Vedi nel dettaglio - Ider istituto diagnostico e riabilitativo

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Curriculum Prof. Vasso
Medico-Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Master Universitario di II livello “Il Trattamento della Patologia Degenerativa del Ginocchio”
Assegno di Ricerca “L’influenza dell’allineamento femoro-tibiale sui risultati delle protesi
monocompartimentali di ginocchio”
Professore a Contratto di Ortopedia all’Università del Molise
Abilitazione Scientifica Nazionale a Professore Universitario di II Fascia di Ortopedia e
Traumatologia
- Chirurgia del ginocchio
- Chirurgia della spalla
- Traumatologia dello sport
- Chirurgia Protesica e Artroscopica
- Chirurgia mini-invasiva percutanea del piede
Periodi di Formazione e Specializzazione Chirurgica presso:
Milano, Verona, Vicenza, Strasburgo (Francia), Versailles (Parigi, Francia), Lione (Francia), Porto
(Portogallo), Braga (Portogallo), Heidelberg (Germania), New-York (Stati Uniti).
CONDROPATIA o CONDROMALACIA
La condropatia è un’alterazione degenerativa della cartilagine articolare che si localizza più spesso
nelle aree di carico o di maggior attrito tra le superfici articolari. La condropatia, a differenza
dell’artrosi, è un processo circoscritto e reversibile in soggetti giovani, se curato precocemente.
La condropatia è più frequente in soggetti di età giovanile o media, dediti ad attività sportive o
lavorative particolari. Le sedi più frequentemente colpite sono il ginocchio e la caviglia,
articolazioni di carico che subiscono le sollecitazioni maggiori.
ARTROSCOPIA
L’artroscopia è una tecnica chirurgica mini-invasiva relativamente recente che consente il
trattamento di numerose patologie articolari e che permette l’immediata mobilizzazione postoperatoria del paziente.
L’artroscopia viene utilizzata per il trattamento di lesioni articolari del ginocchio, della spalla, della
caviglia, del gomito, dell’anca, del polso. Il suo ruolo nell’esclusivo trattamento delle condropatie, e
ancor di più dell’artrosi, è comunque limitato.
ARTROSI
E’ una malattia degenerativa articolare a carattere evolutivo, che origina inizialmente dalla
cartilagine articolare e, con il tempo, coinvolge anche gli altri componenti articolari.
L’artrosi può essere primitiva, senza cioè nessuna causa apparente, o secondaria a diversi processi
patologici come deformità articolari congenite o acquisite, traumi, malattie sistemiche, obesità.
L’obesità in particolare sovraccarica, danneggiando, la cartilagine articolare.
I sintomi caratteristici dell’artrosi sono il dolore, il gonfiore, la limitazione articolare, la deformità
articolare, la zoppia, la difficoltà nel salire e scendere le scale. Il dolore si accentua all’inizio del
movimento per ridursi dopo qualche minuto ed accentuarsi successivamente.
La diagnosi di artrosi si basa su una approfondita storia clinica, su una visita ortopedica accurata, su
un esame radiografico. La terapia è inizialmente medica e fisica, per poi diventare chirurgica nelle
fasi avanzate. La migliore prevenzione dell’artrosi dell’arto inferiore è il controllo del peso.
PROTESI TOTALE DI GINOCCHIO
La protesi totale di ginocchio viene impiantata in pazienti affetti da artrosi o da patologie
infiammatorie (Artrite Reumatoide) che abbiano causato la grave compromissione articolare del
ginocchio.
Ogni anno vengono impiantate circa 1 milione di protesi totali di ginocchio in tutto il mondo, e di
queste circa 50.000 solo in Italia, con buoni risultati a 15-20 anni in più del 90% dei pazienti.
La protesi totale di ginocchio permette la scomparsa del dolore ed il recupero della funzione
articolare. Il paziente riprende a camminare 24 ore dopo l’intervento.
Modernamente l’impianto di una protesi totale di ginocchio può essere facilitata per così dire
dall’ausilio del computer che consente di ottenere un posizionamento più preciso e più veloce della
protesi grazie all’acquisizione pre-operatoria di alcuni reperi importanti del ginocchio ed al
controllo continuo intra-operatorio del buon posizionamento della componenti protesiche.
PROTESI MONOCOMPARTIMENTALE DI GINOCCHIO
La protesi monocompartimentale di ginocchio viene impiantata in pazienti affetti da artrosi meno
grave o da osteonecrosi. Il processo patologico deve interessare solo un versante (compartimento)
del ginocchio.
Oggi giorno, le protesi monocompartimentali di ginocchio rappresentano circa il 10-15% di tutte le
protesi impiantate in Italia e nel mondo, con buoni risultati a 15 anni nel 90% dei pazienti.
Le protesi monocompartimentali prevedono un’incisione più piccola e perdite di sangue inferiori,
meno dolore postoperatorio, una più rapida mobilizzazione del paziente, un recupero funzionale più
veloce ed un’ospedalizzazione più breve.
Inoltre, le Protesi Monocompartimentali risparmiano i tessuti non coinvolti dal processo patologico,
come ad esempio i legamenti crociati, consentendo quindi un recupero più naturale e fisiologico del
paziente.
LESIONI DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE
La lesione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) è una patologia molto frequente in tutto il
mondo. Ogni anno, solo negli USA, si verificano 250.000 nuove lesioni e vengono eseguiti più di
100.000 interventi di ricostruzione artroscopica del LCA, la cui integrità è indispensabile per la
completa funzionalità del ginocchio e dell’intero arto inferiore, e per una corretta deambulazione.
Colpisce prevalentemente soggetti tra i 15 e i 50 anni, sia uomini che donne, anche se, per ragioni di
carattere ormonale, risulta più frequente nel sesso femminile. La lesione del LCA si verifica in
seguito a traumi contusivi - distorsivi del ginocchio, causati generalmente da traumi sportivi (sci,
calcio, calcetto, tennis, rugby) e da incidenti stradali, eventi purtroppo sempre più frequenti nell’era
moderna.
La lesione del LCA, se non diagnosticata e trattata precocemente, determina una grave alterazione
della funzionalità del ginocchio che conduce inevitabilmente, in tempi più o meno brevi, all’artrosi
dell’articolazione con la necessità della sostituzione con protesi o trapianto.
La lesione del LCA può presentarsi, soprattutto nella fase acuta, con uno o più sintomi quali dolore,
gonfiore, cedimenti articolari, blocchi articolari, scatti e rumori interni, impotenza funzionale,
deficit di forza, che obbligano il paziente alla sospensione parziale o addirittura totale dell’attività
sportiva e in alcuni casi di quella lavorativa. Nella fase cronica, anche in seguito all’astensione dalle
attività sportive/lavorative, i sintomi possono diminuire fino a scomparire, ma i processi
degenerativi a carico del ginocchio continuano in maniera silente.
Risulta fondamentale rivolgersi il prima possibile allo specialista ortopedico che deve sottoporre il
paziente ad una scrupolosa ed approfondita visita del ginocchio che preveda l’esecuzione di test
specifici per la conferma della diagnosi e per l’individuazione di eventuali lesioni associate a carico
dei menischi e degli altri legamenti del ginocchio come i collaterali.
Inoltre l’ortopedico, sulla base della valutazione clinica, deve prescrivere gli esami strumentali più
specifici e più indicati per ogni singolo caso clinico.
La fisiochinesiterapia risulta fondamentale nella gestione di un paziente con la lesione del LCA.
Viene impiegata nel pre-operatorio per condurre il paziente all’intervento chirurgico in condizioni
ottimali, e nel post-operatorio per ottenere i massimi risultati clinici e funzionali dopo l’intervento
chirurgico. Ricordiamo infine che la rieducazione motoria è indispensabile per poter ritornare a
praticare sport, sia a livello agonistico che a livello amatoriale.
La ricostruzione per mezzo di una tecnica artroscopica rappresenta la procedura moderna più sicura
ed efficace per il trattamento chirurgico delle lesioni del legamento crociato anteriore.
Viene effettuata tramite tendini che vengono prelevati dallo stesso ginocchio da operare senza
alcuna conseguenza per il paziente. I neo-legamenti più impiegati in tutto il mondo sono il tendine
rotuleo ed i tendini semitendinoso e gracile. La scelta del tipo di trapianto da utilizzare deve essere
individualizzata per ogni singolo caso clinico ed in base alle diverse esigenze del malato.
In tutti i casi, come detto, la ricostruzione del LCA viene effettuata tramite artroscopia che è una
tecnica innovativa “mini-invasiva” e molto ben accettata dal paziente grazie ad i suoi innumerevoli
ed ovvi vantaggi: assenza di incisioni lunghe e poco estetiche, meno dolore, dimissione precoce,
recupero funzionale più rapido e completo con ritorno all’attività agonistica in tempi minori.
LESIONI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
I tendini della cuffia dei rotatori sono il sovraspinoso, il sottospinoso, il sottoscapolare ed il piccolo
rotondo. Questi 4 tendini insieme sono fondamentali per i movimenti di rotazione ed elevazione
della spalla.
Uno o più di questi tendini può andare incontro a lesione, sia a causa di un trauma alla spalla, sia a
causa di un sovraccarico cronico nel tempo di questi che porta lentamente alla degenerazione prima
ed alla rottura poi della cuffia dei rotatori.
La degenerazione cronica dei tendini della cuffia dei rotatori può essere sia dovuta a cause
intrinseche (lavorative, sportive, ecc.) che determinano una tendinopatia cronica e successiva
lesione, o a cause estrinseche come avviene nella “Sindrome da Conflitto Subacromiale” in cui la
particolare forma curva dell’osso acromion determina un attrito cronico tra i tendini della cuffia e
l’acromion stesso, con tendinopatia prima e lesione poi della cuffia dei rotatori.
Le lesioni della cuffia dei rotatori causano forte dolore alla spalla, soprattutto notturno, con
irradiazioni anche al braccio fino alla mano, e nei casi più avanzati deficit di forza dell’arto
superiore. La diagnosi di questa patologia avviene attraverso un accurato esame clinico volto ad
individuare l’eventuale deficit di uno o più dei tendini della cuffia, ed attraverso la diagnostica per
immagini. La risonanza magnetica è la tecnica diagnostica migliore ed è indispensabile per
confermare il sospetto clinico dell’ortopedico, mentre la radiografia tradizionale serve per studiare
l’anatomia dell’acromion ed individuare eventuali calcificazioni dei tendini della spalla.
Il trattamento prevede la riparazione di queste lesioni, riparazione che può avvenire modernamente
attraverso un trattamento chirurgico artroscopico.
I vantaggi della tecnica artroscopica sono ovvi: la preservazione del muscolo deltoide, la riduzione
del dolore e della morbilità post-operatoria ed il rapido recupero funzionale del paziente, oltre
ovviamente ad un miglior risultato estetico.