clicca qui - Un mosaico per Tornareccio
Transcript
clicca qui - Un mosaico per Tornareccio
Il paese dove fioriscono i mosaici X Edizione - 2015 UN MOSAICO PER TORNARECCIO - 2015 ASSOCIAZIONE A.M.A. UN MOSAICO PER TORNARECCIO Sede espositiva Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” Viale Don Bosco, 8 - 66046 Tornareccio (CH) Associazione A.M.A. Via Porta Nuova, 1 - 66046 Tornareccio (CH) Tel. 347.3747900 [email protected] www.unmosaicopertornareccio.it EDIZIONI A.M.A. In copertina: Rossella Faraone Fonte di vita, 2015 mosaico, cm 100x100 Nell’ultima di copertina: Stefano Piali, Il Girasole, bronzo, fusione a cera persa, diametro cm 13 Premio per il 1° classificato UN MOSAICO PER TORNARECCIO Il paese dove fioriscono i mosaici X Edizione 25 luglio - 29 agosto 2015 A cura di Francesco Gallo Mazzeo EDIZIONI A.M.A. UN MOSAICO PER TORNARECCIO Il paese dove fioriscono i mosaici – X Edizione Tornareccio, Sala Polifunzionale “Remo Gaspari” 25 luglio – 29 agosto 2015 Manifestazione annuale ideata da Alfredo Paglione A cura di: Francesco Gallo Mazzeo Coordinamento generale: Elsa Betti Ente promotore: Con il contributo di: Comune di Tornareccio Sindaco: Prof. Remo Fioriti Con il patrocinio di: Crocevia-Fondazione Alfredo e Teresita Paglione FONDAZION ONE E CROCEVIA MILANO-GIU IUL LIAN ANO OVA (TE) Foto: Piergiorgio Greco, Marco Santi Grafica e Stampa: Studio Comunika di Busico Riccardo, Atessa Ufficio Stampa: Piergiorgio Greco Mosaici realizzati da: Gruppo Mosaicisti Ravenna di Marco Santi Uno vivo ringraziamento ad Alfredo Paglione per la sua costante collaborazione Uno speciale ringraziamento al Maestro Marco Santi per aver donato un suo splendido mosaico per il nostro museo a cielo aperto Si ringraziano: gli artisti che, accogliendo con entusiasmo l’invito a partecipare, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione; la giuria tecnica composta da: Giulio Borrelli, Bianca Maria De Luca, Silvio Di Lorenzo, Mario Di Nisio, Remo Fioriti, Piergiorgio Greco, Luigi Iacovanelli, Alfredo Paglione, Giuseppe Tragnone, Lucio Valentini per la loro cortese e preziosa disponibilità; per aver finanziato i mosaici delle passate edizioni: La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa, la Camera di Commercio di Chieti, il Comune di Tornareccio, la Comunita Montana Valsangro, la Fondazione Carichieti Adi apicoltura, Apicoltori di Tornareccio, Nicola Berardi, Michele e Roberta Berardi, Leonardo Costantini, Fiorentino D’Ippolito, Nicola Falcocchio, Filsiva s.r.l., Manfredi Finocchio, Nicola Finocchio, Fernando Fioriti, Farmacia Giacci Chieti, Alberto Giacci, Michele Giacci, Roberta Giacci, Famiglia Greco, parenti e amici di Maria Tentella Tiracchia, Gruppo Mosaicisti Ravenna, Famiglia Luigi Iacovanelli, Francesco Iannone, Nino Iezzi, Nadia e Aquilino Marchetti, Alfredo e Teresita Paglione, Luciana e Nicola Pili, Antonello Porfilio impresa edile, Nicola Santovito, Veronica e Tiziano Sciotti, Sintesis s.r.l., Famiglie Michelangelo, Anna e Ughetta Tiracchia. Copyright © Ass.ne A.M.A. Amici Mosaico Artistico, 2015 Comune di Tornareccio Il paese della Bellezza Siamo giunti alla decima edizione di “Un mosaico per Tornareccio”, la fortunata rassegna che investe la nostra cittadina e comunità di una bellezza “infinita”. Il bello – come lo definivano gli antichi – è lo splendore del vero, è il vero in quanto ti affascina, è il vero in quanto ti colpisce e ti attira... Questo è quello che rappresenta oggi il museo a cielo aperto di mosaici; vedere il borgo storico e le viuzze che si snodano avvolti dai colori di queste meraviglie artistiche mi riempie di orgoglio, ma soprattutto di gratitudine nei confronti di chi ha creduto in un progetto così apparentemente difficile da realizzare ma così vero da essere oggi un vanto del nostro paese. Un grazie all’associazione A.M.A., che con spirito di abnegazione porta avanti questa realtà, ad Alfredo Paglione che ha creduto e continua a credere nell’opportunità che gli stessi mosaici possano rappresentare per Tornareccio oggi e domani. Diventa fondamentale sostenere questa meraviglia a cielo aperto: tanta bellezza non solo va ampliata, ma soprattutto va conservata, tramandata alle nuove generazioni come simbolo di ricerca del “bello”. L’esperienza della bellezza diventa decisiva per cogliere il valore delle relazioni con gli altri e con il mondo; e il sentimento della bellezza è essenziale per riflettere sul senso della vita. Per diversi filosofi, oggi, la bellezza contrasta nel modo più radicale con il nichilismo (vera malattia spirituale del nostro tempo), essendo l’idea del bello mai dissolutiva, reattiva, negativa, bensì progettuale, utopica, propositiva, sovversiva. In questa prospettiva, “Un mosaico per Tornareccio” rappresenta il punto di incontro vero per gli uomini del nostro tempo. Come dice Stefano Zecchi “senza bellezza entra in crisi la possibilità stessa per l’uomo di esprimere se stesso e la sua identità, di pensare un mondo che possa ospitare ciascun individuo nel rispetto della sua individualità, della sua voglia di creare, della sua dignità”. L’amministrazione comunale continuerà, così come ha sempre fatto, a sostenere e a generare “Bellezza”. Quella bellezza che nel nostro Paese è sinonimo di “Mosaico”. Prof. Remo Fioriti Sindaco di Tornareccio Dieci anni di gratitudine Un’infinita gratitudine mi pervade per i primi dieci anni di vita del nostro museo a cielo aperto. Sono grato a chi l’ha ideato, poi voluto, e poi incoraggiato, dimostrando un amore alle sue origini fuori dal comune: se oggi oltre ottanta mosaici rendono ancora più affascinante Tornareccio, lo si deve in primo luogo ad Alfredo Paglione, che ha saputo trasformare un sogno in realtà. Grazie di cuore,Alfredo! Il secondo grazie vorrei dirlo agli amici del consiglio direttivo dell’associazione Amici del Mosaico Artistico: senza di voi, senza la vostra energia, senza il vostro coraggio, senza la vostra passione, senza la vostra dedizione, senza la vostra tenacia, senza la vostra intelligenza, tutto sarebbe stato più difficile, per non dire impossibile. Avete dimostrato non solo di aver voluto far crescere il museo, ma di farlo incredibilmente bene, e per questo vi dico grazie di cuore, cari amici! E sottolineo che questo grazie lo è anche a tutti i soci dell’associazione che insieme rappresentiamo. La mia gratitudine, poi, va a tutti coloro che hanno sostenuto economicamente la manifestazione in questi dieci anni: al Comune di Tornareccio e ai sindaci che si sono susseguiti, Luigi Iacovanelli, Nicola Pallante e Remo Fioriti, così come alle tante realtà – istituti di credito, famiglie, operatori commerciali, aziende, associazioni ecc. – che, sponsorizzando la realizzazione dei mosaici, hanno fatto la loro indispensabile parte. Grazie di cuore! Grazie a Marco Santi e al suo Gruppo Mosaicisti di Ravenna: se oggi il museo di Tornareccio è così bello, lo è grazie alla tua indiscussa maestria. Marco, siamo davvero orgogliosi di considerarti davvero uno di noi: grazie di cuore! Grazie ai numerosi curatori che si sono alternati negli anni, selezionando artisti di livello davvero altissimo, che hanno reso l’evento di portata nazionale: a voi tutti, curatori ed artisti, il mio e il nostro grazie sincero. Un grazie lo devo anche ai miei colleghi giornalisti, locali e nazionali, che hanno sempre raccontato con passione questo nostro umile tentativo di fare cultura in un periodo difficile, e di farla con una grande carica innovativa. Un grazie doveroso, infine, a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito e ancora continuano a farlo: “Un Mosaico per Tornareccio” è un evento di tante persone, a vantaggio di tutti coloro che animano il nostro territorio. Spero di non aver dimenticato nessuno. Se così fosse, spero di recuperare nei prossimi dieci anni della nostra amata manifestazione. Piergiorgio Greco Presidente Associazione Amici del Mosaico Artistico X Edizione 2015 Un Mosaico per Tornareccio F.I.O.R.E. X Edizione - 2015 Francesco Gallo Mazzeo Un fiore può dire sul mondo, su tutti noi e su ciascuno, più di quanto può dire un trattato immaginario, una sociologia, una narrativa, perché in esso, in ciascuno di essi e sono tanti e sono infiniti, è contenuta una invisibilità della vita presente e della prossima ventura, ma anche di quella passata, in una sorta di scrigno vivente, come un unicum che contiene in sé una grande molteplicità, per cui, averlo individuato come tema e grande opportunità artistica, di vedere con un altro occhio e con la mediazione fantastica, più o meno accentuata, quello che tutti vedono e aggiungendo forme a forme, colori a colori, si viene a creare una flora fantastica, con novità, deformazioni oppure ibridazioni, si arricchisce, ancora una volta, il reale con la forza dell’invenzione fantastica. Dato in pasto, metaforicamente, alla pittura, il fiore diventa una cosa “altra”, alimento del pensiero che si scioglie in un grande profumo, in una lavanda salvifica che evapora nell’astratto, semplificandosi, perdendo accidentalità, perdendo peso, diventando pura luce e colore, oppure simulazione che viene a lambire, a scalfire, ad avvolgere, facendosi sembiante, simbolo. Nel fiore, che mi sono provato a scandire in acronimo /fonte di ebbrezza/ inno all’olfatto/ora aggiunto a desiderio/ramo che tocca la vita/essenza inebriante ed arcana/ tutto convive con armonia, con sincronia, nel cuore del visibile, con i fasti di ciò che caratterizza i mitici dei dell’Olimpo, col piacere del tatto, col manto silenzioso dell’innamoramento e quindi, con tutto e con niente, come si addice ad ogni narciso che trova il suo stagno, alla sua vita breve, che però si prolunga nell’infinito della primavera, nell’infinito della specie (araba fenice) in cui l’uno è sempre l’uno, pur essendo sempre l’altro. Chiamare artisti, pittori a misurarsi con la metafisica del fiore, camminando nell’infinito giardino d’adone, in cui il secco e il colore, stanno al profumo e all’aerea virtù, come l’umido, e il freddo stanno alla triste sensazione di morte, all’esaurirsi del senso fantastico. Tante interpretazioni, tante fisionomie, quanti sono i geni della vista, dell’apoteosi di forme, che con sfumature diverse fanno giochi d’aiuole, facendo di tanti fiori, la grande magia del fiore. Ogni artista ha fatto se stesso, nel senso che ha preso il fiore come pretesto e poi lo ha tradotto in un proprio testo con tanto di identità che lo acquisisce alla storia del proprio immaginario, ma nello stesso tempo ha inteso partecipare alla stesura di un giardino immaginario, varando un idea che potrebbe aggiungersi alla varietà dei giardini storici e dei labirinti. Si tratta di una utopica, ma nell’ipotesi della fantasia possibile, che nasce dal desiderio di non fermarsi mai, di desiderare continuamente un quid, uno straordinario che venga ad aggiungersi al raggio infinito del bello che sfida il sublime. Da figurazione 11 Un Mosaico per Tornareccio paziente o da buona astrazione, oppure da gestualità veloce e segno tranciante è venuta una molteplicità, una moltiplicazione, che apre a esclamazioni a non finire, rispondendo ad una domanda con un’altra, senza mai dare una definitiva risposta, come vuole la fortunata assenza di una iconologia e una iconografia da botanici, perché non di questo si tratta, ma di una sfavillante proprietà metaforicamente artistica. La possibilità che diventi un mosaico è un ingrediente in più, è la segnalazione di un elemento razionale, di cui tutti hanno tenuto conto e che ha moltiplicato l’impegno, facendo, così, in contemporanea, un’opera finita ed un bozzetto, facendo una unicità duplice, perché si tratta di una matericità molto molto diversa e non sempre le due cose corrispondono. Qualcuno ha già immaginato la seconda ipotesi, facendo una pittura a forma di tessera mosaicale (musiva, non mi piace) e ha fatto bene altrettanto, perché in tutti sta tornando una concezione pubblica della presenza degli artisti, che proprio nella cittadina di Tornareccio hanno dato dimostrazione del ruolo trasfigurante che si può ottenere facendo crescere questa nuova barocchità della qualità, che non è più riservata al centro del centro, ma deve essere diffusa in tutti gli ambienti. E devo dire, che il concetto artistico, tutto ottocentesco, di rigida distinzione tra separazione delle arti, mi sembra definitivamente superato, con una mentalità politecnica che è un’affermazione di trasversalità, che guarda al futuro avendo ben salda la traiettoria storica che viene da un tempo lontano, il che testimonia che tutte le cesure e interruzioni non sono né profonde, né strutturali, ma neanche insignificanti, perché connotano il concetto di contemporaneità che non è diacronia e successione temporale, ma psicologia della contaminazione che mette insieme la tradizione e l’innovazione, per cui appare tutto l’eclettismo che appare dello spaesamento formale, la vera forma. Una coniugazione al plurale,che ha accolto il tema floreale come accumulazione poetica, narrativa, iconografica, vista con gli occhi disincantati di chi ha visto tanto e quindi vede con senso di ricchezza, senza e senza naturalismi, ma con creativa sofisticatezza creativa, anche quando, come nel caso di Benedetti Corcos, sempre profondo e avvincente, di Cascella, immaginifico e sommamente ludico, di Bianchi, filosofico ed enigmatico, tutto è giocato sulla luce, sulla sottrazione e sull’esemplificazione, il risultato risulta speculare e fabulistico, oppure quando il segno è quasi totalmente sottratto come nel caso di Pupillo, essenziale e silente. Sul versante opposto troviamo Santolo De Luca, con il suo realismo da magia, una sfida per Parrasio, oppure il fabulismo aureo di Nino La Barbera labirintico, o quello surreale e metafisico delle sagome leggere di Mark Kostabi. Nel mezzo c’è una schiera di donne artiste, diverse, caotiche di rara fantasia inentiva come Marilù Eustachio, raffinatissima levigatrice d’immagini, la poetica libertà di Tomaso Binga, la rarefatta cromaticità di Elisa Montessori, la numerologia affascinante di Teresa Coratella. Baldo Diodato ripropone la sua scultorea rilevanza del metallo sbalzato, come Gianfranco Notargiacomo la sua rutilante strategia del colore, liberato aulico, Mario Nalli di una figura meditata e intrigante, piena d’enigma, Vincenzo Scolamiero concettuale immaginifico e pieno d’arguzia, Paolo Laudisa capace di scolpire col segno. E poi tanti battitori liberi, come il fantasmagorico Adriano Maraldi, il costruttivo archimedico Rosario Genovese, lo 12 Un Mosaico per Tornareccio sceneggiante e misteriosofico Andrea Barzini, il sarcastico e alchemico Alberto Parres, la florealità botticelliana e moderna di Dany Vescovi, la ricerca sagace di Bruno Aller, a cui vanno aggiunte le personalità di Tancredi Fornasetti, la farneticante duttilità di Laboratorio Saccardi, la briosa semplicità di Giovanna Giorgetti, la fantasia rutilante di Attilio Giordano, per chiudere con la biografia mistica di Salvatore Pulvirenti. E potrei riprendere ciascuno, uno per uno, per quanto si sono applicati ad un progetto di arte totale che vuole trasformare un volto cittadino, senza deformarlo, con l’applicazione della fantasia nei luoghi della vita comune e in questo senso Tornareccio sta a fianco a Gibellina, a Solomeo, ad Ales, riprendendo la tradizione di Marostica, della diffusione dell’arte sul territorio, come alfabeti della qualità che si va piazzando in maniera irresistibile, evocando messaggi aerei, poetici, provenienti dallo spirito dei fiori, antesignani di veri e propri messaggi colorati, quando non di un vento di primavera. Come vedete, mi sono fatto trascinare dai titoli salvifici dati da alcuni artisti, fabulistici e potrei passarli in rassegna tutti, per quanto sono pertinenti al tema. Quali di queste opere diventeranno mosaico, si deciderà ascoltando il parere di tanti e si sceglierà di conseguenza, perché tutto questo per avere un valore, deve essere condiviso, deve appartenere alla leggenda comune che ancora può ergersi a sovrana nei tanti preziosi borghi di cui la nostra Italia è piena, ma noi non possiamo essere inutili attraversatori del nostro tempo e dobbiamo lasciare un segno. E questo lo è, considerando tutto quanto è stato fatto a cui la presente edizione si associa, con senso di rispetto, ma anche con una lungimiranza poetica, a briglie sciolte, la sola in grado di coniugare la libertà interpretativa con lo spirito del luogo. Un incontro assolutamente positivo, come dimostra questo catalogo di grande eclettismo a testimoniare che la natura è una grande sentimentalità a cui tutti possono ispirarsi, con risultati molto diversi gli uni dagli altri, ma che visti tutti insieme fanno un grande panottico, un insieme corale che nella manualità dell’idea è già piena, trovando nel mosaico una seconda vita che viene ad aggiungersi alla prima, a conferma della inscindibilità del pensiero nelle sue articolazioni e nelle arti. 13 Un Mosaico per Tornareccio Portami il girasole ch’io lo trapianti Portami il girasole ch’io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, e mostri tutto il giorno agli occhi azzurri specchianti del cielo ansietà del suo volto giallino. Tendono alla chiarità le cose oscure, si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture. Portami tu la pianta che conduce dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce. Eugenio Montale 14 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Bruno Aller Ri/tratto di ape con segni di rosa, 2015 tecnica mista, cm 40x40 15 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Andrea Barzini Euphorbia, 2015 tempera su tavola, cm 40x40 16 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Claudio Bianchi Lo spirito dei fiori, 2015 tecnica mista su carta, cm 40x40 17 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Tomaso Binga Messaggi fioriti, 2015 digitale e collage su cartoncino, cm 40x40 18 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Tommaso Cascella Sotto la neve: pane, 2015 tecnica mista su carta, cm 40x40 19 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Teresa Coratella Adone... mito del fiore, 2015 acrilico e smalto su tela, cm 40x40 20 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Giancarlino Benedetti Corcos Camminare nel vuoto, 2015 acquerello e tempera su carta, cm 40x40 21 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Santolo De Luca Senza operaie, 2015 olio su cartone sagomato, cm 40x40 22 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Baldo Diodato “Omaggio a R. Rauschenberg” che cancellò il disegno di de Kooning, 2015 disegni su fiori di E.W., inchiostri e pennarello su carta, cm 40x40 23 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Marilù Eustachio Metamorfosi, 2015 pastello su cartoncino, cm 40x40 24 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Tancredi Fornasetti Senza titolo, 2015 acquerello su carta, cm 40x40 25 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Rosario Genovese Gira-Sole, 2015 acrilico su legno, cm 6,5x40x40 26 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Attilio Giordano Fiori di carta, 2015 grafite, acrilico e pastello su tavola, cm 40x40 27 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Giovanna Giorgetti Risveglio, 2015 olio su cartone telato, cm 40x40 28 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Mark Kostabi The blossoming of solidarity, 2015 tecnica mista su carta, cm 40x40 29 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Nino La Barbera Gli occhi dell’ape sul camaleonte, 2015 olio su tela, cm 40x40 30 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Paolo Laudisa Fiori spaziali, 2015 tempera su carta, cm 40x40 31 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Adriano Maraldi Fiore 2014, 2014 acrilico su carta, cm 40x40 32 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Elisa Montessori Albero api, 2015 tecnica mista su carta, cm 40x40 33 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Mario Nalli Rosa del deserto, 2015 olio su cartone, cm 40x40 34 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Gianfranco Notargiacomo Fiori di Gauguin, 2015 tecnica mista, cm 40x40 35 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Alberto Parres Il fiore del male, 2015 acrilico e carbon black americano su carta nepalese, cm 40x40 36 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Salvatore Pulvirenti Vento di primavera, 2015 acrilico su carta, cm 40x40 37 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Salvatore Pupillo Finestre e fiori, 2015 acrilico su carta, cm 40x40 38 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Laboratorio Saccardi Pee in the lillies, 2015 olio su tela, cm 40x40 39 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Vincenzo Scolamiero Un mosaico per Tornareccio, 2015 pigmenti, acrilici e inchiostro su carta, cm 40x40 40 Un Mosaico per Tornareccio – Opere 2015 Dany Vescovi Senza titolo, 2015 tecnica mista, cm 40x40 41 Biografie Un Mosaico per Tornareccio – Biografie BRUNO ALLER CLAUDIO BIANCHI Nasce a Roma nel 1960. Da giovanissimo entra nello studio di T. Caputo e frequenta artisti e poeti quali R. Alberti, Quattrucci, Pasolini, C. Bene. Nel 2001 fonda con M. Facchinetti e A. Bertolini l’ass.cult.“I Diagonali”. Espone in Italia Svizzera, Germania, Stati Uniti, Croazia in collettive tra cui: Fragment-action Basilea; “Freud-Schnitzler” Forum Austriaco di Cultura, Roma;“Hommage a Vlado Gotovac” Galerija Klovicevi Dvori, Zagreb, (HR); “Contemporary Italian Painting” Akron (Ohio-Usa); Istituto Italiano di Cultura, Londra; Pinacoteca Civica Termoli (Cb); Pinacoteca Arte Contemporanea, Gibellina. Collabora con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, Facoltà di Lettere e Filosofia nella progettazione e realizzazione di eventi culturali. Dal 2002 apre con i soci de “I Diagonali” lo spazio espositivo “Arte e Pensieri” a Roma. Tra le personali: 2012 “Ius Opera” Palazzetto Art Gallery, Roma; Opere dal 1979 al 2009 Castel dell’Ovo, Napoli; 2009 “Opere Pittoriche e grafiche” Biblioteca Vallicelliana; 2009 “Rome-San Francisco, from the Colosseum to the Golden Gate Bridge” Istituto italiano di Cultura, San Francisco, CA (USA); 2008 “Opere e Ri/Tratti” Galleria Dell’Oro, Roma; 2006 “Poiesis-Klee” galleria “il Salice” Locarno (Svizzera); 2002 “Percorsi Pittorici tra frammenti di Poesia” Galleria Arte e Pensieri, Roma. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Premi: Premio Sulmona (targa d’argento), Premio Heuler Hermes Allianz, Premio Termoli. Claudio Bianchi nasce a Roma, dove vive e lavora. Dal 1975 al 1980 sperimenta un nuovo stile di pittura caratterizzato da tratti di pennello a colore puro e spessori vari, che definirà Trattista. Nel 1982 redige il Manifesto Trattista ispiratore dei metodi, dello stile e della poetica del Movimento trattista al quale aderirà un primo nucleo di artisti romani e in seguito anche artisti di altre nazionalità. Nel 1983 a Villa Flora, con il patrocinio del Comune di Roma nasce la prima esposizionelaboratorio, ne seguiranno altre a piazza di Spagna, piazza Navona, Galleria Colonna, poi a Monaco, Berlino, Parigi, Amsterdam. Nel 1985, con il patrocinio dell’Assessore alla Cultura del Comune di Roma R. Nicolini e l’interessamento di galleristi romani quali: G. T. Liverani, M. Riposati, ed il sostegno di importanti critici quali: A. B. Oliva, E. Crispolti, F. Menna, E.T. Landini S. Lux, B. Zevi, ecc. Negli anni ’80 e i primi ’90 il Movimento Trattista darà vita a numerose esposizioni e performances nelle gallerie e nelle piazze delle più importanti città europee. 1995, nella esposizione dal titolo “A Capo Giuseppe” l’artista ufficializza la sua natura poliedrica elaborando i momenti più importanti del suo lavoro in quattro percorsi artistici, siglando le opere con diversi pseudonimi. L’artista romano partecipa ancor oggi attivamente ad esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, con lo stile, la forza, e l’originalità, quali caratteri costanti della sua copiosa produzione. ANDREA BARZINI TOMASO BINGA Andrea Barzini, regista, sceneggiatore, documentarista e artista è nato a Roma il 14 dicembre del 1952. Laureatosi in filosofia presso l’Università di Milano, si sposa con Stefania Aphel Barzini, autrice tv e scrittrice con cui ha due figli, Chiara e Matteo. Ha pubblicato presso Giunti Editore il libro autobiografico “Una famiglia complicata”. Sulle orme del nonno Luigi Barzini Sr, celebre inviato del Corriere della Sera, ha partecipato come documentarista al Raid Pechino Parigi sulla Itala (l’auto originale del viaggio del 1907). Ha vissuto e lavorato dal 1994 al 2000 a Los Angeles, producendo e dirigendo la serie tv Alexandria Hotel. Ha prodotto e diretto il documentario “I Giorni buoni” sulla realtà del minorile penale a Napoli, che ha vinto il primo premio al festival CINE Derechos Humanos di Buenos Aires. Lavora correntemente come regista nella fiction TV (Don Matteo, Capri, Io e Mamma, Ho sposato uno sbirro); il suo maggior successo rimane Italia– Germania 4-3, film bilancio della sua generazione. Tra le varie mostre si ricordano: “Animali”, Rap, Roma nel 2012; “Stramondi” presso la casa delle Letterature a cura di Emanuela Nobili Mino nel 2013; “Da dove viene questa luce?”, Bibliothè, nell’ambito della rassegna “Unum” a cura di Francesco Gallo Mazzeo nel 2014. Tomaso Binga, nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma. È stata docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. In arte ha assunto un nome maschile per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico-sonora-performativa italiana. Con le sue performance “femminismo poetico anni ’70” ha partecipato a tutte le battaglie per i diritti dei più deboli, delle donne e degli artisti anche attraverso il costante lavoro dell’Associazione culturale “Lavatoio Contumaciale”, che dirige in Roma dal 1974 e della “Fondazione Filiberto Menna” che dirige in Salerno dal 1992. Ha preso parte a più di 1750 manifestazioni tra mostre, rassegne, festival di poesia sonora e performativa in molte città italiane e straniere. 44 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie TOMMASO CASCELLA 2014 la personale Fiori d’Autore è presentata dalla Galleria Miralli di Viterbo, nei mesi successivi altre sue personali sono allestite presso la Galleria Andrè di Roma e la Galleria Comunale di Marina di Ravenna. Sempre nel 2014 Cascella partecipa con sue opere a importanti collettive quali: La Direzione... dell’arte presso la Direzione Regionale VVF Lazio di Roma, Per amore della ceramica a Castelli (Teramo), Biennale d’arte creativa a Palazzo dei Papi di Viterbo, Con il torchio – omaggio ad Alessandro Zanella alla Biblioteca Braidense di Milano, La critica oggi presso l’Accademia di San Luca a Roma e alla Triennale di Milano, Di vetro, Biennale del vetro contemporaneo del Comune di Sansepolcro (Arezzo), Luci al colmo a Palazzo Bufalini di Città di Castello (Perugia), Nel segno dei colori al Museo d’arte moderna Vittoria Colonna di Pescara, Between China and Europe art in the life presso l’Istituto Portoghese di Sant’Antonio a Roma e Bacolus a Palazzo Collicola di Spoleto. Nel 2015 la Bibliothè Art Gallery di Roma presenta La parola disegnata con musica di Venera Maglia e la ZetaEffe Gallery di Firenze allestisce la personale Illuminato dall’Inverno. Del 2015 sono le collettive I libri belli allestita nei Musei del Palazzo del Pio a Carpi, Prestigium Italia II della Luciano Benetton Collection, Fabrica a Treviso, In labore Fructus presso il Museo d’Arte Moderna V. Colonna di Pescara e Stupore a Palazzo Orsini a Bomarzo. Opere di Tommaso Cascella sono presenti in importanti musei quali: Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan, la Galleria Civica di Modena, la Civica Raccolta del Disegno di Salò (BS), al National Museum of Slovenia a Ljubljana, alla Civica Collezione di Scultura - Tachikawa City, Tokyo, alla Pinacoteca Comunale di Ravenna, alla Galleria Civica di Cento (FE), al Museo della Xilografia di Carpi, Modena, al MACRO a Roma, al Danubiana Meulensteen Art Museum di Bratislava, a Il Museo e la Città a Potenza, al Museo B. Cascella a Pescara, alla Pinacotecaca Comunale di Ortona (CH) alla Pinacoteca del Consiglio di Stato a Roma e al Museo Bilotti di Cosenza. Tommaso Cascella nasce a Roma nel 1951 dalla pittrice Annamaria Cesarini Sforza e dallo scultore Pietro. Attualmente vive e lavora tra Bomarzo e Roma. Con la propria stamperia d’arte, insieme alla sua prima moglie Emma Politi, si è occupato per lungo tempo all’editoria in stretta collaborazione con artisti e poeti. Nel 1981 fonda la rivista di Arte e Poesia “Cervo Volante”. La direzione dei primi numeri è affidata al poeta Adriano Spatola, in seguito sarà di Edoardo Sanguineti e Achille Bonito Oliva. Cervo Volante chiuderà le pubblicazioni nel 1984. La sua prima mostra personale è allestita alla Galleria di Luigi De Ambrogi a Milano nel 1985. Nel 1987 restaura un grande edificio cinquecentesco a Bomarzo (VI), dove impianta un nuovo studio. In seguito viaggia in India, allestisce la sua prima mostra di scultura a Roma, e partecipa alla XXI Biennale di Gubbio. Nel 1995 viene nominato “Accademico per la scultura” all’Accademia di S. Luca, e una sua opera in bronzo viene collocata nel quartiere Tachikawa City di Tokyo. È presente con la scultura Cielo alla XII Quadriennale di Roma, e al Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan con una selezione di opere grafiche. Dal 1997 al 2003 è protagonista di tre mostre retrospettive: a Ischia, al Palazzo dei Priori di Certaldo, e al Palazzo Orsini di Bomarzo. Negli stessi anni si susseguono numerosissime esposizioni personali in molte regioni d’Italia ma anche all’estero (Svizzera, Germania, Slovacchia, Giappone). In particolare, si ricordano le mostre Analogie del presente, allestita al Danubiana Meulensteen Art Museum di Bratislava insieme a Enzo Esposito e Armando Fettolini nel 2001, e la personale Rosso alla Galleria Spirale Arte di Pietrasanta nel 2003. Nell’aprile del 2006 gli viene dedicata una mostra pubblica a Pietrasanta intitolata Il Linguaggio dell’iride, e il mese successivo inaugura con una sua personale la nuova galleria Spirale Arte di Monza. Nel 2007 partecipa a numerose mostre collettive a Roma, Todi, Bolzano,Pescara,e allestisce tre esposizioni personali:alla Galleria Eventinove di Torino, alla Fondazione Ceramica Contemporanea d’autore di Deruta, al Museo Archeologico di Terni. Nel 2008 presenta alla Galleria Marco Rossi - Spirale Arte di Milano una nuova serie di lavori tridimensionali su carta, intitolata Pop Up. Nel 2010 è presente alla Tricromia Art Gallery di Roma e nello stesso anno espone una personale intitolata L’amore per nome presso la galleria Marcorossi artecontemporanea a Pietrasanta. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con la scultura Cielo rovesciato mentre nel novembre 2012 espone a Palazzo Aldobrandini a Roma per il progetto “Arte in regola” e nello stesso mese, è presente alla Walter Bischoff Galerie di Berlino e a Firenze con la mostra Calendiari. Nel 2013 mostre personali sono allestite a Lucca presso la Galleria Usher Arte, a Cosenza alla Galleria ElleBi, a Genzano di Roma a Palazzo Sforza Cesarini e a Pescara presso la Galleria Arte Pentagono. Nello stesso anno numerose sono le partecipazioni a collettive: Art Karlsruhe, Karlsruhe, Io Klimt a Palazzo dei Consoli di Gubbio, Novanta artisti per una bandiera al Chiostro di San Domenico di Reggio Emilia, Distillati d’arte contemporanea al Museo delle genti d’Abruzzo di Pescara, PlusUltra – 58° Premio Termoli, Artisti in Tuscia nella Chiesa di San Tommaso a Viterbo e Do ut do, Arte per Hospice presso lo Spazio Carbonesi a Bologna. Nel 45 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie TERESA CORATELLA GIANCARLINO BENEDETTI CORCOS Teresa Coratella, nasce a Roma il 17 dicembre del 1974. Diplomata a Liceo Artistico, prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Si trasferisce a Bruxelles con una borsa di studio e approfondisce le sue ricerche artistiche. Di seguito alcune delle più rappresentative mostre realizzate dal 2009 ad oggi. 2009: Artista ufficiale per la settimana della cultura italiana a Liegi (Belgio). – 50° anniversario degli accordi culturali Italia-Egitto mostra collettiva presso la sala della PinacotecaProvincia di Roma. 2010: “AMES” Museo delle Mura, mostra collettiva sostenuta dal Municipio Centro Storico di Roma in collaborazione con Alta Roma, Zetema e la Fondazione VOLUME! – “ARBOR” mostra collettiva a cura di Maurizio Calvesi, presso la sala del Municipio Centro Storico di Roma. Nel 2011 realizza per la campagna di Legambiente Lazio (referendum 2011) un manifesto artistico – “54ª Biennale di Venezia” Padiglione Italia-Regione Lazio. 2012: artista ufficiale di E.A.C. a cura di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca. – Palazzo Costantino a cura di Roberto Bilotti - Palermo. –“LUDUS” a cura di Francesco Gallo Mazzeo. (02/09/2012) Artista ufficiale per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, mostra personale presso il Palazzo della Cultura, Roma. – Mostra presso il Chiostro di San Cosimato con C. Bianchi e L. Guerrini, Roma. – Galleria Baccina Techne Roma, mostra collettiva. – Contemporary Arts - Bibliothè di Roma con Mark Kostabi, Paul I. Kostabi e Tony Esposito a cura di F. G. Mazzeo. Mostra collettiva IO KLIMT a Palazzo dei Consoli di Gubbio a cura di F. G. Mazzeo. 2013: “Plus Ultra” 58ª Edizione Premio Termoli, Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea (Termoli) – IX Edizione di AMACI collettiva d’artisti presso lo Spazio Contumaciale di Roma a cura di Bianca Menna (Tomaso Binga). – Opera “Cromie Musicali” in collezione presso La Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Comune di Casacalenda. – L’estate Romana di Renato Nicolini a cura di Gangemi Editore, Museo Maxxi, Roma. – Workshop at the Rhode Island School of Design Rome. 2014: Temple University Roma, mostra collettiva a cura di Manuela De Leonardis. – Roma/Trieste ART ON MOVE - Studio Martoriati a cura di Manuela Van. – LUDUS II Edizione, opera pubblica per il XIII Municipio di Roma a cura di F. G. Mazzeo. – SHOCK ONE SHOT, Mostra collettiva presso l’Aranciera di San Sisto Roma a cura di Manuela Van. – Presentazione del nuovo calendario 2015 SNFIA (Associazione Sindacale Funzionari Imprese Assicurative) con Elisa Montessori, Marilù Eustachio e Tomaso Binga presso la Quadriennale di Roma. – “Stradivaria” mostra collettiva presso lo studio Bazan di Palermo. 2015: “Diesis” mostra personale all’interno della rassegna UNUM di F. G. Mazzeo, presso Bibliothè Contemporary Arts di Roma, presentazione di Tiziana d’ Acchille. Giancarlino Benedetti Corcos è nato a Roma nel 1954, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Nazionale per la Grafica, si iscrive alla Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma dove frequenta le lezioni di Bruno Zevi. Tra le numerose mostre personali e collettive ricordiamo quelle degli ultimi anni: Scuderie Aldobrandini “Collettiva” a cura di Elio Rumma, Frascati 2003; Galleria Giulia “Opere calde” commento di Pietro d’Oriano, a cura di Giancarlino Benedetti Corcos e Laura Rosso, Roma 2004; Galleria Pian dei Giullari via dei Cappellari, personale, Roma 2005; Galleria Andrè, 2006; galleria “Il museo del Louvre” di Giuseppe Casetti “La pulitrice del vetro” a cura di Achille Bonito Oliva, Roma 2007; Centro d’arte contemporanea di Franz Paludetto (presentazione di Achille Bonito Oliva, Carlo Melis, Gino Scartaghiande, Giuliana Bottino), Castello di Rivara 2008; la commediola Il Minotauro 2008 alla Galleria Giulia; Galleria Giulia 2008; 2009 Ateneo Veneto, “La Stazzosa”, da Raffo Venier (a cura di Giuseppe Ussani D’Escobar e Achille Bonito Oliva e Franco Ferrari), 2009; mostra con testo di Achille Bonito Oliva a cura di Franz Paludetto, fabbrica di ceramiche di Castellamonte Canavese (TO) 2010; Biennale di Venezia 2011, padiglione Italia, Palazzo Venezia, Roma: Il teatro dei pomodori a cura di Vittorio Sgarbi; personale: “Dal fracasso al silenzio - scene sparse e suoni verso la casa delle parole e dei colori”, con testi di Laura Rosso, Casa delle Letterature, Roma 2011. Pierino e il lupo di Cinieri&Palazzo, Auditorium Parco della musica, Sala Santa Cecilia 2011. SANTOLO DE LUCA Nasce nel 1960 a Napoli, dove frequenta gli studi artistici. Fin dalla metà degli anni Ottanta il suo lavoro evidenzia una specifica analisi sul rapporto immagine–parola. Negli stessi anni è ospite in Spagna su invito dell’Amministrazione Catalana per la realizzazione di un progetto espositivo alla Galleria ARTUAL di Barcellona. È negli anni Novanta che il suo lavoro si conferma come oggetto di analisi da parte della critica militante italiana e internazionale, per cui, tra l’altro e invitato nel 1990 dalla redazione della nota rivista d’arte Flash Art (Helena Kontova e Giacinto Di Pietrantonio) a “Italia ‘90” tenutasi alla Fabbrica del Vapore di Milano e alla mostra “80/90” curata da Francesco Gallo e tenutasi a Monreale. Nel 1992 è presente in “Medialismi”, tenutasi a Villa Deste a Roma curata da Gabriele Perretta. Nel 1994 dal A.C.C. Gebaude di Colonia in “L’erotismo nell’arte Italiana” curata da Demetrio Paparoni. Nel 1995 dal Hedendaage Kunst di Bruxelles per la mostra “Venti Avventurosi” curata da Zaira Miss e alla Quadriennale di Roma. Nel 1996 dal Museo di Stato di San Marino per la mostra “Luoghi” curata da Alberto Fiz, nel 1997 dal Museo Storico Nazionale di Tirana per la prima Biennale di Tirana a cura della redazione di Flash Art, nel 1999 al Musee de la Ville di Ginevra per la mostra: “Penalteam” nonchè nel 2000 dal Museo di Arte Contemporanea di Montreal per la mostra di fine secolo: “Culbutes” a cura di Sandra Gradmarchand. Nel 2002 46 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie produce la grande opera permanente su pellicola lenticolare per il Museo della Metropolitana di Napoli a cura di Achille Bonito Oliva, nel 2005 espone alla Scientific Library of Doubrivnik per “Mediterranea” a cura di Valerio Dehò, nel 2007 allo Sharjah Art Museum degli Emirati Arabi nella mostra “Q Mail” e nel 2012 al museo Benaki di Atene per la mostra “Siamo tutti Greci” a cura di Alice Rubbini. Tra le personali di rilievo sono da citare nel 1998, “Controbando” alla Galleria Pascal Lucas di Valencia curata da Teresa Blanch. “I Puttini Sospensivi” curata da Franz Paludetto al Castello di Rivara nel 1995, “Divisibileinvisibile” allo Studio Raffaelli di Trento nel 1996. È del 1997 “Voto a rendere” curata da Fabio Sargentini alla Galleria L’attico di Roma. “Spirit and Matter” alla Annina Nosei Gallery di New York curata da Vittoria Choen nel 1998, non che “Investire in Titoli” alla Galleria Zonca e Zonca di Milano curata da Renato Barilli . Nel 2002 “Madame Splatter Fly” curata da Miracle Semenzato alla Van De Griffe Gallery di Santa Fe in New Mexico e nel 2008 “Permanentpresent” alla Galleria Seno di Milano. Ha tenuto nel contempo diversi seminari su estetica e comunicazione in alcune università italiane, tra cui, all’Università di Genova, facoltà di Architettura, alla facoltà di Lettere e Filosofia della Università Federico II di Napoli, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, nonché all’Istituto Europeo di Design di Milano. Non ultime, sono da segnalare le collaborazioni di consulenza estetica autoriale ad alcuni programmi televisivi, tra cui il “Grande Fratello 2006-07”, per Endemol. della storia dell’uomo in impronte a bassorilievo, seguendo complessi frottage, scegliendo pavimentazioni antiche (ciottolati, lastricati, sanpietrini) cui si accompagnano orme dei visitatori ed interventi con materiali ricercati e preziosi. Vive e lavora a Roma. Tra le installazioni permanenti: 1975: Philadelphia Museum of Art, disegni a frottage; 2000: Exit, Stazione Cilea, Metropolitana di Napoli; 2003: Cielo stellato su Gibellina,opera permanente realizzata per il Museo delle Trame Mediterranee, Baglio di Stefano, Gibellina; 2004: 16 Colonne colorate, installazione permanente, Fondazione Orestiadi Tunisi; 2005: Pavimentazione a sanpietrini, Residence Barberini, Roma; 2007: Casa Hansen, Sanpietrini bianchi su alluminio e legno 42 mq, Roma; 2010: 9CENTO Un Museo in Progress, Museo del 9CENTO, Castel Sant’Elmo Napoli; 2014: “Poker di stelle” installazione permanente per MAACK-Museo all’Aperto Arte Contemporanea Kalenarte, Casacalenda. BALDO DIODATO MARILÙ EUSTACHIO Baldo Diodato nasce a Napoli nel 1938. Si forma all’Accademia di Torino e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia scultura con Emilio Greco e Augusto Perez. Gli esordi sono degli anni ’60 con sculture materiche realizzate in fil di ferro e stracci, vicine ai lavori di Giacometti, Calder e dello stesso Perez. Propone il proprio lavoro alla Modern Art Agency di Lucio Amelio nel 1966. Partecipa attivamente al dibattito culturale che prevede la scultura artistica partenopea, lasciandosi coinvolgere dai fermenti neodadaisti, espressione della rivista “Linea Sud”, fondata nel 1963 e diretta da Luigi Castellano. Con altri artisti forma “L’operativo 64”, insieme anche ad Achille Bonito Oliva come teorico del gruppo. Dal 1966 si trasferisce negli Stati Uniti, dove vive e lavora fino al 1992. Si stabilisce a New York, città che in quegli anni è piena di stimoli e la vita artistica è straordinariamente attiva, qui l’artista trova nuovi riferimenti estetici da utilizzare come punto di partenza per sperimentazioni personali. Nel 1992 torna in Italia e si trasferisce a Roma, proseguendo la sua ricerca coniugando le radici europee con la venticinquennale partecipazione alle avanguardie newyorkesi. Dice di lui Achille Bonito Oliva: «Artista eccentrico, estraneo ad ogni definita scuola o corrente. Si muove senza rigidità tra pittura, scultura, performance». Nelle istallazioni di grande formato e dai materiali disparati, soprattutto metalli, carta e tela, pare cristallizzarle tracce È nata a Merano nel 1934; vive e lavora a Roma. Ha insegnato per molti anni pittura negli Istituti di Osservazione per Minorenni. Dai primi anni Sessanta a oggi ha tenuto numerose mostre personali e ha partecipato a diverse rassegne collettive in Italia e all’estero. In concomitanza con l’attività di pittrice, da molti anni si dedica alla fotografia e suoi lavori sono stati pubblicati in diversi giornali e riviste. Del lungo elenco di mostre, personali e collettive, si ricordano: nel 2005 la personale alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna e l’esposizione di un gruppo di sue opere al museo C. Andersen di Roma; nel 2009 la mostra “Mitografie” al Museo Carlo Bilotti, Roma; nel 2010 “L’Angelo del visibile”, La Nuova Pesa, Roma; nel 2012 “Cronache di un amore”, La Nuova Pesa, Roma; nel 2013 “Ritratto di una città. Arte a Roma 1960-2001”, Museo MACRO, Roma: “Di luogo in luogo. Trasferimenti”, La Nuova Pesa, Roma. Sul suo lavoro, tra gli altri, hanno scritto: Rudolf Arnheim, Fabrizio D’Amico, Erri De Luca, Achille Bonito Oliva, Amelia Rosselli, Peter Weiermair, Lorenza Trucchi, Goffredo Parise, Bruno Mantura, Susan Sontag, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Valerio Magrelli, Elisabetta Rasy, Marisa Volpi, Nadia Fusini, Leonardo Sinisgalli. 47 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie TANCREDI FORNASETTI ROSARIO GENOVESE Nato a Roma il 18 giugno 1983, residente a Roma. Si diploma in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo il corso del Professor Michele Cossyro. 2015: “Geometrie Astraenti” a cura di Manuela Van presentazione di Michele Cossyro – Università E-Campus Roma; “Le palle degli artisti” - Magazzino d’arte Jesi. 2012-2014: “Premio internazionale LIMEN arte 2014” Camera di commercio Vibo Valentia a cura di G. Bonomi, G. Di Genova, V. Le Pera, L.Caccia - Palazzo E.Gagliardi; “PopUp Revolution” MDM Museum Porto Cervo “Promenade au Port” a cura di Achille Bonito Oliva & Electronic Art Cafè produz. Spirale d’idee & Electronic Art Cafè; “PopUp Revolution” Preview Caserma XXIV Maggio via V. Monti Milano a cura di Piero Mascitti e Achille Bonito Oliva; “Art on move” scambio artistico Roma-Trieste Lux art Gallery & Galleria La vetrina Trieste a cura di Manuela Van in collaborazione con Mauro Martoriati; “Nullus Locus sine genio” Home Gallery int17 Roma; “Mecenati del contemporaneo” di Francesco Gallo Mazzeo Salone Bernini Residenza di Ripetta a cura di Francesco Gallo Mazzeo; “Made in Rome 2” collettiva presso Atelier Montez Roma a cura di Manuela Vannozzi; “Made in Rome” collettiva presso Atelier Montez Roma a cura di Manuela Vannozzi; Esposizione collettiva “In simbiosi” Accademia di Romania in Roma Viale delle belle arti in collaborazione con Electronic Art Cafè Roma; Mostra personale presso “TreB” gallery Via bezzecca 3 Roma a cura di Alexander Bracci; Mostra personale presso “Galleria degli specchi” Via degli specchi 12 Roma; “ArtExpoArezzo” Fiera presso Arezzo Fiere e Congressi. 2011: “Il maestro presenta l’allievo” Premio Ugo Guidi a cura di Enrica Frediani - Villa Undulna-Terme della Versilia-Cinquale (MS) 2009 -2010: “Point of view” TreB Gallery, via Bezzecca, Roma: mostra collettiva; Esposizione «MIUR» Museo Venanzo Crocetti Roma; Premio Nazionale delle Arti del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca - Catania “Le ciminiere” maggio 2009 finalista con un’opera e con successiva esposizione nel giugno 2009 presso le sale del Museo Crocetti di Roma; Premio “I 100 negozi” organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Roma: partecipato con un’opera; Partecipazione con 5 opere alla mostra collettiva: “Colora la tua città” presso l’Associazione Arte Italiana (via Monte Giordano 45 – Roma); Esposizione collettiva presso l’Associazione Culturale Brancaleone di Roma: partecipazione con 15 opere; Mostra personale con 13 opere alla libreria galleria Gabi (via Gabi-Roma). Estate 2007: stage pratico presso l’atelier Immaginazione Srl – Milano che produce le collezioni Fornasetti; Partecipazione alla Notte Bianca organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Roma; Partecipazione all’evento “art and beat” organizzato da NUA Circolo degli artisti Roma; Vincitore del concorso “Shopping Bag Arte” organizzato dalla Galleria Diletta Vittoria di Via Margutta – Roma; Partecipazione alla Notte Bianca organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Roma. 2006: Partecipazione alla mostra collettiva “Tinte Calde” a cura di Massimo Arduini presso Torre di Tormarancia, con il Patrocinio del Comune di Roma; Partecipazione al concorso “Shopping Bag Arte” organizzato dalla Galleria Diletta Vittoria di Via Margutta – Roma; Partecipazione alla mostra collettiva “I mille bambini di via Margutta”. Rosario Genovese, nato a Catania nel 1953 dove vive e lavora, ha frequentato l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Catania, dove è docente di Decorazione. Il suo percorso artistico inizia alla fine degli anni ’70. La sua ricerca pittorica lo porta a realizzare opere che si configurano nel realismo fotografico. Negli anni ’80 affronta una nuova problematica, quella del dualismo visivo, diventando nell’82 uno dei protagonisti del gruppo Narciso, teorizzato da Giorgio Di Genova. Negli anni ’90 la sua ricerca approda al concetto di mimesi cosmologica rappresentando pianeti dipinti su tela. Successivamente ritrae galassie e costellazioni, ma l’esigenza di avere un rapporto di similarità con lo spazio lo porta a preferire l’opera tridimensionale. Realizza strutture a calotta in resina, gabbie lignee rivestite con strofinacci o corde naturali, in cui il pigmento materico si deposita su esse. L’opera viene ambientata a terra o installata in sospensione. Nel 1999 la Liguori editore di Napoli pubblica un suo saggio di sociologia dell’arte dal titolo Progetto decorazioneproblematiche e stimolo per una psicologia del decoro. Nel 2010 osserva corpi celesti e costellazioni e nella loro rappresentazione ne mantiene il rapporto metrico in scala nonché la colorazione originaria. Quindi esaminando le origini etimologiche del loro nome fa un viaggio pittorico nel fantastico tra cosmologia e mitologia preannunciato sempre da un testo poetico che si traduce poi in grafica e pittura. Nel 2011 Giuseppe Maimone editore di Catania pubblica Le mie stelle parlanti: parole e immagini, una raccolta di testi poetici e immagini di opere pittoriche dell’artista. Nello stesso anno la Skira Editore di Milano pubblica la monografia Rosario Genovese Opere/Works1979-2011. Dal 2012 continua l’analisi sulle stelle, in particolar modo sulle binarie a contatto, che lo conduce a riappropriarsi dell’opera doppia, affiancando alla prima tela dipinta a guazzo, una copia fotografica su tela della stessa. Accostando poi i supporti del dittico, interviene in alternanza simultanea su entrambi, con disegni a matita e pittura a velo. Nel 2013 la Scrimm Edizioni di Catania pubblica l’ebook Mondi dentro. 48 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie ATTILIO GIORDANO GIOVANNA GIORGETTI Attilio Giordano nasce a Catania il 01/06/1973. Nel 1996 consegue il Diploma di Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, sezione Decorazione. Mostre Personali – 2014: “Attilio Giordano, opere recenti”, a cura di Filippo Pananti, Galleria Filippo Pananti Casa D’Aste, Firenze. 2013: “Meditazioni”, a cura di Beatrice Buscaroli, Catania Art Gallery, Catania. 2012: “Se solo mi guardassi”, a cura di Antonio D’Amico, Arionte Arte Contemporanea, Catania. 2011: “Attilio Giordano, la condizione della donna nel mediterraneo”, a cura di Paolo Giansiracusa, Galleria dello Steri, Siracusa. 2006: “Mond’Arte” a cura di Giada Tricomi, Libreria Mondadori, Catania. 2000:“Luci ed Ombre”, Spazio Contemporaneo, Roma. Mostre collettive Recenti – 2015: “Pittura Italiana”, a cura di Arnaldo Romani Brizzi, Catania Art Gallery, Catania. “Di luce e colori”, Catania Art Gallery, Catania. 2014: “Artisti di Sicilia da Pirandello a Iudice”, a cura di Vittorio Sgarbi. Ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana, Favignana, (TP). Palazzo S. Elia, Palermo. Castello Ursino, Catania. “Stradivaria”, a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Spazio Bazan, Palermo. “Arte per l’Arte”, a cura di Virginia Monteverde, Museo di Sant’Agostino, Genova. “Demetra. Per Morgantina”, a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Catania Art Gallery, Catania.“U Liotru, la leggenda di Eliodoro”, a cura di Arnaldo Romani Brizzi, Catania Art Gallery, Catania. 2013: “Premio Biennale Carlo Bonatto Minella: Oltre il corpo.... l’anima”, a cura di Vittorio Sgarbi, Sala Consiliare del Municipio, Rivarolo Canavese, (TO). “Moving Up Exhibition”, a cura di Monika Burian e Antonio Pilade, Galleria Vernon, Praga. 2012: “Illustrissima fiaba le proposte del Premio Vasto”, a cura di Daniela Madonna, Bruno Scaletta, Scuderie di Palazzo Aragona, Vasto, (CH). Giovanna Giorgetti è nata nel 1972 a Santarcangelo di Romagna in provincia di Rimini. Nel 1990 ha conseguito il diploma di maturità artistica e nel 1994 si è diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano. La sua prima partecipazione a mostre d’arte è stata nel 1993 esponendo a “Confronto di linguaggi” presso la Galleria d’arte moderna “La Spirale” di Milano e Centro d’arte “Grigoletti” a Pordenone. L’anno successivo espone nel “Salon I” nel Palazzo della Permanente a Milano. L’attività artistica è proseguita poi con numerose altre esposizioni tra le quali spicca, nel 1999, la mostra “Finchè c’è morte c’è speranza” presso il Flash Art Museum di Trevi (PG). Una particolare menzione merita inoltre la partecipazione al “Progetto Maionese” riguardante la pittura femminile contemporanea che si è concretizzato nelle mostre “Estate 99” e “One day at time” del 2000, entrambe presso la Galleria d’arte moderna “En plen air” di Pinerolo (TO). Nella sua produzione sono compresi anche soggetti sacri con i quali ha partecipato nel 2001 alla Mostra internazionale d’arte sacra di Pompei. Nel 2002 e 2003 ha esposto nel Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH) per la manifestazione “Arte in fiore”. Ha inoltre partecipato al progetto “Mille alberi per Arborea”, Ass. Libera Torino, nel 2002. L’artista è stata altresì compresa nel “Dizionario della giovane pittura italiana” pubblicato sulla rivista Flash Art (n. 218/1999). 49 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie MARK KOSTABI Art, il Guggenheim Museum, il Brooklyn Museum, la National Gallery in Washington D.C., la Corcoran Gallery of Art, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, la National Gallery of Modern Art in Rome e il Groninger Museum in Holland. Tra i suoi lavori pubblici in Italia si ricordano un murale nel Palazzo dei Priori di Arezzo, una grande scultura in bronzo nella piazza centrale di San Benedetto del Tronto, ed un bronzo dedicato a Papa Giovanni Paolo II a Velletri. Di lui si è parlato a “60 minutes”, “Eye to Eye with Connie Chung”, “A Current Affair”, “Nightwatch”, “The Oprah Winfrey Show”, “Lifestyle of the Rich and Famous”, “West 57th”, sulla CNN, su MTV e in numerosi altri programmi televisivi in Europa ed in Giappone. È apparso su testate quali il New York Times, People,Vogue,Architectural Digest,The Face, Playboy, Forbes, New York Magazine,The Sunday Telegraph, Domus, Corriera Della Sera, Panorama, Art Forum, Art in America, ART news, Flash Art e Tema Celeste. L’artista e compositore Mark Kostabi è nato a Los Angeles nel 1960 da immigrati Estoni. Cresciuto a Whittier in California, compie i suoi studi di disegno e pittura alla California State University di Fullerton. Nel 1982 si trasferisce a New York e due anni dopo è già una figura importante dell’East Village Art Movement, inventando le auto-interviste per affrontare argomenti difficili quali la mercificazione dell’arte contemporanea. Dal 1987 le sue opere vengono puntualmente esposte nelle gallerie newyorkesi e sono ampiamente richieste da gallerie di Giappone, Stati Uniti, Australia e Germania. Nel 1988 attira l’attenzione dei media internazionali con la fondazione di “Kostabi world”, il suo studio di Manhattan in cui lavorano numerosi di assistenti pittori e creativi. A partire dagli anni ’90 il suo lavoro è esposto in tutta Italia, nel 1996 Kostabi acquista una seconda casa a Roma iniziando a dividere il suo tempo tra Roma e New York. Kostabi produce uno show televisivo via cavo dal titolo The Kostabi Show, in cui noti critici d’arte e celebrità competono per titolare i suoi lavori e vincere premi economici. Dal 2000 al 2010 si occupa di una rubrica per artisti dal titolo Ask Mark Kostabi, sul sito Artnet.com. Kostabi ha creato le copertine degli album di Guns ‘N’ Roses (Use Your Illusion), The Ramones (Adios Amigos), Jimmy Scott (Holding Back The Years), Seether (Holding Onto strings Better Left to Fray) e numerosi altri prodotti inclusi orologi Swatch, una borsa di Bloomingdales, prodotti Alessi, Rosenthal e una maglia rosa per il Giro d’Italia. Kostabi è inoltre noto per le sue numerose collaborazioni con altri artisti come ad esempio: Enzo Cucchi, Arman, Howard Finster,Tadanori Yokoo, Enrico Baj and Paul Kostabi. Kostabi si dedica inoltre ad una intensa attività concertistica come solista e con altri musicisti, come Ornette Coleman, Jerry Marotta, Tony Levin, Tony Esposito, e Paul Kostabi. Le sue composizioni sono state eseguite Rein Rannap, Kristjan Jarvi, Maano Manni, Delilah Gutman e la Estonian National Symphony Orchestra. Kostabi è il soggetto di numerosi documentari, i più importanti dei quali sono Bottom Line: The Kostabi Phenomenon diretto da Peter Bach, Con Artist diretto da Michael Sladek, e Jedermann diretto da Paul Tschinkel. Kostabi ha un ruolo di primo piano nel documentario vincitrice dell’Emmy award The Art of Failure: Chuck Connelly Not for Sale diretto da Jeff Stimmel. “Full Circle: The Kostabi Story”, diretto da Sabrina Digregorio da Atena Films, presentato in anteprima all’Anthology Films Archives in New York e al Domus Talenti di Roma. “My Italy” diretto da Bruno Colella, è una docu-commedia con protagonisti Kostabi, H.H. Lim, Krzysztof Bednarski e Thorsten Kirchhoff: 4 artisti non italiani che scelgono di vivere in Italia. Il noto critico Achille Bonito Oliva ha il ruolo di narratore/commentatore nel film. Importanti retrospettive gli sono state dedicate al Mitsukoshi Museum di Tokyo (1992) e all’ Art Museum of Estonia in Tallinn (1998). Vittorio Sgarbi, nel 2006, cura una sua personale presso il Chiostro del Bramante a Roma, dove sono esposte 150 opere. I lavori di Kostabi sono presenti in oltre 50 collezioni permanenti dei più prestigiosi musei nel mondo, tra i quali il Museum of Modern Art, the Metropolitan Museum of NINO LA BARBERA Nato a Mazara del Vallo nel 1945, Nino La Barbera ha studiato negli Istituti d’Arte di Messina e di Palermo. Vive e lavora a Roma dal 1962. Pluripremiato, nel 2001 ha ricevuto il premio dell’UNESCO per l’attività artistica, e con numerose personali all’attivo, da anni si dedica alla realizzazione di mostre monotematiche tra cui: “A Charlot”, Galleria Canova - Roma; “...dell’acqua della terra...”, Galleria La Gradiva; “Omaggio alla Donna” , Palazzo Venezia - Roma,“Mirabilia Urbis Romae” [Palazzo Ruspoli, Le Scuderie – Roma; Spazio Italia - New York], “Tracce di ali sulla tela” [Angelicum Milano, Palazzo Ducale Mantova], “I Miti e le acque” [Fonte Anticolana Fiuggi; Ex Convento S.Rocco – Trapani], “Il Corpo Unico” [Museo del Risorgimento – Roma], “Fragmenta” [Archè arte nel tempo – Roma], “Fascinazioni Romane” [Spazio di Giotto – Assisi], “I Nostri Luoghi Magici” [Fonte Bonifacio - Fiuggi], “Risonanze della Memoria” [Galleria Polid’Arte – Spoleto; Palazzo Baronale - Calcata], “Risonanze Mitologiche” [Che Banca! – Piazza dell’Indipendenza Roma]. Suoi dipinti sono presenti in collezioni private e musei di tutto il mondo. Ultimamente le sue opere sono state esposte alla Fiat (Roma), Stazione Termini (Roma), Aeroporto Leonardo da Vinci (Fiumicino), Meeting Art (Vercelli) e da anni arricchiscono le pareti dello storico ristorante Edy in Vicolo del Babuino (Roma). Un suo dipinto dedicato alla Ferrari F1 Campione del Mondo 2001(m 4.60 x 2.00) arreda gli spazi multifunzionali dell’Autodromo di Monza mentre un altro delle stesse dimensioni intitolato ‘Organismo’ e dedicato alla Ferrari F1 Campione del Mondo 2003 è stato collocato nel Museo Ferrari di Maranello. Un grande dipinto di m 3x3 dedicato alla Madre del Redentore fu donato da Sua Santità Giovanni Paolo II alla Parrocchia romana Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù (in occasione della sua inaugurazione). Ha eseguito per commissione della stessa parrocchia “Ultima Cena” (m 5 x 2,50). Un altro raffigurante la crocifissione ‘Il dolore che salva’, attualmente esposto nella Cattedrale 50 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie PAOLO LAUDISA di Mazara del Vallo, e precedentemente ospitato in diverse Chiese e Parrocchie romane (come la Basilica di Santa Maria del Popolo), sarà collocato definitivamente nel Centro di Educazione e Riabilitazione Giovanni Paolo II (Kupienin – Polonia) per volere del Pontificio Consiglio. È in preparazione il catalogo generale delle sue opere dal titolo OPERA OMNIA curato dallo storico critico d’arte Francesco Gallo Mazzeo. I galleristi Ettore e Antonio Russo hanno collaborato con lui in un lungo proficuo sodalizio caratterizzato da organizzazione di eventi espositivi e costante presenza nelle loro Gallerie di Roma, Fiuggi e Montecatini. Di La Barbera si sono interessati: Mario Ursino, Antonio Del Guercio, Dario Micacchi, Vanni Rosivalle, Antonello Trombadori, Renato Civello, Luigi Tallarico, Mario De Micheli, Vito Apuleo, Fortunato Bellonzi, Gianni Raviele, Domenico Guzzi, Maria Luisa Spaziani, Luigi Lombardi Vallauri, Massimo Canevacci, Giancarlo Josimi, Gianni Franceschetti, Renzo Bertoni, Aldo Manganaro, Ferruccio Ulivi, Rosa Russo Jervolino, Dante Benini, Paolo Orsina, Ugo Moretti,Alberto Sughi, Pier Augusto Breccia, Peppino Selvaggi, Alessandro Righetti, Brunetta Ferrarini, Claudio Strinati, Salvatore Italia, Patrizia Mintz, Kenneth Scambray, Rosaria Guadagno, Giancarlo Falletti, Enzo Tartamella, Pino Pelloni, Alessandro Masi, Aldo Gerbino, Francesco Gallo Mazzeo, Rosalina Ruffolo. “[...] Come sostenemmo per la sua precedente produzione, La Barbera cerca la sua armonia al di fuori di una rigida e asfittica disposizione razionale: è attraverso il caos, o la reversibilità della reazione corruzione-ricostruzione, che si creano sempre nuove possibili armonie. Non ultime quelle che hanno costituito i miti tenaci delle nostre precedenti culture. E se la visione è “geologica”, così vuole Massimo Canevacci, sottesa tra “arte virtuale e virtualità dell’arte”, ciò è perché la tensione si spinge verso quel battito d’ali che tutto sovrasta e impregna: monumenti, fontane, guerrieri, chimere, eroi, giardini, fori imperiali e il vastissimo diorama della storia. Allora questa tersa mescolanza di fieri combattimenti, di colloqui teneri e ambigui, illuminati dalla fiaccola sensibile della donna in amore che scorre, come un angelo annunziante, lungo traccianti elettronici prodotti da pittoriche espressioni in forma di décollages, sospinge a ricordare – in relazione all’esperienza di Rotella – quelle frantumazioni d’una stagione “pop” contro le sponde di un ritorno alla pittura, e in una sovrapposizione di piani che appartengono, sì allo spazio, ma sembrano in più, secernere diversi e interagenti frammenti del tempo. In prossimità di tutto questo si agita il mondo visivo di Nino La Barbera. La sua nuova e paravirtuale figurazione, così attenta a divenire fluente della forma e delle idee, appare sostenuta dalla continua necessità di una metamorfosi (grazie anche all’intervento di ri-dipintura a quadro finito), dallo stesso impulso che ha generato il quadro e in cui diafane e lemniscali presenze restituiscono intatto al suo linguaggio il fuoco denso di un’anima solare, la pupilla vibrante e corrusca della divinità. [...]” [Aldo Gerbino] Paolo Laudisa, Bari 1951, vive e lavora a Roma. La sua prima personale di rilievo ha luogo nella Galleria Cesare Manzo di Pescara nel 1975. Negli anni ha lavorato con diverse gallerie tra le quali la galleria Bonomo a Bari, Cesare Manzo a Pescara, Wessel O’Connor LTD a New York, Jean-Claude Arnault a Stoccolma, Pasquale Lucas a Valencia,9, via della vetrina contemporanea a Roma e l’attuale Arteealtro di Elisabetta Giovagnoni, Arteynaturalezza a Madrid, Arts Events a Benevento, Le Pleiadi a Mola di Bari, Ninni Esposito arte contemporanea a Bari e numerose istituzioni come Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Galleria Comunale dell’Università di Belgrado, la Fondazione Noesi per l’Arte di Martina Franca, il Museo della Cultura di Valencia, il Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan, la Sabanci Foundation di Istanbul… Nel 2014, vince il Premio Michetti con acquisione di un suo lavoro. Nel 2015, parteciperà a una doppia personale Lv Zhongyuan | Paolo Laudisa al Gogone Palace di Pechino. Tra quelli che hanno scritto in cataloghi o articoli: Sandra Fizzarotti, Licitra Ponti, Antonio D’Avossa, Gregorio Magnani, Lucilla Meloni, Lorenzo Mango, U. Cumming, Luciano Caramel, Laura Cherubini, Ada Lombardi, Achille B. Oliva, Ida D’Agostino, G. Visci, Antonio Rossi, Ilderosa Laudisa, A. Martino, Giuliana Stella, J. A. Blasco Carascosa, Massimo Di Stefano, Enrico Crispolti, Ferdinando Creta, Raffaele Gavarro, Micol Forti, Simona Barucco, Luisa Somaini, Walter Guadagnini, Francesco Lodola, Maria Vinella, Lia De Venere, Elisabetta Giovagnoni, Antonella Marino, Pietro Marino, H.Tartan, Valentina Bonomo. 51 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie ADRIANO MARALDI Università degli Studi di Siena dal titolo Pensieri Colorati. Nel 2012 a Bertinoro per il Festival della “Donna in Blues”. Alla Piastra dell’Ospedale Bufalini, Pensieri Colorati con il testo di Francesco Gallo Mazzeo “Leggerezza” e “Coincidenze” alla Bibliothé Contemporary Art Gallery-Roma. Nel 2013 a Castiglione Fiorentino (AR), a Bertinoro (FC), 2015 a Cesena “Dal Tam Tam al Blues” A. Maraldi e L. Navacchia , mostra itinerante presentata da Barbara Rossi. Nel 2014 a Roma – Università e CAMPUS, mostra dal titolo “Artisticamente Sostenibile”, a cura di Manuela Vannozzi. Nel 2015 per la Fondazione Gino Bartali di Arezzo realizza nel centenario della morte del grande Campione un’opera con Gino Bartali che traina Pinocchio in bicicletta. Per l’occasione è stata allestita una mostra a Montecatini Terme e realizzata una maglietta con la litografia. A maggio 2015 Maraldi presenta alla Galleria d’Arte Moderna di Cesena al Palazzo del Capitano, l’antologica dei suoi 45 anni di arte professionale, opere del 1970 al 2015. Adriano Maraldi nasce a Cesena il 17 Luglio del 1945. Autodidatta, frequenta per due anni lo studio del pittore Rau e la sua 1ª mostra la presenta alla Galleria del Muretto a Forlì nel 1973, nel 1974 a Roma alla Barcarola in P.zza di Spagna, a Parigi alla Galleria Mouffe, a Biarritz, alla Galleria Vallombrose 1974. Dopo un breve periodo artistico vissuto a Milano, Maraldi decide di trasferirsi a Parigi dove vi rimane con lo studio fino al 1997. Le mostre più importanti del periodo francese sono: Palais de l’Europe a Le Touquet, 1ª Biennale d’Art e Papier a Le Touquet, Gallerie Du Rhin a Colmar, Salon d’Automne a Parigi 1981, Centro Culturale Italiano a Parigi 1982, Maison de la Culture di Saint-Etienne Festival d’Art Plastique a Elancourt 1983, Festival Italiano a Fecamp e Castello de Sassetot a Sassetot in Normandia 1984. Nel 1985 realizza la grande opera su tela per la Junior Chamber del Veneto a Padova di 7,00x3,00 mt. Maraldi si ripropone in Italia con una serie di mostre sul tema “Oggetti in cerca d’equilibrio”, nella città di Padova al Caffè Pedrocchi, e alla Galleria il Chiostro di Treviso del 1989, al Forum Museum di Montese (MO) e in altre città italiane. Nel 1998-99 presenta nella Chiesa sconsacrata S. Rita, nelle sale del Bramante in P.zza del Popolo a Roma un grande progetto per il Giubileo 2000 dal titolo “Il Libro per la Pace”. Nel 2001 si trasferisce con lo studio a Roma e partecipa a una serie di eventi Nazionali e internazionali. Partecipa a Arte e Sapori a Roma, Biennale Internazionale del Design a SaintEtienne (Fr), Galleria d’Arte Moderna ex stabilimento Peroni a Roma, A Torino partecipa all’evento del Manifesto delle Arti applicate del nuovo Secolo al Palazzo Carignano, nel 2003 espone alla Gall. Rabel di Montecarlo, nel 2004 espone alla Galleria d’Arte Sacra L’Agostiniana a Roma. Nel 2005 realizza la medaglia d’argento per l’anniversario dei 100 anni dalla nascita dell’Istituto professionale Ubaldo Comandini di Cesena con l’Annullo Postale. Nel 2006 presenta una mostra personale dal titolo “Le pagine che non ho mai scritto” alla Gall. d’Arte Moderna di Cesena. Nel 2007 a cura di O. Piraccini presenta la mostra “Il Principe Pinocchio” al Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna. Nel 2009 ha esposto le sue opere nel Museo degli Strumenti di Roma, in quello del Museo di Porta San Paolo, al Museo Venanzio Crocetti, al Museo delle Mura, alla Ambasciata d’Egitto, all’Ambasciata d’Iraq, alla Accademia della Romania e al Palazzo Valentini della Provincia di Roma per il 50° anniversario della Cultura Roma-Egitto a cura di Arte Roma. Per la Settimana della Cultura Italiana Maraldi espone a Liegi al Consolato Italiano. Nel 2010 per il Lions Club della Valle del Savio realizza un grande progetto per il 50° anniversario dell’Arena Plautina a Sarsina (FC) e nel 2011 per l’anniversario della nascita di Giorgio Vasari presenta ad Arezzo una mostra dal titolo “Frammenti D’Arte” all’Ass.ne Arezzo Città del Vasari e nel 2012, alla Provincia e Comune della città di Arezzo, nello stesso anno viene invitato alla 4ª Biennale Internazionale di Madeira. Nel gennaio 2013 Maraldi presenta una mostra all’interno della Sala Rosa della 52 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie ELISA MONTESSORI MARIO NALLI Elisa Montessori nata a Genova nel 1931, vive e lavora a Roma. Disegnatrice e pittrice con Mirko, Afro, Cagli, respira nella capitale l’aria di un rinnovamento artistico, che inizia nel 1951 col “Manifesto del Gruppo Origine” di Burri, Capogrossi e Colla, nel solco di un ritorno al primordio junghiano. L’esoterico e lo spirituale sono l’eco che Elisa, nel suo profondo esistenzialismo, sente di più. Attraverso le sperimentazioni tecniche, su cui forgia i suoi inizi con Mirko, l’incisione, la tempera all’uovo, il mosaico, l’oreficeria, lo sbalzo, esce dolce e sommessa la sua voce, che s’inclina ad ascendenze orientali, dopo l’incontro con la cultura cinese. Nel 1958: Mostra della pittura italiana a Hong Kong e 1965 collettiva a Taiwan dal titolo Chinese and Italian Modern Painters. L’Oriente per lei diventa maestro di vita, anche quando negli anni ’70 segue le tendenze minimal. Nel 1975 espone alla Galleria Seconda Scala di Roma con una presentazione di Filiberto Menna. Dal 1981 si avvia il rapporto con la Galleria A. A. M. Architettura Arte Moderna di Roma, con cui la Montessori collaborerà varie volte, un sodalizio che attesta il continuo dialogo tra la sua arte e l’architettura. Numerose le occasioni di partecipazione ad eventi di portata internazionale: la XL Biennale di Venezia e Arteder ’82. Muestra International de Obra Gráfica a Bilbao nel 1982; la XVII Bienal de Arte di San Paolo del Brasile nel 1983; la collettiva Internationale Kunstmesse Art 5’84” a Basel nel 1984 e nel corso degli anni Novanta: la Rassegna Internazionale della Cultura Italiana a cura di Achille Bonito Oliva e la collettiva Women and the Arts in Italy a Beijing, Cina. Nel 1986 XI Quadriennale Nazionale d’Arte con sede a Palazzo dei Congressi, Roma. Nel 1988 realizza una personale alla Galleria Marina Urbach di New York, il cui tema è una poesia di Sylvia Plath. Il lavoro della Montessori è fortemente legato alla letteratura: negli anni si è ispirata e ha reso omaggio ad autori come Francis Ponge, Rainer Maria Rilke, Dylan Thomas, Paul Verlaine, Derek Walcott, Robert Walser. Nel 1990 realizza a Ravenna, presso Palazzo De Andrè, un ciclo di 54 mosaici sul tema del paesaggio dal titolo Il Giardino delle Effemeridi e l’installazione: La stanza sospesa, in mostra nella sede della Ferruzzi Finanziaria. Moltissime le personali in tutta Italia, specie a Roma, ma anche ad Amsterdam e Vancouver. Varie le collettive dagli anni Novanta ad oggi: a Parigi; negli Istituti Italiani di Cultura di Ankara, Il Cairo e Rabat; a Tehran e in Giappone nel 2004. Nel 2006 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ha ospitato Shangai Blues, la sua prima mostra storica. Nel 2014 presso la Quadriennale di Roma, presenta insieme alle artiste Marilù Eustachio, Teresa Coratella e Tomaso Binga il nuovo calendario 2015 per SNFIA (Associazione Sindacale Funzionari Imprese Assicurative). Sempre nel 2015 per la rassegna UNUM, presenta una grande opera presso lo spazio Bibliothè a cura di Francesco Gallo Mazzeo. Mario Nalli è nato a Morolo (Fr). Tra le sue principali mostre personali si ricorda nel 1993 la mostra allestita presso la Galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma, intitolata Viola e presentata in catalogo da Mariano Apa. Nella stessa galleria romana nel 2012 Nalli presenta Terre inviolate con presentazione in catalogo a cura di Fabio Sargentini e nel 2014 Miraggio di mare, personale con presentazione in catalogo a cura di Fabio Sargentini. Diverse le partecipazioni di Mario Nalli ad importanti mostre collettive; si ricordano in questa sede la mostra del 1988 Anni 90 con presentazione in catalogo di Roberto Lambarelli, allestita a Loreto nella Sala del Sangallo, nel 1992 Giovani artisti IV a Palazzo delle Esposizioni di Roma presentata in catalogo da Marino Apa e nel 2015 C’è chi dipinge presso la Galleria L’Attico di Roma con presentazione a cura di Fabio Sargentini. Mario Nalli vive e lavora a Roma. GIANFRANCO NOTARGIACOMO Nato a Roma, fa il pittore da sempre. Si laurea in Filosofia (Estetica) alla Sapienza di Roma per studiare le ragioni profonde della pittura. Subito si diploma all’Istituto d’Arte. Nel 1971 la sua prima mostra personale alla Galleria La Tartaruga, preceduta nel 1969 da una performance, ricordata come una delle prime in assoluto, alla galleria Arco d’Alibert di Roma. Seguono, nel decennio numerose mostre, sempre a La Tartaruga e a La Salita di Roma, che segnano, in anticipo sui tempi, l’evolversi della ricerca verso il ritorno alla pittura. Nel 1979 con “Takète” e nel 1980 con “Tempesta e assalto” presso la galleria La Salita, il suo linguaggio assume quella definitiva inclinazione verso l’astrazione d’impeto e di gesto, che lo contraddistingue e che lo vede tra i protagonisti della post-astrazione. Successivamente, tra le mostre personali, si ricordano nel 1981 quelle a Castel Sant’Elmo a Napoli; nel 1983 al Museo Diego Aragona Pignatelli di Napoli; nel 1995 al Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma; nel 1998 l’antologica al Palazzo Reale di Milano; nel 2004 in ArteFiera 2000 di Bologna presentato dalla Galleria Marchetti di Roma e nel 2004 al Museo di Roma in Palazzo Braschi. Tra le numerose collettive è invitato alla VIII e alla XI Biennale di Paris (rispettivamente nel 1973 e 1980) a Arte-Critica, Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma 1981-Chicago 1982); Arte italiana 1960-1985, Frankfurter Kunstverein, Francoforte (1985); Arte Italiana, Museo di San Paolo del Brasile (1986); Postastrazione, Milano Rotonda di via Besana (1986); alla Biennal di Sydney (1988); alla XIII Quadriennale d’Arte di Roma (1999); a Tirannicidi-Il Disegno, Roma, Istituto Centrale per la Grafica (2000) e a Lavori in corso 10, MACRO Galleria Comunale d’arte contemporanea di Roma (2000). È in Artisti Italiani del XX secolo alla Farnesina, Ministero degli Affari Esteri, Roma. È stato invitato alla XL Biennale di Venezia nel 1982 (Padiglione Italia) e alla XLII Biennale di Venezia, nel 1986. Nel 1971, dopo la sua prima mostra personale, è chiamato a insegnare nella nuova Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Dal 1979 è titolare della cattedra di Pittura, prima a Firenze, poi dal 1999 a Roma. 53 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie ALBERTO PARRES SALVATORE PUPILLO Alberto Parres nasce a Tangeri il 26 Agosto 1953.Vive e lavora a Roma. Dal 1976 al 1980 studia e si Diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1981 inizia un sodalizio di lavoro con la Galleria Soligo di Roma, fino a la scomparsa di Francesco Soligo nel 1999. Nel 1992 fonda LaPortaBlu, Associazione Culturale a Roma, Scuola di ricerca su nuovi linguaggi nelle arti figurative. Sito web: www.laportablu.it Nel 2003 apre LaPortaBlu Gallery insieme ai soci fondatori della LaPortaBlu. La galleria ha come intento dare spazio ai giovani artisti alle prime armi e alle nuove ricerche di linguaggio. La sua ricerca pittorica è incentrata sull’astrattismo e il minimalismo informale. Tra le mostre più importanti si segnala: “Animale Mentale”, Galleria Ezio Pagano, Bagheria 1987 “Aggressore/ Aggredito” , Galleria Soligo, Roma 1992 “Le Grandi Navigazione”, Salon Prive, Roma 1994 “Dipinti grandi cosi... disegni cosi come sono”, Galleria Soligo, Roma 2000 “Ma dove si sono nascosti?” Galleria Hybrida, Roma 2009 “La Fuga del Monaco”, Bibliothè, Contemporary Art Gallery, Roma “Petrolio” Galleria Hybrida Roma “Il suono del Re” Galleria Anteprima d’Arte Contemporanea, Roma Sito web: www.albertoparres.it Facebook: Alberto Parres Pupillo è nato a Roma nel 1956, dove vive e lavora. La sua attività comincia nel 1985 con la mostra a Villa Corsini a Roma. Nel 1989 partecipa alla XXXIV Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea alla Galleria Civica di Termoli; nello stesso anno partecipa a “Il segno della differenza” Galleria Angelus Novus, L’Aquila. Nel 1991 espone al Picasso cafè di Roma introdotto da un testo di Teresa Macrì. Nel 1997 è presente alla mostra “Arte a Roma” ex Mattatoio. Nel 1999 con “Pupillo di chi?” espone all’Associazione Culturale Marcello Rumma, Roma accompagnato da un testo di Fabio Sargentini. È presente alla collettiva presso la Galleria Giulia a Roma nel 2000. Nel 2007 mostra personale alla Galleria Il Narciso, Roma. Nel 2010 partecipa ad una doppia personale Pupillo-Pipkin presso il “Centro culturale Borges” Buenos Aires. In seguito espone a mostre collettive, come quella “Aspetti dell’Arte Astratta nella Raccolta Fiocchi”, Forte Malatesta (AP). Nel 2012 presso Bibliothè di Roma espone con Jack Sal in una doppia personale dal titolo “Itinerarium” con testo di Francesco Gallo Mazzeo. Nel 2012 “Ludus” a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Galleria “Arte Profumi” Roma. “A piedi scalzi” Galleria “La Nuova Pesa” a cura di Roberto Gramiccia, 2012. “Sueno De Color” Circolo Italiano di Cultura di Buenos Aires a cura di Massimo Scaringella. 2012. “Io Klimt” Palazzo dei Consoli, Gubbio testo di Francesco Gallo Mazzeo, 2013. “Quadratonomade” collettiva Sala Umberto Roma, 2013. 2014 Rassegna Unum, a cura di Francesco Gallo Mazzeo Bibliothè, Roma. “Una selezione di opere da collezioni private milanesi”. dicembre 2014 gennaio 2015 “Galleria Antonio Battaglia” Milano. “Colore”. Mostra personale presso il Circolo del Ministero Affari Esteri, presentazione del catalogo con testo di Francesco Gallo Mazzeo, 2015. SALVATORE PULVIRENTI Salvatore Pulvirenti nasce a Catania nel 1948. Dal 1970 vive e lavora a Roma, dove si è diplomato presso l’Accademia delle belle arti ed ha intrapreso la carriera dell’insegnamento presso presso istituti d’arte e licei artistici. Ha partecipato a mostre collettive e personali anche internazionali, ma soprattutto tra Italia e Giappone sin dal 1973, anno della sua prima mostra personale alla galleria Himeji di Tokyo. alla quale ne sono seguite molte altre. Presso la Galleria UNA C Tokyo. 54 Un Mosaico per Tornareccio – Biografie LABORATORIO SACCARDI Canova e Antonio Mercadante. I suoi lavori sono rappresentati da gallerie italiane e estere ed ha esposto in importanti fiere d’Arte Contemporanea come la fiera di Bologna, Gwangiju Art Fair Korea e Busan At Fair di Busan sempre in Korea. Attualmente è impegnato in una residenza d’artista a New York City, che si concluderà con un’esposizione presso l’ArpNY Artist Residency di New York con la cura di Kips Gallery e Bcs Gallery di New York. Il Laboratorio Saccardi è composto da Marco Leone Barone (Palermo 1978) e Vincenzo Profeta (Palermo 1979) nasce nel 2002. Il loro nome è già una dichiarazione poetica, fin dall’inizio i due artisti siciliani, sono partiti dalla fondazione di un loro personale mito delle origini, inventandosi un mentore immaginario quell’Albert Saccardi che presta loro il nome. Di là in avanti è stato un succedersi di colpi di scena, giocando spesso a rimpiattino con il sistema dei media che suo malgrado ha spesso fornito sponda alle loro argute invenzioni, cariche di una vis polemica che non ha risparmiato il sistema dell’arte. Il Laboratorio Saccardi utilizza vari linguaggi artistici come la pittura, la fotografia, il video perseguendo un obiettivo ironico-dissacratorio nei confronti dei temi affrontati. I Saccardi si fanno beffa della pittura e del mondo e affrontano nel loro lavoro soprattutto il tema della derisione del sistema artistico e intellettuale. Dal 2014 il Laboratorio Saccardi lavora al progetto “Anima Mundi” (fusione del denaro -monete, per creare il genio loci), realizzando le prime due statue della Madonna tramite la fusione di centesimi di euro, e sempre nel 2014 ha realizzato una mostra personale con il maestro Enzo Cucchi alla Gam di Palermo. DANY VESCOVI Dany Vescovi è nato nel 1969 a Milano, città in cui attualmente vive e lavora. Docente di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Da diversi anni Vescovi persegue e prosegue un tema floreale che è diventato uno standard personale, intendendo per standard non soltanto la sua “reiterazione” ma anche lo statuto di “classico”. Il suo lavoro si è accresciuto secondo una regola autonoma e distante che smarrisce le tracce materiali dell’autore favorendo la moltiplicazione di una fantasia che può dirsi tecnologica e oggettiva. Le immagini di oggi divenute più complesse intrecciano la consuetudine visiva dei fiori ad impreviste zone di pausa, figurando spazi nuovi e molto strani come scartati e resi vacanti nell’urgenza di un black out comunicativo. L’artista combina pittura figurativa e astrattismo geometrico con precisione fotografica, in composizioni dal forte dinamismo – crea un’unione armonica, sorretta dalla solidità del colore saturo e da un impianto compositivo rigoroso. L’immagine floreale sembra scomporsi e poi ricomporsi all’infinito nelle partizioni verticali del dipinto, come fossero fotogrammi in sequenza rapida. Sulla tela dà vita a un cortocircuito visivo attraverso continue interferenze, una trasformazione di immagini figurative in forme e volumi astratti e frammentati. Accostamenti e slittamenti dei piani rivelano un accumulo di informazioni, coloristiche e formali, da richiamare la cultura psichedelica. Il suo talento, superando i ristretti confini dell’arte contemporanea, lo ha portato a intraprendere svariate collaborazioni “trasversali”: dalla moda al teatro, dalla musica alla letteratura e alla pubblicità. VINCENZO SCOLAMIERO L’attività espositiva comincia negli anni Ottanta, con mostre personali e importanti rassegne anche di carattere internazionale. I suoi lavori vengono esposti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, all’Istituto di Cultura Giapponese a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, al Chiostro del Bramante, nel Drowing Center di New York, a Palazzo Sarcinelli a Conegliano (TV). Maurizo Calvesi lo invita alla Fondazione Stauros d’Arte Sacra e cura una sua mostra personale, Marco Goldin lo invita più volte in importanti rassegne e tra le altre, espone, nello scorso 2014, i suoi lavori insieme ai Capolavori del Mauritshuis Museum dell’Aia con La ragazza dall’orecchino di perla a Bologna. È invitato alla Quadriennale Romana (su invito di Lorenza Trucchi), alla Biennale di Venezia ed è vincitore dell’ultima LXV Edizione del Premio Michetti. Nel 2006 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna della Repubblica di San Marino lo invita per una importante rassegna personale del suo lavoro curata da Enzo Bilardello, Fedora Franzè, Fabio Pizzicannella, Francesca Bottari. Fa seguito la mostra personale presso la galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino d’AC a cura di Tiziana D’Acchille. Nel gennaio 2015 si è chiusa la, mostra personale romana “Senza permesso in un campo” a cura di Lorenzo 55 Mostra Personale di Rossella Faraone Vincitrice I Premio Edizione 2014 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Le mie isole X, 2009, cm 80x80 58 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Colore e materia, enigma e mistero nell’universo artistico di Rossella Faraone Elsa Betti «Seguo la tecnica di Benvenuto Cellini per le mie creazioni» – mi dice Rossella Faraone – nel suo atelier, immersa nella luce pomeridiana, mentre giocherella con il mortaio con il quale riduce in polvere le sue gemme; mi indica il forno dove avviene la fusione e la immagino seguire le regole del Cellini quando modella “di filo” o quando plasma la cera d’api per la creazione delle sue personali ed irripetibili Presentose d’artista. “Ei si fa una piastra o di oro o di argento, e vuole essere grossetta, e sia condotta in quella forma che arà da essere la tua opera. Di poi si attacca in su quello stucco,che si fa di pece greca e matton pesto sottilissimo e, et un poco di cera, secondo la stagione in cui tu ti truovi:...” Benvenuto Cellini, Trattato sull’Oreficeria, 1565. La Faraone, nel suo atelier, tra minerali, cristalli e pietre, sembra appartenere a tempi remoti, a tempi in cui le competenze di smaltista, fonditore, cesellatore, gioielliere, incisore e scultore facevano dell’oreficeria un’arte guida per la sperimentazione di tecniche e materiali e le conferivano un alto significato spirituale proprio in virtù della difficoltà tecnica e della preziosità dei materiali impiegati. La Faraone si dedica a questa nobile arte fin dai primi anni ’90 quando, trasferitasi nella provincia teramana da Roma, inizia a creare pezzi di alta gioielleria con particolare attenzione allo studio dell’oreficeria abruzzese e della sua simbologia antica. La sua sensibilità, il suo innato amore per la pittura e l’arte si sposano con la conoscenza delle pietre e la dimestichezza nell’uso dei metalli e la conducono nel 2005 ad una svolta. Il suo orizzonte creativo si espande fino alla creazione di opere d’arte di grande formato, germogliate inevitabilmente dall’essere gioielliere d’arte e collocabili in una dimensione inconsueta dell’arte contemporanea, una dimensione sospesa tra la pittura che prevede l’uso di pennelli e colori e la scultura con la sua tridimensionalità cercata e riprodotta. La Faraone sorprende con opere che contengono tutta l’alchimia, è il caso di dirlo, del DNA di un maestro orafo: opere realizzate con pietre, minerali, metalli preziosi, in cui la conoscenza della materia impiegata, della sua reattività ha un ruolo fondamentale, opere che lei stessa definisce pittosculture. Le pittosculture si inseriscono nel panorama contemporaneo in un modo tutto loro: nel realizzarle l’artista non può prescindere dalla specificità della materia visto che il suo linguaggio asseconda la voce delle pietre nel loro sgretolarsi o sfaldarsi, lo scorrere del metallo fuso, i capricci dello smalto. Sono opere per le quali anche l’alfabeto artistico tradizionale va riformulato: in esse pigmenti e tridimensionalità sono ottenuti dalle stesse gemme di cui l’artista sceglie di conservare volumi e assecondarne la naturale fisicità. Nelle pittosculture anche la luce non è cercata o riprodotta, ma catturata e contenuta 59 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone dai materiali, la cui specificità prevede la presenza di una energia intrinseca molto forte. La materia plasmata dalla Faraone ha un tempo di formazione che può raggiungere le centinaia, le migliaia di anni; essa può estinguersi, può provenire da misteriosi giacimenti, giunge dal seno della terra, dalle sue viscere. Pietre e cristalli trasferiscono nell’opera d’arte la loro eredità millenaria, la loro immensa ed irriproducibile carica energetica. Quello che ne deriva è un nuovo universo artistico declinato in opere in cui l’artista-alchimista affronta una profonda ricerca interiore, una ricerca che non ha più nulla dell’alto artigianato ma che viaggia ormai su binari filosofici: sulla via tutta umana dell’io e su quella mistica della creazione. Percorso di ricerca che inizia nel 2005 con una riflessione dolorosa sugli eventi dell’undici settembre 2001, sulla brutalità e l’orrore sgorgati dalla storia, generati dalla stessa “civiltà”. Nascono in quel momento le Isole, serie di opere in cui l’artista rintraccia nel suo mondo interiore la forza di resistere alla ferocia, inseguendo il candore della sua anima e scoprendovi la potenza della creazione, la speranza. Il suo mondo interiore, attraverso le mani, si va forgiando dalla materia che le è più congeniale: cristalli, minerali acquistano carattere eterno e trascendono il loro limite fisico per entrare nell’ambito rarefatto dell’esplorazione interiore, della ricerca di connessione con l’infinito. L’artista con grande autonomia elabora un linguaggio innovativo nella sua atemporalità e proseguendo la ricerca affida, con sempre maggior convinzione, alla forza dei materiali il compito di visualizzare i suoi mondi interiori nei quali si scopre libera di inseguirvi l’infinito. La Faraone ci indica la via per la contemplazione del cosmo e il superamento della finitezza: in opere come Reminiscenze dell’anima (2009) ed Adversus II (2014), quarzi e smalti si affrontano drammaticamente, annullando la dualità tra terreno e celeste, rivelando tuttavia nel loro amalgama una passionalità inaspettata: la visceralità dell’inconscio dell’artista, l’io di Rossella Faraone. Le pittosculture hanno dunque una portata immensa nel preservare una forza primordiale e nel visualizzare uomo-materia-universo come emanazione reciproca e assoluta. In questa prospettiva vanno osservate anche le ultime pittosculture dell’artista, opere in cui irrompono inaspettati richiami al mondo sensibile. Opere come Fonte di vita (2014) o Fecondità e Amore infinito (2015) entrano nella sfera del figurativo a celebrare la preziosità del creato, la sacralità di ogni essere vivente. I minerali che si fanno leggeri come foglie, i cristalli chiamati a concretizzare terre fertili e sorprendenti, gli smalti per cieli sereni e pieni di sole; su tutto, il ronzìo di piccole e preziose api in oro.Api salvifiche e creatrici esse stesse, reclutate dall’artista per ricordare Einstein e la sua teoria secondo la quale se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita. In questi giorni veloci e superficiali La Faraone si fa contemplativa e attraverso l’energia delle sue pittosculture ci conduce a scrutare i nostri orizzonti più intimi, ad ampliare la nostra visione spirituale. «La vera opera d’arte nasce “dall’artista” in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa un aspetto dell’essere. Non è dunque un fenomeno casuale, una presenza anche spiritualmente indifferente, ma ha come ogni essere energie creative, attive. Vive, agisce e collabora alla creazione della vita spirituale». Wassily Kandinsky, Lo Spirituale nell’arte, 1910 60 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Hansel e Gretel, 2006/2007, cm 80x80 61 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Crepuscolo della vita, 2009, cm 80x80 62 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Reminiscenze dell’anima, 2009, cm 80x80 63 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Adversus II, 2014, cm 60x60 64 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Fecondità, 2015, cm 60x60 65 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone Rossella Faraone, Amore infinito, 2015 cm 60x60 66 Un Mosaico per Tornareccio – Personale di Rossella Faraone ROSSELLA FARAONE (Roma, 1969) Rossella Faraone nasce a Roma nel 1969. Artista eclettica, pittrice, scultrice, orafa, designer, vive e lavora tra Roma e Nereto (TE). Dimostra fin da bambina un innato talento per il disegno e la pittura. Diplomatasi Maestro d’Arte all’Istituto S. D’Amico di Roma ed avendo seguito diversi corsi di specializzazione, si appassiona alla scultura orafa. Nel 1990 apre in suo primo studio a Nereto. Crea numerose linee di alta gioielleria realizzando le sue opere in maniera tridimensionale e curando personalmente tutte le fasi di lavorazione. Negli anni si avvicina all’oreficeria abruzzese e ne studia in particolare la simbologia antica che ripropone poi nella sua personale interpretazione della “Presentosa”. Il suo percorso artistico continua studiando l’arte etrusca e le antiche tecniche proprie del Cellini, base della sua ricerca spirituale ed artistica. Nel 2005 mette a punto una nuova tecnica: prende le materie nobili che è abituata a plasmare e le riversa sulla tavola per dare corpo, stavolta, al suo mondo interiore. Le sue prime opere, di piccole dimensioni, vengono da subito molto apprezzate dagli addetti ai lavori. Inizia così un lungo percorso di ricerca e sperimentazione che vede la nascita di opere importanti dal punto di vista della sua evoluzione. Rossella Faraone è presente in diverse collezioni pubbliche e private, tra le più importanti, ricordiamo: la personale Medicina ed Arte presso Villa Dragonetti a L’Aquila nel 2000, la partecipazione alla collettiva L’Oro d’Abruzzo a Pescara nel 2001, la personale Pittosculture gioiello a Capri nel 2006. Nel 2010 presso la Sala Gambacorta della Banca di Teramo si tiene la personale Le Mappe Celesti e Terrestri a cura di Gerard George Lemaire; l’anno successivo, il Museo delle Genti D’Abruzzo di Pescara allestisce la personale Rossella Faraone a cura di Vincenzo Centorame. Nel 2012 la Faraone espone nelle collettive: Padiglione Italia alla 54ª Biennale di Venezia, allestita a Palazzo delle Esposizioni a Torino a cura di Vittorio Sgarbi, Officina delle Emozioni al Chiostro dei Domenicani, Lecce, Notte dell’Arte e della Bellezza presentata da Vittorio Sgarbi, presso la Galleria Calabresi di San Benedetto del Tronto. Sempre nel 2012, realizza Azzurrina nel tempo, opera presente nel film omonimo di Giacomo Franciosa e una sua personale dal titolo L’Energia della Materia è allestita al Museo Venanzo Crocetti a Roma a cura di Vincenzo Centorame. Nel 2013, Rossella Faraone è invitata a partecipare alla collettiva, curata da Giorgio Palumbi, Astratto nell’Arte presso il Museo-Galleria Arte Maggiore di Roma. Nello stesso anno una sua opera è esposta nella permanente Tartarughe tra Arte e Scienza a cura di Alfredo Paglione e Maria del Cimmuto presso il Museo universitario dell’Università G. d’Annunzio di Chieti. Del 2013 sono le collettive Carrousel du Louvre a Parigi, Terra, Arte e tradizione a Monteleone di Spoleto e Spoleto Festival Art Expò a Spoleto. Nel 2014 è invitata a partecipare in collettiva al IV Festival Internazionale dell’Arte presso l’Ambasciata dell’Iraq in Santa Sede a Roma. 67 Mosaici realizzati dal 2006 al 2015 Un Mosaico per Tornareccio Non amerai mai una singola persona od un oggetto. L’amore è una fragranza. Come un fiore, se è maturo, inonda tutti del suo profumo. Fabio Lusi 70 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2006 Aligi Sassu (Milano 1912 - Pollensa/Baleari 2000) Il cavallo rosso, 1988 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) non in concorso 71 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2006 Jessica Carrol Visione a mosaico, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) non in concorso José Ortega (Arroba de los Montes 1921 - Parigi 1990) Nocturno, 1989 mosaico, cm 88x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) non in concorso 72 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2007 Ennio Calabria Desiderio di ponti, 2006 tecnica mista su cartoncino, cm 40x40 Vincitore I edizione 2006 Ennio Calabria Desiderio di ponti, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 73 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2007 Morena Antonucci, I lupi di Maya, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Fiorentino D’Ippolito) Robert Carroll, Bees and dolphins at Tornareccio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Apicoltori di Tornareccio) Carlo Cattaneo, Paesaggio, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Comunità Montana Val Sangro) Franco Mulas, Schegge, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Leonardo Costantini) Romano Notari, Di fiore in fiore, tornar e ritornar… amore, 2006 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci) Ruggero Savinio, L’età dell’oro, 2006 mosaico, cm 100x100, (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) 74 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2008 Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 tecnica mista, cm 40x40 Vincitore II edizione 2007 Giuseppe Modica La luce e le api, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 75 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2008 Bruno Caruso, Medusa, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Sintesis s.r.l. - Atessa) Bruno Ceccobelli, A-pie, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) Graziella Marchi, L’incontro, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Alfredo e Teresita Paglione) Matias Quetglas, La Venus de la miel, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Antonello Porfilio) Lucio Trojano, Tornareccio forte e gentile, 2007 mosaico, cm 100x100 (donazione Michele Giacci) 76 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009 Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 tempera, cm 40x40 Vincitore III edizione 2008 Sergio Ippoliti Luna di miele a Tornareccio, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 77 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009 Pierluigi Abbondanza, Senza titolo, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fernando Fioriti) Alessandro Busci, Trabocco, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito,per la figlia Maria Chiara) Jacopo Cascella, Il grande fiore, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Camera di Commercio Chieti) Omar Galliani, Kumarakom, (India 2007/2008) mosaico, cm 100x100 (donazione Nino Iezzi, in onore di una persona cara) Piero Guccione, Orchidea e ibisco sul cielo azzurro, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione, per ricordare la moglie Teresita) Antonio Maya, Aves migratorios, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti) Fujio Nishida, Ginestre, 2008 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) 78 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2009 Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi 1966) Testa maschile, Roma, 1938 mosaico, cm 75x61 (copia dall’originale autorizzata da Romana Severini) donazione Alfredo non in concorso Paglione 79 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010 Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 acrilico su carta, cm 40x40 Vincitore IV edizione 2009 Adelchi Riccardo Mantovani Cuore di cera, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 80 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010 Aurelio Bulzatti, Meditante, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti) Paola Campidelli, Camelia japonica, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) Riccardo Licata, Senza titolo, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione coniugi Nicola Berardi e Maria Giovanna Maturo) Gino Marotta, La rosa sibillina, 2009 mosaico, cm 100x100, (donazione Afredo Paglione) Opera destinata dal Comune di Tornareccio al Comune di Poggio Picenze (AQ) in segno di solidarietà per il terremoto del 2009 Matteo Massagrande, Ronzio, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Filsiva s.r.l. Casoli) Sergio Zanni, L’apicultore, 2009 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito per la figlia Mara) 81 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010 Michele Cascella (Ortona 1892 – Milano 1989) Omaggio all’artista, 2010 mosaico, cm 70x100 (autorizzazione di Pierpaolo Cimatti, esclusivista del Maestro) donazione Alfredo non in concorso Paglione 82 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2010 Carlo Mattioli (Modena 1911- Parma 1994) Primavera, 2010 mosaico, cm 100x70 (autorizzazione di Marcella Mattioli, figlia dell’Artista) donazione Alfredo non in concorso Paglione 83 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2011 Stefano Piali La regina delle api, 2010 olio su tela, cm 40x40 Vincitore V edizione 2010 Stefano Piali La regina delle api, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 84 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2011 Michele Cossyro, L’ape santa, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Santovito per Donato e Camilla) Giosetta Fioroni, Un teatrino per un’ape di Tornareccio 2010, mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione) Giorgio Galli, Di rose selvatiche di miele impregnate, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Falcocchio e Francesco Iannone) Alessandra Giovannoni, Giardini segreti, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) Danilo Maestosi, Omaggio a Beethoven, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Filsiva s.r.l. Casoli) Alberto Sughi, L’immagine di Cristo, 2010 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti) 85 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Maurizio Bottoni Giovanni Paolo II:“L’adorazione della croce”, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione) 86 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Paolo Borghi Gesù cade per la terza volta, 2011 tecnica mista su carta, cm 48x36 Vincitore ex-æquo VI edizione 2011 Paolo Borghi Gesù cade per la terza volta, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Fondazione Carichieti) Gigino Falconi Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 acrilico su cartone, cm 50x36 Vincitore ex-æquo VI edizione 2011 Gigino Falconi Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Comune di Tornareccio) 87 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Agostino Arrivabene I Stazione — Gesù è condannato a morte, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Famiglia Luigi Iacovanelli – “Il passato e il presente sono le mani che costruiscono il futuro. La saggezza dei nonni, gli insegnamenti dei genitori, la spensieratezza dei figli sono le tessere di un mosaico che ogni volta, generazione dopo generazione, assume forme diverse, rese uniche dal cemento della vita e dalla magia dei sogni”) Trento Longaretti II Stazione — Gesù è caricato della Croce, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione dei soci dell’Associazione A.M.A. Michele e Roberto Berardi – “In ricordo della nonna Angiolina”) Luca (Vernizzi) III Stazione — Gesù cade per la prima volta, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Manfredi Finocchio – “Alla comunità di Tornareccio in segno di affetto verso l’indimenticabile nonno Monfredo”) Claudio Bonichi IV Stazione — Gesù incontra sua Madre, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione coniugi Nadia e Aquilino Marchetti – “Dedicato alle proprie figlie Rosita, Sara e Sofia che affidano alla materna protezione della Vergine Maria”) 88 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Safet Zec V Stazione — Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce, 2011, mosaico, cm 100x70 (A zia Lina. Luciana e Nicola”) Massimo Lippi VI Stazione — Il velo della Veronica, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Veronica e Tiziano Sciotti – “A ricordo del nostro meraviglioso papà Fernando, la cui luce, fatta di cuore, forza e gioia di vivere continua a guidare le nostre vite anche da Lassù. Con immenso amore e gratitudine, i tuoi figli Tiziano e Veronica”) Ugo Riva VII Stazione — Gesù cade per la seconda volta, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione – “A Raffaele Carrieri, grande poeta tarantino”) Omar Galliani VIII Stazione — Gesù incontra le donne di Gerusalemme, 2011, mosaico, cm 100x70 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) 89 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Paolo Borghi IX Stazione — Gesù cade per la terza volta, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Fondazione Carichieti) Piero Vignozzi X Stazione — Gesù è spogliato delle vesti, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa) Enrico Robusti XI Stazione — Gesù è inchiodato in Croce, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione – “A Mario De Micheli, grande critico d’arte”) Piero Guccione XII Stazione — Gesù muore in Croce, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Alfredo Paglione – “Ad Aligi Sassu, illustre pittore, per il centenario della sua nascita”) 90 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2012 Gigino Falconi XIII Stazione — Gesù è deposto dalla Croce e consegnato a sua Madre, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Comune di Tornareccio) Renato Balsamo XIV Stazione — Gesù è deposto nel sepolcro (“in un sepolcro nuovo”), 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione Nicola Falcocchio – “A mio padre, maestro di vita”) Valentino Vago XV Stazione — L’ottavo giorno — La Resurrezione, 2011 mosaico, cm 100x70 (donazione ADI apicoltura – “Alle persone più care”) 91 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2013 Stefano Di Stasio In volo, 2012 tempera su carta, cm 40x40 Vincitore VII edizione 2012 Stefano Di Stasio In volo, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 92 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2013 Paola Babini, Oro per la vita, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione Gruppo Mosaicisti Ravenna) Mauro Di Silvestre, L’Aperfezione, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione di Alfredo Paglione “a ricordo del grande poeta cattolico Enzo Fabiani, carissimo amico recentemente scomparso”) Pablo Echaurren, Senza titolo, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina) Claudio Palmieri, Metamorfosi, 2013 mosaico, cm 100x100, (donazione famiglia Greco, parenti ed amici di Maria Tentella Tiracchia – “A ricordo del suo centesimo compleanno, festeggiato a Tornareccio il 4 settembre 2012: grati al Signore e riconoscenti a lei per tutto quello ha donato e insegnato ai suoi cari e a intere generazioni di alunni.”) Luca Vernizzi, Ricordi di Creta, 2013 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti) 93 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2014 Renata Minuto L’Ape e la Tartaruga, 2013 tecnica mista con imprimiture in argento ed in oro zecchino, cm 40x40 Vincitore VIII edizione 2013 Renata Minuto L’Ape e la Tartaruga, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 94 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2014 Lea Contestabile “...la felicità è una piccola cosa” Trilussa, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Fondazione Carichieti) Cesare Mirabella Festa delle api, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Farmacia Giacci - Chieti. “Umiltà e tenacia. Michelangelo Giacci”) Antonio Possenti La corsa delle tartarughe, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione in onore della consorte Teresita “La signora delle tartarughe”) Maurizio Romani Rose con api, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione per ricordare il suo carissimo fratello Antonio) Giorgio Scalco La Madonna delle api, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina) Ernesto Terlizzi Spirale d’api, 2014 mosaico, cm 100x100 (donazione famiglie Michelangelo, Anna e Ughetta Tiracchia in riconoscente memoria degli amati genitori Vincenzo Tiracchia e Domenica Mascitelli) 95 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015 Rossella Faraone Fonte di vita, 2014 Tecnica mista, smalti, pietre semipreziose e dure, minerali, metalli, oro 24 kt su tavola, cm 40x40 Vincitore IX edizione 2014 Rossella Faraone Fonte di vita, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Comune di Tornareccio) 96 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015 Aldo Damioli Il miele, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina) Gioxe De Micheli Apicoltore, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Alfredo Paglione a ricordo del carissimo Padre Serafino Colangeli di Giulianova, grande benefattore e autentico promotore d’arte) 97 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015 Giacomo Toselli Api, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Alberto Giacci per Tornareccio) Giampaolo Truffa Paradiso delle api, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Nicola Finocchio) 98 Un Mosaico per Tornareccio – edizione 2015 Gabriele Turola Apimusica, 2015 mosaico, cm 100x100 (donazione Roberta Giacci per Tornareccio) 99 Marco Santi Omaggio a Tornareccio Un Mosaico per Tornareccio – Marco Santi Il generoso omaggio di Marco Santi a Tornareccio: la sua “colata di miele” sintesi di esperienza e felicità creativa. Elsa Betti Marco Santi è diventato negli ultimi dieci anni uno degli artefici fondamentali della nuova identità di Tornareccio. Il maestro mosaicista, esecutore di tutti i mosaici presenti in paese, si è fatto conoscere per aver tradotto in linguaggio musivo le creazioni di altri artisti, stupendoci per la sensibilità con la quale puntualmente riesce a preservare la specificità dell’opera di volta in volta affidatagli, e permettendoci di ammirare contemporaneamente l’integrità con la quale riesce ad evitare che il mosaico diventi una muta trasposizione del linguaggio pittorico. Marco Santi ha voluto celebrare il decennale della manifestazione di Un Mosaico per Tornareccio con la donazione di una sua opera dal titolo Omaggio a Tornareccio. Colata di miele, opera con la quale egli ci rivela un’ulteriore aspetto della sua personalità e del suo universo creativo. Il mosaico è un linguaggio autonomo e tra le sue declinazioni vi è quella, tutta contemporanea, di una puntuale coincidenza tra idea ed esecuzione, declinazione in cui la specificità tecnica è connaturata al processo creativo. L’artista Marco Santi, con il suo lavoro, ricongiunge la dualità a cui si sottopone spesso la produzione musiva, mostrandosi contemporaneamente creatore ed esecutore. L’artista realizza per Tornareccio un alveare ed il voluttuoso sgorgare del suo miele, in cui il linguaggio scultoreo si sposa con quello musivo, nel dar vita ad un lavoro di grande vigore espressivo. La contaminazione di linguaggi esige che i materiali impiegati si affrontino nell’esaltazione della connotazione plastica dell’opera; l’artista, padroneggiando la materia, conduce la luce a rifugiarsi nelle cavità dell’alveare, a condensarsi sulla superficie del reticolato e ad esplodere nelle colate di marmi ed oro sulle quali la luce si adagia per irrompervi ed accompagnare l’inebriante discesa del miele. Il mosaico qui riesce sorprendentemente ad eludere i confini materici, evocando non solo consistenza e trasparenza del fiotto di miele, ma anche il suo lento fluire. La superficie musiva con il suo morbido adagiarsi sul reticolato dell’alveare, con le sue sovrapposizioni indolenti ostenta una sensualità che l’artista ha sapientemente perseguito attraverso la scelta dei materiali: allo sgorgare morbido e voluttuoso dell’oro e del marmo, Marco Santi contrappone la superficie dell’alveare dove impasti sapienti di malte, stucchi e vernici danno corpo ad una superficie scabra in cui poter rintracciare la vitalità ed il logorio della vita di alveare. Omaggio a Tornareccio. Colata di miele, è un’opera di grande impatto, un’opera che riesce a conquistare lo spazio attraverso l’articolazione minuziosa di pieni e vuoti e attraverso la pluralità di piani; è un’opera che nella sua estrema libertà formale affonda saldamente le sue radici nella tradizione del mosaico. La memoria dell’antico è connaturata alla visione di Marco Santi: l’artista ha nel sangue la realtà ravennate ed una consolidata tradizione di restauro ed è costantemente attraverso di esse che egli approccia il presente. La ricerca della luce e l’utilizzo dell’oro caricano l’opera per Tornareccio di forti significati simbolici per cui alla dolcezza del miele si sovrappone una sacralità di senso. Se l’oro nei fondali bizantini era il mezzo per esprimere l’astrazione dal mondo sensibile, nell’opera di Marco Santi l’oro è riservato al miele di cui si canta non tanto la dolcezza quanto la 102 Un Mosaico per Tornareccio – Marco Santi Omaggio a Tornareccio. Colata di miele, mosaico, 2015, cm 110x100 preziosità nelle sue particolari implicazioni territoriali: miele come risorsa economica della comunità locale, ma soprattutto miele come linfa artistica e spirituale, come scintilla creatrice dell’Eldorado artistico di Tornareccio, dove l’arte, da dieci anni a questa parte, sgorga voluttuosa e salvifica nella vita di provincia, nel deserto culturale dell’usurata contemporaneità. È un lavoro concettuale questo di Marco Santi che chiama in causa l’osservazione scientifica ed attenta del dato sensibile per poi alterarne la voce dal suo interno, manipolando la materia, aggredendone la riconoscibilità. Il processo creativo non elimina definitivamente il legame con il visibile, ma conduce l’artista alla sublimazione del soggetto che, librandosi in una dimensione ideale, trova una sua nuova natura, intima e viscerale, regalando a Tornareccio tutta la poesia di uno sguardo intimamente ed irrimediabilmente coinvolto. 103 REGOLAMENTO UN MOSAICO PER TORNARECCIO.“Il paese dove fioriscono i mosaici” La manifestazione “Un Mosaico per Tornareccio” è promossa annualmente dall’associazione Amici del Mosaico Artistico (di seguito A.M.A.), ed è così regolata: 1. per ogni edizione A.M.A sceglie un curatore che, di concerto con l’associazione e l’ideatore Alfredo Paglione, individua una rosa di artisti italiani e internazionali, considerati idonei a partecipare.Tale rosa può contenere anche nomi che l’associazione, a suo insindacabile giudizio, invita a partecipare come “fuori concorso”; 2. gli artisti individuati sono invitati a partecipare direttamente dall’associazione, con la quale mantengono contatto diretto; 3.all’artista viene richiesta la realizzazione di un bozzetto in tecnica libera, del formato di cm 40x40, su un tema proposto dall’associazione, di norma attinente la natura o le api; 4. tale bozzetto deve essere inviato, a spese dell’artista, entro la data e presso la sede indicati dall’associazione; 5.i bozzetti inviati saranno incorniciati a spese dell’associazione, ed esposti in idonea sala a Tornareccio durante il periodo estivo, dall’inaugurazione al termine della manifestazione. Qualora esigenze particolari lo richiedessero, l’esposizione dei bozzetti può essere prorogata a insindacabile giudizio dell’associazione, che comunicherà tale decisione agli artisti; 6. il percorso espositivo è a totale cura dell’associazione, che provvede alla migliore fruizione delle opere esposte. Nel periodo di esposizione, i bozzetti potranno essere ammirati dal pubblico in orari prestabiliti di apertura, sotto la vigilanza di personale volontario dell’associazione; 7. ogni artista partecipante ha diritto a vedere pubblicata la sua opera, insieme alla sua biografia, nel catalogo realizzato annualmente dalle edizioni A.M.A.; 8. ad esclusione di quelli fuori concorso, i bozzetti saranno votati da due giurie: una popolare e una di esperti. La prima coincide con il pubblico dei visitatori, cui viene messa a disposizione una scheda per esprimere un solo voto, da inserire in apposito box all’uscita del percorso espositivo. Ogni membro della giuria di esperti, composta da personalità del mondo dell’arte, del giornalismo, delle istituzioni, e scelta dall’associazione, ha a disposizione dieci voti, espressi mediante apposita scheda; 9. lo spoglio delle schede delle due giurie viene fatto dall’associazione nei giorni successivi alla chiusura del termine previsto per le votazioni. Al termine dello spoglio, viene redatto apposito verbale; 10. l’artista che riceve il maggior numero di voti ha diritto, l’anno successivo alla manifestazione, alla riproduzione in mosaico del suo bozzetto finanziata dal Comune di Tornareccio, ad una mostra personale in concomitanza con l’esposizione dei nuovi bozzetti, e ad un trofeo realizzato da artista di fama internazionale. A tale artista viene proposto di lasciare il bozzetto all’ente finanziatore del mosaico ad una cifra concordata annualmente con l’associazione. All’artista vincitore è richiesta, l’anno successivo, la presenza o alla manifestazione inaugurale o a quella conclusiva di “Un Mosaico per Tornareccio”; 11. al termine della manifestazione, i bozzetti saranno rispediti agli artisti a spese dell’associazione. Finito di stampare nel mese di luglio 2015 da Studio Comunika - Atessa