Storia del Teatro Rappresentazioni nel Medioevo Circa

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Storia del Teatro Rappresentazioni nel Medioevo Circa
Storia del Teatro
Rappresentazioni nel Medioevo
Circa mille anni separano il primo informe sorgere del teatro in Atene dal crollo
finale della civiltà romana. E dopo, nuovamente, ancora per quasi mille anni il teatro
greco e il teatro romano furono dimenticati.
Per un breve periodo dopo la caduta di Roma, si continuò ancora ad offrire alla
plebaglia una sorta di spettacoli avviliti: gli “scaenici”, continuarono a dare le loro
rappresentazioni durante il sesto secolo, mentre in Italia dominavano gli Ostrogoti. A
Bisanzio, sede dell’Impero d’Oriente, sopravvissero più a lungo; gli attori
professionisti rimasero attivi fino alla fine del settimo secolo. Ma tutto era comunque
destinato a sparire: dopo la discesa dei Longobardi nel 568 non si hanno più notizie di
spectacula o di teatri a Roma.
Forse, sebbene il teatro come consuetudine fosse scomparso, qualche trascurabile
lacero resta almeno nella tradizione dei mimi.
Nascita del Dramma Medievale
Il teatro drammatico tipico del Medioevo tuttavia ebbe un’evoluzione indipendente,
che nulla doveva alla tradizione precedente, infatti, la sua origine va ricercata in un
luogo molto diverso, proprio nel cuore della Chiesa Cattolica. Questo nuovo teatro
drammatico, trova il proprio fondamento sia nella natura simbolica della celebrazione
della Messa che dal desiderio del clero di presentare i fatti salienti della vita di Cristo
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in modo più realistico davanti ai fedeli. Nelle due grandi festività della Chiesa,
Pasqua e Natale, nacquero così piccoli drammi o scene
drammatiche, che illustravano la nascita e la morte di Gesù.
Tutto ciò naturalmente, è in latino, ma presto i singoli dialetti
locali presero il posto e parti del dramma liturgico furono
recitate in francese, italiano, tedesco o inglese medievale;
bisogna, infatti, ricordare che questa non fu certo un’evoluzione
tipica di una sola nazione, ma un movimento le cui tracce si trovano in quasi tutti i
paesi europei.
Lo stadio seguente fu la separazione di questa fase iniziale
di dramma dalle funzioni religiose vere e proprie della
Chiesa. Questi drammi divennero sempre più lunghi, e
anche le chiese più grandi non erano abbastanza vaste per
a
ccogliere l’immensa partecipazione di popolo che si
affollava per vedere le rappresentazioni, il dramma venne trasferito all’esterno sui
gradini dell’entrata occidentale, e gli spettatori stavano in piedi sul sagrato. Poi fra le
autorità ecclesiastiche cominciarono i dubbi: questa cosa che avevano fatto nascere
stava diventando un fatto troppo importante nella vita del popolo; e di conseguenza ci
furono editti su editti, critiche su critiche, finché al clero fu proibito di prendere parte
alle rappresentazioni, quindi i laici si assunsero il
compito dell’allestimento delle rappresentazioni; in
Francia e in Italia furono costituite speciali
confraternite o associazioni. Gli argomenti delle
rappresentazioni rimanevano ancora quelli biblici,
ma la loro gamma era estremamente più ampio e il
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dialogo avveniva ora nei dialetti comuni di ciascun luogo.
Tale evoluzione non si ebbe soltanto nei testi, ma in tutto l’apparato scenico della
sacra rappresentazione, sempre più realistica nelle scene evocative.
Le sacre rappresentazioni avvenivano sotto la guida di una specie di direttore di
spettacolo, detto anche festaiolo.
Luoghi deputati del mistero di Villingen:
1) prima porta, 2) Inferto, 3) Orto di Getsemani, 4) Monte
degli Ulivi, 5) seconda porta, 6) Erode, 7) Pilato, 8) Colonna
della flagellazione, 9) Colonna del Gallo, !0) Caifa, 11), Anna,
12) L'ultima cena, 13) terza porta, 14-17) tombe, 18-19) croci
dei ladroni, 20) croce di Cristo, 21) Santo Sepolcro, 22) Cielo
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