezza sul lavoro
Valutazione dei rischi da campi elettromagnetici
in ambiente di lavoro.
Entrata in vigore 30 aprile 2012
Il concorso è aperto a tutte
le piccole imprese private dei
settori dell’artigianato, del
commercio, dell’industria,
dei servizi, anche in forma di
cooperativa. In palio ci sono
tre premi da 11.000 euro lordi. Le aziende hanno tempo fino al 4 maggio per inviare la
propria candidatura e il bando
di concorso si trova in allegato
a questo numero del mensile oppure si può scaricare
dal sito www.ceii.it e dall’apposito spazio www.informa.provincia.tn.it/scadenze_avvisi/ sul portale della
Provincia autonoma di Trento.
L’ottava edizione prevede inoltre una novità a favore dei dipendenti e dei collaboratori dell’azienda, che
potranno segnalare la propria impresa impegnata in
iniziative a sostegno del benessere dei lavoratori. In aggiunta ai tre premi sopracitati, è previsto per l’impresa
“più votata” un ulteriore riconoscimento di 4.000 euro lordi da destinare a interventi a beneficio dei propri
collaboratori. Per questa iniziativa la scadenza è stata
fissata per il 31 agosto 2012.
La proroga del termine riguarda solamente le segnalazioni che provengono da dipendenti e collaboratori; per gli altri casi rimane invariato il termine del
4 maggio. Il testo unico della sicurezza [Decreto legislativo 81/08]
nel titolo VIII analizza i rischi in ambito lavorativo legati
agli agenti fisici.
Ricordiamo che il titolo affronta separatamente i vari
potenziali rischi citando le esposizioni che devono essere
valutate:
• Esposizione al rumore
• Esposizione alle vibrazioni meccaniche
• Esposizione ai campi elettromagnetici
• Esposizione alle radiazioni ottiche artificiali
La valutazione relativa all’esposizione ai campi
elettromagnetici entrerà a regime, come previsto dalla
direttiva europea di riferimento, il 30 aprile 2012.
Per gli interessati sul sito della SAPI srl [www.sapi.tn.it]
è possibile scaricare un documento esplicativo del rischio.
Si ricorda inoltre che gli interessati possono sentire
direttamente la SAPI per ulteriori informazioni o scrivere
all’indirizzo [email protected]
58 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
sistema artigianato
CEii Trentino
Le imprese trentine
e il design internazionale
Dal 17 al 22 aprile prende vita a Milano lo spazio DEA+FuoriTrentino all’interno
dell’Autorimessa in via Tortona 20, che restituisce l’immagine di un territorio
innovativo e sensibile alla sperimentazione.
di Silvia Gadotti
er il terzo anno consecutivo l’artigianato trentino che crede nel design come leva di innovazione e di sviluppo si trasferisce dal 17 al 22
aprile a Milano, nel variegato e stimolante contesto
del Fuori Salone, un vero e proprio museo en plen air
che anima zona Tortona e vie limitrofe con una moltitudine di eventi dedicati a tutto ciò che è moda, tendenza, stile, architettura.
Quartier generale per l’edizione 2012 sarà l’“Autorimessa”, in via Tortona 20, uno spazio coperto di 450
metri quadrati dove avranno voce le quattordici piccole
realtà che delineano il profilo del Trentino, fortemente
caratterizzato dall’attitudine a sperimentare e a innovare
all’interno del complesso scenario produttivo contemporaneo. Il design viene così interpretato da differenti
punti di vista e poi declinato nei suoi molteplici aspetti:
da manufatto artigianale a prodotto industriale, da elemento di comunicazione a servizio. Un appuntamento,
P
quello di DEA+FuoriTrentino, che nel corso degli anni
ha saputo crescere e strutturarsi, guadagnando visibilità
e riconoscibilità tra gli operatori del settore e gli addetti
ai lavori, ma anche tra i visitatori che hanno già potuto
apprezzare questo lato dal Trentino nelle precedenti edizioni del Fuori Salone nel 2010 e nel 2011.
Per le quattordici aziende trentine che vi prenderanno parte sarà un’occasione di visibilità internazionale assolutamente da non perdere e allo stesso tempo
un’esperienza altamente formativa ed emozionante,
difficile da dimenticare e ricca di stimoli. L’iniziativa
DEA+FuoriTrentino è organizzata da CEii Trentino
con Trentino Sviluppo e il coordinamento scientifico
del Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano,
grazie al sostegno dell’Assessorato all’Artigianato della
Provincia autonoma di Trento.
Le aziende trentine che saranno
a DEA+FuoriTrentino
DEA Design per il Trentino
Sette progetti sviluppati da aziende trentine in collaborazione con giovani designer nell’ambito dell’iniziativa realizzata da CEii Trentino e Trentino Sviluppo
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 59
sistema artigianato
CEii Trentino
GW Ghinè Srl (Carano)
e il designer Chiara Onida
Hanno realizzato una struttura espositiva multifunzionale per fiere, temporary shop, esposizioni e corner.
Panificio Moderno snc (Rovereto)
in collaborazione con Anna Campetti
Daranno visibilità a un progetto di valorizzazione dei
prodotti gastronomici e rivisitazione della strategia di
marketing e comunicazione a 360 gradi dell’azienda.
Raffaelli Contract (Rovereto)
e il designer Riccardo Berrone
Hanno realizzato un’analisi strategica e un piano di
comunicazione per l’Opificio delle Idee, sfruttando le
nuove tecnologie.
Rsens srl (Trento) e Tommaso Ceschi
Presenteranno un contenitore di design per un rilevatore di gas Radon già realizzato.
Tama spa (Taio)
Ha pianificato con Simone Simonelli una campagna di promozione dell’immagine aziendale a livello
nazionale e internazionale tramite un progetto innovativo di design legato alla comunicazione e al prodotto.
con il coordinamento scientifico del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano.
Aicad Srl (Trento) e il designer Luigi Boselli
Presenteranno un innovativo prodotto dove gli
aspetti tecnico-funzionali e di confort saranno bilanciati alle esigenze di stile e design dettate dalla moda.
Caretta Technology R&D Srl (Rovereto)
insieme a Sartori Ambiente (Arco)
e al designer Emanuele Magini
Propongono un contenitore di nuova generazione
e dal design accattivante per differenti tipologie di rifiuto.
60 l’Artigianato
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
A quella sopra citata si aggiunge l’Area FuoriTrentino, composta da altre sei aziende trentine che
hanno fatto del design la propria leva di innovazione
e che presentano una selezione della loro più recente
produzione in ambiti differenti, dall’oggettistica realizzata in legno alle soluzioni di arredo più strutturate, dall’outdoor all’interior, dal design decorativo alle
lavorazioni artistiche.
Queste sono: Falegnameria Danielli di Cavedine,
Falegnameria Trettel di Predazzo, Mos Design di Arco, Rustiklegno di Mollaro di Taio, Santoni Vetri di
Arco, Stones Company di Civezzano. Nelle foto alcune esposizioni della scorsa edizione
di DEA+FuoriTrentino
Anno LXIII N. 4 Aprile 2012
l’Artigianato 61
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o inviare fax al n. 0461.803987 o alla nostra e-mail: [email protected])
Denominazione
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Codice fiscale ………………………………………………………………………………………………………………………………… Attività esercitata ………………………………………………………………………………………………………
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la documentazione, con supporto cartaceo e/o informatico, dal titolare TRENTINO CAF IMPRESE S.r.l.
INVIATE I VOSTRI DATI: SENZA IMPEGNO RICEVERETE via mail LE NOSTRE INFORMATIVE
PER LE NOVITÀ fiscali, scadenze, contributi pubblici e quant’altro di interesse delle imprese
Data
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TRENTINO CAF IMPRESE S.r.l. | Via Brennero, 182 | 38121 Trento | R.I. TN c.f. p.iva 01722340229
e-mail: [email protected] | web: www.artigiani.tn.it
TRENTINO IMPRESE
• tutela le imprese nei confronti del fisco (CAF)
• fa parte del gruppo Associazione Artigiani Trento
• leader di consulenza e contabilità per le piccole imprese
UFFICI DI TRENTINO IMPRESE
BORGO
Corso Vicenza, 47
CAVALESE
Via degli Artigiani, 13
CEMBRA
Via dei Rododendri, 1/2
CLES
Piazza C. Battisti, 1/A
FIERA
Via A. Guadagnini, 21
MALÉ
Piazza Regina Elena, 10
MEZZOLOMBARDO
Via Trento, 117
PERGINE
Viale Dante Alighieri, 300
POZZA
Strada Dolomites, 151
PREDAZZO
Via Gabrielli, 1
Avanzo Giovanni
0461.751913
[email protected]
Goss Piergiorgio
0462.241820
[email protected]
Favaron Mario
0461.681112
[email protected]
Recla Cristina
0463.601221
[email protected]
Bertocco Stefano
0439.610112
[email protected]
Leuzzi Alessandro
0463.909618
[email protected]
Favaron Mario
0461.610515
[email protected]
Vicentini Paola
0461.500002
[email protected]
Goss Piergiorgio
0462.763133
[email protected]
Turrini Michele
0462.508422
[email protected]
Bortolameotti Marica
0464.571921
[email protected]
Della Valentina Roberto
0464.402611
[email protected]
Nicolli Marta
0465.338833
[email protected]
Nicolli Marta
0465.338833
[email protected]
Tomasi Luciano
0461.803840
[email protected]
Poletti Roberto
0461.803899
[email protected]
Tonina Alessandro
0461.803995
[email protected]
RIVA
Via della Crosetta
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ROVERETO
Via del Garda, 44/G
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Via Brennero, 182
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TRENTO
AMMINISTRATORE
TRENTINO CAF IMPRESE S.r.l. | Via Brennero, 182 | 38121 Trento | R.I. TN c.f. p.iva 01722340229
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