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clicca qui - Un mosaico per Tornareccio
Il paese dove fioriscono i mosaici
X Edizione - 2015
UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2015
ASSOCIAZIONE A.M.A.
UN MOSAICO
PER TORNARECCIO
Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari”
Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH)
Associazione A.M.A.
Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH)
Tel. 347.3747900
[email protected]
www.unmosaicopertornareccio.it
EDIZIONI
A.M.A.
In copertina:
Rossella Faraone
Fonte di vita, 2015
mosaico, cm 100x100
Nell’ultima di copertina:
Stefano Piali, Il Girasole,
bronzo, fusione a cera persa, diametro cm 13
Premio per il 1° classificato
UN MOSAICO
PER TORNARECCIO
Il paese dove fioriscono i mosaici
X Edizione
25 luglio - 29 agosto 2015
A cura di
Francesco Gallo Mazzeo
EDIZIONI
A.M.A.
UN MOSAICO PER TORNARECCIO
Il paese dove fioriscono i mosaici – X Edizione
Tornareccio, Sala Polifunzionale “Remo Gaspari”
25 luglio – 29 agosto 2015
Manifestazione annuale
ideata da Alfredo Paglione
A cura di: Francesco Gallo Mazzeo
Coordinamento generale: Elsa Betti
Ente promotore:
Con il contributo di:
Comune di Tornareccio
Sindaco: Prof. Remo Fioriti
Con il patrocinio di:
Crocevia-Fondazione
Alfredo e Teresita Paglione
FONDAZION
ONE
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CROCEVIA
MILANO-GIU
IUL
LIAN
ANO
OVA (TE)
Foto: Piergiorgio Greco, Marco Santi
Grafica e Stampa: Studio Comunika di Busico Riccardo, Atessa
Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco
Mosaici realizzati da: Gruppo Mosaicisti Ravenna di Marco Santi
Uno vivo ringraziamento ad Alfredo Paglione per la sua costante collaborazione
Uno speciale ringraziamento al Maestro Marco Santi per aver donato un suo splendido mosaico per il
nostro museo a cielo aperto
Si ringraziano:
gli artisti che, accogliendo con entusiasmo l’invito a partecipare, hanno contribuito alla buona riuscita della
manifestazione;
la giuria tecnica composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Remo
Fioriti, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli, Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro
cortese e preziosa disponibilità;
per aver finanziato i mosaici delle passate edizioni:
La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Camera di Commercio di Chieti, il Comune di
Tornareccio, la Comunita Montana Valsangro, la Fondazione Carichieti
Adi apicoltura, Apicoltori di Tornareccio, Nicola Berardi, Michele e Roberta Berardi, Leonardo Costantini,
Fiorentino D’Ippolito, Nicola Falcocchio, Filsiva s.r.l., Manfredi Finocchio, Nicola Finocchio, Fernando Fioriti,
Farmacia Giacci Chieti, Alberto Giacci, Michele Giacci, Roberta Giacci, Famiglia Greco, parenti e amici di Maria
Tentella Tiracchia, Gruppo Mosaicisti Ravenna, Famiglia Luigi Iacovanelli, Francesco Iannone, Nino Iezzi, Nadia
e Aquilino Marchetti, Alfredo e Teresita Paglione, Luciana e Nicola Pili, Antonello Porfilio impresa edile, Nicola
Santovito, Veronica e Tiziano Sciotti, Sintesis s.r.l., Famiglie Michelangelo, Anna e Ughetta Tiracchia.
Copyright © Ass.ne A.M.A. Amici Mosaico Artistico, 2015
Comune di Tornareccio
Il paese della Bellezza
Siamo giunti alla decima edizione di “Un mosaico per Tornareccio”,
la fortunata rassegna che investe la nostra cittadina e comunità di
una bellezza “infinita”. Il bello – come lo definivano gli antichi – è lo
splendore del vero, è il vero in quanto ti affascina, è il vero in quanto
ti colpisce e ti attira... Questo è quello che rappresenta oggi il museo
a cielo aperto di mosaici; vedere il borgo storico e le viuzze che si
snodano avvolti dai colori di queste meraviglie artistiche mi riempie di
orgoglio, ma soprattutto di gratitudine nei confronti di chi ha creduto in
un progetto così apparentemente difficile da realizzare ma così vero da
essere oggi un vanto del nostro paese. Un grazie all’associazione A.M.A.,
che con spirito di abnegazione porta avanti questa realtà, ad Alfredo
Paglione che ha creduto e continua a credere nell’opportunità che gli
stessi mosaici possano rappresentare per Tornareccio oggi e domani.
Diventa fondamentale sostenere questa meraviglia a cielo aperto: tanta
bellezza non solo va ampliata, ma soprattutto va conservata, tramandata
alle nuove generazioni come simbolo di ricerca del “bello”. L’esperienza
della bellezza diventa decisiva per cogliere il valore delle relazioni con
gli altri e con il mondo; e il sentimento della bellezza è essenziale per
riflettere sul senso della vita. Per diversi filosofi, oggi, la bellezza contrasta
nel modo più radicale con il nichilismo (vera malattia spirituale del
nostro tempo), essendo l’idea del bello mai dissolutiva, reattiva, negativa,
bensì progettuale, utopica, propositiva, sovversiva. In questa prospettiva,
“Un mosaico per Tornareccio” rappresenta il punto di incontro vero per
gli uomini del nostro tempo. Come dice Stefano Zecchi “senza bellezza
entra in crisi la possibilità stessa per l’uomo di esprimere se stesso e la
sua identità, di pensare un mondo che possa ospitare ciascun individuo
nel rispetto della sua individualità, della sua voglia di creare, della sua
dignità”. L’amministrazione comunale continuerà, così come ha sempre
fatto, a sostenere e a generare “Bellezza”. Quella bellezza che nel nostro
Paese è sinonimo di “Mosaico”.
Prof. Remo Fioriti
Sindaco di Tornareccio
Dieci anni di gratitudine
Un’infinita gratitudine mi pervade per i primi dieci anni di vita del
nostro museo a cielo aperto. Sono grato a chi l’ha ideato, poi voluto, e poi
incoraggiato, dimostrando un amore alle sue origini fuori dal comune: se
oggi oltre ottanta mosaici rendono ancora più affascinante Tornareccio,
lo si deve in primo luogo ad Alfredo Paglione, che ha saputo trasformare
un sogno in realtà. Grazie di cuore,Alfredo! Il secondo grazie vorrei dirlo
agli amici del consiglio direttivo dell’associazione Amici del Mosaico
Artistico: senza di voi, senza la vostra energia, senza il vostro coraggio,
senza la vostra passione, senza la vostra dedizione, senza la vostra tenacia,
senza la vostra intelligenza, tutto sarebbe stato più difficile, per non dire
impossibile. Avete dimostrato non solo di aver voluto far crescere il
museo, ma di farlo incredibilmente bene, e per questo vi dico grazie di
cuore, cari amici! E sottolineo che questo grazie lo è anche a tutti i soci
dell’associazione che insieme rappresentiamo. La mia gratitudine, poi, va
a tutti coloro che hanno sostenuto economicamente la manifestazione
in questi dieci anni: al Comune di Tornareccio e ai sindaci che si sono
susseguiti, Luigi Iacovanelli, Nicola Pallante e Remo Fioriti, così come
alle tante realtà – istituti di credito, famiglie, operatori commerciali,
aziende, associazioni ecc. – che, sponsorizzando la realizzazione dei
mosaici, hanno fatto la loro indispensabile parte. Grazie di cuore! Grazie
a Marco Santi e al suo Gruppo Mosaicisti di Ravenna: se oggi il museo di
Tornareccio è così bello, lo è grazie alla tua indiscussa maestria. Marco,
siamo davvero orgogliosi di considerarti davvero uno di noi: grazie
di cuore! Grazie ai numerosi curatori che si sono alternati negli anni,
selezionando artisti di livello davvero altissimo, che hanno reso l’evento
di portata nazionale: a voi tutti, curatori ed artisti, il mio e il nostro grazie
sincero. Un grazie lo devo anche ai miei colleghi giornalisti, locali e
nazionali, che hanno sempre raccontato con passione questo nostro
umile tentativo di fare cultura in un periodo difficile, e di farla con una
grande carica innovativa. Un grazie doveroso, infine, a tutti coloro che a
vario titolo hanno contribuito e ancora continuano a farlo: “Un Mosaico
per Tornareccio” è un evento di tante persone, a vantaggio di tutti
coloro che animano il nostro territorio. Spero di non aver dimenticato
nessuno. Se così fosse, spero di recuperare nei prossimi dieci anni della
nostra amata manifestazione.
Piergiorgio Greco
Presidente Associazione
Amici del Mosaico Artistico
X Edizione 2015
Un Mosaico per Tornareccio
F.I.O.R.E.
X Edizione - 2015
Francesco Gallo Mazzeo
Un fiore può dire sul mondo, su tutti noi e su ciascuno, più di quanto può
dire un trattato immaginario, una sociologia, una narrativa, perché in esso, in
ciascuno di essi e sono tanti e sono infiniti, è contenuta una invisibilità della
vita presente e della prossima ventura, ma anche di quella passata, in una sorta
di scrigno vivente, come un unicum che contiene in sé una grande molteplicità,
per cui, averlo individuato come tema e grande opportunità artistica, di vedere
con un altro occhio e con la mediazione fantastica, più o meno accentuata,
quello che tutti vedono e aggiungendo forme a forme, colori a colori, si viene
a creare una flora fantastica, con novità, deformazioni oppure ibridazioni, si
arricchisce, ancora una volta, il reale con la forza dell’invenzione fantastica. Dato
in pasto, metaforicamente, alla pittura, il fiore diventa una cosa “altra”, alimento
del pensiero che si scioglie in un grande profumo, in una lavanda salvifica che
evapora nell’astratto, semplificandosi, perdendo accidentalità, perdendo peso,
diventando pura luce e colore, oppure simulazione che viene a lambire, a scalfire,
ad avvolgere, facendosi sembiante, simbolo.
Nel fiore, che mi sono provato a scandire in acronimo /fonte di ebbrezza/
inno all’olfatto/ora aggiunto a desiderio/ramo che tocca la vita/essenza inebriante
ed arcana/ tutto convive con armonia, con sincronia, nel cuore del visibile, con
i fasti di ciò che caratterizza i mitici dei dell’Olimpo, col piacere del tatto, col
manto silenzioso dell’innamoramento e quindi, con tutto e con niente, come si
addice ad ogni narciso che trova il suo stagno, alla sua vita breve, che però si
prolunga nell’infinito della primavera, nell’infinito della specie (araba fenice) in
cui l’uno è sempre l’uno, pur essendo sempre l’altro. Chiamare artisti, pittori a
misurarsi con la metafisica del fiore, camminando nell’infinito giardino d’adone,
in cui il secco e il colore, stanno al profumo e all’aerea virtù, come l’umido, e il
freddo stanno alla triste sensazione di morte, all’esaurirsi del senso fantastico.
Tante interpretazioni, tante fisionomie, quanti sono i geni della vista, dell’apoteosi
di forme, che con sfumature diverse fanno giochi d’aiuole, facendo di tanti fiori,
la grande magia del fiore. Ogni artista ha fatto se stesso, nel senso che ha preso il
fiore come pretesto e poi lo ha tradotto in un proprio testo con tanto di identità
che lo acquisisce alla storia del proprio immaginario, ma nello stesso tempo ha
inteso partecipare alla stesura di un giardino immaginario, varando un idea che
potrebbe aggiungersi alla varietà dei giardini storici e dei labirinti. Si tratta di una
utopica, ma nell’ipotesi della fantasia possibile, che nasce dal desiderio di non
fermarsi mai, di desiderare continuamente un quid, uno straordinario che venga
ad aggiungersi al raggio infinito del bello che sfida il sublime. Da figurazione
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Un Mosaico per Tornareccio
paziente o da buona astrazione, oppure da gestualità veloce e segno tranciante è
venuta una molteplicità, una moltiplicazione, che apre a esclamazioni a non finire,
rispondendo ad una domanda con un’altra, senza mai dare una definitiva risposta,
come vuole la fortunata assenza di una iconologia e una iconografia da botanici,
perché non di questo si tratta, ma di una sfavillante proprietà metaforicamente
artistica.
La possibilità che diventi un mosaico è un ingrediente in più, è la
segnalazione di un elemento razionale, di cui tutti hanno tenuto conto e che
ha moltiplicato l’impegno, facendo, così, in contemporanea, un’opera finita
ed un bozzetto, facendo una unicità duplice, perché si tratta di una matericità
molto molto diversa e non sempre le due cose corrispondono. Qualcuno ha già
immaginato la seconda ipotesi, facendo una pittura a forma di tessera mosaicale
(musiva, non mi piace) e ha fatto bene altrettanto, perché in tutti sta tornando
una concezione pubblica della presenza degli artisti, che proprio nella cittadina
di Tornareccio hanno dato dimostrazione del ruolo trasfigurante che si può
ottenere facendo crescere questa nuova barocchità della qualità, che non è
più riservata al centro del centro, ma deve essere diffusa in tutti gli ambienti. E
devo dire, che il concetto artistico, tutto ottocentesco, di rigida distinzione tra
separazione delle arti, mi sembra definitivamente superato, con una mentalità
politecnica che è un’affermazione di trasversalità, che guarda al futuro avendo
ben salda la traiettoria storica che viene da un tempo lontano, il che testimonia
che tutte le cesure e interruzioni non sono né profonde, né strutturali, ma
neanche insignificanti, perché connotano il concetto di contemporaneità che
non è diacronia e successione temporale, ma psicologia della contaminazione
che mette insieme la tradizione e l’innovazione, per cui appare tutto l’eclettismo
che appare dello spaesamento formale, la vera forma.
Una coniugazione al plurale,che ha accolto il tema floreale come accumulazione
poetica, narrativa, iconografica, vista con gli occhi disincantati di chi ha visto
tanto e quindi vede con senso di ricchezza, senza e senza naturalismi, ma con
creativa sofisticatezza creativa, anche quando, come nel caso di Benedetti Corcos,
sempre profondo e avvincente, di Cascella, immaginifico e sommamente ludico,
di Bianchi, filosofico ed enigmatico, tutto è giocato sulla luce, sulla sottrazione e
sull’esemplificazione, il risultato risulta speculare e fabulistico, oppure quando il
segno è quasi totalmente sottratto come nel caso di Pupillo, essenziale e silente.
Sul versante opposto troviamo Santolo De Luca, con il suo realismo da magia,
una sfida per Parrasio, oppure il fabulismo aureo di Nino La Barbera labirintico, o
quello surreale e metafisico delle sagome leggere di Mark Kostabi.
Nel mezzo c’è una schiera di donne artiste, diverse, caotiche di rara fantasia
inentiva come Marilù Eustachio, raffinatissima levigatrice d’immagini, la poetica
libertà di Tomaso Binga, la rarefatta cromaticità di Elisa Montessori, la numerologia
affascinante di Teresa Coratella. Baldo Diodato ripropone la sua scultorea rilevanza
del metallo sbalzato, come Gianfranco Notargiacomo la sua rutilante strategia
del colore, liberato aulico, Mario Nalli di una figura meditata e intrigante, piena
d’enigma, Vincenzo Scolamiero concettuale immaginifico e pieno d’arguzia,
Paolo Laudisa capace di scolpire col segno. E poi tanti battitori liberi, come il
fantasmagorico Adriano Maraldi, il costruttivo archimedico Rosario Genovese, lo
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Un Mosaico per Tornareccio
sceneggiante e misteriosofico Andrea Barzini, il sarcastico e alchemico Alberto
Parres, la florealità botticelliana e moderna di Dany Vescovi, la ricerca sagace
di Bruno Aller, a cui vanno aggiunte le personalità di Tancredi Fornasetti, la
farneticante duttilità di Laboratorio Saccardi, la briosa semplicità di Giovanna
Giorgetti, la fantasia rutilante di Attilio Giordano, per chiudere con la biografia
mistica di Salvatore Pulvirenti. E potrei riprendere ciascuno, uno per uno, per
quanto si sono applicati ad un progetto di arte totale che vuole trasformare un
volto cittadino, senza deformarlo, con l’applicazione della fantasia nei luoghi della
vita comune e in questo senso Tornareccio sta a fianco a Gibellina, a Solomeo,
ad Ales, riprendendo la tradizione di Marostica, della diffusione dell’arte sul
territorio, come alfabeti della qualità che si va piazzando in maniera irresistibile,
evocando messaggi aerei, poetici, provenienti dallo spirito dei fiori, antesignani
di veri e propri messaggi colorati, quando non di un vento di primavera. Come
vedete, mi sono fatto trascinare dai titoli salvifici dati da alcuni artisti, fabulistici e
potrei passarli in rassegna tutti, per quanto sono pertinenti al tema.
Quali di queste opere diventeranno mosaico, si deciderà ascoltando il parere
di tanti e si sceglierà di conseguenza, perché tutto questo per avere un valore,
deve essere condiviso, deve appartenere alla leggenda comune che ancora può
ergersi a sovrana nei tanti preziosi borghi di cui la nostra Italia è piena, ma noi
non possiamo essere inutili attraversatori del nostro tempo e dobbiamo lasciare
un segno. E questo lo è, considerando tutto quanto è stato fatto a cui la presente
edizione si associa, con senso di rispetto, ma anche con una lungimiranza poetica,
a briglie sciolte, la sola in grado di coniugare la libertà interpretativa con lo spirito
del luogo. Un incontro assolutamente positivo, come dimostra questo catalogo
di grande eclettismo a testimoniare che la natura è una grande sentimentalità
a cui tutti possono ispirarsi, con risultati molto diversi gli uni dagli altri, ma
che visti tutti insieme fanno un grande panottico, un insieme corale che nella
manualità dell’idea è già piena, trovando nel mosaico una seconda vita che viene
ad aggiungersi alla prima, a conferma della inscindibilità del pensiero nelle sue
articolazioni e nelle arti.
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Un Mosaico per Tornareccio
Portami il girasole ch’io lo trapianti
Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli occhi azzurri specchianti
del cielo ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
Eugenio Montale
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Bruno Aller
Ri/tratto di ape con segni di rosa, 2015
tecnica mista, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Andrea Barzini
Euphorbia, 2015
tempera su tavola, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Claudio Bianchi
Lo spirito dei fiori, 2015
tecnica mista su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Tomaso Binga
Messaggi fioriti, 2015
digitale e collage su cartoncino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Tommaso Cascella
Sotto la neve: pane, 2015
tecnica mista su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Teresa Coratella
Adone... mito del fiore, 2015
acrilico e smalto su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Giancarlino Benedetti Corcos
Camminare nel vuoto, 2015
acquerello e tempera su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Santolo De Luca
Senza operaie, 2015
olio su cartone sagomato, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Baldo Diodato
“Omaggio a R. Rauschenberg”
che cancellò il disegno di de Kooning, 2015
disegni su fiori di E.W., inchiostri e pennarello su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Marilù Eustachio
Metamorfosi, 2015
pastello su cartoncino, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Tancredi Fornasetti
Senza titolo, 2015
acquerello su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Rosario Genovese
Gira-Sole, 2015
acrilico su legno, cm 6,5x40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Attilio Giordano
Fiori di carta, 2015
grafite, acrilico e pastello su tavola, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Giovanna Giorgetti
Risveglio, 2015
olio su cartone telato, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Mark Kostabi
The blossoming of solidarity, 2015
tecnica mista su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Nino La Barbera
Gli occhi dell’ape sul camaleonte, 2015
olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Paolo Laudisa
Fiori spaziali, 2015
tempera su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Adriano Maraldi
Fiore 2014, 2014
acrilico su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Elisa Montessori
Albero api, 2015
tecnica mista su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Mario Nalli
Rosa del deserto, 2015
olio su cartone, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Gianfranco Notargiacomo
Fiori di Gauguin, 2015
tecnica mista, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Alberto Parres
Il fiore del male, 2015
acrilico e carbon black americano su carta nepalese, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Salvatore Pulvirenti
Vento di primavera, 2015
acrilico su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Salvatore Pupillo
Finestre e fiori, 2015
acrilico su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Laboratorio Saccardi
Pee in the lillies, 2015
olio su tela, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Vincenzo Scolamiero
Un mosaico per Tornareccio, 2015
pigmenti, acrilici e inchiostro su carta, cm 40x40
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Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015
Dany Vescovi
Senza titolo, 2015
tecnica mista, cm 40x40
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Biografie
Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
BRUNO ALLER
CLAUDIO BIANCHI
Nasce a Roma nel 1960.
Da giovanissimo entra nello studio di T. Caputo e
frequenta artisti e poeti quali R. Alberti, Quattrucci,
Pasolini, C. Bene. Nel 2001 fonda con M. Facchinetti e
A. Bertolini l’ass.cult.“I Diagonali”.
Espone in Italia Svizzera, Germania, Stati Uniti,
Croazia in collettive tra cui: Fragment-action Basilea;
“Freud-Schnitzler” Forum Austriaco di Cultura,
Roma;“Hommage a Vlado Gotovac” Galerija
Klovicevi Dvori, Zagreb, (HR); “Contemporary
Italian Painting” Akron (Ohio-Usa); Istituto Italiano
di Cultura, Londra; Pinacoteca Civica Termoli (Cb);
Pinacoteca Arte Contemporanea, Gibellina. Collabora
con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata,
Facoltà di Lettere e Filosofia nella progettazione e
realizzazione di eventi culturali. Dal 2002 apre con
i soci de “I Diagonali” lo spazio espositivo “Arte e
Pensieri” a Roma. Tra le personali: 2012 “Ius Opera”
Palazzetto Art Gallery, Roma; Opere dal 1979 al 2009
Castel dell’Ovo, Napoli; 2009 “Opere Pittoriche e
grafiche” Biblioteca Vallicelliana; 2009 “Rome-San
Francisco, from the Colosseum to the Golden Gate
Bridge” Istituto italiano di Cultura, San Francisco, CA
(USA); 2008 “Opere e Ri/Tratti” Galleria Dell’Oro,
Roma; 2006 “Poiesis-Klee” galleria “il Salice” Locarno
(Svizzera); 2002 “Percorsi Pittorici tra frammenti di
Poesia” Galleria Arte e Pensieri, Roma.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.
Premi: Premio Sulmona (targa d’argento), Premio
Heuler Hermes Allianz, Premio Termoli.
Claudio Bianchi nasce a Roma, dove vive e lavora.
Dal 1975 al 1980 sperimenta un nuovo stile di pittura
caratterizzato da tratti di pennello a colore puro e
spessori vari, che definirà Trattista. Nel 1982 redige il
Manifesto Trattista ispiratore dei metodi, dello stile e
della poetica del Movimento trattista al quale aderirà un
primo nucleo di artisti romani e in seguito anche artisti di
altre nazionalità. Nel 1983 a Villa Flora, con il patrocinio
del Comune di Roma nasce la prima esposizionelaboratorio, ne seguiranno altre a piazza di Spagna, piazza
Navona, Galleria Colonna, poi a Monaco, Berlino, Parigi,
Amsterdam. Nel 1985, con il patrocinio dell’Assessore
alla Cultura del Comune di Roma R. Nicolini e
l’interessamento di galleristi romani quali: G. T. Liverani,
M. Riposati, ed il sostegno di importanti critici quali: A. B.
Oliva, E. Crispolti, F. Menna, E.T. Landini S. Lux, B. Zevi, ecc.
Negli anni ’80 e i primi ’90 il Movimento Trattista darà
vita a numerose esposizioni e performances nelle gallerie
e nelle piazze delle più importanti città europee. 1995,
nella esposizione dal titolo “A Capo Giuseppe” l’artista
ufficializza la sua natura poliedrica elaborando i momenti
più importanti del suo lavoro in quattro percorsi artistici,
siglando le opere con diversi pseudonimi. L’artista
romano partecipa ancor oggi attivamente ad esposizioni
personali e collettive in Italia e all’estero, con lo stile,
la forza, e l’originalità, quali caratteri costanti della sua
copiosa produzione.
ANDREA BARZINI
TOMASO BINGA
Andrea Barzini, regista, sceneggiatore, documentarista e
artista è nato a Roma il 14 dicembre del 1952. Laureatosi
in filosofia presso l’Università di Milano, si sposa con
Stefania Aphel Barzini, autrice tv e scrittrice con cui ha
due figli, Chiara e Matteo.
Ha pubblicato presso Giunti Editore il libro autobiografico
“Una famiglia complicata”. Sulle orme del nonno Luigi
Barzini Sr, celebre inviato del Corriere della Sera, ha
partecipato come documentarista al Raid Pechino Parigi
sulla Itala (l’auto originale del viaggio del 1907).
Ha vissuto e lavorato dal 1994 al 2000 a Los Angeles,
producendo e dirigendo la serie tv Alexandria Hotel.
Ha prodotto e diretto il documentario “I Giorni buoni”
sulla realtà del minorile penale a Napoli, che ha vinto
il primo premio al festival CINE Derechos Humanos di
Buenos Aires. Lavora correntemente come regista nella
fiction TV (Don Matteo, Capri, Io e Mamma, Ho sposato
uno sbirro); il suo maggior successo rimane Italia–
Germania 4-3, film bilancio della sua generazione.
Tra le varie mostre si ricordano: “Animali”, Rap, Roma
nel 2012; “Stramondi” presso la casa delle Letterature a
cura di Emanuela Nobili Mino nel 2013; “Da dove viene
questa luce?”, Bibliothè, nell’ambito della rassegna
“Unum” a cura di Francesco Gallo Mazzeo nel 2014.
Tomaso Binga, nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a
Roma. È stata docente di Teoria e Metodo dei Mass
Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. In
arte ha assunto un nome maschile per contestare con
ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile.
Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di
punta della poesia fonetico-sonora-performativa italiana.
Con le sue performance “femminismo poetico anni
’70” ha partecipato a tutte le battaglie per i diritti dei
più deboli, delle donne e degli artisti anche attraverso
il costante lavoro dell’Associazione culturale “Lavatoio
Contumaciale”, che dirige in Roma dal 1974 e della
“Fondazione Filiberto Menna” che dirige in Salerno dal
1992. Ha preso parte a più di 1750 manifestazioni tra
mostre, rassegne, festival di poesia sonora e performativa
in molte città italiane e straniere.
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
TOMMASO CASCELLA
2014 la personale Fiori d’Autore è presentata dalla Galleria
Miralli di Viterbo, nei mesi successivi altre sue personali sono
allestite presso la Galleria Andrè di Roma e la Galleria Comunale
di Marina di Ravenna. Sempre nel 2014 Cascella partecipa con
sue opere a importanti collettive quali: La Direzione... dell’arte
presso la Direzione Regionale VVF Lazio di Roma, Per amore
della ceramica a Castelli (Teramo), Biennale d’arte creativa
a Palazzo dei Papi di Viterbo, Con il torchio – omaggio ad
Alessandro Zanella alla Biblioteca Braidense di Milano, La
critica oggi presso l’Accademia di San Luca a Roma e alla
Triennale di Milano, Di vetro, Biennale del vetro contemporaneo
del Comune di Sansepolcro (Arezzo), Luci al colmo a Palazzo
Bufalini di Città di Castello (Perugia), Nel segno dei colori al
Museo d’arte moderna Vittoria Colonna di Pescara, Between
China and Europe art in the life presso l’Istituto Portoghese
di Sant’Antonio a Roma e Bacolus a Palazzo Collicola di Spoleto.
Nel 2015 la Bibliothè Art Gallery di Roma presenta La parola
disegnata con musica di Venera Maglia e la ZetaEffe Gallery di
Firenze allestisce la personale Illuminato dall’Inverno. Del 2015
sono le collettive I libri belli allestita nei Musei del Palazzo
del Pio a Carpi, Prestigium Italia II della Luciano Benetton
Collection, Fabrica a Treviso, In labore Fructus presso il Museo
d’Arte Moderna V. Colonna di Pescara e Stupore a Palazzo Orsini
a Bomarzo.
Opere di Tommaso Cascella sono presenti in importanti musei
quali: Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan, la Galleria
Civica di Modena, la Civica Raccolta del Disegno di Salò (BS), al
National Museum of Slovenia a Ljubljana, alla Civica Collezione
di Scultura - Tachikawa City, Tokyo, alla Pinacoteca Comunale
di Ravenna, alla Galleria Civica di Cento (FE), al Museo della
Xilografia di Carpi, Modena, al MACRO a Roma, al Danubiana
Meulensteen Art Museum di Bratislava, a Il Museo e la Città a
Potenza, al Museo B. Cascella a Pescara, alla Pinacotecaca
Comunale di Ortona (CH) alla Pinacoteca del Consiglio di Stato
a Roma e al Museo Bilotti di Cosenza.
Tommaso Cascella nasce a Roma nel 1951 dalla pittrice
Annamaria Cesarini Sforza e dallo scultore Pietro.
Attualmente vive e lavora tra Bomarzo e Roma. Con la propria
stamperia d’arte, insieme alla sua prima moglie Emma Politi, si è
occupato per lungo tempo all’editoria in stretta collaborazione
con artisti e poeti. Nel 1981 fonda la rivista di Arte e Poesia
“Cervo Volante”. La direzione dei primi numeri è affidata al
poeta Adriano Spatola, in seguito sarà di Edoardo Sanguineti e
Achille Bonito Oliva. Cervo Volante chiuderà le pubblicazioni
nel 1984. La sua prima mostra personale è allestita alla Galleria
di Luigi De Ambrogi a Milano nel 1985. Nel 1987 restaura un
grande edificio cinquecentesco a Bomarzo (VI), dove impianta
un nuovo studio. In seguito viaggia in India, allestisce la sua
prima mostra di scultura a Roma, e partecipa alla XXI Biennale di
Gubbio. Nel 1995 viene nominato “Accademico per la scultura”
all’Accademia di S. Luca, e una sua opera in bronzo viene
collocata nel quartiere Tachikawa City di Tokyo.
È presente con la scultura Cielo alla XII Quadriennale di
Roma, e al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan con una
selezione di opere grafiche. Dal 1997 al 2003 è protagonista di
tre mostre retrospettive: a Ischia, al Palazzo dei Priori di Certaldo,
e al Palazzo Orsini di Bomarzo. Negli stessi anni si susseguono
numerosissime esposizioni personali in molte regioni d’Italia ma
anche all’estero (Svizzera, Germania, Slovacchia, Giappone). In
particolare, si ricordano le mostre Analogie del presente, allestita
al Danubiana Meulensteen Art Museum di Bratislava insieme
a Enzo Esposito e Armando Fettolini nel 2001, e la personale
Rosso alla Galleria Spirale Arte di Pietrasanta nel 2003. Nell’aprile
del 2006 gli viene dedicata una mostra pubblica a Pietrasanta
intitolata Il Linguaggio dell’iride, e il mese successivo inaugura
con una sua personale la nuova galleria Spirale Arte di Monza.
Nel 2007 partecipa a numerose mostre collettive a Roma, Todi,
Bolzano,Pescara,e allestisce tre esposizioni personali:alla Galleria
Eventinove di Torino, alla Fondazione Ceramica Contemporanea
d’autore di Deruta, al Museo Archeologico di Terni. Nel 2008
presenta alla Galleria Marco Rossi - Spirale Arte di Milano una
nuova serie di lavori tridimensionali su carta, intitolata Pop Up.
Nel 2010 è presente alla Tricromia Art Gallery di Roma e nello
stesso anno espone una personale intitolata L’amore per nome
presso la galleria Marcorossi artecontemporanea a Pietrasanta.
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con la scultura
Cielo rovesciato mentre nel novembre 2012 espone a Palazzo
Aldobrandini a Roma per il progetto “Arte in regola” e nello
stesso mese, è presente alla Walter Bischoff Galerie di Berlino e
a Firenze con la mostra Calendiari. Nel 2013 mostre personali
sono allestite a Lucca presso la Galleria Usher Arte, a Cosenza
alla Galleria ElleBi, a Genzano di Roma a Palazzo Sforza Cesarini
e a Pescara presso la Galleria Arte Pentagono. Nello stesso anno
numerose sono le partecipazioni a collettive: Art Karlsruhe,
Karlsruhe, Io Klimt a Palazzo dei Consoli di Gubbio, Novanta
artisti per una bandiera al Chiostro di San Domenico di Reggio
Emilia, Distillati d’arte contemporanea al Museo delle genti
d’Abruzzo di Pescara, PlusUltra – 58° Premio Termoli, Artisti
in Tuscia nella Chiesa di San Tommaso a Viterbo e Do ut do,
Arte per Hospice presso lo Spazio Carbonesi a Bologna. Nel
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
TERESA CORATELLA
GIANCARLINO BENEDETTI CORCOS
Teresa Coratella, nasce a Roma il 17 dicembre del 1974.
Diplomata a Liceo Artistico, prosegue i suoi studi
all’Accademia di Belle Arti di Roma. Si trasferisce a Bruxelles
con una borsa di studio e approfondisce le sue ricerche
artistiche. Di seguito alcune delle più rappresentative mostre
realizzate dal 2009 ad oggi.
2009: Artista ufficiale per la settimana della cultura italiana
a Liegi (Belgio). – 50° anniversario degli accordi culturali
Italia-Egitto mostra collettiva presso la sala della PinacotecaProvincia di Roma.
2010: “AMES” Museo delle Mura, mostra collettiva sostenuta
dal Municipio Centro Storico di Roma in collaborazione con
Alta Roma, Zetema e la Fondazione VOLUME! – “ARBOR”
mostra collettiva a cura di Maurizio Calvesi, presso la sala del
Municipio Centro Storico di Roma.
Nel 2011 realizza per la campagna di Legambiente Lazio
(referendum 2011) un manifesto artistico – “54ª Biennale di
Venezia” Padiglione Italia-Regione Lazio.
2012: artista ufficiale di E.A.C. a cura di Achille Bonito Oliva
e Umberto Scrocca. – Palazzo Costantino a cura di Roberto
Bilotti - Palermo. –“LUDUS” a cura di Francesco Gallo Mazzeo.
(02/09/2012) Artista ufficiale per la Giornata Europea della
Cultura Ebraica, mostra personale presso il Palazzo della
Cultura, Roma. – Mostra presso il Chiostro di San Cosimato
con C. Bianchi e L. Guerrini, Roma. – Galleria Baccina Techne
Roma, mostra collettiva. – Contemporary Arts - Bibliothè di
Roma con Mark Kostabi, Paul I. Kostabi e Tony Esposito a
cura di F. G. Mazzeo. Mostra collettiva IO KLIMT a Palazzo dei
Consoli di Gubbio a cura di F. G. Mazzeo.
2013: “Plus Ultra” 58ª Edizione Premio Termoli, Galleria
Nazionale d’Arte Contemporanea (Termoli) – IX Edizione
di AMACI collettiva d’artisti presso lo Spazio Contumaciale
di Roma a cura di Bianca Menna (Tomaso Binga). – Opera
“Cromie Musicali” in collezione presso La Galleria Civica
d’Arte Contemporanea, Comune di Casacalenda. – L’estate
Romana di Renato Nicolini a cura di Gangemi Editore,
Museo Maxxi, Roma. – Workshop at the Rhode Island School
of Design Rome.
2014: Temple University Roma, mostra collettiva a cura di
Manuela De Leonardis. – Roma/Trieste ART ON MOVE - Studio
Martoriati a cura di Manuela Van. – LUDUS II Edizione, opera
pubblica per il XIII Municipio di Roma a cura di F. G. Mazzeo.
– SHOCK ONE SHOT, Mostra collettiva presso l’Aranciera
di San Sisto Roma a cura di Manuela Van. – Presentazione
del nuovo calendario 2015 SNFIA (Associazione Sindacale
Funzionari Imprese Assicurative) con Elisa Montessori,
Marilù Eustachio e Tomaso Binga presso la Quadriennale
di Roma. – “Stradivaria” mostra collettiva presso lo studio
Bazan di Palermo.
2015: “Diesis” mostra personale all’interno della rassegna
UNUM di F. G. Mazzeo, presso Bibliothè Contemporary Arts
di Roma, presentazione di Tiziana d’ Acchille.
Giancarlino Benedetti Corcos è nato a Roma nel 1954, dove
vive e lavora. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto
Nazionale per la Grafica, si iscrive alla Facoltà di Architettura
della Sapienza di Roma dove frequenta le lezioni di Bruno
Zevi. Tra le numerose mostre personali e collettive ricordiamo
quelle degli ultimi anni: Scuderie Aldobrandini “Collettiva”
a cura di Elio Rumma, Frascati 2003; Galleria Giulia “Opere
calde” commento di Pietro d’Oriano, a cura di Giancarlino
Benedetti Corcos e Laura Rosso, Roma 2004; Galleria Pian
dei Giullari via dei Cappellari, personale, Roma 2005; Galleria
Andrè, 2006; galleria “Il museo del Louvre” di Giuseppe
Casetti “La pulitrice del vetro” a cura di Achille Bonito Oliva,
Roma 2007; Centro d’arte contemporanea di Franz Paludetto
(presentazione di Achille Bonito Oliva, Carlo Melis, Gino
Scartaghiande, Giuliana Bottino), Castello di Rivara 2008; la
commediola Il Minotauro 2008 alla Galleria Giulia; Galleria
Giulia 2008; 2009 Ateneo Veneto, “La Stazzosa”, da Raffo
Venier (a cura di Giuseppe Ussani D’Escobar e Achille Bonito
Oliva e Franco Ferrari), 2009; mostra con testo di Achille
Bonito Oliva a cura di Franz Paludetto, fabbrica di ceramiche
di Castellamonte Canavese (TO) 2010; Biennale di Venezia
2011, padiglione Italia, Palazzo Venezia, Roma: Il teatro dei
pomodori a cura di Vittorio Sgarbi; personale: “Dal fracasso
al silenzio - scene sparse e suoni verso la casa delle parole
e dei colori”, con testi di Laura Rosso, Casa delle Letterature,
Roma 2011. Pierino e il lupo di Cinieri&Palazzo, Auditorium
Parco della musica, Sala Santa Cecilia 2011.
SANTOLO DE LUCA
Nasce nel 1960 a Napoli, dove frequenta gli studi artistici.
Fin dalla metà degli anni Ottanta il suo lavoro evidenzia una
specifica analisi sul rapporto immagine–parola. Negli stessi anni
è ospite in Spagna su invito dell’Amministrazione Catalana per
la realizzazione di un progetto espositivo alla Galleria ARTUAL
di Barcellona. È negli anni Novanta che il suo lavoro si conferma
come oggetto di analisi da parte della critica militante italiana
e internazionale, per cui, tra l’altro e invitato nel 1990 dalla
redazione della nota rivista d’arte Flash Art (Helena Kontova e
Giacinto Di Pietrantonio) a “Italia ‘90” tenutasi alla Fabbrica
del Vapore di Milano e alla mostra “80/90” curata da Francesco
Gallo e tenutasi a Monreale. Nel 1992 è presente in “Medialismi”,
tenutasi a Villa Deste a Roma curata da Gabriele Perretta. Nel 1994
dal A.C.C. Gebaude di Colonia in “L’erotismo nell’arte Italiana”
curata da Demetrio Paparoni. Nel 1995 dal Hedendaage Kunst
di Bruxelles per la mostra “Venti Avventurosi” curata da Zaira
Miss e alla Quadriennale di Roma. Nel 1996 dal Museo di Stato di
San Marino per la mostra “Luoghi” curata da Alberto Fiz, nel 1997
dal Museo Storico Nazionale di Tirana per la prima Biennale di
Tirana a cura della redazione di Flash Art, nel 1999 al Musee de
la Ville di Ginevra per la mostra: “Penalteam” nonchè nel 2000
dal Museo di Arte Contemporanea di Montreal per la mostra di
fine secolo: “Culbutes” a cura di Sandra Gradmarchand. Nel 2002
46
Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
produce la grande opera permanente su pellicola lenticolare per
il Museo della Metropolitana di Napoli a cura di Achille Bonito
Oliva, nel 2005 espone alla Scientific Library of Doubrivnik per
“Mediterranea” a cura di Valerio Dehò, nel 2007 allo Sharjah Art
Museum degli Emirati Arabi nella mostra “Q Mail” e nel 2012 al
museo Benaki di Atene per la mostra “Siamo tutti Greci” a cura
di Alice Rubbini.
Tra le personali di rilievo sono da citare nel 1998, “Controbando”
alla Galleria Pascal Lucas di Valencia curata da Teresa Blanch. “I
Puttini Sospensivi” curata da Franz Paludetto al Castello di Rivara
nel 1995, “Divisibileinvisibile” allo Studio Raffaelli di Trento nel
1996. È del 1997 “Voto a rendere” curata da Fabio Sargentini alla
Galleria L’attico di Roma. “Spirit and Matter” alla Annina Nosei
Gallery di New York curata da Vittoria Choen nel 1998, non
che “Investire in Titoli” alla Galleria Zonca e Zonca di Milano
curata da Renato Barilli . Nel 2002 “Madame Splatter Fly” curata
da Miracle Semenzato alla Van De Griffe Gallery di Santa Fe in
New Mexico e nel 2008 “Permanentpresent” alla Galleria Seno
di Milano. Ha tenuto nel contempo diversi seminari su estetica e
comunicazione in alcune università italiane, tra cui, all’Università
di Genova, facoltà di Architettura, alla facoltà di Lettere e Filosofia
della Università Federico II di Napoli, all’Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici di Napoli, nonché all’Istituto Europeo di Design
di Milano. Non ultime, sono da segnalare le collaborazioni di
consulenza estetica autoriale ad alcuni programmi televisivi, tra
cui il “Grande Fratello 2006-07”, per Endemol.
della storia dell’uomo in impronte a bassorilievo, seguendo
complessi frottage, scegliendo pavimentazioni antiche
(ciottolati, lastricati, sanpietrini) cui si accompagnano orme
dei visitatori ed interventi con materiali ricercati e preziosi.
Vive e lavora a Roma.
Tra le installazioni permanenti:
1975: Philadelphia Museum of Art, disegni a frottage; 2000:
Exit, Stazione Cilea, Metropolitana di Napoli; 2003: Cielo
stellato su Gibellina,opera permanente realizzata per il Museo
delle Trame Mediterranee, Baglio di Stefano, Gibellina; 2004:
16 Colonne colorate, installazione permanente, Fondazione
Orestiadi Tunisi; 2005: Pavimentazione a sanpietrini,
Residence Barberini, Roma; 2007: Casa Hansen, Sanpietrini
bianchi su alluminio e legno 42 mq, Roma; 2010: 9CENTO Un Museo in Progress, Museo del 9CENTO, Castel Sant’Elmo
Napoli; 2014: “Poker di stelle” installazione permanente per
MAACK-Museo all’Aperto Arte Contemporanea Kalenarte,
Casacalenda.
BALDO DIODATO
MARILÙ EUSTACHIO
Baldo Diodato nasce a Napoli nel 1938. Si forma all’Accademia
di Torino e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia
scultura con Emilio Greco e Augusto Perez. Gli esordi sono
degli anni ’60 con sculture materiche realizzate in fil di ferro
e stracci, vicine ai lavori di Giacometti, Calder e dello stesso
Perez. Propone il proprio lavoro alla Modern Art Agency di
Lucio Amelio nel 1966.
Partecipa attivamente al dibattito culturale che prevede la
scultura artistica partenopea, lasciandosi coinvolgere dai
fermenti neodadaisti, espressione della rivista “Linea Sud”,
fondata nel 1963 e diretta da Luigi Castellano. Con altri artisti
forma “L’operativo 64”, insieme anche ad Achille Bonito Oliva
come teorico del gruppo.
Dal 1966 si trasferisce negli Stati Uniti, dove vive e lavora fino
al 1992. Si stabilisce a New York, città che in quegli anni è
piena di stimoli e la vita artistica è straordinariamente attiva,
qui l’artista trova nuovi riferimenti estetici da utilizzare come
punto di partenza per sperimentazioni personali.
Nel 1992 torna in Italia e si trasferisce a Roma, proseguendo la
sua ricerca coniugando le radici europee con la venticinquennale partecipazione alle avanguardie newyorkesi.
Dice di lui Achille Bonito Oliva: «Artista eccentrico, estraneo
ad ogni definita scuola o corrente. Si muove senza rigidità tra
pittura, scultura, performance».
Nelle istallazioni di grande formato e dai materiali disparati,
soprattutto metalli, carta e tela, pare cristallizzarle tracce
È nata a Merano nel 1934; vive e lavora a Roma.
Ha insegnato per molti anni pittura negli Istituti di
Osservazione per Minorenni.
Dai primi anni Sessanta a oggi ha tenuto numerose mostre
personali e ha partecipato a diverse rassegne collettive
in Italia e all’estero. In concomitanza con l’attività di
pittrice, da molti anni si dedica alla fotografia e suoi lavori
sono stati pubblicati in diversi giornali e riviste.
Del lungo elenco di mostre, personali e collettive, si
ricordano:
nel 2005 la personale alla Galleria d’Arte Moderna di
Bologna e l’esposizione di un gruppo di sue opere al
museo C. Andersen di Roma;
nel 2009 la mostra “Mitografie” al Museo Carlo Bilotti,
Roma;
nel 2010 “L’Angelo del visibile”, La Nuova Pesa, Roma;
nel 2012 “Cronache di un amore”, La Nuova Pesa,
Roma; nel 2013 “Ritratto di una città. Arte a Roma
1960-2001”, Museo MACRO, Roma: “Di luogo in luogo.
Trasferimenti”, La Nuova Pesa, Roma.
Sul suo lavoro, tra gli altri, hanno scritto: Rudolf Arnheim,
Fabrizio D’Amico, Erri De Luca, Achille Bonito Oliva,
Amelia Rosselli, Peter Weiermair, Lorenza Trucchi,
Goffredo Parise, Bruno Mantura, Susan Sontag, Maurizio
Fagiolo dell’Arco, Valerio Magrelli, Elisabetta Rasy, Marisa
Volpi, Nadia Fusini, Leonardo Sinisgalli.
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
TANCREDI FORNASETTI
ROSARIO GENOVESE
Nato a Roma il 18 giugno 1983, residente a Roma. Si diploma in
Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo il corso
del Professor Michele Cossyro.
2015: “Geometrie Astraenti” a cura di Manuela Van presentazione
di Michele Cossyro – Università E-Campus Roma; “Le palle degli
artisti” - Magazzino d’arte Jesi.
2012-2014: “Premio internazionale LIMEN arte 2014” Camera
di commercio Vibo Valentia a cura di G. Bonomi, G. Di Genova,
V. Le Pera, L.Caccia - Palazzo E.Gagliardi; “PopUp Revolution”
MDM Museum Porto Cervo “Promenade au Port” a cura di
Achille Bonito Oliva & Electronic Art Cafè produz. Spirale d’idee
& Electronic Art Cafè; “PopUp Revolution” Preview Caserma
XXIV Maggio via V. Monti Milano a cura di Piero Mascitti e Achille
Bonito Oliva; “Art on move” scambio artistico Roma-Trieste Lux
art Gallery & Galleria La vetrina Trieste a cura di Manuela Van in
collaborazione con Mauro Martoriati; “Nullus Locus sine genio”
Home Gallery int17 Roma; “Mecenati del contemporaneo”
di Francesco Gallo Mazzeo Salone Bernini Residenza di Ripetta
a cura di Francesco Gallo Mazzeo; “Made in Rome 2” collettiva
presso Atelier Montez Roma a cura di Manuela Vannozzi; “Made in
Rome” collettiva presso Atelier Montez Roma a cura di Manuela
Vannozzi; Esposizione collettiva “In simbiosi” Accademia di
Romania in Roma Viale delle belle arti in collaborazione con
Electronic Art Cafè Roma; Mostra personale presso “TreB” gallery
Via bezzecca 3 Roma a cura di Alexander Bracci; Mostra personale
presso “Galleria degli specchi” Via degli specchi 12 Roma;
“ArtExpoArezzo” Fiera presso Arezzo Fiere e Congressi.
2011: “Il maestro presenta l’allievo” Premio Ugo Guidi a cura di
Enrica Frediani - Villa Undulna-Terme della Versilia-Cinquale (MS)
2009 -2010: “Point of view” TreB Gallery, via Bezzecca, Roma:
mostra collettiva; Esposizione «MIUR» Museo Venanzo Crocetti
Roma; Premio Nazionale delle Arti del Ministero dell’Istruzione
dell’Università e della Ricerca - Catania “Le ciminiere” maggio 2009
finalista con un’opera e con successiva esposizione nel giugno 2009
presso le sale del Museo Crocetti di Roma; Premio “I 100 negozi”
organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Roma: partecipato con
un’opera; Partecipazione con 5 opere alla mostra collettiva: “Colora
la tua città” presso l’Associazione Arte Italiana (via Monte Giordano
45 – Roma); Esposizione collettiva presso l’Associazione Culturale
Brancaleone di Roma: partecipazione con 15 opere; Mostra
personale con 13 opere alla libreria galleria Gabi (via Gabi-Roma).
Estate 2007: stage pratico presso l’atelier Immaginazione Srl –
Milano che produce le collezioni Fornasetti; Partecipazione alla
Notte Bianca organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Roma;
Partecipazione all’evento “art and beat” organizzato da NUA
Circolo degli artisti Roma; Vincitore del concorso “Shopping Bag
Arte” organizzato dalla Galleria Diletta Vittoria di Via Margutta –
Roma; Partecipazione alla Notte Bianca organizzata dall’Accademia
di Belle Arti di Roma.
2006: Partecipazione alla mostra collettiva “Tinte Calde” a cura
di Massimo Arduini presso Torre di Tormarancia, con il Patrocinio
del Comune di Roma; Partecipazione al concorso “Shopping Bag
Arte” organizzato dalla Galleria Diletta Vittoria di Via Margutta –
Roma; Partecipazione alla mostra collettiva “I mille bambini di
via Margutta”.
Rosario Genovese, nato a Catania nel 1953 dove vive e lavora,
ha frequentato l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di
Catania, dove è docente di Decorazione.
Il suo percorso artistico inizia alla fine degli anni ’70. La sua
ricerca pittorica lo porta a realizzare opere che si configurano
nel realismo fotografico. Negli anni ’80 affronta una nuova
problematica, quella del dualismo visivo, diventando nell’82
uno dei protagonisti del gruppo Narciso, teorizzato da
Giorgio Di Genova.
Negli anni ’90 la sua ricerca approda al concetto di mimesi
cosmologica rappresentando pianeti dipinti su tela.
Successivamente ritrae galassie e costellazioni, ma l’esigenza
di avere un rapporto di similarità con lo spazio lo porta a
preferire l’opera tridimensionale. Realizza strutture a calotta
in resina, gabbie lignee rivestite con strofinacci o corde
naturali, in cui il pigmento materico si deposita su esse.
L’opera viene ambientata a terra o installata in sospensione.
Nel 1999 la Liguori editore di Napoli pubblica un suo saggio
di sociologia dell’arte dal titolo Progetto decorazioneproblematiche e stimolo per una psicologia del decoro.
Nel 2010 osserva corpi celesti e costellazioni e nella loro
rappresentazione ne mantiene il rapporto metrico in scala
nonché la colorazione originaria. Quindi esaminando le
origini etimologiche del loro nome fa un viaggio pittorico
nel fantastico tra cosmologia e mitologia preannunciato
sempre da un testo poetico che si traduce poi in grafica e
pittura.
Nel 2011 Giuseppe Maimone editore di Catania pubblica
Le mie stelle parlanti: parole e immagini, una raccolta di
testi poetici e immagini di opere pittoriche dell’artista. Nello
stesso anno la Skira Editore di Milano pubblica la monografia
Rosario Genovese Opere/Works1979-2011.
Dal 2012 continua l’analisi sulle stelle, in particolar modo
sulle binarie a contatto, che lo conduce a riappropriarsi
dell’opera doppia, affiancando alla prima tela dipinta a
guazzo, una copia fotografica su tela della stessa. Accostando
poi i supporti del dittico, interviene in alternanza simultanea
su entrambi, con disegni a matita e pittura a velo.
Nel 2013 la Scrimm Edizioni di Catania pubblica l’ebook
Mondi dentro.
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
ATTILIO GIORDANO
GIOVANNA GIORGETTI
Attilio Giordano nasce a Catania il 01/06/1973. Nel 1996
consegue il Diploma di Laurea presso l’Accademia di Belle
Arti di Catania, sezione Decorazione.
Mostre Personali – 2014: “Attilio Giordano, opere recenti”,
a cura di Filippo Pananti, Galleria Filippo Pananti Casa D’Aste,
Firenze. 2013: “Meditazioni”, a cura di Beatrice Buscaroli,
Catania Art Gallery, Catania. 2012: “Se solo mi guardassi”,
a cura di Antonio D’Amico, Arionte Arte Contemporanea,
Catania. 2011: “Attilio Giordano, la condizione della donna
nel mediterraneo”, a cura di Paolo Giansiracusa, Galleria
dello Steri, Siracusa. 2006: “Mond’Arte” a cura di Giada
Tricomi, Libreria Mondadori, Catania. 2000:“Luci ed Ombre”,
Spazio Contemporaneo, Roma.
Mostre collettive Recenti – 2015: “Pittura Italiana”, a
cura di Arnaldo Romani Brizzi, Catania Art Gallery, Catania.
“Di luce e colori”, Catania Art Gallery, Catania. 2014: “Artisti
di Sicilia da Pirandello a Iudice”, a cura di Vittorio Sgarbi.
Ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana, Favignana,
(TP). Palazzo S. Elia, Palermo. Castello Ursino, Catania.
“Stradivaria”, a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Spazio Bazan, Palermo. “Arte per l’Arte”, a cura di Virginia Monteverde,
Museo di Sant’Agostino, Genova. “Demetra. Per Morgantina”, a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Catania Art Gallery,
Catania.“U Liotru, la leggenda di Eliodoro”, a cura di Arnaldo Romani Brizzi, Catania Art Gallery, Catania.
2013: “Premio Biennale Carlo Bonatto Minella: Oltre il corpo.... l’anima”, a cura di Vittorio Sgarbi, Sala Consiliare del
Municipio, Rivarolo Canavese, (TO). “Moving Up Exhibition”, a cura di Monika Burian e Antonio Pilade, Galleria Vernon, Praga. 2012: “Illustrissima fiaba le proposte del Premio
Vasto”, a cura di Daniela Madonna, Bruno Scaletta, Scuderie
di Palazzo Aragona, Vasto, (CH).
Giovanna Giorgetti è nata nel 1972 a Santarcangelo di
Romagna in provincia di Rimini. Nel 1990 ha conseguito il
diploma di maturità artistica e nel 1994 si è diplomata in
pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano. La
sua prima partecipazione a mostre d’arte è stata nel 1993
esponendo a “Confronto di linguaggi” presso la Galleria
d’arte moderna “La Spirale” di Milano e Centro d’arte
“Grigoletti” a Pordenone. L’anno successivo espone nel
“Salon I” nel Palazzo della Permanente a Milano.
L’attività artistica è proseguita poi con numerose altre
esposizioni tra le quali spicca, nel 1999, la mostra “Finchè c’è
morte c’è speranza” presso il Flash Art Museum di Trevi (PG).
Una particolare menzione merita inoltre la partecipazione
al “Progetto Maionese” riguardante la pittura femminile
contemporanea che si è concretizzato nelle mostre “Estate
99” e “One day at time” del 2000, entrambe presso la
Galleria d’arte moderna “En plen air” di Pinerolo (TO).
Nella sua produzione sono compresi anche soggetti sacri
con i quali ha partecipato nel 2001 alla Mostra internazionale
d’arte sacra di Pompei.
Nel 2002 e 2003 ha esposto nel Museo Michetti di Francavilla
al Mare (CH) per la manifestazione “Arte in fiore”. Ha inoltre
partecipato al progetto “Mille alberi per Arborea”, Ass.
Libera Torino, nel 2002. L’artista è stata altresì compresa nel
“Dizionario della giovane pittura italiana” pubblicato
sulla rivista Flash Art (n. 218/1999).
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
MARK KOSTABI
Art, il Guggenheim Museum, il Brooklyn Museum, la National
Gallery in Washington D.C., la Corcoran Gallery of Art, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, la National Gallery
of Modern Art in Rome e il Groninger Museum in Holland.
Tra i suoi lavori pubblici in Italia si ricordano un murale nel
Palazzo dei Priori di Arezzo, una grande scultura in bronzo
nella piazza centrale di San Benedetto del Tronto, ed un bronzo dedicato a Papa Giovanni Paolo II a Velletri. Di lui si è
parlato a “60 minutes”, “Eye to Eye with Connie Chung”, “A
Current Affair”, “Nightwatch”, “The Oprah Winfrey Show”,
“Lifestyle of the Rich and Famous”, “West 57th”, sulla CNN,
su MTV e in numerosi altri programmi televisivi in Europa
ed in Giappone. È apparso su testate quali il New York Times,
People,Vogue,Architectural Digest,The Face, Playboy, Forbes,
New York Magazine,The Sunday Telegraph, Domus, Corriera
Della Sera, Panorama, Art Forum, Art in America, ART news,
Flash Art e Tema Celeste.
L’artista e compositore Mark Kostabi è nato a Los Angeles nel
1960 da immigrati Estoni. Cresciuto a Whittier in California,
compie i suoi studi di disegno e pittura alla California State
University di Fullerton. Nel 1982 si trasferisce a New York e
due anni dopo è già una figura importante dell’East Village
Art Movement, inventando le auto-interviste per affrontare
argomenti difficili quali la mercificazione dell’arte contemporanea. Dal 1987 le sue opere vengono puntualmente esposte nelle gallerie newyorkesi e sono ampiamente richieste
da gallerie di Giappone, Stati Uniti, Australia e Germania.
Nel 1988 attira l’attenzione dei media internazionali con la
fondazione di “Kostabi world”, il suo studio di Manhattan in
cui lavorano numerosi di assistenti pittori e creativi. A partire dagli anni ’90 il suo lavoro è esposto in tutta Italia, nel
1996 Kostabi acquista una seconda casa a Roma iniziando a
dividere il suo tempo tra Roma e New York. Kostabi produce
uno show televisivo via cavo dal titolo The Kostabi Show,
in cui noti critici d’arte e celebrità competono per titolare
i suoi lavori e vincere premi economici. Dal 2000 al 2010 si
occupa di una rubrica per artisti dal titolo Ask Mark Kostabi, sul sito Artnet.com. Kostabi ha creato le copertine degli
album di Guns ‘N’ Roses (Use Your Illusion), The Ramones
(Adios Amigos), Jimmy Scott (Holding Back The Years), Seether (Holding Onto strings Better Left to Fray) e numerosi
altri prodotti inclusi orologi Swatch, una borsa di Bloomingdales, prodotti Alessi, Rosenthal e una maglia rosa per il Giro
d’Italia. Kostabi è inoltre noto per le sue numerose collaborazioni con altri artisti come ad esempio: Enzo Cucchi, Arman,
Howard Finster,Tadanori Yokoo, Enrico Baj and Paul Kostabi.
Kostabi si dedica inoltre ad una intensa attività concertistica
come solista e con altri musicisti, come Ornette Coleman,
Jerry Marotta, Tony Levin, Tony Esposito, e Paul Kostabi. Le
sue composizioni sono state eseguite Rein Rannap, Kristjan
Jarvi, Maano Manni, Delilah Gutman e la Estonian National
Symphony Orchestra. Kostabi è il soggetto di numerosi documentari, i più importanti dei quali sono Bottom Line: The
Kostabi Phenomenon diretto da Peter Bach, Con Artist diretto da Michael Sladek, e Jedermann diretto da Paul Tschinkel. Kostabi ha un ruolo di primo piano nel documentario
vincitrice dell’Emmy award The Art of Failure: Chuck Connelly Not for Sale diretto da Jeff Stimmel. “Full Circle: The
Kostabi Story”, diretto da Sabrina Digregorio da Atena Films,
presentato in anteprima all’Anthology Films Archives in New
York e al Domus Talenti di Roma. “My Italy” diretto da Bruno
Colella, è una docu-commedia con protagonisti Kostabi, H.H.
Lim, Krzysztof Bednarski e Thorsten Kirchhoff: 4 artisti non
italiani che scelgono di vivere in Italia. Il noto critico Achille
Bonito Oliva ha il ruolo di narratore/commentatore nel film.
Importanti retrospettive gli sono state dedicate al Mitsukoshi
Museum di Tokyo (1992) e all’ Art Museum of Estonia in Tallinn (1998). Vittorio Sgarbi, nel 2006, cura una sua personale
presso il Chiostro del Bramante a Roma, dove sono esposte
150 opere. I lavori di Kostabi sono presenti in oltre 50 collezioni permanenti dei più prestigiosi musei nel mondo, tra i
quali il Museum of Modern Art, the Metropolitan Museum of
NINO LA BARBERA
Nato a Mazara del Vallo nel 1945, Nino La Barbera ha studiato
negli Istituti d’Arte di Messina e di Palermo. Vive e lavora a
Roma dal 1962. Pluripremiato, nel 2001 ha ricevuto il premio
dell’UNESCO per l’attività artistica, e con numerose personali
all’attivo, da anni si dedica alla realizzazione di mostre
monotematiche tra cui: “A Charlot”, Galleria Canova - Roma;
“...dell’acqua della terra...”, Galleria La Gradiva; “Omaggio
alla Donna” , Palazzo Venezia - Roma,“Mirabilia Urbis Romae”
[Palazzo Ruspoli, Le Scuderie – Roma; Spazio Italia - New
York], “Tracce di ali sulla tela” [Angelicum Milano, Palazzo
Ducale Mantova], “I Miti e le acque” [Fonte Anticolana Fiuggi; Ex Convento S.Rocco – Trapani], “Il Corpo Unico”
[Museo del Risorgimento – Roma], “Fragmenta” [Archè
arte nel tempo – Roma], “Fascinazioni Romane” [Spazio di
Giotto – Assisi], “I Nostri Luoghi Magici” [Fonte Bonifacio
- Fiuggi], “Risonanze della Memoria” [Galleria Polid’Arte –
Spoleto; Palazzo Baronale - Calcata], “Risonanze Mitologiche”
[Che Banca! – Piazza dell’Indipendenza Roma].
Suoi dipinti sono presenti in collezioni private e musei di tutto
il mondo. Ultimamente le sue opere sono state esposte alla
Fiat (Roma), Stazione Termini (Roma), Aeroporto Leonardo
da Vinci (Fiumicino), Meeting Art (Vercelli) e da anni
arricchiscono le pareti dello storico ristorante Edy in Vicolo
del Babuino (Roma). Un suo dipinto dedicato alla Ferrari F1
Campione del Mondo 2001(m 4.60 x 2.00) arreda gli spazi
multifunzionali dell’Autodromo di Monza mentre un altro
delle stesse dimensioni intitolato ‘Organismo’ e dedicato
alla Ferrari F1 Campione del Mondo 2003 è stato collocato
nel Museo Ferrari di Maranello. Un grande dipinto di m 3x3
dedicato alla Madre del Redentore fu donato da Sua Santità
Giovanni Paolo II alla Parrocchia romana Santa Maria Josefa
del Cuore di Gesù (in occasione della sua inaugurazione). Ha
eseguito per commissione della stessa parrocchia “Ultima
Cena” (m 5 x 2,50). Un altro raffigurante la crocifissione
‘Il dolore che salva’, attualmente esposto nella Cattedrale
50
Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
PAOLO LAUDISA
di Mazara del Vallo, e precedentemente ospitato in diverse
Chiese e Parrocchie romane (come la Basilica di Santa Maria
del Popolo), sarà collocato definitivamente nel Centro di
Educazione e Riabilitazione Giovanni Paolo II (Kupienin –
Polonia) per volere del Pontificio Consiglio.
È in preparazione il catalogo generale delle sue opere dal
titolo OPERA OMNIA curato dallo storico critico d’arte
Francesco Gallo Mazzeo. I galleristi Ettore e Antonio Russo
hanno collaborato con lui in un lungo proficuo sodalizio
caratterizzato da organizzazione di eventi espositivi e
costante presenza nelle loro Gallerie di Roma, Fiuggi e
Montecatini. Di La Barbera si sono interessati: Mario Ursino,
Antonio Del Guercio, Dario Micacchi, Vanni Rosivalle,
Antonello Trombadori, Renato Civello, Luigi Tallarico, Mario
De Micheli, Vito Apuleo, Fortunato Bellonzi, Gianni Raviele,
Domenico Guzzi, Maria Luisa Spaziani, Luigi Lombardi
Vallauri, Massimo Canevacci, Giancarlo Josimi, Gianni
Franceschetti, Renzo Bertoni, Aldo Manganaro, Ferruccio
Ulivi, Rosa Russo Jervolino, Dante Benini, Paolo Orsina,
Ugo Moretti,Alberto Sughi, Pier Augusto Breccia, Peppino
Selvaggi, Alessandro Righetti, Brunetta Ferrarini, Claudio
Strinati, Salvatore Italia, Patrizia Mintz, Kenneth Scambray,
Rosaria Guadagno, Giancarlo Falletti, Enzo Tartamella, Pino
Pelloni, Alessandro Masi, Aldo Gerbino, Francesco Gallo
Mazzeo, Rosalina Ruffolo.
“[...] Come sostenemmo per la sua precedente produzione,
La Barbera cerca la sua armonia al di fuori di una rigida e
asfittica disposizione razionale: è attraverso il caos, o la
reversibilità della reazione corruzione-ricostruzione, che si
creano sempre nuove possibili armonie. Non ultime quelle
che hanno costituito i miti tenaci delle nostre precedenti
culture. E se la visione è “geologica”, così vuole Massimo
Canevacci, sottesa tra “arte virtuale e virtualità dell’arte”, ciò è
perché la tensione si spinge verso quel battito d’ali che tutto
sovrasta e impregna: monumenti, fontane, guerrieri, chimere,
eroi, giardini, fori imperiali e il vastissimo diorama della
storia. Allora questa tersa mescolanza di fieri combattimenti,
di colloqui teneri e ambigui, illuminati dalla fiaccola sensibile
della donna in amore che scorre, come un angelo annunziante,
lungo traccianti elettronici prodotti da pittoriche espressioni
in forma di décollages, sospinge a ricordare – in relazione
all’esperienza di Rotella – quelle frantumazioni d’una
stagione “pop” contro le sponde di un ritorno alla pittura, e in
una sovrapposizione di piani che appartengono, sì allo
spazio, ma sembrano in più, secernere diversi e interagenti
frammenti del tempo. In prossimità di tutto questo si agita il
mondo visivo di Nino La Barbera. La sua nuova e paravirtuale
figurazione, così attenta a divenire fluente della forma e
delle idee, appare sostenuta dalla continua necessità di una
metamorfosi (grazie anche all’intervento di ri-dipintura a
quadro finito), dallo stesso impulso che ha generato il quadro
e in cui diafane e lemniscali presenze restituiscono intatto al
suo linguaggio il fuoco denso di un’anima solare, la pupilla
vibrante e corrusca della divinità. [...]” [Aldo Gerbino]
Paolo Laudisa, Bari 1951, vive e lavora a Roma.
La sua prima personale di rilievo ha luogo nella Galleria
Cesare Manzo di Pescara nel 1975. Negli anni ha lavorato
con diverse gallerie tra le quali la galleria Bonomo a Bari,
Cesare Manzo a Pescara, Wessel O’Connor LTD a New York,
Jean-Claude Arnault a Stoccolma, Pasquale Lucas a Valencia,9,
via della vetrina contemporanea a Roma e l’attuale Arteealtro
di Elisabetta Giovagnoni, Arteynaturalezza a Madrid, Arts
Events a Benevento, Le Pleiadi a Mola di Bari, Ninni Esposito
arte contemporanea a Bari e numerose istituzioni come
Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Galleria
Comunale dell’Università di Belgrado, la Fondazione
Noesi per l’Arte di Martina Franca, il Museo della Cultura
di Valencia, il Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan,
la Sabanci Foundation di Istanbul… Nel 2014, vince il
Premio Michetti con acquisione di un suo lavoro. Nel 2015,
parteciperà a una doppia personale Lv Zhongyuan | Paolo
Laudisa al Gogone Palace di Pechino. Tra quelli che hanno
scritto in cataloghi o articoli: Sandra Fizzarotti, Licitra Ponti,
Antonio D’Avossa, Gregorio Magnani, Lucilla Meloni, Lorenzo
Mango, U. Cumming, Luciano Caramel, Laura Cherubini, Ada
Lombardi, Achille B. Oliva, Ida D’Agostino, G. Visci, Antonio
Rossi, Ilderosa Laudisa, A. Martino, Giuliana Stella, J. A. Blasco
Carascosa, Massimo Di Stefano, Enrico Crispolti, Ferdinando
Creta, Raffaele Gavarro, Micol Forti, Simona Barucco, Luisa
Somaini, Walter Guadagnini, Francesco Lodola, Maria Vinella,
Lia De Venere, Elisabetta Giovagnoni, Antonella Marino,
Pietro Marino, H.Tartan, Valentina Bonomo.
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
ADRIANO MARALDI
Università degli Studi di Siena dal titolo Pensieri Colorati. Nel
2012 a Bertinoro per il Festival della “Donna in Blues”. Alla
Piastra dell’Ospedale Bufalini, Pensieri Colorati con il testo
di Francesco Gallo Mazzeo “Leggerezza” e “Coincidenze”
alla Bibliothé Contemporary Art Gallery-Roma. Nel 2013 a
Castiglione Fiorentino (AR), a Bertinoro (FC), 2015 a Cesena
“Dal Tam Tam al Blues” A. Maraldi e L. Navacchia , mostra
itinerante presentata da Barbara Rossi.
Nel 2014 a Roma – Università e CAMPUS, mostra dal titolo
“Artisticamente Sostenibile”, a cura di Manuela Vannozzi.
Nel 2015 per la Fondazione Gino Bartali di Arezzo realizza
nel centenario della morte del grande Campione un’opera
con Gino Bartali che traina Pinocchio in bicicletta.
Per l’occasione è stata allestita una mostra a Montecatini
Terme e realizzata una maglietta con la litografia. A maggio
2015 Maraldi presenta alla Galleria d’Arte Moderna di Cesena
al Palazzo del Capitano, l’antologica dei suoi 45 anni di arte
professionale, opere del 1970 al 2015.
Adriano Maraldi nasce a Cesena il 17 Luglio del 1945.
Autodidatta, frequenta per due anni lo studio del pittore
Rau e la sua 1ª mostra la presenta alla Galleria del Muretto
a Forlì nel 1973, nel 1974 a Roma alla Barcarola in P.zza
di Spagna, a Parigi alla Galleria Mouffe, a Biarritz, alla
Galleria Vallombrose 1974. Dopo un breve periodo artistico
vissuto a Milano, Maraldi decide di trasferirsi a Parigi dove vi
rimane con lo studio fino al 1997. Le mostre più importanti
del periodo francese sono: Palais de l’Europe a Le Touquet,
1ª Biennale d’Art e Papier a Le Touquet, Gallerie Du Rhin a
Colmar, Salon d’Automne a Parigi 1981, Centro Culturale
Italiano a Parigi 1982, Maison de la Culture di Saint-Etienne
Festival d’Art Plastique a Elancourt 1983, Festival Italiano
a Fecamp e Castello de Sassetot a Sassetot in Normandia
1984. Nel 1985 realizza la grande opera su tela per la Junior
Chamber del Veneto a Padova di 7,00x3,00 mt. Maraldi
si ripropone in Italia con una serie di mostre sul tema
“Oggetti in cerca d’equilibrio”, nella città di Padova al Caffè
Pedrocchi, e alla Galleria il Chiostro di Treviso del 1989, al
Forum Museum di Montese (MO) e in altre città italiane. Nel
1998-99 presenta nella Chiesa sconsacrata S. Rita, nelle sale
del Bramante in P.zza del Popolo a Roma un grande progetto
per il Giubileo 2000 dal titolo “Il Libro per la Pace”. Nel
2001 si trasferisce con lo studio a Roma e partecipa a una
serie di eventi Nazionali e internazionali. Partecipa a Arte e
Sapori a Roma, Biennale Internazionale del Design a SaintEtienne (Fr), Galleria d’Arte Moderna ex stabilimento Peroni
a Roma, A Torino partecipa all’evento del Manifesto delle
Arti applicate del nuovo Secolo al Palazzo Carignano, nel
2003 espone alla Gall. Rabel di Montecarlo, nel 2004 espone
alla Galleria d’Arte Sacra L’Agostiniana a Roma. Nel 2005
realizza la medaglia d’argento per l’anniversario dei 100 anni
dalla nascita dell’Istituto professionale Ubaldo Comandini di
Cesena con l’Annullo Postale. Nel 2006 presenta una mostra
personale dal titolo “Le pagine che non ho mai scritto”
alla Gall. d’Arte Moderna di Cesena. Nel 2007 a cura di O.
Piraccini presenta la mostra “Il Principe Pinocchio” al Palazzo
del Capitano di Bagno di Romagna. Nel 2009 ha esposto
le sue opere nel Museo degli Strumenti di Roma, in quello
del Museo di Porta San Paolo, al Museo Venanzio Crocetti,
al Museo delle Mura, alla Ambasciata d’Egitto, all’Ambasciata
d’Iraq, alla Accademia della Romania e al Palazzo Valentini
della Provincia di Roma per il 50° anniversario della Cultura
Roma-Egitto a cura di Arte Roma.
Per la Settimana della Cultura Italiana Maraldi espone a
Liegi al Consolato Italiano. Nel 2010 per il Lions Club
della Valle del Savio realizza un grande progetto per il 50°
anniversario dell’Arena Plautina a Sarsina (FC) e nel 2011
per l’anniversario della nascita di Giorgio Vasari presenta ad
Arezzo una mostra dal titolo “Frammenti D’Arte” all’Ass.ne
Arezzo Città del Vasari e nel 2012, alla Provincia e Comune
della città di Arezzo, nello stesso anno viene invitato alla
4ª Biennale Internazionale di Madeira. Nel gennaio 2013
Maraldi presenta una mostra all’interno della Sala Rosa della
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Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
ELISA MONTESSORI
MARIO NALLI
Elisa Montessori nata a Genova nel 1931, vive e lavora a
Roma. Disegnatrice e pittrice con Mirko, Afro, Cagli, respira
nella capitale l’aria di un rinnovamento artistico, che inizia
nel 1951 col “Manifesto del Gruppo Origine” di Burri,
Capogrossi e Colla, nel solco di un ritorno al primordio
junghiano. L’esoterico e lo spirituale sono l’eco che Elisa,
nel suo profondo esistenzialismo, sente di più. Attraverso le
sperimentazioni tecniche, su cui forgia i suoi inizi con Mirko,
l’incisione, la tempera all’uovo, il mosaico, l’oreficeria, lo
sbalzo, esce dolce e sommessa la sua voce, che s’inclina ad
ascendenze orientali, dopo l’incontro con la cultura cinese.
Nel 1958: Mostra della pittura italiana a Hong Kong e
1965 collettiva a Taiwan dal titolo Chinese and Italian
Modern Painters. L’Oriente per lei diventa maestro di vita,
anche quando negli anni ’70 segue le tendenze minimal.
Nel 1975 espone alla Galleria Seconda Scala di Roma con
una presentazione di Filiberto Menna. Dal 1981 si avvia il
rapporto con la Galleria A. A. M. Architettura Arte Moderna
di Roma, con cui la Montessori collaborerà varie volte, un
sodalizio che attesta il continuo dialogo tra la sua arte e
l’architettura. Numerose le occasioni di partecipazione ad
eventi di portata internazionale: la XL Biennale di Venezia e
Arteder ’82. Muestra International de Obra Gráfica a Bilbao
nel 1982; la XVII Bienal de Arte di San Paolo del Brasile nel
1983; la collettiva Internationale Kunstmesse Art 5’84” a
Basel nel 1984 e nel corso degli anni Novanta: la Rassegna
Internazionale della Cultura Italiana a cura di Achille
Bonito Oliva e la collettiva Women and the Arts in Italy a
Beijing, Cina. Nel 1986 XI Quadriennale Nazionale d’Arte
con sede a Palazzo dei Congressi, Roma. Nel 1988 realizza
una personale alla Galleria Marina Urbach di New York, il cui
tema è una poesia di Sylvia Plath. Il lavoro della Montessori
è fortemente legato alla letteratura: negli anni si è ispirata e
ha reso omaggio ad autori come Francis Ponge, Rainer Maria
Rilke, Dylan Thomas, Paul Verlaine, Derek Walcott, Robert
Walser. Nel 1990 realizza a Ravenna, presso Palazzo De Andrè,
un ciclo di 54 mosaici sul tema del paesaggio dal titolo Il
Giardino delle Effemeridi e l’installazione: La stanza
sospesa, in mostra nella sede della Ferruzzi Finanziaria.
Moltissime le personali in tutta Italia, specie a Roma, ma
anche ad Amsterdam e Vancouver. Varie le collettive dagli
anni Novanta ad oggi: a Parigi; negli Istituti Italiani di Cultura
di Ankara, Il Cairo e Rabat; a Tehran e in Giappone nel 2004.
Nel 2006 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
ha ospitato Shangai Blues, la sua prima mostra storica. Nel
2014 presso la Quadriennale di Roma, presenta insieme alle
artiste Marilù Eustachio, Teresa Coratella e Tomaso Binga il
nuovo calendario 2015 per SNFIA (Associazione Sindacale
Funzionari Imprese Assicurative). Sempre nel 2015 per la
rassegna UNUM, presenta una grande opera presso lo spazio
Bibliothè a cura di Francesco Gallo Mazzeo.
Mario Nalli è nato a Morolo (Fr). Tra le sue principali mostre
personali si ricorda nel 1993 la mostra allestita presso la
Galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma, intitolata Viola e presentata in catalogo da Mariano Apa. Nella stessa
galleria romana nel 2012 Nalli presenta Terre inviolate con
presentazione in catalogo a cura di Fabio Sargentini e nel 2014
Miraggio di mare, personale con presentazione in catalogo
a cura di Fabio Sargentini. Diverse le partecipazioni di Mario
Nalli ad importanti mostre collettive; si ricordano in questa
sede la mostra del 1988 Anni 90 con presentazione in catalogo
di Roberto Lambarelli, allestita a Loreto nella Sala del Sangallo,
nel 1992 Giovani artisti IV a Palazzo delle Esposizioni di
Roma presentata in catalogo da Marino Apa e nel 2015 C’è chi
dipinge presso la Galleria L’Attico di Roma con presentazione
a cura di Fabio Sargentini. Mario Nalli vive e lavora a Roma.
GIANFRANCO NOTARGIACOMO
Nato a Roma, fa il pittore da sempre. Si laurea in Filosofia
(Estetica) alla Sapienza di Roma per studiare le ragioni profonde
della pittura. Subito si diploma all’Istituto d’Arte. Nel 1971 la
sua prima mostra personale alla Galleria La Tartaruga, preceduta
nel 1969 da una performance, ricordata come una delle prime
in assoluto, alla galleria Arco d’Alibert di Roma. Seguono, nel
decennio numerose mostre, sempre a La Tartaruga e a La Salita di
Roma, che segnano, in anticipo sui tempi, l’evolversi della ricerca
verso il ritorno alla pittura. Nel 1979 con “Takète” e nel 1980 con
“Tempesta e assalto” presso la galleria La Salita, il suo linguaggio
assume quella definitiva inclinazione verso l’astrazione d’impeto
e di gesto, che lo contraddistingue e che lo vede tra i protagonisti
della post-astrazione. Successivamente, tra le mostre personali,
si ricordano nel 1981 quelle a Castel Sant’Elmo a Napoli; nel
1983 al Museo Diego Aragona Pignatelli di Napoli; nel 1995
al Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma;
nel 1998 l’antologica al Palazzo Reale di Milano; nel 2004 in
ArteFiera 2000 di Bologna presentato dalla Galleria Marchetti
di Roma e nel 2004 al Museo di Roma in Palazzo Braschi. Tra
le numerose collettive è invitato alla VIII e alla XI Biennale di
Paris (rispettivamente nel 1973 e 1980) a Arte-Critica, Galleria
Nazionale d’Arte Moderna (Roma 1981-Chicago 1982); Arte
italiana 1960-1985, Frankfurter Kunstverein, Francoforte
(1985); Arte Italiana, Museo di San Paolo del Brasile (1986);
Postastrazione, Milano Rotonda di via Besana (1986); alla Biennal
di Sydney (1988); alla XIII Quadriennale d’Arte di Roma (1999);
a Tirannicidi-Il Disegno, Roma, Istituto Centrale per la Grafica
(2000) e a Lavori in corso 10, MACRO Galleria Comunale d’arte
contemporanea di Roma (2000). È in Artisti Italiani del XX
secolo alla Farnesina, Ministero degli Affari Esteri, Roma. È stato
invitato alla XL Biennale di Venezia nel 1982 (Padiglione Italia)
e alla XLII Biennale di Venezia, nel 1986. Nel 1971, dopo la sua
prima mostra personale, è chiamato a insegnare nella nuova
Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Dal 1979 è titolare della
cattedra di Pittura, prima a Firenze, poi dal 1999 a Roma.
53
Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
ALBERTO PARRES
SALVATORE PUPILLO
Alberto Parres nasce a Tangeri il 26 Agosto 1953.Vive e lavora
a Roma. Dal 1976 al 1980 studia e si Diploma all’Accademia
di Belle Arti di Roma.
Nel 1981 inizia un sodalizio di lavoro con la Galleria Soligo
di Roma, fino a la scomparsa di Francesco Soligo nel 1999.
Nel 1992 fonda LaPortaBlu, Associazione Culturale a Roma,
Scuola di ricerca su nuovi linguaggi nelle arti figurative.
Sito web: www.laportablu.it
Nel 2003 apre LaPortaBlu Gallery insieme ai soci fondatori
della LaPortaBlu. La galleria ha come intento dare spazio
ai giovani artisti alle prime armi e alle nuove ricerche di
linguaggio.
La sua ricerca pittorica è incentrata sull’astrattismo e il
minimalismo informale.
Tra le mostre più importanti si segnala:
“Animale Mentale”, Galleria Ezio Pagano, Bagheria 1987
“Aggressore/ Aggredito” , Galleria Soligo, Roma 1992
“Le Grandi Navigazione”, Salon Prive, Roma 1994
“Dipinti grandi cosi... disegni cosi come sono”, Galleria
Soligo, Roma 2000
“Ma dove si sono nascosti?” Galleria Hybrida, Roma 2009
“La Fuga del Monaco”, Bibliothè, Contemporary Art Gallery,
Roma
“Petrolio” Galleria Hybrida Roma
“Il suono del Re” Galleria Anteprima d’Arte Contemporanea,
Roma
Sito web: www.albertoparres.it
Facebook: Alberto Parres
Pupillo è nato a Roma nel 1956, dove vive e lavora.
La sua attività comincia nel 1985 con la mostra a Villa Corsini
a Roma. Nel 1989 partecipa alla XXXIV Mostra Nazionale
d’Arte Contemporanea alla Galleria Civica di Termoli; nello
stesso anno partecipa a “Il segno della differenza” Galleria
Angelus Novus, L’Aquila. Nel 1991 espone al Picasso cafè
di Roma introdotto da un testo di Teresa Macrì. Nel 1997 è
presente alla mostra “Arte a Roma” ex Mattatoio. Nel 1999
con “Pupillo di chi?” espone all’Associazione Culturale
Marcello Rumma, Roma accompagnato da un testo di Fabio
Sargentini. È presente alla collettiva presso la Galleria Giulia
a Roma nel 2000. Nel 2007 mostra personale alla Galleria Il
Narciso, Roma. Nel 2010 partecipa ad una doppia personale
Pupillo-Pipkin presso il “Centro culturale Borges” Buenos
Aires. In seguito espone a mostre collettive, come quella
“Aspetti dell’Arte Astratta nella Raccolta Fiocchi”, Forte
Malatesta (AP). Nel 2012 presso Bibliothè di Roma espone
con Jack Sal in una doppia personale dal titolo “Itinerarium”
con testo di Francesco Gallo Mazzeo. Nel 2012 “Ludus” a cura
di Francesco Gallo Mazzeo, Galleria “Arte Profumi” Roma.
“A piedi scalzi” Galleria “La Nuova Pesa” a cura di Roberto
Gramiccia, 2012. “Sueno De Color” Circolo Italiano di
Cultura di Buenos Aires a cura di Massimo Scaringella. 2012.
“Io Klimt” Palazzo dei Consoli, Gubbio testo di Francesco
Gallo Mazzeo, 2013. “Quadratonomade” collettiva Sala
Umberto Roma, 2013. 2014 Rassegna Unum, a cura di
Francesco Gallo Mazzeo Bibliothè, Roma. “Una selezione
di opere da collezioni private milanesi”. dicembre 2014 gennaio 2015 “Galleria Antonio Battaglia” Milano. “Colore”.
Mostra personale presso il Circolo del Ministero Affari Esteri,
presentazione del catalogo con testo di Francesco Gallo
Mazzeo, 2015.
SALVATORE PULVIRENTI
Salvatore Pulvirenti nasce a Catania nel 1948.
Dal 1970 vive e lavora a Roma, dove si è diplomato presso
l’Accademia delle belle arti ed ha intrapreso la carriera
dell’insegnamento presso presso istituti d’arte e licei artistici.
Ha partecipato a mostre collettive e personali anche
internazionali, ma soprattutto tra Italia e Giappone sin dal
1973, anno della sua prima mostra personale alla galleria
Himeji di Tokyo. alla quale ne sono seguite molte altre. Presso
la Galleria UNA C Tokyo.
54
Un Mosaico per Tornareccio – Biografie
LABORATORIO SACCARDI
Canova e Antonio Mercadante.
I suoi lavori sono rappresentati da gallerie italiane e estere
ed ha esposto in importanti fiere d’Arte Contemporanea
come la fiera di Bologna, Gwangiju Art Fair Korea e Busan
At Fair di Busan sempre in Korea.
Attualmente è impegnato in una residenza d’artista a
New York City, che si concluderà con un’esposizione
presso l’ArpNY Artist Residency di New York con la cura
di Kips Gallery e Bcs Gallery di New York.
Il Laboratorio Saccardi è composto da Marco Leone Barone
(Palermo 1978) e Vincenzo Profeta (Palermo 1979) nasce
nel 2002. Il loro nome è già una dichiarazione poetica, fin
dall’inizio i due artisti siciliani, sono partiti dalla fondazione
di un loro personale mito delle origini, inventandosi un
mentore immaginario quell’Albert Saccardi che presta loro
il nome.
Di là in avanti è stato un succedersi di colpi di scena,
giocando spesso a rimpiattino con il sistema dei media
che suo malgrado ha spesso fornito sponda alle loro
argute invenzioni, cariche di una vis polemica che non ha
risparmiato il sistema dell’arte.
Il Laboratorio Saccardi utilizza vari linguaggi artistici come
la pittura, la fotografia, il video perseguendo un obiettivo
ironico-dissacratorio nei confronti dei temi affrontati.
I Saccardi si fanno beffa della pittura e del mondo e
affrontano nel loro lavoro soprattutto il tema della derisione
del sistema artistico e intellettuale.
Dal 2014 il Laboratorio Saccardi lavora al progetto “Anima
Mundi” (fusione del denaro -monete, per creare il genio loci),
realizzando le prime due statue della Madonna tramite la
fusione di centesimi di euro, e sempre nel 2014 ha realizzato
una mostra personale con il maestro Enzo Cucchi alla Gam
di Palermo.
DANY VESCOVI
Dany Vescovi è nato nel 1969 a Milano, città in cui attualmente
vive e lavora. Docente di Cromatologia all’Accademia di Belle
Arti di Brera di Milano. Da diversi anni Vescovi persegue e
prosegue un tema floreale che è diventato uno standard
personale, intendendo per standard non soltanto la sua
“reiterazione” ma anche lo statuto di “classico”. Il suo lavoro
si è accresciuto secondo una regola autonoma e distante
che smarrisce le tracce materiali dell’autore favorendo la
moltiplicazione di una fantasia che può dirsi tecnologica
e oggettiva. Le immagini di oggi divenute più complesse
intrecciano la consuetudine visiva dei fiori ad impreviste zone
di pausa, figurando spazi nuovi e molto strani come scartati
e resi vacanti nell’urgenza di un black out comunicativo.
L’artista combina pittura figurativa e astrattismo geometrico
con precisione fotografica, in composizioni dal forte
dinamismo – crea un’unione armonica, sorretta dalla solidità
del colore saturo e da un impianto compositivo rigoroso.
L’immagine floreale sembra scomporsi e poi ricomporsi
all’infinito nelle partizioni verticali del dipinto, come
fossero fotogrammi in sequenza rapida. Sulla tela dà vita a
un cortocircuito visivo attraverso continue interferenze,
una trasformazione di immagini figurative in forme e
volumi astratti e frammentati. Accostamenti e slittamenti dei
piani rivelano un accumulo di informazioni, coloristiche e
formali, da richiamare la cultura psichedelica. Il suo talento,
superando i ristretti confini dell’arte contemporanea, lo ha
portato a intraprendere svariate collaborazioni “trasversali”:
dalla moda al teatro, dalla musica alla letteratura e alla
pubblicità.
VINCENZO SCOLAMIERO
L’attività espositiva comincia negli anni Ottanta, con
mostre personali e importanti rassegne anche di carattere
internazionale.
I suoi lavori vengono esposti alla Galleria Nazionale
d’Arte Moderna di Roma, all’Istituto di Cultura
Giapponese a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, al
Chiostro del Bramante, nel Drowing Center di New York,
a Palazzo Sarcinelli a Conegliano (TV).
Maurizo Calvesi lo invita alla Fondazione Stauros d’Arte
Sacra e cura una sua mostra personale, Marco Goldin
lo invita più volte in importanti rassegne e tra le altre,
espone, nello scorso 2014, i suoi lavori insieme ai
Capolavori del Mauritshuis Museum dell’Aia con La
ragazza dall’orecchino di perla a Bologna. È invitato
alla Quadriennale Romana (su invito di Lorenza Trucchi),
alla Biennale di Venezia ed è vincitore dell’ultima LXV
Edizione del Premio Michetti.
Nel 2006 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna della
Repubblica di San Marino lo invita per una importante
rassegna personale del suo lavoro curata da Enzo
Bilardello, Fedora Franzè, Fabio Pizzicannella, Francesca
Bottari. Fa seguito la mostra personale presso la galleria
Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino d’AC a
cura di Tiziana D’Acchille.
Nel gennaio 2015 si è chiusa la, mostra personale romana
“Senza permesso in un campo” a cura di Lorenzo
55
Mostra Personale di
Rossella Faraone
Vincitrice I Premio
Edizione 2014
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Le mie isole X, 2009, cm 80x80
58
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Colore e materia, enigma e mistero
nell’universo artistico di Rossella Faraone
Elsa Betti
«Seguo la tecnica di Benvenuto Cellini per le mie creazioni» – mi dice Rossella
Faraone – nel suo atelier, immersa nella luce pomeridiana, mentre giocherella con
il mortaio con il quale riduce in polvere le sue gemme; mi indica il forno dove
avviene la fusione e la immagino seguire le regole del Cellini quando modella
“di filo” o quando plasma la cera d’api per la creazione delle sue personali ed
irripetibili Presentose d’artista.
“Ei si fa una piastra o di oro o di argento, e vuole essere grossetta, e sia
condotta in quella forma che arà da essere la tua opera. Di poi si attacca in su
quello stucco,che si fa di pece greca e matton pesto sottilissimo e, et un poco
di cera, secondo la stagione in cui tu ti truovi:...” Benvenuto Cellini, Trattato
sull’Oreficeria, 1565.
La Faraone, nel suo atelier, tra minerali, cristalli e pietre, sembra appartenere
a tempi remoti, a tempi in cui le competenze di smaltista, fonditore, cesellatore,
gioielliere, incisore e scultore facevano dell’oreficeria un’arte guida per la
sperimentazione di tecniche e materiali e le conferivano un alto significato
spirituale proprio in virtù della difficoltà tecnica e della preziosità dei materiali
impiegati. La Faraone si dedica a questa nobile arte fin dai primi anni ’90
quando, trasferitasi nella provincia teramana da Roma, inizia a creare pezzi di alta
gioielleria con particolare attenzione allo studio dell’oreficeria abruzzese e della
sua simbologia antica. La sua sensibilità, il suo innato amore per la pittura e l’arte
si sposano con la conoscenza delle pietre e la dimestichezza nell’uso dei metalli
e la conducono nel 2005 ad una svolta.
Il suo orizzonte creativo si espande fino alla creazione di opere d’arte di grande
formato, germogliate inevitabilmente dall’essere gioielliere d’arte e collocabili
in una dimensione inconsueta dell’arte contemporanea, una dimensione
sospesa tra la pittura che prevede l’uso di pennelli e colori e la scultura con
la sua tridimensionalità cercata e riprodotta. La Faraone sorprende con opere
che contengono tutta l’alchimia, è il caso di dirlo, del DNA di un maestro orafo:
opere realizzate con pietre, minerali, metalli preziosi, in cui la conoscenza della
materia impiegata, della sua reattività ha un ruolo fondamentale, opere che lei
stessa definisce pittosculture.
Le pittosculture si inseriscono nel panorama contemporaneo in un modo
tutto loro: nel realizzarle l’artista non può prescindere dalla specificità della
materia visto che il suo linguaggio asseconda la voce delle pietre nel loro
sgretolarsi o sfaldarsi, lo scorrere del metallo fuso, i capricci dello smalto.
Sono opere per le quali anche l’alfabeto artistico tradizionale va riformulato:
in esse pigmenti e tridimensionalità sono ottenuti dalle stesse gemme di cui
l’artista sceglie di conservare volumi e assecondarne la naturale fisicità. Nelle
pittosculture anche la luce non è cercata o riprodotta, ma catturata e contenuta
59
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
dai materiali, la cui specificità prevede la presenza di una energia intrinseca molto
forte. La materia plasmata dalla Faraone ha un tempo di formazione che può
raggiungere le centinaia, le migliaia di anni; essa può estinguersi, può provenire
da misteriosi giacimenti, giunge dal seno della terra, dalle sue viscere. Pietre e
cristalli trasferiscono nell’opera d’arte la loro eredità millenaria, la loro immensa
ed irriproducibile carica energetica.
Quello che ne deriva è un nuovo universo artistico declinato in opere in cui
l’artista-alchimista affronta una profonda ricerca interiore, una ricerca che non
ha più nulla dell’alto artigianato ma che viaggia ormai su binari filosofici: sulla via
tutta umana dell’io e su quella mistica della creazione. Percorso di ricerca che
inizia nel 2005 con una riflessione dolorosa sugli eventi dell’undici settembre
2001, sulla brutalità e l’orrore sgorgati dalla storia, generati dalla stessa “civiltà”.
Nascono in quel momento le Isole, serie di opere in cui l’artista rintraccia nel suo
mondo interiore la forza di resistere alla ferocia, inseguendo il candore della sua
anima e scoprendovi la potenza della creazione, la speranza.
Il suo mondo interiore, attraverso le mani, si va forgiando dalla materia che
le è più congeniale: cristalli, minerali acquistano carattere eterno e trascendono
il loro limite fisico per entrare nell’ambito rarefatto dell’esplorazione interiore,
della ricerca di connessione con l’infinito. L’artista con grande autonomia elabora
un linguaggio innovativo nella sua atemporalità e proseguendo la ricerca affida,
con sempre maggior convinzione, alla forza dei materiali il compito di visualizzare
i suoi mondi interiori nei quali si scopre libera di inseguirvi l’infinito. La Faraone
ci indica la via per la contemplazione del cosmo e il superamento della finitezza:
in opere come Reminiscenze dell’anima (2009) ed Adversus II (2014), quarzi e
smalti si affrontano drammaticamente, annullando la dualità tra terreno e celeste,
rivelando tuttavia nel loro amalgama una passionalità inaspettata: la visceralità
dell’inconscio dell’artista, l’io di Rossella Faraone. Le pittosculture hanno dunque
una portata immensa nel preservare una forza primordiale e nel visualizzare
uomo-materia-universo come emanazione reciproca e assoluta. In questa
prospettiva vanno osservate anche le ultime pittosculture dell’artista, opere in
cui irrompono inaspettati richiami al mondo sensibile. Opere come Fonte di vita
(2014) o Fecondità e Amore infinito (2015) entrano nella sfera del figurativo
a celebrare la preziosità del creato, la sacralità di ogni essere vivente. I minerali
che si fanno leggeri come foglie, i cristalli chiamati a concretizzare terre fertili e
sorprendenti, gli smalti per cieli sereni e pieni di sole; su tutto, il ronzìo di piccole
e preziose api in oro.Api salvifiche e creatrici esse stesse, reclutate dall’artista per
ricordare Einstein e la sua teoria secondo la quale se un giorno le api dovessero
scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita. In questi giorni
veloci e superficiali La Faraone si fa contemplativa e attraverso l’energia delle sue
pittosculture ci conduce a scrutare i nostri orizzonti più intimi, ad ampliare la
nostra visione spirituale.
«La vera opera d’arte nasce “dall’artista” in modo misterioso, enigmatico,
mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un soggetto
indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa un
aspetto dell’essere. Non è dunque un fenomeno casuale, una presenza anche
spiritualmente indifferente, ma ha come ogni essere energie creative, attive. Vive,
agisce e collabora alla creazione della vita spirituale».
Wassily Kandinsky, Lo Spirituale nell’arte, 1910
60
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Hansel e Gretel, 2006/2007, cm 80x80
61
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Crepuscolo della vita, 2009, cm 80x80
62
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Reminiscenze dell’anima, 2009, cm 80x80
63
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Adversus II, 2014, cm 60x60
64
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Fecondità, 2015, cm 60x60
65
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
Rossella Faraone, Amore infinito, 2015 cm 60x60
66
Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone
ROSSELLA FARAONE
(Roma, 1969)
Rossella Faraone nasce a Roma nel 1969. Artista
eclettica, pittrice, scultrice, orafa, designer, vive
e lavora tra Roma e Nereto (TE). Dimostra fin
da bambina un innato talento per il disegno e la
pittura.
Diplomatasi Maestro d’Arte all’Istituto S. D’Amico
di Roma ed avendo seguito diversi corsi di
specializzazione, si appassiona alla scultura orafa.
Nel 1990 apre in suo primo studio a Nereto. Crea
numerose linee di alta gioielleria realizzando le
sue opere in maniera tridimensionale e curando
personalmente tutte le fasi di lavorazione. Negli
anni si avvicina all’oreficeria abruzzese e ne studia
in particolare la simbologia antica che ripropone
poi nella sua personale interpretazione della
“Presentosa”. Il suo percorso artistico continua
studiando l’arte etrusca e le antiche tecniche
proprie del Cellini, base della sua ricerca spirituale
ed artistica. Nel 2005 mette a punto una nuova
tecnica: prende le materie nobili che è abituata a
plasmare e le riversa sulla tavola per dare corpo,
stavolta, al suo mondo interiore. Le sue prime
opere, di piccole dimensioni, vengono da subito
molto apprezzate dagli addetti ai lavori. Inizia così
un lungo percorso di ricerca e sperimentazione
che vede la nascita di opere importanti dal punto
di vista della sua evoluzione. Rossella Faraone è
presente in diverse collezioni pubbliche e private,
tra le più importanti, ricordiamo: la personale
Medicina ed Arte presso Villa Dragonetti a
L’Aquila nel 2000, la partecipazione alla collettiva
L’Oro d’Abruzzo a Pescara nel 2001, la personale
Pittosculture gioiello a Capri nel 2006. Nel 2010
presso la Sala Gambacorta della Banca di Teramo
si tiene la personale Le Mappe Celesti e Terrestri a
cura di Gerard George Lemaire; l’anno successivo, il
Museo delle Genti D’Abruzzo di Pescara allestisce
la personale Rossella Faraone a cura di Vincenzo
Centorame. Nel 2012 la Faraone espone nelle
collettive: Padiglione Italia alla 54ª Biennale
di Venezia, allestita a Palazzo delle Esposizioni a
Torino a cura di Vittorio Sgarbi, Officina delle
Emozioni al Chiostro dei Domenicani, Lecce,
Notte dell’Arte e della Bellezza presentata da
Vittorio Sgarbi, presso la Galleria Calabresi di
San Benedetto del Tronto. Sempre nel 2012,
realizza Azzurrina nel tempo, opera presente
nel film omonimo di Giacomo Franciosa e una
sua personale dal titolo L’Energia della Materia
è allestita al Museo Venanzo Crocetti a Roma a
cura di Vincenzo Centorame. Nel 2013, Rossella
Faraone è invitata a partecipare alla collettiva,
curata da Giorgio Palumbi, Astratto nell’Arte
presso il Museo-Galleria Arte Maggiore di Roma.
Nello stesso anno una sua opera è esposta nella
permanente Tartarughe tra Arte e Scienza a cura
di Alfredo Paglione e Maria del Cimmuto presso il
Museo universitario dell’Università G. d’Annunzio
di Chieti. Del 2013 sono le collettive Carrousel
du Louvre a Parigi, Terra, Arte e tradizione a
Monteleone di Spoleto e Spoleto Festival Art Expò
a Spoleto. Nel 2014 è invitata a partecipare in
collettiva al IV Festival Internazionale dell’Arte
presso l’Ambasciata dell’Iraq in Santa Sede a Roma.
67
Mosaici realizzati
dal 2006 al 2015
Un Mosaico per Tornareccio
Non amerai mai una singola persona od un oggetto.
L’amore è una fragranza.
Come un fiore, se è maturo,
inonda tutti del suo profumo.
Fabio Lusi
70
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2006
Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000)
Il cavallo rosso, 1988
mosaico, cm 100x100
(donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
non in concorso
71
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2006
Jessica Carrol
Visione a mosaico, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
non in concorso
José Ortega
(Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990)
Nocturno, 1989
mosaico, cm 88x100
(donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
non in concorso
72
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2007
Ennio Calabria
Desiderio di ponti, 2006
tecnica mista su cartoncino, cm 40x40
Vincitore I edizione 2006
Ennio Calabria
Desiderio di ponti, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
73
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2007
Morena Antonucci, I lupi di Maya, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Fiorentino D’Ippolito)
Robert Carroll, Bees and dolphins at Tornareccio, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Apicoltori di Tornareccio)
Carlo Cattaneo, Paesaggio, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Comunità Montana Val Sangro)
Franco Mulas, Schegge, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Leonardo Costantini)
Romano Notari,
Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006
mosaico, cm 100x100
(donazione Michele Giacci)
Ruggero Savinio, L’età dell’oro, 2006
mosaico, cm 100x100,
(donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
74
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2008
Giuseppe Modica
La luce e le api, 2007
tecnica mista, cm 40x40
Vincitore II edizione 2007
Giuseppe Modica
La luce e le api, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
75
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2008
Bruno Caruso, Medusa, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione Sintesis s.r.l. - Atessa)
Bruno Ceccobelli, A-pie, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Graziella Marchi, L’incontro, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione)
Matias Quetglas, La Venus de la miel, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione Antonello Porfilio)
Lucio Trojano, Tornareccio forte e gentile, 2007
mosaico, cm 100x100
(donazione Michele Giacci)
76
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009
Sergio Ippoliti
Luna di miele a Tornareccio, 2008
tempera, cm 40x40
Vincitore III edizione 2008
Sergio Ippoliti
Luna di miele a Tornareccio, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
77
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009
Pierluigi Abbondanza, Senza titolo, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Fernando Fioriti)
Alessandro Busci, Trabocco, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Nicola Santovito,per la figlia Maria Chiara)
Jacopo Cascella, Il grande fiore, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Camera di Commercio Chieti)
Omar Galliani, Kumarakom, (India 2007/2008)
mosaico, cm 100x100
(donazione Nino Iezzi, in onore di una persona cara)
Piero Guccione, Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Alfredo Paglione, per ricordare la moglie Teresita)
Antonio Maya, Aves migratorios, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Fondazione Carichieti)
Fujio Nishida, Ginestre, 2008
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
78
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009
Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi 1966)
Testa maschile, Roma, 1938
mosaico, cm 75x61
(copia dall’originale autorizzata da Romana Severini)
donazione Alfredo
non in concorso
Paglione
79
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010
Adelchi Riccardo Mantovani
Cuore di cera, 2009
acrilico su carta, cm 40x40
Vincitore IV edizione 2009
Adelchi Riccardo Mantovani
Cuore di cera, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
80
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010
Aurelio Bulzatti, Meditante, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione Fondazione Carichieti)
Paola Campidelli, Camelia japonica, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Riccardo Licata, Senza titolo, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione coniugi Nicola Berardi e Maria Giovanna Maturo)
Gino Marotta, La rosa sibillina, 2009
mosaico, cm 100x100, (donazione Afredo Paglione)
Opera destinata dal Comune di Tornareccio al Comune di Poggio Picenze (AQ)
in segno di solidarietà per il terremoto del 2009
Matteo Massagrande, Ronzio, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione Filsiva s.r.l. Casoli)
Sergio Zanni, L’apicultore, 2009
mosaico, cm 100x100
(donazione Nicola Santovito per la figlia Mara)
81
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010
Michele Cascella (Ortona 1892 – Milano 1989)
Omaggio all’artista, 2010
mosaico, cm 70x100
(autorizzazione di Pierpaolo Cimatti, esclusivista del Maestro)
donazione Alfredo
non in concorso
Paglione
82
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010
Carlo Mattioli (Modena 1911- Parma 1994)
Primavera, 2010
mosaico, cm 100x70
(autorizzazione di Marcella Mattioli, figlia dell’Artista)
donazione Alfredo
non in concorso
Paglione
83
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2011
Stefano Piali
La regina delle api, 2010
olio su tela, cm 40x40
Vincitore V edizione 2010
Stefano Piali
La regina delle api, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
84
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2011
Michele Cossyro, L’ape santa, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Nicola Santovito per Donato e Camilla)
Giosetta Fioroni, Un teatrino per un’ape di Tornareccio
2010, mosaico, cm 100x100
(donazione Alfredo Paglione)
Giorgio Galli, Di rose selvatiche di miele impregnate, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Nicola Falcocchio e Francesco Iannone)
Alessandra Giovannoni, Giardini segreti, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Danilo Maestosi, Omaggio a Beethoven, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Filsiva s.r.l. Casoli)
Alberto Sughi, L’immagine di Cristo, 2010
mosaico, cm 100x100
(donazione Fondazione Carichieti)
85
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Maurizio Bottoni
Giovanni Paolo II:“L’adorazione della croce”, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione)
86
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Paolo Borghi
Gesù cade per la terza volta, 2011
tecnica mista su carta, cm 48x36
Vincitore ex-æquo VI edizione 2011
Paolo Borghi
Gesù cade per la terza volta, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Fondazione Carichieti)
Gigino Falconi
Gesù è deposto dalla Croce
e consegnato a sua Madre, 2011
acrilico su cartone, cm 50x36
Vincitore ex-æquo VI edizione 2011
Gigino Falconi
Gesù è deposto dalla Croce
e consegnato a sua Madre, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Comune di Tornareccio)
87
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Agostino Arrivabene
I Stazione — Gesù è condannato a morte, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Famiglia Luigi Iacovanelli – “Il passato
e il presente sono le mani che costruiscono il futuro. La saggezza dei nonni,
gli insegnamenti dei genitori, la spensieratezza dei figli sono le tessere di
un mosaico che ogni volta, generazione dopo generazione, assume forme
diverse, rese uniche dal cemento della vita e dalla magia dei sogni”)
Trento Longaretti
II Stazione — Gesù è caricato della Croce, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione dei soci dell’Associazione A.M.A.
Michele e Roberto Berardi – “In ricordo della nonna Angiolina”)
Luca (Vernizzi)
III Stazione — Gesù cade per la prima volta, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Manfredi Finocchio – “Alla comunità
di Tornareccio in segno di affetto verso l’indimenticabile nonno Monfredo”)
Claudio Bonichi
IV Stazione — Gesù incontra sua Madre, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione coniugi Nadia e Aquilino Marchetti –
“Dedicato alle proprie figlie Rosita, Sara e Sofia che affidano alla materna
protezione della Vergine Maria”)
88
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Safet Zec
V Stazione — Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la
Croce, 2011, mosaico, cm 100x70
(A zia Lina. Luciana e Nicola”)
Massimo Lippi
VI Stazione — Il velo della Veronica, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Veronica e Tiziano Sciotti – “A
ricordo del nostro meraviglioso papà Fernando, la cui luce, fatta di cuore,
forza e gioia di vivere continua a guidare le nostre vite anche da Lassù.
Con immenso amore e gratitudine, i tuoi figli Tiziano e Veronica”)
Ugo Riva
VII Stazione — Gesù cade per la seconda volta, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Alfredo Paglione – “A Raffaele Carrieri, grande poeta tarantino”)
Omar Galliani
VIII Stazione — Gesù incontra le donne di Gerusalemme,
2011, mosaico, cm 100x70
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
89
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Paolo Borghi
IX Stazione — Gesù cade per la terza volta, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Fondazione Carichieti)
Piero Vignozzi
X Stazione — Gesù è spogliato delle vesti, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa)
Enrico Robusti
XI Stazione — Gesù è inchiodato in Croce, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione – “A Mario De
Micheli, grande critico d’arte”)
Piero Guccione
XII Stazione — Gesù muore in Croce, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Alfredo Paglione – “Ad Aligi Sassu, illustre pittore, per il
centenario della sua nascita”)
90
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012
Gigino Falconi
XIII Stazione — Gesù è deposto dalla Croce e consegnato
a sua Madre, 2011
mosaico, cm 100x70 (donazione Comune di Tornareccio)
Renato Balsamo
XIV Stazione — Gesù è deposto nel sepolcro (“in un
sepolcro nuovo”), 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione Nicola Falcocchio – “A mio padre, maestro di vita”)
Valentino Vago
XV Stazione — L’ottavo giorno — La Resurrezione, 2011
mosaico, cm 100x70
(donazione ADI apicoltura – “Alle persone più care”)
91
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2013
Stefano Di Stasio
In volo, 2012
tempera su carta, cm 40x40
Vincitore VII edizione 2012
Stefano Di Stasio
In volo, 2013
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
92
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2013
Paola Babini, Oro per la vita, 2013
mosaico, cm 100x100
(donazione Gruppo Mosaicisti Ravenna)
Mauro Di Silvestre, L’Aperfezione, 2013
mosaico, cm 100x100
(donazione di Alfredo Paglione “a ricordo del grande poeta cattolico
Enzo Fabiani, carissimo amico recentemente scomparso”)
Pablo Echaurren, Senza titolo, 2013
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina)
Claudio Palmieri, Metamorfosi, 2013
mosaico, cm 100x100, (donazione famiglia Greco, parenti ed amici
di Maria Tentella Tiracchia – “A ricordo del suo centesimo compleanno,
festeggiato a Tornareccio il 4 settembre 2012: grati al Signore e riconoscenti a lei per tutto quello ha donato e insegnato ai suoi cari e a
intere generazioni di alunni.”)
Luca Vernizzi, Ricordi di Creta, 2013
mosaico, cm 100x100
(donazione Fondazione Carichieti)
93
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2014
Renata Minuto
L’Ape e la Tartaruga, 2013
tecnica mista con imprimiture in
argento ed in oro zecchino, cm 40x40
Vincitore VIII edizione 2013
Renata Minuto
L’Ape e la Tartaruga, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
94
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2014
Lea Contestabile
“...la felicità è una piccola cosa” Trilussa, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Fondazione Carichieti)
Cesare Mirabella
Festa delle api, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Farmacia Giacci - Chieti.
“Umiltà e tenacia. Michelangelo Giacci”)
Antonio Possenti
La corsa delle tartarughe, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Alfredo Paglione in onore
della consorte Teresita “La signora delle tartarughe”)
Maurizio Romani
Rose con api, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Alfredo Paglione
per ricordare il suo carissimo fratello Antonio)
Giorgio Scalco
La Madonna delle api, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina)
Ernesto Terlizzi
Spirale d’api, 2014
mosaico, cm 100x100
(donazione famiglie Michelangelo, Anna e Ughetta Tiracchia in
riconoscente memoria degli amati genitori Vincenzo Tiracchia e
Domenica Mascitelli)
95
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015
Rossella Faraone
Fonte di vita, 2014
Tecnica mista, smalti, pietre semipreziose e dure, minerali, metalli, oro 24 kt
su tavola, cm 40x40
Vincitore IX edizione 2014
Rossella Faraone
Fonte di vita, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Comune di Tornareccio)
96
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015
Aldo Damioli
Il miele, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Banca di Credito
Cooperativo Sangro Teatina)
Gioxe De Micheli
Apicoltore, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Alfredo Paglione
a ricordo del carissimo
Padre Serafino Colangeli
di Giulianova, grande
benefattore e autentico
promotore d’arte)
97
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015
Giacomo Toselli
Api, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Alberto Giacci
per Tornareccio)
Giampaolo Truffa
Paradiso delle api, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Nicola Finocchio)
98
Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015
Gabriele Turola
Apimusica, 2015
mosaico, cm 100x100
(donazione Roberta Giacci
per Tornareccio)
99
Marco Santi
Omaggio a Tornareccio
Un Mosaico per Tornareccio – Marco Santi
Il generoso omaggio di Marco Santi a Tornareccio:
la sua “colata di miele” sintesi di esperienza
e felicità creativa.
Elsa Betti
Marco Santi è diventato negli ultimi dieci anni uno degli artefici fondamentali della
nuova identità di Tornareccio. Il maestro mosaicista, esecutore di tutti i mosaici presenti in
paese, si è fatto conoscere per aver tradotto in linguaggio musivo le creazioni di altri artisti,
stupendoci per la sensibilità con la quale puntualmente riesce a preservare la specificità
dell’opera di volta in volta affidatagli, e permettendoci di ammirare contemporaneamente
l’integrità con la quale riesce ad evitare che il mosaico diventi una muta trasposizione del
linguaggio pittorico.
Marco Santi ha voluto celebrare il decennale della manifestazione di Un Mosaico per
Tornareccio con la donazione di una sua opera dal titolo Omaggio a Tornareccio. Colata
di miele, opera con la quale egli ci rivela un’ulteriore aspetto della sua personalità e del
suo universo creativo.
Il mosaico è un linguaggio autonomo e tra le sue declinazioni vi è quella, tutta
contemporanea, di una puntuale coincidenza tra idea ed esecuzione, declinazione in cui
la specificità tecnica è connaturata al processo creativo. L’artista Marco Santi, con il suo
lavoro, ricongiunge la dualità a cui si sottopone spesso la produzione musiva, mostrandosi
contemporaneamente creatore ed esecutore.
L’artista realizza per Tornareccio un alveare ed il voluttuoso sgorgare del suo miele,
in cui il linguaggio scultoreo si sposa con quello musivo, nel dar vita ad un lavoro di
grande vigore espressivo. La contaminazione di linguaggi esige che i materiali impiegati si
affrontino nell’esaltazione della connotazione plastica dell’opera; l’artista, padroneggiando
la materia, conduce la luce a rifugiarsi nelle cavità dell’alveare, a condensarsi sulla
superficie del reticolato e ad esplodere nelle colate di marmi ed oro sulle quali la luce
si adagia per irrompervi ed accompagnare l’inebriante discesa del miele. Il mosaico qui
riesce sorprendentemente ad eludere i confini materici, evocando non solo consistenza e
trasparenza del fiotto di miele, ma anche il suo lento fluire. La superficie musiva con il suo
morbido adagiarsi sul reticolato dell’alveare, con le sue sovrapposizioni indolenti ostenta
una sensualità che l’artista ha sapientemente perseguito attraverso la scelta dei materiali:
allo sgorgare morbido e voluttuoso dell’oro e del marmo, Marco Santi contrappone la
superficie dell’alveare dove impasti sapienti di malte, stucchi e vernici danno corpo ad
una superficie scabra in cui poter rintracciare la vitalità ed il logorio della vita di alveare.
Omaggio a Tornareccio. Colata di miele, è un’opera di grande impatto, un’opera
che riesce a conquistare lo spazio attraverso l’articolazione minuziosa di pieni e vuoti e
attraverso la pluralità di piani; è un’opera che nella sua estrema libertà formale affonda
saldamente le sue radici nella tradizione del mosaico. La memoria dell’antico è connaturata
alla visione di Marco Santi: l’artista ha nel sangue la realtà ravennate ed una consolidata
tradizione di restauro ed è costantemente attraverso di esse che egli approccia il presente.
La ricerca della luce e l’utilizzo dell’oro caricano l’opera per Tornareccio di forti significati
simbolici per cui alla dolcezza del miele si sovrappone una sacralità di senso. Se l’oro nei
fondali bizantini era il mezzo per esprimere l’astrazione dal mondo sensibile, nell’opera
di Marco Santi l’oro è riservato al miele di cui si canta non tanto la dolcezza quanto la
102
Un Mosaico per Tornareccio – Marco Santi
Omaggio a Tornareccio. Colata di miele, mosaico, 2015, cm 110x100
preziosità nelle sue particolari implicazioni territoriali: miele come risorsa economica
della comunità locale, ma soprattutto miele come linfa artistica e spirituale, come scintilla
creatrice dell’Eldorado artistico di Tornareccio, dove l’arte, da dieci anni a questa parte,
sgorga voluttuosa e salvifica nella vita di provincia, nel deserto culturale dell’usurata
contemporaneità. È un lavoro concettuale questo di Marco Santi che chiama in causa
l’osservazione scientifica ed attenta del dato sensibile per poi alterarne la voce dal suo
interno, manipolando la materia, aggredendone la riconoscibilità. Il processo creativo non
elimina definitivamente il legame con il visibile, ma conduce l’artista alla sublimazione
del soggetto che, librandosi in una dimensione ideale, trova una sua nuova natura, intima
e viscerale, regalando a Tornareccio tutta la poesia di uno sguardo intimamente ed
irrimediabilmente coinvolto.
103
REGOLAMENTO
UN MOSAICO PER TORNARECCIO.“Il paese dove fioriscono i mosaici”
La manifestazione “Un Mosaico per Tornareccio” è promossa annualmente
dall’associazione Amici del Mosaico Artistico (di seguito A.M.A.), ed è così regolata:
1. per ogni edizione A.M.A sceglie un curatore che, di concerto con l’associazione
e l’ideatore Alfredo Paglione, individua una rosa di artisti italiani e internazionali,
considerati idonei a partecipare.Tale rosa può contenere anche nomi che l’associazione, a suo insindacabile giudizio, invita a partecipare come “fuori concorso”;
2. gli artisti individuati sono invitati a partecipare direttamente dall’associazione,
con la quale mantengono contatto diretto;
3.all’artista viene richiesta la realizzazione di un bozzetto in tecnica libera, del
formato di cm 40x40, su un tema proposto dall’associazione, di norma attinente
la natura o le api;
4. tale bozzetto deve essere inviato, a spese dell’artista, entro la data e presso la
sede indicati dall’associazione;
5.i bozzetti inviati saranno incorniciati a spese dell’associazione, ed esposti in
idonea sala a Tornareccio durante il periodo estivo, dall’inaugurazione al termine
della manifestazione. Qualora esigenze particolari lo richiedessero, l’esposizione
dei bozzetti può essere prorogata a insindacabile giudizio dell’associazione, che
comunicherà tale decisione agli artisti;
6. il percorso espositivo è a totale cura dell’associazione, che provvede alla migliore
fruizione delle opere esposte. Nel periodo di esposizione, i bozzetti potranno
essere ammirati dal pubblico in orari prestabiliti di apertura, sotto la vigilanza di
personale volontario dell’associazione;
7. ogni artista partecipante ha diritto a vedere pubblicata la sua opera, insieme alla
sua biografia, nel catalogo realizzato annualmente dalle edizioni A.M.A.;
8. ad esclusione di quelli fuori concorso, i bozzetti saranno votati da due giurie:
una popolare e una di esperti. La prima coincide con il pubblico dei visitatori,
cui viene messa a disposizione una scheda per esprimere un solo voto, da
inserire in apposito box all’uscita del percorso espositivo. Ogni membro della
giuria di esperti, composta da personalità del mondo dell’arte, del giornalismo,
delle istituzioni, e scelta dall’associazione, ha a disposizione dieci voti, espressi
mediante apposita scheda;
9. lo spoglio delle schede delle due giurie viene fatto dall’associazione nei giorni
successivi alla chiusura del termine previsto per le votazioni. Al termine dello
spoglio, viene redatto apposito verbale;
10. l’artista che riceve il maggior numero di voti ha diritto, l’anno successivo
alla manifestazione, alla riproduzione in mosaico del suo bozzetto finanziata
dal Comune di Tornareccio, ad una mostra personale in concomitanza con
l’esposizione dei nuovi bozzetti, e ad un trofeo realizzato da artista di fama
internazionale. A tale artista viene proposto di lasciare il bozzetto all’ente
finanziatore del mosaico ad una cifra concordata annualmente con l’associazione.
All’artista vincitore è richiesta, l’anno successivo, la presenza o alla manifestazione
inaugurale o a quella conclusiva di “Un Mosaico per Tornareccio”;
11. al termine della manifestazione, i bozzetti saranno rispediti agli artisti a spese
dell’associazione.
Finito di stampare nel mese di luglio 2015
da Studio Comunika - Atessa